Sei sulla pagina 1di 8

Modulo 1: Storia della teoria della traduzione

Punto di partenza per cominciare ad affrontare tutte le problematiche che riguardano il


processo della traduzione pu essere letimologia della parola stessa.
It: tradurre
Ingl. Translate/ trasnlation
Ted. bersetzen
Fran. Traduire
Non farsi risalire al latino tra-duco/trans-sfero (p.p. trans-latus)
Come si vede dunque la parola stessa contiene lidea delle trasferimento di un significato da
una lingua allaltra.
Susan bassnett: Translation Studies 1980:
Normalmente si d per scontato che la traduzione consista nel trasporre un testo sorgente in
un testo target in modo tale che
1 il significato superficiale dei due testi sia approssimativamente simile
2 Le strutture del testo sorgente siano mantenute il pi possibile invariate nel testo
target (senza che per le strutture del testo target risultino a sua volta distorte)
Bassnett --> si tratta in effetti di unidea molto riduttiva dalla traduzione, che corrisponde
alla convinzione che tradurre sia unattivit secondaria, quasi un processo automatico di
trasposizione lessicale e sintattica
Nel corso della sua storia la traduzione sempre stata perseguitata dallidea della sua infinita
adeguatezza (Steiner, After Babel 1975)
Gi nellantichit ci si domanda se tradurre sia unoperazione effettivamente possibile.
Questo dubbio rimanda alla classica dicotomia che contrappone
1 traduzione letterale
2 Traduzione libera

Impero romano
Nel sistema letterario dellimpero romano la traduzione parte integrante del patrimonio
complessivo. I romani infatti vedono la traduzione essenzialmente come uno strumento per
ampliare il proprio patrimonio letterario e lessicale. Si tratta infatti di un sistema in cui esiste
una gerarchia di testi costruita a prescindere dai confini linguistici.
Sia Cicerone che Orazio articolano esplicitamente la distinzione tra traduzione parola per
parola e traduzione secondo il senso. Entrambi affermano di preferire la seconda via, dal
momento che vedono la traduzione come unopera letteraria a s stante e fanno dunque
prevalere il criterio estetico di valutazione del prodotto di arrivo alle spese del concetto di
fedelt alloriginale.

Traduzione della Bibbia
La necessit di tradurre la Bibbia ha posto molte questioni sulla possibilit stessa della
traduzione. In particolare la convinzione religiosa che il linguaggio della Bibbia abbia una
natura divina, dal momento che esso contiene il messaggio della rivelazione, ha ulteriormente
complicato la questione. Si tratta infatti di comprendere fino a che punto un traduttore pu
spingersi lontano dalloriginale con linterpretazione.
San Paolo sostiene che durante il processo di traduzione si ha necessariamente una perdita
di significato e questo corrisponde a un ulteriore allontanamento dellessere umano dalla
natura divina del logos.
La teologia dunque viene in questo momento a stabilire il limite tra ci che
traducibile ci che non lo .
San Girolamo decide di seguire il metodo ciceroniano dichiarandosi dunque a favore di una
traduzione secondo il senso e non parola per parola.
In particolare dichiara che le scritture contengono molto di incomprensibile allintelletto
umano pertanto suggerisce al traduttore di omettere semplicemente tutto ci che non riesce a
capire.
Nel periodo della riforma il problema della traduzione della Bibbia assume unimportanza
politica dal momento che si constata quanto sia labile il limite che separa linterpretazione
delleresia. Nellottica del cristianesimo riformato centrale il diretto accesso dellindividuo
alle Scritture: la traduzione diviene proprio lo strumento privilegiato di tale accesso.
I pi famosi traduttori della Bibbia nel medioevo (Wycliffe teologo inglese 300 ca.
costituisce tra i suoi scolari il gruppo di predicatori antigerarchico e comunistico dei Poor
Preachers anche indicato col nome di lollardi Tyndale riformatore inglese del 1500 sotto
linfluenza di Erasmo e Lutero scrive sui grandi temi della Riforma, l'autorit della Scrittura, il
primato della fede e i diritti dell'individuo Lutero) si pongono come obiettivo
1. Correggere gli errori presenti nelle versioni precedenti
2. Chiarire il significato dei dogmi e in generale delle scritture come meta-testo
3. Produrre uno stile volgare accessibile a tutti
Pertanto la preoccupazione fondamentale dei primi traduttori della Bibbia quella di fornire
un'interpretazione delle Scritture basata sul significato, quindi secondo il senso, e non sulla
lettera.

