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HUSSERL, Edmund (1859-1938) e la fenomenologia

La fenomenologia di Husserl, una delle correnti pi importanti della filosofia contemporanea, nasce come risposta alla crisi del positivismo, cio a tutto quel movimento di pensiero (Heisenberg, Einstein, Frege, Freud, ecc.) che a partire dalla fine dell !"" mise in discussione uno dei cardini del positivismo, ovvero l oggettivit# del sapere scientifico. E ancora possibile $ si chiede Husserl $ ridare vita all ideale di un sapere autenticamente scientifico, universale e oggettivo, che pare distrutto da questo movimento% &l filosofo tedesco sostiene che possibile utili''ando il metodo della filosofia fenomenologica (epoch( , ridu'ione eidetica, ecc.).

)*gni fenomeno psichico caratteri''ato da ci+ che gli ,colastici del medioevo hanno chiamato -in.esisten'a/ inten'ionale (o anche mentale) di un oggetto, e che noi chiameremmo, non sen'a qualche ambiguit#, riferimento a un contenuto, dire'ione verso un oggetto (e ci+ non vuol dire che si tratti di una realt#) oppure oggettualit# immanente. *gni fenomeno psichico contiene in s( qualcosa come oggetto, bench( non sempre in egual modo0. (1rentano) )2infatti lo stesso pensare ed essere 0 (3armenide) )4appresentarsi un oggetto, ad esempio il castello di 1erlino,... non altro che una specie determinata di -stato d5animo/.0 (Husserl)

Vita Filosofo tedesco, di origine ebrea (si convertir# poi al luteranesimo), nato a 3rossni' in 6oravia. &ni'i+ i suoi studi in campo matematico laureandosi a 7ienna con una tesi sul calcolo delle varia'ioni. 8 7ienna segu9 anche le le'ioni del filosofo tedesco Fran' 1rentano e ne trasse la dottrina relativa al carattere inten'ionale di ogni atto psichico. ,i dedic+ poi alla ricerca filosofica ed alla carriera accademica (insegnamento a :ottinga e Friburgo) inaugurando un originale prospettiva metodologica che chiam+ )fenomenologia0. ;on le leggi ra''iali del <=>> fu allontanato dall insegnamento. ?edic+ i suoi ultimi anni alla stesura dell opera La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale.

Ope e Filosofia dellaritmetica (<!=<), in cui critica lo psicologismo Ricerche logiche (<="".<="<), in cui emerge per la prima volta la nuova prospettiva filosofica della fenomenologia Idee per una fenomenologia pura ed una filosofia fenomenologica (<=<>)@ in quest opera emerge una nuova fase della filosofia di Husserl, quella che gli storici della filosofia chiamano la svolta trascendentale o idealistica della fenomenologia, ovvero una nuova fonda'ione soggettivistica della fenomenologia ispirata a ;artesio e a Aant Meditazioni cartesiane (testo delle le'ioni tenute a 3arigi nel <=B= e pubblicate postume nel <=C") La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (<=>C.<=>D, opera incompiuta, basata su una serie di conferen'e tenute a 7ienna e a 3raga nel <=>C@ pubblicata postuma nel <=CE)@ in quest opera Husserl individua le cause della crisi delle scien'e nella penali''a'ione della soggettivit#, che si imposta a partire da :alilei. Lo studio fenomenologico del )mondo della vita0 (Lebenswelt) il rimedio alla crisi. & manoscritti inediti. *ltre alle opere precedenti, Husserl lasci+ una mole notevole di pagine stenografate che saranno poi trascritte e pubblicate dai suoi interpreti.

!en"ie o
Sommario A. La crisi del positivismo e il tentativo husserliano di ridare vita allideale del sapere scientifico e alla filosofia come scienza rigorosa p. < di <=

2013 Autore: L. Guaragna tratto da: http://leguarag.xoom.it/lguarag/archivio/index.html

B.

La scoperta del carattere intenzionale della coscienza e la rifondazione della filosofia su questa base. La filosofia di Husserl come quella di Cartesio: partire da un fondamento certo per riedificare tutta la visione del mondo per Cartesio ! il cogito" per Husserl la nuova visione della coscienza#. Lultimo Husserl e la critica alla civilt$ occidentale fondata sullobiettivismo che penalizza la coscienza.

C.

A_ La crisi del positivismo e il tentativo husserliano di ridare vita allideale del sapere scientifico e alla filosofia come scienza rigorosa
# p e"uppo"ti della filo"ofia di Hu""e l$ la i%e %a di un "ape e igo o"o in i"po"ta alla % i"i del po"iti&i"mo e la ia%'ui"i(ione del "en"o del "ape e "%ientifi%o. Fno dei capisaldi del positivismo l oggetti&it) del "ape e, ovvero la neutralit# del soggetto nell osserva'ione dei fattiG gli oggetti del sapere scientifico costituiscono un mondo di rela'ioni indipendenti dal soggetto che le anali''a. Le riflessioni dei pensatori che mettono in crisi il modello positivistico sottolineano invece che l osservatore modifica l oggetto osservato (es. Heisenberg) e che il tema della neut alit) del "oggetto in realt# i eali((a*ile. ?a qui forme di irra'ionalismo, relativismo e scetticismo che pervadono il campo del sapere filosofico. Husserl reagisce a questa imposta'ione e cerca di ida e &ita all+ideale del "ape e "%ientifi%o. 7a osservato poi che la crisi della ra'ionalit# occidentale non deriva solo da una matrice interna alle stesse scien'e, i cui progressi hanno messo seriamente in dubbio i fondamenti del sapere scientifico, ma determinata anche dallo "ma imento del "en"o dell+imp e"a "%ientifi%a "te""a e dei "uoi "%opi. ;i+ evidente nell eredit# della grande guerra e nei nascenti totalitarismi (periodo in cui vive Husserl), per i quali la ra'ionalit# scientifica, soprattutto nella sua componente tecnico.operativa, appare uno strumento di distru'ione e manipola'ione delle coscien'e invece che di libera'ione dell uomo. ?a qui uno smarrimento di senso della civilt# europea, )abbandonata nei nostri tempi in bal9a del destino0 (Husserl). 8nche questo contraddice l ingenuo ottimismo dei positivisti, il loro interna'ionalismo illuministico e il loro utopismo filantropico. Husserl si propone dunque un duplice obiettivoG <) da una parte ritrovare il rigore che sembra smarrito B) dall altro chiarire il senso della scien'a ed il suo posto nella vita dell uomo. Fn efficace avvio al pensiero di Husserl pu+ essere la lettura di una pagina del suo diario, che richiama per certi versi ;artesio, nella quale il filosofo individua la spinta che lo ha portato alla filosofia in una profonda inquietudine esisten'iale e intellettuale ()?ebbo raggiungere la chiare''a altrimenti non posso vivere0)G
)?evo vivere i miei compiti e cercare nel loro compimento il mio valore e la mia sicure''a interiore. ,en'a venire in chiaro con me stesso, almeno nei tratti generali, circa il senso, l essen'a, i metodi e i principali punti di vista di una critica della ragione, sen'a aver meditato, progettato, stabilito e fondato uno schi''o generale, io non posso vivere in modo vero e veritiero. & tormenti della mancan'a di chiare''a, dell oscilla'ione, li ho goduti a sufficien'a. &o devo giungere ad una solidit# interiore. ,o che si tratta di qualcosa di alto e sommo@ so che grandi geni vi sono naufragati. ,e volessi paragonarmi a loro, dovrei disperarmi in anticipo (2). &o lotto per la mia vita (2). ?ebbo raggiungere la chiare''a altrimenti non posso vivere@ non posso sopportare la vita se non credo che ce la faccio, che davvero posso guardare la terra promessa di persona e con lo sguardo limpido.0 (Husserl, cit. in ;osta, p. B<")

