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SAN TOMMASO, temi principali

Il pi� importante dei santi-filosofi e massimo esponente della scolastica (cio� la


seconda fase del pensiero cristiano) fu Tommaso d'Aquino (1225-1274), che fu tra
l'altro il principale responsabile della reintroduzione di Aristotele nella
tradizione occidentale (Per un bel po' di secoli, infatti, lo Stagirita era stato
discretamente ignorato dagli studiosi, che non volevano ammettere di non essere in
grado di capire il greco).
1.L'alleanza tra fede e ragione
Aspetto principale della teologia di San Tommaso � la ricerca di un'alleanza da
stabilire tra fede e ragione. L'intenzione di Tommaso � quella di provare per via
razionale le verit� di fede, ma per fare ci� ha bisogno di accordare le
conclusioni del discorso religioso con quelle offerte dalla logica.

Com'� possibile conciliare le esigenze della conoscenza scientifica (qui


considerata ancora in senso aristotelico) con i dogmi che esprimono il contenuto
indiscutibile della fede? L'indagine del mondo naturale, infatti, pu� entrare in
conflitto con le verit� di fede: qualora l'evidenza di un fenomeno contrasti con
le Sacre Scritture, quali parti prendere? Possibile che Dio abbia creato un mondo
che entri talvolta in contrasto con le sue stesse leggi?
Tommaso ritiene che Dio non possa essere cos� malevolo da produrre il contrasto
tra l'indagine naturale e la verit� di fede. Tra filosofia e teologia non vi �
dunque opposizione, seppure quest'ultima sia superiore alla prima perch�
portatrice di Verit� annunciate agli uomini direttamente da Dio. Egli non ha
creato l'uomo per dotarlo di una logica ingannatrice e falsa, se una verit�
naturale appare talvolta in contrasto con le verit� di fede, questo contrasto non
� ovviamente dovuto a un errore di Dio e delle sue leggi, ma piuttosto a un errore
umano che non le sa correttamente interpretare. In altri termini, la Creazione,
opera di Dio, non pu� essere in contrasto con se stessa, ogni evidente discrepanza
tra le conclusioni della fede e quelle della scienza filosofica � dovuta agli
errori di interpretazione in cui incorrono gli uomini. L'indagine tomista vuole
dunque offrire la corretta interpretazione del Creato, chiarirne le meccaniche
anche l� dove l'evidenza appare in contrasto con quanto stabilito dalle Sacre
Scritture.
L'ambito della ragione si riduce dunque a una riflessione che rimane pur sempre
entro i limiti che le sono dati dalle Verit� di fede, e solo entro questi limiti
essa ha piena libert� di indagine, ma non oltre. Ci� significa che la ragione �
pur sempre sottomessa alle Verit� indiscutibili dei dogmi, poich� porsi in
contrasto con essi significherebbe negare l'infallibilit� divina. In particolare,
per Tommaso, la ragione pu� e deve venire in aiuto della fede in tre modi:
dimostrando razionalmente le Verit� dei dogmi; spiegando per immagini e
similitudini i misteri della fede; ribattendo alle obiezioni degli atei
(apologetica).
2. Dio come vero fondamento
Il progetto di Tommaso di servirsi della logica aristotelica pone la necessit� di
utilizzare il sillogismo come metodo di indagine. Come gi� visto in Aristotele, il
sillogismo presenta per� un problema fondamentale: la veridicit� delle premesse.
Il sillogismo, infatti, necessita per sua natura di dimostrare le verit� sulle
quali fonda la catena delle deduzioni, il sillogismo deve avere a monte una
premessa vera e dimostrata per la sua semplice evidenza. Come pu� Tommaso dare
avvio a quella catena di deduzioni proprie del sillogismo fondandola su premesse
non evidenti quali l'esistenza di Dio e dei principi di fede?
Tommaso sostiene, nella Somma teologica, che la scienza rispecchia le verit�
teologiche, in quanto l'intera Creazione di Dio � soggetta alle leggi della natura
fondate da Egli stesso. La scienza � quindi la stessa legge divina. "[...] poich�
essa [la scienza] procede dai principi conosciuti con la luce di Dio e dei beati.
Pertanto, allo stesso modo che la musica accetta come buoni i principi che le sono
trasmessi dalla matematica, cos� la sacra dottrina accetta i principi che le sono
rivelati da Dio" (Somma Teologica).
Per fondare comunque il sillogismo sulla verit� del principio divino, Tommaso si
affida alla tripartizione neoplatonica della realt�: in principio vi � Dio, da Dio
deriva la Creazione, terminata la Creazione, vi � la possibilit� di risalire alla
conoscenza di Dio.
Ecco che allora "Poich� lo scopo principale di questa sacra dottrina � di
comunicare la conoscenza di Dio, e non solo per quel che Dio � in s�, ma anche in
quanto � principio e fine della realt�, e specialmente della creatura razionale,
intendendo esporre questa dottrina tratteremo prima di Dio, in secondo luogo del
cammino a Dio della creatura razionale, in terzo luogo di Cristo, perch� in quanto
uomo, Cristo � per noi la via che porta a Dio" (Somma teologica).
Tommaso pone dunque come fondamento della catena delle deduzioni la Verit� di Dio,
