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Intervista a DAVID MUMFORD Piergiorgio Odifreddi Un'immagine stereotipata dei matematici li raffigura distratti e chiusi nelle loro torri

d'avorio, oblivi del mondo degli oggetti perch troppo catturati da quello delle idee. Niente potrebbe essere pi lontano dalla verit: se non in generale, almeno nel caso particolare di David Mumford. Dopo aver militato per vent'anni nel campo della matematica pi pura, conseguendo risultati memorabili che gli sono valsi nel 1974 la medaglia Fields, negli ultimi vent'anni Mumford ha compiuto un'inversione completa ed passato alla matematica pi applicata. Ma la ricerca non gli ha impedito di "sporcarsi le mani'' nelle pi svariate attivit pratiche, dalla sperimentazione didattica nel Consorzio per il Calcolo di Harvard all'impegno nell'Unione Internazionale dei Matematici, della quale stato presidente per un quadriennio. In occasione del Congresso Internazionale che si apre il 20 agosto 2002 a Pechino abbiamo chiesto a Mumford di parlarci della matematica, spaziando dal personale all'universale, come si addice al personaggio. Come si accorto di avere la "vocazione'' per la matematica? Quando andavo a scuola la trovavo semplice e divertente, ma senza sostanza: credevo che questa stesse nella fisica. Solo all'universit ho cominciato a trovare parti stimolanti della matematica, e sono rimasto agganciato. La facilit nel fare conti o espressioni necessaria per tutte le professioni quantitative (scienza, ingegneria, economia), ma la "vocazione'' si sente quando si vede che la matematica vive, che crea un suo mondo che pu essere esplorato allo stesso modo dell'universo fisico, bench esista soltanto a livello mentale. Lei ha esplorato il mondo della geometria algebrica, che stato scoperto dalla scuola italiana di Castelnuovo, Enriques e Severi. Ho amato il loro lavoro, anche se pi che leggerlo ho cercato di ricrearlo nel nuovo linguaggio introdotto da Zariski. La cosa meravigliosa che, con i soli strumenti molto semplici di cui disponevano, gli italiani avessero compreso cose molto sottili. Io spesso mi sentivo soltanto come un muratore, che aggiungeva cemento alle pietre dell'edificio che quegli architetti avevano costruito. Hanno certamente fatto alcuni errori, lasciandosi prendere la mano dalla loro visione, ma avevano un'intuizione formidabile. Questo suo lavoro le valso la medaglia Fields nel 1974. Che cosa significa, per un matematico, raggiungere un tale obiettivo? Da un lato, si trattato di un'affermazione sorprendente: io non mi ero mai sentito a quel livello, mi stavo solo divertendo a dimostrare teoremi, e la medaglia mi ha fatto capire che ci che facevo era buono. Dall'altro lato, sono sempre stato conscio del fatto che la scelta capricciosa, e che vincere ti divide dagli amici. I premi sono una cosa strana. In seguito lei ha fatto parte del comitato di assegnazione delle medaglie, e l'ha anche presieduto. Non pensa che alcune aree o scuole siano favorite, e altre penalizzate? Certamente ci sono delle mode nella matematica, gruppi che sono "in'' e altri che sono "out''. Nel comitato io mi sono battuto perch ci fosse pi rappresentativit, e in parte ho raggiunto lo scopo. Nel passato la logica stata penalizzata, e avrebbe potuto vincere almeno due medaglie. Ma la peggiore omissione quella della scuola russa: la colpa in parte della nostra ignoranza del loro lavoro, e in parte dell'inefficacia dei loro membri nel comitato. A proposito della logica, so che lei non la ama come fondamento della matematica. Perch? La camicia di forza in cui la logica costringe il mondo stata utile agli inizi, per permettere alla matematica di prendere piede come impresa intellettuale. Affrontando le cose nella loro

complessit, non si sarebbero mai scoperte cose come il teorema di Pitagora, che valgono soltanto in mondi idealizzati e purificati. Col passare del tempo, per, e soprattutto ora che stiamo cercando di capire l'intelligenza e il pensiero in maniera scientifica, ci stiamo accorgendo che il mondo si capisce meglio, in generale, con la probabilit e la statistica. Lei stato coinvolto in un progetto sull'insegnamento del calcolo a Harvard. Come si pu modernizzare la didattica della matematica? Per il calcolo, noi abbiamo cercato di combinare la manipolazione algebrica, la visualizzazione geometrica e la simulazione numerica, oltre al fatto di usare soltanto esempi reali e rilevanti per la vita quotidiana. Nell'algebra, che sembra essere l'ostacolo maggiore per gli studenti, si potrebbe ad esempio esplorare l'uso di acronimi al posto delle variabili, oppure l'uso dei fogli elettronici. Pi in generale, cosa si pu fare per migliorare la pessima immagine che la matematica ha fra gli studenti? La mia speranza che si possa insegnare l'amore per i numeri mostrando che sono utili e potenti per descrivere il mondo. Ho notato spesso che i giornali evitano di pubblicare numeri nei loro articoli, e io trovo la cosa insultante. Ad esempio, quanti dei nostri lettori conoscono l'ammontare del PIL? Se la gente fosse pi abituata a pensare quantitativamente, le cose cambierebbero. Non pensa che, in parte, questo sia dovuto al fatto che i matematici snobbano la divulgazione, a differenza dei fisici? Sfortunatamente, sono d'accordo. Gente come Feynman ha reso un gran servigio alla divulgazione della fisica, e noi dovremmo imparare. Quanto a me, ho appena pubblicato "Le perle di Indra" insieme a Series e Wright, in cui cerchiamo di spiegare un po' di "vera'' matematica nel modo pi semplice possibile. Scrivere cose del genere difficile, ma pu servire. Lei stato sia il vicepresidente che il presidente dell'Unione Internazionale dei Matematici. Quali sono gli scopi dell'Unione? Nel passato, aveva come scopo principale l'organizzazione del Congresso Internazionale che si tiene ogni quattro anni. In tempi recenti ha cominciato ad aiutare i matematici a rispondere alla sfida di Internet, come mezzo di informazione e comunicazione elettronica. La comunit non era organizzata, e la transizione sta richiedendo una completa riallocazione delle risorse finanziarie e un cambiamento radicale delle abitudini professionali. A proposito di informazione, quale pensa siano stati i risultati matematici pi importanti degli ultimi tempi? Beh, io non sono pi un matematico puro da tempo, perch ora mi occupo di applicazioni all'Intelligenza Artificiale. In questo campo, la teoria di Vapnik sull'apprendimento statistico la pi profonda idea emersa degli ultimi decenni. Nella matematica pura, invece, penso che il risultato pi importante sia stato quello di Wiles: non tanto la dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat, quanto piuttosto quella della congettura di Tanyama e Weil da cui essa deriva. E quali sono, invece, le sfide pi stimolanti per il futuro? Non si pu sbagliare, se si citano le pi note: il problema P = NP, la congettura di Poincar e la teoria della turbolenza di Navier e Stokes, che sono rispettivamente i pi importanti problemi aperti dell'informatica, della topologia e della matematica applicata tradizionale. Pi in generale, quale sar l'area della scienza che offrir pi ispirazione alla matematica? Certamente la biologia. E' qui che ora si giocano i giochi, e cos sar ancora per un bel po'. Scienza a parte, qual il ruolo della matematica nella cultura? Una persona acculturata dovrebbe anche essere "enumerata'', e sapere che nel mondo delle idee contare e misurare sono attivit tanto importanti quanto il parlare. E forse anche di pi, visto che la matematica il linguaggio in cui Dio ha scritto le leggi dell'universo.

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