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____________________________________________________ Monitoraggio sullandamento del credito alle imprese industriali lombarde ____________________________________________________

Tavolo della Prefettura di Milano 11 maggio 2010


100420_BOZZA REPORT SU RAPPORTI IMPRESE ISTITUTI DI CREDITO

Nei prossimi mesi sulla restrizione del credito alle imprese avremo alcuni momenti critici da gestire tutti insieme, non in una logica di contrapposizione con il sistema bancario, ma in una logica di ragionamento comune per far s che in un momento c qualche segnale di miglioramento non manchi il credito alle imprese.

Noi non vogliamo che il sistema bancario supporti aziende decotte, sarebbe assurdo, ma si deve andare al di l della mera valutazione dei numeri. Si deve cercare di capire e valutare il progetto industriale, cercando di cogliere le opportunit che il progetto porter

Emma Marcegaglia, 1 aprile 2010

Confindustria Lombardia crede che il Tavolo sul credito della Prefettura di Milano continui ad incarnare lo spirito di collaborazione e confronto fra il mondo dellimpresa e il sistema creditizio auspicato dalla Presidente Marcegaglia. Continuiamo a vivere questa sede di confronto nella certezza di potervi far giungere dati e sensazioni sullo stato dei rapporti fra le imprese associate e gli istituti di credito, le principali criticit e alcune proposte su cui incardinare il miglioramento dellaccesso al credito, nella consapevolezza che si tratta di un tema cruciale per la tenuta e il rilancio del nostro sistema economico e per la serenit di imprese, famiglie, societ.

Lindustria manifatturiera lombarda nel primo trimestre 2010

Secondo quanto riportato nellanalisi congiunturale curata da Unioncamere Confindustria Lombardia per il primo trimestre 2010, ci sono tutti i segnali di una gradualissima ripresa economica. I livelli produttivi dellindustria manifatturiera lombarda tornano a crescere (+2,5%). Il tasso di utilizzo degli impianti torna al 70% dopo quattro trimestri. Il portafoglio ordini riprende consistenza con quasi 52 giornate di produzione assicurata, e una decisa svolta positiva degli ordini sia dallinterno (+7,9%) che dallestero (+8,1%). Anche il fatturato torna a crescere (+2,7%) in sintonia con i livelli produttivi. In ripresa anche i prezzi delle materie

prime (+2,4%) mentre i prezzi dei prodotti finiti registrano ancora una contrazione (-1,8%) ma ad un tasso inferiore rispetto a quanto registrato nel corso del 2009. I dati occupazionali di flusso mostrano ancora un saldo negativo, rimarcando limpatto ritardato sulloccupazione degli andamenti dei livelli produttivi. La tendenza comunque improntata al miglioramento con un saldo negativo poco consistente (-0,3%). Diminuisce ancora il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, con il 33,1% delle aziende che ha dichiarato di aver utilizzato ore di CIG nel quarto trimestre, con una quota sul monte ore trimestrale che scende al 4,6%.

Monitoraggio relativo ai rapporti creditizi nel periodo gennaio marzo 2010

Alla fine di marzo del 2010 per la prima volta le Associazioni Territoriali di Confindustria Lombardia hanno condiviso un format per il monitoraggio dellandamento del credito e dei rapporti fra imprese ed istituti di credito. Ad un campione di 250 imprese sono state sottoposte semplici domande alle quali rispondere in relazione alla finestra cronologica gennaio-marzo 2010: se avessero chiesto nuovi finanziamenti e che tipo di risposta avessero ricevuto dalle banche; da quale tipo dimensionale di banca provenisse un rigetto della domanda; se avessero rilevato un incremento dei tassi di interesse; se avessero rilevato un aumento dei costi delle commissioni bancarie; se avessero verificato un incremento dei tempi di delibera e in relazione a quale tipo di operazione; se avessero ricevuto richieste di ulteriori garanzie e se in tal caso avessero fatto ricorso e stessero pensando di fare ricorso a un confidi.

