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Spazi metrici
1.1 Denizioni ed esempi
Denizione 1.1.1 Sia X un insieme qualsiasi. Una distanza su X `e unap-
plicazione d : X X R tale che
i) d(x, y) 0 per ogni x, y in X, e d(x, y) = 0 se e solo se x = y
(positivit` a);
ii) d(x, y) = d(y, x) per ogni x, y in X (simmetria);
iii) d(x, y) d(x, z) +d(z, y) per ogni x, y e z in X (disuguaglianza trian-
golare).
Uno spazio metrico `e una coppia (X, d) con X insieme qualsiasi, e d
distanza su X.
Esempio 1.1.2 Sia X un insieme qualsiasi e d(x, y) = 1 se x = y, d(x, y) = 0
se x = y. Si verica facilmente che i) e ii) valgono; per la iii), se x = y non c`e
nulla da dimostrare; se x = y, si deve provare che d(x, z)+d(z, y) 1 per ogni
x, y e z in X con x = y, fatto questo che risulta essere vero, essendo almeno
uno tra i valori d(x, z) e d(y, z) uguale a 1 (non possono essere entrambi nulli,
dato che se lo fossero, si avrebbe x = z e z = y per la i), da cui x = y, il che
non `e). La distanza d prende il nome di distanza discreta.
Esempio 1.1.3 Sia X = R e d(x, y) = |x y|. Allora (R, | |) `e uno spazio
metrico (le tre propriet` a sono ben note. . .).
2
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 3
Teorema 1.1.4 (Disuguaglianza di Cauchy-Schwartz) Date
due N-ple di numeri reali (s
1
, . . . , s
N
) e (t
1
, . . . , t
N
), si ha:
N
i=1
|s
i
t
i
|
1
2
N
i=1
(s
2
i
+ t
2
i
) . (1.1)
N
i=1
|s
i
t
i
|
_
N
i=1
s
2
i
_
1
2
_
N
i=1
t
2
i
_
1
2
. (1.2)
Dimostrazione. La formula (1.1) si ottiene sommando (per i che va da 1
a N) le disuguaglianze
|s
i
t
i
|
s
2
i
+ t
2
i
2
,
evidentemente vere essendo equivalenti alla disuguaglianza (|s
i
| |t
i
|)
2
0.
Per dimostrare la (1.2), osserviamo che `e evidentemente vera se (s
1
, . . . , s
N
) =
(0, . . . , 0) o se (t
1
, . . . , t
N
) = (0, . . . , 0); altrimenti, applichiamo la (1.1) alle
N-ple (x
1
, . . . , x
N
) e (y
1
, . . . , y
N
) denite da
x
i
=
|s
i
|
_
N
i=1
s
2
i
_1
2
, y
i
=
|t
i
|
_
N
i=1
t
2
i
_1
2
.
Si ottiene, essendo
N
i=1
x
2
i
= 1 =
N
i=1
y
2
i
,
1
_
N
i=1
s
2
i
_1
2
_
N
i=1
t
2
i
_1
2
N
i=1
|s
i
t
i
| =
N
i=1
|s
i
t
i
|
_
N
i=1
s
2
i
_1
2
_
N
i=1
t
2
i
_1
2
1 ,
da cui la tesi.
Esempio 1.1.5 Sia X = R
N
e
d((x
1
, . . . , x
N
), (y
1
, . . . , y
N
)) =
_
N
i=1
(x
i
y
i
)
2
_
1
2
.
Si ha che (R
N
, d) `e uno spazio metrico. La i) e la ii) sono evidenti, mentre
per la iii) procediamo come segue, indicando con X = (x
1
, . . . , x
N
), Y =
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 4
(y
1
, . . . , y
N
) e Z = (z
1
, . . . , z
N
) tre vettori di R
N
:
[d(X, Y )]
2
=
N
i=1
(x
i
y
i
)
2
=
N
i=1
(x
i
z
i
+ z
i
y
i
)
2
=
N
i=1
[(x
i
z
i
)
2
+ 2(x
i
z
i
) (z
i
y
i
) + (z
i
y
i
)
2
]
=[d(X, Z)]
2
+ [d(Z, Y )]
2
+ 2
N
i=1
(x
i
z
i
) (z
i
y
i
) .
