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Relazione ANPA-De Girolamo.


Roma, Febbraio 2001

Berti D., Lalli F., Mozzi M., Miscione F., Porfidia B., Vittori E. A.N.P.A. Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente De Girolamo P. Universit degli Studi di L'Aquila

PREMESSA ANALISI DEGLI IMPATTI AMBIENTALI INDOTTI DALLA DIGA FORANEA SUL LITORALE
Modifica del deflusso delle acque del fiume Pescara in corrispondenza della foce Modifica del regime del trasporto solido litoraneo

ANALISI DEGLI IMPATTI AMBIENTALI CHE POSSONO ESSERE PRODOTTI DALLA REALIZZAZIONE DEL MOLO DI LEVANTE CONCLUSIONI E SUGGERIMENTI
Situazione attuale Realizzazione del molo di levante sulla base del progetto attuale Opzioni possibili Azioni da intraprendere qualora si decidesse di seguire le opzioni 2 e 3

FIGURE
______________________________________________________________________ 1. Premessa La presente relazione stata redatta dal gruppo di lavoro costituito dall'ANPA, consulente del Comune di Pescara, e dal prof. ing. Paolo De Girolamo, consulente del Genio Civile Opere Marittime di Ancona. Tale gruppo di lavoro stato istituito su proposta della Direzione Generale del Genio Civile Opere Marittime, accettata dall'ANPA in armonia con il Comune di Pescara, con l'obiettivo di compiere uno studio integrato tecnico-ambientale in grado di fornire risposte operative alle problematiche legate alle opere marittime del porto di Pescara. Il programma delle attivit del gruppo di lavoro, suggerito dal Comune di Pescara (nota del 03/01/2001 prot. n. 06/2001 indirizzata all'ANPA e p.c. al Direttore Generale OO. MM. ing. Silvio Di Virgilio), il seguente:

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- concordare le tipologie degli impatti ambientali indotti dalla diga foranea sul litorale; - accertare mediante l'analisi dei dati esistenti e degli studi eseguiti nel passato se la costruzione del nuovo molo di levante in grado di aggravare gli impatti indotti dalla diga foranea; - concordare ed eseguire il monitoraggio ambientale necessario per controllare lo sviluppo nel tempo della fenomenologia in atto; - concordare ed eseguire gli studi necessari per individuare e verificare gli interventi indispensabili a mitigare gli impatti ambientali indotti dalla diga foranea e formulare delle proposte di intervento. Il Comune, a causa dell'urgente necessit di dirimere ogni dubbio circa i possibili effetti indotti dalla costruzione del molo di levante, ha richiesto al gruppo di lavoro di esprimersi con urgenza in merito ai punti 1 e 2 sopra elencati. Con questa relazione il gruppo di lavoro fornisce risposta a tali quesiti, sulla base degli elementi oggi a disposizione, mentre gli ulteriori punti sono oggetto di un articolato programma di lavoro in corso di realizzazione. Prima di passare alla trattazione in dettaglio, si ricorda che l'ANPA con il documento dal titolo Effetto delle opere antropiche recenti sull'equilibrio naturale dell'area circostante il porto-canale di Pescara, emesso nel mese di Settembre 2000, ha gi fornito un inquadramento generale delle problematiche emerse. A tal riguardo il presente documento recepisce le indicazioni contenute nel lavoro svolto in precedenza dall'ANPA, aggiornato alla luce di nuove informazioni pervenute recentemente al gruppo di lavoro. A scopo di chiarezza, nell'ambito della presente relazione si indica con diga foranea l'opera a gettata, orientata approssimatamene lungo la direzione Est-Ovest, realizzata nel 1995 dal Genio Civile per le OO. MM. di Ancona a protezione dell'imboccatura del portocanale. Si indica invece con molo di levante il terrapieno in corso di realizzazione, sempre da parte del Genio Civile di Ancona, nella zona ad est della foce fluviale (vedi fig.1). 2. Analisi degli impatti ambientali indotti dalla diga foranea sul litorale In generale, la progettazione di opere marittime costituisce la sintesi di uno studio integrato delle problematiche classiche dell'idrodinamica marina (formazione ondosa, correnti litoranee ed interazione con immissioni fluviali, trasporto di sostanze inquinanti e di sedimenti, manovrabilit delle navi). L'analisi della documentazione allegata al progetto delle opere portuali di Pescara rivela che una notevole cura stata impiegata nello studio della soluzione ottimale dal punto di vista della protezione del moto ondoso e delle manovre di accesso di natanti, mentre non sono stati esaminati con il necessario dettaglio i rimanenti aspetti. In figura 2 viene ad esempio evidenziato l'effetto della diga foranea sul deflusso delle acque (inquinate) del fiume Pescara, simulato mediante un codice di calcolo sviluppato presso l'ANPA. Gli autori ritengono comunque doveroso evidenziare come l'ultimo decennio sia stato caratterizzato da notevoli sviluppi scientifici sia nel campo delle tecniche sperimentali in laboratorio che delle simulazioni numeriche, queste ultime anche grazie agli straordinari progressi nell'ambito delle risorse di calcolo. Degni di nota sono

