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Le aree dialettali
Dialetti italiani digilander.iol.it 3. Classificazioni dialettali trinity.micc.unifi.it Dialetto treccani.it

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Dialetti italiani

digilander.iol.it

SPECIAL_IMAGE-http://digilander.iol.it/malavogliano/Immagine.jpgEPLACE_ME SPECIAL_IMAGEhttp://digilander.iol.it/malavogliano/previo!".gi#- EPLACE_ME Dialetti italiani


Espressioni indicate comprensivamente le centinaia di lingue locali parlate sul territorio italiano, per uanto i !dialetti italiani" non siano in alcun modo derivati dall#italiano standard e non rappresentino adattamenti locali o corruzioni della lingua nazionale. $gni dialetto % infatti una lingua indipendente, direttamente evolutasi dal latino e dotata di fonetica, grammatica e lessico autonomi. &are''e perci( pi) appropriato parlare di !dialetti romanzi", in parallelo con le lingue romanze* tanto pi) che ueste formano un#unit+ continuata sul territorio, un viaggiatore che procedesse, ad esempio, dall#estremit+ del -ortogallo fino al .elgio o all#/stria non avvertire''e alcuno stacco netto nelle lingue che incontra, ma un mutamento graduale del dialetto, l#uno simile all#altro 0indipendentemente dalle frontiere nazionali1, e non si accorgere''e neppure di aver incontrato uattro o cin ue lingue nazionali diverse. Evoluzione e differenziazione 2a variet+ dialettale italiana, in particolare, % la pi) alta all#interno delle lingue romanze, ogni minima comunit+, frazione di comune o, addirittura, gruppo di case presenta una propria parlata, che differisce da uelle vicine anche per poche caratteristiche. 2e ragioni di uesta enorme differenziazione sono storiche e sociali. 3na prima ragione sta nel fatto che con l#impero romano si impose l#uso del latino, uesto si mescol( alle lingue allora parlate 4ad esempio le lingue italiche5 e prese caratteri diversi a seconda dei luoghi e delle lingue con cui veniva a contatto. /l latino parlato dun ue non era unitario in partenza, solo l#azione della scuola e dell#amministrazione dell#impero fece si che, accanto ai dialetti latini effettivamente parlati, esistesse una lingua comune per la comunicazione fuori della propria area e per gli usi letterari e 'urocratici. /l crollo dell#impero e le invasioni 'ar'ariche spezzarono uesta unit+* inoltre furono introdotte nuove lingue 0gotico, longo'ardo, greco, ara'o1 che si mescolarono con uelle esistenti, in modo e proporzioni diverse secondo i luoghi. /l latino sopravvisse, ma come lingua lontana dalla vita uotidiana, usata solo negli am'ienti colti e parlata da pochi eletti, ogni variet+ locale, li'erata dal peso della tradizione, e''e un#evoluzione autonoma e assai rapida, portando a una capillare differenziazione. Anche dopo l#emergere del fiorentino come variet+ prestigiosa e dotata di potere unificante 4anche se soltanto sul piano letterario5 il persistere della mancanza di un#unit+ nazionale favor6 la frammentazione locale delle parlate, almeno per l#uso uotidiano. &ecoli dopo, ad esempio, Alessandro 7anzoni non sapeva !parlare" l#italiano, a casa e in citt+ usava il milanese, fuori il francese* e cos6 era per tutti. &olo l#unit+ d#/talia 089:81 con la scuola e i giornali, e soprattutto il ;; secolo con la radio e la televisore portano elementi effettivi di unificazione linguistica. <ariet+ dialettica -ur nella loro variet+, i dialetti italiani si possono distinguere in tre grandi gruppi, i dialetti settentrionali, il toscano, i dialetti centromeridionali. / dialetti settentrionali comprendono ligure, piemontese, lom'ardo 0che comprende a sua volta il