Applicando la (1.2), si ha
N
i=1
(x
i
z
i
) (z
i
y
i
)
_
N
i=1
(x
i
z
i
)
2
_
1
2
_
N
i=1
(z
i
y
i
)
2
_
1
2
= d(X, Y ) d(Z, Y ) .
Pertanto,
[d(X, Y )]
2
[d(X, Z)]
2
+[d(Z, Y )]
2
+2d(X, Z) d(Z, Y ) = [d(X, Z)+d(Z, Y )]
2
,
che `e la iii).
Teorema 1.1.6 (Disuguaglianza di Young) Siano s, t due numeri reali
e siano p e q due numeri reali tali che
p > 1 , q > 1 ,
1
p
+
1
q
= 1 .
Allora
|s t|
|s|
p
p
+
|t|
q
q
. (1.3)
Dimostrazione. Se uno tra s e t `e zero, non c`e nulla da provare. Se sono
entrambi non nulli, dividiamo la (1.3) per |t|
q
, ottenendo
|s|
|t|
q1
|s|
p
p |t|
q
+
1
q
.
Deniamo
=
|s|
|t|
q1
.
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 5
Essendo 1/p + 1/q = 1, si ha p(q 1) = q, e quindi
p
=
|s|
p
|t|
p(q1)
=
|s|
p
|t|
q
.
Dimostrare la (1.3) `e quindi equivalente a mostrare che
p
p
+
1
q
,
per ogni 0, ovvero che
() =
p
p
+
1
q
`e positiva su [0, +). Si ha (0) = 1/q, mentre diverge per tendente a
+ (essendo p > 1). Si ha poi
() =
p1
1 ,
e quindi
i=1
|s
i
t
i
|
1
p
N
i=1
|s
i
|
p
+
1
q
N
i=1
|t
i
|
q
. (1.4)
N
i=1
|s
i
t
i
|
_
N
i=1
|s
i
|
p
_
1
p
_
N
i=1
|t
i
|
q
_
1
q
. (1.5)
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 6
Si osservi che essendo 1/2 +1/2 = 1 (!), le formule (1.1) e (1.2) sono casi
particolari di (1.4) e (1.5).
Esempio 1.1.8 Sia X = R
N
, p > 1 e
d
p
((x
1
, . . . , x
N
), (y
1
, . . . , y
N
)) =
_
N
i=1
|x
i
y
i
|
p
_
1
p
.
Allora (R
N
, d
p
) `e uno spazio metrico. Al solito, i) e ii) sono evidenti, men-
tre la disuguaglianza triangolare `e di dimostrazione pi` u complicata; si ha
(supponendo d
p
(X, Y ) = 0, altrimenti la tesi `e banale)
[d
p
(X, Y )]
p
=
N
i=1
|x
i
y
i
|
p
=
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|x
i
y
i
|
=
N
i=1
|x
i
y
i
|
p
|x
i
z
i
+ z
i
y
i
|
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|x
i
z
i
| +
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|z
i
y
i
| .
(1.6)
Applicando la (1.5), si ha
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|x
i
z
i
|
_
N
i=1
|x
i
y
i
|
(p1) q
_
1
q
_
N
i=1
|x
i
z
i
|
p
_
1
p
,
e
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|z
i
y
i
|
_
N
i=1
|x
i
y
i
|
(p1) q
_
1
q
_
N
i=1
|z
i
y
i
|
p
_
1
p
.