Campione: 250 imprese lombarde

gennaio marzo 2010


Richiesta di nuovi finanziamenti o di incremento delle linee di credito S 38% No 62%

38%

62%

Risposta delle banche Positiva 54% Negativa 38% Parziale 8%

8%

1 2 38% 54% 3

Dimensione della banca che ha rigettato nuove richieste di credito: Isituti di credito di dimensione nazionale banche di riferimento del territorio

50%

50%

Incremento dei tassi di interesse Gennaio - marzo 2010 s 30% no 70%

30%

1 2

70%

Incremento dei tassi di interesse Gennaio - marzo 2010 s 30% no 70%

30%

1 2

70%

Incremento delle spese e delle commissioni bancarie Gennaio - marzo 2010 S 59% No 41%

41% 1 2 59%

Incremento delle spese e delle commissioni bancarie Gennaio - marzo 2010 S 59% No 41%

41% 1 2 59%

Allungamento tempi di delibera in ordine alla concessione dei fidi S 30% No 70%

30%

1 2

70%

Operazioni in cui si riscontra allungamento dei tempi della banca: normali rinnovi negoziare le condizioni finanziamenti / mutui

20%

56% 24%

Maggiore richiesta di garanzie da parte del sistema bancario gennaio - marzo 2010 S 22 No 78

23%

1 2

77%

Maggiore richiesta di garanzie da parte del sistema bancario gennaio - marzo 2010 S 22 No 78

23%

1 2

77%

Ricorso dell'impresa al confidi: s no

32%

68%

Nota Il monitoraggio effettuato descrive una situazione in cui il rapporto fra imprese ed istituti di credito non , nel complesso, divenuto pi critico. Il credito nel complesso viene erogato, anche se va rilevato come nel periodo in oggetto le stesse imprese, per lo pi, non abbiano richiesto maggiori o nuovi finanziamenti (tipico di questo periodo dellanno). Mentre si affacciano senza dubbio nuove esigenze di credito per investimenti, anche in correlazione alla lieve ripartenza delleconomia, bisogna notare come le imprese abbiano ancora fondamentalmente urgenza di liquidit. Non si notano quindi particolari criticit nel rapporto fra imprese ed istituti di credito. Piuttosto, osserviamo come il malessere pi diffuso fra le imprese regionali resti quello derivante dallinnalzamento delle spese di commissione bancarie, per le quali si suggerisce di mettere in campo al pi presto un intervento. Rispetto ai primi mesi della crisi economico-finanziaria, nei quali le criticit dei rapporti di credito sembravano gravare soprattutto sugli istituti di grandi dimensioni, il rapido monitoraggio effettuato rivela una distribuzione molto pi equilibrata di queste criticit negli ultimi mesi fra grandi e piccole banche.

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RILEVAZIONE STATISTICA MENSILE ATTIVITA' DEI CONFIDI SOCI DI FEDERFIDI LOMBARDA COMPARAZIONE CON DATI AL 31.12.2008 (ANNO PRECEDENTE)
RIEPILOGO

DATI ESERCIZIO 2008 AL 31.12.2008


DESCRIZIONE n. Totale domande ricevute di cui: - liquidit (finanziamenti non finalizzati) - affidamenti (fidi e portafoglio castelletti) - investimenti -altro .. (precisare) - CONFIDUCIA Pratiche erogate totali Pratiche respinte dalle Banche Posizioni revocate dalle Banche e comunicate al confidi Posizioni insolute pagate dal confidi alle Banche Tempo medio di erogazione da data invio garanzia in Banca 7818 2613 2604 1955 589 0 5826 382 307 160

DATI 1.1.2009 - 30 DICEMBRE 2009

Variazione 2009 su stesso periodo 2008 (dato anno/n. mese rif) importo 103,62% 174,04% 18,39% 72,88% 35,22% 81,98% 34,00% 30,89% 299,10%

Importo n. Importo n. 1.086.490.239,67 10762 1.843.624.367,59 327.575.648,97 4434 748.060.440,19 348.282.918,58 2564 343.601.400,00 344.164.516,98 2255 495.817.935,57 41.474.959,14 518 46.734.362,88 0,00 908 183.219.673,00 744.050.981,03 7381 1.128.348.746,95 60.677.047,00 414 67.755.850,00 27.071.249,72 4.061.813,13 30 375 237 29.528.375,16 13.509.008,52 35

65,19% 103,63% 18,16% 38,41% 5,53% 52,03% 30,05% 46,58% 77,75%

* - altro :antiusura -altro (13^, 14^ ACCONTO IMPOSTE, PRESTITO USO ORO) - altro ristrutturazione debito

