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Mi sentii crescere in altezza, e di colpo mi ritrovai sospesa a mezzaria, a osservare dallalto la mia immagine accovacciata al suolo arido.

Avevo un corpo dangelo, candido e splendente sotto i raggi del sole. Non provavo timore, in me cera solo determinazione. Non era stata una visione o una specie di sogno: era reale, assolutamente reale. Io non ero del tutto umana.

Il mondo degli angeli sta morendo, e proprio gli angeli, con la loro infida bellezza, stregano gli umani per portare a termine una missione: stanno preparando linvasione di massa sulla Terra per succhiare lenergia ai terrestri e sopravvivere. Dimentica tutto quello che hai sentito dire sugli angeli fino a ora. Gli angeli non sono benigne creature celesti, ma esseri feroci, la cui forza irresistibile permette loro di nutrirsi degli umani, succhiandone la linfa vitale fino a distruggerli. Per difendersi, gli uomini hanno creato un corpo speciale, gli Angel Killer, reclutati dalla CIA. Uno dei loro obiettivi proprio Willow, prima ragazza mezza umana mezza angelo. E il destino vuole che il suo cacciatore sia il bellissimo Alex, un giovane guerriero assoldato dagli sterminatori. Azione, mondo del paranormale e romanticismo non sono mai stati cos ben miscelati.

L. A. WEATHERLY
nata nel 1967 a Little Rock, in Arkansas. Autrice di moltissimi romanzi YA, vive ora in Inghilterra col marito, coltivando non solo la grande passione per la scrittura, ma anche quella per le rane e i gatti. Una curiosit: LA. Weatherly in realt uno pseudonimo per Lee Weatherly, che a volte si firma anche Titania Woods. Angel il primo episodio della Angel Trilogy di L.A. Weatherly a cui seguiranno Angel Fire e Angel Fever

Agartha 142

A mio marito, con amore.

PROLOGO
tua quella macchina? domand la ragazza alla cassa del 7-Eleven. Quella nera fiammante? Alex annu posando sul banco un bicchiere di caff formato gigante. Che sballo sospir lei, guardando ancora lauto parcheggiata fuori. Era una Porsche Carrera e i raggi del sole la facevano scintillare come onice allo stato liquido. Da queste parti non se ne vedono tante di macchine cos. Eh no, direi di no, pens Alex tentando di ricordarsi che luogo fosse da queste parti. Cattle Chute, in Oklahoma, o roba del genere. PATRIA DI COWBOY RUSPANTI! proclamava il segnale crivellato di proiettili allingresso della citt. Pompa numero tre le disse. La ragazza dai grandi occhi castani gli sorrise, battendo limporto del caff e della benzina. Sei nuovo di qui? Sul suo cartellino cera scritto VICKY. Era alta quasi quanto lui cio non troppo, intorno al metro e settantacinque e aveva dei capelli castani cos piastrati che al tatto dovevano essere taglienti come carta. Lavora solo di sabato, pens mentre tirava fuori il portafoglio. Sui sedici anni. Andr a scuola in quellenorme edificio che ho incontrato sulla strada, appena fuori citt. Il pensiero lo infastid e allo stesso tempo lo fece sorridere. Le scuole le aveva viste solo in tv: sportivi con indosso giacche della propria squadra, cheerleader che si dimenano sul campo, coppie avvinghiate al ballo di fine anno. Quello era una realt a parte, un mondo cos stupidamente ingenuo da far quasi paura. Quegli studenti erano abbastanza grandi da poter combattere,

ma nessuno di loro si sognava di farlo. Forse perch non avevano la minima idea che ci fosse una guerra in corso. No, sono solo di passaggio le rispose, e allung due banconote da venti. Vicky sembr delusa. Oh. Per un attimo ho sperato che ti saresti iscritto da noi ma forse sei troppo grande per andare a scuola. Coshai, ventun anni? Circa disse lui con un sorrisetto. Ne aveva diciassette, ma in un certo senso la ragazza aveva ragione: per molti aspetti, era gi vecchio. Lei si prese il suo tempo per dargli il resto. Quanto pensi di fermarti? Perch nel caso non sapessi cosa fare e volessi che qualcuno ti mostrasse la zona Alex ud un hip provenire dalla tasca dei jeans, un messaggio. Gli si blocc il cuore. Allontanandosi un po dalla cassa, tir fuori il cellulare e lo apr. NEMICO AVVISTATO, ASPEN, COLORADO. 1124, TYLER STREET. Evvai! Alex avvert immediatamente una violenta scarica dadrenalina, gli capitava sempre quando riceveva notizie di un avvistamento. Finalmente non succedeva da una settimana e nellattesa stava proprio impazzendo. Rimise il cellulare in tasca e sorrise a Vicky. Perch no? Tanto non lavrebbe mai pi rivista. Magari la prossima volta disse prendendo il suo caff. Per ti ringrazio. Figurati disse lei, sforzandosi di ricambiare il sorriso. Be, allora buon viaggio. Alex apr la porta e la gelida aria condizionata del negozio lasci il posto alla ventata calda di un settembre pi che mai torrido. Sal sulla Porsche. Lauto era quasi raso terra e i sedili di pelle nera lo avvolsero nel loro oscuro abbraccio. Era comoda da morire. Per fortuna, considerando che l dentro

praticamente ci viveva. Digit ASPEN COLORADO sul GPS. Presunto orario darrivo, 2.47 del mattino. Gli ci sarebbero volute quasi nove ore. Bevve un bel sorso di caff e decise che se la sarebbe fatta tutta di filato. Non aveva bisogno di dormire che cavolo, non aveva fatto altro dopo la sua ultima missione. Uscito dal parcheggio, Alex imbocc la superstrada 83 verso Nord, abbandonando la citt, se cos si poteva definire: cerano solamente pochi incroci stradali su cui si affacciavano modeste case di legno e lunghe vie di negozi illuminati che i ragazzi del luogo percorrevano ossessivamente avanti e indietro il sabato sera, bevendo birra e urlandosi addosso da un lato allaltro della strada. Appena raggiunti i confini della citt, allorizzonte si vedevano solo polvere, silos e stazioni di servizio. Mentre viaggiava alla velocit costante di settanta chilometri orari, Alex accese la radio. Stavano trasmettendo Hotel California degli Eagles e Alex fece una smorfia. Prese il suo iPod e scelse della musica rock mentre la Porsche macinava chilometri come fossero noccioline. Per un istante si chiese cosa avrebbe pensato Vicky se avesse saputo che, nascosto nel bagagliaio, aveva un fucile semiautomatico. Le Montagne Rocciose circondavano totalmente la citt di Aspen, custodendola nella propria gola come una manciata di diamanti adagiati delicatamente sul palmo della mano di un gigante. La strada zigzagava gi per la montagna e conduceva Alex sempre pi vicino alla citt, mentre i fanali, metro dopo metro, spazzavano via loscurit dellasfalto. I conigli terrorizzati restavano immobili ai lati della strada con gli occhi spalancati. Uno si spavent cos tanto da balzare disperato nel fitto del bosco. Quando giunse alle porte della citt di Aspen, lorologio sul cruscotto segnava le 2.51. Niente male. Il GPS lo guid fino a

Tyler Street, un viale lungo e alberato non lontano dal centro. Uno dei lampioni emanava una luce intermittente, gli altri risplendevano silenziosi, rivelando una fila di case con ampie vetrate e praticelli impeccabili sul davanti. Non cera nemmeno una luce accesa. Dormivano tutti. Alex parcheggi poco pi in l del numero 1124. Si appoggi con i gomiti al volante e, con le sopracciglia scure aggrottate, diede unocchiata alla casa. Se sapevi cosa cercare, a volte riuscivi a cogliere i segni del loro passaggio. L per non sembravano essercene affatto. Era una casa come tutte le altre, nonostante il giardinetto avesse laria un po meno curata. Qua e l si vedevano ciuffi di erbacce ribelli spuntare sul manto erboso. I vicini non ne saranno per niente contenti, pens Alex. Aveva trasferito il fucile sul sedile anteriore prima di terminare la discesa verso Aspen, cos cinfil una cartuccia nuova di zecca e si avvicin il mirino allocchio per osservare la casa agli infrarossi. La porta dingresso si tinse di un rosso inquietante. Riusciva persino a leggere il nome sulla cassetta delle lettere di ferro affissa alla parete della veranda: T. GOODMAN. Goodman, buon uomo. Gli scapp involontariamente da ridere. Quelle creature assumevano nomi da umani per mimetizzarsi meglio. Era bello vedere che alcune possedevano un certo senso dellumorismo. Avvit il silenziatore alla canna del fucile. Era di ultima generazione, come il fucile stesso, del resto. A quel punto non doveva far altro che aspettare. Si mise comodo sul sedile con lo sguardo fisso sulla casa. Quando uscivano in squadre, gli altri AK odiavano gli appostamenti, ma per Alex erano semplicemente parte della caccia. Parte del divertimento. Dovevi stare allerta, non potevi rilassarti neanche un istante. Quasi unora dopo, la porta si apr. Riport il fucile in posizione in meno di un secondo, incollando locchio al

mirino. Un uomo alto indugi per un po nella veranda prima di chiudere a chiave la porta dingresso, poi si avvi di corsa gi per gli scalini imboccando il viale. I suoi passi svelti riecheggiavano tuttintorno. Alex abbass il fucile, per nulla sorpreso del fatto che Goodman fosse nella sua forma umana di regola si mostravano per quello che erano realmente solo quando si nutrivano. Aspett fino a quando luomo, diretto verso il centro della citt, non ebbe svoltato langolo, poi usc dalla macchina e apr il bagagliaio cercando di non fare rumore. Tir fuori un trench nero, richiuse il portabagagli e, infilandoselo, si mise sulle tracce delluomo, con il fucile ben nascosto sotto lampia manica. Girato langolo vide la sua preda attraversare la strada a circa un isolato da lui. Rallent un po per concentrarsi su quellessere fino a che i suoi contorni non si fecero confusi. Attorno alla sua figura scura intravide unaura fluttuante: era color argento pallido, con lingue azzurre che tremolavano debolmente lungo i bordi. Alex acceler il passo. La creatura non si nutriva da giorni questo significava che era uscita per cacciare. Come da copione, luomo si diresse verso un bar del centro. SPURS, diceva linsegna sul davanti. La figura al neon di una cowgirl gialla e rosa, con indosso degli shorts e un minuscolo vestitino di pelle, silluminava a intermittenza agitando il cappello. Dal locale provenivano una musica assordante e le grida rauche degli ubriaconi. Alex riconobbe linsegna e inizi a scuotere la testa, incredulo. Lo Spurs era uno di quei posti in cui le ragazze del personale indossavano vestitini sexy e ballavano sul bancone. Gli uomini che uscivano di l a quellora della notte erano devastati dallalcol e piuttosto aggressivi, ma soprattutto completamente ignari di quello che succedeva intorno a loro condizione ideale per un cacciatore. Se Alex fosse stato uno di

loro, in effetti avrebbe scelto anche lui un luogo del genere. Un paio di buttafuori dallaria annoiata erano in piedi ai lati della porta. Goodman si acquatt nellombra, senza attirare lattenzione di nessuno dei due. Poco distante, Alex si nascose dietro una Subaru parcheggiata, calcolando mentalmente la distanza che lo separava dalla creatura. Poteva bastare, decise. In passato si era avvicinato molto pi di cos. Probabilmente, per, i buttafuori avrebbero avvertito un leggero spostamento daria causato dallo sparo. In quellistante le pesanti porte di metallo dello Spurs si spalancarono e un uomo daffari ancora in tenuta da ufficio si trascin fuori a fatica con laria sconvolta. Che serata, amico disse tirando una pacca sulla spalla a uno dei due buttafuori. Quelle ragazzine ci sanno proprio fare disse facendo oscillare la testa da una parte allaltra con sguardo inebetito, come se gli mancassero le parole per descrivere uno spettacolo cos bello. Eh s, ti mandano in pappa il cervello disse un buttafuori con aria divertita. Non vorrai guidare in queste condizioni, Eddie disse laltro. Dai, ti chiamiamo un taxi. Eddie non rispose. Rifiut quellofferta con un gesto della mano e si avvi a piedi, canticchiando fuori tempo fra s e s. Con uno dei suoi piedi malfermi inciamp in una lattina di birra vuota e il fracasso squarci il silenzio della notte. I buttafuori si scambiarono unocchiata e fecero spallucce. Non era pi un loro problema. Alex sirrigid quando vide la creatura lasciare loscurit per seguire luomo come unenorme ombra nera. Tirando fuori il fucile, Alex inizi a pedinarlo. Sarebbe successo da un momento allaltro, ne era sicuro. A loro non interessava trovarsi in un luogo appartato, era sufficiente che fosse relativamente tranquillo. Senza distogliere lo sguardo da Goodman, respir profondamente per concentrarsi, poi, piano

piano, fece s che il nucleo della sua energia si spostasse verso lalto, passando attraverso tutti i chakra, fino a raggiungere il centro coronale, appena sopra la testa. Avvert immediatamente un brivido attraversargli il corpo nellistante in cui la mente di quella creatura entr in connessione con quella della vittima. Sapeva che sarebbe andata cos era la fine. Vacillando, Eddie si arrest su due piedi con sguardo confuso. Poi, lentamente, si volt. Loscura sembianza umana di Goodman sincresp per poi dissolversi. Al suo posto apparve una luce accecante che, come un faro, illuminava la strada da cima a fondo il bar, gli edifici circostanti e il viso terrorizzato di Eddie. Al centro di quella luce sintravedeva un bagliore pi intenso, una figura alta circa due metri le cui enormi ali spalancate erano bianche come la neve. Non pu non pu essere balbett Eddie quando langelo gli si avvicin. Poco distante, Alex ud i buttafuori ridersela con una donna che si era fermata per farsi accendere una sigaretta. Se anche uno di loro avesse gettato uno sguardo in quella direzione, avrebbe visto solamente Eddie che avanzava sbandando in un vicolo buio. Appoggiandosi al tettuccio dellauto, Alex prese la mira con mano ferma e decisa. Mise a fuoco il volto dellangelo ingrandito dalla lente del fucile. Nella sua forma umana Goodman era bello come tutti gli altri angeli, ma Alex sapeva che soffermandosi a osservare meglio il suo viso avrebbe notato qualcosa di strano il suo sguardo era troppo intenso e gli occhi troppo scuri per essere normali. Tuttavia, in quel momento, sotto forma di angelo, Goodman era di una bellezza quasi sovrannaturale: era fiero, glorioso. Laureola che gl i incorniciava il viso ardeva di un fuoco divino. Non avere paura sussurr langelo con voce simile al tintinnio di centinaia di campanelle. Sono qui per una ragione.

Devo darti una cosa. Eddie croll in ginocchio, con gli occhi sbarrati. Io io Laureola. Alex si concentr su di essa e mir dritto al cuore di quella luce intensa, pura. Non sentirai male continu langelo, avvicinandosi sempre di pi. Poi sorrise e si fece dieci volte pi luminoso, come un incendio che divampa nella notte. Eddie, tremando come una foglia, emise un gemito e abbass il capo, incapace di sopportare la vista di tanta bellezza. Anzi, te la ricorderai come lesperienza pi bella della tua vita Alex premette il grilletto. Quando lenergia palpitante dellaureola dellangelo sub limpatto con il proiettile, la creatura esplose in mille schegge luminose, senza emettere alcun suono. Alex si accucci dietro la macchina per difendersi dallonda durto che minacciava dinvestirlo, mentre il grido pieno dangoscia dellangelo gli rimbombava nella mente. In quello stato di coscienza superiore, vide i campi denergia di ogni essere vivente nelle vicinanze subire lo shock dellesplosione: i contorni spettrali degli alberi e dei fili derba si agitavano tutti e si contorcevano come se fossero stati improvvisamente investiti da un uragano. Gradualmente tutto torn alla normalit. Ci fu un profondo silenzio. Alex riport il centro dellenergia allaltezza del petto, e quei bagliori spettrali svanirono. Infil il fucile sotto lauto e and verso Eddie, che tremava ancora in ginocchio sul marciapiede. Goodman non cera pi, non ne era rimasta traccia. Ehi, ti senti bene? chiese Alex in tono naturale, accovacciandosi accanto a lui. I buttafuori avevano smesso di parlare e stavano guardando in quella direzione. Alex fece loro un cenno con la mano come per dire sta bene, solo un po ubriaco, tutto qui.

Eddie si volt verso di lui con il viso pieno di lacrime. Io cera so che non ci crederai, ma Si, lo so disse Alex. Dai, lascia che ti aiuti a rimetterti in piedi. Gli mise un braccio intorno alla vita e lo aiut ad alzarsi. Dannazione, una dieta non gli avrebbe fatto male. Oddio, la mia testa gemette Eddie, appoggiandosi alla spalla di Alex per non perdere lequilibrio. Effetto angelo. La vittima si era trovata a pochi metri da lui e, sebbene limpeto dellesplosione si fosse abbattuto pi che altro su Alex, avrebbe risentito di sintomi post-traumatici per qualche giorno. Sempre meglio del fuoco sacro. Qualsiasi cosa era meglio del fuoco sacro. Era cos bello mormor Eddie. Bellissimo Alex alz gli occhi al cielo. S s, fantastico borbott. Poi torn verso il bar trascinandoselo dietro. Come al solito avvert un misto di piet e disprezzo nei confronti di quel civile. Per quanto avesse dedicato tutta la sua vita a cercare di salvarle, quelle persone sembravano sempre cos inconsapevoli che quasi non cera gusto. Ehi, credo che il nostro amico qui abbia bisogno di un taxi disse avvicinandosi ai buttafuori. Lho trovato svenuto laggi, sul marciapiede. Uno dei due si lasci scappare una risatina. S, ci pensiamo noi disse accollandosi il peso del cliente. Il vecchio Eddie un habitu, non cos, amico? Eddie socchiuse gli occhi, cercando di metterlo a fuoco. Tom ho visto un angelo bofonchi. I buttafuori scoppiarono a ridere. Ma chi, Amber? disse uno. Indossa sempre dei micropantaloncini quando balla sul bancone. Fece locchiolino ad Alex. Ehi, amico, vuoi andare a dare unocchiata dentro? Senza pagare, sei nostro ospite. In passato Alex era stato in un sacco di posti come quello, ce lavevano trascinato per lo pi gli altri Angel Killer quandera pi piccolo. A dirla tutta, lui li trovava noiosi da morire. Cos,

nonostante avesse voglia di un bel drink, lid ea di starsene seduto in quel locale, mentre ladrenalina gli pompava ancora nelle vene per via della recente uccisione, era un po troppo surreale, persino per lui. Scosse la testa facendo qualche passo indietro. Nah, magari la prossima volta. Devo andare ora. Ma grazie lo stesso. Quando vuoi, amico disse il primo buttafuori. Nel frattempo Eddie era svenuto sul serio e giaceva abbandonato a terra come un sacco di patate. Il buttafuori lo spost di peso, con fare impaziente. Ehi, Mike, ti decidi o no a chiamare un taxi? La Bella Addormentata qui non ce la fa pi. Ditegli di darci un taglio con la roba pesante disse Alex sorridendo. Che prima o poi ci rimane.

CAPITOLO 1
Che imbarazzo borbott Nina. Era appoggiata allo sportello della macchina con le braccia incrociate sul petto, e scuoteva la testa in segno di disapprovazione. Vuoi che te laggiusti o no? le chiesi. La mia voce usc ovattata, dato che avevo la testa infilata nel motore della sua Corvette, cos come tutta la parte superiore del mio corpo. Stavo cercando di aggiustarle il carburatore, ma il motore era in condizioni talmente disastrose che i bulloni erano tutti incrostati dolio. Che, per chi non lo sapesse, nero e soprattutto viscido. Mi passi quella chiave? Quella con limpugnat ura gialla? Nina protest fra s accovacciandosi per rovistare fra i miei attrezzi. Non posso credere che tu possieda davvero una cassetta degli attrezzi. E che te la sia portata a scuola disse passandomi la chiave. Se dici ancora unaltra parola giuro che smetto. I pezzi del suo motore erano sparsi sullasfalto tuttintorno a me. Eravamo nel parcheggio della scuola, credevo che fosse meglio farlo l piuttosto che nel mio garage che era pieno zeppo di scatoloni vecchi, biciclette e roba che mia zia si riprometteva ogni giorno di buttare per poi dimenticarsene. Ovviamente non avevo tenuto conto del fattore imbarazzo. Ma del resto, questa la storia della mia vita. Willow! Non ci provare nemmeno sibil Nina, sistemandosi la frangetta castana. Dai, non fare la permalosa. Certo che voglio che me laggiusti, solo che non credevo che lavresti fatto qui. Cos dicendo, si guard intorno con aria furtiva, per assicurarsi che non stessero passando di l Scott Mason e la sua

banda di imbecilli buoni solo a tirare due calci a un pallone. Le lezioni erano terminate da quattro ore, ma gli allenamenti sarebbero iniziati di l a poco. In quellistante il parcheggio era ancora vuoto, un oceano dasfalto con qualche macchina ferma qua e l. E ringrazia che non mi sono messa a farlo in pausa pranzo le dissi. Ce lho anchio una reputazione, che cosa credi? Eddai, brutto Strinsi i denti per far girare la chiave, appoggiandomici sopra con tutto il peso. Di colpo il bullone cedette. Ah! Vittoria! Lo svitai completamente e tirai fuori il carburatore, per metterlo a confronto con quello nuovo. Era identico. Praticamente un miracolo, visto che la Corvette di Nina era ormai un pezzo dantiquariato. Nina arricci il naso. Reputazione? Tu? Non farmi ridere. E cosa sono quelli che hai addosso? Vestiti? Willow. Sembri non so nemmeno come definirti. Non credo che esista una parola che renda lidea. Ah s? Bene dissi sorridendole e pulendomi le mani con un panno. Vuoi dire che sono unica, giusto? Indossavo una camicia ricamata degli anni cinquanta e i miei jeans da combattimento. Il mio giubbotto di velluto nero pendeva dal tettuccio aperto della sua macchina, al riparo da ogni pericolo. Compravo quasi tutto da Tammys Attic, il mio negozio preferito in assoluto. Nina chiuse gli occhi ed emise una specie di grugnito. Unica. S, come no. Allora mettiamola cos, Willow, sei troppo avanti per Pawntucket. La cosa era talmente ovvia che non valeva nemmeno la pena di discuterne. Cos presi un cacciavite e iniziai a grattare via lo sporco dal posto che fino a pochi istanti prima occupava il vecchio carburatore, sbarazzandomi del grasso incrostato e delle guarnizioni che non servivano pi. Uno schifo indescrivibile. Era come infilarsi in una pozza di petrolio.

Nina riapr gli occhi e guard dentro al cofano. E adesso che cosa stai facendo? chiese diffidente. Pulisco questa schifezza la tua schifezza. Le alzai davanti agli occhi il cacciavite grondante di una sostanza nera e appiccicosa. Vuoi aiutarmi? Bleah, neanche per sogno esclam lei, e si riappoggi allo sportello dellauto attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno a un dito. Mi dici che senso ha pulirlo? Sbattici dentro il carburatore nuovo e facciamola finita, no? Un ciuffo di capelli biondi mi ricadde sul viso mentre armeggiavo con il motore e me lo rimisi dietro lorecchio senza nemmeno alzare lo sguardo. Buona idea. In questo modo non sar mai perfettamente sigillato e inizier ad ansimare come un aspirapolvere in fin di vita e poi Nina si drizz in un baleno. Oddio! C Beth Hartley! Beth Hartley era una delle star della Pawntucket High. Era magra, bella e aveva anche buoni voti Aveva diciottanni, uno pi di noi, e stava per diplomarsi. A parte questo, le nostre vite procedevano su binari totalmente diversi. Lei faceva parte di qualsiasi gruppo o comitato della scuola, praticamente viveva l. A pensarci bene, credo proprio che se per qualche motivo lei non ci fosse pi andata, la scuola avrebbe chiuso i battenti e gli insegnanti avrebbero scioperato. Versai del solvente su un panno e iniziai a pulire tuttintorno a dove prima si trovava il carburatore. Chiss cosavr fatto finora dissi. Avr trascorso la giornata a zampettare qua e l da brava cheerleader? A presiedere il comitato per il ballo? O a salvare il mondo? Willow, non sei divertente protest Nina. Sta venendo dritta verso di noi! E allora? Non sar la prima volta che vede un carburatore. Nina mi guard come se fossi matta. Di colpo mi resi conto di quello che avevo appena detto e scoppiai a ridere. O forse s, eh?

Lei sospir come se non riuscisse a decidere se strangolarmi o mettersi a ridere con me. Senti, so che a te non importa niente, ma la gente gi ti considera la Regina degli Strambi e se continui cos non farai che peggiorare le cose, credimi E detto questo, si zitt di colpo perch Beth ci aveva raggiunte. Ciao fece Beth rimbalzando con sguardo incerto da Nina a me. Aveva lunghi capelli color miele, e come sempre un trucco talmente leggero e impeccabile che non eri mai sicuro che se lo fosse messo davvero. Una gran perdita di tempo, se lo chiedete a me non capivo che senso avesse dedicare ore e ore a farsi un trucco invisibile , ma tant Ciao risposi io sollevando la testa da dentro il cofano. Ciao, Beth disse Nina con un filo di voce. Com andato lincontro per lo spettacolo teatrale? Per lannuario la corresse Beth. Benone. Teneva lo sguardo fisso sul cofano aperto e quindi anche su di me. Stai stai aggiustando lauto di Nina disse. Non si capiva se era una domanda o unaffermazione. Annuii. Il carburatore. Il carburatore, certo fece eco Beth, sbattendo le palpebre dei suoi occhioni castani. Ci fu una pausa. Mi sembr quasi di vederla scuotere la testa per riprendersi dallo shock e decidere che non gliene fregava un bel niente del carburatore. Si schiar la voce. Eh, Willow mi chiedevo se per caso sapessi che compiti ha dato per casa Atkinson. Ieri non cero. Sollevai di scatto le sopracciglia. Non credevo che Beth si fosse mai accorta che eravamo in classe insieme. O nella stessa scuola. O sullo stesso pianeta. Be, a pensarci bene, probabilmente non eravamo sullo stesso pianeta. Insomma, perch mai veniva a chiederlo a me? In classe aveva almeno una dozzina di amiche del cuore. Alzai le spalle. S, certo prendi la cartellina rossa dissi

indicandole la mia borsa che si trovava per terra accanto alla cassetta degli attrezzi aperta. Ti dispiace? Ho le mani tutte Le sollevai per fargliele vedere e lei sbianc. Perfetto, grazie. Sfil la cartellina dalla borsa, lapr velocemente e ricopi i compiti. La stava rimettendo gi, ma guardando Nina, esit. Era come se stesse per dire qualcosa, ma si ferm. Il suo collo divent rosa fosforescente. Stavo pulendo con lo straccio ma, notando la sua espressione, rallentai il movimento. Poi capii esattamente cosa stava per succedere: lavevo visto fare troppe volte per non coglierne i segnali. Nina spalanc gli occhi quando se ne rese conto. Avrei proprio voglia di un bel bicchiere dacqua disse facendo un esagerato passo indietro. Intuii che stavamo pensando la stessa cosa: Beth Hartley? Miss Perfezione? Non possibile! Quando Nina se ne fu andata, Beth mi si avvicin e a bassa voce mi disse: Mmm, Willow. Poi si ferm per fare un bel respiro e passarsi una mano fra i capelli. Ho sentito dire che tu leggi la mano. S, insomma, che sei sensitiva si affrett ad aggiungere. Aveva la faccia rossa come un peperone. Io annuii. S, cos. Beth sembrava respirare a fatica. Si capiva che voleva mostrarsi scettica, ma il suo sguardo era improvvisamente carico di speranza, di supplica era lo sguardo di un cucciolo. Be te la cavi bene? riusc infine a domandare. Feci spallucce e iniziai a rimettere il carburatore al suo posto, fissandolo al collettore daspirazione. Cos sembra. Non tutte le cose che dico si avverano, ma la maggior parte, a quanto pare, s. E a dire il vero, quello che non si avvera in realt un percorso alternativo. Lei mi fissava con attenzione per non lasciarsi scappare nemmeno una parola. Un percorso alternativo? ripet Cosa intendi? Ci riflettei mentre stringevo uno per volta i bulloni, per

mantenere costante la pressione sul carburatore. Nella vita puoi prendere strade diverse. A volte le riesco a vedere sparpagliate davanti ai miei occhi. Vedo cosa accadrebbe imboccando ciascun cammino. Il fatto che tu ne imboccherai solo uno. Beth annu lentamente. Gi, proprio per questo che ho bisogno del tuo aiuto disse, quasi fra s. Per scegliere aggiunse voltandosi a guardare la scuola. Allora che ne dici, puoi leggermi la mano un giorno? chiese tutto dun fiato. Il prima possibile? Il pensiero di Beth in casa mia mi spiazz incontri ravvicinati del terzo tipo ma accettai. Certo. Domani dopo scuola? No, aspetta un secondo, che ne dici di gioved? Per un attimo mi ero scordata che il giorno seguente la badante avrebbe staccato prima e io avevo promesso a zia Jo che sarei tornata a casa presto per prendermi cura della mamma. Diedi a Beth il mio indirizzo. Affare fatto disse con entusiasmo. Alcune sue compagne del comitato dellannuario avevano cominciato ad arrivare e piano piano si era formato un gruppetto alle sue spalle, cos lei si strinse la borsa al petto, mi salut e le raggiunse. Willow grazie disse voltandosi unultima volta. Continuai a fissarla, sconcertata. Be, se cera qualcuno che ci andava piano nelletichettare la gente, quella ero io il dono della preveggenza mi aveva insegnato che non si pu mai sapere cosa passi nella mente delle persone e cosa ribolle sotto le loro abitudini quotidiane, come nel calderone di una strega , ma in fondo Beth Hartley Che strano, pensai mentre stringevo lultimo bullone. Nina riapparve con unespressione della serie dimmi tutto! Vuole che le legga la mano dissi, anticipandola. Lo sapevo! esclam Nina. Le si leggeva in faccia. Scosse la testa, come in trance. Wow, non pensavo che Beth Hartley credesse a queste scemenze.

Nina la persona meno fantasiosa e pi razionale del mondo ed convinta che qualsiasi fenomeno paranormale sia una bufala. Questo non vuol dire necessariamente che per lei io sia una truffatrice. convinta che io stia recitando, che esageri inventandomi le cose senza rifletterci, che mi lasci prendere la mano cose cos. Secondo lei dovrei fare lattrice perch dice che sono molto in sintonia con la bambina che in me. Non so neanche perch siamo tanto amiche. Ma la conosco da quando avevo nove anni, da quando io e la mamma ci siamo trasferite a Pawntucket per andare a vivere con zia Jo, e credo che stare insieme sia ormai diventata unabitudine. Nina aveva infilato la testa sotto il cofano e mi guardava scuotendola. Willow, lo sai vero che devi smetterla con tutta questa roba da medium? Mezza scuola pensa che tu sia una strega. Sentii il calore arrivarmi alle guance. Ehi, non colpa mia mormorai. Per fortuna avevo quasi finito, perch Nina stava iniziando seriamente a darmi sui nervi. Ma s che colpa tua insistette. Sei forse costretta a fare predizioni? No! E allora la prossima volta che qualcuno te lo chiede, tu rifiutati. Non le risposi. In lontananza sentii la squadra di football che si allenava sul campo e il tonfo sordo dei caschi che sbattevano luno contro laltro come in una sorta di scontro fra titani. Ma io devo continuare a farle dissi alla fine. Sistemato il carburatore, mi pulii le mani e iniziai a mettere via gli attrezzi. Perch? chiese Nina esasperata. Mi voltai di scatto verso di lei. Perch la gente ha dei problemi, Nina! Un sacco di problemi e mi sembra, s, insomma mi sembra di essere daiuto! Ma smettila, Willow, sei proprio unillusa se lo pensi davvero sbott Nina mentre afferravo il giubbotto e sbattevo il cofano. Fatto dissi lanciandole le chiavi. La devi testare. Prima

di guidarla dai un po di gas. Non le lasciai nemmeno il tempo di rispondere, raccolsi la mia roba e me ne andai. Va bene, fa come ti pare allora mi url dietro. Sai che ho ragione, per. Ci vediamo domani. Grazie di avermi aggiustato la macchina, pazza che non sei altro. Le feci un cenno con la mano senza nemmeno voltarmi. Buttai la roba sul sedile anteriore della mia macchina, una Toyota blu in condizioni pietose, e avviai il motore. Faceva le fusa come un gattino, ovviamente: a scuola potevo essere uno schifo, ma con i motori ci sapevo fare. Mentre uscivo dal parcheggio, misi su una cassetta di musica blues ok, lo confesso, il ventunesimo secolo non aveva ancora raggiunto il mio impianto stereo e imboccai la superstrada, per andare a casa. Quella conversazione con Beth mi ronzava ancora in testa, rifiutandosi di lasciarmi in pace. Perch aveva cos tanta fretta di farsi leggere la mano? proprio per questo che ho bisogno del tuo aiuto. Per scegliere. Una sensazione di disagio sinsinu dentro di me e sbuffa i infastidita, chiedendomi da dove venisse tutta quellansia. Essere sensitiva non come tutti pensano io non sono una specie di guru onnisciente. No, non indovino i numeri della lotteria e, ah ah, s, mi becco un acquazzone in testa proprio come chiunque altro. Le cose stanno cos: a volte ho dei flash o delle sensazioni, ma non posso parlarne con troppa sicurezza, a meno che non abbia un vero e proprio contatto con la persona, tenendole la mano per esempio. E poi devo essere in uno stato di pace mentale, per riuscire a rilassarmi e a vederci chiaro. Se sono spaventata o troppo emozionata, non me la cavo bene e comunque non proprio una cosa da fare spesso altrimenti si rischia dimpazzire. Cos, mi limito a vivere la mia vita come tutti gli altri, senza cercare di sapere come andranno davvero le cose.

A volte per ho delle intuizioni molto nitide come con Beth. Mi morsi un labbro mentre rallentavo a un incrocio. Qualunque fosse stata la sua scelta, avevo delle brutte sensazioni al riguardo. Pancake disse Alex, dando unocchiata al men. Uova strapazzate con bacon, e una frittata di patate a parte. E anche dei toast. Stava morendo di fame. Gli succedeva sempre dopo averne ucciso uno, si sentiva come se non mangiasse da una settimana. Caff? chiese la cameriera. Era grassoccia e aveva unaria annoiata. S, e anche del succo darancia. La cameriera si allontan, Alex rimise il men nel suo contenitore e si stiracchi. Dopo aver lasciato lo Spurs, aveva vagato per la citt alla ricerca di una palestra aperta anche di notte. Aveva preso un pass e si era allenato per ore, accanendosi sugli attrezzi come se fossero suoi nemici ed eseguendo ripetizioni finch il sudore non aveva iniziato a colargli sul viso e sulle spalle. Finalmente ladrenalina che aveva in corpo era diminuita, lasciando il posto a quel tipo di stanchezza che tanto desiderava. Solo allora si era fermato appoggiando la testa sullattrezzo per gli addominali. Soddisfatto? gli aveva chiesto un tizio della palestra. Erano quasi le sei del mattino e il posto iniziava a riempirsi. Tuttattorno Alex sentiva lo sferragliare dei manubri, i grugniti di chi si allenava e il calpestio sui tapis roulant. Aveva alzato lo sguardo verso luomo che gli aveva rivolto parola, incapace per un istante di rendersi conto di dove si trovasse. Poi aveva annuito, sforzandosi di sorridere. S, direi proprio di s. Si alz passandosi un asciugamano sul viso. Gli sembrava di

avere i muscoli fatti dacqua. Di solito andava a correre dopo lincontro con un angelo, ma non bastava mai: non lo stancava abbastanza. Quel tipo di allenamento era meglio. Avrebbe quasi potuto dormire per un giorno o due. Accidenti, ti ho visto accanirti su quegli attrezzi disse luomo in tono allegro, mentre spruzzava del disinfettante sul sedile della cyclette. Poi ci pass sopra un panno. Sembravi posseduto. Alex sorrise amaramente. No, posseduti lo diventano gli altri disse. Sai se non arrivo in tempo. E cos dicendo, abbandon il tizio che lo fissava con aria interrogativa, si mise lasciugamano sul collo e and a farsi una doccia. Si diresse al bar per prendere un caff lungo e diede unocchiata fuori dalla vetrata che dava sulle Montagne Rocciose. Intorno a lui, il locale si stava riempiendo genitori dallaria rilassata co n indosso dei jeans e un sorriso sulle labbra, bambini che saltellavano sui divanetti e scarabocchiavano sui loro libri da colorare. Era gi stato ad Aspen diverse volte, anche prima dellinvasione. Agli angeli sembrava piacere quel posto, chiss poi perch. Forse era per via dellaria fresca delle montagne. Osservando in lontananza le cime innevate, Alex pos il mento sulle mani giunte. Per qualche strano motivo, Aspen gli ricordava Albuquerque, sebbene questultima si trovasse in mezzo al deserto, immersa in una luce accecante. Niente montagne imponenti, solo pietre scintillanti come loro. Forse si trattava di qualcosa che era nellaria respirarla lo faceva sentire come rigenerato, purificato. La sua prima uscita in solitaria era avvenuta proprio ad Albuquerque. Si port lentamente la tazza di caff alle labbra, mentre il ricordo riaffiorava. Poi indugi e torn a posarla sul tavolo, senza aver bevuto.

Aveva dodici anni. Era a caccia di angeli con Cully e Jake. Martin, suo padre, allepoca aveva gi iniz iato a perdere colpi: trascorreva la giornata vagando per il campo, borbottando fra s, serrando la mandibola come se avesse delle pietre in bocca, e quando non era impegnato a urlar dietro a qualcuno, puliva in maniera ossessiva le sue pistole, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche se un tempo Alex non avrebbe potuto chiedere di meglio che partire in spedizione con suo padre, quel giorno era sollevato per il fatto che non si fosse unito a loro. La cosa lo fece sentire in colpa. Suo padre era un grande, lo sapevano tutti. O almeno quelli che contavano. Quel giorno cera unatmosfera di eccitazione a bordo del fuoristrada, mentre si allontanavano dal campo sollevando fitte nuvole di polvere dal suolo. Cully, che veniva dallAlabama, aveva ululato come si addice a un vero ribelle e Jake aveva dato ad Alex sul braccio un colpetto, dicendogli: Ehi, fratellino, credi di poter fare le scarpe a me? No dico, a me?. Cos Alex cap che erano tutti dello stesso umore e il senso di colpa cedette il passo a unondata di emozione. S s, te le faccio eccome e si avvent su Jake imprigionandogli la testa nella morsa del suo braccio. Gli ci volle un po per liberarsi motivo di grande orgoglio per Alex che era pi piccolo di due anni , ma quando ci riusc, Jake si scagli a sua volta su Alex urlando come un ossesso. Entrambi finirono per rovesciarsi nel retro del fuoristrada, proprio sopra lattrezzatura da campeggio, continuando ad azzuffarsi e a ridere come matti. Allepoca, prima che la CIA sintromettesse con avvistatori di angeli e messaggi telegrafici dallefficienza svizzera, una battuta di caccia poteva anche durare delle settimane. Insieme agli strumenti da campeggio, sul retro cerano anche un paio di cassette di cibo in scatola e qualche confezione di cartucce. Le armi erano ancora nascoste, lontano da occhi indiscreti: erano fucili da caccia, affidabili ma non troppo facili da maneggiare.

Cully si era anche portato la balestra. Diceva che era pi precisa, ma secondo Alex voleva solo darsi delle arie. Era una gran rottura, per, dato che ogni volta che tirava bisognava andare a recuperare la freccia. Se uno di voi due, testine di cazzo, mi rompe il fornello elettrico, giuro che lammazzo esclam Cully con quella sua cadenza strascicata tipica del Sud. Gir il volante e il fuoristrada sobbalz in curva sollevando una nube di sabbia e sassolini, sballottando Alex e Jake da una parte allaltra come fossero bambole di pezza. In citt Alex sapeva che Cully avrebbe guidato in maniera civile, ma l fuori non cera storia, visto che erano circondati solo da polvere, piante di yucca e lucertole. Poteva fare tutto quello che voleva. Ma vaffanculo sbott Jake, sorridendo ad Alex. Jake era pi alto e pi robusto, ma aveva gli stessi capelli scuri e gli occhi di un azzurro verdastro. Bastava guardarli per capire che erano fratelli. Entrambi assomigliavano alla madre. Quel pensiero gett unombra sinistra sulla sua giornata. Alex la ricordava come una donna a cui piaceva cantare, una mamma che non esitava a calciar via le scarpe e a mettersi a ballare ascoltando la radio mentre cucinava. Quandera piccolo, le si aggrappava sempre ai jeans per richiamare la sua attenzione e qualche volta lei si fermava, gli prendeva le mani fra le sue e diceva: Balla con me, amore mio. Poi scoppiava a ridere e lo faceva girare forte. Facevano tutto questo per la madre. Solo per lei. E Alex sapeva che era lei la ragione per cui suo padre, molto probabilmente, stava impazzendo. Il fuoristrada balzava ansimante sul terreno polveroso. Con una sola mano sul volante, Cully si accese un sigaro, staccandone unestremit e sputandola fuori dal finestrino. Indossava una maglietta nera senza maniche, le sue braccia e le sue spalle erano statuarie, dure come la roccia. Dando un tiro

scosse la testa con gli occhi puntati su Alex e Jake nello specchietto retrovisore. Gli Angel Killer, la sola e unica speranza dellumanit borbott. Che Dio ci aiuti. Il tragitto verso Albuquerque dur quasi quattro ore e Alex cedette alla noia molto prima di arrivare. Spi fuori dal finestrino quando raggiunsero i confini della citt. Abituati comerano a vivere nel deserto come una colonia di topi, a volte dubitava che l fuori ci fosse davvero un mondo, ma in quellistante la vista della citt lo invest come un turbine accecante di fast food, cinema e centri commerciali. Una locandina con sopra un tizio di nome Will Smith cattur la sua attenzione: un ragazzo di colore con laria da duro e una pistola stretta in pugno. Ehi, Culi, che ne dici di andare al cinema? chiese sporgendosi verso i sedili anteriori. Potete andarci tu e Jake rispose lui. Poi si diede unocchiata nello specchietto retrovisore e si ravvi con una mano i capelli biondi, sorridendo. Io ho altri piani, se capite a cosa mi riferisco. Donne. Alex e Jake si scambiarono uno sguardo disgustato. Al campo degli Angel Killer cera qualche ragazza, ma Cully diceva sempre che a lui piacevano quelle dolci, che non indossavano anfibi e non praticavano il tiro a segno. Le donne che sapevano sparare come lui lo intimidivano un po. Il programma prevedeva che si fermassero per una notte di relax prima di intraprendere la traversata che li avrebbe condotti a Vancouver, dove Martin aveva ricevuto notizie di avvistamenti. Tuttavia, arrivati a un motel, Cully sirrigid allimprovviso. Sapete cosa vi dico, sussurr uscendo dal fuoristrada ho la sensazione che qui ci sia qualcosa che non va. Si riferiva alla presenza di angeli. Alex, con la pelle doca, alz di scatto lo sguardo. Laria calda del pomeriggio sembr

congelarsi intorno a loro, il mondo rimase sospeso. Dove, Cull? domand Jake. Improvvisamente gli sembr pi vecchio, pi serio. Non ne sono ancora sicuro rispose Cully con gli occhi socchiusi. Non devessere molto lontano, per. Rimase in silenzio per un lungo istante a scrutare la fila di negozi l vicino. Poi sembr scacciare il pensiero. Forza, andiamo dentro e scarichiamo la macchina. Dopo di che temo che dovremo fare una piccola perlustrazione nei dintorni, signori miei. Cully prese una camera, poi and a spostare la macchina proprio davanti alla porta. Si muovevano tutti come automi, scaricando i bagagli e posandoli a terra nella stanza. Lasciarono i fucili nel fuoristrada. Una volta finito di scaricare tutto, Cully lanci un telone cerato sulle armi. Ok, andiamo disse salendo in macchina e accendendo il motore. Sapete gi come funziona. Tu, Alex, ti siedi accanto a me. Jake, tu rimani dietro. Alex vide Jake aprire la bocca per protestare, poi per sembr ripensarci. Cully diceva un sacco di cavolate, ma non conveniva contraddirlo, a meno che non ti volessi beccare un pugno in un occhio. Alex sgattaiol davanti con un brivido di eccitazione. Nonostante avesse gi partecipato a circa una dozzina di missioni, lemozione era ogni volta la stessa. E, forse peccando un po di presunzione, era cosciente del fatto che parte di quel batticuore gli derivasse dalla consapevolezza di essere bravo. Jake sar stato anche pi grande e pi grosso di lui, e per di pi un tiratore eccellente, ma non riusciva a percepire la presenza di angeli in maniera cos immediata e intensa come accadeva ad Alex. In questo era proprio tale e quale a suo padre. Lui gli aveva insegnato come fare e Alex era diventato un campione. Mentre Cully percorreva le strade affollate del centro di Albuquerque, Alex chiuse gli occhi e si rilass, spostando

lenergia sempre pi su, lungo lasse dei chakra. Quando la sua coscienza si fu elevata fin sopra il centro coronale, un altro mondo si spalanc davanti ai suoi occhi. Percep i campi energetici di tutto ci che aveva intorno la donna nellauto accanto, il ragazzo al lato della strada che aspettava il momento giusto per attraversare con il pastore tedesco al guinzaglio. La loro energia entr in contatto con la sua, la colse per un istante per poi allargare sempre di pi il cerchio della sua percezione. In lontananza sent Jake che diceva: Cully, sei proprio sicuro di aver sentito qualcosa?. Sta zitto inizi a dire Cully, ma si ferm vedendo Alex sgranare gli occhi e raddrizzarsi sul sedile. Da quella parte! disse Alex agitato, indicando con un dito. Ci devessere un parco, o qualcosa di simile, fra due incroci circa sento una forte presenza di vegetazione. l, nascosto da qualche parte. Ed pronto ad attaccare. Rabbrivid involontariamente. Lenergia degli angeli era gelida, umida. Ti toccava lanima ed era come se ci lasciasse sopra delle ditate sudicie. Un parco? Benissimo disse Cully, svoltando. Alex vide Jake che lo fissava dallo specchietto, con uno sguardo di stupore misto a invidia. Ben fatto, fratello disse. Qualche secondo pi tardi, raggiunsero un parco, proprio come previsto. Cully parcheggi il fuoristrada sotto una fila di alberi. Si guard intorno, poi si sporse verso il cruscotto e apr lo sportello. Ne estrasse una pistola con il silenziatore. Richiuse lo sportello, controll la sicura e la pass ad Alex. Vai a prenderlo, tigre disse. Ad Alex per poco non cadde la pistola di mano per lo shock. Cosa? Ha solo dodici anni! sbott Jake nello stesso momento. E allora? Tu ne avevi tredici la prima volta che sei andato da solo e lui molto pi bravo di te con i chakra ribatt Cully voltandosi a guardarlo. Jake si abbandon sul sedile

lanciandogli unocchiata torva. Alex fiss la pistola. Aveva gi sparato a degli angeli, ma non lo aveva mai fatto da solo senza copertura. Dio solo sapeva quante cose sarebbero potute andare storte. Soprattutto cera la possibilit che langelo lo vedesse e lo attaccasse prima che lui riuscisse a sparare. Una volta era successo, a un Angel Killer di nome Spencer. Alex deglut ripensando allo sguardo assente di quelluomo, a come la sua mente fosse stata compromessa per sempre dallattacco dellangelo. A volte, invece, ti uccidevano e basta. Cully lo stava osservando. Ascoltami disse con tono deciso. Non potrai mai esserci davvero utile se non ti decidi ad affrontarli da solo. Puoi farcela, ne sono convinto, altrimenti non ti avrei messo in mano una pistola carica. Detto da Cully, era un grande onore. Alex si morse le labbra asciutte. Ok disse. Cercando di non tremare, rimise la sicura alla pistola. Non aveva la fondina, cos se la fiss alla cintura nel retro dei pantaloni e la copr con la maglietta. Alex fai attenzione disse Jake, con aria preoccupata. Se la caver ribatt Cully e diede ad Alex un colpetto sul braccio. Se non torni entro quindici minuti, chiamiamo i Looney Toones e ti facciamo venire a prendere. Umorismo da Angel Killer. Dovevi fartelo piacere per forza. Alex sorrise ma sentiva le labbra troppo tese. Usc dal fuoristrada e si addentr nel parco. Gli ci vollero pochi minuti per rintracciare langelo. Non ebbe nemmeno bisogno di affidarsi ai chackra: quando vide una donna seduta sotto un albero con lo sguardo sognante rivolto verso il cielo, cap. Indossava un abitino estivo e i capelli sciolti le ricadevano sulle spalle. Sembrava che fino a pochi istanti prima stesse leggendo, ma il libro giaceva abbandonato accanto a lei che sorrideva, persa nei propri sogni a occhi aperti.

Questo almeno era quello che chiunque altro avrebbe visto. Alex raggiunse un grado di percezione superiore e subito gli apparve una creatura celeste, alta circa due metri e di un bianco abbagliante. Le sue immense ali coprivano il sole, che in ogni caso mai avrebbe potuto sperare di essere luminoso quanto quella creatura. Brillava di una luce pura, sovrannaturale, che si rifletteva sullespressione di beatitudine della donna. Ad Alex balz il cuore in gola. Non aveva avuto molte occasioni di vederli mentre si nutrivano. Quellessere aveva infilato le mani nelle profondit del campo energetico dellumana, e questo diventava ogni secondo sempre meno luminoso: si contorceva e si agitava debolmente, come a volersi divincolare. Langelo aveva buttato indietro la testa in un moto di puro godimento mentre lenergia gli penetrava dentro abbandonando il corpo di lei, come lacqua che esce da un rubinetto. Il bello era che, proprio a causa del fuoco sacro, la donna si sarebbe ricordata di lui come di una creatura buona e gentile. Proprio comera successo a sua madre prima che venisse uccisa. Scacciando quei pensieri, Alex si diede unocchiata intorno. Si trovavano in una zona del parco lontana da sentieri. Le uniche persone in vista erano un paio di ragazzini a un centinaio di metri di distanza, intenti a lanciarsi un frisbee. Nascondendosi dietro un albero per non farsi vedere, port una mano dietro la schiena e tir fuori la pistola. La impugn e prese la mira. Trovandosi faccia a faccia con langelo, si sentiva stranamente calmo, solo di tanto in tanto lemozione lo faceva sussultare dentro. Il primo angelo che uccideva da solo. Cully aveva ragione: ce la poteva fare. Perch mai si era preoccupato tanto? Aveva sempre vissuto solo ed esclusivamente in funzione di quel preciso istante. Langelo alz gli occhi e lo vide. Sent il terrore che dilagava dentro di lui quando i loro

sguardi sincrociarono. La creatura intu subito chi fosse ed emise un grido di furia disumana ritraendo di scatto le mani dal campo energetico della donna. Ormai inutile e dimenticato, il corpo di lei ricadde a terra con un sorriso estatico sulle labbra. Con urla stridule, langelo si diresse a gran velocit verso di lui. Alex riusciva a vedere solo un movimento confuso e un veloce battito di ali mentre il vento gli sferzava i capelli. Si sent come se il mondo intero gli stesse passando davanti alla velocit della luce. La pistola inizi a tremargli fra le mani. Spara! grid mentalmente. Ma comerano belli quegli occhi, persino in tutta la rabbia che li pervadeva. Non poteva fare a meno di fissarli e accettare il fatto che di l a poco la sua vita sarebbe finita. No! Sforzandosi come mai prima, Alex riusc a distogliere lo sguardo da quello dellangelo per concentrarsi invece sulla sua aureola. Quello il suo cuore, gli aveva detto una volta il padre. Mira al centro. Ma gli tremavano cos tanto le mani che non fu facile. Langelo emetteva grida di trionfo e la sua meravigliosa voce era come una lama che gli trafiggeva la carne. La sua aureola era delle dimensioni di un ed poi di un piatto poi di un Alex spar. Il mondo esplose in mille frammenti di luce mentre londa durto si abbatteva su di lui scaraventandolo allindietro. Atterr sullerba a una decina di metri da l e rimase a terra un istante, sconvolto dalla potenza di quella corrente daria. Amico, non ho mai visto nessuno fare un casino del genere per ucciderne uno biascic una voce alle sue spalle. Stavo quasi per farlo io. Allimprovviso qualcuno gli mise un braccio sulla spalla e lo aiut ad alzarsi. Alex barcoll, fissando Cully in stato confusionale. Cerc di parlare ma quella facolt sul momento sembrava averlo abbandonato. Gli pulsava la testa come se ci fosse appena atterrata sopra unincudine. Ti sentirai uno schifo per almeno una settimana disse

Cully in tono rilassato mentre riponeva la pistola nella fondina. Non ti piace fare le cose velocemente, eh? Credevo che stessi aspettando che quel figlio di buona donna ti venisse addosso. Alex rise nervosamente. Ora che era tutto finito, era quasi inebriato dalla felicit poi prov la sensazione opposta e dovette serrare i pugni per non scoppiare a piangere a dirotto. Quellessere stava quasi per ucciderlo. Laveva quasi preso. Cully gli strinse una spalla. Sei stato bravo disse, improvvisamente serio. pi difficile quando ti vedono. Resta qui, io vado a controllare come sta la nostra amica. La raggiunse di corsa, fermandosi solo per raccogliere la pistola di Alex e infilarsela dietro nei jeans. Alex si appoggi a un albero, esausto, e ascolt le loro voci come in sogno. Sta bene, signorina? Non ha una bella cera. Oh s, sto bene. Non ci creder, ma ho appena visto la cosa la cosa pi bella Alex chiuse gli occhi. Langelo non cera pi: laveva ucciso eppure quelle parole gli gelarono il sangue nelle vene. Era vero, era la cosa pi bella del mondo. Quello sarebbe stato il ricordo che la donna avrebbe portato con s per il resto della vita ma a quale prezzo? Pazzia, forse. Di solito accadeva cos: la schizofrenia simpadroniva delle vitt ime fino a ridurle a parlare con se stesse. O magari il cancro, questa era unaltra eventualit: il tocco dellangelo infettava le cellule, le inaridiva fino a farle morire. O la sclerosi multipla: la vittima perdeva luso delle gambe ed era costretta a vivere su una sedia a rotelle fino alla fine dei suoi giorni. Oppure il morbo di Parkinson, lAIDS, qualsiasi cosa era impossibile prevedere quali sarebbero stati gli effetti del fuoco sacro. Lunica cosa certa era che la vittima aveva ormai subito un danno irrimediabile e, qualsiasi malattia lavesse colta, la sua vita sarebbe stata inevitabilmente devastata. Ironia della sorte, la persona non sarebbe mai stata capace di risalire alla causa del proprio stato di salute: lattacco di un angelo. Anzi, molto p robabilmente,

avrebbe pensato che langelo stesse cercando di aiutarla nel momento di maggiore pericolo. Cully riapparve davanti a lui. Sta tornando a casa, felice come una pasqua almeno per ora. Andiamo lo esort, posandogli una mano sul braccio. Andiamo a cercare tuo fratello, cos potrai vantarti di aver ucciso il tuo primo angelo in solitaria. Ti reggo il gioco, se vuoi. Perch? chiese Alex sconcertato. Le parole avevano la consistenza della sabbia nella sua bocca. Ho sbagliato tutto! Ho aspettato troppo prima di sparargli lho guardato negli occhi Cully gli afferr la nuca con una mano e Alex pens che il mal di testa lavrebbe reso cieco. Non dire cos, bello lo sgrid. Poi gli mise un braccio intorno al collo e si diressero verso il fuoristrada. Cos che ti ho appena detto? difficile quando ti guardano negli occhi. Ma tu sei stato bravo. Sei stato proprio bravo. Erano passati cinque anni da allora e si trovava ad Aspen, a osservare dalla finestra le Montagne Rocciose insieme alle aride e insidiose vallate del Nuovo Messico in lontananza. Dopo quellepisodio pochi altri angeli lo avevano visto, era stata solo sfortuna il fatto che fosse successo proprio la prima volta. Non importava. Era rimasto talmente scioccato che da quel momento non aveva pi smesso di uccidere angeli non teneva nemmeno pi il conto. Non aveva pi senso da quando Jake se ne era andato, privandolo anche del gusto di una sana competizione tra fratelli. Quel pensiero lassal prima che potesse accorgersene. No. Non doveva pensarci. Ecco qua disse la cameriera arrivando con la sua colazione. I piatti tintinnarono quando li pos sul tavolo davanti a lui. Tir fuori dalla tasca del grembiule forchetta, coltello e cucchiaio e li pos sul tavolo. Desidera dellaltro caff?

S, grazie disse Alex. Lei gli riemp la tazza e si allontan a passo svelto. Alex osserv il cibo ormai senza appetito, maledicendosi per aver ordinato cos tanta roba. Doveva mangiare, per. Avrebbe potuto ricevere un messaggio in quel momento e chiss dove lavrebbero spedito. Oppure avrebbe potuto anche aspettare una settimana prima di riceverne un altro. Una settimana fatta di ore inutili e interminabili. In qualche modo doveva passare il tempo solitamente se ne stava rinchiuso in una minusco la camera dalbergo a guardare orribili programmi televisivi. Ignorando le famiglie felici che aveva intorno, Alex afferr la forchetta e inizi a mangiare.

CAPITOLO 2
Ciao, accomodati dissi rivolta a Beth. Era gioved pomeriggio e lei era l, sotto al mio porticato, che si guardava intorno con gli occhioni spalancati. La zia Jo viveva in una vecchia casa vittoriana, nella zona sud di Pawntucket, ed era stata cos gentile non perdeva mai occasione di ricordarcelo da ospitare me e mia madre s, perch mia madre non aveva un lavoro e in ogni caso non sarebbe stata in condizione di farlo. La casa era vecchia ma molto bella, un tempo doveva essere stata bellissima. Avrebbe avuto bisogno di una bella mano di vernice. Per non parlare di tutte quelle statuine a forma di cervo, dei piccoli mulini a vento e degli aquiloni in miniatura che infestavano il giardino di fronte. Beth deglut distogliendo finalmente lo sguardo da uno gnomo con il cappello rosso. Mmm, molto allegro disse poco convinta. Arretrai per lasciarla passare. Dentro, la casa aveva un aspetto pi normale, se non fosse stato per le pile di cianfrusaglie sparse un po dovunque. Zia Jo era unaccumulatrice. Conservava qualsiasi cosa, ma non riusciva mai a trovare quello che cercava in tutto quel casino, cos finiva sempre per comprare due, tre, persino sei versioni dello stesso articolo. Beth entr con passo incerto stringendosi la borsa al petto. Era perfetta, come sempre, con quei pantaloni neri e il top turchese. I capelli color miele erano raccolti in una coda, cosa che faceva sembrare i suoi occhi castani ancora pi grandi. Abbassai lo sguardo sulle sue scarpe. Prada. In confronto le mie Converse viola sembravano ancora pi allegre del

giardinetto di fronte a casa. Chiudendo la porta, udii il rumore della tv provenire dal salotto dove si trovavano la mamma e la sua badante. Zia Jo non era ancora tornata a casa dal lavoro. Mmm di solito lo faccio in sala da pranzo le dissi, infilandomi nel corridoio. quaggi. Beth mi segu, osservando in silenzio i soprammobili a forma di gatto, gli scaffali colmi di romanzi rosa e di pagliacci di pezza dallaria sconsolata, le pareti ricoperte di dozzine di piatti di ceramica impolverati. Oltre ad accumulare roba, zia Jo era anche una collezionista. Da sola riusciva a mantenere tutta la catena di oggettistica varia Franklin Mint. Osservando tutto attraverso gli occhi di Beth, mi resi conto che in fondo linterno della casa non era poi cos normale. Eccoci dissi, invitandola a entrare nella sala. Alcuni separ dividevano la stanza dal resto della casa. Li chiusi mentre Beth si sedeva con aria scettica al tavolo da pranzo. Dalla faccia sembrava aver una gran paura che la sedia crollasse sotto il suo peso. Passando una mano sulla tovaglia, si schiar la voce. Allora come funziona? Usi tarocchi o roba simile? No. Ti tengo solamente la mano. Mi misi a sedere accanto a lei e mi strofinai i palmi sui jeans. Non mi capacitavo di quanto fossi nervosa. Eppure non era la prima volta che lo facevo: leggevo la mano alla gente da quando avevo undici anni. E da quasi un anno mi facevo anche pagare, tanto per non dover sentire zia Jo che ribadiva di continuo quanto sostentare tre persone gravasse sulle sue finanze. Beth fece un respiro profondo e raddrizz le spalle. Ok, allora tieni disse, e mi porse la mano, Era piccola e ben curata, aveva un anellino doro con alcune perle al dito. La osservai senza muovermi. Qualcosa mimpediva di toccarla. Ma che diavolo mi prendeva? Avevo letto la mano di chiunque in quegli anni, e ne avevo viste di cose assurde e

inquietanti, per non dire illegali. Beth Hartley probabilmente non avrebbe nemmeno potuto concepirle certe cose. Ma mentre ci pensavo, sapevo che non era quella la ragione per cui non osavo toccarla. Avevo ancora quella strana sensazione, una specie di presentimento, unintuizione. Non sapevo bene come chiamarla. Sapevo solo che, se le avessi letto la mano, tutto sarebbe cambiato. Beth sembrava ansiosa. C qualcosa che non va? domand, richiudendo le dita. Ti prego, Willow, ho ho davvero bisogno di aiuto. Scacciai quella sensazione. Scusami mormorai. Sono una stupida. Le presi la mano e chiusi gli occhi. Era calda e sembrava fragile. Mi appoggiai allo schienale della sedia e liberai la mente da tutto quello che sapevo su Beth, lasciandola semplicemente libera di vagare. Quasi immediatamente iniziarono ad apparirmi delle immagini, insieme ad altre cose che in qualche modo sapevo ~ cose che invisibili aiutanti sembravano sussurrarmi. Sei andata a fare una passeggiata in un bosco la scorsa settimana dissi lentamente. Ce n uno dietro casa tua. Ti sei sempre sentita al sicuro fra quegli alberi, li conosci molto bene e hai sempre pensato che quello fosse un ottimo posto dove rifugiarsi per scappare da tutto, per allentare lo stress. Allimprovviso capii che Beth era perfetta solo perch temeva da morire di non esserlo. La vera Beth non era affatto cos sicura di s. Stava sempre molto attenta a quello che faceva, vivendo nel costante timore di fare un passo falso. Riuscivo a sentire la sua tensione annidarsi come un serpente nelle profondit del suo ventre. Ti preoccupi sempre mi azzardai a dire. Per essere una brava sensitiva, la prima regola era non spaventare a morte le persone, non dovevo raccontare esattamente quello che vedevo.

Sei molto stressata. Vero sussurr Beth. Sembrava sullorlo di una crisi di pianto. Ma Willow, quello che vorrei sapere Non dirmelo la interruppi. Lascia che lo scopra da sola. Si zitti. E io feci lo stesso, attendendo che altre immagini affiorassero. E vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere. Con gli occhi della mente vidi Beth fermarsi sulla sponda di un ruscello, uno dei suoi posti preferiti. Si accovacci e sovrappensiero immerse la mano nellacqu a fredda e limpida. Non mimporta dei voti di fine anno, tent di convincersi. Ho sentito dire che alcuni college accettano pi volentieri chi non proprio perfetto, perch significa che ha ancora voglia di imparare Il flusso dei suoi pensieri sinterruppe quando il ruscello di colpo prese fuoco. Non erano fiamme vere e proprie, era luce. Una luce forte e intensa era apparsa sullaltra sponda, danzando sulle increspature dellacqua. Beth alz lo sguardo e sussult davanti a lei cera un angelo. Avvertii lo stupore dentro di me, ma lo respinsi per continuare a osservare il naturale susseguirsi degli eventi. Langelo era in piedi dallaltra parte del ruscello. Era una bellissima creatura alata, fatta di luce. Era raggiante. Quella era la parola che Beth aveva in mente. Lessere la guardava con unespressione dinfinita tenerezza. Non avere paura disse avvicinandosi a lei senza nemmeno sfiorare lacqua con la veste. Aprii gli occhi, confusa. Tu hai visto un angelo dissi. Si! esclam Beth, sporgendosi verso di me. Le sue dita stringevano forte le mie. Oh, Willow, accaduto davvero allora! Lo sapevo! venuto da me e mi ha posato le mani sulla testa e io ho provato una tale pace. Di colpo ho capito che i miei voti, la scuola, tutte le preoccupazioni che mi avevano tanto assillato non erano importanti!

Era un fiume in piena. Mi guardava con occhi di fuoco, deliranti. Stavo per parlarle, ma mi fermai. Il fatto era che non sapevo cosa dirle. Allora gli angeli esistevano davvero? Non ci avevo mai creduto, ma del resto non mi ero mai interessata troppo di questioni religiose, forse perch le chiese nei dintorni organizzavano degli incontri sotto enormi tendoni e consideravano i sensitivi come i figli di Satana. Mi morsi un labbro, persa nei miei pensieri. Forse Beth credeva di aver visto un angelo forse aveva ceduto sotto il peso della pressione a cui si sottoponeva quotidianamente, o magari se lera solo immaginato perch quel pensiero la faceva sentire meglio. Ma in un modo o nellaltro nessuna ipotesi se mbrava essere quella giusta. Nonostante avessi vissuto tutto questo attraverso gli occhi di Beth, limmagine che langelo aveva impresso nella sua memoria mi era sembrata del tutto reale. Deglutii. Ok be vediamo se c dellaltro. Richiusi gli occhi. Le dita di Beth si erano irrigidite, erano impazienti. Langelo le aveva tenuto la testa fra le mani per molto tempo. Proprio come aveva detto lei, la sensazione che ne era derivata era dimmensa pace. Ma cera dellaltro. Mi sforzai di mettere a fuoco di cosa si trattasse. Quella creatura sembrava averla prosciugata. Il suo tocco le aveva donato una splendida sensazione, ma laveva anche resa talmente debole che, quando finalmente lui se nera andato, a stento era riuscita a far ritorno a casa. Si trattava di una debolezza fisica o solo mentale? Non riuscivo a capire, era come se quella parte fosse stata rimossa. Da allora era tornata al ruscello ogni giorno, nella speranza che langelo riapparisse. E laveva fatto, spesso. Le immagini divennero in parte confuse: vedevo il viso dellangelo e un istante dopo un uomo con la stessa faccia. Di sottofondo avvertivo sempre la gioia, lo stupore di Beth e il turbine denergia che lavvolgeva quando veniva toccata. Rabbrividii

piena dinquietudine. Ma cosera quellessere? Hai incontrato langelo diverse volte dissi, cercando di mantenere un tono di voce neutro. Ma vedo anche un uomo con il volto dellangelo. S, lui disse Beth. La sua voce era un sussurro, una preghiera. Gli angeli possono farlo, loro sono fra noi, sono venuti ad aiutarci. Oh, Willow, non riuscivo a credere che fosse tornato da me. Mi ha promesso che potr sempre contare su di lui. Non sono non sono mai stata cos felice in tutta la mia vita. E sembrava proprio vero, ma sentivo che non era mai stata nemmeno cos disperata. Tuttavia non feci in tempo a dir nulla perch Beth si avvicin a me e, stritolandomi le dita, mi disse tutto dun fiato: Sento che la scuola, le feste, tutto questo non ha pi alcun senso, ora che so cosa c l fuori. Agit la mano libera in aria. Gli angeli esistono e questo significa che be, che senso ha preoccuparsi di tutto il resto? La fissai. Mmm che vuoi dire? Cal il silenzio e Beth abbass lo sguardo tracciando con le dita una sorta di disegno sulla tovaglia ricamata. Poi fece un respiro profondo e mi guard dritto negli occhi. Credo che lascer la scuola per unirmi alla Chiesa degli Angeli. Aprii le labbra ma lentamente le richiusi, a corto di parole. La Chiesa degli Angeli era una specie di organizzazione mistica sorta dal nulla e diffusasi a macchia dolio negli ultimi anni. Assomigliava pi a una setta, a dire il vero. Vedevo sempre la pubblicit in tv: cera un manipolo di fanatici che non faceva che blaterare sul fatto che gli angeli fossero puro amore e su quanto li avessero aiutati a risolvere praticamente qualsiasi tipo di problema potesse affliggere lumanit. S, aiutiamoli a dar fondo a tutti i loro risparmi commentava sempre zia Jo, stizzita. Beth stava ancora parlando. Ora che so che gli angeli esistono, voglio stare con persone che abbiano avuto la mia

stessa esperienza, che li abbiano visti e che mi capiscano. Il mio angelo ha detto che se mi unisco a loro potremmo stare insieme. Ma poi penso ai miei genitori Distolse lo sguardo, con le lacrime agli occhi. Frug nella borsa in cerca di un fazzoletto. Ho provato a parlargliene, sai? Ho provato a dire che volevo entrare a farne parte. stato terribile. Mi hanno detto che avrei buttato via tutto e che se fossi stata davvero cos ingrata da ignorare i sacrifici che hanno fatto per me, allora non avrebbero alzato nemmeno un dito per fermarmi. Soffocando un singhiozzo, si asciug gli occhi e scosse la testa. Non lo so. Quando sono lontana dal mio angelo, tutto sembra cos irreale. Ma al lo stesso tempo, non c mai stato nulla di pi vero di quella creatura, in tutta la mia vita. Come posso ignorarlo? Mi guard con occhi supplicanti. Willow, dimmi cosa devo fare. Ero a dir poco senza parole. Non mi ero mai sentita cos impotente in tutta la mia vita. Vediamo cosa riesco a scoprire dissi alla fine. Richiudendo gli occhi, allontanai i pensieri contrastanti che si affollavano nella mia mente e scavai in profondit alla ricerca dei tanti futuri possibili per Beth. Iniziarono a delinearsi nella mia mente come i rami di un albero, mostrandomi le conseguenze di ogni sua ipotetica scelta. Provai disagio per quello che vedevo. Quando lavevo fatto per altre persone, qualsiasi scenario si presentasse brillava come loro, ma il futuro di Beth sembrava privo di vita, offuscato. Quasi rattrappito. Il suo albero poi aveva una sola biforcazione: una coppia di rami fragili e torti che spuntavano da un tronco formando una specie di V. Un brivido di terrore mi attravers la schiena. Comera possibile? Il futuro di Beth prevedeva solo due vie e nessuna delle due sembrava proporre soluzioni esaltanti. Mi si strinse il cuore non appena mi misi a studiare il primo ramo. Oh mio

Dio, povera Beth. Pregando che il secondo le riservasse una vita migliore, mi concentrai e avvertii il gelo impadronirsi di me. Era un susseguirsi di immagini scollegate. Non potei fare a meno di trattenere il respiro di fronte a un futuro cos desolato e crudele. Qualsiasi fosse il significato di quellimmensa massa grigia, aveva laria di qualcosa di fatale, come una lapide immersa nella nebbia. Spalancai gli occhi. Beth, devi ascoltarmi. Quellangelo non ti sta facendo del bene dissi, e le mie parole si accavallarono per la fretta di parlare. Al contrario. La cosa migliore che tu possa fare non far mai pi ritorno al ruscello. Probabilmente ti trover lo stesso, ma forse ti lascer in pace e tu potrai Beth sussult, lasciando di colpo la mia mano. No! url. Non hai capito niente! Ascoltami! Hai due possibilit: una quella di ascoltare il mio consiglio. Prova a dimenticarlo, finisci la scuola e vai al college. Non sar una brutta vita dissi incerta. Ti specializzerai in Scienze Politiche e. e soffrirai di costante depressione per il resto della vita, tormentata dal dubbio di non aver fatto la scelta giusta. Quello non riuscivo proprio a dirglielo. Sarai una persona realizzata conclusi senza convinzione. Il viso di Beth si era fatto duro come il marmo. Ricacci il fazzoletto in borsa senza guardarmi. E dellalternativa che mi dici? chiese infine. Entrer a far parte della Chiesa degli Angeli? S, ma non ti aspetta nulla di buono. Ti ammalerai e Mi ammaler? chiese fissandomi dritto negli occhi. Ti sentirai sempre stanca. Anzi, esausta. Tu Per sar felice con loro, no? Mi guard da vicino, con sguardo immobile, attento. Credo di s ammisi controvoglia. tutto molto confuso ma s, incontrerai di nuovo il tuo angelo e ce ne saranno tanti

altri. La chiesa ti accoglier. Per la prima volta, sentirai che la tua vita ha un significato. Ma Gli occhi di Beth scintillavano. Willow, meraviglioso! disse affannata. Era proprio quello che avevo bisogno di sapere! Non sarebbe un errore quindi S che lo sarebbe! ribattei. La mia voce sferz laria come una frusta e Beth alz le sopracciglia per la sorpresa. Fidati di me, questa non una buona scelta. tutto cos freddo. Mi batteva forte il cuore mentre ripensavo a quella massa grigia, inquietante. Allimprovviso qualsiasi cosa avessi potuto dire mi sembr stupida, cos totalmente inadeguata a descrivere quello che provavo. Beth rimase immobile, con gli occhi fissi su di me. Sentivo la tv nellaltra stanza e il mormorio della voce della badante che diceva qualcosa a mia madre. Poi Beth si schiar la voce. Be cosa significa freddo? Vuoi dire, come la morte? Mi scostai i capelli dal viso, frustrata. Non lo so! Ho gi visto la morte prima dora, e non era cos. Non so di cosa si tratti, so solo che non nulla di buono. Beth sembr pensierosa, il suo sguardo era turbato. Poi scosse la testa. Non non so cosa pensare. Quello che mi stai dicendo tutto il contrario di ci che sento dentro. Io so che langelo mi vuole bene. Lo sento qui! disse toccandosi il petto con la mano. Non so coshai visto tu ma C una parte di te, per, che non ne sicura, altrimenti non saresti qui la interruppi in preda alla disperazione. Sollev di colpo la testa, sconvolta. E che mi dici della stanchezza, Beth? iniziato tutto quando hai visto langelo per la pr ima volta, vero? La senti anche ora! Ti fanno male i muscoli e ti senti senza forze, sei a pezzi Beth arross. Poi, senza degnarmi di uno sguardo, scost la sedia e si alz, mettendosi la borsa in spalla. Grazie, Willow disse in tono distaccato. Quanto ti devo?

