Dà il benvenuto a tutte nell’Aula Magna del Centro delle donne e presenta il problema “spazi” che vivono le donne di Bologna dalla chiusura di Sala Notai su richiesta del Sindaco Cofferati. Le donne di Bologna attendono da 2 anni l’assegnazione di uno spazio condiviso in cui poter di nuovo lavorare. Proposte: - costruire un’agenda, una nostra proposta indipendentemente dal fatto che la conferenza nazionale ci sia o meno. La mia proposta è che questa conferenza si tenga comunque con l’appoggio istituzionale. - Dobbiamo coinvolgere donne straniere su questi temi.
Elena Del Grosso (Rete delle donne di Bologna e Osservarosa)
- ragioniamo su realtà locali e costruiamo rete nazionale che possa essere interlocutore privilegiato alla conferenza nazionale sulla salute delle donne. Anche se la conferenza non si farà più dovremo essere comunque presenti e magari organizzarla noi. - Politica delle donne si fa attraverso le “reti”. - Per le donne occuparsi di salute a partire da sé è un dovere ed è questo che necessita un riconoscimento istituzionale. Non è corretto costruire una conferenza sulla salute delle donne a partire dalla sola presenza e autorità degli “esperti” negando il sapere femminile e la soggettività femminile. - Oggi le donne sono portatrici di soggettività diverse che non vengono adeguatamente riconosciute dai consultori. Complessità della società pone domande diverse riguardo alla salute. Questo è il dato da cui partire. - Rete femminista sommosse@inventati.org presentiamo questi temi ai tavoli del 23 e 24 febbraio a Roma. - Luoghi delle donne hanno subito grossi tagli, sono stati sacrificati come “improduttivi”. - La SALUTE non è legata al concetto di PRODUTTIVITA’! - Costruiamo agenda politica sui temi della salute, proviamo nuove metodologie come l’open space.
Eleonora Cirant (Osadonna, MI)
- è necessario darsi obiettivi a partire da un percorso già attuato Verbale (pdf) dell'incontro del 5 maggio e Cartellina (pdf) con documentazione distribuita il 5 maggio. A Maggio si è parlato della necessità di un gruppo di studio perché ad oggi l’autodeterminazione non è più un concetto così semplice a fronte dell’avvento delle nuove tecnologie. I termini cambiano: ad esempio si parla di aziendalizzazione dei servizi e questo argomento va approfondito per essere compreso. - Proponiamo a Roma una conferenza nazionale sulla salute delle donne, a partire dai tavoli romani del 23 e 24 febbraio il gruppo di studio potrebbe prendere avvio da lì - Fissiamo appuntamenti operativi - Chiediamo alla turco fin da ora di pronunciarsi sulla RU486 prima delle nuove elezioni. - Sperimentiamo noi la RU486!
Lia Lombardi (Osadonna – sociologa della salute, MI)
- Interessante la proposta di Eleonora sulla RU486 – parallela alla difesa della 194 - In Lombardia si cerca di limitare il periodo massimo entro cui abortire, la RU486 dà possibilità di scelta e non si può usare dopo le 7 settimane, questo potrebbe giocare a nostro favore. Giovanna (Usciamo dal silenzio, RA) - a Ravenna è avviato un lavoro sui consultori, in sinergia con l’assessorato alle pari opportunità. - La conferenza era importante perché avrebbe posto i temi della salute procreativa e della salute delle donne. Con questi è però necessario integrare i temi della sicurezza sul lavoro, delle malattie professionali, stress (conciliazione doppio lavoro lavoro domestico è tuttora centrale ma invisibile perchè non monetizzato). Salute delle donne è una sfera ampia e come tale va considerata. Lavoro domestico valore economico 1/3 del PIL, non retribuito! Questo è un tema che non viene più preso in considerazione. Lavoro di cura delle badanti mette in evidenza un costo che è in realtà il lavoro di cura delle donne oppure si delinea come lavoro nero e perciò come sfruttamento. Questo lavoro ha un costo enorme che richiede contributi pubblici per permetterne la legalità! - Salute è benessere, non solo malattia! - Empowerment deve essere anche individuale. Le donne hanno competenze ma tutto ciò che le riguarda come ad esempio la maternità viene “normalizzato” attraverso un approccio specialistico.
