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1 Complementi

1.1 Spazi euclidei


Analogia tra nozione di sistema di riferimento nel piano e base di uno spazio
vettoriale; nella denizione di sistema di riferimento nel piano, inclusa una
condizione di perpendicolarit tra gli assi del piano ed introdotta ununit
di misura e conseguentemente il concetto di lunghezza. Viene introdotto il
concetto di base ortonormale, analogo a quello di sistema di riferimento nel
piano, generalizzato per ogni spazio vettoriale nora studiato.
Denizione 1 (Prodotto scalare). Fissato il campo K = R, C e considerato lo
spazio vettoriale 1 di dimensione nita, si dice prodotto scalare su 1 la funzione
f : 1 1 K
(v, w) v, w
(1)
che associa ad una coppia di vettori un termine numerico appartenente a K, in
modo da soddisfare le seguenti propriet:
PS1
v,w,uV

a,bK
av + bw, u = av, u + bw, u.
PS2 u, v = v, u.
Promemoria. Dato z = a + ib C, si dice coniugato di z il numero
z = a ib; di fatto, si ha che z = z. Se z = z, si ha
z z = 0
a + ib (a ib) = 0
2ib = 0 = b = 0
Essendo b = z = 0, ne segue che z R.
PS3 u, u 0; inoltre, u, u = 0 u = 0
V
.
Osservazione. Per (PS2), si ha che (u, u = u, u) = u, u, da cui segue
che u, u R. Ci consente di aermare che possibile stabilire una
relazione di ordine tra u, u e lo zero, azione non compibile se esso fosse
appartenuto al campo complesso.
Denizione del prodotto scalare in R e in C Vediamo ora come viene
denito il prodotto scalare a seconda che lo spazio vettoriale sia ssato sul
campo dei reali o sul campo complesso.
Campo dei reali Sia 1 := R
n
lo spazio vettoriale ssato su R. Si ha
v, w = (v
1
, . . . , v
n
), (w
1
, . . . , w
n
) :=
n

i=1
v
i
w
i
R (2)
Il prodotto scalare in R viene detto prodotto scalare standard e verica le
propriet del prodotto scalare:
1
PS1 correttamente vericata, infatti
av + bw, u = (av
1
+ bw
1
, . . . , av
n
+ bw
n
), (u
1
, . . . , u
n
)
= (av
1
+ bw
1
)u
1
+ . . . + (av
n
+ bw
n
)u
n
= av
1
u
1
+ + av
n
u
n
+ bw
1
u
1
+ + bw
n
u
n
= av, u + bw, u
PS2 v, w R = w, v R = w, v R, vero per la commutativit del
prodotto in R. Difatti, v
1
w
1
+ + v
n
w
n
= w
1
v
1
+ + w
n
v
n
.
PS3 v, v = v
1
2
+ + v
n
2
0 vera, essendo una somma di quadrati.
Inoltre, v, v = 0 se e solo se u
1
= = u
n
= 0, ovvero u = 0
R
n.
Campo complesso Sia 1 lo spazio vettoriale ssato su C. Si ha
v, w := v
1
w
1
+ + v
n
w
n
(3)
Promemoria. Sia z C. Allora, z z = (a ib)(a +ib) = a
2
i
2
b
2
= a
2
+b
2
R
Denizione 2 (Spazio euclideo). Si dice spazio euclideo uno spazio vettoriale
1 su K = R, C su cui denito un prodotto scalare. Esso viene denotato con la
simbologia (1, , ).
Denizione 3 (Norma). Dato lo spazio euclideo (1, , ) e il vettore v 1, si
dice norma di v il numero
|v| =
_
v, v (4)
Nel caso in cui |v| = 1, v viene detto versore.
Esempio 1. Sia considerato il vettore (v
1
, v
2
) R
2
. La sua norma
|(v
1
, v
2
)| =
_
v
1
2
+ v
2
2
Osservazione. La norma di un vettore ne misura la lunghezza!
Denizione 4 (vettore normalizzato). Dato il vettore v 1, si dice normaliz-
zato di v il vettore
v
|v|
=
1
|v|
v (5)
Osservazione. Un vettore normalizzato anche un versore. Infatti:
_
_
_
_
v
|v|
_
_
_
_
=
1
|v|
|v| = 1
Teorema 1 (Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz). Dato lo spazio euclideo 1,
per ogni u, v 1 valida la relazione
[u, v[ |u| |v| (6)
Dimostrazione. Nel dimostrare questa disuguaglianza si distinguono due casi:
quello banale, in cui uno dei due vettori corrisponde allelemento nullo dello
spazio vettoriale, e il caso in cui entrambi i vettori siano non nulli.
2
v = 0
V
La relazione banalmente vericata. Infatti,
_
u, v = u, 0
V
= 0
|v| = |0
V
| = 0
Verichiamo queste uguaglianze:
* u, 0
V

