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Guida alle videocamere

tratto da www.appuntisuldigitalvideo.it
Indice

Introduzione 3

1 Formati digitali e analogici per videocamera 4


1.1 Generalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.3 Il formato DV e MiniDV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.4 Differenze tra DV ed M-Jpeg . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

2 Guida alle videocamere 10


2.1 Costruzione, maneggevolezza e impugnatura . . . . . . . . 10
2.1.1 Videocamere a sviluppo verticale . . . . . . . . . . . 10
2.1.2 Videocamere a sviluppo orizzontale . . . . . . . . . 11
2.1.3 Videocamere Easy Shoting . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.2 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 12

3 CCD e Luminosità 13
3.1 Il CCD di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3.2 Camcorder 3 CCD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
3.3 Cattura progressiva o interlacciata . . . . . . . . . . . . . . 15
3.4 Lux e Luminosità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
3.5 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 17

4 Zoom ottico e digitale 18


4.1 Lo zoom di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
4.2 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 20

5 Stabilizzatore Ottico e digitale 21


5.1 Stabilizzatore di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . . 21
5.2 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 22

6 Funzionalità DV-IN 23
6.1 Il DV-IN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
6.2 Abilitare il DV-IN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
6.3 Altri metodi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

1
7 Acquisizione digitale 26
7.1 Trasferimento e cattura con firewire . . . . . . . . . . . . . 26

8 Monitor LCD e mirino 29


8.1 IL mirino di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
8.2 Il monitor LCD di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . 30
8.3 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 31

9 Batterie e consumi 32
9.1 La batteria di una videocamera . . . . . . . . . . . . . . . . 32
9.2 Il caricabatterie di una Videocamera . . . . . . . . . . . . . 33
9.3 Come risparmiare batteria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
9.4 Suggerimenti pratici per la scelta . . . . . . . . . . . . . . . 33

2
Introduzione

Questa guida è pensata per coloro che vogliono avere una conoscenza
base delle caratteristiche di una videocamera moderna e per chi vuole
comprare una videocamera funzionale e ben attrezzata. Acquistare una
videocamera per molti è una spesa impegnativa ed è quindi opportuno
affrontarla con un bagaglio di informazioni utili ad una scelta consape-
vole e conforme alle proprie esigenze. Non abbiamo la pretesa di esaurire
tutti gli argomenti su come scegliere una videocamera ma di darne alme-
no una visione generale. Gli argomenti si susseguiranno nel tempo, quindi
non mancate di tornare sulle nostre pagine e non mancate di utilizzare il
nostro archivio per comprare la videocamera più adatta ai vostri scopi!

3
Capitolo 1

Formati digitali e analogici per


videocamera

1.1 Generalità

4
Capitolo 2

Guida alle videocamere

2.1 Costruzione, maneggevolezza e impugnatura


Nell’acquisto di un camcorder, un parametro da valutare molto attenta-
mente è quello costruttivo. Oltre alle caratteristiche tecniche, risultano
importanti anche la forma e i materiali scelti dai produttori che confe-
riscono all’oggetto, robustezza, maneggevolezza e leggerezza. Secondo il
tipo di impugnatura scelta dal produttore, si può suddividere il mercato
in tre fasce di prodotti: a sviluppo verticale, a sviluppo orizzontale e il
formato Easy Shooting. Naturalmente vi sono eccezioni e ibridi dei tre
formati base.

2.1.1 Videocamere a sviluppo verticale


Il primo formato è quello più recente poiché
le tecnologie di miniaturizzazione hanno con-
sentito una notevole riduzione dell’ingombro dei
dispositivi interni. I camcorder dotati di questa
impugnatura sono di norma più maneggevoli,
più compatti e possiedono componenti capaci
di ottimizzare al massimo gli spazi. L’altra fac-
cia della medaglia riguarda le dimensioni del-
l’ottica, che devono essere contenute, e la presenza di pulsanti e controlli
che accentrano più funzioni, risultando quindi poco intuitivi da utilizza-
re. Anche il monitor LCD spesso ha dimensioni limitate, tutto a vantaggio
dell’estrema trasportabilità.
Il tipo di presa può assumere varianti tra i vari modelli ma quella più co-
mune è quella a rivoltella, nella quale il pollice e l’indice svolgono qua-
si tutte le funzioni. Di norma i comandi manuali sono ridotti al minimo
o sostituiti da funzionalità automatiche. Da sottolineare anche la ridot-

5
ta stabilità delle riprese, dovuta alla struttura non sempre ben bilanciata
camcorder di questo tipo; lo stabilizzatore (elettronico, poiché quello ot-
tico sarebbe torppo ingombrante)) è dunque d’obbligo.

2.1.2 Videocamere a sviluppo orizzontale


I camcorder a sviluppo orizzontale, dall’aspet-
to più tradizionale, hanno l’impugnatura latera-
le, sorretta da una fascia imbottita esterna che
protegge il dorso della mano e un’impugnatu-
ra ergonomica interna su cui si appoggia il pal-
mo. I comandi (zoom, rec, photo, ecc. . . ) ven-
gono posizionati solitamente sulla destra del la-
to superiore del camcorder (comodi per l’indice
della mano destra) e sul retro (per l’uso col pollice). La mano destra può
intervenire sul lato sinistro, sui comandi del monitor LCD, sulla ghiera per
la messa a fuoco manuale e sui comandi per navigare il menù.
La struttura di un camcorder di questo tipo è più ingombrante rispetto al-
lo sviluppo verticale: sono preferite lenti più voluminose e obbiettivi che
si sviluppano orizzontalmente per più centimetri, valorizzando natural-
mente le caratteristiche ottiche del dispositivo (zoom in primis). La forma
favorisce un bilanciamento del peso più equilibrato, consentendo riprese
più stabili e sforzi minori. Attenzione nel provare un modello: spesso la
batteria, collocata sul retro del camcorder, funziona da bilanciere rispetto
all’obiettivo. Per cui se la prova viene effettuata senza batteria è possibile
che la videocamera si sbilanci leggermente in avanti.