Huesta inquietudine $ come abbiamo gi# accennato $ va inquadrata anche nel contesto storico in cui il filosofo vissuto. :li ultimi anni della vita di Husserl sono segnati dallo )sconforto derivante dal clima politico in cui precipita la :ermania della 4epubblica di Ieimar e dall irresistibile avan'ata del na'ismo sul piano politico. ?i fronte a questa situa'ione, il tema della Jconfusione torna a presentarsi nella riflessione husserliana, confermando il nostro autore nella convin'ione secondo cui la mancan'a di chiare''a e lo scetticismo, la mancan'a di fiducia nella ragione e la crisi dell idea di verit# non sono soltanto un disgregarsi della ragione dal punto di vista intellettuale, ma eventi destinati
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a riversarsi sulla vita pratica, morale e politica dell umanit# europea. 8nche per rispondere a tale crisi egli pensa ad un opera conclusiva (la Crisi delle scienze europee, rimasta incompiuta) del suo itinerario filosofico che gli procuri ultima e definitiva chiare''aG Jla cosa pi importante $ scrive Husserl $ che io mi sento chiamato ad intervenire con decisione nella situa'ione critica nella quale si trova oggi la filosofia tedesca. , una filosofia che egli vede caratteri''ata da istan'e irra'ionalistiche e dall abbandono dell idea di filosofia come scien'a rigorosa, nonch( dallo smarrimento del vero essere dell uomo stessoG il tendere alla verit#.0 (;osta, p. B<>) La % iti%a allo p"i%ologi"mo, uno dei maggio i nemi%i di un "ape e igo o"o e oggetti&o Le indagini husserliane sorgono in campo matematico ed in questo contesto che vanno collocate per essere comprese. Kra i matematici della sua epoca era in atto la disputa tra psicologisti e logicisti. Husserl prende posi'ione %ont o lo p"i%ologi"mo, che in una prospettiva pi ampia pu+ essere visto come uno dei pi pericolosi nemici dell oggettivit# del sapere scientifico. :li psicologisti sostengono che gli oggetti della matematica (i numeri, le opera'ioni, ecc.) sono creati dalla mente umana. :li psicologisti assumono una posi'ione anti. platonicaG gli oggetti ideali non esistono separatamente dalla mente umana, su un altro piano di realt# $ quello che 3latone chiamava &peruranio $, ma sono il frutto della mente umana stessa, sen'a la quale essi non esisterebbero. Husserl critica lo psicologismo (considerato una forma di relativismo e sostiene che esistono verit! assolute che non possono essere messe in relazione alla mente umana che le ha concepite o scoperte e che continuerebbero ad essere vere anche se la mente umana non esistesse. 3er capire questo punto si pu+ ricorrere al teorema di 3itagora ed alla differen'a che vi tra un inven'ione ed una scoperta. &l teorema in questione presenta pi i caratteri di una scoperta che di un inven'ione@ infatti valido indipendentemente dall uomo 3itagora, che non lo ha inventato ma scopertoG il teorema c era prima che lo scoprisse 3itagora, c ora perch( lo conosciamo gra'ie a 3itagora, ma ci sarebbe comunque, anche se 3itagora non l avesse scoperto. ,e nessuno lo avesse ancora scoperto e non se lo fosse rappresentato nella sua mente, esso continuerebbe ad essere valido, in attesa che qualcuno lo scopra. &l teorema, in conclusione, un oggetto che ha vita propria rispetto alle facolt# psichiche del suo scopritore@ non un prodotto dell uomo 3itagora, il quale ha solo condotto tutte le opera'ioni mentali che lo hanno portato a scoprire questo oggetto, non ad inventarlo. &l teorema non sta a 3itagora nella stessa rela'ione in cui 3aperino sta a Ialt ?isneL. 3aperino stato inventato da Ialt ?isneL e perci+ non esisterebbe in senso assoluto se non fosse esistito Ialt ?isneL@ il teorema invece piuttosto una scoperta di 3itagora, ovvero qualcosa che esiste s9 in rela'ione a 3itagora in quanto egli l ha effettivamente scoperto, ma che comunque dotato di un esisten'a autonoma rispetto al suo scopritore. 4itornando dunque ad Husserl ed alla disputa tra psicologisti e logicisti, Husserl sostiene che i numeri non sono riconducibili alle opera'ioni mentali dell uomo, ma presentano caratteristiche autonome rispetto alla mente che li usa e li anali''a, cos9 come accade con il teorema di 3itagora. La &ia d+u"%ita dallo p"i%ologi"mo$ l+ela*o a(ione di una nuo&a &i"ione della %o"%ien(a %on la teo ia dell+inten(ionalit). La teoria dell inten(ionalit) della %o"%ien(a, elaborata dallo psicologo tedesco Fran' , entano (<!>!.<=<D), offre secondo Husserl la possibilit# di non cadere nello psicologismo. La teoria dell inten'ionalit# sottolinea infatti che la coscien'a intende sempre qualcos altro, cio sempre )coscien'a di qualcos altro0 e cio )inten'ionalit#0G intendere, dal latino in (aliud) tendere, )tendere verso (altro)0 da s( ovvero verso qualcosa di oggettivo. &n ogni fenomeno psichico inclusa una rela'ione a un oggettoG la coscien'a sempre )coscienza di0 qualcosa@ non esiste mai la coscien'a in assoluto@ essa non isolabile rispetto al suo oggetto perch( c coscien'a solo l# dove c qualcosa di cui si ha coscien'a.

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Kutto questo ricorda il discorso di Hume sulla nega'ione dell esisten'a dell io inteso come una sostan'a, discorso basato sull impossibilit# di isolare l io dagli stati di coscien'a. &nfatti, a chi sostiene che l io una realt# esistente di per s(, Hume obietta che la perce'ione dell io non mai separata dalle altre perce'ioniG );i sono alcuni filosofi, i quali credono che noi siamo intimamente coscienti di ci+ che chiamiamo il nostro io2 6a l io, o la persona, non un impressione MN perce'ioneOG ci+ a cui vengono riferite le nostre diverse impressioni e idee2 3er parte mia, quando mi addentro pi profondamente in ci+ che chiamo me stesso, m imbatto sempre in una particolare perce'ioneG di caldo, di freddo, di luce o di oscurit#, di amore o di odio, di dolore o di piacere. Pon riesco mai a sorprendere me stesso sen'a una perce'ione e a cogliervi altro che la perce'ione.0 (Hume, "rattato sulla natura umana). 7d., pi avanti, l 8pprofondimento sul rapporto Hume.Husserl riguardo alla teoria della coscien'a. La conoscen'a cio originariamente presen'a inten'ionaleG all io come soggetto degli stati di coscien'a sono inten'ionalmente presenti oggetti che non fanno parte ontologicamente dell io stesso. 8ffermare che io conosco significa dire che a me come soggetto sono inten'ionalmente presenti oggetti che non sono io. ,e penso un rettangolo, io non sono il rettangolo, infatti non posso dire di essere rettangolareG il rettangolo qualcosa di distinto da me, dal mio io. La teoria dell inten'ionalit# distingue dunque chiaramente tra l atto psichico ed il contenuto a cui esso si rivolge, che non coincide con l atto psichico stesso. 3er gli psicologisti l atto psichico crea il contenuto (cos9 come l atto psichico di chi pensa a BQBNE crea la verit# dell afferma'ione matematica) e dunque quest ultimo pu+ ridursi all atto psichico che l ha creato. 3er la teoria dell inten'ionalit#, invece, l atto psichico si rivolge ad un contenuto che per+ resta sempre altro rispetto ad esso e che perci+ gode di una sua autonomia. :li atti del conoscere infatti possono essere numerosi e vari (Husserl li chiama noesi)@ il contenuto, l oggetto inten'ionale del conoscere (il noema , pu+ essere invece lo stesso. 8d es. se dieci persone pensano a un triangolo, si hanno dieci noesi, ma un solo noema. &n altri termini, secondo Husserl, non esiste mai la coscien'a da sola sen'a l oggetto di cui coscien'a. La coscien'a non qualcosa di reale in s(, sen'a il suo riferimento al mondo (non c perce'ione della casa se non c anche la casa)@ ma nemmeno il mondo qualcosa di reale in s(, sen'a riferimento alla coscien'a (la casa che c sempre casa percepita e non indipendente da questa rela'ione). ;i+ che ultimativamente reale dunque la ela(ione "te""a. ,crive con molta chiare''a Sa t e in un brevissimo saggio che pu+ essere un utile introdu'ione alle idee di HusserlG )La coscien'a e il mondo sono dati nello stesso momentoG per sua stessa essen'a, il mondo , insieme, esterno alla coscien'a e relativo ad essa.0< ,oggetto e oggetto sono sempre correlati e non esistono mai separatamenteG parlare dell uno implica parlare dell altro. ,e si dimentica questa correla'ione costante tra soggetto e oggetto e si considerano essi come due realt# separate ed a s( stanti ne nascono tutti i problemi gnoseologici che hanno tormentato molti filosofi. 8d es. Aant, che ad un certo punto ha dovuto ammettere che il soggetto non riesce a conoscere l oggetto che come fenomeno (ovvero la cosa cos9 come appare )per noi0) e che una parte di esso gli rimane sempre estranea (il noumeno o la cosa ) in s(0). La prospettiva giusta consiste invece nell indagare la rela'ione tra queste due polarit# della coscien'a (l atto, la noesi, ed il contenuto cui si rivolge, il noema) sen'a indebitamente trasformarle in cose, sostan'e esistenti indipendentemente l una dall altra. ,e invece si fa questa opera'ione $ cio rendere indipendenti il soggetto e l oggetto . risulta poi difficile spiegare come possano entrare in rela'ione tra loro queste due realt# estranee. La visione del soggetto come qualcosa di separato dall oggetto, per+, di fatto si imposta nella cultura occidentale. ;i+ avvenuto storicamente con la nascita della scien'a moderna e con :alilei. La scien'a moderna, esaltando le caratteristiche obiettive e misurabili delle cose e svalutando quelle qualitative e soggettive, ha finito per imporre un modello della realt# in cui prevale quello che Husserl nella sua ultima
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,artre, R. 3., #nidea fondamentale della fenomenologia di Husserl$ lintenzionalit! (<=>=), inG ,84K4E, Materialismo e rivoluzione, 6ilano, &l ,aggiatore, <=DD, pp. <>=.<E>.