Essendo (p 1)q = p, si ha allora
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|x
i
z
i
| [d
p
(X, Y )]
p
q
d
p
(X, Z) ,
e
N
i=1
|x
i
y
i
|
p1
|z
i
y
i
| [d
p
(X, Y )]
p
q
d
p
(Z, Y ) .
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 7
Sostituendo in (1.6), si ha
[d
p
(X, Y )]
p
[d
p
(X, Y )]
p
q
[d
p
(X, Z) + d
p
(Z, Y )] .
Dividendo per d
p
(X, Y ) (che `e diverso da zero per ipotesi), si ottiene la
disuguaglianza triangolare osservando che p p/q = 1.
Sempre in R
N
`e possibile denire
d
((x
1
, . . . , x
N
), (y
1
, . . . , y
N
)) = max{|x
i
y
i
|, i = 1, . . . , N} .
Lo spazio (R
N
, d
((x
1
, . . . , x
N
), (y
1
, . . . , y
N
)) .
Teorema 1.1.10 (Cauchy-Schwartz e H older) Siano date {s
n
} e {t
n
}
due successioni di numeri reali;
a) se
+
n=1
s
2
n
< +,
+
n=1
t
2
n
< +,
si ha
+
n=1
|s
n
t
n
|
_
+
n=1
s
2
n
_
1
2
_
+
n=1
t
2
n
_
1
2
; (1.7)
b) dati p e q due numeri reali tali che
p > 1 , q > 1 ,
1
p
+
1
q
= 1 ,
se
+
n=1
|s
n
|
p
< +,
+
n=1
|t
n
|
q
< +,
si ha
+
n=1
|s
n
t
n
|
_
+
n=1
|s
n
|
p
_
1
p
_
+
n=1
|t
n
|
q
_
1
q
. (1.8)
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 8
Dimostrazione. Dimostriamo solo la prima formula (laltra ha dimostra-
zione analoga). Sia N ssato; applicando (1.2), si ha
N
n=1
|s
n
t
n
|
_
N
n=1
s
2
n
_
1
2
_
N
n=1
t
2
n
_
1
2
_
+
n=1
s
2
n
_
1
2
_
+
n=1
t
2
n
_
1
2
;
la seconda disuguaglianza `e dovuta al fatto che le serie sono a termini non
negativi (e quindi la successione delle somme parziali `e monotona crescente).
Pertanto, essendo la disuguaglianza precedente vera per ogni N in N, si ha
sup
_
N
n=1
|s
n
t
n
|, n N
_
_
+
n=1
s
2
n
_
1
2
_
+
n=1
t
2
n
_
1
2
.
Essendo la serie di termine generico |s
n
t
n
| una serie a termini non negativi,
la successione delle somme parziali `e monotona crescente, cosicche lestremo
superiore coincide con il limite per N tendente a +, cio`e la somma della
serie.
Esempio 1.1.11 Sia p 1, e siano
X =
p
=
_
{x
n
} R :
+
n=1
|x
n
|
p
< +
_
,
d
p
({x
n
}, {y
n
}) =
_
+
n=1
|x
n
y
n
|
p
_
1
p
.
Allora (
p
, d
p
) `e uno spazio metrico. Come al solito, i) e ii) sono di verica
immediata, pi` u complicato `e il controllo della disuguaglianza triangolare. La
verica si eettua come nel caso di (R
n
, d
p
), usando (1.8). Se p = 1, la
verica discende semplicemente dalla disugaglianza triangolare in R.