Balzai in piedi. Aspetta! Fatti solo questa domanda, ti prego: se fosse la scelta giusta, perch mai dovresti sentirti cos male? dissi in tono supplichevole e afferrai lo schienale della sedia con entrambe le mani. Non so di che parli disse Beth, con lo sguardo abbassato. Io mi sento bene. Ecco tieni, pu bastare? Estrasse un portafoglio di pelle dalla borsa e mi allung una banconota da venti. Non la presi e lei la pos sul tavolo, infilandone un lato sotto la zuccheriera. Ok, adesso meglio che vada No! esclamai afferrandola per un braccio. Beth, ti prego, ti prego ascoltami quella cosa ti sta uccidendo! Mi gel con lo sguardo e si divincol. Mi zittii, disperata. Mi ero spinta troppo in l, lavevo spaventata. Dannazione! Dannazione! Grazie di avermi letto la mano ripet con voce glaciale. stato molto interessante. Non c bisogno che mi accompagni alla porta, sto bene. Detto questo, se ne and, aprendo i separ e avviandosi gi per il corridoio. Un attimo dopo udii la porta di casa sbattere, leggermente pi forte del dovuto. Crollai sul tavolo sprofondando nel mare grigio della sconfitta Cosaltro avrei potuto fare? Se avessi usato altre parole, parole migliori, avrei forse potuto convincerla? Gi, perch ora come ora sembrava proprio aver preso la sua decisione. Era destino. Stava correndo fra le braccia del suo angelo. Ma che cosera quella creatura? Ripensai a quello che avevo visto, cercando di capire. Ma da qualsiasi punto guardassi la cosa, potevo affidarmi solo a quello che avevo provato: sembrava trattarsi di un essere molto potente che aveva deciso di condurre Beth verso la distruzione. Non poteva essere vero o forse s? Cos che avevo visto davvero? Abbandonandomi sulla sedia, mi ritrovai a guardare un

quadro dalle sfumature viola appeso alla parete che raffigurava un pagliaccio. Aveva in mano un narciso con il gambo afflosciato e unenorme lacrima scintillante su una guancia colorata. Zia Jo laveva acquistato qualche anno prima a un mercatino allestito in un garage. Un affarone, eh? aveva detto orgogliosa quando laveva appeso alla parete. Me lo sono aggiudicato per soli venti dollari! Venti dollari. Mi cadde locchio sulla banconota sotto la zuccheriera. Lafferrai, poi la rimisi sotto la zuccheriera e mi presi la testa fra le mani. Guarda un po qui, Miranda, non bello? domand zia Jo indicando qualcosa alla tv. Era sera tardi, dello stesso giorno, avevamo gi cenato avevo cucinato io perch detesto il cibo confezionato, e a casa di zia Jo qualsiasi cosa debba essere cucinata automaticamente non viene presa in considerazione come parte della catena alimentare. Cos avevo scodellato un bel piatto di spaghetti a tutte e tre, perch lo sapevo fare e non mi dovevo nemmeno impegnare troppo. E poi tagliare verdure e mescolare il pomodoro nella pentola erano cose che mi rilassavano e quella sera ne avevo proprio bisogno. Non riuscivo a smettere di pensare a Beth. Per tutta la cena zia Jo non aveva fatto che parlare di questa donna del suo ufficio che lei odiava. Che sorpresa. Non le piaceva nessuno. Mangiai a testa bassa, limitandomi ad arrotolare gli spaghetti sulla forchetta e a dire mmm a intervalli regolari. Alla mamma, ovviamente, sembrava che lei non esistesse. Se ne stava seduta al suo posto a giocherellare con le posate, lo sguardo sognante sul piatto, e ogni tanto mandava gi un boccone, distrattamente. A volte la invidiavo. Almeno lei non doveva nemmeno fingere di ascoltare zia Jo. Quella sera eravamo tutte insieme nella sala da pranzo e zia Jo stava tentando di interagire, termine che aveva sentito dire

al terapista, con la mamma. Il tutto consisteva nel riuscire ad attirare la sua attenzione anche solo per un secondo, come se fosse ancora nel nostro mondo e non nel suo. A volte mi chiedevo perch ci sforzassimo tanto. Chiss, magari la mamma era pi felice l dovera. Miranda! esclam zia Jo dandole un colpetto non troppo delicato sul braccio. Mi stai ascoltando? Guarda la tv! Non ti piace quella spiaggia tropicale? Le parlava pi forte e pi lentamente del solito, come se avesse davanti un bambino di tre anni. La mamma non rispondeva. Era seduta sulla sua poltroncina preferita con la mente persa da qualche parte. Ci assomigliavamo molto. Avevamo gli stessi capelli biondi ondulati, anche se i suoi erano a caschetto per tenerli in ordine pi facilmente. Era anche alta quanto me, ma un po pi in carne. Due anni seduta su una sedia lavevano resa pallida e con qualche chilo di troppo. Era rotondetta. Per era ancora bellissima. Lo era sempre stata. La guardai negli occhi grandi e verdi come i miei. Come due piselli in mezzo a un lago, diceva lei. S, perch mia madre non era sempre stata cos. Be, se non altro, prima mi parlava. Quando ero piccola giocava con me e rideva. Ma anche allepoca era co s strana e timida con le altre persone che quando avevo circa cinque anni sentii che dovevo proteggerla perch non ce lavrebbe fatta da sola. A volte una nuvola grigia incombeva su di lei e la portava via, lontano da me. Se ne stava seduta, immobile, e non cerano strilli e capricci che servissero a farla tornare indietro, finch non fosse stata lei stessa a volerlo. Dovetti imparare a cucinare, a spazzolarmi da sola i capelli e capii che non avrei mai e poi mai potuto parlare a nessuno di lei, altriment i me lavrebbero portata via. Con il passare degli anni, i miei pi grandi timori sembrarono essere fondati. Mia madre era scivolata via,

rintanandosi sempre pi nel mondo dei sogni, finch un giorno non torn pi. Miranda! insistette zia Jo, agitandole una mano davanti agli occhi. Non ti piacerebbe essere su quella spiaggia? La mamma emise un sospiro con lo sguardo fisso su qualcosa che nessuna di noi due poteva vedere. cos bello mormor. Quanti colori larcobaleno No, non c nessun arcobaleno disse zia Jo in tono deciso. Guarda, Miranda. Guarda! una spiaggia. La mamma non rispose. Sulle sue labbra apparve un sorriso. Miranda Credo che non abbia nessuna intenzione di interagire con te, zia Jo le dissi stanca. Io ci provo sempre, quando la zia non c, ma lo faccio a modo mio. Le parl e basta, senza trattarla come una minorata mentale. E allora lasceremo che se ne stia seduta l e basta disse stizzita zia Jo, e sprofond nel divano. Guardammo in silenzio quel programma da idioti. Sullo schermo, la detective stava ordinando con aria spensierata un Mai lai in un bar tropicale. Mi strinsi le gambe al petto, osservando le immagini che scorrevano sullo schermo senza concentrarmi. Speravo tanto che Beth avesse solo immaginato di aver visto un angelo, che fosse solo frutto di una mente sotto pressione. Ma sapevo che non era cos. Di qualsiasi cosa si fosse trattato, quellessere era reale e probabilmente le aveva gi rovinato la vita. Dovevo fare qualcosa, ma non sapevo nemmeno da dove cominciare. Il campanello di casa suon. Vado io dissi alzandomi. Sar Nina che mi chiede se mi va di uscire. Nina si dimenticava sempre il cellulare da qualche parte o era senza credito. In un certo senso speravo che non fosse lei. Non me la sentivo di affrontare il suo solito cinismo. Dando unocchiata alla mamma per vedere se stava attenta, zia Jo cambi canale sintonizzandosi su quello dello shopping la sua casa spirituale, nemmeno a dirlo. Poi si rimise comoda

e annu senza neanche guardarmi. Se esci, compra il latte disse. Ma non era Nina. Lo intuii immediatamente dalla statura dellombra dallaltra parte del pannello di vetro della porta dingresso. Chiunque fosse, era alto sul metro e ottanta e con le spalle larghe. Aprii la porta di una fessura. S? Luomo nella nostra veranda aveva capelli color sabbia e un bel viso dai tratti decisi. Doveva avere intorno ai venticinque anni o forse di pi non riuscivo a distinguere bene. Ciao disse inclinandosi da un lato per guardarmi. Tu devi essere Willow Fields, giusto? Ho sentito che leggi la mano. Il battito del mio cuore acceler di colpo per poi subire una battuta darresto, e improvvisamente mi fu tutto chiaro: era luomo che avevo visto nella mente di Beth. Oddio, era il suo angelo, ed era venuto qui. Avrei voluto sbattergli la porta in faccia, ma quel suo sguardo mi aveva congelato sul posto era cos intenso, ti faceva sentire come se stessi precipitando in un pozzo senza fine. Mmm a volte balbettai. Capisco. Potresti leggere la mia? Per un attimo pensai di essere impazzita e che lui fosse solo un cliente che mi aveva rintracciato attraverso il passaparola, in fondo succedeva spesso. Provai un senso di nausea al solo pensiero di toccarlo. Quando parlai, la voce mi usc un po troppo forte, rivelando lo stato di panico in cui ero. No, ora non posso, ho da fare. Sottraendomi a quello sguardo tagliente, iniziai a richiudere la porta, ma prima che me ne rendessi conto, lui fece un rapido passo in avanti bloccandola con un piede. Contemporaneamente allung una mano e afferr la mia. La sua energia mi travolse. Fu come cadere nellacqua a duecento chilometri orari. Spalancai le palpebre, non riuscivo a respirare. Mi passavano davanti agli occhi immagini che non

ero in grado di trattenere. Cera una luce bianca che si avvitava su se stessa formando un fiore. Flash di persone con gli occhi pieni di stupore si susseguivano senza fine. Immagini di un altro mondo fatto di torri scintillanti ed esseri avvolti in una tunica. Ali che si spalancavano e si richiudevano. Grida. Fame. La fame mi ruggiva dentro, soffocando qualsiasi altra sensazione. Avevo bisogno di nutrirmi. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di Luomo lasci andare la mia mano e dovetti appoggiarmi a uno stipite per non cadere. Non avevo pi energie. Non riuscivo a parlare, avevo il fiatone come se avessi corso per chilometri. Cosa cosa sei? gli chiesi alla fine con un filo di voce. Lui rimase a fissarmi senza dire una parola. Ogni parvenza di cordialit era scomparsa dal suo volto. Una sensazione di pericolo si abbatt su di me come una gigantesca onda, e insieme avvertii anche una paura strisciante, come una serpe in attesa nelloscurit. Si pul la mano sulla camicia, senza togliermi gli occhi di dosso. Poi si volt di scatto e se ne and, scendendo di corsa gli scalini. Sal su unauto grigia metallizzata, sbatt la portiera e si allontan nella notte. Quando il rumore dellauto scomparve, rimasi l ad ascoltare i grilli frinire e il traffico dellautostrada in lontananza, in preda a pensieri confusi, finch il terrore non inizi a scuotermi. Chiusi la porta a chiave con le mani che mi tremavano e tornai di corsa in salotto. La mamma era ancora seduta nella sua poltrona con lo sguardo perso nel vuoto. Rimasi l in piedi a osservarla per un po, stringendomi le braccia al petto perch smettessero di tremare sperando con tutta me stessa che mi guardasse e mi dicesse Willow, va tutto bene? Dimmi cosa c, piccola. C niente che io possa fare per aiutarti? Chi era? chiese zia Jo distogliendo per un istante gli occhi dallo schermo.

Nessuno risposi piano. Sapevo che non sarebbe servito a niente, ma mi misi ugualmente in ginocchio davanti a mia madre e le strinsi le mani fra le mie. Mamma? Mi senti? le sussurrai. Zia Jo mi guardava come se fossi matta. Che stai facendo? Niente. Parlo con la mamma. Lei tir su con il naso. Be, buona fortuna. Non mi sembra molto loquace stasera. Non le risposi mentre si dirigeva in cucina. Rimasi in ginocchio ai piedi della mia povera, bellissima mamma strofinandole le mani. Mamma? Mamma, riesci a sentirmi? Ti prego I suoi occhi si mossero per un istante. Willow? S. Sono qui. Abbandonandosi sulla poltrona, emise un sospiro e chiuse gli occhi. Un ricciolo le ricadde sul viso e io lo scostai, sfiorandole il sopracciglio. Poi il sorriso le riaffior sulle labbra e con un tonfo al cuore capii che se ne era andata di nuovo. Era tornata nel suo mondo, alle sue stupende e incantevoli visioni. Frustrata, la osservai desiderando di saper stabilire un contatto con lei. Ma non sarebbe mai accaduto: sarei stata per sempre condannata a cercarla, senza riuscire a trovarla. Avrei dovuto esserci abituata dopo tutti quegli anni. E in un certo senso lo ero ma a volte, come in quel momento, la tristezza e la delusione mi assalivano in maniera cos violenta da atterrirmi. Avevo persino provato a leggerle la mano ma era stato tutto inutile, perch la sua mente era troppo lacerata. Quella volta intravidi solo arcobaleni e nuvole, insieme a piccoli frammenti di ricordi. Fu unesperienza talmente deprimente che non ci riprovai pi. Quanto odiavo mio padre, chiunque fosse. Sapevo che prima del suo arrivo la mamma era normale, me laveva detto zia Jo. Non ho idea di cosa le abbia fatto, ma dopo averlo incontrato

non pi stata la stessa mi aveva detto una volta. I dottori possono dirmi quanto vogliono che si tratta di schizofrenia catatonica, ma io so qual la verit. stato lui a spezzarle il cuore a rubarle lanima. Quando le lessi la mano, intravidi la sua immagine fluttuarle nella mente, e mi spavent a tal punto che il pensiero di avere il suo sangue nelle mie vene mi fece rabbrividire. Per fortuna ci aveva abbandonato e non si era pi fatto vivo. Quella era lunica cosa buona che avesse mai fatto, per quanto mi riguardava. Zia Jo torn dalla cucina con un piatto colmo di biscotti. Willow, devi esserti mangiata mezzo pacchetto ieri sera disse, contrariata. Sai bene quanto adori lo spuntino serale, non bello scoprire che qualcuno ha gi spazzolato via tutto. Sospirai con lo sguardo ancora fisso sulla mamma. Scusa mormorai, alzandomi in piedi. Zia Jo alz il volume della tv, io baciai mia madre sulla guancia e andai di sopra in camera mia, stringendomi forte le braccia al petto mentre mi facevo largo fra i mucchi di roba che sembravano ormai crescere spontaneamente sulle scale e sul pianerottolo. Chiusi la porta alle mie spalle e rimasi in piedi per un momento a fissare la camera in silenzio i sacchettini di lavanda appesi alle colonne del letto, le pareti viola e argento che avevo dipinto io stessa. Langelo di Beth era reale. Dopo essersene andata, doveva essere corsa dritta da lui per dirgli tutto e lui era venuto a cercarmi. I miei pensieri si agitavano in lunghe spirali. Con chi avrei potuto parlarne? A chi avrei potuto chiedere aiuto? Nina avrebbe riso di me. Zia Jo? Ah ah, divertente. Ok, calmati. Rifletti. Feci un respiro profondo, mi sedetti sul letto e mi sforzai di richiamare alla mente le Immagini confuse che avevo visto in uno dei due possibili futuri di Beth e di ricordarne ogni dettaglio. In uno dei flash quella cosa si trovava nella Chiesa degli Angeli, poi ne erano apparsi altri. Erano davvero degli angeli?

Mi venne la pelle doca. Mi alzai di nuovo, andai alla scrivania e accesi il computer. Era vecchio, lavevo comprato con i soldi guadagnati leggendo la mano e ci metteva una vita a caricarsi. Quando finalmente smise di borbottare e rimuginare dati fra s, andai su internet. Digitando Chiesa degli Angeli apparivano milioni di link. Cliccai sul primo, chiesadegliangeli.com e un modernissimo sito apparve lentamente sullo schermo. Cera lImmagine della chiesa color perla che avevo visto tante volte nella pubblicit, immersa nella luce del sole. CHIESA DEGLI ANGELI. UNA SPERANZA PER MOLTI ANCHE PER TE, recitava il testo sottostante. Feci una smorfia di disgusto. Sapevo che un sacco di gente traeva grandi benefici dalla fede religiosa e questo mi rendeva felice, ma qualsiasi cosa professasse di essere una speranza per molti mi lasciava sconcertata e dopo aver ascoltato Beth, lo ero ancor di pi. Cliccai sul link Chi siamo in cima alla pagina. Apparve un video e mi ritrovai a fissare una pubblicit della Chiesa. Cera un prato grigio, sferzato dalla pioggia, con lerba che oscillava al vento. Ti senti solo? diceva una voce. Poi la telecamera zoomava su una chiesa bianca in mezzo al prato e allontanandosi di nuovo mostrava centinaia di persone in cammino su per una collina verso quel luogo di colpo la chiesa sembrava enorme, persino pi grande della pi imponente delle cattedrali. Il sole si rifletteva sulla pietra candida di cui era fatta. Le persone si fermavano e alzavano lo sguardo, sorridendo beate, immerse nella luce del sole. Credi che Dio ti abbia abbandonato? Abbi fede perch Dio potrebbe anche non esserci, ma gli angeli s. Gli angeli mi hanno salvato la vita diceva una donna di mezza et rivolta alla telecamera con occhi ferventi. Loro sono puro amore e quello che hanno fatto per me, possono farlo anche per voi. Provai un improvviso senso di disagio. Sul volto aveva la stessa espressione di Beth, e parlava proprio

come lei. Portandomi le mani al volto, continuai a guardare il video. Lo davano cos spesso in tv che sapevo quasi tutte le parole a memoria. Di solito cambiavo canale, ma in quel momento decisi di ascoltare attentamente, e quando lo spot fin lo feci ripartire. Era tutto cos finto Cos patinato. Poi mi venne in mente di aver sentito che una delle loro sedi si trovava a Schenectady, a un centinaio di chilometri da casa, cos cercai informazioni e mi ritrovai a fissare lo schermo a bocca aperta. Quella non era una semplice chiesa, era una citt vera e propria, con tanto di appartamenti nelle vicinanze delledificio di culto e persino un piccolo centro commercia le. Sul sito cera scritto che ci abitavano gi pi di cinquemila fedeli, in continuo aumento. Cinquemila. Pi o meno un terzo di Pawntucket. Se ti fossi unito alla Chiesa degli Angeli, avresti potuto tranquillamente non mettere pi piede nel mondo reale. Forse era proprio per questo che la gente ci andava. Mi massaggiai le tempie. Domani a scuola parler di nuovo con Beth, decisi infine. Ok, il primo futuro che avevo visto non era il massimo, ma era decisamente meglio del gelo che mi aveva trasmesso limma gine della Chiesa degli Angeli. Magari, se mi fossi sforzata, sarei riuscita a farle vedere quello che vedevo io. Dopo di che, avrei pensato a cosa fare riguardo a quella creatura che le si era appiccicata addosso.

CAPITOLO 3
Raziel era in piedi accanto a una balaustra candida come la neve, con le mani giunte dietro la schiena, a osservare la vasta area che si estendeva a perdita docchio davanti a lui. La pi importante cattedrale della Chiesa degli Angeli, nella periferia di Denver, in Colorado, un tempo era il maggiore complesso sportivo della zona delle Montagne Rocciose. Ma una volta caduto in mano a unorda di fedeli, si era trasformato in un importante luogo di culto, pieno di panche lucide e sormontato da unelegante cupola. Chi sedeva in fondo appar iva come un puntino per quelli che stavano davanti. Degli altoparlanti erano stati fissati, in maniera discreta, in cima a ogni colonna di marmo bianco e rosa della cattedrale, di modo che tutti riuscissero a sentire forte e chiaro i sermoni in lode agli angeli, mentre vetrate colorate ornavano le pareti curve, ritraendo effigi di angeli che, uno accanto allaltro, si sfioravano con le ali e tendevano le braccia verso i fedeli. Venite a noi. Gi, pens Raziel con un sorrisetto compiaciuto. Venite, venite. E loro lo facevano, a frotte. Apr e richiuse le dita. Come tutte le forme umane degli angeli, quella di Raziel era straordinariamente bella, ma era difficile attribuirgli unet poteva avere venticinque anni come quarantacinque era alto, snello, con i capelli neri come il carbone e occhi altrettanto scuri. Sapeva che gli umani giudicavano i suoi tratti in particolar modo la fronte alta e il pomo dAdamo pronunciato segno di animo sensibile e inclinazione artistica, e la cosa lo divertiva molto. Era in pausa tra una funzione e laltra. In lontananza, turisti e fedeli passeggiavano senza fretta nella vastit di quello spazio, ammirandone le caratteristiche e scattando fotografie,

oppure si sedevano su una panca e pregavano a capo chino. Raziel studi quelle figure umane in movimento, chiedendosi se fosse tempo di nutrirsi. Erano trascorse solo poche ore dallultima volta, e lavrebbe fatto solo per gola, ma con una tale variet umana a disposizione era difficile resistere. Il bello era che alla fine quegli esseri gli erano pure riconoscenti. Gli facevano quasi tenerezza. Presa una decisione, si concentr sul suo corpo e avvert ogni molecola ribollire mentre spostava lenergia verso lalto, nelletere. Con una leggera scossa, il corpo umano di Raziel si dissolse e la creatura riassunse la sembianza di un angelo radioso, scintillante di luce azzurra, alto un paio di metri. Vacill sul posto, abbagliato dalla sua stessa bellezza, poi spalanc le ali. In quellelevato stato di coscienza riusciva a vedere laura che ciascun umano emanava, una sorta di bagliore, fragile come una bolla di sapone, che li circondava. Con un impercettibile movimento delle ali, Raziel si allontan dalla balconata, si libr in aria verso la cupola, e da l si mise a osservarli. Mentalmente escluse quelli con laura ingrigita, debole qualcuno si era gi nutrito di loro, perci quel tipo denergia non gli avrebbe provocato la stessa scossa di piacere che gli derivava da umani che non erano ancora stati iniziati alla gloria celestiale. Per non parlare del fatto che quelli di cui non si era nutrito personalmente avrebbero avuto il sapore di altri angeli, un sapore dal gusto quasi proibito che non gli dispiaceva affatto, ma in quel momento aveva voglia di qualcosa di vergine. Di puro. Sorrise fra s una volta individuato quello giusto: un ragazzo sui ventanni o gi di l, che aveva una potente aura blu verdastra. Volteggiando in tondo su di lui, Raziel si concentr per entrare in contatto con la sua energia. Lo sent sussultare e abbandonarsi immediatamente: sul volto del ragazzo apparve unespressione confusa, come di chi sente una musica ma non capisce da dove provenga. Poi si volt e vide

Raziel che incombeva su di lui. Spalanc gli occhi, con i piedi ben piantati a terra, e rimase a guardare a bocca aperta quellangelo che solo lui poteva vedere. Con delicatezza, Raziel esegu delle spirali e atterr davanti a lui. La sua luce accecante colp il ragazzo, illuminandolo come un attore sul palco. Sono qui per te sussurr, consapevole che le sue parole sarebbero risuonate nella mente di quellumano come centinaia di campane a festa. Il ragazzo inizi a tremare. Io io S, tu, solo e soltanto tu disse Raziel, avanzando con un sorriso. Parlava con accento leggermente britannico. Come a molti angeli, anche a Raziel accadeva spesso di prendere involontariamente le sembianze di precedenti donatori denergia. Aveva quellaccento da anni ormai. Lenergia proveniente da quellumano lo rendeva particolarmente euforico. Avanz verso il ragazzo, con la veste bianca che oscillava dolcemente sui suoi fianchi. In passato gli angeli non si prendevano nemmeno il disturbo di indossare delle tuniche non ne avevano bisogno ma gli umani sembravano cos attenti a quel genere di dettagli che era brutto disilludere le loro aspettative. Con un fremito di soddisfazione, Raziel protese le mani verso 1aura blu verdastra. Mentre altri umani andavano e venivano con le loro borse e macchine fotografiche strette in mano, la giovane e potente energia di quel ragazzo si rivers in lui, riempiendolo, nutrendolo. Che bellezza. In quellistante frammenti di ricordi del giovane gli apparvero come flash davanti agli occhi, insieme ai suoi sogni e alle sue speranze. Erano banali come quelli del resto dellumanit. Razie l li lasci andare per concentrarsi sul puro piacere che provava quando si nutriva. Laura cominci a tremolare, e la sua luce diminu dintensit, si fece grigia fino a ritirarsi del tutto. Il ragazzo, dal canto suo, aveva unespressione inebetita, spiazzata, mentre guardava langelo e si beava della sua bellezza e della

sensazione di serenit che, come Raziel ben sapeva, provava a contatto con lui. Lo sapevo sussurr, con le lacrime agli occhi. Ho sempre saputo che gli angeli esistevano Che bravo disse Raziel, staccandosi infine da lui. Percep la sua aureola farsi pi luminosa sotto limpulso dellenergia appena immessa. Sorridendo al ragazzo quasi con affetto, allung di nuovo una mano verso di lui e gliela pos sul capo. Resta con noi disse. Abbiamo un compito per te. Il giovane non sarebbe mai pi stato lo stesso, ovviamente, ma Raziel sospettava che, una volta che si fosse ripreso, Lailah lavrebbe particolarmente apprezzato. La sua amica adorava lenergia giovane e la collezionava, cos come gli umani collezionano bottiglie di vino pregiato. Lo far! esclam il ragazzo. Eccome se lo far! Raziel spieg le ali e si libr in aria. Interrompendo il collegamento mentale che gli aveva permesso di rendersi visibile, gli parve di sentire qualcuno che diceva: Tom? Che ti succede?. E limmancabile risposta: Ho visto un angelo!. Vorticando verso lalto, Raziel intravide unesile donna dai capelli color nocciola in ginocchio davanti a una panca con il capo reclinato sulle mani giunte, in segno di preghiera. Per quanto danneggiata, la sua energia stava tentando con tutte le sue forze di rigenerarsi, cera una sfumatura di rosa in tutto quel grigio. Mentre Raziel la osservava, lei alz gli occhi verso una vetrata colorata con un sorriso estatico sulle labbra. Oh, che carina, pens Raziel, studiandola da capo a piedi. Era una residente? Si ripromise di convocarla nelle sue stanze al pi presto, per godere di un piacere diverso: non tutti gli angeli erano interessati a conoscere i piaceri della carne, ma Raziel ne era un esperto cultore da secoli. Mentre lamico abbracciava Tom sul pavimento della cattedrale sottostante, esclamando Sia lode agli angeli!, Raziel si ritir nelle sue stanze, scivolando fra i candidi

corridoi fino a raggiungere il suo ufficio di legno caldo e lucido, con il pavimento ricoperto da un tappeto grigio e numerosi libri antichi allineati su una parete. Atterrando, si concentr per riportare la propria coscienza al livello umano. Con un bagliore il suo corpo torn a manifestarsi, compresi i costosi pantaloni e la camicia bianca inamidata che indossava fino a poco tempo prima. Bastava solo un po di pratica, dopo tutto i vestiti erano semplicemente composti di molecole di diverso tipo: dovevi solo impegnarti un po di pi durante la trasformazione. Raziel si mise a sedere alla scrivania e alz lo sguardo quando bussarono alla porta. Avanti disse. La porta di legno si apr senza fare rumore e sulla soglia apparve un giovane dalla chioma scura, riccia e fluente, che inizi ad avanzare verso di lui lasciando morbide impronte sul tappeto sontuoso. Inchinandosi disse: Signore, Lailah qui per vederla. Eccellente. Mettendo da parte una pila di tediose pratiche che lo attendeva, Raziel si abbandon sullo schienale della sua poltrona di pelle. Falla entrare, Jonah. Jonah si ritir con discrezione e un istante dopo Lailah fece ingresso con aria disinvolta. La sua sembianza umana aveva lunghi capelli scintillanti color biondo rame ed enormi occhi azzurri. Le sue curve erano come sempre in bella mostra, avvolte in un tubino nero di pelle dalla scollatura mozzafiato. Notando che stava fumando un sottile sigaro marrone, Raziel fece una smorfia di disgusto. Alcuni angeli ritenevano che Raziel fosse diventato un bacchettone, ma cera un limite a tutto. Ti dispiace? disse in tono sbrigativo, spingendo verso di lei un immacolato posacenere di cristallo. Lailah scroll le spalle con aria innocente, poi spense il sigaro e si mise a sedere. Hai sentito? domand accavallando una gamba affusolata sullaltra.

Cosa? Che la Seconda Ondata stata autorizzata? ribatt Raziel, abbandonandosi di nuovo contro lo schienale e allungando le gambe sotto il tavolo. una buona notizia, no? Il piccolo esperimento del Consiglio ha funzionato a meraviglia. Daltronde, noi glielavevamo detto. Lailah scoppi a ridere. La sua risata era simile a una cascata dargento. Gi, credo che la maggior parte di quelli della Prima Ondata siano rimasti sorpresi di scoprire che stare qui non poi cos male. Si sono abituati a nutrirsi di umani pi facilmente di quanto pensassero. Raziel sorrise. Afferrando una lima che giaceva sulla sua scrivania, inizi a farsi le unghie. Be, lappetito vien mangiando. Una volta assaggiati, non se ne pu pi fare a meno, eh? La cosa reciproca disse Lailah, osservando il lussuoso ufficio con aria compiaciuta. Lei ne aveva uno altrettanto spazioso. A quanto pare, nemmeno loro riescono pi a fare a meno di noi. Esattamente come Lailah, Raziel era uno di quegli angeli a cui era sempre piaciuto il sapore dellenergia umana. Per secoli, angeli come loro erano scesi sulla terra per godere dei piaceri derivanti dalla forza vitale degli uomini. Per quanto questo comportamento fosse tollerato, la maggior parte degli angeli lo considerava meschino, primitivo, e rimaneva al proprio posto. Poi venne la Crisi e tutto cambi: il mondo degli angeli stava morendo. Quando, due anni prima, il piano del Consiglio Serafico per salvarli era stato rivelato, Raziel e Lailah si erano volontariamente offerti di far parte della Prima Ondata sperimentale nel mondo degli uomini. Perch no? A Raziel quel posto non dispiaceva affatto e andarci lo avrebbe fatto apparire valoroso e temerario agli occhi di tutti. Per la maggior parte dei partecipanti alla Prima Ondata, il trasferimento fu pi che altro dettato da necessit: le risorse angeliche si stavano esaurendo velocemente e per sopravvivere

gli angeli avevano bisogno di nutrirsi, nonostante gran parte di loro non avesse mai assaggiato lenergia umana. Erano s tate valutate tutte le possibili conseguenze prima che il piano venisse approvato, ma nessuno si era mai veramente fermato a pensare non che importasse troppo, in effetti a quale sarebbe stata la reazione degli umani vedendo il proprio mondo invaso di colpo con tale violenza. Si convinsero che non ci sarebbero stati rischi. Avrebbero potuto assumere forme umane per mimetizzarsi e nessuno sarebbe stato capace di far loro del male. E se qualcuno fosse riuscito a vederli per come erano davvero, sarebbe successo solo perch era vittima di uno di loro, e la sua mente sarebbe uscita irrimediabilmente sconvolta da tanta bellezza. Certo, la piccola gang di assassini di angeli che si aggirava per il paese rappresentava una seccatura, ma non cera motivo di preoccuparsi: erano cos pochi da risultare patetici. Dopo tutto, gli angeli sapevano che scendere sulla Terra sarebbe stata la loro unica possibilit di salvezza. Quello che nessuno avrebbe mai potuto prevedere fu la reazione entusiasta della popolazione. Solo pochi mesi dopo la Prima Ondata, la Chiesa degli Angeli aveva iniziato a diffondersi a macchia dolio, spontaneamente, per mano di coloro che, a buon diritto, avevano fiutato una possibilit di guadagno. Molto presto ogni sede dellorganizzazione ebbe uno o pi angeli a cui far riferimento: passavano intere giornate a crogiolarsi fra tanta adulazione e si nutrivano pigramente di chiunque andasse loro a genio. Naturalmente non tutti gli angeli erano coinvolti nel progetto della Chiesa molti di loro avevano sviluppato un gusto per la caccia e si aggiravano per la citt attaccando persone a caso e seminando il terrore per le strade. Era come se un istinto primordiale che non si era mai manifestato nel loro mondo perfetto fosse venuto prepotentemente in superficie godendo della propria avidit. Per alcuni, per, la Chiesa era diventata un rifugio sicuro e, in quanto istituzione riconosciuta, ricevette tutta una serie di

vantaggi: per via della sua incredibile diffusione, in breve tempo ottenne una propria emittente televisiva, una casa editrice e unenorme quantit di pubblicit sulla rete. Sponsorizzata dagli angeli stessi, lidea di essere salvati dalle creature celesti aveva invaso il paese e si stava diffondendo a grande velocit, conquistando sempre pi fedeli e migliaia di nuovi adepti ogni giorno. Erano impazienti, sebbene non avessero ancora incontrato un angelo faccia a faccia. Gli angeli della Seconda Ondata, che sarebbe arrivata di l a poco seguita da numerose altre , avrebbero trovato un mondo molto diverso da quello in cui erano giunti i primi: un mondo che avrebbe acclamato la loro venuta con entusiasmo e li avrebbe accolti a braccia aperte. Laspetto comico di tutto questo, pens Raziel, era che nessuno aveva la minima idea di cosa stesse accadendo. I non credenti davano del pazzo a chi invece credeva. Un gran numero di scettici denunciava apertamente quella ridicola mania che si era impadronita di tutto il paese. Era sempre divertente quando imo di loro soccombeva alla potenza del fuoco sacro e pubblicamente dichiarava di essersi dovuto ricredere. Allo stesso modo, qualsiasi altro tipo di organizzazione contro la Chiesa rappresentava una minaccia irrisoria: bastava nutrirsi di qualche esponente del corpo di polizia o del governo perch tutto tornasse tranquillo. E tu hai un ruolo privilegiato in tutto questo, non cos? disse Lailah con un sorriso smagliante. Mentre si metteva comoda sulla sua sedia, Raziel not che portava un ciondolino della Chiesa degli Angeli al collo. Un tocco di classe. Proprio come me. Raziel, con unespressione da finto innocente, alz le sopracciglia. Non so di cosa tu stia parlando. Sto solo facendo il mio dovere su precise indicazioni degli umani, dirigo la Chiesa per loro. Lailah butt indietro la testa ridendo. Che gesto nobile da

parte tua! Non vedo lora di vedere che faccia faranno i membri del Consiglio quando si renderanno conto di quanto potere hanno gi perso. Raziel sorrise. Sebbene inizialmente gli angeli non avessero intenzione di accaparrarsi ogni attivit umana, questo era esattamente quello che stava accadendo. Ed essendo lui stesso uno dei massimi esperti della natura umana, occupava una posizione di grande rilievo. Sarebbero arrivati angeli pi anziani di lui nellimminente Ondata, ma per allora lui sarebbe stato di fatto riconosciuto come uno dei leader del movimento. Aveva gi provveduto a innescare il processo, lottando per mettersi a capo della pi importante cattedrale della Chiesa degli Angeli, quartier generale del nuovo mondo che stavano forgiando, piuttosto che del governo. E, come tutti gli angeli, aveva subito capito che il vero potere derivava dalla gestione quotidiana di quegli affari. Agli umani toccava la preghiera e lui se ne sarebbe stato tranquillo nel suo castello. Con tutti i benefici che questo comportava, naturalmente. Sar interessante vedere come si metteranno le cose confess, lanciando la lima sulla scrivania. Se il Consiglio non avesse voluto concederci questo vantaggio, sarebbe potuto arrivare qui prima, invece di rintanarsi lasciando a noi il lavoro sporco. Ben detto disse Lailah ridacchiando. I capelli lucenti U ricaddero sulle spalle mentre annuiva. Dopo una breve esitazione, disse: A proposito di codardi, ho sentito che Thaddeus ha ricevuto il ben servito. Ne ho subito anchio il contraccolpo qualche sera fa. stato un sollievo enorme. Raziel sembr infastidito. La questione degli angeli traditori non era una delle sue preferite. Ma come gli saltato in mente di proteggere gli umani? disse nervosamente. Se vogliamo sopravvivere, non abbiamo scelta, dobbiamo nutrirci di loro. Lailah sfoder un sorriso smagliante. Credo che alcuni di noi ne traggano un piacere talmente grande da sentirsi quasi in

colpa maledetti ipocriti. Quanti traditori sono rimasti ancora in circolazione? Un po, ma ce ne occuperemo al pi presto disse Raziel. Abbiamo pensato a una soluzione piuttosto efficace. Qualcosa di intelligente. Lailah fece per dire qualcosa, ma si ferm quando il cellulare di Raziel squill sulla scrivania. Sporgendosi controvoglia in avanti, Raziel rispose. S? Sono Paschar rispose una voce. Paschar, ciao disse Raziel riappoggiandosi allo schienale. Come vanno le cose in quel di New York? Ti stai godendo il tuo piccolo regno? Nella zona a ridosso dei boschi in cui si era stabilito, Paschar era lunico angelo nellarco di chilometri. L era come un grosso lupo che si aggirava in un prato pieno di vacche. Le cose sarebbero probabilmente cambiate per lui con lavvento della Seconda Ondata e la moltiplicazione degli angeli. Abbiamo un problema disse Paschar tagliando corto. Raziel si sent cadere le braccia per quella sua mancanza di senso dellumorismo. Paschar era stato uno dei primi ad arrivare in questo mondo, lui e Raziel si conoscevano da tanto tempo ormai. Che succede? chiese Raziel. Mi sono cibato di alcuni umani in una cittadina chiamata Pawntucket disse Paschar. un posto dimenticato da Dio, ma volevo qualcosa di fresco Oggi per ho percepito chiaramente che una ragazza era gi entrata in contatto con qualcosa di angelico. E non si trattava di me. Raziel sbuff, confuso. E? Mi stai dicendo che ti d fastidio che qualcuno si nutra dei tuoi stessi umani? Non essere ridicolo. Lenergia che sprigionava era come la nostra, ma di fatto non lo era. Era umana e allo stesso tempo angelica. Raziel si raddrizz sulla sedia. Di che stai parlando? disse. Davanti a lui, vide Lailah inclinare il capo da un lato,

impaziente di sapere. Ascolta. Sono andato a casa di quella ragazza per stabilire un contatto con lei. Sembra umana, ma non lo . E che cos allora? chiese Raziel, sconcertato. Ci fu un lungo silenzio. Dallaltra parte del filo, ud Paschar fare un respiro profondo e poi dire: un semiangelo. Per un po Raziel non riusc a parlare. G li angeli non si accoppiavano con i mortali. Erano creature fatte denergia, ed esistevano da molto prima di quanto gli umani potessero ricordare. Anche se, quando assumevano forma umana, funzionavano come loro, gli angeli erano tuttaltra cosa riprodursi era uneventualit biologicamente inconcepibile. Non pu essere disse alla fine. Ti sarai sbagliato, cose di questo tipo non possono accadere. Raziel, percepivo la sua natura angelica cos come percepisco la mia, ma sembrava corrotta, mescolata a quella umana. un ibrido, non c dubbio. Met umana, met angelo. Come ha fatto? E che diavolo ne so? Sar successo per sbaglio sar stato qualcuno che era venuto a spassarsela con gli umani prima ancora che scoppiasse la Crisi. In tal caso, gli indiziati potevano essere circa un migliaio. Oh, fantastico mormor Raziel. Inizi a massaggiarsi le tempie, decidendo se fosse il caso di comunicarlo al Consiglio. La questione del comportamento di certi angeli in forma umana aveva gi attirato lattenzione, non era il caso di aggiungere altra carne al fuoco. Ah, Raziel, c dellaltro disse Paschar. Una cosa urgente, da risolvere prima possibile, insomma. Raziel si sent percorrere da un brivido avvertendo lapprensione nella voce dellaltro. Di che si tratta? Segu un interminabile silenzio. Ho avuto un flash sul futuro toccando la mano di quella creatura. Il suo destino

quello di distruggerci. Ora tutto chiaro, diventato pazzo, si disse Raziel. Ma purtroppo nemmeno lui ne era troppo convinto. Cosa intendi con distruggerci? domand. Intendo dire che distrugger tutti noi angeli. Non ho idea di come far, ma la possibilit c ed scritta nel suo destino. A chiare lettere. Lei svilupper la capacit e la volont di annientare tutti noi. Raziel si sent gelare. Vide Lailah che lo fissava, articolando un che succede? con le labbra. Paschar non era mai stato uno a cui piaceva esagerare e i suoi poteri erano come quelli di qualsiasi angelo che Raziel avesse conosciuto. Non dubit nemmeno per un istante che stesse mentendo. Va eliminata, allora disse. Immediatamente concord Paschar. Possiedi i mezzi per occuparti personalmente di questa faccenda, vero? Certo, impartir subito il comando. Qualche minuto pi tardi, Raziel termin la chiamata e rimase seduto in silenzio a riesaminare le informazioni che Paschar gli aveva appena dato. Un semiangelo. Incredibile. Il solo pensiero era inconcepibile. Avrebbero dovuto trovare una soluzione in ogni caso, anche senza i dettagli dellimminente catastrofe di cui Paschar parlava. Non potevano permettere che un impostore simile rimanesse in vita. Prendendo in mano il foglietto sul quale aveva scritto tutte le informazioni, Raziel si alz, accompagnato da un leggero cigolio della poltrona di pelle. Guai in vista? chiese Lailah. Non ci crederai rispose Raziel, cupo. Te ne parler fra un secondo. Usc dallufficio e and a posare il foglietto sulla scrivania di Jonah. Quando il suo assistente umano alz lo sguardo, gli disse: Questa cosa deve essere eliminata. Provvedi. Jonah annu e i suoi delicati occhi castani si riempirono di

preoccupazione. Sissignore. Provvedo subito, signore. Raziel gli fece un cenno del capo. Lo spero bene. Poi gir i tacchi, rientr in ufficio e sbatt dietro di s la porta di legno smaltato. Rimasto solo, Jonah abbass lo sguardo su quel pezzo di carta, vagamente in ansia. Doveva trattarsi di un altro traditore. Per Jonah essere al servizio di un angelo era un indicibile onore e di questo rendeva grazie ogni giorno. Ma trovarsi in quella posizione significava essere a conoscenza di cose che lo innervosivano non poco. La questione degli angeli traditori era una di queste. Comera possibile che alcuni di loro si rivoltassero contro i propri simili per ostacolare la loro generosit nei confronti degli esseri umani? La sola idea gli serrava lo stomaco. Un mondo senza angeli non riusciva nemmeno a pensarci. Fortunatamente, qualche mese prima si era presentata la possibilit di affrontare il problema in maniera efficace lespediente era stato talmente sottile che la comunit angelica non se nera nemmeno resa conto, figuriamoci gli umani. Ringraziando mentalmente gli angeli per avergli permesso di essere al loro servizio, Jonah tir fuori il cellulare e digit con attenzione un messaggio in cui comunicava lindirizzo che aveva trovato scritto sul foglietto. Leggermente sollevato, richiuse il telefono. Problema risolto. Il traditore sarebbe stato eliminato nel giro di pochi giorni, non avrebbe nemmeno fatto in tempo a capire chi lavesse colpito. Come avrebbe potuto del resto? Era tutto cos segreto che persino lassassino ignorava la verit.

CAPITOLO 4
NEMICO AVVISTATO, PAWNTUCKET, NEW YORK. 34, NESBIT STREET. Alex ricevette il messaggio nel suo hotel di Aspen, gioved sera. Fece la borsa e lasci la stanza in meno di venti minuti. Trascorse il giorno seguente e met del successivo in macchina. Alla fine, nelle prime ore di sabato mattina, raggiunse Pawntucket, una triste cittadina ai piedi delle Montagne Adirondack. Diretto verso la strada principale della citt, simbatt nel GoodRest Motel ce nera sempre uno nei dintorni, quei motel erano una certezza e prese una stanza per riposarsi un po. La tentazione, come sempre, era di mettersi direttamente sulle tracce della ngelo, ma sapeva che non sarebbe stata una buona idea. Quando si era cos stanchi, cera il rischio di incasinare tutto o di fare qualcosa di molto stupido. Riapr gli occhi allalba, sentendosi completamente sveglio. Si fece una doccia veloce lasciando che il getto dacqua calda lo colpisse forte, poi si vest. Mentre sinfilava la maglietta, le lettere tatuate sul suo bicipite, AK, scomparvero sotto la manica. Il motel offriva una specie di colazione era pur sempre cibo cos si diresse verso ledificio principale, prese qualche ciambella e un po di caff e torn a consumarli nella sua stanza mentre controllava lattrezzatura. Unabitudine che gli era rimasta dai tempi in cui andava a caccia con Cully. Prenditi cura delle tue armi e loro si prenderanno cura di te, non faceva che ripetergli quel ragazzone del Sud. Forse allepoca Alex sbuffava infastidito, ma ora sapeva che Cully aveva ragione. Per quanto pensasse di essere esperto, bastava un solo errore per lasciarci le penne;

Inser una cartuccia nuova nel fucile semiautomatico, lo caric e diede unocchiata veloce nel mirino per poi tornare a riporre larma nella sua custodia. Sistem l pistola nella fondina, a sua volta fissata alla cintura dei jeans, cos che nessuno potesse vederla, a meno che non sapesse che era l. Preferiva di gran lunga il fucile ma se nei dintorni cera della gente non era sempre possibile usarlo. Poi afferr il silenziatore della pistola e se lo fece scivolare nella tasca dei jeans. Era pronto. Bevve unultima sorsata di caff, sinfil con calma il giubbotto di pelle e inizi a caricare la macchina, programmando il GPS in direzione Nesbit Street. Qualche istante dopo, aveva gi imboccato la superstrada 12 che attraversava la citt. Mentre seguiva le indicazioni della voce robotica, osserv incuriosito il paesaggio circostante. Pawntucket era identica a migliaia di altre cittadine. Larea amministrativa del centro era stata gradualmente presa dassalto dai centri commerciali e il tutto aveva unaria un po spenta, come una vecc hia fotografia consumata sui bordi. La scuola superiore SENTITE IL RUGGITO DEI PAWNTUCKET BEARS! proclamava uno striscione sulla facciata era ledificio pi grande della zona. Gli studenti si sarebbero diplomati e poi se la sarebbero data a gambe senza nemmeno guardarsi indietro, pens freddamente Alex. Lunica cosa positiva di quel posto erano i monti Adirondack che facevano da sfondo alla cittadina, mentre i colori dellautunno li avvolgevano come una coperta di patchwork. Non cerano molti angeli nella parte settentrionale dello stato di New York. Lunico che ci abitava doveva avere campo libero, pens Alex. Chiss di quante persone si era gi nutrito. Il GPS lo condusse a un viale alberato costellato di case in stile vittoriano. Alex super un passante mattiniero che portava a spasso il suo bassotto. A parte questo, la strada era deserta e lerba ancora umida di rugiada mattutina. Individu il civico

trentaquattro e alz le sopracciglia. Oookay. Questo doveva essere un fanatico del kitsch. Strano di solito preferivano mantenere un profilo basso, quello del tipico vicino di casa che sai che esiste ma che non hai mai visto. Forse gli sembrava di mimetizzarsi meglio nella sua stravaganza. O magari trovava semplicemente i portafortuna di plastica irresistibili. Parcheggi la Porsche qualche numero pi in l. Fatta eccezione per il giardinetto stile circo, la casa aveva un aspetto piuttosto decadente: sotto la pittura verde scrostata sintravedeva il legno ingrigito. Sul vialetto era parcheggiata una Toyota blu. Spense il motore e, abbandonandosi sul sedile, chiuse gli occhi. Dopo qualche respiro profondo, riusc a innalzare la propria coscienza attraverso i chakra e si mise a studiare le aure che si trovavano in quella casa. Ce nerano tre. E dormivano tutte. Cerc di percepirle pi intensamente. Una proveniva da una donna di mezza et. Le prime due aure erano simili. Che fossero sorelle? Per una delle due era strana. Sembrava quella di una bambina. O di qualcuno con problemi mentali. Erano umane, su questo non cerano dubbi. Bene, loro non gli interessavano. La terza Alex si agit sul posto. Il tempo sembr rallentare il suo corso mentre si concentrava sulla terza aura, confrontandola con la sua. Ma che diavolo borbott. Era della stessa sostanza di quelle angeliche, gli procurava la stessa sensazione di vertigine, ma non conteneva alcuna traccia del gelo e dellinquietudine che era solito associare agli angeli. Apr lentamente gli occhi e fiss la casa. I campi energetici degli uomini avevano un sapore molto particolare, non riusciva a descriverlo ma sapeva individuarlo senza problemi, quasi spontaneamente. Al contatto con lenergia di un altro uomo, sentiva subito la somiglianza con la propria. Ma quellenergia aveva qualcosa di bizzarro, era come se qualcuno avesse preso un po dellenergia umana, un po di

quella angelica, e le avesse mescolate. Soffi una brezza leggera e il giardinetto si anim: gli aquiloni in miniatura iniziarono a ondeggiare e le pale dei piccoli mulini a vento a ruotare. Allimprovviso quella graziosa scenetta assunse un non so che dinquietante agli occhi di Alex. Senza pensarci, diede qualche colpetto al volante. Doveva andare a dare unocchiata dentro la casa per confermare lidea che si era fatto su chi ci abitava. E, onestamente, preferiva farlo subito, mentre quella creatura era ancora addormentata. Controllando per lultima volta i loro campi energetici, si rese conto che erano nella terza fase del sonno: dormivano profondamente. Ottimo. Infil una mano sotto il sedile anteriore ed estrasse una scatola di metallo che conteneva un set di grimaldelli. Se li rigir fra le dita osservando la casa. Lentrata principale era fuori discussione lavrebbero visto , ma di sicuro cera anche un porta sul retro. Valeva la pena provare? Scassinare serrature non era mai stato il suo forte, al contrario di Jake. Per poteva provarci, sempre che la serratura non fosse complicata, e quella non sembrava il genere di casa dotata di sistemi di sicurezza allavanguardia. Quando finalmente si decise, controll mentalmente che non ci fossero cani nelle vicinanze e poi scese dallauto, richiudendo lo sportello dietro di s. Non si prese nemmeno il disturbo di farlo con delicatezza se qualcuno fosse stato l a osservarlo, cercare di fare piano avrebbe destato sospetto. La strada, per, era tranquilla: Alex sentiva solo gli uccellini che cantavano mentre percorreva il marciapiede con le mani in tasca. Il fucile era in macchina, ma avvertiva la pistola saldamente fissata ai jeans, sotto la maglietta, pronta a scattare in caso di pericolo. Imbocc il vialetto della casa. Sul cemento si aprivano crepe che disegnavano una sorta di ragnatela e qua e l erano spuntate delle erbacce. Superata la Toyota, si diresse nel cortile sul retro e apr il cancelletto di metallo chiuso con una catena.

Niente lucchetto buon segno. Richiudendolo dietro di s, diede unocchiata veloce allerba che cresceva alta, agli oggetti di legno consumato sparsi nel giardino e ai vasetti di piante che giacevano sul patio. Per sua fortuna, il cortile era circondato da una fila di alte conifere che impedivano la vista da parte dei vicini. Questo rendeva le cose pi semplici. Si avvicin alla porta di servizio e apr la zanzariera. Not che aveva dei buchi: una difesa inespugnabile per le mosche. Esamin la porta e sorrise. Doveva essere il suo giorno fortunato era una serratura da quattro soldi. Scelse il grimaldello a pistola, lo infil nella serratura e lo mosse rapidamente avanti e indietro. Quasi subito si ud un click: obbedienti, i pistoncini erano tornati ad allinearsi. Grande. Alex apr la porta e sgattaiol dentro, infilandosi il set di grimaldelli nella tasca. Jake lo prendeva sempre in giro perch usava quello a pistola. Era molto pi semplice degli altri e praticamente inutile con serrature moderne. Ma dato che faceva il suo dovere, perch non usarlo? Si ritrov in una cucina azzurra con gli armadietti bianchi. Cera una pentola sporca sui fornelli e una pila assurda di piatti accanto al lavandino. Attravers la cucina, apr la porta e si ritrov in soggiorno. Alz le sopracciglia alla vista di un enorme dipinto viola appeso al muro che ritraeva un pagliaccio triste. Qualsiasi cosa fosse, quella creatura aveva proprio un gusto orrido, per non parlare poi dei mucchi di ciarpame addossati alle pareti in ogni angolo della stanza scartoffie, riviste, scatoloni. Il tavolo da pranzo era ricoperto da una tovaglia bianca fatta alluncinetto e sopra cera della posta impilata su un angolo. Prese in mano la prima busta. Era una ricevuta della Pawntucket Waterworks, indirizzata alla signorina Joanna Fields. Sentendo qualcuno russare piano nella stanza accanto, si congel sul posto. Pos delicatamente la busta, tir fuori la

pistola e, prima di oltrepassare i separ che dividevano il soggiorno dalla stanza attigua, avvit il silenziatore. Cera una ragazzina distesa sul divano, rannicchiata sotto una coperta rossa e nera ricamata a mano, che stringeva con un esile braccio il cuscino sistemato sotto la testa. Una chioma bionda e fluente le ricadeva sulle spalle e sulla schiena come un mantello. Nonostante stesse dormendo, Alex si accorse subito di quanto era carina con quei delicati tratti da elfo. Rimase in piedi sulla soglia per un istante a osservare il suo petto sollevarsi e riabbassarsi ritmicamente. Quando fu sicuro che non si sarebbe svegliata, chiuse gli occhi, innalzando il livello di coscienza lungo i chakra. Raggiunto il centro coronale, sussult. Lenergia umana e insieme angelica si avvertiva molto pi intensamente, come unondata che minacciava di travolgerlo. Allora era proprio vero, la ragazza era quello che aveva intuito dallesterno. Ma cosera esattamente? Mantenendo quel livello di coscienza, Alex apr gli occhi e vide il contorno radioso di un angelo sulla ragazza addormentata. Port la pistola in posizione in una frazione di secondo. Ma sebbene il suo dito fosse pronto a premere il grilletto, non pot fare a meno di indugiare di fronte a quello che vedeva. Cera qualcosa che non andava, qualcosa di sbagliato, non aveva Di colpo cap di che si trattava e sgran gli occhi. Gir intorno al tavolino con la pistola ancora puntata sulla creatura che aveva davanti. Fluttuava serenamente con le ali ripiegate lungo la schiena e il capo chino, come se dormisse. Non era la sua immaginazione: quellangelo non si era accorto della sua presenza. E soprattutto, non aveva laureola. Alex scosse la testa, confuso. Doveva avere le allucinazioni. Il volto dellangelo era dolce, sereno: era come quello della ragazza, ma in versione potenziata. Tuttavia l dove avrebbe dovuto esserci unaureola a circondarle il capo, non cera

niente. Laureola era il cuore degli angeli: senza di lei, non avrebbero potuto sopravvivere. Spost di nuovo lo sguardo sulla ragazza che dormiva. Era ovvio che quella creatura fosse parte di lei, un legame le univa. Ma che cosa significava? Secondo la sua esperienza e gli insegnamenti che aveva ricevuto, era impossibile che un angelo si manifestasse contemporaneamente in forma umana e angelica. Turbato, Alex continu a fissare la ragazza. Indugi su quel volto, soffermandosi ad ammirare le sue sopracciglia color oro e le ciglia delicate che sfioravano le guance lisce. Alludire il rumore di unauto che entrava nel vialetto, Alex alz lo sguardo. Sul divano la ragazza si mosse per poi tornare a seppellire la testa nel cuscino. Alex and verso la finestra. Scost le tende quel tanto che bastava e vide una Corvette gialla parcheggiare dietro alla Toyota. Il motore si spense e dallauto usc una ragazza magra con i capelli castani e tanto trucco. Alex la controll velocemente. Era completamente umana. Mentre si dirigeva verso la porta dingresso, Alex lasci ricadere le tende e attraversando la stanza and ad appiattirsi contro la parete del soggiorno, dietro ai separ. La ragazza buss piano due colpetti veloci, esitanti. Willow! disse a bassa voce. Guardava le finestre delle camere da letto al piano superiore. Ehi, buongiorno dormi ancora? Si ud un gemito provenire dalla stanza e la ragazza si svegli. Facendo capolino dai separ, Alex pieno di stupore osserv la figura dellangelo tremolare e dissolversi. Willow! sibil la ragazza sotto il portico, bussando di nuovo. Apri la porta, ho scordato il telefono! La ragazza si chiamava Willow? sollev la testa arruffata e guard confusa verso la porta. Langelo era scomparso. Sbadigliando, scost la coperta e si alz in piedi per dirigersi verso il soggiorno. Alex rimase immobile contro la parete, con il cuore che batteva forte. Lei gli pass davanti

senza vederlo. Mentre andava ad aprire, Alex not che indossava dei pantaloni del pigiama rosa e una maglietta grigio chiaro. Era graziosa, sul metro e sessanta, e di sicuro aveva pi o meno la sua et. Era minuta ma perfetta. Non cera pi alcuna traccia dellangelo, n di altro che rivelasse in lei la presenza di qualcosa di soprannaturale. Ud la porta dingresso che si apriva. Nina, che ci fai qui? chiese Willow barcollando. Sar lalba. Dalla voce Nina sembrava sconvolta. Lo so, ma non riuscivo a dormire. Non r iesco a smettere di pensare a Beth a quello che successo ieri. Ci fu una pausa, poi ud Willow sospirare. Ho dormito male anchio. Devo essermi addormentata davanti alla tv. Aspetta qui. Vado a prendere del caff. Aspetta qui? Nina sembrava sorpresa. Non sono pi degna di entrare in casa? Non a questora indecente le rispose Willow in maniera sbrigativa. Non voglio che la mamma e zia Jo si sveglino, ok? Andiamo a sederci in veranda. Alex si appiatt di nuovo contro il muro quando la ragazza rientr in casa. Fortunatamente non accese la luce del soggiorno passandogli accanto e la penombra continu a nasconderlo. Si diresse in cucina e un istante dopo si ud il rumore della dispensa che si apriva e dellacqua che scorreva. Avanzando di un passo, Alex osserv di nascosto Willow versare del caff in polvere in due tazze. La vide sbadigliare mentre si scostava i capelli dal viso e si stiracchiava. In quel momento, cos insonnolita e scompigliata, non sembrava nientaltro che umana. Per un attimo, Alex si limit a guardare i suoi lunghi capelli, gli occhi grandi e il sottile mento da creatura del bosco. In quellatmosfera quasi onirica, immagin di incrociare il suo sguardo e si chiese come sarebbe stato se gli avesse sorriso. Poi se la prese con se stesso perch mai stava facendo quei

pensieri su di lei? e scacci quellimmagine controllando subito laura di Willow. Era argentata, come quella degli angeli, ma con striature color lavanda: di nuovo un misto di angelico e umano. Tuttavia, diversamente dagli angeli, la sua aura non aveva sfumature blu lungo i bordi, non cera traccia dellultima volta che si era nutrita. A dire il vero, sembrava proprio che non lavesse mai fatto, per lo meno non secondo le modalit con cui lo facevano gli altri angeli. Ritirando la propria coscienza a livello del cuore, Alex osserv la ragazza senza sapere cosa fare. La sua natura era angelica ma non del tutto. Una fotografia incorniciata attir la sua attenzione. Si avvicin e, senza far rumore, la sollev. Ritraeva una ragazzina bionda ai piedi di un salice, con lo sguardo rivolto allins, estasiato, mentre le delicate foglie dellalbero le accarezzavano il viso. Alex scrut la piccola foto per un istante. Se ci fosse stato bisogno di unulteriore conferma che in quella ragazza cera qualcosa di anomalo, be, eccola l. La forma umana degli angeli era sempre adulta non conoscevano il concetto di infanzia. Del resto, non si accoppiavano. Ma Willow era stata bambina e di angeli bambini Alex non ne aveva mai visti. Ma che cosera? Torn a nascondersi nelloscurit quando Willow riapparve in soggiorno. Afferr un maglione viola da uno dei mucchi sparsi qua e l e se lo infil mentre rientrava in cucina. Poi lisciandosi i capelli con entrambe le mani, li raccolse in una morbida coda dietro la nuca. Oddio, com bella. Quel pensiero affior nella sua mente mentre la osservava prendere le tazze e dirigersi fuori. Ecco, il tuo caff la sent dire raggiunta la veranda. La porta si chiuse. Alex si infil rapidamente la foto nella tasca del giubbotto. Per forza era bella, si disse, era pur sempre un angelo, anche se solo in parte. Torn in cucina e usc dalla porta di servizio,

richiudendola piano alle sue spalle. Attraversando di corsa il patio che cadeva a pezzi, sinfil fra due conifere che odoravano dinverno, afferr la rete metallica e la scavalc con agilit, ritrovandosi cos nel cortile dei vicini. Da l, si arrampic nel successivo. Una manciata di minuti pi tardi, era di nuovo in strada che si dirigeva verso la sua macchina come se niente fosse. Lanciando unocchiata verso la casa di Willow, vide le due ragazze immerse nella conversazione con il capo leggermente abbassato. No, si disse scivolando fra il volante e il sedile e accendendo il motore. Delle due, una sola era umana. Laltra non riusciva proprio a capire cosa fosse. Quando due anni prima, subito dopo linvasione, la CIA aveva assunto il controllo sullOperazione Angelo, molte cose erano cambiate. Prima fra tutte, il fatto che da quel momento in poi gli Angel Killer avrebbero dovuto agire da soli e non pi in gruppo. Alex non sapeva pi nemmeno dove fossero gli altri AK. Non aveva loro notizie da pi di una ventina di mesi. Riceveva solo messaggi anonimi sul cellulare, da parte di chi aveva avvistato un angelo. Niente nomi, cos non cera modo di risalire a chi laveva inviato. Per quanto sentisse molto la mancanza di quei ragazzi laffiatamento, le battute di caccia, persino la noiosa routine quotidiana dellaccampamento nel deserto sapeva che non si poteva fare altrimenti. Quella era una guerra, anche se le distrazioni erano troppe per rendersene conto. Se fosse stato catturato dagli angeli o da uno dei loro seguaci umani, non avrebbe potuto rivelare nessuna informazione segreta, nemmeno a volerlo. Ma questo implicava che per lui sarebbe stato altrettanto difficile mettersi in contatto con qualcuno, se ne avesse avuto bisogno. Alex trascorse le cinque ore seguenti nella stanza del motel, provando a contattare il numero demergenza che gli aveva

fornito la CIA. Gli era stato ordinato al telefono, da una voce sconosciuta di memorizzarlo e poi di dimenticarsi di averlo. Non doveva essere usato per nessun motivo, tranne che in casi di estrema urgenza. Per tanto tempo non rispose nessuno. Prov a distrarsi guardando il canale sportivo, mentre spazientito premeva a intervalli regolari il tasto di ripetizione. Eddai, tira su quella maledetta cornetta borbott. Poi, qualche minuto prima di mezzanotte, ud un click dallaltra parte e una voce femminile rispose: Pronto?. Alex si era accomodato sul letto con il cellulare incastrato fra spalla e orecchio, e stava facendo zapping davanti alla tv. Di colpo si tir su a sedere e, afferrando il cellulare, fece cadere il telecomando. Sono Alex disse. Segu un lungo silenzio. S? Devo parlare con qualcuno. Questo un numero demergenza E questa unemergenza ribatt con voce tesa. Mi creda. Ci fu unaltra lunga pausa. Verr richiamato disse la donna alla fine. La connessione sinterruppe con un click. Alex imprec, seriamente tentato di scaraventare il cellulare contro il muro. Era passata circa unora, quando il telefono suon. Lo afferr al primo squillo. Senza preamboli, una voce maschile gli chiese: Sei solo?. S rispose Alex. Bene. Che succede? La voce non aveva nessuna cadenza particolare, era inespressiva. Alex si chiese se fosse la stessa che aveva sentito due anni prima. Camminando avanti e indietro fra i due letti matrimoniali della stanza, Alex spieg brevemente cosera accaduto. E? disse la voce quando ebbe terminato. Quanta tensione in quellunica parola sembrava voler dire Qual il

problema? Alex era a disagio. E non ho idea di cosa sia quella ragazza disse. Dato che non ha laureola un angelo lo interruppe la voce. Esegui gli ordini. Alex inizi a innervosirsi. Per quanto lo riguardava, la CIA si era intromessa con dieci anni di ritardo. Dovera quando loro vivevano nel deserto come dei rifugiati, armati solamente di vecchie pistole e costretti a usare degli attrezzi malandati per esercitarsi? Ascolti disse, cercando di restare calmo. Non un angelo. Ne riconosco uno quando lo vedo, chiaro? Questa ragazza qualcosa di diverso. met angelo, met uomo. Mentre pronunciava quelle parole, sapeva bene di sembrare pazzo. Quelle creature non si accoppiavano. Le anomalie non devono interessarla tagli corto la voce. Faccia solo il suo dovere. un angelo e va ucciso. Ma ha sentito cosho detto? chiese Alex. Ricominci a camminare spostando bruscamente una sedia che si trovava in mezzo alla stanza. Mi ascolti: non un angelo. Non si nutre. Ha avuto uninfanzia. Non ha laureola! Se davvero fosse un angelo, da dove prenderebbe lenergia che le serve? Come farebbe a sopravvivere? Ripeto, tutto questo non deve interessarle. Alex sent il tono della sua voce salire. Star scherzando! Sono qui, in prima linea, ogni giorno. Se c qualcosa che non mi chiaro, sono fritto. Se questa ragazza rappresenta una minaccia, io devo saperlo. Ho bisogno Si fidi di noi disse la voce in tono piatto. Alex rimase senza parole, incredulo. Sembrava di parlare con un robot. Abbiamo ragione di pensare che non ci siano altre creature come lei aggiunse luomo dopo una pausa. Ma va eliminata. Ha gi causato problemi. Ascoltando attentamente, ad Alex parve di cogliere un lieve

accento britannico in quelle parole. Sirrigid mentre il ricordo gli sfiorava la spina dorsale. Esattamente come gli umani, anche gli angeli avevano le loro stranezze e uno dei pochi che era scappato a suo padre aveva un accento britannico. Fra gli AK si scherzava sempre sul fatto che chi lavesse acchiappato si sarebbe aggiudicato un premio. Che tipo di problemi? chiese dopo un po. Non deve interessarmi, ok, ho capito. Alex croll a sedere sul letto. Cera qualcosa di strano. Di molto, molto strano. Se non possiede aureola, potr ricorrere a metodi pi convenzionali disse, e Alex non ebbe pi dubbi sul suo accento, ora che ci faceva caso. Non importa come decide di farlo, lo faccia e basta, subito. Se quella creatura non sar morta entro unora, se ne pentir amaramente. Ci fu un click, poi il silenzio. Alex rimase a fissare il telefono per un istante, poi lo richiuse e lo pos sulla cassettiera. Magari era solo una coincidenza. Non era poi cos impossibile che un membro della CIA fosse inglese. Se non fosse che lui alle coincidenze proprio non ci credeva. Era per questo che era ancora vivo. Ripet mentalmente la conversazione con quel tono vago e minaccioso. Laveva colpito per il modo in cui lo costringeva senza possibilit di replica a fare qualcosa. A quanto ne sapeva, la CIA non operava cos, non nel caso dellOperazione Angelo per lo meno. La CIA sapeva bene che gli esperti erano gli AK, non loro non si sarebbero mai sognati di dirti si fidi di noi, perch sapevano che non te la saresti bevuta. Gli avevano mentito. Immerso in quei pensieri, serr i pugni sui jeans. Santo cielo. Era mai possibile che ci fossero angeli infiltrati nellOperazione Angelo? Le implicazioni di una cosa simile sarebbero state devastanti. E se cos fosse stato, perch volevano assolutamente che uccidesse quella ragazza?

E che cosera lei? Lanci unocchiata alla foto che giaceva sulla cassettiera, accanto alle sue chiavi. Alla ragazzina bionda che sorrideva con il naso allins fra le foglie che ondeggiavano. Improvvisamente si alz dal letto e si mise a fare la borsa, gettandovi dentro quel che capitava, alla rinfusa. Se avesse avuto ragione e gli angeli fossero stati davvero coinvolti, non avrebbe perso di vista neanche per un secondo quella ragazza, finch non avesse scoperto cosa cera sotto. E in pi, aveva la netta sensazione di dover fare in fretta.

