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Lezione8:ASPETTIDELLANTROPOLOGIACONTEMPORANEA

1. Ilprogettodellantropologiafilosoficacontemporanea Lantropologia filosofica in senso proprio, come disciplina a s, si delinea chiaramente solo allinizio del XX secolo con autori come Max Scheler, Helmuth Plessner, Arnold Gehlen. Rispetto alle filosofie del passato (e anche ad altre correnti contemporanee) che pure si sono occupate delluomo, essa si caratterizzaperilfattoche: assegnaallaquestioneuomounpostocentraleeprioritario; impostatalequestioneinmaniera(relativamente)indipendentedaaltriproblemifilosofici; cercastradenuove,inparticolareunpistrettolegame/dialogoconlescienze.

Il contesto in cui nasce lantropologia filosofica contemporanea determinato dalla coscienza della crisi per cui luomo in nessuna epoca della storia come nella presente apparso a se stesso cos enigmatico,comeaffermaMaxSchelerinLaposizionedelluomonelcosmo. Questa conferenza (del 1927, pubblicata in volume lanno seguente, poco prima della morte di Scheler) pu considerarsi il momento fondante dellantropologia contemporanea. Merita leggere la pagina con cuisiapreiltesto,dalvaloreprogrammatico: TESTO:daLaposizionedelluomonelcosmo(1928) Se si chiede alluomo europeo colto che cosa intenda con il termine uomo, ecco entrare nella suamenteinconflittotreordinidiideedeltuttoinconciliabili. Anzituttoilmondointellettualedellatradizionegiudaicocristiana:AdamoedEva,lacreazione,il paradisoterrestre,lacaduta.Indilanticomondointellettualegreco,perilqualelautocoscienza ha fatto s che luomo intendesse per la prima volta il privilegio della sua posizione, e precisamente in forza dellidea che egli uomo perch possiede la ragione (logos, phronesis, ratio, mens): ove logos sta a significare sia il discorso che la capacit di cogliere la quiddit delle cose. (...) Il terzo mondo intellettuale quello delle scienze naturali e della psicologia genetica, divenuto gi da tempo tradizionale, e per il quale luomo sarebbe il risultato finale dellevoluzione del pianeta terrestre, vale a dire un essere che si distingue dalle precedenti formedelmondoanimalesoloperilgradodicomplessitdiquelleenergieecapacitcombinate che,dipers,appaionodiginellanaturasubumana. Questi tre ordini di idee non hanno nessuna convergenza. Talch, avendo una antropologia scientifica, una antropologia filosofica e una antropologia teologica affatto incuranti luna dellaltra, noi manchiamo di unidea unitaria delluomo. Inoltre, nonostante il loro innegabile valore, le scienze sempre pi specializzate che si occupano delluomo, anzich chiarirla, ci nascondono sempre pi la sua vera essenza. (...) Allora si pu affermare che in nessuna epoca dellastoriacomenellapresente,luomoapparsoasestessocosenigmatico. 1

Questa la ragione per cui, basandomi su pi ampi fondamenti, ho intrapreso un nuovo tentativodiantropologiafilosofica.

2. MaxScheler:eticadeivalorieconcretezzadellapersona Linteresse speculativo di Max Scheler (18741928) si concentra, sin dagli anni della formazione universitaria(condottatraBerlinoeJena),sullaconcretezzadellapersona. A Berlino segue le lezioni di Wilhelm Dilthey e Georg Simmel, rappresentanti di spicco di quello storicismotedescochesiopponevaallariduzionepositivisticadellarealtumanaanatura.Siinteressa anchealpensierodiHenriBergson,altrograndecriticodelpositivismo(daunaprospettivaspiritualista), eaglistudisullapsichediSigmundFreud. Nei primi anni del 900 avviene lincontro con Edmund Husserl (18591938) e con il metodo fenomenologico, che sar decisivo per orientare la speculazione scheleriana successiva. Tra il 1913 e il 1916, sulla rivista fondata da Husserl Jahrbuch fr Philosophie und phenomenologische Forschung [Annale di filosofia e ricerca fenomenologica], esce Il formalismo nelletica e letica materiale dei valori, traleoperefondamentalidiSchelereunodeicontributipiimportantiallafilosofiamoraledel900. NeIlformalismonelleticaSchelersottoponeacriticaserrataleticakantiana. Quella kantiana unetica formale: ci che vale la forma e non il contenuto dellazione, lintenzione percuisifacichesifa.QuestoperchKantallaricercadiunprincipiouniversalmentevalido,mentre i contenuti delle azioni variano a seconda dei contesti, delle situazioni, ecc. In ci Scheler concorda: ancheSchelerrifiutailrelativismo.Lamorale,se,deveessereapriori,ciouniversalmentevalida. C tuttavia un aspetto delletica kantiana che Scheler rifiuta decisamente: il dualismo ragione/sensibilit, per cui seguire il dovere significa porsi in opposizione con linclinazione del sentimento. Questo rende letica kantiana astratta, fredda, in fondo vuota, chiusa alla comprensione dellaconcretezzadellavita(uncolossodiacciaioedibronzo:taleappareKantsecondoScheler). Laragione(pratica) ingradodiriconoscere limperativo(ildovere) sferadelleemozioni, deisentimenti