Si noti che gli spazi
p
soddisfano le seguenti inclusioni, se q > p 1:
1
p
q
,
e le inclusioni sono strette. Per vericare le inclusioni, `e suciente osservare
che se {x
n
} appartiene a
p
, allora |x
n
|
p
tende a zero, e quindi |x
n
| tende a
zero. Pertanto, |x
n
| `e denitivamente minore di 1, il che implica che |x
n
|
q
= {{x
n
} R : {x
n
} `e limitata} ,
d
({x
n
}, {y
n
}) = sup{|x
n
y
n
|, n N} . (1.9)
Allora (
, d
f(x) =
|f(x)|
_
_
b
a
|f(x)|
p
dx
_1
p
, g(x) =
|g(x)|
_
_
b
a
|g(x)|
q
dx
_1
q
,
non prima di aver osservato che se lintegrale di |f(x)|
p
(o di |g(x)|
q
) `e nullo,
la f (ovvero la g) `e nulla e la disuguaglianza (1.10) `e banalmente vera.
Esempio 1.1.15 Siano p > 1,
X = C
0
([a, b], R) = {f : [a, b] R f continua} ,
e
d
p
(f, g) =
_
_
b
a
|f(x) g(x)|
p
dx
_1
p
.
Ragionando come nellEsempio 1.1.11, ed usando la (1.10), si dimostra facil-
mente che (C
0
([a, b], R), d
p
) `e uno spazio metrico.
(!)Esercizio 1.1.16 Dimostrare che
lim
p+
d
p
(f, g) = d
(f, g) .
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 11
Esempio 1.1.17 Siano
X = C
1
([a, b], R) = {f : [a, b] R f continua con derivata continua} ,
d
,1
(f, g) = sup{|f
(x) g
(f
, g
) ,
e
d
,1
(f, g) = d
(f
, g
) + d
(f, g) .
Allora (C
1
([a, b], R),
d
,1
) non `e uno spazio metrico (dal momento che se f
e g dieriscono per una costante,
d `e nulla), mentre (C
1
([a, b], R), d
,1
) lo
`e. Dal momento che laggiunta di d
d
,1
(f, g) = d
(f
, g
) +|f(x
0
) g(x
0
)| ,
con x
0
punto qualsiasi di [a, b]. In questa maniera, per calcolare la distanza
tra f e g `e suciente conoscere le derivate di f e g, ed il valore delle due
funzioni in un unico punto (e non su tutto lintervallo).
1.2 Propriet`a degli spazi metrici
Denizione 1.2.1 Sia (X, d) uno spazio metrico, sia x
0
in X e r > 0. La
sfera aperta di centro x
0
e raggio r `e linsieme
B
d
(x
0
, r) = {x X : d(x, x
0
) < r} .
Le sfere di (R
2
, d
p
) per p = 1,
3
2
, 2, 3 e (procedendo dallinterno verso lesterno)
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 12
Un sottoinsieme A di (X, d) si dice aperto se per ogni x
0
in A esiste
r > 0 tale che B
d
(x
0
, r) A. Un sottoinsieme C di (X, d) si dice chiuso se
A = C
c
= X\C `e aperto.
Si verica facilmente che in (X, discreta) ogni sottoinsieme `e aperto (e
quindi anche chiuso), mentre gli aperti di (R, | |) e di (R
N
, d
p
) (per ogni p)
sono gli aperti soliti.
Denizione 1.2.2 Sia (X, d) uno spazio metrico. Una successione {x
n
}
contenuta in X si dice convergente a x
0
in X se si ha
lim
n+
d(x
n
, x
0
) = 0 .
Quindi, come si vede, la denizione di convergenza in uno spazio metrico `e
ricondotta (in maniera naturale) alla convergenza a zero in R (meglio, nello
spazio metrico (R, | |)) della successione {d(x
n
, x
0
)}.
Ad esempio, nello spazio metrico dellEsempio 1.1.2, le successioni con-
vergenti sono tutte e sole le successioni che sono denitivamente costanti.
La convergenza in (R, | |) e in (R
N
, d
p
) (per ogni p) `e la convergenza solita
che si d`a per successioni in R ed in R
N
(questultima `e come `e noto
equivalente alla convergenza in (R, | |) delle N componenti).
La convergenza in C
0
([a, b]), d
) `e la convergenza uniforme.