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Nota

Lanno 2009 stato caratterizzato da un incremento eccezionale delle richieste di garanzia e dellattivit dei consorzi fidi. I dati riportati riguardano i confidi industriali aderenti a Federfidi e segnalano che lo stesso straordinario incremento dei volumi di garanzia rilasciata si concentra sul fabbisogno di liquidit. Il credit crunch verificatosi a cavallo fra 2008 e 2009 e la susseguente frenata delleconomia hanno depresso i programmi di investimento delle imprese a favore di una marcata esigenza di circolante. Ora, nel momento in cui leconomia d concreti segnali di ripresa, le imprese hanno accumulato una situazione di tensione finanziaria che rischia seriamente di razionarne laccesso al credito. Il ruolo sociale dei Confidi rispetto alla continuit dei rapporti di credito divenuto nel 2009 sempre pi decisivo e coerente con la missione mutualistica che da sempre caratterizza lattivit dei consorzi. Nei prossimi mesi, in cui bilanci delle imprese faranno emergere i risultati di una situazione di tensione finanziaria accumulata negli ultimi mesi, limportanza dei Confidi sar ampiamente confermata.

Regione Lombardia ha mostrato di cogliere il peso decisivo della garanzia dei Confidi nellammortizzare la stretta creditizia a favore dellaccesso al credito sia per la liquidit che per gli investimenti. La messa a punto di strumenti di supporto alla garanzia come Confiducia e il Fondo Jeremie evidenzia la percezione di questa necessit da parte di Regione, che ha inoltre puntato su uniniziativa di patrimonializzazione dei Confidi attraverso i Formigoni loan, assegnando alla filiera lombarda della garanzia 30 milioni di euro nella forma del prestito subordinato. Ora sar necessario assicurare anche a Federfidi le necessarie dotazioni patrimoniali, al fine di sostenerlo nel ruolo di controgarante dei Confidi di primo grado e, in definitiva, nella cruciale funzione di architrave del sistema lombardo delle garanzie, la cui solidit riveste un interesse di sistema, anche in ordine alle politiche industriali della Regione.

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A. Andamento della moratoria sui debiti delle Pmi

Le Associazioni territoriali lombarde di Confindustria rilevano nel complesso un ottimo funzionamento dellAvviso comune per la sospensione dei debiti delle Pmi verso il sistema bancario e per la patrimonializzazione delle imprese. In particolare, richiamiamo il dato percentuale della provincia di Brescia, dove ben il 50% delle imprese associate ha richiesto o pensa di richiedere lapplicazione della Moratoria entro giugno 2010. Si tratta di una percentuale significativa e che altre realt territoriali tendono a confermare. I dati raccolti presso le imprese associate hanno confermato i pregi di uno strumento retto da un accordo preciso nei termini ed automatico nellapplicazione. La ridotta percentuale di imprese che si sono viste rigettata la richiesta di congelamento dei debiti non ha infatti subito una valutazione di merito ma ha piuttosto scontato unoggettiva inammissibilit formale alle condizioni previste dallAvviso comune.

Resta tuttavia da sottolineare come, a fronte di uneccellente operativit della moratoria per ci che concerne la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di

mutuo o implicita nei canoni delle operazioni di leasing, sia stata pressoch nulla la richiesta dellallungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per le esigenze di cassa in riferimento alle operazioni di anticipazioni su crediti certi ed esigibili. La percezione diffusa del nostro sistema che tale importante opportunit fosse di complessa applicazione in sede tecnica e non fosse descritta in modo adeguatamente chiaro nel testo dellAccordo e, daltra parte, che gli istituti di credito non labbiano proposta alle imprese con particolare vigore. La proroga della Moratoria per altri 6 mesi a beneficio di coloro che ancora non ne hanno fatto richiesta e non come allungamento dei termini di congelamento unipotesi che viene dalla base associativa. Si richiama inoltre lopportunit di continuare a dare applicazione a quanto previsto dallAvviso Comune in vista della capitalizzazione delle imprese: laccordo prevede infatti limpegno delle banche a definire appositi finanziamenti, pari ad un multiplo dellaumento di capitale sociale.

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B. Commissione di messa a disposizione dei fondi

Come noto, dopo la conversione, con la legge 2/2009, del decreto 185/2008 (decreto anticrisi), la commissione massimo scoperto divenuta applicabile solo se il saldo negativo di almeno trenta giorni. Nei mesi successivi le imprese hanno tuttavia subito la reintroduzione di fatto della stessa commissione sotto forma di una nuova commissione, nella maggioranza dei casi definita commissione di scoperto di conto. Con il decreto legge anticrisi n. 78 del primo luglio 2009 il Governo ha quindi dichiarato nulle le nuove forme di prelievo equivalenti, per finalit, alla commissione massimo scoperto e ha inoltre dichiarato che lammontare del corrispettivo per il servizio di messa a disposizione di somme a favore del cliente non pu, in nessun caso, superare per trimestre lo 0,5% dellimporto dellaffidamento, a pena di nullit del patto di remunerazione.