PS2
= 0
V
, u = 0w, u
PS1
= 0w, u =

0 = 0, dove w 1.
** |v| =
_
v, v =
_
0
V
, 0
V
=

0 = 0.
Ne risulta che 0 0.
v ,= 0
V
La norma di v sicuramente positiva, per la denizione stessa di norma.
Si consideri la seguente disequazione, sempre vericata:
|u u, vtv|
2
0 t K (7)
Ricorrendo alla denizione di norma, possibile riscrivere il membro a
sinistra di (7) nel seguente modo:
u u, vtv, u u, vtv
Ora, ricorrendo alle propriet del prodotto scalare introdotte ad inizio
capitolo, si svolgono i seguenti passaggi:
u u, vtv, u u, vtv
PS1
= u, u u, vtv u, vtv, u u, vtv
PS2
= u u, vtv, u u, vtu u, vtv, v
PS1
= u, u u, vtv, u
_
u, vtu, v u, vtu, vtv, v
_
PS2
= u, u u, vtu, v u, vtu, v +u, vtu, vtv, v
Nel caso in cui si abbia t R, vale la relazione t =

t. Di conseguenza, ri-
correndo anche alla denizione di norma, possibile riscrivere lespressione
come
|u|
2
tu, vu, v tu, vu, v + t
2
u, vu, v|v|
2
A questo punto, sfruttando la relazione z z = z
2
, si adoperi unulteriore
riscrittura:
|u|
2
2t[u, v[
2
+[u, v[
2
t
2
|v|
2
Ponendo t =
1
v
2
si ottiene lespressione
|u|
2
2
[u, v[
2
|v|
2
+[u, v[
2
_
1
|v|
2
_
2
|v|
2
= |u|
2

[u, v[
2
|v|
2
Applicando quanto ottenuto a (7), la disequazione si presenta come
|u|
2

[u, v[
2
|v|
2
0
A questo punto, tramite pochi calcoli la dimostrazione conclusa, infatti
si arriva alla conclusione che
[u, v[ |u| |v|
3
1.2 Ortogonalit
Denizione 5 (Vettori ortogonali). Dato lo spazio euclideo (1, , ), i vettori
v, w 1 si dicono ortogonali se v, w = 0 e si dicono ortonormali se sono
ortogonali di norma 1.
Esempio 2. Considerato (R
2
, , , (1, 0) e (0, 1) sono ortonormali. Infatti:
e
1
= (1, 0)
e
2
= (0, 1)
x
y
(1, 0), (0, 1) = 1 0 + 0 1 = 0
|(1, 0)| =
_
1
2
+ 0
2
= 1
|(0, 1)| =
_
0
2
+ 1
2
= 1
Teorema 2 (Gram-Schmidt). Sia 1 uno spazio euclideo. Allora, esiste una base
ortonormale per 1, ovvero una base formata da vettori a due a due ortogonali
di norma 1.
Esempio 3. Considerato lo spazio euclideo (R
n
, , ), la base canonica ( =
(e
1
, . . . , e
n
) una base ortonormale.
Per dimostrare il teorema di Gram-Schmidt, ci si avvarr delluso del se-
guente lemma.
Lemma. Dato lo spazio euclideo 1 e linsieme u
1
, . . . , u
r
i cui vettori sono
ortonormali in 1, i vettori u
1
, . . . , u
r
sono linearmente indipendenti e per ogni
v 1
w = v
r

i=1
v, u
i
u
i
(8)
ortogonale a tutti i vettori di u
1
, . . . , u
r
.
Dimostrazione. Si consideri la combinazione lineare
a
1
u
1
+ + a
r
u
r
= 0
V
(9)
Considerato il vettore u
i
tale che i = 1, . . . , r, si consideri il prodotto scalare di
ciascun membro delluguaglianza per u
i
:
(a
1
u
1
+ + a
r
u
r
), u
i
= 0
V
, u
i
(10)
Applicando PS1 e notando che il prodotto scalare di qualunque vettore contro
il vettore nullo pari a 0, si ottiene
a
1
u
1
, u
i
+ + a
i
u
i
, u
i
+ + a
r
u
r
, u
i
= 0 (11)
Essendo per ipotesi i vettori di u
1
, . . . , u
r
tra loro ortonormali, ne risulta
che il loro prodotto scalare uguale a 0 tranne nel caso u
i
, u
i
: qui, avendo u
i
norma 1 in quanto ortonormale, si ha che
u
i
, u
i
= |u
i
|
2
= 1
2
= 1. (12)
4
Perci, si ha che
a
i
= 0 (13)
Essendo questo vero per ogni i = 1, . . . , r, ne segue che i vettori u
1
, . . . , u
r
sono
tra loro linearmente indipendenti. Verichiamo che
i1..r
w, u
i
= 0.
w, u
i
= v