CAPITOLO 5
Venerd mattina andai a scuola presto, per riuscire a intercettare Beth prima dellinizio delle lezio ni. Parcheggiai nella zona studenti e rimasi seduta nella mia Toyota per pi di mezzora a osservare le altre auto che trovavano il proprio posto, una dopo laltra, finch il parcheggio non divent simile a una distesa di metallo lucente. La macchina di Beth non arriv mai. Attesi per altri dieci minuti dopo il suono dellultima campanella, poi mi avviai verso lingresso della scuola, lentamente, guardandomi spesso indietro e sperando di vederla apparire ma una parte di me sapeva gi che era troppo tardi. Qualche ora dopo, quella mattina, i genitori di Beth dovevano aver chiamato, perch qualcuno aveva sentito di nascosto la signora Bexton parlarne con qualcuno in ufficio. Per lora di pranzo alla Pawntucket High non si parlava daltro: Beth lasciava la scuola per unirsi alla Chiesa degli Angeli. Vagai per i corridoi tutto il giorno in stato di shock. Speravo che si sbagliassero e che Beth avesse solo linfluenza o roba simile, che sarebbe arrivata pi tardi, sorridente e perfetta come sempre. Ma questo non accadde mai. Finalmente, tra la quinta e la sesta ora, Nina mi raggiunse al mio armadietto. Tu sai qualcosa di tutta questa storia, d la verit disse. Attorno a noi il corridoio era pieno di gente. Continuai a fissare gli abissi del mio armadietto, improvvisamente sullorlo di una crisi di pianto. S, pi o meno dissi piano. Andiamo. Nina mi afferr per un braccio trascinandomi fuori dalla scuola. Mentre uscivamo da una porta laterale accanto allaula di educazione artistica, incrociammo due

dellultimo anno e sentendo quello che si stavano dicendo, sussultai. Secondo me Beth ha avuto proprio coraggio. Gi, anche mio cugino ha fatto la stessa cosa e anche unamica di mia madre. Dicono che gli angeli esistono davvero e che Mi feci piccola piccola nel giubbotto di jeans e mi affrettai a seguire Nina fuori. Una volta raggiunto il parcheggio, salimmo sulla sua macchina per parlare. Le raccontai tutto quello che era successo a parte il fatto che langelo di Beth si era presentato alla mia porta. Non mi avrebbe creduto, punto primo, e punto secondo non volevo pi pensarci. Ad ogni modo, mi sembrava gi abbastanza scioccata. Rimase seduta l per uninfinit di tempo, scuotendo la testa. Willow, ma una cosa cio oh mio Dio. Eh s dissi sforzandomi di sorridere. Proprio cos. E che cosa hai intenzione di fare? Fare? Ero seduta sul seggiolino per bambini della sua Corvette, con le gambe rannicchiate. La fissai. Cosa potrei fare? Si gi unita a loro, non cambier idea. Gli occhi color nocciola di Nina avevano unaria daccusa. E tu ne sei cos sicura perch? Un po a disagio, mi scostai i capelli dal viso. Perch lho visto! Lei rester l e si ammaler sempre di pi, finch accadr qualcosa. Mi fermai, perch vidi la nuvola grigia e fredda tornare a incombere su tutto. Accadr qualcosa ripet Nina, tamburellando con le dita sul cruscotto. Willow, ma ti senti quando parli? TU non puoi saperlo. E invece s! No, che non puoi. Tutto quello che sappiamo che Beth entrata a far parte della Chiesa degli Angeli e lha fatto dopo che le hai letto la mano, e ora tu devi aiutarla prima che si

rovini la vita. Ma lo sapevi che aveva fatto domanda per entrare a Stanford? Feci un respiro profondo, chiedendomi perch avessi deciso di parlarne con lei. Senti, devo andare ora dissi tirando gi le gambe e afferrando la borsa dal cruscotto. Willow, aspetta! Non puoi semplicemente Ero gi fuori dalla macchina e stavo andando verso la mia. Ma conoscendo Nina, sapevo che non avrebbe mollato cos facilmente. La mattina seguente, sabato, si present a casa mia molto presto. Allora, ecco il piano mi disse in tono distaccato soffiandosi via la frangetta dagli occhi. Sono andata a vedere il sito della Chiesa degli Angeli e la sede pi vicina a Schenectady. Beth deve essere andata l. C una messa alle due di oggi pomeriggio, devi andare a parlarle. Eravamo in veranda a sorseggiare caff sul vecchio dondolo. Sospirai e sedendomi su una gamba mi abbandonai sui cuscini a strisce ormai logori. Nina, te lho gi detto non servirebbe a nulla. Con uno spintone Nina mi fece stendere la gamba piegata. Willow, devi farlo. Cos, credi forse che i tuoi poteri da sensitiva siano infallibili, che sbagliare sia impossibile per te? Messa in questi termini, non sapevo proprio cosa rispondere. Mi limitai a fissare la strada. Qualche porta pi in l, qualcuno mise in moto rompendo il fragile silenzio delle prime ore del mattino. Con la tazza di caff fra le mani, attesi che il rombo si allontanasse. Non lo so confessai. Appoggiando la tazza sulle ginocchia, Nina si sporse in avanti per guardarmi dritto negli occhi. Ti prego, vacci disse con delicatezza. Potresti essere davvero lunica persona a cui dar ascolto. Capii di essere sul punto di cedere. Abbassai lo sguardo sul bracciolo di ferro del dondolo, staccandone una scaglia di

vernice bianca. Non sono sicura che voglia vedermi, per. Era piuttosto arrabbiata dopo quello che le ho detto. Ma devi provarci lo stesso insistette Nina. Se poi hai ragione e lei vorr restare l, grazie e arrivederci. Ma almeno provaci. Emisi un sospiro. Non potevo star l a discutere con lei, perch aveva ragione. Anche se ero sicura di quello che avevo visto, aveva comunque ragione. Stavo per dirglielo, quando un pensiero mi scivol lungo la schiena facendomi rabbrividire. Ma certo che sarei andata in chiesa. Era destino che ci andassi. Non riuscivo a vedere il mio futuro ogni volta che ci avevo provato, non avevo visto altro che un alone grigio, lo stesso che era apparso mentre leggevo la mano di Beth, ma senza quel terribile gelo tombale. Ecco perch non ero riuscita a spingermi troppo oltre nel futuro di Beth nella Chiesa degli Angeli: perch in quel futuro cero anchio. Che c? chiese Nina, scrutandomi in viso. Scossi la testa e mandai gi lultimo sorso di caff, cercando di ignorare il terrore che allimprovviso si era impadronito di me. Lultima cosa che volevo al mondo era avvicinarmi a quella chiesa, ma non avevo molta scelta. Alone grigio o no, Nina aveva ragione: dovevo almeno provarci. Niente dissi con un debole sorriso. Ok, ci andr. Col passare delle ore il terrore si attenu, ma non la preoccupazione. Ero in piedi davanti allo specchio ovale sopra la mia cassettiera, fissavo il mio riflesso. Indossavo una gonna viola lunga fino ai piedi con un sacco di ricami argentati e un top bianco attillato. Toccai la gonna con aria preoccupata. Andavo bene cos? La gente stava attenta a quello che indossava per andare in chiesa, vero? Non che mimportasse troppo, ma in ogni caso non volevo dare nellocchio. Andr bene, mi dissi alla fine. Mi spazzolai velocemente i capelli, poi presi due ciocche allaltezza di ciascuna tempia, le attorcigliai su loro stesse e le fermai in cima alla testa con una

molletta. Dopo di che minfilai il giubbotto di jeans e le scarpe da ginnastica, afferrai la borsa e andai di sotto. Udii zia Jo armeggiare con i piatti sporchi immersi nellacqua. In soggiorno, la mamma faceva un sonnellino sulla sua poltrona preferita. Niente di nuovo, a volte pensavo che i suoi veri sogni dovessero essere incantevoli come quelli che faceva a occhi aperti. Mentre dormiva, sembrava proprio come tutti gli altri cera da aspettarsi che allimprovviso aprisse gli occhi e il suo volto silluminasse riconosce ndomi. Mi si strinse lo stomaco. Non la rivedr mai pi, pensai. Ma che pensiero stupido era? Lo scacciai cercando di non dare troppa importanza alla paura che mi si era insinuata nelle viscere. Chinandomi sulla poltrona, le baciai la guancia. Ciao, mamma sussurrai scostandole i capelli dal viso. Non star via tanto. Ti voglio bene. Lei emise un gemito leggero, poi torn silenziosa. Il suo respiro era lieve e regolare. Sospirai. Per lo meno sembrava aver raggiunto la pace. Prima di uscire in punta di piedi dalla stanza, mi diedi un bacio sulle dita e poi le toccai le labbra. Quindi, facendo capolino in cucina, dissi a zia Jo che stavo uscendo e cinque minuti dopo ero gi in macchina in direzione di Schenectady. Non trovai molto traffico, nemmeno quando imboccai la I90. Un paio di volte notai una Porsche nera nello specchietto retrovisore. Lavevo gi vista quando ero partita da Pawntucket. Si trovava a uno o due isolati di distanza da me, quando avevo preso la statale 29. Forse era qualcun altro che andava alla chiesa? Se fosse stato cos, non avrebbe avuto alcun bisogno di seguire me per trovarla. Molto prima di arrivare a Schenectady erano apparsi enormi pannelli pubblicitari lungo lautostrada, con su scritto a brillanti lettere argentate GLI ANGELI POSSONO SALVARTI! CHIESA DEGLI ANGELI, SCHENECTADY, USCITA 8. Strinsi forte il volante quando

riconobbi sulla collina la gigantesca chiesa bianca delle pubblicit. Una volta raggiunto il parcheggio mastodontico della chiesa, non riuscii a far altro che restare l seduta, a guardarmi intorno. Ero stata a New York e ne avevo visti di edifici imponenti ma erano niente in confronto a questo. Forse era perch si ergeva in un punto isolato, affiorando da un vasto prato ben curato, ma vederla fu come ricevere un muro di mattoni in faccia. Il mio sguardo si sforzava di contenere limponente soffitto a cupola e le vetrate colorate che brillavano alla luce del sole. Dallaltro lato del parcheggio, intravidi un complesso simile a un enorme centro commerciale. Allora cera davvero, pensai ricordando la pubblicit insieme a numerosi appartamenti, una palestra, un parrucchiere cera tutto quello di cui si poteva avere bisogno. Erano quasi le due e fiumi di persone si dirigevano verso la chiesa. Scesi dalla macchina, armata di coraggio, e mincamminai anchio. Con un po di fortuna, sarei riuscita a trovare Beth ma avrebbe potuto esserci anche il suo angelo nelle vicinanze. Al solo pensiero mi venne una gran paura. Non volevo pi vedere quellessere. Una dozzina di passi dopo, una lieve sensazione di prurito alla nuca mi sugger di voltarmi. Girai la testa. Cera di nuovo la Porsche nera, qualche fila di macchine pi in l, e un ragazzo moro, pi o meno della mia et, stava uscendo proprio in quel momento. Indossava jeans scoloriti e un giubbotto di pelle aperto con sotto una maglietta blu. Sollevata per quella distrazione, sospirai pi mi avvicinavo alla chiesa, pi mi convincevo che non volevo affatto entrarci. Lanciando una veloce occhiata alle mie spalle, rallentai il passo per dare il tempo a quel ragazzo di raggiungermi. Per un momento lo vidi esitare, poi incroci il mio sguardo e inizi a camminare lentamente verso di me. Aveva una corporatura nella media longilineo ma con le spalle robuste e si

muoveva come un atleta, a suo agio con il proprio corpo. Sentii una fitta al petto quando mi resi conto di quanto fosse bello. Mmm ciao dissi con il naso allins camminando al suo fianco. Era pi alto di me di circa tutta la testa. Arrivi anche tu da Pawntucket? Lui abbass lo sguardo su di me con le sopracciglia aggrottate e io scrollai le spalle, imbarazzata. Ho notato la tua macchina. S disse lui dopo un po. Si schiar la voce. Sono ospite di alcuni miei amici. Osservando quel volto dai lineamenti cos marcati mi chiesi se davvero avesse la mia et. Tutta un tratto mi sembrava pi grande. Non per via dei muscoli a scuola met dei ragazzi che conoscevo erano fanatici della palestra. Piuttosto cera qualcosa nei suoi occhi. Erano di un azzurro grigio, come un mare in tempesta. Non riuscivo a non guardarlo. Mi resi conto che lo stavo fissando con le guance che mi andavano a fuoco, cos feci finta di aver notato qualcosa pi avanti. Avevo bisogno di distrarmi, vero, ma questo era troppo. Che cosa mi stava succedendo? Alla Pawntucket High cerano almeno una mezza dozzina di ragazzi altrettanto belli, eppure non avevo mai sbavato come unidiota dietro a nessuno di loro. A pochi passi da noi, la chiesa si ergeva in tutta la sua imponenza, impedendo del tutto la vista del cielo. Camminammo senza dirci una parola per qualche minuto. A un certo punto le nostre braccia si sfiorarono e io mi ritrassi subito. Il silenzio fra noi era soffocante. Sei un fedele? domandai. Il ragazzo trattenne a stento una risata. No disse in tono piatto. Portava i capelli castano scuro leggermente spettinati, arruffati sopra le orecchie. Osservando le sue labbra mi chiesi

che effetto avrebbe fatto passarci delicatamente un dito sopra. Mi schiarii la voce, scacciando quel pensiero. Allora, cosa sei venuto a fare qui di bello? A dare unocchiata. Poi mi guard. E che mi dici di te? Sei una fedele? In quel momento raggiungemmo lampia scalinata bianca, unendoci cos a una folla di devoti che si arrampicavano sempre pi su, come tante formichine dirette al formicaio. In cima, cerano tre coppie di porte dargento, completamente spalancate. Salendo le scale cominciai a scuotere la testa. No, una mia amica be, non proprio amica, ma Sospirai. una lunga storia. Lui mi guard e annu, come se questo gli bastasse. Feci una smorfia dimbarazzo, consapevole di aver fatto la figura della demente. Poi, entrando in chiesa, ci separammo spontaneamente e poco dopo mi ritrovai sola su unimmensa distesa di marmo candido come la neve. Lunghe panche di legno erano disposte in semicerchi concentrici che si propagavano dal pulpito bianco in cima alla chiesa. Strabuzzai gli occhi notando che aveva la forma di due ali con le piume scolpite rivolte verso lalto. Dietro, una vetrata colorata ritraeva un enorme angelo che ci sorrideva con le braccia spalancate. Trovai posto allestremit di una delle panche bianche e mi affrettai a sedermi, stringendo al petto la borsa. Alla vista di tutta quella gente ammassata intorno a me, mi morsi un labbro. Il sito diceva la verit, dovevano esserci migliaia di persone l dentro. Nina laveva fatta cos semplice, ma come sarei riuscita a trovare Beth in mezzo a quella folla? Guardai in alto non appena il suono di unarpa inizi a diffondersi nella chiesa con note celestiali. Sia lode agli angeli mormor la donna accanto a me. I suoi occhi scintillavano di fervore religioso. No, non si trattava solamente degli occhi anche il volto scintillava, splendeva tutta, colma

di amore per gli angeli. Leggermente a disagio, mi voltai a guardare luomo con indosso una tunica bianca che si stava avviando su per gli scalini ripidi e curvi del pulpito. Doveva essere il predicatore, o come diavolo lo chiamavano l. Benvenuti! esclam sollevando le braccia. La sua voce tuon in tutta la chiesa, amplificata dai megafoni. Mentre parlava, la sua immagine apparve, dieci volte pi grande, su uno schermo gigante alle sue spalle. Aveva capelli radi, e guance rosse e paffute. Benvenuti rispose la folla in un coro profondo e intenso. Come prima cosa, il predicatore esort i fedeli a pregare per gli angeli e a supplicarli di renderli degni del loro amore. Poi, a met strada fra il pavimento e il soffitto a cupola, si spalancarono lunghe tende di velluto bianco, rivelando un coro composto di centinaia di voci. Inno 43, Gli angeli mi hanno mostrato la via disse il predicatore al microfono e tutti si alzarono in piedi. In un crescendo di note darpa, i soprani iniziarono a cantare per primi, poi si unirono tutti gli altri in unondata impetuosa che risuon per tutta la chiesa. Frugai sulla mensola di fronte a me e afferrai un libretto di pelle bianca con su scritto INNI AGLI ANGELI. Lo aprii e iniziai a farfugliare qualcosa mentre mi guardavo intorno, sperando di vedere Beth. Non la vidi, ma mi accorsi di essere lunica a usare il libretto degli inni. Conoscevano tutti le parole a memoria e ondeggiavano sul posto, a occhi chiusi. Improvvisamente scorsi fra la folla il ragazzo con i capelli scuri: era seduto un paio di file dietro di me su una panca al lato opposto della chiesa. Non cantava, si limitava a guardare il libretto con aria scettica. Sorrisi, sollevata che qualcun altro trovasse tutto questo un po strano. Linno termin e la folla si rimise a sedere, mentre le note musicali cont inuavano a echeggiare tuttintorno. Il predicatore scrut la folla per qualche istante, in silenzio. Quando ricominci a parlare, aveva la voce rauca per la commozione.

Miei cari fedeli, siamo qui riuniti oggi per diverse ragioni, ma prima prima dobbiamo rendere grazie agli angeli. Perch oggi abbiamo con noi tre nuovi membri della chiesa: tre nuovi devoti si sono uniti a noi per amor degli angeli e per mettere al loro servizio la propria vita. Beth. Sussultai quando migliaia di voci intonarono: Rendiamo grazie agli angeli!. La donna accanto a me sembrava sul punto di mettersi a piangere dallemozione. Oh, sia lode agli angeli ripet scuotendo la testa mentre afferrava la panca davanti a lei con entrambe le mani. Nuove anime pronte a contribuire alla loro santa causa. Inizi a battermi forte il cuore mentre mi sporgevo in avanti sul posto, per vedere meglio. Quando larpa ricominci a suonare, i soprani ripresero a cantare e le loro voci cristalline sinnalzarono verso la cupola della chiesa. Lentame nte tre persone che indossavano una tunica azzurra come il cielo si staccarono dalla fila per presentarsi al cospetto del pubblico: due donne e un uomo. Riconobbi Beth immediatamente. Era quella sulla sinistra, con i capelli color miele che le ricadevano morbidi sulle spalle. Guardai lo schermo e vidi che stava sorridendo: era un sorriso raggiante che le attraversava il volto illuminandola tutta. Mentre la guardavo, sentii crescere in me la preoccupazione. Era pallidissima e aveva profonde occhiaie. Abbandonando il pulpito, il predicatore and ad accoglierli stringendo a ciascuno la mano. Poi si volt verso la folla. Sullo schermo, vidi che le lacrime gli rigavano il volto paffuto, mentre parlava al microfono: E ora, mentre il nostro adorato angelo benedice i nuovi membri, riflettiamo su tutto questo e rendiamo grazie agli angeli per il loro eterno amore. Il nostro adorato angelo. Mirrigidii, chiedendomi cosa sarebbe accaduto. Ci fu un lieve brusio mentre la gente sembrava prepararsi: alcuni chinarono il capo, altri chiusero gli occhi. Feci finta di abbassare a mia volta lo sguardo ma continuai a fissare Beth da dietro i capelli. E se lavessero

portata via e non mi avessero permesso di parlarle? Un silenzio carico dattesa cal sulla chiesa. Trascorsero alcuni minuti. In cima alla navata, Beth guardava in alto, con occhi speranzosi. Poi lo vidi. Apparve un angelo, una creatura immersa nella gloria, con unaureola di un bianco accecante e le ali spalancate. Rimasi senza fiato. Era simile allessere che avevo visto nei ricordi di Beth, ma quello era l, davanti ai miei occhi, era reale e a malapena riuscivo a sopportarne la vista tanto era luminoso. Le sue ali si muovevano lentamente sopra le teste dei nuovi membri. A giudicare dallespressione sul volto di Be th, doveva averlo visto anche lei. Gli stava sorridendo, come una bambina che in un solo attimo vive la gioia di ogni Natale della sua vita. Langelo atterr accanto a lei. Fissai il grande schermo impietrita dalla vista di quel suo volto fiero, incantevole. Era proprio langelo che avevo visto nella mente di Beth, lo stesso che era apparso sulle scale di casa mia. Le disse qualcosa allorecchio e lei annu ansiosamente. Poi allung verso di lei le sue mani fatte di luce e Mi gelai sul posto mentre il terrore mi serrava la gola in una morsa dacciaio. Cosa le stava facendo? Mentre guardavo, lentamente iniziai a intravedere il campo energetico di Beth. Langelo vi aveva immerso le mani e la stava prosciugando dallinterno. Lenergia di Beth tendeva gi al g rigio con un debole barlume violaceo, ma in quel momento, a contatto con langelo, il viola tremol e si spense. Il suo campo energetico inizi a collassare, come un palloncino che si sgonfia. Ma Beth se ne stava l, sorridente. No sussurrai. Avrei voluto gridarla quella parola. Conficcai le unghie nella borsa guardandomi attorno, fuori di me. Davvero nessuno aveva intenzione di alzare un dito per fermarlo?

La donna seduta accanto a me guardava dritta davanti a s. Ti prego, vieni stava dicendo sotto voce. Ti supplico, angelo adorato, vieni ad accogliere i nuovi membri della tua Chiesa. Non lha visto. Nessun altro laveva visto, me ne resi conto con orrore. Lintera congregazione di fedeli sedeva con il sorriso sulle labbra e la stessa espressione di beatitudine sul volto. Iniziai a tremare. Volevo alzarmi e a passo deciso percorrere la navata per andare a strappare via Beth da quella creatura, ma cosa mi avrebbe fatto se solo avessi osato? Per non parlare poi di tutti gli altri. Una terribile sensazione dimpotenza mi travolse. Deglutendo mi voltai verso il ragazzo moro. Sussultai: mi stava fissando. Distolse immediatamente lo sguardo fingendo interesse per quello che stava avvenendo in cima alla navata. Lespressione sul suo viso era dura. Provai una strana sensazione di sollievo. Ora ero certa che anche lui riusciva a vedere quello che vedevo io. Dovetti sforzarmi di non piangere. Nessuno di noi avrebbe potuto fare niente, su questo non cerano dubbi. Almeno, per, sapevo che anche lui aveva notato qualcosa. Anche lui aveva visto. Quando langelo ebbe terminato con Beth, rivolse le proprie attenzioni al membro successivo. E a quello dopo ancora. Una volta toccati tutti e tre, ci fu un gran sfarfallio di ali e langelo si alz in volo, dissolvendosi nella luce abbagliante che filtrava dalla cupola. Il predicatore sussurr qualcosa ai tre nuovi adepti. Loro sorrisero e annuirono. Poi luomo afferr il microfono e tuon: Il nostro angelo stato qui! venuto a benedire i nuovi fedeli!. Fu come se una scossa elettrica avesse investito la chiesa e tutti applaudirono e gridarono di gioia: Rendiamo grazie agli angeli!, Sia lode agli angeli!. La donna accanto a me batteva cos forte le mani che avevo paura si facesse seriamente

del male. Beth e gli altri brillavano di felicit. La vidi abbracciare forte la donna accanto finch le loro tuniche azzurre divennero un tuttuno. Salutiamo i nuovi membri! si ud il predicatore proclamare con voce squillante dagli altoparlanti, mentre sollevava un braccio. Miei cari fratelli e sorelle, camminate fra noi, affinch possiamo sentire lamore celeste attraverso di voi! Con un ampio sorriso, i tre imboccarono tre navate diverse, percorrendole a passo lento. La folla si sporgeva lateralmente per dar loro una pacca sulla spalla, per stringere loro la mano o persino per abbracciarli. La gioia divamp come un incendio nella sala. Beth stava percorrendo la mia navata. Col sangue che pulsava forte nelle vene, mi raddrizzai sul posto mentre la osservavo avvicinarsi. Era pi bella che mai il suo volto esprimeva una felicit profonda, pura. Si vedeva, per, che era esausta: vacillava a ogni passo. Oddio, ti prego, so che non c speranza, mi dissi, ma ti supplico, fa che io possa parlarle. Le ci vollero circa dieci minuti prima di arrivare alla mia fila e allinizio nemmeno mi vide la donna al mio fianco si era gettata su di lei, sporgendosi sulla panca. Che Dio ti benedica. Che Dio ti benedica le disse in stato quasi febbrile, stringendole la mano fra le sue. Grazie rispose Beth. Poi, ancora con il sorriso sulle labbra, mi vide e rimase di sasso. Tu sibil. Quindi spalanc gli occhi indietreggiando di qualche passo. Che ci fai tu qui? Mi alzai in piedi. Ciao, Beth dissi stringendo la borsa. Io io volevo solo parlarti un secondo. Sta lontana da me. Era pallida e mi fissava con le labbra serrate. Sullala opposta della chiesa si udivano ancora esclamazioni di gioia, mentre gli altri due ricevevano abbracci e congratulazioni, ma intorno a noi era calato un silenzio di

tomba. Consapevole di avere tutti gli occhi puntati addosso, mi voltai verso le grandi porte argentate. Che ne dici di andare un attimo fuori? dissi e allungai una mano per toccarle il braccio, ma lei fece un balzo indietro. Langelo mi aveva assicurato che te ne saresti andata disse con astio. Che si sarebbero occupati di te, per impedirti di fare del male agli altri angeli. La chiesa, le panche, la folla, tutto sembr offuscarsi mentre la fissavo. Del male agli angeli? Ma di cosa stai parlando? Il volto di Beth era talmente carico di rabbia che qualcosa mi si ruppe dentro. Incapace di parlare, iniziai a scuotere la testa. Io, una minaccia per gli angeli? Ma cosera, impazzita? Le guance di Beth si erano fatte bianche come la neve, leggermente arrossate appena sotto gli occhi. Non ti permetter di far loro del male, Willow disse piano. Ti fermer. E detto questo, si mise a correre verso laltare con la veste azzurra che le avvolgeva le gambe esili. Rimasi l a fissarla, poi lentamente sentii un mormorio crescere intorno a me: Una nemica degli angeli?, Lha detto il nostro angelo, La ragazza bionda con i capelli lunghi. Avevo la gola secca. La gente mi guardava e bisbigliava. Nessun volto amico. Poi vidi Beth sullaltare che parlava concitata con un uomo dai capelli color sabbia e si voltava per indicarmi. Era il suo angelo. Aveva ripreso sembianze umane. Era l. Langelo mi fulmin con lo sguardo. Percepivo la furia che emanava persino da dove mi trovavo. Tremando, indietreggiai di qualche passo, ma una mano mi afferr il braccio stringendolo forte. Via di qui. Subito mi disse piano qualcuno. Era il ragazzo coi capelli scuri. Non me lo feci ripetere due volte. Mi voltai e mi misi a correre con lui che mi tirava. Il rumore dei nostri passi sul pavimento di marmo venato di rosa

rimbomb per tutta la chiesa. Lui spalanc una delle porte dargento e ci ritrovammo allaperto, immersi nel sole, a correre a perdifiato prima gi per le scale bianche, poi lungo la strada che attraversava il prato circostante. Udii la voce del predicatore tuonare alle mie spalle: Fermate quella ragazza! il diavolo, nemica degli angeli! Obbedite, fermatela subito, prima che possa far loro del male!. Oh mio Dio, che succede, che succede? sussurrai senza fiato. In fondo al prato, mi voltai a guardare e soffocai un grido. Langelo aveva ripreso le sue sembianze celestiali e volava dritto verso di noi con ali di fuoco. Il ragazzo dai capelli scuri si gir di scatto, infil una mano sotto la maglietta ed estrasse una pistola. Langelo furioso emise un grido stridulo e punt verso di me. E poi e poi non so bene cosa sia accaduto. La paura svan. Mi sentii come crescere in altezza. Ero sospesa a mezzaria, avevo le ali magnifiche, scintillanti come cristalli sulla neve. Avvertii laria fresca dellautunno attraversarle mentre mi libravo nellaria, e vedevo che la mia figura umana, rimasta a terra, era al sicuro, avvolta nella sua debole aura. Guardai langelo che mi veniva incontro dritto negli occhi. Langelo si arrest di colpo, sconvolto. Contemporaneamente udii uno sparo e vidi la sua aureola tremolare e deformarsi. Poi, tutta un tratto, esplose in milioni di petali di luce. Andiamo! mi grid il ragazzo, prendendomi per un braccio. Rientrai in me allistant e e mi ritrovai a correre al suo fianco attraverso il parcheggio. Ma che diavolo? Era accaduto tutto cos velocemente Alle nostre spalle, i fedeli si stavano riversando gi per la scalinata. In lontananza udii le loro grida rabbiose: Eccola!, Prendetela prima che faccia del male a qualcuno!, Guardate, l!. A met strada verso

la macchina, i miei passi si fecero incerti, mentre mi voltavo indietro. Furiosa, pensai: Nina, stata davvero una pessima idea! Un uomo della stazza di un giocatore di football si era staccato dalla folla e aveva raggiunto il parcheggio. Si diresse di corsa verso un pickup grigio e spalanc la portiera. Il ragazzo mi diede uno strattone al braccio. Corri, se vuoi sopravvivere! Mi voltai e iniziai a correre con tutta la forza che avevo in corpo, stringendo al petto la borsa e sforzandomi di stare al passo con lui. Passammo davanti alla mia macchina, cos lo strattonai esclamando: Aspetta, questa la mia. Lui mi ignor e and verso la Porsche nera. Entra subito! Ma In preda allagitazione, guardai verso la mia auto e mi accorsi che ormai la folla aveva invaso il parcheggio: una moltitudine di persone che correvano verso di me urlando e inveendo. Percepivo la loro ferocia come una gigantesca ondata che di l a poco si sarebbe abbattuta su di me. Luomo che aveva raggiunto di corsa il suo pickup precedeva gli altri di mezzo parcheggio. Ormai era cos vicino che riuscivo a distinguerne i tratti del viso. Aveva con s un fucile. Quando si accorse che lo stavo guardando, si ferm e prese la mira. Il metallo scuro dellarma brill alla luce del sole. Non riuscivo a muovermi. Ero scioccata dallassurdit di quello che stava accadendo. Non poteva essere. Non poteva proprio essere. Sali in macchina! mi url il ragazzo e, aprendo lo sportello, mi spinse dentro. Mentre faceva il giro dellauto udii il sibilo dello sparo rimbombare nellaria. Il ragazzo si catapult al posto del guidatore, richiuse la portiera e mise in moto. Un istante dopo uscimmo sgommando dal parcheggio.

Mi voltai indietro e vidi che luomo con il fucile, inginocchiandosi, ci teneva ancora sotto tiro. Voleva voleva uccidermi balbettai mentre battevamo in ritirata sulla superstrada 12. Voleva proprio uccidermi. Di colpo fui scossa da fremiti talmente violenti da far fatica a parlare. Tutti loro vogliono ucciderti tagli corto lui cambiando marcia. Nellarco di pochi secondi, il tachimetro segn i centodieci e non sembrava intenzionato a fermarsi. Di certo era uno che sapeva guidare. Percorremmo la superstrada senza quasi toccare il suolo. Per un po nessuno dei due disse una parola. Mi ero rannicchiata contro il soffice sedile di pelle e il freddo che sentivo dentro mimpediva persino di pensare. Il ragazzo guardava continuamente nello specchietto retrovisore. Appena pot, usc dalla superstrada e prese una via secondaria, poi unaltra, e unaltra ancora lanciandosi a perdifiato in una spirale di tornanti. Con un percorso simile a una ragnatela si riallacci alla superstrada 9, la imbocc facendo stridere le gomme contro lasfalto e acceler. A quel punto, leggermente pi rilassato, si volt a guardarmi per la prima volta da quando era iniziata la fuga e sentii i suoi occhi azzurri grigi scavarmi dentro. Allora, cosa saresti tu? mi chiese. Alzai lo sguardo di scatto,, presa alla sprovvista. Era serio. Cosa vuol dire, cosa saresti tu? Met angelo, met umana. Com possibile? Lo fissai a bocca aperta. Met angelo? Non vero! Ah no? Allora cosera quella cosa che apparsa su di te quando quellangelo ci ha attaccati? Il tono della sua voce era duro. Mi morsi le labbra, improvvisamente terrorizzata. Non non so di cosa tu stia parlando. Sospeso in aria, sopra di te, cera un angelo con la tua

faccia disse accelerando per superare un camion. Sembrava che fosse l per proteggerti. Non riuscivo a dire una parola. Le ali quelle che laria fresca dellautunno aveva accarezzato. Non non ti credo dissi a fatica. Era solo unallucinazione. Allora hai sentito qualcosa ribatt lui fulminandomi con lo sguardo. No! Cio era tutto molto confuso, non sono sicura Deglutii tentando di spazzare via quel ricordo. Non sono un angelo, ok? impossibile. Non sai quanto vorrei che avessi ragione disse lui, e socchiuse gli occhi. Mi spiace per te, per lo sei, non ci piove, non c altra spiegazione per quello che successo, sinterruppe, aggrottando le sopracciglia e dando qualche colpetto al volante. No sussurr. Non pu essere. Chiunque fosse, era fuori di testa almeno quanto Beth. Mi raddrizzai sul sedile e scaraventai la borsa nel portaoggetti. Senti, non so di cosa tu stia parlando ripetei scandendo bene le parole. Fino a un paio di giorni fa, non sapevo neanche che esistessero, gli angeli. E che mi dici dei tuoi genitori? domand bruscamente. Chi tuo padre? Lhai mai conosciuto? Stavo seriamente iniziando a odiarlo. E tu chi sei? gli chiesi alzando il tono della voce. Non sei un tipo qualsiasi che ha deciso di farsi un giretto in chiesa, vero? Rispondi alla mia domanda. Gli lanciai unocchiata furiosa. Rispondi prima tu. Sebbene non si fosse mosso, percepii in lui uninsolita tensione, come quella di un gatto sul punto di spiccare un balzo. Ti stavo seguendo disse alla fine. Il mio nome Alex. E tu sei Willow. Di cognome fai Fields? Rimasi di sasso. E tu come lo sai? Le sue labbra si contrassero in un sorriso privo di calore. Perch questa mattina ero a casa tua.

Eri a casa mia? Il ragazzi Alex acceler per sorpassare un tir. La Porsche scivolava sullasfalt o come seta su vetro. S disse in tono secco. Avevo ricevuto lordine di ucciderti. Al ricordo della pistola che aveva con s, mi sentii seccare la gola. Lui colse il panico nel mio sguardo e sbuff. Non preoccuparti, non ho intenzione di farlo. Lavoro per la CIA disse, ma subito si corresse. O meglio, lavoravo. Il mio compito era rintracciare e uccidere gli angeli. Mi avevano detto che tu eri un angelo. E invece Distolse lo sguardo, pensieroso. Sei qualcosa che non ho mai visto prima mormor. Per un attimo non riuscii a dire una parola. Cio, stai davvero dicendo che la CIA ti ha ordinato di uccidermi? E magari ti aspetti anche che ti creda? Alex scosse la testa, spazientito. No, sto solo dicendo di aver ricevuto lordine di uccidere qualcosa che in teoria doveva essere un angelo. Pensavo che venisse dalla CIA, ma ora so che non cos. Veniva dagli angeli stessi. Cos ti ho seguita, per capire cosa ci fosse sotto. Aprii la bocca e poi la richiusi, perch non riuscivo proprio a capacitarmi del fatto che un tipo come lui potesse essere un idiota di quelle proporzioni. Ma assurdo. Mi gel con lo sguardo mentre ciocche di capelli scuri gli ricadevano sulla fronte. Dici? Per hai visto cosa faceva quellangelo ai nuovi membri. Lo so perch ti guardavo. Sono secoli che gli angeli se ne vanno in giro a nutrirsi di umani, causando morte, malattie, pazzia. Lo chiamano fuoco sacro. Mentalmente rividi tutto quello che era accaduto in chiesa: lenergia di Beth che ingrigiva a contatto con quella dellangelo e si spegneva lentamente, come prosciugata. Davvero accadeva da secoli? La mia mente si rifiutava di

crederci, era troppo. Distogliendo lo sguardo, mi strofinai le braccia per riscaldarmi un po. Ok, e secondo te io sarei per met angelo. Mi trafisse con gli occhi, fissandomi da sotto le ciglia scure. S. Allora. Hai presente langelo che apparso su di te fuori dalla chiesa? Lho visto proprio stamattina accanto a te mentre dormivi. Sembra un angelo vero, ma senza laureola. La tua aura un misto di umano e angelico, cos come la tua energia. Comera stato bello librarsi in aria e osservare il proprio corpo dallalto No, basta. Non avevo nessuna intenzione di pensarci. Dunque, mi stai dicendo che c un angelo che veglia su di me quando dormo dissi con voce tremante. E tu lo sai perch stamattina eri a casa mia, per conto della CIA, anche se a occhio e croce avrai la mia et. Ok, ora ho capito. La Porsche si tuffava nel traffico per poi riuscirne, zigzagando tra le corsie. Non hai risposto alla domanda sui tuoi genitori disse inespressivo. Li conosci entrambi? No, vero? Sei stata cresciuta solo da tua madre oppure sei stata adottata o roba del genere. Mi strinsi le ginocchia al petto. Questi non sono affari tuoi. Fai male alle persone che tocchi? Sei sensitiva? Male? No! Per minterruppi mentre una goccia di terrore mi scivolava gi per la schiena. Per, s, sono sensitiva. Come come lo sai? Sollev lestremit di un labbro, come se la cosa non lo sorprendesse affatto. una caratteristica angelica. Ad ogni modo, come hanno fatto a trovarti? Ok, era troppo. Incrociai le braccia sul petto e non risposi. Come hanno fatto? questo che ti interessa. Avrei tanto voluto mandarlo a quel paese, ma qualcosa nel tono della sua voce mi costrinse a rispondere. Lo fissai. Be ho letto la mano di Beth e ho visto langelo. Ho visto che le stava facendo del male. Le ho detto di stare lontana da lui e lei

si arrabbiata. Poco dopo langelo si presentato alla mia porta, nella sua for ma umana o qualsiasi cosa fosse. Ha finto di volere che gli leggessi la mano, e quando mi sono rifiutata ha afferrato la mia Esitai ripensando alle immagini che mi avevano attraversato la mente quando laveva fatto. E poi se n andato. Rabbrividii al ricordo dei frammenti di luce fuori dalla chiesa. Che cosa che cosa gli successo? Quando gli hai sparato, cosa Lho ucciso disse Alex. Cos venuto da te e, toccandoti, qualcosa deve averlo spaventato. Quand stato? Gioved? Nel tardo pomeriggio, in serata? Laveva ucciso. Aprii la bocca e la richiusi tentando di capacitarmi della disinvoltura con cui aveva pronunciato quelle parole, come se fosse una cosa di tutti giorni. Sospirai per fare ordine fra i ricordi. Mmm s, gioved. Verso sera. Come Cio quando io ho ricevuto lordine. Serr la mandibola e con la mano diede un colpo al volante. Dannazione. Lo sapevo. Ci sono davvero degli infiltrati allora. Alzai le sopracciglia, fissandolo. Infiltrati dove? Poi di colpo mi resi conto che ci stavamo dirigendo verso Sud, fuori da Pawntucket. Ehi, dove stai andando? Io devo tornare a casa! Negativo disse lui. Ti ucciderebbero entro la fine della giornata. Sentii i miei occhi spalancarsi mentre lo guardavo. Lui mi lanci unocchiata infastidita. Ehi, le hai viste anche tu quelle persone, credi davvero che te la farebbero passare liscia? Per loro non sei altro che una creatura abominevole destinata a distruggere gli angeli ti farebbero a pezzi se ti rivedessero in giro. Che mi dici di quella ragazza, sa dove vivi? Allimprovviso il terrore simpadron di me, gelandomi il sangue nelle vene. Mamma sussurrai. Oh mio Dio, devo andare a casa! Devi portarmi a casa, subito!

Alex scosse la testa. Non ti porto a casa. Ma devi! Mia madre ha bisogno di me, malata La sua voce assunse un tono aspro. Ah s? Il miglior modo di metterla in pericolo proprio tornare a casa. Vuoi davvero ritrovarti una folla inferocita davanti alla porta? Cos, gi che ci sono, se la rifaranno anche sulla madre della creatura abominevole. Sta zitto mormorai. Avevo la nausea al solo pensiero. Potrei potrei andare alla polizia o Non ti aiuterebbero. La met di loro corrotta. E allora cosa suggerisci? dissi alzando il tono della voce. Mi stai dicendo che allimprovviso non ho pi una casa? Non mi conosci nemmeno, portami a casa e falla finita! E poi cosa te ne frega di quello che pu succedermi? Le sue labbra si contorsero. A me nulla, ma gli angeli sembrano convinti che tu sia una sorta di minaccia per loro. Perci, se pensi che permetter che ti ammazzino, sei pazza. Tu non hai voce in capitolo in tutto questo! urlai. Cos, sono tua prigioniera ora? Portami a casa! Alex non rispose, cos gli diedi uno strattone al braccio. Ehi! Hai sentito quello che ho detto? Rallent bruscamente, poi sterz sulla corsia demergenza. La Porsche slitt sulla ghiaia e inchiod. Non c tempo per tutto questo disse. Ebbi di nuovo limpressione che una forza sotterranea sul punto di eruttare lo dominasse, si notava persino da come lavambraccio si tendeva mentre stringeva il volante. Piant gli occhi nei miei, con unespressione dura sul viso. Ascoltami attentamente, user parole semplici: se ti porto a casa, morirai. Ogni persona a cui tieni subir maltrattamenti o morir. Lunico modo che hai per far s che non accada nulla di tutto questo non tornare mai pi a casa. Iniziai a tremare. Volevo convincermi che stesse mentendo o che fosse pazzo, ma non ci riuscivo. Tutto in lui il tono della sua voce, le vibrazioni che emanava mi suggeriva che

stesse dicendo la verit. Non vero sussurrai. Non pu essere vero. Quella mattina quando mi ero svegliata era tutto pi o meno normale. Eppure ricordavo il brivido che mi aveva attraversato baciando mia madre, e mi si serr la gola. tutto vero. Alex colp il volante con un pugno, lanciando unocchiata alle macchine che passavano a gran velocit. Devi venire in Nuovo Messico con me disse alla fine. Per un istante non riuscii a fare altro se non fissarlo. Nuovo Messico, lo stato? dissi. S. Lunica persona di cui mi posso ancora fidare si trova l. E questo cosa avrebbe a che fare con me esattamente? Mi guard come se non riuscisse a credere a quanto fossi stupida. Perch se esiste anche la bench minima possibilit che gli angeli ti stiano alle calcagna, non ho nessuna intenzione di perderti di vista. Ah, non c dubbio dissi con la voce che mi tremava per la rabbia. Grandioso. Ho forse scelta? Lui scroll le spalle e il giubbotto di pelle cigol. Certo. Puoi sempre tornare a casa e farti ammazzare, oltre che mettere in pericolo le persone che ami. Prego, fa pure. Sollevai il mento con aria di sfida mentre ci guardavamo dritto negli occhi. Non so nemmeno chi sei sbottai. Se credi che attraverser il paese con te, sei pazzo. Silenzio. Lunico rumore proveniva dalle macchine che sfrecciavano sulla superstrada. Alex aveva le sopracciglia aggrottate, i denti stretti. Sei sensitiva, no? mi chiese allimprovviso. Come fai? Di cosa hai bisogno? Cominciai a preoccuparmi. Sbuffai cercando di non farlo notare. Mi basta prendere una mano fra le mie. Allora allung bruscamente la sua verso di me. Vai. Scossi la testa incapace di muovermi. Non riesco a farlo

cos. Sono troppo sconvolta in questo momento. Con sguardo di sfida, Alex tenne la mano sollevata a mezzaria fra noi. Alla fine, quasi senza respirare, gliela presi. Era calda, forte, e aveva dei calli alla base delle dita. Unondata di calore mi travolse e non potei fare a meno di sentirmi stupida. Ignorai quella sensazione e chiusi gli occhi per sgombrare la mente. Flash di immagini confuse mi passarono davanti agli occhi: un accampamento nel deserto, filo spinato, un cielo impietoso. Suo fratello, pi alto e piazzato di lui, ma con gli stessi occhi. Angeli che morivano e la gioia crudele e feroce che si provava a ucciderli. La casa di zia Jo e Alex seduto fuori, in macchina. Lavorava davvero per la CIA. Lo vidi percepire qualcosa di strano nella mia energia n angelica, n umana. Di colpo era dentro casa e mi osservava mentre dormivo. Mi manc il respiro quando mi vidi attraverso i suoi occhi, rannicchiata sul divano, sotto la coperta. Su di me vegliava un angelo, con il capo chino bellissimo, raggiante, sereno. Non aveva laureola e aveva le ali piegate dietro la schiena. Mentre Alex faceva il giro del tavolino, con la pistola puntata su quella creatura, la vidi in faccia. Ero io. Lasciai andare la sua mano con un gemito. Silenzio. Allora? chiese Alex. Mi strinsi le braccia al petto, senza guardarlo. Non era pazzo, lenergia che mi aveva trasmesso era limpida e forte. La verit di tutto quello che mi aveva detto, di ogni singola parola che aveva pronunciato, mi schiacci. Insieme al ricordo delle mie ali che si spiegavano e si libravano in aria. Che significa? dissi con un tono di voce un po troppo alto, spaventato. Questa cosa che tu vedi. Non possibile che io sia per met angelo, a meno che Non riuscii a terminare perch allimprovviso un ricordo mi lasci senza fiato, come se avessi appena ricevuto un pugno allo stomaco.

Quando avevo circa undici anni, avevo attraversato la fase in cui volevo assolutamente sapere chi fosse mio padre. Dato che zia Jo non ne aveva idea, lo chiedevo a mia madre, di continuo, sussurrandole quella domanda nella speranza che penetrasse nel mondo dei sogni di cui era prigioniera. Mamma, chi mio padre? Mamma? Te lo ricordi? Chi mio padre? Una volta, una volta sola, mi aveva risposto. Per un attimo i suoi occhi avevano visto i miei e sorridendomi mi aveva sussurrato: Era un angelo. Dopo quella volta, non glielo chiesi pi. Mi sentii sbiancare. Limmagine di mio padre, quella che avevo visto quando avevo tentato di leggere la mano di mia madre quelluomo era terrificante, mi dava i brividi. Aveva gli stessi occhi spietati dellangelo che aveva bussato alla porta di casa. Ora ricordavo: tra gli arcobaleni che costellavano le visioni di mia madre, cera anche un angelo che le sorrideva, in piedi, nel suo vecchio appartamento. Il suo volto era identico a quello delluomo. Avevo sempre pensato che fosse solo frutto di una sua allucinazione. Respiravo a fatica. Strinsi in pugno un lembo della gonna che indossavo. A meno che? domand Alex. Hai hai detto che gli angeli possono condurti alla pazzia sbottai. Hanno mai rapporti con gli umani? Voglio dire S rispose lui fulminandomi con lo sguardo. E dei loro occhi che mi dici? Sono Strani disse placidamente. Troppo intensi. E troppo scuri, a volte. Non riesci quasi a distogliere lo sguardo. Oh no bisbigliai tormentando la gonna con le dita. Tuo padre disse Alex con sguardo sinistro. Ho ragione, non cos? Lui uno di loro. Il panico mi attanagli facendo accelerare il battito del mio

cuore. Io io non lo so. Non lho mai conosciuto. Lho visto solo una volta, quando ho letto la mano della mamma. Ma i suoi occhi erano proprio cos. Ha sconvolto la mente di mia madre, mia zia dice che prima del suo arrivo, lei era normale Mi interruppi, le parole mi morirono in bocca. Ci fu un lungo silenzio. Alex rimase a fissarmi con unespressione a met fra il consapevole e il disgustato. Met angelo mormor alla fine. Grandioso. Mise in moto e rientr nel flusso del traffico premendo forte sullacceleratore. Un istante dopo andavamo gi a centocinquanta. Il mondo mi vorticava intorno come un mare in tempesta. Sapevo che era vero, anche se non volevo crederci. Ero per met angelo. Mio padre era uno di loro e aveva distrutto mia madre. Queste cose non dovrebbero accadere disse Alex sottovoce. Se gli angeli si accoppiassero Ma sinterruppe aumentando la presa sul volante. Dopo un po, sospir. Ad ogni modo, loro ti vedono come una minaccia e io non posso permettermi il beneficio del dubbio. Allora, che cosa vuoi fare? Vieni con me o devo inseguirti per evitare che ti ammazzino? Ripensando alla sensazione che avevo provato aprendo e chiudendo le ali, mi venne da vomitare. Non ci pensare. Non ci pensare. Mi toccai la gonna e iniziai a lisciarla con le mani. Chi chi questa persona che vuoi andare a trovare? Un tizio di nome Cully disse Alex. I capelli scuri gli erano ricaduti sulla fronte e se li scost dal viso senza guardarmi. Era un AK. Angel Killer. lunico di cui posso ancora fidarmi dato che gli angeli hanno preso il controllo sullOperazione Angelo. Operazione Angelo. Ma cosera, un film di James Bond? Ci avevano anche sparato in quel parcheggio. Mi morsi le labbra. Dici che andranno davvero a casa mia? Che succede se lo fanno? Se la prenderanno con zia Jo e la mamma? Lui sbuff con aria glaciale mentre si voltava a guardare

indietro e prendeva luscita per la statale. Non lo so. Come prima cosa si metteranno a cercare questa macchina. Ma, come ho gi detto, se andrai a casa uccideranno te e la tua famiglia. Non so dirti altro. Lo disse in tono brusco, come se non gli importasse nulla. Deglutii a fatica. E tu credi che questo tizio, Cully, possa aiutarci. Se c qualcuno al mondo che pu farlo, lui. Rimasi in silenzio per un momento. Mamma. Ripensai a lei, seduta nella sua poltrona, con lo sguardo perso in un mondo lontano e incantevole. Ripensai alla casa di zia Jo e al mio letto con i sacchettini di lavanda fissati alle colonne. E rividi la folla delirante della Chiesa degli Angeli, percepii la loro furia che minacciava di abbattersi su di me come unonda scura. Rividi la bellissima creatura alata che urlando incombeva su di me. La canna del fucile che puntava dritto verso di me. Alex non era esattamente un tipo amichevole, ma mi aveva salvato la vita, su questo non avevo dubbi. Se non si fosse trovato l in quel momento, sarei morta. Un brivido di terrore mi attravers. Aveva ragione, non potevo tornare a casa. Se lavessi fatto, mi avrebbero ucciso e avrei messo la mamma e zia Jo in grave pericolo. Improvvisamente la casa della zia sembr farsi piccola, mentre si allontanava da me per sempre. Ma se non potevo tornare a casa, dove sarei potuta andare? Non potevo rischiare di esporre Nina a una minaccia del genere. Nessun luogo era sicuro, quella gente non si sarebbe arresa finch non mi avesse vista morta. Met angelo. Il ronzio della Porsche era lunico suono che si udiva, insieme al sussurro del vento che investiva la macchina. Mi strinsi le braccia al petto. Forse la persona che Alex conosceva avrebbe potuto darci delle risposte, e in quel momento ne avevo davvero bisogno.

Le parole indugiarono sulle mie labbra. Non potevo credere di essere davvero sul punto di pronunciarle. Ok mormorai cos piano che quasi non si sentiva. Vengo con te.

CAPITOLO 6
Nelle ore seguenti nessuno parl. Osservavo alberi e fattorie sfilare fuori dal finestrino, senza riuscire ancora a capacitarmi di cosa mi fosse accaduto. A un certo punto il traffico si fece pi intenso e lautostrada divenne a quattro corsie. Riemersi dal torpore e mi resi conto che eravamo sulla New Jersey Turnpike, diretti a New York. Subito dopo, alla mia destra, vidi apparire il famoso skyline che puntava dritto verso il cielo. Alex pag il pedaggio e imbocc il George Washington Bridge per attraversare il fiume. Passando a nord di Manhattan, ci dirigemmo verso il Bronx e dopo poco ci ritrovammo in un quartiere di edifici cadenti e cassonetti traboccanti di rifiuti. Mi schiarii la voce e dissi: Credevo che fossimo diretti in Nuovo Messico. Alex non si volt nemmeno. Non con questa macchina, la staranno gi cercando. Parlava con tono inespressivo. Era ovvio che non moriva dalla voglia di andare in Nuovo Messico con me. Parcheggi davanti a un piccolo centro commerciale che cadeva a pezzi e uscimmo dalla macchina. Lo seguii tenendo ben chiuso il giubbotto di jeans con le braccia. Non era ancora buio ma la vista dei graffiti sui muri e dei frammenti di vetro sul suolo mi fecero ugualmente venire la pelle doca. Se avessi saputo che mi sarei ritrovata in un posto come quello, quel giorno avrei indossato la maglietta pi larga che avevo. Alex recuper dal portabagagli una sacca nera di nylon, apr la zip e ne estrasse una busta piuttosto voluminosa che si sistem nella tasca interna del giubbotto. Poi torn al sedile del guidatore e ci infil una mano sotto. Tir fuori una scatolina di metallo e la mise nella sacca di nylon. Al suo interno intravidi

dei jeans e qualche maglietta piegata. Aggiunse anche altri oggetti recuperati dal cruscotto, poi richiuse la zip della sacca e se la mise in spalla. Andiamo disse in tono sbrigativo. Ignorando il fatto che detestavo ricevere ordini, feci per dirgli che aveva lasciato le chiavi in macchina ma in quellistante capii che faceva parte del piano. In uno stato di trance, attraversai il parcheggio con lasfalto crepato, voltandomi di tanto in tanto a guardare la Porsche nera fiammante. Hai un cellulare con te? mi chiese mentre passavamo davanti a un cassonetto. Annuii e lui subito disse: Dammelo. .Per favore borbottai. Frugai nella borsa, tirai fuori il mio Nokia blu e glielo diedi. A sua volta lui tir fuori dalla tasca un cellulare ultimo modello e li gett entrambi nel cassonetto. Rimbalzarono sul fondo con un tonfo metallico. Lo fissai incredula. Ma Potrebbero rintracciarli. E detto questo, ricominci a camminare senza nemmeno prendersi il disturbo di vedere se lo seguivo. Staranno gi tenendo docchio il tuo traffico telefonico per vedere se chiami a casa. E tu non lo farai, per nessuna ragione al mondo. Non possiamo correre questo rischio. Feci per protestare ma lasciai perdere. Non stavo sognando. Cera davvero qualcuno che mi voleva morta. Ok dissi con voce fioca. Mi trascinai al suo fianco, persa in un vortice di pensieri. Anche se io e zia Jo non eravamo mai andate troppo daccordo, si sarebbe spaventata a morte se non mi avesse vista tornare a casa entro sera. E la mamma deglutii. Se ne sarebbe accorta? Quel dubbio mi fece sentire ancora peggio, in un certo senso. Arrivammo allentrata di una stazione della metrop olitana e Alex scese di corsa gli scalini di cemento. Compr due biglietti e me ne porse uno senza degnarmi di uno sguardo. Volevo

sapere dove stavamo andando, ma avevo voglia di parlargli almeno quanto ne aveva lui di parlare con me. Il vagone della metro era affollatissimo e restammo in silenzio per tutto il tragitto. Alex appoggiato al sedile con le gambe leggermente divaricate, tamburellava con le dita la coscia avvolta nei jeans attillati. Osservando il suo riflesso nel vetro scuro, sullaltro lato della carrozza, mi soffermai sugli zigomi ben marcati e sul solco profondo tra le sue sopracciglia. Il mio sguardo scivol gi, fino alle labbra. Mio malgrado, dovetti proprio ammettere che era uno schianto. Per poco non sussultai quando i nostri sguardi si incrociarono nel riflesso. Una volta tanto sembrava aver abbassato la guardia e per un istante mi sembr di scorgere qualcosa nei suoi occhi preoccupazione forse? che mi fece battere forte il cuore. Poi il riflesso spar e lui distolse lo sguardo incrociando le braccia, infastidito. Mi torn in mente lespressione disgustata che era apparsa sul suo volto poco tempo prima e mi sentii gelare. Lentamente mi allontanai il pi possibile da lui. Quando raggiungemmo Lexington Avenue, Alex si alz senza dire una parola. Alluscita dalla stazione, mi accorsi che il sole stava tramontando e scie color rosso sangue tingevano il cielo nuvoloso. Ci ritrovammo in un altro quartiere malfamato, anche se non ai livelli del Bronx. Alzai lo sguardo e notai che le insegne riportavano scritte sia in inglese che in spagnolo. Mmm dove siamo? El Barrio rispose Alex senza una parola di pi. Non sembrava avere una meta precisa, vagava semplicemente qua e l. Ci addentrammo in una zona residenziale, fiancheggiata da file di macchine parcheggiate e case con mattoncini rossi. Cera ancora un lieve sentore destate nellaria della sera e la gente era seduta fuori, sulle scale dingresso, a ridere e chiacchierare. Il ritmo ossessivo di un pezzo rock in spagnolo risuonava per le strade. Mi guardai intorno. Mi resi conto di

non aver mai compreso fino in fondo cosa significasse sentirsi un pesce fuor dacqua fino ad allora. Ero lunica bionda. Bingo mormor Alex. Seguendo il suo sguardo, vidi che aveva puntato una Mustang Boss verde oliva del 69 o del 70, parcheggiata a lato della strada. Era un po malandata, ma era pur sempre un classico, dalle linee dure e ben definite. Cera un cartello sopra con su scritto $1200 TRATTABILI. Poco distante, vidi un gruppo di ragazzi seduti sugli scalini di una casa a bere delle birre. Alzarono tutti lo sguardo quando Alex si avvicin. Hola, Qu tal? disse. De quin es este coche? aggiunse indicando con il pollice la Mustang alle sue spalle. Parlava spagnolo alla perfezione. Es mio disse uno dei ragazzi. Ests interesado? Il tizio aveva occhi castani gentili e una folta chioma nera. Si alz in piedi passando la lattina di birra allamico e scese gli scalini per dirigersi verso la macchina. Alex lo segu. S, puede que s. Si me haces un buen predo, podra pagarte ahora mismo. Sbirciai mentre giravano intorno alla Mustang, scambiandosi veloci battute in spagnolo. Mi chiesi dove lavesse imparato. Non sapevo quasi niente di lui a parte il fatto che non sembravo piacergli molto. E questo mi faceva sentire terribilmente sola. Distolsi lo sguardo, rivolgendo la mia attenzione a una terrazza di mattoni, e mi strinsi le braccia intorno al petto. Dopo circa cinque minuti di trattative, Alex inizi a estrarre banconote dalla busta che si era messo nella tasca interna del giubbotto. Il ragazzo intasc i soldi con un gran sorriso e gli consegn la chiave da cui pendeva un set di dadi di peluche. Gracias, amigo. Gracias rispose Alex stringendogli la mano. Poi gett la sua sacca sul sedile posteriore e salimmo in macchina. I sedili erano rivestiti in vinile nero come la notte, con qualche spaccatura qua e l, fino al cruscotto bombato. Roba da pazzi disse Alex sottovoce mentre metteva in

moto. Perch? osai domandare. Non mi rispose. Lauto toss una volta e ci allontanammo dal marciapiede lasciandoci alle spalle i ragazzi seduti sugli scalini. Sospirai perch allimprovviso non ne potevo pi di venire ignorata in quel modo. Roba da pazzi, perch? chiesi di nuovo, in tono spazientito. Per un istante serr la mandibola ma alla fine rispose: Non ha voluto accettarne meno di novecento, nonostante lo pagassi in contanti. Davvero? Doveva essere proprio alla frutta allora borbottai. Alex si volt a guardarmi e io feci spallucce abbandonandomi sul sedile. Non avevo nessuna voglia di spiegargli che le Mustang erano pezzi da collezione e che nel caso specifico il telaio era in ottime condizioni, sebbene necessitasse di qualche ritocco. Il tizio avrebbe potuto venderla a un fanatico per una cifra molto pi alta di quella che aveva chiesto ad Alex. Mentre ci dirigevamo a nord della citt, avvistai un negozio dabbigliamento allangolo di una strada. Allora mi schiarii la voce e chiesi: Aspetta, possiamo fermarci un secondo?. Per fare cosa? Avrei bisogno di alcune cose. Sembr innervosirsi ma si ferm ugualmente piazzandosi in un posto a pagamento. Non c tempo per fare shopping. Gli lanciai unocchiata furiosa. Oh, scusa se penso solo a cose frivole. Guarda che sei tu quello con una bella sacca piena di vestiti, io invece non ho nemmeno un cambio. Torno subito. Detto questo, uscii sbattendo la portiera. Una volta entrata nel negozio, afferrai cinque paia di mutande della mia taglia. Sfiorai con le dita una maglietta, desiderando tanto aver abbastanza denaro per comprarmela, ma non ce lavevo e non avevo nessuna intenzione di tornare alla macchina per farmene prestare un po da Alex. In fila alla cassa, lessi un titolo sul News of the World: GLI

ANGELI SONO FRA NOI. Rimasi a fissarlo a lungo mentre tutto si oscurava intorno a me. Allora era tutto vero. Ed era il motivo per cui mi trovavo a New York a comprarmi delle mutande da quattro soldi, in attesa di attraversare il paese con un tizio che a malapena conoscevo. Ero per met angelo. Prego? disse la cassiera impaziente. Riemergendo dai miei pensieri, mi avvicinai alla cassa stringendo forte nella mano le grucce di plastica. Le feci scivolare sul ripiano. Ehm, s queste, grazie. Quando uscii dal negozio, vidi Alex appoggiato alla macchina che sorseggiava un caff di Starbucks con i capelli scompigliati dal vento. Rallentai il passo involontariamente. Standosene semplicemente l in piedi, con indosso dei jeans scoloriti e un giubbotto di pelle, a bersi un caff, emanava un forte senso di sicurezza, come di chi si sente a suo agio nel proprio corpo. Una ragazza, pi o meno della mia et, che passava di l, si volt a guardarlo e lui non ci fece nemmeno caso. Per un istante mimbarazzai al pensiero che sapesse che mi ero comprata della biancheria intima, ma cercai di non pensarci. Dopo tutto non era mica colpa mia se mi trovavo in quella situazione. Mentre mi avvicinavo, Alex guardandomi mi chiese: Come hai pagato?. Coi soldi, stavo per rispondergli. In contanti dissi. Sei hai carte di credito, non usarle. Potresti smettere di darmi ordini? dissi in tono secco. gi abbastanza difficile cos. Mi rivolse unocchiata strana. Butt gi lultimo sorso di caff e gett il bicchiere in un bidone l vicino. C un internet caf dallaltra part e della strada, devo controllare una cosa. Vuoi venire con me o mi aspetti in macchina? Me lo chiese in maniera eccessivamente educata. Avrei avuto voglia di tirargli un calcio.

Vengo con te dissi. Attraversammo la strada. Era uno di quegli internet point in cui puoi anche comprare bibite e panini. Cosa vuoi da mangiare? mi chiese Alex mentre pagava la mezzora di navigazione su internet. Non vorrei dovermi fermare unaltra volta stanotte. Sapevo che di l a poco avrei sentito i morsi della fame avevo mangiato solamente una mela a pranzo ma il cibo era lultima cosa a cui pensavo in quel momento. Scossi la testa. Alex compr comunque due panini e me li porse avvolti nel loro contenitore di plastica. Mettili in borsa. Incroci il mio sguardo mentre gli lanciavo unocchiataccia. Il fatto che fosse figo non giustificava quel suo modo di fare da generale. Ma subito, sospirando, aggiunse: Perfavore. Qualche istante dopo era seduto a una postazione, tutto preso a digitare qualcosa su un motore di ricerca. Non cera nessuno nel posto accanto a lui, cos mi andai a sedere sulla sedia di plastica per dare unocchiata a cosa era apparso sul suo schermo sussultai alla vista di una chiesa bianca su una vasta distesa verdeggiante. Era il sito della Chiesa degli Angeli. Cosa stai controllando? domandai. Lui non rispose e continu a far scorrere la schermata con il cursore. Fantastico mormor fra s. Non hanno perso tempo. Mentre guardavo ebbi come la sensazione di aver ingoiato della sabbia. La mia immagine mi fissava dallo schermo con sotto una scritta che recitava: Willow Fields stata avvistata mentre usciva dal parcheggio della Chiesa degli Angeli di Schenectady, New York, in compagnia di un giovane dai capelli scuri a bordo di una Porsche Carrera color nero. Chiunque lavesse vista, pregato di contattare il reverendo della sede locale al pi presto per avere maggiori informazioni e istruzioni su come rendersi utile. Oh mio Dio gemetti. Come fanno ad avere una mia

foto? Alex tamburell con il pollice sulle labbra. Lavranno presa in quel libro dai, quello che vi danno a scuola, con le foto di tutti. Lannuario dissi. Mi stava prendendo in giro? In ogni caso aveva ragione, dovevano per forza averla presa da l. Torniamo alla macchina dissi guardandomi intorno in preda allansia. Allimprovviso immaginai che tutti quelli che si trovavano nellinternet caf stessero guardando la mia foto sul sito. Non ancora fece lui spingendo indietro la sedia. Prima dovremmo procurarci un paio docchia li da sole o qualcosa del genere per te. Occhiali da sole di notte, mi dissi come unidiota ripensando a quella canzone degli anni ottanta, Sunglasses at night, mentre tornavamo al negozio dabbigliamento. Io e Nina lo facevamo spesso. Parlavamo citando le parole delle canzoni, ma dicendole in tono serio, come fossero parte di una normale conversazione, e una delle due rispondeva sempre: Ehi, non sono le parole di quella canzone?. Serrai le labbra rendendomi conto che stavo pensando a Nina come se facesse gi parte del passato. Che diavolo penser quando sapr che sono scomparsa? Ecco disse Alex una volta rientrati nel negozio, porgendomi un paio di occhiali da sole enormi, in stile hollywoodiano, che aveva preso da un espositore. Potresti raccogliere i capelli e nasconderli sotto questo. E cos dicendo, afferr anche un berretto nero. Il tono della sua voce era inespressivo, freddo. Non mi guardava nemmeno mentre mi dava quelle cose. Dovresti prenderti anche degli abiti nuovi, star gi circolando la descrizione di come eri vestita. Anche se aveva ragione, quel suggerimento minnervos. Non ho abbastanza soldi dissi. Te li compro io disse tagliando corto. Esitai un istante.

Lidea di accettare soldi da lui non mi faceva impazzire, non se continuava a comportarsi cos. Alex sospir, impaziente. Senti, che taglia porti? Li scelgo io mormorai. Presi un paio di jeans e qualche maglietta. Mi serviva un altro reggiseno, cos, nonostante le guance mi andassero a fuoco per limbarazzo, ne afferrai uno dallattaccapanni. Vidi Alex lanciarmi unocchiata per poi distogliere subito lo sguardo, a disagio. Be, per lo meno non ero lunica a essere imbarazzata. Finalmente tornammo alla Mustang. Alex mise in moto, inorridendo alludire il suono rauco simile a un colpo di tosse emesso dallauto. Speriamo che questo coso riesca a portarci fino al Nuovo Messico disse sottovoce. Continuai a guardare fuori dal finestrino e non gli risposi. Cera un sacco di traffico e ci vollero ore solo per uscire dalla citt. Quella stessa notte, intorno alle dieci, mi ritrovai a osservare lo skyline di New York, unesplosione di lucine scintillanti contro loscurit del cielo, farsi sempre pi piccolo. Rimasi voltata a guardare quello spettacolo finch anche il bagliore dellultimo grattacielo scomparve dalla mia vista. Non avevo mai vissuto in citt, cero stata solo qualche volta. Ma, a guardarla scomparire dietro lorizzonte, mi sentii come se anche la linea della mia vita si spezzasse. Credevo che non sarei mai riuscita ad addormentarmi, ma a un certo punto cedetti. Mi risvegliai intorno alle tre del mattino, quando la macchina si ferm. Aprii gli occhi, ancora assonnata. Per un attimo non riuscii nemmeno a ricordare dove fossi, ma la memoria mi torn di colpo in pieno viso. Mi raddrizzai sul sedile scostandomi i capelli dalla faccia. Avevamo parcheggiato a lato di una strada. Era buio. Dove siamo? chiesi. Alex stava reclinando il sedile. Pennsylvania disse abbandonandosi e distendendo le gambe.

Mi concentrai sulle ombre che si intravedevano fuori dalla macchina. Quando i miei occhi si furono abituati al bagliore della luna, scorsi il contorno di una fila di pini che affiancava la strada. Era tutto cos immobile, sospeso in un mondo fuori dal tempo. Mi strofinai le braccia. Dici che sicuro fermarsi qui? Sbuff con fare brusco. Mi sono allontanato dalla strada principale, non vedo macchine da ore. Riuscivo a scorgere solo il suo volto, aveva gli occhi chiusi. Alla luce argentata della notte le sue labbra sembravano scolpite nel marmo. E di angeli ne hai visti? domandai. Solo il tuo rispose. Fu come ricevere uno schiaffo. Non divertente. Non voleva esserlo tagli corto. Di tanto in tanto controllavo se ce nerano e ogni volta vedevo solo il tuo. Senza rispondergli mi raggomitolai sul sedile e mi coprii con il giubbotto di jeans. Il mio angelo. Una parte di me. Rabbrividii cercando di non pensarci. Guardando in alto, mi concentrai sulla cupola di plastica che racchiudeva la luce interna della macchina. Posso farti una domanda? dissi dopo un po. Hm mm mugugn. Com che nessun altro riesce a vederli? In chiesa sembrava che, oltre a noi, solo Beth e i nuovi adepti vedessero langelo. Alex sospir, sentii che si sollevava un po per rispondermi. Le uniche persone che riescono a vederli sono quelle di cui si stanno nutrendo disse. Io li vedo perch sono allenato a farlo. E tu perch sei quel che sei. Lavoravi davvero per la CIA, non cos? chiesi tutto dun fiato, per non rimuginare su quello che aveva appena detto. Eh gi. Quanti anni hai? dissi voltandomi a guardarlo. Teneva le braccia leggermente incrociate sul petto, i suoi capelli erano

neri come la pece nella penombra della macchina. Ci fu una breve pausa, non sembrava avere molta voglia di rispondermi. Diciassette disse. Devi aver iniziato da piccolo gli feci notare, confusa. E tuo fratello, anche lui lavora per loro? Domanda sbagliata. Percepii immediatamente una certa tensione nellaria e mirrigidii sul posto. Mi fai dormire? disse in tono glaciale. Doveva essere successo qualcosa di brutto a suo fratello. Di colpo ebbi lorribile sensazione che fosse morto e deglutii, rimpiangendo di avergli chiesto di lui. In realt, qualsiasi cosa dicessi sembrava sbagliata, a giudicare dalle vibrazioni negative che mi trasmetteva. Aveva intenzione di rivolgermi a malapena la parola finch non fossimo arrivati in Nuovo Messico? Esitai un po, ma alla fine non potei fare a meno di chiederglielo: Tu tu non ti fidi di me, vero?. Segu un lungo silenzio. Io non mi fido di nessuno disse alla fine. Soprattutto di me. Per via Faticavo solo a pensare quelle parole, figuriamoci a pronunciarle davvero. Per via di quello che sono. Alex mosse impercettibilmente un muscolo della guancia, ma a parte questo, rimase immobile. Quando ricominci a parlare, lo fece in tono duro: Senti, non voglio parlare con te a meno che non sia necessario, ok? Tu sei met angelo: una parte di te esattamente come loro. Non credo che io e te abbiamo molto da dirci. Per fortuna aveva gli occhi chiusi, perch allimprovviso i miei si riempirono di lacrime. Bene dissi sentendomi pi sola che mai. Scusa se ti ho disturbato allora. Non lo far pi. Mi voltai dallaltra parte, e mi tirai il giubbotto fin sulle spalle. Chiss perch mi ero aspettata una reazione diversa, in

fondo aveva gi messo in chiaro che non voleva avere nulla a che fare con me. Per faceva male lo stesso. Faceva male da morire. Il petto mi lanciava delle fitte mentre me ne stavo distesa l a fissare le ombre dei pini, desiderando con tutto il cuore che fossero le betulle che vedevo dalla finestra di camera mia. E di non aver mai letto la mano a Beth Hartley.

Quando Alex si svegli, il sole non era ancora sorto. Dal finestrino vide che il cielo azzurro pallido separava ancora la notte dal giorno. Strofinandosi il volto con la mano, rimase disteso, immobile, per un momento. Willow dormiva ancora sul sedile accanto al suo. Alex si volt a guardarla e rimase rapito nellosservare il ritmo regolare del suo respiro, i capelli biondi che le ricoprivano la spalla, il profilo delicato del suo corpo sotto il giubbotto di jeans. Scosse la testa lievemente. Dannazione. Aveva gi provato attrazione per Willow quella volta, nella sua cucina, ma ora che erano cos vicini, costretti a viaggiare insieme, era ancora pi dura. Cerc di ricordare se si fosse mai sentito tanto attratto da qualcuno prima di allora, ma niente. Cerano state delle ragazze, brevi incontri lungo il tragitto verso chiss dove, ma non riusciva nemmeno a ricordarsi le loro facce. Nonostante lavesse a malapena sfiorata, per, sapeva che non si sarebbe mai scordato il volto di Willow, qualunque cosa fosse accaduta. Lei era, anche solo in parte, un angelo. Alex sospir. Ma che significava? Non poteva essere, eppure eccola l, vicino a lui. A vederla tutta rannicchiata nel sonno sembrava cos umana. Ma non lo era. Se avesse portato la coscienza a un livello superiore, era certo che avrebbe rivisto il suo angelo che vegliava placido e sereno su di lei. Lo stesso che era apparso, pieno di forza vitale, il giorno precedente,

quando lavevano attaccata un angelo, proprio come quelli che gli avevano portato via tutte le persone che amava. Il pensiero della morte di suo padre riaffior spontaneamente: era morto con atroci sofferenze durante una battuta di caccia nella Carolina del Nord. Allepoca Martin era gi in preda alla follia e non avrebbe dovuto nemmeno pensare di farlo, ma aveva insistito ed era partito imbracciando il fucile. Langelo laveva avvistato e attaccato prima ancora che loro se ne rendessero conto, succhiandogli via lenergia vitale attraverso lunghe dita delicate. Avevano sentito dei rumori ed erano arrivati sul posto di corsa, ma era troppo tardi: suo padre era morto darresto cardiaco in pochi istanti, dopo essersi agitato a terra con le mani strette al petto. Appena cinque mesi dopo era toccato a Jake. Tutto era cominciato con la morte di sua madre, anni prima. Lanci unocchiata a Willow. Il pensiero di un ibrido, mezzo umano e mezzo angelo, lo ripugnava. Quelle erano cose che semplicemente non dovevano accadere. Ma quello che lo spaventava di pi era lattrazione che provava per lei. Bastava uno sguardo a fargli dimenticare cosa fosse, voleva solo parlarle. Toccarla. Conoscerla. Non ci riusciva, per. Era met angelo: ma come diavolo poteva sentirsi attratto da lei? Quello che le aveva detto la notte prima era la verit, non aveva intenzione di rivolgerle la parola pi dello stretto necessario perch se avesse abbassato anche solo un po la guardia, avrebbe completamente scordato che lei era identica alle creature che gli avevano ucciso la famiglia. E non poteva proprio permettere che questo accadesse, mai e poi mai. Era pi semplice mantenere le distanze, darle ordini, come lei stessa aveva detto il giorno prima. In ogni caso, questo non significava nulla, si disse severo. Lunica cosa che contava era arrivare in Nuovo Messico, da Cully. Sebbene sentisse che Willow non rappresentava una minaccia per gli umani, intuiva la ragione per cui gli angeli la

temessero tanto. Preg solo che avessero ragione. Erano anni che gli AK continuavano a perdere e, se non fossero riusciti a trovare un modo per distruggere gli invasori in massa, lumanit avrebbe avuto i giorni contati. Con un piccolo gemito, Willow inizi a svegliarsi accanto a lui e i suoi occhi verdi si spalancarono. Alex si volt. Con la coda dellocchio vide che lo guardava con astio. Il silenzio gravava su di loro mentre lei si tirava su a sedere e si passava le mani fra i capelli arruffati. Di certo ricordava quello che le aveva detto. Bene, avrebbe facilitato le cose. Cerchiamo unarea di servizio, devo cambiarmi disse Willow in tono freddo. Indossava ancora la gonna viola coi brillantini e il top bianco del giorno precedente. Mentre sinfilava il giubbotto di jeans, Alex cerc di distogliere lo sguardo dalla minuscola porzione di pelle liscia rimasta scoperta sul suo collo e dal modo in cui i capelli biondi le ricadevano sulle spalle. S, ok disse. E risollevando lo schienale del sedile, mise in moto.

CAPITOLO 7
Per tutto il giorno seguente, Alex guid senza sosta verso sudovest, attraversando uno stato dopo laltro alla ridicola velocit di cento chilometri orari. Listinto gli diceva di accelerare ma decise di ignorarlo. Lultima co sa di cui avevano bisogno era che la polizia li fermasse. Willow stava rannicchiata sul sedile, in silenzio, con le gambe strette al petto e lo sguardo rivolto fuori dal finestrino. Dietro quei giganteschi occhiali da sole, riusciva a malapena a scorgerne i tratti, ed era un sollievo. Si era anche raccolta i capelli e li aveva infilati sotto il berretto nero. Si erano fermati in diverse aree di servizio per riposare o acquistare del cibo, e Willow era quasi sempre rimasta in macchina per non farsi riconoscere. Non aveva mangiato granch e aveva bevuto pi che altro dellacqua. Era chiaro che laveva preso in parola. Non si parlavano quasi mai, a meno che non fosse necessario: che panino vuoi, cosa vuoi da bere. Nelle rare occasioni in cui era costretta a rivolgergli la parola, usava un tono gelido e il suo corpo sirrigidiva Alex cap quanto doveva averla ferita dicendole che una parte di lei era identica agli angeli. Non rimpiangeva di averlo detto, non se questo fosse servito a tenerla a debita distanza. Tuttavia Alex non riusciva a fare a meno di osservarla, per quanto si sforzasse di evitarlo: il profilo del suo collo slanciato, con i capelli raccolti, il modo in cui inclinava la testa da un lato mentre guardava fuori dal finestrino. La tristezza le velava spesso gli occhi e lui intuiva che stava pensando alla famiglia che si era lasciata alle spalle: sua madre, da cui proveniva lenergia corrotta che Alex aveva percepito nella casa la sua

mente irreparabilmente danneggiata dal fuoco sacro e sua zia. Si augurava che stessero bene. Perso in queste riflessioni, Alex si rese conto di aver passato fin troppo tempo a pensare a lei. Era met pomeriggio del secondo giorno di marcia senza sosta, e stavano attraversando linfinito territorio del Tennessee il profondo Sud, dove era ancora piena estate e non autunno inoltrato come a New York. Per distogliere la mente da Willow, Alex accese la radio e bevve un sorso di caff comprato in un 7-Eleven. Peccato che non ci fosse modo di attaccare il suo iPod allimpia nto. Da quelle parti la radio non trasmetteva altro che rock, gospel o musica country. Opt per il rock e Willow si volt a guardarlo. Puoi abbassare il volume, per favore? disse inespressiva. Alex non le rispose ma abbass di una tacca. Willow torn a osservare limpressionante spettacolo offerto dalle Smoky Mountains fuori dal finestrino. Alex rimase a guardarla per un istante. Una parte di lui avrebbe voluto dirle qualcosa, magari sulla sua famiglia, ma non sapeva da dove cominciare. Bevve un altro sorso di caff. Non sarebbe stata una buona idea. In quellistante la Mustang emise un sonoro lamento metallico e inizi a vibrare. Posando in fretta il bicchiere nel portabevande, Alex diede unocchiata alle spie del cruscotto. Erano tutte spente, ma la vibrazione aumentava sempre pi e la macchina inizi a procedere a sussulti. Maledetto pezzo di ferraglia borbott. Prov a rallentare e a scalare marcia. Niente da fare. Oltre al rumore metallico, ogni tanto si iniziarono a sentire dei colpetti. Al suo posto Willow si era raddrizzata, intenta ad ascoltare. Lauto fece un ultimo, violento balzo in avanti. Willow, colpendo il cruscotto con il gomito, emise un piccolo gemito. Alex si immise nella corsia demergenza mentre la macchina borbottava e dava forti scossoni: appena in tempo, perch in quellistante le ruote posteriori si bloccarono e lauto si ferm. Spegnendo il motore, lanci unocchiata a Willow.