A valle di un complesso percorso normativo le imprese, che nella maggior parte dei casi non pagavano la commissione di massimo scoperto o perch non sconfinavano o in ragione di un accordo stipulato con le banche, si trovano ora nella condizione di sopportare ex novo un prelievo prima inesistente e finanziariamente rilevante. Le nostre Associazioni Territoriali adombrano fra laltro il rischio che molte imprese siano indotte a ridimensionare la parte di fido non utilizzata, richiedendo affidamenti pi bassi che in passato.

Ci determinerebbe, in un momento di particolare fragilit finanziaria delle imprese (a ridosso della presentazione dei bilanci 2009), una minore flessibilit del fido e una maggiore probabilit di sconfinamento, con conseguente possibile riduzione del rating di impresa alla luce di uninformazione della centrale rischi pi penalizzante.

Dalle Associazioni emerge la diffusa ipotesi di chiedere un intervento normativo in grado di cancellare gli effetti del tortuoso iter legislativo sopra descritto. Questa richiesta viene tuttavia accompagnata dalla consapevolezza delle difficolt di un intervento del legislatore, sempre suscettibile di danni collaterali ed effetti indesiderati. Si potrebbe in alternativa percorrere la strada di un accordo con Abi. 15

In particolare, unipotesi interessante potrebbe essere quella di applicare la Commissione di Messa a Disposizione dei Fondi alle sole somme non utilizzate e non allintero importo dellaffidamento. Il tetto massimo al costo di questa commissione dovrebbe inoltre collocarsi al di sotto dello 0,5%, proprio per non incentivare le imprese a comprimere le proprie richieste di affidamento al fine di ridurre le somme non utilizzate. Ci che incrementerebbe il rischio di sconfinamento e potrebbe generare ripercussioni negative sul rating dimpresa. In ogni caso questa commissione dovrebbe concernere i soli fidi di cassa e non i castelletti o i finanziamenti. Va inoltre segnalata, fra le problematiche segnalate dalle nostre imprese, la non omogeneit nellapplicazione della Commissione di messa a disposizione dei fondi da parte dei differenti istituti di credito (la commissione viene applicata su un numero diverso, variabile da banca a banca, di linee di credito). Preoccupa molto gli imprenditori lallargamento della base imponibile della commissione, che per alcuni istituti non applicata solo sui fidi di cassa, ma anche sui fidi commerciali (castelletto di portafoglio, fidimport/exp) Il nostro sistema ha in tal senso oltremodo apprezzato la lettera del marzo 2010 con cui il Direttore Generale di Banca dItalia, Saccomanni, ha sottolineato al Direttore Generale del Ministero dellEconomia, Vittorio Grilli, che, in seguito agli interventi legislativi del 2009, il grado di opacit delle commissioni rimasto elevato ed in taluni casi aumentato, unitamente ai costi per i clienti. Guardiamo inoltre con interesse alla proposta tecnica illustrata dagli esperti di Banca dItalia alla Commissione Finanze del Senato al fine di varare un nuovo intervento legislativo. Alcune banche dichiarano di aver adottato un principio di equipollenza rispetto alla situazione antecedente, applicando alle imprese commissione di importo equivalente a quello prelevato lo scorso anno, prima dellintroduzione della nuova commissione.

C. Iniziative del sistema confindustriale lombardo

Il sistema confindustriale lombardo ha risposto alla crisi attraverso una serie articolata di misure a favore dellaccesso al credito:

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Tavoli provinciali di confronto tra Abi e le rappresentanze imprenditoriali, in alcuni casi alla presenza del Prefetto.

Costituzione di appositi fondi a supporto dellaccesso al credito da parte delle Associazioni territoriali (in abbattimento tassi e come moltiplicatore a supporto delle garanzie rilasciate dai Confidi).