Dibattito su base secolare
Anche su base secolare il dibattito sull'impossibilit della traduzione condivide il suo tratto
peculiare, il senso ineluttabile della perdita, con la sua controparte religiosa.
Il linguaggio viene infatti considerato come una catena di segni convenzionali, scelti
arbitrariamente, pertanto la forma dellespressione e il significato non possono mai
essere completamente separati.
Osserva George Steiner che perfino i termini pi naturali e oggettivi sono contrassegnati da
una propria particolarit linguistica e radicati profondamente in un contesto di abitudini
storico culturali che, secondo i detrattori della traduzione, non consentirebbero mai di
raggiungere lassoluta trasparenza.

Dal punto di vista filosofico
La sfiducia nella possibilit stessa della traduzione il corollario di una posizione filosofica
tradizionale contro il linguaggio stesso. Secondo tale posizione infatti il linguaggio sarebbe
inadeguato a comunicare il mondo e a comunicare con le altre persone dal momento che
1. Le parole non condividono la stessa natura del mondo e pertanto le parole sarebbero
autoreferenziali e vuote di significato.
2. Non possibile che i vari parlanti raggiungano un accordo sullesatto significato di una
parola dal momento che ogni singolo parlante utilizza il linguaggio in maniera
idiolettica.
Tuttavia, come sottolinea George Steiner, questa sfiducia nei confronti del linguaggio
contrastata dalla semplice constatazione che noi in effetti "parliamo del mondo e l'uno con
l'altro. Traduciamo intra- e inter-linguisticamente e lo abbiamo fatto dallinizio della
storia dell'umanit.
Pertanto se da un punto di vista logico affermare limpossibilit della traduzione non era
possibile, rimaneva da determinare qual era lesatto grado di fedelt da perseguire in ogni
circostanza.




Rinascimento ed et moderna
Gli studi dei primi teorici della traduzione si pu dire che abbiano avuto generalmente come
risultato una modello triadico in cui i diversi tipi di traduzione potevano riassumersi in tre
classi principali che Steiner descrive:
1. Rigorosa letteralit, corrispondenza parola per parola
2. Traduzione per mezzo di unenunciazione fedele ma autonoma. Il traduttore riproduce
l'originale da vicino ma compone un testo che naturale alla propria lingua.
3. Imitazione, variazione, parallelo interpretativo. Copre unarea che va dalla
trasposizione alla rielaborazione parodistica.
Ad esempio il poeta inglese Dryden (poeta satirico e drammaturgo del 700) distingue
1. Metafrasi: Primo tipo, traduzione parola per parola
2. Imitazione: terzo tipo, il traduttore si appropria del testo sorgente e lo ricrea in
termini propri
3. Parafrasi: secondo tipo, rappresenta la giusta via di mezzo.
Goethe invece costruisce uno schema cronologico e formale in cui riconosce tre fasi ricorrenti
della traduzione:
1. Il traduttore ci familiarizza con il testo straniero nei nostri propri termini
2. Il traduttore si appropria del testo sorgente attraverso la sostituzione e la riproduzione
3. Il traduttore crea un nuovo testo che fonde lunicit delloriginale con una nuova forma
e struttura
Come corollario della descrizione del tipo ideale di traduzione alcuni teorici hanno anche
tratteggiato un profilo del buon traduttore. Per esempio Etienne Dolet (Erudito, filologo,
stampatore francese, nato a Orlans il 3 agosto 1509, morto a Parigi il 3 agosto 1546) ha dato
cinque regole per i traduttori nel suo testo Maniere de bien traduire dune langue en aultre
1. Deve aver afferrato perfettamente il senso e lo spirito dellautore
2. Deve conoscere a fondo la lingua delloriginale come anche la propria
3. Secondo quanto suggerisce Orazio, deve essere fedele al significato della frase e non
allordine delle parole
4. Deve produrre una versione che utilizza un linguaggio semplice
5. Deve utilizzare uno stile armonioso ed elegante
Dryden invece consiglia che il traduttore di poesia
1. Abbia una naturale inclinazione per quellarte
2. Abbia grande padronanza sia della lingua sorgente che della lingua target
3. Sia consapevole delle specifiche caratteristiche linguistiche che distinguono lo stile
dell'autore di partenza dagli altri scrittori
4. Abbia cura nella scelta delle parole
5. Consideri il senso di un autore sacro e inviolabile
Tytler (avvocato giudice scrittore e storico scozzese morto allinizio dell800 ha scritto un
importante trattato dal titolo Essay on the Principles of Translation-1791) esprime un simile
punto di vista, dal momento che afferma che la traduzione deve
1. Fornire una trascrizione completa delle idee delloriginale
2. Riprodurre lo stile delloriginale
3. Possedere la stessa grazia delloriginale
Come si vede la questione che emerge sempre la stessa: trovare una via di mezzo tra
traduzione letterale e traduzione libera. D'altra parte tali modelli idealizzanti, dal momento
che tendevano alla perfezione, rischiavano di restare pericolosamente vicino allidea della
impossibilit della traduzione.



