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6/5/2014 UOMINI E LUPI - Silvae - Rivista tecnico-scientifica del Corpo Forestale dello Stato

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UOMINI E LUPI
UNRAPPORTOCONTROVERSO

DiCorradinoGUACCI,PresidentedellaSocietdiStoriadellaFauna"GiuseppeAltobello"Molise
Ottobre2013

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Illuponellimmaginariocollettivo

Cstatountempo,nonmoltolontano,incuigliuominivivevanoastrettocontattoconlanatura
la gente abitava nei villaggi e l dove finiva il borgo iniziava la foresta. Il territorio era vissuto,
giorno dopo giorno, attraverso le svariate attivit che si svolgevano allaria aperta: contadini,
pastori,carbonai,boscaioli,carrettieriecc.
In questo scenario era normale un contatto quotidiano con gli animali. Alcuni di questi, in
particolare, hanno colpito limmaginazione delluomo diventando protagonisti di leggende e di
superstizioni.Bastapensareallecredenzesuscitatedairapacinotturnicomeigufi,lecivetteei
barbagianni,daipipistrelliedaalcunianfibierettili.Glianimalihannoispiratomoltimodididire,a
loroabbiamospessoattribuitodifettitipicamenteumanie,piraramente,qualit.Cidimostra,in
modoeloquente,quantolanostravitasiastatainfluenzatadalcontinuocontattoconglianimali.
Ebbene, in questo bestiario pi fantastico che reale lanimale selvatico europeo dotato della
maggiore carica simbolica , senza alcun dubbio, il lupo. Chi di noi, da bambino, non stato
Riassunto

Il lupo ha percorso insieme alluomo buona


parte del cammino evolutivo. Le sue doti di
cacciatore e combattente sono state
apprezzate dai popoli di cultura venatoria e
guerriera. Al contrario, dai popoli agricoltori e
allevatori stato sempre visto come una
minaccia per i loro armenti e, per questo
motivo,combattuto con tutti i mezzi. Nellalto
medioevo si assiste alla nascita dellupo
cattivo, mentre si affaccia alla ribalta della
storia il lupo antropofago, il lupo divoratore di
uomini. Questa trasformazione da ricondursi
ai cambiamenti ecologici ed ambientali che si
produssero nel passaggio tra antichit e
medioevo. Tale evoluzione, favorita anche
dallavanzare del Cristianesimo che tese a
demonizzareillupoidentificandoinessotuttoil
malepossibile,lasiriscontraanchenelmondo
delle fiabe. Tra queste Cappuccetto Rosso, la
favola forse pi conosciuta al mondo,
pubblicataafine600.
Abstract

The wolf has accompanied Homo sapiens for


mostofhumanityevolutionarypath.Hisskillsas
ahunterandfighterhavebeenlongappreciated
by peoples belonging to hunting and
warriorsocieties. On the contrary, early
livestock breeders andfarmers have always
seen the wolf as a threat to their herds and,
forthis reason, it was fought by allmeans. The
Middle Ages saw thebirth of the "big bad wolf"
and thefirst appearance of history about man
eating wolves. This transformation is due to
ecologicaland environmental changes
producedat the transition between antiquity
andthe Middle Ages. This change, favored
bythe advance of Christianity whichtended to
demonize the wolfidentifying in it all the evil
possible,isalsofoundintheworldoffairytales.
These include Little Red Riding Hood fable,
perhapsthebestknownintheworld,published
inlate600.
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minacciato con lo
spauracchio del lupo
cattivo? Attento al lupo
Fai il bravo altrimenti
chiamo il lupo....Non
strillare senn ti sente il
lupo e ti porta via...Non
entrare l dentro che c il
lupoE cos via in tutti i
dialetti, dal sud al nord
della penisola anche in
quelnorddoveillupo,fino
a pochi anni fa, era
scomparso da circa un
secolo. Ma tale stata la
sua influenza nella vita di
ogni giorno e
sullimmaginario collettivo
chequestafigurahacontinuatoaesserevivaepresentebendopolasuascomparsafisica.
Unatracciaevidentelaritroviamoneiproverbi,risultatodellasedimentazionesecolaredisaperie
di esperienze, acquisiti attraverso losservazione di fenomeni ripetuti nel tempo. Quanti ve ne
sonosullupo!?!?Tanti.Traproverbiemodididire,almenouncentinaio:dailatinihomo,homini
lupus lupus in fabula lupus pilum mutat, non mentem, ai tradizionali il lupo perde il pelo ma
nonilvizio,inboccaallupo,chipecorasifa,illuposelomangia,cacciarsinellatanadellupo,
affidarelepecoreallupo,tenereillupopergliorecchi,lafamecacciaillupodalbosco,chihail
lupo per vicino, si porti il cane sotto il mantello, chi ha paura del lupo non entri nel bosco,
mangiarecomeunlupo,lupononmangialupo,tempodalupiecosvia.
Sono inoltre convinto che una analisi delle fonti locali ci restituirebbe, non solo le versioni in
vernacolodiproverbiginotiinlingua,maancheespressionidiculturalocalecomenelcasodel
Verbano Cusio Ossola laddove il detto "Ne la nbia bsa lou lop vai a la chsa" segnala la
consapevolezza,benpresentealpastoreoccitano,dellaelevataprobabilitdiunattaccodellupo
incondizionidiscarsavisibilit.
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Illuponelle
culturedei
popoli

