Provincia di Genova Sala del Consiglio Provinciale
Il governo del territorio nella valutazione ambientale dei piani provinciali
Convegno 10 maggio 2010
IL RECEPIMENTO NORMATIVO DELLA VAS A LIVELLO REGIONALE: PRINCIPI, OBIETTIVI E LINEE DI INDIRIZZO Paola Solari Regione Liguria Settore VIA
Il DDL 154/2009, presentato dalla Giunta regionale al Consiglio in recepimento della normativa nazionale, richiama nella sostanza i contenuti dellart. 1 del D. Lgs. n. 4/2008, introducendo nel proprio spazio di autonomia alcuni elementi di novit. Il tentativo quello di consolidare i principi fondamentali della VAS: lintegrazione delle componenti ambientali fin dalle prime fasi di elaborazione del piano, il coordinamento con le procedure vigenti di formazione dei piani, la valorizzazione delle fasi pubbliche e partecipative al processo di piano.
Il primo aspetto appartiene ad una nuova cultura della pianificazione, che supera lapproccio settoriale, rinuncia a ragionare in termini puramente quantitativi (indici, SLA, volumi, trasferimenti, pertinenze, standard, etc.), per passare ad un approccio qualitativo e valoriale, che consenta di tradurre previsioni coerenti con lo scenario di riferimento socio-economico e ambientale in obiettivi di uso sostenibile del territorio nel medio-lungo termine. Il nuovo necessariamente fra virgolette perch paradossalmente si tratta di un modo di immaginare gli spazi collettivi che appartiene alla storia: esperienza e contingenza hanno sempre indicato che il modo migliore di pianificare gli insediamenti era tenendosi lontano da frane e aree instabili, al di fuori di aree a rischio di inondazione, in posizione soleggiata e vicino a fonti di sostentamento. Tradotto in termini moderni, alla luce delle conoscenze disponibili, vuol dire non necessariamente intervenire per la messa in sicurezza e la conseguente possibilit di edificare, quanto piuttosto ragionare sul territorio lasciando gli spazi necessari a che le varie dinamiche pi o meno naturali (ormai il territorio talmente trasformato dalluomo che la distinzione rischia di essere capziosa) possano convivere limitando i danni reciproci. Vuol dire porsi in condizione di utilizzare le risorse naturali al meglio, orientando gli insediamenti in termini bioclimatici, progettando per il risparmio energetico e lintegrazione delle rinnovabili, utilizzando materiali tipologicamente coerenti con il contesto storico- culturale, meglio se riciclati/riciclabili. Nel rispetto di tutte le componenti ambientali: la rinuncia alla canalizzazione per messa in sicurezza idraulica di un rio e piuttosto la tutela (e quindi la non edificazione) delle sue aree di espansione si pu tradurre in efficienza biologica, capacit autodepurativa, bellezza paesistica e in ultima istanza valore per la collettivit, nei confronti della quale pu essere migliorata la fruibilit con funzione turistica, sportiva, escursionistica, etc..