Seminari / incontri con le imprese sui pi significativi strumenti a sostegno dellaccesso al credito (es. Fondo Centrale di Garanzia, linee di garanzia Sace, Moratoria sui Debiti, Plafond Pmi della Cassa Depositi e Prestiti, Confiducia, etc.) e sui temi di maggior interesse ai fini dellevoluzione del rapporto fra banche ed imprese (es. Basilea 2).

Si stanno organizzando incontri di sensibilizzazione e diffusione di una maggior consapevolezza, trasparenza e competenza a proposito del punto di vista del lettore soprattutto bancario di fronte ad un bilancio.

Seminari di sensibilizzazione per la miglior predisposizione dei bilanci e per la conoscenza dei meccanismi di calcolo del rating.

Fra le iniziative in via di pianificazione, sono inoltre da segnalare alcuni progetti con la possibile implementazione di software in grado di ricavare il profilo competitivo di unimpresa e di valorizzare informazioni qualitative e complesse a proposito della sua storia e dello sviluppo del suo piano industriale per inserire elementi qualitativi e prospettici nella valutazione del credito. In tal senso, allo studio lipotesi di condividere con gli istituti di credito le principali tipologie di informazione su cui la banca intende focalizzare la propria attenzione nellattribuzione del rating allimpresa.

C. 1 Iniziative di particolare rilevanza innovativa

Si segnalano inoltre alcune iniziative particolarmente rilevanti ed innovative: lUnione Industriali di Varese ha recentemente sottoscritto un accordo con la Bcc di 17

Busto Garolfo e Buguggiate per lemissione di un prestito obbligazionario investimento minimo di mille euro, durata di 24 mesi e rendimento fisso del 2,25% per la raccolta di fondi destinati a formare, con una maggiorazione del 50% rispetto a quanto raccolto, il plafond per lemissione di finanziamenti sino a 200 mila euro ad imprese associate aventi sede operativa nei 46 comuni in cui opera la Banca di credito cooperativo. Loperazione servir a finanziare liquidit, pagamento della tredicesima e della quattordicesima mensilit, capitalizzazione dellazienda, acquisto di scorte ed acconto imposte. Tale iniziativa ha il merito di cogliere lesigenza di forme alternative al credito bancario per il finanziamento delle imprese, sottolineata anche da uno studio dei due economisti della Banca dItalia, Signoretti e Panetta, che evidenziano lo scarso ricorso delle imprese italiane (solo 14 nel 2009) ad emissioni obbligazionarie sui mercati di capitali. Infatti, come sottolineato dai due economisti, un sistema finanziario eccessivamente bancocentrico non aiuta a uscire presto dalla crisi economica. Anzi, proprio le caratteristiche strutturali del sistema finanziario italiano incentrato sul ruolo delle banche, privo di mercati obbligazionari e azionari sviluppati, di fatto incapace di fornire al sistema produttivo risorse alternative al credito bancario, hanno amplificato i potenziali effetti negativi della crisi sull'economia reale pi che altrove, perch nel nostro Paese basta un modesto effetto di stretta dell'offerta creditizia per comprimere in modo non marginale gli investimenti e l'attivit produttiva.

Il Comitato Piccola Industria dellAssociazione Industriale di Brescia ha istituito uno sportello per il supporto alle imprese nella relazione con le banche, specialmente a ridosso della presentazione dei bilanci 2009, sui quali si registreranno senza dubbio notevoli criticit. Si tratta di un supporto importante nella diagnosi e nella soluzione delle tematiche finanziarie e, soprattutto, nella redazione di bilanci e business plan in vista di una migliore gestione dei rapporti di credito.

LAssociazione Industriali di Monza ha gi incontrato il Commissario Governativo e Viceprefetto Sacconi in ordine allistituzione di un apposito Tavolo di confronto provinciale sul credito

Confindustria Lombardia giocher un ruolo attivo nella messa a regime del Fondo per le Pmi istituito dal Ministero dellEconomia e dalle principali banche. Ci 18

auguriamo che lesperienza possa avere successo e costituire un esempio del ricorso delle imprese a fonti di capitale alternative ai canali bancari

