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Fisiologia APT #3

Elettromiografia di superficie
Fisioterapista, 25 marzo 2011 Silvia Ippolito + Adriano Autieri
Introduzione E possibile definire lelettromiografia di superficie come lo studio delle attivazioni muscolari tramite una metodologia di superficie. Non vengono usati aghi, quindi non una metodologia invasiva. Vengono posti elettrodi sulla superficie del corpo, molto simili a quelli di un elettrocardiogramma (ECG) o di un elettroencefalogramma (EEG). In effetti il principio omologo a quello dellECG perch, se si verificano delle differenze di potenziale elettriche nel nostro corpo, esse sono misurabili anche in superficie. Ovviamente sono correnti molto piccole, dellordine dei microVolt. Di conseguenza per studiare il segnale in uscita dobbiamo amplificarlo e trattarlo. [NellAPT per motivi logistici abbiamo visto il segnale amplificato ma non trattato. NdA] Abbiamo utilizzato un oscilloscopio digitale con sonde elettromiografiche wireless [tranne il fortunato ultimo gruppo che ha usato tecniche pi artigianali ]. Prima di utilizzare lapparecchio bisogna depilare e trattare la cute con sostanze che permettono una minore impedenza (ad esempio una pasta abrasiva). [Ma per fini didattici abbiamo saltato questi passaggi. NdA] Dobbiamo anche tenere presente che il segnale riferito alla superficie corporea e quindi non possiamo prendere per assoluti i dati registrati. Un posizionamento asimmetrico degli elettrodi o un differente grado di impedenza della cute (dovuto ad esempio ad abbondante grasso sottocutaneo), uninnervazione muscolare non perfettamente simmetrica o muscoli di dimensioni leggermente differenti rispetto al loro controlaterale, sono alcuni dei motivi per cui i risultati ottenuti con questa metodica possono essere molto diversi dalla realt. E utile quindi utilizzare proporzioni, ad esempio il rapporto tra lo sforzo massimale e lo sforzo compiuto (facendo due misurazioni), in modo che il dato sia il pi corretto possibile e poter dare inizio ad una terapia. Non possiamo confrontare due rilevazioni di persone diverse, ma nemmeno in tempi molto diversi nella stessa persona, poich bisogna tener conto della variazione di troppi parametri nelle due misurazioni. Poniamo sul corpo del volontario diverse coppie di elettrodi collegati a una sonda che legge la differenza di potenziale elettrico tra gli stessi, stimando il potenziale dazione che si sviluppato nel muscolo. Questo segnale viene trasmesso e visualizzato sullo schermo. (Non avendo a disposizione le immagini reali quelle che vedrete come schermo sono rappresentazioni fittizie, giusto per esemplificare i concetti. NdA). bene precisare che i potenziali dazione (AP) hanno la stessa altezza, quindi un segnale maggiore non dato dalla maggiore potenza ma dal maggior numero di AP innescati. 1)Deltoide e Trapezio superiore Elettrodi: n.1: Deltoide destro n.2: Trapezio superiore destro n.3: Trapezio superiore sinistro n.4: Deltoide sinistro Evento 1: Abduzione dellarto superiore destro.

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Esito 1: Sullo schermo possiamo visualizzare il primo e il secondo canale che rilevano la presenza di molti AP in corso. Il terzo e il quarto (relativi allarto sinistro) sono in quiete. Inoltre, al contrario di ci che avremmo potuto aspettarci, non vi unattivazione ritardata del Trapezio, ma possiamo osservare che il Deltoide e il Trapezio destri si attivano simultaneamente. Evento 2: Abduzione dellarto superiore destro in opposizione ad un vincolo (in questo caso il movimento impedito dal fisioterapista).

