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DALTROCANTO

DALTROCANTO #3 / I - 2009
ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA ATHENA
c/O Facoltà di Economia,V. Inama, 5 - Trento, e-mail: athenatrento@yahoo.it,
www.myspace.com/daltrocantotn

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Libertà di Kilgore Trout


Laogai...p.4 stampa Un'intervista...p .8

e Caucaso...p .6

Credenze Autentiche
e realtà...p.10 Menzogne...p.14

Software L'acqua in
Nettlepeak...p.16 Libero...p.18 bottiglie
fa bene?...p.20
2
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Direttore responsabile: Luca Zanin

Presidente: Franco Fadanelli

Redazione: Irene Corn, Franco Fadanelli, Stefano Franceschini, Marco Giacomelli, Silvia Girardi,
Marina Pezzi, Enzo Zanghellini

Grafica e impaginazione: software open source "Scribus", Stefano Franceschini, Silvia Girardi

Hanno collaborato a questo numero: Anna Vanin; Chiara Lora, Martino Salvaro e Pietro Zambelli
per Ingegneria Senza Frontiere

Cruciverba a cura di Franco Fadanelli

Foto di copertina: Martina Michelotti, "Controluce"

Vincitrici del "Concorso Fotografico e Giornalistico": Martina Michelotti (per la sezione


fotografica) e Anna Vanin (per la sezione giornalistica). Secondo e terzo classificato per la
sezione fotografica: Jota Videira (p.12-13), Fabio Azzolin, "L'occulto concentramento della verità"
(p.5).
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Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1286/2006.
Stampato presso Amorth, Gardolo (TN)
L'iniziativa è stata realizzata con il contributo finanziario dell'Università degli Studi di Trento e dell'Opera Universitaria
EDITORIALE
L a verità? Dedicare un intero numero di Daltrocanto, la nostra fatica numero 3, al tema
verità/menzogna è stato facile come dire una bugia. In queste pagine, diremo la verità e
soltanto la verità? Tutti gli articoli saranno veri? Costruiremo le nostre verità su quelle che
sono le nostre credenze? Diremo la verità attraverso la bugia più grande del mondo, l'arte?

Che cosa potete trovare in questo Daltrocanto, la rivista di attualità e cultura dell'Associazione
Athena?

Irene ed Anna, con i loro articoli, ci ricordano come la verità non sia un gioco, ma che molte
persone soffrano e combattano per portarla a galla.

Un gradito ospite, gli amici di Ingegneria Senza Frontiere, ci aiutano a scoprire come le bugie
economiche rischino di avvelenare le nostre acque.

Silvia diffonde il verbo del software libero, soffocato troppo spesso dalle bugie del software
tiranno.

Franco ci racconta fatti e misfatti di un vecchio amico. Tim Burton, Alice Munro e Marina ci
accompagnano a vedere quanto c'è di noi nei nostri racconti, nelle nostre invenzioni. Enzo ci
parla di noi stessi e del rapporto con le nostre convinzioni, di come spesso, abituati alla prigionia
dei nostri preconcetti, non spicchiamo il volo, ignorando la porticina della gabbia aperta.

Stefano è il regista occulto del numero, colui che impagina, tramando nell'ombra.

E allora scegliete con Marco il sentiero giusto e mandate alle ortiche le bugie degli altri giornali!
3

LA VIGNETTA DEL PRESIDENTE

Vuoi collaborare anche tu con noi?


Puoi trovarci tutte le settimane presso il nostro ufficio nel corridorio delle associazioni della
Facoltà di Economia. Contattaci via e-mail o consulta www.myspace.com/daltrocantotn
LAOGAI
di Anna Vanini

L aogai sta per "Laodong gaizao dui", che


significa "riforma attraverso il lavoro".
Infatti queste strutture, inaugurate da
Mao Zedong nel 1950, operano come campi di
concentra- mento sul modello dei gulag sovie-
che fabbricano il sogno occidentale", "La Re-
pubblica").
Tuttavia la responsabilità non è solo di
quelle imprese cinesi che nascondono gli abu-
si ma anche delle grandi firme occidentali co-
tici e lager nazisti. me Puma, Timberland o Nike, che forniscono
Queste sono funzionali al regime per "rapporti sulla responsabilità sociale d’impre-
due scopi principali: il primo e’ perpetuare un sa" su cui timbri e numeri falsificati mettono a
continuo indottrinamento politico mediante tacere terribili verità.
l’uso della violenza, mentre il secondo e’ forni- Per Lu Decheng, uno dei tre ragazzi che
re forza lavoro a costo zero. Il laogai agisce co- lanciarono gusci d’uovo contro ritratto di Mao
me una vera e propria unità produttiva e Zedong in piazza Tian An Men il 23 maggio
ciascun campo presenta due nomi: uno come 1989, "le aperture all’occidente e il coinvolgi-
prigione e l’altro come impresa commerciale, mento delle ditte straniere nel mercato cinese
4 rendendoci difficile riconoscere la prove- è solo un modo per ricattare la comunità
nienza della merce pro- internazionale e farla
dotta nel laogai, la cui tacere sui diritti uma-
importazione è vietata ni" (Intervista del
in molti Paesi. 04/06/06 da Asia-
Federico Rampini, gior- News.it).
nalista de “La Repubbli- I dati parlano chiaro:
ca”, scrive che “per le stime della Laogai
confezionare un paio di Research Foundation e
Timberland, vendute in di altre ONG attive
Europa a 150 euro, un nel settore riportano
ragazzo guadagna 45 l’esistenza di almeno
centesimi di euro. Lavo- 1045 laogai nel 2006
ra 16 ore al giorno, e 1422 nel 2008 e la
dorme in fabbrica, non presenza di una rete
ha ferie né assicurazio- vastissima di fabbri-
ne malattia, rischia che-lager dove viene
l'intossicazione e vive sfruttato l’80% della
sotto l'oppressione di popolazione.
padroni-aguzzini. I ritmi Una testimonianza fon-
di lavoro sono così damentale è quella di
intensi che i lavoratori Harry Wu, geologo ci-
hanno le mani penosa- nese laureato a
mente deformate dallo Berkeley in Califor-
sforzo continuo (tratto nia, fondatore della
da: "I lager cinesi Laogai Research
Foundation che è stato rinchiuso 19 anni in un tà. Tale sforzo collettivo è necessario affinché
Laogai e racconta di chi come lui é stato impri- il singolo non percepisca la realtà come
gionato per aver denunciato crimini e corru- qualcosa che sfugge alla sua portata tanto da
zioni del regime o semplicemente perché di spingerlo a dire: “Eh, tanto noi cosa possiamo
religione cattolica o di altra fede come per i fare…”.
praticanti di Falun Gong, una pratica spirituale É vero che non siamo tutti Gandhi,
per purificare corpo e mente, che vengono Martin Luther King o Nelson Mandela ma
informarsi, leggere, firmare petizioni può già
arrestati, uccisi e i cui organi sono venduti a
clienti asiatici e occidentali (per approfondire
essere il nostro contributo importante ad
un’azione di pressione più vasta, basata su
5
“Cina – i dannati dal Falun Gong” da "L’Unità" una maggiore responsabilità sociale e co-
del 13/06/2005). scienza civica.
Grazie alle pressioni della Laogai Forse prendendo atto del fatto che il
Research Foundation e numerose altre orga- mondo non è diviso in buoni e cattivi ma che
nizzazioni internazionali nel 2005 il congresso siamo tutti parte, più o meno consape-
degli Stati Uniti e successivamente il Parla- volmente, di uno stesso sistema, parlare di di-
mento tedesco e quello italiano nel 2007 ritti umani non sarà solamente un bel discorso
hanno approvato risoluzioni che denunciano i di chi ingenuamente pensa che nel mondo la
laogai e la continua violazione dei diritti uma- giustizia trionfi sempre, ma avrà un significato
ni in Cina. più vivo e vicino a noi, prima come esseri
Nonostante questi passi, resta ancora umani e poi come cittadini.
tanto lavoro da fare per impedire l’importazio-
Foto 1: "Il lavaggio del cervello", www.laogai.it
ne di merci prodotte dallo sfruttamento uma-
Foto 2: Fabio Azzolin, "L'occulto concentramento della
no, introdurre una normativa che consenta la
verità".
tracciabilità dei prodotti commercializzati
all’interno dell’UE e quindi garantisca una
informazione corretta per il consumatore.
E qui veniamo noi, cittadini, consumato-
ri e individui: vivere nell’epoca della globa-
lizzazione significa anche vivere in un mondo
in cui ogni evento, per quanto piccolo esso
sia, ha ricadute sull’intero ordine mondiale.
Ed è questa la sfida maggiore di chi lotta per i
diritti umani: agire su avvenimenti e dinami-
che che coinvolgono tutte le sfere della socie-
LIBERTÀ DI
STAMPA
E CAUCASO:
POCHE VERITÀ, MOLTE MENZOGNE
di Irene Corn

