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REGIONE LOMBARDIA VIII LEGISLATURA
CONSIGLIO REGIONALE ATTI 4405
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PRESENTATO IL 05/05/2006
RELAZIONE
Il settore primario ha attraversato nel recente passato momenti difficili legati principalmente a
carenze di tipo strutturale, ma la crisi attuale è determinata sostanzialmente da difficoltà di mercato
e di commercializzazione del prodotto.
Inoltre la diffidenza ingenerata nei consumatori dai recenti scandali nel settore alimentare (dalla
“mucca pazza” ai polli alla diossina, dall’influenza aviaria all’immissione sul mercato di uova
avariate), ha incrementato la richiesta di qualità, igienicità, sicurezza e verificabilità della filiera
(non a caso il Regolamento CE n. 178/2002 rende obbligatoria l’adozione di sistemi di tracciabilità
ordinaria per tutti i prodotti agroalimentari).
Proprio al fine di sviluppare il sistema primario regionale, sostenendo le grandi produzioni (carni
suine, latte, riso, ecc.) che caratterizzano l’agricoltura lombarda e il loro legame con il territorio,
nonché incentivare e rinsaldare i legami di filiera è opportuna l’istituzione dei distretti
agroalimentari di qualità.
Nello spirito di partecipazione lanciato dalla Commissione Europea già con Agenda 2000, di
attivazione dello sviluppo rurale attraverso la programmazione “bottom-up”, per l’avvio e la
gestione dei distretti agroindustriali si intende incentivare la costituzione di Società di distretto,
fondate su un parternariato pubblico/privato (con maggioranza privata negli organi dirigenti) che
definisca dal punto di vista territoriale e delle produzioni il distretto, e attui il Piano di distretto,
utilizzando le modalità della programmazione negoziata.
La finalità di tali strumenti è quella di definire una strategia comune di sviluppo territoriale e di
filiera, individuare gli interventi prioritari e coordinare la realizzazione delle diverse attività.
Articolo 1 Finalità
Istituisce i distretti agroalimentari di qualità.
Articolo 2 Definizioni
Definisce gli elementi caratterizzanti i distretti agroalimentari, nel rispetto del D.lgs 228/2000.
Articolo 3 Requisiti
Identifica i requisiti che i territori devono possedere per potersi candidare a divenire
distretti agroalimentari di qualità
Articolo 8 Finanziamenti
Precisa le modalità di finanziamento delle Società di distretto.
Articolo 1
(Finalità)
Articolo 2
(Definizioni)
Articolo 3
(Requisiti)
Articolo 4
(Individuazione dei distretti agroalimentari di qualità)
1. I distretti agroalimentari di qualità sono individuati dalla Giunta regionale, verificati i requisiti di
cui all’art. 3 e acquisito il parere della Commissione consiliare competente, su proposta delle
Province interessate.
2. Le Province concordano la proposta con gli enti locali, la CCIAA e i soggetti privati che operano
in modo integrato nel sistema delle filiere produttive.
Articolo 5
(Società di distretto)
1. Gli enti pubblici e i soggetti privati integrati all’interno della filiera produttiva dell’area
distrettuale costituiscono una Società di distretto.
2. La Società di distretto è un soggetto di diritto privato, i cui organi decisionali sono composti
almeno per il 51% da rappresentanti di soggetti privati/pubblici
Articolo 6
(Piano di distretto)
1. La Società di distretto elabora il Piano di distretto. Il Piano di distretto che deve comprendere
almeno i seguenti contenuti:
a) analisi della situazione esistente e prospettive di sviluppo, con particolare riferimento gli
aspetti inerenti le produzioni “di qualità”, nonché le problematiche ambientali e territoriali;
b) descrizione delle filiere esistenti e dei rapporti interni e valutazione delle prospettive,
miglioramento dei legami tra le componenti della filiera e di queste con gli altri soggetti
locali;
c) individuazione delle politiche rilevanti per il distretto in materia di miglioramento, tutela e
valorizzazione delle produzioni agroalimentari, di salvaguardia e sostenibilità ambientale e
di tutela del paesaggio;
d) definizione di progetti integrati di sviluppo finalizzati al miglioramento della qualità delle
produzioni e al rafforzamento della filiera.
2. Il Piano di distretto è trasmesso alla Giunta Regionale che, sentita la Commissione consiliare
competente, lo approva con propria deliberazione.
Articolo 7
(Attuazione e monitoraggio)
1. La Giunta Regionale emana le modalità di attuazione della presente legge entro 90 giorni dalla
sua entrata in vigore, sentita la Commissione consiliare competente.
2. Le Province trasmettono annualmente alla Giunta regionale una relazione sull’attività svolta.
Articolo 8
(Finanziamenti)
Articolo 9
(Norme finali)
1. Gli effetti della presente legge decorrono dal giorno della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
della Regione.