Mariagrazia Campari (Università delle donne, MI)
- Milano soffre per la presenza di Formigoni e delle sue direttive! Stiamo lavorando per capire che iniziative assumere in una regione come la Lombardia, poco garantista dal punto di vista della salute generale ma concentrata sulla salute intesa come limitazione alle libertà femminili. - RU486 L 194 ha un articolo (forse 19) che vieta la RU486! Infatti nelle norme finali c’è scritto che se per abortire non segui la procedura indicata minuziosamente dalla legge incappi nel reato. Come superarla allora? - L’idea di fare in ogni caso la conferenza è molto buona, attraverso questa possiamo riappropriarci del sapere femminile sulla salute, ma anche inserire riflessioni sulla laicità strettamente legate ai temi della salute della libertà di autodeterminazione. Questa connessione attraverso il tema dei diritti è efficace se riusciamo a coinvolgere LE ESPERTE. Anna (Libere Tutte, FI) - rincorrere l’agenda degli altri: su molte cose si può farne a meno soprattutto se non siamo visibili a livello mediatico! Ad esempio l’incontro sulla laicità a Firenze organizzato dal PD con ospite Giuliano Ferrara è stato contrastato da un presidio, riportato sulle pagine di Repubblica come presidio organizzato dalle sconfitte dalla storia!! - Libere Tutte è una rete fiorentina di donne singole e di associazioni, lavora su 2 problemi legati alla 194: consultori e obiezione. Anche in Toscana ci sono problemi riguardo all’obiezione, in particolare durante i periodi di ferie! - C’è una circolare che espropria le ostetriche del loro ruolo per assegnarlo ai soli ginecologi. - Proposta alle sommosse di un tavolo sulla 194 - Il Paese delle donne c’è solo on-line, potremmo chiedere a loro uno spazio o un forum per discutere della conferenza nazionale sulla salute.
Anny Tormene (Ginecologa di consultorio, Veneto)
- Ho vissuto l’ospedale dal 1979 e perciò dalla L194 - RU486 è un modo più accettabile di interrompere la gravidanza. La Legge non prevede che questi interventi vengano fatti fuori dalle strutture competenti. RU è opportunità di salute, consentirebbe ai ginecologi non obiettori di rendere più semplice l’IVG e sarebbe più facile anche per le donne poter abortire. - Io non sono obiettrice, ma non è sostenibile fare solo IVG per tutta la vita (condizione media dei non obiettori!). Perciò limito gli interventi. Se fosse possibile utilizzare RU486 sarebbe tutto più semplice, in particolare in Veneto dove l’85% dei medici obiettano. - È uscita una normativa europea che prevede che le ostetriche possano seguire le gravidanze fisiologiche e possono prescrivere gli esami per gravidanza fisiologica (nella normativa italiana però sono i medici che devono decidere se una gravidanza sia fisiologica!) - Cerchiamo di comporre gruppi di lavoro Nord - Centro - Sud che si incontrino in un secondo momento a Roma. - Aborto entro XX settimana: si tratta di aborto terapeutico! Non riguarda la 194! E’ vero che i feti alla XXIII settimana sopravvivono e questo crea problemi anche alle operatrici.
Sandra Schiassi (Rete delle donne di Bologna)
- “Spacciamo” RU486! Ha il vantaggio di rendere ininfluente l’obiezione di coscienza, inoltre i gruppi salvavita (movimenti per la vita) fanno più fatica a intercettare le donne. - A Zola Predona le donne hanno fermato i movimenti per la vita nei consultori. - Aborti clandestini negli anni ’70 a Bologna hanno funzionato, naturalmente con una rete di protezione e complicità di ginecologi.