Solitamente non siamo


consapevoli di quanto la
nostra evoluzione, la
nostra storia, siano
strettamente collegate a
quelle del lupo. C una
sorta di filo dArianna che,
attraverso i millenni, ci
avvince a questo
leggendariopredatore.
I primi contatti risalgono
allanottedeitempiquando
luomoeraunanimaleinerme,nonavevanzannenartiglienonneavevaancorasviluppatodi
artificiali: le armi. Pertanto, nel confronto con i cosiddetti animali feroci, gli umani erano pi
spesso prede che predatori. E tra questi ultimi cera senza dubbio il lupo. Successivamente,
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affinatalatecnologiadellearmieperfezionateletecnichedicaccia,ilrapportopreda/predatoresi
andatoviaviamodificandofinoacapovolgersi.
Oggiluomoilsuperpredatorepereccellenza.Nonesisteanimale,perquantograndeeferoce
che sia, in grado di resistere alla capacit offensiva messa a punto dalluomo. Al contrario, per
unasortadicontrappasso,oggiluomodevetemereorganismipiccoli,invisibilicomeivirus:Aids,
Ebola,influenzeepidemicheecc.
Illupo,finoabuonapartedel1800,eradiffusonellaquasitotalitdellemisferoborealeanorddel
15 parallelo: tutta l'America del Nord, dalla tundra artica fino al Messico, tutta l'Europa e gran
partedell'Asiaarrivandofinoall'IndiaealGiappone.Inquestolungocamminopercorsoinsieme
limmagine, che del lupo ne hanno avuto le popolazioni entrate in contatto con lui, dipesa
direttamentedaltipodiculturadicuilestesseeranoportatrici.
Ipopolicacciatori,findaitempipiremoti,nehannosempreapprezzatolastrategiadicaccia,la
resistenza nellinseguimento e lo spirito di branco. Ne troviamo traccia nella raffigurazione
stilizzata di un lupo (fig. 1), risalente al periodo dellarte rupestre, proprio allimboccatura della
grotta di Font de Gaume nella Francia del sudovest dove, sulle sue pareti, sono rappresentati
oltre 160 animali quasi tutti erbivori . La grotta, che non serviva come rifugio ma probabilmente
luogo di pratiche magicoreligiose, presenta unimmagine stilizzata di lupo proprio alla sua
imboccatura. La posizione della figura, quasi a guardia degli animali in essa raffigurati, pu
rivelare sia un esempio di magia simpatica , che la coscienza della funzione svolta dal lupo
nellecosistema, come controllore dei branchi di erbivori. Un ruolo ben noto, ancora oggi, al
popoloInuitchechiamaillupoilmedicodeicarib.
AncheipopoliguerrieriqualiiNormanni,pinoticomeVichinghi,neapprezzavanolaudacia,la
forzaeilcoraggiomostratiincombattimento.Lammiravanoatalpuntochenelpantheonnordico
siassisteadunveroeproprioaffollamentodilupi.QuiinfattitroviamoillupoGerilaffamato,eil
lupoFrekiildivoratore,fedelicompagnidiOdino,diodellaguerra,semprepresentialsuofianco.
E ancora Skoll e Hati altri due lupi che, inseguendo il Sole e la Luna nel tentativo di divorarli,
determinano lalternarsi del giorno e della notte. Alla fine dei tempi nel Ragnark, la battaglia
finaletrailBeneedilMalecheportaalladistruzionedelmondo,ilmitovuolecheOdinovenga
divoratodaunlupogigantescodinomeFenrir.
Su una piastrina di bronzo (fig. 2), appartenente ad un elmo del VI secolo d.C. rinvenuto in
Svezia, vi sono raffigurati un vichingo in armi e un Ulfhedinn, letteralmente testa di lupo che,
insiemeaiBerserkripelledorsoeranoguerrierisciamanisacriadOdino.Questi,secondouna
tradizionenorrena,confidavanonellapossibilitdiimmedesimarsineiloroanimalitotem.Coperti
unicamentedipellidilupoodiorsosigettavanoinbattagliainpredaadunfuroremistico,ilfuror
germanicus,cheliportavaadimostrareunaforzadisumana,anonavvertireildoloredelleferite
subitee,purtroppo,amassacrareindistintamentetantoinemicicheiloroalleati,animatidauna
violenzaparossistica.
Questa smania di sangue, esternata nelle frequenti incursioni sulle coste e nellentroterra
dellEuropacentraleemediterranea,hacertamentefavoritoilrisvegliodelmitodellalicantropia.
AlorosiriferivailvescovoOlausMagnusquandoparlavadiLicantropidelBaltico.