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opera, la Crisi delle scienze europee, chiama l 0obiettivismo moderno0 ovvero la tenden'a a ricondurre tutto a oggetto, cosa misurabile, considerando pi importanti le qualit# oggettive e misurabili, rispetto a quelle secondarie e soggettive. ;ome vedremo, Husserl non nega la portata conoscitiva e l importan'a della scien'a moderna, ma sottolinea che di fatto essa ha anche storicamente implicato questa prospettiva distorta che penali''a il carattere inten'ionale della coscien'a. La lettura diretta del brano in cui Husserl espone il carattere inten'ionale della coscien'a pu+ essere molto illuminanteG
)Pella perce'ione viene percepito qualcosa, nella rappresenta'ione immaginativa qualcosa viene rappresentato in immagine, nell5amore qualcosa viene amato, nel desiderio qualcosa viene desiderato, ecc. 1rentano pensa a ci+ che si pu+ cogliere di comune in questi esempi, quando diceG - %gni fenomeno psichico & caratterizzato da ci' che gli (colastici del medioevo hanno chiamato )in*esistenza+ intenzionale (o anche mentale di un oggetto, e che noi chiameremmo, non senza -ualche ambiguit!, riferimento a un contenuto, direzione verso un oggetto (e ci' non vuol dire che si tratti di una realt! oppure oggettualit! immanente. %gni fenomeno psichico contiene in s/ -ualcosa come oggetto, bench/ non sempre in egual modo/. Huesta -modalit#/ di riferimento della coscien'a ad un contenuto... appunto, nella rappresenta'ione, la modalit# del rappresentare, nel giudi'io, la modalit# del giudicare, ecc. M...O S molto discutibile e pu+ abbastan'a spesso indurre in errore dire che gli oggetti percepiti, immaginati, desiderati, ecc. (che sono quindi dati, rispettivamente, nella modalit# della perce'ione, della rappresenta'ione, ecc.) -entrano nella coscien'a/ o, viceversa, che -la coscien'a (o l5 TioT) entra in rapporto/ con essi, oppure che essi -sono assunti nella coscien'a/ secondo questa o quella modalit#, e anche dire che i vissuti inten'ionali -contengono in s( qualcosa come oggetto/ e simili. M...O 4appresentarsi un oggetto, ad esempio il castello di 1erlino,... non altro che una specie determinata di -stato d5animo/. Esprimere un giudi'io su questo castello, gioire della sua bella architettura, o nutrire il desiderio di poter fare questo, ecc., sono vissuti nuovi, fenomenologicamente caratteri''ati in modo nuovo. L5aspetto che hanno tutti in comune il fatto che sono modalit# dell5inten'ione oggettuale, che in termini correnti non possiamo esprimere altrimenti se non dicendo che il castello percepito, fantasticato, rappresentato in immagine, giudicato, ch5esso oggetto di quella gioia, di quel desiderio, ecc. M...O 7a distinto l5oggetto nel modo in cui viene inten'ionato e l5oggetto che viene inten'ionato in quanto tale. &n ogni atto, un oggetto viene -rappresentato/ con queste o quelle determina'ioni, e come tale esso potr# essere anche eventualmente il centro a cui mirano inten'ioni di vario genere . inten'ioni di giudi'io, di sentimento, di desiderio, ecc. 3ertanto in esse l5oggetto che viene inten'ionato lo stesso, mentre l5inten'ione diversa in ciascuna di esse, ogni rappresenta'ione intende l5oggetto in modo diverso.0 (E. Husserl, Ricerche logiche, 7 4icercaG (ui vissuti intenzionali e i loro 0contenuti 0, && parteG La coscienza come vissuto intenzionale , pp. <C! sgg dell ed. it.)

?a sottolineare che, per la fenomenologia, l inten'ionalit# data dal riferimento della coscien'a al suo oggetto, a prescindere dall esisten'a o meno di esso nel mondoG infatti, il problema dell esisten'a posto fuori gioco dalla fenomenologia in virt dell eserci'io dell epoch(, ovvero attraverso quell attivit# preliminare ad ogni riflessione filosofica che consiste nel liberarsi dei pregiudi'i e del senso comune per cercare di cogliere le cose nel loro modo di darsi pi autentico e originario (vd. pi avanti). La coscien'a, il pensiero sempre coscien'a, pensiero di qualcosa (come sosteneva 3armenide, essere e pensare sono una cosa sola)G sia che questo qualcosa venga immaginato, percepito, semplicemente pensato. Huesto qualcosa non fa parte della coscien'a in quanto la coscien'a l atto (noesi) con il quale si coglie questo contenuto (noema). Huesta una prima grande certe''a che guadagniamo attraverso la riflessione filosofica spoglia del senso comune, cio dopo aver fatto epoch( dei pregiudi'i con cui guardiamo alle cose. 3ossiamo poi interrogarci se gli oggetti delle nostre perce'ioni esistano anche al di fuori della nostra coscien'a (realismo) o no (idealismo)@ tuttavia questo tipo di problemi appartiene ad un altro ordine di questioni e non intacca la grande certe''a che abbiamo trovato. #nfatti, "ia %-e gli oggetti della %o"%ien(a e"i"tano nel mondo "ia %-e non e"i"tano, imane indu*ita*ile %-e la %o"%ien(a . "emp e appo to inten(ionale %on 'ual%o"a di oggetti&o/ E che questo qualcosa di oggettivo fatto in un certo modo, che ha una sua precisa struttura, che io posso mettere in luce e anali''are.
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La nuo&a &i"ione della %o"%ien(a %ome po""i*ilit) di igo e e oggetti&it) . La teoria dell inten'ionalit# permette ad Husserl di reimpostare la rela'ione soggetto. oggetto e di fondare il sapere su basi rigorose. Il soggetto e loggetto non sono mai separati, ma costantemente correlati in una relazione intenzionale. Il mondo con le sue caratteristiche costanti e oggettive ci appare sempre in una serie di atti psichici mutevoli e contingenti. Husserl dimostra cos9 che per guadagnare un sapere oggettivo non necessario uscire dal soggettoG l oggettivit#, l universalit#, il rigore vanno cercati a pa ti e, non a p e"%inde e dalle e"pe ien(e "oggetti&e, dai modi concreti in cui noi viviamo quotidianamente. Egli risponde cos9 alla crisi del positivismo che faceva della critica alla neutralit# del soggetto uno dei suoi punti cardine.

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B_ Partendo dalle acquisizioni teoriche fin qui esposte, la fenomenologia si configura come un nuovo metodo con il quale reimpostare i vari problemi filosofici
)L espressione Jfenomenologia significa primariamente un concetto di metodo. Essa non caratteri''a il che.cosa reale degli oggetti della ricerca filosofica, ma il suo come. (2) &l termine Jfenomenologia esprime una massima che potrebbe essere formulata cos9G J7erso le cose stesseV0 e ci+ in contrasto alle costru'ioni fluttuanti, ai trovamenti casuali, all assun'ione di concetti giustificati solo apparentemente, agli pseudo problemi che sovente si trasmettono da una genera'ione all altra come Jproblemi 0 (Heidegger, 1ssere e tempo, par. D)

Hu""e l %ome 0a te"io$ la fenomenologia %ome nuo&o metodo pe ottene e igo e e %-ia e((a. Husserl stesso, nelle Meditazioni cartesiane del <=B= definir# la fenomenologia come )nuovo cartesianesimo0. &n effetti, c una forte analogia tra la filosofia di Husserl e quella di ;artesioG come ;artesio sul cogito, cos9 Husserl intende costruire muovendo dalla coscien'a la conoscen'a rigorosa ed evidente della realt#. La fenomenologia si configura perci+ come un progetto da reali''are. 3i che dare un insieme di no'ioni, essa si propone come un metodo per affrontare i problemi filosofici (logici, etici, estetici). ,uo compito in sostan'a quello di anali''are la rela'ione tra la coscien'a e il mondo in tutte le sue modalit# e di fare emergere, secondo la nuova prospettiva individuata da Husserl, la totalit# dei significati e degli oggetti del mondo. # momenti fondamentali del metodo fenomenologi%o. & momenti fondamentali di questa analisi possono essere individuati nelle pratiche dell epo%-1 e della idu(ione eideti%aG a) Epo%-1 $ 8n'itutto bisogna liberarsi della visione ingenua e naturale del mondo che si offre alla nostra coscien'a quotidiana, al senso comune. *ccorre cio liberarsi dei pregiudi'i, metterli tra parentesi, ovvero fare epoch( della visione del mondo che diamo per scontata e in cui siamo immersi per abitudine. 3erch( bisogna fare epoch(% 6a perch( le verit# che provengono dal senso comune non sono chiare ed evidenti, tanto che possono essere messe in dubbio. Pon ci forniscono cio certe''e rigorose. ,e ne era accorto ;artesio, che aveva appunto fatto del dubbio radicale la premessa della sua filosofia. Fatta l epoch( , si riparte da 'ero e si anali''ano i dati dell esperien'a come se li si vedesse per la prima volta. 8ttraverso l epoch( bisogna disporsi a cogliere le cose cos9 come si mostrano nella loro pura essen'a e al di fuori dei loro significati abitualiG bisogna, come scrive Husserl, tornare )&e "o le %o"e "te""e0 ()2u den (achen selbst30, questa espressione diventer# poi il motto della fenomenologia). Fare pia''a pulita del modo abituale di guardare alle cose un opera'ione che aveva costituito un punto di parten'a per molti filosofi precedenti Husserl (si pensi ad esempio a ;artesio o a Aant). &n Husserl, questa opera'ione trova riscontro anche nella sua critica allo psicologismo, con cui cominciato il suo percorso filosofico. ;os infatti lo psicologismo $ sosteneva Husserl $ se non un ancorarsi troppo fortemente alla prospettiva naturalistica $ cio ovvia, tipica del senso comune $ che fa dell uomo un essere naturale dalle cui caratteristiche biologiche derivano le sue opera'ioni mentali% b) Ridu(ione eideti%a $ &l secondo procedimento proposto da Husserl la ridu'ione eidetica, che si attua con il metodo della libera varia'ioneG i dati di fatto ci mostrano $ se opportunamente anali''ati attraverso questo metodo $ le loro e""en(e (eidos), le loro tipicit# caratteristiche, le strutture universali a priori che le costituiscono e che sono le condi'ioni del loro manifestarsi, cio del loro essere fenomeni. &l metodo delle li*e e &a ia(ioni consiste nell anali''are un concetto (o un oggetto) facendone arbitrariamente variare con l immagina'ione le caratteristiche contingenti (togliendone ad esempio una e osservando cosa succedeG il concetto resta inalterato nella sua essen'a o scompare irrimediabilmente%) in modo da far emergere le sue caratteristiche invarianti e peculiari che ne costituiscono l essen'a. Le varia'ioni ci mostrano infatti quelle caratteristiche che sono essen'iali per il concetto, tolte le quali si distrugge il significato ultimo del concetto stesso. &l