r
i=1
v, u
i
u
i
, u
i
(14)
Per PS1 si ha che v

r
i=1
v, u
i
u
i
, u
i
uguale a
v, u
i
v, u
i
u
1
, u
i
v, u
i
u
i
, u
i
v, u
i
u
r
, u
i
(15)
Per le stesse considerazioni del passo precedente, si giunge a
v, u
i
v, u
i
= 0 (16)
Pertanto, w risulta essere ortogonale a u
i
per ogni i = 1, . . . , r.
Dimostriamo Gram-Schmidt.
Dimostrazione. Si consideri la base b
1
, . . . , b
n
dello spazio vettoriale 1. Per
induzione su n.
n = 2 Si deniscano
_

_
v
1
=
b
1
b
1

w
2
= b
2
b
2
, v
1
v
1
v
2
=
w
2
w
2

(17)
Il vettore v
1
, essendo normalizzato di b
1
, ha norma unitaria ed linear-
mente indipendente. Per il lemma precedentemente enunciato, w
2
orto-
gonale a v
1
; inoltre, essendo v
2
denito come il normalizzato di w
2
, esso
ortonormale a v
1
.
n 1 n Riprendendo il punto precedente, si deniscano
_
w
n
= b
n
b
n
, v
n1
v
n1
v
n
=
w
n
w
n

(18)
Per il lemma precedentemente enunciato, w
n
ortogonale a v
1
, . . . , v
n1
;
inoltre, v
n
, essendo normalizzato di w
n
, ortonormale a v
1
, . . . , v
n1
. Es-
sendo v
1
, . . . , v
n
linearmente indipendenti fra loro, linsieme v
1
, . . . , v
n

costituisce una base di vettori ortonormali per 1.
Esempio 4. Sia 1 = (R
4
, , ). Dalla denizione di prodotto scalare standard,
dati v, w R
4
si ha
(v
1
, v
2
, v
3
, v
4
), (w
1
, w
2
, w
3
, w
4
) =
4

i=1
v
i
w
i
Si consideri ora W = /((1, 1, 1, 1), (0, 1, 2, 3)). Come possibile trovare una
base ortonormale per W?
5
Soluzione. I vettori v e w sono linearmente indipendenti: difatti, considerati co-
me vettori-riga di una matrice, essi formano una matrice ridotta. Tuttavia, essi
non sono ortogonali in quanto il loro prodotto scalare non nullo. Consideriamo
il vettore
b =
v
|v|
= (1, 1, 1, 1)
1

1
2
+ 1
2
+ 1
2
+ 1
2
= (
1
2
,
1
2
,
1
2
,
1
2
)
Essendo normalizzato di v, vericabile che b ha norma unitaria. Utilizzando
(8), si denisca
d = (0, 1, 2, 3) (0, 1, 2, 3), (
1
2
,
1
2
,
1
2
,
1
2
)(
1
2
,
1
2
,
1
2
,
1
2
) =
= (0, 1, 2, 3) 3(
1
2
,
1
2
,
1
2
,
1
2
) = (
3
2
,
1
2
,
1
2
,
3
2
)
I vettori b e d sono ortogonali, ma d non ortogonale, non avendo norma
unitaria. Si denisca
c =
d
|d|
= (
3
2
,
1
2
,
1
2
,
3
2
)
1
_
9
4
+
1
4
+
1
4
+
9
4
= (
3
2
,
1
2
,
1
2
,
3
2
)
1

5
Per Gram-Schmidt, linsieme
_
(
1
2
,
1
2
,
1
2
,
1
2
), (
3
2

5
,
1
2

5
,
1
2

5
,
3
2

5
)
_
costitui-
sce una base per W.
Propriet delle basi ortonormali. Considerati lo spazio euclideo (1, , ) e
la base ortonormale B = (b
1
, . . . , b
n
), valgono le seguenti propriet:
1. Per ogni v 1 si ha
v = v, b
1
b
1
+ +v, b
n
b
n
=
n

i=1
v, b
i
b
i
(19)
Dimostrazione. Il vettore v, appartenendo allo spazio 1, esprimibile
come combinazione lineare dei vettori di B:
v =
n