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4Esito 2: In questo caso tutti i canali riportano unintensa attivit elettrica, nonostante nel braccio sinistro non ci siano movimenti. Addirittura gli elettrodi relativi al braccio sinistro percepiscono degli impulsi poco prima dei corrispettivi a destra. Come si spiega questo fenomeno cos estraneo alla logica comune? I muscoli, per sviluppare appieno la loro potenza, richiedono un perno su cui fissarsi, che sia stabile durante tutto il tempo della loro contrazione e che permetta di scaricarvi la loro forza. Esso rappresenta il punto ove tutte le forze vanno ad annullarsi e per questo rappresenta un cos detto punto fisso. Per raggiungere quindi lequilibrio in questo punto, il nostro organismo ha elaborato dei programmi motori detti catene di fissazione, che coinvolgono lattivazione di pi muscoli, garantendo allo stesso tempo la stabilit al resto del corpo e il movimento da noi desiderato. [NdR] In questo caso potremmo capire la ragione di questa catena di fissazione prendendo in esame le componenti sviluppate dai vari muscoli singolarmente, uno di seguito allaltro: contrazione del deltoide destro per labduzione del braccio, che incontra resistenza; attivazione sinergica del trapezio superiore destro, il quale per da solo farebbe inclinare a destra la testa; contrazione del trapezio sinistro per stabilizzare la componente cervicale della forza applicata dal muscolo controlaterale; contrazione del deltoide sinistro per riequilibrare la componente trasversale che farebbe cadere il tronco verso destra (quando notevolmente sollecitato per il mantenimento dellequilibrio, avviene anche una lieve abduzione del braccio sinistro. Il pi delle volte ci non accade perch il grande pettorale sinistro applica una componente adduttrice sul braccio). Qualora non fosse ancora chiaro il meccanismo, basti pensare a cosa succede quando si vuole sollevare un oggetto molto pesante con una mano sola (escludendo la scoliosi della colonna vertebrale, utilizzata anchessa a scopo stabilizzante)[NdR]. Appare evidente, quindi, che il nostro organismo stimoli i muscoli controlaterali in preparazione al movimento da compiere. Pi il movimento complesso maggiore lattivazione controlaterale. Di conseguenza unemiparesi omolaterale dar sicuramente problemi anche al movimento controlaterale, in quanto non ci saranno forze riequilibrative che stabilizzano lintera struttura corporea.

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Tutto ci non possibile definirlo un riflesso (una risposta rapida e involontaria ad uno stimolo sia esso meccanico o chimico, Wikipedia), per due motivi: 1) come afferma la definizione di riflesso, esso sempre preceduto da uno stimolo, mentre noi abbiamo visto che avviene prima la contrazione dei muscoli controlaterali e poi dei muscoli di riferimento, che compiono il movimento desiderato; 2) il fatto stesso che siano coinvolti prima i muscoli controlaterali lascia credere che il loro contributo non sia solo considerato, ma addirittura previsto nel movimento stesso, suggerendo una stimolazione cosciente da parte del SNC ma da noi compiuta inconsapevolmente. [NdR] Essa una catena di fissazione pre-programmata. Un ballerino alle prime armi legnoso perch utilizza troppi muscoli, ma lallenamento e laffinamento delle capacit motorie consente un affinamento del programma stesso, in quanto impara a sfruttare meglio altri tipi di forza (come ad esempio i momenti di inerzia). Di conseguenza vengono utilizzati meno muscoli, ovvero solo quelli essenziali per una regolazione fine delle catene di attivazione e di fissazione. Non detto che un movimento sia gi nel programma motorio ma, una volta imparato perfettamente, entrano in gioco sempre meno muscoli e vengono sfruttate poche catene ma in maniera pi precisa. Questi meccanismi a causa di problemi neurologici possono essere del tutto o in parte danneggiati. 2) Tricipite della sura, quadricipite e addominali Premessa: Sollevamento dellarto inferiore sinistro in posizione di clinostatismo. Per eseguirlo, il corpo attiva una determinata catena di fissazione attuata dai muscoli Ileo-psoas e Retto femorale. Successivamente si attivano altri muscoli, che devono far s che colonna e bacino facciano da punto fisso e si stabilizzino. Durante la flessione dellanca la colonna vertebrale tende a venire avanti e il bacino si piega sul lato della coscia flessa, quindi alcuni muscoli devono tendere a portare la colonna indietro e ruotare il bacino in direzione opposta. Questi muscoli sono gli Addominali, i Glutei e gli Ischio-crurali. Elettrodi: n.1: Retto femorale sinistro (agonista) n.2: Addominali n.3: Bicipite femorale destro Evento 1: Flessione o sollevamento della coscia sinistra fino a 45 (il paziente disteso sul lettino).

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3Il 1 e il 3 elettrodo rilevano una forte attivit ; il 2 una minore, ma discreta. Evento 2: Sollevamento contemporaneo delle cosce destra e sinistra. Dopo qualche secondo, viene abbassata la destra, mantenendo la sinistra sollevata a 45 .