Il lupo, come animale totemico, era diffuso presso tutti i popoli dellemisfero boreale, dai
pellerossadellepraterieamericanecheloritenevanoportatoredellamedicinadellaconoscenza
alle steppe dellAsia percorse dai cavalieri mongoli il cui condottiero pi famoso, Gengis Khan,
ritenevachelasuastirpefosseoriginatadallunionediunacervaediunmiticolupogrigio.
Anchenellolimporomanoillupoeracollegatoallaguerra.InfattiMarte,cheneeraildio,veniva
rappresentatonelliconografiatradizionalesudiuncarrotrainatodaduelupi(fig.3).Tralaltroera
il patrono dei Veliti una sorta di incursori che, dotati di un equipaggiamento leggero e con una
pellediluposopralelmo,venivanolanciatiperprimiallattacco,concompitididisturbo.Ecome
nonpensareaRoma,almitodellalupacapitolinanutricediRomoloeRemo,figlidiReaSilviae
dellostessodioMarte.
Romache,nellasuaespansione,entrinconflittocondiversipopoliitaliciiqualiavevanoillupo
come loro animale totem: dagli Irpini che derivavano il loro nome dal sannita hirpus=lupo, ai
Lucani cos chiamati dal greco lukos=lupo, per non parlare del termine osco lukon che sta
appuntoperlupo.ChedirepoideiDauniunapopolazionediorigineilliricachecircaduemilaanni
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prima di Cristo, guidata dal mitico re Dauno, si stabil nellattuale Capitanata. Ebbene Dauni,
Dauno e Daunia hanno la stessa radice derivando tutti dalla parola illirica dhau che significa
letteralmentestrangolatore,machevenivacomunementeusataperindicareappuntoillupo.Se
poifossenecessariaunulterioresuggestionedaricordareche,sempresecondoilmito,Dauno
erafigliodiLicaoneredellArcadia,trasformatoinlupodaZeusperavergliservitocarneumana
duranteunbanchettoinsuoonore.
Gli stessi Longobardi, che tanta parte hanno avuto nella storia dItalia, riconoscono nel lupo un
loro mitico antenato. Ce ne parla Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, redatta
nellabbaziadiMontecassinoneglianni787789,quandoraccontaleperipeziedelsuobisnonno
Lopichis catturato dagli Avari e condotto schiavo in Pannonia, lattuale Ungheria. Sfuggito alla
prigionia viene guidato nel suo viaggio di ritorno verso la casa degli avi, proprio da un lupo .
Evidentitraccedelladevozioneperilluposirinvengononellonomasticachelorosopravvissuta:
Volfango, composto dalle radici wolf e gang, pu assumere il significato di cacciatore di lupi
oppuredicoluichehailpassodellupo(dagangan=andare),Adolfocompostodaadal(nobile)
ewolfequindinobilelupo,Rodolfo,compostodahroth(fama,gloria)edawolflupoglorioso,
Landolfocompostodalleradiciland(paese)ewolf,infineGandolfo,compostodagand(bacchetta
magica)edawolfhailsignificatodilupodotatodiforzamagicaoppurelupoguerriero.
Alcontrario,ipopolisedentariagricoltorieallevatori,temevanoillupocomeunacalamitingrado
di azzerare il gregge in un solo assalto notturno pregiudicando le loro stesse possibilit di
sopravvivenza.Neipopoliditradizionepastoraleeguerriera,comeiGrecieglistessiRomani,si
assistevaadunasortadischizofreniapoichveneravanodivinitcuierasacroillupocomeMarte
(AresperiGreci)e,altempostesso,numitutelaridellegreggicomeilromanoFauno(Panperi
Greci), detto anche Luperco o come il greco Apollo, cui era attribuito lepiteto di Liceo
sterminatoredilupi.
Laspetto paradossale del conflitto tra uomopastore e lupo, iniziato con la rivoluzione neolitica
circa7.000annifa,stanelfattocheluomohatrovatoilsuomigliorealleatoproprionelprodotto
delladomesticazionedellupo,ilcanechedanoi,inAppennino,solitamenteditagliagrandee
dicolorebianco.Lasceltadelmantelloderiva,peralcuni,dallasuafunzionemimeticataledanon
farscorgereallanimaledapredalapresenza,inmezzoallepecore,delcandidoguardianoaltri,
come Columella giustificavano la preferenza perch essendo molto diverso dal colore
solitamentefulvodellebestieselvaticheevitavano,nellaconcitazionedellacacciaallaggressore
delgregge,ilrischiodicolpireilcanealpostodellafiera(DelAgricoltura,libroVII).
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Lanascitadellupocattivo