Da qui il proposito di Scheler di edificare unetica materiale (N.B.: materiale, non materialistica!), chenonprescindadaicontenutidellazione. Come letica di Kant ruota intorno al concetto di dovere, cos quella di Scheler ruota intorno al concettodivalore.Comesidefinisconoivalori? Possiamoriconoscernealcunecaratteristichefondamentali:

oggettivi, assoluti, universali (non sono costruiti dal soggetto, non varianoasecondadellecircostanze) non sono frutto di ragionamento, ma sono colti direttamente con unintuizione che ha a che fare con lemozione, con la sfera del sentimento(lordreducoeurdiPascal),picheconlintelletto nonsonooggetti,maessenzeapriori,unitdisignificato

valori

Scheler parla di intuizione di tipo emozionale, o anche di percezione affettiva. Illuminante quanto scrive al riguardo Roberta De Monticelli (in La fenomenologia come metododiricercaelasua attualit,p.39):Cisonocosechesentiamo,anchesequesto sentire solitamente fondato su altri atti: vedere, ascoltare, toccare eccetera. Noi percepiamoinquestomodolabellezzadiunvolto,leleganzadiunandatura,sentiamo lorrore di un gesto brutale, gustiamo la dolcezza di un frutto maturo e gustiamo anche la dolcezza di un passaggio mozartiano... si pu provare addirittura la sensazione della santitdiunuomoequestaqualitveramenteunpoineffabileunanticasapienzase la rappresenta come una specie di messaggio per i sensi: lodore di santit, la luce di unaureola. Ma evidente che non si tratta di una qualit sensoriale, bens di una qualit affettiva. A pensarci bene, il mondo pieno di queste qualit. Un paesaggio cupo o sereno, e ha infinite altre sfumature che la pittura datmosfera sa rendere pi dellalingua.Qualunquecosacaricadiqualitaffettive. Da qui la distinzione tra valori e beni: i valori sono universali, mentre i beni sono gli oggetti che hanno un valore. I valori sono le qualit che le cose posseggono per cui le riconosciamo come beni. Errore di Kant aver confuso valoriebeni. Oltre a definire cosa siano i valori, Scheler si impegna anche a redigerne una tavola in cui essi sono ordinatisecondounagerarchiachemuovedaquellipilegatiallasferadeisensiedellacorporeitfinoa quellipispirituali.Adogniclassedivaloricorrispondeunmodelloidealediuomo: gerarchiadeivalori modellotipo gaudente tecnico eroe

1. valorisensoriali(gioiapena;piaceredolore) 2. valoridellacivilt(utiledannoso) 3. valorivitali(nobilevolgare) 4. valoriculturaliospirituali:

a) estetici(bellobrutto) b) eticogiuridici(giustoingiusto) c) speculativi(verofalso) 5. valorireligiosi(sacroprofano)

