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INDICE:
Concetti generali pag 1
Nursing Nefrologico pag 4
Paziente in fase predialitica pag 5
Paziente sottoposto a emodialisi pag 6
Paziente sottoposto a dialisi peritoneale pag 11
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CONCETTI GENERALI
Per insufficienza renale cronica si intende un quadro clinico caratterizzato dalla riduzione
o dalla scomparsa totale della funzione renale con sviluppo acuto o cronico a cui
consegue accumulo nel sangue di quelle sostanze che normalmente vengono eliminate
attraverso il rene.
In una prima fase della nefropatia la riduzione della funzione renale viene compensata
dalla ipefunzione del rene ancora funzionante. Man mano che la malattia renale procede il
filtrato renale si riduce fino alla fase terminale con valori di clearance della creatinina sotto
i 10 ml/min. Di solito lIRC ha una insorgenza ed una progressione graduale e si giunge
frequentemente alla fase terminale nel giro di anni; ma in alcuni casi nel giro di pochi
mesi.
La nefrologia e la specialit dellarea medica che si interessa alla prevenzione, diagnosi e
terapia delle malattie del rene.
Le fasi in cui si sviluppa lintervento nefrologico sono:
1 FASE DI INSUFFICIENZA RENALE CRONICA INIZIALE ED INTERMEDIA
Settori di assistenza
ambulatorio nefrologico
D.H.
Degenza
rilevazione e controllo delle condizioni a rischio di nefropatia
diagnosi precoce
terapia e prevenzione secondaria delle patologie renali evolutive
rallentamento della progressione dellinsufficienza renale
2 FASE DI INSUFFICIENZA RENALE CRONICA PRETEMINALE E TERMINALE
Settori di assistenza
Ambulatorio di predialisi
U.O. dialisi extracorporea
U.O. dialisi peritoneale
U.O. dialisi domiciliare
Ambulatorio trapianto
preparazione alla terapia sostitutiva
terapia sostitutiva (dialisi/ trapianto)
Il mantenimento di un appropriato benessere clinico sia nel paziente acuto che nella fase
di terapia conservativa delle forme evolutive ( fase predialitica) e il tempestivo
reclutamento del paziente alla terapia sostitutiva (fase dialitica,trapianto) complemento
indispensabile per assicurare la qualit del risultato.
Ne consegue la necessit che la Nefrologia, per la numerosit e complessit dei servizi
che chiamata ad assicurare, attui una struttura organizzativa che consenta la massima
integrazione fra i diversi livelli di erogazione del servizio.
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AMBITI DI ASSISTENZA INFEMIERISTICA NEFROLOGICA
PERCORSO STRUTTURALE DEL PAZIENTE CON IRC
PAZIENTE CON
INSUFFICIENZA
RENALE IN
FASE INIZIALE
AMBULATORIO
NEFROLOGICO
NEFROLOGIA
DEGENZA
D.H.
AMBULATORIO DI
PREDIALISI
SCELTA DEL
TRATTAMENTO
DIALISI
PERITONEALE
DIALISI
EXTRACORPOREA
TRAPIANTO
TRAPIANTO
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NURSING NEFROLOGICO (N.N)
La pratica del nursing nefrologico un processo dinamico che comprende lassistenza del
paziente nefropatico in tutte le fasi evolutive della patologia; dalla fase conservativa alla
fase sostitutiva. Emerge quindi il concetto dellinscindibilit tra nursing in nefrologia, dialisi
e trapianto che ha lobiettivo di pianificare ed erogare cure specifiche considerando il
paziente globalmente nelle varie fasi della patologia.
L Infermiere nefrologico (IN), riveste un ruolo assistenziale con responsabilit sempre
crescente, deve essere in grado di operare in tutti settori e deve quindi acquisire
esperienza nellassistenza ai pazienti con IRC acuta cronica e relativi trattamenti
sostitutivi.
Il Ministero della Sanit stabilisce che linfermiere professionale (ritenuto idoneo
dal medico responsabile) che abbia maturato sufficiente esperienza di servizio nei
centri di nefrologia e dialitici o che abbia conseguito titolo di specifica
qualificazione attraverso corsi appositamente istituiti, su indicazione del medico
responsabile autorizzato a svolgere i compiti inerenti alle applicazioni delle
tecniche dialitiche nel trattamento dellinsufficienza renale.