A nna Politkovskaja, Stanislav Markelov,


Anastasiya Baburova e Natalya Estemi-
rova. Persone con professioni diffe-
renti, background differenti ed un unico
denominatore comune: un omicidio violento
la collaboratrice della Novaja Gazeta Anasta-
siya Baburova, deceduta in seguito a causa
dello sparo. Markelov aveva appena esposto
alla Independent press center le circostanze in
cui era stato rilasciato l'ex colonnello russo Yu-
che interrompe la loro volontà di fare chia- ry Budanov, reo confesso e condannato a dieci
rezza e di propugnare il rispetto dei diritti anni per aver strangolato e seviziato, assieme
6 umani in Cecenia, regione pacificata di re- ad alcuni commilitoni, una diciottenne cecena.
cente con il fuoco. Markelov da giorni aveva palesato l’intenzio-
Incominciamo dall’inizio. Mosca, 7 otto- ne di ricorrere al tribunale penale internazio-
bre 2006: Anna Politkovskaja, scomoda giorna- nale avverso il rilascio anticipato di Budanov.
lista del quotidiano Novaja Gazeta, stava Al suo fianco la Baburova, la quale ultima-
rientrando a casa dopo avere fatto la spesa mente si era occupata della rinascita in territo-
quando è stata raggiunta da quattro colpi rio russo di gruppi neo nazisti e di violenze di
nell’androne del suo palazzo. Quello alla testa stampo xenofobo. Le modalità di questi due
è stato fatale. Anna Politkovskaja stava lavo- omicidi ricalcano quelle della Politkovskaja e
rando su un’inchiesta relati- rimandano inevitabilmen-
va alle torture commesse in te all’ipotesi dell’omicidio
Cecenia dai militari legati al su commissione.
presidente Kadyrov, l’uomo Cambio di scena, questa
scelto dal Cremlino per volta siamo a Grozny, Ce-
normalizzare la regione che, cenia, 15 luglio 2009: sono
nonostante gli sforzi, sta le 8.30 di mattina quando
sempre più diventando un Natalya Estemirova, nota
soggetto instabile e fuori dal attivista per i diritti umani
controllo russo. e membro della ngo Me-
Mosca di nuovo, 21 gennaio morial, viene sequestrata
2009: l’avvocato Stanislav da sconosciuti. Verrà ritro-
Markelov viene freddato con vata senza vita nel tardo
un colpo alla testa alla pomeriggio in un villag-
conclusione di una confe- gio della vicina Ingusce-
renza stampa. Con lui viene zia, colpita a morte da
gravemente colpita anche quattro proiettili
.
Anche qui, le modalità dell’uccisione fanno accomuna Politkovskaja, Markelov, Baburova
pensare ad un’esecuzione: la Estemirova infatti ed Estemirova, è il fatto di avere attaccato di-
si era guadagnata molti nemici nelle élites di rettamente politici e militari, uno per uno, in
comando cecene e vicine al Cremlino rive- uno Stato dove la stampa e la legge vanno
lando le atrocità commesse sia dai battaglioni controllate, imbrigliate, plasmate. Questi avvo-
russi che dalle paramilizie di Kadyrov in Cece- cati, giornalisti, attivisti hanno rivendicato il
nia. Era stata anche premiata per il suo impe- primato della personale responsabilità, senza
gno nel documentare le violazioni dei diritti accontentarsi di denunciare in toni vaghi vio-
umani nella regione; al momento della sua lenze e violazioni dello stato di diritto, e
uccisione stava lavorando ad una serie di perciò hanno pagato in prima persona. Que-
importanti casi sulle sparizioni forzate avvenu- sta considerazione si comprende meglio alla
te a partire dall’inizio della seconda guerra ce- luce di un dato, pubblicato nel giugno del
cena. 2009 in un report della International Fede-
Di fronte all’assassinio della Estemirova ration of Journalists: dal 1992 ad oggi in Russia
l’ngo Memorial ha da subito usato parole dure sono stati uccisi 72 giornalisti. La Russia ottie-
contro il governo di
Mosca, parlando di
“esecuzione extra giu-
di- ziale” compiuta da
squadroni che agisco-
no nell’indifferenza (o
peggio, con il placet)
del Cremlino. Il presi-
dente Medved invece
ha dichiarato che
l’uccisione della Este-
mirova rappresenta 7
una provocazione che
non resterà impunita e
che il lavoro della atti-
vista è sempre stato
degno del massimo ri-
spetto. Belle parole o
effettiva volontà di
processare i veri
mandanti di questi as-
sassini? A giudicare dai ricorsi della storia, il ne così il triste primato di terzo paese al
pessimismo sembra di rigore. Il processo per mondo per numero di reporters uccisi a causa
l’omicidio della Politkovskaja infatti si è risolto della loro professione; fra questi, almeno 4
con un nulla di fatto: fra gap di indagini, insuffi- collaboravano con il quotidiano Novaja Gaze-
cienze probatorie ed impossibilità di risalire ta.
agli effettivi mandanti, gli unici imputati (incri- Purtroppo come si è spesso constatato
minati come complici) sono stati assolti in nella maggior parte dei casi, le indagini relati-
febbraio dalla giuria. È vero che il 25 giugno ve a uccisioni del genere non riescono ad
2009 la Corte suprema russa ha accolto il ri- individuare colpevoli e si arenano in un nulla
corso della pubblica accusa, annullando la di fatto: un buon modo, à la russe, per ottenere
sentenza, ma lo ha fatto fra le polemiche della il silenzio stampa su vicende e responsabilità
famiglia della Politokvskaja stessa (che non ha concrete.
interesse alla condanna di quelli che non sono
né i sicari né i mandanti) e il silenzio degli
ambienti politici moscoviti.
Quello che interessa sottolineare e che
KILGORE TROUT
Un'intervista

di Franco Fadanelli

A bbiamo incontrato per “Daltrocanto”


Kilgore Trout, uno dei padri del
postmodernismo americano, quasi
sconosciuto in Italia, ma secondo Rosewater
uno dei più grandi romanzieri americani del
Vedo che non ama le domande di attualità.
Lei è arrivato al successo dopo aver scritto
numerosi titoli poco fortunati. Che cosa ci
può dire dei suoi inizi?