2.1.3 Videocamere Easy Shoting


Il terzo formato elencato in preceden-
za, l’ Easy Shoting, è un ibrido tra i due ap-
pena descritti e consente di concentrare le
caratteristiche migliori dei due in un uni-
ca soluzione. Trattasi infatti di un sistema
che prevede il corpo macchina diviso in
due parti ruotanti in modo indipenden-
te. In tal maniera, l’impugnatura può es-
sere direzionata a piacere rispetto l’ottica
e tutta la struttura può, a seconda dell’esi-
genza, prendere le forme tradizionali ver-
ticale o orizzontale. Inutile comunque sottolineare che è sempre meglio
sperimentare prima della scelta quale tipo di struttura si preferisce, poi-
ché è decisamente una questione di gusti e sensazioni personali.

6
2.2 Suggerimenti pratici per la scelta
Ecco alcuni suggerimenti di tipo pratico da cui potete prendere spunto
per la scelta:

• Sviluppo verticale: ottimo per il ”punta e filma”. Ideale per filmati


vacanzieri e per riprese in condizioni difficoltose. Perde in lumino-
sità e caratteristiche costruttive (i dispositivi interni sono più piccoli
e non è sempre un bene) però il trasporto è assolutamente pratico.

• Sviluppo orizzontale: adatto ai videomaker più esigenti che voglio-


no cimentarsi in progetti più ”seri”. Più solide e stabili, sono me-
no pratiche da trasportare (più pesanti ed ingombranti) ma rendo-
no migliori risultati, soprattutto se l’ottica è grande. Se dotate di
comandi manuali, spesso si devono utilizzare con due mani.

• Easy shooting: dipende molto dal modello perché le soluzioni sono


parecchie. In generale è un buon compromesso ma non ci sentirem-
mo di consigliarlo ad un videomaker. Il vero consiglio che possiamo
dare è quello di provarla e riprovarla prima di acquistare.

7
Capitolo 3

CCD e Luminosità

3.1 Il CCD di una videocamera


Il CCD (charge coupled device) è il vero cuore di una videocamera. Si
tratta di una piccola piastrina di silicio che, assieme all’obbiettivo, è in
grado di catturare le immagini e di trasformarle, grazie ai sensori di cui è
coperto, in segnali elettrici. Questi al loro volta vengono interpretati per
posizione, colore, intensità, ecc. . . e trasformati in bit, per le videocamere
digitali, o in impulsi analogici, per quelle analogiche. Per ottenere il movi-
mento, dal sensore vengono estratte ad intervalli ravvicinati più immagini
successive (tipicamente 25 al secondo). Si vede chiaramente che il CCD è
uno dei componenti principali di un camcorder, responsabile della qua-
lità dell’immagine, della definizione del dettaglio e della fedeltà dei colori.
Se è vero che la qualità delle immagini catturate (per le foto o in un video),
dipende dal numero di pixel contenuti sulla superficie del sensore (che
quindi definisce la risoluzione dell’immagine stessa), non sempre vale il
concetto che più pixel un ccd è in grado di catturare, maggiore sarà la
risoluzione e la qualità del video. Questo concetto ha forti limitazione ed
è valido solo fino ad un certo punto.

Chiariamo la cosa con qualche dato:

Il formato di registrazione DV (Pal) supporta una risoluzione massima


di 720x576 (circa 415.000) pixel che vengono usati per realizzare le 500 li-
nee di definizione televisiva che tanto lo fanno apprezzare rispetto al VHS
e gli altri formati analogici. Quindi per registrare il video in formato Mi-
niDV basterebbe un CCD di risoluzione piuttosto bassa, al limite 415.000
pixel. Perché allora esistono videocamere con CCD che raggiungono riso-
luzioni ben più elevate? I motivi sono i seguenti:

- Una maggiore risoluzione del CCD (rispetto al minimo necessario


di 415.000) aiuta comunque a migliorare la resa delle immagini e

8
dei colori poiché le informazioni catturate sono di più e quindi nel
processo di ”riduzione” si guadagna qualche dettaglio. Ma fino ad
un certo punto.

- Lo stabilizzatore digitale e lo zoom digitale utilizzano un certo nu-


mero di pixel per le operazioni di ingrandimento e di interpolazioni,
”rubandole” dal quadro video. Ma fino ad un certo punto.

- La funzionalità di scatto fotografico digitale su memory card, che


ormai quasi tutte le videocamere possiedono, al contrario del video
è avara di pixel. ”Più ce n’è meglio è” si potrebbe dire. É naturale
che per le foto occorra una risoluzione elevata (essendo finalizzata
generalmente alla stampa su carta) pertanto più pixel sono presenti
sul CCD, più dettagliata e fedele risulterà lo scatto.

A questo punto la domanda spontanea è la seguente:”perché non pos-


so utilizzare tutti i pixel del CCD per registrare anche il video? Se lo fa con
le foto perché non dovrebbe farlo con il video?”. I motivi sono i seguenti:

- Come visto il formato televisivo e quello MiniDV hanno una risolu-


zione massima che è inutile superare ai fini della visione.

- Anche volendo superarla, probabilmente le videocamere con CCD


molto risoluti non sarebbero in grado di gestire il flusso di semiqua-
dri di elevata risoluzione x 50 volte al secondo e certo non sapreb-
bero su che supporto memorizzare tale informazione1 . L’elevata ri-
soluzione (e quindi il CCD molto risoluto) è pensata solo per le foto
e per le operazioni di correzione digitale, in queste videocamere.

Le videocamere attuali spaziano tra vari valori di risoluzione. Quel-


le che hanno funzionalità fotografiche raggiungono anche i 3 megapixel
mentre quelle più comuni stanno attorno agli 800.000. Quest’ultimo valo-
re è certamente un ottimo compromesso per quanto riguarda la registra-
zione video. Andando oltre non si ha un effettivo guadagno in termini di
qualità video.
Come visto, abbiamo perso molto tempo sulla definizione del CCD quan-
do invece l’aspetto forse più importante è un’altro: la sua dimensione fisi-
ca. Infatti anche la dimensione del sensore (espressa in frazioni di pollice,
ad esempio: 1/4 di pollice o 1/4”) è importante: più è grande e più area
sensibile è soggetta ai raggi luminosi che attraversano l’obbiettivo e quin-
di si ha maggiore luminosità delle riprese. Anche in questo caso però, non
sempre CCD più grande significa per forza maggiore luminosità; tutto di-
pende dalla combinazione di fattori come lenti, diametro dell’obbiettivo,
1
In realtà la cosa avviene nelle videocamere HDV (alta definizione) che però esulano
dai modelli analizzati in questa guida.