Lia Lombardi (Osadonna – sociologa della salute, MI)
- medicalizzazione e umanizzazione dell’assistenza alla gravidanza. Ci sono due versanti: donne e medici. C’è stata una battaglia per l’umanizzazione dell’assistenza alla gravidanza e al parto (Torino Sant’Anna – Milano Buzzi – Monza al San Giovanni). Le donne al Buzzi partoriscono senza vedere il medico, cosa che non accade al Mangiagalli. La figura dell’ostetrica è ambivalente. A differenza degli infermieri che sono autonomi dalle figure mediche, le ostetriche fanno fatica a costruirsi questa autonomia, c’è un dato quindi di sottomissione anch’esso ambivalente perché si lamentano ma non vogliono prendersi responsabilità. In istituti come a Poggibonsi o a Milano, le ostetriche hanno in mano la fisiologia della gravidanza e la gestiscono autonomamente. Istituto Superiore Sanità ogni due anni pubblica dati: orientamento in Italia va verso umanizzazione, però d’altro canto aumentano tagli cesarei, epidurali, ecc ipertecnicizzazione. - Donne: orientamento è di maggiore richiesta di interventi! Al Mangiagalli 40% di tagli cesarei!
Marta (UDI Bologna)
- Sono avvocata. Elaborazioni dottrinali della L194 su riviste giuridiche hanno commenti clericali, perciò in contrasto con ciò che le giuriste cercano di interpretare come tutela della parte debole che in questo caso è la donna. Problema obiezione di coscienza non è da sottovalutare, perché è l’arma contro cui le donne devono combattere per poter abortire! Nella 194 è obbligatorio segnalare alla regione chi è il medico obiettore e affiancarlo da un non obiettore. Questo non è applicato! - Riguardo alla pillola del giorno dopo c’è il problema dell’obiezione dei farmacisti, che obbliga le donne a una corsa contro il tempo. - Pensiamo che ci siano strumenti giuridici, bisogna applicarli e far si che sia sentire comune quello di denunciare! Provincia di Bologna vuole aprire un fondo per aiutare le donne che denunciano a sostenere le spese. - Dobbiamo intervenire e stare in rete. Perché si delinea la lotta guelfi/ghibellini! Dobbiamo liberare lo Stato dalla chiesa. - UDI ha creato una commissione nazionale sulla salute delle donne.
Mariella (Rete delle donne di Bologna)
- rapporto ginecologo e terapista: se i ginecologi avessero la consapevolezza del lavoro dei terapisti sui bambini nati alla ventiseiesima settimana, non avrebbero il problema di interrompere certe gravidanze. La responsabilità ricade tutta sulle madri. Quando un bambino nasce nessuno chiede alla famiglia che cosa pensa riguardo all’accanimento terapeutico per farlo sopravvivere.
Carla Quaglino (TO – coordin. Autodeterminazione)
- A Torino ci sono state riunioni affollate a causa dell’ordine del giorno sulla moratoria di Ferrara alla Regione Piemonte. Al consiglio regionale Piemonte non ci si è rifiutati di discutere la moratoria di Ferrara, come sarebbe stato giusto, ma il PD ha voluto fare l’odg contrapposto e frutto di una mediazione (che potevano risparmiarsi) è la pubblicazione di un libretto informativo sui consultori. - Sulla conferenza nazionale: è importante se riusciamo a farla perché il momento è pericoloso per la L.194. Dovremmo proporla attraverso gli agganci istituzionali che già abbiamo. Potremmo fare una proposta esplicita alle donne che preparavano quella di marzo, come ad esempio alla Cossutta. Proposta: fare la conferenza a partire dal lavoro dei gruppi di donne che la stavano preparando. - Legge 194 è una legge vecchia ma il dibattito tra donne che andavano verso questo giudizio si è fermato subito. La 194 non è datata su un argomento: l’autodeterminazione. - Nel dibattito piemontese sulla 194 si vuole slegare il dibattito laicità/194. Il momento è pericoloso. Tutto ciò che riguarda “cos’è” l’embrione non c’entra con la 194 perché la legge riguarda la libera volontà della donna. Autodeterminazione della donna è un termine chiaro. Libertà di scelta è già più ambiguo. Accostando la questione della laicità alla 194, noi riconosciamo alla Chiesa la libertà di dire ciò che pensa a riguardo! - RU486: non sono favorevole alla distribuzione clandestina
