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Italiana
2
Mod.
B
Relazione
di
fine
corso
Stefano
Costanzo
ANALISI
PROPOSTA
Analisi
sullutilizzo
della
costruzione:
verbo
modale
(o
servile)
+
infinito
su
un
corpus
di
apprendenti
con
L1
Polacca
I
verbi
modali
(detti
anche
verbi
servili)
potere,
volere,
dovere,
appartengono
alla
pi
ampia
classe
dei
verbi
ausiliari,
i
quali
collegandosi
direttamente
a
un
verbo
danno
luogo
a
forme
composte
che
conferiscono
allazione
espressa
dal
predicato
una
specifica
modalit.
La
stessa
denominazione
di
servili
pone
laccento
sulla
funzione
di
servizio
che
essi
assolvono
nei
confronti
del
verbo
allinfinito,
dove
il
modale
costituisce
lelemento
reggente
mentre
linfinito
pur
esprimendo
il
significato
principale
del
predicato
verbale
costituisce
lelemento
retto.
Si
utilizzano
in
composizione
con
linfinito,
ad
esempio:
posso
venire,
voglio
uscire,
devo
lavorare.
Tali
verbi
prendono
solitamente
lausiliare
avere
(es.
ho
dovuto
uscire),
anche
se
tradizionalmente
considerata
buona
norma
utilizzare
lausiliare
proprio
dellinfinito
retto
dal
verbo
modale
(es.
sono
dovuto
uscire).
Importante
precisare
che
sul
numero
dei
verbi
modali
esistenti,
anche
a
proposito
dei
risultati
ottenuti
dal
Treetagger
discussi
in
3.1,
non
vi
pieno
accordo.
Prenderemo
quindi
come
riferimento
quanto
affermato
nella
grammatica
consultata,
fissando
linsieme
dei
verbi
in
esame
a
tre:
potere,
per
quel
che
riguarda
la
modalit
della
possibilit;
volere,
per
quel
che
riguarda
la
modalit
della
volont
e
dovere
per
quel
che
riguarda
la
modalit
della
necessit.
Con
questaffermazione,
giustifichiamo
lesclusione
di
alcune
occorrenze
identificate
come
appartenenti
alla
categoria
dei
verbi
modali
dal
tagger.
Per
contestualizzare
al
meglio
la
situazione,
possibile
fare
unosservazione
riguardo
al
sistema
verbale
Polacco.
Confrontato
con
quello
germanico
e
romanzo,
si
distingue
per
una
categoria
dellaspetto
pi
sviluppata
dal
punto
di
vista
morfologico
che
flessivo,
compensando
una
struttura
di
tempi
verbali
abbastanza
modesta.
Lutilizzo
di
prefissi
e
suffissi
che
modificano
laspetto
del
verbo,
caratteristici
di
questa
lingua,
una
caratteristica
importante
che
pu
influenzare
la
competenza
degli
apprendenti
di
Italiano
riguardo
lutilizzo
dei
verbi.
Per
lanalisi
proposta,
sono
stati
analizzati
19
elaborati
tratti
da
prove
desame
del
consorzio
ICoN
(Italian
Culture
on
the
Net,
http://www.italicon.it/)
con
apprendenti,
anonimi,
di
L1
polacca;
sono
state
svolte
tra
il
2008
e
il
2014.
Ogni
elaborato
composto
da
30
domande
(non
prese
in
considerazione
ai
fini
dellanalisi)
e
da
una
prova
scritta
di
2200
caratteri
su
una
traccia
attinente
ai
moduli
studiati
che
costituisce
il
vero
e
proprio
testo
da
analizzare.
I
materiali
a
disposizione,
riassumendo,
sono:
2. Analisi computazionale
Il
primo
passo
per
lanalisi
del
testo
quello
computazionale,
in
altre
parole:
elaborare
i
materiali
di
studio
per
renderli
analizzabili
con
le
risorse
software
a
disposizione.
Il
punto
cruciale
di
questa
fase
lelaborazione
del
testo
attraverso
il
tagger,
che
permette
di
tokenizzare
il
testo,
di
POS-taggarlo
e
lemmatizzarlo
del
tutto
automaticamente.
2.1.
Il
TreeTagger
Un
tagger
uno
strumento
software
che
si
occupa
di
arricchire
il
testo
del
corpus
(input)
con
dei
metadati.
Per
il
nostro
tipo
di
analisi,
questi
metadati,
saranno
di
tipo
linguistico.
Il
TreeTagger
(http://www.cis.uni-muenchen.de/~schmid/tools/TreeTagger/)
un
tipo
di
tagger
molto
noto
e
ampiamente
utilizzato
anche
per
lanalisi
di
corpora
molto
importanti;
soprattutto:
diffuso
in
ambiente
linguistico.