Per quanto possibile sapere, il lupo che abitava le foreste dellantica Roma o della Grecia
classica, era simile a quello che noi oggi conosciamo era considerato n pi n meno che un
cagnacciocheinsidiavagliarmentie,laggressionealluomo,eraritenutauneventoeccezionale,
unomen,unpresagio,comelodefinisceOrtalli(Ortalli1997).Nellaltomedioevo,invece,sipassa
daltimoreperillupo,peridannichepotevaprovocare,alterroredelluposiaffaccia,allaribalta
dellastoria,illupoantropofago,illupomangiatorediuomini.
Ma cos accaduto se il lupo era sempre lo stesso animale? Quello che si era modificato, con
moltaprobabilit,erailrapportotrauomoelupo.
Qualilecausediquestocambiamento?Unruolodecisivodevonoaverlogiocatoletrasformazioni
ambientali avvenute nel passaggio tra antichit e alto medioevo. Al tempo delle guerre greco
gotiche che flagellarono la penisola per una ventina danni, dal 535 al 553, la dissoluzione
dellimpero romano aveva portato al decadimento delle pratiche agricole e quindi allabbandono
del territorio. Ci comport un processo di inselvatichimento del paesaggio naturale,
caratterizzato dalla cosiddetta reazione selvosa con conseguente diffusione degli ambienti
boschiviedellincoltoalpostodeiterreniuntempocoltivati.Questosconvolgimentoambientale
implic una trasformazione delleconomia agricola, con un deciso incremento dellattivit di
allevamentosoprattuttobrado,cuisiaffiancaronolacacciaelaraccoltadeiprodottispontaneidel
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bosco: in pratica una
regressione, un ritorno
allantico delle pratiche
agricole. La presenza di
tanto bestiame al pascolo
favorillupoperchglimise
a disposizione prede facili
da catturare, verso le quali
veniva spinto dalla
diminuzione delle sue prede
naturali a seguito
dellaumentata attivit
venatoria da parte
delluomo.
Divent cos inevitabile lo
scontro tra due divoratori di
carne: il lupo e luomo. Un
conflitto che lasci sul
campo morti e feriti dalluna
e dallaltra parte. Va inoltre
considerato che, a parte i
cambiamenti ambientali che
reseroillupopiaggressivo
perch cacciato ed invaso
nel suo habitat, proprio in
quel periodo
levangelizzazionecristianasiandavaespandendoincentroenordEuropa.Nondaescludersi
che il lupo, animale totemico di tante popolazioni ancora pagane, sia stato oggetto di una
campagnadidemonizzazionediventandocosilsimbolodiognimalepossibile.
Il Cristianesimo che, da un lato, aveva decisamente contribuito a creare questo nuovo demone,
provvide anche a fornire i necessari antidoti, eleggendo una schiera di santi e beati per
contrastarelaminacciadeilupi.
Ilpiconosciuto,senzadubbio,sanFrancescovissutoacavallodel1200,maprimaedopodi
lui ce ne sono stati molti altri, anche se meno famosi. Gi nel VI secolo abbiamo santErveo o
Herv,natoinGallesdaunmenestrelloingleseecresciutoinBretagnaallacortemerovingiadi
Childeberto. Cieco dalla nascita, mentre si trovava nel monastero di Plouvien insieme al suo
giovaneaiutanteGuirano,unlupodivorlasinochestavatirandolaratro.Hervloammanselo
aggiogasuavolta,consentendocosdiportareatermineillavorodiaratura.