Teorema 1.2.3 Sia {x
n
} una successione convergente in (X, d). Allora il
limite `e unico.
Dimostrazione. Se x
n
convergesse a x
0
e a y
0
, si avrebbe
lim
n+
d(x
n
, x
0
) = lim
n+
d(x
n
, y
0
) = 0 .
Ma allora, per la disuguaglianza triangolare,
d(x
0
, y
0
) d(x
n
, x
0
) + d(x
n
, y
0
) ,
da cui, ricordando che d(x
0
, y
0
) 0 e passando al limite, d(x
0
, y
0
) = 0.
Pertanto, x
0
= y
0
.
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 13
Denizione 1.2.4 Siano (X, d) e (Y,
d) due spazi metrici. Una funzione
f : X Y si dice continua in x
0
X se, per ogni successione {x
n
} di X
convergente a x
0
, la successione {f(x
n
)} di Y converge a f(x
0
). Analoga-
mente,
lim
d(x
n
,x
0
)0
d(f(x
n
), f(x
0
)) = 0 .
Questa denizione negli spazi metrici `e equivalente allaltra (ben nota)
data in termini di e :
> 0
> 0 : d(x, x
0
) <
d(f(x), f(x
0
)) < .
Esempio 1.2.5 Siano (X, discreta) e (Y,
d) due spazi metrici. Allora ogni
funzione f : X Y `e continua. Infatti, se {x
n
} `e una qualsiasi successione
convergente in (X, discreta) a x
0
, allora si deve avere x
n
= x
0
denitivamente.
Pertanto, f(x
n
) = f(x
0
) denitivamente, da cui
d(f(x
n
), f(x
0
)) 0.
Esercizio 1.2.6 Sia (X, d) uno spazio metrico e sia x
0
in X. Dimostrare
che la funzione d
x
0
: X R denita da d
x
0
(x) = d(x
0
, x) `e continua.
Denizione 1.2.7 Sia (Y, d) uno spazio metrico. Una funzione f : X Y
si dice limitata se esistono M > 0 ed y
0
in Y tali che
f(x) B
d
(y
0
, M) , x X . (2.1)
Denizione 1.2.8 Siano (X, d) e (Y,
d) due spazi metrici. Deniamo
L(X, Y ) = {f : X Y , f limitata} ,
C(X, Y ) = {f : X Y , f continua e limitata} .
Linsieme L(X, Y ) (e quindi anche C(X, Y ) che ne `e un sottoinsieme) pu` o
essere reso uno spazio metrico introducendo la distanza
d
(f, g) = sup
xX
.
Inoltre, essendo ogni funzione da X a Y continua (Esempio 1.2.5), si ha
C(X, Y ) = L(X, Y ). La distanza d
da (1.9).
1.3 Spazi metrici completi
Il seguente teorema mostra come una successione convergente soddis una
propriet` a aggiuntiva.
Teorema 1.3.1 Sia (X, d) uno spazio metrico e sia {x
n
} una successione in
X convergente a x
0
in X. Allora la successione {x
n
} soddisfa la condizione
di Cauchy, ovvero
> 0, n
N : d(x
n
, x
m
) < n, m n
.
Dimostrazione. Se x
n
converge a x
0
in X, per ogni > 0 esiste n
tale
che d(x
n
, x
0
) < /2 per ogni n n
)).
Allora
> 0 n
N : sup
xX
d(f
n
(x), f
m
(x)) < n, m n
.
Per denizione di sup, questo implica che
> 0 n
N :
d(f
n
(x), f
m
(x)) < n, m n
, x X .
