I movimenti fra conflitto e partecipazione, democrazia e rappresentanza: un buon tema
per un seminario. Di retrospettiva. Senza prospettiva, purtroppo.
La storia si ripete ma mai uguale, soprattutto non ha cicli precisi, cadenze prestabilite. Il '68 si ripeter, ma non pi successo nel secolo scorso, e non detto che avvenga in uesto. I movimenti ecopaci!isti avevano raggiunto un apice ualche anno !a. La vittoria dei re!erendum stata una occasione storica che non si ripeter a breve. "on stato un momento tattico perduto, bens# una strategia mancata. $li e!!etti saranno di lunghissimo periodo. %unue ho parlato di scon!itta epocale. &uando hai l'occasione storica di !are un salto in avanti e invece la perdi e scivoli ancora pi indietro, proprio perch non ci sono scorciatoie. "on ho la s!era di cristallo ma non ho tanti anni davanti per essere sicuro di assistere ad una inversione di tendenza 'a cominciare dal bene comune lavoro(. "el )**+ la realt che descrivevo era diversa, matura, << Esiste un immenso ma disperso patrimonio civile composto da mille vertenze sul territorio che si stanno scontrando sia con il potere economico sia con il potere politico in simbiosi, un patrimonio di movimenti che per non hanno spiccato il salto di qualit. Sono s innervati in una serie di formidabili reti nazionali (acqua pubblica, rifiuti, inceneritori, ogm, elettrosmog, nucleare, tav, grandi opere, pace, grillo, amianto, medicina democratica ecc. tutte di fatto convergenti su un comune modello di sviluppo alternativo, per senza una esplicita piattaforma comune, per senza la spina dorsale di un coordinamento, per senza mezzi di comunicazione unitari, per con difficolt e resistenze al collegamento e all!unit, dunque sempre sull!orlo della sconfitta epocale. "nsomma# una forza politicastraordinaria e inespressa. " contenuti non violenti e pacifisti e ambientalisti e civici delle mille vertenze territoriali aperte dai movimenti in "talia sono, di fatto, convergenti su un modello alternativo di sviluppo e $nel contempo$ su un modello alternativo di politica, cio% formano, di fatto, un programma nazionale. &iascuna vertenza si scontra con i poteri economico e politico in simbiosi. '!occupazione del potere da parte della partitocrazia % speculare all!esercizio del potere economico, indifferente alla pace, all!ambiente e alla giustizia sociale. E! la crisi della democrazia. 'e mille vertenze sul territorio spostano il baricentro, dalla (democrazia delegata) occupata dai partiti, alla (democrazia partecipata) esercitata dai movimenti. *er in questi anni % mancato il salto di qualit. ++ IL FALLIMENTO DEL PATTO NAZIONALE DI SOLIDARIETA E MUTUO SOCCORSO -er superare i suddetti limiti, scommettemmo sul Patto nazionale di solidariet e !"t"o so##orso$ .ra il /0 luglio )**6 uando a 1oma si sigl2 il documento di !ondazione del -atto, basato su due discriminanti 'non essere il partito dei movimenti, garantire l3autonomia decisionale delle singole realt( ma proiettato su ambiziose !inalit nazionali. -urtroppo non si realizz2 uanto previsto nel %ocumento !ondativo, e cio, a( il 4oordinamento nazionale 'con sito 5eb ed e6mail( costituito da un rappresentante di ogni organizzazione partecipante7, b(l3allargamento a tutti gli altri 4omitati, 1eti, 8ovimenti e $ruppi7. "e deriv2 un mini patto che escludeva la pi grossa parte del movimento ambientalista, teneva !uori tutti i coordinamenti nazionali delle 1eti, come a dire centinaia di comitati, migliaia di persone. 9i continu2 cos#, ad ogni appuntamento, ad interrogarsi su come condurre a unit uesto potenziale patrimonio di democrazia partecipata, come costruire il coordinamento unitario, gli strumenti unitari, la piatta!orma unitaria, ma senza risultati convincenti . 