Romanticismo
Durante il romanticismo la distinzione tra fantasia e immaginazione si sovrapposta a
quella tra traduzione come operazione meccanica e traduzione come operazione creativa.
Come spiega Susan Bassnett lideale del poeta quale spirito creatore, capace di trascendere il
mondo quotidiano e di ricreare luniverso, port a
- rivalutazione del ruolo del poeta nel tempo
- interesse per la riscoperta delle grandi personalit del passato
Ci ebbe come risultato
- Aumento della quantit di traduzioni prodotte in quellepoca
- Spostamento dellinteresse dal processo di traduzione stesso allimpatto della
traduzione nella cultura target
Riguardo alla poesia viene inoltre sollevato il problema del significato:
Il linguaggio della poesia non condivide la stessa natura del linguaggio quotidiano.
Nella poesia c' un senso pi profondo delle parole da cogliere sotto e aldil dello
strato superficiale del testo
In questo caso il traduttore si trova in unimpasse, che pu essere risolta solo in due modi:
1. Luso di una traduzione letterale che si concentra sul linguaggio immediato del
messaggio
2. La creazione di un linguaggio artificiale che veicoli i sentimenti specifici espressi
dalloriginale attraverso un senso di estraneit
Lopzione di creare un linguaggio separato da utilizzare soltanto per la letteratura in
traduzione viene scelta anche da Schleiermacher (Filosofo e teologo Breslavia 1768 -
Berlino 1834 formatosi in ambiente pietistico, attravers una fase illuministica, si trasfer a
Berlino dove conobbe F. Schlegel e divenne uno dei principali esponenti del movimento
romantico collaborando anche alla rivista Athenaeum) che, nella sua lezione ber die
verschiedenen Methoden des bersetzens, afferma che nel processo di traduzione si possono
seguire due diversi criteri:
1. Il traduttore lascia in pace il pi possibile lautore e muove il lettore verso di lui
2. Lascia in pace il pi possibile il lettore muove lautore verso di lui
Schleiermacher preferisce la seconda modalit, come altri scrittori, traduttori e teorici coevi
secondi quali lo scopo del traduttore deve essere mantenere la differenza linguistica e
culturale del testo straniero, ma soltanto perch questa possa essere apprezzata da un
numero di lettori limitato, una lite colta.
In altre parole in questa visione si esprime una contraddizione in termini:
- Da una parte il traduttore deve far conoscere il valore profondo e universale del lavoro
originale ai lettori della cultura target sia in termini estetici che morali
- Dallaltra l'idea di una fruizione universale dell'opera d'arte viene rigettata, adottando
un atteggiamento elitario che privilegia i lettori intellettuali che rappresentano una
piccola minoranza della societ.
Questa visione elitaria della traduzione tuttavia va considerata sullo sfondo dei movimenti e
delle idee nazionaliste che si stava affermando in Europa a partire dal 19 secolo:
La traduzione veniva vista come un metodo per far circolare il contenuto di un'opera e il
traduttore veniva a rappresentare un elemento in una relazione di subordinazione rispetto
al testo originale.
Ad esempio le idee di Schleiermacher sulla traduzione si basavano sullidea contraddittoria
cultura tedesca fosse superiore alle altre culture, ma che doveva entrare necessariamente in
contatto con esse se ambiva a svilupparsi.
Allo stesso modo per Dante Gabriel Rossetti (poeta e pittore tra i fondatori del movimento
dei preraffaelliti, propose l'ideale di un'arte in grado di recuperare l'autenticit e la
spiritualit del passato 1828/1882) la traduzione rappresentava per le nazioni la possibilit
di partecipare dei valori e delle idee espresse dalle altre nazioni attraverso le loro opere. In tal
modo si stabiliva ancora una volta una relazione di subordinazione del traduttore rispetto
allautore del testo originale, laddove leccellenza stilistica e labilit di scrittura del traduttore
venivano a ricoprire una minore importanza.
Lidea contraria viene espressa invece da Edward Fitzgerald riguardo alla sua traduzione del
Rubayyat di Omar Khayyam (1859), dal momento che affermava la presunta inferiorit
dellispirazione del poeta persiano, rivendicando la propria libert come traduttore con un
atteggiamento paternalistico che dimostrava unaltra forma di esclusivismo.
Sebbene contrapposte, queste due visioni erano entrambe il risultato della tendenza
imperialista dei paesi colonialisti del 19 secolo.
Come afferma Susan Bassnett, proprio da queste due posizioni contrapposte che deriva
lambiguit che ha dominato il dibattito sulla traduzione nel 20 secolo:
1. Se la traduzione viene percepita come unoperazione subordinata improbabile che
venga scelta come oggetto di analisi
2. Se la traduzione viene vista come l'attivit pragmatica di un individuo con la missione
di elevare il testo originale, un'analisi del processo produttivo si scontrerebbe con il
sistema gerarchico gi stabilito.
XX Secolo
Attorno alla seconda parte del 20 secolo si comincia ad avvertire la necessit di nuovi metodi
e criteri pi rigorosi per guardare alla questione della traduzione e vengono sviluppati diversi
approcci teorici dagli anni 60 in poi.
Nergaard: si possono identificare tre diverse generazioni di studiosi che si sono occupati
della questione della traduzione e le cui teorie rispettivamente rispecchiavano diversi
paradigmi teorici di riferimento, avevano diversi oggetti di indagine e trattavano diversi
generi testuali:
1. Anni 50-60: Scienza della traduzione Paradigma scientifico parola testi non
letterari
2. Anni 70-80: Translation Studies Paradigma linguistico testo testi letterari
3. Anni 90: Cultural Turn Paradigma culturale cultura supera la dicotomia tra testi
letterari e non letterari
Anni 50-60
Linteresse per la questione della traduzione viene risvegliato dai tentativi nel campo della
traduzione automatica. Diviene inevitabile nellambito della nuova disciplina, in questo
periodo designata scienza della traduzione, adottare i metodi delle scienze esatte (in
particolare della matematica e dalla logica formalista), come anche fare propri gli esiti della
linguistica generativa di Chomsky.
Partendo da tale prospettiva viene sentito il bisogno di
restringere il campo di indagine a unit di traduzione (perlopi parole o frasi
semplici) molto limitate
concentrarsi soltanto su testi non letterari, dal momento che i testi letterari erano
considerati troppo complessi da formalizzare attraverso unoperazione consistente
quasi esclusivamente in una sostituzione lessicale.
La traduzione viene infatti considerata come un processo di trasposizione non da
testo a testo ma da lingua a lingua
Gli studiosi si prefiggono di costituire un insieme di regole pratiche per un traduttore
il cui obiettivo principale la creazione di una qualche sorta di traduzione
equivalente.
Queste teorie restrittive sulla traduzione sono state fortemente criticate in quanto
troppo source-oriented (dal momento che considerano la traduzione come
puramente funzionale alloriginale)
Aprioristiche (dal momento che cercano di stabilire regole astratte su cui basare il
processo di traduzione)
In generale questo approccio si dimostrato infruttuoso una teoria efficace della traduzione
dal momento che era concentrato innanzitutto su ci che il linguista svizzero Ferdinand de
Saussure ha definito la Langue. (insieme di regole astratte a cui soggetta la comunicazione
linguistica. Mostra un certo grado di autonomia dal comportamento del parlante e di
invariabilit dal momento che lindividuo costretto ad accettarne le regole. Si contrappone
alla parole e indica il livello di autonomia con cui un parlante pu combinare i diversi
elementi della lande per esprimersi come anche laspetto fisico sensoriale che consente la
comunicazione linguistica)

