A.C. 2426-A ORDINI DEL GIORNO Conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
La Camera premesso che: l'Italia possiede il pi vasto patrimonio culturale del pianeta. Purtroppo tali beni versano spesso in uno stato di cattiva conservazione, quando non di abbandono; i beni culturali posseduti dall'Italia, specie di carattere monumentale, potrebbero essere il volano della ripresa economica del paese ed offrire occasioni preziose di occupazione per le nuove generazioni, sia nel settore turistico, sia nella gestione e nella valorizzazione dei beni culturali stessi; l'articolo 1 del decreto-legge in esame costituisce uno strumento di particolare valore innovativo perch per la prima volta valorizza la possibilit del credito di imposta per favorire il reperimento di erogazioni liberali a sostegno della cultura; purtroppo l'innovativit del provvedimento fortemente limitata dalla esclusione dai possibili beneficiari del provvedimento dei beni culturali appartenenti a privati e fondazioni, realizzando tra l'altro una evidente inaccettabile discriminazione contro quanti hanno contribuito a preservare beni, soprattutto monumentali, che bench privati sono riconosciuti dal Ministero dei beni e delle attivit culturali e del turismo e sono aperti al pubblico, oltre che una limitazione al principio di sussidiariet; tale discriminazione appare particolarmente dannosa soprattutto per l'enorme patrimonio monumentale, museale e archivistico che malgrado guerre, spoliazioni e dispersioni stato prodotto dall'azione dello spirito religioso nell'arte e salvaguardato dalla comunit cristiana e dalle autorit religiose del nostro Paese; la limitazione della platea dei beneficiari ai soli soggetti pubblici stata dettata, secondo quanto esposto in Aula dal rappresentante del Governo, dalla necessit di non superare la previsione di spesa contenuta al comma 7 dello stesso articolo 1; tale limite di spesa tuttavia avrebbe potuto essere rispettato anche in altro modo, per esempio prevedendo un'anagrafe nazionale delle erogazioni liberali, con possibilit per le stesse di essere ammesse al credito d'imposta fino al concorrere di un tetto massimo totale, evitando ogni distinzione circa la natura pubblica dei beni da tutelare, impegna il Governo a valutare la possibilit di adottare ogni utile iniziativa volta a reperire risorse aggiuntive in grado di estendere la platea dei beneficiari e a individuare meccanismi in grado di superare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ogni discriminazione tra beni pubblici e beni privati di pubblico interesse nella individuazione delle istituzioni per il cui sostegno le erogazioni liberali sono ammesse al credito d'imposta. 9/2426/26. Gigli, Marazziti.