D. Proposte dal mondo imprenditoriale

Basilea 2 e lipotesi di Basilea 3

Sia pur ispirato al condiviso proposito di limitare la rischiosit dellattivit bancaria per mezzo di pi rigorosi criteri patrimoniali, Basilea 2 ha prodotto maggior rigidit nei rapporti fra imprese e banche, in particolare generando un complessivo irrigidimento dei parametri di concessione del credito e un netto orientamento a privilegiare lanalisi della situazione finanziaria delle imprese a scapito di una valorizzazione della qualit del business e del progetto industriale. Lapplicazione di Basile a 2 coinciso con la crisi

e con un riassetto organizzativo e dimensionale del mondo bancario. Come evidenziato


anche dal Direttore Generale di Confindustria nel corso di unAudizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati (11 febbraio 2010), anche il solo annuncio, da parte dei regolatori internazionali, di unulteriore rigorizzazione dei parametri di capitale degli istituti di credito rispetto agli standard di Basilea 2 (lannuncio di una Basilea 3), potr generare comportamenti ancor pi restrittivi degli istituti di credito anche nel caso lapplicazione delle nuove regole non avesse luogo prima del 2011-2012. Gli effetti di Basilea 3 si fanno gi sentire laddove gli istituti di

credito hanno prestiti subordinati che non entrano a patrimonio, generando disorientamento.
E cruciale che organizzazioni imprenditoriali ed Abi cooperino il pi strettamente possibile al fine di monitorare gli effetti dellapplicazione di Basilea 3 e dellannuncio della sua attivazione.

Pu essere anche utile, in tal senso, far riferimento alla posizione dellAssociazione Bancaria Italiana, che mette in evidenza una situazione nazionale peculiare, che ha visto i nostri istituti di credito, di ogni dimensione, pressoch estranei alle imprudenze che hanno generato la crisi.
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In tal senso, lAssociazione Bancaria Italiana paventa giustamente, in relazione allipotesi di una messa a regime di Basilea 3, il rischio di generare, applicando una normativa omogenea a situazioni nazionali particolari, un campo da gioco tutto in salita per banche ed imprese italiane.

I bilanci 2009 e lipotesi di unanalisi di respiro triennale

Irrigidire ulteriormente Basilea 2 in questa fase sarebbe inopportuno specialmente se pensiamo alle difficolt che emergeranno con la chiusura dei bilanci 2009: per molte imprese si registrer un peggioramento rispetto ai bilanci del 2008 e un conseguente peggioramento del rating. Si profilano purtroppo possibili nuove restrizioni di credito proprio nel momento in cui le imprese ne avranno bisogno per riagganciare la ripresa. Proprio in relazione alla previsione di forti criticit nei bilanci 2009 le imprese sentono lesigenza di una valutazione pi complessiva delle proprie performance economiche. Ci attendiamo daltronde dalle banche una valutazione pi approfondita e lungimirante, in grado di guardare, anche in una situazione di crisi, alle potenzialit di sviluppo delle imprese. Lesperienza dei nostri territori (la provincia di Sondrio resta in tal senso il caso di maggior evidenza) ci dice infatti che laddove c una valutazione approfondita e non limitata agli aspetti quantitativi del bilancio il credito viene correttamente erogato e diminuiscono sia i problemi delle imprese sia i problemi delle banche nel controllare le sofferenze.

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Lavorare sul rating

Unaltra ipotesi cui lavorare, nel tentativo di valorizzare gli elementi di forza del nostro sistema imprenditoriale in sede di istruttoria bancaria, la costruzione di un sistema di rating di distretto. Sappiamo infatti con certezza che lappartenenza ad una realt distrettuale ha permesso di verificare correlazioni con un incremento delle performance delle nostre imprese (come messo in evidenza anche da una monografia dedicata da Unicredit a I distretti della meccanica, 2009). Gli istituti di credito dovrebbero valutare anche questo elemento competitivo nellassegnazione di un rating alle imprese. Va ricordato, su questo particolare terreno, che Confindustria e Barclays Italia hanno sviluppato un modello di rating bancario che tiene conto anche della governance aziendale. Ci consente di affiancare alle valutazioni di natura esclusivamente economica e finanziaria quelle di natura qualitativa legate al management e alla capacit di fare rete, con un conseguente miglioramento del rating. Unesperienza degna di essere menzionata anche quella di Ucimu, che insieme ad Unicredit ha realizzato una mappatura del settore facendo unanalisi dei principali indici di bilancio al fine di individuare i fattori pi critici di successo allinterno della valutazione di unazienda. Lanalisi stata supportata da interviste ad imprenditori del comparto, ai quali sono stati forniti un software e un manuale per la redazione del business plan. Infine, non va dimenticato, tra le iniziative tese a valorizzare asset intangibili e approcci istruttori pi qualitativi nel valutare il merito di credito di unimpresa, il protocollo sui brevetti siglato da Confindustria, Crui, Mse e Abi nel 2008. In particolare, si tentato di reperire un metodo condiviso tra pubblico e privato per la valutazione economica e finanziaria dei brevetti come fattori di competitivit e valore suscettibili, tra laltro, di un migliore accesso al credito.