Tutto bene? le chiese dopo un po. Lei annu una sola volta massaggiandosi il gomito. S. Ok fece lui sospirando. Sar meglio che vada a vedere. Sapeva che non sarebbe stato in grado di capire cosa cera che non andava. Lui e Jake avevano imparato a guidare quando avevano circa dieci anni facevano gli scemi sulle jeep in mezzo al deserto , ma nessuno dei due aveva mai capito molto di motori. Alex fece scattare lapertura del cofano e, uscendo dalla macchina, avvert immediatamente lafa tipica del Tennessee gravargli sulle spalle. Spalanc il cofano e, tenendolo aperto con lasta di metallo, infil la testa dentro la Mustang. Era proprio un pezzo da museo. Non sapendo cosaltro fare controll il livello dellolio, per poi pulirsi lasticella su un lembo della maglietta. Che sorpresa. Lolio era a posto. E anche lacqua. Bene, e ora? Si mise le mani in tasca, alz lo sguardo e guardando lautostrada cerc di ricordare quanto distasse la citt pi vicina. Allimprovviso Willow apr la portiera e usc dallauto. Si avvicin, si tolse gli occhiali e glieli porse. Tieni disse senza farla lunga. Poi and dal lato del guidatore e si mise carponi per dare unocchiata sotto la macchina. Ho bisogno di una torcia disse da l. Puoi vedere se ce n una nel bagagliaio? Alex era esterrefatto. Fu sul punto di chiederle se avesse idea di cosa stava facendo ma era evidente che ce laveva. And a controllare e torn da lei. No, non c. Willow, con la testa infilata sotto la macchina, sulle prime non disse nulla. Poi fece capolino. Si devessere allentato lalbero di trasmissione da qualche parte lo vedo pendere sul davanti. Se cos, non niente di grave. Lo saprei riparare anchio, se avessi una cassetta degli attrezzi, perch i bulloni sono ancora tutti al loro posto. Oppure la scatola del cambio, in quel caso siamo nei guai bisognerebbe toglierla e

smontarla. Per te ne intendi di motori disse Alex. Ma si sent subito un idiota. Come se la cosa non fosse abbastanza ovvia Spazzando via la polvere dai jeans, Willow lo fulmin con lo sguardo. Gi, pensa un po. So fare anche altro, a parte qualche trucchetto da angelo. Ok, non era il caso di ribadire il concetto. Sbuffando, Alex torn a fissare la strada. Be mi sa che ci tocca chiedere un passaggio fino alla prossima citt. E poi mandare qualcuno a prendere la macchina. Va bene disse Willow. Gli riprese gli occhiali dalle mani e il suo volto scomparve di nuovo dietro di loro. Alex mise la sua sacca nel portabagagli. Senza dire una parola, Willow gli diede il suo giubbotto di jeans e lui ci infil anche quello e lo richiuse. Poi la guard e le disse: Senti, io. Ma si ferm, incapace di trovare le parole. Scoll le spalle, rivolse lo sguardo verso la strada e alz un pollice. Un camionista si offr di dar loro un passaggio fino a palton City, a circa quindici chilometri da l. Si strinsero per entrare tutti nella cabina e Alex si sistem nel mezzo. Si mise a parlare di football con il tizio, stupidamente felice di sfiorare il braccio e la gamba di Willow, tanto erano seduti vicini. met angelo, si ammon. Una parte di lei identica alle creature che hanno ucciso la tua famiglia. Ma a lui sembrava cos umana che a stento riusciva a portare avanti la conversazione. Poi il camion si ferm. Erano in un gigantesco piazzale alla periferia della citt, e davanti a loro cera unarea di servizio. Lo fficina mander un carro attrezzi a prendere la vostra macchina disse il camionista con un pesante accento del sud, indicando il garage con il pollice. E se avete fame, in quella tavola calda Rosie vi dar qualcosa di decente da mangiare. Un sorriso da orecchio a orecchio apparve in mezzo alla sua barba folta.

Grazie mille, davvero disse Alex stringendogli la mano. Grazie fece eco Willow scendendo dal camion e poi lo salut gentilmente con la mano mentre si allontanava, ma quando incroci lo sguardo di Alex il sorriso le mor sulle labbra. Andarono allofficina e Alex chiese un carro attrezzi per la Mustang, anche se il meccanico lo avvis che non avrebbe potuto metterci mano prima di un paio dore. Grandioso. Una volta tornati nel piazzale, lui e Willow si scambiarono unocchiata. Unenorme bandiera americana fissata sul tetto della stazione di servizio ondeggiava delicatamente al vento. Cera anche un manifesto della Chiesa degli Angeli che ritraeva la solita chiesa bianca e un angelo che fluttuando sopra di essa la proteggeva con le ali. Alex osserv il manifesto, poi si volt verso la tavola calda. Non cera molto altro da fare nellattesa, ma valeva la pena di correre rischi? Dietro gli occhiali, Willow sembrava impegnata a risolvere lo stesso dilemma, aveva lo sguardo fisso sulla tavola calda. Chiss se ce n qualcuno l dentro disse a voce bassa. Alex fece una smorfia. Il Tennessee faceva parte della Bible Belt e l la Chiesa degli Angeli godeva di un grande seguito. Meglio non rischiare disse. Willow tacque. Immobile, fissava il ristorante, apparentemente immersa nei suoi pensieri. sicuro disse di colpo. Lo lo sento. Alex esit. Aveva una pistola fissata alla cintura, nascosta dalla maglietta, ma non avrebbe voluto di certo usarla su unaltra persona nemmeno su un fanatico della Chiesa degli Angeli. Sei sicura? Con gli occhi puntati sulla tavola calda, Willow inizi lentamente ad annuire, e il sole brill sui suoi occhiali scuri. S, certo che lo sono disse con fare compassato. Cose da angeli.

Non volendo stuzzicarla oltre, Alex sollev le mani in segno di resa. Ok, proviamo a vedere. Attraversarono il piazzale ed entrarono nella tavola calda. Una folata daria polare li invest. Alex scivol su un divanetto e Willow gli si sedette di fronte. Le cameriere in divisa marrone erano tutte affaccendate a riempire tazze di caff e a portare ai tavoli vassoi cos colmi di cibo da far schizzare il livello di colesterolo alle stelle. Dopo aver tirato fuori un men di plastica consumata, infilato fra il sale e il pepe, Alex inizi a leggere e subito sent lo stomaco brontolare. Erano andati avanti a panini per quasi due giorni. Cosa ci sar nel fritto misto? borbott Willow fra s leggendo il men. E il semolino cos? Nel fritto mist o c roba fritta disse Alex mentre dava unocchiata agli hamburger della casa. Il semolino per la colazione, assomiglia al porridge. Lei sollev la testa verso di lui, imperscrutabile dietro gli occhiali. Devi aver viaggiato tanto disse dopo un po. Alex alz una spalla, rimpiangendo di averle parlato. Rimasero in silenzio a far finta di leggere ciascuno il proprio men. Al tavolo arriv una cameriera con i capelli rossicci e pos davanti a loro due bicchieri dacqua e ghiaccio. Posso? chiese tirando fuori dalla tasca del grembiule un blocchetto. S, per me un bacon-cheeseburger e patatine fritte disse Alex. E del caff aggiunse rimettendo a posto il men. Bacon-cheeseburger e patatine fritte ripet la cameriera scribacchiando sul blocchetto. E per te, tesoro? Willow fece per rispondere ma di colpo si ferm a fissare la cameriera. Eh io Osservandola, Alex percep la sua tensione: stringeva cos tanto il men che le nocche della mano erano diventate bianche. La cameriera la guard perplessa. Tesoro, cosa ti porto? Eh Willow deglut abbassando lo sguardo sul men. Prendo un club sandwich. E uninsalata. La cameriera prese nota con rapidi movimenti della mano.

Caff? domand poi. No solo dellacqua. Willow si morse un labbro seguendo con gli occhi la cameriera che tornava dietro al banco. Intravedendo di profilo lespressione combattuta che le era apparsa sul volto dietro gli occhiali, Alex rimase dubbioso. Che c? chiese. Lei fece una strana smorfia, poi gli lanci unocchiata e si guard intorno. Infine torn a osservare la cameriera. Dopo poco sospir come se avesse preso una decisione. Scivol fuori dal divanetto. Mmm torno subito mormor. Che succede? le chiese di nuovo. Lei scosse la testa. Niente. Devo devo solo pa rlare un secondo con la cameriera. Confuso, Alex la guard avviarsi verso il banco, elegante e graziosa anche in jeans e maglietta. Un istante dopo la vide sporgersi sul banco e parlare con la cameriera. Si era tolta gli occhiali per rivolgersi a lei e gli occhi della cameriera si fecero grandi come due fanali. Che diavolo succedeva? Incapace di restarsene l ad aspettare, si alz e and a sedersi su uno sgabello di pelle rossa al banco. Tutto bene? S sussurr la cameriera continuando a fissare Willow. Va avanti. Per favore. La punta delle orecchie di Willow stava diventando rossa. Per un attimo incroci il suo sguardo e Alex not che la imbarazzava il fatto che fosse venuto l ma poi la vide raddrizzare le spalle e rivolgersi in tono deciso alla cameriera. Ok, mi ascolti, so che non mi conosce e immagino che questa le sembri unintrusione, ma io sono sensitiva. Se solo potessi tenerle la mano per un istante, torse potrei vedere qualcosa. La cameriera non sembrava convinta. GEORGIA era il nome sul suo cartellino. Una cameriera di colore con i capelli biondo platino stava ascoltando e in quel momento diede una

gomitata a Georgia. Forza, tesoro disse con aria preoccupata. Magari proprio quello di cui hai bisogno. La prego disse Willow. Voglio solo aiutarla. Come sotto incantesimo, Georgia allung la mano e Willow la prese fra le sue. Abbass lo sguardo e rimase cos per un momento, assorta. Suo marito morto di cancro a un polmone il marzo scorso disse piano. Lei si presa cura di lui per tutti gli anni precedenti. Aveva fatto sistemare appositamente la camera degli ospiti per lui, cos che non dovesse trascorrere troppo tempo in ospedale. Alz lo sguardo. Lo amava pi di ogni altra cosa al mondo, non cos? Georgia impallid, barco llando per lo shock. Io oh mio Dio vero! intervenne laltra cameriera con gli occhi sgranati. Si chiamava Dan e No, non mi dica nulla la ferm Willow. Georgia non mi creder se lei mi dice qualcosa. E detto questo, si zitt e chiuse gli occhi. Alex si sporse ancor pi sul banco, incapace di smettere di fissarla dal momento in cui ricominci a parlare. Vedo delle pillole, su una mensola in bagno disse lentamente. Diazepam. Di solito gliele prescrive il medico contro lo stress e lei ne prende in grandi quantit, da mesi. Ha capito come fare a procurarsele su internet. Un fiume di lacrime inizi a solcare il volto di Georgia. Soffoc un singhiozzo mentre lamica le accarezzava un braccio. Willow apr gli occhi. Non lo faccia disse fermamente, sporgendosi sul banco. Non quella la soluzione. Io io voglio solo raggiungere Dan disse Georgia fra i singhiozzi. Laltra cameriera le porse un fazzoletto di carta e lei si asciug gli occhi, facendo sbavare tutto il mascara. Mi mi manca cos tanto. Lo sguardo di Willow si fece dolce e compassionevole

mentre stringeva la mano di Georgia. Era totalmente concentrata sulla donna. Alex rimase immobile a guardarla, travolto da un vortice di pensieri. Non capiva come mai la cosa lo sconvolgesse tanto, in un certo senso tutti gli angeli erano sensitivi quella era solo unulteriore prova della sua natura ibrida. S, per, stavolta era diverso. So che dura disse Willow, continuando a stringerle la mano. Ma la sua ora non giunta. Per lei vedo un altro percorso, una strada alternativa. Fra qualche mese ricever i soldi dellassicurazione, torner a casa, ad Atlanta, e aprir un ristorante tutto suo. Lo desidera da sempre, ma si sentir in colpa a usare il denaro cos. Be, non lo faccia. Dan a volerlo. Quel denaro un suo dono. Oh, tesoro! mormor la cameriera di colore, facendo scivolare un braccio sulle spalle di Georgia. Potr lavorare per te quando accadr? le chiese dolcemente. Georgia rideva fra le lacrime accarezzando la mano dellamica. Puoi scommetterci, Dora disse. Be, ecco cosa sono riuscita a vedere disse Willow. Spero che possa aiutarla. Fece per lasciarle la mano. Aspetta! esclam Georgia, aggrappandosi alle sue dita. Puoi vedere Dan? Vuole dirmi qualcosa? La speranza sul volto della donna era cos intensa che Alex avvert una fitta al petto. Dovette distogliere lo sguardo mentre il ricordo di Jake gli serrava la gola. No, non sono una medium disse gentilmente Willow. Ma lui qui, accanto a lei, ne sono certa. E credo proprio che desideri che lei torni a essere felice. Georgia annu, tamponandosi gli occhi. Forse posso farcela ora disse con sguardo rapito. Non hai idea del peso che mi porto addosso Ma si corresse subito guardando Willow: E invece s, ce lhai, non vero?. Willow le sorrise in segno di assenso. Alex rimase

incredibilmente colpito dal contrasto fra la bellezza elfica del suo volto e lespressione dei suoi occhi verdi, cos matura rispetto a tutto il resto. Allimprovviso cap che anche lei, come lui, era stata costretta a guardare molte cose che non avrebbe mai voluto vedere nella vita perch quello era lo sguardo di una persona invecchiata prima del tempo, lo stesso che vedeva ogni volta che si guardava allo specchio. Georgia venne fuori da dietro il bancone e strinse forte la mano di Willow fra le sue. Come potr mai ringraziarti? disse con calore. Distinto le due si abbracciarono. Facile disse Willow allontanandosi con un sorriso sulle labbra. Gettando via quelle pillole quando torna a casa. Lo far intervenne Dora. Me ne assicurer di persona! Grazie, tesoro ripet Georgia sfiorando il volto di Willow. Davvero. Mi hai rimesso al mondo. Willow arross un po. Sono felice di averla aiutata disse, improvvisamente timida. Una volta ritornata al divanetto, Willow inforc di nuovo gli occhiali. Alex rimase a guardarla, senza parole. Lei incroci il suo sguardo mentre si sistemava una ciocca di capelli biondi sotto il berretto. Scusa, un altro trucchetto da angeli borbott. No, stato Alex scosse la testa incapace di trovare le parole adatte. Mise le braccia sul tavolo e la studi attentamente. Come facevi a saperlo? chiese. Willow lo fiss a lungo, come se stesse cercando di capire se fosse sinceramente interessato. Poi scroll le spalle. Quando venuta al nostro tavolo, lho sentito disse. Ho sentito unondata di tristezza. Ho capito che voleva suicidarsi. Arriv Dora e pos una tazza di caff di fronte ad Alex. La tua fidanzata un portento, tesoro gli disse stringendole una spalla. Alludire la parola fidanzata, il sorriso spar dal volto di Willow. Alex intu che stava per correggerla ma la vide

rinunciare. Quando la cameriera si allontan, Alex si mise a mescolare il caff. Be in fin dei conti stata una fortuna che la macchina si sia rotta disse a un certo punto. Willow bevve un sorso dacqua e, riappoggiando il bicchiere di plastica marrone sul tavolo, gli lanci unocchiata. Per un istante Alex pens che stesse per sorridergli, ma non lo fece. S disse. Direi di s. Quando tornarono al garage, il meccanico, pulendosi le mani con uno strofinaccio, disse che li stava aspettando. Ehi, avevi ragione, era lalbero di trasmissione disse in tono allegro. Per temo di non avere i bulloni che fanno per voi devono essere saltati via mentre si allentavano. Erano quasi le sei del pomeriggio. Alex emise un sospiro. Allora non ce la far entro oggi, immagino. Luomo scosse la testa. No, ho paura di no. Domani mattina far un paio di telefonate, magari ce li hanno in unaltra officina. Altrimenti dovr ordinarli e in quel caso ci vorranno due, tre giorni prima che arrivino. Due o tre giorni. Fantastico. Per un attimo Alex pens di comprare unaltra auto usata. Ma non poteva permetterselo, gli restavano a malapena duemilacinquecento bigliettoni per le emergenze per quanto la CIA fosse diventata pi generosa dopo linvasione, non era il caso di farci troppo affidamento ed era meglio tenerseli stretti. Sospir guardando Willow. Be a quanto pare siamo bloccati qui, siamo appena arrivati C un motel proprio in cima alla via disse il meccanico. Mi dispiace, mi rendo conto che una seccatura. Tornate da me domani mattina verso le dieci, a quellora sapr dirvi se devo ordinarli o no. Alex annu lentamente. Ok. Lanci unocchiata a Willow. Per te va bene? La vide irrigidirsi anche dietro gli occhiali. Ma alla fine,

alzando una spalla, disse: Non abbiamo alternative. Alex and a recuperare la sua sacca dal portabagagli, se la mise in spalla ed entrambi si diressero dove aveva consigliato il meccanico. Era ormai il tramonto, il cielo era striato di rosso e viola verso Ovest e una piacevole brezza spazzava via la calura della giornata. Per qualche minuto si sentirono solo il rumore dei loro passi sul ciglio della strada e delle macchine che sfrecciavano. Alex si schiar la voce. Avevi indovinato, era lalbero di trasmissione disse. Era abbastanza ovvio replic Willow, scostante. Camminava a braccia incrociate con lo sguardo abbassato. Alex si zitt. Non era sensitivo ma non era difficile capire che non voleva parlargli. Si trascinarono lungo la strada senza dire una parola. Finalmente, con grande sollievo di Alex, videro apparire linsegna di un motel GoodRest, con le sue note scritte blu e bianche. Mentre si avvicinavano, Alex not con un pizzico di preoccupazione che il parcheggio era pieno di macchine, sembrava una specie di raduno dauto depoca. Mmm ti trasmette qualcosa in particolare questo posto? Willow rallent il passo mentre studiava ledificio a due piani disposto a forma di L. Direi di no rispose. Dovrebbe essere a posto. Alex indugi ancora un po. Nonostante Willow non avesse brutti presentimenti al momento, cera la possibilit che dovessero fermarsi l diversi giorni ed era meglio prendere ogni precauzione possibile. Senti, sarebbe meglio che dividessimo una camera disse. Con due letti, sintende, ma Willow si arrest di colpo e lo guard disgustata. Cosa? La sua reazione lo fece arrossire e la cosa lo irrit, era certo di aver proposto la soluzione pi sensata. Passeremo inosservati disse. E poi pi sicuro se restiamo insieme, cos posso controllarti.

Non voglio che tu mi controlli sbott lei. E detto questo, si avvi furiosa verso il motel con passi lunghi e decisi, dritta come un fuso. La raggiunse senza sforzo. Perch credi che ci troviamo qui a Boondocks? ribatt seccato. C qualcuno che vuole ammazzarci, ricordi? Le labbra di Willow si serrarono e tacque per non esplodere di rabbia. Ok disse alla fine. Va bene. Avvicinandosi alla porta a vetri con su scritto RECEPTION, Alex inizi a dirle che anche lui lavrebbe evitato volentieri, ma avrebbe subito voluto rimangiarsi le parole non voleva fare la figura di quello che insiste troppo. E la stava facendo. Al bancone un tizio gli diede un modulo di registrazione. Alex firm, gli mostr un documento didentit falso una patente di guida dellOhio e pag in contanti. La loro stanza era al piano terra delledificio e vi si diressero in silenzio, seguendo una stradina di cemento. Giunti alla stanza numero 112, Alex infil la chiave nella serratura, spalanc la porta e cerc linterruttore al buio. Davanti ai suoi occhi apparve la solita stanza di motel, simile a tante altre in cui era stato due letti matrimoniali, un tavolo rotondo e una tv fissata alla parete di cemento coperta da una mano di vernice scadente. Lasci cadere la borsa sul tavolo. Willow entr nella stanza e chiuse la porta dietro di s. Si tolse gli occhiali e il berretto scuotendo la testa, tutto questo senza degnarlo di uno sguardo. Mi far una doccia. Alex annu. S, ok. Dopo ne faccio una anchio. Sapeva di non poterla biasimare se lo detestava tanto e in un certo senso era meglio cos. Ma allora perch allimprovviso desiderava di poter tornare indietro nel tempo, a due notti prima, per rimangiarsi tutto quello che le aveva detto e lasciare che gli parlasse?

Rovistando nella borsa, Willow tir fuori una spazzola e si diresse in bagno. Poi si ferm, fremendo di rabbia. Non ho lo shampoo disse. Mi presti il tuo, per favore? Alex apr la borsa, estrasse una confezione di shampoo, uno di quelli da sportivi, e gliela pass. Grazie. Willow scomparve dietro la porta del bagno. Un istante dopo Alex ud il rumore dellacqua che cadeva picchiettando sulle mattonelle. Fece un lungo sospiro e si strofin il viso con le mani. Mentre recuperava il telecomando per accendere la televisione, gli cadde locchio sul sacchetto dei vestiti di Willow che giaceva aperta sul mobile allingresso. In cima cera il suo portafoglio era viola con un fiorellino ricamato a mano. Si volt verso il bagno, incerto. Alla fine, sentendosi come un ladro, prese il portafoglio. Aveva lo stesso delicato profumo di Willow. Lo apr e vi trov una patente dello stato di New York intestata a Willow Fields, et sedici anni. Quasi diciassette mancava solo un mese al suo compleanno, il 24 di ottobre. Rimase sorpreso. Un giorno dopo il suo, che cadeva il 23. Era precisamente un anno e un giorno pi grande di lei. Quella coincidenza lo turb un po, insinuandosi in lui come il delicato battito dali di una farfalla. Nella foto Willow aveva il capo reclinato da un lato e un sorrisetto nervoso sulle labbra. I suoi occhi verdi scintillavano, persino in quellimpietoso scatto della motorizzazione di New York. Rimettendo la patente al suo posto, Alex diede unocchiata alle foto che Willow teneva nel portafoglio. Ce nera una insieme alla sua amica Nina, erano abbracciate con i visi premuti luno contro laltro. Indossavano dei ca ppelli buffi e facevano una smorfia verso lobiettivo. Poi ce nera unaltra con Willow da piccola che stringeva la mano di una donna dai capelli biondi. Sua madre? Alex fiss a lungo quella foto. Willow sembrava molto piccola, doveva avere sei o sette anni. E nonostante stesse

rivolgendo un sorriso educato a chiunque si trovasse dietro lobiettivo, il suo sguardo esprimeva preoccupazione. Era in piedi, leggermente davanti alla donna come a volerla proteggere. La madre di Willow ammesso che fosse lei aveva i suoi stessi capelli biondi e mossi, e lo sguardo perso. Il sorriso estatico che aveva sulle labbra era di certo indice di una grave menomazione mentale provocata dal fuoco sacro. Con movimenti lenti, Alex richiuse il portafoglio e lo ripose nel sacchetto. Accese la tv. Disteso sul letto con un braccio dietro la testa, osservava lo schermo ma non vedeva altro che limmagine di Willow da piccola. Lamore che nutriva per la madre era palese e non cera da stupirsi che avesse fatto tanta fatica ad allontanarsi da lei. E ora si trovava a migliaia di chilometri di distanza da casa, con il timore di non rivederla mai pi in compagnia di un ragazzo che detestava.

CAPITOLO 8
Quando entrai nella doccia, una pioggia di aghi bollenti spazz via lo sporco degli ult imi due giorni. Minsaponai i capelli desiderando che lo shampoo non odorasse cos tanto di Alex. Il pensiero di aver fatto caso al suo odore mi fece innervosire ancora di pi. Gli ultimi due giorni erano stati gi abbastanza difficili, per non parlare del modo brusco in cui mi trattava, come se non gli passasse nemmeno per lanticamera del cervello che fossi leggermente pi sconvolta di lui per tutta quella faccenda. Lacqua calda mi diede sollievo, vigore. Rimasi nella doccia a lungo, gustando quella sensazione e cercando di schiarirmi le idee. Quando finalmente uscii, mi asciugai, avvolsi i capelli in un asciugamano e sfregai via il vapore dallo specchio con la mano. In quellistante mi resi conto che non avevo vestiti per la notte. E nemmeno lo spazzolino. N il dentifricio. Mi venne da piangere dal nervoso. Perfetto, avrei dovuto chiederli ad Alex. Per un attimo pensai di dormire con addosso lasciugamano, ma non mi sembr il caso, vista la situazione. Alex? esclamai avvicinandomi alla porta di metallo. Silenzio. S? Aprii la porta di una fessura e feci capolino. Eh non ho niente da mettermi per dormire. Puoi prestarmi qualcosa? E anche un po di dentifricio, magari? Lui mi guard, poi distolse gli occhi. S, aspetta. Si alz per andare a rovistare nella borsa e tir fuori dei vestiti. Quindi attravers la stanza e me li diede i nostri sguardi sincrociarono brevemente. Grazie dissi, e mi richiusi subito in bagno.

Mi aveva dato un paio di pantaloni neri da ginnastica e una maglietta rossa scolorita con le maniche lunghe. Erano morbidi e un po consumati, come solitamente sono i capi lavati molto di frequente. Li posai sul ripiano del bagno, mi lavai i denti usando un panno e finii di asciugarmi i capelli con lasciugamano. Quando finalmente min filai i vestiti, mi resi conto che ci nuotavo dentro. Le mie mani sparivano dentro alle maniche. Iniziai ad arrotolarne una ma mi fermai di colpo, investita da un turbine di sensazioni. Esiste una cosa chiamata psicometria, secondo cui i sensitivi possono percepire vibrazioni a contatto con gli oggetti. Del tipo che se prendono in mano lorologio della cara vecchia zia Grace, poi sanno dirti tutto di lei. Non ero sicura di come funzionasse. Era come se gli oggetti trattenessero delle tracce di energia o roba simile. Ad ogni modo, per me non aveva mai funzionato granch, lunica cosa che riuscivo a percepire tenendoli in mano era il lontano ricordo di unemozione. Ma indossando gli abiti di Alex avvertii qualcosa di pi. Mi osservai allo specchio mentre accarezzavo la manica rossa della maglia. Trasmetteva una sensazione piacevole ma non solo per via del calore e della morbidezza. Cera ancora traccia dellenergia che Alex emanava lultima volta che laveva indossata chiusi gli occhi, avvolgendomela addosso come una coperta. Fu come tornare a casa. Spalancai di nuovo gli occhi. Stai perdendo il controllo, pensai. Lui odia tutto di te. Era il mio cervello a parlare. Ma nel frattempo la mia mano si faceva i fatti suoi e continuava ad accarezzare la manica, percorrendola su e gi con le dita. Lenergia che percepivo era cos familiare, cos rassicurante. Allontanai la mano come se la manica avesse preso fuoco e la sensazione svan. Cercando di distrarmi, mi arrotolai entrambe le maniche velocemente, fin sopra gli avambracci.

Quello che avevo provato non poteva essere reale. Alex non mi piaceva nemmeno. Eppure quando aprii la porta e tornai in camera da letto, non potei fare a meno di fissarlo. Era disteso sul letto e guardava la tv con le braccia incrociate dietro la testa, assorto nei propri pensieri. Quando si volt a guardarmi, sorrise, non cerano dubbi: un angolo della sua bocca si era sollevato come se non potesse farne proprio a meno. Ti stanno un po grandi disse. Gi. Dovetti distogliere lo sguardo, sentendo salire dentro lagitazione. Mi misi a sedere sul letto libero e iniziai a sistemarmi i capelli. Se hai finito, farei una doccia anchio. E cos dicendo, and a recuperare alcune cose dalla sacca e si chiuse in bagno. Quando lacqua inizi a scorrere, mi sforzai di dimenticare le sensazioni che avevo appena provato, di non pensare a come fosse bastato un piccolo sorriso per addolcire i suoi tratti. Inizi il telegiornale e mi chiesi se avrebbero parlato della mia scomparsa. Ovviamente non fu cos, eravamo a quasi duemila chilometri da casa. Sospirai al pensiero. Chiss se la mamma e zia Jo stavano bene. Negli ultimi due giorni mi ero sforzata di captare le loro vibrazioni da lontano, concentrandomi sulla casa per capire cosa vi stesse accadendo. Ma non avevo ottenuto altro che una sensazione di ansia e di vaga irritazione proprio quello che pensavo avrebbe provato zia Jo se me ne fossi andata allimprovviso, lasciandola sola con mia madre. Speravo con tutta me stessa che questo significasse che almeno stavano bene e che nessuno era venuto a cercarmi. Guardai lo schermo della tv senza vederlo. Di sicuro zia Jo aveva gi chiamato la polizia, che a sua volta aveva scoperto grazie a Nina che ero andata alla Chiesa degli Angeli e poi? Avevano trovato la mia macchina? Mi venne in mente quello che aveva detto Alex, sul fatto che ci fossero degli infiltrati anche nella polizia, e mi chiesi se, una volta trovata, avrebbero reso la notizia di

pubblico dominio. Magari mi stavano cercando per motivi tutti loro. Come se i miei pensieri lavessero evocata, sullo schermo apparve una pubblicit con limmagine ahim familiare di una chiesa color perla. Hai perso le speranze? recitava una voce. Oh no, questo no. Balzando gi dal letto afferrai il telecomando che giaceva su quello di Alex e cambiai canale. Mimbattei in un altro notiziario locale, che parlava per dellinsufficienza di posti letto allospedale di Knoxville. Proprio quello che mi ci voleva qualcosa di estremamente noioso e innocuo. Lanciando il telecomando sul letto di Alex, tirai fuori i cuscini da sotto le coperte, li sistemai contro la testiera e mi misi comoda. Il personale si trova in difficolt stava dichiarando una donna dallacconciatura impeccabile. Era in piedi in mezzo a un corridoio dellospedale e alle sue spalle cerano pazienti ricoverati in letti allineati lungo le pareti. Un inserviente and a sbattere contro un altro per la fretta e si ud un lamento in sottofondo. Lo spazio che una volta era sufficiente ad andare incontro alle esigenze dellospedale centrale di Knoxville sembra essere diventato drammaticamente inadeguato per via del vertiginoso aumento di casi di cancro e altre malattie di natura non meglio identificata Stringendomi un cuscino al petto, cominciai a provare un certo disagio mentre quelle immagini risvegliavano in me un vago ricordo. Il tutto mi era molto familiare, persino la scena della giornalista che parlava nel corridoio di un ospedale. Poi ricordai: avevo sentito una storia simile appena due mesi prima, in un servizio sullospedale di Syracuse. Non cerano letti a sufficienza a Knoxville, in Tennessee, e nemmeno a Syracuse, nello stato di New York. Due citt distanti chilometri e chilometri luna dallaltra. La telecamera si avvicin a una ragazzina distesa su uno dei letti addossati alla parete. Tentava di sorridere, ma si vedeva

che era molto debole. Mi venne la pelle doca al ricordo di quello che avevo visto nella mente di Beth era lo stesso sguardo che aveva lei dopo aver trascorso un po di tempo presso la Chiesa degli Angeli. Mi tornarono subito in mente le parole di Alex, sul fatto che a contatto con gli angeli le persone subivano danni irreparabili e contraevano delle malattie mi resi conto che i due servizi identici che avevo visto alla tv erano tuttaltro che una coincidenza. Il punto non era linadeguatezza delle strutture ospedaliere, ma laumento di malattie era tutta colpa degli angeli. Questa era la realt. Non era accaduto solo alla mamma e a Beth, ma a moltissime altre persone sparse in tutto il paese. Il servizio termin e ne inizi un altro. Rimasi l, in stato di shock, a tentare di capacitarmi di quanto stessero peggiorando le cose. Sussultai quando la porta del bagno si apr. Alex apparve con indosso un paio di pantaloni blu da ginnastica, i capelli ancora umidi. Gett i vestiti sulla cassettiera e si diresse verso la sua sacca, mentre io facevo di tutto per non fissarlo senza maglietta e per non soffermarmi sui suoi addominali scolpiti, sul petto e sulle braccia, per non ammirare inebetita la sua pelle liscia, ancora leggermente umida. Con la coda dellocchio osservai le sue spalle abbronzate muoversi mentre rovistava nella borsa, in cerca di una maglietta. Aveva un tatuaggio sul bicipite sinistro: AK, lettere nere in stile gotico. Oddio, quant bello. Le mie guance avvamparono, mentre quel pensiero fluttuava in testa. Ci mancava solo che mi sentissi attratta da lui. Poi per fortuna Alex sinfil la maglietta. Mentre tirava fuori qualcosaltro dalla borsa, mi disse: Ehi mmm questa tua. Si volt per darmi qualcosa e io spalancai gli occhi alla vista della fotografia che tenevo sulla libreria del salotto di casa ritraeva me da piccola sotto un salice. Allungai lentamente una mano per prenderla. Mi venne un groppo alla gola ripensando a quando la mamma laveva

scattata uno di quei rari, magnifici momenti in cui era ancora in s. Vedi quel salice, Willow? Sei tu, il tuo nome vuol dire proprio salice. Sfiorai il vetro con le dita. Ma come Lho presa a casa tua confess Alex. And a sedersi sul suo letto sollevando una gamba sulla coperta e allungando laltra fuori. Rimasi a fissarlo, incredula, mentre stringevo la foto fra le mani come a volerla proteggere. Lhai rubata? Perch? Scroll le spalle guardando la tv e con lavambraccio abbandonato sul ginocchio. Gli angeli non hanno infanzia. Quando ho visto questa, ho capito che non eri un angelo e lho presa. Ho pensato che magari poteva servirmi. Mi guard con i suoi occhi color grigio azzurri. Scusami. Aprii la bocca per dire qualcosa ma ci ripensai e abbassai lo sguardo sulla foto. No, sono sono contenta di averla dissi. Accarezzai la cornice e la sistemai con cura sulla cassettiera accanto al mio letto. Poi mi venne in mente una cosa. Ma come hai fatto a entrare in casa mia? Lui sorrise, un po in imbarazzo. Ho scassinato la serratura della porta sul retro. Tua zia farebbe meglio a metterne una nuova, quella che avete pessima. Emisi un sospiro e abbandonai la testa sui cuscini. Gi, vorrei tanto poterglielo dire. Ci fu un breve silenzio, mentre la televisione continuava a blaterare. Era iniziata una di quelle trasmissioni da idioti in cui le persone non fanno che urlarsi in faccia davanti a un giudice. Alex si schiar la voce. Senti, Willow Si ferm un istante e io mi voltai a guardarlo. Sembrava agitato, continuava a tamburellare con le dita sul ginocchio. Mmm so bene quanto sia difficile per te. Cio hai dovuto abbandonare la tua famiglia e s, insomma. Non poteva fare il carino con me, mi veniva da piangere. Sbuffai stringendo il cuscino con gli occhi fissi sullo schermo.

Be, s, ho avuto tempi migliori. Per esempio, quando ho avuto la varicella, stato quasi divertente al confronto. Alex fece una risatina e la cosa mi sorprese. Mi resi conto che prima di allora non lavevo mai sentito ridere. Non che io avessi riso come una pazza, in effetti. Per un po guardammo la trasmissione in silenzio. Una donna accusava un acconciatore di cani di aver fatto al suo cucciolo un taglio terribile e pretendeva un risarcimento di centinaia di dollari per danni morali. Al cane non sembrava importare granch. Quand stata la prima volta che ti sei resa conto di essere sensitiva? domand Alex improvvisamente, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Dato che non rispondevo, si volt verso di me. I suoi capelli scur erano ancora un po umidi e scompigliati. Sentii che mi stavo irrigidendo. Non ero abituata a pensare a me stessa come a una sensitiva, ma immaginavo che la cosa lo incuriosisse davvero. Ecco perch mi ero imbarazzata tanto a leggere la mano della cameriera davanti a lui. Perch? chiesi. Scroll le spalle. Cos. Non devessere facile s, insomma, sapere cose che la gente non sa. Di colpo il tempo si ferm. Non era quello che ero solita sentirmi dire. Quei pochi che credevano che fossi davvero una sensitiva non facevano che dirmi quantero fortunata. Wow, vedi davvero il futuro? Che figata! Allora puoi vincere alla lotteria? Incontrare qualcuno che capisse che la cosa non mi divertiva affatto era strano. Non lo so dissi alla fine. Sono sensitiva da sempre. Il problema pi che altro stato rendersi conto che gli altri non lo erano. Un ricordo sepolto in profondit riaffior nella mia mente: io a cinque anni in un negozio di alimentari insieme a mia madre. Una bella donna nel reparto cereali mi aveva stretto la mano dicendomi: Oh, ma che bella bambina! e la cosa mi

aveva fatto piacere, cos sentii che avrei dovuto fare qualcosa di carino per lei. E le dissi cosa vedevo. Le parlai della casa che lei e il marito stavano costruendo. Del figlio adolescente che se ne sarebbe andato per poi tornare dopo appena un anno. Del suo nuovo lavoro, che allinizio non le sarebbe piaciuto tanto, ma che La donna aveva tolto subito la mano come se si fosse improvvisamente resa conto di aver toccato un serpente. Doveva aver detto qualcosa prima di allontanarsi di corsa, ma non ricordavo cosa. Ricordavo solo lespressione sul suo viso, era rimasta impressa come un marchio a fuoco nella mia mente. Nei suoi occ hi vidi orrore, quasi disgusto, come se avesse pensato che non fossi umana. Quel ricordo piomb come un macigno sul mio petto. Come lo sai? Quella donna aveva ragione. Alex si volt di nuovo verso la tv. Non devessere stato facile capire che gli altri non erano come te. Sapere di essere lunica al mondo. proprio cos che mi sono sentita confessai. Ma sono cresciuta e la cosa passata in secondo piano. Mi sono abituata a essere diversa. E poi mi piace aiutare le persone, se posso. Mi fermai, confusa, incapace di credere che stessimo effettivamente facendo conversazione e non su che tipo di panino mi andasse di pi. Alex annu. Ah, ho visto, alla tavola calda. Quello che hai fatto per quella cameriera stato davvero Indugi come se cercasse le parole pi adeguate. Bello concluse. Era sincero. Lo guardai con la coda dellocchio chiedendomi come mai avesse deciso di iniziare a parlarmi, cos, di punto in bianco e se pensasse ancora che in parte fossi proprio come gli angeli. Ma perch mai mimportava tanto? Mi torn in mente la sensazione della sua maglietta sulla mia pelle e arrossii. Mmm grazie dissi. In tv era iniziato un altro talk show:

sulle note di una sigla ridicola, una donna, in abiti eleganti e ricoperta di gioielli dalla testa ai piedi, si fece strada verso il podio del difensore. Aprir davvero un ristorante ad Atlanta? chiese Alex, guardandomi. Scossi la testa. Non lo so. Quello era il migliore dei futuri che ho visto per lei, perci spero che lo faccia ora che glielho detto. Lui si sollev su un gomito e mi fiss. E il tuo futuro, lo vedi? No. Ci ho provato, ma non vedo nulla. Solo grigio. Meglio cos, forse. Devessere strano vedere il proprio futuro. gi abbastanza strano essere sensitiva dissi. O almeno cos pensa la maggior parte della gente. Lui sollev una spalla. Se per questo, stai parlando con uno che uccide angeli per vivere. Proprio normale non sono nemmeno io. Lo guardai cercando di immaginarmi come dovesse essere la sua vita. Era troppo giovane per essere cos solo eppure sembrava che lo fosse ormai da anni. Scacciai quel pensiero e tornai a guardare la tv. Non avevo nessuna intenzione di fargli domande, non dopo lultima volta. Alex se ne stava l a rigirarsi il telecomando fra le mani. Trascorse un lungo istante. Poi si schiar la voce e disse: Senti mi dispiace. Rimasi esterrefatta. Mi voltai di scatto e lo fissai. Per quello che ho detto la prima notte Si ferm ed emise un sospiro lanciando il telecomando sul letto. Poi, passandosi una mano fra i capelli, aggiunse: Quando ho capito coseri, sono rimasto sconvolto, ok? Per un sacco di ragioni. Non lo penso per mmm non penso che tu sia come gli angeli. Mi sono comportato da idiota. Scusa. Sentii il sorriso affiorare sulle mie labbra. S, vero dissi.

Ma ti perdono. Bene. Ricambi il mio sorriso. Aveva lo sguardo confuso, ma era sincero. Il suo volto era cambiato. Il calore mi pervase mentre, piena dimbarazzo, mi voltavo verso la tv. Dopo un po dissi: Allora adesso posso farti u na domanda?. Alex corrug le sopracciglia scure. Potevi farlo anche prima. Sbuffai. Immagino di s. Ma non mi pareva il caso. Lui sembr rifletterci su, poi sollev un angolo della bocca. No, forse no. Vai, spara. Mi misi seduta sul letto a gambe incrociate. Dove stiamo andando esattamente? Alex tir via il cuscino e si mise seduto. In un accampamento, nel Nuovo Messico del Sud, in mezzo al deserto. l che mi hanno addestrato. Credo che Cully si trovi l ora, ad addestrare nuovi AK. Angel Killer, mi ricordai. E chi Cully di preciso? Vidi i ricordi scorrergli davanti agli occhi. Un Angel Killer, fino al giorno in cui ha perso una gamba durante una battuta di caccia. Nessuno al mondo ne sa pi di lui su tutta questa faccenda. Aveva perso una gamba. Guardai la cassettiera dove Alex aveva riposto i suoi vestiti. In cima alla pila, cera una pistola, inserita nella fondina. Ormai avevo capito che quello che faceva era pericoloso, ma solo in quellistante mi resi conto di quanto lo fosse realment e. Succede spesso? chiesi. Lespressione di Alex non cambi, ma avvertii una sorta di tensione formarsi dentro di lui e avvolgerlo come un filo di metallo. stato fortunato disse, secco. Gli altri muoiono o patiscono le conseguenze del fuoco sacro. Chiss se era successo qualcosa di simile anche a suo fratello. Dando unocchiata alla tv, cambiai velocemente argomento. Quindi tu vivi l?

S disse. Il campo opera di mio padre. Lui, suo padre e suo fratello, erano vissuti tutti l, in mezzo al deserto. Ricordavo limmagine che avevo visto toccandogli la mano: il filo spinato, lazzurro accecante del cielo. E tua madre? domandai. Teneva lo sguardo fisso sul televisore, quasi immobile. una lunga storia disse alla fine. Capisco. Mi pentii subito di averglielo chiesto. Largomento famiglia era un campo minato. Guardammo la tv in silenzio per un po e mi strinsi un cuscino al petto. Senti, tutta questa faccenda degli angeli mi decisi a dire andata peggiorando ultimamente, vero? Non ricordo di averne sentito mai parlare fino a un paio danni fa, e ora ovunque. In televisione, sui giornali. Alex sembr rilassarsi leggermente. per via dellinvasione disse afferrando il telecomando e trascinandoselo vicino. Ci sono sempre stati, ma due anni fa sono aumentati esponenzialmente. Non sappiamo il perch se sia successo qualcosa nel loro mondo. Lo guardai, ammirando il profilo dei suoi zigomi e le labbra carnose. Dov il loro mondo? Noi non lo sappiamo disse Alex. Notai che aveva usato il noi come se parlasse a nome di unintera squadra che lottava contro di loro da anni. In unaltra dimensione, forse. A quanto pare riescono a penetrare nella nostra senza problemi. Unaltra dimensione. Credevo che queste cose fossero solo uninvenzione da fantascienza frutto dellimmaginazione, proprio come gli angeli. Quindi vivono qui? Come gli umani? Lui si port un ginocchio al petto stringendolo a s con il braccio. Anche quando era rilassato, cera sempre una sorta di tensione in lui, quasi fosse un enorme felino pronto ad attaccare. S. Hanno case, guidano auto si mimetizzano perfettamente e nessuno li nota. Per lo pi

riprendono le loro vere sembianze solo quando si nutrono. Scossi la testa, incredula. Che succeder se non riuscirete a fermarli? Alex sbuff e mi diede unocchiata. Lumanit scomparir disse. Forse nellarco di decenni, una cinquantina danni circa. Gli AK stanno perdendo lentamente ma inesorabilmente. C bisogno di qualcosa di grosso per fermarli, altrimenti siamo spacciati. Mio Dio sussurrai. Ero forse io quel qualcosa di grosso? Ripensai ai letti allineati nella corsia dellospedale e per un attimo rimasi senza parole. assurdo non riesco a credere che nessuno lo sappia. Ma perch il governo non fa nulla, perch non lo dicono a tutti? Con tempismo inquietante, sullo schermo riapparve la pubblicit della Chiesa degli Angeli. Alex alz lo sguardo mentre le labbra gli si contraevano in una smorfia. Non cos semplice. Gli unici a vederli per quello che sono purtroppo sono le loro vittime, e quando se ne rendono conto troppo tardi, il fuoco sacro li ha gi colpiti, non si riesce a convincerli della loro malvagit nemmeno a pagarli. Annuii lentamente immaginando cosa avrebbe fatto Beth se avessi cercato di trascinarla via mentre quellessere prosciugava la sua energia. Probabilmente mi avrebbe attaccata come una pazza isterica. Alex stava ancora guardando la pubblicit. In pi, pare che gli angeli abbiano una specie di predilezione per gli agenti di polizia e i membri del governo. Dal giorno dellinvasione i piani alti sono stati quelli pi colpiti ecco perch la CIA ha iniziato a insospettirsi. Davvero? esclamai fissandolo, mentre il sangue mi si gelava nelle vene. Non starai mica parlando del Presidente? Lui fece cenno di no. Non lo so per certo. Ma di sicuro si tratta di persone che non vorresti mai fossero implicate. Lo spot stava terminando, osservai lultima immagine di un

angelo con laureola abbagliante e le ali brillanti che ci sorrideva con sguardo sereno. Sono cos belli dissi mio malgrado. Eh s. Stringendo ancora il cuscino, presi fra le dita un filo di nylon del copriletto. Non avrei voluto chiederglielo, ma dovevo sapere. Quindi cosa provoca esattamente il fuoco sacro? Una ciocca di capelli scuri gli ricadde sulla fronte e mi fiss con sguardo riluttante. Quando gli angeli si nutrono di qualcuno, gli effetti sono devastanti disse. Uno di questi che la persona colpita inizia a percepirli come creature meravigliose e gentili. Un altro che le vittime subiscono gravi danni contraggono malattie fisiche o mentali. Sclerosi multipla, cancro, eccetera. In generale, pi energia viene succhiata via, maggiore lentit del danno. Ripensai a mia madre, al suo sguardo perso, sognante e allessere malvagio che le aveva fatto questo. Mio padre. Lui era una parte di me, era dentro di me. Non cera da stupirsi che Alex non avesse voluto aver nulla a che fare con me allinizio. Non potevo biasimarlo. Abbassai lo sguardo sul filo di nylon e di colpo provai odio nei miei confronti. Sentii gli occhi di Alex su di me. Si schiar la voce. Sai a quanto ho visto, tua madre stata fortunata. Quando sono entrato in contatto con la sua energia, non mi sembrata angosciata o cose del genere. Sembrava quasi felice. Annuii. E improvvisamente mi ritrovai a piangere. Mi asciugai gli occhi con il dorso della mano. S ero io a non essere felice senza una mamma, ma mi consola sapere che sta bene nel suo mondo. Mi voltai e gli sorrisi debolmente. Grazie. Inizi uno show di seconda serata e restammo a guardare in silenzio il conduttore che introduceva gli ospiti facendo battute rivolto al pubblico in sala. Con fare incerto dissi: Allora mmm il mio angelo s,

insomma, quello che hai visto sopra di me non si nutre, vero?. No rispose Alex. Alzai di scatto lo sguardo su di lui mordendomi un labbro. Ne sei sicuro? La sua voce mantenne un tono calmo ma dal suo sguardo si vedeva che capiva cosa stessi provando. Sicuro. Il tuo angelo non ha laureola e in teoria quello il loro cuore, da l che sirradia lenergia che acquistano nutrendosi. E sulla tua aura non ci sono tracce di recenti vittime. Normalmente ce ne sono. Quindi io non faccio del male a nessuno? Quando tocco qualcuno, voglio dire. Non credo, no disse Alex. Non ho mai visto un ibrido ma non c motivo per cui dovresti farlo, Willow. Gli angeli provocano danni solo quando si nutrono. E, se non hai notato nulla di strano in sedici anni, direi proprio che sei al sicuro. Feci un respiro profondo. Grazie a Dio. Era gi un incubo cos, senza dovermi preoccupare di aver fatto del male a qualcuno come gli angeli. Alla tv, il conduttore era seduto dietro una scrivania con alle spalle un pannello che riproduceva lo skyline di New York e stava intervistando unattrice che indossava un tubino rosso. Era cos assurdo pensare che gli angeli fossero qui, nel nostro mondo, a mietere vittime, mentre lutti continuavano a farsi gli affari propri, alloscuro di tutto. Alex si sentir sempre cos, pensai. Posso fartela io una domanda adesso? chiese Alex tutta un tratto. Con una certa diffidenza, annuii. Il tuo angelo disse. Si era messo a sedere con le gambe incrociate giocherellando con il telecomando. Mi rendo conto che non sapevi nemmeno della sua esistenza fino a qualche giorno fa, ma ora che lo sai, riesci a sentirlo?

Quella domanda minnervos. No risposi bruscamente. Alex annu dandosi colpetti al ginocchio con il telecomando. solo che mi chiedevo se per caso riuscissi a entr are in contatto con lui. Sentii i miei muscoli tendersi. Fissai la tv. Non ne ho idea e non voglio nemmeno provarci. Vorrei tanto che se ne andasse. Unaltra pubblicit termin e, nello show, lattrice aveva lasciato il posto a un comico. Ero certa che Alex mi stesse osservando. Non so se serva a qualcosa ignorarlo disse. Lui ha provato a proteggerti. parte di te, che tu lo voglia o no. Be, non voglio che lo sia ribattei con voce tremante. Alex, pensaci un attimo uno di quei cosi ha fritto il cervello di mia madre, un altro ha rovinato la vita di Beth. Detesto il pensiero di avere qualcosa di loro dentro di me. Perci, no, non prover a mettermi in contatto con lui, n a farci amicizia. Non esiste. Ok disse lui. Scusa. Non risposi. Rimasi con gli occhi fissi sullo schermo ad ascoltare il pubblico ridere a battute che non mi sembravano neanche lontanamente divertenti. Alex si volt a guardarmi costernato. Ascolta, non volevo farti arrabbiare. Immagino che Poi scosse la testa. No, non posso nemmeno immaginare cosa provi. Anche solo sapere che ci aveva pensato e che si rendeva conto di quanto fosse dura per me mi aiut molto. Sospirai. Il fatto che io mi sento del tutto umana. So di non esserlo, lo so. Ma dentro, mi sento normale. Sar un po strana, ok, ma mi sento normale. Alex mi sorrise. Non sei strana. Ma per favore. Mi girai su un fianco per guardarlo. Quando hai visto langelo su di me Indugiai, incerta se domandarglielo o meno. Cosa? mincit lui. I suoi capelli erano quasi asciutti,

soffici e arruffati. Scossi la testa bruscamente. Niente. Lui rimase a fissarmi. Ehi vuoi cambiare argomento? E di cosa parliamo? Che ne so. Poi fece un cenno verso la tv. Di questo comico per esempio, presto sar protagonista d una serie tutta sua. Poco convinta, mi distesi di nuovo sulla schiena e mi sollevai appoggiandomi ai gomiti. S, sempre che ci sia qualcuno a guardarlo. Alex, non ti fa andare fuori di testa sapere tutte queste cose mentre il mondo intero ne alloscuro? Lui scroll le spalle e si abbandon sui cuscini con un braccio sotto la testa. Aveva lo sguardo pensieroso mentre fissava lo schermo. Certo. Ma non posso farci niente. Se ci penso troppo, impazzisco, cos evito di farlo. Sembrava un ottimo consiglio . Tornai anchio a guardare la tv e sentii che qualcosa dentro di me iniziava a sciogliersi. E di cosa parlerebbe questa serie? chiesi alla fine. Guardammo il resto dello show commentando di tanto in tanto gli ospiti e le battute. Quando termin, andammo a dormire. Era una strana sensazione infilarsi sotto le coperte sapendo che Alex era l accanto era una situazione troppo intima, sebbene il suo letto fosse a circa tre metri di distanza dal mio. Quando ci fummo sistemati, Alex spense la luce e loscurit inghiott la stanza. Restammo in silenzio per un po. Era talmente buio che non riuscivo nemmeno a vedere il suo letto. Alex, credi che gli angeli abbiano ragione? chiesi piano. Pensi davvero che io possa distruggerli? La sua voce suon pi profonda nelloscurit: Lo spero. Lo spero tanto. Ci fu una pausa e poi aggiunse: Buonanotte, Willow. Buonanotte risposi.

Restai sveglia per un po, ad ascoltare il suo respiro rallentare diventare regolare. Quando mi addormentai, la mia mano, quasi fosse dotata di volont propria, strisci su fino a toccare il braccio e inizi ad accarezzare la maglietta soffice. Scivolai nel sonno lasciandomi avvolgere delicatamente dal calore dellenergia di Alex.

CAPITOLO 9
Il mattino seguente io e Alex tornammo allofficina per avere notizie della macchina. Erano solo le dieci, ma laria era gi intrisa dumidit e sotto il berretto sentivo i capelli umidi, pesanti. Percorremmo il breve tragitto, lamentandoci del caldo, mentre ci chiedevamo se la macchina sarebbe stata pronta o meno e commentavamo le ciambelle, troppo dolci, che avevamo mangiato a colazione. Nessuno dei due accenn al fatto che le cose erano cambiate fra noi, nonostante fosse palese. Eravamo pi rilassati, come se non ci fossimo mai odiati davvero. Ma mentre attraversavamo il piazzale, un brutto presentimento mi fece drizzare i capelli sulla testa. Mi fermai. Aspetta un attimo dissi, sfiorando delicatamente il braccio di Alex. Lui mi fiss. Indossava una maglietta bordeaux e gli si stavano arricciando i capelli per lumidit. Che c? Scossi la testa lentamente con lo sguardo puntato sullofficina, con la sua insegna luminosa e le finestre di vetro laminato. Il giorno prima mi era sembrato tutto a posto ma in quellistante ebbi una stranissima sensazione non riuscivo a capire di cosa si trattasse, ma sentivo di non dover entrare. meglio se torno nel motel dissi, indietreggiando di qualche passo. Ti aspetto l, ok? Alex corrug le sopracciglia. C qualcosa che non va? Io deglutii a fatica. Non lo so. Ma meglio se non entro. Lui si volt di nuovo verso lofficina, scrollando le spalle. Ok, tieni disse infilandosi una mano in tasca e tirandone fuori la chiave di plastica della nostra stanza. Far pi in fretta possibile.

Grazie dissi prendendogli la chiave di mano. Fagli controllare anche il filtro dellaria gi che c, ok? Credo proprio che vada cambiato. E detto questo, mi voltai e mi avviai a passo svelto verso il motel, felice che gli occhiali mi nascondessero quasi tutto il viso. Linsegna del GoodRest si avvicinava sempre di pi. Era tutto tranquillo, a parte il rumore di qualche macchina di passaggio. Camminavo da cinque minuti, quando allimprovviso sentii qualcosa dietro di me: il ritmo dei passi di qualcuno che mi seguiva. Stringendomi le braccia al petto, diedi unocchiata alle mie spalle. Era Alex. Subito mi rilassai e attesi che mi raggiungesse. Avevi ragione disse camminando al mio fianco. Cera un tizio l dentro che si faceva controllare la macchina e indossava un berretto della Chiesa degli Angeli. Emisi un lungo sospiro. Oddio. Dici che mi ha visto? Alex scosse la testa. Non lo so. Non credo. Stava parlando con il meccanico quando sono entrato. La macchina non sar pronta fino a domani a mezzogiorno aggiunse. Ha trovato unofficina che ha i bulloni giusti, ma potr andarli a prendere solo nel pomeriggio. Domani. Mi strofinai le braccia. Non ci resta che aspettare nel motel a questo punto. Immagino di s disse Alex. Aveva le gambe cos lunghe che un suo passo corrispondeva a due dei miei. Mi sorrise debolmente. Non mi sembra il caso di andarcene in giro a fare i turisti, no? Pagammo la camera per unaltra notte e tornammo dentro. Quando Alex spalanc la porta, mi venne in mente una cosa. Ehi qual il t uo cognome? Mi sono resa conto solo adesso che non lo so. Alex sollev un angolo della bocca. Tir fuori il portafoglio dalla tasca dei jeans, lo apr, e mi pass una manciata di documenti didentit. Ecco, a te la scelta.

Stupefatta cominciai a passarli in rassegna. Una patente californiana intestata ad Alexander Stroud una del Michigan a nome di Alex Patton unaltra dellOhio di William Fraser scoppiai a ridere. Wow, e chi sei? James Bond? dissi restituendogliele. Qual quello vero? Kylar disse tirando il portafoglio sulla cassettiera. Per non ho nessun documento con quel nome. Tecnicamente non esisto. Rimasi a bocca aperta. Ma come dici davvero? Lespressione sul mio volto sembr divertirlo. Eh s, davvero. Sul mio conto in banca c un nome fittizio. Se n occupata la CIA. Non ho mai avuto un codice fiscale o cose del genere, e nemmeno una patente di guida vera. Non sapevo proprio cosa dire. Io scherzavo quando avevo detto che sembrava James Bond e invece era proprio cos. Mi misi a sedere sul letto e mi tolsi le scarpe. Hai un secondo nome? Alex sorrise. S, James, che tu ci creda o no. Si tolse anche lui le scarpe e si butt sul letto afferrando il telecomando. Accese la tv e ci ritrovammo a guardare un altro talk show. Ora esageri, questa te la sei inventata dissi dopo un po. Non posso credere che il tuo secondo nome sia James, come James Bond. Infatti James come James Kylar, mio nonno. E tu, ne hai uno? No, solo Willow Fields dissi stiracchiandomi. Ho sempre desiderato avere un secondo nome. Nella mia classe ero lunica a non averlo. Alex si volt a guardarmi, improvvisamente interessato. Ah s e com? Andare a scuola, intendo. Lo osservai confusa, ma poi capii. Non ci sei mai andato, vero? Lui scosse la testa. No, sono cresciuto nellaccampamento.

La scuola lho vista solo in tv. Ma davvero cos? Balli di fine anno e cose del genere? Ecco perch non sapeva cosa fosse un annuario. Un po sconcertata risposi: S, proprio cos. Il ballo una cosa seria. Alcune ragazze vanno fino a New York per comprarsi labito da sera. Ci spendono un sacco di soldi. E tu? Scoppiai a ridere. Io, no. Non ci sono mai andata. Lui si gir su un fianco e mi guard. Perch no? Mi sentii le guance andare a fuoco. Continuai a fissare la tv: erano arrivati al punto in cui il conduttore si siede accanto allospite ed entrambi si tamponano gli occhi con un fazzolettino. Perch nessuno mi ha mai invitato. Alex sgran gli occhi, sconvolto. Starai scherzando? No, no, sono serissima. La scuola Scossi la testa. piena di gruppetti e se tu non appartieni a nessun gruppo, be sei finito. Io non sono mai riuscita a rientrare in questi schemi: sono sempre stata la Regina degli Strambi. Mi guardava con gli occhi socchiusi. Che c? dissi, imbarazzata. Faccio un po fatica a immaginarmelo rispose. Il ballo il grande evento di fine anno, giusto? E vuoi farmi credere che nessuno ti ci abbia mai portato? Una domanda del genere normalmente mi avrebbe fatto innervosire, ma me la pose con un tono cos sorpreso che non potei far altro che mettermi a ridere. Alex, io non sono mai uscita con qualcuno, se per questo. Mi sa che il concetto di Regina degli Strambi non ti molto chiaro. Regina degli Strambi ripet Perch sei sensitiva? Feci finta di ponderare la cosa seriamente. Dunque, vediamo: sono sensitiva, mi vesto in modo assurdo, mi piacciono i motori Cosa c che non va nel modo in cui ti vesti? Ti riferisci alla gonna viola?

Trattenni un sorriso. Esatto. Non alla moda. Lho presa in un negozio di vestiti usati. Come la maggior parte di quello che ho. Ripensai a un giubbotto del periodo della Prima guerra mondiale che adoravo e a un paio di stivaletti anni venti che mi ero ostinata a portare finch non erano caduti a pezzi. Una volta Nina mi aveva detto che se mi fossi presentata ancora a scuola con indosso un bomber mi avrebbe ripudiato. A giudicare dalla sua espressione, Alex non ci stava capendo pi niente. Vabbe ma quelle sono cose che di solito notano solo le ragazze tu mi stai dicendo che le notavano anche i ragazzi? A Pawntucket, s dissi. Le ragazze che riscuotono pi successo sono quelle vestite alla moda, con il trucco perfetto. Io nemmeno ce li ho i trucchi. Anzi, no, un mascara ce lavevo , per due anni fa. Che bisogno c di truccarsi? chiese, stupito. Non lo so dissi. Non lho mai capito nemmeno io. Proprio per questo sono la Regina degli Strambi. Ok fece Alex dopo una lunga pausa. Poi scosse bruscamente la testa come per schiar irsi le idee. Be se vuoi sapere la mia, i ragazzi di Pawntucket sono tutti degli idioti. Anche a me piace pensarla cos. Arrossii incrociando il suo sguardo. Grazie. Lui sorrise, vagamente imbarazzato. Ok, raccontami una tua giornata tipo disse mettendosi a sedere. Ti interessa sul serio? Certo. Sbuffai. Ok. Guarda che noioso per. Mi misi seduta a gambe incrociate sul letto e iniziai a parlargli della Pawntucket High gli raccontai delle aule, delle campanelle, dei compiti, delle pagelle, della confusione nei corridoi, degli esami finali, degli armadietti, della mensa, e dei giorni in cui non andavo a scuola perch proprio non ce la facevo pi a sorbirmi quella noia.

Alex ascoltava attentamente ogni singola parola. Quando ebbi finito, inizi a scuotere lentamente la testa. Che strano. Non riesco a immaginarmelo dover fare i compiti e preoccuparsi dei voti. Mi misi a ridere. La mia vita ti sembra strana? Ma se tu sembri uscito da un film! Fu quello listante in cui mi resi conto che forse non sarei mai pi tornata a scuola. Lavevo sempre odiata, ma quel pensiero mi sconvolse lo stesso e mi fece sentire pi sola che mai. Ero curiosa di sapere cosa stava succedendo a scuola. Probabilmente ero sulla bocca di tutti, ognuno stava dicendo la sua su che fine potevo aver fatto. Cosa c? mi chiese Alex. Mi sforzai di sorridergli. Niente. Guardammo un po la tv e quando ci venne fame ordinammo una pizza a Dalton City. Scoprii che Alex conosceva le trame di met delle soap opera che trasmettevano. Non posso credere che guardi questa roba gli dissi. Era tardo pomeriggio ed ero sul letto, con la pancia piena e una strana sensazione dirrequietezza. Alex era sdraiato su un fianco, totalmente rilassato mentre guardava la tv. Sembrava una pantera distesa al sole. Scroll le spalle con aria innocente e prese un altro pezzo di pizza. Non che ci sia molto altro da fare tra unemergenza e laltra disse. A volte mi stufo di guardare il canale sportivo se fanno vedere solo il golf. Mi sorpresi a osservarlo con attenzione. Com che funziona allora? domandai, cercando di farmi unidea pi precisa della sua vita. Chi che ti invia i messaggi? La CIA. Che a sua volta ha avuto notizie dellavvistamento di un angelo. Ho capito. Ricevi un messaggio e poi? Alex apr la scatola della pizza, ci gett dentro la crosta e poi la richiuse. Vado dove mi dicono di andare. Individuo langelo e mi metto a sorvegliarlo, in attesa che si decida a

nutrirsi. quello il momento giusto per attaccarlo, quando riprende le sue sembianze angeliche. Non c molto tempo. Ripensando a come era stato veloce a intervenire quando langelo si era scagliato su di me, non dubitai che sapesse fare bene il suo lavoro. Nella mia mente rividi le schegge di luce trafiggere il cielo. E come fa un proiettile ad ammazzarli? chiesi piano. Voglio dire, sembrano fatti di luce. Lui si stir, flettendo le braccia. Devi mirare dritto allaureola. Come ti dicevo la scorsa notte, quello il loro cuore. Non sappiamo esattamente come funzioni, ma quando il proiettile entra in contatto con laureola come se lenergia uscisse dai contorni, provocando una reazione a catena cos potente che il loro corpo non riesce a sopportarla. Esplodono. Il mio angelo non aveva laureola. Cosa significava? Non lo sapevo e non volevo pensarci, non mi interessava. Dopo un po dissi: assurdo che una cosa cos piccola possa distruggerli. Alex sbuff. Gi. Non se laspettavano. Non credo che esistano proiettili nel loro mondo. Funziona sempre? Di solito s. A volte, se becchi laureola sul bordo, la loro sembianza umana sviene momentaneamente. Mi successo solo un paio di volte, ma una bella seccatura devi stargli addosso per giorni e pregare di avere unaltra possibilit. In pi, a quel punto sanno che li segui. Non riuscivo a fare a meno di fissarlo. Doveva essere molto pericoloso. E da quanto tempo lo fai? Cosa? mi chiese lanciandomi unocchiata. Dare la caccia agli angeli o aspettare messaggi di avvistamenti? Mmm, entrambe le cose. Do loro la caccia da quando avevo undici anni disse. Undici? Alex scroll le spalle. Mi addestravano gi da anni. Ed era molto diverso a quei tempi eravamo solo un gruppetto e andavamo in missione tutti insieme. Potevano volerci delle

settimane. Andavamo in giro e ci fermavamo a dormire dove capitava. A volte usavamo persino le tende. Unombra gli vel brevemente lo sguardo e capii quanto fossero stati importanti per lui quei giorni. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse un Angel Killer da quando aveva undici anni. Ok. Che cosa mi dici dei messaggi? Sollev i cuscini dietro la schiena e ci si accasci sopra. Dunque, dopo linvasione, entrata in gioco la CIA. Ci hanno ordinato di lavorare in solitaria, senza poter avere contatti con nessuno. Chi di loro avvistava un angelo ci mandava un messaggio anonimo con i dettagli e noi partivamo. Lo fissai senza parole. Intendi dire che sei rimasto solo dai tempi dellinvasione? Ma mi hai detto che avvenuta due anni fa! Infatti ribatt. Rimasi di sasso. Non riuscivo nemmeno a immaginare come doveva essere stato. Non ero certo la persona pi socievole del mondo, ma a restare sola per tutto quel tempo, chiusa in orribili camere di motel come quella, con i propri pensieri come unica compagnia sarei impazzita. Quindi hai ricevuto un messaggio con il mio indirizzo dissi dopo un attimo di esitazione. Lui annu lanciando unocchiata alla tv senza soffermarsi su nulla in particolare. Mi trovavo in Colorado. Mi ci voluto quasi un giorno e mezzo per arrivare a Pawntucket, ma sono venuto a controllare. Ti sei intrufolato in casa mia e mi hai seguito lo corressi. Alex mi guard di sbieco. Be, stando agli ordini, avrei dovuto semplicemente spararti. Ma ho pensato che seguirti per un po fosse unidea migliore. Su questo non ho proprio niente da ridire replicai. Osservai con attenzione il profilo del suo volto e il contrasto dei suoi capelli scuri con i cuscini bianchi. Quindi sei in

pericolo anche tu, non cos? dissi allimprovviso. S insomma, gli angeli vogliono uccidere me, ma credo che a questo punto tu non gli stia molto simpatico. Mi hai aiutato a scappare dalla chiesa e sai che alcuni di loro si sono infiltrati nellOperazione Angelo. Lui scroll le spalle, intrecciando le dita sotto la testa. Gi, non credo che mi adorino. Come faceva a restare cos calmo? Io deglutii, a corto di parole. Sai tu mi hai davvero salvato la vita dissi decisa. Adesso sarei morta, se non fosse stato per te. Grazie. Alex mi lanci uno sguardo, sorpreso. Io gli sorrisi e, dopo un po, lui ricambi. Non c di che disse. Il resto della giornata scivol via serenamente. In tv si susseguirono un vecchio film intitolato II fantasma e la signora Muir, un paio di quiz e qualche telefilm. A volte stavamo in silenzio a guardare, a volte chiacchieravamo per lo pi di quello che stavano dando, ma ero contenta lo stesso. Mi fece rilassare. Alla fine, intorno alle nove, Alex si alz e si stiracchi facendo uno sbadiglio. Ho fatto il pieno di tv dissi sbadigliando a mia volta. Se ne guardo ancora, mi cadono gli occhi. S, anche a me. Alex raccolse il telecomando e spense. Sai giocare al gioco della monetina? Feci cenno di no. Che cos? Ci serve un bicchiere. Ne and a prendere uno di plastica in bagno e, spostando la sua sacca, si mise a sedere al tavolo tondo. Io balzai gi dal letto e andai a sedermi accanto a lui. Allora, in realt un giochino alcolico, ma non necessariamente disse, infilandosi una mano in tasca. Ne estrasse un quarto di dollaro. Devi lanciarlo sul tavolo, cos Pieg il braccio e con gesto sicuro lanci il quarto sul tavolo di legno: il quarto rimbalz in aria, sfior il bordo del bicchiere e ricadde sul tavolo ruotando su se stesso. Quasi disse. In teoria dovrebbe finire dentro il bicchiere.

Ok, fammi provare dissi prendendo in mano la moneta. Era pi facile a dirsi che a farsi: al mio primo tentativo, il quarto non rimbalz nemmeno. Poi iniziai a ingranare e la moneta fin nel bicchiere. Rischiai di farlo cadere. Bel tiro disse Alex con un sorriso. Cominciammo a segnare i punti, usando una penna del GoodRest e un pezzo di carta. Alex scrisse i nostri nomi in cima al foglio, la sua scrittura era veloce e nervosa. Dopo circa unora, il punteggio era di settantadue a cinquantasette per lui, ma grazie a una serie di mani fortunate lo superai. Non starai mica barando? domand segnando il mio ultimo punteggio. E come si fa a barare a questo gioco? dissi e tirai la monetina sul tavolo spedendola dritta dentro il bicchiere. S! esclamai alzando un pugno. Mi guard con un sopracciglio sollevato. Magari con la forza del pensiero mi stai facendo credere che stai vincendo ma in realt non vero. Scoppiai a ridere. Eh s, lo faccio sempre in effetti Senti, bello, io non ho bisogno di barare, questo un gioco da ragazzi per me. Tirai il quarto ma mancai il bicchiere e la moneta ricadde di fronte a lui. Vedi? Niente trucchi. Mmm fece lui prendendola. Appoggiai il mento sulle mani e lo guardai. Pensi che essere sensitivi sia molto strano? Smettila di cercare di distrarmi disse. Solo perch sei in vantaggio. Con gli occhi socchiusi si concentr e flett il braccio per prepararsi al tiro. Scusa feci io con il sorriso sulle labbra, abbandonandomi contro lo schienale mentre lo guardavo tirare. La moneta fece centro. No, non penso sia cos strano disse aggiungendo il suo nuovo punto alla lista. Allaccampamento ci insegnavano a fare roba assurda. Non a essere sensitivi, ma comunque erano

cose che la maggior parte della gente reputa strane ci parlavano di aure, chakra, cose cos. Piegai una gamba e me la strinsi al petto. Quindi anche se una cosa da angeli, tu non pensi che sia strana? Lui alz gli occhi al cielo. Be, di sicuro gli angeli non userebbero un potere simile per aiutare la gente disse, preparandosi a tirare di nuovo. Perci non credo che questa sia una delle cose che avete in comune. Sentii una vampata di calore. Hai detto una cosa carina. Grazie. Alex non rispose, pieg il braccio e tir. Manc il bicchiere e mi porse la moneta, demoralizzato. Vedi cosa mi succede a parlare con te? Alla fine vinse lui, cento a novantaquattro. Facciamo due su tre? chiese giocherellando con la moneta. Vuoi scherzare dissi. Stanotte le monete me le sogno. Lui si mise a ridere. Di, scherzavo. Lanci il quarto che atterr nel bicchiere con un suono metallico. Meglio ritirarsi vittoriosi. Mi alzai e mi andai a sedere sul letto di Alex. Aprii il cartone della pizza, erano rimasti due pezzi. Ne vuoi uno? S, grazie. Si allung verso di me e gliene porsi uno. Non avevo fame ma la pizza fredda mi faceva impazzire. Trascorremmo il resto della serata a guardare un film. Verso met, Alex venne sul letto e si distese a pancia sotto a pochi centimetri da me. Era un film dazione e ogni due secondi sbuffava borbottando frasi tipo: Ma dai, impossibile ha intenzione di restarci secco o cosa?. Io me ne stavo l a gambe incrociate, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Potresti fare silenzio, per cortes ia? Qui c qualcuno che sta cercando di guardare un film. Scuotendo la chioma scura, Alex si zitt mentre il nostro eroe si preparava ad affrontare i cattivi con una pistola infilata nella cinta dei pantaloni. Ehi, non ha nemmeno la fondina

dissi lanciando uno sguardo a quella di Alex sulla cassettiera. Lui scoppi a ridere. Si vede che ha intenzione di spararsi proprio l. Sarebbe fghissimo se fosse tutto pi reale: nella prossima scena lo vedremmo allospedale in preda a dolori lancinanti. Risi anchio immaginandomi la situazione. Ok, questo film fa schifo. Ma ormai devo vedere come va a finire. Quando fin davvero, Alex sbadigli afferrando il telecomando. Grandioso, il mondo salvo e il tizio riuscito a restare tutto intero dovremmo andare a letto mezzanotte passata. Venne da sbadigliare anche a me. Smettila, se sbadigli mi attacchi il sonno dissi. Mi alzai in piedi, mi sentivo le gambe rigide e intorpidite. Scusa, mi sa che contagioso. Detto questo, spense la tv e rimase l a girarsi il telecomando fra le dita con lo sguardo abbassato. Ti sembrer strano ma questa per me stata una bella giornata disse. Le guance gli erano diventate un po rosse. Sto sempre per conto mio, bello avere compagnia. Mi si strinse il cuore. Quelle erano le parole di una persona che doveva essersi sentita terribilmente sola negli ultimi due anni. stato bello anche per me dissi timidamente. Ed era vero. Nonostante di punto in bianco mi fossi ritrovata nella stanza di un motel, nel Tennessee, quella giornata mi era sembrata be, se non normale, almeno piacevole, dopo tutto quello che avevo passato. Ero riuscita a mettere in pausa i pensieri per un giorno. E il merito era di Alex. Prima di allora non ero mai rimasta sola in una stanza con un ragazzo e non avrei mai immaginato di potermi sentire cos a mio agio. Ehi sono proprio contenta che abbiamo ricominciato a parlarci dissi. Alex rimase a testa bassa per un po. Poi mi sorrise e nei suoi occhi rividi lo stesso sguardo comprensivo che mi aveva rivolto poche ore prima. S disse. Anchio.

Quella notte, il sogno torn a fargli visita. Mi copri, fratello? Ti copro. Aveva appena compiuto sedici anni ed era in missione con Jake e un paio di altri Angel Killer a Los Angeles, la Citt degli Angeli. Le battute si sprecavano ogni volta che si trovavano l, se non altro perch, di fatto, gli angeli sembravano avere una predilezione per quel posto. Per questultima missione erano fuori ormai da una settimana, rimbalzando di avvistamento in avvistamento, e ne avevano gi uccisi dieci. Erano tanti, anche per Los Angeles perch, sebbene nessuno se ne fosse accorto, linvasione era appena avvenuta. Da quel momento in poi la vita di Alex sarebbe completamente cambiata, come se una mano invisibile avesse lanciato una moneta in aria decidendo la sua sorte. Allepoca, per, gli era sembrata solo una missione pi impegnativa di altre. Il decimo angelo che avevano soppresso si trovava proprio davanti al Graumans Chinese Theatre: stava per nutrirsi di un turista intento a scattare una foto della celebre impronta di Marilyn Monroe sul marciapiede. Nonostante avesse il silenziatore, ad Alex non piaceva andarsele in giro in mezzo alla gente con unarma carica, ma Juan, che era diventato il loro capo dopo lincidente di Cully, era un maestro nel passare inosservato. In una manciata di secondi, langelo non fu altro che unesplosione di frammenti di luce che si dissolsero delicatamente nellaria. Il turista, ignaro di tutto, scatt la sua foto per poi passare all impronta di Charlton Heston. Questa s che classe disse Jake mentre il quartetto si allontanava tra la folla. Poi diede una pacca sulla spalla a Juan e fece locchiolino ad Alex e Rita. E con questo fanno dieci ora di festeggiare, che ne dite?