Il
prodotto
finale
del
software
(output),
dato
linput,
un
file
contenente
informazioni
riguardanti
la
parte
del
discorso
ed
il
lemma
appartenenti
ad
ogni
token.
Per
funzionare,
il
TreeTagger
richiede
un
file
di
parametri
cui
far
riferimento.
Per
quanto
riguarda
lanalisi
proposta
e,
pi
in
generale,
la
lingua
italiana,
il
file
di
parametri
scelto
e
la
relativa
documentazione
quello
sviluppato
da
Marco
Baroni,
reperibile
dallo
stesso
sito
web
del
TreeTagger.
Occorre
precisare
che
non
vi
sono
software
direttamente
addestrati
su
corpora
ditaliano
L2,
di
conseguenza:
il
margine
di
errore
caratteristico
di
questo
tipo
di
strumenti
per
lanalisi
automatica
aumenta
notevolmente.
Questa
considerazione
impone
un
maggiore
controllo
dei
risultati
e,
come
vedremo
in
3.1,
si
presentano
casi
di
ambiguit
influenti
per
lanalisi.
2.2. Il procedimento
Attraverso
il
terminale
del
sistema
operativo
utilizzato
sul
quale
il
TreeTagger
opera,
stato
possibile
passare
in
input
ogni
singolo
file
txt,
contenente
gli
elaborati,
ottenendo
in
output
un
nuovo
file
txt
ma
tokenizzato,
POS-taggato
e
lemmatizzato.
Il
processo
del
tutto
automatico
e
si
svolge
attraverso
un
semplice
comando
(sistema
Unix
su
Mac
OS
X
10.9.3):
cmd/tree-tagger-italian [nome-origine].txt > [nome-destinazione].txt
Lanalisi
stata
eseguita
su
ogni
singolo
file,
il
nome
di
destinazione
la
copia
di
quello
di
origine
con
laggiunta
del
suffisso
_POS.txt.
Particolarit
di
questa
fase
la
difficolt
del
TreeTagger
almeno
per
quanto
riguarda
il
sistema
sul
quale
stato
utilizzato
a
gestire
il
primo
token
presente
allinterno
dei
file:
in
prevalenza
non
riconosciuto,
ma
trattandosi
di
articoli,
sostantivi
e
verbi
che
non
interessano
la
costruzione
in
analisi
non
stato
necessario
correggere
questo
errore,
poich
non
influente
per
lanalisi.
In
seguito,
i
risultati
sono
stati
importati
in
dei
fogli
di
lavoro
di
un
file
Excel
per
praticit
di
visualizzazione
e
utilizzo.
Di
fatto,
in
ogni
singolo
foglio,
possibile
eseguire
metodi
di
selezione
delle
occorrenze
attraverso
i
filtri.
Nel
particolare
sono
due
gli
elementi
che
compongono
la
costituzione
a
interessarci,
pi
uno
generale
per
il
conteggio
dei
verbi.
Sono
identificabili
attraverso
il
relativo
POS-tag
indicato
nella
documentazione
di
Baroni:
VER2:*
-
identifica
i
verbi
modali
nelle
varie
forme,
non
interessandoci
una
forma
in
particolare
loperatore
di
Kleene
utilizzato
per
identificare
tutte
le
occorrenze
indipendentemente
dal
modo
e
dal
tempo;
VER:infi*
-
identifica
i
verbi
di
forma
infinita,
in
questo
caso
loperatore
di
Kleene
utile
per
identificare
anche
i
clitici,
annotati
in
maniera
differente;
VER*
-
identifica
tutti
i
verbi
presenti;
I
risultati
numerici
sono
riportati
nella
sezione
successiva.
Essendovi
pochi
testi
da
analizzare,
stato
possibile
gestirli
singolarmente
per
poi
sommare
semplicemente
i
risultati.
In
tal
modo,
si
potuto
tener
traccia
dellanalisi
per
ogni
singolo
testo
a
fini
statistici.
Si
sono
verificati
tre
tipi
di
casi
particolari
che
hanno,
in
parte,
influenzato
lanalisi
finale:
a)
la
presenza
di
forme
del
verbo
fare
identificate
come
VER2
dal
software,
b)
il
modale
seguito
da
forme
dellausiliare
essere
che
a
sua
volta
seguito
da
un
verbo
e
c)
laccentazione
di
verbi
che
non
sono
stati
identificati
come
modali.
a)
Il
Treetagger
ha
identificato
2
casi
in
cui
le
forme
del
verbo
fare
sono
identificate
con
il
tag
VER2:fin,
lo
stesso
che
distingue
i
verbi
modali.
In
entrambi
i
casi,
sono
accompagnate
da
un
verbo
allinfinito
ma
sono
estranee
allanalisi
per
le
ragioni
grammaticali
discusse
in
1.1,
le
due
occorrenze
sono:
dal
Treetagger.