Barbara Domenichini (RA – Usciamo dal Silenzio)
- Il lavoro a Ravenna è in particolare sui consultori e sulle unioni civili. Riguardo ai consultori vi racconto esperienza ravennate. L’ASL ha chiesto alle operatrici dei consultori di produrre documento con analisi del servizio per partire con una riorganizzazione del servizio stesso. Questa è stata una grande occasione per comprendere lo stato dei consultori oggi. Nel documento si rivelano nuovi bisogni, nuove necessità, nuove soggettività, complessità del reale … tutte istanze riassunte però nella parola “famiglia”. La complessità è feconda ma saranno i soli consultori a doversene occupare, si dovranno fare delle scelte riguardo all’attività consultoriale. Dovrebbero nascere altre strutture per gestire l’esistente emerso dal documento e riportare i consultori alla funzione originaria. Creazione di un piano socio-sanitario, perciò collaborazione tra consultori e nuove strutture. - Ostetriche: a Ravenna le donne stanno cercando di riconnettersi con le operatrici dei consultori. ASL ha affidato alle ostetriche il ruolo di coordinatrici dei consultori, ma le ostetriche stesse affermano l’impossibilità di realizzare queste intenzioni perché i medici non si farebbero mai “comandare” da un’ostetrica. Perciò ci sono azioni che sembrano andare nella giusta direzione ma sono proposte da chi non vive quella realtà e non ne conosce i limiti e potenzialità. - Dopo il parto le donne diventano “cadute di guerra”, sono abbandonate dalla società dai 0 a 3 anni, questo è un problema che si prende poco in considerazione. Le donne nei primi anni di maternità vengono isolate e lasciate sole! - Prevenzione: nel documento di sintesi è un tema molto vago, si interpreta di solito prevenzione all’HIV o alle malattie sessualmente trasmissibili. - RU486: si è detto “ci pensino le giovani” ma le giovani non ci sono… Inoltre le donne che chiedono l’IVG sono più che altro le immigrate e giovanissime. Poi la RU486 non è una scelta leggera, c’è bisogno di informazione e va assunta in un contesto di accoglienza e quindi in un contesto medico.
Barbara Spinelli (GD Bologna)
- proposta: il diritto è uno strumento imprescindibile se si vuole ampliare l’utilizzo della RU486, sia per contrastare i movimenti per la vita e l’obiezione di coscienza. Approfittiamo del tavolo del 23 e del 24 per proporre un tavolo giuridico per confrontarsi sulla possibilità di agire anche a livello territoriale. Inoltre si possono passare informazioni.
Barbara Mazzotti (Rete delle donne di Bologna e Collettivo
Figliefemmine) - costruzione del sapere e nuovi media: quando su youtube o su qualsiasi host video di produzioni indipendenti si cerca il termine “aborto” gli unici video che compaiono sono quelli antiaboristi. Monopolio è perciò di chi è contro l’autodeterminazione delle donne, lasciando vuoto totale alla produzione di sapere pro autodeterminazione femminile. A Roma 23/24 febbraio un tavolo si occuperà proprio di femminismo e comunicazione. (nb: per partecipare al percorso c’è il blog FLAT) - sono d’accordo a portare la proposta di conferenza nazionale a quel tavolo. Mi sembra sede confronto opportuna, anche per evitare scollamento e per contribuire a formare movimento nazionale per me molto importante. - consultori a Bologna: problematica è che non c’è un progetto comune, né lavoro d’equipe, ognuna fa la sua parte e basta, viene a mancare il senso stesso del consultorio. Problema aggravato dal fatto che sta avvenendo ora il cambio generazionale, chi entra ora vive la frammentazione del lavoro consultoriale come un automatismo. - altro problema è quello dell’informazione. Lavoro d’inchiesta per l’opuscolo della rete delle donne sulla salute le ragazze non conoscono i consultori! Noi ragazze andavamo in consultorio perché il consultorio era venuto a scuola. - Prevenzione: anche questa sta nella 194, ma non come dicono i movimenti per la vita dovremmo tentare anche attraverso nuovi media di promuovere una cultura della prevenzione dal nostro punto di vista. - Chi lavora nelle istituzioni ha bisogno di appoggio nostro nell’opporsi a mozioni cattoliche su L194.
