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SCUOLA: VEDIAMO DI FARE CHIAREZZA

Molti, troppi messaggi carichi di inesattezze, volute e non, hanno raggiunto i cittadini
sull’argomento in questo periodo. Pochissimi contenevano notizie, moltissimi opinioni
fortemente orientate politicamente, appoggiati da taluna stampa oramai poco autorevole.
Il nome delle cose.
Piani generali, parametri e criteri per l’organizzazione della rete scolastica: significa
indicare per esempio il numero degli alunni per classe, il numero degli insegnanti e degli
ATA(ex bidelli) per alunno, il numero minimo per avere un istituto autonomo, quanto è
necessario spendere per la rete scolastica. La competenza è dello Stato centrale, fra l’altro
confermata anche dalla recente sentenza costituzionale n.200 del luglio scorso.
Piani di dimensionamento scolastico: significa pianificare gli Istituti Autonomi Scolastici.
Ovvero quanti Dirigenti Scolastici (ex Presidi e Direttrici) con tanto di segretario
amministrativo, collegi docenti, consigli di istituto, collaboratori ATA (ex bidelli), tanto di
uffici, segreteria, impiegati, connessi e accessori, e’ possibile avere sul territorio. La
competenza per l’elaborazione del piano è dei comuni per la scuola dell’obbligo e ldella
infanzia, mentre l’approvazione generale è delle Regioni su proposta organica delle
provincie.
Piani di utilizzo dei punti di erogazione del servizio scolastico: significa l’istituzione,
l’aggregazione, la fusione, la soppressione e l’utilizzo degli edifici e delle attrezzature di
quelli che un tempo venivano chiamati plessi. La competenza è strettamente delle
amministrazioni comunali che si muovono sulla base di pianificazioni generali approvate
dal Consiglio Comunale.
Cosa è successo.
Nell’ottobre 2008 la provincia di Napoli scriveva al comune chiedendo urgentemente un
piano di dimensionamento scolastico entro la fine dell’ottobre 2008 stesso per le questioni
mai risolte del vecchio dimensionamento del 1999. Così nasce la delibera di giunta
n.233/08 che anticipa la delibera di consiglio n.57/08. Nelle delibere fu poi anche
affrontato il piano di utilizzo dei punti di erogazione, anche tenendo presente quanto già
stabilito dalle delibere di consiglio comunale della maggioranza del Sindaco Savarese : la n.
80/98 e la n. 79/99, in cui si dava indicazione programmatica per il superamento dei piccoli
plessi e delle piccole classi giudicate già allora discriminanti rispetto alle classi più grandi e
meglio attrezzate.
Nelle delibere quindi si affrontavano distintamente sia un nuovo piano di
dimensionamento scolastico che un nuovo piano di utilizzo dei punti di erogazione.

Il piano di dimensionamento scolastico


Per motivi ideologici e politici, senza entrare nel merito delle proposte, la Regione
Campania nel successivo febbraio 2009, in pratica, decise che i piani di dimensionamento
fatti dai comuni e dalle provincie della Campania intera fossero congelati e ripropose in
buona sostanza il dimensionamento 2007/2008. Atteso che, insieme ad altre regioni,
propose ricorso alla Corte Costituzionale per contestare il potere di legiferare del governo
centrale sui piani generali e i criteri per l’organizzazione della rete scolastica. In pratica la
proposta di dimensionamento di Vico Equense non è stata mai valutata nella sostanza.