Juan lo guard di sbieco. Era basso, ma molto robusto, con gli occhi castani e i capelli neri e folti. E come vorresti festeggiare? Due tiri al minigolf e dritti a nanna? Alex scoppi a ridere. Minigolf? Ma dai, Juan. S realista. Siete entrambi minorenni disse Juan scuotendo la testa. A lui importava, al contrario di Cully. Alex e Jake sbuffarono e si scambiarono unocchiata. Alex non si prendeva una sbronza da circa un anno e Jake era gi un maestro in materia dalcol. Non era solo merito dei document i falsi, i due fratelli sembravano pi grandi. Si allenavano continuamente allaccampamento e avevano messo su una bella muscolatura. A parte questo, Alex sapeva bene che dopo quelle battaglie il suo sguardo era tutto meno che da adolescente. Minorenni, eh disse, facendosi largo sul marciapiede affollato. Per non la pensi cos, quando ci metti in mano delle pistole. Gi fece Jake. Rischiamo la pelle ogni giorno e non abbiamo nemmeno diritto a una birra? Eso no est bien, amico. Sono serio. Eddai, Juan continu Rita. Era sulla trentina, alta e allampanata, e aveva sempre i capelli raccolti in una coda come a voler dire ehi, con me non si scherza. Tanto domani torniamo a casa. E l, lo sai meglio di me, zero divertimento nel giro di centinaia di chilometri. Alla fine, Juan sospir e scroll le spalle. Vi ho tutti contro, che posso dire? Ma se vi arrestano, vi lascio marcire in galera. Los zopilotes podran limpiar tus huesos. Entiendes? Si, sidisse Alex cantilenando. Ok, cos va meglio disse Jake. I due fratelli si diedero il cinque, stringendosi la mano per un momento. Per quanto ad Alex non interessasse bere come a Jake, il pensiero di una

serata spensierata in giro per la citt non gli dispiaceva affatto. Unatmosfera opprimente era calata su di loro dalla morte del padre, quattro mesi prima. Quello sarebbe stato il primo momento di svago da quel giorno. La serata riusc bene, ma quando Rita lo svegli, il giorno dopo, Alex voleva solo morire. Ehi. Datti una mossa disse lei dandogli un colpetto con il piede. Avevano preso solo una stanza, per risparmiare, e lui e Jake avevano dormito per terra nei sacchi a pelo. Cosa? fece Alex guardandola con un occhio mezzo chiuso. Rita era gi vestita e aveva i capelli umidi. A qualche passo da lui, Jake stava russando con ancora indosso i vestiti del giorno prima. Juan uscito per un ultimo controllo e secondo lui ce ne sono altri tra i canyon andiamo a vedere prima di partire. Lanciando unocchiata a Jake e poi di nuovo ad Alex, scosse la testa sorridendo. Avete un aspetto orribile, lo sai? S, s disse Alex sbadigliando. Dopo una doccia e una bella tazza di caff, si sent meglio. Lui e Jake erano seduti dietro nel furgone, mentre Juan percorreva una strada in mezzo alle colline di Los Angeles. Jake allung una gamba per stirarsi. Ehi, hai visto quella tipa laltra sera? La bionda con la maglietta rosa? Alex aveva la testa abbandonata allindietro, con gli occhi mezzi chiusi. Impossibile non averla vista, stata appesa alle tue labbra quasi tutta la sera. Oh s, mi voleva di brutto le ho detto che ero un marine in libera uscita. Volevo portarla fuori ma preferiva non allontanarsi dagli amici. Si vede che non ti voleva poi cos tanto disse Alex trattenendo uno sbadiglio. Fuori dal finestrino, la citt si spalancava davanti ai loro occhi come un oceano di edifici che si estendeva fino allorizzonte. Jake si mise a ridere. Pieg le ginocchia e le lasci ricadere

a lato, poi tamburell con le dita quelle di Alex. Sei geloso, eh? Non ti sei dato granch da fare tu. Dopo circa unora, Juan si ferm sul ciglio della strada. Erano in mezzo ai canyon, in una zona tranquilla e alberata. Uscirono dal furgone. Alex controll la pistola prima di mettersela nella fondina allaltezza della cintur a. Gli altri fecero lo stesso. Ok, credo che quass ce ne siano un paio, se non di pi disse Juan guardandosi intorno. Jake, tu e Alex andate insieme, io vado con Rita. Contattiamoci ogni mezzora. Ricevuto fece Jake, e tir fuori il cellulare per controllare lora. Mentre Juan e Rita si avviavano gi per un sentiero fiancheggiato da alberi, Jake lanci unocchiata ad Alex. Ci pensi tu a individuarli, fratello? Certo disse Alex chiudendo gli occhi. Innalz il livello di coscienza lungo i chakra e controll larea circostante, soffermandosi sulle varie energie intorno. Non erano tante. Un escursionista in mezzo al bosco, un cane, Juan e Rita Percep il gelo dellenergia angelica dirigersi verso lescursionista, ma non se ne cur. Ci avrebbero pensato Juan e Rita. Si spinse oltre e ne trov unaltra. Da quella parte, a circa quattrocento metri da qui disse aprendo gli occhi e facendogli cenno di avviarsi su per il sentiero. Devessere vicino a uno dei canyon. Iniziarono a camminare. Laria fresca era un piacere, schiariva le idee. Accanto a lui, Jake aveva infilato le mani nelle tasche posteriori, come entrambi erano soliti fare. Ehi disse dopo un po. Posso farti una domanda? Dimmi rispose Alex. Il fratello scroll le sue spalle possenti. Pensi mai che potremmo fare altro? Alex rimase un po perplesso. Cosa vuoi dire? Oltre a dare la caccia agli angeli? S disse Jake guardandolo. Era come guardarsi allo

specchio. Alex non ci aveva mai pensato. Rimase in silenzio per un istante, a riflettere. Non proprio confess. Cio, non che abbiamo molta scelta, no? Del resto non c nessun altro in giro che sia in grado di combatterli. S, lo so disse Jake con lo sguardo abbassato sulla strada. Ma tutti gli altri Angel Killer, ce lhanno a vuta una scelta, giusto? Prima avevano delle vite. Noi due no, stato nostro padre a dirci che dovevamo farlo. Alex annu lentamente, il fratello aveva ragione. S disse. Ma questo quello che voglio fare. Quello che sono. Non so fare altro. Pens al tatuaggio che aveva sul braccio. Anche Jake ne aveva uno uguale, cos come la maggior parte degli altri Angel Killer. Sorpassata una fila di querce, un ripido canyon apparve alla loro destra, Jake lo osserv senza dire una parola. No, a dire il vero nemmeno io disse alla fine. solo che ogni tanto ci penso a come sarebbero andate le cose se la mamma non fosse morta. Parlavo con quella ragazza ieri sera, e la sua vita era cos diversa dalla nostra. Non riuscivo nemmeno a immaginarmela. Aspetta un attimo disse Alex. Pronto? Mi stai dicendo che le hai parlato? Le hai chiesto della sua vita? Jake fece un sorriso da orecchio a orecchio. Eh s, non ho scoperto molto ma Alex si arrest di colpo, posando la mano sul braccio di Jake. Si sta avvicinando disse. Attraversarono il sentiero e andarono a nascondersi in una radura, accovacciandosi dietro a degli alberi. Poco dopo, a qualche metro da loro, apparve una donna con i capelli castani che passeggiava lungo il sentiero. Ogni tanto si fermava, appoggiandosi alla parete di roccia che divideva la strada dal canyon, per ammirare il paesaggio. Alex la studi e avvert unondata di energia angelica: la sua aura color argento chiaro era quasi priva di sfumature blu. Era

pronta ad attaccare, aspettava solo che qualcuno passasse di l. Sta setacciando la zona disse Jake con lo sguardo puntato su di lei. Grandioso. Potrebbero volerci delle ore. Una scarica dadrenalina attravers la schiena di Alex. Diede un colpetto al braccio di Jake. Ehi, pensi quello che penso io? Jake lo guard e borbott: Oh merda, hai di nuovo quella stupida luce negli occhi. Eddai, facciamolo disse Alex senza togliere lo sguardo di dosso a quellangelo in forma umana. Se no ci mettiamo una vita. Jake scosse la testa e accenn un sorriso. Se Cully lo viene a sapere S, lo so, ci uccide. Alex lo guard con un sorriso. Vuoi far tu da esca o vuoi che lo faccia io? Stavolta lo faccio io disse Jake. So bene quanto adori prendere in mano la situazione, brutto pallone gonfiato. Alex scoppi a ridere. Lo sai eccome Cos, mentre il fratello si alzava in piedi, Alex afferr la pistola, poi tir fuori il silenziatore dalla tasca e lo mont. Bene disse Jake dandogli una pacca sulla spalla. Mi copri, fratello? Ti copro fece Alex. Ok disse Jake. Andiamo a prenderci un altro angelo. Alex prese la mira sulla donna appoggiata al parapetto e Jake si avvi con disinvoltura verso il sentiero. Alex si svegli con un sussulto mentre lurlo del fratello che implorava il suo aiuto gli riecheggiava nelle orecchie. Oddio, di nuovo quel sogno. Quello stupido sogno. Respirando a fatica, deglut e si copr gli occhi con le mani. Credeva di averlo superato, ma riviveva quella scena ogni giorno. Ed erano passati due anni. Perch non riusciva ad accettare che

Jake non sarebbe mai pi tornato? Che se ne era andato per sempre e che era tutta colpa sua? A pensarci meglio, per, cap che certe cose erano impossibili da dimenticare, non importava quanto tempo fosse trascorso. Lasci ricadere il braccio sul cuscino, lo sistem dietro la testa e apr gli occhi. Non faceva quasi differenza: la stanza era completamente buia, fra una tenda e laltra sintravedeva solo un minuscolo spiraglio di luce. Sul letto, accanto al suo, poteva sentire il delicato respiro di Willow che dormiva. Quando i suoi occhi si furono abituati alloscurit, riusc a distinguerne solo il profilo, il suo corpo sepolto dalle coperte. Rimase fermo a lungo a guardarla poi si concentr e la sua coscienza raggiunse il centro coronale. Vide apparire langelo sopra la ragazza: era piccolo e brillava pi del sole. Come in precedenza, il suo incantevole volto una copia identica di quello di Willow era chino, come se stesse riposando, e le ali erano ripiegate dietro la schiena. Distingueva il contorno luminoso di ogni singola piuma, di ogni piega della tunica che gli ricadeva sulle spalle. Alex rest a osservarlo per un lungo istante. Langelo, privo di aureola, non si mosse, e lui nemmeno. Osserv con attenzione i suoi capelli fluenti, le sue labbra, gli occhi chiusi che sembrava dovessero aprirsi e sorridergli da un momento allaltro. Gradualmente sent lincubo che lo tormentava allentare la presa. Mentre limmagine di Jake lo abbandonava poco a poco, il suo respiro si calm e il battito del suo cuore rallent. Quando finalmente richiuse gli occhi, Alex vide il volto di Willow e cap che sarebbe riuscito a riprendere sonno.

CAPITOLO 10
Raziel si appoggi allo schienale della poltrona, tamburellando con le sue lunghe dita sul bracciolo con fare irritato. Novit? Jonah annu, agitando i piedi sotto la sedia su cui era seduto dallaltra parte della scrivania. S i nostri poliziotti hanno fermato la Porsche nel New Jersey, ma i passeggeri non erano loro. A quanto pare hanno abbandonato la vettura a New York con le chiavi inserite e qualcuno lha rubata. Raziel si strofin il naso. Cos ora non sappiamo nemmeno su che tipo di auto viaggiano. Ammesso che ne stiano usando una. Eh no disse Jonah con gli occhi castani spalancati. Raziel si colp la coscia con la mano. Come se la fuga del semiangelo e del suo supposto assassino dalla Chiesa degli Angeli, quattro giorni prima, non fosse stata gi abbastanza. E i visionari remoti cosa dicono? domand. Jonah si morse le labbra. Be diversi si sono recati a Schenectady per leggere la mano di quella ragazza, Beth, e nei suoi ricordi hanno visto il semiangelo ma dicono che ci vorr del tempo, sempre che riescano a scoprire qualcosa. Raziel fece una smorfia. Lo sapeva. La maggior parte dei sensitivi non riusciva a ottenere informazioni, se non attraverso il contatto fisico, e anche quelli dotati di visione remota fallivano spesso. Tempo mormor fra s, agitando le dita sulla scrivania. Con lavvicinarsi della Seconda Ondata, di l a un mese circa, il tempo era proprio lunica cosa di cui non disponeva. La rabbia lo travolse di nuovo al pensiero che quellassassino avesse ucciso Paschar. Trascurando quel pizzico di dolore e la

sensazione dincompletezza che provavano tutti gli ang eli alla morte di un loro simile, Paschar era lunico fra loro ad aver avuto un vero contatto con librido lunico che avrebbe potuto trovarla velocemente. E la zia? chiese. Continua a fare delle domande? I ricci di Jonah oscillarono leggermente mentre scuoteva la testa. No. Le indagini sono gi state chiuse. Le hanno detto be che la ragazza aveva un fidanzato segreto e che scappata con lui. Sembra averci creduto. Ringrazia la Chiesa per avere diffuso la sua fotografia, pensa che la stiamo aiut ando. Lamica invece non ne convinta ma nessuno fa caso a quello che dice. Bene sbott Raziel. Non gli sarebbe costato nulla far fuori sia la zia che lamica, ma al momento non voleva altri grattacapi. Che mi dici del nostro complice, in Nuovo Messico? Jonah deglut. Li sta cercando, in contatto con la sede di Albuquerque. Secondo lui dovevano gi essere arrivati, se vero che si stavano dirigendo l. Ma forse non cos. In quel caso non ha idea di dove possa dirigersi lassassino. Dice che quel tipo imprevedibile. Raziel emise una specie di sibilo. Erano informazioni che aveva ottenuto anche da solo. Rimase in silenzio maledicendo la decisione di aver ingaggiato proprio quellassassino. Chiunque fosse cos bravo ad ammazzare gli angeli non doveva avere troppo sale in zucca. Col senno di poi, avrebbero dovuto capire che era fonte di guai. E ora sembrava che avesse unito le forze con quelle del semiangelo. Il pensiero che quella creatura fosse ancora l fuori, con la Seconda Ondata alle porte, lo innervosiva. Jonah si sistem sul posto. Ci sono stati alcuni probabili avvistamenti da parte di certi membri della Chiesa disse a mo di consolazione. Lassistente di Raziel era molto efficiente. Era diventato un

loro devoto senza subire danni la sua energia non era particolarmente appetitosa. Ma a volte Raziel avrebbe voluto strozzarlo. S? tuon. Va avanti, Jonah, non essere timido. Jonah si schiar la voce, abbassando lo sguardo sui suoi fogli. Dunque ci sono stati circa un centinaio di pr obabili avvistamenti da quando abbiamo lasciato trapelare la notizia, ma solo alcuni sembrano fondati. Allora, abbiamo una ragazza a Madison, nel Wisconsin, che corrisponde alla descrizione. I nostri membri sul luogo se ne stanno accertando. Poi una vicino a Toronto unaltra a Brooklyn una a Eugene nellOregon una a Dalton City nel Tennessee e una Raziel inizi a spazientirsi. Jonah, hai qualche buona notizia da darmi? lo interruppe in tono glaciale. O hai intenzione di rifilarmi solo una patetica lista di avvistamenti di ragazze dai capelli biondi? Jonah si fece piccolo piccolo, si ud un fruscio di fogli mentre tornava a passare in rassegna le sue scartoffe. Mmm per Dalton City stato un po diverso, il nostro complice dice di aver visto una ragazza dallaria sospetta, che indossava un paio di occhiali da sole. Una ragazza con gli occhiali da sole. Davvero non sapevano fare di meglio? Raziel si massaggi ancora la fronte desiderando ardentemente di non dover sempre patire il mal di testa quando assumeva le sembianze umane. Suppongo che se ne stiano accertando. Certo, se ne occuperanno i membri della Chiesa. E poi ci faranno sapere. Esatto. La poltrona cigol quando Raziel si raddrizz sul posto. Esigo che li rintraccino, Jonah. Non possiamo permetterci di correre il rischio di averli ancora a piede libero, quando arriver la Seconda Ondata. Lassistente annu. Capisco disse zelante. La troveremo ogni membro della Chiesa sa bene quant importante

fermarla. E non cera niente di meglio di una folla di fedeli inferocita, pens fra s Raziel lavrebbero trovata di sicuro. Il semiangelo e il suo protettore non potevano essere svaniti nel nulla. Molto bene disse in tono grave. Passiamo alla Seconda Ondata, allora. Ho ricevuto altre notizie. Secondo i piani, il passaggio dovrebbe aprirsi proprio qui, nella cattedrale maggiore. A Jonah uscirono gli occhi dalle orbite. Qui? La Seconda Ondata arriver qui? Oh mio Dio, sar che onore S, e per questo il Consiglio desidera che venga organizzato un evento di benvenuto intervenne Raziel. Qualcosa di sobrio, credo. Oh, no! inorrid Jonah. Raziel gli lanci unocchiata stupita e lui arross. Voglio dire signore, non ha idea dellimportanza che questo evento avr per ognuno di noi. La Chiesa intera dovr partecipare alle celebrazioni! Altri angeli arriveranno per farci dono del loro amore e della loro pace mio Dio, dovremmo riempire la chiesa fino al soffitto. Ci sar il coro e una messa speciale, potremmo decorare la cattedrale con chili e chili di fiori, dovremmo Basta cos, hai reso lidea disse Raziel. Jonah si spense, ma il suo volto non smise di brillare. Raziel si sedette per un momento a riflettere giocherellando con il tagliacarte dargento. In effetti non aveva poi tutti i torti, la presenza di migliaia di fedeli giubilanti avrebbe testimoniato ai nuovi arrivati quanto fossero amati i primi angeli e quanto fossero stati bravi a spianare loro il cammino. Daltro canto, per, organizzare un evento di quella portata in un luogo simile sarebbe stato un incubo. Potresti occupartene tu? chiese al suo assistente. Io? Jonah sbianc. Oh che onore non ho mai avuto modo di cimentarmi in niente di simile, ma far del mio meglio

S, s, ok tagli corto Raziel. Lincarico tutto tuo. Fa come ti pare. Sono certo che tinventerai qualcosa di appropriato alle circostanze. E detto questo, gli concesse un sorriso. Buona idea, Jonah. Gli angeli te ne saranno grati. Grazie rispose Jonah affannato. Grazie. Per me un onore servirvi. Prego, prego disse Raziel. Ora, se vuoi scusarmi. Quando il suo assistente lasci la stanza, sussurrando ancora parole di ringraziamento, Raziel torn a sedersi sulla sua poltrona, a rimuginare cupamente sul semiangelo. Willow, che nome ridicolo per una semi-divinit: non faceva che sottolineare la bugia che si annidava nella sua stessa natura. Allungando un braccio, afferr il mouse e lo mosse. Sullo schermo apparve il sito della Chiesa degli Angeli. Raziel torn a studiare quel viso per lennesima volta: i grandi occhi verdi, il mento leggermente a punta, la cascata di capelli biondi. Allapparenza una ragazza normale carina, ma niente di speciale. Eppure, secondo quanto aveva affermato Paschar, quella creatura insignificante avrebbe potuto distruggerli tutti. Mentre osservava quellimmagine, una sensazione di fastidio lo colse. E non era la prima volta. Cera qualcosa di vagamente familiare nel suo volto, nei suoi occhi. Tent di scacciare quel pensiero. Era per met umana e quegli esseri erano tutti uguali, a volte faceva fatica a distinguerli. Con un click chiuse il sito e la foto della ragazza scomparve. Non importava a chi assomigliasse, a Willow Fields non restava molto da vivere. I fedeli sarebbero riusciti a trovarla e lei avrebbe rimpianto amaramente che lassassino non avesse obbedito allordine di spararle quando se ne era presentata loccasione. Uscito dallufficio, Jonah si sedette alla sua scrivania e dedic un momento alla preghiera, in segno di gratitudine per

limmenso onore che gli era stato concesso. Quando sollev il capo, aveva uno sguardo raggiante. Rimase seduto a guardarsi intorno, ammirando lambiente circostante la sua piccola scrivania, il soffice tappeto color panna, il prezioso ritratto di un angelo del Michelangelo appeso alla parete. Se si fermava a pensare a come era cambiata la sua vita da diciotto mesi a quella parte, riusciva a stento a crederci. Se lera passata male al college, odiava il suo corso di laurea, non aveva molti amici e nemmeno una famiglia vicina. I suoi genitori erano sempre stati poco presenti, per non dire totalmente assenti, quando ne aveva avuto bisogno. Ad attenderlo, un futuro dalle tinte grigie: una carriera che non voleva, nessun obiettivo, niente per cui valesse la pena di lottare. Quando aveva letto Eliot per il corso dinglese, si era detto che se solo ne avesse avuto il coraggio, avrebbe potuto semplicemente porre fine a tutto questo se non altro sarebbe stata unuscita in grande stile, a conclusione di una vita mediocre e senza scopo. Si era spesso ritrovato a pianificare la cosa, consapevole per che non avrebbe mai avuto il fegato di farlo. Pensarci lo faceva sentire meglio, per. In un certo senso gli sollevava il morale. Poi, un giorno, aveva visto un angelo. Stava passeggiando nel campus, tutto preoccupato per la lezione di biologia. Gli serviva almeno un credito in scienze per laurearsi, ma la biologia non era cosa per lui, i fallimenti si susseguivano inesorabilmente ed era troppo tardi per passare a geologia o a qualcosaltro di pi semplice. Camminando con lo sguardo basso, aveva emesso un lungo sospiro. Forse sarebbe stato meglio se lavessero bocciato, tanto quella laurea non gli interessava comunque. Allimprovviso un fascio di luce intensa laveva investito. Alzando gli occhi, aveva visto un angelo fluttuare lentamente verso di lui una creatura fiera, fatta di luce. Emanava cos tanto amore e pace che Jonah si gel sul posto per lo stupore,

incapace di muoversi mentre langelo gli andava incontro. Non avere paura aveva detto la figura femminile. Ho qualcosa da darti. Unesplosione di luce lo travolse mentre langelo posava le mani abbaglianti su di lui, e in quellistante sent qualcosa penetrargli dentro una forza, una determinazione che mai aveva provato prima di allora. Il volto dellangelo era lessenza della bellezza pi pura, i suoi tratti erano sereni e gentili. Quando se ne era volato via, con le ali che brillavano al sole, la sua vita era cambiata. Lasci il college. Non si era mai sentito cos libero in tutta la sua vita come nel giorno in cui aveva lasciato il campus. Era andato dritto a Denver, dove sapeva che stavano costruendo la nuova cattedrale della Chiesa degli Angeli. L aveva incontrato altri angeli, proprio come il primo che aveva visto e sebbene nessuno di loro lavesse mai toccato se non per un breve istante, lui non aveva mai smesso di trarre forza dalla loro serenit, dalla loro pace. Quando aveva scoperto che gli angeli vivevano fra gli uomini in forma umana, il solo pensiero era bastato a confermargli che il mondo non era un luogo grigio e squallido, bens pieno di bellezza, di luce e di magia. Cos era riuscito a farsi assumere e ora era al servizio di uno di loro. Jonah sedeva alla sua scrivania, a riflettere sulla buona sorte che gli era capitata. Poi inizi a scuotere la testa sorridendo e torn a concentrarsi sul lavoro. Apr un documento sullo schermo del suo computer e si accinse a stilare una lista di idee per i festeggiamenti in onore degli angeli della Seconda Ondata. Di colpo gli venne in mente che avrebbe potuto invitare le emittenti televisive. Fremette per lemozione. Ma certo, tutto il mondo doveva sapere. Mentre la sua mente sfornava unidea dietro laltra, si alz per chiedere il parere di Raziel. Attravers la stanza e fece per bussare alla porta del suo ufficio ma si ferm, con il pugno sospeso a mezzaria, ad

ascoltare la voce dellangelo che parlava al telefono. S, Lailah, sono sicuro che non inizieranno a nutrirsi appena arrivati, sto solo dicendo che cos facendo avrebbero il bestiame a portata di mano, in caso volessero farlo S, esatto, unenorme festa, saranno tutti l ad acclamarne la venuta niente male come benvenuto, no? Vedranno i loro volti estatici e capiranno quanto gli umani siano lieti di essere loro prede Ci fu una pausa, poi Raziel scoppi a ridere. Su su, non essere ingorda Sai bene che puoi farlo solo in forma umana Lentamente Jonah indietreggi, gli girava la testa. Gli umani erano loro prede? Doveva aver sentito male. La sola idea che gli angeli fossero interessati a qualcosa che solo gli umani avevano era semplicemente ridicola inconcepibile. Aveva visto con i suoi stessi occhi quanto bene avessero fatto allumanit, quanto fossero capaci di dare. Gli angeli gli avevano cambiato la vita. Gli avevano salvato la vita. Raziel stava solo scherzando. Gli angeli a volte avevano uno strano senso dellumorismo e Jonah non sempre riusciva a coglierne le sfumature. Si sbagliava. Punto e basta. Tornato a sedere dietro la scrivania, osserv il documento che aveva aperto. Ma la parola bestiame gli riecheggiava nella mente, e allimprovviso non era pi cos entusiasta allidea di organizzare quellevento, per quanto fosse certo che Raziel aveva fatto solo una battuta. Lentamente salv quello che aveva scritto, chiuse il documento e apr la casella di posta. Con sollievo vide che cerano diversi messaggi in attesa di risposta. Inizi a scrivere: Da: Jonah@chiesadegliangeli.com A: LHGrimes@chiesadegliangeIi.daltoncity.com ;
PSullivan@chiesadegliangeli.daltoncity.com

Ciao, grazie di avermi messo in copia. Attendo informazioni sui due tizi avvistati al motel. Se sono loro, vi

prego di non esitare. Prendete provvedimenti. Che gli angeli vi benedicano, Jonah Fisk Stavo volando.

immediatamente

Sorrisi nel sonno, sopraffatta dalla meraviglia. Era straordinario sentirsi cos leggeri, cos liberi. Spiegando le mie ali luminose, guardai il mio corpo assopito nella stanza del motel. Alex dormiva a pancia sotto nel letto accanto al mio. Riuscivo a vedere la luce che emanava, la sua energia, i capelli scuri arruffati, il tatuaggio sul bicipite, il polso che teneva sotto la testa. Una parte di me avrebbe voluto soltanto restare l a guardarlo per un po, ma sapevo di non poter aspettare cera una cosa che dovevo fare. Agitando piano le ali mi librai in volo. Penetrai attraverso il soffitto come fosse fatto dacqua. Attraversai la stanza al piano superiore. Era vuota e i letti erano disfatti. Accelerando minnalzai verso il tetto del motel. Era mattina inoltrata. Mi ritrovai immersa nella luce accecante del sole. Compiendo una spirale, scivolai verso il basso assaporando la piacevole sensazione del calore sulle ali. Fu allora che lo vidi. Cera un uomo che ci spiava fuori dalla finestra della stanza, indossava pantaloni marroncini e una camicia scozzese a maniche corte. Aveva con s una macchina fotografica. Stava cercando di scattare qualche foto ma percepivo la sua frustrazione, era troppo buio allinterno della stanza. Non sapeva chi ci fosse dentro, ma doveva scoprirlo. Mentre guardavo, lo vidi puntare di nuovo lobiettivo verso lo spiragl io tra una tenda e laltra. Tornai subito in me. Mi svegliai con un sussulto sotto le coperte sgualcite. Ero nella stanza e sembrava gi mattino. Sospirai, sollevata. Era stato solo un sogno. Mi ero alzata in volo ed ero uscita

Udii un rumore e mirrigidii: un lieve fruscio, proveniente da qualcosa l vicino. Lentamente, senza nemmeno osare respirare, girai la testa da un lato. C era una fessura tra le tende. Intravidi il contorno di una persona, in piedi, nel vialetto fuori dalla stanza. Oddio, non era affatto un sogno, era la realt. Rimasi l distesa ad ascoltare il battito del mio cuore pulsare nelle orecchie. Ci vedeva? Aveva capito chi ero? Restai a guardarlo, troppo spaventata per distogliere gli occhi, e lo vidi muoversi nel tentativo di vederci chiaro. Poi udii il rumore di una macchina che si avvicinava e lui che si allontanava in fretta. La stanza sillumin leggermente per via del sole che finalmente riusc a penetrare dalla finestra. Scostai le coperte e con un balzo mi avvicinai al letto di Alex. Iniziai a scuotergli la spalla. Alex! Alex, svegliati! Mmm? gemette sollevando la testa dal cuscino. Che c? Cera un uomo fuori dalla finestra. Si svegli allistante e si mise a sedere. Quando? Ora? Mi strofinai le braccia, allimprovviso mi sentivo gelare. S, lho visto. Guardava dentro dalla fessura tra le tende. Poi arrivata una macchina e se n andato. Alex imprec lanciando unocchiata alla finestra. Meglio chiudere le tende dissi e feci per alzarmi, ma lui mi trattenne per un braccio. No, non farlo capir che labbiamo visto. Rimase a osservare la finestra in silenzio, tamburellando con le dita sul ginocchio. Bene, chiunque sia, non sicuro che qui dentro ci sia tu, altrimenti non sarebbe rimasto l fuori a spiarci. Ci tiene docchio dobbiamo trovare il modo di uscire di qui senza farci vedere. Il semplice fatto che Alex stesse gi pianificando le nostre prossime mosse mi aiut a calmarmi un po e il panico allent la presa. Dalla finestra del bagno? suggerii.

Riflettendoci alz le sopracciglia. Poi annu. S potrei rompere il pannello con un calcio Sussultammo alludire il telefono suonare. Ci scambiammo unocchiata, paralizzati, e il telefono squill ancora. Poi Alex fece un passo e rispose. Pronto? Non riuscivo a credere a quanto riuscisse a sembrare calmo, come se si fosse appena svegliato. Segu un silenzio, dallaltra parte udii una voce maschile. Ok disse Alex alla fine. Grazie. Mi sono appena svegliato. Sar l fra circa unora. Riagganci e mi guard. Il meccanico, credo. Dice che la macchina pronta. Lanciai di nuovo unocchiata alle tende. Magari qualcuno che sta cercando di attirarci fuori di qui. Possibile disse lui. Entrambi alzammo lo sguardo verso lorologio della tv. Erano le dieci e venti. Aveva detto a mezzogiorno ma Alex esit, assorto nei suoi pensieri ma sembrava proprio lui. E in quel tizio non c niente che non va, vero? Scrollai le spalle, sperando che le nostre vite non dipendessero seriamente da una supposizione. Cos mi sembrato ma Ok, correremo il rischio disse Alex. Calci via le coperte e salt gi dallaltra parte del letto. Sta lontana dalla finestra mentre mi vesto, ok? Afferr le sue cose e si chiuse in bagno. Tutta tremante, andai a sedermi al tavolo. Era vicino alla parete e da l nessuno avrebbe potuto vedermi. Udii Alex farsi la doccia pi breve della storia, e pochi minuti dopo lo vidi riapparire, coi capelli umidi e indosso i jeans e una maglietta grigia. Lo osservai muoversi risoluto per la stanza e gettare vestiti alla rinfusa nella sacca. Poi raccolse la pistola dalla cassettiera e la mise nella fondina. Mi cadde locchio su quel poco di addome

abbronzato che riuscii a intravedere. Vado a prendere la colazione disse. Lo guardai, sconcertata. Cosa? Alex, ti giuro che non ho fame ora. Lui mi sorrise. No, nemmeno io. Ma se il tizio mi vede tornare con la colazione, penser che resteremo qui ancora per un po. Lanci unocchiata in direzione della finestra. Vestiti mentre sono via, ok? Ma assicurati che non ti veda. Mi alzai dalla sedia sforzandomi di non tremare. Alex, sta attento. Andr tutto bene. Non far nulla finch non sar sicuro che si tratti di te. Sta lontana dalla finestra e basta, ok? Chiuditi a chiave quando esco e guarda dallo spioncino se senti bussare. Annuii, decisa a fingere di essere calma almeno quanto lui. S, ok. Alex si ferm a osservarmi ancora un istante. Non preoccuparti, ce la caveremo disse dolcemente. Poi usc, con fare disinvolto, e richiuse la porta dietro di s. Corsi a chiuderla a chiave, afferrai i vestiti che avevo indossato il giorno prima e minfilai nel bagno. Certa che non sarebbe tornato prima di cinque minuti, mi feci una doccia lampo e mi vestii, attorcigliandomi i capelli bagnati sotto il berretto. Dopo di che finii di fare la borsa, infilando anche i miei vestiti e le cose da bagno nella sacca di Alex. Quando fra le mani mi ritrovai la fotografia che la mamma mi aveva scattato, la avvolsi con cura in un fazzoletto di carta e me la misi in borsa. Proprio mentre la richiudevo, sentii dei colpetti veloci alla porta dingresso. Nonostante sapessi che probabilmente si trattava di Alex, il cuore mi arriv in gola. Mi avvicinai in punta di piedi alla porta e guardai dallo spioncino. Sono io disse Alex immediatamente. Lo vidi in piedi l fuori, intento a mantenere in equilibrio due tazze di caff e una bustina di carta piena di ciambelle.

Aprii la porta e subito la richiusi dietro di lui. Hai visto qualcuno? Annu mentre posava il cibo sul tavolo. S , c un tizio in fondo al parcheggio che passeggia intorno alla sua macchina. Bevve un sorso da una della tazze e mi guard. Sei pronta? Deglutii a fatica. S, credo di s. Diedi unocchiata al mucchietto di ciambelle ricoperte di zucchero. Era la prima volta che non mi facevano gola. Bene, allora andiamocene da qui. Seguii Alex nel bagno. Le finestre erano grandi la met di quelle della stanza da letto, ma ci saremmo passati lo stesso. Fuori sintravedevano solo pini e una strada. Sentivo il rumor e delle macchine che passavano. Alex apr la finestra e sal sul water. Sferr un colpo secco al pannello, poi un altro. Cadde allesterno con un rumore metallico. Non era il momento di stare a guardare certe cose ma mi ritrovai ugualmente ad ammirare Alex. I movimenti dei suoi muscoli erano fluidi e precisi. Prima di saltare gi, afferr la sua sacca di nylon e la gett fuori, cadde a terra. Poi fu il mio turno. Ce la fai? mi chiese. La finestra era abbastanza alta. Se mi dai una mano. Ero stranamente calma. Misi le mani sul davanzale e Alex mi sollev per la vita. Passai attraverso lapertura, poi, tenendomi stretta, tirai fuori anche le gambe e saltai gi, inciampando sul pannello. Lo spostai da l, e feci lo stesso anche con le borse. Alex ci passava a fatica, ma dopo qualche istante sgattaiol fuori e atterr accanto a me. Riesci a rimettere il pannello davanti allapertura se ti sollevo? chiese guardando in quella direzione. Se il tizio riuscisse a entrare penser di averci mancato quando siamo usciti dalla porta principale. Scossi la testa sorridendo. Pensi proprio a tutto, eh? Sollev un angolo della bocca quasi impercettibilmente. Ci

provo. Dai, sali sulle mie spalle. Si chin. Gli posai una mano sulla spalla robusta e gli montai sopra. Mi sollev senza sforzo, come se non pesassi niente. Mi afferr le gambe con le mani e io mi allungai il pi possibile per rimettere il pannello, cercando di non far caso alla sensazione che mi trasmetteva stargli cos vicino. Quando mi rimise gi, Alex si volt a guardare la strada. Ok, meglio se non vieni a prendere la macchina con me. Te la senti di aspettarmi qui? Eravamo in un boschetto di pini che ci offriva una discreta copertura. Annuii. S, ce la posso fare. Lui mi guard preoccupato. Immagino che non serva a nulla offrirti la mia pistola, vero? Mi vennero i brividi solo a pensarci. Abbassai lo sguardo verso la sua cintura, allaltezza in cui doveva esserci nascosta la pistola, sotto la maglietta grigia. Eh no. Non sarei capace di sparare, Alex. Lui sospir passandosi una mano fra i capelli. No, immagino di no. Senti resta qui, ok? Rimani nascosta. Far pi veloce che posso. Ok dissi. Tutta un tratto avevo la gola secca. Sta attento, Alex. Ti supplico, sta attento. Lo far. Alex si volt e si diresse verso la strada, con le mani distrattamente infilate nelle tasche posteriori dei pantaloni. Qualche istante dopo, svolt langolo e scomparve dalla mia vista. Di colpo ci fu silenzio tra gli alberi. Mi misi gli occhiali e mi sedetti contro il muro esterno del motel, stringendomi le gambe al petto e cercando di non pensare a niente. Era caldo persino allombra e sentivo le goccioline di sudore scivolarmi gi lungo la nuca. Passavano i minuti, prolungandosi allinfinito. Provai a contarli chiedendomi se Alex avesse gi raggiunto lofficina. Oddio, fa che stia bene. Ti supplico, fa che chiunque ci stesse spiando creda che ci troviamo ancora nella nostra stanza, a

mangiare ciambelle iperglicemiche e a bere un orrendo caff da asporto. Dopo un po mi si intorpidirono le gambe. Cos mi alzai e, appiattendomi dietro alla ruvida corteccia grigiastra di un pino, spiai la strada. Ormai doveva essere arrivato. Ma perch ci stava mettendo tanto? Dallaltra parte della strada cera una donna che aspettava lautobus, indossava un vestitino giallo limone. Accanto a lei cera un passeggino. Mentre li osservavo, la donna si chin, rise, e poi infil una mano come a voler sistemare la coperta del bambino. Sembrava cos felice. Quella scena mi rilass. Poi allimprovviso la donna alz lo sguardo, incredula. Guardai in su anchio e il mio cuore smise di battere. Un angelo si stava dirigendo verso di lei. La corteccia mi si conficc nelle guance mentre stringevo lalbero sempre di pi, in preda al terrore. Non avrei voluto guardare ma non riuscivo a smettere. Era una femmina, con lunghi capelli che le ricadevano sulle spalle. La sua aureola brillava e la tunica le oscillava intorno alle gambe mentre scendeva verso il suolo. Teneva le enormi ali spalancate. Una volta atterrata, le richiuse dietro di s e si diresse verso la donna che la guardava in preda allo stupore. Pos le mani su di lei. E inizi a nutrirsi. Vidi la sua energia vitale che cominciava ad abbandonarla, per poi implodere e svanire, passando da sfumature rosa acceso e viola a grigio cupo. La donna se ne stava l, seduta sulla panchina, con lo sguardo rivolto verso langelo e con unespressione di amore e gratitudine tali che non potei fare a meno di abbassare il capo e chiudere forte gli occhi. In lontananza udii il bambino iniziare a piangere. Poi il rumore di unauto che rallentava l vicino. Mi costrinsi a guardare. Era Alex che accostava sul ciglio della strada. Sul lato opposto, langelo continuava a nutrirsi, aprendo e chiudendo le ali, delicatamente. Aveva il capo riverso

allindietro e sorrideva, mentre laureola brillava pi che mai. Muoviti! Urlai dentro di me. Devi muoverti! Barcollai. Avevo le gambe molli. Cercai di farmi coraggio, afferrai le borse e corsi verso la macchina. Venendo dallombra, langelo mi sembrava unesplosione di luce mentre il sole irradiava le sue ali. Alex si sporse sul sedile del passeggero e mi apr la portiera, scaraventai dentro le borse e lui le gett dietro. Entrai in fretta e mi chiusi dietro la portiera. Presto, dobbiamo andarcene da qui dissi con voce tremante. Lui ripart e mi lanci un occhiata. Che succede? Hai visto qualcuno? Annuii. E contro la mia stessa volont, mi voltai indietro. Langelo non cera pi. Al suo posto cera una donna, con lunghi capelli neri e indosso un grazioso top bianco. Mentre guardavo, la vidi sfiorare la spalla della sua vittima e avviarsi lungo il marciapiede. Questa sbatt le palpebre con sguardo inebetito. Prima di svoltare langolo, feci appena in tempo a vederla allungare una mano verso il bambino, poi scomparve. Willow? Che succede? domand Alex. Niente riuscii a malapena a dire voltandomi. Hai avuto problemi a raggiungere lofficina? Lui fece no con la testa, scalando marcia a uno stop. No, tutto ok. Ce labbiamo fatta. Ho rivisto il tizio che sbirciava ancora nella nostra camera mentre gli passavo davanti in macchina. Ero felice di sentirglielo dire e feci un profondo respiro rilassandomi contro il sedile di vinile tutto crepato. Poi provai un forte senso di colpa. Come facevo a essere sollevata dopo quello che avevo visto? Alex mi stava ancora guardando con aria allarmata. Willow, dai, dimmi cosa c che non va. Rimasi in silenzio per un momento, non volevo pronunciare quelle parole. Ho visto un angelo che attaccava una donna

davanti al motel. Lui aggrott le sopracciglia. Ecco perch eri cos sconvolta. Come stai? Io sto bene. Non credo si possa dire altrettanto di quella donna. S, lo so rispose lui con un sussurro. Cal il silenzio. Guardai fuori dal finestrino, avevo ancora davanti agli occhi limmagine delle ali dellangelo che si muovevano avanti e indietro, lenergia della donna che ingrigiva, il sorriso finale sulle sue labbra mentre sedeva sulla panchina. Come mai non lho mai visto prima? chiesi rigida. A Pawntucket? Lui scosse la testa. Non ce ne sono molti nellarea di New York. Non so perch, sembra che prediligano alcuni luoghi piuttosto che altri. Ma la sede di Schenectady il loro quartier generale. Pare che a capo ce ne sia uno solo. Non fanno che nominare il loro angelo durante le funzioni. Restai di sasso. Un solo angelo per tutte quelle persone? Alex mi guard e a malincuore mi disse: Ad alcuni di loro piace variare. Capita che si nutrano di una dozzina di persone diverse ogni giorno. Il semaforo divent verde e ripartimmo. Me ne stetti seduta in silenzio e dopo un po sentii di nuovo il suo sguardo su di me. Ehi, so bene come ci si sente a vederglielo fare ma cerca di non pensarci, ok? Non potevi intervenire in alcun modo. E come diavolo faccio a non pensarci? chiesi innervosita. Poi esitai. Alex, sai come ho saputo che cera qualcuno fuori dalla nostra stanza? Stavo sognando di volare e qualcosa mi diceva di uscire, cos lho fatto e lho visto avevo le ali, come quellessere che ho visto poco fa. Solo che non stavo sognando. Le ali ce le avevo davvero E incapace di continuare serrai le labbra in preda al panico. Non potevo piangere. Non. Potevo.

Raggiungemmo limbocco della statale e Alex svolt accelerando per immettersi nel flusso di traffico. Per fortuna che successo, allora, almeno ci siamo accorti del tizio. Se non lavessi fatto, a questora probabilmente saremmo morti. Sapevo che aveva ragione ma mi sembrava tutto troppo semplice. Scossi la testa, non riuscivo a parlare, i miei pensieri erano troppo ingarbugliati. Per qualche minuto nessuno dei due disse una parola. Mi rannicchiai con la testa appoggiata al sedile, a guardare le macchine che ci superavano e le imponenti colline verdi sullo sfondo. Poi Alex si gir verso di me. Ehi. Avevi ragione anche sul filtro dellaria, sai? Lha dovuto sostituire. Ah, s? Me ne doveva forse fregare qualcosa? Annu, tamburellando allegramente con le dita sul volante. E com che te ne intendi tanto di motor i? Feci una smorfia. Alex, non sono in vena di Dai, dimmelo. Mi piacerebbe saperlo. I nostri sguardi sincrociarono e mi si serr la gola vedendo come mi fissava. Sapeva esattamente come mi sentivo, stava cercando di aiutarmi. Te lhanno insegnato a scuola? continu. Sfrecciammo davanti a due enormi pannelli pubblicitari. Li guardai ma davanti agli occhi avevo ancora quella donna. Alla fine dissi: No, a scuola non insegnano queste cose. Allora, come? Sospirai e mi sistemai sul sedile. Ti interessa veramente? Sorrise. S, mi interessa veramente. Ok. Mi raddrizzai cercando di far ordine tra i pensieri. stato per via di zia Jo. Dunque, mmm io e mia madre viviamo con lei da quando avevo nove anni. E lei non ha mai perso occasione per farcelo pesare. Cio, si prende cura della mamma, ma si lamenta sempre di quanto le costi provvedere a entrambe. Ad ogni modo, una volta le si rotta la macchina e non la finiva pi di dire che le sarebbe costato un occhio della testa farla aggiustare. Cos sono andata in biblioteca e mi sono

presa uno di quei libri sul fai-da-te, su come riparare guasti meccanici, e glielho aggiustata. Alex si fece una gran risata e istantaneamente avvertii la tensione allentarsi dentro di me, come se mi si stesse sciogliendo un nodo in petto. Davvero? disse. Ma geniale. Gi. Mio malgrado anchio sorrisi al ricordo. Quel giorno aveva preso un taxi per andare al lavoro, cos non sono andata a scuola e glielho riparata. Si era rotto solo lalternatore. Non ho fatto altro che gettarlo via e rimpiazzarlo con uno nuovo. Avresti dovuto vedere la sua faccia quando tornata era gi pronta a lamentarsi per settimane intere. Scommetto di s. Mi guard assorto, con occhi pieni di calore. Quanti anni avevi? Ci pensai su e risposi: Tredici, forse? Be, da quel giorno mi sono appassionata. Mi piacciono i motori. In fondo non sono cos complicati. Funzionano secondo una logica ben precisa. Non guardare me, io so a malapena controllare lolio disse cambiando corsia dopo aver superato un camion. Sono piuttosto colpito. S, ma tu sei James Bond dissi. James Bond non ha bisogno di aggiustarsi la macchina da solo. Lui rise. Vero. In pi, fino a poco tempo fa, ne avevo una di questo secolo e la cosa aiutava parecchio. La sua Porsche. La rividi, abbandonata in quel parcheggio del Bronx. Anche se era improbabile che fosse ancora l. Ti dispiaciuto molto abbandonarla? domandai stringendomi una gamba al petto. Alex fece cenno di no. Ma no. Era una bella macchina, ma lasciarci le penne mi sarebbe dispiaciuto molto di pi. E poi la Mustang il massimo dissi dopo un po. Alz le sopracciglia. Starai scherzando? Per un attimo pensai che lui stesse scherzando. No, per

niente. unauto depoca. Mmm cos, un altro modo per dire catorcio? Rimasi a bocca aperta. Alex! una classica muscle car americana. Una Mustang del 69 un pezzo da collezione. Pensa ad American Graffiti. Secondo te se lavessero lasciato fare, George Lucas ci avrebbe messo una Porsche? No! Il suo viso inizi a contrarsi per non ridere. Ok, qualcosa mi dice che non la spunter in questa discussione. Be, almeno lo ammetti. Improvvisamente mi sentii meglio. Fu un enorme sollievo. Eravamo riusciti a scappare, ora eravamo al sicuro. Il sogno che ci aveva salvato era una specie di premonizione angelica, ma non me ne importava, non cera bisogno di tornarci su proprio adesso avrei messo quel pensiero da parte. E poi Alex aveva ragione: per quanto fosse stato orribile vedere quellangelo attaccare, non cera nulla che avrei potuto fare per quella donna. Mi voltai e restai a osservarlo per un po: i suoi zigomi alti, gli occhi azzurri e i capelli scuri. Stentavo a crederci visti i primi giorni trascorsi insieme, ma in quellistante mi resi conto di quanto in realt fosse gentile. Di una gentilezza vera, sincera. Grazie dissi. Mi guard con gli occhi a fessura. Prego. Ma per cosa? Lo sai per cosa continuai. Mmm mi ha aiutato molto. Grazie. Alex sollev le spalle, imbarazzato. Non puoi permettere che quel pensiero ti sconvolga tanto disse alla fine accarezzando il volante con la mano. Lo so che dura, ma a un certo punto devi smettere di tormentarti. Il Tennessee scorreva fuori dal finestrino e le colline da ripide iniziarono a farsi dolci e rassicuranti. Costeggiammo Memphis e intorno alle sei attraversammo il fiume Mississippi, che lento e solenne si snodava sotto di noi. A met ponte entrammo ufficialmente in Arkansas, dove la terra di colpo si

appiattiva per spalancarsi su sterminati campi di grano punteggiati di alberi qua e l. Alex si sistem sul posto facendo roteare le spalle. Se vuoi guido io per un po mi offrii. Lui mi guard con le sopracciglia sollevate. Ti va? S, certo dissi. Cos ti prendi una pausa e senza fermarci arriviamo prima. E poi non ho mai guidato una Mustang. Lui sorrise. Be, so che non mi crederesti se ti dicessi che non niente di che. Ma accetto comunque, grazie, ti prendo in parola. Accost sul ciglio della strada e uscimmo per scambiarci di posto. Il sole del tardo pomeriggio batteva ancora forte. Era buffo che l fosse praticamente estate, mentre a casa indossavamo gi maglioni e cappotti. Passando davanti alla macchina mi fermai a osservare un campo coltivato. Cerano esili cespugli bassi, ricoperti di pesanti batuffoli bianchi. Sembravano quasi innevati. Guardandoli pi attentamente capii di cosa si trattasse. Ma cotone quello? Alex si ferm accanto a me con le mani nelle tasche posteriori dei jeans. Una brezza leggera gli scompigli i capelli scuri. S, ce n un sacco da queste parti. Cos come il riso. Lo guardai e mi venne da pensare che, sebbene non fosse mai andato a scuola, sembrava sapere molte pi cose della maggior parte delle persone che conoscevo. Dove hai imparato a parlare spagnolo? gli chiesi. Allaccampamento? Lui annu. Un paio di Angel Killer erano messicani lho imparato ascoltandoli. E poi non eravamo molto distanti dal confine. A volte ci andavamo, in Messico. Mi guard e sorrise. Ehi, non starai mica cercando di distrarmi perch ti passata la voglia di guidare? I suoi occhi sorridenti erano pieni di calore. Mi fece venir voglia di avvicinarmi e mettergli le braccia intorno alla vita. Ma scacciai subito quel desiderio improvviso. No dissi

sollevando una mano. A me le chiavi. Poco a poco attraversammo lArkansas. Guidare una Mustang era una sensazione bellissima. Lasse era un po sbilanciato, ma col volante fra le mani mi sentivo alla grande, era come guidare un pezzo di storia. Dopo un po il sole svan dietro lorizzonte. Qualche ora pi tardi, raggiungemmo lOklahoma. Era cos buio che non riuscivo nemmeno a vedere la campagna circostante. Mentre guidavo, guardavo attentamente fuori dal parabrezza. Ecco un altro stato di cui ho solo sentito parlare e ora che mi ci trovo non riesco nemmeno a vederlo. Alex sonnecchiava abbandonato sul sedile. Questa parte assomiglia molto allArkansas disse. Non preoccuparti, non ti perdi nulla. In effetti, per quanto potessi vedere, aveva ragione. Cosa pensi che accadr quando arriveremo allaccampamento? chiesi. Lui si mise a sedere stiracchiandosi le braccia. Dobbiamo radunare tutti gli Angel Killer e organizzarci senza che gli angeli lo vengano a sapere. Non ho idea di quanti Angel Killer ci siano dispersi nei campi magari Cully ne sa pi di me e insieme potremo studiare la prossima mossa. Non riuscivo a immaginare quale potesse essere il mio ruolo in tutto questo o perch gli angeli fossero cos sicuri che rappresentassi una minaccia per loro. Ma non mimport ava non sarei tornata a casa ad ogni modo, per non mettere in pericolo la mia famiglia. Un misto di sentimenti contrastanti mi travolse: dolore al pensiero che forse non avrei pi rivisto mia madre, ma anche sollievo perch qualunque cosa fosse successa, avrei comunque avuto Alex al mio fianco. Deglutii, incapace di credere a quanto fosse diventato importante per me. Come mai allimprovviso mi sentivo cos? Vuoi che ti dia il cambio? disse Alex guardandomi. Guidi ormai da ore.

Ok risposi dopo un po. E accostai.

CAPITOLO 11
Alternandoci alla guida, procedemmo pi velocemente. A mezzogiorno dellindomani, avevamo gi attraversato tutto lOklahoma e ci stavamo dirigendo verso il confine con il Texas. Guardai fuori dal finestrino, piena di stupore. Non avevo mai visto un paesaggio cos piatto la vasta pianura cosparsa di erbe arse dal sole si estendeva a perdita docchio per chilometri e chilometri fino alla linea continua dellorizzonte. Il cielo incombeva su di noi, sembrava dieci volte pi vasto rispetto a quello cui ero abituata, e il paesaggio era costellato di silos. Ogni polverosa cittadina sembrava averne uno, ma in giro non si vedeva anima viva. Mentre guidavo, ne vidi uno abbandonato accanto a una casa che cadeva a pezzi, e mimmaginai che il padrone un giorno si fosse stufato di tutto quel piattume e se ne fosse andato. Entrambi cominciavamo ad aver fame, cos mi fermai a una stazione di servizio che aveva un negozietto. Guidi un po tu adesso? chiesi infilandomi i capelli sotto al berretto. Certo disse Alex. Vieni dentro con me? Solo perch devo andare al bagno. Ok, che panino vuoi prosciutto e formaggio, vero? E acqua? S, grazie. E tu ti prenderai un caff dissi in tono scherzoso. Sei drogato di caffeina, lo sai? Concedimi almeno un vizio rispose con un sorriso e si avvi lungo il marciapiede con passo sicuro e rilassato. Sorridendo a mia volta, uscii dalla macchina e mi diressi verso il casottino accanto alla stazione di servizio, dove si trovavano i bagni. Ne approfittai per sciacquarmi il viso con

lacqua fresca e mi immersi di nuovo nel calore infernale di quella giornata. Alex non era ancora tornato alla macchina e, mentre camminavo, notai una cabina telefonica su un lato del parcheggio. Rallentai il passo e mi fermai. Non potevano rintracciare una telefonata da una cabina, giusto? Avevo degli spiccioli in tasca. Avrei potuto chiamare Nina e chiederle se la mamma stava bene. La tentazione era quasi irresistibile. Feci per raggiungere la cabina ma esitai nel dubbio che potessero rintracciarmi tramite il cellulare di Nina. Potevano farlo? No, pensai. Non posso, troppo rischioso. Sarebbe stato meglio se non lavessi vista e non ci avessi nemmeno pensato. Mi sentii ridicola mentre il pianto mi saliva in gola. Arrabbiata con me stessa, mi tolsi gli occhiali e asciugai le lacrime con il dorso della mano. Ehi, tutto bene? mi chiese Alex. Stava venendo verso di me, attraversando il parcheggio con in mano da mangiare. Mi fiss confuso. Che c? Scossi la testa. Mi sento stupida. Ero molto tentata di chiamare Nina per sapere come sta mia madre. Non lho fatto mi affrettai ad aggiungere. Ma avrei tanto voluto. Sembr capire. Mi dispiace disse. Spero che stia bene. Cercai di sorridere. Grazie. Lo spero tanto anchio. Gli presi di mano il mio panino e tornammo alla macchina. Sentii che i capelli mi stavano scivolando fuori dal berretto, cos prima di salire posai il panino sul tettuccio per sistemarmeli. Mi tolsi il berretto, misi anche quello sul tettuccio e mi passai le mani fra i capelli. Un secondo dopo un pickup argento metallizzato sinfil nel parcheggio accanto al nostro. Alzai lo sguardo. Dentro cera una coppia. Luomo aveva folti baffi marroni e i capelli biondo platino della donna erano fissati con troppa lacca. Mi stavo raccogliendo i capelli, quando la donna si volt verso di me e incroci il mio sguardo.

Il tempo sembr avanzare pi lentamente. Sul suo volto apparve unespressione scioccata. La vidi aprire la bocca e articolare le parole: lei. Fui presa dal panico. Non indossavo gli occhiali. Li avevo fissati al collo della maglietta mentre tornavamo alla macchina. Balzai dentro la Mustang e richiusi la portiera. Dobbiamo andare dissi mangiandomi le parole. Quella donna mi ha riconosciuto. Mi rimisi gli occhiali e la vidi parlare affannosamente con il marito mentre mindicava. Lui si era sporto su di lei per guardare meglio dentro la Mustang. Alex non se lo fece ripetere due volte: ingran la retromarcia, schiacci lacceleratore e uscimmo sgommando dal parcheggio della stazione di servizio. Mi voltai indietro. Il panino e il cappello stavano rimbalzando sul cemento. Nel frattempo luomo era uscito dal pickup e ci fissava. Sul paraurti cera un adesivo della Chiesa degli Angeli. Appoggiato nellabitacolo de l veicolo, intravidi un fucile. Come ho potuto essere cos stupida? dissi senza fiato. Tremavo e avevo le dita gelate. Luomo doveva aver notato la targa di New York sulla Mustang, ormai sapeva. Lultima cosa che vidi prima che la stazione di servizio scomparisse dalla mia vista fu luomo che risaliva sul furgone. Il sangue mi pulsava forte nelle vene. Ci avrebbero seguiti? Unuscita si avvicinava: Alex la prese, immettendosi nella statale 12. Continuai a guardare indietro. Nessuna traccia del furgone. Forse li abbiamo seminati dissi, incerta. Forse disse Alex dando unocchiata nello specchietto retrovisore. Se non fosse che probabilmente conoscono ogni singola strada della zona. Non ci vuole un genio per intuire che siamo usciti dallautostrada. Serrai i pugni, non riuscivo a smettere di tremare. Mi dispiace cos tanto dissi. Sono stata una stupida Lui scosse la testa. Smettila non colpa tua se la Chiesa degli Angeli un covo di psicopatici.

Mi rannicchiai sul sedile. La statale ci condusse in una cittadina desolata di nome Jasper. Macinammo chilometri e dopo poco ci ritrovammo in unaltra piccola citt chiamata Fonda. Nessuno sembr far caso a noi e iniziai a pensare che li avessimo davvero seminati. Ma qualche chilometro dopo Fonda, Alex guard nello specchietto e vidi il suo sguardo soffermarsi su qualcosa. Mi sa che abbiamo compagnia disse. Sono loro? Sentii una morsa stringermi la gola mentre mi voltavo a guardare. Ed eccolo l, il furgone argentato, che ci seguiva. Per un secondo sperai invano che si trattasse di un altro veicolo, ma poi si avvicin e vidi che a bordo cerano due passeggeri, un uomo e una donna. E la donna era bionda. Alex acceler ancora e la Mustang balz in avanti con un ruggito. Le citt erano molto distanti luna dallaltra. Eravamo in mezzo al niente, circondati dallinfinita distesa di terreno piatto e brullo e da un cielo senza fine. La statale era malridotta e non cerano altre macchine. Alle nostre spalle, anche il furgone acceler continuando a divorare chilometri su chilometri. Il terrore simpossess di me. Oddio, Alex, qualsiasi cosa accada, tu va avanti. S, non preoccuparti, era gi nei miei piani mormor. Con lo sguardo fisso sul lunotto, osservai piena di orrore il furgone avvicinarsi a noi a una velocit incredibile. Finch non ci furono alle calcagna, con il paraurti che sfiorava il nostro. Incrociai lo sguardo della donna. Teneva in mano un ciondolo che aveva al collo e mi fissava dritto negli occhi. Il marito stringeva il volante con sguardo determinato, feroce come un cacciatore che punta un cervo dalle grandi corna ramificate. Allimprovviso il furgone inizi a speronarci da dietro. La Mustang balz in avanti producendo un suono metallico. Alex imprec e gir il volante, oltrepassando la linea gialla. Con un rombo di motore, il furgone ci affianc dal lato del passeggero.

La donna si sporse sul marito imbracciando il fucile e prese la mira. Alex la vide nellistante in cui la vidi io. Gi! grid sterzando. Mi spinse verso il basso e subito dopo si ud uno sparo. Il mio finestrino and in mille pezzi. Urlai coprendomi la testa con le mani. Ero ricoperta di frammenti di vetro, sui capelli, sulla maglietta. Rimani gi! mi ordin Alex. In preda a un tremito, sbirciai in su da dietro il braccio. Lo vidi afferrare la pistola dalla cintola e togliere la sicura. Udii le gomme stridere contro il suolo e dal suo sguardo capii che il furgone ci aveva superato. Ancora spari. Cazzo! esclam Alex e si abbass mentre il parabrezza andava in frantumi. Unondata di schegge di vetro ci travolse portando con s una folata daria fredda. La Mustang sband violentemente, ma Alex riusc comunque a mantenere il controllo. Il rumore degli spari si fece pi distante, poi sinterruppe. Alex accost, fece inversione e ripart in direzione opposta a quella da cui venivamo. Il vento sibilava dai finestrini. Io rimasi a testa bassa, non volevo muovermi. Qualche istante dopo sentii la macchina sterzare. Sobbalz bruscamente, poi inchiod. Sotto shock, sollevai la testa e i pezzi di vetro che avevo sulla schiena e sulle spalle caddero gi tintinnando. Alex era uscito dalla statale e ci trovavamo in un viale impolverato nel bel mezzo di un campo. Un frammento di vetro laveva colpito alla guancia che ora sanguinava un sottile rivolo di sangue gli solcava il volto, come una lacrima rossa. Stai bene? mi chiese afferrandomi ansiosamente per le braccia. Willow, sei ferita? Aveva gli occhi sbarrati, spaventati. Scioccamente mi chiesi perch. Alex affrontava situazioni simili da sempre, non sembrava un tipo facile da spaventare. Io invece tremavo come una foglia, ma mi sforzai di annuire.

Sto sto bene. Allungai una mano e gli sfiorai la guancia, poi deglutii e la ritrassi subito. Hai hai del sangue sul viso. Le spalle di Alex si rilassarono e fece un profondo respiro. Si pass il dorso della mano sulla guancia, vide il sangue e se lo asciug con un fazzoletto di carta. S, per sto bene. Forza, filiamo via da qui prima che tornino alla carica. Detto questo, mise in moto e ripart sbandando leggermente. Sfrecciammo sulla strada impolverata fino a raggiungere un incrocio. La perpendicolare era asfaltata. Alex svolt a destra e la Mustang guadagn velocit mentre il vento ci scompigliava tutti. Si pass una mano tra i capelli per togliersi dei pezzi di vetro. Ok, dobbiamo sbarazzarci di questa macchina e prenderne unaltra, e dobbiamo farlo ora, prima che ci trovino e ci riprovino. Cio, ne dobbiamo rubare una dissi. Non abbiamo scelta replic lui scalando la marcia. Mi rendo conto che non sia una cosa bella da fare ma No, no, va bene intervenni, con voce isterica. Se vuoi, ti do una mano. Alex mi lanci unocchiata scioccata. Oh cavolo. Non dirmi che sai far partire un auto senza le chiavi. In teoria dissi stringendomi le braccia al petto. Non devessere difficile Annu brusco. Allora dobbiamo solo trovarne una. Seduta sui pezzi di vetro, tremavo di paura a ogni macchina che ci passava accanto. Per fortuna ne passarono solo due e non diedero segno di voler rallentare. Dopo qualche chilometro, avvistammo un cartello con su scritto PALO DURO PARK ROAD. Palo Duro mormor Alex. Aspetta un attimo, questo nome mi suona familiare. Imbocc quella strada. Cos? domandai. Un canyon rispose. Un canyon enorme. Cully me ne ha parlato, ci andava in campeggio. Ci vengono un sacco di escursionisti, magari troviamo qualcosa. Percorremmo una

strada asfaltata piena di tornanti per circa un chilometro e mezzo. Incontrammo solo sconfinati prati di erba secca. Poi di colpo il nulla. Oh! esclamai raddrizzandomi sul sedile quando davanti ai nostri occhi apparve il canyon. Proprio come in una foto del Grand Canyon che avevo visto, anche questo era apparso allimprovviso, la terra si era spalancata davanti a noi mostrandoci una grandiosa, profonda distesa rossastra immersa nel silenzio pi assoluto. Sul volto di Alex era apparsa unespressione dura, come se un pensiero lo tormentasse. Non feci in tempo a chiedermi di cosa si trattasse, perch imboccammo unampia curva facendo precipitare una nube di polvere e frammenti di roccia gi per la scarpata che si apriva come uno squarcio su un lato della strada. Quella dissi tutta un tratto indicandogli una macchina. Quella pu andare, abbastanza vecchia. Parcheggiata sul ciglio della strada cera una Chevrolet grigia, grossa come una barca. I proprietari dovevano aver preso il sentiero sottostante. Alex si ferm dietro lauto e spense il motore. Ok, sta attenta. Io controllo se arrivano altre macchine. Annuii e scesi dalla Mustang scrollandomi i vetri di dosso. Avvicinandomi alla Chevrolet notai che i finestrini erano leggermente abbassati per lasciar passare laria. Abbiamo una gruccia o qualcosa di simile? chiesi mentre sbirciavo dal finestrino del guidatore facendomi ombra con le mani. Nel retro scorsi una borsa frigo bianca e blu. Nel frattempo Alex aveva trovato del fil di ferro nel bagagliaio e me lo stava portando. Ne incurvai unestremit a mo di uncino e riuscii a sollevare il perno di quellantiquato sistema di sicurezza quasi al primo tentativo. Scivolai dietro al volante temendo che qualcuno potesse arrivare da un momento allaltro. Ok, devo solo vedere se Diedi unocchiata sotto il piantone dello sterzo e aprii uno sportellino di plastica. Ah, siamo fortunati. Ecco i fili che ci

servono. Hai un coltello? Devo togliere un po di isolante. Alex sinfil una mano in tasca e mi pass un coltellino sul cui manico cera scritto YELLOWSTONE NATIONAL PARK. Tirai fuori la lama e un attimo dopo avevo gi tolto qualche millimetro di isolante dai due fili. Ne attorcigliai insieme le estremit. Alex era in piedi fuori, con finta aria di disinvoltura, a tenere docchio la strada, come se ci fossimo fermati solo per ammirare il paesaggio. Mi lanci unocchiata e scosse la testa. Hai mai preso in considerazione una carriera da criminale? Molto divertente dissi. Ok, adesso mi serve il cavo daccensione Trovai un filo ricoperto di isolante marrone e lo scoprii a sua volta. Poi lo strofinai contro gli altri due e per un istante udii il motore prendere vita. Ecco, fatta. Uscii dalla macchina e mi pulii le mani sui jeans. Non devi fare altro che prendere questo filo e metterlo in contatto con quei due, poi dai gas, altrimenti singolfa. Lui rimase l a fissarmi, immobile. Sei davvero fantastica, lo sai? Il suono di quella sua voce calda mi fece arrossire. Ah che giovent bruciata. Ci voltammo a guardare la Mustang. Da lontano sembrava messa ancora peggio, ricordava una di quelle macchine pronte per essere demolite dagli avventori di un parco giochi. Forza, buttiamola gi dalla scarpata disse Alex. Ma sei pazzo! esclamai allarmata. Alex, rifletti. I proprietari di questa macchina sono laggi da qualche parte. Potremmo ammazzarli. No, ascolta disse Alex e indic in basso, a un centinaio di metri da noi, dove una fitta linea dalberi e del sottobosco spuntavano dal terreno arido. Vedi quegli alberi? Basteranno a fermarla e nessuno si far male. In questo modo potremmo guadagnare un po di tempo. Nessuno sapr che siamo stati qui, finch non la troveranno.

Serrai le labbra, con lo sguardo fisso su quegli alberi. Ok, va bene dissi alla fine. Recuperammo le nostre cose dalla Mustang. Alex mise in folle e iniziammo a spingere. Dopo pochi istanti lauto stava precipitando gi per la ripida scarpata con una grazia quasi inquietante, guadagnando sempre pi velocit mano a mano che le rocce frantumavano le ruote. Poi and a schiantarsi contro la fila di alberi e la sua corsa termin bruscamente, facendo molto meno rumore di quanto mi sarei aspettata. Mentre osservavamo la macchina conficcata fra i tronchi, come una bizzarra opera darte, il silenzio torn ad avvolgerci. Per un po rimasi a fissarla: la vista di una cos bella macchina distrutta in quel modo mi faceva stare male. E adesso esploder, come nei film. Speriamo di no disse Alex, scaraventando la borsa sui sedili posteriori della Chevrolet. Su, andiamocene da qui. Strofin i fili che gli avevo indicato e la macchina si mise in moto. Bene disse dando gas, poi fece manovra e ripart in direzione Ovest. Trovai una cartina nella tasca laterale della portiera e laprii per farmi unidea di dove ci trovassimo. Perfetto, possiamo proseguire su strade secondarie disse Alex, dandole unocchiata. Presto saremo in Nuovo Messico e, una volta arrivati, sapr orientarmi meglio. Annuii. Poi ricordai di aver visto una borsa frigo e mi voltai. Lentamente sollevai il coperchio: dentro cerano delle lattine di Coca-Cola, panini e qualche birra. Feci una smorfia. Per quanto fosse stupido, mi sentivo in colpa a rubare il pranzo di quelle persone quasi quanto la loro macchina. A causa nostra avrebbero passato una giornata tremenda. Non avevamo scelta, Wllow disse Alex voltandosi a guardarmi. So bene che questo non giustifica niente ma era davvero questione di vita o di morte. S, lo so. Indugiai ancora un po, poi decisi che sarebbe stato sciocco sprecare tutto quel cibo. Tirai fuori dal ghiaccio

un paio di Coca-Cola e richiusi il coperchio. Ecco, ne vuoi una, dato che il tuo caff finito laggi insieme alla Mustang? Sorrise. Grazie. Le nostre dita si sfiorarono. Aveva la mano calda e per una frazione di secondo immaginai di abbandonare la testa sulla sua spalla mentre lui mi cingeva con un braccio. Sarebbe stato cos bello. Proprio bello. Cercai subito di sopprimere quel pensiero ma mi ritrovai a fissare il sangue secco sulla cicatrice della sua guancia, dove il pezzo di vetro laveva colpito. Vita o morte. Credevo di essere calma, ma non lo ero. Iniziai a tremare. Mi passai una mano fra i capelli e sentii che cera ancora del vetro impigliato. Cercando di non agitarmi troppo, misi la lattina fra le gambe e iniziai a estrarre una a una le piccole schegge che brillavano al sole. Proprio come ali dangelo.

Anche se illuminato solo dal bagliore della luna, il terreno era visibilmente arido e polveroso, come se non piovesse da secoli. Avevamo attraversato il confine con il Nuovo Messico qualche ora prima, passando per strade secondarie, ma una volta raggiunto il Texas quelle stradine si erano tramutate in polvere. La Chevrolet procedeva sbuffando a una cinquantina di chilometri orari mentre le ruote sollevavano al loro passaggio una costante scia di ghiaino e terriccio sul terreno dissestato. Ogni tanto un sassolino colpiva il parabrezza scheggiandolo. Alex era tutto impegnato a evitare buche e avvallamenti. Si era fatto troppo buio per continuare a guidare, cos decidemmo di fermarci per la notte. Non si vedeva anima viva da ore. Alex si rilass sul sedile e si bevve una birra che avevano trovato nel minifrigo. L accanto, Willow si era portata le gambe al petto e osservava il deserto fuori dal finestrino. Ad Alex aveva sempre fatto venire in mente loceano, in un certo

senso: una distesa senza fine in cui regnava il silenzio pi completo. Una distesa di ghiaccio, ora che il sole era tramontato. Lui indossava il giubbotto di pelle e Willow quello di jeans. Termin la birra e, schiacciata la lattina fra le mani, abbass lo sguardo per osservare lalluminio accart occiato. Da quando si erano fermati, non aveva fatto altro che pensare al momento in cui aveva visto il fucile puntato verso Willow allistante in cui aveva creduto che per lei fosse la fine. Gli si era fermato il cuore. Si rigir la lattina fra le mani facendola brillare alla luce della luna. In quel momento non gli era importato nulla del fatto che lei fosse unarma contro gli angeli, n di nientaltro, voleva solo salvarla. Il pensiero che potessero farle del male gli era esploso dentro con la violenza di una bomba. Deglut a fatica. Quand che aveva smesso di pensare al fatto che Willow fosse met angelo? Non lo sapeva. Forse quando lei aveva predetto il futuro della cameriera alla tavola calda, o dopo aver trascorso un po di tempo insieme nel motel, o forse in un momento non meglio identificato mentre guidavano. Fatto sta che negli ultimi giorni il peso che allinizio aveva dato a quel particolare era svanito. Ora non riusciva pi a paragonare Willow a quei parassiti che avevano invaso il pianeta. Il suo angelo era solo il riflesso di ci che era e lei era meravigliosa. Per quanto gli desse la nausea pensare a come fosse stata messa al mondo, era felice che fosse accaduto. Non gli importava quale fosse la sua natura, gli importava solo che esistesse. A dire la verit, non riusciva pi nemmeno a concepire lidea di stare senza di lei. Quel pensiero lo sconvolse. Aveva le mani gelate. Ma che diavolo gli prendeva? Sentirsi attratto da lei era una cosa, ma questo Alex si perse fra i suoi stessi pensieri. Non si trattava solo del suo aspetto, era Willow stessa, gli piaceva tutto di lei.

Non provava sentimenti cos profondi da quando era morto Jake. E non avrebbe mai pi voluto provarne. Non ne valeva la pena: affezionarsi a qualcuno voleva dire soffrire, inevitabilmente. Per la seconda volta quel giorno, gli pass davanti agli occhi limmagine del fratello morto e sirrigid. Tutto bene? chiese Willow. Lui alz lo sguardo e vide che lo stava fissando. I suoi capelli sembravano dargento sotto la luna. Erano scesi dalla macchina. S rispose Alex. Sono solo stanco. Lei fece per aggiungere qualcosa, ma sembr non trovare le parole. Quanto pensi che ci vorr per raggiungere laccampamento? domand. Strofinando la scarpa contro il suolo sabbioso, Alex rispose: Quattro o cinque ore circa. Saremo l intorno a mezzogiorno, salvo imprevisti. Silenzio. In lontananza si ud un lungo ululato rauco e Willow sussult. Cos stato? Un coyote. Lei lo fiss con gli occhi sbarrati pieni di meraviglia. No, davvero? Alex non pot fare a meno di sorridere. Giuro. Non esistono solo nei film, sai? Willow scosse la testa. Che buffo. Io sono cresciuta con il canto dei pettirossi e delle ghiandaie, e tu con gli ululati dei coyote. Poi la vide portarsi una mano alla testa con una smorfia, estrarre una scheggia di vetro dai capelli e gettarla sulla sabbia. Be pensavo di averle tolte tutte, ma pare che ce ne siano uninfinit. E scrollando le spalle, torn a passarsi le mani fra i capelli. Alex non riusc a trattenersi dal dire: Vuoi una mano? Willow si volt di scatto, sorpresa. Lui la guard, sforzandosi di ignorare il fatto che il cuore minacciava di uscirgli dal petto da un momento allaltro. Ne hai altre dietro la testa. Brillano sotto la luna.