Pertanto, per ogni x in X la successione {f
n
(x)} `e di Cauchy in (Y,
d), com-
pleto, e quindi converge ad un elemento di Y che deniremo f(x). Passando
al limite per m tendente ad innito nella disuguaglianza
d(f
n
(x), f
m
(x)) < ,
si trova (grazie allEsercizio 1.2.6)
> 0 n
N :
d(f
n
(x), f(x)) , n n
, x X . (3.1)
Sia ora y in Y . Si ha, per la disuguaglianza triangolare, ed essendo f
n
d(f(x), y)
d(f(x), f
n
(x)) +
d(f
n
(x), y) + M ,
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 16
e quindi f appartiene a L(X, Y ). Inoltre, prendendo lestremo superiore per
x in X in (3.1), si ha
> 0 n
N : d
(f
n
(x), f(x)) n n
,
e quindi f
n
converge a f in (L(X, Y ), d
).
Se {f
n
} `e una successione di Cauchy in C(X, Y ), lo stesso ragionamento
svolto precedentemente permette di costruire una funzione in L(X, Y ) tale
che f
n
converge a f in d
d(f(x
0
), f(x
1
))
d(f(x
0
), f
n
(x
0
)) +
d(f
n
(x
0
), f
n
(x
1
)) +
d(f
n
(x
1
), f(x
1
)) .
La prima e la terza quantit` a sono minori di , mentre la seconda pu` o essere
scelta piccola prendendo x
0
ed x
1
vicini (dal momento che f
n
`e continua).
Pertanto, f `e continua.
Corollario 1.3.6 Sia (C
0
([a, b], R), d
) che (
, d
) sono completi.
Teorema 1.3.7 Sia p > 1. Lo spazio (
p
, d
p
) `e completo.
Dimostrazione. Sia {x
(n)
} una successione di Cauchy in (
p
, d
p
). Si ha
allora
> 0 n
N :
_
+
k=1
|x
(n)
k
x
(m)
k
|
p
_
1
p
< n, m n
. (3.2)
Pertanto, per ogni k in N,
> 0 n
N : |x
(n)
k
x
(m)
k
|
p
<
p
n, m n
,
e quindi la successione {n x
(n)
k
} `e di Cauchy in (R, | |), che `e completo.
Siano allora x
k
il limite per n tendente ad innito di x
(n)
k
, e x la successione
{x
k
}. Dal momento che da (3.2) segue che, per ogni N in N,
> 0 n
N :
_
N
k=1
|x
(n)
k
x
(m)
k
|
p
_
1
p
< n, m n
,
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 17
passando al limite per m tendente ad innito, si ha
> 0 n
N :
_
N
k=1
|x
(n)
k
x
k
|
p
_
1
p
< n n
.
Prendendo lestremo superiore su N in N,
> 0 n
N :
_
+
k=1
|x
(n)
k
x
k
|
p
_
1
p
< n n
,
da cui segue che {x
(n)
} converge a x in (
p
, d
p
). Il fatto che x appartenga ad
p
segue poi dalla disuguaglianza triangolare per d
p
:
_
+
k=1
|x
k
|
p
_
1
p
= d
p
( x, 0) d
p
( x, x
(n
)
) + d
p
(x
(n
)
, 0) < +,
essendo x
(n
)
in
p
.
Esempio 1.3.8 Lo spazio C
0
([a, b]), d
1
) non `e completo. Consideriamo in-
fatti C
0
([1, 1], R) e la successione f
n
(x) cos` denita:
f
n
(x) =
_
_
1 se x [1, 1/n],
nx se x (1/n, 1/n)
1 se x [1/n, 1].
La successione f
n
`e di Cauchy; infatti f
n
e f
m
dieriscono al pi` u (se m > n)
sullinsieme (1/n, 1/n) e su questo insieme si ha |f
n
(x)f
m
(x)| 2. Allora
d
1
(f
n
, f
m
) =
_
1
1
|f
n
(x) f
m
(x)| dx =
_
1/n
1/n
|f
n
(x) f
m
(x)| dx
4
n
,
che pu`o essere reso minore di se n `e sucientemente grande. Daltra parte
non esiste nessuna funzione continua f tale che
d
1
(f
n
, f) =
_
1
1
|f
n
(x) f(x)| dx 0 .