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inoltre i recenti sviluppi nel campo del telerilevamento che attraverso l'analisi multispettrale e l'osservazione all'infrarosso consentono misure quantitative in situ impensabili nel recente passato. Molte problematiche di natura scientifica rimangono comunque aperte: effetto scala nelle prove sperimentali di laboratorio e difficolt di soluzione numerica per i flussi turbolenti ad elevato numero di Reynolds; queste difficolt fanno s che i modelli di simulazione (sperimentali e numerici) forniscano risultati molto attendibili nel campo dei fenomeni governati dal numero di Froude, mentre le problematiche legate al numero di Reynolds richiedono ancora una certa cautela. Gli autori colgono pertanto l'occasione per evidenziare che le problematiche classiche dell'idrodinamica marina, base scientifica dell'ingegneria costiera e portuale, costituiscono argomenti di frontiera per la ricerca sia in campo sperimentale che numerico. Le tematiche sviluppate nel presente documento tendono pertanto ad evidenziare problematiche con intento costruttivo, piuttosto che a sottolineare lacune nelle precedenti realizzazioni di opere, in settori dell'ingegneria caratterizzati da grande complessit. Tenendo conto delle considerazioni sin qui svolte, con riferimento a quanto gi evidenziato nella relazione redatta dall'ANPA nel Settembre 2000 ed alla luce di ulteriori dati recentemente pervenuti al gruppo di lavoro (1), si pu affermare che l'influenza della diga foranea sull'ambiente costiero pu essere ricondotta a due principali classi di fenomeni: - modifica del deflusso delle acque del fiume Pescara in corrispondenza della foce; - modifica del regime del trasporto solido litoraneo; Quantunque le fenomenologie indicate siano caratterizzate da un certo grado di correlazione, variabile nel tempo al variare dell'entit delle forzanti idrauliche (costituite essenzialmente dal moto ondoso e dalla portata fluviale), risulta conveniente analizzarle separatamente. 2.1. Modifica del deflusso delle acque del fiume Pescara in corrispondenza della foce La diga foranea, pur non potendo essere definita in termini idraulici una struttura impermeabile, certamente si comporta nei confronti delle acque del fiume Pescara come un'opera sostanzialmente impermeabile. Ci stato provato sia dalla nota immagine all'infrarosso termico del C.I.S.I.G. sia dalle analisi preliminari dei dati storici di qualit dell'acqua marina eseguite dall'ARTA Abruzzo e dal Laboratorio Chimico e Merceologico della Camera di Commercio di Pescara per conto del Genio Civile per le OO. MM. di Ancona (figure 3 e 4). Sulla base dei dati oggi a disposizione, si pu affermare che i fenomeni dominanti che regolano il deflusso delle acque del fiume Pescara in assenza del moto ondoso incidente (condizioni di calma (2)) siano i seguenti. La diga foranea, poich costituisce un ostacolo pressoch impermeabile. Devia il deflusso a mare delle acque inquinate del fiume Pescara in due rami. Attualmente, sulla base dei dati sinora disponibili, si pu ipotizzare che il ramo caratterizzato mediamente dalle portate maggiori sia quello orientato verso Est; la presenza del porto turistico impedisce per alle acque fluviali di raggiungere il litorale posto ad Est del porto. Il secondo ramo, caratterizzato da portate minori, viene indirizzato dalla diga foranea verso Ovest, interessando direttamente il litorale posto su questo lato della foce fluviale.