Anni 70
Si constata come la traduzione in effetti faccia parte del campo denominato da Sussure parole
dal momento che riguarda la dimensione dellintero testo e la supera riferendosi a fenomeni
extralinguistici ed extratestuali.
Viene dunque avvertita la necessit di un nuovo paradigma teorico, a cui verr attribuito il
nome di Translation Studies.
Questo nuovo Paradigma nasce in particolare da due condizioni
Si passa da un approccio normativo (trovare regole ed equivalenze per risolvere il
problema della traduzione) ad un approccio descrittivo (la teoria della traduzione
nasce dallo studio pratico del fenomeno della traduzione)
Si passa da una centralit delle relazioni Inter-linguistica a una centralit delle
relazioni intertestuali, cosa che da un lato amplia il campo dindagine e dallaltro
avvicina gli studi di traduzione alle teorie del testo e la letteratura comparata.
James Holmes nel suo saggio The name and nature of Translation studies stabilisce i due
obiettivi fondamentali della disciplina:
1 Descrivere i fenomeni del tradurre della traduzione cos come essi si
manifestano nella nostra esperienza (descriptive translation studies)
2 Stabilire alcuni principi generali attraverso i quali spiegare e prevedere questi
fenomeni (theoretical translation studies)
Nuovo approccio teorico fu adottato dallo studioso olandese Theo Hermans, dal belga
Lefevere, dallinglese Susan Bassnett e dagli israeliani Toury e Even-Zohar.
Leuven 1976 Andr Lefevere d una definizione dei Translation Studies:
Teoria dinamica costantemente messa alla prova attraverso case studies
Forte legame tra teoria e pratica
Vocazione interdisciplinare condivisa con i Cultural Studies
Nascita della scuola della manipolazione segnata dalla pubblicazione nel 1985 della raccolta
di saggi curata da Hermans e intitolata The manipulation of literature.
Idea principale: dal punto di vista della letteratura di arrivo, qualsiasi traduzione
implica un certo grado di manipolazione del testo di partenza per un certo scopo.
lestremo opposto di una teoria dellequivalenza.
centrale il concetto del Poli-sistema letterario che pu farsi risalire ai formalisti russi e
agli strutturalisti di Praga ed stato sviluppato dallo studioso israeliano Even-Zohar, secondo
il quale:
La letteratura in una data societ pu essere considerata come un sistema di sistemi
o poli-sistema, in cui diversi generi, scuole, tendenze sono in costante competizione
luno con laltro non solo per guadagnarsi un pubblico ma anche per ottenere prestigio
e potere.
Letteratura= una pluralit in costante cambiamento caratterizzata dallopposizione
interna tra testi primari, che hanno un effetto di innovazione sul poli-sistema
letterario, e secondari, che agiscono come agenti conservativi a supporto del sistema
gi esistente.
Traduzione= tipologia testuale autonoma che partecipa alle dinamiche interne al
poli-sistema letterario con un ruolo primario: sono uno strumento a disposizione
delle grandi istituzioni sociali per manipolare una data societ allo scopo di costruire
il tipo di cultura desiderato.
Lefevere introduce inoltre il concetto di riscrittura:
Traduzione= uno dei processi in cui non testo originale viene reinterpretato,
manipolato ho alterato. Tutte le riscritture riflettono una determinata ideologia una
determinata poetica e dunque manipolano la letteratura perch ricopra una
determinata funzione in una data societ.