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significato ultimo del concetto detto e"iduo fenomenologi%o e definisce la sua e""en(a. Un e"empio di anali"i fenomenologi%a$ il %o po. Fn esempio di questo tipo di analisi fenomenologiche quello relativo alla %o po eit) del "oggetto (se ne pu+ avere una sintesi leggendo il cap. 7., intitolato La concretezza del soggetto , del vol. di :. 3iana, I problemi della fenomenologia). ,e anali''o la mia esisten'a $ sostiene Husserl $ scopro che io sono corporeo e che questo )attributo0 non mi pu+ essere tolto se non togliendo me stesso con tutte le mie determina'ioni@ e quindi non neppure un attributo ma il soggetto stesso. La corporeit# non una qualifica'ione del soggetto, ma il soggetto stesso. &o non ho un corpo, ma sono un corpo. 3er indicare questa identifica'ione, Husserl usa l espressione corpo*soggetto. Hueste considera'ioni propongono un modo nuovo di impostare il rapporto menteWcorpo rispetto alle teorie che pi volte si sono presentate nella tradi'ione filosofica. 7iene in mente il dualismo cartesiano tra res cogitans e res e4tensa o il dualismo socratico.platonico che fa del corpo la prigione dell anima, in sostan'a un ostacolo di cui liberarsi per raggiungere la vera conoscen'a. 8 queste imposta'ioni gi# ,chopenhauer $ un filosofo che per molti aspetti assimilabile a Husserl $ aveva mosso delle obie'ioni sostenendo che ridurre il soggetto a soggetto conoscente e disincarnato ()alata testa d angelo sen'a corpo0) preclude la conoscen'a della vera realt# del mondo B. Husserl (e dopo di lui il filosofo francese 6erleau.3ontL, che ne ha ripreso le idee) si muove nella stessa dire'ione e approfondisce l analisi. &l soggetto si identifica con il corpo an'itutto perch( attraverso il corpo che vediamo le cose, le possiamo toccare, cogliere il loro movimento, la loro quiete, sentire degli odori, dei rumori, ecc. L essere del corpo, in sostan'a, si esplica costantemente in un attivit# percettiva attraverso la quale si costituisce per noi un mondo di cose. ;ome afferma 6erleau.3ontL, il corpo costantemente percepito (posso distogliere lo sguardo dalla parete che ho davanti, ma il mio corpo costantemente percepito, non posso abbandonarlo). ;i+ rende impensabile l assen'a del corpo nella conoscen'a degli oggetti. &noltre il corpo mi permette di vedere gli oggetti ma di ostacolo alla perce'ione di se stessoG la mia testa non la vedo. &l corpo dunque permette di vedere ma non si vede. Kutto questo indica la posi'ione particolare che occupa il corpo fra gli altri oggettiG permette di vedere, non pu+ eclissarsi dal campo percettivo, ma non pu+ auto percepirsi. Pon un )oggetto0 allo stesso livello degli altri oggetti che percepisco. 6a il fenomeno pi caratteristico della propriet# soggettiva del corpo quella che Husserl definisce come localizzazione delle sensazioni. La nuova conce'ione del corpo.soggetto proposta da Husserl apre delle prospettive nuove nell analisi del soggetto, prospettive di cui ad esempio ha fatto tesoro la psichiatria fenomenologica o prospettive che valori''ano il mondo concreto in cui l io immerso strutturalmente (il mondo della vita di cui parla Husserl). 8ltra scoperta che l analisi fenomenologica mette in luce il carattere interconnesso della soggettivit# (non c un io sen'a un tu@ la mia vita una vita tra gli altri, a partire dal fatto che vengo generato da altri esseri) e quindi la sua dimensione strutturalmente intersoggettiva. 2lt i e"empi. :li esempi potrebbero moltiplicarsi. ,i racconta che tra i frequentatori di Husserl era abituale effettuare per gioco analisi fenomenologiche degli oggetti pi disparati@ Heidegger, ad es., che era allievo di Husserl, si ciment+ con lui in una gara che aveva come oggetto l analisi fenomenologica della cattedra. Husserl ha fornito molti esempi di analisi fenomenologiche nelle sue opere. Fno pu+ essere il modo in cui chiarisce le differen'e tra ricordo e aspetta'ione (vd. Husserl, 5er la fenomenologia della coscienza interna del tempo , 6ilano, Franco 8ngeli, <=!<, pp. !U. !=). 8nche l analisi di alcuni problemi percettivi (vd. pi avanti approfondimento sul rapporto Husserl.Hume) sono degli esempi del modo husserliano di anali''are i problemi. &n sostan'a, la nuova visione della coscien'a introdotta da Husserl (che coglie
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,crive ,chopenhauerG )&n realt# sarebbe impossibile trovare il significato di questo mondo che ci sta dinan'i come rappresenta'ione, oppure comprendere il suo passaggio da semplice rappresenta'ione del soggetto conoscente a qualcosa d5altro e di pi, se il filosofo stesso non fosse qualcosa di pi che un puro soggetto conoscente (una testa d5angelo alata, sen'a corpo)0 (,chopenhauer, Il mondo come volont! e rappresentazione, libro &&, X <!) Le somiglian'e tra tra Husserl e ,chopenhauer sono state pi volte sottolineate nella saggistica filosofica. *ltre al ruolo che ,chopenhauer attribuisce al corpo nella comprensione della realt#, si pensi anche al modo in cui il filosofo di ?an'ica imposta i rapporti tra il soggetto e l oggettoG due polarit# inscindibili della rappresenta'ione.
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bene ,artre in un suo brevissimo saggio del <=>=) impone di ripensare tutti i problemi filosofici e di riedificarli su basi nuove.
8lcune precisa'ioni. La fenomenologia %ome "tudio di e""en(e, non di appa en(e . &l metodo che abbiamo appena illustrato ci impone una precisa'ione terminologica. ;ome si pu+ osservare, per Husserl il termine )fenomenologia0 non va inteso nel senso corrente di studio della semplice apparenza contrapposta alla realt# (o, Yantianamente, come studio del fenomeno in contrapposi'ione al noumeno) ma $ esattamente all opposto $ come "tudio delle e""en(e oggettive, ultime, reali, che risultano dalle analisi fenomenologiche cos9 condotte. La fenomenologia, in sostan'a, non ci mostra ci+ che appare ma non , ma fa esattamente il contrarioG ci permette di cogliere la vera essen'a delle cose. Pon studio delle apparen'e, ma delle essen'e. #l "upe amento del du**io %a te"iano. Fn tema da sottolineare in rela'ione a questa imposta'ione del problema della coscien'a il rapporto tra Husserl e ;artesio. &nfatti, riducendo tutto al rapporto inten'ionale tra la coscien'a e il mondo, e facendo del mondo un correlato inten'ionale della coscien'a, si ripropone il problema cartesiano del du**ioG chi mi assicura che il mondo abbia una sua realt# oggettiva e non sia invece solo un mio inganno% &n questo senso si vanifica il tentativo di ritrovare un fondamento oggettivo della conoscen'a, alla base dell intera opera filosofica di Husserl. &n risposta a ci+ Husserl sottolinea che, anche ammesso che il mondo non esista e che sia solo un mio inganno, occorre comunque riconoscere che all interno di tutti i vissuti di coscien'a la certe''a esiste poich( essi sono strutturati secondo una rete di rela'ioni che non si possono mettere in dubbio, cio che non si pu+ pensare che stiano altrimenti. &n una parola, queste rela'ioni sono &alide a p io i. 8d esempio, dire che )Pella perce'ione non posso cogliere simultaneamente tutti i lati di un corpo solido0 come dire, in geometria, che )La somma degli angoli di un triangolo pari a <!"Z0. Entrambe le afferma'ioni sono necessarie, valide a priori. La fenomenologia ha il compito di ritrovare le essen'e . )le regole costitutive delle cose0 e di mostrarcele. 0Il progetto ideale della filosofia di Husserl (... & il dominio concettuale della totalit! degli oggetti e dei significati del mondo.6 (;ivita, p. ==). ,i ritrova cos9 il rigore e la certe''a dalla cui ricerca Husserl era partito.

#l tema dell+a p io i mate iale. E bene sottolineare inoltre che, rispetto a Aant, l a priori per Husserl incarnato nell esperien'a, non staccato da essa. E il tema husserliano dell a p io i mate iale. 3er Aant la struttura a priori formale, risiede nel soggetto, e si applica all esperien'a. 3er Husserl essa si incarna direttamente nell esperien'a concreta e si ricava da tutti i vissuti (atti psichici) del soggetto. &l primo contatto dell uomo con il reale avviene attraverso la sensibilit#@ nel reale che l uomo scopre l intelligibilit# (7anni 4ovighi).

La fe%ondit) della fenomenologia. ,ulla strada aperta da Husserl si sono mossi molti pensatori, conseguendo sviluppi vari, e la fenomenologia si rivelata come una delle correnti teoriche pi feconde del J=""G - Heidegge . Heidegger fu allievo prediletto di Husserl tanto che questi era solito dire che )La Fenomenologia siamo io e Heidegger0@ poi i rapporti tra i due filosofi si incrinarono e Husserl scrisse a proposito dell opera pi importante di Heidegger, 1ssere e tempo M<=BDOG ),ono giunto alla conclusione che non posso inquadrare l opera nella mia fenomenologia, e purtroppo, anche dal punto di vista del metodo e addirittura nell essen'iale, dal punto di vista del contenuto, la devo rifiutare0 (in ;osta, p. B<>). & rapporti tra i due filosofi sono problematici, ma difficile ignorare i debiti del secondo verso il primo. ,crive in proposito il filosofo 6erleau 3ontL, un altro fenomenologo che ha approfondito le analisi husserliane soprattutto nel campo della perce'ione e della corporeit#G )Kutto 1ssere e tempo uscito da una indica'ione di Husserl e in ultima analisi non altro che una esplicita'ione del concetto di mondo naturale o del mondo della vita che Husserl, alla fine della sua vita, assegnava come primo tema alla fenomenologia0 >. Heidegger ha infatti cercato di costruire un ontologia, anali''ando gli oggetti del mondo a partire dal soggetto e dalla coscien'a che li rende possibili. 4iprendendo l analisi dell inten'ionalit# della coscien'a, l uomo viene concepito da Heidegger non come una cosa ma come una
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6erleau.3ontL, Fenomenologia della percezione M<=ECO, 6ilano, 1ompiani, B"<B, p. <C.