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Si pu assolutamente affermare che la costruzione della diga foranea ha causato, rispetto alla situazione precedente, un sensibile peggioramento della qualit dell'acqua marina lungo il litorale posto ad Ovest del porto. Tale peggioramento certamente aggravato dalle opere di difesa parallele emergenti che ostacolano la diluizione dell'acqua ad opera delle correnti litoranee causate dal moto ondoso incidente. Per contro, si pu che la diga non ha peggiorato la situazione preesistente lungo il litorale posto ad Est della foce fluviale, schermato dalla presenza del porto turistico, come accennato sopra. Maggiori dettagli possono essere ricavati dall'esame delle figure 3 e 4. La prima (immagine all'infrarosso termico del CISIG) indica come la struttura disegni una linea di demarcazione netta nella distribuzione delle temperature. Naturalmente un'analisi quantitativa possibile solo in presenza di dati relativi alle condizioni meteomarine al momento della ripresa nonch avendo a disposizione analoghe riprese in assenza della diga foranea. E' possibile ipotizzare che le informazioni relative al campo termico descritto in figura 3 possano essere estese, in maniera indicativa, agli aspetti di salinit e qualit delle acque (trattandosi comunque di fenomeni di trasporto/diffusione). E' interessante rilevare le indicazioni di tipo idrodinamico fornite da questa immagine, che presenta molti caratteri in comune con i test di visualizzazione in galleria del vento intorno ad un profilo alare: si nota la scia rilasciata dalla struttura, con il tipico difetto di velocit che genera una cuspide in corrispondenza del fronte termico. Sono altres evidenti strutture vorticose a valle del bordo di uscita del profilo alare (testata Est della diga). Con riferimento alla impermeabilit della diga foranea, si nota una leggera fuoriuscita di acque di provenienza fluviale in corrispondenza del centro di pressione, a testimonia nza del fatto che un comportamento permeabile della struttura, quantunque irrilevante ai fini dell'azione di ostacolo posta dall'antemurale, comunque rilevabile. Il dato che interessa in maniera particolare che attraverso la scia non avviene scambio (di quantit di moto, di calore, di massa), se non per diffusione: le sostanze inquinanti di provenienza fluviale, in assenza di moto ondoso di significativa intensit, ristagnano pertanto lungo il litorale, come provato dalla figura 4. Tale figura denota come la concentrazione di sostanze inquinanti decada immediatamente in corrispondenza del fronte termico (distanza pari a ~ 3 km dalla foce in direzione Nord-Ovest), sia per quanto concerne i valori istantanei che per i valori medi: tale circostanza esclude la possibilit che l'immagine all'infrarosso di figura 3 si riferisca ad una situazione episodica particolare e quindi non significativa. 2.2. Modifica del regime del trasporto solido litoraneo La diga foranea altera il trasporto solido litoraneo che si avrebbe in sua assenza fondamentalmente a causa della modifica del campo di circolazione costiero da essa prodotto. A tal riguardo si evidenzia che il campo di circolazione costiero il risultato dell'effetto combinato delle correnti indotte dal moto frangente e di quelle causate, in prossimit della foce, dalla portata fluviale. Il campo di circolazione costiero complessivo responsabile della modifica dei fondali attraverso i processi di messa in sospensione, trasporto e deposito dei sedimenti. Un'esatta descrizione del campo di circolazione costiero e quindi del relativo trasporto dei sedimenti non semplice a causa della complessit delle fenomenologie in gioco e del continuo mutare delle forzanti idrauliche (moto ondoso e portata fluviale). Comunque, dato che in un determinato momento, l'effetto complessivo prodotto nel passato dal campo di circolazione costiero sul trasporto solido rappresentato dalla conformazione assunta dai fondali (batimetria), una sua lettura attenta pu aiutare a comprendere la fenomenologia in atto.