Sia infatti a > 0; allora
_
1
a
|f
n
(x) f(x)| dx 0 ,
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 18
essendo questa quantit` a positiva e minore di d
1
(f
n
, f). Se n `e tale che 1/n < a
(fatto che accade denitivamente), dalla denizione di f
n
si ha
_
1
a
|1 f(x)| dx 0 ,
da cui (essendo questa quantit` a indipendente da n),
_
1
a
|1 f(x)| dx = 0 ,
il che implica che f 1 su [a, 1] per ogni a > 0. Con ragionamento analogo
si prova che f 1 su [1, a] con a > 0. Ma allora
lim
x0
f(x) = 1 = 1 = lim
x0
+
f(x) ,
e quindi f non pu` o essere continua in x = 0.
Esempio 1.3.9 Lo spazio (X, d) = ((0, 1), | |) non `e completo. Pu` o, per` o,
essere reso completo, aggiungendo i due punti 0 ed 1, senza modicare
la distanza; in altre parole, si pu` o prendere la chiusura di X in R (di
(X, | |) nello spazio metrico (R, | |)), ed ottenere cos` uno spazio metrico
completo. Laggiunta dei due punti 0 ed 1 `e minimale nel senso che per
rendere X completo (senza cambiare metrica) non `e necessario utilizzare altri
punti. Si osservi che esistono successioni di Cauchy tutte contenute in X che
convergono a 0 o ad 1 (mentre non esistono successioni di Cauchy contenute
in X che convergono ad un qualsiasi numero reale non appartenente a [0, 1]).
Lo spazio (X, d) = (Q, | |) non `e completo. Ad esempio, la successione
x
n
=
_
1 +
1
n
_
n
,
`e contenuta in Q, `e di Cauchy (perche converge in R ad e), ma il limite non
`e un numero razionale. Anche in questo caso, come nel precedente, si pu` o
rendere (Q, | |) completo aggiungendo i limiti delle successioni di Cauchy
di razionali. Ricordando che ogni numero reale `e limite (in (R, | |)) di una
successione di razionali (dunque di una successione di Cauchy di razionali),
si ottiene tutto R.
Lo spazio (X, d) = ({f C
0
([a, b], R) : d
) non `e com-
pleto. Ad esempio, la successione f
n
(x) = 1
1
n
`e in X, `e di Cauchy (dal
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 19
momento che converge uniformemente a f(x) = 1), ma il suo limite non
`e in X. Anche in questo caso, si pu` o rendere (X, d) completo aggiun-
gendo le funzioni continue su [a, b] tali che d
(f, 0) 1}, d
= max(n
({x
n
}), n
({y
n
})) per avere che |z
n
z
m
| < .
Passo 2: Essendo (R, | |) completo, per ogni coppia di successioni {x
n
} e
{y
n
} di C, esiste il limite di d(x
n
, y
n
). Deniamo in C la relazione seguente
{x
n
}{y
n
} lim
n+
d(x
n
, y
n
) = 0 .
Si vede facilmente che `e una relazione di equivalenza (la transitivit` a `e
conseguenza della disuguaglianza triangolare) su C. Deniamo Y come lo
spazio quoziente di C modulo la relazione . Successivamente, rendiamo Y
uno spazio metrico nel modo seguente: siano x e y in Y , e siano {x
n
} e {y
n
}
due successioni in [ x] e [ y] rispettivamente. Allora
d( x, y) = lim
n+
d(x
n
, y
n
) .