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esisten'a (7asein) il cui modo di essere costitutivo di essere.nel.mondo non come la parte nel tutto o )come l acqua nel bicchiere0 ma come apertura a un mondo di cose inteso non come cose semplicemente presenti in esso, eventi isolati nello spa'io e nel tempo (sul modello delle scien'e naturali), ma come cose.a.nostra. disposi'ione, che servono a qualcosa, come il gesso per scrivere o il martello per battere. - L e"i"ten(iali"mo, avviato da Heidegger, ha trovato poi sviluppi in ,artre e in 6erleau.3ontL (La fenomenologia della perce'ione) - ?al pensiero di Husserl e soprattutto di Heidegger si sviluppa anche l e meneuti%a, un altra corrente della filosofia del J="". &n maniera del tutto originale, Heidegger definisce l ermeneutica una -analitica dell esisten'a/, ovvero una -fenomenologia della comprensione esisten'iale/. L ermeneutica di 1ssere e tempo prima di tutto )analisi dell esisten'a0 e delle sue strutture ontologiche fondamentali che tracciano l ori''onte della sua apertura all essere ed alla sua comprensione. Kali strutture esisten'iali sonoG l5essere nel mondo, l5essere nel mondo come )spa'ialit#0, l5essere nel mondo come essere con se stesso e con.essere con altri, l5essere nel mondo come deie'ione del 7asein, che si esprime nell5esisten'a inautentica dell5essere. gettato, ovvero nell5esisten'a autentica della decisione, della possibilit#, del superamento della )cura0, della chiacchiera, della curiosit#, dell5equivoco, e nel raggiungimento di una superiore dimensione del linguaggio dettata dall5auto. comprensione della )verit#) della propria condi'ione esisten'iale, svelata da situa'ioni emotive fondamentali come l )angoscia0, e soprattutto dalla consapevole''a del proprio essere.per.la.morte, ossia della radicale )temporalit#) e storicit# dell5esisten'a. E poich( tutto il processo della comprensione esisten'iale svolto nel e dal linguaggio, questo articola linguisticamente ci+ che comprensibile@ il linguaggio manifesta'ione delle strutture esisten'iali e storiche dell5uomo, la forma, la struttura che assume storicamente l5esisten'a, e quindi il )luogo0 del manifestarsi dell essere G -il linguaggio la casa dell essere/. - Lo psichiatra ,in"3ange ha trasposto il pensiero di Husserl e Heidegger nel campo della psichiatria vedendo la malattia mentale come un modo di porsi dell uomo nel mondo. ,e il soggetto e l oggetto sono due polarit# irriducibili l una all altra, allora non ha senso trattare l uomo come se fosse un oggetto che si possa studiare con gli stessi me''i con cui si studiano i fenomeni della natura, utili''ando scien'e come la biologia, la fisiologia e la stessa psicologia che ambisce ad essere come le scien'e naturali. La coscien'a non pu+ mai diventare un oggetto, ma solo conoscersi nel suo rela'ionarsi al mondo, cio alle cose ed agli altri soggetti. La fenomenologia stata determinante nel liberare la psichiatria dall ansia di accreditarsi come scien'a, sul modello delle scien'e della natura, che ha portato all oggettivazione del folle nella pi completa rimo'ione della sua soggettivit! (vd. F. :alimberti, 5sichiatria e fenomenologia, 6ilano, Feltrinelli, <=D=. - 6a[ S%-ele ha esteso l analisi fenomenologica al mondo dei valori. - Edith Stein e la riflessione sull empatia &nfluen'a della fenomenologia nei vari settori della filosofiaG - Filosofia della religioneG R/ Otto e 4/ Van de Leeu3. L approccio fenomenologico ai problemi religiosi si potrebbe riassumere cos9G dall5 1r8l9ren (spiega'ione causale) al :erstehen (comprensione partecipata dello studioso nei riguardi dell5oggetto del suo studio). 3er il primo tipo di spiega'ione si prenda come esempio 6ar[ e la sua ricondu'ione del fenomeno religioso a cause economiche. 6essa tra parentesi ogni forma di valuta'ione relativa all effettiva esisten'a di ?io, ecc., il fenomenologo si atteggia invece verso i fatti religiosi con l inten'ione soprattutto di descriverne la struttura e il vissuto che li caratteri''a. ?io il contenuto della coscien'a a prescindere dal problema che esista o no. &l fenomenologo descrive la struttura di questo contenuto di coscien'a ed il modo in cui viene vissuto dall uomo. ,econdo 4udolf *tto, uno dei massimi esponenti dell indiri''o fenomenologico nel campo delle religioni, il fatto religioso caratteri''ato da qualcosa che viene vissuto come )sacro0 e come )numinoso0 ovvero una realt# che incute timore e rispetto (misterium tremendum) e che insieme richiama e affascina (fascinans). - Filosofia politica
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Etica Estetica

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C_ Lultimo Husserl e la critica alla civilt occidentale fondata sullobiettivismo che penalizza la coscienza
)3er chiarire la scien'a obiettiva, e tutte le altre acquisi'ioni dell attivit# umana, dev essere, innan'itutto, preso in considera'ione il concreto mondo.della.vita.0 (Husserl)

La filosofia dell ultimo Husserl dedicata a indagare la crisi delle scien'e contemporanee a Husserl (crisi del positivismo), che deriva dalla penali''a'ione della soggettivit#, che si imposta a partire da :alilei, e dalla separa'ione tra soggetto e oggetto cui abbiamo accennato in preceden'a. Lo studio fenomenologico del )mondo della vita0 (Lebenswelt) il rimedio alla crisi. ?al <=>C al <=>D, Husserl lavora alla stesura della sua ultima opera, rimasta incompiuta, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (<=>!). L opera si basa su una serie di conferen'e tenute a 7ienna e a 3raga nel <=>C. Pella prima parte dell opera, Husserl % iti%a lo "%ienti"mo e l+o*ietti&i"mo moderni che a partire da :alilei hanno espunto dall universo bollandoli come metafisici i problemi non riconducibili al modello matematico ed alla misura'ione (es. il senso della storia umana, il finalismo, ecc.), perdendo di vista o comprimendo i problemi connessi con la soggettivit# umana. La scien'a pi danneggiata da questo atteggiamento la psicologia, nella quale si impone una prospettiva meccanicistica che nega alla coscien'a la sua dimensione pi caratteristicaG l inten'ionalit#. Pella i%o"t u(ione "to i%a che occupa la seconda parte dell opera, tutta la filosofia moderna, da ;artesio in poi, appare a Husserl come una grande lotta tra l obiettivismo scientifico e quelle tenden'e che si sfor'ano invece di salvare il carattere particolare della soggettivit#, di anali''arne le modalit# e di mostrare come gli stessi concetti delle scien'e obiettive si lascino ricondurre a particolari costitu'ioni di coscien'a, le quali consolidano secondo strutture legali un universo fenomenico, il )mondo della vita0. 8ll analisi di questo mondo della &ita dedicata l ultima parte dell operaG Husserl sostiene che dietro ogni proposi'ione scientifica, che obiettivi''a un aspetto del mondo naturale, possibile ritrovare un mondo )anteriore0 a quello della scien'a partendo dal quale possibile svelare i punti in cui la scien'a decade dal suo compito di verit#. Fn paio di esempi contribuiranno a chiarire quanto sostenuto da Husserl. <) La geomet ia una scien'a che nasce sul terreno concreto prescientifico (quello che Husserl chiama il mondo )p e%atego iale0, concreto, appunto@ opposto a )%atego iale0, inteso come astratto, scientifico) da bisogni essen'iali dell uomoG che sono sempre gli stessi, a partire dall antico egi'io che deve calcolare le piene del Pilo, all uomo moderno che deve costruire ponti e pala''i. &l geometra per+ finisce per dimenticare questo carattere concreto della sua scien'a e opera solo sul terreno di simboli e astra'ioni. Pon che questo sia un maleG il carattere astratto della scien'a uno degli elementi che la fanno progredire. ;i+ che sbagliato muoversi solo su questo terreno dimenticando il bisogno concreto (precategoriale) che ha fatto nascere la geometria. ,e si dimentica questo bisogno la scien'a viene meno al suo scopo e decade dal suo compito di verit#. ,econdo Husserl, quello che da :alileo in qua si dimenticato che le leggi scoperte dalla fisica matemati''ata desumono i loro dati dalla vita quotidiana (il mondo della vita) e servono a interpretare questo mondo. La natura ideali''ata delle formule non pu+ negare la natura data all esperien'a pre.scientifica, perch( sen'a questa crollerebbe. Pon si pu+ direG i colori (che vediamo) non ci sono@ ci sono solo onde e corpuscoli (che non vediamo)@ non si pu+ dirlo perch( onde e corpuscoli sono interpreta'ioni dei colori, e se questi non ci fossero non ci sarebbero neppure onde e corpuscoli. ?imenticare che il mondo della scien'a solo una costru'ione teorica utile a dominare il mondo, e an'i spingersi ad affermare che il mondo della vita quotidiana non esiste o pura apparen'a in confronto a quello che ci offre la scien'a, determina l impossibilit# di occuparsi del mondo della vita. E questo il principale errore compiuto dalla scien'a e che ha condotto alla crisi della civilt# europea.
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&n sostan'a, tutto ci+ che noi poniamo come reale qualcosa di costituito dalla coscien'aG ogni oggetto non pu+ in alcun modo escludere un rapporto con la coscien'a. ,e uno scien'iato parla di massa, atomi, energia, comunque sempre un soggetto che ne parla e dobbiamo chiederci a quale diritto ne parli. ?ire che c un mondo naturale, obiettivo che condi'iona la coscien'a, sbagliato, perch(
)l esisten'a della natura non pu' condi'ionare l esisten'a della coscien'a, poich( la natura stessa si rivela essere un correlato di coscien'a ed esiste solo in quanto si costituisce in connessioni soggette a regole.0 (Husserl)

& costrutti della scien'a non cadono dal cielo ma si costituiscono e manifestano a partire dalla nostra esperien'a, esistono cio in quanto correlati inten'ionali della coscien'a. B) La p"i%ologia nasce anch essa sul terreno concreto, dal bisogno dell uomo di conoscersi. Kuttavia l ansia di portare conoscen'a nel mondo della soggettivit# porta ad applicare ad essa il modello conoscitivo che riduce tutto a oggetto penali''ando la vera natura della coscien'a che sta nel suo carattere inten'ionale, cio di atto sempre rivolto a un contenuto oggettivo, ma che non pu+ essere ridotto a oggetto. 8nche la psicologia perde perci+ il suo carattere autentico e decade dal suo compito di verit#.