Lassociazione
errata
a
forme
verbali
causata
da
errori
di
battitura
(typos)
nel
testo.
In
alcuni
casi
vi
uneffettiva
corrispondenza
a
un
verbo
per
cui
la
verifica
stata
fatta
manualmente.
2
La
costruzione
occorre
in
tutti
i
casi
dove
presente
un
verbo
modale,
per
cui
il
numero
di
costruzioni
corrisponde
alla
totalit
dei
verbi
modali
presenti.
c)
Gli
ultimi
casi
particolari
sono
6
e
riguardano
soprattutto
laccentazione
dei
verbi,
nel
particolare:
le
forme
del
verbo
potere.
Per
forme
come
pu
o
potr
realizzato
laccento
attraverso
lapice,
di
conseguenza
il
verbo
identificato,
ma
non
come
modale.
Questi
sei
casi,
hanno
richiesto
attenzione,
poich
non
risultanti
modali
dallanalisi
computazionale.
Ecco
quali
sono
i
casi:
di
sicuro
solo
una
pratica
costante
potra
portare
lo
studente
a
comprenderlo
bene.
[058095-07];
se
"gestita"
bene
dall'insegnante,
pu
facilitare
l'apprendimento
di
vari
aspetti
della
lingua
d'arrivo.
[063704-06];
ma
se
non
guidato
da
un'insegnante
esperto
nell'insegnamento
dell'italiano
come
L2,
pu
diventare
pi
un'ostacolo
che
un
aiuto.
[063704-06];
l'autore
sottolinea
la
ciecit
della
sorte
che
puo
annientare
un
uomo
[063704-10];
Si
puo'
esplicare
in
provvedimenti
vertenti
sui
caratteri
[089568-01];
Puo'
andare
dalla
scelta
e
imposizione
di
una
lingua
nazionle
[089568-01];
verbo
dovere.
Volendo
mettere
questi
risultati
a
confronto
con
un
campione
del
corpus
CORIS
di
30
occorrenze,
sono
utilizzate:
46,4%
forme
di
potere,
32,1%
forme
di
dovere,
mentre
il
rimanente
21,5%
sono
le
forme
di
volere.
Confermiamo
quindi
lalto
utilizzo
del
verbo
potere
per
questo
tipo
di
costruzione,
mentre
per
gli
altri
due
vi
un
utilizzo
pi
distribuito
e
paritario.
Seppur
il
modale
venga
utilizzato
sia
in
modalit
deontica
che
epistemica,
non
molto
presente
lutilizzo
degli
avverbi
o
dei
verbi
di
opinione
da
parte
degli
apprendenti,
presente
un
unico
caso
di
avverbio
e
nessuno
di
verbo
che
accompagna
il
sintagma
verbale
(058095-04).
Questo
perch,
come
affermato
in
1.2,
il
loro
utilizzo
concerne
una
prima
fase
di
apprendimento
che
gli
autori
dei
testi
in
analisi
hanno
gi
superato.
I
modali
sono
utilizzati
in
maniera
abbastanza
omogenea
allinterno
dei
testi,
sono
quasi
totalmente
nella
forma
finita,
non
sono
utilizzate
altre
forme
particolari
come
quelle
del
gerundio
o
del
participio
passato
(che
sarebbero
state
comunque
identificate
dal
Treetagger);
si
presenta
solo
un
caso
di
verbo
modale
allinfinito.
Nel
dettaglio,
i
verbi
modali
sono
stati
taggati
come:
VER2:fin
17
casi
su
20
rappresentano
la
maggioranza
delle
forme
utilizzate
(ad
esempio:
possono,
vorrei,
devono);
VER2:infi
1
caso
su
20
(ad
esempio:
poter);
VER:fin
2
casi
su
20
corrispondenti
a
due
casi
particolari
del
gruppo
c
indicati
in
3.1;
4.
Bibliografia
Andorno,
C.
(2003).
La
grammatica
italiana.
Milano:
Paravia
Bruno
Mondadori
Editori.
Bonomi,
I.,
Masini,
A.,
Morgana,
S.,
&
Piotti,
M.
(2003).
Elementi
di
linguistica
italiana.
Roma:
Carocci
Editore
S.p.A.
Giacalone
Ramat,
A.
(2003).
Verso
lItaliano.
Percorsi
e
strategie
di
acquisizione.
Roma:
Carocci
Editore.
Graffi,
G.,
&
Scalise,
S.
(2002).
Le
lingue
e
il
linguaggio,
introduzione
alla
linguistica.
Bologna:
Il
Mulino.
Pisarek,
W.
(2007).
La
lingua
polacca.
(M.
Jaskot,
Trad.)
Varsavia:
The
Council
for
the
Polish
Language
.