Tale denizione `e ben posta, dal momento che cambiando rappresentanti in
[ x] e [ y] il limite non cambia (sempre per la disuguaglianza triangolare). La
funzione
d `e non negativa (dal momento che d lo `e), e si annulla se e solo se
x = y (per denizione, se il limite di d(x
n
, y
n
) `e zero, {x
n
} e {y
n
} sono nella
stessa classe di equivalenza). La simmetria `e conseguenza della simmetria
di d, mentre la disuguaglianza triangolare segue passando al limite per n
tendente ad innito nella disuguaglianza
d(x
n
, y
n
) d(x
n
, z
n
) + d(z
n
, y
n
) .
Passo 3: Dato x in X, deniamo cost(x) la successione che ha tutte le
componenti uguali ad x. Tale successione `e evidentemente in C. Deniamo
i : X Y nel modo seguente: i(x) = [cost(x)]. Essendo la denizione di
d(y
m
, y) = lim
n+
d((cost(x
m
))
n
, x
n
) = lim
n+
d(x
m
, x
n
) .
Essendo la successione {x
m
} in C, la successione {x
m
} `e di Cauchy in (X, d).
Pertanto, per ogni > 0, esiste n
in N tale che
d(x
m
, x
n
) < , n, m n
.
Questo fatto implica che, per ogni > 0, esiste n
in N tale che
lim
n+
d(x
m
, x
n
) , m n
in N tale che
d(y
m
, y) per ogni m > n
, ovvero si ha che {y
m
} converge a y in (Y,
d).
Passo 5: (Y,
d) `e completo.
Sia {x
(n)
} una successione di Cauchy in (Y,
d). Dal momento che i(X) `e
denso in (Y,
d), per ogni n in N esiste x
n
in X tale che
d(x
(n)
, i(x
n
))
1
n
. (3.3)
Mostriamo che la successione {x
n
} `e in C. Si ha infatti (ricordando che i `e
unisometria),
d(x
n
, x
m
) =
d(i(x
n
), i(x
m
))
d(i(x
n
), x
(n)
) +
d(x
(n)
, x
(m)
) +
d(x
(m)
, i(x
m
)) .
Usando (3.3), e scegliendo n e m sucientemente grandi (in modo che
1
n
e
1
m
siano minori di , e in modo che
d(x
(n)
, x
(m)
) sia anchessa minore di
), si prova che d(x
n
, x
m
) < 3 e quindi {x
n
} `e in C. Sia ora x = [{x
n
}];
mostriamo che {x
(n)
} converge a x in (Y,
d). Si ha infatti, sempre per (3.3),
e per denizione di
d,
d( x, x
(n)
)
d( x, i(x
n
)) +
d(i(x
n
), x
(n)
) lim
m+
d(x
n
, x
m
) +
1
n
.
Ricordando che {x
n
} `e di Cauchy, se n `e sucientemente grande si ha
lim
n+
d(x
n
, x
m
) e
1
n
. Pertanto, per tali n,
d( x, x
(n)
) 2,
da cui la tesi.
CAPITOLO 1. SPAZI METRICI 22
Osservazione 1.3.11 Si pu`o anche dimostrare che lo spazio metrico (Y,
d) `e
unico a meno di isometrie, ovvero se esiste un altro spazio metrico (Z,
d) che
verica 1. e 2. del teorema precedente, allora esiste unisometria biiettiva
i
tra (Y,
d) e (Z,
d).
(!)Esercizio 1.3.12 Nel caso di (C
0
([a, b], R), d
1
), chi sono Y e i? Ovvero,
se {f
n
} `e una successione di Cauchy in d
1
, che propriet` a ha il suo limite in
Y ?
`
E chiaro che non `e possibile ragionare come nellEsempio 1.3.9, perche
in tutti e tre i casi era suciente prenderne la chiusura (e scegliere per i
lidentit` a) per completarlo (dato che lo spazio non completo era contenuto
in un altro completo). In questo caso C
0
([a, b], R) `e gi` a tutto lo spazio,
il che vuol dire che sar` a necessario ampliarlo con funzioni non continue per
renderlo completo. Ma non tutte le funzioni discontinue sono integrabili
(secondo Riemann). . .