Approfondimento ! Hume e Husserl" la coscienza come intenzionalit


La teoria della coscien'a come inten'ionalit# elaborata da Husserl ricorda il discorso di Hume sulla nega'ione dell esisten'a dell io come sostan'a, discorso basato sull impossibilit# di isolare l io dagli stati di coscien'a. 8 chi sostiene che l io una realt# esistente di per s(, Hume obietta che la perce'ione dell io non mai separata dalle perce'ioni degli stati in cui l io si trova. ;os9 pure Husserl sostiene che la coscien'a non mai isolabile dal suo rela'ionarsi ad un oggetto, non c mai coscien'a che non sia coscienza di qualcosa, perch( la coscien'a sempre un essere rivolta ad un qualcosa che viene pensato, percepito, ecc. ()inten'ionalit#0 deriva dal latino in aliud tendere, tendere verso qualcosa d altro da s(). Lintenzionalit! non una qualit# della coscien'a, una sua caratteristica tra le altre, ma & la coscienza stessa, in quanto la struttura della coscien'a proprio il suo )esser rivolta0 a qualcosa. Huesta visione della coscien'a, che alle origini della corrente filosofica della Fenomenologia fondata da Husserl, alla base di una vera e propria rivolu'ione nel modo di concepire il mondo e la rela'ione tra il soggetto e l oggettoG il soggetto non esiste separatamente dall oggetto ma si d# contemporaneamente ad esso. 6uovendo da questa conce'ione della coscien'a, Husserl intende liberare la filosofia da tutte quelle tenden'e (il positivismo, il soggettivismo, lo psicologismo e anche l empirismo, di cui pure ammiratore), che pongono, pi o meno consapevolmente, le basi della conoscen'a nella rela'ione di un io con la realt# esterna della natura. &l punto di vista inten'ionale considera invece come un5assurdit# il presupposto teorico che l5io e il mondo oggettivo debbano entrare in rela'ione nell5atto conoscitivo, supponendo che sussistano gi# come io e come realt# oggettiva prima di entrare in questa rela'ione. 3er capire la differen'a di prospettiva tra Hume e Husserl possiamo fare riferimento al problema dell esisten'a continua degli oggetti. Hume sostiene che se entro in una stan'a e vedo una parete, nel momento in cui mi volto verso la parete opposta non ho pi alcuna certe''a che la parete appena vista sia ancora alle mie spalle. ?unque l idea che esista una realt# che continua ad esserci anche quando non la percepisco pi, irra'ionale e infondata. &l problema si configura come insolubile e perci+ la filosofia di Hume ha un esito scettico. Husserl $ che si muove sulla stessa strada di Hume, ma in modo pi radicaleG la realt# va risolta interamente nella perce'ione $ sostiene, an'itutto, che il problema mal postoG infatti Hume imposta la questione come se ci fossero delle perce'ioni isolate e
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atomicheG se la parete percepita, c @ se non la percepisco non sono pi sicuro che ci sia e devo ricorrere alla memoria e all immagina'ione per giustificare la mia convin'ione che la cosa continui ad esistere anche quando non la percepisco pi. E vero invece che, se anali''iamo la perce'ione in modo pi attento $ e cio in un ottica fenomenologica, attenta cio a fare emergere le caratteristiche delle cose stesse al di l# di ogni pregiudi'io $, ci accorgiamo che essa non ha un carattere atomico e puntiforme, ma sintetico*processualeG in sostan'a non percepisco mai la parete isolatamente, ma in una se-uenza o contesto percettivo (vd. a questo proposito le rela'ioni tra Husserl e la psicologia della forma o ;estalt). ; sempre un campo visivo in cui gli oggetti compaiono e sono inseriti, la perce'ione della parete cio si configura come la parte di una totalit# percettiva da cui non pu+ essere isolata se non con un atto di astra'ioneG prima sono entrato nella stanza ed ho visto la parete< e -uella scena che & ora trascorsa appartiene ancora alla se-uenza e determina, insieme alle altre scene trascorse, il senso della scena attuale. ?unque sono sicuro che la parete sempre alle mie spalle perch( il mio non percepirla ora implica il suo inserimento nella sequen'a in cui prima c era e adesso non c& pi=. ,e la parete esiste per me solo nella mia perce'ione e la perce'ione ha queste regole sequen'iali, devo ammettere che nella mia perce'ione la parete continua a esistere. 3arlare di mondo, per Hume, implica parlare di qualcosa che siamo convinti che esista come esterno a noi, ma di cui non sappiamo giustificare l esisten'a@ il mondo, per Husserl, invece semplicemente l orizzonte di possibilit! percettive in cui sono inseriti gli oggettiG quando vedo un tavolo, ad esempio, non vedo semplicemente un tavolo, ma una serie di possibili decorsi percettivi nei quali il tavolo inseritoG il tavolo ci+ che permane identico nelle molteplici prospettive spa'iali in cui si pu+ offrire al mio sguardo. &o vedo ora il tavolo da una certa prospettiva, ma quello che chiamo tavolo non solo questo particolare modo di mostrarsi del tavolo, ma l intero insieme delle prospettive in cui il tavolo pu+ apparirmi. ;he ne allora del mondo esterno, la cui esisten'a continuata creava tanti problemi a Hume% Korniamo all esempio della parete. ?opo aver dimostrato che la sua esisten'a continuata nella mia perce'ione (sintetica e processuale) un dato di fatto $ anche quando non la vedo $, posso anche chiedermi se la parete esista, oltre che nella perce'ione, anche fuori di essa. 6a questo un altro problema rispetto al precedente e forse non ne troveremo mai la solu'ione. Huello che invece certo che se mi pongo nell ottica di effettuare una pura descrizione di -uello che vedo, cio di ci+ che appare nella mia perce'ione (mi pongo cio in una prospettiva )fenomenologica0 e anali''o solo il )fenomeno0, parola che viene dal greco e significa appunto )ci+ che appare0), posso ottenere dei risultati di estremo rigore. Kutto ci+ risulta ben espresso da uno studioso di problemi fenomenologiciG 07io mi ha costretto a stare da -uesta parte, tra i fenomeni< il resto dun-ue me lo devo immaginare. Fingete che il mondo dellesperienza sia come effettivamente &< poi se ne parla6. (3. 1o''i). Husserl sostiene che l analisi di tutti i problemi filosofici deve seguire la modalit# fenomenologica che abbiamo appena esposto, perch/ attraverso -uesta modalit! possiamo raggiungere il rigore e la certezza. Pon posso dire, ad esempio, se la parete esista effettivamente fuori dalla mia perce'ione, ma che nella mia perce'ione esista in quelle precise modalit# che ho descritto, lo posso dire con certe''a. ;os9 pure, il castello che mi appare in sogno pu+ essere inesistente nella realt#, ma certo che il modo in cui mi appare $ con quelle mura, quelle finestre, quel ponte levatoio, ecc. $ posso descriverlo con precisione. L eviden'a, la certe''a e la precisione $ la cui ricerca sta alle origini della filosofia di Husserl, come del resto sta alle origini della filosofia di ;artesio o di altri filosofi $ vengono ritrovate nelle modalit# in cui le cose appaiono alla coscien'a, modalit# certe e indubitabili, descrivibili con rigore e al di l# di ogni dubbio, mettendo da parte ogni ipotesi superflua e insolubile sulla loro esisten'a al di fuori della coscien'a. La filosofia perci+ si risolve nella fenomenologia, ovvero nella descri'ione di ci+ che appare, cio del fenomeno. ;artesio trovava la certe''a nell io (cio nel cogito), Husserl nel modo in cui la cosa si manifesta all io (cio nel cogitatum). L io di cui parla la fenomenologia ha come controparte necessaria il mondo, perch( la coscien'a sempre coscien'a di qualcosa, cio rapporto inten'ionale.