La responsabilit dell IN andata negli ultimi tempi man mano modificandosi. Latto
dialitico considerato fino a ieri prettamente di competenza medica oggi in parte e per
alcune funzioni delegato allIN. Egli si trova spesso a dover operare in assenza del medico
pertanto una delle peculiarit richiestagli la discrezionalit decisionale nel risolvere i
problemi in caso di acuzie, nellanalizzare attentamente le situazioni critiche e complesse
ed agire di conseguenza; la disposizione ministeriale stessa assegna allIN ampi spazi di
autonomia nella conduzione del processo assistenziale.
Inoltre lIN svolge un ruolo vitale nella comunicazione dei bisogni dei pazienti nefropatici in
quanto sviluppa relazioni di lunga durata con i pazienti e le loro famiglie, per essi
determinante trovare adeguato supporto personale e professionale al fine di poter
convivere con le situazioni che si trovano ad affrontare .
I modelli organizzativi di tipo tecnico da sempre adottati nelle strutture sanitarie poco si
addicono alle necessit del NN proprio perch si basano su precisi processi tecnici,
sullutilizzo degli operatori come esecutori di attivit e sui singoli compiti che essi devono
svolgere, sulla mansione specifica piuttosto che sul processo assistenziale.
Il modello organizzativo che lIN adotta per il raggiungimento degli obiettivi deve essere
invece di tipo professionale, in cui vengono messi in primo piano la personalizzazione
dellassistenza, la qualit del servizio erogato, e lautonomia decisionale del professionista
che eroga la prestazione.
Utilizzando il modello organizzativo delle prestazioni l IN ha un valido strumento per far
emergere il proprio specifico professionale.
Nel paziente dializzato i bisogni si presentano con diversa intensit o con diverse modalit
e rispondervi richieder lutilizzo di pi e diversificate risposte.
Spesso il bisogno non manifesto, in molti casi situazioni di ansia o di depressione legati
alla patologia possono nascondere bisogni o richieste di aiuto; il dipendere per tutta la vita
da una macchina pu far scattare nel paziente meccanismi di difesa che potrebbero
fuorviare la risposta. E a questo livello che si gioca la professionalit e la responsabilit
dellIN che con le sue conoscenze deve saper valutare ogni singolo caso, individuare la
domanda, effettuare unattenta raccolta dati, scegliere le azioni finalizzate al risultato da
raggiungere, il trattamento tecnico specialistico, il tipo, la qualit e quantit delle
prestazioni e assumersi la responsabilit di tutto il processo per raggiungere lobiettivo di
fornire la pi alta qualit di vita ed il pi alto grado di tollerabilit al trattamento dialitico.
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PAZIENTE IN FASE DI PREDIALISI
ASSICURARE LA SCELTA CONSAPEVOLE DEL TRATTAMENTO DIALITICO (in
mancanza di controindicazioni cliniche specifiche)
La dialisi modifica radicalmente le abitudini del soggetto e del suo nucleo famigliare e
questo comporta crisi di identit, difficolt sul piano relazionale, necessit di elaborare una
nuova descrizione del proprio mondo, cambiare abitudini di vita e di lavoro.
Ne deriva lesigenza di fornire al paziente e ai suoi famigliari una guida ed un supporto per
la scelta del tipo di trattamento da effettuare. In questa fase al paziente devono essere
assicurati:
1. INTERVENTI FINALIZZATI ALLA SCELTA DEL TRATTAMENTO
Colloqui individuali e di gruppo
Visione delle metodiche e del servizio
Colloqui con pazienti di entrambi i settori per il confronto di esperienze
2. INTERVENTI FINALIZZATI AL MANTENIMENTO DELLINTEGRITA PSICHICA
Colloqui con psicologo per laccettazione della malattia cronica e per aiutare il
paziente alla scelta del trattamento (somministrazioni di test di ansia e di personalita)
Colloqui con IN, Colloqui IN famigliari, visite a domicilio.
3. INTERVENTI FINALIZZATI AL MANTENIMENTO DELLINTEGRITA SOCIALE
Colloqui con Assistente sociale.
Indirizzare verso il trattamento pi idoneo che consenta il mantenimento delle attivit
precedenti
Risultati attesi:
Le misure adottare avranno garantito il raggiungimento degli obiettivi attesi se il paziente
sar in grado di:
asserire che il percorso di educazione ed informazione utile ai fini della scelta della
terapia sostitutiva rispondente ai suoi bisogni
ritenere di essere stato aiutato dai membri dellequipe multidisciplinare quando
contattati.