artista legislatore sapiente santo

Per concludere questa veloce presentazione delletica dei valori scheleriana, pu essere utile riportare unapaginaincuiSchelerstessosintetizzailsignificatodelpropriolavoro. TESTO:daIlformalismonelleticaeleticamaterialedeivalori(1916) In contrapposizione a Kant, noi tendiamo quindi a sviluppare decisamente un apriorismo dellemozionale e a spezzare la falsa identit sinora operata tra apriorismo e razionalismo. Leticaemozionale,adifferenzadelleticarazionale,nonnecessariamenteunempirismo che desumerebbe i valori etici dallosservazione e dallinduzione. La percezione affettiva, il preferireeil posporre,lamareelodiarehannonellospiritounlorocontenutoapriorispecifico che indipendente dallesperienza induttiva come lo sono le pure leggi del pensiero, Nelluno e nellaltro ambito sussiste una intuizione eidetica degli atti e delle loro materie, dei loro rapporti di fondazione e delle loro correlazioni. Nelluno e nellaltro ambito sussistono levidenzaelapirigorosaesattezzadellaccertamentofenomenologico. In unopera successiva, Essenze e forme della simpatia (1923), spostando lattenzione dallindividuo ai rapporti interpersonali, Scheler studia i sentimenti che portano luomo a legarsi in societ. Anche qui riconosciuta unascala divalorechedal contagioemotivo,tipico delle masse,arrivafinoalladimensione pialtaespiritualedellamore. Il contagio emotivo consiste nella diffusione per contatto degli stati emotivi, senza presupporre alcuna realeconoscenzadeisentimentidigioiaodoloreprovatidaglialtri.Gliindividuirimangonoisolati. La funzione della simpatia consiste nel distruggere lillusione solipsistica e nel rivelarci come dotata di valore uguale alla nostra la realt dellaltro in quanto altro. Provo simpatia per un altro perch della mianazione,odellamiafamiglia,operchfapartedellacerchiadeimieiamiciodellamiacollettivit. Solo lamore in grado di superare i limiti della simpatia e portare a valorizzare lautonomia e la diversit dellaltro per se stessa: Lamore vero consiste nel comprendere sufficientemente unaltra individualitmodalmentedifferentedallamia,nelpotermimetterealsuopostopurmentrelaconsidero comealtradameedifferentedameepurmentreaffermo,colcaloreemozionaleesenzariserva,lasua propriarealt,ilsuopropriomododessere. Ritorna,tradottasuscalasociale,lagerarchiadeivaloricheavevamogiincontratodelletica: contagioemotivo interesse massa societcivile 4

simpatia

comunitvitale(nazione) comunitgiuridicoculturale(stato,scuola,gruppi,associazioni) comunitdamore(chiesa)

amore

3. MaxScheler:laposizionedelluomonelcosmo I risultati della riflessione sui valori e la loro gerarchia permettono a Scheler di delineare una antropologia dove luomo emerge come persona: centro di atti intenzionali che si risolvono non solo nellespletamento delle funzioni vitali, ma nellapertura a valori spirituali e ad autentici rapporti interpersonali. A tale tema dedicata lopera La posizione delluomo nel cosmo, dove la preliminare disamina della gerarchia delle energie e delle facolt psichiche nellordine in cui sono state via via poste in evidenza dalla scienza serve a chiarire quale sia lessenza delluomo in rapporto alla pianta e allanimale e la sua particolareposizionemetafisica. Gerarchiadelleenergieefacoltpsichiche: 1. impulsoaffettivo privodicoscienza,senzazione,rappresentazione:lesistenzasi esaurisce nella nutrizione, nella crescita, nella riproduzione e nellamorte(lostadiovegetativo); comportamentochepossiedeunsensoechesisvolgesecondo unritmorigidoecostante; ilmutamentosiottieneconunlungoeserciziograziealla memoriaassociativa; rispostenuoveaproblemipostidallambiente

2. istinto 3. comportamento perabitudine 4. comportamento intelligente(intelligenza pratica)

Scheler, in linea con le ricerche pi recenti sul comportamento degli animali, incline a ritenere che lintelligenza pratica appartenga anche ad animali superiori come, ad esempio, le scimmie antropoidi. Lessenza delluomo va ricercata dunque in altro rispetto allinsieme del mondo biopsichico, al di fuori dellavitanelladimensionedellospirito. Riportiamounampiostralciodellapartecentraledeltesto. 5