Ok disse Willow dopo un attimo di esitazione. Cos Alex si alz e and a sedersi accanto a lei che gli diede le spalle. Respirava a fatica mentre delicatamente le passava le dita fra i capelli e la liberava di volta in volta dei frammenti che trovava. I suoi capelli erano soffici, incorniciati dal deserto, vasto e silenzioso, e lui continu ad accarezzarli, senza dire una parola. Si udiva solo il leggero tintinnio dei frammenti di vetro che cadevano al suolo e il loro respiro. Willow sedeva tranquilla, quasi immobile. Infine Alex le pass una mano su tutta la lunghezza dei capelli, per unultima volta, e deglut. Mmm fatto. Grazie. La voce di Willow era un sussurro. Alex dovette fare appello a tutte le sue forze per non circondarla con le braccia e stringerla a s. Non farlo, si disse. Se ti affezionerai ancora a qualcuno, finirai per rimpiangerlo. Si alz in piedi bruscamente. Willow fece altrettanto, stringendosi le braccia intorno al petto senza guardarlo. Be immagino che a questo punto dovremmo cercare di dormire un po disse. Gi rispose lui. Aveva la sensazione di essere in piedi sullorlo di un precipizio. Fece un passo indietro. Vado giusto a disse facendo un gesto verso il deserto. S, anchio disse subito Willow con un sorrisetto imbarazzato. And dietro la macchina e Alex si avvi nella direzione opposta, una dozzina di passi pi in l. Era con il naso allins a osservare le stelle con le mani infilate nelle tasche posteriori, quando la sent tornare. Si volt e vide il suo volto immerso nella luce pallida della luna. Le sorrise. Ok, direi che potremmo tornare in macchina. Qui di notte fa abbastanza freddo. Willow concord e pochi istanti dopo erano distesi nella Chevrolet, ognuno sul proprio sedile reclinato. Willow si copr con il suo giubbotto di jeans.

Ti terr caldo a sufficienza? domand Alex. Credo di s rispose lei. Tieni. Si sfil la giacca di pelle e gliela mise sopra. Fu un gesto molto pi intimo di quanto avrebbe voluto, con lei che lo guardava. Cerc di non pensarci e si rilass contro lo schienale. Adesso per tu avrai freddo disse Willow posando una mano sulla manica della sua giacca. Star bene. Allora tu prendi questo. Si sporse verso di lui per dargli il suo giubbotto di jeans, ma si ferm. Forse un po troppo piccolo per Va benissimo. Grazie. E cos dicendo, Alex lo prese indugiando sulla morbidezza del tessuto. Mentre se lo adagiava sul petto, percep un alito del profumo di Willow. Lei si avvolse nella giacca di pelle e chiuse gli occhi. Allora buonanotte disse. Buonanotte le fece eco Alex. Ma riusc a prendere sonno solo molto tempo dopo.

CAPITOLO 12
Da quando gli avevano affidato il compito di organizzare la celebrazione, Jonah era stato cos impegnato che non aveva pi avuto nemmeno il tempo di pensare. Aveva formato un team di assistenti, chiedendo loro di fare una stima dello spazio a disposizione e della quantit di fiori necessaria per allestire la cerimonia. Furono chiamati pi di cinquanta fiorai di Denver per soddisfare un ingente ordine di lunghe ghirlande di calle e viole con cui avvolgere i pilastri della cattedrale, per non parlare dei giganteschi espositori che dovevano essere piazzati su entrambi i lati del portone da cui sarebbero entrati gli angeli. Aveva allertato il direttore musicale, che si era mostrato entusiasta di partecipare al grande evento. Insieme, stilarono una lista di cori che fossero davvero allaltezza delloccasione. Furono ordinate nuove tuniche argentate per i soprani, cosa che impegn almeno una dozzina di sarte di Denver. Era prevista una processione di adepte provenienti dalle chiese di tutto il paese, era un incubo anche solo coordinarne i dettagli. Vennero richiesti migliaia di volantini, stampati biglietti per un posto allinterno della cattedrale, e fu allestito uno spazio per la folla in esubero. Era stato deciso di non coinvolgere direttamente i media, fatta eccezione per quelli controllati dalla Chiesa stessa, ma la notizia si era gi diffusa a macchia dolio e Jonah riceveva ogni giorno centinaia di mail da persone che lo supplicavano di concedere loro il privilegio di un biglietto. Presto si vide costretto ad assumere altri fedeli, incaricati esclusivamente della vendita dei biglietti, altrimenti non avrebbe pi avuto il tempo di pensare ad altro. E di cose da fare ce nerano tante: lilluminazione, i programmi, il rinfresco. Voleva essere sicuro

di non lasciarsi sfuggire il minimo dettaglio, affinch la celebrazione fosse, a buon diritto, levento pi spettacolare della storia di quella giovane cattedrale. Ma, in mezzo a tutto quel trambusto aveva iniziato a notare delle cose. Cose piccole, da principio, come per esempio il fatto che Raziel sparisse spesso dal suo ufficio e al ritorno avesse unespressione estremamente compiaciuta. Oppure i fedeli: ogni tanto se ne vedeva uno sorridere con lo sguardo rivolto allins, verso non si sa che cosa. Jonah sapeva che in quei momenti stavano comunicando con angeli e, prima che il dubbio iniziasse a insinuarglisi dentro, non si era mai sognato di metterlo in discussione. Ma capitava sempre pi di frequente e dopo i fedeli sembravano molto spossati. Una volta era passato accanto a una donna che guardava verso lalto con unespressione inebetita, e le aveva rivolto la parola, senza per ricevere risposta. Era rimasto un po a osservare quello sguardo perso nel vuoto, e poi si era allontanato con una strana sensazione. Quando si era voltato a osservarla, laveva vista appoggiarsi alla parete, pallida come un lenzuolo. Gli erano venuti i brividi. Cos era tornato indietro, con passi decisi e leggeri sul tappeto spesso. Tutto bene? le aveva chiesto. La donna allora aveva sollevato le palpebre. Era il ritratto della gioia. Oh s! Un angelo appena stato da me. Sia lode agli angeli! Sia lode agli angeli le aveva fatto eco Jonah, con poca convinzione. Tuttavia, quando la donna aveva ripreso a camminare lungo il corridoio zoppicava, e Jonah la vide sorreggersi alla parete. Sembrava cos esausta. Cos debole. Quella, a dire il vero, era una caratteristica che aveva riscontrato nella maggior parte dei fedeli. Perch non laveva mai notato prima? Non riusciva a

capacitarsene, era come se di colpo vedesse la cattedrale con occhi nuovi. Gli edifici circostanti ospitavano migliaia di devoti, erano loro a soddisfare qualsiasi esigenza della Madre Chiesa, dalle pulizie, alla cucina, allamministrazione. Avevano a disposizione una palestra, un cinema, un parrucchiere ma chiss come mai alla porta del dottore cera sempre una gran fila. Scorrendo alcune cartelle cliniche sullo schermo del suo computer, Jonah si sent gelare. Non cera un singolo residente in buono stato di salute. Era senzaltro una coincidenza. Magari non proprio una coincidenza, quanto piuttosto una normale catena causa-effetto: era naturale che chi aveva problemi di salute si rivolgesse agli angeli, no? E i devoti ne avevano tanti di problemi: ecco perch avevano bisogno di quelle creature celesti. Questa teoria sembr soddisfarlo, ma il sollievo dur poco: scavando pi a fondo nei registri, not che la maggior parte dei fedeli stava bene quando era arrivata. Si ammalavano dopo aver trascorso un po di tempo presso la cattedrale. Entr nel sito della Chiesa degli Angeli e osserv la fotografia del semiangelo, Willow, con i suoi lunghi capelli biondi e il viso da elfo. E per la prima volta si chiese che tipo di minaccia potesse mai rappresentare per gli angeli una ragazzina dallaria cos indifesa. Era pomeriggio inoltrato. Raziel si era ritirato nelle sue stanze e Jonah era solo nel suo ufficio. Inizi a fis sare il telefono. Gli sarebbe bastato fare una chiamata per spazzare via ogni dubbio. Improvvisamente desider tornare a essere libero di fare quello che voleva. Sfogliando la sua agenda, trov il numero che cercava e lo digit. A quellora a New York gli uffici erano chiusi, ma era certo che qualcuno avrebbe comunque risposto dalla propria residenza. S, Chiesa degli Angeli di Schenectady disse una voce maschile.

Jonah si raddrizz sulla sedia. S, salve sono Jonah Fisk, chiamo dalla sede centrale di Denver. Potrei parlare con Beth Hartley? Beth? Credo stia ancora finendo il turno delle pulizie. Potrebbe andarla a chiamare, per favore? una questione importante. Jonah attese in preda allansia. Il suo ufficio era sempre molto silenzioso. Cera un quadretto appeso alla parete davanti a lui che ritraeva un angelo illuminato da un debole bagliore. Osserv il contorno morbido delle sue ali e il volto gentile, amorevole. Per un attimo gli sembr che quellangelo deridesse i suoi sospetti, esasperando il suo senso di colpa. Pronto? disse finalmente una voce di ragazza. Jonah le spieg chi era. Chiedo scusa per il disturbo disse ma avrei bisogno di farle qualche domanda a proposito di Willow Fields. Beth sembr insospettirsi. Che tipo di domande? Jonah si schiar la voce. Be cos successo veramente? Beth rimase in silenzio. Detestandosi per questo, Jonah aggiunse: La prego, ho bisogno che mi risponda. Gli angeli vogliono saperlo. Era sua amica, prima che tutto questo accadesse?. No! sbott Beth, sconvolta. Poi la sent deglutire. Cio, frequentavamo la stessa scuola ma era pi piccola di me. sempre stata un po strana, ma mi sembrava gentile. Si diceva che fosse sensitiva, cos sono andata da lei per farmi leggere la mano. Jonah non mosse un muscolo mentre Beth gli descriveva il loro incontro e terminava dicendo: Ha visto il mio angelo, sapeva esattamente cosera successo. Poi ha iniziato a dirmi un sacco di cose orribili. Davvero orribili. La tensione correva come un sottile filo di ferro nella voce della ragazza. Che genere di cose? domand Jonah. Afferr una matita e inizi a rigirarsela fra le dita e a picchiettarla su un blocco per

gli appunti. Non ho molta voglia di parlarne disse Beth. Ma se sono gli angeli a volerlo sapere Fece un respiro profondo. Mi mi ha detto che in realt il mio angelo non era buono. Che mi stava facendo del male e che avrei fatto meglio a stargli alla larga. Ha insistito molto su questa cosa. Mi ha detto che se fossi entrata a far parte della Chiesa degli Angeli, mi sarei ammalata gravemente. Jonah era in balia di un vortice di pensieri. Ho capito. Ma di fatto non stato cos, giusto? No, certo che no! esclam Beth. Be a esser sinceri, mi sento sempre stanca e mi fanno male i muscoli, ma credo che si tratti solo di uninfluenza. Sto bene. Non potrei essere pi felice. Sa se lhanno trovata? No, non ancora rispose Jonah. Oh disse Beth. Ci speravo Sospir. Non posso pensare che sia ancora l fuori e che possa far del male agli angeli. La prenderemo presto disse Jonah assente. Grazie del suo aiuto, Beth. Che gli angeli la proteggano. Riagganci e rimase seduto alla sua scrivania a lungo, a osservare il volto sorridente di Willow nella foto e a cercare di fare i conti con quello che aveva appena scoperto. Stando a quanto diceva Willow, Paschar era una minaccia: lei aveva tentato di far desistere Beth dallentrare a far parte della Chiesa perch sapeva esattamente quello che lui avrebbe potuto farle. Lontana dallessere la creatura malefica d i cui tutti parlavano, Willow era solo preoccupata per lamica e tentava di aiutarla. E ora gli angeli la volevano morta. Jonah fiss lo schermo, odiando quei dubbi che andavano cristallizzandosi nella sua mente. Gli angeli lo avevano salvato. Lavevano salvato, non cera alcun dubbio al riguardo. Ma si chiese se per caso lui non fosse uneccezione. A chi poteva mai rivolgersi per sapere la verit? Chi avrebbe

potuto fornirgli delle risposte? Poi gli venne in mente una cosa e rimase di sasso. Lentamente mosse il mouse, clicc qua e l e apr una mail che aveva ricevuto. Dal giorno in cui lassassino era scomparso, a Jonah era stato ordinato di non occuparsi pi della questione degli angeli traditori ma quando Raziel riceveva le informazioni via mail, lui era spesso in copia. E ora che si trovava l, con davanti quel testo di appena tre righe che conteneva i dettagli del contatto, il cuore inizi a battergli forte. La semplice idea di parlare con uno di loro lo ripugnava. Ma se fosse servito ad avere qualche informazione in pi non aveva scelta. Non posso, pens Jonah disperato. Mi sto sbagliando. Devo aver fede in loro, cosaltro mi resta? Ma poi ripens a quello che aveva sentito dire a Raziel fra le risate. Alla donna che si appoggiava alla parete col volto esangue. E alla ragazzina che gli sorrideva dallo schermo, al suo tentativo di avvertire lamica che langelo le stava facendo del male. Un fischio acuto gli stava squarciando i timpani. Incapace di credere a quello che stava per fare, Jonah afferr carta e matita. Con le mani che gli tremavano e lo sguardo rivolto allo schermo, scrisse sul blocco un numero di telefono.

Dopo una trentina di chilometri in pieno deserto si giungeva allaccampamento nel Sud dello stato in una zona arida, ingrata, circondata allorizzonte da montagne spoglie e piatte. Non cerano segnali n strade da seguire, ma Alex conosceva quei luoghi tanto quanto il riflesso del suo volto allo specchio anche se non avrebbe mai immaginato di percorrerli su una lunga Chevrolet degli anni ottanta, epoca in cui la gente impazziva ancora per la disco music e Space Invaders. Si mantenne a una velocit moderata per via del terreno

dissestato, tenendo sempre docchio la temperatura dellacqua che continuava ad aumentare e sperando che il radiatore non si surriscaldasse. Fuori dovevano esserci quasi quaranta gradi. E, tanto per rendere le cose pi semplici, laria condizionata era fuori uso. Anche con i finestrini abbassati, si soffocava. Per fortuna la tensione che aveva provato tirando via i pezzetti di vetro dai capelli di Willow sembrava essere svanita nel corso della notte, e quella mattina durante il tragitto chiacchierarono tranquillamente, senza imbarazzo. Le esili braccia di lei erano velate da un sottile strato di sudore mentre sedeva coi piedi scalzi appoggiati sul cruscotto. Quanto vorrei un paio di pantaloncini disse, sventolandosi con la mano. Ne cercheremo un paio al campo disse Alex. Ci sar pure qualcosa della tua taglia. Sembrava pensierosa. Ci sono delle ragazze fra gli Angel Killer? Alex annu. Certo, e sono anche molto brave. Sono molto pi abili dei maschi ad aprire i chakra. E detto questo, si zitt mentre percorrevano il letto di un fiume ormai prosciugato, facendo attenzione al suolo roccioso. Una lucertola si godeva il sole su un masso l vicino, osservandoli con sguardo sprezzante come se pensasse: Credete davvero che quel rottame vi condurr a destinazione? Be, buona fortuna, poveri illusi. Presto non sarete altro che cibo per gli avvoltoi. Bastava che si rompesse un assale della macchina. In quel caso nemmeno Willow avrebbe potuto farci niente. La Chevrolet si trascinava a fatica lungo la sponda di quello che una volta era il fiume, e a ogni sobbalzo Alex faceva una smorfia di dolore chiedendosi se fossero destinati a proseguire a piedi. Poi, con un gemito improvviso, la macchina superava lostacolo e Alex sospirava, sollevato. Willow si scost i capelli dal collo, li attorcigli fra le mani e li fiss in uno chignon. Poi si schiar la voce e disse: Sai mmm la cosa mi rende un po nervosa.

Che cosa? Andare allaccampamento? Lei annu tamburellando con le dita sul finestrino semiaperto. Sar pieno di Angel Killer e io sono quello che sono. Mi odieranno, vero? Il tono della sua voce era teso. In effetti, Alex non ci aveva mai pensato fino a quel momento. Ci riflett su mentre cercava di evitare una serie di solchi nel terreno. Be, alcuni potrebbero fare un po fatica ad accettarlo, allinizio disse. Come era accaduto a lui, in fin dei conti. Non glielo disse, ma sapeva bene che entrambi stavano pensando la stessa cosa. Per, Willow, tu non sei dalla parte degli angeli loro ti vogliono morta, credono che tu sia in grado di distruggerli. Questa sar lunica cosa che conter alla fine. Lei mosse il mento impercettibilmente. Speriamo. Il desiderio di toccarla lo travolse. Questa volta Alex non oppose resistenza e le mise delicatamente la mano sul braccio. Ehi, non preoccuparti. Andr tutto bene. Il volto di Willow si rilass leggermente. Poi si gir e gli sorrise. Grazie. Proseguirono in silenzio per un po, ascoltando la Chevrolet sbuffare e lamentarsi mentre attraversava il deserto. Il suolo arso era costellato di yucca spinose, e qua e l sintravedevano lucertole che correvano a nascondersi al loro passaggio. Poi, nel tremolio di un orizzonte bollente, Alex vide apparire la rete metallica dellaccampamento. Indovina un po, siamo arrivati disse. Willow si raddrizz sul sedile. quello? S. Guardando tutto questo con gli occhi di lei, Alex lo vide per la prima volta come un semplice gruppo di edifici bianchi e bassi che si ergeva in mezzo al nulla, circondato da una rete con in cima un pericoloso filo spinato arrotolato su se stesso. Niente alberi, niente decorazioni. Era semplice e funzionale. Di certo non dava nellocchio. Era lunica casa che avesse mai avuto.

Willow si mise le scarpe, senza smettere di fissare laccampamento. identico al luogo che ho visto. Deglut voltandosi verso di lui. Per caso sai quante persone ci saranno? Lui scosse la testa. Non ne ho idea. Quando ci vivevo ce nerano in tutto trentasette. Solo? Alex scroll le spalle. Una pi una meno disse. Dipendeva da quanti erano rimasti uccisi durante la settimana, e da Martin, suo padre, che doveva reclutarne di nuovi. Molti poi erano impazziti gente che non riusciva a reggere la pressione e cominciava a dar di matto, o psicopatici che si mettevano a sparare a qualsiasi cosa incontrassero. Il gruppo su cui si poteva sempre contare era composto solamente da dodici persone. Avvicinandosi ai cancelli, Alex rallent e sciolse i fili sotto il volante. Obbediente, il motore si spense. Usc nel sole cocente e, facendosi schermo con la mano, studi laccampamento. Un brivido gli percorse la schiena. Era tutto troppo tranquillo, non cera nessun altro veicolo in vista. Sul cancello davanti a loro, il cartello con su scritto PROPRIET PRIVATA. PERICOLO, MANTENERSI A DEBITA DISTANZA era rimasto appeso a una sola vite e penzolava di sbieco. Dallaltro lato dellauto era uscita anche Willow, e fissava gli edifici al di l della rete metallica. Poi gli rivolse unocchiata veloce, senza dire una parola. Alex avvert una brutta sensazione. Dirigendosi verso il cancello, si accorse che il lucchetto che di solito usavano per chiuderlo era sparito. Al suo posto cera un semplice chiavistello. Lo sollev e con una leggera spinta il cancello si apr. Allinterno, ledificio adibito a magazzino aveva la porta di metallo spalancata ed era palesemente vuoto. Anche gli altri edifici sembravano in stato di abbandono. Assomigliava tanto a

una citt fantasma. Willow si port al suo fianco stringendosi le braccia al petto. Mmm che significa? Che sono un idiota disse Alex e cos dicendo, colp la rete con un pugno facendola tremare e cigolare. Dannazione. Dopo aver preso il controllo delloperazione, la CIA deve aver spostato la sede. Il campo daddestramento potrebbe essere dovunque. Willow si morse un labbro. Oh. Poi torn a guardare gli edifici. Credi che Cully sia nel nuovo accampamento? Non lo so. Mi ero immaginato che stesse addestrando altri Angel Killer ma rispose Alex sollevando il segnale di PROPRIET PRIVATA e lasciandolo l a dondolare sullunica vite. Ma non so nemmeno come fare a contattarlo. Nessuno di noi ha i numeri dei cellulari degli altri, dovevamo lavorare sempre da soli. Willow sembrava assorta nei suoi pensieri. E se non stesse addestrando nessuno? insinu alla fine. Dove pensi che si troverebbe? Prova a rifletterci, cos magari riusciamo a rintracciarlo. Il tono pacato con cui parl serv a calmare Alex e a farlo ragionare lucidamente. S, forse potremmo provare ad Albuquerque. Ci sono dei suoi vecchi amici. Se non con gli Angel Killer, deve per forza essere l. E Albuquerque sia disse Willow. Gli sorrise e qualche istante dopo Alex fece lo stesso. Prov sollievo al pensiero che lei non si fosse arrabbiata si sentiva gi abbastanza in colpa da solo. Si diresse di nuovo verso la macchina, tremando al pensiero di rifare il percorso a ritroso su quellammasso di ferraglia. E se dessimo unocchiata in giro prima di ripartire? Alex la guard sorpreso. Lei era ancora in piedi accanto alla rete e il riflesso del sole sul metallo le proiettava minuscoli diamanti di luce sul viso.

Per fare cosa? le chiese. Lei esit un momento, poi si volt verso di lui e gli sorrise di nuovo. Mi mi piacerebbe vedere dove sei cresciuto.

Questa era la mensa disse Alex. Si trovavano in un edificio allungato, dai soffitti bassi, con un bancone su un lato. I tavolini pieghevoli di metallo e le sedie erano ancora l, ma queste ultime erano sparse qua e l, come se tutti fossero scattati in piedi allimprovviso per correre nel salone ricreativo a giocare a poker, o fossero usciti a far pratica con il tiro a segno. Alex s infil le mani nelle tasche posteriori dei jeans e si guard intorno. Era come assistere a due scene diverse, ma sovrapposte: Cully e altri Angel Killer se la ridevano seduti a un tavolo. Che schifo, cos questa sbobba? Cully lo chiedeva praticamente a ogni pasto. Portatemi quella feccia umana del cuoco, che lammazzo! Alex sorrise lievemente al ricordo. Non cerano cuochi al campo, tiravano avanti a cibo in scatola e pasti preconfezionati. Willow vagava per la stanza. Passando fra i tavoli, sfiorava con le dita gli schienali delle sedie. Com stato, crescere in un luogo simile? Mah, per me questa era la normalit. Si avvicin al bancone, prese una tazza da caff e la capovolse. Non avevamo la tv perch consumava troppa elettricit, perci non mi rendevo conto di quanto fosse strano tutto questo. Cio, immaginavo che il resto del mondo non vivesse cos ma Sollev le spalle e rimise la tazza dovera. Quanti anni avevi quando sei arrivato? Cinque rispose. Comeri piccolo mormor lei. Dove sei nato? Chicago. Ma non me la ricordo per niente. Il pavimento era ricoperto da un leggero strato di sabbia. Scricchiolava sotto le scarpe da ginnastica di Willow. Cosa ti

hanno insegnato qui, dato che non andavi a scuola? Alex scoppi a ridere. Ma ce lavevamo la scuola ci insegnavano il tiro al bersaglio, a riconoscere gli angeli, a prenderci cura delle nostre armi, a riconoscere le aure, a innalzare la nostra coscienza al livello dei chakra Poi la guard con un sopracciglio sollevato. Probabilmente avevo molte pi cose da fare di te. Willow scosse la testa, con sguardo sconcertato. Probabile. Quando avevo cinque anni, ero ancora l che imparavo a colorare dentro le linee. E cos dicendo, si appoggi al bancone continuando a studiare la stanza vuota. Alex not che il suo chignon si era in parte disfatto e ora i capelli le scendevano morbidi sul collo. Anche se non avrebbe voluto, ripens alla notte prima, a quanto gli erano sembrati soffici fra le dita, lisci come seta. E cos tuo padre il fondatore? chiese Willow sollevando lo sguardo su di lui. Grato di essere stato distratto da quei pensieri, Alex si allontan dal bancone. S. Andiamo, ti faccio fare un giro nel dormitorio. Quando uscirono il sole picchiava forte sugli edifici bianchi. Mio padre lavorava per la CIA disse mentre camminavano fra le ondate di aria calda. Decise di specializzarsi in qualcosa di un po insolito prima di entrare nella CIA, aveva trascorso qualche anno in Asia, dove aveva imparato a riconoscere i campi energetici umani e a controllarli. I contorni sfocati delle loro ombre li precedevano sullasfalto. Ascoltandolo parlare mentre camminava al suo fianco, Willow si volt a guardarlo. Viaggiava molto quando ero piccolo fece Alex. Poi, quando compii cinque anni, ebbe un altro incarico e a quel punto lo vidi restare a casa pi spesso. Fu allora che si rese conto della presenza degli angeli sul nostro pianeta. Erano arrivati al dormitorio. La porta era socchiusa. Alex la

spalanc con il dorso della mano ed entr. Era leggermente pi fresco l, se non altro il sole proiettava delle ombre sulle pareti. Le cuccette di metallo erano ancora al loro posto, ma i materassi e le lenzuola non c erano pi. Io dormivo qui disse dirigendosi verso la seconda cuccetta a destra. Mio fratello Jake dormiva sopra, cos io mi beccai il letto sotto. Tuo fratello? disse Willow dopo un attimo di silenzio. Alex annu richiamando alla mente le migliaia di volte in cui avevano discusso per quel motivo Jake, mi hai messo un piede in faccia, idiota che non sei altro Eddai che ti piacciono i miei piedi puzzolenti, non fare il timido. Tieni, da unaltra annusatina. Gi disse. Era pi grande di me di due anni. Willow gli and accanto e gli pos una mano sul braccio. Alex mi dispiace tanto. Lei lo sapeva? Per la sorpresa Alex sent i muscoli tendersi allimprovviso. Fissando la cuccetta, rivide davanti agli occhi quello che era accaduto nel canyon a Los Angeles: un susseguirsi di flash, come tante carte da gioco che saltavano fuori da un mazzo, alla rinfusa. Poi disse: Sai anche com successo?. Willow scosse la testa. No. Non sono riuscita a vederlo quando ti ho letto la mano, in realt lho solo immaginato. Avrei voluto dirti prima che mi dispiaceva, ma be non mi stavi molto simpatico, allinizio disse rivolgendogli un sorrisetto. Alex si sent un po sollevato. Grazie al cielo, sarebbe stata una tortura sapere che lo compativa. Ti capisco disse dopo una pausa. Non mi stavo simpatico nemmeno io. Abbass la testa e si sforz di sorriderle. I loro sguardi sincontrarono e restarono a fissarsi. La mano di Willow sul suo braccio era calda, leggermente umida per via dellafa. Il pensiero di Jake lo abbandon. Alex sent il battito del suo cuore accelerare mentre la guardava. Il tempo si era

quasi fermato, immobili comerano. Poi allimprovviso lei sembr rendersi conto di stargli troppo vicino, cos lasci ricadere la mano e indietreggi, imbarazzata. Alex si schiar la voce mentre i suoi pensieri inciampavano gli uni sugli altri. Grazie disse. Mi riferisco a Jake. passato tanto tempo ormai ma grazie lo stesso. Mmm mi stavi parlando di tuo padre, di quando cap che gli angeli erano fra noi disse Willow. Si sedette sulla struttura in metallo della cuccetta inferiore, appoggiandosi alla testiera. Alex and a sedersi sul lato opposto, facendo attenzione a lasciare un po di spazio fra loro. S. Tutta un tratto non aveva pi molta voglia di parlarne. Il tono della sua voce si fece freddo e impersonale. Be, era un po che mia madre si comportava in maniera strana, usciva di casa a tutte le ore del giorno. Cos mio padre si insospett. Credeva che avesse unamante. Un giorno lei gli disse che andava a correre e lui la segu. Fu cos che se la ritrov davanti, in piedi in mezzo al sentiero, che sorrideva verso il cielo. Oh, no sussurr Willow. Inizi a scuoterla, a darle degli schiaffetti, ma nulla. Alla fine, grazie agli studi compiuti sullenergia umana, percep qualcosa di strano e sollev il livello di coscienza lungo i chakra. Langelo era proprio l sopra, si stava nutrendo di lei. Su di loro cal il silenzio pi completo. L per l, langelo non si capacitava di esser stato visto da qualcuno che non fosse la persona di cui si stava nutrendo. Poi si scagli su mio padre che ricorrendo alla sua energia riusc per un po a tenergli testa. una cosa che ormai non facciamo pi, troppo pericoloso. Nel frattempo mia madre continuava a urlargli di smettere, che lui non poteva capire. Si mise fra loro, e langelo le risucchi tutta lenergia vitale, in un solo colpo. Willow spalanc gli occhi verdi e deglut rumorosamente. Langelo scomparve e mia madre ebbe un arresto cardiaco.

And in coma e mor il giorno dopo. Spontaneamente riaffior un altro ricordo: quello di lui e Jake al capezzale della madre, in ospedale, col padre che stringeva loro le spalle. Alex ricordava di aver provato sul momento una sensazione di confusione pi che di tristezza, non capiva come mai la madre si trovasse in quello stato. Oh, Alex gemette Willow. Mi dispiace cos tanto. Lui scroll le spalle, con fare brusco. successo tanti anni fa. Ad ogni modo, la CIA pens che mio padre fosse impazzito sentendolo parlare di angeli che uccidevano persone qua e l, ma lavorava per loro da tanto tempo, cos gli diedero i finanziamenti per fare le ricerche che voleva. Nessuno lo prese sul serio allora. A parte gli Angel Killer. E poi ci fu linvasione disse Willow. Alex annu. Tenendo un braccio intorno alla testiera del letto, accarezzava il metallo caldo col pollice. Gi. E improvvisamente la CIA inizi a interessarsi a quello che pap aveva fatto negli ultimi anni. Come ti dicevo, si misero al comando del suo progetto. E lo migliorarono, sotto certi aspetti. Ci diedero armi e auto migliori. E uno stipendio decente. Willow lo guard come se avesse intuito quanto gli mancassero i tempi in cui gli Angel Killer potevano ancora lavorare insieme. Dov tuo padre ora? domand. ancora uno degli Angel Killer? morto anche lui disse Alex. Circa sei mesi prima dellinvasione. Le lanci unocchiata piegando la bocca da un lato. Sarai contenta di aver sollevato largomento. Che storia divertente, eh? Sconvolta, Willow scosse la testa senza dire una parola. Alex, io Dai, un racconto deprimente disse Alex e si alz in piedi. Vuoi vedere il mio libro di grammatica? Lei, presa in contropiede, si sforz di sorridere. Avevi un

libro di grammatica? Non credevo che vinsegnassero anche materie normali. Invece s. Vediamo se ancora al suo posto. E detto questo, si diresse verso una libreria di metallo fissata a una parete dallaltra parte della stanza, si accovacci e diede unocchiata agli scaffali polverosi. Eccolo. Tir fuori un vecchio catalogo di un grande magazzino. Willow non pot fare a meno di sorridere. Mi prendi in giro! disse. Eh no. Alex inizi a sfogliarlo. Qui studiavo grammatica, matematica c una cartina in fondo, perci anche geografia. E la sezione dedicata alla biancheria intima era piuttosto interessante. Le ragazze che io e Jake eravamo abituati a vedere indossavano tutte la divisa DA combattimento. Si alz gettando il catalogo sullo scaffale. Eravate i pi piccoli? domand Willow. Si era girata verso di lui e accovacciata teneva una gamba stretta al petto. S. Ogni tanto a qualcuno veniva in mente che eravamo solo bambini e si accorgeva che non stavamo andando a scuola. Dovremmo dar loro unistruzione! dicevano. E il catalogo spuntava fuori e restava in giro per qualche giorno. Noi per preferivamo di gran lunga il tiro a segno. Willow fece per dire qualcosa ma si ferm di colpo, perch entrambi udirono una macchina avvicinarsi. In un batter docchio, Alex si mise allerta. Estrasse la pistola dalla cintura dei jeans e tolse la sicura. Va dietro la porta le ordin con delicatezza. Willow obbed senza protestare e attravers alla svelta la stanza. Strisciando lungo la parete, Alex raggiunse la porta semichiusa dallaltro lato e si appiatt. Rimase in ascolto. La macchina si era fermata, poi il suono di una portiera che sbatteva riecheggi nellaria. Era solo una persona. Bene, pens, tenendo la schiena ben premuta contro il muro. Se si fosse trattato dei simpaticoni che avevano seminato al confine,

avrebbero trovato una bella sorpresa ad attenderli. Udirono dei passi procedere lentamente verso di loro. Alex rest immobile, in attesa del momento giusto. Ok, chi diavolo c l? tuon una voce dal suono familiare. Non amo le sorprese perci, chiunque tu sia, esci subito allo scoperto. Ho una pistola e sono molto incazzato. Sul volto di Alex apparve un enorme sorriso di gioia e sollievo. Cully disse a Willow. Cull! esclam poi, rimettendo via la pistola. Cull, sono io, Alex! Cully si era affacciato in quello che una volta era il salone ricreativo, col fucile pronto a far fuoco. Indossava un paio di jeans e una maglietta senza maniche. Alludire la voce di Alex, si gir di scatto e il suo volto duro cambi espressione. Per un attimo rimase immobile, sconcertato poi sorrise. Alex? Non ci credo, sei proprio tu! Alex usc dal dormitorio e gli and incontro con il sorriso sulle labbra. Si abbracciarono, scambiandosi vigorose pacche sulle spalle. Il suo compagno del Sud era pi muscoloso che mai. Allontanandosi, Cully lo guard fingendo di studiarlo. Poi inizi a scuotere la testa. Oddio, quanto sei diventato brutto, ragazzo mio. Ma com possibile? Ehi, lo sai che ho sempre voluto assomigliarti ribatt Alex sorridendo. Cully, che ci fai qui? Credevamo E allimprovviso si ricord di Willow. Si volt verso il dormitorio e la vide in piedi sulla soglia che li osservava un po incerta. Anche Cully si volt e sollev le sopracciglia. Guarda un po chi abbiamo qui disse con la sua parlata strascicata. E chi questa bambolina? Willow si avvicin con le braccia strette intorno al petto, socchiudendo gli occhi per via di tutta quella luce. Ciao disse sollevando una mano. Io sono Willow Fields. Piacere di conoscerti. Willow Fields ma senti che bel nome disse Cully. Poi si

mise a scrutarla da cima a fondo. Ti sei scelto davvero un bel bocconcino, amico, eh? E una signorina come te, cosa ci fa in compagnia di questo debosciato? Ti trasciner allinferno con s, non c dubbio. Alex si sent arrossire. Ehi, non siamo Siamo solo amici disse Willow con un sorriso tirato. Alex non ne fu sorpreso, ripensando al timore che gli aveva confessato di provare al pensiero di incontrare gli Angel Killer. Amici, eh? ripet Cully annuendo, come se stesse assaporando la parola sulla lingua. Ricevuto. Be, in tal caso, perch noi tre amici non ci andiamo a bere qualcosa di fresco seduti da qualche parte? Fantastico disse Alex. Allora c un generatore ancora acceso? S, mi sono trasferito nella casa di tuo padre disse Cully mentre si avviavano. Procedeva con cautela, trascinando la protesi alla gamba a ogni passo. Non si vede da fuori, nemmeno se ci parcheggio davanti il fuoristrada. Com che sei qui tutto solo, invece di trovarti da qualche altra parte ad addestrare nuovi Angel Killer? gli chiese Alex. Credevamo che questo posto fosse stato abbandonato. Cully teneva il fucile in mano, muovendolo a ritmo coi passi. Be, in effetti, ha visto tempi migliori disse. Camminando accanto ad Alex, Willow rimase in silenzio, ancora a braccia incrociate. Mentre Cully parlava, lo studi attentamente. Se vuoi sapere perch mi trovo qui, be, posso solo dirti che io e la CIA non andiamo troppo daccordo continu Cully. Me ne sto qui a proteggere il fortino. Qualcuno deve pur farlo. Raggiunsero la casa del padre di Alex uno degli edifici pi piccoli dellarea, ma lunico a godere di un po di privacy. Cully apr la porta e accese la luce. Alex entr nel salone principale. Fu come tornare indietro nel tempo: quel luogo era rimasto tale e quale a come laveva visto lultima

volta con le sedie e il tavolo malmessi e il divano letto sfondato. Lunica decorazione della stanza erano le cartine che il padre aveva appeso alle pareti, piene di puntine rosse che indicavano gli avvistamenti di angeli avvenuti nei suoi ultimi due anni di vita. Il ronzio del generatore li accompagnava in sottofondo. Casa dolce casa disse Cully appoggiando il fucile contro la parete di mattoni. E voi due che ci fate qui? Ero uscito a fare le mie solite provviste mensili. Ti giuro, non ci credevo quando sono arrivato e ho visto quel catorcio arrugginito davanti al cancello. E come diavolo hai fatto a trascinarlo fin qui senza farlo esplodere? Alex scoppi a ridere. Non stato facile. Un paio di volte ho creduto che saremmo diventati cibo per gli avvoltoi. Croll a sedere su una delle sedie malridotte del soggiorno. Willow si accomod con cautela accanto a lui, con gli occhi puntati su Cully. Siamo qui perch Scosse la testa non sapendo bene da dove iniziare. una lunga storia. Be, allora ci vuole un bel drink ad accompagnarla disse Cully. Vediamo un po con cosa possiamo rinfrescarci la gola. E cos dicendo, si avvi a fatica verso la cucina, canticchiando fra s. Non appena gir langolo, Willow si sporse verso Alex. C qualcosa che non va si affrett a dire, sussurrando nellorecchio di lui. So che un tuo amico, ma Cosa c? chiese Alex, sorpreso. Lei inizi a scuotere nervosamente la testa. Non lo so. Ha qualcosa in mente, ma non riesco Si raddrizz all istante vedendo riapparire Cully con in mano una bottiglia e due bicchieri. Li pos sul tavolo facendoli tintinnare leggermente. Sei fortunato amico, mi rimasto un po di Mr. Beam. E tu, signorina, bevi qualcosa? Willow gli sorrise debolmente. Solo acqua per me, grazie.

O una Coca-Cola, se ce lhai. Sicura? disse facendo oscillare la bottiglia davanti a s. Nuove e vecchie amicizie tutte riunite bisogna festeggiare, no? No, davvero, grazie. Cully sospir con fare teatrale. Ok, ti vado a prendere una Coca allora. Ma prima che scenda la sera, vedrai se non ti convinciamo ad aggiungerci un po di bourbon, vero, amico? disse facendo locchiolino ad Alex mentre tornava in cucina. Cio, ha qualcosa in mente? mormor Alex. Dallaltra stanza si ud il rumore di un frigo che veniva aperto. Willow sembrava tesa. Non so. felice che siamo qui, ma non perch aveva voglia di vederti. Ci nasconde qualcosa. Alex sent il panico farsi strada dentro di lui. Willow, lo conosco da una vita Lei si raddrizz sulla sedia, annuendo. Sul volto aveva unespressione tuttaltro che convinta. Trascorsero alcuni istanti. Guardando verso la cucina, Alex si rese conto che Cully era via da troppo tempo. Detest il fatto di averlo anche solo pensato. Senza guardare Willow, scost la sedia e and verso Cully. Ehi Cully, vuoi una Ma sinterruppe. Cully era appoggiato al ripiano della cucina, con lo sguardo abbassato sul cellulare. Mandavo un messaggio a mia madre disse allegramente, infilandosi il telefono nel taschino della maglietta. Poi gli sorrise. Buffo, eh? Da quando la CIA ha messo il naso qui, funzionano anche i cellulari. Alex fu travolto dallansia. In tutti quegli anni, da quando aveva conosciuto Cully, non laveva mai visto tenere i contatti con la famiglia. Cercando di nascondergli quello a cui stava pensando, prese la Coca dal ripiano e torn nellaltra stanza. Gi ti ricordi che tutti si lagnavano con pap perch

spostasse il campo? Porse la lattina a Willow, lei la apr con un sibilo. Cully si sedette rigidamente sulla sedia con una risatina. E come no. La gente si era rotta di chiamare la base e sorbirsi tutte le interferenze. Poi arriva la CIA e bum! eccoci serviti. Vers del bourbon in entrambi i bicchieri e ne porse uno ad Alex. Allora cosa mi racconti? Che succede? /t Cercando di prendere tempo, Alex bevve un sorso, gustandosi la sensazione di bruciore che segu. Non beveva mai troppo quando era in marcia era impossibile prevedere larrivo di un messaggio che lo avrebbe spedito dalla part e opposta del paese ma prima dellinvasione, lui e Cully erano soliti giocare a poker scolandosi tutte le volte una bella bottiglia di Mr. Beam. Allepoca Alex non avrebbe mai immaginato che un giorno si sarebbe ritrovato a sospettare dellamico. Scroll le spalle mantenendo unespressione neutra. Niente solo che nemmeno a me va troppo a genio la CIA. Mi sono voluto prendere una pausa. Io e Willow ci siamo incontrati nel Maine anche a lei lidea non dispiaceva. Non sarai mica scappata di casa, signorina? domand Cully, appoggiando i suoi muscolosi avambracci sul tavolo mentre le sorrideva. Col movimento circolare di una mano faceva oscillare il liquido dorato dentro il bicchiere. No, semplicemente ai miei non interessa quello che faccio gli rispose Willow con un sorriso nervoso. Non si saranno nemmeno accorti della mia assenza. Be, per quanto riguarda la CIA, non posso darti tutti i torti disse Cully ad Alex e trangugi met del contenuto del suo bicchiere. Passino i cellulari, ma il modo in cui si vestono proprio no. Un branco di yuppie, ecco i osa sono per me. Ci vorrebbe il tuo vecchio, altroch, pace allanima sua. Quelle parole rimasero sospese nellaria mentre nella mente

di Alex riaffior un ricordo: avevano appena sepolto suo padre nel deserto soffocante, con solo un mucchio di terra sabbiosa a commemorarlo. Cully aveva posato la mano pesante sulla spalla di Alex mentre si trascinavano verso il fuoristrada. So come ci si sente, amico, aveva detto. Ho seppellito mia madre quando avevo appena qualche anno pi di te. Fa un male cane. Seduto al tavolo di suo padre, Alex annu alle parole di Cully ma di colpo ladrenalina lo travolse. La madre di Cully era morta. Ma allora a chi aveva scritto un messaggio? Dunque, che piani hai? domand Cully. Pensi di restartene un po qui a mostrare le bellezze naturali del luogo alla signorina? disse facendole locchiolino. Ce ne sono tante, sai? Lucertole, avvoltoi qualche coyote un sacco di sabbia, e se ti piace prendere il sole Willow strinse forte la lattina che aveva in mano. Pu darsi. A dire la verit non abbiamo fatto progetti. Ehi, non potete aver fatto tutta questa strada per poi ripartire subito disse Cully disinvolto, versando altre due dita di bourbon nel bicchiere di Alex. E poi sono felice di avere finalmente un po di compagnia. Ci si sente soli qui, dopo un po. Ah, immagino Alex bevve un altro sorso del suo drink e appoggi i gomiti sul tavolo. Mentre lo diceva sembrava che le parole gli rimbombassero nelle orecchie: Allora, come sta tua madre?. Cully sollev le spalle. Be, sai, la ragazza ha la pellaccia dura gioca a bridge come un diavolo, laggi a Mobile. Dovr decidermi a trascinarla ai Giocatori Anonimi. O a portarla a Las Vegas, a dare una ripulita alle slot machine rispose con un gran sorriso. Credevo che tua madre fosse morta disse Alex. Fu un duro colpo. Con la bocca sorrideva ancora, ma gli occhi di Cully cambiarono subito espressione. No, tu dici la mia matrigna. morta di cancro quando avevo sedici anni, il

mio vecchio era a pezzi. Il padre di Cully era un predicatore battista. E Cully scherzava sempre sul fatto di avere infranto praticamente tutti e dieci i comandamenti prima ancora di diventare adolescente. Alex se lo ricordava mentre ridendo scuoteva la testa: Povero pap, per poco non lo faccio diventare alcolizzato. Un uomo che aveva vissuto tutta la vita secondo le leggi del Libro sacro, fedele a una sola donna. Poi aveva messo al mondo lanticristo. Piangeva sempre quando me le dava col dorso della Bibbia. Una sola donna. Non cera nessuna matrigna. Senza nemmeno riuscire a capacitarsi di quello che slava per fare, allung una mano e in un unico, fluido movimento, estrasse la pistola dalla fondina e tolse la sicura. La punt addosso a Cully. A chi hai mandato quel messaggio? Lui guard Alex con una strana diffidenza negli occhi e abbass il bicchiere. Ehi, Alex Alex si alz in piedi senza togliergli gli occhi di dosso. Rispondi alla mia domanda. Cully socchiuse gli occhi e si sollev lentamente dalla sedia. Alex, amico mio, ci deve essere un errore Mani in alto! disse Alex. Cully obbed. Alex lo fissava. Willow, infilagli una mano nel taschino della maglietta e prendigli il cellulare. Cully, se provi a muoverti anche solo di un millimetro, giuro su Dio che ti sparo. Deglutendo a fatica, Willow si alz dalla sedia e fece come gli era stato ordinato, frugando nel taschino con la mano. Tir fuori il cellulare e indietreggi subito, manovrando i tasti. Poi impallid. Alz di scatto lo sguardo su Alex. Dice: Sono qui. Li tratterr fino al vostro arrivo. Che mi dici, eh, Cully? disse Alex, calmo. Cully scosse la testa velocemente. Dai, Alex, ci conosciamo da anni. Dannazione, siamo come fratelli. Devi

credermi se ti dico che lho fatto per il tuo bene. Alex fece cenno a Willow di avviarsi verso luscita. Con un rapido gesto raccolse le chiavi della macchina di Cully dal tavolo e se le mise in tasca. Ma di cosa stai parlando? Di te disse Cully, facendo un cenno verso Willow e dellessere che hai portato qui. Alex, stammi a sentire, non sai cosa stai facendo. Gli angeli vogliono che sparisca e lei sparir. Gli angeli ripet Alex. Le sue braccia fremevano. Indietreggi di qualche passo, con la pistola ancora puntata su Cully e afferr il fucile appeso alla parete. Lo pass a Willow. Cully, noi gli angeli li uccidiamo, ricordi? Non pi rispose Cully, avanzando di un passo. Fermo dove sei gli intim Alex con voce grave. Non costringermi a sparare, Cully. Cully si ferm. Sollev le mani in segno di supplica. Alex, davvero, tutti questi anni ho creduto che stessimo facendo la cosa giusta, ma mi sbagliavo ci sbagliavamo tutti. Devi ascoltarmi, ragazzo. Gli angeli hanno un disegno. Loro ci amano. Dobbiamo fare come ci dicono, per meritarci il loro amore No. Il fuoco sacro. Non potevano averlo fatto, non a Cully. Alex fu travolto da unondata di nausea. Cosa ci fai qui, dimmi la verit? lo interruppe. lo ci vivo qui, te lho detto. Lavoro per gli angeli, Alex. E che diavolo significa? Cully scroll le spalle con le mani ancora sollevate. Un paio di Angel Killer sono ancora a piede libero: se si presentano qui, li consegner agli angeli, e cos anche loro capiranno quanto si sbagliavano. Ora disse scuotendo la testa ogni singolo membro della Chiesa degli Angeli vi sta cercando. Ero certo che ti saresti fatto vivo prima o poi. Non mi sarei mosso di qui, ma ero a corto di cibo e di acqua. Alex rimase a fissarlo, perso nei suoi pensieri. Cerano

ancora un paio di Angel Killer in giro? E gli altri che fine avevano fatto? Non fatic a immaginarlo. Chi rimasto? chiese. Cully scosse di nuovo la testa. Forse nessuno, sono qui da mesi. Ti supplico, bello, spara a quella creatura, proprio come loro desiderano, prima che sia lei a fare del male agli angeli. Fallo e basta e sar tutto finito. Dannazione, se vuoi lo faccio io, dammi la pistola. Tu provi qualcosa per lei Alex aveva ascoltato abbastanza. Forza, Willow. Andiamocene da qui. Accanto alla porta, Willow era rimasta immobile a fissare Cully con le braccia strette intorno al petto. Alludire quelle parole fece un passo verso di lui e in una frazione di secondo Cully sinfil la mano sotto la maglietta e tir fuori una pistola. La punt dritta contro Willow. No! Alex premette il grilletto contemporaneamente a Cully e lo sparo rimbomb nella stanza come lesplosione di unauto. Il tempo scorreva al rallentatore. Alex ud Willow gridare. Cully barcoll e cadde allindietro, mentre la pistola rimbalzava sul pavimento. Uno schizzo di sangue rosso vivo gli fuoriusc dalla spalla. Alex balz allaltro capo della stanza. Il tempo ricominci a scorrere alla sua velocit normale nel momento in cui afferr la pistola di Cully. Luomo stava tentando di sollevarsi a sedere premendosi forte una mano sulla spalla. Devo ammazzarla! esclam. Per amore degli angeli, lascia che lammazzi! Voltandosi immediatamente verso di lei, ebbe una fitta al cuore al vederla abbandonata contro la parete con il volto bianco come un foglio di carta. Aveva del sangue sul braccio e sulla maglietta lilla. Willow! Con un balzo fu al suo fianco. Mentre si accovacciava per controllarla il terrore lo paralizz. Dove ti ha colpito? Sei Sto bene rispose lei con voce debole. solo il braccio disse alzandolo verso di lui.

Si sent sollevato mentre constatava che la ferita non era grave il proiettile laveva colpita di striscio, lavambraccio che aveva usato per proteggersi aveva fatto da scudo al corpo. La ferita era piccola ma profonda. Doveva farle molto male. Le strinse laltro braccio. Ti ha ferita solo l? Lei annu, con le labbra ormai esangui. Credo di s. Allora andiamocene di qui prima che arrivino i suoi amici. Aiut Willow a rimettersi in piedi e raccolse il fucile. L accanto giaceva il cellulare di Cully, lo calpest pi volte finch non ne ruppe lo schermo. Cully era riuscito ad alzarsi a fatica aggrappandosi allo schienale di una sedia e lo aveva afferrato per le spalle, con le dita sporche di sangue. Alex, per lamor di Dio sta i commettendo un grave errore disse a corto di fiato. I suoi occhi azzurri erano familiari ad Alex almeno quanto i propri. Mentre si guardavano, Alex sent il dolore serrargli il petto. Siamo come fratelli, aveva detto. Lui lo vedeva pi come un padre: da piccolo ammirava Cully pi di qualsiasi altra persona al mondo. S, lo so disse piano. Dovrei ucciderti il vecchio Cully mi ringrazierebbe.

CAPITOLO 13
Corremmo verso il cancello, pestando forte i piedi sullasfalto bollente. A ogni passo, il braccio mi dava delle fitte lancinanti e il sangue colava gi a rivoli. Strinsi i denti, cercando di ignorare il dolore. Non avrei ceduto per nulla al mondo. Fuori dal cancello, accanto alla Chevrolet, cera una 4x4 impolverata. Attraverso i finestrini oscurati intravidi pile di scatoloni ammassati sul retro. Alex mi aiut a salire, sorreggendomi fermamente per il braccio sano. Poi and di corsa verso la Chevrolet a recuperare alcune cose, le scaravent nel portabagagli e mont in macchina. Un istante dopo sfrecciavamo a tutta birra, sobbalzando a ogni dosso e sollevando turbini di polvere dietro di noi. Avevo il braccio talmente insanguinato che il colore della pelle non si vedeva quasi pi. Mi abbandonai sullo schienale, deglutendo e sforzandomi di non svenire. Il fuoristrada si ferm qualche minuto dopo. Spalancai gli occhi e mi uscirono quasi dalle orbite alla vista di Alex che si sfilava la maglietta bianca dalla testa. Dammi il braccio disse. Tir fuori il coltello, tagli la maglietta a met e, annodando le due estremit, ottenne una lunga striscia di tessuto. Sollevai il braccio, scossa da violenti fremiti. Che cosa stai facendo? Alex, non c tempo Dobbiamo fermare lemorragia disse. Quando saremo al sicuro da qualche parte, tirer fuori il kit del pronto soccorso. E detto questo, si chin su di me e mi avvolse il braccio nella benda. Aveva lo sguardo abbassato e i capelli spettinati. Il battito del mio cuore inizi ad accelerare mentre lo

fissavo. Nonostante il dolore, dovetti trattenermi dal passargli le dita fra i capelli o accarezzargli la pelle liscia della spalla. I movimenti della sua mano erano fermi e decisi, ma delicati stava cercando di non farmi ancora pi male. Rimasi perfettamente immobile, senza quasi battere ciglio. Mi ero innamorata di lui. Quella consapevolezza mi esplose dentro, pi vera di qualsiasi altra cosa al mondo. S, ero innamorata di lui. Il fatto che ora fossimo amici, per, non significava che non gli importasse pi della mia vera natura. Come poteva non importargli? Lavevano addestrato a uccidere angeli da quando aveva cinque anni. Alex incastr un lembo del tessuto sotto la benda stringendo forte. Le lettere della sigla AK sul suo bicipite si allungarono leggermente. Ecco disse. Mi guardai il braccio, nascondendomi il viso con la mano. Grazie dissi sfiorando la stoffa bianca. Mi trasmise la stessa energia della maglietta che avevo indossato nella stanza del motel, la stessa sensazione di conforto, di sicurezza. Sentii i suoi occhi grigio azzurri su di me. Per un attimo credetti che stesse per dirmi qualcosa, ma non lo fece. Rimise in moto il fuoristrada e tornammo a sfrecciare nel deserto. Dopo lesperienza con la Chevrolet, sembrava quasi di volare. Ci ritrovammo sul letto secco del fiume che avevamo percorso qualche ora prima. E finalmente imboccammo una stradina polverosa che puntava verso Nord. Non ci pensare, ordinai severamente a me stessa. Ero innamorata. E mi resi conto di esserlo da giorni da quando, sul ciglio della strada, avevo sentito lurgenza di ab bracciarlo, e la notte prima, mentre mi passava la mano fra i capelli. In quellistante sarei voluta morire. Ma questo non cambiava nulla. Lui non provava le stesse cose per me. Non poteva. Feci un respiro profondo. E adesso che facciamo?

domandai. I suoi muscoli si tesero mentre cambiava marcia. Non lo so disse. Se Cully ha detto la verit e gli altri Angel Killer sono morti Ma non riusc a finire la frase e scosse la testa. Maledizione, non lo so. Restammo in silenzio per un po. Quindi, voltand osi indietro, Alex allung un braccio e tir fuori una bottiglia dacqua da una scatola di cartone. Lapr, ne bevve un lungo sorso e me la offr. Allungai una mano per prenderla ma con la coda dellocchio scorsi qualcosa, cos mi voltai per vedere meglio. In lontananza, cinque angeli, disposti a forma di stella, volavano a gran velocit verso di noi. Alex dissi a voce bassa. Lui mi vide voltata e mi lanci uno sguardo veloce. Quanti sono? Cinque. Non riuscivo a distogliere gli occhi. Brillavano contro lazzurro del cielo come unesplosione di luce bianca, mentre con le ali fendevano laria. Adesso sapevo cosa fossero e cosa facessero alle persone eppure non avevo mai visto niente di pi spaventosamente bello in tutta la mia vita. Quindi la 4x4 sterz di colpo e mi lasciai scappare un gemito. Alex era uscito sgommando dalla strada per poi inchiodare mettendosi di traverso. Che stai facendo? urlai. Non riusciremo a seminarli, sono troppi disse. E non posso combattere da dentro un fuoristrada. Recuper dal sedile posteriore il fucile che aveva preso a Cully, od (roll che fosse carico e lo richiuse. Poi salt gi dal fuoristrada e raggiunse il mio sportello. Nel frattempo ci uscita anchio. Alle nostre spalle gli angeli nel cielo sembravano farsi sempre pi grandi. Premendo la schiena contro un lato dellauto, Alex si accovacci a terra. Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per concentrarsi sul suo centro energetico. Percepii la sua

coscienza innalzare verso lalto, mutare. Dopo di che riapr gli occhi e, facendosi scudo con lo sportello, prese la mira col fucile. Eh s, sono cinque borbott. Era evidente che maneggiasse armi da quando era piccolo: le muoveva come se fossero parte di lui. Senza distogliere lo sguardo dagli angeli che si stavano avvicinando, mi mise le chiavi della macchina sul palmo della mano, stringendola delicatamente. Willow, tu resta gi, ok? Se sei fortunata, il tuo angelo verr a proteggerti. Lo guardai, sconvolta. E tu? Lui scosse la testa con fare impaziente. Non preoccuparti per me. Se succede qualcosa, prendi il fuoristrada e scappa. Il cuore inizi a battermi a mille. Credevo che avessi detto che era impossibile seminarli dissi piano. Gli angeli erano molto vicini ormai, a circa duecento metri da noi. Io non ce farei, mi raggiungerebbero e mi ruberebbero lenergia. Ma tu forse hai una possibilit, se il tuo angelo si decide ad apparire. Alex era accovacciato accanto al fucile, il suo corpo era teso ma allo stesso tempo rilassato. Mi lanci unocchiata e mi resi conto di quanto fosse preoccupato per me. Dico sul serio, Willow. Se si mette male, prendi e vai. Non ti lascer, pensai. Non me ne vado senza di te. Strinsi forte le chiavi nella mano, cos forte che mi si conficcarono nella carne. Alex fece fuoco e lo sparo rimbomb nel deserto come un tuono, facendomi sussultare. In aria uno degli angeli esplose in una pioggia di luce. Il mio corpo premeva forte contro il fuoristrada. Di colpo furono cos vicini da poterne scorgere il volto, sentivo urla di rabbia e vedevo rapidi battiti dali dorate. Alex spar nuovamente ma langelo si spost con fulminea velocit. Alex lo manc. Lo tenne sotto tiro mentre si muoveva e ci riprov. And in mille pezzi. Coriandoli infuocati scesero lenti dal cielo.

Gli altri tre stavano per piombare su di noi. Le loro ali riempivano il cielo. Alex fece per sparare ma dovette abbassarsi perch uno degli angeli si era allimprovviso scagliato contro di lui, cercando di colpirlo con lala. Gli altri due erano proprio alle sue spalle. Entrai nel panico: Alex non sarebbe riuscito a tenerli a bada tutti, ora che erano cos vicini. Lavrebbero ucciso. Poi, allimprovviso, sentii qualcosa agitarsi dentro di me. Mi sentii crescere in altezza e di colpo mi ritrovai sospesa a mezzaria, a osservare dallalto la mia immagine accovacciata sul suolo arido. Avevo un corpo dangelo, candido e splendente sotto i raggi del sole. Non provavo timore, in me cera solo determinazione. Non avrei permesso che uccidessero n me n Alex. Gli angeli attaccarono senza piet la mia vulnerabile aura umana. Uno in particolare vi si gett sopra cercando di percuoterla con lala. Dallalto vidi il deserto inclinarsi sotto di me e in un istante piombai davanti a lui, le nostre ali erano lo specchio del sole. Cos facendo bloccai il suo attacco e langelo accecato dalla furia emise un grido stridulo. Togliti di mezzo, sottospecie di angelo sibil. Non risposi. Ne attaccai subito un altro, squarciando laria con lala, poi tornai indietro sbattendole entrambe alla ve locit della luce. Erano trascorsi solo pochi secondi. Alex spar di nuovo e langelo che gli stava sopra esplose in mille frammenti di luce. Gridando vendetta, gli altri due si scagliarono su di lui in un luminoso vortice dali. Alex serr la mandibola. N on sarebbe riuscito a colpirli entrambi. Uno di loro lavrebbe sicuramente ucciso. Le basse montagne allorizzonte sinclinarono per poi raddrizzarsi mentre mi gettavo su di lui ad ali spiegate. Quando mi vide, Alex spalanc gli occhi. Abbass il fucile con Io sguardo puntato verso lalto. I due angeli scattarono in

direzioni opposte, il mondo si capovolse mentre scendevo su di lui per proteggerlo con le mie ali. Con un grido di rabbia uno di loro torn ad attaccare la mia forma umana. Alex inizi a sparare, e laltro, allontanandosi da me, si butt a capofitto su di lui. Alex sollev lo sguardo, disperato. Poi si gett a terra e rotol da un lato per evitare il suo colpo dala. Era su di lui, ancora un istante e lavrebbe preso. Non indugiai oltre. Prima mi scagliai sullangelo che stava attaccando Alex, spazzandolo via con le ali. Non avevo idea di dove avessi imparato a combattere, ma lo stavo facendo. Langelo emise un grido, agitando le ali e ringhiando verso di me. Mi resi conto che il mio corpo era scoperto in quel momento e che laltro angelo ormai ci era sopra. Non mimportava. Quellangelo non avrebbe fatto del male ad Alex. Un altro sparo e tutt intorno a noi ci fu unesplosione di fuochi dartificio mentre langelo che insidiava la mia figura umana andava in mille pezzi. Quello rimasto grid di rabbia. Mi colp con le ali cercando di farmi allontanare. Poi allimprovviso vorticando su se stesso si gett su Alex, con le ali che sibilavano al vento. Mi misi fra loro per proteggerlo, ma non ce ne fu bisogno. Disteso al suolo, Alex rotol e spar laureola dellultimo angelo si deform e inizi a tremare. Un istante dopo era svanito. Il silenzio che cal su di noi mi diede la sensazione di ritrovarmi sulle sponde di un limpido laghetto di montagna. Restai sospesa in aria per qualche istante, muovendo piano le ali mentre smaltivo tutto lo shock appena vissuto e mi godevo il sollievo insperato. Eravamo ancora vivi. Per quanto incredibile, nessuno di noi due era ferito. Vidi Alex alzarsi cautamente in piedi con lo sguardo confuso puntato su di me piano piano mi abbassai verso il suolo e ripresi le mie sembianze umane. Ero di nuovo in me. Alex mi singinocchi a fianco. Respirava affannosamente e

il suo petto era ricoperto di polvere e sudore. Restammo a fissarci senza dire una parola. Mi ero sforzata cos tanto di non pensarci ma ora non potevo pi ignorare quello che ero. Iniziai a tremare mentre la mia nuova natura ruggiva dentro di me, urlandomi la verit. Non era stata una visione o una specie di sogno era reale, assolutamente reale. Io non ero del tutto umana. Contro la mia stessa volont, iniziai a dire: Non voglio, non voglio. E allimprovviso mi presi la testa fra le mani e scoppiai in lacrime: in preda a violenti singhiozzi, mi abbandonai a quella nuova consapevolezza, come un topo fra gli artigli di un gatto. Willow! Willow, ti prego, non fare cos Mi strinse forte accarezzandomi e cullandomi. Col viso premuto contro il suo petto, piansi finch non ebbi pi lacrime. Va tutto bene mi sussurr, con voce commossa. Tenendomi fra le braccia, chin il capo sul mio e sentii le sue labbra sfiorarmi i capelli. Va tutto bene. Piansi a lungo, bagnandogli la pelle di lacrime finch il suo petto non si fece caldo e umido contro la mia guancia. Lentamente mi resi conto di quanto fossero forti quelle braccia. Sentii il lieve odore del suo sudore e il suo cuore battere forte. Mi misi a sedere, allontanandomi da lui. Riuscivo a malapena a guardarlo. Come puoi anche solo sopportare di toccarmi dissi asciugandomi gli occhi con la mano ora che sai che una parte di me proprio come loro? Smettila! disse in tono deciso. Poi mi afferr per le spalle e mi costrinse a guardarlo dritto negli occhi. Willow, ascoltami bene. Tu non sei affatto come loro. Affatto! Deglutii, sperando tanto che avesse ragione. Mordendomi un labbro, spostai lo sguardo sulle montagne spoglie nellorizzonte tinto di azzurro, richiamando alla mente il modo

in cui si erano capovolte ai miei occhi mentre volavo. Non se ne andr mai, vero? sussurrai. Alex scosse lentamente la testa. No disse. Mi fissava con occhi pieni di compassione. Abbassai lo sguardo e infilai le dita nel terreno sabbioso, era asciutto e granuloso. Intorno a noi il deserto sembrava non finire mai, percosso dalla violenza di un sole spietato. Sospirai. Ok dissi alla fine. Me lo immaginavo. Mi schiarii la voce, improvvisamente imbarazzata. Mi mi dispiace. Non volevo fare una scenata. Non scusarti. Mi aiut ad alzarmi tenendomi la mano sul braccio per un po. Stai bene? Annuii, senza guardarlo. S. Credo di s. Ma ripensando a quanto era appena successo, sentii il mio viso avvampare. Il mio angelo laveva protetto e lamore che provavo per lui era ormai palese. Alex emise un sospiro. Ok, bene faremmo meglio ad allontanarci da qui allora. Dobbiamo decidere cosa fare. Montammo sul fuoristrada, mi sentivo le gambe molli e deboli. Il braccio torn a farmi male e a pulsare sotto la maglietta in cui Alex laveva avvolto. Lui sterz e tornammo sulla strada polverosa. Un istante dopo viaggiavamo a tutta velocit attraverso il deserto. Mi abbandonai contro lo schienale e chiusi gli occhi riassaporando la sensazione di possedere ali luminose come raggi di sole. Ci fermammo dopo circa unora di tragitto per riposare in una piazzola della superstrada. Sotto la tettoia di una casetta di legno cerano macchinette automatiche con intorno qualche tavolo da picnic. Alex parcheggi dietro la casetta perch nessuno ci notasse. Nei bagni mi cambiai la maglietta, poi andai al lavandino per rinfrescarmi il viso. Un po dacqua mi fin sul braccio,

sciogliendo il sangue rappreso in piccoli rivoli rossi. Lo specchio era di quelli di metallo, in cui il riflesso appare sfocato e deformato, ma fu sufficiente per rendermi conto di sembrare appena uscita da un film dellorrore. Il sangue che mi colava sul braccio mi faceva assomigliare alla vittima di un attacco di zombi. Mi fece venire in mente Nina e sorrisi: Willow incontra gli Zombi! Presto, qualcuno chiami Steven Spielberg! Ma il sorriso svan subito. Cosa avrebbe detto se fosse stata a conoscenza della mia vera natura? Cercando di non pensarci, mi asciugai il sangue intorno alla benda con una salvietta di carta. Poi tirai fuori la spazzola e mi pettinai i capelli allindietro, fissandoli in una crocchia. Ehi fece Alex. Sollevai lo sguardo. Era in piedi allentrata del bagno, con in mano un kit del pronto soccorso. Posso entrare? Dovrei medicarti il braccio. Che fatica guardarlo negli occhi. S, certo. Si era messo una maglietta blu pulita e sembrava che si fosse dato una rinfrescata anche lui, aveva le braccia e il collo leggermente bagnati. I capelli erano umidi, come se avesse messo la testa sotto il rubinetto. Il desiderio di accarezzargli la nuca, l dove i capelli aderivano alla pelle, era devastante. Cercai di guardare da unaltra parte. Alex si avvicin al lavandino e mi prese delicatamente il braccio fra le mani. Non riuscii a trattenere una smorfia di dolore mentre mi toglieva la benda. Una volta lavata, la ferita, per quanto profonda, non sembrava poi cos grave. Alex ci spalm sopra della crema antisettica che aveva trovato nel kit e la copr con una garza. Le sue mani erano esperte ed efficienti. Non deve essere la prima volta che lo fai dissi. Lui scroll le spalle e alcune ciocche di capelli gli ricaddero sulla fronte. Dovevamo badare a noi stessi al campo. Non cera un dottore nel raggio di chilometri. Tenendo ferme le estremit della garza con un dito, vi mise sopra un cerotto. Lo fece aderire bene alla pelle, poi tolse la

mano. Ok, credo che sopravviverai. Mi accarezzai la benda. E adesso? Alex scroll le spalle rimettendo le cose nel kit. Non lo so disse. Sembra che non siano rimasti altri Angel Killer oltre a me. E anche se ce ne fossero, non saprei dove cercarli. Cully Si ferm, il volto contratto dal dolore. Cully era lunico di cui mi potessi fidare disse poi. Non avrei voluto chiederglielo, ma dovevo sapere. Alex, sei ancora sei sicuro di voler restare con me? Non sei costretto a farlo. Potrei andarmene per conto mio. Lui sollev di scatto la testa. Ma cosa stai dicendo? Se resti con me, sarai in grave pericolo e distolsi lo sguardo stringendomi le braccia al petto. E io non ti biasimerei, non dopo quello che successo oggi. So che avevi gi visto il mio angelo, ma non in questo modo. Deve essere stato Mi si serrarono le labbra, non potei continuare. Willow disse con una voce dolce come una carezza. Io ho visto il tuo angelo che mi proteggeva. Ero in pericolo e lui mi ha protetto prima ancora di proteggere te. Fece una pausa. Riuscivi a sentire quello che faceva? O era qualcosa di separato da te? Non volevo rispondergli, mi sarei sentita troppo esposta, troppo vulnerabile. Ma non potevo nemmeno mentirgli, sarebbe stato come negare tutto quello che provavo per lui. No, lo sentivo bisbigliai. Non immaginavo che sarebbe accaduto, ma quando Quellangelo ero io. Ero io a non volere che niente e nessuno ti facesse del male. Alex rimase l in piedi, senza dire una parola per qualche istante. Mi si ferm il cuore alla vista dellespressione nei suoi occhi. Poi con voce roca disse: Dio mio, Willow, non avresti dovuto farlo, non per me almeno. Se ti fosse accaduto qualcosa ma non riusc a terminare la frase. Lo so lo interruppi sospirando. Non avrei mai potuto sconfiggere tutti quegli angeli da sola.

Non volevo dire questo. Poi deglut a fatica. Voglio che restiamo insieme disse. Stavo per scoppiare a piangere. Davvero? Allora ti fidi di me, anche se sono in parte un angelo? Mi fiss confuso. Questo lo so sin dal giorno in cui ti ho incontrata. S, ma mi asciugai le lacrime. Ma adesso so che vero. Ti fidi di me? Alex inizi a scuotere piano la testa. Come puoi chiedermi una cosa simile, dopo quello che hai fatto per me? Metterei la mia stessa vita fra le tue mani. Soffocai un violento singhiozzo cercando di trasformarlo in una risata. Credevo credevo che non ti fidassi di nessuno. Be, per te posso fare uneccezione. Poi mi prese delicatamente il volto fra le mani. Willow, questa stata la cosa pi bella, pi generosa e pi stupida che qualcuno abbia mai fatto per me. Questa volta scoppiai a ridere sul serio, asciugandomi le lacrime. Sei proprio sicuro di voler restare con unidiota come me? Il sorriso si fece serio. Come non mai disse dolcemente, accarezzandomi il viso. Intorno a noi il tempo si ferm. In lontananza udii il rumore di una macchina che passava di l. Mentre ci guardavamo il cuore minacciava di uscirmi dal petto. Alex esit. Poi mosse la testa, impercettibilmente, e per una frazione di secondo credetti che mi avrebbe baciata. Ma di colpo vidi qualcosa di strano nei suoi occhi. Lasci ricadere la mano e sorridendomi si schiar la voce. Sempre che tu voglia restare ancora con me. Con le guance che mi andavano a fuoco, annuii. S, dovrei farcela dissi sforzandomi di sorridere. Limbarazzo mi pulsava nelle vene. Ma come avevo potuto pensare, anche solo per un momento, che fosse stato sul punto di baciarmi?

Allora, che cosa facciamo? domandai dopo un po, tentando di assumere un tono normale. Lui fin di sistemare il kit in silenzio. Dai, andiamo a prenderci qualcosa da bere disse infine. Una volta usciti, and alla macchinetta e inser qualche moneta per comprare una Coca-Cola a testa. Credevo che non mi andasse nulla, ma quel sapore mi sembr il pi buono del mondo, un nettare degli dei, e la bevvi tutta dun fiato. Eravamo vivi, questa era lunica cosa che contava. Ed eravamo ancora insieme. Al solo pensiero mi si scald il cuore. Uscimmo da sotto la tettoia per rituffarci nel sole e raggiungere il fuoristrada. A dire la verit, mi sa che non abbiamo molta scelta disse Alex. Speravo che Cully ci avrebbe detto dove sono gli altri Angel Killer. Sospir. Avremmo solo bisogno che la CIA ci trovasse, sempre che lOperazione Angelo esista ancora. Potrebbero farlo? Lui scroll le spalle. S, in teoria se qualcuno di loro fosse sopravvissuto al fuoco sacro, verrebbe a cercarci avranno di sicuro delle spie allinterno della Chiesa degli Angeli e sapranno cos successo. Ci riflettei mentre andavamo alla macchina. Anche solo standogli accanto, sentivo il calore che emanava. Non che serva a molto, vero? Se anche ci stessero cercando, non avremmo modo di metterci in contatto con loro. Alex scosse la testa e bevve lultimo sorso di Coca. No siamo soli. Lanci la lattina in un cestino dellimmondizia l vicino, che allimpatto emise un acuto suono metallico. Ma lobiettivo ora sopravvivere. E se ci imboscassimo per un po? Ci prendiamo del tempo per riposare e per pensare alla prossima mossa. Imboscarsi ripetei. Vuoi dire nasconderci da qualche parte? Incrociai il suo sguardo. S, che ne pensi? Conosco un

posto che fa al caso nostro. Fremevo al solo pensiero di trovarmi da qualche parte sola con lui, senza dover guidare tutto il giorno. Al ricordo della sensazione che avevo provato quando mi aveva accarezzato le guance, il battito del mio cuore acceler. Certo dissi. Non non chiedo di meglio. Ok rispose lui annuendo. Salimmo in macchina. Alex rimise il kit nella sua sacca, poi diede qualche colpetto al volante, assorto. Ok, con un po di fortuna, quelli potevano essere gli unici angeli in zona se ci sbrighiamo, guadagneremo tempo prima che altri vengano a sapere cos successo. Il posto a cui mi riferivo sulle montagne, quindi dovremmo fermarci a fare scorte di tutto ci di cui potremmo avere bisogno. Poi daremo unocchiata a cosa c dentro alle scatole di Cully, nel portabagagli, per assicurarci di avere cibo a sufficienza. Accennai un sorriso. Andiamo a fare shopping? Alex si mise a ridere. Non entusiasmarti troppo, ci serve roba sportiva. Accese il motore. Bene disse. Sono 126 chilometri per Chicago, abbiamo il serbatoio pieno, mezzo pacchetto di sigarette, buio e portiamo lutti e due gli occhiali da sole. Mi venne da ridere a sentirlo citare i Blues Brothers. E pensai, anche se ora mi vede con occhi diversi, non mimporta. Volevo stare con lui. Non avevo mai desiderato altro. Vai dissi.