Seguire le indicazioni dietetiche e farmacologiche in modo corretto
Riconoscere di aver capito i cambiamenti della sua condizione di vita e di essere in
grado di effettuare scelte motivate ed adeguate.
organizzare e pianificare al meglio un futuro condizionato dalla malattia e dalla terapia
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PAZIENTE SOTTOPOSTO AD EMODIALISI
La emodialisi si effettua tramite una circolazione extracorporea che prevede il
prelevamento del sangue da un accesso vascolare appositamente approntato, il suo
passaggio attraverso un filtro di depurazione e la sua restituzione al paziente.
APPLICARE LE PROCEDURE TERAPEUTICHE
1. EFFETTUARE LA DIALISI EXTRACORPOREA SECONDO LA METODICA
PRESCRITTA:
preparazione e controllo dellapparecchiatura e del materiale necessario alla seduta
per efficienza e sicurezza
seguire scrupolosamente le procedure di:
inizio HD
conduzione HD
prevenzione degli incidenti tecnici e delle complicanze cliniche
stacco
disinfezione e sterilizzazione delle apparecchiature.
2. SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI IN PRE, INTRA E POST HD
per os
per via cutanea
per via sottocutanea
per via endovenosa
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3. CONTROLLO , MANIPOLAZIONE E UTILIZZO DI CATETERI (PERIFERICO E
CENTRALE) SONDE E DRENAGGI
4. MEDICAZIONI E CONTROLLO DI
ferite
piaghe
emergenze cateteri e drenaggi
ASSICURARE IL BUON FUNZIONAMENTO DELLACCESSO VASCOLARE
Laccesso vascolare pu essere temporaneo o definitivo interno od esterno
1) FAV / PROTESI VASCOLARE
Consiste nella creazione chirurgica di unanastomosi tra una arteria e una vena vicina
di calibro opportuno. Si ottiene il passaggio di sangue direttamente dallarteria alla
vena. La vena avr quindi una elevata portata ed il suo calibro aumenter a causa del
suo flusso con parete pi ispessita.
Subito dopo lintervento
Tenere il braccio della fav alzato
Cambiare medicazione se sporca
Osservare il paziente nelle ore successive lintervento
Educare il paziente alluso limitato dellarto
Durante la dialisi
Controllare sempre il funzionamento della FAV (TRILL)
Cambiare pi volte la sede della puntura per evitare aneurismi
Praticare corretta emostasi
Educare il paziente alla corretta gestione a domicilio
2) CATETERISMO PERMANENTE DELLA VENA GIUGULARE
Durante il posizionamento
Assistenza al medico
Controllo del funzionamento
Durante lutilizzo
Corretta gestione durante lattacco e lo stacco
Educare il paziente alla corretta gestione a domicilio
ASSICURARE LA RESPIRAZIONE
Ai pazienti con IRC di grado medio avanzato indispensabile assicurare un apporto
idroelettrolitico rapportato alle capacit escretorie del rene. Quando il bilancio positivo si
possono verificare episodi ipertensivi e problemi respiratori fino al quadro grave
delledema polmonare. La riduzione del filtrato glomerulare inoltre determina una
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progressiva acidosi metabolica con conseguente iperventilazione. La stessa
sintomatologia altera alcuni parametri emodinamici (Pa. Fc, Bilancio idroelettrolitico) e
quindi la funzione circolatoria.
1. Eseguire metodiche dialitiche atte a ridurre leccessiva ritenzione idrica (UF isolata)
2. Controllare landamento del calo ponderale durante la seduta dialitica
3. Somministrare O2
4. Posizionamento adeguato del paziente
5. Ventilare e/o umidificare lambiente
6. Effettuare prelievi per il monitoraggio dellacidosi
7. controllo della PVC
ASSICURARE LA FUNZIONE CARDIOCIRCOLATORIA
1. MONITORAGGIO DEI PARAMETRI VITALI
Pa
Frequenza, ritmo e tono del polso
Respirazione
2. CONTROLLO DEL PESO
Deplezione
Idratazione
3. CONTROLLO SENSORIO
4. CONTROLLO REATTIVITA PSICHICA
5. CONTROLLO DELLO STATO DELLA CUTE (PERFUSIONE)
6. MONITORAGGIO E.A.B ED ELETTROLITI EMATICI
7. ATTUARE MANOVRE RIANIMATORIE
8. RIPRISTINO DEI VALORI PRESSORI NORMALI
Ipertensione
Diminuire lapporto idrosodico nella dieta
Evitare la somministrazione di soluzioni ipertoniche
Abbassare il peso finale
Rilevare la presenza di edemi, succulenza, segni di sovraccarico idrosalino
Diminuire la concentrazione di Na nel liquido di dialisi
Ipotensione
Osservare la comparsa di sintomi premonitori quali: sbadigli sudorazioni nausea
vomito obnubilamento del sensorio.