Novecento.

Caro signor Trout, questo numero della no-


stra rivista è dedicato al tema veri-
tà/menzogna. La invito pertanto a
mescolare liberamente verità e falsità
nelle risposte alle mie domande.
8 Non vedo alcuna differenza con le mie
interviste precedenti.

Perfetto. Lei è sempre stato uno scrittore


molto attento all’ambiente. Che cosa pensa
oggi della politica ecologista promossa dal
presidente degli Stati Uniti, Barack Oba- Nel dopoguerra ho lavorato per diversi
ma? anni in una ditta di telai per finestre. Avevo
Non era Reagan il presidente? parecchio tempo libero per scrivere. Conosce-
vo poca gente. Più che altro faccio fatica a ri-
cordarmi i nomi delle persone. Mi sono anche
sposato tre volte e ho dei figli. Dunque, dice-
vo, scrivevo parecchio e mandavo i miei scritti
a tutti gli editori dell’elenco telefonico. Spesso
spedivo l’originale dei miei lavori, senza
farne copia. Ho perso parecchi romanzi in
questo modo. Alla fine, un giorno, un editore
ha cominciato a pubblicarmi sulle sue riviste
pornografiche. I miei racconti, che nulla aveva-
no a che fare con le immagini, servivano a
riempire le pagine della rivista. Il mio libro Pe-
ste a rotelle fu venduto dall’editore coperto da
una fascetta che diceva “All’interno: tope spa-
lancate!” Molti racconti furono pubblicati,
talvolta a mia insaputa e senza alcun
compenso, in questo modo. Fu così che nel ’79
in un viaggio nel New Jersey ritrovai Gilgongo, del successo. Oggi lei mi paga albergo e cena
un racconto che avevo scritto quindici anni per sentirmi dire due sciocchezze. Domani,
prima e di cui nemmeno io avevo più memo- non si preoccupi, qualcun altro farà lo stesso.
ria. Mi resi conto di essere diventato famoso
quando Sport illustrated mi Aveva dei riti, delle piccole abitu-
chiese di scrivere un dini quando scriveva?
racconto sul cricket. Rifiutai, Mi è sempre piaciuto scrivere
ma la loro richiesta mi fece con un bicchiere di qualcosa di forte
molto piacere. vicino a me, ma senza grandi ecces-
si. E una Pall Mall sempre accesa. A
Il suo ultimo lavoro, La co- dire il vero, queste abitudini non le
lazione dei campioni, è ho mai perse.
stato pubblicato quasi 15
anni fa. Ritornerà a scrive- Quali sono stati i suoi maestri?
re? Cristo Santo, avevo trentacinque
Lei è la prima perso- anni quando ho perso la testa per
na a farmi questa domanda. Blake, quaranta quando ho letto Ma-
Non ci ho mai pensato molto. dame Bovary, e prima dei quaranta-
Semplicemente da qualche cinque non avevo mai sentito parlare
anno non ho più voglia di scrivere e ho smes- di Céline. Fortuna volle che leggessi Angelo,
so. guarda il passato all’età giusta per farlo. A di-
ciotto anni.
Mi scusi se insisto, ma non aveva motiva-
zioni più profonde? Non è un caso che in Quali autori contemporanei legge?
quel momento nella sua vita sia entrata Da quando ho smesso di scrivere leggo
una persona importante, la sua attuale molto poco. Per lo più quotidiani sportivi. Gli
compagna Jean Bogat? E allo stesso tempo ultimi autori ai quali sono rimasto legato e con 9

non ha pesato lo scarso successo della sua i quali ho avuto anche dei buoni rapporti di
sceneggiatura Biglietto scaduto, scartata amicizia, appartengono alla mia generazione.
da Spielberg? Di sicuro mi piace Nathan Zuckerman, anche
Guardi che ho lasciato Jean sedici anni se ultimamente non riesce a scrivere d’altro
fa! Ma se voleva farsi i fatti miei, allora poteva che dei suoi problemi di prostata. Nathan è un
leggersi qualcosa di meglio di Wikipedia. E amico che ho letto sempre molto volentieri.
Biglietto scaduto non è stato
scartato. Le balle che non sono state E scrittori italiani?
scritte all'epoca dicendo che io non Ho letto poco
volevo accettare le modifiche di tempo fa la versione te-
Spielberg! Semplicemente lui vole- desca di La moto di
va pagarmi una miseria. Per me po- Scanderbeg di Carmine
teva cambiare tutto, anche il titolo. Abate. Davvero un ottimo
Che poi tanto un paio di anni dopo, scrittore e degli splendi-
con un altro mio romanzo, lo ha pure di romanzi.
fatto. E senza darmi un soldo. Che
cos'era in fondo Schindler's list se Ma non aveva detto di
non il mio La notte di Annie con un po' più me- non leggere i contemporanei?
lodramma? E lei non aveva detto che potevo menti-
Le dico io perchè ho smesso di scrivere. Ho re?
fatto due conti in tasca e ho capito che avrei
fatto meno fatica e avrei comunque campato Foto 1: Kilgore Trout; Foto 2: La fabbrica in cui lavorò
decentemente andandomene a far pre- Trout; Foto 3: Carmine Abate; Foto 4: Un serramento
senzada un congresso all'altro e vendendo i li- fabbricato da Trout.
bri del grande scrittore ritiratosi dal clamore
LE CREDENZE:
I FILTRI CON CUI
COSTRUIAMO LA REALTÀ
di Enzo Zanghellini