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4lo""a io dei te mini fondamentali 5enomenologia . La fenomenologia & lo studio del dato ultimo ossia di ci' che si manifesta (fenomeno ed & irriducibile a -ualcosa di pi= manifesto . &l problema della fenomenologia quello di cercare quali dati irriducibili stanno sotto ai discorsi che facciamo, alle teorie che costruiamo. E un voler vedere come stanno le cose al di sotto di quello che comunemente accettato e si d# per scontato. 3erch( andare al di l# di quanto comunemente accettato e cercare di fare emergere le cose stesse, ovvero )ci+ che si manifesta0 ed irriducibile ad altro% 3erch( la realt# che vediamo e in cui ci muoviamo non affatto semplice da valutare, basti pensare alle discordan'e che ci sono nella vita quotidiana nella semplice valuta'ione di un fatto qualsiasi. Ecco perci+ che la fenomenologia vuole andare al di l# di ci+ che si mostra innan'itutto e perlopi nella nostra esperien'a quotidiana e trovare il fondamento di ci+ che ovvio e che tutti ammettono. 3roprio per questo voler andare a scovare le cose stesse al di l# dell ovvio, il fondamento delle nostre esperien'e, il concetto di )fenomeno0 nella fenomenologia non va inteso come apparen'a illusoria, al di sotto della quale si trova la vera realt#. Fenomeno significa invece lasciare apparire la realt# per quello che , tornare alle cose stesse al di l# delle conven'ioni, dei pregiudi'i, di ci+ che diamo per scontato. Pon bisogna quindi confondere la fenomenologia con il fenomenismo, dottrina filosofica secondo la quale l uomo pu+ conoscere solo la realt# cos9 come appare a noi, non la realt# com in s(. Epo%-1 $ E un termine che Husserl riprende dagli antichi scettici e significa sospensione del giudi'io o messa tra parentesi dell atteggiamento naturale. L atteggiamento naturale il senso comune, il modo con cui tutti i giorni ci rapportiamo al mondo. ,econdo Husserl bisogna sospendere questo atteggiamento perch( si possa raggiungere la verit# sulle cose e sul mondo, verit# che non potrebbe essere raggiunta tramite l atteggiamento naturale che si presta al dubbio, come gi# aveva mostrato ;artesio. L epoch dunque il primo passo per liberarsi da quella che gli antichi :reci chiamavano do4a (opinione) e raggiungere l episteme (conoscen'a, scien'a). 6entre l5epoch( degli antichi scettici negava ogni certe''a, l epoch di Husserl, come quella di ;artesio, tende a sospendere il giudi'io sulle cose, in modo da permettere ai fenomeni che giungono alla coscien'a di essere considerati sen'a alcuna visione preconcetta (come se li si considerasse per la prima volta). ,i vuole cos9 raggiungere quello che Husserl chiama il manifestarsi del )puro fenomeno0. &l puro fenomeno che la fenomenologia vorrebbe cogliere come il lampo che squarcia con la sua luce chiara ed evidentissima la tenebra in cui la coscien'a umana avvolta perch( immersa in un mondo di interpreta'ioni, pregiudi'i e opinioni che derivano dalla cultura e da quello che Husserl chiama l atteggiamento naturale verso le cose. 8ndiamo )alle cose stesseV0, dice Husserl, al di l# di tutte le interpreta'ioni di cui siamo imbevuti. Fn esempio molto chiaro di questo modo di procedere l analisi del rapporto soggetto. oggetto. Pormalmente pensiamo che ci siamo noi da una parte ed il mondo dall altro. La visione naturale delle cose ci dice questo e anche la filosofia lo ha teori''ato arrivando con Aant a sostenere che soggetto e oggetto sono due entit# separate che non possono entrare totalmente in contatto (resta fuori sempre una parte, che Aant chiama )noumeno0). Ebbene, sostiene Husserl, proviamo a mettere tra parentesi questa visione del rapporto tra il soggetto e l oggetto e liberiamoci di tutte le intepreta'ioni ad essa relativa. ,copriremo che non c mai un mondo che non sia per la coscien'a e che questi due termini sono in costante correla'ione. &l puro fenomeno che ci si manifesta la coscien'a con il suo carattere inten'ionale, cio come struttura che si riferisce sempre a qualcosa. La filosofia deve partire da questa nuova certe''a acquisita mediante l epoch per ricostruire se stessa. Erlebnis . parola tedesca che significa )esperien'a vissuta0. La tradi'ione filosofica occidentale ha parlato di materialismo e idealismo, empirismo e ra'ionalismo, distinguendo tra oggetto e soggetto e riducendo ora all uno ora all altro tutta la realt#. Husserl ritiene che queste siano delle visioni del mondo o costru'ioni teoriche o interpreta'ioni globali della realt# che tradiscono l esperien'a vissuta dal soggetto.
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*ggetto e punto di parten'a della fenomenologia l esperien'a vissuta ( 1rlebnis), un esperien'a originaria che precede la distin'ione, canonica per ogni teoria della conoscen'a, tra soggetto e oggetto. Pel vissuto, soggetto e oggetto sono sempre necessariamente connessi, non si fa mai esperien'a di una coscien'a )vuota0 o di un oggetto al di fuori della coscien'a. &l dato originario perci+ la loro correla'ione costante, il loro rapporto inten'ionale. #nten(ionalit) . E un termine chiave della fenomenologia anche se forse un po infelice perch( evoca l idea di un atto volontario, deliberato. &n realt# allude al carattere necessariamente 0relazionale6 della coscienza, che & sempre coscienza di -ualcosa . E un termine che Husserl riprende dallo psicologo suo contemporaneo Fran' 1rentano, che a sua volta lo riprendeva dalla ,colastica, ed indica quella caratteristica della coscien'a per cui essa si risolve sempre in una struttura di relazioneG la coscien'a sussiste cio soltanto come relazionalit! ad una realt# altra da s(. ;ome la coscien'a esiste sempre in correla'ione ad un suo oggetto, cos9 anche un oggetto esiste per l uomo sempre come correlato della sua coscien'a. Husserl riprende questa teoria della coscien'a e ne fa la base della fenomenologia. La coscien'a non pi concepita $ alla maniera degli empiristi $ come una tabula rasa che si limita passivamente a registrare i dati esterni, ma come qualcosa di dinamico, attivo e sintetico. Essere coscienti significa sempre essere coscienti di qualcosa in modi volta a volta peculiari, cio secondo delle inten'ionalit# specifiche poste in atto. 8d es., nel percepire un certo tavolo, la coscien'a inten'iona (N si rela'iona a) l oggetto nella modalit# del percepire, cio dell averlo presente attualmente@ nel ricordare, lo stesso oggetto viene inten'ionato in modo differente perch( non presente attualmente@ nel volere, la coscien'a inten'iona il tavolo in una modalit# ancora differente, e cos9 via. Lo stesso oggetto pu+ essere presente alla coscien'a in modi differenti perch( da essa inten'ionato in modi differenti. ;ome insegna la tradi'ione, gli oggetti ci appaiono in modi differenti. 8n'itutto vengono percepiti, ma vengono anche pensati, rielaborati, ecc. ;i sono modi diversi di guardare alle cose e gli stessi oggetti possono essere molto diversi a seconda del modo in cui li si inten'iona, cio del modo in cui li si guarda e ci si rela'iona ad essi. Fn orologio, per me un oggetto d uso, mentre per un orologiaio che lo deve aggiustare qualcosa di diverso, perch( il suo sguardo privileger# i meccanismi, il fun'ionamento, ecc., mentre a me interessa solo che fun'ioni e che mi dia delle informa'ioni o al limite che faccia bella figura al mio polso, se il mio interesse verso l oggetto puramente estetico. Pon ci sono tre orologi (per chi lo usa@ per chi lo aggiusta@ per chi ne coglie la gradevole''a estetica) ma c un solo orologio che viene inten'ionato in tre modi diversi. Lo studio degli atti inten'ionali diventa dunque molto importante se voglio capire le cose e il mondo che mi circonda. 8lcuni esempiG <) 3er capire l importan'a di questa imposta'ione metodologica, pu+ essere molto illuminante l esempio delle scien'e e in particolare della medicina. Le scien'e, secondo Husserl, derivano dalla scelta di privilegiare solo alcuni modi in cui sono inten'ionati gli oggetti, guardando al mondo secondo precisi interessi e finalit#. 8d esempio, il pa'iente studiato dal chirurgo un organismo fatto di muscoli, organi ecc. che stanno in precise rela'ioni tra loro. 6a ovviamente il pa'iente non solo questo. &nfatti, quando egli entra nello studio del medico, viene da questi guardato come persona, cio come un altro essere umano con cui si entra in rela'ione sorridendo, scambiando qualche parola, ecc. *ra, secondo Husserl, non bisogna mai dimenticare che non esistono due oggetti ma due modi di guardare alle cose che fanno apparire due oggetti differenti. Esattamente come succede nella figura ambigua dove si possono vedere due vasi o una persona a seconda del modo in cui la si guarda@ la figura per+ sempre la stessa. & due sguardi sono entrambi legittimi e possibili, ma se si assoluti''a un unico sguardo sulle cose, si commette un errore. 2) L errore pu+ essere commesso anche applicando certe modalit# di analisi inadeguate agli oggetti che si studiano, come ad esempio accaduto alla psichiatria che a un certo punto della sua storia ha preteso di trattare la psiche degli ammalati con le stesse modalit# con cui si trattano gli oggetti fisici, facendone una scien'a di tipo naturale ( cfr. la conce'ione di Iittgenstein che fa della filosofia un attivit#
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che ci aiuta a capire quando facciamo confusione fra giochi linguistici differenti). Huesto fraintendimento ha portato con s( una serie di errori che hanno determinato il fallimento della psichiatria. 3er Husserl, )la soggettivit# non pu+ essere conosciuta con nessuna scien'a oggettiva0 (Husserl, Crisi, p. >C>) e non pu+ mai essere trattata alla stregua di una cosa. ?i ci+ bisogna tenere sempre conto per impostare qualsiasi discorso su di essa. L analisi fenomenologica aiuta a chiarirsi le idee e a non commettere questo tipo di errori. >) Fn altro esempio la psicoanalisi. ,e si osserva come Freud ha teori''ato le strutture della vita psichica parlando di transfert, pulsioni, ecc., si vede che sostan'ialmente egli ha applicato alla coscien'a la visione tradi'ionale che fa del soggetto e dell oggetto due entit# che esistono separatamente prima di entrare in contatto. 6a la teoria dell inten'ionalit# mostra che non esistono atti psichici, sentimenti, pulsioni, che non abbiano degli oggetti correlati. ,olo concependo gli atti psichici come qualcosa di sussistente di per s( si pu+ immaginare, ad esempio, che un sentimento di avversione del pa'iente verso la madre venga trasferito sull analista, come se il sentimento fosse un raggio di luce che possa essere orientato a piacere. La nuova teoria della conoscen'a fondata sulla scoperta dell inten'ionalit# dovr# dunque studiare le varie forme dell inten'ionalit# cosciente e la natura di ci+ che correlativamente viene in essa inten'ionato. La filosofia si configura perci+ da una parte come uno studio degli atti del soggetto (gnoseologia o teoria della conoscen'a) e dall altro come studio delle cose stesse che appaiono in questi atti (ontologia o dottrina dell essere), che hanno una loro precisa struttura che pu+ essere descritta e individuata dallo studioso. &n quest ultima dire'ione, Husserl immaginava di poter costruire una ontologia che si scindeva in una serie di ontologie specifiche relative ai vari campi o regioni della nostra esperien'a (ontologie regionali)G gli oggetti naturali, i numeri, i valori, ecc. Husserl si concentrato moltissimo sullo studio del soggetto e dei suoi atti, tanto che stato accusato di essere un idealista@ egli comunque ha sempre sostenuto che la distin'ione tra soggetto e oggetto di carattere puramente analitico, cio basata su un astra'ione da parte dello studioso, ma che in realt# soggetto e oggetto si danno sempre come inscindibili. ,ebbene Husserl riprenda la teoria dell inten'ionalit# da 1rentano, importante ricordare che vi apporta delle modifiche. <) 3er 1rentano, l oggetto cui sempre correlata la coscien'a qualcosa di soggettivo, immanente alla coscien'a e differisce sostan'ialmente dall oggetto in s( che resta al di fuori della coscien'a. &n questo modo, 1rentano riprende la visione tradi'ionale che fa dell oggetto e del soggetto due realt# separate. &n altri termini quando percepisco un tavolo, secondo 1rentano, la coscien'a si riferisce ad un tavolo percepito (all immagine o rappresenta'ione di un tavolo) che sta dentro la coscien'a, non al tavolo oggettivo che sta fuori dalla coscien'a. 3er Husserl invece questa contrapposi'ione deriva da teorie che in realt# tradiscono la realt# dell esperien'a vissuta (vd. 1rlebnis) dove soggetto e oggetto sono inscindibili e reciprocamente correlati. B) 3er Husserl, l inten'ionalit# della coscien'a ha come correlato non soltanto oggetti empirici, ma anche astra'ioni e[traspa'iali ed e[tratemporali, quali numeri, oggetti ideali, ecc. Va ia(ione eideti%a. ! a""i teo i%a $ E un espressione con la quale Husserl indica la trasforma'ione della scien'a in techne. Fnico scopo della scien'a diventa quello di manipolare gli oggetti. La techne una componente della scien'a, ma non va assoluti''ata, pena la perdita dell ideale genuino della scien'a che di rispondere a tutti gli interrogativi genuinamente umani, compresi quelli sul senso della vita, l etica, ecc.