LETTURA9.M.SCHELER,LAPOSIZIONEDELLUOMONELCOSMO(1928) A questo punto ecco una questione decisiva per il nostro problema. Se bisogna attribuire lintelligenza anche allanimale, vi tra questo e luomo qualcosa di pi che una semplice differenza di grado, vale a dire una differenza di essenza? Ossia: oltre alle forme psichiche essenziali fin qui notate, c nelluomo anche qualche cosa di altra natura, che gli competa perci specificamente, e non riducibile allintelligenzaeallacapacitdisceltaingenerale? Quilediverseopinionisioppongononellamanierapienergica.Gliuniintendonoriservareintelligenzae scelta alluomo, negandole allanimale, vedendo per la differenza extraquantitativa, essenziale, l dove, a mio avviso, non esiste affatto. Gli altri, in special modo tutti gli evoluzionisti della scuola darwiniana e lamarckiana, negano (...) che vi sia una differenza irriducibile tra uomo e animale, proprio perch anche lanimale possiede lintelligenza. Con ci si riallacciano in certo senso con la grande teoria dellunit delluomo, da me chiamata teoria dellhomo faber; e naturalmente non ammettono di conseguenza nessuna specie di essere metafisico, n una metafisica delluomo, vale a dire nessun rapportodistintivodelluomo,inquantotale,conilprincipiodelmondo. Per quel che mi concerne, io rifiuto ambedue queste teorie, nellatto di affermare che lessenza delluomo, insieme con quella che possiamo definire la sua posizione particolare, trascendono ci che chiamiamointelligenza efacoltdiscelta,e nonpossono essereintese neancheaumentandoquestedue facoltquantitativamenteallinfinito.(...) Il principio nuovo si trova fuori da tutto ci che noi possiamo definire nel senso pi lato come vita. Ci chefascheluomosiaveramenteuomo,nonunnuovostadiodellavitaeneppuradiunadellesue manifestazioni,lapsiche,ma un principiooppostoaogniformadivitaingenerale e ancheallavita delluomo: un fatto essenzialmente e autenticamente nuovo, che come tale non pu essere ricondotto allevoluzione naturale della vita; ma semmai, solo al fondamento ultimo delle cose stesse: a quello stessofondamento,dunque,dicuilavitanoncheunamanifestazione. Gi i greci affermarono lesistenza di tale principio, chiamandolo ragione. Noi preferiamo usare, a proposito di questa X, un termine pi vasto, un termine che, pur abbracciando il concetto di ragione, contenga altres, accanto al pensiero ideativo, un certo genere di intuizione, quella cio dei proto fenomeni o dei contenuti essenziali, e inoltre una certa classe di atti emozionali e volitivi, quali la bont, lamore, il pentimento, il rispetto, la meraviglia, lestasi, la disperazione e la libera decisione: noi preferiamo cio usare il termine spirito. Inoltre vogliamo designare come persona quel centro di atti entro il quale lo spirito appare nelle sfere finite dellessere, distinguendolo nettamente da tutti i centri funzionali della vita, che, considerati dal punto di vista interno, prendono altres il nome di centri psichici. (...) Se poniamo al sommo del concetto di spirito la sua particolare funzione conoscitiva, quella sorta di sapere che solo lo spirito pu fornire, allora la caratteristica fondamentale di un essere spirituale, qualunque possa essere la sua costituzione psicofisica, consiste nella sua emancipazione essenziale da ci che organico, nella sua libert, nella capacit che esso, o meglio il centro della sua esistenza, ha di svincolarsi dal potere, dalla pressione, dal legame con quanto organico, dal legame con la vita e con quanto essa abbraccia, e quindi altres dal legame con la propria intelligenza ancora sottomessa alla tendenza. Un essere spirituale non pi legato alla tendenza e allambiente, ne libero, e perci aperto al mondo; un essere siffatto possiede un suo mondo, ed altres capace di trasformare quei centri di resistenza e di reazione del suo ambiente, che originariamente anchegli possiede (i soli per lanimale cheviimmersoextaticamente)inoggetti.(...) Nellanimale superiormente o inferiormente organizzato ogni azione, ogni reazione, compresa quella intelligente, proviene da uno stato fisiologico del suo sistema nervoso al quale si collegano, dal lato 6