8algrado tanto discutere, malgrado gli incoraggiamenti entusiastici di piccoli e medi comitati da ogni angolo d3Italia, manc2 il punto di !usione, che non procurarono uelle che erano allora le bandiere nazionali7 dei movimenti, "o :av e "o %al 8olin. 4os# non si produsse l3auspicato salto di ualit per costruire una Rete dei !o%i!enti dei &eni #o!"ni che riconoscesse ciascuna vertenza territoriale come lotta di tutti;e, ra!!orzandone la capacit speci!ica e !acendola risuonare come parte di una mobilitazione pi generale, che costruisse una ancora pi !orte capacit vertenziale, mettendo in comune i saperi, le pratiche di democrazia sperimentata, le proposte alternative prodotte che si possono sintetizzare nel concetto di modello di sviluppo alternativo7. .ppure sembrava chiaro come realizzare il salto. <<&ome, "nnanzi tutto cercando uno strumento comune di comunicazione fra le -eti, che consenta e unifichi il dialogo tra gli attuali e numerosissimi siti .eb e mailing$list che quotidianamente ma separatamente mettono in contatto migliaia di italiani, e che potrebbero diventare milioni. Sarebbe la controinformazione che manca, anzi una rivoluzione nella democrazia. &ontemporaneamente, costruendo una Piattaforma comune dei movimenti italiani per un modello alternativo di sviluppo e fondato sulla partecipazione dal basso, nelle linee guida per l!antagonismo e il protagonismo sociale, che intraprenda incisivi percorsi di trasformazione sociale e di rifondazione della democrazia. 'a *iattaforma come confronto collettivo per far avanzare l!avviato percorso comune verso il cambiamento generale della societ, nel rispetto delle forme e dei modi che ciascuna realt di base riterr pi/ consoni alla propria specifica esperienza da rafforzare. 0ella *iattaforma troveremmo le lotte quotidiane (insieme conflittuali e progettuali di un universo di realt e persone radicate e autorganizzate nel territorio. 1roveremmo dunque intrecciate le lotte presenti e sempre pi/ future riferite in sintonia alla questione globale pubblico2privato$beni comuni e servizi pubblici, alla guerra globale permanente, all!erosione della biodiversit nel pianeta, alla salute, all!energia, all!acqua, ai rifiuti urbani e industriali, alle infrastrutture, ai trasporti locali e nazionali, alle produzioni nocive, alla militarizzazione dei territori e delle relazioni sociali, alla pace, al sistema dell!informazione, alla democrazia non delegata ma partecipata ecc. ++. An#ora '(()* ad ese!+io al Con,resso di Medi#ina de!o#rati#a* #on lotti!is!o della %olont* si a"s+i#a%a "na Rete delle Reti e "na Piatta-or!a ri%endi#ati%a con una pi !orte capacit vertenziale, capaci di incidere, attraverso il con!litto sociale generalizzato, sull3agenda politica nazionale. UN SUCCESSO LAUTOR.ANIZZAZIONE DEI MO/IMENTI ANTINUCLEARI NEL '(0($ CON LAUTOCON/OCAZIONE SI /A /ERSO I REFERENDUM DEL '(00
L3auspicio del )**8 rimase tale. <ino a uando, nel )*/*, in particolare per impulso di 8edicina democratica di =lessandria,lanni%ersario 1)23 no%e!&re4 del %ittorioso re-erend"! antin"#leare del 03)5 !u l3occasione per risvegliare e stimolare la nascita di comitati antinucleari in ogni citt e valorizzarli per la costruzione di un !ronte nazionale in prossimit del previsto 'e probabilmente perdente( scontro re!erendario acua6nucleare, proprio mentre il governo stava rilanciando l3opzione atomica. <u un successo dell3autorganizzazione dei movimenti.