Ridurre flusso ematico
Mettere il paziente in posizione di Trendelemburg,
Ridurre lUltrafiltrazione
Infondere soluzioni saline
Aumentare la concentrazione di Na nel liquido di dialisi
Aumentare peso secco
Aumentare lapporto di Na nella dieta
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In caso di comparsa di crampi
- massaggiare il muscolo interessato
- somministrare decontratturanti o sedativi
9. PREVENIRE LE COMPLICANZE DA IPERPOTASSIEMIA
Verificare il contenuto di K nel liquido di dialisi
Illustrare i pericoli legati alliperpotassiemia
Somministrare resine a scambio ionico illustrando la corretta assunzione a domicilio
ASSICURARE LALIMENTAZIONE E LIDRATAZIONE
Basilare per questi pazienti il trattamento dietetico i cui punti cardinali sono:
garantire un adeguato apporto calorico e lottimizzazione dellapporto di acqua e sali.
Inoltre il paziente dializzato pu avere dei disturbi legati allapparato gastroenterico:
anoressia e nausea sono pressoche costanti determinando malnutrizioe e squilibri
elettrolitici.
Lintervento infermieristico deve necessariamente basarsi su una serie di informazioni ed
istruzioni da dare alla persona rispetto il tipo di alimentazione.
1. EDUCARE E GUIDARE IL PAZIENTE ALLASSUNZIONE DI LIQUIDI
limitata assunzione di bevande e cibi ricchi in acqua
consigliare metodi per ridurre il senso della sete
2. EDUCARE ED ISTRUIRE IL PAZIENTE CIRCA LASSUNZIONE DI CIBI SOLIDI
Limitare lassunzione di cibi ad elevato contenuto di potassio e di fosforo
Illustrare le complicanze delliperpotassiemia
Distribuire materiale informativo sui cibi ad alto contenuto di P e di K
Utile il supporto del servizio dietetico che verifica le abitudini alimentari, fornisce diete
personalizzate e segue il paziente in tutto il percorso soddisfando i bisogni nelle varie
fasidella malattia.
ASSICURARE UN AMBIENTE SICURO E TERAPEUTICO
1. PREVENIRE E CONTROLLARE I RISCHI DI ELETTRICITA
2. PREVENIRE E CONTROLLARE I RISCHI DA AGENTI CHIMICI (Durante la
disinfezione delle apparecchiature)
3. PREVENIRE E CONTROLLARE I RUMORI
4. PREDISPORRE INTERVENTI DI PULIZIA AMBIENTALE
5. PREVENIRE I RISCHI DI CADUTE
6. PREVENIRE LE COMPLICANZE INTRADIALITICHE LEGATE ALLUSO DELLE
APPARECCHIATURE:
contaminazioni batterica
Sindrome dellacqua dura
Emolisi
Embolia gassosa
Emorragie
7. MANTENERE I N CONDI ZI ONI OTTI MALI E DI SI CUREZZA LE
APPARECCHIATURE DI DIALISI E IL SISTEMA DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE.
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8. PREPARARE UN AMBIENTE TRANQUILLO PER IL RIPOSO
9. FAVORIRE I MOMENTI DI ACCOGLIENZA E DI SOCIALIZZAZIONE DURANTE
LE SEDUTE DIALITICHE
ASSICURARE LIGIENE E IL COMFORT
I pazienti dializzati a causa dellalterato metabolismo calcio fosforo (iperparatiroidismo
secondario e deficit di Vit. D) hanno predisposizione allinsorgenza di dolori ossei, fratture,
demineralizzazione ossea, deformazioni scheletriche., potrebbero pertanto manifestare il
bisogno di assistenza movimento.