Qualche ora pi tardi, si stavano dirigendo in Arizona attraverso strade secondarie. Alla vista di un piccolo centro commerciale nella periferia di Phoenix, Alex entr nel parcheggio e scelse un posto mezzo nascosto dietro un cassonetto. Diedero unocchiata dentro le scatole di Cully e

passarono in rassegna il cibo che trovarono. Credi che baster? chiese Willow, in ginocchio sul sedile. Meglio se ne prendo dellaltro disse Alex con lo sguardo rivolto al supermercato accanto al centro commerciale. Vorrei che ne avessimo abbastanza da rimanere nascosti a lungo, in caso ce ne fosse bisogno. Willow fiss a sua volta il supermercato aggrottando le sopracciglia. Sar meglio che rimanga qui mentre tu vai a prendere quello che ci serve. Non ho pi il berretto per nascondere i capelli. Alex era certo che avesse ragione, ma il pensiero di lasciarla sola proprio non gli piaceva non ora che una descrizione del fuoristrada doveva essere pervenuta a ogni singolo membro della Chiesa degli Angeli del paese. Far in fretta disse. Prendi questa, ok? E cos dicendo mise una mano sotto la maglietta, estrasse la pistola e gliela porse. Lei sgran i suoi grandi occhi verdi. Alex, sai che non Per favore disse. Willow la prese con diffidenza, come se temesse che da un momento allaltro le spuntassero i denti e la mordesse. Non potrei mai usarla. Non importa, agitala solamente in direzione di qualcuno, se per caso ce ne fosse bisogno. Mi sento pi sicuro se so che ce lhai tu. Poi tir fuori il portafoglio e si mise a contare i soldi. Alla vista di tutte quelle banconote, Willow sollev le sopracciglia. Pos la pistola nel portaoggetti accanto a lei, facendo attenzione a non toccare il grilletto. Sei sicuro di non essere uno spacciatore? Alex scoppi a ridere. che non mi fido della CIA. lorto sempre con me dei contanti, nel caso fossi costretto a darmela a gambe. Guard comera vestita. Avrai bisogno di alcune cose, far pi freddo lass. Che taglia porti? Dimmi anche che numero di scarpe hai, cos ti prendo un paio di scarponi.

Willow glielo disse, ma con sguardo preoccupato. Mi compri tutto tu? Lui sorrise. Cos, non ti fidi di me? Lei si morse un labbro. Mmm scegli qualcosa a tinta unita, ok? Odio le scritte. Ah, e mi prendi anche uno spazzolino? Tinta unita, niente scritte, spazzolino ricevuto. Torno subito. Alex esit un secondo prima di uscire dallauto, guardandola con un pizzico dansia negli occhi. Sta gi. Che ne so fa finta di dormire. Lei annu ricambiando il suo sguardo con affetto. Non preoccuparti. Me la caver. Alex compr tutto pi in fretta che pot, caricando il carrello con quello che credeva gli sarebbe servito. Nel reparto di articoli sportivi acquist degli scarponi e dei sacchi a pelo termici per entrambi, un fornello da campeggio e bombolette del gas. Ma non era ancora finita, la parte pi difficile sarebbe stata scegliere qualcosa per Willow nel reparto abbigliamento. Fece del suo meglio e arriv alla cassa con una montagna dindumenti fra le braccia. Qualcuno qui ha fatto acquisti per la fidanzata? disse la cassiera. S, be fece Alex. Mentre lei passava i capi al lettore laser, gli cadde locchio su un espositore di gioielli dargento accanto alla cassa. Una delle collane aveva la catenina cos sottile da essere quasi invisibile e da essa pendeva una lacrima di cristallo sfaccettata che muovendosi rifletteva la luce. La sollev e se la rigir fra le mani. Gli ricordava langelo di Willow. Quando laveva visto stagliarsi contro il cielo, quellangelo gli era sembrato proprio di cristallo. Carina, vero? disse la ragazza. Scommetto che le piacerebbe un sacco aggiunse sorridendogli con due fossette sulle guance. Alex esit, non era sicuro che fosse una buona idea. Ma il

ricordo dellangelo di Willow il modo in cui laveva protetto dal pericolo continuava a passargli davanti agli occhi. Niente laveva cos commosso in tutta la sua vita. Inoltre, probabilmente si sarebbero ancora trovati nel nascondiglio per i loro compleanni, di l a qualche settimana. Sarebbe stato carino avere qualcosa da darle. Prese la collanina dallespositore. Puoi aggiungere anche questa? La ragazza la mise in una piccola scatola bianca imbottita. Non hai idea di quanti punti ti becchi con questa gli sorrise e fece per infilare la scatolina nel sacchetto insieme ai vestiti. Aspetta questa no disse Alex. Pag e sinfil la scatolina nella tasca dei pantaloni. Grazie. Tornando alla macchina, una strana sensazione lo assal. Gli torn in mente quello che era accaduto nel bagno. Era riuscito a stento a trattenersi dal baciare Willow. Ma come diavolo gli era saltato in mente? Doveva essere impazzito. Non aveva mai permesso a nessuno, nemmeno agli amici, di avvicinarsi troppo a lui, e con Willow aveva gi oltrepassato il limite. Non ne valeva la pena: ogni volta che teneva a qualcuno, finiva per perderlo. Eppure sentiva che non poteva tornare indietro. Non avrebbe voluto affezionarsi cos tanto ma sapeva di non poter fare altrimenti, non voleva pi stare senza di lei. Quando raggiunse il fuoristrada, con grande sollievo constat che Willow dormiva, rannicchiata, e che da fuori era quasi impossibile vederla. Rimase a guardarla per un po, gustandosi la sensazione di pace che gli trasmetteva. Ehi sussurr, chinandosi su di lei e sfiorandole una spalla dallapertura del finestrino. Lei apr gli occhi controvoglia e lo guard. Oddio, mi sono addormentata davvero. Poi si trascin fuori dalla macchina e lo aiut a caricare gli scatoloni pi leggeri sul retro del fuoristrada.

Attenta al braccio le disse lui lanciando unocchiata alla benda. Va meglio ora, solo indolenzito. Ho un bravo dottore. Poi le cadde locchio sul sacchetto dei vestiti e diede una sbirciatina dentro. Wow, un maglioncino rosso che carino. Secondo lui sarebbe stato dincanto con il colore dei suoi capelli, ma non lo disse, lo imbarazzava troppo. Scroll le spalle e continu ad accatastare scatole su scatole. Ti ho preso anche un altro berretto meglio che te lo metta. Lei obbed, nascose i capelli e si rimise gli occhiali da sole. Quando ebbero finito di caricare le provviste sullauto, lei gli chiese: Vuoi che guidi io per un po?. Non importa, torna a dormire se ti va. Willow, col capo reclinato da un lato, stava osservando il fuoristrada. No, no disse. Lo faccio volentieri. Alex fece una risatina. Ah, ho capito. Vuoi vedere com guidare una 4x4 gigante, giusto? Lei scoppi a ridere e gli occhi le si illuminarono. Be confess. Accomodati allora disse lui lanciandole le chiavi. Lei le prese al volo e un istante dopo era gi al volante che sistemava il sedile pi avanti. Alex pens che fosse davvero carina alla guida, ma subito scacci quel pensiero e si sedette accanto a lei allungando le gambe. Dopo una rapida occhiata allo specchietto retrovisore, Willow avvi il motore e usc dal parcheggio in retromarcia. Da che parte vado? Prendi la superstrada in direzione Nord, per ora la indirizz lui. Usciremo presto per imboccare delle stradine secondarie. Sinfil nella strada principale. Che bellezza disse scalando le marce in prossimit di uno stop. Va che un piacere. Ma non mi dire. Ancora meglio di una Mustang?

Sai qual la cosa pi triste? Che non capisci nulla. E detto questo, si volt e gli sorrise. Proseguirono in piacevole silenzio. Willow accese la radio, scegliendo una stazione di musica classica. Le note avvolgenti e ammalianti di un concerto di violino li cullarono. Va bene questa? domand lei. Alex aveva gli occhi semichiusi e le mani giunte sul ventre. S, mi piace la musica classica. Pap lascoltava ogni tanto. Vuoi per la musica, vuoi per i leggeri sobbalzi dellauto, per poco non si addorment. Poi ud la voce di Willow dire: Alex, scusa, puoi svegliarti?. Lui apr gli occhi, intontito. Lei stava fissando lo specchietto retrovisore con aria preoccupata. Dimmi che sto diventando paranoica disse. La Pontiac verde l dietro. Ci sta seguendo? Di colpo sveglio, Alex si volt a guardare. La Pontiac era una decina di macchine pi indietro. Che sta facendo? le chiese. Qualsiasi cosa io faccia, ci segue sempre alla stessa distanza. Ho provato ad accelerare un po, poi a rallentare, ma lei sempre l. Lanci di nuovo unocchiata allo specchietto. pur sempre una superstrada, non facile capire. Ma ho una brutta sensazione. E a lui bast. Ok, spostati sulla corsia esterna disse Alex. Un istante dopo, la Pontiac fece lo stesso. Mantieni questa velocit disse tenendola docchio. Poi alla prossima uscita, sterza allimprovviso ed esci. Willow annu stringendo forte il volante fra le mani. Dopo qualche chilometro avvist unuscita. Attese fino allultimo istante, poi sterz violentemente attraversando in un solo colpo tre corsie. Si udirono clacson suonare. La 4x4 sband imboccando la rampa e Willow cerc di riprendere stabilit. Alle loro spalle, la Pontiac cambi velocemente corsia ma non fece in tempo a uscire. Alex li vide passare oltre. Il loro tentativo era fallito.

Ok, appena puoi, rientra in superstrada, sempre in direzione Nord. Willow sgran gli occhi alludire quelle parole. Torno indietro? Ma Fidati. Fa come ti dico. Sebbene sembrasse poco convinta, obbed e allo svincolo seguente rientr in superstrada. Circa dieci minuti dopo, Alex vide la Pontiac sfrecciargli accanto nella direzione opposta. Era ovvio che avessero preso luscita successiva per tornare indietro e seguirli. Emise un bel sospiro. Bene. Ci sono cascati. Willow deglut. Li avremo seminati? Per ora s disse. Poi si volt a guardarla. Ehi, niente male come pilota. Niente male come trucchetto ribatt lei sorridendogli. Vi insegnavano anche Inseguimento Ravvicinato al campo? Alex esit. Me lha insegnato Cully disse alla fine. Faceva contrabbando quando viveva in Alabama. Avresti dovuto sentire le storie che ci raccontava. Poi si fece silenzioso, mentre il dolore lo pugnalava. Willow lo stava osservando. Mi dispiace disse piano. Era un tuo grande amico, vero? I ricordi iniziarono a scorrergli davanti Cully col sigaro in bocca che sorrideva a lui e a Jake nello specchietto retrovisore. Il modo in cui gli aveva messo un braccio sulla spalla per rassicurarlo mentre gli diceva Sei stato bravo. Sei stato bravo. Alex si schiar la voce. S, lo conoscevo da una vita. Era un bravo ragazzo. Poi tent di scherzarci su: Ecco un altro dei nostri argomenti deprimenti. Mi piacciono gli argomenti deprimenti disse lei dolcemente. A me no. E detto questo, si abbandon sul sedile e allung le gambe. Cerc di parlare di altro. Vuoi che ci fermiamo da qualche parte a prendere qualcosa da mangiare?

Ok disse Willow dopo un po. Quindi gli sorrise guardandolo di sbieco. Pausa caff, vero? Hai bisogno della tua dose di caffeina. Il calore del suo sorriso lo pervase, alleviando il dolore risvegliato dal ricordo di Cully. Allimprovviso sent il desiderio irresistibile di toccarla, di prenderle la mano che teneva sulla coscia e intrecciare le dita alle sue, o di scostarle i capelli dalle tempie. Cerc di non pensarci e incroci le braccia al petto. Eh s, lora del caff disse chiudendo gli occhi. Tu mi leggi nel pensiero.

CAPITOLO 14
Quella notte riposarono a turno, procedendo senza sosta in direzione Nord-ovest. Passarono dalla California al Nevada, per poi tornare in California, danzando sulla linea di confine, mentre si lasciavano il deserto alle spalle e iniziavano a scorgere le montagne della Sierra Nevada. Intorno alle sei di mattina, la strada si fece talmente ripida che Alex fu costretto a cambiare continuamente marcia mentre si arrampicava su per i tornanti. Per quanto non si riuscisse a vedere granch nella penombra dellalba, Alex sapeva bene che su un lato della strada si spalancava un precipizio profondo alcune centinaia di metri da cui li separava solo un esile guard rail. In alcuni punti i fanali illuminavano delle ammaccature, segno che qualche macchina doveva averci sbattuto contro. Finalmente, sul lato montuoso della strada, riconobbe lo spiazzo di roccia dura che aveva trovato con Jake quella volta in cui erano andati in campeggio. Facendo affidamento sulle quattro ruote motrici, Alex sterz uscendo dalla strada e il veicolo cominci a risalire la collina, obbediente. Un istante dopo, superarono una curva, ormai non pi visibili dalla via principale. Willow sussult e sollev la testa. Dove siamo? domand assonnata con i capelli arruffati. Alex si volt e la osserv un istante: aveva unaria cos dolce e indifesa. Non siamo ancora arrivati le rispose. Dormi un altro po. Ma lei inizi a stiracchiarsi e si raddrizz sul sedile per guardare fuori dal finestrino. Il posto quass? S, tra una ventina di chilometri, fra le montagne. Torn a concentrarsi sul percorso, era peggio di come se lo ricordava,

persino a bordo di una macchina come quella. Procedevano lentamente, mentre la 4x4 li sballottava di qua e di l. Dopo pi di unora giunsero in una valle, a diversi metri daltitudine. Fra le rocce spuntavano imperterriti alcuni arbusti e fili derba. Alex parcheggi. Si trovavano in una specie di conca scavata nella pietra. Intorno a loro, il sole inizi a tingere le vette di una luce dorata, come se risplendessero dallinterno. bellissimo disse Willow scuotendo la testa, piena di stupore. un campeggio? Pi o meno. Scendendo dal fuoristrada, Alex si sent felice come non lo era da tempo. Laria era ta lmente fredda da travolgerti come una scarica dadrenalina. Ti schiariva le idee e ti faceva sentire vivo. Rivolse a Willow un ampio sorriso. Forza, ora di mettersi gli scarponi. Li indossarono e lei sinfil anche il maglione rosso. Alex aveva ragione, le stava benissimo. Che posto fantastico continuava a ripetere lei dolcemente, osservando la foschia mattutina diradarsi nella valle e le cime dei monti coperte di alberi sempreverdi svettare nel cielo. Poi si volt a guardare il fuoristrada. Aspetta, non dirmi che dobbiamo portarci dietro tutta quella roba. Eh s, ma non siamo lontani. Alex prese una scatola e Willow fece lo stesso. Cera un piccolo sentiero che si arrampicava in alto nel sottobosco, puntando verso Nord. Lo imboccarono e iniziarono a farsi strada fra i pini. Dopo un centinaio di metri, giunsero a una radura attraversata da un ruscello. Una piccola casetta cadente, che pendeva leggermente da un lato, apparve alla loro vista. Oh! esclam Willow arrestandosi di colpo. Alex, cos questo posto? Tenendo la scatola in equilibrio su un braccio, Alex apr la porta, entr nella casetta e la pos sul tavolo. Willow lo segu con gli occhi sgranati. Labbiamo costruita io e Jake, pi o meno disse.

Davvero? Alex annu. A volte ci fermavamo a fare campeggio per un paio di giorni, di ritorno da una battuta di caccia. Quando lo trovammo, questo posto stava cadendo a pezzi. Ci tornammo un paio di volte e lo rimettemmo in piedi. Guardandosi intorno, Alex si rese conto di quanto la casa fosse malridotta. Cera del muschio sulle pareti e sembrava che qualche uccello avesse scelto il letto per sistemarci il proprio nido. Sempre meglio che starsene l fuori a farsi sparare addosso. A Willow brillavano gli occhi. Sei un genio disse entusiasta, posando la sua scatola accanto a quella di lui. Nessuno ci trover qui. Lui sorrise. La casetta era la loro unica speranza ed era felice che a lei piacesse. Non parlare forte, senn crolla il tetto. Continuarono a trasportare dentro le loro cose, facendo avanti e indietro dal fuoristrada. Willow si sfil il maglione e se lo leg alla vita. Chiss chi ci viveva prima disse andando a fare un altro carico. Aveva le guance rosse per lo sforzo. Probabilmente un cercatore doro rispose Alex, percorrendo il sentiero in salita con una scatola sulla spalla. C un aggeggio di legno sul retro, forse lo usava per estrarre loro. Un cercatore doro? Ci sono ancora persone che lo fanno? Credo di s mollano tutto e partono in cerca di fortuna. L, in mezzo al nulla, con solo il cielo e le montagne a far loro compagnia, Alex poteva capire il perch di una scelta del genere. Se al mondo non ci fossero stati gli angeli, anche lui sarebbe stato tentato di prendere quella strada. Quando ebbero portato tutto nella casetta, Alex recuper unascia da campeggio da una delle scatole, torn alla macchina e con laiuto di Willow la nascose perch non si vedesse dallalto. Tagliarono via dei sottili rami appuntiti dai pini circostanti e li legarono insieme a mo di rete, fis sandoli

con una corda al tettuccio e al cofano del fuoristrada. Terr? chiese Willow indietreggiando di qualche passo per ammirare il lavoro fatto. Alex ripose lascia nella valigetta di pelle. Dovrebbe bastare. Verremo a controllare ogni tanto, giusto per essere sicuri. Lei scosse la testa guardandolo meravigliata. Sai, a me non sarebbe nemmeno venuto in mente di nascondere la macchina. Lui si mise a ridere. S, ma se si rompe sei tu quella che la ripara ti ho comprato una cassetta degli attrezzi, in caso servisse. Si arrampicarono su per il sentiero per far ritorno alla casetta. Lambiente angusto straripava di scatole e sacchetti. Alex inizi a fare ordine, felice di occupare la mente per un po. Allimprovviso, infatti, era diventato troppo consapevole di trovarsi solo con Willow in quello spazio minuscolo. Willow lo aiut a impilare le scatole di cibo lungo una parete della casetta. Si era fatta silenziosa da quando erano entrati, e pi di una volta laveva sorpresa mentre lo guardava con aria preoccupata. Dopo qualche minuto, quel silenzio minacci di soffocarlo. Cos si schiar la voce e disse: Ho comprato anche un fornello da campeggio e delle bombole del gas per cucinare non sar il massimo ma. No, va benissimo disse Willow. Gli lanci unocchiata e distolse subito lo sguardo, arrossendo. Poi si volt di scatto e mise in un angolo la sua borsa di vestiti, chiudendola. Alex fece per dire qualcosa ma cambi idea. In quellistante cap: anche lei provava qualcosa per lui. Non se ne era reso conto prima. Persino quando era stato sul punto di baciarla non era riuscito a capire bene cosa provasse lei ma a parte questo aveva intuito di piacerle, nonostante allinizio si fosse comportato come un idiota nei suoi confronti. Ora per

Non cambia nulla. Si disse Alex, sconvolto. solo una stupida supposizione. Tuttavia, rimase immobile a fissarla mentre il mondo intorno a loro sembrava dileguarsi. Sapendo che la stava guardando, Willow si raddrizz sistemandosi una ciocca di capelli dietro lorecc hio. Credi che potrei vorrei tanto lavarmi e cambiarmi i vestiti ma Alex torn immediatamente in s. Eh s, c un ruscello qui accanto, ma lacqua gelida. E non abbiamo asciugamani. Dannazione. Perch non ci aveva pensato? Non importa disse Willow. User una maglietta per asciugarmi. Alex ne prese una vecchia dalla borsa. Tieni, usa questa. Le loro dita si sfiorarono quando lei gliela prese di mano. Grazie. Mentre Willow andava a recuperare qualche vestito pulito dal sacchetto, lui distolse lo sguardo fingendo di armeggiare con il fornello. Ma non cera nulla con cui armeggiare, andava collegato alla bombola e basta. Davanti alla soglia, Willow si ferm. Fra le braccia teneva unordinata pila di vestiti con in cima una saponetta GoodRest. Aveva la sua maglietta sotto un braccio, insieme al rotolo di carta igienica che lui aveva comprato. Per fortuna a quello aveva pensato. Immagino che il bagno sia fuori, giusto? disse a disagio. Ah s scusa rispose Alex alzandosi in piedi. Non devi scusarti! Questo posto fantastico. Tu sei fantastico. Il volto di Willow si tinse di rosso. Poi abbass il capo e si affrett a dire: Allora vado al ruscello. E se ne and richiudendo delicatamente la porta dietro di s. Alex emise un sospiro di sollievo. Senza sapere perch, sistem di nuovo le scatole, cos che alla fine quelle che erano in cima finirono in fondo e viceversa. Sentiva un estremo bisogno di fare qualcosa che implicasse sforzo fisico in quel momento tipo una quindicina di chilometri sul tapis roulant o un centinaio di ripetizioni alla macchina per i bicipiti.

Dopo una ventina di minuti, la porta si apr e riapparve Willow con sguardo esagitato. Oh mio Dio, dicevi sul serio. Era gelido! Indossava i jeans e il maglione rosso, da cui spuntava una maglietta azzurra. Alex sorrise, felice di sentirla scherzare. Non dire che non ti avevo avvertita. Ho appeso la tua maglietta a un ramo disse, e si accovacci per rimettere le sue cose nel sacchetto. Quello sar il nostro asciugamano, ok? Va bene. Allora disse rialzandosi con una risatina. Erano appena le dieci del mattino, avevano tutta la giornata davanti. Per evitare che la tensione aumentasse di nuovo, Alex disse: Ehi, sai giocare a carte?. E cos dicendo, infil una mano in uno scatolone. Ne ho comprato un mazzo. Willow lo guard con un sopracciglio sollevato e si sedette al tavolo. Sei sicuro di volerci riprovare, vista la figura che hai fatto al gioco della monetina? Io so giocare.1 Uno, va bene? Uno? disse lui trattenendo a stento una risata. S, credo di potercela fare. Cera una scatola appoggiata sullaltra sedia traballante. Alex la spost e trascin la sedia alla destra di lei lunico punto della stanza in cui cera ancora un po di spazio. Poi liber il mazzo dalla plastica, e la pellicola crepit fra le sue mani mentre la metteva via. Sai giocare solo a Uno? E a Blackjack? O a Poker? Lei scosse la testa con un sorriso. I capelli sciolti le si agitarono sulle spalle. Spiacente. Ho avuto uninfanzia difficile. Ramino? Un po. Prima ti insegno a giocare a blackjack disse, passando in rassegna le carte per eliminare i jolly. molto semplice. Le carte frusciavano mentre le mischiava. Ne distribu due a testa,

lanciandole sul tavolo con mano esperta. Come mai non mi sorprende che tu sia un mago delle carte? Willow raccolse le sue dal tavolo. Lui scroll le spalle e abbass lo sguardo, cercando di non pensare a come le si illuminava il viso quando sorrideva. Giocavamo sempre, al campo. Non che ci fosse molto altro da fare la sera senza tv, a parte ascoltare i coyote che ululavano Ok, do le carte io questo giro e il tuo scopo battermi. Lobiettivo avvicinarsi il pi possibile a ventuno, senza superarlo. Aspetta, ci serve qualcosa con cui scommettere Scostando la sedia, inizi a rovistare in una delle scatole del cibo e ne estrasse una confezione di M&Ms. Con una fitta al cuore, ricord quanto Cully ne fosse goloso. Perfetto disse Willow quando la vide. Ecco la nostra colazione. Non aveva tutti i torti. Di colpo Alex si rese conto che stava morendo di fame. Apr il pacchetto, ne prese una manciata e glielo pass. Ok, allora, le figure valgono dieci punti, lasso sia uno che undici e il resto quel che . E si ficc un M&Ms marrone in bocca. Willow sembr pensarci un po su, masticando con lo sguardo abbassato sulle carte. E bisogna arrivare a ventuno, giusto? Giusto. Ok. Scopr le carte. Alex grugn e scoppi a ridere quando vide che aveva in mano un re e un asso. Lasso vale undici punti, grazie disse lei rivolgendogli un sorriso. Cosa vinco? Ok, lhai voluto tu. Vinci che adesso smetto di fare il cavaliere e inizio ad arrabbiarmi. Poi mischi di nuovo le carte e mise gi il mazzo sul tavolo davanti a lei. Ora le dai tu. Non so bene perch insista a mettermi in queste situazioni con te. Lei lo guard di sbieco e prese in mano il mazzo. Perch sei un masochista, ovvio.

Giocarono per ore, fermandosi ogni tanto a chiacchierare. Come in virt di un tacito accordo, nessuno dei due parl degli angeli. Non fecero altro che raccontarsi storie a vicenda. Alex scopr cos che a Willow piaceva cucinare e che in autunno faceva addirittura la marmellata in casa. Lui le rivel la sua passione segreta per lastronomia e come la notte allaccampamento gli piacesse stendersi sulla sabbia per guardare le stelle. Dopo un po, si scaldarono dei fagioli per pranzo e li mangiarono direttamente dalle scatole con delle forchette di metallo da campeggio. Ricordandosi di aver visto nelle scatole di Cully delle confezioni di birra da sei, Alex ne prese una e usc per immergerla nellacqua fresca del ruscello. Abbiamo anche il frigo disse Willow seguendolo fuori. Eh s, ci sono tutti i comfort. Alex si rialz in piedi e si stiracchi, sentendosi rigido dopo tutte quelle ore trascorse a sedere. Vuoi andare a fare una passeggiata? Sinfilarono gli scarponi ed esplorarono larea intorno alla casetta per tutto il resto del pomeriggio, seguendo diversi sentieri. La compagnia di Willow lo rilassava: parlavano quando avevano voglia di parlare e stavano zitti quando volevano gustarsi il silenzio, assorti nei propri pensieri. Osservando il suo profilo mentre erano seduti su un masso, intenti ad ammirare il paesaggio, Alex si rese improvvisamente conto di non essersi mai sentito cos a suo agio con nessun altro in tutta la sua vita. Gli sembrava di conoscerla da sempre. No, meglio. Era come se lei fosse parte di lui. Rest in silenzio mentre tornavano alla casetta. Quando giunsero al ruscello, Willow lo precedette e si accovacci per controllare le lattine di birra. Ti comunico con grande piacere che il nostro frigorifero funziona disse guardandolo con un sorriso da sopra la spalla. Ne vuoi una? S, grazie. Lei gli pass una lattina e rimise il resto della confezione a bagno nel ruscello, appoggiandola a una pietra. Tu non ne vuoi? le domand lui, mentre si toglievano gli

scarponi allingresso della casetta. Lei fece cenno di no. Non bevo molto, mi fa venire sonno. Semmai ne prender un sorso dalla tua. Si rimisero a giocare a carte e si scaldarono qualcosa non appena la fame inizi a farsi sentire. Poi si fece buio e Alex accese la lanterna da campeggio che aveva comprato posandola al centro del tavolo. Al ritorno dal bagno, al posto dei jeans Willow indossava un paio di pantaloni della tuta blu. Sto un po pi comoda, cos si giustific, e torn a sedersi al tavolino, alla sua sinistra. Erano passati al ramino e si stavano giocando dei fiammiferi, dato che le M&Ms erano finite. Willow raccolse le sue carte e si mise a studiarle abbandonata contro lo schienale, con una gamba sollevata e il piede nudo in bilico sul bordo della sedia. Alex la osserv. Teneva la bocca socchiusa e, mentre rifletteva, si passava un dito sui denti inferiori. Si era raccolta i capelli in una morbida crocchia alla base della nuca e una ciocca le ricadeva sulla spalla, brillando alla luce della lanterna. A un tratto, tutte le sue resistenze iniziarono a crollare. Non farlo, pens. Te ne pentirai. Non gliene importava pi. Incapace di controllarsi, lentamente allung una mano e gliela pos sul piede. Willow abbass lo sguardo, sconcertata. Si fissarono negli occhi per un po. Era cos piccolo quel piede, sotto la sua mano. Lo accarezz piano con il pollice, percependo il calore della sua pelle e il sangue che le pulsava nelle vene. Si sent precipitare. Non vedeva altro che lei. Willow sembrava sul punto di mettersi a piangere. Alex Lui si avvicin ancora di pi, le prese il viso fra le mani e la baci. Aveva labbra calde e soffici. Con un piccolo gemito, Willow ricambi il bacio gettandogli le braccia al collo. Alex

sent i suoi capelli che, ricadendo in avanti, gli sfioravano le mani. Scoppiava di felicit. Willow. Mio Dio, Willow. Lei si scost un po. Alex, aspetta ne sei sicuro ? Io sono per met angelo e questo non posso cambiarlo Per poco non si mise a ridere. Sta zitta le sussurr sulle labbra. Con un tavolo in mezzo non era facile. Cos Alex le pass delicatamente un braccio sotto le ginocchia e la sollev stringendosela in grembo mentre si baciavano. I suoi lunghi capelli gli solleticavano il viso e lui fece per scostarli accarezzandoli dolcemente, mentre sentiva il cuore che batteva forte contro quello di lei. Si staccarono e restarono immobili a guardarsi, increduli. Alex avrebbe voluto smettere di sorridere, ma non ci riusciva. Sei cos bella disse a bassa voce. Willow scosse la testa, come stordita. Gli pos una mano sul viso e mentre tracciava la linea delle sue sopracciglia con le dita, lui si sent tremare. Non credevo che potesse succedere disse lei e deglut. Ma in un certo senso lo desideravo. Anchio confess Alex. Non riusciva a smettere di guardarla, era come se fosse la prima volta che la vedeva. Le fece scivolare la mano lungo il braccio. Al solo contatto con la sua pelle, il respiro gli si blocc in gola. Dal primo momento in cui ti ho vista. Willow spalanc gli occhi. Ma se mi odiavi Alex non riusc a trattenersi: con le labbra le sfior prima il collo, poi la guancia. No, non vero mormor. Non ti ho mai odiata. E anche quando credevo di doverlo fare, mi sentivo cos attratto da te che a malapena riuscivo a starti vicino. Stavo per impazzire negli ultimi giorni. Lei si abbandon un po allindietro. Tu davvero? Non pensavo lho sospett ato per un attimo solo quando ci siamo fermati nella piazzola a riposare. Era cos sconvolta che lui scoppi a ridere. E tu saresti

sensitiva davvero non sapevi cosa provavo? No! sbott lei con una risatina. Ero troppo quando mi toccavi, riuscivo a malapena a respirare, a pensare. Credevo che mi stessi semplicemente rassicurando, che volessi essere mio amico. Intrecci le dita alle sue, stringendole forte la mano. Fidati, lamicizia era proprio lultima cosa che avevo in mente in quel momento. Morivo dalla voglia di baciarti. Lei indugi un istante. Perch non lhai fatto? Perch sono un angelo? Alex scosse la testa. Non ci penso da giorni. Era solo perch Non riusciva nemmeno pi a ricordare come mai aveva pensato che fosse una cattiva idea. Perch sono un idiota, ecco. Willow sedeva perfettamente immobile. Intorno a loro cera solo il bagliore proveniente dalla lanterna e il silenzio assoluto delle montagne. Allora non ti preoccupa? Sapere che sono quello che sono, intendo. Alex sent una fitta al petto. Le prese la testa fra le mani e la baci con trasporto, premendo forte le labbra contro le sue. Willow, a me importa solo che tu sia tu e che tu sia con me. Non chiedo altro. Sul serio? sussurr lei con gli occhi lucidi. Lui si mise a ridere e le scost i capelli dal viso. Ehi, guarda che quello fortunato sono io, te ne rendi conto? Tu sei incredibile assolutamente incredibile. Mi piace tutto di te. Willow deglut. Sono fortunata anchio, se per questo. Gli sfior i capelli, sporgendosi cautamente verso di lui, e Alex la prese fra le braccia abbandonandosi a quella nuova sensazione. Il calore delle sue labbra, il lieve peso di lei sulle gambe, il suo profumo. Alex fece scivolare la mano gi, lungo la schiena di lei, mentre continuavano a baciarsi, imparando a conoscere la linea che disegnava la sua spina dorsale sotto il maglione. Non ne avrebbe avuto mai abbastanza, mai.

Poi Willow si allontan. Wow disse frastornata. persino meglio di quanto immaginassi. Alex le teneva ancora le braccia intorno alla vita, dovette mettercela tutta per resistere alla tentazione di stringerla di nuovo a s e ricominciare a baciarla. Ma riusc a controllarsi e le sorrise. Dici con me o in generale? In generale rispose. Ma ho limpressione che con te sia stato davvero speciale. E cos dicendo, torn fra le sue braccia, lo guard con gli occhi che le brillavano e il sorriso sulle labbra. Poi allung una mano e gli sfior lo zigomo. Sei cos bello lo sai? In quel momento lui sapeva solo che non si era mai sentito tanto felice. La guard, incapace di realizzare quanto fosse appena accaduto il fatto di essere l insieme e di sapere finalmente che anche lei provava gli stessi sentimenti per lui. Vieni qui le disse piano. E stringendola forte, inizi a cullarla fra le braccia. Rimasi a lungo seduta fra le braccia di Alex, ad ascoltare il battito del suo cuore con lorecchio appoggiato alla maglietta. Fuori cera un silenzio assoluto, rotto di tanto in tanto dal lontano lamento di un gufo. Faticavo a credere che fosse tutto vero che fossi effettivamente l, con lui. Avevo il cuore cos pieno di gioia che quasi mi faceva male. Dopo un po Alex si mosse e mi resi conto che eravamo seduti su quella rigida sedia di legno da una vita. Mi raddrizzai. Dovremmo andare a letto dissi con un filo di voce. Poi mi resi conto di cosa avevo appena detto e mi andarono in fiamme le guance. Alex sirrigid. Deglutii a fatica. Volevo dire che tardi e siamo entrambi stanchi Hai ragione disse. Poi mi prese la mano accarezzandone dolcemente il palmo col pollice e io mi sentii mancare. Non so quanto riuscir a dormire sapendoti nella stessa stanza,

ma va bene. Vuoi dormire tu nel letto? Io mi metto in terra. Esitai, dando unocchiata al pavimento. Mmm va bene. Non volevo che smettesse di toccarmi nemmeno per un minuto, ma non sapevo come dirglielo. Mi venne quasi da ridere per il solo fatto di sentirmi cos delusa le sue mani su di me erano gi diventate una droga di cui non potevo pi fare a meno. Mio malgrado, dovetti alzarmi in piedi. Ma lui mi strinse di nuovo e mi tir a s per darmi un altro bacio. Ehi, non avere tanta fretta bisbigli con un sorriso malizioso. Sorrisi anchio mentre le nostre labbra sincontravano e la felicit mi scorreva dentro come un fiume in piena. Ti amo, Alex, pensai mentre lo baciavo. Ti amo tanto. Non posso credere che dora in poi potr farlo ogni volta che vorr mormor lui mentre ci separavamo. Lo sguardo che aveva negli occhi era lo specchio dei miei sentimenti, caldo e pieno di stupore mentre assaporava quello che stava accadendo fra noi. Sappi che non riuscirai a fare altro nelle prossime settimane. O mesi, anzi anni. Anni. Il mio cuore fece un balzo, sperando che avesse ragione. Non che mi dispiaccia dissi timidamente. Quando Alex usc per cambiarsi, tirai fuori uno dei sacchi a pelo dalla sacca di nylon e lo sistemai sul letto, desiderando tanto di condividerlo con lui. Arrossii al solo pensiero di passare la notte stretti luno allaltra. Ma scacciai quellidea con un sospiro, mi sfilai il maglione rosso che mi aveva comprato e rimasi con solo maglietta e slip addosso. Mi cadde locchio sulla benda che mi avvolgeva il braccio. Sprofondando nel letto, la sfiorai ripensando ai movimenti delle dita di Alex quando me laveva messa. Di colpo la porta si spalanc facendomi sussultare. Alex entr indossando solo i pantaloni neri della tuta. Trasalii alla vista del suo petto nudo. Ho scordato la maglietta disse, un po imbarazzato. La sua borsa era accanto al letto. Mentre attraversava la stanza,

rimasi in silenzio ad ammirare la luce della lanterna giocare con la sua pelle. Alex si accovacci accanto alla borsa in cerca di una maglietta. Ero come ipnotizzata dallo spettacolo di quella luce dorata che illuminava i movimenti dei muscoli della sua schiena e delle sue spalle. I suoi capelli scuri si arruffavano allaltezza del collo abbronzato. La curva della spina dorsale era per met immersa nellombra. Non riuscii a fermarmi. Come in stato di trance, allungai la mano e toccai la scritta nera AK sul suo braccio. Aveva la pelle calda. Al solo contatto mi sentii attraversare da una scossa elettrica. Il tempo si ferm, non osavo nemmeno respirare mentre con le dita seguivo i contorni di quelle lettere e il profilo del suo bicipite. Come mossa da una forza a me estranea, la mano continu a salire fino alla spalla, soffermandosi sul contrasto fra la tensione dei muscoli e la morbidezza della pelle. Rannicchiato sul pavimento, Alex si muoveva a malapena mentre lo toccavo, era come se stesse a sua volta trattenendo il respiro. Poi i nostri sguardi sincontrarono e ritirai velocemente la mano abbozzando un sorriso, mentre il cuore mi esplodeva nel petto. Scusa, ma volevo farlo sin da quella notte nel motel. Aggrott le sopracciglia e si mise a sedere sul letto vicino a me. Davvero? Non ce lavevi con me? Scossi la testa. No cio avrei voluto, ma in fondo ho sempre saputo che non riuscii a terminare la frase, sentendomi le guance in fiamme. Stavo per dirgli che lo amavo, ero stata quasi sul punto di farlo. Che? mi incit a continuare. Nella penombra i suoi occhi sembravano pi scuri, i capelli quasi neri. Non riuscivo a guardarlo. Cos incrociai le braccia e rivolsi lo sguardo verso il tavolo su cui giacevano ancora le carte sparse qua e l e la lanterna con la sua luce fioca. Quando mi misi la tua maglietta per la notte, sentii qualcosa. Indossandola, percepii la tua essenza.

Il mondo tacque. Eravamo seduti a pochi centimetri di distanza luno dallaltro, ma senz a toccarci. Fuori si udiva solo il sibilo del vento fra gli alberi. Coshai sentito? mi chiese a voce bassa. stato come essere di nuovo a casa confessai. Lo guardai e mi venne meno il respiro. Mi stava fissando dritto negli occhi. Willow sai quando dicevi che non eri riuscita a capire cosa io provassi laltro giorno? Annuii e lui mi afferr la mano posandosela sul suo petto. Lo capisci ora? mi chiese. Il cuore gli batteva forte sotto la mia mano. Il mio non era da meno, tanto che mi riusciva persino difficile pensare lucidamente. Allora chiusi gli occhi, feci un respiro profondo per calmarmi, poi un altro per schiarirmi le idee, per sentire quello che Alex stava davvero provando in quel momento. Allinizio avvertii solo i nostri respiri caldi poi, allimprovviso, unondata mi travolse. Anche lui era innamorato di me. Aprii gli occhi. Alex si teneva la mia mano sul petto, guardandomi, con lespressione pi seria che gli avessi mai visto dipinta in volto. Incapace di parlare, tolsi la mano e gli gettai le braccia al collo. Lui mi cinse la vita chinando il capo sul mio. Te lo giuro disse con voce roca. Lo so gli sussurrai. Anchio. Restammo stretti luno allaltra per un po, col cuore in gola. Avevo gli occhi chiusi e il viso premuto forte contro la curva tra il suo collo e la sua spalla. Alex. Quella gioia era cos grande da infondermi dentro unimmensa serenit: era come se avessi trovato quello che cercavo da una vita e finalmente mi sentii completa. Dopo un lungo istante, riaprii gli occhi e mi resi conto che ceravamo quasi addormentati. Alex era appoggiato alla parete della casetta e mi stringeva ancora. Mi mossi e si svegli.

ora di dormire disse dandomi un bacio. No, non andartene mormorai stringendolo pi forte. Resta con me. Sentii che sorrideva mentre mi baciava. Ok, vado solo a spegnere la luce disse piano. Gli tenni le braccia intorno alla vita pi a lungo che potei, poi mise un piede gi dal letto e afferr la lanterna. Un secondo e il buio cal nella casetta. Ci raggomitolammo insieme dentro il sacco a pelo, stretti stretti, ad ascoltare il rumore del vento nella notte. Il letto era piccolo, era un po come stare in bilico su un trampolino ma con la testa sul suo petto, fra le sue braccia, non mi ero mai sentita cos al sicuro e protetta. Mi accarezzava i capelli nel buio. Ti danno fastidio? domandai. No, li adoro, sono talmente morbidi. E cos dicendo, ci pass attraverso le dita giocherellando delicatamente con alcune ciocche. Comunque avevo ragione, disse a un tratto i ragazzi di Pawntucket sono dei completi idioti. Sorrisi. Mi avresti invitata al ballo, se fossi andato alla Pawntucket High? Come no disse. Saresti stata cos bella ancora pi del solito. Il calore mi pervase. Sollevai la testa cercando di vedere i suoi occhi nelloscurit. Ne sei proprio convinto, eh? Cosa, del fatto che sei bellissima? chiese Alex, sorpreso. Ne sono certo. La prima volta che ti ho vista, indossavi i pantaloni rosa del pigiama e una maglietta grigia, stavi facendo il caff non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. Deglutii sentendolo parlare con quel tono. Non potevo credere che ricordasse cosa indossavo. Quando ti ho vista, non avrei voluto far altro che questo. E mi pass un dito sulle labbra. Poi mi prese la mano e la baci. Restammo in silenzio, mentre Alex continuava ad accarezzarmi i capelli. Mi sentivo cos protetta fra le sue

braccia che cominciai lentamente a scivolare nel sonno. Sbadigliando, mi rannicchiai contro di lui e lo sentii baciarmi la testa. Te amo, Willow disse dolcemente. Riemersi subito dal torpore, sorridendo maliziosa nelloscurit. Sei sicuro? sussurrai. Intuii che anche lui stava sorridendo. Secondo te? Lo abbracciai, baciandolo sul collo e mi domandai se fosse mai morto nessuno di felicit. Te amo, Alex.

Si direbbe che una casetta in mezzo al niente, senza tv, n elettricit, sia il luogo giusto per iniziare a dare i numeri. Ma per me fu lesatto opposto. Stare l con Alex, senza dovermi preoccupare di nientaltro se non di rilassarmi e dimenticare che mezzo mondo ci stava dando la caccia, fu semplicemente magico. Quella mattina, dopo aver dormito insieme, mi svegliai e me lo ritrovai accanto, disteso su un fianco con la testa appoggiata a una mano, che mi osservava dallalto, sorridendo. Mi vennero i brividi, era come svegliarsi e ricordarsi che era Natale. Buongiorno dissi guardandolo negli occhi. Sembravano totalmente azzurri nella luce del mattino. Il mento era ricoperto da un filo di barba. Buongiorno. Vidi i suoi muscoli tendersi mentre si chinava per darmi un bacio. Un lungo, profondo, lentissimo bacio. Odorava di sonno, un odore caldo che sapeva di lui. Stavo perdendo la testa. Questo s che un bel modo di svegliarsi dissi quando il bacio termin. Alex mi accarezz la guancia con il dorso della mano. Cos come aprire gli occhi e ritrovarmi accanto a te. Credevo di sognare. Era un bel sogno? domandai. Lo guardavo e non riuscivo

a smettere di sorridere. Lui si mise a ridere, aveva i capelli scompigliati. Oh, s. Proprio un bel sogno. Restammo a letto ancora un po, avvolti dal calore del sacco a pelo, ad ascoltare i primi uccellini del mattino cantare. I raggi del sole filtravano dalle crepe sulle pareti. Allora, cosa ti andrebbe di fare oggi? mi chiese Alex dopo un po. Stare con te risposi subito. Lui mi solletic il volto con una mia ciocca di capelli. Non che tu abbia alternative. Anche se le avessi, sceglierei lo stesso di stare con te. Felice di poterlo toccare liberamente, gli passai una mano sul petto. Sceglierei sempre te. Quel giorno andammo a esplorare la zona oltre la casetta. Da lass la vista era spettacolare montagne su montagne che si spiegavano sotto i nostri piedi come se ci trovassimo su un aeroplano. Ci sedemmo su una piccola sporgenza ad ammirare le vette assolate e le ombre che le nuvole proiettavano su di loro. Non bellissimo? disse Alex in tono sereno. Adoro i posti come questo. Pi del deserto? domandai dandogli un colpetto con la spalla, e lui mi cinse con un braccio. diverso. Il deserto lespressione del vuoto, ma bellissimo dovresti vederlo quando c una tempesta, mentre i fulmini colpiscono il terreno. Questo, per potrei restare a fissarlo per tutto il giorno. Lespressione che aveva mentre guardava le mo ntagne mi fece stringere il cuore. Mi girai e lo baciai, lui ricambi, stringendomi forte con un braccio. Scoppiai a ridere quando allimprovviso mi sollev e mi prese sulle gambe, raggiante. Oppure potrei restare a guardare te per tutto il giorno mormor abbassando lo sguardo su di me. Cera una tale pace nella casetta, con solo le montagne, il

cielo e il grido di un falco che passava di tanto in tanto a farci compagnia. Entrambi sapevamo che non saremmo potuti rimanere l per sempre, ma giorno dopo giorno fingevamo di credere che fosse possibile che non ci fossero angeli a infestare il mondo, n fanatici della Chiesa pronti a ucciderci. A volte riuscivo a dimenticare tutto questo. La casetta era una sorta di zona franca, dove stare al sicuro dai problemi che ci affliggevano. Alex e io trascorrevamo la maggior parte del tempo insieme, a fare lunghe passeggiate o a giocare a carte. Passammo un pomeriggio intero al ruscello a far rimbalzare delle pietre sul pelo dellacqua e un altro a capire come si usasse laggeggio per cercare loro che si trovava sul retro della casetta. Funzionava cos: si prendeva della fanghiglia dal ruscello, e poi si filtrava passandola al setaccio. Qua e l lungo la sponda si vedevano ancora le buche scavate dal cercatore doro che in passato si era accampato in quella zona. Chiss se il tizio che abitava qui ha mai trovato qualcosa dissi divertita, sfiorando il setaccio. Stava marcendo, il legno tendeva ormai al grigio. Alex, accovacciato a terra, stava esaminando il filtro arrugginito su cui si versava la fanghiglia. Spero proprio di s, dopo tutta la fatica che deve aver fatto. Poi mi guard con un sopracciglio sollevato. Ehi, ma perch ne parliamo entrambi al maschile? Magari era una cercatrice doro. Mi venne da ridere. Pu anche essere. Wow, non pensavo di essere cos sessista. Lui scosse la testa. Dovresti fare attenzione. Altrimenti rischi di essere buttata fuori dal club delle Esperte di Motori. Non starai mica pensando di fare la spia? Mmm non so. E cos dicendo, Alex si alz in piedi e si pul le mani sui jeans lanciandomi unocchiata maliziosa. Quanto sei disposta a pagare per il mio silenzio? Gli gettai le braccia al collo e lo tirai a me per dargli un

bacio. Intorno a noi si udiva solo il flusso del ruscello e il lamento di un falco in lontananza. Pu bastare? Ah. Neanche per sogno disse Alex, e le sue labbra calde sfiorarono le mie. Quando ci separammo, lanci unocchiata al setaccio e si mise a ridere. Probabilmente era un vecchio orso barbuto che masticava tabacco e puzzava da far schifo. Con le braccia ancora intorno alla sua vita, sollevai lo sguardo e gli sorrisi. Accanto a lui ero felice, di una felicit dolce e rassicurante. Non mi sentivo cos da quando ero bambina. Ti amo dissi. Nei quattro giorni che avevamo trascorso l, quella era la prima volta che glielo dicevo nella nostra lingua. Le parole mi scivolarono fuori dalle labbra. Alex mi fiss, immobile, con i capelli agitati dalla brezza leggera. Per un istante riuscii a captare unondata delle emozioni che stava provando e per poco non mi misi a piangere. Delicatamente mi prese il viso fra le mani e mi baci. Anchio ti amo disse con le labbra sulle mie.

CAPITOLO 15
Il tempo passava e noi trascorrevamo le giornate a parlare le ore sembravano non bastare mai per tutto quello che avevamo da dirci e volevamo scoprire luno dellaltra. A volte mi ritrovavo a fissarlo, ancora incapace d credere che fosse tutto vero. Spesso alzavo lo sguardo e lo sorprendevo a osservarmi. Di notte dormivo fra le sue braccia e mi sentivo al sicuro, protetta. Di giorno mi svegliavo e lui era il sole. Vivere insieme era cos semplice. Andavamo daccordo, anche sugli aspetti pi insignificanti, come per esempio quando pulire la casa circa ogni due giorni, cio quando non cera nemmeno pi lo spazio per muoversi o su chi dovesse fare cosa. Non che ci fosse molto da sbrigare in effetti. Solitamente io cucinavo cio scaldavo il cibo in scatola e lui puliva, dopo. Per il resto non pensavamo ad altro che a baciarci e accarezzarci. La sua sola vicinanza mi faceva partire il cuore al galoppo. Ero sicura che anche lui provasse la stessa cosa, ma quando mi stringeva percepivo chiaramente che voleva fare le cose secondo i miei tempi, senza forzarmi. E io lo amavo ancora di pi per questo, perch aveva capito che ci avrei messo un po ad abituarmi a tutto quanto. Era buffo, per. Quel tipo di vita mi faceva sentire totalmente umana: il calore delle sue labbra quando ci baciavamo mi mandava al settimo cielo, mi scaldava cosa cera di pi umano di questo? Ma quella volta nel deserto, quando la verit mi aveva colpita in pieno viso, la speranza di non essere davvero un angelo, o non del tutto per lo meno, era stata spazzata via. Era vero. Anzi, quella era lunica cert ezza su cui avevo potuto contare da quel momento. Ero un semiangelo e non potevo

cambiare la mia natura: quella cosa sarebbe rimasta per sempre dentro di me. E per quanto ripensassi a quando lorizzonte del deserto si era capovolto mentre volavo in picchiata come a un momento magico, quellepisodio non faceva che confermarmi la realt delle cose. Con Alex mi sentivo umana, ma purtroppo non lo ero. Non eravamo semplicemente un ragazzo e una ragazza, quanto piuttosto un ragazzo e un ibrido. Il solo pensiero mi rendeva malinconica, come quando si guardano i rivoli di pioggia che scendono sul vetro di una finestra. Avevo come limpressione di non aver saputo apprezzare un dono che di colpo mi era stato portato via. Proprio per questo, non riuscivo a immaginare un futuro con Alex. Perch qualsiasi cosa avessi dentro, il mio destino sarebbe stato quello di distruggere gli angeli o di morire per mano loro. Quanto tempo ci restava ancora? Non volevo pensarci: volevo che il problema svanisse nel nulla, per sempre. Alex sembrava aver intuito che quello non fosse il mio argomento preferito e finivamo per non parlarne affatto, ci godevamo la reciproca compagnia e basta. A dispetto del pericolo che correvamo e anzi, forse proprio per quello vivevamo lamore che ci univa come la cosa pi importante del mondo. Non ci preoccupavamo del futuro, quello che davvero contava in quel momento era stare insieme e lasciare che quelle lunghe giornate appartenessero solo a noi. Avrei tanto voluto poter fermare il tempo.

Jonah entr nel bar del centro storico di Denver e si guard intorno con fare nervoso. Non andava spesso in quella citt, trascorreva la maggior parte delle sue giornate alla cattedrale e non aveva mai visto quella zona con le casette in stile vittoriano e le gallerie darte. Si era perso pi di una volta prima di avvistare il posto, e trovare un parcheggio era stato altrettanto impegnativo. Era addirittura stato tentato di lasciar

perdere e ritornare al suo appartamento. Ma non laveva fatto. Mentre ordinava un cappuccino, sent qualcuno chiamarlo per nome. Jonah Fisk? Si volt di scatto e si ritrov davanti un uomo alto, con le spalle larghe e i capelli biondi. Il suo sguardo era intenso come quello di Raziel. Jonah deglut. S sono io. Langelo sollev una ma no. Nate Anderson. Grazie di essere venuto. Jonah fece un cenno del capo, ancora incerto su cosa quel tizio si aspettasse da lui. Attese che gli servissero il cappuccino e poi segu langelo verso un tavolo sul retro del bar, mezzo nascosto dietro una pianta di ficus. Una donna sulla trentina, con capelli castani lunghi fino alle spalle e indosso un abito costoso, li stava aspettando. Fece per alzarsi quando Jonah le fu davanti. Salve, sono Sophie Kinney disse allungando una mano. I suoi occhi castani non erano pungenti come quelli di lui, ma risultavano ugualmente inquietanti. Jonah le strinse la mano e si mise seduto con fare titubante. Si sentiva come quando era al college. Be, innanzitutto, grazie ancora per averci avvertiti disse langelo. Davanti a lui cera una tazza di caff mezza vuota e ne bevve un sorso. Io e Sophie abbiamo appena avuto il tempo di tirarcene fuori, non mi ero accorto che avessero gli occhi puntati su di me. Non c problema disse Jonah debolmente. Non era certo stata sua intenzione avvertire langelo del fatto che gli altri sapessero che tramava alle loro spalle. Aveva solo bisogno di parlargli. Ma il risultato era comunque stato quello. Dubitare degli angeli poteva essere gi stato sufficiente a danneggiarli irreparabilmente. A quel pensiero gli si chiuse lo stomaco. Abbass lo sguardo sul cappuccino e inizi a mescolarlo. Senta, mmm non sono sicuro che venire qui sia stata una

buona idea. E se mi fossi sbagliato? Personalmente devo molto agli angeli, davvero. Ne ha mai visto uno? chiese Nate. Nella sua forma divina, intendo. S, e mi ha cambiato la vita. Jonah gli raccont comera successo. Quando ebbe finito, Nate si abbandon sullo schienale. Dallespressione che apparve sul suo bellissimo volto, sembrava piacevolmente sorpreso. Era una portatrice disse rivolto a Sophie. Be, con larrivo della Seconda Ondata, una bella fortuna che Jonah sia niente di meno che il braccio destro di Raziel, non credi? Ma di che parlate? chiese Jonah. Sophie si sporse verso di lui. Ascolti, temo che non si sia sbagliato affatto disse in tono secco. Gli angeli sono qui perch il loro mondo sta morendo. Si nutrono di umani. Provocano morti, malattie, disturbi mentali. Abbiamo tentato di contrastarli di nascosto ma ora che il progetto finito in mano sospir. E cosa mi dite dellangelo che ho visto? chiese Jonah. Lei era ma sinterruppe. Limmagine dellangelo che gli era apparso era uno dei suoi pi preziosi ricordi, non voleva che glielo rovinassero. Era dalla nostra parte disse Nate. Non tutti crediamo che gli angeli abbiano il diritto di distruggere lumanit, alcuni di noi cercano di opporsi a tutto questo. Langelo che le apparso non aveva intenzione di nutrirsi di lei: noi li chiamiamo portatori sono angeli che instillano una piccola quantit di resistenza psicologica nellaura umana, rendendola cos meno appetibile agli occhi degli altri angeli. Si pu trasmettere anche da uomo a uomo, in alcuni casi, tramite laura la nostra speranza che, diffondendone abbastanza, le cose inizino a cambiare. Meno appetibile agli occhi gli altri angeli. Jonah rimase di

sasso. Mangiandosi le parole, disse: Io io vedo continuamente angeli nella loro forma divina alla cattedrale, ma non mi toccano mai se non di sfuggita. Non faccio in tempo a vederli che scompaiono. Confuso, ripens alla donna che aveva visto nel corridoio, a quanto tempo era rimasta col naso allins. Langelo che la stava toccando si era ovviamente preso tutto il tempo che gli serviva. Nate annu. Be, allora per te ha funzionato, non sempre cos. Questo significa che non sei stato vittima del fuoco sacro aggiunse Sophie. Fuoco sacro? Jonah sollev la tazza davanti al viso, come a volersi far scudo. Poi Sophie inizi a spiegargli tutto molto chiaramente e Jonah si sent impallidire. Allora vero. Gli angeli si nutrono degli umani. Siamo letteralmente cibo per loro. E noi li vediamo come creature gentili. S, pi o meno disse Sophie. Oltre a procurarti danni fisici, il fuoco sacro ti frigge letteralmente il cervello. Diventa quasi unossessione in men che non si dica ti ritrovi a ripetere continuamente Sia lode agli angeli. Jonah fece una smorfia alludire quella frase cos familiare. Nate mise gli avambracci sul tavolo. Aveva un fisico da giocatore di football ma i suoi movimenti erano comunque aggraziati. Il fatto che le cose stanno peggiorando disse. E lei si trova in una posizione strategica, lunico che pu aiutarci. Il brusio del bar crebbe intorno a lui e Jonah si ritrov il cuore in gola. Mmm che cosa dovrei fare? I due glielo spiegarono. Il cappuccino di Jonah si fredd e quel tranquillo bar del centro, con i suoi tavolini consumati e i poster dei film alle pareti, ai suoi occhi divenne lentamente lo scenario di un incubo. Non so se sono in grado di farlo balbett. Cio, s, sono responsabile dellorganizzazione della festa di benvenuto ma

Deve solo trovare il semiangelo disse Sophie. Lei la nostra unica speranza. Poi sospir. Li avevamo quasi presi, ma ci sono sfuggiti. Per quanto ne sappiamo ora potrebbero essere ovunque. Anche se li trovassimo, avremmo comunque bisogno del suo aiuto, Jonah, per porre fine a questo massacro disse Nate. Il suo ruolo fondamentale. Jonah abbass lo sguardo sulla tazza che giaceva sul piattino. Lidea di aver nutrito per tutto quel tempo una fede incrollabile negli angeli fu come una pugnalata era come se gli avessero rovinato quello che di pi bello e prezioso conosceva. Non poteva crederci, avrebbe voluto solo alzarsi e andarsene come se nulla fosse accaduto. E se anche avesse creduto a quello che dicevano, cosa avrebbe dovuto fare? Non posso, disse fra s. Non posso farlo. Entrambi lo stavano guardando, in attesa di una risposta. Alla fine Jonah si schiar la vo ce e disse: Mmm ci penser su. Con la coda dellocchio vide Sophie stringere le labbra per la delusione. Stava per dire qualcosa, ma Nate le pos una mano sul braccio. Ok disse. Jonah, credo che lei sappia in cuor suo che diciamo la verit. La situaz ione piuttosto grave. E non far altro che peggiorare. Lumanit, cos come la vede, potrebbe non sopravvivere. Lei conosce meglio di chiunque altro la portata di questo fenomeno disse Sophie nervosa. Perci, ci pensi pure, ma non troppo a lungo, non abbiamo molto tempo. E detto questo, tir fuori un biglietto da visita e una penna, cancell il numero di telefono che vi si leggeva sopra e ne scrisse un altro. Tenga disse porgendogli il biglietto. Mi chiami appena prende una decisione. Jonah annu fissandolo. SOPHIE KINNEY, CIA. Lavrebbe gettato via, una volta tornato nel suo appartamento. Se anche avessero detto la verit, non credeva comunque di essere in

grado di fare quello che gli stavano chiedendo. Grazie di essere venuto disse Nate. Si ud la sedia stridere contro le assi del pavimento e langelo si alz. Sophie ha ragione aggiunse. Non ci metta troppo.

I giorni si trasformarono in una settimana, poi in due. Mi sembrava quasi che Alex e io vivessimo in quella casetta da sempre, che avessimo tutto il tempo del mondo. Ma ogni tanto, durante la serenit della routine di quelle giornate, il terrore mi colpiva con la violenza di un fulmine, avevo il presentimento che stesse per succedere qualcosa di brutto. Non riuscivo a capire se lo percepissi veramente o se fosse solo frutto dei miei timori. Mi guardai dal parlargliene, non mi sembrava il caso, dato che non avevo nulla di concreto da dire. Sapevamo entrambi di essere in pericolo e di non poter rimanere nascosti lass per sempre. A parte tutto, iniziava a fare sempre pi freddo. Laria portava con s la promessa dellinverno. A volte ero costretta a indossare due maglioni per uscire. Presto avremmo dovuto decidere quale sarebbe stata la nostra mossa successiva e affrontare la realt. Anche Alex iniziava a rifletterci, lo vedevo. Ogni tanto si zittiva, perso nei suoi pensieri. Io non gli chiedevo niente, ancora non me la sentivo di parlarne. Stupidamente credevo che, se fossimo riusciti a evitare la questione abbastanza a lungo, saremmo rimasti l per sempre. Nonostante le preoccupazioni, per, continuavamo a essere felici. E, per quanto mi sembrasse impossibile, io e Alex ci avvicinammo ancora di pi, fino a diventare come due facce della stessa medaglia. Lui era davvero incredibile diss e Alex. Avevamo finito di cenare molto presto e ce ne stavamo a chiacchierare seduti al tavolo, alla luce della lanterna. Nessun altro si era accorto che gli angeli fossero fra noi, figuriamoci se sapevano come fare a

ucciderli. Allinizio pap dovette fare tutto da solo. Andava a stanarli, sperimentava metodi diversi per distruggerli avr rischiato di lasciarci la pelle almeno un centinaio di volte, ma in un modo o nellaltro se l sempre cavata. Io lo ascoltavo col mento appoggiato sul palmo della mano. E tu e Jake doveravate? domandai. Prima a casa. A Chicago. Aveva assunto una persona che si occupasse di noi. Deglutii. La loro mamma era appena morta Doveva essere stato terribile per dei bambini cos piccoli. Ok, va avanti dissi dopo una pausa. Sei mesi dopo, quando ottenne i fondi e inizi ad addestrare i ragazzi, ci trasferimmo allaccampamento. Allepoca viaggiava ancora molto doveva reclutare nuovi AK, seguire tracce, roba del genere. Ci vollero degli anni perch il suo progetto decollasse. Alex sorrise amaramente, giocherellando con la forchetta. E molti meno per perderne il controllo. Come? dissi sorpresa. Non lo sapevo. Alex diede qualche colpetto sul tavolo con la forchetta. Strano, non te lho mai detto? Per circa vediamo cinque anni, pap fu senza dubbio il migliore. Nessun Angel Killer poteva eguagliarlo. Era una questione di strategia, di allenamento, di capacit organizzative. Ma tutto questo divenne unossessione per lui. Unossessione? ripetei. Il viso di Alex era immerso nella penombra, risaltavano solo labbra e zigomi. Scroll le spalle. Non pensava ad altro che ad ammazzare angeli. Non dava a nessuno nemmeno il tempo per respirare. Al campo stavano impazzendo, tutti premevano il grilletto per niente. Cos alcuni iniziarono a prendersi uno o due giorni di pausa dopo ogni missione. Mi sistemai sulla sedia, osservandolo. Come facevate tu e Jake, quando venivate qui a dare una sistemata alla baracca?

Annu guardandosi intorno. Eh gi, bei tempi disse piano. Bei tempi davvero. La maggior parte andava in Messico. O ad Albuquerque. Ovunque, bastava divertirsi. Vidi un angolo della sua bocca sollevarsi. Il concetto di divertimento pap se lera scordato. Lo osservai dare colpetti sul tavolo con la forchetta, incerta se fargli la domanda che mi ronzava in testa. Com morto tuo padre? mi decisi a dire alla fine. La forchetta mantenne il ritmo. Un angelo gli ha strappato la vita dal corpo. morto dinfarto sul colpo. Tu eri l dissi sentendolo dentro, allimprovviso. Gli afferrai una mano e la strinsi forte. Oh, Alex, mi dispiace. Lui annu serrando le mascelle. Eh stato brutto ma almeno morto combattendo. Avrebbe voluto che accadesse cos, immagino. Devi essere tanto fiero di lui dissi dolcemente. E lui di te. Alex scoppi a ridere. Diceva sempre che mi davo troppe arie per s, credo che fosse orgoglioso di me. Poi sollev lo sguardo e mi sorrise, stringendomi le dita. Ok, basta cos disse appoggiandosi allo schienale. il tuo turno. Co saltro non so ancora di te? Mi venne una gran voglia di parlargli di mia madre. Mi strinsi una gamba al petto. Be non sai molto di mia madre e di com stato andare a vivere da mia zia Jo. Alex scosse la testa. Eh no, e com stato? Prima vivevamo a Syracuse dissi puntando il dito su una cartina immaginaria sul tavolo di legno. Mia madre prendeva il sussidio. Tutti sapevano che era malata di mente o almeno questo era quello che diceva la diagnosi ma nessuno immaginava quanto fosse grave, a parte me. Era riuscita a costruirsi una sorta di facciata, dietro cui proteggersi in presenza di altre persone. Gli raccontai di come inizi a peggiorare e del fatto che a

sette, otto anni, ero io a cucinare per entrambe, pulire la casa e lavare. Mi assicuravo che la casa fosse sempre in ordine, cos, se qualcuno fosse venuto a farci visita, non si sarebbe accorto di nulla. Andavo a scuola da sola ogni mattina facevo tutto insomma. Rimasi in silenzio per un po a pensare a quando, mezza assonnata, mi sedevo nelle ultime file del bus e mi voltavo a guardare la nostra casa malridotta, con la costante ansia di lasciare mia madre da sola tutto il giorno. Poi cos successo? mi chiese Alex serio. Un giorno sono tornata da scuola, avevo nove anni, e la mamma non c era. Gli lanciai unocchiata, sforzandomi di sorridere. Ho aspettato per ore, non sapevo cosa fare. Poi mi sono decisa a chiamare la polizia che subito accorsa. venuto fuori che lavevano trovata nel pomeriggio mentre vagava per la strada, come in trance. Non sapeva pi nemmeno chi era. Alex mi strinse una mano senza dir nulla. Feci un respiro profondo. Cos lhanno ricoverata in ospedale e mi hanno dato in affidamento. stato orribile. Ho vissuto in un istituto per quasi un mese. E tua zia? disse Alex. Le sue dita scaldavano le mie. Sollevai le spalle. Non so. Non sapevo neanche dove abitasse, ma la polizia la rintracci facilmente. E poi immagino che le ci sia voluto del tempo per organizzarsi. Alex allora sbott. Mi stai dicendo che ti ha lasciato l per un mese? Annuii lentamente, ripensando alla stanzetta che dividevo con una bambina di nome Tina a come cercasse invano di farmi parlare. Passavo le mie giornate distesa sul letto a fissare il muro, odiavo tutti. Gi dissi poi. Non ho idea di come vivesse e la notizia deve averla scombussolata non poco, sai com, allimprovviso le appioppano una bambina di nove anni Alex non disse nulla e io continuai. Ad ogni modo, dopo un

po venuta a prendermi e sono andata a vivere a Pa wntucket con lei. Qualche settimana dopo, ci ha raggiunto anche mia madre. I dottori avrebbero preferito tenerla in osservazione, ma lassicurazione non copriva tutte le spese. Dovevano essere molto alte. Abbassai lo sguardo. Sai, ho sempre odiato mio padre per quello che le ha fatto. E ora che so che lei davvero non contava nulla per lui, che era solo una sua vittima, dieci volte peggio. Per non parlare del fatto che io stessa discendevo da lui, ero parte di lui. Non volevo nemmeno pronunciarle, quelle parole. Capisco disse Alex. E, guardando i suoi occhi, seppi che mi capiva davvero. Capiva come mi sentivo, intuiva anche quello che non dicevo. Mi strinse la mano e per un istante restammo in silenzio. Ma tu non sei tuo padre. Non sei affatto come lui. Tu ci sei sempre stata per lei, per te non contava nientaltro. Deglutii a fatica, travolta dai ricordi. mia madre. Io le voglio bene. Spero solo di non averla delusa. Willow. Con laltra mano Alex mi accarezz la guancia. Sai che non cos. Hai fatto pi di quanto avrebbero potuto fare degli adulti, avevi solo nove anni. Hai fatto tutto quello che potevi. Emisi un sospiro e premetti la guancia contro la sua mano, stringendola con la mia. Grazie. Cercai di sorridergli. Non ne ho mai parlat o con nessuno. Grazie di avermi ascoltata. Lui mi sorrise dolcemente. Nemmeno io avevo mai parlato di mio padre con nessuno disse. Si sporse in avanti e mi baci mentre gli accarezzavo il collo, piena di gratitudine nei confronti del destino che aveva voluto farci incontrare. Perch, nonostante tutto quello che era accaduto e il pericolo che correvamo, adesso condividevamo qualcosa d prezioso.

Sta ferma disse Alex. Non ci riesco! esclamai io. Ero china sul ruscello, con i capelli ricoperti di shampoo. Quando Alex ci vers sopra una lattina dacqua, strillai e poi iniziai a ridere. Oddio! Quant fredda! Anche Alex scoppi a ridere. Sei tu che hai voluto lavarli. Non avevo scelta, cominciavano a fare schifo andato via lo shampoo? No. Neanche un po. Mi vers altra acqua sulla testa, poi ancora e ancora e strillai ogni volta. Avevo la pelle doca sulle braccia, il mio cuoio capelluto sembrava bruciare per il freddo. Infine, proprio mentre stavo per dirgli di smettere, che non minteressava pi se avevo ancora dello shampoo sui capelli, lui disse: Ok, finito. Poi me li avvolse nella maglietta e li strizz. Mi irrigidii di colpo sentendo delle gocce gelide colarmi gi per il collo. Non me li laver mai pi, non importa se fanno schifo. Alex mi strofin le mani sulle braccia, sorridendo. Lo dici ogni volta. Ma questa volta sono seria. La temperatura di quellacqua si abbassata di almeno sei gradi dallultima volta. Tornati nella casetta, mi misi seduta sul letto per spazzolarmi i capelli, facendo attenzione a non bagnare i sacchi a pelo. Era un grande sollievo avere di nuovo i capelli puliti, nonostante fossero pieni di nodi. Alex si sedette accanto a me, appoggiando la schiena alla parete mentre mi guardava con il sorriso sulle labbra. Hai ancora il naso rosso disse. Capita se stai per morire dipotermia. Allora Alex si sporse in avanti e mi baci con delicatezza la punta del naso. Poi si alz e and ad accovacciarsi accanto alla sua borsa. Lo vidi aprire una cerniera interna e tornare a sedere accanto a me. Tieni disse porgendomi una scatolina bianca.

Buon compleanno. Stupita, allungai lentamente una mano per prenderla. Avevo perso del tutto la cognizione del tempo. Oggi il mio compleanno? Ma come lo sai? Alex mi lanci unocchiata imbarazzata. Eh ho dato una sbirciatina alla tua patente, quella volta nel motel, mentre ti stavi facendo la doccia. Tenevo la scatolina con entrambe le mani. Non ci credo! Non giusto tu non ce lhai nemmeno una patente con i tuoi veri dati. Poi abbassai lo sguardo sulla scatolina e ne sfiorai il coperchio leggermente increspato. Cos? Aprila. Sollevai con cura il coperchio e rimasi a osservare per un istante il contenuto, incapace di muovermi. Era una collanina, una sottile e brillante catenina con un pendaglio di cristallo a forma di lacrima. bellissima sussurrai tirandola fuori. Ruotando, la superficie sfaccettata del ciondolo rifletteva la luce del sole. Alex, ma non riuscii nemmeno a terminare la frase, non trovavo le parole. Lui sorrise a quella mia reazione. Mi ricorda te disse. Le tue ali dangelo. Il mio cuore smise di battere. Non nominavamo quasi mai il mio angelo, non mi piaceva pensarci. E di solito non ce nera nemmeno bisogno. Per tutto il tempo che avevamo trascorso l, ero riuscita a tenere quel pensiero da parte, a seppellirlo nella mia mente fino a credere di essere ancora completamente umana. Le mie ali dangelo? ripetei. Alex annu. Il modo in cui brillano al sole. Ma Fissavo il ciondolo, assorta. Questo lavrai preso prima ancora che ci dicessimo cosa provavamo luno per laltra. S, lho comprato insieme ai vestiti. Chinando il capo, mi guard come se non sapesse che reazione aspettarsi da me.

Cosa c? Riuscii a fatica a formulare una frase. Il pendaglio emetteva una luce cos pura, cos abbagliante. Non solo non ti dispiace che io sia per met angelo, iniziai a dire lentamente lhai proprio accettato. Alex si mise a ridere sollevato e mi diede un colpetto sulla fronte col palmo della mano. Ehi, pronto? Lhai capito solo adesso? Sapevo di non essermi espressa bene. Non puoi vedere questo e pensare al mio angelo, senza aver davvero ma ci rinunciai, non riuscivo a esprimermi. Ci fu un lungo silenzio. Poi Alex si schiar la voce. Sai in Tennessee, nella stanza del motel, una notte mi sono svegliato in preda a un incubo. Un incubo terribile, che faccio di tanto in tanto. Cos ho guardato il tuo angelo. Mi scrut in volto. cos bello, Willow identico a te, solo che brilla come il sole. E guardandolo, sono riuscito a riprendere sonno. Mi si strinse la gola. Provava quei sentimenti sin da quando ci trovavamo in Tennessee? Tutti gli angeli sono belli dissi dopo un po. Ci non toglie che siano creature malvagie. Proprio non ci arrivi, vero? disse Alex. E mi sfior il viso. Hai ragione, gli angeli sono tutti belli, ma quello soltanto il loro aspetto esteriore. Il tuo identico a te, parte di te. bello come te e tu sei tutto quello che amo. Restai immobile a fissarlo. Alex Lui mi sorrise dolcemente scuotendo la testa. Willow, credevo che lavessi capito ormai. Abbassai lo sguardo sul ciondolo, troppo commossa per parlare. stupendo. Grazie. E cos dicendo, lo sfiorai con una mano muovendolo piano, per osservare il modo in cui rifletteva la luce. Poi lentamente aprii il fermaglio della catenina e me la misi al collo. La sentivo a malapena tanto era sottile. Guardai gi e vidi il ciondolo brillare sulla mia pelle. Ero certa che non me lo sarei mai pi tolto.

Guardai Alex, improvvisamente timida. Alla fine riuscii a dire: E il tuo compleanno, quand?. Lui mi fece un gran sorriso. Ieri. Rimasi di sasso. Come ieri? Eh s, era il 23 ottobre. Ho compiuto diciotto anni. Perch non me lhai detto? E per fare cosa? Avevo gi tutto quello che potessi desiderare. Allung una mano e tocc il ciondolo, lo sentii muoversi sulla mia pelle. Ascoltami, Willow disse piano. Non abbiamo pi parlato di quello che ci aspetta, ma voglio che tu sappia che io star con te, ok? Qualsiasi cosa accada. Ne ero certa, lo avvertivo ogni volta che mi stringeva, ma sentirglielo dire era tutta unaltra cosa, mi si strinse il cuore. Annuii con convinzione. Lo voglio anchio dissi. Staremo sempre insieme, Alex. Il suo sguardo mi fece sciogliere. Mi prese il volto fra le mani e premette le sue labbra calde contro le mie. Poi, allontanandosi, mi accarezz una guancia e io abbandonai il capo sulla sua mano. Intesi, allora disse sfiorandomi le labbra col pollice. Intesi risposi. Restammo seduti l a sorriderci ancora un po. Poi Alex afferr la spazzola. Dai, finisco io. Sei sicuro? S, girati. Lo baciai ancora una volta e mi girai. Lui inizi a spazzolarmi delicatamente i capelli bagnati, sciogliendo piano tutti i nodi. Sfiorai il ciondolo che brillava sul mio petto. E capii che ora lo amavo ancora di pi.