%al :rentino al -iemonte, al Lazio, alla Lombardia, al >eneto, alla Liguria, al <riuli, all3.milia 1omagna alla :oscana, alla ?asilicata, le,iornate di lotta contro la !ollia nucleare civile e militare e a !avore delle sue alternative ambientali ed economiche, !urono caratterizzate da iniziative decise regione per regione, citt per citt. :am tam su internet. Iniziative, tutte costruite dal basso da centinaia di movimenti, che coinvolsero tutta Italia. ')( Iniziative nelle strade, nelle piazze, nei mercati, alle !iere paesane, nelle parrocchie, presso dopolavori !erroviari, sale consiliari, universit, case del popolo, teatri, davanti alla villa di ?erlusconi, alle basi militari, sedi amministrative ecc. -rotesta e proposta. '@( 9ull3onda del successo dell3autorganizzazione di novembre, passammo a 4remona il + !ebbraio )*//, con l3adesione di oltre cento comitati e movimenti di base, alla a"to#on%o#azione dei Co!itati antin"#leari, con presenze da /A province. La prima decisione operativa riguard2 l3impegno dei 4omitati, costituitisi in 4oordinamento nazionale, ad avviare immediatamente nei rispettivi territori iniziative di "na "ni#a #a!+a,na re-erendaria s" entra!&i i te!i6 %ota S7 +er la#8"a +"&&li#a e #ontro il n"#leare$ "el contempo si decise di inviare a ciascun comitato elettorale nazionale gi costituitosi un !ormale invito ad un incontro per veri!icare l3assoluta necessit di dar vita ad un3unica 4ampagna re!erendaria nazionale che comprendesse i temi dell3energia e dell3acua, senza la uale Bcon la sussistente dispersione di !orze6 i re!erendum sarebbero stati sicuramente perdenti. 4on il <orum di 4remona riuscimmo a !ar comprendere, non senza accesi contrasti, che non potevamo !ermarci alla campagna per il s# antinucleare perch i nostri avversari erano sostenuti da mezzi !inanziari sproporzionati, << 0on faranno campagna per i no, gli baster giocare sugli opposti schieramenti partitici, sul silenzio e la complicit mediatica. 0oi invece dovremo battere le strade, fare il porta a porta, volantini e banchetti e assemblee paese per paese, quartiere per quartiere. &on le forze esigue che abbiamo, non possiamo dividerci tra chi fa propaganda per l!acqua e chi contro il nucleare. Saremmo perdenti su entrambi i fronti. *erci dobbiamo dare vita, sui territori, a campagne unitarie (volantini, banchetti, assemblee ecc. che comprendano i temi dell!energia e dell!acqua# tre s referendari per la difesa dei beni comuni, per un modello alternativo di societ++. &uesto obbiettivo strategico !u !ortemente perseguito anche dopo che dovemmo prendere atto dell3opposizione degli apparati elettorali nazionali che erano corsi a ritagliarsi ognuno un proprio spazio politico e che !acevano barriera alla nostra proposta iniziale di costituire un Co!itato re-erendario nazionale "ni#o per i s# ai @ re!erendum acua e nucleare e di !are una Ca!+a,na nazionale re-erendaria "ni#a. =nzi, nel !rattempo, oltre al 4omitato re!erendario ) s# per l3acua bene comune7, si erano costituite almeno tre organizzazioni nazionali sul re!erendum antinucleare. &uesta inconciliabile deleteria divisione in steccati, a livello nazionale, era un !atto negativo ma non ci ha smontato. -erci2 proponemmo 6in alternativa al 4omitato unico nazionale6 di dare vita, sui territori, alle campagne unitarie. "on !u !acile convincere il <orum acua pubblica che lo straordinario un milione e mezzo di !irme per promuovere il re!erendum per il s# all3acua pubblica era ben lontano dal garantire )+ milioni di voti, il uorum irraggiungibile da tempo immemorabile# << *u garantire il quorum solo l!abbinamento dell!acqua con il referendum per il s contro il ritorno al nucleare. 3oi &omitati per l!acqua siete pi/ organizzati, attivi da anni, per il nucleare % tema pi/ sensibile nell!elettorato. 4ovete considerare che, improvvisato da semplice tam tam, il novembre scorso abbiamo coperto un vuoto di 56 anni autorganizzando una sorprendente grande giornata di lotta nazionale dei movimenti antinucleari e pacifisti (un centinaio in occasione dell!anniversario del vittorioso referendum del 789:. Sulla scorta del successo ci siamo autoconvocati a &remona ampliando le adesioni e costruendo un fronte nazionale contro il nucleare civile e militare e a favore delle fonti rinnovabili e pulite++. In!ine l3obbiettivo strategico !ortemente perseguito a 4remona ebbe successo. -ossiamo dirlo con orgoglio. -er e!!etto delle pressioni prodotte dai 