psichico, gli istinti, gli impulsi tendenziali e le percezioni sensibili. Tutto quello che non interessa questi istintiequestiimpulsinonneppurdato;mentrecichedato,datoallanimaleesclusivamentecome un centro di resistenza per il suo desiderio e per la sua avversione, vale a dire allanimale inteso come centrobiologico.(...) Lanimale non ha oggetti, esso vive solo extaticamente entro il suo ambiente, che porta strutturato in s come la lumaca la sua conchiglia, ovunque vada, e non in grado di oggettivare codesto ambiente. Lanimale non sa quindi allontanare, distanziare lambiente in un mondo (o in un simbolo) come in grado di fare luomo, e non sa neppure trasformare in oggetti i centri di resistenza, affettivamente e tendenzialmentecircoscritti.(...) Lanimaleviveimmersonellarealtconcreta,allaqualedivoltainvoltaconnessounpuntonellospazio oneltempo,unhicetnunc,einoltreunmododiesserecontingente,dovutoaquellaspetto,divoltain volta,assuntonellapercezionesensibile. Essere uomini significa proferire, nei confronti di questo tipo di realt, un energico no. Buddha intuiva tutto questo, quando diceva: meraviglioso contemplare ogni cosa, ma terribile esser le cose, mettendo in atto una tecnica di derealizzazione del mondo e dellio. (...) Questo atto di derealizzazione puessercompiutosolodaquellesserechechiamiamospirito.Sololospirito,nellasuaformadivolere puro, pu impedire con un atto di volont, e cio un atto di inibizione, lattualizzarsi di quel centro di impulsoaffettivo,nelqualeabbiamoriconosciutolaviadaccessoallarealteffettivacometale. Luomo perci lessere vivente che, in virt del suo spirito, in grado di comportarsi in maniera essenzialmente ascetica nei confronti della sua vita, che lo soggioga con la violenza dellangoscia; pu soffocare e reprimere i propri impulsi tendenziali, vale a dire rifiutare loro il nutrimento delle rappresentazioni percettive e delle immagini. Paragonato allanimale che dice sempre s alla vita anche quando laborrisce e la fugge luomo colui che sa dir di no, lasceta della vita, leterno protestatorecontroquantosoltantorealt.(...) Inognicasocomparatoallanimale,lacuiesistenzaunincarnazionedellospiritoborgheseluomo leterno Faust, la bestia cupidissima rerum novarum, mai paga della realt circostante, sempre avida diinfrangereilimitidelsuoessereoraquicos,sempredesiderosaditrascenderelarealtcircostante: e con essa anche i limiti della propria realt personale presente. In questo senso, anche Freud vede luomocomelesserecapacedireprimereleproprietendenze.Esoloinquantotaleinforzadiquesto no proferito nei confronti delle tendenze, non per le circostanze ma per costituzione luomo pu elevare sopra il mondo delle proprie percezioni il regno ideale del pensiero; riconducendo daltronde sempre pi in quello spirito che lo abita le energie sopite delle tendenze represse. Ci quanto dire che luomopusublimarelenergiadelleproprietendenzeinunattivitspirituale. 4. Cennisualtriautoridellantropologiafilosoficacontemporanea Se nella prospettiva scheleriana luomo appare come il portatore di una scintilla divina che lo rende capace di trascendere la realt data, negli altri due principali autori da cui muove lantropologia contemporanea lo sforzo di individuare la peculiarit delluomo rispetto al resto degli esseri viventi si accompagnaalrifiutodiricorrereadunprincipiometafisicoperdefinirnelessenza. Helmuth Plessner (18921985) sostiene, in accordo con Scheler, che il tratto caratteristico delluomo costituito dalla rottura con listinto, dal poter dire di no agli impulsi, dalla capacit di negare, di superare le costrizioni biologiche, ma, a differenza di quella scheleriana, la prospettiva filosofica di Plessner rifiuta qualsiasi conclusione dualistica che opponga spirito e vita, anima e corpo, res cogitans e 7