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Occorre pertanto affiancare agli aspetti quantitativi elementi informativi in grado di qualificare e dettagliare la credibilit di un piano industriale. Ci sarebbe possibile, secondo Confindustria, in costanza delle regole di Basilea 2 e renderebbe il credito pi commisurato al valore reale delle nostre imprese e alle loro prospettive di stabile crescita, unitamente a generare una maggior capacit di controllo del rischio da parte degli istituti di credito.

Pi trasparenza: un comune linguaggio tra imprese ed istituti di credito

Le imprese devono quindi imparare ad utilizzare il bilancio come un autentico strumento di comunicazione con il mondo bancario, conferendo maggiore enfasi ai piani di sviluppo aziendale. Al momento, infatti, le imprese di minori dimensioni faticano a trasferire nel linguaggio e nei termini dellistruttoria creditizia informazioni rilevanti in ordine al proprio business e, senza le quali, la propria solvibilit appare svalutata. Le imprese associate hanno la percezione di dover migliorare la comunicazione con il sistema bancario per agevolare il proprio accesso al credito. Il nostro sistema si propone quindi di proseguire e rafforzare unazione di sensibilizzazione culturale delle nostre imprese rispetto ai vincoli e ai parametri introdotti nel sistema creditizio da Basilea 2. Stiamo inoltre intervenendo per diffondere fra gli associati una maggiore

consapevolezza di cosa sia il rating e di come esso sia calcolato: in tal senso cruciale, affinch le iniziative del nostro sistema in questa direzione possano conseguire risultati, che le banche offrano elementi conoscitivi di maggiore dettaglio a proposito delle modalit di calcolo del rating. Le nostre imprese devono poter acquisire maggiori conoscenze circa gli aspetti del proprio bilancio e del proprio piano industriale che concorrono maggiormente alla valutazione della propria affidabilit in sede di istruttoria creditizia. Va inoltre richiamata una recente proposta dei Giovani Imprenditori di Confindustria che va nel senso di una maggiore trasparenza nei rapporti fra imprese ed istituti di credito e concerne la Centrale rischi. Secondo i Giovani confindustriali, dato che la 22

Centrale Rischi rappresenta oggi l'elemento fondamentale su cui le banche basano le proprie revisioni di rating andamentale, sarebbe importante che Banca d'Italia potesse rendere la CR reperibile in modo semplice, ma pur sempre riservato (oggi si va a ritirare a mano agli sportelli di Banca di Italia dopo aver inviato una richiesta scritta), e che fosse di lettura pi semplice ed immediata". Si tratta di una proposta semplice e che pure potrebbe fare molto nel promuovere una maggiore vicinanza fra il punto di vista dellimpresa e quello della banca.

Consolidare il debito

In questo senso, proprio i bilanci 2009 metteranno in luce una complessiva riduzione dei costi delle nostre imprese, con leccezione di quelli del personale e di quelli legati allindebitamento per investimenti (rate dei mutui). Si tratta nel primo caso di un aspetto rilevante sia sotto il profilo del ruolo sociale delle imprese sia sotto il profilo del suo orientamento competitivo, rispetto al quale la tutela delle competenze e del capitale umano decisiva. Le Piccole Imprese della Lombardia hanno spesso imbarcato perdite per non licenziare persone e per non abdicare alla propria funzione di fattore di tenuta e coesione sociale. Si potrebbe allora ipotizzare lintroduzione di strumenti di consolidamento a medio e lungo termine di passivit a breve termine nei confronti del sistema bancario. Limpianto della legge 598/94 costituisce ancora, in questo senso, un buon modello di riferimento.

Factoring

Va rilevata, coerentemente con lesigenza di sostenere il capitale circolante delle imprese, linteresse che potrebbero rivestire forme di incentivazione della cessione del credito, anche attraverso un sostegno diretto alle societ di factoring (alle quali si potrebbero inoltre offrire garanzie). Un discreto interesse sembra riscuotere il reverse factoring, che permetterebbe, tramite lesternalizzazione del processo di pagamento ad

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una societ finanziaria, di razionalizzare e controllare il processo di pagamento dei fornitori, utilizzando la fornitura come canale alternativo di finanziamento.