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Con riferimento alla figura 5 ove rappresentata la batimetria della zona antistante la foce fluviale prima della costruzione della diga (1987), possibile osservare la presenza di un canale sottomarino (profondit mediamente superiori a 8 metri) che parte dalla sezione terminale del porto-canale e si dirige verso il largo lungo la direttrice Ovest-Est. L'origine di questo canale certamente da imputare alla corrente di foce in condizioni di piena. Il suo orientamento invece da imputare alle correnti costiere (causate dal moto ondoso frangente). Con riferimento alla figura 6, ove riportata la batimetria aggiornata al 2000 ottenuta sulla base di recenti rilievi eseguiti dal Genio Civile e dall'Universit degli Studi di L'Aquila, si osserva che dopo la costruzione della diga foranea il canale sottomarino si mantenuto, con una modesta rotazione del suo orientamento verso Nord-Est. Tuttavia, in tutta l'area si riscontra una diminuzione dei fondali che con riferimento alla figura 7, ove sono rappresentate le differenze tra le profondit attuali (2000) e quelle che si avevano prima della costruzione della diga foranea (1987), risulta mediamente superiore al metro ed in alcune aree supera i due metri. In particolare, le zone che sono state caratterizzate da una maggiore sedimentazione, tratteggiate in figura 7, sono quelle ove l'azione di schermo esercitata dalla diga foranea nei confronti del moto ondoso incidente maggiore e l'intensit delle correnti di circolazione minore (3) (lato occidentale del molo Ovest del porto-canale, lato Sud della diga e lato Nord-Est del porto turistico). A conclusioni analoghe si pu pervenire utilizzando le misure batimetriche non ufficiali fornite all'ANPA, nell'ambito di un rapporto inedito, da parte di un comitato di pescatori. In conclusione, si pu affermare che il ramo principale del deflusso fluviale continua, anche dopo la costruzione della diga foranea, ad essere orientato lungo la direzione circa Ovest-Est. Il flusso in direzione Ovest comunque sufficiente a dar luogo al danno ambientale citato in precedenza. Inoltre gran parte dell'area protetta dalla diga stata interessata in maniera pi o meno pronunciata da una diminuzione di fondali. 3. Analisi degli impatti ambientali che possono essere prodotti dalla realizzazione del molo di levante Premesso che gli impatti ambientali maggiori sono sicuramente da imputare alla diga foranea, tuttavia da aspettarsi che la costruzione del molo di levante possa causare ulteriori alterazioni dell'idrodinamica costiera e di conseguenza anche del relativo trasporto solido. Gli studi oggi a disposizione per valutare tali impatti sono essenzialmente due. Il primo costituito dal modello fisico realizzato nel 1987 in fase di redazione del Piano Regolatore Portuale dalla societ Estramed per conto del Genio Civile per le OO. MM. di Ancona. Il secondo consiste nello studio eseguito con modellistica numerica nel 1999 dal prof. ing. Giuseppe Matteotti per conto del Comune di Pescara. Entrambi gli studi riguardano essenzialmente le caratteristiche idrodinamiche della zona a mare interessata dalle opere assumendo un fondale costante nel tempo (fondo fisso), corrispondente alla batimetria relativa alla situazione precedente alla realizzazione della diga foranea (1987). Inoltre ambedue gli studi hanno previsto la realizzazione di prove sia in presenza che in assenza del Molo di Levante e con forzanti idrodinamiche (moto ondoso e portata fluviale) variabili. E' da evidenziare infine che in entrambi gli studi si trascurato l'effetto di stratificazione, assumendo la stessa densit sia per l'acqua di mare e per quella fluviale. Come gi accennato, ritenendo che le conseguenze peggiori da un punto di vista ambientale siano costituite da quelle che si verificano nel periodo estivo, nel seguito si