res extensa (...). Luomo manifesta le sue capacit intellettuali nel linguaggio, nel pensiero, nellarte e nella scienza; organizza la sua vita sociale determinandone i valori e le norme di comportamento. Struttura sensibile e struttura intellettuale trovano nelluomo il loro perfetto punto di incontro, dando cosvitaadunesserechesidistinguedatuttiglialtriperlasuaposizioneeccentrica. Per Plessner, grazie alla sua autocoscienza, luomo si distingue nettamente dallanimale: questi vive al centro del proprio ambiente naturale e la sua vita regolata da un rigido determinismo; non avendo consapevolezza della propria esistenza, non pu mai uscire, porsi fuori da quel centro. Ci invece possibile alluomo, il quale, grazie allautoriflessione in grado di trascendere il centro biologico della propria vita e acquisire una posizione eccentrica. Luomo non semplicemente un corpo esistente, ma ha un proprio corpo; vi in lui una continua difficolt, un rapporto dialettico tra lessere un corpo, cio esistere senza averne consapevolezza come gli animali, e lavere un corpo, cio rendersi conto di disporre di un organismo che sperimenta come altro da s. (...) Questo prendere le distanze, questa posizione eccentrica, questo distacco originario, questa capacit di porsi fuori dalla propria realt biologica ha una fondamentale funzione mediatrice. Luomo non vive come lanimale nellimmediatezza, ma nella mediazione; tipico della natura umana non poter vivere nellimmediatezza di una natura gi data, ma solo nella mediazione che trasforma la natura in cultura: luomo essenzialmente un essere culturale. Egli in grado di strutturare il mondo secondo una sua ideaerenderlopiconsonoalleesigenzedellasuavita.Luomoperrealizzaresestessodevesuperarela sua realt meramente biologica per ricomporla come realt culturale (M.T. Pansera, Antropologia filosofica,cit.,p.2021). Ancor pi evidente il rifiuto di ogni prospettiva metafisica in Arnold Gehlen (19041976: cfr. Luomo. La sua natura e il suo posto nel mondo, uscito in prima edizione nel 1940). Per Gehlen luomo un essere carente, cio non dotato di organi e funzioni specializzati tali da adattarlo subito e adeguatamenteaundeterminatoambientenaturale.Lasuapossibilitdiadattamentoesopravvivenza, invece, legata al fatto che, unico tra gli esseri della natura, in grado di creare un proprio ambiente socioculturale, un mondo artificiale nel quale vivere e prosperare. Lelaborazione di una sfera culturale in senso lato una caratteristica peculiare delluomo, la condizione necessaria e sufficiente dellasuasopravvivenza.Lessereumano,perci,diversamentedallanimale,riesceaconservarsiintutte le condizioni che lambiente pu offrire: in grado di soppravvivere sia allequatore sia al polo Nord, in quanto pu trasformare il mondo naturale in un mondo artificiale in grado di soddisfare le sue necessit vitali. E questa sua straordinaria capacit di adattamento lo qualifica come lunico essere aperto al mondo e non chiuso, come lanimale, in unangusta nicchia ecologica (M.T. Pansera, cit., p. 22). LETTURA 10. A. GEHLEN, LUOMO COME PROGETTO PARTICOLARE DELLA NATURA (DA UNIMMAGINE DELL UOMO ,1942) Gi da tempo si osservato che luomo, considerato morfologicamente, rappresenta per cos dire un caso deccezione. I progressi della natura consistono altrimenti nella specializzazione organica delle sue 8