4omitati, tutte le organizzazioni nazionali, con le uali avevamo promosso contatti, si espressero B magari obtorto collo6 !avorevolmente per concordare e avviare iniziati%e territoriali "nitarie a#8"a2n"#leare tra!ite #oordina!enti lo#ali e an#9e re,ionali$:"esta -" la s%olta +er tra,"ardare i 8"or"!, altrimenti irraggiungibili sia per l3acua sia contro il nucleare 'e anche il uarto re!erendum, sul legittimo impedimento, aument2 tali probabilit(. CON/OC;IAMO .LI STATI .ENERALI DEI <ENI COMUNI E PROPONIAMO IL MANIFESTO AD UN AMPIA ALLEANZA FRA LE FORZE SOCIALI <u scritto da tutti, 4on lo straordinario avvenimento politico del re!erendum ha trion!ato un nuovo modello di !are politicaC la !ine di un ciclo politico e culturaleC nato un nuovo laboratorio politicoC il con!litto, la partecipazione e i beni comuni sono le nuove categorie per la nascita di nuove soggettivit politiche !uori e oltre il sistema dei partiti7. . noi, con una ormai petulante insistenza, gi all3indomani della vittoria re!erendaria ri6proponemmo l3urgente esigenza di una organizzazione stabile di tutti i movimenti. -etrella ne coni2 la denominazione, Stati ,enerali +er il ,o%erno dei &eni #o!"ni$ 9iano convocati, chiedemmo sulle mailing list. 8a le settimane passavano. L3immenso ma disperso patrimonio di democrazia partecipata7 si era !inalmente espresso con i re!erendum, la sua straordinaria !orza politica si era !inalmente espressa. . si era subito !ermataD <<Siamo fermi.++ scrivemmo ad agosto su Il 8ani!esto << 4obbiamo ripartire. &ome movimenti, dobbiamo farci un!autocritica se il governo, con la complicit delle opposizioni e dei sindacati, si sta facendo beffe dell!esito referendario tramite la riproposizione tale e quale della messa in gara dei servizi pubblici locali (rifiuti, trasporti, energia, eccezione apparente l!acqua, e svendendo il nostro patrimonio collettivo ;i beni pubblici sociali$ che la sovrana volont popolare, con 5: milioni di voti, ha invece sancito debba essere governato in termini ecologici, sociali e sostenibili, nell!interesse comune, e non espropriato. <erme le responsabilit bipartisan di inaudita gravit politica giuridica e costituzionale, che vanno denunciate in tutte le forme di lotta possibili, i movimenti dei beni comuni dovrebbero per interrogarsi sui propri limiti che hanno favorito in pochi mesi il tentativo di svuotamento dell!esito epocale dei referendum. E porvi rimedio. 1ramite due strumenti# organizzazione e programma++. <ermo non stava invece il governo ?erlusconi. . !ermo non resteranno, come vedremo, i governi successivi. .ppure, dopo il re!erendum, nessuno, nessun partito o sindacato, se non il movimento dei movimenti sarebbe stato in grado credibilmente di opporre alla manovra7 di macelleria sociale una Contro!ano%ra di alternati%a e#ono!i#a e de!o#rati#a, tasse sui patrimoni e le rendite, tagli alle spese militari, alle grandi opere e :av, sviluppo della green economE, energie rinnovabili, riciclo ri!iuti, mobilit sostenibile, agricoltura biologica, lotta al precariato, sostegno alle pensioni pi basse, recupero del !iscal drag, reddito di cittadinanza, diritto alla salute ecc. $li 9tati generali, se convocati, avrebbero potuto scrivere uesta contromanovra dentro il Mani-esto dei &eni #o!"ni$ .ppure niente. L3a!!ermazione a giugno dei re!erendum aveva illuso molti di noi che !osse !inalmente giunto il momento di costruire una organizzazione nazionale stabile, sapendo che nessun partito in grado di rappresentare le istanze del movimento o solo di contrastare i prevedibili stravolgimenti post re!erendari. -roponemmo la /al S"sa #o!e ro##a-orte dei !o%i!enti* proprio mentre stava per essere attaccata militarmente. <<=sciamo subito da -oma++ proponemmo << facciamo della 3alsusa la sede ufficiale dei comitati dei beni comuni, per un modello alternativo di sviluppo e democrazia++. 