ticinese e il trentino1, veneto ed emiliano5romagnolo, uesti dialetti fanno parte delle lingue romanze occidentali e sono pi) vicini al provenzale, al catalano e al retoromanzo che non al toscano. =ra i fenomeni fonetici pi) importanti, al di l+ della grande differenziazione delle parlate locali, si possono citare la caduta delle consonanti doppie latine, il fatto che le consonanti sorde diventano sonore fra vocali o cadono. /l toscano % fra i dialetti italiani uello che su'6 meno cam'iamenti e si mantenne pi) simile al latino* grazie al prestigio intellettuale e letterario della sua variante fiorentina, le sue caratteristiche sia fonetiche sia grammaticali diventeranno in parte uelle della lingua italiana. =ra le peculiarit+ prettamente locali del toscano vi sono la cosiddetta gorgia, ovvero la pronuncia aspirata della c dura, e la costruzione impersonale del ver'o alla prima persona plurale. / dialetti centromeridionali possono essere ripartiti fra centrali e meridionali. >ra le particolarit+ dei dialetti meridionali vi sono l#assimilazione di nd a nn, il passaggio del gruppo latino pl a chi5 e la presenza 4in alcune variet+5 dei cosiddetti suoni retroflessi, ossia pronunciati con la punta della lingua rivolta all#indietro, in particolare dd per ll. Nella .asilicata meridionale sopravvivono dialetti particolarmente arcaici. /l sardo % considerato una lingua a s? stante. Anche la grammatica dei dialetti pu( per( essere molto diversa da uella dell#italiano, un fenomeno diffuso in molti dialetti sia al Nord sia al &ud, ad esempio, % la metafonesi, ossia l#alterazione fonetica della vocale accentata, che pu( assumere valore grammaticale, per differenziare il singolare dal plurale o il femminile dal maschile. Ad esempio, nel dialetto della <al d#$ssola !gatto" si dice gat e !gatti" get. Analogamente, il napoletano ha ner? per !nera" e nir? per !nero". Cos6, anche dopo la caduta delle vocali finali latine, tipica di molti dialetti, la distinzione fra generi e fra i numeri pot? essere mantenuta. digilander.iol.it

$. Cla""i#i%a&ioni dialettali

trinity.micc.unifi.it &-EC/A2@/7AAE5http,BBtrinity.micc.unifi.itBfir'5 vivitBsitesBdefaultBfilesBimagecacheBnodeBapprofondimentiBdevoto.png5CE-2ACE@7E Aiacomo Devoto 089DE58DEF1, Alottologo e -residente dellGAccademia della Crusca dal 8D:F al 8DEH. 2a prima classificazione scientifica dei dialetti italiani fu proposta nel 8998 dal glottologo Gra&iadio I"aia A"%oli, il uale individu( come principio ordinatore la distanza linguistica che i diversi sistemi dialettali manifestavano rispetto al comune antenato latino 0criterio !genealogico"1, si trattava dun ue di osservare le modificazioni che aveva conosciuto il latino parlato nel suo sovrapporsi alle lingue di sostrato. /n uesta prospettiva il dialetto che mostrava la maggiore fedelt+ al latino era il toscano, che diventava punto di riferimento per ordinare gli altri dialetti, Ascoli individu( cos6 tre gruppi dialettali, la cui diversa distanza dal toscano era significativa del grado di modificazione sviluppato rispetto al latino. 2#ordinamento dei dialetti a partire dalla misurazione della loro distanza dal latino verr+ riproposto, a uasi un secolo di distanza, da Gia%omo Devoto, i cui risultati convergono in linea di massima con uelli di Ascoli, il toscano, cos6, si confermer+ il sistema dialettale !meno distante" dalla matrice latina. 3n vistoso riconoscimento del ruolo delle lingue di sostrato nella configurazione dialettale della -enisola % contenuto nella classificazione proposta da Clemente Merlo negli anni <enti del Novecento, in cui si distinguono tre grandi aree dialettali, una settentrionale caratterizzata da dialetti a sostrato !celtico", una centrale a prevalente sostrato !etrusco" e una centromeridionale a sostrato !italico". A loro volta le tre macro5aree venivano ulteriormente distinte al loro interno sempre in ragione dei diversi strati etnici che potevano essere rilevati. Cisentendo di un clima culturale attraversato dalle suggestioni lom'rosiane, 7erlo riconduceva l#impatto delle lingue di sostrato sul latino alle specifiche caratteristiche degli organi fonatori delle diverse popolazioni presenti nel territorio al momento della romanizzazione. 3n#idea sostanzialmente tripartita dei dialetti italiani emerger+ di fatto, negli anni =renta, anche nella ela'orazione di Gerhard ohl#" dei risultati delle indagini sul campo condotte per la redazione dell#Atlante /talo5svizzero. Essi indicavano infatti un addensarsi di fenomeni linguistici specifici in aree i cui confini seguivano due grandi direttrici, l#una, disposta in direzione 2a &pezia5Cimini, rappresentava il limite meridionale di particolari fenomeni settentrionali* l#altra, in direzione Coma5 Ancona, rappresentava il limite settentrionale di fenomeni linguistici presenti esclusivamente in area meridionale. 2e due direttrici !racchiudevano" al loro interno l#area tosco5um'ro5marchigiana e alto5 laziale. /n certa misura, i dati linguistici riproponevano su altra 'ase uella tripartizione che 7erlo aveva spiegato chiamando in causa il sostrato preromano. trinity.micc.unifi.it