Anni 90
1990= Translation, History and Culture Bassnett e Lefevere segnail Cultural Turn nei
Translation Studies
ridefiniscono il concetto di traduzione come un
testo verbale allinterno di un network di segni letterari ed extraletterari sia nella
cultura di partenza che in quella di arrivo.
Lo scopo dei Translation Studies diviene dunque quella di descrivere tutti i processi
manipolatori che entrano in gioco nel transfer testuale:
Processo di selezione di un testo per la traduzione
Ruolo del traduttore, delleditore e di altre istituzioni sociali nella selezione del testo
Criteri in base ai quali il traduttore sceglie il suo metodo di lavoro
Dinamiche di ricezione nel sistema di arrivo
Questi mutamenti nascono dalladozione del concetto di cultura cos come viene inteso dai
cultural studies:
La cultura non rappresenta una unit statica, ma un processo dinamico e comporta
differenze incompletezza e richiede fondamentalmente una negoziazione, da portare
avanti per mezzo della traduzione
Da questo momento in poi si comincia a considerare la traduzione in un pi ampio contesto
storico-culturale.
In particolare, dopo la svolta culturale si prende atto del fatto che le relazioni di potere e le
egemonie influenzano la produzione di testi, soprattutto in relazione alla necessit di
attraversare i confini linguistici ovvero di mediare tra diverse culture.
Emergono dunque alcuni filoni di ricerca:
Questione della soggettivit del traduttore:
Lawrence Venuti The Translators Invisibility
Venuti parte dall'idea tradizionale che perch una traduzione sia leggibile essa debba essere
fluente, ovvero non debba dare limpressione di essere una traduzione ma il testo originale.
In questa prospettiva il traduttore scompare sotto lautore originale e di qui il concetto
della sua invisibilit, che a sua volta collegato allideale romantico dellindividualit
dellautore.
Leffetto illusionistico della traduzione fluente corrisponde a una strategia mirata ad
addomesticare i testi stranieri, inscrivendoli allinterno del sistema di valori-angloamericano
che domina la scena politica e culturale dalla seconda guerra mondiale.
In tal modo la traduzione rivela la sua intima violenza:
influenza il processo di costruzione delle identit nazionali delle culture straniere,
consente di utilizzare il testo straniero per mantenere invariati i canoni letterari e i
paradigmi concettuali che si affermano come dominanti nella cultura target.
A questa ideologia Venuti oppone una strategia di traduzione estraniante:
La differenza del testo straniero viene esposta attraverso la rottura dei codici culturali
che prevalgono nella lingua target. Nel suo sforzo di rendere giustizia allestero, questa
traduzione deve fare torto alla patria, allontanandosi dalle norme della lingua nativa
per mettere in scena unesperienza di lettura altra.