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focalizza l'attenzione sui risultati ottenuti da tali studi in condizioni di assenza di moto ondoso. I risultati ottenuti dal modello fisico indicano la realizzazione del molo levante non modifica sostanzialmente il campo idrodinamico che si determina in presenza della sola diga foranea (situazione attuale). Tale risultato stato ottenuto utilizzando due diversi valori della portat fluviale (120 m3/s e 1100 m3/s). Peraltro una visualizzazione del campo idrodinamico eseguita dall'Estamed mostra che il deflusso principale del Pescara permane verso Est anche in presenza del molo di levante. Tuttavia opportuno osservare che le misurazioni riferite ai campi di velocit sono state effettuate su una griglia piuttosto rada e le visualizzazioni forniscono informazioni solo indicative. Inoltre, come osservato all'inizio del capitolo 2, le prove sperimentali non rispettano la similitudine di Reynolds, parametro di importanza fondamentale in questo tipo di fenomeni. I risultati ottenuti pi recentemente dal prof. Matteotti forniscono informazioni indubbiamente pi complete dal punto di vista quantitativo; in particolare, rispetto alla situazione attuale, si ottenuto che il terrapieno causa un aumento della frazione di portata liquida diretta verso il litorale Ovest. Tale fenomeno risulta pi sensibile con valori modesti di portata fluviale (50 m3/s): in questo caso infatti il deflusso delle acque dolci avviene prevalentemente verso Ovest. Con una portata fluviale di 380 m3/s il ramo Est continua invece a costituire il ramo principale di deflusso verso il mare aperto delle acque del fiume Pescara. E' importante rilevare che le simulazioni numeriche eseguite dal prof. Matteotti, a guisa di prove sperimentali, sono soggette ad una sorta di effetto scala, infatti anche in questo caso la similitudine del numero di Reynolds non viene rispettata; anche in tali risultati vanno pertanto considerati con una certa cautela (in particolare per quanto concerne l'esatta entit delle rispettive frazioni di portata liquida nei due rami); comunque la presenza del molo di levante certamente incrementa la frazione di portata fluviale diretta verso Ovest con conseguente peggioramento della qualit lungo lo stesso litorale. 4. Conclusioni e suggerimenti Sulla base dei dati oggi a disposizione e di quanto sopra sinteticamente esposto, si possono trarre le seguenti conclusioni e raccomandazioni. 4.1 Situazione attuale L'impatto ambientale pi rilevante da imputare alla costruzione della diga foranea che ha prodotto un'alterazione del deflusso delle acque inquinate del fiume Pescara. Tale alterazione d luogo, anche in assenza di moto ondoso incidente, al deflusso di parte delle acque del Pescara verso il litorale posto ad Ovest della foce fluviale. In questa zona la presenza delle opere di difesa parallele emergenti dal livello medio marino favorisce, specialmente durante il periodo estivo, il ristagno dell'acqua inquinata accentuando il degrado dei relativi parametri di qualit. Con riferimento a quest'ultima osservazione si coglie l'occasione per segnalare, coerentemente agli attuali indirizzi regionali, la possibilit di programmare la eventuale rimozione di tutte le opere di difesa parallele presenti lungo questo litorale previo studio di sistemi di difesa caratterizzati da un minore impatto ambientale.Per quanto riguarda il litorale posto ad Est della foce fluviale, si pu affermare che la diga non abbia determinato sensibili variazioni dello stato preesistente. Infatti questo litorale beneficia della presenza del porto turistico che lo scherma dal ramo principale della corrente fluviale che diretto verso Est - Nord-Est. Per quanto riguarda i problemi connessi alla modifica del regime del trasporto solido

