Sei sulla pagina 1di 1

TERRA TERRA

12.06.2009
| di Manuela Cartosio
Bucce di banana
Cosa hanno in comune i gusci del cacao, la polpa dell'anguria e le bucce di banana? Sono
biomasse da cui si pu ricavare energia.
Per i gusci dei semi di cacao la procedura semplicissima: basta bruciarli. Lo sta facendo,
mescolandoli al carbone, una centrale elettrica del New Hampshire, in Gran Bretagna. Nei
pressi della centrale c' una fabbrica di cioccolato che, fino a qualche mese fa, mandava
in discarica grosse quantit di gusci di cacao. Ora li ritira gratis l'azienda elettrica Psnh che
si accolla il costo del trasporto. Risultato: un po' di immondizia in meno, un po' di energia
in pi (meno inquinante del carbone). Il cioccolato, cos, "energetico" due volte.
Suscita qualche perplessit, invece, l'uso della polpa delle angurie per ottenere
bioetanalo. Non sarebbe pi semplice, e pi corretto, mangiarla? Purtroppo l'occhio vuole
la sua parte e il 20% dei cocomeri prodotti negli Usa vengono scartati perch non adatti
alla vendita. I ricercatori del dipartimento agricoltura di un'universit dell'Oklaoma hanno
trovato un modo per utilizzare le angurie difettose. La polpa rossa, ricca di zuccheri, ha
un'elevata resa alcolica. Da 7 chili e mezzo di polpa si ricavano 500 grammi di zuccheri e
di questi sette decimi diventano etanolo.
Torniamo in Gran Bretagna, dove all'universit di Nottingham un neolaureto, reduce da un
viaggio in Rwanda, ha messo a punto una procedura davvero low tech per usare le bucce
di banane come combustibile. Prima si fanno marcire le bucce e le foglie di banana. Si
ottiene una poltiglia collosa che poi vien mescolata con un po' di segatura. Si formano
delle mattonelle che vengono fatte asciugare al sole. Con quello pallido di Albione servono
una decina di giorni, ma in Africa i tempi si accorciano. Le mattonelle sarebbero l'ideale
per i paesi africani dove si consumano molte banane e scarseggiano i combustibili per uso
domestico.
Da anni si moltiplicano gli esperimenti e i progetti per ideare fornelli e combustibili per i
paesi poveri. Quasi tutti sono falliti perch o sono troppo costosi o sono troppo complicati
per i bisogni di un villaggio africano. Le mattonelle alla buccia di banana sembrano ovviare
a questi inconvenienti. La materia prima disponilibile in abbondanza e non costa niente.
A una tonnellata edibile di banane corrispondono dieci tonnellate di scarti (tra bucce, foglie
e gambi). Il ciclo produttivo delle mattonelle interamente manuale. Ogni nucleo familiare,
ogni comunit di villaggio potrebbe farsi le sue mattonelle. La buccia di banana contiene
delle sostanze agglutinanti che tengono insieme le mattonelle. Queste ultime bruciano
lentamente e consentono di cuocere i cibi. Non si rischiano scoppi e incendi, come spesso
succede con i fornelli a kerosene. Non ci si avvelena respirando i fumi della carbonella.
Non si disboscano le foreste per raccogliere la legna per cucinare. Una fatica che tocca
alle donne dei villaggi africani, costrette a percorrere decine di chilometri per trovare alberi
da tagliare.
I paesi africani dove si coltivano pi banane sono Rwanda, Tanzania e Burundi. Sono gli
stessi dove oltre l'80% dell'energia viene ricavata dalla legna.
Consapevoli di non aver inventato niente, i ricercatori dell'universit di Nottingham non
hanno brevettato le mattonelle alla buccia di banana. Un piccolo gesto di anticolonialismo.

Potrebbero piacerti anche