MOBILIZZAZIONE DEL PAZIENTE
Aiutare e/o stimolare il paziente al cambio di posizione
Sistemazione confortevole e funzionale dellaccesso vascolare con le linee di dialisi per
evitare stiramenti e trazioni
Aiutare il paziente ad alzarsi e a deambulare dopo la dialisi
Eseguire esercizi muscolari attivi o passivi
Interazione con fisioterapisti per interventi specifici
Risultati attesi
Le misure adottare avranno garantito il raggiungimento degli obiettivi attesi se il
paziente sar in grado di:
raggiungere lautonomia e la riabilitazione desiderate dal paziente
asserire che i problemi fisici e psicologici sono trattati in modo comprensivo
ottenere supporti ottimali dal servizio dietetico e sociale per quanto di competenza
non riscontrare esperienze negative dovute a guasti delle apparecchiature, essendo le
stesse gestite in condizioni di sicurezza secondo le norme e le procedure.
Ottenere gli aiuti per un miglioramento continuo della qualit della vita
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PAZIENTE SOTTOPOSTO A DIALISI PERITONEALE
La Dialisi peritoneale e una tecnica di dialisi che sfrutta il peritoneo come membrana
dializzante. Si effettua posizionando chirurgicamente un catetere nello scavo del Douglas
attraverso il quale viene introdotto un liquido di dialisi.
Esistono principalmente due metodiche di Dialisi Peritoneale
Dialisi peritoneale automatizzata APD
Dialisi peritoneale continua CAPD
APPLICARE LE PROCEDURE TERAPEUTICHE
1. ASSISTERE IL PAZIENTE NEL POSIZIONAMENTO DEL CATETERE PERITONEALE
Fase preoperatoria
Programmazione indagini diagnostiche
Informazione al paziente sullintervento
Tricotomia
Clistere
Controllo peso corporeo
Fase intraoperatoria
Sostegno
Assistenza al medico
Fase postoperatoria
- Effettuare posizionamento del set di trasferimento
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- Effettuare medicazione dellemergenza cutanea e della ferita chirurgica
- Eseguire lavaggi peritoneali secondo protocolli
- Controllare la comparsa di segni e sintomi che possono indicare linsorgenza di
complicanze immediate : liquido torbido, ematico, leakage, drenaggio difficoltoso.
2. SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
Somministrazione di farmaci
Istruzioni al paziente per lautosomministrazione di farmaci intraperitoneali
3. EFFETTUARE LA CAPD.o la APD
4. EFFETTUARE IL CAMBIO SET.
ESEGUIRE LE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
1. ESEGUIRE INDAGINI EMATOCHIMICI SU SANGUE E SU LIQUIDO DI DIALISI
SECONDO PROTOCOLLI
2. ESEGUIRE PRELIEVI PER IL CONTROLLO DELLA FUNZIONALITA PERITONEALE
3. ESEGUIRE PRELIEVI COLTURALI
ASSICURARE LALIMENTAZIONE E LIDRATAZIONE
1. GUIDARE ED INDIRIZZARE IL PAZIENTE ALLA DIETA
Controllo del peso
Controllo degli edemi
Colloqui con dietiste
SVILUPPARE UNA CORRETTA INTERAZIONE NELLA COMUNICAZIONE
Il paziente in dialisi peritoneale partecipa in modo attivo al trattamento dialitico con o
senza un supporto di un patner. Il requisito principale per chi sceglie questa metodica la
capacit e la volonta al self-care.
1 COLLOQUI PRELIMINARI CON I PAZIENTI E FAMIGLIARI PER LA RACCOLTA
DATI
colloqui ambulatoriali durante la fase del predialisi: (informazioni e verifica delle
reazioni del paziente )
valutazione del grado di autonomia
nozioni generali sulla dp
visite domiciliari ( controllo dellidoneita dellambiente)
2 ISTRUIRE IL PAZIENTE E IL PATNER
TRAINING:
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Il training deve essere adattato e personalizzato al paziente, quindi importante avere
delle linee guida ma tutto deve essere modificabile per favorirne lapprendimento (utile il
supporto della valutazione psicologica per limpostazione del piano assistenziale)
Strumenti
Per un omogeneit nellinsegnamento necessaria:
cartella infermieristica, manuale per dialisi peritoneale, audiovisivi
poster raffigurativi
protocolli scritti sulle varie procedure:
cambio sacca
medicazione
responsabilit nellevitare le infezione (lavaggio mani, cura dellemergenza cutanea,
utilizzo della mascherina)
gestione delle complicanze.