specie, dunque nella formazione di adattamenti, naturali e sempre pi efficienti, a determinate condizioni ambientali. Un organismo animale si mantiene in virt della sua organizzazione specifica in unastrutturadicondizioniperlaqualeadatto,senzavolerquiinterrogarcisucomesisiadataquesta armonia.Sesiosservaoraluomosenzacondizionamentiteoricisiosservanoalcunecaratteristicheche ilcasoinnanzituttodienumerare. 1) Egli senza mezzi da un punto di vista organico, senza armi naturali, senza organi di attacco o di difesa o di fuga, con sensi privi di una efficienza particolarmente significativa: infatti ognuno dei nostri sensiampiamentesuperatodaglispecialistinelregnoanimale.privodipellicciaenondifesodalle intemperie, e persino molti secoli di autoosservazione non gli hanno insegnato se abbia veramente istinti e quali. Gi da tempo ci si resi conto di questo, e sia Herder (1772) che Kant (1784) vi hanno richiamato lattenzione. Solo recentemente per si sviluppata, sotto la direzione dello scomparso anatomista di Amsterdam Bolk, una teoria che concepisce tutte le particolari caratteristiche della costituzione umana dal punto di vista della primitivit. Con ci si intende da una parte il fatto che determinateparticolaritdegliorganicomeladentaturaprivadispazivuoti,lamanoconcinqueditae altre ancora devono essere arcaiche, ossia vecchie dal punto di vista della storia dellevoluzione, che esse sono comprensibili solo come punti di partenza di specializzazioni del tipo che possiamo trovare nelle grandi scimmie (crescita dei canini, raccorciamento del pollice); dallaltra che le ulteriori particolarit (mancanza di pelliccia, curvatura del cranio con dentatura ortognata, struttura del bacino, ecc.)sonodaintendersicomestatifetalifissatiedivenutipermanenti.Questoritardamento,acuiluomo deve un, per cos dire, habitus embrionale, un principio di spiegazione estremamente prezioso in quantopermettedicomprendereanchealtretipicitumane,soprattuttolasproporzionatalunghezzadel periodo di sviluppo, la lunga fase di dipendenza infantile, la tardiva maturazione sessuale ecc. Linsieme di queste caratteristiche vengono sintetizzate dal concetto di mancanza di specializzazione, e da qui proviene la giustificazione della contrapposizione descrittiva e comparativa delluomo allanimale e soprattutto ai suoi parenti pi prossimi, le grandi scimmie, molto ben specializzate. Se si fa scientificamente, cio adogmaticamente, un confronto bisogner attendersi che gli antenati delluomo sianostatigrandiscimmieconunhabitusrelativamentebenpiumanodiquellodelleattuali(...). 2) Inoltre possiamo vedere, ovunque spingiamo lo sguardo, che luomo si diffuso dappertutto sulla terra e, nonostante la sua mancanza di mezzi fisici, che assoggetta progressivamente la natura. In questo non si pu indicare un ambiente, un insieme di condizioni naturali e originarie che dovrebbero essere soddisfatte perch luomo possa vivere; al contrario lo vediamo mantenersi dappertutto, al poloeallequatore,sullacquaesullaterraferma,nellaforesta,nellapalude,inmontagnaenellasteppa. Cio egli vive come essere provvisto di cultura, ossia dei risultati della sua attivit previsionale, pianificata e collettiva, attivit che gli permette di preparare tecniche e mezzi della sua esistenza attraverso una trasformazione attiva e previsionale di ogni genere di costellazione di condizioni naturali. Perci concesso di chiamare il corpo delle condizioni originarie trasformate attivamente sfera della cultura, e luomo vive e pu vivere solamente allinterno di essa. Qualunque tipo di tecnica di procacciamento o di preparazione del cibo, ogni arma, forma di organizzazione dellattivit comune e misura di difesa contro nemici e il maltempo, o altro ancora, appartiene perci alle risorse anche della culturapiprimitiva,euominiallostatodinatura,ossiaprividicultura,nonesistonoaffatto. Bisogna annoverare i risultati di questa attivit progettante e trasformatrice, inclusi i necessari mezzi materiali, strumenti di pensiero e di rappresentazione, tra le condizioni fisiche di esistenza delluomo, e questa asserzione non vale per nessun animale. Le costruzioni dei castori, i nidi degli uccelli ecc., non sono mai progettati previsionalmente e vengono prodotti da unattivit puramente istintiva. Perci indicareluomocomePrometeohaunsensoesattoegiusto. Sesiconsiderailfattochelasferadellaculturaumanahaneifattiunsignificatobiologicosembralogico applicare anche qui, come generalmente succede, il concetto di ambiente, utilizzato con successo in 9

zoologia.Tuttaviacunadifferenzaessenziale:bisognacollegaresenzadubbiolamancanzaorganicadi mezzi delluomo con la sua attivit edificatrice di cultura e concepire entrambi come due fatti che si condizionano strettamente a vicenda da un punto di vista biologico. Non si pu parlare per, nel modo piassoluto,diunadattamentodelluomoaduncomplessodicondizioninaturalidivitachesarebbero assegnate dalla natura specialmente a questa specie, ci che appunto si intende in senso stretto con il concettodiambiente.Comelaspecializzazioneanimaleorganicadaunaparteelambienteritagliatoper essa dallaltra stanno lun per laltro, cos bisogna considerare la mancanza di specializzazione e la gracilit morfologica delluomo nella sua sfera della cultura. Poich questa per il corpo di circostanze naturali originarie che luomo ha trasformato in senso utile alla sua vita, allora non c a priori nessun limite naturale alla capacit umana di vivere ma solo limiti derivanti dalle condizioni tecniche: i confini dellespansione umana non risiedono nella natura ma nei diversi gradi dellarricchimento e del miglioramento della sua attivit produttrice di cultura, innanzitutto degli strumenti di pensiero e dei mezzimateriali. Luomo dunque organicamente lessere manchevole (Herder), egli sarebbe inadatto alla vita in ogni ambiente naturale e cos deve crearsi una seconda natura, un mondo di rimpiazzo, approntato artificialmente e a lui adatto, che possa cooperare con il suo deficiente equipaggiamento organico; e fa questo ovunque possiamo vederlo. Vive, per cos dire, in una natura artificialmente disintossicata, resa maneggevole, trasformata in senso utile alla sua vita, ci che appunto la sfera della cultura. Si pu anchedirechecostrettobiologicamentealdominiodellanatura.

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