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Il piano di utilizzo dei punti di erogazione.
Tale piano, ampiamente discusso con le istituzioni scolastiche e, almeno in una prima fase
unanimemente condiviso, prevedeva di concentrare le risorse economiche disponibili sui
plessi meglio utilizzabili e in grado di offrire soluzioni logistiche migliori per gli alunni.
Infatti si decise di intervenire in modo massiccio ed organico sulle scuole, come si sta
facendo ancora adesso, cercando di ottimizzare al massimo bisogni, esigenze e investimenti.
Nel pieno rispetto della volontà del Consiglio Comunale, quello attuale, e di quelli
succedutosi dal 98 ad adesso. Il piano prevede il superamento dei piccolissimi plessi e delle
nocivissime pluriclasse e la razionalizzazione dell’uso delle strutture, dette punti di
erogazione, (ex plessi). Come peraltro si è già fatto, sia con amministrazioni di sinistra che
di centrodestra: vedi ad esempio il superamento delle pluriclasse di Santa Maria del
Castello, di via Laudano Bonea, di Sejano. Pertanto si decise di: superare i plessi di
Ticciano (60 iscritti tra materne ed elementari) e di Montechiaro (50 iscritti tra materne ed
elementari), di accorpare le elementari di Fornacelle (46 iscritti) ad Arola e di spostare (non
chiudere) le medie di Arola ( 89 iscritti) al plesso di Fornacelle, liberando così spazio per
sistemare le materne di Arola in modo molto migliore e realizzando nuovi spazi nelle
elementari per laboratori. Si decise inoltre di ottimizzare le risorse anche per il comparto
Massaquano-Sant’Andrea specializzando gli edifici: Massaquano Via Bosco solo scuola
secondaria inferiore (ex medie); Massaquano Via Belvedere solo infanzia (ex materna);
Sant’Andrea solo primaria (ex elementare). In effetti si passava da 12 punti di erogazione
(plessi) a 10. E i punti di cottura, centro di costo elevatissimo, a due molto attrezzati. Che
sono numeri di tutto rispetto anche per un territorio come il nostro. Ovviamente furono
individuate risorse adatte per un trasporto vantaggioso degli alunni accorpati o spostati.
La sentenza della Corte Costituzionale n. 200 del luglio 2009
Nelle prime settimane del luglio 2009 la suprema Corte deliberava sui ricorsi di alcune
Regioni tra cui la Campania. Il verdetto fu molto deludente per le Regioni stesse che per
bocca del Governatore della Emilia-Romagna on. Errani, si dichiararono perplesse. In effetti
la Corte confermò che i Piani generali, parametri e criteri per l’organizzazione della rete
scolastica sono principi generali e quindi insieme alle risorse economiche da impegnare
sono di competenza esclusiva dello Stato centrale. Alle regioni resta il solo ed esclusivo
compito di adeguare la rete scolastica regionale ai parametri nazionali. Qualcuno osserva
che alle regioni tocca solamente il “ lavoro sporco” ovvero decidere quali Istituti autonomi
sopprimere o accorpare per adeguarsi alla normativa statale: una vittoria di Pirro. Tutto ciò
nulla ha a che vedere con la nostra questione essendo il piano di dimensionamento già
congelato, insieme agli altri, dal febbraio 2009.
La sentenza del TAR Campania registrata il 28 agosto 2009 e notificata ai primi di settembre.
In seguito ad un ricorso sollecitato dal PD vicano, a firma di alcuni cittadini, bene
accompagnati da alcuni insegnanti, in cui si chiedeva l’annullamento delle delibere di
giunta n. 233/08 e di Consiglio n.57/08, il TAR Campania, nell’immediatezza della
apertura dell’anno scolastico, e a programma di lavori praticamente in via di conclusione,
emette il seguente verdetto:
3. – Conclusivamente, il ricorso principale ed il primo ricorso per motivi aggiunti sono
fondati e vanno accolti per quanto di ragione e nei limiti specificati in motivazione, con
conseguenziale annullamento dei provvedimenti emessi dal Comune nella parte in cui tali
atti provvedono a chiudere il plesso scolastico di Montechiaro e quello di Ticciano,
nonchè a costituire nel territorio comunale due plessi scolastici in luogo dei quattro
precedentemente esistenti; per il resto, essi sono parzialmente improcedibili, mentre è
inammissibile il secondo ricorso per motivi aggiunti.

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1. In primis non annulla le delibere dando ancora più legittimità alla azione di
governo del Consiglio Comunale di Vico Equense e dando via libera al piano di
utilizzazione dei punti di erogazione;
2. riforma la delibera, in una confusione di termini, nella parte del
dimensionamento. Parte che non aveva trovato applicazione, come detto già, dal
febbraio 09;
3. riforma la delibera nella parte della chiusura dei “plessi” ma assimilandola al
dimensionamento e chiaramente confondendo “plessi” con Istituti Autonomi.
Infatti si legge di 4 plessi e di 2 plessi. Una confusione totale e imbarazzante.

Cosa succederà

Riguardo al dimensionamento è molto probabile che si dovrà ritornare sull’argomento,


stante i nuovi regolamenti nazionali e le mancate decisioni della Regione Campania.Vedremo
Riguardo al piano di utilizzo, essendo in grandissima parte del tutto legittimo, la rete scolastica
comunale sarà riconfigurata come da piano approvato nel novembre 2008.
Per la parte riformata dal TAR: “plessi” Ticciano-Montechiaro, volendola interpretare nel
senso voluto dai cittadini ricorrenti, l’amministrazione si adopererà per rispettare la sentenza
e sta già producendo atti per sistemare e mettere a norma anche questi edifici che però sono
rimasti, ovviamente, fuori dal piano dei lavori deciso nel novembre 08. Nel contempo, ai
giudici si risponde coi giudici, e quindi la “innovativa e originale “ sentenza del TAR Campania,
in controtendenza con altri TAR, sarà serenamente sottoposta al vaglio del Consiglio di Stato.
In tutto questo è però necessario ricordare che in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale
i decreti Gelmini sono operanti e ribaditi con nuovi regolamenti, decreto ministeriale 81 e
altri, pertanto, secondo i parametri generali, difficilmente i dirigenti scolastici avranno via
libera dal MIUR (uffici regionali) per la formazione di classi fortemente
sottodimensionate. Al pari delle Regioni, che dovranno far quadrare necessariamente i conti.
Nella certezza che questa nostra azione di governo, per certi versi coraggiosa, ma sicuramente
innovativa e di progresso è tutta incentrata esclusivamente sulle esigenze di miglioria dei
nostri piccoli concittadini, e nella certezza che, quando la nebbia delle sterili polemiche si
ritirerà i cittadini tutti capiranno le grandissime positività dell’operazione, che sono di gran
lunga superiori a qualche disagio o a qualche cambio di abitudine stratificato nel tempo.

Cittadini vi invitiamo a ragionare e a giudicare esclusivamente con il metro della migliore


condizione di studio e di relazione sociale dei nostri figli, anche sacrificando qualche
piccola comodità personale e tenendo presente che mai sono state impegnate tante risorse
nel comparto della istruzione come in questo periodo e mai sono stati fatti tanti lavori e
migliorie alle nostre scuole.

I Consiglieri di maggioranza, l’Amministrazione, il Sindaco.

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