L a dialettica tra verità e menzogna impli- l’acqua e la palla di vetro il pesce vede gli
ca inevitabilmente il dilemma su che co- oggetti e le persone deformate e per lui
sa sia la realtà e cosa determini o quella è l’unica realtà possibile, in quanto non
influenzi il rapporto tra l’individuo e il mondo sa di essere nell’acqua. Il postulato fonda-
esterno. mentale della teoria dei costrutti personali
George Kelly (psicologo statunitense enuncia che i processi di una persona sono
del XX secolo) autore della teoria dei costrutti psicologicamente canalizzati dai modi in cui es-
personali afferma che l’uomo è un inveterato sa anticipa gli eventi. Uno dei corollari deri-
ricercatore: autoinventato e modellato dalla di- vanti dalla teoria recita che ogni persona
rezione delle proprie indagini, talvolta in mo- sviluppa in modo caratteristico, per la sua
do meraviglioso e talvolta in modo disastroso. convenienza nell’anticipare gli eventi, un siste-
Kelly afferma inoltre che non esiste una realtà ma di costruzione che comprende relazioni
1 0 oggettiva…ma solo costruzioni mentali. In ordinali fra i costrutti.
altre parole la cosiddetta “realtà”, secondo Da questa affermazione sorge sponta-
questa visione, consisterebbe nella costruzio- nea una domanda: cosa diventa vero per l’indi-
ne delle persone che ritengono di averla sco- viduo? Con quale modalità l’individuo
perta e investigata ovvero nell’invenzione che costruisce la sua realtà e verità? Quali stru-
l’inventore stesso non considera però tale, menti ed elementi agiscono nella costruzione
bensì un qualcosa cheesiste indipendente- mentale? La teoria dei costrutti personali e la
mente da lui. Si tratta della stessa condizione terapia centrata sul cliente, ma sicuramente
ipotetica in cui vive il pesciolino rosso anche altre scuole di pensiero, affermano che
immerso nella sua boccia di vetro con forma l’attore sociale reagisce alla realtà così come
bombata: costruendo la realtà attraverso egli la vede. Emblematico è il caso psichiatri-
co di un uditore di voci che reagi-
sce quindi a un fenomeno
impercettibile da qualunque altra
persona, ma del tutto reale per chi
lo vive.Tra mondo interno e mondo
esterno si intuisce esistano sicura-
mente dei filtri: credenze e
convinzioni.
Il sistema delle credenze.
Tutti noi abbiamo un sistema di
convinzioni che regola la nostra vita
o, sarebbe più corretto dire, noi sia-
mo un sistema di convinzioni e vi-
viamo secondo questo. Non esiste
un pensiero, una parola o un’azione
che possa prescindere da questo tessuto inte- re che scontate non lo sono affatto.
riore di convinzioni e lo esprimiamo in ogni La mappa cognitiva.
nostra manifestazione. La realtà invia al nostro cervello una mi-
Il problema è che non scegliamo consa- riade di stimoli, talmente tanti che se non si
pevolmente le convinzioni secondo cui vivere, effettua una selezione, una semplificazione, es-
poiché la maggior parte di queste sono so collasserebbe. La mente si costruisce così
inconsce e derivano dall'educazione ricevuta, una mappa cognitiva con dei punti di riferi-
quindi da convinzioni dei nostri genitori (ed mento, in modo che tutti gli altri punti ne di-
educatori in generale) che, a loro volta, le ventano una conseguenza e acquisiscono un
hanno apprese dai loro predecessori. In altre senso in funzione di essi. Ad esempio i primi
parole, la maggior parte delle convinzioni che astronomi che cercarono di decifrare il cielo
abbiamo e secondo cui vi- nella sua infinità di punti
viamo non sono neppure luminosi, si ritrovarono di
nostre. fronte al problema di co-
Ma forse anche noi me darne un significato,
come il pesciolino rosso appena convenirono che
non sappiamo di essere un gruppo di stelle poteva
immersi in un liquido rappresentare un carro, e
amniotico fatto di cre- un altro un’orsa, gli altri
denze. Non sono le circo- punti luminosi circostanti
stanze esterne a acquisirono un significato
determinare la qualità conseguente e diventaro-
della nostra vita, ma no parte delle figure tro-
l’interpretazione che attri- vate... figure provenienti
buiamo ad esse. Se è vero comunque dalla cultura
che le circostanze contri- dell’osservatore. Allo stes-
buiscono a creare le so modo, nella vita di tutti i 1 1
convinzioni, è anche vero giorni, costruiamo e
che le convinzioni contribuiscono ad attrarre semplifichiamo la realtà per poterci muovere
le circostanze: i nostri modelli di pensiero nel mondo e darne un senso: anche noi nelle
influenzano fortemente le nostre esperienze. situazioni complesse cerchiamo punti di riferi-
Curiosità dall’India. mento che ci orientino.
In India, quando catturano elefanti La border line.
ancora piccoli, per trattenerli, li legano a un Nella folla dei messaggi contraddittori
paletto sufficientemente robusto. Nonostante che quotidianamente ci giungono, le credenze
ci provino, gli elefantini non riescono a libe- dicono dove tracciare il confine tra affermazio-
rarsi. Passano gli anni, gli elefanti diventano ni degne e non degne di fiducia; consentono
adulti e forti, eppure rimangono attaccati allo inoltre di riconoscere tra la moltitudine il mes-
stesso paletto. Potrebbero facilmente sradi- saggio che si merita, lui e solo lui, di ricevere
carlo con una sola zampata, ma non sanno di fiducia… per arrivare a ciò che è soggettiva-
poterlo fare... Anche noi, proprio come gli ele- mente vero. Nel mondo esistono molte culture
fanti, una volta adulti rimaniamo legati a sche- diverse e quindi sistemi di riferimento diversi,
mi mentali ormai obsoleti che soffocano le dunque il confine tra verità e menzogna, relati-
nostre potenzialità, e crediamo che questi co- vamente ad uno stesso fenomeno, è anch’esso
stituiscano una realtà immutabile e ine- globalmente variabile. Basti riflettere ad
luttabile. La maggior parte delle nostre esempio su come cambi la distinzione tra sa-
convinzioni sono basate sulle esperienze cro e profano, per oggetti diversi, nelle varie
infantili, sul pensiero dei genitori, degli inse- culture sparse per il mondo, osservando come
gnanti, della collettività, della classe sociale a uno stesso oggetto o simbolo (una croce, un
cui apparteniamo: abbiamo assorbito teschio, un seno…) assuma significati molto di-
un’enorme quantità di idee che nella vita dia- versi in funzione della credenza interiorizzata.
mo poi per scontate, senza neppure sospetta-
La verità è soggettiva,
la falsità è oggettiva.
AUTENTICHE
MENZOGNE