In tale ottica le risorse ambientali diventano fattore limitante dello sfruttamento territoriale, ma non della valorizzazione del territorio: anzi si chiedono pi idee e diversificazione dei modelli di sviluppo, attraverso il recupero di valori tradizionali e del patrimonio edilizio esistente, la previsione anche di nuove aree produttive che siano per concepite in coerenza con il contesto (insediativo, infrastrutturale) ed alle quali siano richieste elevate prestazioni. Lesperienza (pur scarsa) di valutazione di piani urbanistici fin qui accumulata ci ha messo di fronte a mere previsioni di incremento volumetrico, fuori scala rispetto allo scenario di riferimento ed alla reale domanda di residenza, spesso riferito a seconde case, comunque senza sinergie con politiche di incremento di attrattivit (in termini di qualit dei servizi, dellaccoglienza, di offerta di opportunit di lavoro o per il tempo libero, etc.). La stessa previsione di aree produttive dovrebbe avvenire in presenza di strategie di sviluppo e ragionamenti a scala di filiera, allinterno di un pi ampio processo di politica industriale territoriale che consenta di ottimizzare luso delle strutture e limitare il consumo di suolo. Lobiettivo di mantenimento o recupero del presidio nelle aree agricole e boscate non pu risolversi nel permesso di edificare volumetrie, in quanto inefficace se non messo in relazione al mantenimento dei fondi o allaffermazione (o riaffermazione) di attivit produttive e cure colturali, attraverso lincentivazione al recupero di attivit tradizionali e al superamento del frazionamento delle propriet. Il ruolo della Provincia in tal senso fondamentale, attraverso sia il contributo dato ai comuni alla redazione dei PUC, sia i contenuti del Piano di Coordinamento provinciale, che ha elettivamente un ruolo di cucitura sovracomunale e di individuazione di strategie e garanzia di funzioni che per loro natura non possono essere confinate e limitate al solo territorio comunale (rete infrastrutturale, distretti produttivi, servizi scolastici, etc.). Senza trascurare le necessarie verifiche di coerenza ed interazione (sinergia) con gli altri strumenti di pianificazione sia provinciali che sovraordinati (piani di bacino, PTCP). Le varianti al PTC provinciale, costituenti specificazione settoriale ai fini della difesa del suolo e del correlativo assetto insediativo, in attuazione del PAI del Po, sono un esempio operativo del concetto. Il tema della coerenza (esterna con altri piani e programmi, interna fra obiettivi ed azioni di piano) un altro dei fondamenti della VAS. Anche in questo caso non si tratta di un aggravio procedimentale ma semplicemente dell'esplicitazione di un elemento che dovrebbe essere intrinseco alla pianificazione. E assurdo anche solo immaginare che un piano redatto dalla Provincia, competente per la pianificazione di bacino, non tenga conto delle limitazioni urbanistiche che la stessa pone, o non contribuisca a realizzarne gli obiettivi. Nel rispetto della distinzione dei ruoli fra chi chiamato, allinterno di una stessa amministrazione, a valutare anche ambientalmente il lavoro di pianificazione svolto da strutture ad esso deputate, il confronto fra i vari attori e la condivisione almeno degli obiettivi prerequisito per la costruzione di strumenti di efficace gestione del territorio.
Nel merito la VAS non aggiunge nulla rispetto a quello che un piano ben fatto, che parte quindi da un quadro conoscitivo completo, che non prefigura conflitti (anche attraverso la partecipazione delle scelte), che dialoga con la pianificazione sovraordinata e di settore contribuendo a realizzarne gli obiettivi. Nella sua trasposizione procedurale pu addirittura diventare garanzia di qualit, chiedendo determinati contenuti e prestazioni. E fondamentale che non fallisca traducendosi in un semplice aggravio procedurale: occorre da un lato limpegno da parte di professionisti ed amministratori al confronto costruttivo, affinch non sia strumentalizzata e svuotata di significato, dallaltro il massimo sforzo di integrazione fra i soggetti chiamati a pronunciarsi, allinterno dei processi di pianificazione in essere (eventualmente anche attraverso un loro adeguamento o modernizzazione). Pi che di un cambiamento, pur richiedendo apertura mentale e superamento dellapproccio corporativistico, si tratta del recupero dei valori del lavorare insieme e del confronto reciproco, dellascolto di voci diverse e della comparazione fra soluzioni (alternative), nella ricerca della migliore risposta ad unesigenza diffusa di qualit della vita.
Trattandosi inoltre di un qualcosa di (paradossalmente) nuovo, importante laffiancamento e il confronto continuo, nel tentativo di avviare meccanismi fruttuosi di acculturamento reciproco ed incrementale. A questo scopo si cercato di introdurre nel DDL la possibilit di ricorrere, anche nel caso della verifica di assoggettabilit, alla fase di consultazione (scoping), volta al confronto costruttivo fra i vari soggetti coinvolti, nellottica di sviluppare un approccio condiviso da mutuare in modo via via pi efficiente per i vari piani e soggetti proponenti. Lo scoping va attivato nella fase preparatoria del piano, quando cio si stanno ancora strutturando le linee strategiche, gli obiettivi e prefigurando contenuti e previsioni, allo scopo di valorizzare il contributo propositivo in termini di idee che ne pu derivare, ovvero risolvere in partenza eventuali conflitti duso del territorio. Per motivi analoghi la normativa sulla VAS d particolare evidenza allopportunit di partecipare le scelte e il processo di pianificazione, completo dellevidenza delle implicazioni ambientali, cos da realizzare se non laccordo totale almeno la massima convergenza intorno alle reali esigenze ed aspettative della gente, che poi fruisce (o subisce) il piano stesso.