i=1
a
i
b
i
con a
1
, . . . , a
n
scalari appartenenti al campo su cui denito 1. Ora,
applicando alluguaglianza il prodotto scalare per un vettore b
i
B, si
ottiene
v, b
i
=
n

i=1
a
i
b
i
, b
i

PS1
=
n

j=1
a
j
b
j
, b
i

Essendo B base composta da vettori ortonormali, ne segue che per i ,= j


i prodotti scalari b
j
, b
i
per ortogonalit dei vettori, mentre b
i
, b
i

uguale a 1, essendo b
j
, b
i
= |b
i
|
2
, per ortonormalit. Quindi, si ottiene
v, b
i
=
n

j=1
b
j
b
i
= a
i
= v =
n

i=1
a
i
b
i
=
n

i=1
v, b
i
b
i
6
2. Sia T End(1) un endomorsmo di matrice associata nella base B corri-
spondente a M
B
(T) = A = [a
ij
]. Allora,
a
ij
= T(b
j
), b
i
(20)
Dimostrazione. Per denizione di matrice associata, si ha
M
B
(T) =
_
_
T(b
1
) . . . T(b
j
) . . . T(b
n
)
_
_
Richiamando la propriet precedentemente dimostrata, possibile aer-
mare che
T(b
j
) =
n

i=1
T(b
j
), b
i
b
i
Quindi, la matrice associata a T nella base B avr forma
_
_
_
_
_
_
_
_
T(b
j
), b
1

.
.
.
T(b
1
) . . . T(b
j
), b
i
. . . T(b
n
)
.
.
.
T(b
j
), b
n

_
_
_
_
_
_
_
_
Lelemento di riga i-esima e colonna j-esima corrisponde a T(b
j
), b
i
.
Denizione 6 (Complemento ortogonale). Sia 1 uno spazio euclideo e sia W
un sottospazio vettoriale di 1. Si dice complemento ortogonale di W linsieme
W

= v 1 : v, w = 0 w W (21)
Lemma. W

sottospazio vettoriale di 1.
Dimostrazione. 1. Lappartenenza dellelemento nullo vericata. Infatti,
per ogni w W
0
V
, w = 0
2. Si considerino v
1
, v
2
W

. Per denizione,
v
1
, w = 0 v
2
, w = 0 w W
La chiusura rispetto alla somma vericata, infatti
v
1
+v
2
, w
PS1
= v
1
, w +v
2
, w = 0 + 0 = 0 = v
1
+v
2
W

3. Si considerino v W

e lo scalare K. La chiusura rispetto al prodotto


per scalare vericata, infatti
v, w
PS1
= v, w = 0 = 0 = v W

7
Proposizione 1. Sia 1 uno spazio euclideo e sia W un suo sottospazio vetto-
riale. Allora,
1 = W + W

(22)
Dimostrazione. Sia B = b
1
, . . . , b
k
una base ortonormale di W. Come
conseguenza del lemma di Steinitz, possibile completarla ad una base di 1,
corrispondente a
B

= b
1
, . . . , b
k
, v
k+1
, . . . , v
n

Lortonormalit di questa base non garantita. Applicando il processo di orto-
gonalizzazione di Gram-Schmidt (= teorema) ai vettori v
k+1
, . . . , v
n
, possibile
ottenere la base ortonormale di 1
B

= b
1
, . . . , b
k
, b
k+1
, . . . , b
n

Essendo B

ottenuta a partire da B

base di 1, possibile esprimere v 1 come


combinazione lineare dei vettori di B

:
v = a
1
b
1
+ + a
k
b
k
. .
W
+a
k+1
b
k+1
+ + a
n
b
n
. .
W

Aermare che a
k+1
b
k+1
+ + a
n
b
n
W

lecito: infatti, per ogni w W,


si ha
a
k+1
b
k+1
+ + a
n
b
n
, w = a
k+1
b
k+1
+ + a
n
b
n
, a
1
b
1
+ + a
k
b
k
= 0
Questo dovuto al fatto che tutti i vettori di B

sono ortogonali fra loro (infatti,


questultima uguaglianza facilmente vericabile, svolgendo i calcoli).
1.3 Operatori aggiunti
Denizione 7 (Operatore aggiunto). Sia 1 uno spazio euclideo e sia T
End(1). Si dice che loperatore T possiede un operatore aggiunto T