di Marina Pezzi

Nel raccontare la storia della menzogna, rielabora la vita vissuta creando le-
vita di mio padre è impossibi- gami dove apparente non ce ne sono, accosta
le separare la realtà dalla fanta- fatti, persone, oggetti che altri percepiscono
sia, l’uomo dal mito. Il meglio che io possa come del tutto distinti. Certo potremmo consi-
fare è raccontarla come lui l’ha raccontata a derare queste rielaborazioni come degli erro-
me. Non sempre ha un senso e quasi mai è ve- ri, degli equivoci a cui la memoria può essere
ritiera…ma questa storia è una storia così…” soggetta, ma perderemmo il vero valore dell’
(Tim Burton, Big fish: le storie di una vita incre- immaginazione. Il ricordo, che sia fedele alla
dibile, Columbia Tristar, 2004) cronaca dell’evento in questione oppure no
Lo spettatore è avvertito, questa storia è (ma quale ricordo è un semplice riferire di
una storia “così”, e non esiste altro modo di fatti accaduti?), è un vero e proprio rivivere,
raccontarla di quello scelto da Edward Bloom, rinnovare il passato distorcendolo, a volte stra-
che nemmeno in punto di morte rinuncia alla volgendolo attraverso la nostra sogget- tività.
sua mania narrativa. Edward è un cantastorie, Ed è proprio questa l’abilità che tutti ri-
1 4 arricchisce, reinventa, aggiunge colore. Il fi- conoscono in Edward Bloom, e che tanto infa-
glio William, invece, è
un giovane giornalista,
riferisce fatti, fa crona-
ca, ed ha l’impressio-
ne che l’abitudine del
padre di trasformare
gli episodi della pro-
pria vita in racconti
fatti per metà di realtà
e per metà di finzione,
gli abbia impedito di
conoscerlo davvero, di
avvicinarne la vera
personalità.
Ma è davvero
così netto il confine tra
verità e menzogna? E’
così semplice stabilire se un racconto è vero o stidisce il figlio William, con la differenza che
se è “solo” immaginario? il suo inventare raccontando è del tutto
Spesso, quando raccontiamo un episo- intenzionale, qualcosa di voluto e di ben
dio della nostra vita, mescoliamo il ricordo congegnato, seppur in qualche modo vitale.
che abbiamo di esso con immagini che Bloom padre ha riscritto l’intera storia della
appartengono a momenti del tutto diversi, ma propria vita attingendo alla sua sfrenata imma-
che nella nostra mente ne sono parte inscindi- ginazione, creando favole che raccontassero al
bile. La mente umana è molto abile nella figlio più di quello che la storia vissuta poteva
effettivamente esprimere. sato” (Alice Munro, La vista da Castle Rock, Ei-
Burton trasferisce in Edward Bloom naudi, Torino, 2007, p. 3)
tutto il proprio talento visionario, dando luogo Quanto può esserci di vero nel racconto
ad episodi fantastici e mirabolanti, come la di quando i cugini Laidlaw costruirono una ba-
strega nel cui occhio di vetro si può vedere di racca nel selvaggio e desertico territorio di
che morte si morirà, o la cittadina di Spectre, Morris, o di come Andrew decise di nasconde-
tanto perfetta quanto inquietante e fuori dal re la sorellina neonata per evitare che la fami-
tempo: “La ‘verità’ è stolida, sterile e meno glia si trasferisse in Ontario, o, ancora, dell’
affascinate rispetto alle meraviglie di cui allevamento di volpi argentate costruito dal
l’arte del narrare ci fa partecipi colorando il padre di Alice? Forse molto, forse nulla, non è
nostro quotidiano” (Massimiliano Spanu, Tim importante. La Munro riesce a farci percepire
Burton, Il Castoro, Milano 2007, p. 138) tutto questo come reale: “Sebbene sia una spu-
Ma non per questo ciò che Edward dorata bugiarda, è verissima” (Pietro Citati,
racconta è meno ‘vero’. E’ anzi proprio questo Alice Munro. Le mie radici nell’antica terra
suo rielaborare che conferisce maggior au- scozzese, in la Repubblica, 1 dicembre 2007,
tenticità, maggiore signifi- p.46).
catività alla sua storia di La verità nasce
vita. dall’intenzione, è desiderio
Quando raccontiamo la di trovare un punto fermo
“nostra” storia, non è la nel mutamento delle cose, è
cronaca dell’avvenimento conseguenza del nostro da-
che ci preme trasmettere, re forma a un flusso di
ma le sensazioni che il suo energia informe. La verità è
ricordo ci suscita, le emo- un processo, qualcosa di
zioni, i sentimenti che mai definitivo. Ecco, allora,
colleghiamo ad esso, e che che chi possiede il dono di
possono essere diversi in raccontare la verità sembra 1 5

persone diverse. La nostra apparentemente allonta-


interiorità filtra quello che narsi da essa, e preferirle
viviamo, ed è questo pro- l’immaginazione, o addirittu-
cesso che a noi interessa ra la menzogna. Ma sono
raccontare: il modo in cui proprio i grandi visionari
le cose hanno toccato il nostro intimo . quelli che ci permettono di avvicinarci di più
Alice Munro è maestra del narrarsi alla verità: “Di fronte ai sostenitori del prosai-
reinventando. Ne La vista da Castle Rock la co – dice Burton – ho sempre difeso l’idea che
scrittrice scava nel proprio passato, rico- Frankenstein, per esempio, mi dica più cose
struendo la storia dei suoi antenati, partiti nel sull’ambiente che mi circonda, sui miei
XVIII dalla Scozia per il Canada, per poi riscri- rapporti con la mia famiglia, i miei vicini, la
vere la storia della sua vita. La Munro riscopre mia cultura, del telegiornale. La linea di sepa-
(a volte scopre ex novo, cercando documenti razione fra la realtà e l’immaginazione è
che testimonino della vita della sua famiglia) sempre indefinita ed elastica. L’elezione di
luoghi, profumi, persone, colori, e li accosta, li Arnold Schwarzenegger a governatore della
assembla, restituendoci il quadro della sua California è realtà o finzione? Per me, l’imma-
personale percezione del proprio passato, e ginario è più vero. Apprezzo le persone che
lo fa così bene che il lettore non si sogne- ammettono che un fantasma o una fantasia, o
rebbe neppure di dubitare che ciò che sta magari un mostro, possono accrescere la loro
leggendo sia realtà. “Alcuni personaggi mi si percezione della realtà” (Antoine de Baecque,
offrivano in parole loro, altri erano frutto di Tim Burton, Lindau, Torino, 2007, p. 139)
una particolare situazione. Parole loro e paro-
le mie, una bizzarra ricostruzione della vita,
sullo sfondo di un determinato scenario vero
quanto può esserlo il nostro concetto di pas-
NETTLEPEAK
di Marco Giacomelli