9
CCD, meccanica ed elettronica. Pertanto è sempre consigliabile provare
personalmente il camcorder in condizioni di bassa luminosità per fare le
dovute valutazioni.
IMPORTANTE: è inutile cercare la videocamera digitale consumer che vi
permette di avere risultati qualitativi anche al buio o in condizioni di scar-
sa luminosità. Fisicamente ci sono forti limitazioni che vengono superate
(più o meno) solo con modelli da costi proibitivi. Per cui anche se qual-
cosa si può ottenere da CCD e obbiettivi grandi, vi suggeriamo di con-
centrarvi di più sulle caratteristiche di ripresa, come zoom e stab. ottici, e
sulla qualità alla luce, che vi interesserà maggiormente.

3.2 Camcorder 3 CCD


Per poter rendere in maniera esatta il colore di un’immagine è necessario
procurarsi l’informazione sui tre colori fondamentali: rosso, verde e blu.
Lavorando solo su questi colori è infatti possibile ottenere tutti gli altri.
In genere nelle videocamere viene impiegato un solo sensore CCD sul-
la cui superficie sono presenti dei filtri che permettono la cattura di solo
una delle tre tonalità principali. Per ottenere le altre occorre che si met-
tano assieme 3 sensori accesi con diverse intensità. In questo modo la
risoluzione effettiva deve essere divisa per 3 visto che 1 pixel è dato da 3
sensori. Non solo; spesso si creano degli errori di determinazione del co-
lore dati dall’interpolazione cosa che causa un fastidioso effetto detto di
aliasing (soprattutto su immagini dal forte contrasto).
Alcune nuove videocamere di fascia alta sono dotate di ben 3 CCD, ognu-
no predisposto a catturare una delle tre componenti cromatiche princi-
pali; in questo modo si sfrutta appieno la risoluzione di ciascun sensore e
si evitano maggiormente i difetti di ”male interpretazione”.
É naturale che soluzioni a 3 CCD siano molto più costose di quelle dotate
di un singolo sensore ma la qualità è davvero superiore; anche come mac-
chine fotografiche digitali sono ottime: i colori sono più fedeli, i dettagli
più nitidi e in generale le inquadrature sono più brillanti e vive.

3.3 Cattura progressiva o interlacciata


Queste sono due modalità di funzionamento del CCD che permettono
due diversi risultati di ripresa.
La cattura interlacciata, quella più comune e più vecchia, comporta la se-
parazione di ogni immagine prodotta dal CCD in due semiquadri, ovvero
due fotogrammi formati uno con le righe pari dell’immagine originale e
uno con quelle dispari. In fase di riproduzione i due semiquadri vengono
visualizzati in successione dando all’occhio umano l’impressione che si

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tratti di una sola immagine completa.
Per avere un video a 25 fotogrammi al secondo dovremo quindi visua-
lizzare 50 semiquadri al secondo. Questa modalità consegna al video più
fluidità e premette di portare meno informazione nello stesso istante (quin-
di flusso dati più leggero). Naturalmente vi è anche il lato rovescio della
medaglia: movimenti bruschi di camera comportano spesso uno sfasa-
mento di righe e la comparsa di disturbi video fastidiosi (sfarfallii o scie).
Inoltre la qualità generale è minore.
Nel sistema progressivo la memorizzazione del video avviene per foto-
grammi interi, proprio come al cinema, anche se nei camcorder un secon-
do comporta la registrazione di 25 fotogrammi completi. Questo permet-
te una riproduzione più definita e qualitativa benché risulti leggermente
meno fluida. La capacità di cattura progressiva ha permesso l’integrazio-
ne tra videocamera e fotocamera digitale. Infatti la possibilità di catturare
fotogrammi interi ha dato vita ai moderni dispositivi di fascia medio/alta
nei quali si nascondono veri dispositivi di scatto digitali. Oramai la stra-
grande maggioranza dei camcorder monta CCD progressivi e permette
di scegliere se operare in modalità progressiva o interlacciata. Attenzione
però, il fatto che il CCD sia progressivo, e che quindi permetta la cattura
di un’immagine intera in una sola ”passata”, non significa che possa re-
gistrare video in tale modalità, questo sempre per questione di gestione
del flusso dati che diventerebbe almeno doppio (non più semiquadri ma
fotogrammi interi). La modalità di cattura progressiva di video è riservata
a videocamere prosumer.

3.4 Lux e Luminosità


L’intensità della luce può essere misurata in vari modi. Per quanto riguar-
da le videocamere di livello consumer e prosumer l’unità di misura della
luce si chiama LUX.
Va premesso che il valore dato al lux non mette d’accordo tutti i costrut-
tori e per questo non la si può considerare standard. In effetti non vi è
modo di confrontare due videocamere di marche diverse se non facendo
una prova effettiva delle capacità. Solo in Giappone il lux è stato reso stan-
dard nazionale mentre, ad esempio, negli Stati Uniti ogni costruttore lo
definisce autonomamente. Questa premessa potrebbe rendere il seguen-
te discorso inutile ma è comunque doveroso avere qualche concetto base
sulla sensibilità del CCD al momento dell’acquisto di un camcorder.
Si può approssimare il lux come la quantità di luce presente in una speci-
fica area prendendo come riferimento il numero di candele che servono
per illuminare la stessa area quando è completamente buia. Attenzione a
non farsi ingannare: più il numero dei lux di un camcorder è basso, più
deve essere sensibile per catturare la luce delle candele e quindi migliori

11
saranno le sue prestazioni in assenza di luce.
Ecco qualche esempio di valori comuni:

- Mezzogiorno di un giorno limpido: circa 10.000 LUX

- Illuminazione media di un interno: circa 500-1.000 LUX.