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litoraneo, si pu affermare che l'entit della sedimentazione finora riscontrata certamente non trascurabile, ma nel complesso compatibile con quella che pu essere oggetto degli oneri di gestione di un porto, una volta individuate idonee soluzioni per lo smaltimento del materiale sedimentato. Sicuramente le difficolt lamentate da alcuni operatori portuali nell'individuare, in condizioni meteomarine avverse, il migliore canale di accesso all'imboccatura Ovest del porto, possono essere superate indicando con opportune segnalazioni il canale di accesso e garantendone l'esecuzione di dragaggi periodici, una profondit minima. In figura 9 indicato il canale di accesso ottimale all'imboccatura Ovest del porto. La profondit minima da garantire all'interno del canale e la relativa larghezza andranno fissati tenendo conto delle dimensioni e delle immersioni delle imbarcazioni che attualmente ed in futuro saranno destinate ad utilizzare tale imboccatura. Per quanto riguarda la sedimentazione che ha interessato il canale Est di accesso al porto, l'eventuale decisione di realizzare il molo di levante implica l'esecuzione di un dragaggio. Infatti, come indicato nel paragrafo 4.4, in tal caso si renderebbe indispensabile migliorare il deflusso delle acque del fiume Pescara verso Est. Alla luce di questa analisi si evidenzia che, a prescindere da qualsiasi decisione che verr presa dagli organi competenti circa la realizzazione o meno del molo di levante, oggi risulta comunque indispensabile studiare, progettare e realizzare interventi rivolti ad eliminare l'attuale danno ambientale causato dalle acque inquinate del fiume Pescara che vengono indirizzate dalla diga foranea verso il litorale posto ad Ovest della foce fluviale. Tali interventi dovranno impedire il deflusso verso Ovest delle acque fluviali inquinate. 4.2 Realizzazione del molo di levante sulla base del progetto attuale Sulla base degli studi finora eseguiti, si pu affermare che in assenza di ulteriori provvedimenti finalizzati ad impedire il deflusso delle acque fluviali verso Ovest, la realizzazione del molo di levante potr causare, in concomitanza alle condizioni ambientali pi frequenti durante il periodo estivo, un peggioramento, seppur contenuto, degli indicatori di qualit dell'acqua marina lungo il litorale posto ad Ovest della foce fluviale.Per contro, la realizzazione del molo di levante produrr certamente un miglioramento in termini di riduzione del moto ondoso che penetra all'interno del porto-canale con mareggiate provenienti da Est (come provato dai test svolti presso la societ Estramed). Con riferimento al litorale posto ad Est della foce fluviale, il molo di levante potrebbe produrre un miglioramento della qualit delle acque costiere rispetto alla situazione a causa di una possibile accentuazione dell'effetto schermo dovuto al porto turistico. Il gruppo di lavoro ritiene che l'ulteriore impatto indotto dalla costruzione del molo di levante (vedi punto e) possa essere compensato con i provvedimenti indicati nel paragrafo 4.4. 4.3 Opzioni possibili Il gruppo di lavoro ritiene che oggi siano possibili le seguenti opzioni: - rimuovere la diga foranea. Ci produce il massimo effetto positivo immediato dal punto di vista ambientale, comportando per il massimo onere; infatti, a meno di rinunciare al porto, questa opzione richiede la ridefinizione completa delle opere marittime nel loro complesso.