Valentina (TO – medico S. Anna)
- RU486: non sono d’accordo sulla diffusione clandestina della pillola perché sarebbe un “ritorno al passato”, allora (anni ’70) il momento politico era differente. Non basterà la commercializzazione dell’RU486 perché venga poi utilizzata nel pubblico in modo operativo. Questa è la battaglia da fare, seguire l’iter del farmaco e fare in modo che ci siano protocolli di utilizzo dell’RU486 negli ospedali. Ci sono regioni, Emilia e Toscana, in cui l’RU486 è utilizzata, varrebbe la pena coinvolgere operatrici che hanno utilizzato il farmaco. (intervento Marta: “ci fate avere un esempio di protocollo?”, richiesta ribadita da Eleonora). Se la commercializzazione del farmaco non avviene ho molti dubbi sul fatto che abbiamo la forza di utilizzarla nelle sedi di movimenti. - Consultori – obiezione coscienza, si è chiesto perché non imporre la presenza di medici non obiettori nei consultori, su questo sono d’accordo, il movimento dovrebbe agire. Rilancio dei consultori passa attraverso norme pratiche concrete che ne possano garantire il funzionamento, una di queste è garantire la presenza di non obiettori. - Sui concorsi: il direttore dell’ASL dovrebbe decidere di assumere chi può applicare la legge. Insomma non può essere una norma concorsuale, ma nella scelta delle nomine il dirigente dovrebbe scegliere il non obiettore. (Barbara di Ravenna: ma chi viene assunto obietta dopo!)
Giovanna (RA) Solo in Italia abbiamo una limitazione della deontologia medica attraverso una legge che è la 194, che va contro l’articolo 32 della Costituzione!
Marta (Udi BO)
La legge obbliga la presenza di un non obiettore accanto all’obiettore. Dovremmo fare una lettera ai direttori sanitari per chiedere conto dell’applicazione della Legge 194!
Maria Luisa (Veneto – Assemblea in difesa 194)
- PDL 3 è depositato e quando vogliono possono approvarlo perché hanno la maggioranza, grazie alla manifestazione del 7/10/2006 la Legge è stata fermata. - Nel corso di laurea specialistica infermieristica sono venuta a sapere del tentativo del movimento per la vita di convincere un docente del corso di laurea triennale in ostetricia a somministrare un questionario alle donne che abortiscono. Le ostetriche stanno ridefinendo la loro professione e vorrebbero seguire le gravidanze fisiologiche così come tutte le fasi della salute della donna che si presentano come fisiologiche. Nella provincia di Bologna si vieta alle ostetriche di seguire le gravidanze fisiologiche. Nelle altre province invece questo è possibile, grazie a un ricettario già compilato, per prescrivere gli esami. Mariagrazia Campari - non evitiamo l’argomento della laicità, non si può evitare l’invasione vescovile, ci sono indicazioni addirittura ai parlamentari sui loro comportamenti personali. - Aspetto del cattolicesimo che riguarda le donne da vicino: giustificazione della mancanza della libertà sessuale femminile con il valore della famiglia, tutta quella parte della sessualità che evade dal sacrificio femminile nella famiglia viene demonizzata e attaccata a livello legislativo.
Elena del Grosso (Rete delle donne di Bologna – Osservarosa)
- Viviamo un attacco ai diritti femminili a livello mondiale. Le donne sono abbandonate dalla politica istituzionale, i diritti delle donne non vengono nominati nemmeno dalla sinistra! La Chiesa ha inoltre scelto di ingerire nella politica degli stati mettendo in discussione il concetto stesso di sovranità! - La donna è un soggetto morale che ha la capacità di decidere cosa è bene e cosa è male per se stessa e per il feto che è parte di essa. - Il concetto di autodeterminazione rispetto all’art.1 della L.40 (“…che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”) e alla possibilità di sopravvivenza del feto alla 23 settimana diviene problematico. Laicità dello Stato significa libertà di scelta delle singole e dei singoli sulle grandi questioni della vita e della morte. Con questa idea di laicità dovremmo affrontare la questione bioetica - Proponiamo una conferenza nazionale in autonomia ma in continuità con i lavori già organizzati.