In sostanza la sensibilità delle videocamere è misurata in quanti lux


sono necessari per illuminare l’oggetto ripreso ed ottenere un’immagine
nitida accettabile. Una definizione un po’ pragmatica ma intuitiva.
Esempio:
Se viene ripreso un oggetto illuminato con 3 lux da una videocamera con
sensibilità 3 lux otterremo un’immagine nitida. La stessa qualità di imma-
gine la otterremo illuminando con 1 lux lo stesso oggetto e riprendendo
con un camcorder con sensibilità 1 lux.
Purtroppo, come abbiamo detto, non si tratta di misure standard e quindi
ogni costruttore decide quando un’immagine sia accettabile o meno. La
soluzione? Provate il prodotto e valutate voi stessi.

3.5 Suggerimenti pratici per la scelta


Ecco alcuni suggerimenti di tipo pratico da cui potete prendere spunto
per la scelta:

• Per avere una buona qualità video, scegliete una videocamera che
abbia un CCD da 800.000 pixel, e che sia il più grande possibile ri-
spetto al vostro budget.

• I sistemi a 3 CCD sono davvero migliori per quanto riguarda la re-


sa del colore e il loro costo maggiore è giustificato. Fateci un bel
pensiero!

• Per guadagnare in luminosità (anche se non si possono fare mira-


coli al buio) avrete bisogno di CCD grandi (1/3 di pollice o di più),
diametri di filtro dell’obbiettivo grandi (52 o 72 mm) e lenti lumino-
se (quindi conoscere anche la marca delle lenti adottate dalle case
costruttrici di videocamere può aiutare)

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Capitolo 4

Zoom ottico e digitale

4.1 Lo zoom di una videocamera


Lo scopo dello zoom è quello di ingrandire l’immagine inquadrata crean-
do un movimento di ”avvicinamento” al soggetto ripreso, senza compor-
tare spostamenti da parte del dispositivo di ripresa stesso. Viceversa è
possibile rimpicciolire i soggetti, allargando il campo visivo del camcor-
der.

Per valutare la capacità di uno zoom si considera il numero di volte che


esso è in grado di ingrandire un’immagine. Ad esempio 2x (si legge due
per) significa che il soggetto viene ingrandito 2 volte, 4x 4 volte e cosı̀ via.
Naturalmente più è elevato il suo valore massimo, più lo zoom è poten-
te. In quasi tutti i moderni camcorder sono montati due sistemi di zoom
concettualmente simili ma dal diverso funzionamento: lo zoom ottico e
quello digitale.
Lo zoom ottico è un componente dell’obbiettivo con caratteristiche otti-
che/meccaniche; è infatti formato da una serie di lenti allineate concen-
tricamente ed da un meccanismo capace di muoverle (manualmente o in
maniera elettronica) avanti e indietro sul loro asse. Questo spostamento
modifica la lunghezza focale in maniera continua all’interno di un inter-
vallo definito dalla capacità delle lenti e determina quindi l’avvicinamen-
to o l’allontanamento dell’area utile ripresa dall’obbiettivo, tra un massi-
mo e un minimo. Tali distanze cangianti permettono di selezionare un’in-

13
quadratura senza dover cambiare gli obbiettivi, cosa necessaria quando
lo zoom non era ancora stato introdotto. Le caratteristiche fondamenta-
li, che distinguono uno zoom ottico dall’altro, sono sostanzialmente due:
l’escursione focale e la luminosità. Queste sono solitamente riportate in
numero sulla ghiera dell’obbiettivo.

Facciamo un esempio:

10-80 mm Escursione focale. Questo zoom va da 10 millimetri di focale a 80


millimetri.

f./1:1,3 -1,8 Luminosità dell’obbiettivo. La luminosità varia da 1,3 alla focale di 10 mm a


1,8 per quella di 80

(7X) Fattore di ingrandimento. Quante volte è possibile ingrandire rispetto alla


focale minima. (7x10mm)=70mm

Per comandare lo zoom, i moderni camcorder sono dotati di un mo-


torino elettrico comandato da una leva (spesso utilizzata col dito indice
in fase di ripresa) che allarga o restringe l’inquadratura, calibrando anche
la velocità di ingrandimento.
Da evidenziare che alcuni zoom possiedono una funzione detta macro.
Essa permette l’inquadratura molto ingrandita di piccoli oggetti come in-
setti, dettagli della pelle, ecc. . . senza mandare fuori fuoco l’immagine. Si
abilita di norma accedendo al menù del dispositivo.
Si ricordi che, essendo quello descritto un processo ottico, l’immagine in-
grandita non sarà affetta da distorsioni o peggioramenti qualitativi ma ri-
sulterà dettagliata quanto l’originale. Tale garanzia di qualità ha un costo;
gli zoom ottici sono dispositivi molto precisi e quindi altrettanto costosi.
Per questo la potenza di zoom media dei camcorder consumer sul merca-
to non supera i 10x ottici, anche se se ne trovano da 12x o 14x o addirittura
18x.
Lo zoom digitale è la versione ”virtuale” dello zoom ottico. Grazie alle
nuove tecnologie, i camcorder sono dotati di un sistema di elaborazione
dei pixel dell’immagine filmata che consente modifiche software in diret-
ta. In sostanza, lo zoom digitale è un software che crea un ingrandimento
dell’inquadratura lavorando sulle informazioni catturate. In particolare,
considera una porzione dell’immagine catturata dall’obbiettivo e, trami-
te un processore all’interno della videocamera, ritaglia questa porzione
facendone un ingrandimento. Questa operazione consente quindi un ul-
teriore aumento della massima focale ottica impostata.
Ad esempio:
uno zoom con capacità 10x ottica e 50x digitale potrà ingrandire l’imma-
gine di 10x50=500 volte rispetto alla focale minima, aumentando note-

14
volmente le capacità dell’obbiettivo. Detto questo, ci si rende conto che
lo zoom digitale non può essere considerato un vero ingrandimento. In
effetti l’immagine ottenuta con uno zoom digitale è qualitativamente de-
gradata poiché da un’immagine di piccole dimensioni non se ne può ri-
cavare una di grandi dimensioni con lo stesso livello di dettaglio. L’uni-
ca cosa che la videocamera può fare è dare l’impressione che l’immagine
sia grande riempiendo i dettagli secondo un criterio ”logico” software. In
sostanza vengono compensati gli spazi vuoti nati dallı̀ingrandimento del-
l’immagine con pixel simili a quelli vicini ma non vengono aggiunti det-
tagli reali.
Questo procedimento va comunemente sotto il nome di interpolazione.