9e non lo si !a subito, mai pi. 9apevamo in!atti che esiste una enorme potenzialit propositiva dentro i movimenti ma purtroppo ci sono prudenze esagerate, paure, anche resistenze culturali a capire la valenza strategica di darsi una organizzazione stabile a livello nazionale, addirittura negli apparati nazionali si sedimentano resistenze miopi impastate di autosu!!icienza e separatezza, orticelli, oltre alle ostilit ideologiche. =vevano per!ino stentato ad ammettere che ciascun uesito re!erendario sarebbe stato perdente se scollegato dagli altri. 9crivemmo ' Il 8ani!esto(, FF>bbiamo i programmi alternativi e gli uomini e le donne, ci manca l!organizzazione. &on l!organizzazione poniamo le basi per la creazione dal basso di una nuova classe dirigente che faccia fuori l!insopportabile occupazione del potere a tutti i livelli amministrativi e statali. 0on siamo velleitari# proponiamoci solo di porre le basi. 0essuno vorrebbe abolire i partiti. -ivoltarli come un calzino, s. *ensare globalmente e agire localmente# abbiamo sempre detto, per pi/ che mai % tempo che la dimensione locale diventi quella nazionale. &ome indirizza l!esito dei referendum. Se invece continuiamo a ragionare per compartimenti stagni, ognuno curando il proprio (bene comune), non faremo molta strada, n? globalmente n? localmente. Saremo perdenti se non difendiamo, conquistiamo tutti i (beni comuni). (Beni comuni sono l!acqua, i servizi pubblici, l!aria, le energie, zero rifiuti, ma anche la salute, la sanit pubblica, i saperi, l!istruzione, ma anche il territorio, le fonti non rinnovabili, la vita del pianeta, gli ecosistemi, la biodiversit, ma anche il lavoro, la casa, il cibo, la sociodiversit, le relazioni sociali. @li strumenti di conquista sono, dal basso, la partecipazione e la democrazia. &omplessivamente, la difesa e la conquista , la riappropriazione e la messa in comune di questi (beni comuni) significano la conquista e la costruzione di un modello alternativo di politica e di sviluppo, alternativo all!espropriazione$privatizzazione capitalistica dei beni e dei luoghi comuni materiali e immateriali che si avvale (la (manovra) della stessa provocata crisi economica e sociale per accrescere precariet, povert e profitti. Se tale % il progetto che ereditiamo dai referendum, non dobbiamo perdere tempo in compartimenti stagni, a lavorare separatamente chi per l!acqua, chi per le fonti rinnovabili, chi per i rifiuti ecc. Arganizziamo la partecipazione, la democrazia. Arganizziamoci, senza fonderci, conservando la propria specificit. Ba organizziamoci.++. A"to#on%o#9ia!o#i, !u la parola d3ordine che rimbalz2 in rete su tutte le mailing list. "on attendiamo pi i comitati elettorali nazionali impegnati a gestire i rimborsi elettorali e '<orum acua( a spaccarsi, autoconvochiamoci come comitati e associazioni locali, come abbiamo gi !atto con successo, a"tor,anizzia!o ,li Stati ,enerali del ,o%erno dei &eni #o!"ni uale primo e rapido atto costituente del popolo dei beni comuni e sulla base di un Mani-esto dei &eni #o!"ni$ %i l#, in piena autonomia, tenteremo di costruire una Alleanza +er i &eni #o!"ni7 cercando di coalizzare in un patto !orze sociali, sindacali e politiche, centri sociali, circoli culturali, associazioni civiche, studentesche, reti, imprese sociali ecc. L3autonvocazione non !u realizzata. -ersonalmente a settembre dovetti rinunciare, <<Esco di scena. Bi obbligano impedimenti personali. *er resto convinto che non verr meno tanto presto la spinta, raccolta da ogni parte della penisola, ad una organizzazione finalmente nazionale e stabile dei movimenti, si chiami (Stati generali per il governo dei beni comuni) o (>lleanza dei beni comuni) o altro. 'a semina dar i suoi frutti. &erto, la strada dell!autoconvocazione del (millepiedi) (i comitati delle migliaia di vertenze aperte sui territori % pi/ complicata, ma diventer indispensabile perch? i (piedi) pi/ robusti (acqua, nucleare, rifiuti, no tavC dopo il referendum non si sono messi in moto in quella direzione. E! evidente che dentro i movimenti c!