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3La posizione di arrivo la stessa della precedente, ma questa volta i muscoli addominali sono molto pi attivi e vi una sollecitazione minore del bicipite femorale dellarto controlaterale. Questo perch diversi movimenti, anche con lo stesso esito, innescano catene di fissazione diverse. Una volta attivata una catena di fissazione, questa, se adeguata, rimane a sostenere il movimento. In soggetti con patologie neurologiche invece, (ad esempio i pazienti affetti da sclerosi multipla o SLA) questo processo non avviene: nellatto di sollevare entrambi gli arti inferiori vengono s attivati i muscoli addominali, ma una volta estesa una coscia essi vengono inattivati, mentre subentra la contrazione del bicipite femorale della coscia appena estesa per bilanciare la flessione dellarto opposto. Questo cambio di programma e lo spostamento del punto fisso causano unoscillazione del movimento, e quindi limpossibilit di mantenere fermo larto. Infatti una catena di attivazione fine e regolata molto spesso si rivela compromessa in varie patologie del SNC. In un paziente affetto da Parkinson ci sono numerosi problemi nellattivazione del programma motorio. Quando si inizia la deambulazione, la prima cosa che si fa spostare il peso su una gamba per poter avanzare con laltra, ed un processo che si compie inconsapevolmente, potremmo dire naturalmente. Nel paziente parkinsoniano questo meccanismo non si attiva. Egli si appresta a partire e iniziare il programma motorio per camminare, ma (fermo in posizione di partenza) il suo cervello non d ordine su dove spostare il baricentro e quindi il movimento delle gambe scoordinato e convulso, poich di riflesso il corpo cerca di non perdere lequilibrio. Molto spesso questo programma motorio in questi pazienti avviene con lavanzamento del busto e, per questo sbilanciamento in avanti, essi possono cadere o, se pi fortunati, iniziare a camminare distendendo una delle due gambe. Questi pazienti sono in grado di attivare un muscolo volontariamente ma non sono in grado di attivare dei programmi di moto volti a iniziare e mantenere il movimento stesso. 3) Tricipite della sura e tibiale anteriore Evento Sollevamento sulla punta dei piedi. Elettrodi n.1: Tricipite della sura n.2: Tibiale anteriore

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2. Esito Lagonista il Tricipite surale ma il primo ad attivarsi il Tibiale anteriore. Questo perch il paziente per prima cosa sposta il baricentro avanti, grazie alla contrazione del muscolo Tibiale.

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Un soggetto che contrae direttamente il Tricipite della sura senza questo movimento posturale anticipatorio non riesce a mettersi in piedi e anzi cade allindietro. Una situazione simile si pu verificare nei pazienti anziani. Capita a volte, per esempio, che il paziente cerchi di alzarsi dalla posizione seduta a quella eretta, ma che per qualche motivo non ci riesca. Molte volte ci avviene poich il paziente dimentica di spostare il baricentro in avanti con linclinazione del busto e successivamente darsi la spinta con i muscoli quadricipiti.

Controllo posturale durante il movimento volontario (reazioni di anticipazione) Le reazioni muscolari provocate da movimenti volontari sono assai variabili e dipendono dal rapporto fra il tipo di movimento volontario e lo stato di equilibrio. Questo tipo di reazioni posturali sono definite anticipatorie, poich intervengono prima nel movimento volontario. Nell'esecuzione di un movimento volontario, il baricentro si sposta fuori della base di appoggio, esattamente come avviene per l'intervento di forze esterne all'organismo. In questo caso per, a differenza delle reazioni posturali a forze esterne, prima che il movimento si compia vengono messe in atto strategie posturali per evitare lo sbilanciamento e la caduta conseguente. Si possono riscontrare due difficili situazioni: un movimento volontario che non provoca la perdita di equilibrio ed un movimento volontario che la provoca. Se il movimento volontario non mette a repentaglio lo stato di equilibrio, le reazioni conseguenti hanno solamente un effetto di compensazione sullo spostamento del baricentro, sono molto deboli e non strettamente concatenate, in senso temporale, all'esecuzione del movimento volontario. Se il movimento volontario mette a repentaglio lo stato di equilibrio, allora si osservano le reazioni posturali anticipatorie. Le reazioni posturali anticipatorie risentono fortemente dei fenomeni di apprendimento motorio: se cambiano le condizioni di equilibrio sono sufficienti due o tre ripetizioni del gesto volontario per adattare la reazione posturale. [http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/propriocezione2.html]

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