Questo spiega perché la dicitura ”500x digital zoom”, spesso utilizza-


ta dai costruttori, è causa di confusioni: non è ben specificato quanti di
questi ingrandimenti siano dovuti allo zoom ottico e quanti a quello digi-
tale. Perciò si deve prestare molta attenzione al valore dello zoom ottico, il
componente che definisce prestazioni e prezzo del camcorder, relegando
quello digitale a semplice potenziamento virtuale.

4.2 Suggerimenti pratici per la scelta


Ecco alcuni suggerimenti di tipo pratico da cui potete prendere spunto
per la scelta:
Dall’articolo potrebbe sembrare che lo zoom digitale sia praticamente inu-
tile. Questo non è assolutamente vero: in molti casi consente la cattura di
dettagli altrimenti non raggiungibili e in generale permette una grande
versatilità di ripresa. La cosa importante da capire è che per la scelta di
un camcorder il parametro da considerare come importante è il valore
massimo di zoom ottico mentre quello digitale è più ”accessorio”.

15
Capitolo 5

Stabilizzatore Ottico e digitale

5.1 Stabilizzatore di una videocamera


Lo stabilizzatore è uno strumento il cui lavoro, spesso trasparente all’ope-
ratore, incide sensibilmente sul corretto risultato di una ripresa. Il nome
stesso indica che il suo intervento permette di rendere stabili le inqua-
drature cercando di eliminare il tipico tremolio che affligge le riprese in
situazioni di movimento. Il solo tener salda l’impugnatura dei camcorder
(sempre più leggeri e quindi meno stabili) non è sempre semplice ope-
razione, soprattutto quando non siamo dotati di treppiede o di un punto
di appoggio. Inoltre, con l’introduzione dello zoom digitale che permet-
te ingrandimenti eccezionali, la necessità di rendere stabili le riprese ha
portato alla dotazione dello stabilizzatore su quasi tutte le videocamere.
Lo stabilizzatore lavora in ”real time” permettendo video più fluidi e me-
no mossi.
Ma come funziona lo stabilizzatore della videocamera?
Innanzitutto dobbiamo precisare che esistono due tipi di stabilizzatori:
ottico e digitale. Spesso le videocamere sono dotate solo di quello digi-
tale poiché quello ottico risulta meccanicamente ingombrante e costoso
(e naturalmente più qualitativo) ed è quindi riservato a modelli di fascia
alta.
Lo stabilizzatore digitale, come il suo cugino zoom digitale, lavora sul-
l’immagine catturata dal CCD e compie un’elaborazione esclusivamen-
te software. In particolare avviene un confronto tra il contenuto dell’im-
magine ripresa con quella immediatamente precedente e, se viene indivi-
duato uno spostamento uniforme di ampie zone dell’immagine, vengono
applicate le dovute correzioni in modo da annullare il movimento.
É naturale che le correzioni di movimento hanno bisogno di un certo mar-
gine di compensazione e quindi, quando lo stabilizzatore è attivato, le ri-
prese effettivamente visibili sfruttano meno superficie dell’inquadratura,
tralasciando una cornice pari al 15% che il software userà per le (eventua-

16
li) correzioni. In sostanza si ha un degrado d’immagine provocato dall’in-
terpolazione dei pixel e dalla necessità di compensare questo 15% d’im-
magine.

Nell’esempio qui sopra, l’immagine originale è ritagliata per ricavare


un’area ”cuscinetto” con cui correggere le vibrazioni di ripresa. Natural-
mente la qualità del risultato è minore poiché il software ingrandisce di-
gitalmente l’inquadratura per renderla affine alle altre.
Lo stabilizzatore non è infallibile ed è possibile che si inganni a seconda
del soggetto che si filma. É comunque un valido aiuto, particolarmente
indicato per riprese senza cavalletto.
Lo stabilizzatore ottico è composto da particolari meccanismi applicati
alle lenti e all’obbiettivo del camcorder. Quindi l’immagine è corretta pri-
ma della ripresa e non sono necessari interventi di tipo digitale che come
visto degradano la qualità dell’immagine. In sostanza, particolari sensori
si accorgono di movimenti bruschi e correggono meccanicamente la po-
sizione delle lenti per ottenere un effetto uguale e contrario, una sorta di
movimento correttivo.
Il vantaggio dello stabilizzatore ottico consiste nel fatto che la qualità delle
immagini non subisce alcun degrado poiché il processo coinvolge diret-
tamente il modo in cui la luce incide sul CCD. Come detto è un dispositivo
abbastanza costoso e non tutte le videocamere ne sono dotate anche se
recentemente sono aumentati i prodotti consumer che lo impiegano.

5.2 Suggerimenti pratici per la scelta


Ecco alcuni suggerimenti di tipo pratico da cui potete prendere spunto
per la scelta:
Per quello che può servire ad un videomaker alle prime armi riteniamo
sia sufficiente la versione digitale. Per chi invece desidera cimentarsi in
lavori importanti e di una certa qualità, il consiglio è quello di dotarsi
si una videocamera con stabilizzatore ottico. Ormai molti modelli, anche
consumer di fascia alta, lo prevedono.

17
Capitolo 6

Funzionalità DV-IN

6.1 Il DV-IN
Una videocamera che possiede questa funzionalità (spesso indicata già
nel nome del prodotto con l’aggiunta della lettera ’i’ finale) è in grado di
registrare su cassetta DV da un input esterno, tramite la presa firewire.
Questo risulta estremamente utile quando vogliamo riversare il file mon-
tato, presente sul PC, indietro sulla cassetta DV (ricordiamo che tale cas-
setta è decisamente più qualitativa e duratura di un VHS) mantenendo
quindi la qualità digitale.
Un altro interessante aspetto è che, se il camcorder è dotato di entra-
ta analogica, è possibile usarlo come convertitore analogico/digitale per
registrare su DV sorgenti analogiche provenienti da TV, VHS, ecc. . . .