S ubito dopo aver sorpassato i ruderi di


Stonecastle il furgone svoltava per i
cinque chilometri di strada sterrata,
molto malmessa. Erano le tre del mattino.
come quel rudere laggiù, prima della curva,
che a me sembra evidentissimo. - fece Jim.
- Sarà stato il ricovero dei taglialegna,
quando qui ancora non era parco. -
Percorsi un centinaio di metri il furgone si - Già... – riprese Jim – sai che faticate!
fermava davanti al primo bivio, quindi riparti- Comunque si vede di notte con i fari. E’ possi-
va prendendo la strada di destra. Passati una bile che uno non ci faccia caso, magari anche
manciata di minuti Jim e Chris erano di nuovo di giorno, ma non chi viene qua per disegnare
fermi. Jim ricordava meglio la strada, ma una mappa.
affrontarla di notte non era facile, tra gli alti -Dopo un po’ di soste e qualche
alberi il buio era pesto, non c’era traccia di lu- inversione di marcia, i due erano arrivati al
na e, stando su di un altopiano, non si poteva- termine della strada, dove si lasciano i mezzi e
no scorgere luci in lontananza che potessero si prosegue a piedi; finalmente c’era l’indica-
essere da faro. La zione per Nettlepeak e i
1 6 mappa riportava solo due potevano seguire i
una lunga riga che si- segnavia illuminandoli
nuosa raggiungeva il con la torcia frontale.
suo termine, ma il detta- Dopo un’oretta di
glio non era appropriato cammino cominciava ad
alla complessità del albeggiare. A Chris
territorio. venne un’idea. Stava ri-
- E’ strano che i flettendo tra sé e sé da
sentieri vengano co- quando aveva lasciato il
sparsi di segnavia e ad parcheggio. Pensava
ogni bivio abbiano una che, a seguire sempre lo
indicazione, mentre que- stesso sentiero, si
sta strada che porta perdesse la veduta di
all’inizio del sentiero sia altri luoghi; che magari
completamente lasciata il sentiero era stato
a sé. - disse Chris che, tracciato senza una logi-
stando al volante, seguiva le indicazioni di Jim. ca, semplicemente seguendo una vecchia
- La mappa che abbiamo preso è to- traccia di pastori; che non era l’unico sentiero
talmente inutile: riporta solo la via esatta, che portava ai piedi della cima, ma sicura-
senza le varianti o gli incroci con le vecchie mente il più diretto e con meno strada da fare
tracce, senza una visione più ampia del territo- col furgone.
rio. Quello che l’ha disegnata non aveva la mi- - Jim! Laggiù, dopo quel dosso, svoltia-
nima idea della sua finalità. Una mappa non mo a sinistra in quella apertura del bosco e
serve solo per andare da un posto a un altro, facciamo un altro percorso. - la voce di Chris
serve piuttosto per capire dove ci si trova. ruppe il silenzio del giorno che stava na-
Non sono nemmeno riportati i particolari, scendo.
- Ma sei sicuro che oltre il dosso che segue si - Io potrei sostenere che uscendo dal sentiero
riuscirà ancora a passare? - fece dubbioso Jim. non stiamo più andando da nessuna parte.
- Certo che si passa, e, se non si passa, Certo ci pare di puntare al Nettlepeak, ma ora
si trova un’alternativa. Puntiamo prima a siamo sul nulla. Questo posto in cui siamo ora
quella piccola cima là a sinistra. Sono stufo di non è indicato con niente sulla mappa,quota
seguire sempre lo stesso sentiero, voglio una ecco, siamo su di una curva di livello per ben
visione diversa della realtà! - che ci vada! - argomentò Jim.
- Della realtà! Non esageriamo... co- Chris si fermò, rollò una sigaretta e la
munque a me pare che di qua o di là ci siano fissò tra le labbra, dopodiché disse: - C’è la
ben poche differenze. – terra sotto i nostri piedi, ci sono gli alberi e
- Può darsi, ma almeno cammineremo l’erba che pestiamo, c’è l’aria cristallina che
dove sono magari cento anni che non mette respiriamo. -
più piede un uomo. - rispose Chris che nel - Sì l’aria..., il tuo fumo! - lo interruppe
frattempo si era portato davanti a Jim e, dopo Jim.
il secondo dosso, aveva fiutato un passaggio. - A parte il fumo – continuò Chris –
Ormai il sentiero ufficiale era già anche se ci troviamo ora in un punto non rile-
distante qualche centinaio di metri, ormai il vato dalla descrizione della realtà, la mappa,
sentiero per Chris non esisteva più, c’era l’alti- siamo pur sempre in un posto che ci pare
piano e in fondo, ad una giornata di cammino, egualmente reale o almeno in continuità con
si stagliava la cima con l’imponente versante quello che abbiamo lasciato. Quindi possiamo
sud che Chris era ormai deciso a non salire: almeno dire che una descrizione della realtà
sarebbero saliti da nord, lungo un canalone può essere vera, ma non esclusiva. Hai
che aveva studiato dalla vetta qualche anno qualche reale dubbio di non riuscire a
prima. raggiungere la cima, stando lontano dal
- Ma se non siamo sul vero sentiero, non sentiero? -
siamo in nessun luogo! - ironizzò Jim. - Ah no, questo no, in cima ci si arriva! -
- Vero o piuttosto reale? - rispose Chris. fece Jim producendo uno scatto in direzione 1 7
- «Il vero è ciò che è conforme alla Nettlepeak. Nel frattempo era sorto il sole che
realtà!» - disse Jim citando un qualche libro illuminava il versante est della cima, un bastio-
perso nelle sue letture – Perciò per sapere ne roccioso che ricordava una grande cima
della verità dobbiamo conoscere la realtà. europea. Verso sera sarebbero arrivati al bi-
Allora mi chiedo se la realtà esiste di per sé o vacco, a quota 2400 m, e dopo la cena, con
è solo quello che l’uomo percepisce. - l’ultima luce serale, avrebbero verificato se
- Mah... - rispose Chris - se uscendo dal effettivamente si poteva raggiungere
sentiero non siamo arrivati sulla porta del l’imbocco del canalone nord.
Monte Analogo, bensì siamo sempre sulla stra-
da per la nostra cima, allora tutto quanto l’alti- Foto ed elaborazione: Marco Giacomelli
piano e la cima esistono di per sé! -
FREE
SOFTWARE,
FREE
SOCIETY *
* Stallman (2002)
di Silvia Girardi