Fasi del training
1 addestramento pratico
2 addestramento teorico
3 accompagnamento al domicilio
addestramento pratico
Alla fine di questa fase il paziente deve essere in grado di effettuare correttamente la
dialisi comprendendo il significato di ogni singola manovra (utile la metodica della
simulazione dellevento)
addestramento teorico
Gestione delle complicanze (infezione dellemergenza cutanea, peritonite, fissurazione
del set )
Istruzioni specifiche su:
Corretto uso dei disinfettanti
Controllo del peso
Assunzione dei farmaci
Alimentazione corretta
Controllo della PA
Corretta conservazione ed uso del materiale in dotazione
Compilazione della scheda di dialisi.
Consegna al paziente di tutto il materiale illustrativo utilizzato per laddestramento
accompagnamento al domicilio
Verifica della sistemazione del materiale dato in dotazione
Controllo del primo scambio a domicilio o della prima dialisi automatizzata.
Colloquio ulteriore con i famigliari
Instaurare e mantenere rapporti di fiducia
sostegno al paziente e i familiari ( attraverso le visite domiciliari e ambulatoriali, il
mantenimento di contatti telefonici, il rifornimento materiale.)
3 ESEGUIRE INTERVENTI MIRATI AL MANTENIMENTO DELLINTEGRITA PSICHICA
E SOCIALE
fornire al paziente gli strumenti ed il sostegno per organizzare le proprie attivita
(organizzare lo scambio sul posto di lavoro, spedizione del materiale nel luogo delle
vacanze)
ASSICURARE UN AMBIENTE SICURO E TERAPEUTICO
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A domicilio
1 INDIVIDUARE LAMBIENTE IDONEO ALLA DIALISI DOMICILIARE
visite peritoneali predialisi
2 MANTENERE UN AMBIENTE TERAPEUTICO
visite domiciliari post dialisi
3 PREVENIRE E CONTROLLARE I RISCHI DELLELETTRICIT
Revisione e adattamento dellimpianto elettrico per luso di apparecchiature
(Apparecchio per IPD e scaldasacche)
4 PREDISPORRE INTERVENTI MIRATI ALLACCETTAZIONE DELLA DIALISI DA
PARTE DEI FAMIGLIARI ED ALLA STIMOLAZIONE DELLAUTOGESTIONE DELLA
MALATTIA DA PARTE DEL PAZIENTE.
5 PREDISPORRE INTERVENTI DI PULIZIA E DISINFEZIONE
Pulizia ambienti
Uso di disinfettanti
In ospedale
1. INDIVIDUARE E MANTENERE LAMBIENTE PIU IDONEO PER IL TRAINING
tranquillo
silenzioso
accogliente
2. PREDISPORRE INTERVENTI DI PULIZIA AMBIENTALE
3. PREVENIRE E CONTROLLARE LE INFEZIONI OSPEDALIERE
HIV HCV peritoniti ed altre infezioni crociate
Corretto uso dei disinfettanti e del materiale
ASSICURARE LIGIENE E IL COMFORT
1 INSEGNARE A MANTENERE LIGIENE PERSONALE
Cura delle mani
Uso appropriato della doccia
Bagni al mare
5. ASSICURARE IL COMFORT
Sistemazione del set sulladdome
Utilizzo indumenti intimi adatti
Evitare cinture e abbigliamento costrittivi
Attivit fisica
Attivit sessuale
Risultati attesi:
Le misure adottare avranno garantito il raggiungimento degli obiettivi attesi se il paziente
sar in grado di:
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asserire di essere stato informato, educato e affiancato in modo completo
eseguire il trattamento in modo sicuro, usando tecniche asettiche
dimostrare una compliance accettabile nei confronti del trattamento di PD, accettare la
responsabilit, e risolvere le difficolt minori e le complicanze che possono accadere a
domicilio.
riferire che i suoi bisogni e le sue aspettative sono stati identificati, che stato in grado
di ritornare alla sua attivit lavorativa precedente.
affermare di aver ricevuto trattamenti di emergenza quando se ne sia presentata la
necessit
gestire autonomamente la sua terapia, adottare i provvedimenti urgenti in caso di
complicanze
sentirsi rassicurato dal riferimento strutturale, contattabile in ogni momento.
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Autori :
Loredana Scalambra AFD
con la collaborazione di:
Paola Chiappini Infermiera dell U.O. Nefrologia e Dialisi Azienda USL
Piacenza settore dialisi peritoneale
Paola Risoli Infermiera dell U.O. Nefrologia e Dialisi Azienda USL Piacenza
settore dialisi extracorporea
bibliografia
EDTNA/ERCA : Standard Europei per la pratica del nursing Nefrologico
Edizione italiana a cura di M. Pegoraro S. Geatti 1994

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