É importante da sottolineare il fatto che, per motivi di tassazione eu-


ropea aggiuntiva (e conseguente aumento di prezzo), alcuni camcorder
hanno la funzionalità DV-IN disabilitata. Addirittura esistono modelli di
camcorder con identico hardware ma nomi diversi, solo perché uno ha il
DV-IN abilitato e l’altro no. Per cui conviene valutare attentamente se do-

18
tarsi, ad un prezzo più elevato, di un camcorder con questa funzionalità.
Esiste comunque una buona probabilità che, nel caso il vostro camcor-
der non sia dotato del DV-IN, sia possibile abilitarlo con procedure spesso
manuali.

6.2 Abilitare il DV-IN


Abilitare il DV-IN non è sempre un’operazione facile. Può capitare di do-
ver intervenire fisicamente sul camcorder, di modificare il firmware con
un software o, in certi casi, di premere una combinazione di pulsanti sul
telecomando. La procedura dipende dal modello e dalla marca del cam-
corder ma di norma è solo un blocco software, e quindi disabilitabile via
PC. Come detto vi sono vari metodi per abilitare l’ingresso firewire che va-
riano a seconda della marca del dispositivo, del modello in questione e del
software utilizzato. Qualche volta il produttore indica modelli e numeri di
serie degli apparecchi modificabili, certificando cosı̀ in maniera ufficio-
sa l’intervento di abilitazione; in altri casi sono gli stessi videomaker che,
spinti dal desiderio di riversare i propri lavori su nastro DV, si cimentano
in una vera e propria ”caccia al codice”.
In ogni caso il metodo è lo stesso:agire sul firmware e cambiare alcuni
codici con altri che sbloccano la porta di connessione in entrata. Que-
sta operazione viene effettuata attraverso software dedicati che cercano
l’indirizzo dei codici da cambiare; tipicamente, grazie ad un cavo, spes-
so realizzato artigianalmente, si connette il PC al camcorder e si carica
il programma di modifica. Alcuni software consentono la scelta del cam-
corder da una lista più o meno aggiornata, altri richiedono la sostituzio-
ne manuale dei codici di abilitazione. Di noma tutti i software consen-
tono sia l’abilitazione che il blocco del DV-IN. Ricordiamo che interveni-
re fisicamente sul prodotto, causa l’invalidazione della garanzia e quin-
di risulta molto pericoloso nel caso sia fatta in maniera errata. Valutate
attentamente se il ”gioco vale la candela”!

6.3 Altri metodi


Non è necessario effettuare un intervento manuale sulla videocamera per
abilitare il DV-IN. Esistono altre vie più sicure. Una soluzione è quella di
rivolgersi ad una delle molte aziende che offre il DV-IN service, un servizio
a pagamento dedicato all’abilitazione del DV-IN di norma con prezzi non
eccessivi. Su alcuni modelli, inoltre, non è possibile l’intervento manuale
”amatoriale” e il DV-IN service è l’unica via.
Vi sono poi dei dispositivi, chiamati widget, in grado di abilitare il DV-IN
semplicemente andando a modificare il firmware del camcorder. Questo

19
è possibile collegando il widget al camcorder stesso e attivandolo. Il loro
prezzo, comunque, uguaglia e spesso supera la differenza da versare per
acquistare il modello di videocamera dotato di DV-IN. Inoltre, nel com-
piere la modifica, la memoria del widget viene aggiornata in maniera sta-
bile col risultato che il dispositivo non è utilizzabile per modificare altri
camcorder se non ripristinando le condizioni iniziali.

Sono molti i siti che trattano di questo argomento. Abbiamo voluta-


mente omesso procedure software o hardware per abilitare il DV-IN per
far riflettere il lettore sul rischio che si corre andando a manomettere un
dispositivo elettronico. Non sarà comunque difficile trovare informazioni
sul web.
Un ottimo sito è ClubDV.
Inoltre vi consigliamo di cercare sui motori di ricerca con le seguenti pa-
role chiave:

- dv in enabling

- abilitare il dv-in

- dv-in / dvin / dv in

20
Capitolo 7

Acquisizione digitale

7.1 Trasferimento e cattura con firewire


La cosa che interessa maggiormente i principianti che si avvicinano per
la prima volta al video editing è certamente la fase di acquisizione che
sfrutta la qualità e la tecnologia messa a disposizione delle moderne vi-
deocamere.
Ripetiamo la prima cosa da avere ben chiara: il formato DV con cui la vi-
deocamera memorizza le vostre riprese, è un formato digitale, nonostan-
te sia registrato con tecniche tradizionali su nastri magnetici. Questo vuol
dire che le informazioni salvate sono bit, e come tali sono già per natura
riconoscibili dal PC. Per questo si usa dire ”formato digitale DV nativo”
nel senso che il DV ha un suo formato (e una sua compressione, di qualità
circa 5:1) standard già preimpostato all’atto della ripresa.
Detto questo si capisce come non sia più necessaria la fase di conversio-
ne analogico/digitale che viene impiegata con i camcorder VHS o Hi8 e di
conseguenza non è più necessaria una costosa (e quasi obsoleta) scheda
di acquisizione che converta e comprima il flusso video. Sul PC basta una
”porta” di ingresso digitale che permetta il passaggio al flusso dati del DV
da camcorder a disco fisso. La porta di cui stiamo parlando è il firewire.

Figura 7.1: Schema dei diversi collegamenti tra PC, camcorder digitale e camcorder analogico

21
In realtà non si tratta di un semplice copia & incolla da nastro a disco.
Il flusso DV va comunque interpretato e ”inscatolato” nel formato AVI (se-
condo le specifiche AVI Type I e Type II), compatibile con windows e le
librerie video. Comunque sia, la cattura, che può avvenire con un qualsia-
si programma che supporti la connessione appena eseguita e il formato
DV, è praticamente identica a quella effettuata per via analogica. Da sot-
tolineare comunque che il tutto avviene con un codec DV software che
impegna le risorse del processore centrale. In questo caso un processore
veloce è decisamente un grosso aiuto.
Alcune utili osservazioni:

• La connessione firewire non è solo un canale che permette il tran-


sito di audio e video. In molti casi dà la possibilità di pilotare il cam-
corder collegato direttamente dal PC, tramite pulsanti virtuali di play,
rec, stop, ecc. . . questo semplifica notevolmente le operazione di ri-
cerca delle sequenze.