Lepisodiodellauccisionediunanimaledasomaelasuccessivasostituzioneconillupouna
costantechesiriproponeinmoltevitedisantiebeati.
AcavallotraVIIedVIIIsecolonelnorddellaFrancia,nellaregionedelPaisdeCalais,troviamo
Santa Austreberta, badessa benedettina di Pavilly. Anche in questo caso lasino, addetto al
trasporto della biancheria dal convento alla lavanderia, cade sotto lassalto di un lupo, il quale
vienedomatodallasantae,daquelgiorno,sostituitoalpostodellasuavittima.
SanGuglielmo(Vercelli1085Goleto1142)inviaggioversolaPalestinasifermnellavellinese
dove a Mercogliano fond labbazia di Montevergine. Mentre viveva da eremita sulle montagne
dellIrpinia il suo asino, unico e prezioso mezzo di trasporto, fu ucciso da un lupo che venne
prodigiosamentetrasformatoinunmansuetoanimaledasoma.
Lo stesso accadde a SantAmico, intorno alla met del XII secolo, mentre si trovava nel
monasterodiSanPietroAvellanainAltoMolisedacuiuscivaognimattinaperrecarsinelboscoa
raccoglierelegnadaardere.Ungiorno,appenaarrivato,sieradistesoperriposareipiediquando
un lupo si avventa sulla sua mula e la abbatte. SantAmico, senza scomporsi, prende il basto
della mula e lo pone sulla schiena del lupo costringendolo, da allora, a trasportare la legna al
convento.
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Negli stessi anni, e sempre in Molise, un episodio analogo capit al Beato Giovanni eremita da
Tufara.MentreeraintentoalledificazionedelMonasterodiSantaMariadelGualdointerritoriodi
FoianoValFortore,nelboscoMazzocca,unlupoassaledivorlasinocheservivaaltrasporto
dellepietrenecessarieallacostruzione.Ilbeatononsipersedanimoechiamatoasillupogli
sistem il basto sulla schiena destinandolo, anche in questo caso, a sostituire lanimale che
avevaucciso.
Altri santi invece sono rimasti famosi per aver ammansito dei lupi feroci, proprio come san
Francesco.
Tra i pi noti San Domenico di Sora che, intorno allanno Mille, lasciato leremitaggio di Prato
Cardoso, presso il lago di Scanno, per raggiungere il territorio di Cocullo assist ad una scena
straziante:genteaffannatachecorrevagridandodietroadunlupochetenevaunneonatotrale
fauci,mentreunapoveradonna,sorrettadaaltre,piangevadisperatamentestrappandosiicapelli.
AquellavistaS.Domenicoalzgliocchialcieloeimposeallupoditornareindietro.Constupore
di tutti, a quel comando, la belva cess di correre e, rifacendo la strada percorsa, si diresse
umilmenteversoilSantoaipiedidelqualedeposesanoesalvoilbambino,chefusubitorestituito
allamadre.QuestomiracolovienericordatoogniprimadomenicadimaggioaPretoro(AQ).
E cos via fino ad arrivare ad un gigante della fede come Ignazio di Loyola, fondatore della
Compagnia di Ges. Anche sulla sua figura la tradizione popolare ha elaborato racconti
soprattutto del suo legame con i lupi. Sicuramente molto dovuto al suo stemma familiare che
raffigura un paiolo sormontato da due lupi, in spagnolo lobos y olla dalla ablazione di alcune
lettere LOBOS Y OLLA e successiva fusione, deriva il titolo del casato di SantIgnazio. Ma la
trasmissioneoralenarrachequandosantIgnaziopredicavatralemontagneabruzzesi,unbranco