Sostenere il ruolo decisivo dei Confidi

La pi diffusa richiesta del sistema confindustriale regionale resta quella di una forte azione di sostegno al patrimonio dei Confidi, ormai percepiti come i maggiori facilitatori del credito nel contesto di una crisi che stata anzitutto una crisi di credito. Ricordiamo che, gi solo tra lottobre del 2008 e laprile 2009, il surplus di impegno patrimoniale dei consorzi industriali ed artigiani lombardi al fine di ripianare i default delle imprese regionali si aggirava intorno ai 50 milioni di euro. Si trattato del pi tempestivo ed efficace intervento di tamponamento della crisi: uniniziativa che ha preceduto loperativit degli strumenti di politica industriale (e nello specifico di sostegno alla garanzia) a qualsiasi livello.

Lattuale situazione economica ha reso evidente la necessit di un intervento pubblico di sostegno patrimoniale ai consorzi nelle fasi di straordinaria criticit economica. In queste fasi i Confidi sembrano potersi assimilare infatti a veri e propri strumenti di politica industriale. Tale intervento stato in parte effettuato da Regione Lombardia sul primo grado, con lerogazione di un prestito subordinato di 24 milioni di euro a prezzi di mercato e con un successivo prestito di 6 milioni di euro ad un tasso molto ridotto. Resta necessaria una tempestiva azione di rafforzamento patrimoniale di Federfidi, dalla cui solidit patrimoniale passa la tenuta dellintera filiera della garanzia in Lombardia. Il consorzio di secondo grado intersettoriale, indicato da Regione Lombardia come decisiva leva di politica industriale, ha ora necessit, dopo il surplus di attivit sviluppato nel 2009, di unazione di rafforzamento patrimoniale prevista dal suo piano di sviluppo.

Unazione di rafforzamento del patrimonio dei Confidi assume un particolare significato strategico nella prospettiva di una trasformazione dei Confidi in Intermediari Finanziari Vigilati 107 ( ora in corso listruttoria di Banca dItalia sulle domande di iscrizione presentate dai nostri due principali consorzi), i soli soggetti in grado, alla luce di Basilea 2, di effettuare una concreta mitigazione del rischio delle banche a favore di un pi agevole accesso al credito delle nostre imprese. 24

Tuttavia, nonostante il delicato percorso di trasformazione in Intermediari Finanziari Vigilati, non abbiamo ancora notato un effetto calmierante sui tassi applicati alle imprese.

Patrimonializzare le imprese

Bisogna daltro canto agire tempestivamente anche sui fattori strutturali che permetterebbero di rendere limpresa pi forte nel rapporto con gli istituti di credito. In particolare, occorre mettere subito in campo, a tutti i livelli, strumenti di effettivo sostegno alla patrimonializzazione delle nostre imprese. Sarebbe quindi oltremodo opportuno introdurre una misura di supporto alla capitalizzazione delle imprese dotata di unintensit agevolativa elevata, al fine di suscitare reale interesse verso una tipologia di investimento purtroppo ancora lontana dalla sensibilit di molte realt aziendali. Un buon modello di intervento potrebbe essere quello, gi in uso nel sistema camerale, che prevede linee di credito agevolate da un contributo in conto abbattimento tassi e caratterizzate da tassi dinteresse particolarmente appetibili per le imprese che attuano operazioni di aumento del capitale sociale, finanziamento e versamento dei soci in conto capitale. Occorre inoltre incoraggiare le nostre imprese a patrimonializzarsi costruendo agevolazioni fiscali pi intense delle attualmente previste dallarticolo 5 del decreto legge 78/2009 (3% di deduzione Ires per 5 anni con un tetto massimo di 500 mila euro). Come sottolineato da autorevoli studi ed analisti, la crisi in atto deve far diventare le imprese consapevoli dellopportunit di lavorare, nel reperimento delle risorse, anche su canali alternativi a quelli bancari. Il fondo per le Pmi promosso dal Ministero dellEconomia, Confindustria, Abi, Cassa Depositi e Prestiti ed istituti di credito di rilievo nazionale come Intesa, Unicredit ed Mps opera in questa direzione e lo fa senza intenti speculativi, ma con moderate attese di rendimento e la capacit di accompagnare le imprese attraverso interventi di patrimonializzazione della durata di 15 anni.

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