• Sempre grazie a questa connessione, è possibile impostare, prece-


dentemente alla cattura, gli spezzoni da memorizzare, specificando
col timecode il fotogramma di inizio e di fine per ogni sequenza. In
questo modo, dato lo start, sarà il PC a dare inizio alla ricerca delle
sequenze sul nastro del camcorder e a memorizzarle tutte con no-
mi differenti, senza farci muovere un dito. Questa tecnica si chiama
”cattura in batch” e può essere effettuata in background.

• Grazie alla connessione firewire è possibile catturare anche in for-


mati diversi dal DV. Non sono pochi i dispositivi di cattura che uti-
lizzano questa connessione per la cattura mpeg2. É naturale che, in
questi casi, il PC debba effettuare un’operazione di ricompressione
e conversione del formato DV nativo a mpeg2, magari supportato da
un chip dedicato all’interno del dispositivo.

• La connessione firewire e la connessione USB, pur essendo della


stessa famiglia, sono due cose differenti. Per certi versi sono simili
(entrambe di tipo informatico, bidirezionali e compatibili con flus-
si video/audio) ma quella USB non è performante come la sorella
maggiore. Anche se la versione 2.0 di USB è molto veloce, sui cam-
corder non si utilizza per il trasferimento di video DV ma solo per
le istantanee, audio e video memorizzati su memory card, più leg-
geri e già di tipo informatico. In generale quindi per acquisire DV
dovete dotarvi di una scheda firewire. C’è da dire che in commercio
cominciano a comparire videocamere che possono trasferire video
in formato miniDV anche attraverso la porta USB, eliminando l’e-
sigenza di una porta firewire. Si deve quindi prestare attenzione al

22
modello di videocamera che si intende scegliere. Immaginiamo che
in poco tempo tutti i camcorder potranno trasferire video attraverso
la porta USB, ma per ora la cosa va verificata.

Si deve annotare anche un altro fatto: tutti i camcorder digitali sono


dotati di uscite analogiche tradizionali (video/audio out, S-Video, ecc...) e
in alcuni casi anche di entrate analogiche. Questo per mantenere compa-
tibilità con hardware e metodologie passate. Quindi si possono effettuare
gli stessi collegamenti di un camcorder analogico e, volendo, persino ac-
quisire in analogico. La qualità del DV, ovviamente, scemerà a seconda
della scheda di acquisizione analogica di cui siamo dotati e della sua ca-
pacità di conversione/compressione. Ma non si deve sottovalutare questa
opportunità per due ragioni:

• Le uscite analogiche di un camcorder permettono la visione delle


sequenze filmate su televisori e il riversamento di un nastro DV su
un VHS e Hi8 semplicemente collegando il vcr alla videocamera.

• Le entrate analogiche (se sono previste dal camcorder assieme al-


la funzionaità DV-IN) non solo permettono il riversamento di vec-
chi nastri analogici su quelli DV (più duraturi e comodi) ma anche
una cattura su PC da sorgenti analogiche, funzionando il camcorder
come convertitore analogico/digitale. Da non sottovalutare!

23
Capitolo 8

Monitor LCD e mirino

La presenza sui moderni camcorder di un monitor LCD a colori estraibile,


oltre al classico mirino, è ormai un dato di fatto. Non si tratta di un acces-
sorio superfluo ma, come vedremo, è diventato praticamente indispen-
sabile per ottenere riprese corrette.É importante valutare la sua influenza
sul prezzo e sulle nostre scelte. Ma andiamo con ordine.

8.1 IL mirino di una videocamera


Il mirino è il mezzo fondamentale per ottenere l’impostazione e l’esecu-
zione di ogni ripresa video, poiché quello che vi compare è esattamen-
te quello che viene registrato sul nastro. Per questo motivo i mirini sono
quasi tutti a colori e hanno informazioni sovraimpresse, per guidare ed
informare l’operatore del funzionamento del camcorder. Ormai in tutte
le videocamere il mirino è realizzato tramite display a cristalli liquidi, so-
luzione che permette di ottenere il minor ingombro e il minor consumo di
energia. Di solito le dimensioni si aggirano attorno ai 0,55 pollici (circa 1,5
cm) e difficilmente superano questa misura, mentre la risoluzione va dai
110.000 ai 180.000 pixel, appena sufficiente a dare un’idea della ripresa.
Questo è motivato sia dalla presenza del monitor LCD sia dall’intenzio-
ne di ridurre l’ingombro al minimo. É inutile cercare un camcorder che
abbia un mirino di dimensioni elevate: la maggior parte delle riprese la
effettueremo guardando nel monitor LCD, che ha dimensioni e risoluzio-
ni maggiori. In alcuni camcorder, soprattutto quelli analogici o comun-
que quelli più datati, il mirino, in bianco e nero, è costituito da un mini
schermo CRT (Cathode Ray Tube: la stessa tecnologia utilizzata nei nor-
mali televisori) soluzione che permette di avere una definizione migliore,
ma che comporta un consumo ed un ingombro maggiore.