N egli ultimi anni si è senti-


to parlare sempre più
spesso di Linux (o me-
glio GNU/Linux, come dicono gli
Linux in particolare viene visto
come una cosa per gli addetti
ai lavori, “da smanettoni”,
anche se altre tecnologie libe-
1 8 esperti!). Da quello che si legge re vengono utilizzate sempre
on-line, il sistema operativo più spesso, come il browser
GNU/Linux è software libero, Mozilla Firefox o, ad esempio,
ovvero la sua licenza garantisce la diffusione di tale logica in
all'utente le quattro libertà fonda- altri ambiti ha permesso la na-
mentali. La Free Software scita di alcuni dei siti più visi-
Foundation, fondazione che pro- tati al mondo, come ad
muove lo sviluppo e l'adozione esempio Wikipedia. Linux è ve-
del software libero, elenca sul ramente da smanettoni?
proprio sito (http://www.fsf.org/) tali libertà: Sembrerebbe proprio di no, per lo meno se ci
•La libertà di eseguire il programma, rivolgiamo a quelle distribuzioni (raccolte di
per ogni scopo (libertà 0); diversi programmi) pensate per l'utente fina-
•La libertà di studiare come il pro- le, come ad esempio Ubuntu Linux, giunta ora-
gramma funzioni e adattarlo alle proprie ne- mai alla versione 9.04. Vediamo quali miti è
cessità (libertà 1); possibile smascherare in relazione a GNU/Li-
•La libertà di ridistribuire copie così nux.
che sia possibile aiutare il proprio vicino (li- Pensiamo in primis all'installazione del
bertà 2); sistema operativo, procedura che talvolta spa-
•La libertà di migliorare il programma e venta l’utente medio, anche solo nella periodi-
di rilasciare i miglioramenti al pubblico, così ca necessità di reinstallare Microsoft Windows
che tutta la comunità ne benefici (libertà 3). perché il disco è troppo pieno o il computer
Premesse veramente interessanti e cu- troppo lento (a chi non è mai capitato?).
riose, parole come libertà, necessità, aiuto e L'installazione di Linux è un'azione indolore, ra-
comunità collegate a programmi per compu- pida ed efficace e si completa in mezz'ora o
ter. Filosofia avvincente, ma in concreto, il poco più! Al termine è tutto pronto: browser,
software com’è? Spesso il sistema operativo programma di posta, suite per ufficio, pro-
gramma di fotoritocco e tutto ciò che ci può non tutti sanno che è possibile farsela
servire. In pratica, è più facile di Windows. Vo- rimborsare se la si rifiuta alla prima accensio-
lendo, possiamo mantenere Linux in doppia ne. Non solo, il fatto di pre-installare ovunque
convivenza con Windows, poiché la procedura un unico sistema operativo (Windows) porta
di installazione riconosce il precedente siste- ad abituare gli utenti all'utilizzo di tale siste-
ma operativo e ci chiede quanto spazio lascia- ma. Questo ha come conseguenza la drastica
re a Linux. All’avvio del computer, a fianco di riduzione delle possibilità di cambiamento (di
Windows, il nostro computer ci chiederà quale sistema operativo) poiché ne aumenta i costi,
dei due sistemi operativi utilizzare. Fra l’altro, in quello che viene chiamato effetto di lock-in
all’interno di Linux è possibile in un qualsiasi (bloccaggio). E’ una sorta di “fedeltà forzata”.
momento accedere ai file salvati in Windows. E Per farla semplice, è grossomodo la
se sorgessero dei problemi durante l’installa- stessa strategia usata dai produttori di spazzo-
zione? Normalmente una ricerca on-line è lini elettrici: se volete utilizzare la testina di
sufficiente per trovare una risposta semplice, una marca su uno spazzolino di un'altra marca,
chiara ed immediata che aiuti a risolvere i pro- questo è impossibile. Il costo del cambia-
blemi in poco tempo, oppure è possibile dare mento: buttare lo spazzolino e comprarne uno
il proprio contributo, segnalando il problema nuovo. Questo fa sì che anche di fronte ad un
sul forum della distribuzione scelta. Così si elevato costo delle testine, avendo bloccato
apprende dall'esperienza altrui e l'esperienza l'utente all'utilizzo di una specifica tecnologia,
altrui è pronta per il nostro apprendimento. questo mantiene una “fedeltà forzata” nei
Secondo mito: ci saranno tutti i pro- confronti del prodotto. Pensate a quanto è più
grammi? Ce ne sono anche fin troppi! Source- difficoltoso il passaggio della gestione dei no-
forge.net con i suoi innumerevoli progetti stri contatti, dei documenti, etc. rispetto allo
software, gli archivi della nostra distribuzione spazzolino.
preferita o le migliaia di siti disponibili ci Vi sentite anche voi dei “fedeli forzati”
permettono facilmente di trovare il pro- a Windows? Allora passare al software libero è
gramma più adatto alle nostre esigenze. Maga- qualcosa da provare, per lo meno per non 1 9
ri non lo stesso identico programma che viene sentirsi legati indissolubilmente ad una sola
usato sotto Windows ma una soluzione equiva- azienda.
lente, spesso anche molto più performante. E’
sufficiente digitare su un buon motore di ri- Silvia usava soltanto Windows, ora ce l’ha fatta:
cerca il tipo di programma che cerchiamo e non è più dipendente.
per quale tipo di distribuzione di Linux, per
trovare ciò che ci serve. E se proprio dobbia-
mo utilizzare un programma che gira sotto © Chappatte in "International Herald Tribune"
Windows, possiamo sem-
pre rivolgerci a Wine, Cros-
sover Office, Cedega o
PlayOnLinux, per usare il
nostro software Windows in
emulazione.
Terzo mito: anche
Win- dows è gratis.
Purtroppo Windows è prati-
camente sempre pre-
installato e non è gratuito. I
produttori hardware paga-
no una licenza, detta OEM,
per installare Windows sui
computer che commercia-
lizzano. La licenza costa
qualche decina di euro e
L'ACQUA IN
BOTTIGLIA
FA BENE?
Ingegneria Senza Frontiere - Trento

L ’utilizzo dell’acqua in bottiglia ha un


impatto molto importante sulla vita di
tutti i giorni ed in particolare anche
sulla vita studentesca. L’ingente consumo di
bottiglie in plastica per l'acqua minerale pone
altri prodotti, dai cibi alle merci più svariate,
ma la differenza sta nel fatto che in questo ca-
so l'alternativa c'è ed è a portata di mano, anzi
di rubinetto: bere acqua pubblica.
Un altro svantaggio nel consumo di
in primo piano tre temi di profondo impatto acqua minerale è che una volta bevuta, la clas-
nel panorama moderno: l'eccesso di rifiuti, il sica bottiglia di P.E.T. diventa un oggetto quasi
loro riciclaggio ed il diritto all’acqua. inutile e deve essere smaltita. Nel caso fortu-
20 Tutti i giorni la pubblicità sui media ci nato in cui sia separata dal resto dei rifiuti e ri-
invita a bere molta acqua minerale in bottiglia ciclata, verrà utilizzata per produrre maglioni
elogiandone le qualità, talvolta quasi miracolo- in pile o per produrre imballaggi i quali, ad
se. Indubbiamente noi abbiamo bisogno di ogni modo, dovranno essere smaltiti in discari-
acqua, il nostro organismo ne è composto per ca, dove rimarranno per alcune centinaia di
il 60% ed è quindi un elemento fondamentale anni.
anche per la nostra salute. Ci si chiede se tutto questo fa bene
Bere acqua in bottiglia, pe- all'uomo e per quanto
rò, può “fare male”! Ci fa male in potremmo andare avanti
maniera indiretta perché quando facendo finta che sia
beviamo dalla bottiglietta di plasti- tutto normale, rassicu-
ca stiamo contribuendo ad inqui- ran- doci l'un l'altro che
nare le nostre città, stiamo sono gli altri ad inquina-
contribuendo a consumare una re? Insomma quando
grande quantità di risorse terrestri impareremo ad assu-
e di energia. merci le nostre re-
Ogni bottiglia d'acqua, sponsabilità e a non
infatti, prima di essere baciata mentire a noi stessi?
dalle nostre labbra è stata imbotti- A dispetto del fatto
gliata, caricata su di un camion, ha che dovrebbe essere un
percorso dalle decine alle centina- cosa nota, non molti
ia di chilometri (a seconda della marca prefe- sanno che l'acqua proveniente dagli acque-
rita), bruciato diversi litri di carburante, per dotti cittadini viene controllata giornalmente,
arrivare, infine, sulle nostre tavole. mentre quella minerale, venduta dalle multi-
Qualcuno potrebbe obiettare che, in nazionali, subisce pochi controlli durante un
realtà, questo è ciò che accade per moltissimi intero anno. A questo si aggiunge l'autentica
disinformazione operata da queste compa-
gnie, di recente anche sui giornali locali, nella
quale si cerca di mettere in dubbio la qualità
delle acque pubbliche arrivando addirittura
ad accusarle di essere pericolose per la salu-
te (http://www.ladige.it /news/2008_lay_noti-
zia_01.php?id_cat=4&id_news=32743).
In tutto ciò la pubblica amministrazione
non aiuta a fare chiarezza concedendo nuova-
mente, come nei recenti casi, concessioni plu-
riennali per lo sfruttamento di alcune sorgenti
a prezzi irrisori e totalmente fuori mercato.
L'argomento del diritto all'acqua è vasto e la
privatizzazione (totale o parziale) delle socie-
tà che gestiscono gli acquedotti ne è solo un
esempio, impossibile da trattare in poche ri-
ghe (http://www.contrattoacqua.it/).
Infine tra i casi di mal utilizzo
dell'acqua pubblica citiamo il fatto che nella
maggior parte dei locali e ristoranti alla ri-
chiesta di avere dell'acqua semplicemente
dal rubinetto (anche pagandola!) molti si rifiu-
tano di fornirla (http://www.imbrocchiamo-
la.org/), in aperto contrasto con la legge, ma
in linea con la crescente mercificazione di
questo bene.
E' partendo da queste considerazioni te” che prevede tra l'altro l'installazione di 21
che nell'associazione di volontariato Ingegne- alcuni erogatori di acqua “del sindaco” nelle
ria Senza Frontiere di Trento è nata la voglia varie Facoltà e la distribuzione di borracce
di informarsi, di sensibilizzare sul tema del di- fatte di materiale che ne consenta il riutilizzo
ritto all’acqua e di pensare a degli strumenti per un lungo periodo (alluminio o policarbo-
per limitare il consumo di acqua in bottiglia a nato) possa andare in questa direzione.
favore di dinamiche più etiche e sostenibili. Facciamoci del bene, beviamo l'acqua
Pensiamo che il progetto “SoddISFa la tua se- del rubinetto!