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Lettu e int odutti&e e""en(iali Introduzione di ,ini, ;. aG Husserl, Lidea della fenomenologia , 1ari, Later'a, <==! &l primo cap. diG ;osta, 7., Husserl, 4oma, ;arocci, B""= ,ala, 4., >atura e mondo della vita$ Husserl e la crisi delle scienze europee , scaricabile onlineG \\\.noein.netW=""Wcrisi]scien'e.pdf ,artre, R. 3., #nidea fondamentale della fenomenologia di Husserl$ lintenzionalit! M<=>=O, inG ,artre, Materialismo e rivoluzione, 6ilano, &l ,aggiatore, <=DD, pp. <>=.<E>.

2lt e lettu e 3iana, :., I problemi della fenomenologia , 6ilano, 6ondadori M<=UUO, nuova ed. B""", scaricabile onlineG httpGWW\\\.filosofia.unimi.itW^giovannipianaWproblemiWp.id[."".htm 3iana, :., 1lementi di una dottrina dellesperienza, 6ilano, &l ,aggiatore, <=D=@ scaricabile onlineG httpGWW\\\.filosofia.unimi.itWpianaWinde[.phpWfilosofia.dellesperien'aW<"".elementi.di.una. dottrina.dellesperien'a 7anni 4ovighi, ,., La fenomenologia di 1. Husserl M<=>=O, 6ilano, ;eluc, <=D> 7anni 4ovighi, ,., Il 0cogito6 di Cartesio e il 0cogito6 di Husserl, inG )4ivista di filosofia neoscolastica0, ,upplemento speciale al vol. _&_, luglio <=>D, pp. DUD.D!".

Ope e di Hu""e l
Lidea della fenomenologia [1 0!"# a cura di $. %ini# &ari# Later'a# 1 (

Ricerche logiche [1 00)1 11"# 2 voll.# a cura di G. *iana# +ilano# ,l %aggiatore# 200La filosofia come scienza rigorosa [1 11"# &ari# Later'a# 200Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica [1 13"# 2 voll.# a cura di .. $o/ta# 0orino# 1inaudi# 2002 Meditazioni cartesiane [1 2 "# +ilano# &ompiani# 1 ( # tr. di 2. $o/ta. 1/i/te anche un3edi'ione commentata delle prime tre medita'ioni 4che riproduce lo /te//o te/to dell3edi'ione &ompiani5 a cura di 1. 6atalini: 7u//erl# Meditazioni cartesiane# 8oma# Armando# 1 !. La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale [1 3-)1 3!"# +ilano# ,l %aggiatore# 200(

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Appendici e materiali di appro9ondimento

&rani tratti da %earle# :. 8.# Della intenzionalit. Un saggio di filosofia della conoscenza [1 (3"# +ilano# &ompiani# 1 (-. ;L3,nten'ionalit< = >uella propriet< di molti /tati ed eventi mentali tramite la >uale e//i /ono dire'ionati ver/o# o /ono relativi a oggetti e /tati di co/e del mondo. %e# per e/empio# io ho una creden'a# >ue/ta deve e//ere una creden'a che le co/e /tiano co/? e co/?@ /e ho un timore# deve e//ere un timore di >ualco/a oppure che >ualco/a accadr<@ /e ho un de/iderio# deve e//ere un de/iderio di 9are >ualco/a oppure che >ualco/a accada o /i veri9ichi@ /e ho un3inten'ione# >ue/ta deve e//ere un3inten'ione di 9are >ualco/a. 1 co/? via con una lunga /erie di altri ca/i. Aenominando B,nten'ionalit<3 >ue/ti a/petti di dire'ionalit< o relativit< pro/eguo una lunga tradi'ione 9ilo/o9ica@ eppure per molti ver/i il termine = 9uorviante e la tradi'ione in >ualche modo con9u/a 4C5.%econdo la mia pro/pettiva# /e uno /tato % = inten'ionale allora ci deve e//ere una ri/po/ta a domande come: a che co/a = relativo %D di che co/a = %D per che co/a /ta un %DE 4p. 115 1. %oltanto alcuni# non tutti# gli /tati ed eventi mentali hanno ,nten'ionalit<. $reden'e# timori# /peran'e e de/ideri hanno ,nten'ionalit<@ ma ci /ono 9orme di nervo/i/mo# eu9oria e an/iet< non dire'ionata che non /ono ,nten'ionali. ;7o una creden'a.E ;$he co/a crediDE ; $he Aio e/i/teE 6on ri/ponderei mai ;7o /olo una creden'aE ;%ono an/io/oE *o//o ri/pondere ;%ono an/io/o per l3e/ameE o /emplicemente ;%ono an/io/oE /en'a /piegare di co/a. 2. 3. ,nten'ionalit< non = lo /te//o che con/apevole''a L3intendere 9are >ualco/a = /olo una delle 9orme dell3,nten'ionalit<. Le 9orme inten'ionali non /ono nece//ariamente delle inten'ioni di 9are >ualco/a. &i/ogna tenere di/tinte l3,nten'ionalit< e le inten'ioni 4intendere 9are >ualco/a5. $hi ha una creden'a ha un3e/perien'a inten'ionale ma non nece//ariamente intende 9are >ualco/a della /ua creden'a@ nF /i po//ono de/crivere come atti le creden'e# perchF allora /areGGe po//iGile 9ormulare domande e ri/po/te /imili: ;$he co/a /tai 9acendoDE ;%to credendo in AioE.

%e dico che ho un3e/perien'a di dolore# l3e/perien'a = /emplicemente il dolore e il di dell3e/pre//ione Bdi dolore3 non = di ,nten'ionalit<. %e invece dico che ho un3e/perien'a di ro//o# il di = di ,nten'ionalit< e l3e/perien'a non =. 4p. 2!H# n. 25 ;Iuando vedo un3automoGile# o >ual/ia/i altra co/a# ho un certo tipo di e/perien'a vi/iva. 6ell3e/perien'a vi/iva dell3automoGile non vedo l3e/perien'a vi/iva# e >ue/ta e/perien'a = l3e/perien'a dell3automoGile in un /en/o di ;dellaE che dovremo /piegare. 13 importante porre l3accento /ul 9atto che# /eGGene la perce'ione vi/iva aGGia /empre come componente una e/perien'a vi/iva# non = l3e/perien'a vi/iva ad e//ere vi/ta# in ne//un /en/o letterale di Bvedere3 perchF /e chiudo gli occhi l3e/perien'a vi/iva ce//a# mentre l3automoGile# la co/a che vedo# non /mette per >ue/to di e/i/tere. ,n generale poi non ha ne//un /en/o attriGuire all3e/perien'a vi/iva le propriet< della co/a di cui e//a = e/perien'a vi/iva# cio= della co/a che viene vi/ta. %e l3auto = gialla# per e/empio# e ha l3a/petto particolare caratteri/tico di una giardinetta# allora anche /e la mia e/perien'a = di un oggetto giallo in 9orma di giardinetta# non ha /en/o /o/tenere che la mia e/perien'a vi/iva = di per /F gialla o che ha 9orma di giardinetta. $olore e 9orma /ono propriet< acce//iGili alla vi/ione# ma /eGGene la mia e/perien'a vi/iva /ia una componente di >ual/ia/i perce'ione vi/iva# l3e/perien'a vi/iva non = anche lei un oggetto vi/ivo# non viene di per /F vi/ta. %e neghiamo >ue/to ci troviamo nell3a//urda /itua'ione di identi9icare nella /itua'ione percettiva due co/e a 9orma di giardinetta gialla# la giardinetta gialla /te//a e l3e/perien'a vi/iva.E 4p. JH5

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