Dialetto

treccani.it &-EC/A2@/7AAE5http,BBsI.wdstatic.comBimagesBitBllBIBI:B/taly@5@>orms@of@Dialect.Jpg5 CE-2ACE@7E Dialetto dialetto &istema linguistico di am'ito geografico o culturale per lo pi) limitato, che non ha raggiunto o che ha perduto autonomia e prestigio di fronte agli altri sistemi con i uali costituisce geneticamente un gruppo. -er la classificazione scientifica, il momento discriminante perch? un sistema linguistico possa considerarsi d. % non solo il contrapporsi a una lingua nazionale o di cultura, ma anche l#appartenere a un gruppo di sistemi geneticamente compatto, determinatosi attraverso un complesso di innovazioni e integrazioni sostanzialmente comuni. &econdo le formulazioni pi) recenti il vecchio assunto di un d. inteso come entit+ autonoma e 'en distinta dalla lingua % stato sostituito dalla considerazione della complessit+ della realt+ linguistica, per cui il d., non pi) unit+ compatta, ma insieme di sottovariet+, va analizzato in rapporto alle altre variet+ del repertorio linguistico con cui esso si trova in contatto. All#interno di un territorio i cui d. appartengono alla stessa famiglia spesso % difficile dire dove un d. cessi e dove ne cominci un altro, poich? le particolarit+ dialettali si sovrappongono* si ricorre perci( di solito alla scelta di un certo numero di peculiarit+, e si segnano poi i confini dove ueste peculiarit+ nel loro insieme vengono a cessare 0 isoglossa1. Anche in rapporto con la lingua nazionale non sempre % facile segnare i confini del d., specie se uesto ha molti punti di contatto con uella* spesso, in uesti casi, si determinano piuttosto situazioni di diglossia, nelle uali il d. si pone come variet+ diastratica 'assa di comunicazione all#interno di cerchie familiari o comun ue omogenee, mentre la lingua nazionale % impiegata nella comunicazione con persone esterne al gruppo familiare o sociale di appartenenza. 3n nuovo confine dialettale pu( sorgere anche in seguito alla creazione di una lingua letteraria, tale % il caso dei d. nederlandesi e fiamminghi, che erano 'asso5tedeschi, ma ora costituiscono un gruppo a parte, grazie al formarsi di una lingua nederlandese5fiamminga. $ggi la distinzione tra lingua 0nazionale1 e d., a livello sociolinguistico, si fonda soprattutto sull#uso amministrativo 0ufficiale1, che caratterizza la lingua ma non il d., e che alla prima impone una standardizzazione non richiesta al secondo. Nella situazione linguistica storica dell#/talia si possono riconoscere uattro gradi di specializzazione funzionale legati a comunit+ linguistiche via via pi) particolari e ridotte, l#italiano, che % riconosciuto ovun ue come lingua standard* l#italiano regionale, che caratterizza una pronuncia particolare e accoglie alcuni prestiti lessicali tipici del dialetto* il dialetto regionale, privo dei particolarismi locali e spesso foggiato sulla variet+ pi) autorevole dell#area* il dialetto locale 0v. ta'.1. 2a dialettologia % il ramo della linguistica che si occupa dei d., delle loro caratteristiche individuali e dei loro rapporti con altri d. della stessa area o con altri sistemi linguistici geneticamente affini. treccani.it K Archive All Download Newest

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