di lupi affamati assal greggi e bambini. Gli abitanti terrorizzati, supplicarono il santo che faceva
penitenza tra i verdi pascoli, di salvarli da tanta ferocia. SantIgnazio, senza paura, si inoltr in
mezzoailupi,sisedetteaterraeinizialeggerelavitadiGesCristo.Ilupisiaccovacciaronoe,
tranquillizzati, ascoltarono le parole del santo. Finita la lettura tornarono tra le montagne, senza
pispaventarelagentedelpaese.
EdsemprenelMedioevochetornainaugeilmitoclassicodelluomolupo,dellalicantropia.Le
leggenderiguardantigliuominiluposimoltiplicanointuttaEuropa,incostanteespansionefinoal
1700, con punte di massima tra il 1300 e il 1600, periodo in cui si intensificarono le caccie alle
streghe.IroghidellInquisizionesonostatimoltospessoalimentaticonpresuntilupimannari.Dal
Settecento,ilsecolodellIlluminismo,sitenderasconfessarelapossibilitcheunessereumano
possa trasformarsi fisicamente in un lupo, e la licantropia rimarr contemplata solamente dalla
psichiatriacomeaffezionepatologica.Anchesequestacredenzarimarrinvecebenradicatanel
folclorelocale.
La stessa sequenza temporale la ritroviamo nel mondo delle favole. Infatti i favolisti classici ,
attribuironoallupodifettitipicamenteumaniqualilamalvagit,lastoltezza,lacupidigia,lavidit
e la prepotenza, la brutalit, ma nulla di pi. in pieno medioevo che, anche qui, si affaccia il
lupo antropofago divoratore di esseri umani. Nel primo quarto dellXI secolo Egbert de Lge
scriveLapetitefillepargneparleslouveteaux.Inquestoracconto,doveunabambinavestitadi
rosso viene rapita da una lupa e portata nella sua tana, viene anticipato quello che costituir il
tema centrale di Cappuccetto Rosso, favola ben pi nota che esordir nel 1697 nella raccolta I
raccontidiMammaOcadiCharlesPerrault.
Oranonostantequestafiabasiastataoggettodisvariateletture,ancheinchiavepsicoanalitica,
arrivandoasostenerecheinrealtillupodelraccontononlanimalechenoiconosciamo,bens
luomoinvestediseduttore,cundatodifattochenonpuesseresottaciuto.Infattinelperiodo
immediatamente precedente la pubblicazione della favola di Cappuccetto Rosso, il quinquennio
16911695, in Francia si verific il maggior numero di attacchi di lupo alluomo con pi di 200
vittime.
Ilfamosofondodiveritchecinognifiabaeinognileggenda.
Inconclusioneilrapportotrauomoelupo,altalenantetraamoreeodio,trafascinoerepulsione,
passato nei secoli dallammirazione alla domesticazione, dalla paura alla demonizzazione per
approdare,poi,allosterminiopianificato.
Per raggiungere questo obiettivo, leliminazione del lupo dalla faccia della Terra, luomo ha
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utilizzatounampiagammadimezzi,dimostrandouninventivanoncomune.
Maquestatuttaunaltrastoria.
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Bibliografia
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Bibliografia
ORTALLIG.1997,LupigenticultureUomoeambientenelmedioevo,GiulioEinaudieditore
spa,Torino.
Referenzeiconografiche
BernardD.,DuboisD.,Lhommeetleloup,BergerLevrault1981.

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