Sia in considerazione dellimportanza delle fasi pubbliche, sia allo scopo di creare le premesse affinch si realizzi la massima integrazione fra procedure, nel DDL introdotta la possibilit di far salvi i termini delle fasi pubbliche degli iter approvativi di piani e programmi in essere, quando previste. Questo significa che una verifica di assoggettabilit sul preliminare di un PUC potr allinearsi maggiormente in termini temporali con quelli previsti dalla LUR, rendendo pi realistica la possibilit di giungere ad un unico pronunciamento regionale per gli aspetti urbanistici (l.r. n. 36/97) e ambientali (normativa sulla VAS). Idem per la VAS. Allatto pratico importante che vi sia un coordinamento procedurale allinterno di uno stesso ente ma anche fra enti diversi, che consenta di attivare le istruttorie a carico di documentazione omogenea e condivisa e negli stessi tempi. Ci potr consentire anche un pi agevole raccordo con gli adempimenti previsti per la Provincia, che si auspica possa organizzarsi al suo interno in analogia con Regione, giungendo quindi a formulare un proprio parere, completo di tutti gli aspetti di competenza ambientale e urbanistica, valido sia ai sensi della LUR che ai fini della consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale nella VAS, o comunque del tutto analogo nei contenuti. Anche lindividuazione di una struttura di riferimento, che costituisca interfaccia rispetto agli altri soggetti coinvolti nella valutazione (in Regione individuata nel settore VIA), pu essere utile a facilitare e sveltire i contatti e gli scambi di informazioni. In un certo senso la VAS potrebbe consentire la razionalizzazione delle procedure e dei tempi, introducendo termini pi certi in quanto trattati come perentori, allinterno di percorsi che spesso si protraggono per anni.
Per concludere, indubbiamente richiesto uno sforzo, in termini di maggior cura e completezza nella raccolta delle informazioni, di valorizzazione della componente propositiva della pianificazione, di attitudine alla collaborazione e confronto costruttivo con competenze e posizioni diverse, di trasparenza nella costruzione dei processi decisionali e responsabilit nellassunzione delle decisioni. Lincremento dei costi, che in ultima istanza pu essere circoscritto alla necessit di approfondimenti (non ancora di prassi) nel campo della biodiversit e della disponibilit delle risorse e dellinfrastrutturazione ecologica (disponibilit idrica, potenzialit depurativa), comunque contenuto in pochi punti percentuali rispetto al costo complessivo della redazione di un piano (urbanistico, nella fattispecie). Come tutti gli sforzi, vale la pena farli quando se ne possono capitalizzare gli esiti; nel caso della VAS i vantaggi possono essere molteplici, dal punto di vista sia politico-amministrativo che sostanziale. Nel primo caso il riferimento alla semplificazione procedurale degli iter valutativi ed approvativi delle singole trasformazioni, che pu riguardare non solo gli aspetti relativi alla VIA ma anche quelli relativi alla valutazione di incidenza e agli adempimenti di natura non strettamente ambientale. Non di secondaria importanza la possibilit di ottenere attraverso la partecipazione una maggiore condivisione e quindi accettabilit delle scelte, riducendo i conflitti o comunque rendendoli pi facilmente governabili; molto spesso la realizzazione di opere bloccata o rallentata da opposizioni estemporanee che, qualora preventivamente gestite nellambito di una concertazione responsabile, possono essere in gran parte scongiurate o svuotate di motivazione (la registrazione delle posizioni pro o contro nel corso del processo partecipativo, basato sullimpegno da parte di tutti i partecipanti allaccettazione degli esiti, rende pi difficile il cambio di fronte o il nascere di posizioni apodittiche o immotivate o comunque consente di non tenerne conto). I vantaggi sostanziali attengono il miglioramento delle condizioni generali di qualit insediativa ed ambientale che possono derivare dallattuazione di un piano urbanistico ben strutturato e lungimirante. Per un vivere collettivo (e non individuale) di qualit.