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- mantenere la situazione attuale e realizzare interventi rivolti ad eliminare gli effetti negativi indotti dalla diga foranea sulla qualit dell'acqua che interessa il litorale posto ad Ovest della foce fluviale. L'aspetto positivo di questa opzione solo di tipo ambientale perch consente il ripristino di una situazione simile a quella che esisteva antecedentemente alla costruzione della diga foranea senza nel contempo trarre i benefici tecnici previsti dalla realizzazione del molo di levante (riduzione del moto ondoso, costruzione di un terrapieno e di due nuove banchine di riva per potenziare il traffico marittimo, possibilit di poter disporre di una vasca di colmata dove poter riversare il materiale che deve essere dragato nel tratto terminale dell'asta fluviale). - realizzare sia il molo di levante che interventi rivolti ad eliminare gli effetti negativi indotti dalla diga foranea sulla qualit dell'acqua che interessa il litorale posto ad Ovest della foce fluviale. In tal caso si potrebbero ottenere sia gli aspetti ambientali positivi previsti dall'opzione 2 che quelli tecnici previsti dal Piano Regolatore Portuale e sinteticamente richiamati al punto precedente. 4.4 Azioni da intraprendere qualora si decidesse di seguire le opzioni 2 o 3 Qualora le autorit competenti decidessero di seguire l'opzione 2 , si ribadisce la necessit di avviare rapidamente una fase di lavoro rivolta a studiare, progettare e realizzare gli interventi mitigatori destinati ad eliminare l'impatto della diga sulla qualit delle acque prospicienti il litorale posto ad Ovest della foce fluviale. Invece, qualora si decidesse di seguire l'opzione 3, il gruppo di lavoro suggerisce comunque di apportare fin da ora alcune varianti al progetto in corso di realizzazione da parte del Genio Civile delle Opere Marittime di Ancona. Tali varianti sono rivolte e favorire il deflusso delle acque del fiume Pescara verso la direzione Est e quindi a contenere gli effetti negativi che si attendono dalla realizzazione del molo di levante. In particolare si suggerisce di: - arretrare la testata del molo di levante di circa 30 metri verso la direzione Sud - Est come indicato nella figura 9 (mantenendo l'allineamento previsto per la scogliera posta a protezione del terrapieno); - realizzare fin da ora il dragaggio del canale Est di accesso al porto garantendo una profondit lungo tutto il canale non inferiore a 8 metri (profondit esistente prima della realizzazione della diga foranea) come indicato in figura 9. Si evidenzia infine che l'arretramento della testata del terrapieno produrr, rispetto a quanto previsto dall'attuale progetto, una maggiore penetrazione del moto ondoso proveniente dalla direzione Nord - Est. Tuttavia, in futuro tale maggiore agitazione ondosa, qualora dovesse risultare non compatibile con le attivit del porto, potr essere compensata da una modifica planimetrica dalla testata Est della diga foranea. Il gruppo di lavoro ha verificato la realizzabilit tecnica delle modifiche sopra indicate. (1) Ci si riferisce ai rilievi batimetrici (eseguiti nel 2000 dal Genio Civile per le OO. MM. di Ancona e
dall'Universit degli Studi di L'Aquila nell'ambito del progetto RICAMA) ed all'analisi dei dati di qualit

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dell'acqua marina prelevati dall'ARTA Abruzzo e dalla ASL di Pescara tra i primi anni del 1980 ed il 2000. Quest'ultima analisi in corso di svolgimento da parte del Laboratorio Chimico e Merceologico della Camera di Commercio di Pescara per conto del Genio Civile OO. MM. di Ancona.

(2) Nel seguito ci si riferir prevalentemente a condizioni di calma (assenza di moto ondoso incidente)

poich questa la condizione pi frequente durante il periodo estivo quando il problema della balneazione e quindi della qualit dell'acqua marina acquista una rilevanza maggiore.

(3) Si evidenzia che il moto ondoso causa la messa in sospensione dei sedimenti che a loro volta vengono

trasportati dalle correnti litoranee. Quindi nelle zone in cui i due meccanismi vengono meno anche in modo parziale, risulta facilitata la deposizione dei sedimenti.

Contattandoci possibile prendere visione della relazione ANPA-De Girolamo comprensiva anche delle foto cui si fa riferimento. Invia una e-mail all'indirizzo di posta elettronica:

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