24
8.2 Il monitor LCD di una videocamera
Il display a cristalli liquidi sta ormai sop-
piantando il mirino in molte funzionalità,
non per ultima quella di strumento di con-
trollo sulle riprese. Grazie alle sue dimen-
sioni maggiori e la possibilità di visionare
immediatamente la scena con le imposta-
zioni e gli effetti visivi applicati in tempo reale, è un aiuto impareggiabile.
La risoluzione del monitor LCD non è mai elevata. Si va dai 100.000 ai
300.000 pixel a seconda del modello. Più che la risoluzione, sono in effetti
le sue dimensioni che contano: variano tra i 2 e i 4 pollici di diagonale,
misure più che decenti per una visione chiara e funzionale; A livello con-
sumer, monitor ampi, come ad esempio 3,5”, incrementano decisamente
il prezzo dei camcorder e spesso due modelli si differenziano solo per am-
piezza differente dell’LCD, quindi prestate attenzione!
É certamente considerato uno strumento di prestigio su un camcorder;
abbinato ad un’uscita cuffie o a speaker interni, dà la possibilità di rivede-
re immediatamente il girato e, se il modello lo prevede, di applicare filtri
video in tempo reale. Questo non è scontato: se applichiamo ad una ri-
presa il formato 16:9 o un effetto B&W o seppia, abbiamo la possibilità di
vederla esattamente come viene registrata, valutando quindi immediata-
mente i risultati. Inoltre, date le dimensioni, consente la sovraimpressio-
ne di molte più informazioni rispetto al mirino e certamente questo va a
vantaggio di chi riprende.
Il monitor LCD aiuta anche in maneggevolezza: è tipicamente orienta-
bile, grazie ad uno snodo, e questo permette riprese da posizioni in cui
è altrimenti impossibile mantenere il controllo sul soggetto dell’inqua-
dratura. Bisogna infatti tenere presente che riprendere attraverso il miri-
no presuppone una perfetta conoscenza della disposizione dei comandi
vista l’impossibilità di avere sott’occhio la videocamera, cosa invece evi-
dentemente possibile manovrando l’apparecchio attraverso uno schermo
esterno. Inoltre rende possibili autoscatti perfetti (grazie alla rotazione di
180 gradi del display) e riprese a braccio alzato (utile ad esempio durante
i concerti o manifestazioni sportive).
Naturalmente esistono anche lati negativi, come quello del consumo ele-
vato se il monitor viene lasciato sempre aperto, e della visuale limitata sul
display, che a certe angolature non permette una chiara visione della ri-
presa. Queste sono in genere informazioni che si trovano sul manuale alla

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voce ”consumi” e ”display LCD”. Date una letta prima di comprare.
8.3 Suggerimenti pratici per la scelta
Ecco alcuni suggerimenti di tipo pratico da cui potete prendere spunto
per la scelta:

• Un LCD da 3 o 3,5 pollici è certamente una soluzione ottima per


il controllo dell’inquadratura. É naturale che display di questo tipo
possono essere montati solo su camcorder di una certo ingombro.

• Conviene verificare che il display non si scurisca troppo quando si


effettuano riprese con sole forte. Alcuni modelli recenti integrano
tecnologie che limitano fastidiosi riflessi e chiaroscuri.

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Capitolo 9

Batterie e consumi

9.1 La batteria di una videocamera


Un camcorder è per natura un dispositivo portatile che quindi necessi-
ta grande autonomia. La presenza sui recenti modelli di dispositivi ali-
mentati (come LCD, servocomandi motorizzati, spotlight, ecc. . . ) aumen-
ta notevolmente i consumi e determina un deciso decremento delle ore a
disposizione per la videoripresa.
Particolare attenzione va dunque posta alla durata delle batterie a secon-
da dell’utilizzo: in stand-by (videocamera accesa ma non impegnata), in
fase di registrazione o riproduzione e con LCD attivo (elemento dagli ele-
vati consumi); solitamente tali informazioni compaiono nelle specifiche
tecniche del dispositivo e devono essere prese in grande considerazione
ai fini della scelta, pur considerando che i dati tendono sempre ad essere
fin troppo ottimistici.
Vediamo i tipi di batteria che possono essere impiegati dalle videocame-
re:
Batterie a ioni di Litio (Li-Ion)
Sono le batterie che hanno maggiore durata (ne abbiamo un esempio con
i cellulari). Uno dei vantaggi principali è che non sono colpite dall’ ”ef-
fetto memoria” a causa del quale le comuni batterie possono perdere ca-
pacità se ricaricate non completamente scariche. Naturalmente il costo è
più elevato delle altre.
Batterie Nichel Cadmio (NiCad)
Sono le più economiche e quindi molto utilizzate nelle videocamere di
fascia consumer. Hanno buone performance ma sono colpite dall’effetto
memoria, per cui l’impiego migliore è quello di ricaricare la batteria solo
al completo termine della carica.
Batterie Nichel-Idruro di metallo (NiMH)
Stanno soppiantando le NiCad grazie alle loro più elevate capacità e mi-
nore ingombro/peso. Anche se non si sottraggono all’effetto memoria , ne

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sono colpite molto meno.
In generale la batteria che si trova in dotazione è tipicamente una del-
le meno durature tra quelle della gamma compatibile. Da valutare quin-
di l’acquisto di batterie aggiuntive. Si consiglia l’acquisto di batterie al
Litio che come visto sono più durature e non sono affette dall”’effetto
memoria”.

9.2 Il caricabatterie di una Videocamera


Per quanto riguarda il caricabatterie, nella confezione è tipicamente pre-
sente quello portatile, che funziona sia da alimentatore per il camcorder
che come caricabatteria. Meglio sempre dotarsi anche di quello separa-
to, che di solito ha la possibilità di caricare due batterie contemporanea-
mente, svincolandosi dal camcorder stesso. Non è una cattiva idea dotarsi
anche dell’adattatore per l’accendisigari dell’automobile.

9.3 Come risparmiare batteria


Come detto, i consumi in un camcorder sono causati sia da elementi mec-
canici che digitali. Lo zoom, ad esempio, nella sua versione ottica prevede
l’impiego di un motorino elettrico che certamente non fa risparmio ener-
getico; anche la versione digitale, comunque, impiega alimentazione sia
nei chip che elaborano i segnali video, sia nel monitor LCD necessario alla
visualizzazione (oltre a quello ottico che comunque interviene).
Se possedete un camcorder che prevede il night shot (ovvero la visione
notturna ad infrarossi) usatelo con parsimonia poiché è una delle funzio-
ni più dispendiose in termini di energia.
In generale, il monitor LCD, lo stabilizzatore, gli effetti video, il flash so-
no tutti strumenti che, se attivati, concorrono all’aumento dei consumi.
É quindi consigliabile utilizzarli solo al momento giusto e in tempi il più
possibile ridotti.

9.4 Suggerimenti pratici per la scelta


Leggete sul manuale cartaceo l’effettiva durata delle batterie di un cam-
corder (ma prendete i dati con le pinze, i produttori tendono sempre ad
esagerare!) e valutate l’acquisto di un secondo pacco batterie.

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