End(1)
se per ogni u, v 1 si ha
T(u), v = u, T

(v) (23)
Come denito lendomorsmo T

?
Osservazione. Sia B = b
1
, . . . , b
n
una base ortonormale di 1. La matrice
associata a T

in B risulta essere la matrice coniugata trasposta della matrice


associata a T nella medesima base. Infatti, considerata M
B
(T

) = [a
ij
], si ha
a
ij
= T

(b
j
), b
i

PS2
= b
i
, T

(b
j
)
def
= T

(b
i
), b
j
(24)
quindi, a
ij
corrisponde al coniugato dellelemento sulla j-esima riga e i-esima
colonna di M
B
(T).
Denizione 8 (Operatore autoaggiunto). Sia 1 uno spazio euclideo e sia T
End(1). Loperatore T si dice autoaggiunto se T

= T, ovvero, per ogni u, v 1


T(u), v = u, T(v) (25)
8
Osservazione. Essendo, in generale, M
B
(T

) =
t
M
B
(T), se T autoaggiunto
allora
T = T

M
B
(T) =
t
M
B
(T)
In particolare, se K = R, allora M
B
(T)
t
M
B
(T). Ne segue che la matrice as-
sociata ad un operatore autoaggiunto in una base ortonormale una matrice
simmetrica.
Teorema 3 (Teorema spettrale). Sia 1 uno spazio euclideo ssato sul campo
R e sia T End(1) un operatore autoaggiunto. Allora, esiste una base ortonor-
male di 1 formata da autovettori per T. In particolare, T diagonalizzabile.
Corollario. Sia A R
n,n
una matrice simmetrica. Allora, A simile ad una
matrice diagonale
D = M
1
AM
dove D una matrice diagonale e M una matrice ortogonale, ovvero M
1
=
t
M.
Dimostrazione. Si consideri lo spazio euclideo R
n
. Essendo la matrice A sim-
metrica per ipotesi, loperatore T End(R
n
) tale che
x
T
Ax
un operatore autoaggiunto. Per il teorema spettrale, esiste una base ortonor-
male b
1
, . . . , b
n
di autovettori per T. Per similitudine, si ottiene
D = M
1
AM M =
_
b
1
. . . b
n
_
Si osserva che
t
M M =
_
_
_
b
1
.
.
.
b
n
_
_
_
_
b
1
. . . b
n
_
=
_
_
_
_
_
_
_
1 0 . . . 0 0
0 1 0 . . . 0
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
0 . . . 0 1 0
0 0 . . . 0 1
_
_
_
_
_
_
_
= I
n
Ne segue che M una matrice ortogonale.
Dato loperatore autoaggiunto, cosa garantisce lesistenza di autovalori nel
campo dei reali?
Lemma. Sia 1 uno spazio euclideo e sia T End(1) un operatore autoaggiunto
su 1, con autovalore per T. Allora, R.
Dimostrazione. Se C autovalore per T, allora esiste v 1 con v ,= 0
V
tale che T(v) = v. Si consideri v, v; allora
v, v
PS1
= v, v = T(v), v = v, T(v)
. .
T autoaggiunto
= v, v
PS2
= v, v
PS1
= v, v
PS2
=

v, v
Quindi, essendo v ,= 0
V
per denizione di autovalore, vale la relazione
v, v =

v, v = =

Quindi, dimostrato che R.


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Abbiamo quindi dimostrato che gli autovalori per T appartengono tutti al
campo dei reali. Procediamo alla dimostrazione del teorema spettrale.
Dimostrazione. Si supponda dim(1) = n. Per induzione su n.
n = 1 La matrice associata a T nella base canonica ( ha dimensione 11, quindi
sicuramente diagonalizzabile, essendo la matrice composta da un unico
elemento corrispondente alla sua diagonale principale.
n 1 n Per il lemma precedentemente dimostrato, esiste uno scalare R auto-
valore per T per cui esiste un autovettore non nullo u 1. Si consideri il
sottospazio vettoriale U = /(u) 1 ed il suo complemento ortogonale
U

= v 1 : v, w = 0w U
Sapendo che U U

= 0
V
, per Grassmann si ha
dim(U

) = dim(U) + dim(U

) dim(U U

) = n + 0 1 = n 1
Ne segue che per U

il teorema spettrale valido. Verichiamo che sia


possibile attuare una restrizione di T su U

, ovvero che T(U

) U

e
quindi per ogni v U

valga T(v U

.
T(v) U

= T(v), w = 0 w U
v, T(w) = 0 w U
. .
T autoaggiunto
v, T(mu) m R
v, mu
. .
U
= 0
Lultima uguaglianza vericata, poich v U

per ipotesi. Si consideri


allora la restrizione
T

: U

Per il teorema spettrale, esiste una base di ortonormale v


1
, . . . , v
n
di
U

formata da autovettori per T

. Si consideri v =
u
u
. Allora,
linsieme
B = v, v
1
, . . . , v
n

una base di 1 = U + U

formata da autovettori per T.


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