ma � un porre dettato dall'impossibilit� di negare quella superiore verit� di fede
che impone di dare per Dio come certamente esistente. L'intero edificio tomista
pogger� allora sull'indiscutibilit� delle Verit� rivelate, gi� date per vere e
dunque esentate dall'indagine critica, un porre che non riguarda tanto il discorso
logico, quanto la volont� di fondare la riflessione razionale e i suoi passaggi su
qualcosa posto come certo, secondo la volont� di fede.
3. Le cinque prove dell'esistenza di Dio
Nella Somma teologica, Tommaso indica cinque prove dell'esistenza di Dio,
dimostrate per via razionale. Il procedimento utilizzato da Tommaso si appoggia
sull'impianto della filosofia aristotelica del motore immobile e consta di una
serie di argomenti "a posteriori", ossia che partono dai dati empirici
dall'esperienza per giungere alla definizione di un principio primo che ne
giustifichi l'esistenza. Anche per Tommaso, come in Aristotele, l'uomo � limitato
nella sua conoscenza certa nella percezione delle sole cose materiali, ma alla
certezza di Dio si pu� comunque giungere grazie allo strumento dell'intelletto
razionale.
1� prova: Il movimento (il motore immobile). "Omne quod movetur ab alio movetur"
(come gi� in Aristotele). Ogni cosa che muta, muta proprio in ragione di un
qualcosa che la fa mutare. Tutte le cose passano dalla potenza all'atto, vi �
quindi un mosso (l'ente che muta) e un movente (un altro ente che rende possibile
il mutamento). Se ogni ente ha dunque alle spalle qualcosa che lo fa muovere da
uno stato all'altro, non � ugualmente possibile che la catena degli enti mossi e
dei loro moventi non abbia a monte un primo motore, un motore immobile che �
motivo di ogni altro movimento. Per Tommaso, come in Aristotele, questo principio
che mette in moto la catena dei mossi e dei moventi � senza dubbio Dio.
2� prova: Il rapporto causa/effetto (la causa incausata). Allo stesso modo, ogni
ente � il prodotto di una certa causa che lo rende effettivamente ci� che �. In
questa catena di cause legate ai relativi effetti, per Tommaso, come per
Aristotele, deve pur esistere una causa prima, una causa incausata (senza causa
efficiente alle sue spalle), perch�, se cos� non fosse, il mondo si reggerebbe su
una caduta infinita e a ritroso della cause. Ammettere ci� significherebbe che il
mondo si regge sul nulla, ecco perch� Dio si identifica con questa causa che
genera ogni altro effetto e che non ha alcuna causa alle sue spalle, poich� � Dio
l'unico creatore di tutte le cose.
3� prova: La contingenza (l'essere necessario). Il mondo � fatto di cose
possibili, ovvero di cose che nascono e finiscono, che passano da uno stato di
essere a non essere pi� (sono contingenti, ovvero "sono fintanto che sono"). Ci�
comporta la possibilit� che tutto ci� che esiste possa essere stato un giorno un
nulla (ex nihilo nihil, ovvero "ci� che esce dal nulla, rimane un nulla"). Ecco
allora la necessit� di un essere assolutamente necessario, ovvero qualcosa che non
pu� non esistere, la sostanza stabile di tutte le cose, ovvero, Dio.
4� prova: I diversi gradi di perfezione (l'essere perfettissimo). Le cose del
mondo hanno tutte diversi gradi di perfezione, una cosa pu� essere pi� o meno
bella, pi� o meno vera, pi� o meno giusta. Tutte hanno in s� la possibilit� di
migliorare e comunque lasciano aperta la possibilit� di un miglioramento. Se ogni
cosa potesse migliorarsi all'infinito, il concetto stesso di perfezione ne
risulterebbe svuotato, poich� mai nulla si potrebbe dire perfetto una volta per
tutte. Ecco perch� secondo Tommaso deve per forza di cosa esistere un essere
perfettissimo, che � gi� perfezione e contiene al massimo grado tutte le
determinazioni finite degli enti finiti (contenga quindi il bello, il vero, il
giusto come concetti puri e assoluti). Questo essere perfettissimo � Dio.
5� prova: il fine (l'intelligenza ordinatrice). Tutti le cose naturali tendono a
un fine, ogni cosa naturale ha un ordine. Tuttavia tutte le cose naturali,
organiche e inorganiche, non possiedono una coscienza del proprio fine, non sono
coscienti di ci� a cui tendono e dell'ordine entro il quale sono state create.
Dunque � necessario che dietro a questa loro mancanza di coscienza vi sia
un'intelligenza cosciente e ordinatrice, che attribuisca a ciascuna di loro il
fine per cui � stata creata: questa intelligenza ordinatrice � Dio.
Le cinque dimostrazioni non vogliono sostituirsi alle Verit� di fede, esse
costituiscono piuttosto dei preamboli alla conoscenza di Dio. Dio rimane
essenzialmente inconoscibile concretamente, tuttavia, le cinque prove dimostrano
come la ragione (opera di Dio, come ogni cosa) possa ugualmente provare la
necessit� di un principio divino che tutto produce e al quale ogni cosa tende.
L'intero edificio della Creazione, comprensiva della ragione, rispecchia la
Volont� di Dio (non vi � dunque contrasto tra fede e ragione).

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