Foto 2: www.fastcompany.com
Foto 3: http://i.thisislondon.co.uk
DIS-INGANNO GENERAZIONALE
di Stefano Franceschini

Siamo cresciuti, abbiamo imparato e Il nostro interrogativo è chiaro: che tipo


ora possiamo affrontare temi più complessi. di discorsi stanno facendo i nostri padri e le
Verità o Menzogna? Ma è proprio vero che nostre madri? Ci stanno ingannando o hanno
dobbiamo rimanere ancorati a queste due smesso di ingannarci? Rimane da chiedersi
categorie e alla loro quasi naturale allora che cosa fare e se combattere la verità
opposizione? Recentemente a Torino si è con la menzogna (o viceversa). No grazie. È
svolto il festival “Torino spiritualità. Domande a un’altra strada quella che vogliamo prendere,
Dio. Domande agli uomini” e quest’anno il si tratta di uscire da queste due categorie, di
tema scelto è stato Dis-inganno. Dietro ciò che uscire dall’ alternativa verità o menzogna e
appare ciò che è. Il dis-inganno è forse il arrivare a dire: verità e menzogna, dunque da
tentativo più efficace per uscire da tutte una parte illudendoci e d’altra parte dis-
quelle alternative forzate che condizionano la illudendoci. Si tratta di scegliere con cura le
nostra vita, a partire dalle stesse parole: forse nostre madri e i nostri padri.
il problema verità/menzogna va pensato in Noi crediamo ad un mondo differente e
termini di inganno e di dis-inganno. Il siamo disposti a investire le nostre energie in
vocabolario ci aiuta a comprendere la quella direzione, per realizzare quel mondo,
questione definendolo come "la constatazione un mondo in cui sia possibile dire prima, nei
che qualcuno o qualcosa non è come si tempi bui quando non c’è il sole, che “là c’è il
credeva o sperava; dis- illusione". sole” oppure poi, di dirlo in modo che alla fine
Immaginate che una persona pronunci esso possa risplendere ed illuminare le nostre
22 “c’è il sole e non c’è il sole”. Molto parole: “c’è il sole”, almeno qui. Rivolgendo e
probabilmente noi ci interrogheremo se articolando quindi loro la “preghiera” che la
questa persona non sia confusa oppure se stia nostra generazione non venga “bruciata” e
cercando intenzionalmente di ingannarci. che la catena di verità e menzogna sia
Essa quindi offende un nostro diritto poiché si spezzata, fin dalle parole: così si legge nella
sottrae alle regole e la cosa migliore in questi cantata di Händel "Il trionfo del tempo e del
casi sarebbe quella di innalzare parole di disinganno" (1707)
protesta. La questione assume un altro aspetto
se noi diciamo “qui c’è il sole e là non c’è il Crede l'uom ch'egli riposi
sole”. Il nostro discorso può essere spezzato e quando spiego i vanni occulti.
ripreso, un po' come il sole può apparire e Ma se i colpi sono ascosi,
scomparire, una volta è qui una volta è là. Le chiari poi sono gl'insuiti.
nostre parole in questo caso però rischiano di
mancare della forza necessaria. Soprattutto
quando parla il cuore, ci troviamo ad avere a
che fare con “parole non dette”: pensate al
Cyrano de Bergerac che ormai vecchio, alla
fine della sua esistenza, svela parola dopo
parola il suo amore arrivando all’apice della
liricità perfino a negarlo “Non, non, mon cher
amour, je ne vous aimais pas !”. Allora è
proprio vero che possiamo dire tutto e il
contrario di tutto, eppure quelle parole
colpiscono in pieno il senso di un’intera
esistenza giocata tra la poesia e la lotta, tra ciò
che viene detto e ciò che non viene fatto.
DALTROCANTO VI SFIDA
VERTICALI
1. Grande sceneggiatore
neorealista.
2. Antenati.
3. Film di Hitchcock.
4. Donna di Arezzo.
5. Rilegare ha perso le corse.
6. Bambola inglese.
7. Comodità.
8. Sogno ai margini.
9. Nome della Duse.
10. Computer che si può tenere in
una mano.
11. Istituto nazionale di statistica.
13. Dopo lo zero.
15. Nairobi ne è la capitale.
17. Sempre con l'aceto.
20. Farmaco.
23. Pisa.
24. La terza fiera dantesca.
26. Fantastica sulle fragole.
27. L'anno prossimo ritornerà in
Formula Uno.
29. Putsch. 23
30. Imperfezioni cutanee.
32. Nazionalità di Haile
ORIZZONTALI Gebrselassie.
1. Vinse il campionato di Formula 37. Zona a traffico limitato. 35. Gruppo dei fratelli Gallagher.
Indy nel 1997 e 1998. 39. Famosissimo dizionario di latino. 36. Pericoloso eccesso di liquidi nei
7. Sterilizzazione. 40. Casa editrice torinese. tessuti del corpo.
12. Ne sono composte le zanne degli 41. Praenomen di Cesare. 38. Signore d'oltremanica.
elefanti. 42. Moltiplica. 40. Le brucano le caprette.
13. Pavarotti l'aveva d'oro. 44. Mancanza, lontananza. 41. Gianni Agnelli.
14. Regista di Lolita (iniziali). 46. Ora poetica. 43. Messe in piedi, costruite.
16. Celebri quelli di Fellini. 47. Lo è amare. 45. Cafone, incivile.
18. La crème de la crème. 48. Il timoniere. 47. Diversi, numerosi.
19. "La gelosia è un mostro dagli 49. Partito Socialdemocratico Tedes- 49. Principio della sregolatezza.
occhi verdi". co. 52. Servizio Agrometeorologico
20. Un mamma anglofona e slang. 50. Pelle senza consonanti. Regionale.
21. Angel Nieto. 51. Assalire. 53. Armadio che nella sinagoga
22.Vittime dell'arena. 54. Topi. contiene i testi sacri.
23. Rigore inglese. 57. Irlanda. 55. Allgemeine Elektrizitäts-
25. Se non è out. 59. La patente chiesta da un celebre Gesellschaft.
26. Figlio di Priamo ed Ecuba, personaggio di Pirandello. 56. Nome di Fleming.
ucciso da Polimestore. 63. Simbolo del cobalto. 58. Televisione pubblica.
28. Abita le Galapagos. 64. Piccola Ford. 60. Trento.
31. Nome della cantante Grandi. 65.Valle ai piedi del monte Sion. 61. In fondo a Pessoa.
33. Noi latini. 66. Il Piccolo calcolò la data di 62. E davanti a vocale.
34. Il contrario dell'acetone. nascita di Cristo. 64. Chilogrammo.
Natalia Estemirova, attivista per i diritti umani
(1 958-2009)

Grazie.

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