% anche una vocazione rinunciataria E! visto come un ostacolo insormontabile che l!immenso patrimonio di democrazia partecipata sia spezzettato. "n effetti % frantumato in spezzoni non solo monotematici, ma addirittura sottomonotematici (o peggio# il piccolo arcipelago pacifista non violento % sparso in almeno sei liste. *ensiamo che ci sono liste che si occupano separatamente chi di riciclo risorse e rifiuti, chi di energie rinnovabili, chi di nucleare, inceneritori ecc. mentre tutte andrebbero ricondotte ad un capitolo unico (energia) e a un!unica regia dei beni comuni. >ltro esempio# per (acqua pubblica) i pi/ si riferiscono prevalentemente alla questione della gestione di acquedotti e tariffe, mentre pochi insistono che a maggior ragione vanno compresi nel concetto di beni comuni l!emergenza dei fiumi inquinati e dell!assetto idrogeologico e della manutenzione e rinaturalizzazione del territorio, le fonti di energia idrica rinnovabile ecc.. "l tutto dunque fattibile di una unica regia. E gli esempi possono andare avanti a lungo# agricoltura e mobilit sostenibili, trasporti , grandi opere, no tav, ecc. che ci riportano al tema dell!energia, in un circolo ininterrotto di beni comuni. Solo che dovremmo affrettarci. 4obbiamo imporre il cambiamento di modello, ora. @estirlo. E! macroscopico il nesso tra crisi economica e impossibilit di una crescita illimitata del pianeta. 'a terza rivoluzione industriale % gi cominciata e la crisi economica dovrebbe convincerci. 'a gestione dell!energia ha sempre formato la natura della civilt, sia nella prima che nella seconda rivoluzione (dominata dal petrolio. 'a 1erra era concepita come contenitore di risorse da sfruttare# uno sviluppo non sostenibile innanzitutto come disastro ambientale. Ara si tratta di spostare la gestione lungo linee di pensiero ecologico# dalle gigantesche campagne centralizzate basate sui combustibili fossili a milioni di piccoli produttori di energie rinnovabili (democratizzazione dell!energia. &ondividere le energie rinnovabili della 1erra,ovvero il governo dei beni comuni, creer una nuova identit della specie umana, un nuovo segno di qualit della vita. 'a terza rivoluzione industriale, cambiando il business, cambier anche la politica. *er bisogna, come movimenti, essere preparati, organizzati, e non spettatori. "nfine un accenno alla paura che c!% in molti fra noi che una organizzazione nazionale stabile dei movimenti sia fagocitabile dai partiti o si trasformi in partito. 'a paura % un sentimento utile fino a quando non paralizza. 4ove sta in effetti il pericolo, 'a politica % ormai impermeabile ai movimenti e alle lotte sociali, % governata dal pensiero unico, partiti e sindacati non sono pi/ motori di cambiamento, la democrazia % negata. 4unque l!autonomia dei movimenti, oggi, % pi/ facile per affermarsi e conservarsi. Aggi la spinta dal basso per organizzarci# c!%. 0on perdiamola. Duona fortuna a chi continuer nell!impresa++. "el )*/), in!ine, scrissi una lapide, $li 9tati generali non sono stati convocati. I governi, invece, hanno accelerato il processo tempestivamente avviato da ?erlusconi di liberalizzazioni ovvero privatizzazioni !orzate dei servizi pubblici di rilevanza economica 'acua compresa(, in palese dispregio della democrazia partecipata rivendicata da )A milioni di cittadini, e in violazione dei principi costituzionali e comunitari. 4i2 avvenuto nel vuoto politico senza incontrare resistenza, uella resistenza che i movimenti dis6 organizzati non hanno saputo anzi voluto 'uelli dell3acua( contrapporre, buttando all3aria l3occasione storica conuistata con i re!erendum. Gna scon!itta epocale.7 Nel '(0=* al se!inario ATTAC +i> #9e a##endere "n #ero$$$$ Lino ?alza