Approccio postcoloniale e transculturale:
Gli studi sulla traduzione cercano dunque di scrollarsi di dosso leredit europea.
In questottica ad esempio
La scuola brasiliana diretta dai fratelli de Campus hanno introdotto la metafora del
traduttore come cannibale, che divora il testo di partenza spesso portatore di un punto di
vista razzista nascosto sotto lapparente innocenza in un rituale il cui fine la creazione di
qualcosa di completamente nuovo:
Viene negata la visione tradizionale della traduzione come processo basato sulla
relazione padrone-servitore, sia che il traduttore migliorasse e civilizzasse il testo
di partenza, sia che vi si avvicinasse con umilt cercando di rendergli omaggio.
Il punto di vista animalistico offre una prospettiva diversa, in cui il processo traduttivo
crea un testo originale, allopposto della posizione tradizionale secondo cui
loriginale il punto di partenza.
Il filosofo americano di origini indiane Homi Bhabha, nel suo libro The Location of Culture
(1994) ha introdotto il concetto, divenuto poi centrale per i translation studies, di in-
betweennes:
Secondo lo studioso lidentit culturale costruita narrativamente. In questo senso la cultura
sempre prodotta attraverso la performance e lenunciazione, laddove la traduzione
rappresenta proprio laspetto creativo di questo processo: la traduzione opera in uno spazio
intermedio, uno spazio ibrido, abitato da migranti che esistono in uno spazio terzo di costante
alterit.

Approccio di genere:
Il concetto di in-betweennes stato ulteriormente sviluppato da un gruppo di traduttrici
femministe canadesi, tra le quali Barbara Godard, Suzanne de Lotbinire-HArtwood e
Louise von Flotow, che rifiutavano lantitesi tra loriginale e la traduzione in questo modo
riflettendo un rifiuto delle opposizioni binarie caratteristico dei gender studies.
In particolare questo approccio nasceva dagli studi di Chamberlain riguardo la tradizionale
metafora delle "belle infedeli" diffusa nell'ambito della traduzione. Questa sessualizzazione
della traduzione rivela un punto di vista maschile che domina il discorso sulla traduzione,
mostrando in che modo la femminilit finisca per essere degradata e
allo stesso tempo sottolineando la necessit di una strategia di traduzione sovversiva.
Il progetto di traduzione canadese parte dalla considerazione che le traduttrici femministe
dovrebbero portare avanti delle strategie mirate a sottolineare il valore della femminilit nel
testo tradotto

Soprattutto ci che appare chiaro durante gli anni 90 che la traduzione indispensabile ai
fini dell'integrazione culturale.
Le vecchie idee sull'autore, sul valore letterario e sul canone vengono messe in questione o
eliminate a favore di una nuova prospettiva culturalista che vede la traduzione non pi come
una questione puramente linguistica ma pi che mai come un trasferimento culturale.

Potrebbero piacerti anche