Quella notte non riuscii a prendere sonno se non dopo un bel po, mentre Alex mi stringeva fra le braccia. La casetta era silenziosa e buia, tranne che per un fascio di luce della luna che

filtrava dalla fessura della porta. Sollevai una mano per accarezzare la superficie sfaccettata del ciondolo. Per la prima volta mi ritrovai a pensare davvero al mio angelo, invece di cacciare via limmagine non appena mi veniva in mente. Ripensai a cosa avevo provato mentre volavo, al deserto che si capovolgeva mentre vorticavo nellaria. Alex mi aveva detto che i veri angeli non potevano contemporaneamente assumere sembianza umana e divina, ma a quanto pareva io potevo farlo la mia figura umana era li, mentre langelo si librava nel cielo, trascinando via con s la mia coscienza. Langelo vegliava sempre su di me mentre dormivo e in unoccasione mi aveva avvertita di un pericolo imminente, in quello che avevo creduto fosse solo un sogno. E si era mostrato ogni volta che altri angeli ci avevano minacciato, quando cio avevo avuto pi bisogno di lui. Ma dove si nascondeva per tutto il resto del tempo? Era da qualche parte dentro di me? La curiosit crebbe ricordando che Alex mi aveva suggerito di mettermi in contatto con il mio angelo. Potevo davvero farlo? Ma soprattutto, volevo? Forse, pensai incerta. Non volava una mosca. Il ritmo del respiro di Alex era lento e regolare, il suo petto caldo e liscio contro il mio braccio. Chiusi gli occhi. E senza sapere da dove cominciare, feci un respiro profondo per rilassarmi. Poi mi concentrai innalzando il livello di coscienza. Ehi, dissi fra me. Ci sei? Piano piano, riconobbi un fremito denergia agitarsi da qualche parte dentro di me: il palpito cristallino di un altro cuore. Continuai a concentrarmi, spingendomi oltre. Vidi una luce risplendere in unoscurit di velluto nero. Una spirale denergia mi venne incontro, studiandomi cos come io studiavo lei. Poi la rivelazione. Involontariamente sorrisi piena di

stupore. Quellenergia era identica alla mia e allo stesso tempo diversa, pi intensa: unondata di forza che mi riconosceva a sua volta e mi accoglieva con gioia. Allimprovviso sentii di non volere altro che quella luce. Mi avvicinai e lei si fece pi grande, pi forte, mi accecava senza per farmi male. Mi lasciai avvolgere e di colpo ci fu unesplosione di luce, come il sole che irrompe nel buio di una caverna. Quellenergia mi travolse, facendomi quasi ridere di gioia. Il battito di quel cuore divenne tuttuno con il mio. Poi lo vidi con gli occhi della mente: quellangelo ero io. Se ne stava l a guardarmi con la tunica che gli ricadeva morbida sulle spalle. Alex aveva ragione. Sono davvero bellissima, pensai. Quel volto sereno era di una bellezza talmente pura e intensa che mi si form un nodo alla gola. Non aveva laureola ma le sue ali luminose erano spalancate dietro la schiena e oscillavano delicatamente, luccicando come il sole che si specchia sulla superficie dellacqua. Una cascata di capelli le ricopriva le spalle, proprio come facevano i miei. Le brillavano gli occhi e percepii il suo amore intorno a me mentre ci guardavamo. Non immaginavo, pensai sconvolta. Per tutta la vita, era rimasto nascosto dentro di me e io non me ne ero mai accorta. Ora sapevo che se solo avessi voluto, avrei potuto entrare in contatto con lui. Sarei stata io, ma sarei stata anche il mio angelo. Eravamo due ma allo stesso tempo una cosa sola. Quella nuova consapevolezza mi scald dentro, come un piccolo fuoco. Non ancora, per. Sapere che cera e che non voleva farmi del male mi bastava per adesso. Tornai lentamente in me. E il mio angelo mi sorrise, comprensivo. Mentre mi allontanavo, inizi a svanire fino a ridursi a una minuscola scintilla, per poi sparire del tutto. Riaprii gli occhi e mi ritrovai nella casetta, immersa nella penombra. Ero distesa nel sacco a pelo, rannicchiata contro il petto di Alex, avvolta dal suo abbraccio,

caldo e forte. Mi sentivo al sicuro. Lamore che provavo per lui mi travolse. Mi voltai e lo baciai piano sul petto, cingendogli la vita con le braccia. Lui laveva sempre saputo. In un certo senso laveva capito subito: la parte angelica di me non assomigliava affatto allangelo che aveva lacerato la mente di mia madre o a quelli che avevano fatto del male alla sua famiglia. Quellangelo era parte di me, potevo fidarmi di lui quanto di me stessa. Fu cos che, per la prima volta da quando avevo scoperto cosa fossi, il nodo che avevo dentro inizi ad allentarsi. Era una bellissima sensazione di sollievo, come immergersi in un bagno caldo durante una gelida giornata invernale. Non avevo pi motivo di odiarmi. Potevo essere semplicemente me stessa, anche se questo corpo racchiudeva in s molto pi di quanto avessi mai pensato. Dentro di me avvertivo ancora unenergia che si agitava come la debole fiamma di una candela. Sorridendo, mi rannicchiai pi vicino ad Alex, che per un istante si svegli e mi strinse forte. Distesi luna fra le braccia dellaltro, respiravamo quasi con lo stesso ritmo. Intorno a noi solo il silenzio e la pace della notte. Ero un semiangelo in quellistante, finalmente, lo accettai.

Ci aspettiamo un afflusso di almeno sessantamila persone disse Jonah. Ho provveduto a ingaggiare un corpo di sicurezza per gestire la folla dei fedeli e ho ottenuto lautorizzazione a utilizzare i campi nella zona sud della cattedrale come parcheggio extra. Una squadra di devoti si occuper di indirizzare la folla. Pos una mappa del parcheggio sulla scrivania di Raziel e gli ind ic larea in questione. Sto sistemando tutti gli altri dettagli. Le prove generali avranno luogo venerd sera e i fiori arriveranno sabato, la mattina presto, e

Raziel lo ascoltava seduto, con la testa appoggiata alla mano. Indossava pantaloni scuri e una maglietta candida con lo scollo a V. Con fare svogliato, aveva preso in mano la mappa, le aveva dato una rapida occhiata e laveva rimessa gi. Bene, sembra tutto a posto disse. E che mi dici del semiangelo? Novit? Jonah deglut. Non lhanno ancora trovata disse. Il volto dellangelo si contrasse per la rabbia. Colpendo la scrivania col tagliacarte dargento, esclam: S, questo lo so. Non se ne sente parlare da un mese ormai. Vuoi farmi credere che in tutto questo tempo non hai ricevuto nessuna informazione?. Lentamente, Jonah riprese la mappa che giaceva sul tavolo e la sistem fra le sue carte. Per un istante fu incerto sul da farsi poi, col cuore che gli batteva allimpazzata, decise di dire la verit. No in realt stamattina ne ho rice vuta una. Un visionario remoto crede di esserle arrivato vicino, ha percepito lenergia del semiangelo in Sierra Nevada. Hanno solo bisogno di localizzarla con maggiore esattezza. Ci vorranno uno o due giorni al massimo. Raziel lo fiss. E come sempre, Jonah si sent girare quasi la testa al guardare quellangelo negli occhi, sebbene non si fosse mai soffermato a pensarci. I suoi muscoli si tesero e distolse lo sguardo. Finalmente ci sono novit e tu te ne stai l a vomitarmi addosso inutili informazioni sul parcheggio? domand Raziel su tutte le furie. Io, eh inizi a dire Jonah, con le guance in fiamme. Un giorno o due borbott langelo, passandosi una mano fra i capelli neri. gi qualcosa. Perfetto, quando la rintracciano, manda subito qualcuno a occuparsi di lei, siamo intesi? La Seconda Ondata alle porte. Li voglio entrambi morti, sono stato abbastanza chiaro? Jonah annu. Aveva le dita gelate. Sissignore. Non si

preoccupi. Raziel lo conged e Jonah torn nel suo ufficio richiudendosi la porta di legno alle spalle. Croll sulla sedia e si prese la testa fra le mani. Stavano quasi per trovare il semiangelo. E quando fosse accaduto Jonah sent il terrore chiudergli lo stomaco. Non era sicuro di aver preso la decisione giusta.

CAPITOLO 16
E quella una costellazione? domandai puntando un dito verso lalto. Ci trovavamo nella piccola valle dove avevamo parcheggiato il fuoristrada. Alex era seduto a terra, appoggiato a una roccia, io fra le sue gambe, con la schiena contro il suo petto e le sue braccia intorno alla vita. Guardavamo le stelle. Quale? mi chiese. Quel gruppetto l. Lo vedi? dissi indicando il cielo stellato. S, quelle sono le Sette Sorelle le Pleiadi. Alex abbass lo sguardo sfiorandomi il collo con le sue labbra calde. Trattenni il respiro. Eravamo l da pi di tre ore e ancora non mi ero abituata alla straordinaria sensazione che mi trasmettevano i suoi baci. Mi voltai e le nostre bocche sincontrarono. Mi fai impazzire quando parli di queste cose mormorai dopo un po. Lui sorrise con le labbra sulle mie. S? Conosco anche le costellazioni estive. Vinco altri baci? Credo proprio di s. Lo baciai sul mento, sfiorando il leggero velo di barba incolta che lo ricopriva. Quando mi girai di nuovo per guardare le stelle, Alex mi cinse con le braccia e restammo in silenzio per un lungo istante: ce nerano ancor pi che nella parte settentrionale dello stato di New York, e mentre le ammiravi ti sentivi precipitare. Guardando in alto, rabbrividii mentre un vento gelido mi soffiava sul volto. Hai freddo? mi domand Alex. Un pochino. Ma sto bene. Allora lui mi mise sulle spalle il suo giubbotto di pelle e mi

strinse forte. Io mi abbandonai a quellabbraccio, con il suo mento che mi sfiorava i capelli. Mmm c una cosa che vorrei dirti dissi alla fine. Ho fatto quello che mi avevi suggerito. Sono entrata in contatto col mio angelo. Alex si sporse di lato per guardarmi negli occhi. Sul suo volto apparve un sorriso stupito. Davvero? S, la notte del mio compleanno. E al solo ricordo, avvertii un fremito di gioia dentro. Ho voluto tenerlo per me per un po. Lui annu, comprensivo. Ti va di parlarmene? S, mi va dissi. Scivolando contro la sua coscia, mi voltai a guardarlo. Mi sistemai a gambe incrociate e gli raccontai cosera successo. stato incredibile dissi alla fine. Ora so che non devo avere paura di lui. Non devo odiare me stessa per quello che ho dentro. Alex mi prese il viso fra le mani e mi baci con dolcezza. Lo cercherai di nuovo? mi chiese dopo un istante. S, lo far. Mi piacerebbe be vorrei provare di nuovo a volare ammisi arrossendo. Lui scosse la testa sorridendo con sguardo rapito. Piacerebbe anche a me, se fossi al tuo posto. Sinterruppe, poi disse: Perch non ci provi ora?. Ora? S, perch no? Mi piacerebbe vedere. Sempre che tu non preferisca farlo da sola. Pi ci pensavo, pi lidea iniziava a piacermi. Mi stuzzicava. Mmm ok, lo far dissi. Stringendogli le mani, chiusi gli occhi. Lo sentii concentrarsi a sua volta, preparandosi a innalzare la coscienza lungo i chakra. Feci un respiro profondo e cominciai a immergermi negli abissi della mia mente, in cerca della luce che ora lo sapevo si nascondeva l da qualche parte. La trovai immediatamente un fuoco puro, limpido, mi

attendeva. Gli andai incontro, questa volta senza esitazioni e lui mi avvolse quasi subito. Fu unesplosione di luce e calore. Ed eccolo l, il mio angelo che mi sorrideva, radioso, candido come la neve e caldo come il sole, con il volto dolce e sereno che tanto mi era familiare. Rimasi a osservarlo per un po, incapace di convincermi che ci fosse tanta bellezza dentro di me. Poi, con un improvviso balzo mentale, la mia coscienza si fuse con la sua. Iniziai a sollevarmi da terra. Diventavo sempre pi alta mentre abbandonavo le mie sembianze umane. Allo stesso tempo, per, ero ancora seduta a terra con le mani che stringevano quelle di Alex. Aprii gli occhi, sconcertata, e vidi il mio angelo fluttuare su di noi, con le ali che si aprivano e si chiudevano delicatamente. Io ero anche quellangelo ero sospesa in aria, sentivo le ali distendersi, vedevo me stessa e Alex guardare verso lalto. Alex, lo vedo sussurrai accanto a lui. Cio sono l, ma sono anche qui. Lui mi fiss, sconvolto, poi guard langelo. Ma come Non lo so dissi senza togliere gli occhi di dosso da quella creatura. Credo che prima apparisse solo quando ero in pericolo o avevo bisogno di aiuto. Ma ora che siamo entrati in connessione tutto diverso. Chiusi gli occhi. Ero il mio angelo e volteggiavo sulla valle. Le stelle scivolavano via per poi venirmi incontro mentre salivo sempre pi su, sempre pi su. Sentivo il vento fra le piume delle ali, fra i capelli. Abbassando lo sguardo riuscivo a scorgere lenergia vitale di ogni singola creatura della valle. Le piante si erano trasformate in spiriti dai contorni luminosi e oscillavano leggere al vento. Esseri che non immaginavo nemmeno fossero l, apparvero davanti ai miei occhi: un topolino rannicchiato nellerba, una coppia di cerv i che correvano fra i pini. Vidi la forza vitale di Alex, di un azzurro intenso, vibrante, con lampi dorati. E accanto alla sua vidi la

mia, di un argento celestiale, con sfumature color lavanda. Le due energie erano cos vicine da fondersi come spirali di fumo, erano in totale armonia. Iniziai a vorticare nella notte, tanto che le stelle sembravano ruotare sul proprio asse. Quando tornai sulla terra, aprii gli occhi e guardai il mio angelo volteggiare in aria. Com bello bisbigliai. Riesco a sentire tutto quello che sente. Alex mi strinse e io mi abbandonai contro il suo petto, osservando il mio angelo volare ad ali spiegate verso le stelle. Poi, sospesa a mezzaria, mi arrestai di colpo. Era come se mi avessero gettato dellacqua gelata. Cera qualcosa, ma che cosa? Fluttuando nel cielo, rimasi per un po in ascolto, nel tentativo di captare qualcosa che continuava a sfuggirmi un pensiero, una sensazione. Il terrore minvase, gelido e spietato: il presentimento che di solito avevo non era nulla in confronto a questo. Stava arrivando qualcosa. Con un rapido gesto dellala, mi gettai a capofitto sulla mia figura umana e, in un turbine di luce, tornai in me. Contemporaneamente, strinsi le mani di Alex e gli parlai in preda al panico. Alex, c qualcosa! Lo sentii irrigidirsi. Che cosa? mi chiese in tono secco. Non non lo so. Per sta arrivando. Ed pericoloso. Una persona? Disperata, scossi la testa, mi veniva quasi da piangere per la paura. Non lo so una persona, una situazione, non lo so! Ma presto sar qui. Il volto di Alex era teso. Quanto presto, riesci a sentirlo? Io Deglutii. Non lo so. Non subito, non immediatamente, credo. Ma presto. Ok, andiamocene da qui mormor Alex, lasciandomi la mano e scostandosi i capelli dal viso. Dannazione non far giorno prima di qualche ora. Romperemo di sicuro un assale

dellauto se cerchiamo di scendere dalla montagna al buio. Sospir. Sentivo i pensieri affollargli la mente. Ok, prepariamo tutto, e domani, allalba, ce ne andremo. Deglut ii a fatica. E dove andiamo? Ci ho pensato su confess. Il suo sguardo incroci il mio. E se andassimo in Messico? In Messico? Mi accarezz il palmo della mano col pollice e annui, le sopracciglia aggrottate. Secondo quello che ci ha detto Cully, io dovrei essere lultimo Angel Killer rimasto devo addestrare nuove persone, altrimenti lumanit non avr alcuna speranza di sopravvivere. Abbiamo bisogno di una base, perch tu sia al sicuro, nel frattempo. In Messico gli affitti sono ancora piuttosto abbordabili, potremmo cercare un posticino isolato e barricarci l, mentre preparo un piano. Gli Angel Killer messicani erano fra i pi abili con un pizzico di fortuna, potrei farcela. Dopo di che, potrei ripartire allattacco. Cosa ne pensi? Ero piuttosto confusa, non ci avevo capito quasi nulla. Ma lentamente dissi: Andrebbe anche bene se non fosse che ci vorr un bel po di tempo, no? Ricominciare da capo e addestrare nuove reclute. Abbiamo scelta? Non avrei mai voluto dirlo, ma fui costretta. Alex, una volta mi hai detto che gli Angel Killer stavano perdendo la guerra. Che cera bisogno di qualcosa di grosso per fermare gli angeli. Lui non disse nulla. Laria della notte era fredda e immobile su di noi, le stelle migliaia di spilli luminosi. Feci un bel respiro. Sono io quel qualcosa di grosso, vero? Non posso continuare a nascondermi. Sono io lunica che pu sconfiggerli. Alex rise amaramente. Prese in mano un sassolino e lo lanci fra gli alberi. Ricadde con un fruscio. S. Ma sai cosa?

Allimprovviso non mi sembra pi una grande idea. Willow, se ti dovesse succedere qualcosa ma sinterruppe di colpo. Lo abbracciai. Lui mi cinse con un braccio, aveva i muscoli tesi. Mangiandomi le parole, dissi: Alex, sai bene cosa provo per te, anchio morirei se ti capitasse qualcosa. Ma se c anche una sola possibilit che io sia in grado di distruggere gli angeli, cos da impedire loro di fare ancora del male a qualcuno. Esitai. Lui mi strinse anche con laltro braccio. E allimprovviso le sue sensazioni mi penetrarono, e le percepii come se fossero mie: aveva paura di perdermi, non avrebbe permesso a niente e a nessuno di portarmi via da lui. Nel profondo, l dove nemmeno lui riusciva ad arrivare, cera il pensiero di suo fratello. Restai di sasso, mentre le immagini mi scorrevano davanti agli occhi: un ragazzo che assomigliava ad Alex, ma pi alto e pi robusto. Era disteso a terra con lo sguardo vuoto, puntato verso il cielo. Alex gridava il suo nome con voce carica di sofferenza. Era colpa sua, era tutta colpa sua. Raramente nominava Jake non sapevo ancora come fosse morto. E non avevo intenzione di scoprirlo cos, mi sentivo una ladra. Ricacciai quelle immagini da dove erano venute. Io ti amo gli sussurrai sul collo, sperando disperatamente di sollevare dalle sue spalle tutto il peso di quelle morti e spazzare via tutto il dolore che aveva provato. Ti amo anchio disse. Lo sentii rilassarsi. Poi cambi leggermente posizione e mi baci, scostandomi i capelli dal viso e avvicinando la sua fronte alla mia. Ascolta, per ora non sono riuscito a escogitare un piano migliore di questo. Devo portarti al sicuro, Willow. Se sei davvero lunica che pu fermarli be, ci penseremo a tempo debito, ok? Si stacc da me e mi guard negli occhi. Ok dissi alla fine. Nessuno di noi sapeva perch rappresentassi una tale minaccia per loro. E il pensiero di

andare in Messico con Alex non mi dispiaceva. Per niente. Speravo solo che qualsiasi cosa ci stesse inseguendo, non ci raggiungesse fin l. Rabbrividendo, allontanai quel pensiero e abbracciai forte Alex. Non mi sentivo mai abbastanza vicina a lui. Mi strinse a sua volta strofinandomi la schiena mentre i nostri cuori battevano allunisono. Poi mi diede un bacio sulla testa e disse piano: Su, andiamo, angioletto, ora di fare le valigie. Angioletto? Scoppiai a ridere e la tensione inizi ad allentarsi mentre mi staccavo da lui. Lhai detto davvero? Lui mi sorrise ravviandomi i capelli. S, da un po di tempo esco con un angioletto. piuttosto carina e deve essersi presa una bella cotta per me. Gli sorrisi. Oddio, come fai saperlo? Cosa sei, sensitivo? Credevi di essere lunica ad avere talento? Alex si alz con un leggero fruscio, poi mi porse una mano e mi aiut a tirarmi su. Andiamo, stanotte carichiamo tutto sul fuoristrada e appena fa giorno partiamo. Mano nella mano, attraversammo la valle e ci avviammo su per il sentiero roccioso. Era illuminato solo dalla luna, ma lo vedevamo ugualmente salire verso lalto sul fianco del monte, come una lingua dargento. Sono felice che anche tu sia riuscita a vedere il tuo angelo disse Alex a un tratto. Mi fermai e lo guardai. Il bagliore della luna gli illuminava il volto soffermandosi sugli zigomi e sulle labbra. Volava fra le stelle era cos bello, Willow. Come te mormorai sfiorandogli una guancia. Ci scambiammo un bacio appassionato stretti luno allaltra, per un istante. Andr tutto bene mi sussurr allorecchio. Andr tutto bene, vedrai.

Quando Alex si svegli, qualche ora pi tardi, cap che

Willow non era accanto a lui prima ancora di aprire gli occhi. Si mise a sedere sul letto. Non era nemmeno nella casetta: lo spazio angusto era quasi vuoto, avevano gi caricato la maggior parte delle loro cose sul fuoristrada. Dopo la premonizione della notte precedente, il panico aveva iniziato a crescere in lui. Scese dal letto, sinfil in fretta gli scarponi e usc. Willow era in piedi davanti alla casetta a osservare le montagne circostanti, con indosso un golf e i pantaloni della tuta. Quando si volt verso di lui, vide una punta di tristezza nel suo sorriso. Non bellissimo? Sono uscita solo per dire addio a tutto questo. Tirando un sospiro di sollievo, Alex labbracci da dietro. Lei intrecci le braccia alle sue e si abbandon contro il suo petto nudo. Alex la baci sul collo, poi sollev lo sguardo per osservare il paesaggio. Le prime luci dellalba tingevano di viola e rosa le cime delle montagne, circondate alla base da nebbie spettrali come fumo. Se ne sarebbero andati subito dopo essersi vestiti. Torneremo, prima o poi disse lui. Mi piacerebbe replic Willow dolcemente. Poi si volt e si mise in punta di piedi per baciarlo. Quando le loro labbra sincontrarono, Alex la strinse forte a s. Ma si blocc di colpo. Trasportato dalla brezza mattutina, gli giunse allorecchio un ronzio distante. Willow lo ud nello stesso momento e voltandosi sirrigid. Che cos? Cazzo, un elicottero mormor Alex. Una scarica dadrenalina lo attravers. Rientr di corsa nella casetta e afferr il fucile. Torn fuori alla velocit della luce. Andiamo. Prese Willow per mano e attraversarono la radura per raggiungere uno dei sentieri che serpeggiava su per il monte, dietro la casetta. Il suono delle pale rotanti si stava facendo sempre pi forte. Mentre salivano, Alex si maledisse

perch non se lerano data a gambe qualche ora prima, quando Willow gli aveva detto della brutta sensazione che aveva avvertito? Se il fuoristrada si fosse inceppato, avrebbero potuto proseguire a piedi. Almeno sarebbero stati lontani da l. Willow scivol ma lui la sorresse e continuarono a salire. Si era fatta silenziosa e il suo volto, sebbene risoluto, era pallido. Dopo un po raggiunsero un piccolo spiazzo fra le rocce. Ai loro piedi, a pochi metri di distanza, sint ravedeva la casetta, che da lass sembrava quasi un giocattolo. Ed ecco lelicottero, lucente e nero, che oscillava leggermente nel tentativo di atterrare nella valle, accanto al fuoristrada. Oh, no sussurr Willow. Sta gi disse in fretta Alex. Si appiatt a sua volta al suolo, ignorando il leggero dolore al petto, e guard attraverso la lente telescopica del fucile per prendere la mira. Willow era distesa a pancia sotto accanto a lui, con gli occhi puntati sul terribile scenario che si spalancava davanti a loro. Alex mise a fuoco lelicottero. Non aveva marchi didentificazione e i finestrini erano oscurati. Mentre le pale rallentavano, un uomo e una donna scesero. La donna aveva capelli castani lunghi fino alle spalle e indossava dei pantaloni grigi e un giubbottino attillato. Luomo era biondo, con dei jeans e uno spesso maglione da marinaio. Alex chiuse gli occhi ed elev lo stato di coscienza per controllare subito i campi energetici dei due. Erano troppo distanti, ma quando riapr gli occhi vide chiaramente le loro aure attraverso la lente: luomo era un angelo, la donna era umana. Li vide imboccare il sentiero che conduceva alla casetta. La donna aveva con s una valigetta. Cosa vedi? domand Willow a bassa voce. Lui le fece un resoconto conciso . Luomo e la donna erano ormai a un passo dalla casetta, bussarono alla porta e diedero unocchiata dentro. Avevano bussato. Ma perch sprecavano tempo con i convenevoli? In ogni caso, chiunque si fosse

trovato nelle vicinanze avrebbe sentito lelicottero arrivare. Alex si aspettava che da un momento allaltro si mettessero a sparare allimpazzata. A dire il vero, se erano della Chiesa degli Angeli, cera da aspettarsi un piccolo esercito, non quei due, soli soletti. Ma chi diavolo erano? Mentre li osservava, la donna estrasse un piccolo megafono dalla tasca del giubbotto. Poi, guardandosi intorno, inizi a parlare. La sua voce riecheggi fra le montagne. Alex Kylar e Willow Fields. Siamo gli agenti speciali Kinney e Anderson, della CIA. Alex sent le spalle irrigidirsi per la sorpresa. Faranno parte dellOperazione Angelo mormor. Ma come faceva la donna a non accorgersi che il suo collega era uno dei nemici? Forse era stata colpita dal fuoco sacro. L sotto la donna continuava a guardarsi intorno, voltandosi in ogni direzione mentre parlava. Quello che disse sconvolse Alex: Sappiamo che siete in grado di distinguere le aure. Lagente speciale Anderson un angelo, dalla nostra parte. Dobbiamo assolutamente parlare con voi. Accanto a lui, Willow sussult trattenendo un gemito. Alex, staranno dicendo la verit? bisbigli. Quellangelo era dalla loro parte? Alex allontan lentamente locchio dal mirino e inizi a scuotere la testa. Ne dubito. Mi aspettavo che dicessero proprio questo per attirarci gi. Willow indugi. Se riuscissi ad avvicinarmi, potrei provare a leggere nella loro mente. Per un istante Alex credette che volesse scendere fisicamente, ma poi cap a cosa si riferiva. un angelo, ti vedrebbe. S, ma non penso che potrebbe farmi del male. Io non sono come loro la mia forza risiede nella mia forma umana, non in quella dangelo. lunica possibilit che abbiamo per capire chi sono davvero. Ad Alex lidea non piaceva, ma doveva ammettere che

aveva ragione. Ok disse alla fine. Ma sta attenta. Torn a guardare dal mirino. Se Willow si fosse sbagliata e il suo angelo fosse stato in pericolo, quei due se ne sarebbero pentiti amaramente. Willow chiuse gli occhi e rest immobile. Gradualmente langelo si stacc da lei e si alz in vo lo con le ali che riflettevano la luce rosa dellalba. Salendo sempre pi in alto, langelo vol lentamente verso la casetta. Alex si accovacci col fucile in pugno e osserv attentamente la reazione delluomo e della donna, mentre langelo sorvolava il ru scello. Mi ha visto bisbigli Willow accanto a lui. S, me ne ero accorto rispose Alex. Gli occhi delluomo per un attimo si erano spalancati per la meraviglia alla vista dellangelo di Willow. Poi, con fare concitato, si era voltato per dire qualcosa alla donna. Alex rest allerta mentre langelo li raggiungeva e si posizionava proprio su di loro, agitando delicatamente le ali. Luomo, per, non sembrava avere brutte intenzioni. Al contrario, si volt e apr piano le braccia verso di lei. La donna fece lo stesso, sebbene non sapesse dove guardare. Stanno volontariamente aprendo la loro mente per me disse piano Willow. Segui un interminabile silenzio, si udiva solo il soffio del vento. Alex lanci unocchiata a Willow che sedeva al suo fianco con le sopracciglia aggrottate. Poi la vide aprire gli occhi, immersa nei propri pensieri. Alex, credo che dicano la verit. Fanno parte dellOperazione Angelo, sono gli unici agenti non corrotti. Lui un angelo ma sta davvero dalla nostra parte. Detesta quello che i suoi simili stanno facendo allumanit. Alex prese di nuovo la mira. Ah s? Chiedigli se si mai nutrito di un uomo disse, controllando ancora una volta laura. Sembrava sazio, la sua fame doveva esser stata placata poco tempo prima. Willow richiuse gli occhi. Ci fu una pausa, poi Alex vide le

labbra delluomo muoversi. Quando Willow riapr gli occhi, sembrava costernata. Mi ha letto nel pensiero disse. Si nutre di chi gi stato vittima del fuoco sacro. Odia farlo, ma dice che non conosce altri modi per sopravvivere e combattere. Gli credi? domand Alex, guardandola. Willow inizi ad annuire. S, gli credo disse. Credo a entrambi. Alex torn a osservarli. Nessuno dei due si era mosso mentre langelo di Willow incombeva su di loro, agit ando ali candide come nuvole. Scosse la testa, incerto. Si fidava totalmente delle sensazioni di Willow ma non aveva mai visto un angelo a cui importasse di chi si nutriva. Ok disse infine, abbassando il fucile. D loro che stiamo scendendo.

Attraversarono la radura in direzione della casetta. Una volta arrivati, Alex si accorse che i due agenti erano seduti a terra l davanti e, suo malgrado, apprezz il fatto che non avessero invaso la loro privacy attendendoli dentro. La donna stava fumando una sigaretta con aria assorta, ma quando li vide arrivare la spense subito e balz in piedi. Signor Kylar disse secca andandogli incontro con la mano tesa. Sophie Kinney. un vero piacere. Lui le strinse la mano, totalmente confuso. Lei lo guard quasi con ammirazione. Poi la vide ricomporsi. Chiedo scusa, ma lei era una specie di leggenda in ufficio ha ucciso pi di duecento angeli, da solo. E lei devessere Willow Fields continu, porgendole la mano. Salve disse Willow timidamente stringendole la mano. Luomo si fece avanti, era pi alto di Alex e aveva ampie spalle. I suoi occhi azzurri possedevano la tipica intensit di

quelli degli angeli e Alex si sent scavare dentro. Nate Anderson disse tendendo una mano. Dopo un attimo di esitazione, Alex la fferr. Allora, cosa ti ha spinto a cambiare fazione? gli domand bruscamente. Langelo non cambi espressione. Non sono mai stato dalla loro parte rispose. Non siamo tutti convinti di poter disporre dellumanit come fosse bestiame soltanto per dirit to divino. Ci sono molte cose di cui vorremmo discutere con voi intervenne lagente Kinney. Che ne dite se entriamo? Alex lanci unocchiata a Willow. Per te va bene? Lei annu e Alex apr la porta. La casetta sembrava ancora pi piccola con quattro persone dentro. Alex vide che lagente Kinney not il sacco a pelo singolo sul letto striminzito. Willow guard le due sedie. Ecco perch non vi sedete su queste? Noi staremo sul letto disse ai due agenti. Poi si raccolse in fretta i capelli in una crocchia. Per favore, chiamateci Sophie e Nate linvit lagente Kinney prendendo posto. Alex non disse nulla. Non aveva di certo intenzione di legare con quei due, almeno finch non avesse capito cosa volevano da loro. Appoggi il fucile alla parete, afferr una maglietta che aveva lasciato fuori dalla borsa e se la infil. Poi si sedette accanto a Willow sul letto, con la schiena contro il muro e con le dita che tamburellavano sul ginocchio. Come avete fatto a trovarci? chiese. Visione remota disse Nate. Sono settimane che cerco di rintracciarvi mentalmente, ma non semplice se non si hanno legami personali. Alla fine ho capito che vi trovavate sui monti, da qualche parte. Ero convinto si trattasse delle Montagne Rocciose. Ho sprecato diversi giorni a setacciarle, prima di dirigermi verso Ovest. Willow aveva laria nervosa. Ma se puoi farlo tu, anche gli altri angeli possono disse.

Lui annu. Questa una mia prerogativa, ma credo che ci stiano provando anche loro. Siete fortunati che vi abbiamo trovati per primi. Siamo noi quelli fortunati lo corresse Sophie. Non ci avremmo messo tanto se non vi avessimo persi di vista alla periferia di Phoenix. Eravate voi quelli che ci seguivano sulla superstrada? domand Willow. Nate annu. Ho dei contatti nella Chiesa degli Angeli. Ho sentito dire che un paio di fedeli stavano per prendervi in Texas da quel momento in poi vi siamo sempre stati alle costole. Comunque vi meritate un applauso per esser sopravvissuti finora intervenne Sophie. Non da tutti. Willow scosse la testa. Tutto merito di Alex disse. Sarei morta il primo giorno se non fosse stato per lui. Anche tu mi hai salvato la vita disse Alex calmo, ripensando a come si erano battuti in Nuovo Messico. I loro sguardi sincontrarono per un attimo, poi Alex si rivolse di nuovo agli agenti. Da quanto tempo ci sono degli infiltrati allinterno dellOperazione Angelo? Da circa quattro mesi rispose Nate. Da allora alcuni di noi sono morti e altri sono stati vittime del fuoco sacro ormai, la maggior parte degli agenti rimasti stata eliminata dagli angeli o scomparsa nel nulla, pensiamo siano tutti morti. Alex lo sapeva gi, ma sentirselo dire fu come ricevere un calcio in pancia. Sent i suoi muscoli tendersi. Vide Willow guardarlo preoccupata, con occhi pieni di compassione. Ok disse poi. E come mai non hanno fatto fuori anche me? Nate gli rivolse un sorriso amaro. Perch eri il migliore. Gli angeli hanno preferito utilizzarti per i loro scopi il tuo compito sarebbe stato quello di eliminare i traditori come me. Alex si mise subito a sedere, incredulo. Che cosa? Sophie annu. Negli ultimi quattro mesi non hai fatto che uccidere angeli che simpatizzavano per gli umani e si

battevano per la loro salvezza. Voi siete pazzi disse Alex. Io li vedo, ricordate? E credetemi, ognuno di loro era sul punto di attaccare. Nate scosse la testa. No, erano i cosiddetti portatori, angeli che donano agli umani una certa quantit di resistenza psicologica. Funge da protezione contro gli angeli che vogliono nutrirsi. In alcuni casi si trasmette anche da uomo a uomo, attraverso il contatto aurico come un virus, ma con effetti positivi. Alex si sent girare la testa. Ripens allultima missione prima che lo spedissero a cercare Willow: T. Goodman che si avvicinava a quelluomo daffari che delirava sul marciapiede, in preda ai fumi dellalcol. Non avere paura. Devo darti una cosa. Imprec. Poi sent Willow afferrargli una mano e la strinse forte. Sophie accavall le gambe. Non potevi saperlo, ovviamente. Hai svolto il tuo lavoro in maniera eccellente, aggiungerei, come sempre. Alex resistette allistinto di tirarle qualcosa. Esistevano questi portatori e nessuno si preso il disturbo di dirmelo ? Mi state dicendo che avrei potuto evitare di uccidere angeli che si erano schierati con noi? Grandioso, non c che dire. Ma come hanno fatto a sfuggirvi le cose di mano in questo modo? Anzi, prima di tutto vorrei sapere che razza di idiota ha avuto il coraggio di darvi un lavoro? La donna rimase impassibile. Gli Angel Killer lo sanno da un anno, da quando cio Nate si unito a noi. Non abbiamo pi autorizzato leliminazione di questo tipo di angeli da allora. E forse anche da prima. In ogni caso non sono tanti. Alex emise un lungo sospiro. Willow gli stava ancora tenendo la mano e il suo calore lo calm un po. Ok disse dopo una pausa. Strinse la mano di Willow, poi la lasci per strofinarsi il volto. Mi dispiace.

Sophie inclin il capo. Se una notizia simile non ti avesse fatto questo effetto, non saresti stato adatto per questo tipo di lavoro. Nate si sporse verso di lui, posando gli avambracci sulle ginocchia. Dobbiamo pensare al presente, non a quello che accaduto quattro mesi fa. Se non ci sbrighiamo, le cose peggioreranno. E qui entra in ballo la questione di cui volevamo parlarvi. Esit un istante e rivolse lo sguardo verso Willow. Allora vero, tu sei un semiangelo disse. S, vero disse Willow con voce ferma e decisa. Ripensando a quanto la cosa lavesse gettata nello sconforto mentre attraversavano il deserto un mese prima, Alex si sent pieno damore e ammirazione nei suoi confronti. Nate annu. Lo sapevo, ma averti davanti Sinterruppe scuotendo la testa. Sembra impossibile. Willow sorrise debolmente. Ma sono qui. Sai perch gli angeli sono convinti che tu abbia il potere di distruggerli? No. Non ne ho idea. Fino a qualche tempo fa non sapevo nemmeno che gli angeli esistessero, figuriamoci se immaginavo di essere in parte una di loro. Be, allora ne so pi di te in questo caso disse Nate. La comunit angelica concorda nel sostenere che quello che Paschar dice di aver visto abbia a che fare con il passaggio. Comincia dal principio lo interruppe Sophie. Ok disse Nate. Per prima cosa, dovete sapere che gli angeli sono scesi fra voi in seguito a quella che loro chiamano la Crisi. Il nostro mondo simile al vostro, con la sola differenza che l possiamo nutrirci detere. Di natura non siamo predatori. Ah s? Non ve la cavate male per sbott Alex incapace di trattenersi. Willow gli lanci unocchiataccia. Nate scroll una delle sue possenti spalle. vero, alcuni di noi hanno sviluppato nel tempo una sorta di predilezione per il

genere umano venendo a nutrirsi qui spesso. Amavano il rischio e la scarica dadrenalina che ne derivava. Ma allinizio erano pochi a farlo. Dovete credermi se vi dico che alla maggior parte non interessava affatto. Poi, per, arriv la Crisi nessuno sa perch, ma il nostro etere ha cominciato a scarseggiare, e le cose sono andate via via peggiorando. Al momento non c pi energia sufficiente a sostentarci tutti. Presto, il nostro mondo svanir. Alex ascoltava con attenzione. Avevano ragione allora, qualcosa era andato storto nel loro mondo ed erano stati costretti a evacuare. Il Consiglio Serafico decret che la nostra unica speranza di sopravvivenza fosse trasferirci. Poi Nate rivolse lo sguardo verso Alex. Qui. LInvasione disse Alex. LInvasione ripet Nate. Fece un profondo respiro giungendo le dita delle mani. Quando ricominci a parlare, sembr scegliere accuratamente le parole. Levacuazione avverr a ondate. Quella che voi chiamate Invasione, in realt stata solo la prima. Ce ne saranno molte altre. Alex allinizio non capiva, ma quelle ultime parole lo travolsero con la potenza di uno tsunami. Si sent gelare mentre fissava Nate. Accanto a lui, sul letto, Willow taceva, con le labbra pallide. La Prima Ondata doveva fungere da test continu Nate in tono calmo. Potevano sopravvivere nel vostro mondo? La risposta fu s. Molti angeli iniziarono a nutrirsi di uomini, traendone soddisfazione. E persino godimento. Fece una smorfia di disgusto. La spedizione ebbe esiti positivi, pertanto. La notizia ha iniziato a diffondersi circa sei settimane fa. A quel punto la Seconda Ondata stata autorizzata. Una volta arrivati, gli angeli diventeranno pi o meno il doppio. Quando prevista? chiese Alex. Aveva la gola secca. Nate lo fiss dritto negli occhi. Domani disse.

Domani? Nate annu. tutto pronto da pi di due anni. Da quando la decisione stata presa, sei settimane fa, avvenuto tutto molto velocemente. Date unocchiata qui disse Sophie, afferrando la valigetta. La pos sul letto, la apr e diede loro un volantino ricoperto di scritte azzurre e argento. Aveva impresso il logo della Chiesa degli Angeli che raffigurava un angelo ad ali spiegate e braccia spalancate, e diceva:

GLI ANGELI STANNO ARRIVANDO! Questanno il 31 ottobre non preannuncer la festa di tutti i Santi ma la festa di tutti gli Angeli. Le nostre preghiere sono state accolte. Grazie alla loro misericordia, il nostro mondo sta per essere premiato con larrivo di altri angeli. Essi hanno ascoltato le nostre suppliche, le nostre speranze, i nostri sogni e stanno venendo da noi. Preparatevi a salutare un mondo nuovo, un mondo migliore in compagnia degli angeli. FUNZIONE RELIGIOSA E CELEBRAZIONI PRESSO LA CATTEDRALE DELLA CHIESA DEGLI ANGELI DI DENVER, DOMENICA 31 OTTOBRE, ORE 16.00. Alex rimase a fissare per un po il volantino , senza parole. LInvasione era gi stata devastante. Tent di immaginare cosa avrebbe comportato larrivo di altri angeli e il costante aumento futuro della loro presenza sulla Terra. Sarebbe stato un massacro. E, a sentir loro, lui era lunico Angel Killer

rimasto. Perch lo dicono cos apertamente? sussurr Willow, sfiorando il volantino. Sophie si strinse nelle spalle. il solito discorso, per nascondere una cosa la devi mettere sotto gli occhi di tutti. Chi non ci crede, lascer correre, pensando che sia unaltra trovata da fanatici. Willow raccolse le gambe al petto. State dicendo che verranno un sacco di persone ad accoglierli diventando cos loro vittime? Il tono in cui lo disse era carico di tristezza e insieme disgusto. Nate scosse la testa. Gli angeli non inizieranno a nutrirsi subito, sono completamente estranei a questo mondo. Impiegheranno qualche tempo a insediarsi, a mescolarsi con la gente poi daranno inizio al massacro. Comunque s: il pensiero di tutta quella folla giubilante, pronta a dar loro il benvenuto senza avere idea di cosa abbiano in serbo, rivoltante. Alex aggrott le sopracciglia cercando di immaginarsi la scena. Come faranno a vederli se non si nutrono? Nate si lasci scappare una risata. Questa unoccasione speciale disse. Al loro arrivo alla cattedrale, gli angeli porteranno le loro frequenze al livello etereo il pubblico sar in grado di ammirarli. Non vedono lora di assistere a una tale manifestazione di entusiasmo. Entusiasmo. Alex gett il volantino sul tavolo, invaso da un improvviso senso di nausea. Non possiamo permettere che questa ondata si verifichi, e nemmeno quelle successive disse Sophie. Facciamo gi abbastanza fatica a combattere gli angeli che ci sono ora. Se ne arrivassero degli altri, non avremmo molte speranze il mondo cos come lo conosciamo scomparirebbe nel giro di dieci anni. Willow emise un debole gemito. Alex le prese la mano e si rivolse a Nate. Ok, ditemi tutto quello che sapete sulle loro

prossime mosse esort in tono duro. Se continuate a infettare lumanit col fuoco sacro, come farete a nutrirvi quando saranno tutti morti? Langelo sembrava riluttante a rispondere. Finch gli umani si riprodurranno, gli angeli avranno a disposizione nuove fonti denergia. Abbiamo mo tivo di credere che stiano gi esortando le famiglie dei fedeli ad aumentare di numero. Figuriamoci. Alex fece una smorfia. La cosa non lo stupiva affatto. Intanto, Willow si era fatta pallida e i suoi occhi erano spalancati per lorrore. Come ho gi detto, non possiamo permettere che questo accada continu Sophie. Dobbiamo fermarli, la nostra unica speranza. Come? domand Alex dopo un po. Esiste un modo? Nate e Sophie si scambiarono unocchiata e latmosfera cambi nella stanza. Alex cap subito che quello che stavano per dire non gli sarebbe affatto piaciuto. Lentamente Nate prese la parola. Esiste un fragile possiamo chiamarlo muro di energia fra i nostri due mondi. Se oltrepassato da un modesto numero di angeli, il muro rimane stabile la sua energia ne risente per poco, giusto il tempo di farli passare dallaltra parte, e poi si riforma. Ma un esodo di questa portata tutta unaltra cosa. Dovr essere creata una fenditura un passaggio per permettere a centinaia di migliaia di angeli di oltrepassare il muro pi velocemente possibile, senza distruggerlo. Per una ventina di minuti, il tempo che ci vorr, il muro sar pericolosamente instabile unoperazione estremamente delicata. Si prevede che il passaggio verr aperto nella cattedrale principale della Chiesa degli Angeli alle sei di domani pomeriggio, due ore dopo linizio della funzione disse Sophie, indicando il volantino. Alcuni dei nostri saranno appostati dentro la chiesa conosciamo ogni dettaglio, persino il punto

esatto in cui apparir il passaggio. Giusto disse Nate. Quello a cui abbiamo pensato : se riuscissimo a danneggiare il passaggio appena si spalanca, si darebbe inizio a una reazione a catena che lo distrugger rendendolo inutilizzabile. Praticamente, lo richiuderemo impedendo agli angeli di riversarsi nel nostro mondo. Alex ascoltava sfregando le nocche sul ginocchio. E come pensate di distruggerlo? Nate non rispose e prese invece la mano di Willow. Posso? chiese. Lei esit un istante, poi fece cenno di s. Nate chiuse gli occhi. Alex vide le sue palpebre vibrare, come se langelo stesse vedendo delle immagini che nessun altro poteva vedere. Quando lasci la mano di Willow, la fiss per un po senza dire una parola. Paschar aveva ragione disse alla fine. Paschar? domand Willow. Langelo di Beth? Nate fece cenno di s. Tenendoti la mano, ha visto che il solo fatto che tu esista rappresenta un pericolo per gli angeli, tu hai il potere di distruggerci tutti. quello che io stesso ho visto poco fa. Alcune immagini sono confuse ma Si volt verso Sophie. lunico modo. Quale? si affrett a chiedere Alex. Sophie infil una mano nella valigetta, ne estrasse una piccola pietra e la pos sul tavolo. Sembrava piombo fuso, con frammenti dargento allinterno. Nate la prese in mano. Questo un pezzo di angelica disse, rigirandoselo fra le dita. Era una pietra di forma ovale, abbastanza piccola da stare nel pugno di una mano. Viene dal mio mondo. Possiede propriet uniche. Una consiste nellavere un certo grado di coscienza: quando entra in contatto con letere, la sua forma fisica emette brevi e ravvicinati lampi denergia a una frequenza molto elevata sufficiente cio a distruggere il passaggio nel momento di massima vulnerabilit.

Poi sollev lo sguardo su Willow. Tu sei tanto unica quanto questa pietra le disse. Il tuo angelo convive con la tua forma umana. Questo significa che sei capace di comunicare con langelica attraverso il tuo angelo e allo stesso tempo di attivarla mentre la posizioni allinterno dellapertura del passaggio nessun altro pu farlo. Alex sirrigid quando si rese conto di cosa stesse insinuando langelo. Aspettate un attimo disse alzando il tono della voce. Volete che sia Willow a farlo? Chi altri? chiese Nate in tono grave. E detto questo, pass la pietra a Willow. Lei lafferr con aria sconvolta, lentamente, e la osserv. Dopo un po deglut e guard Alex. Se lo faccio, poi cosa accadr? Il volto di Sophie era la maschera della tensione. La nostra speranza che vada in mille pezzi e che si richiuda per sempre. Speranza? esclam Alex col voce tagliente come una lama. Ma non ne siete sicuri, vero? Il silenzio che segu conferm la sua ipotesi. E cosa accadr a Willow? Verr distrutta anche lei? Sophie esit un istante. Non lo sappiamo disse poi. Il muro diventer molto instabile, ma non sappiamo esattamente cosa questo comporti. Tuttavia Willow gli sar proprio accanto e sinterruppe. Il terrore e la rabbia che travolsero Alex furono cos violenti che dovette trattenersi dal tirare pugni a tutto ci che aveva a portata di mano. E come dovrebbe fare a entrare nella cattedrale? Sar una gabbia di matti decine di migliaia di fanatici che la vogliono morta! E tutto questo per cosa, per farle compiere un gesto che potrebbe ucciderla, qualcosa che sperate funzioni? Possiamo farla entrare noi disse Nate. Il nostro complice laiuter. Sappiamo gi come farla arrivare pi vicino possibile al passaggio senza essere notata.

Wow, fantastico sbott Alex. E se anche tutto questo dovesse funzionare, cosa accadrebbe se la vicinanza al passaggio non la uccidesse? Gli angeli non arriverebbero e tutti darebbero la colpa a lei ma cosa credete, che si limiterebbero a scambiarsi unocchiata, dicendosi oh, pazienza, per poi tornarsene a casa? Gli agenti non risposero. Alex rimase a fissarli. La ucciderebbero e lo sapete bene disse a bassa voce. Un manipolo di traditori non basterebbe a salvarla. Poi lesse sui loro volti quello a cui stavano davvero pensando e serr le mascelle. Ma voi sapete gi che non ci sar alcun bisogno di loro, perch esplodendo, il passaggio investir anche lei, uccidendola in ogni caso. Silenzio. Sospirando Sophie disse: Willow, Alex ha ragione, sar molto pericoloso. La reazione del passaggio a contatto con langelica potrebbe essere a dir poco violenta. Toglietevelo dalla testa, non lo far disse Alex. Non esiste. C dellaltro continu Sophie. Lanci unocchiata a Nate e gli fece cenno di proseguire. Noi angeli siamo fatti denergia disse. Veniamo tutti dalla stessa fonte originaria, perci pur essendo individui, siamo legati luno allaltro quando un angelo muore, la cosa si ripercuote su tutti noi. Se il passaggio si richiude, coloro che resteranno intrappolati nel nostro mondo moriranno entro breve. E allora, nella migliore delle ipotesi, accadr anche a quelli che si trovano nel vostro. Non potremmo sopravvivere a una simile perdita. Willow alz lo sguardo verso Nate. Ma se questo accadesse, non sopravviveresti nemmeno tu. No disse Nate. Poi rest in silenzio per un po, con le mani giunte. Aver tradito la mia gente un pesante fardello da sopportare disse. Ma quello che hanno fatto abominevole. Non possiamo seminare morte e distruzione in un altro mondo

solo per salvare il nostro, non ne abbiamo il diritto. In altre circostanze, Alex sarebbe rimasto colpito dallaltruismo di Nate, ma in quel momento avrebbe solo voluto tirargli un pugno. Ma che pensiero nobile peccato che non sia tu quello che deve correre il rischio maggiore! Tu te ne stai l a supplicare Willow e non sei nemmeno sicuro che tutto questo funzioner. Sophie intervenne mettendola su un altro piano.. Lunica certezza che se non facciamo qualcosa, un numero sempre maggiore di angeli invader il nostro mondo. Se invece ci proviamo, avremo almeno la speranza di poterli distruggere tutti. Willow rest in silenzio per un lungo istante a osservare la pietra argentata fra le sue dita. Poi disse: Siete siete davvero sicuri che io sia lunica in grado di farlo, vero?. Alex la guard e sent che una morsa gelida stringersi dentro di lui. Nate annu. Grazie alla tua duplice natura, sei lunica che possa fisicamente conficcare la pietra e, allo stesso tempo, entrare in comunicazione con essa. E poi scritto nel tuo destino sei tu lunica che pu distruggerci. Willow deglut, con gli occhi ancora fissi sulla pietra. E quante possibilit ci sono che il passaggio effettivamente si chiuda? Non saprei disse Nate inespressivo. Non possiamo saperlo finch non ci proviamo. Sophie si sporse in avanti per guardarla negli occhi. Willow, ormai ci resta poco tempo disse. Se se accetti, dovremo partire immediatamente, per darti istruzioni e preparare un piano. Willow, no disse Alex afferrandola per le braccia. No. Non puoi farlo. Non puoi. Lei sollev lo sguardo e vide i suoi grandi occhi pieni di lacrime. Fece un respiro profondo. Mmm potete scusarci un

secondo, per favore? disse a Sophie e Nate. Poi, chinandosi sul tavolo, vi pos langelica. Certamente. Sophie rimise la pietra al sicuro nella valigetta e la richiuse, quindi lei e Nate scostarono le sedie dal tavolo e si alzarono in piedi. Aspettiamo fuori. Un istante dopo, la porta si chiuse alle loro spalle. Alex la ud a malapena. Fissava Willow stringendole ancora forte le braccia. Non puoi farlo disse. Non puoi. Ti prego, dimmi che non fai sul serio. Lei era pallida. Alex, non non credo di avere molte alternative. Ma hai sentito che cosa hanno detto? Willow, lesplosione del passaggio potrebbe investirti, non sono nemmeno sicuri che riuscirai a chiuderlo! Lei annu, molto lentamente. Lo so disse. Alex inizi ad agitarsi e la sua voce tuon nella casetta. Non ci starai pensando sul serio! Ma sei impazzita? Hai intenzione di rimetterci la vita, questo che vuoi? Una lacrima solc il volto di lei, ma quando parl, il tono della sua voce sembr deciso. Cosaltro dovrei fare venire in Messico con te e fregarmene di tutto il resto? Come potrei convivere col rimorso di non aver nemmeno tentato di fermarli? Willow, non questa la soluzione. Non ne uscirai viva! Ascolta, troveremo un altro modo per combatterli, andremo Le stava stringendo troppo le braccia. Willow si liber dalla presa e lo guard con aria angosc iata. Questa lunica soluzione! Tutto mi fa pensare che lo sia, capisci? La premonizione della scorsa notte, le parole di Paschar sono lunica che possa fermarli e li fermer! La paura che avesse ragione simpadron di Alex. A ogni respiro sembrava che laria gli si ghiacciasse nei polmoni. No. Non lo farai, te lo impedir. Lei lo guard disperata, i suoi occhi erano carichi di

tristezza e insieme di amore per lui. Alex, se esiste una possibilit di distruggerli, devo provarci. Tu li combatti da una vita, chi meglio di te pu capire Non cos! grid lui. un suicidio, non sanno nemmeno dirti se funzioner! questo che vuoi, morire? Guarda che non sono io a volerlo! gli url lei in faccia, con gli occhi colmi di lacrime. Io voglio solo stare con te, voglio che tutto torni comera prima! E allora fallo disse lui stringendole le mani. Willow, ti prego non sei costretta se non vuoi Lei chin il capo, soffocando un singhiozzo. Le era uscito il ciondolo dal maglione. Lasciando la mano di lui, Willow sollev un braccio e inizi ad accarezzarlo. Mi dispiace sussurr. Poi, senza guardare Alex, si alz dal letto e si diresse rigidamente verso il tavolo. Inizi a mettere in valigia i vestiti che aveva lasciato fuori, pronti per essere indossati quel giorno. No! salt su Alex strappandoglieli di mano. No, Willow, no non puoi farlo Io devo! grid voltandosi di scatto verso di lui. Non ho scelta! Credi davvero che potrei dimenticarmi di tutta questa storia e far finta che non sia successo niente? Be, non posso! Aveva davvero intenzione di farlo la sua era unazione disperata. Alex sentiva il sangue pulsargli nelle orecchie mentre la fissava. Di colpo il petto sirrigid, non riusciva pi a respirare. Oddio, no. Non poteva essere vero, non poteva succedere di nuovo, non con la persona di cui si era innamorato. Perch aveva creduto che sarebbe stato diverso? Come aveva potuto essere cos stupido? Be, sembra che tu abbia gi preso la tua decisione disse alla fine. Alex, se non lo facessi, non potrei mai perdonarmelo disse lei con un filo di voce. Avrei il volto di mia madre

davanti agli occhi per il resto della mia vita e di Beth della tua famiglia Poi sinterruppe, coprendosi il viso con le mani. Alex avrebbe tanto voluto consolarla. E invece si ritrov a fissarla, tremando dalla rabbia. Non tirare in ballo la mia famiglia. Se vuoi farti ammazzare, fallo solo per te. E cos dicendo, le lanci i vestiti. Le guance di Willow erano completamente bagnate di lacrime. Piano piano mise via tutti i suoi vestiti, disperata. Alex, ti prego, cerca di capirmi. Quale genere di futuro ci aspetta, se adesso scappo? Il rimpianto ci avvelenerebbe lesistenza, abbiamo sempre saputo che Non avrebbe mai immaginato di poterla odiare, ma in quel momento dovette ricredersi. Non ti azzardare, non ti azzardare a dire che lo fai per noi la interruppe con voce rotta. Noi non esisteremo pi dopo questo tuo bel gesto. Non aveva ancora chiuso la borsa, cos lui ci si avvent sopra, chiuse la zip e gliela lanci. Vattene disse. Fuori di qui, ti stanno aspettando. Scossa dai singhiozzi, Willow si strinse la borsa al petto. Tu tu non vieni? gli domand piano. Quegli occhi. Quel viso. Le parole gli uscirono dalla bocca affilate come schegge di vetro. No, grazie. Ho gi visto morire troppe persone che amavo. Il volto di lei si contrasse in una smorfia. Poi distolse lo sguardo con le labbra che tremavano. Be, allora vado. Vai. Willow si diresse lentamente verso la porta, ma di colpo si volt e gli gett le braccia al collo. Ti amo disse singhiozzando. Alex, ti supplico, dimmi che questa non la fine. Io ti amo. Quellabbraccio lo stava uccidendo. Non poteva lasciarsi andare, rest immobile sul posto. Vattene disse a denti

stretti. Willow si stacc da lui, fissandolo. In quello sguardo Alex vide tutta la sua disperazione. So perch fai cos gli bisbigli allorecchio. Io ti amo, Alex. Ti amer sempre. Lui non si mosse mentre lei lo baciava sulla bocca. Le sue labbra avevano il sapore delle lacrime. Poi Willow si volt e corse fuori dalla porta. Se ne era andata. Come se provenisse da molto lontano, Alex ud il suono delle loro voci, poi dei passi che si allontanavano. Infine, pi nulla. Era rimasto solo nella casetta, scosso da violenti fremiti. Afferr una sedia e la scagli dallaltro lato della stanza, fracassandola contro il muro. Poi croll a sedere a un capo del tavolo, prendendosi la testa fra le mani e respirando a fatica. Intorno a lui cera ancora il sacco a pelo tutto accartocciat o in cui avevano dormito la notte prima, la sacca nera di nylon, con dentro le cose di entrambi. Le Converse viola di Willow erano in un angolo, una giaceva capovolta proprio accanto a lui. Ma cosera successo? Cosa aveva fatto? Per alcuni minuti Alex rest l con le mani fra i capelli, perso in un vortice di emozioni che minacciavano di lacerarlo dentro. Sent lelicottero partire. Quel suono improvviso e violento gli fece sollevare di scatto la testa, strappandolo al suo delirio. Willow era in quellelicottero. Stava per volare via, lontano da lui forse non lavrebbe mai pi rivista. Entr nel panico. Si alz in piedi cos velocemente da mandare il tavolo a gambe allaria. Usc di corsa dalla casetta, poi si mise a correre verso la piccola radura e gi per il sentiero. Willow! url. Willow! Il rumore delle eliche gli rimbombava nelle orecchie mentre correva. Lelicottero era gi decollato e si stava allontanando sopra la valle, oscillando. Alex gli corse dietro, ma si ferm, colpito da una folata di vento. Diventava sempre pi piccolo,

non riusciva nemmeno a vederli dai finestrini oscurati. Sapeva che non sarebbe servito a niente, ma si port lo stesso le mani alla bocca e grid di nuovo. WILLOW! Lelicottero continu ad allontanarsi fra le montagne finch non fu solo un puntino nel cielo, unombra che trascinava via con s il suo cuore. Alex rimase a fissarlo, tremante. Cosaveva fatto? Willow stava andando incontro alla morte e lui aveva avuto anche il coraggio di mandarla via? Non laveva trattenut a. Non le aveva detto quanto lamava. Laveva lasciata andare da sola. No! esclam. Non poteva permettere che accadesse, non sarebbe andata a finire cos, per nulla al mondo. Lei aveva deciso di farlo, ma non sarebbe stata sola, tormentata dal pensiero che lui la odiasse. Lui sarebbe stato al suo fianco per aiutarla o per morire con lei, non gli importava: non voleva trascorrere nemmeno un minuto del tempo che gli restava da vivere senza di lei. Doveva raggiungere Denver entro le sei del pomeriggio seguente. Guidando senza sosta ce lavrebbe fatta. Corse dentro la casetta, si tolse i pantaloni della tuta e si infil i jeans. Poi si mise il giubbotto. Afferr il portafoglio, le chiavi del fuoristrada, la pistola e nuove munizioni. In un batter docchio torn alla valle rocciosa, mont in macchina e accese il motore. Part sgommando e si mise a percorrere il pendio, abbandonando la valle. Non sarebbe andata come con Jake. Non avrebbe deluso ancora una volta una persona che amava.

CAPITOLO 17
Per molto tempo, nessuno disse nulla sullelicottero. Nate si era seduto davanti col pilota, un uomo che indossava un paio di occhiali da sole e il cui nome mi era sfuggito, mentre Sophie aveva preso posto dietro, con me. Io me ne stavo l con la borsa ancora stretta al petto e la gola talmente serrata che non sarei riuscita a parlare neanche volendo. Ripensai allespressione sul volto di Alex mentre mi urlava d andarmene Trattenni a stento un singhiozzo. Quando lelicottero era decollato, il mio cuore era andato in mille pezzi. Non riuscivo nemmeno a provare rancore nei suoi confronti, per il fatto che lui non capisse io sapevo cosa avesse risvegliato in lui la mia decisione e il solo pensiero mi trafiggeva come una lama affilata. Avrei tanto voluto dire a Sophie e a Nate di tornare indietro perch volevo tornare da Alex gettargli le braccia al collo e dirgli che avevo cambiato idea, che non lavrei fatto. Ma non potevo. Inconsciamente mi resi conto che le montagne sotto di noi si stavano abbassando, per lasciar posto al deserto. Mi dispiace disse Sophie a un certo punto, sporgendosi su di me per superare il frastuono delle pale dellelicottero. Voi due state insieme vero? Annuii, sperando che fosse ancora vero, e scoppiai a piangere. Stai facendo la cosa giusta, Willow disse. lunica possibilit che abbiamo per fermare gli angeli ti siamo davvero grati. Posso immaginare quanto sia dura per te. Mi asciugai il viso con un fazzoletto. Non ho scelta dissi alla fine. Se avessi potuto ma non riuscii a terminare la frase. Sarei rimasta con Alex, e a questora staremmo andando in Messico. Il mio ciondolo brillava sul maglione. Provavo

dolore solo a guardarlo. Sophie smise di parlare e di questo le fui riconoscente. Abbandonando la testa sul sedile, mi misi a osservare la pallida distesa sabbiosa che correva come un fiume verso un orizzonte indefinito. Qualche ora pi tardi atterrammo in Colorado, in un piccolo aeroporto privato fuori Denver. Scendendo dallelicottero mi sentii le gambe intorpidite e le orecchie che ronzavano. Intravidi le Montagne Rocciose in lontananza, con le cime ricoperte di neve. Distolsi lo sguardo. Non sarei mai pi riuscita a guardare una montagna senza morire dentro. Nate e Sophie mi accompagnarono su un marciapiede dove unauto dai finestrini oscurati ci attendeva. Mi bruciavano gli occhi per le lacrime, ma sapevo di dover fingere di star bene, altrimenti sarei scoppiata. Mi schiarii la voce. Mmm credevo che foste gli ultimi due rimasti dellOperazione Angelo. Nate annu. Un altro dipartimento ci ha offerto protezione. Non sappiamo molto, solo che abbiamo il loro nulla osta dato che ormai la missione stata compromessa. E detto questo, mi apr la portiera. Scivolai sulla morbida pelle nera del sedile posteriore della macchina. Mi fece ripensare alla Porsche di Alex. Tutto mi ricordava Alex. Nate sal davanti col guidatore. Un pannello di vetro separava la parte anteriore da quella posteriore. Con Sophie accanto, strinsi forte la borsa e osservai laeroporto scomparire dalla mia vist a. Presto imboccammo una superstrada affiancata su entrambi i lati da campi verdi e, pi in l, da altre montagne. Allimprovviso mi venne in mente una cosa e mi voltai verso Sophie. Avete idea di cosa sia successo a Pawntucket? Mia madre sta bene? La sentii rilassarsi, lieta di avere la possibilit di darmi finalmente una buona notizia. S, tua madre sta bene disse. E anche tua zia. Abbandonai le spalle. Dici davvero? Stanno bene?

S. Te lo giuro. Emisi un sospiro di sollievo e percepii la morsa della tensione allentarsi un po nel mio petto. La mamma stava bene, non le era accaduto nulla. Cos successo dopo che me ne sono andata? chiesi. Sophie tir fuori le sigarette, poi abbass il finestrino di un paio di dita e se ne accese una. Dopo la tua scomparsa, la Chiesa degli Angeli intervenuta nelle indagini della polizia disse, soffiando fuori una nuvoletta di fumo. Hanno fatto chiudere il caso dopo un giorno o due. Praticamente cerano un centinaio di persone che sostenevano che fossi scappata col tuo fidanzato, testimoni che ti avevano vista caricare le valigie in macchina e dargli un bacio. Lascoltavo incredula. Non cera da stupirsi se zia Jo mi accoglieva sempre con vibrazioni negative ogni volta che cercavo di entrare mentalmente in co ntatto con lei. Ma la mia amica Nina sapeva che non era vero. Non ha detto niente? Sophie sorrise. Tir fuori un iPhone dalla borsa, vi digit qualcosa e me lo porse. Abbassai lo sguardo sul piccolo schermo. Era aperto su Twitter, cera un post di Nina: WILLOW FIELDS NON CE LHA IL RAGAZZO, PUNTO E BASTA! C nessuno a cui importi che la mia amica sia scomparsa? Oh, Nina. Sfiorai il telefono in preda alla malinconia. Nessuno la ascolta disse Sophie, riprendendoselo. A quanto ne so, i tuoi compagni alla Pawntucket High preferiscono la storia del fidanzato segreto e i fedeli della Chiesa che si sono infiltrati nella polizia di Schenectady faranno di tutto perch le indagini non vadano oltre. Rimise 1iPhone in borsa. Forse questo lunico motivo per cui lhanno risparmiata finora.

Alex aveva intuito che ci fossero infiltrati della Chiesa degli Angeli dissi dopo un attimo di esitazione nella polizia. Sophie sembrava assorta nei suoi pensieri mentre scrollava la cenere fuori dal finestrino. Quel ragazzo in gamba disse. Per essere cos giovane, ha fatto cose davvero straordinarie Non mai stato giovane dissi piano, guardando nel vuoto. Non ne ha avuto la possibilit. No, solo quando eravamo insieme, lontano da tutto deglutii rivedendo davanti agli occhi il suo sorriso, il suo sguardo divertito. Poi ripensai allespressione sul suo volto mentre me ne andavo. Non mi aveva nemmeno detto addio. Mi strinsi forte le braccia al petto, soffrendo per entrambi. Vedendomi in quello stato, Sophie ammutol e non parlammo pi per un sacco di tempo. Finalmente la macchina imbocc unuscita e qualche minuto dopo stavamo percorrendo una strada senza nome. In lontananza, da un prato ben curato, emerse un edificio basso e scuro. Non cerano cartelli. Sophie si drizz sul posto slacciandosi la cintura di sicurezza. Una sede satellite della CIA disse senza che glielo chiedessi. Qui potrai ricevere le istruzioni che ti servono, e poi ci sono delle docce, dei letti Annuii stordita, osservando quelledificio dallaria anonima. Ero a migliaia di chilometri di distanza da Alex. Ogni chilometro che ci separava era una pietra che si abbatteva sul mio cuore, frantumandolo. Scendemmo dallauto e salimmo una breve rampa di scale di cemento che conduceva a un paio di lucenti porte a vetri. Sophie e Nate mostrarono i propri documenti allentrata e mi scortarono lungo un corridoio asettico. Era talmente pulito che

riuscivo a specchiarmici. I nostri passi riecheggiavano tuttintorno. Eccoci qua disse Nate aprendo una porta. Entrammo in un piccolo appartamento, dotato di divani e poltrone. Cera un cucinotto in fondo alla sala, con un bancone per la colazione e qualche sgabello. Sophie pos la valigetta sul tavolino. Vuoi darti una rinfrescata? mi chiese. C una doccia nel bagno disse indicandomi una stanza oltre la cucina. Indossavo ancora i pantaloni della tuta, la maglietta con cui avevo dormito e il maglione rosso che mi aveva dato Alex. Una parte irrazionale di me avrebbe voluto non toglierlo mai pi, come se quel semplice gesto avesse il potere di recidere lultimo legame che mi univa a lui. Ma che differenza avrebbe fatto? Probabilmente non lavrei mai pi rivisto, cosa decidevo di indossare non aveva importanza. Quel pensiero mi sferz come un colpo di frusta. Poi mi resi conto che sia Sophie che Nate mi stavano fissando, in attesa di una risposta. Ok dissi, cos piano che a malapena riuscii a sentirlo. Non ho lo shampoo per e il ricordo dei giorni passati nel motel, in Tennessee, mi travolse lasciandomi senza fiato. Dovetti chiudere gli occhi per sopportare quellimprovvisa ondata di dolore. Scusate dissi nel tentativo di riprendermi. Non ho lo shampoo. Dai suoi occhi capii che Sophie era mortificata, ma poi sorrise. Non preoccuparti, l troverai tutto ci di cui hai bisogno. Una volta in bagno, mi tolsi i vestiti e li ripiegai con cura. Il mio ciondolo brillava nel riflesso dello specchio. Rimasi l a osservarmi, cercando di capacitarmi di come fossero cambiate in fretta le cose. Appena qualche ora prima ero sotto il portico

della casetta, fra le braccia di Alex ricordavo le sue labbra calde sul mio collo e il desiderio di partire con lui per il Messico. Era troppo, non ce la facevo pi. Cos aprii lacqua perch nessuno mi sentisse, e una volta entrata scoppiai a piangere con le braccia strette intorno al petto, mentre lacqua calda cadeva su di me. Oh, Alex. Ti prego, non odiarmi, ti supplico. Mi manchi cos tanto. Volevo il meglio per noi, volevo tutto. Vorrei che fossi qui adesso, che mi abbracciassi e mi dicessi che va tutto bene, che non morir nel tentativo di Smisi solo quando non ebbi pi lacrime. Poi, sentendomi peggio di prima, mi lavai i capelli e uscii piano dalla doccia. Nello specchio il mio volto sembrava gonfio e teso, come se qualcuno lo avesse usato come pungiball. Fissai la mia immagine senza espressione, come se non mimportasse pi di niente. Con gesti meccanici, tirai fuori i vestiti puliti dalla mia sacca e li indossai: biancheria, jeans e maglietta azzurra. Sopra misi di nuovo il maglione rosso. Indossarlo era come una tortura, ma non farlo sarebbe stato peggio. Mi spazzolai i capelli bagnati e li raccolsi in una crocchia. Quando tornai in salotto, Nate e Sophie stavano parlando seduti su uno dei divani. Sollevarono lo sguardo e i loro volti si contrassero per la compassione che provarono al vedermi cos. Nate and in cucina e tir fuori delle tazze. Caff? Andai a sedermi sul bracciolo di una poltrona. Mi pulsava la testa. No grazie. Solo un po dacqua, per favore. Un po di fame ce lhai? mi domand Sophie, posando le mani sulle ginocchia e sporgendosi in avanti per guardarmi negli occhi. Ci sono dei panini, ma possiamo ordinare quello che vuoi. Non ho fame. Grazie dissi mentre Nate versava

dellacqua in un bicchiere e me lo porgeva. Era di forma esagonale e fresco a contatto con le mie dita. Me lo passai sugli occhi gonfi e sulla fronte. Nate si chin sul divano. Dovresti mangiare qualcosa. Hai bisogno di recuperare le forze. Osservai il bicchiere e lo ruotai facendo muovere lacqua. Magari pi tardi. Sophie esit, poi disse: Willow, siamo preoccupati per te. Credimi, so cosa stai passando ma be, per essere schietti e diretti, abbiamo bisogno che tu sia operativa al cento per cento domani. Il panico mi pugnal alle spalle. Rividi la casetta, io che mi addormentavo al calduccio fra le braccia di Alex. Riassaporai la sensazione delle sue labbra che mi baciavano appena sveglia. Chiusi gli occhi, desiderando tanto dire: Non voglio pi farlo. Ho cambiato idea. Ma non cera nessun altro che potesse farlo al posto mio ero lunica speranza che avevano. Dovevo riprendermi, in un modo o nellaltro, e mettermi nellordine di idee di farlo, altrimenti non sarebbe valso a nulla lasciare Alex, spezzando il cuore di entrambi. Tremando, feci un respiro profondo e aprii gli occhi. Poi bevvi un sorso dacqua e posai il bicchiere sul tavolo, facendo attenzione a non farlo cadere. Lo so sussurrai. E lo sar.

Passammo il resto della giornata a preparare il piano. Sar un evento di portata enorme disse Sophie, stendendo sul tavolo la pianta della cattedrale. Seguir un programma di inni sacri, poi ci sar la funzione religiosa e via dicendo. Ma questo direi che non ti riguarda. Tu entri in gioco poco prima

che si apra il passaggio. Osservai la piantina. Cerano centinaia di file di panche e migliaia di altre sedie ammassate che arrivavano quasi fino al soffitto. In cima alla chiesa, accanto al pulpito, cera un vasto spazio vuoto. l che piazzeranno il passaggio? chiesi indicando il punto col dito. Esatto disse Nate, studiando la piantina con gli occhi socchiusi. Tra la prima fila di panche e il passaggio ci sar un pannello di plexiglas, pi o meno a questa altezza. E tracci una linea immaginaria col dito. Ne avrebbero messo uno in ogni caso, per contenere la folla, ma a noi fa comodo se i fedeli dovessero rivoltartisi contro, la barriera li rallenterebbe. Sophie aveva in mano una penna e se la rigirava fra le dita. Insieme a te, ci saranno altri fedeli e il predicatore. Il coro sar su una balconata al secondo piano, perci non dovrebbe rappresentare un problema. La brutta notizia che saranno presenti anche due angeli. Saranno solo due allinizio continu Nate prima che potessi dire qualcosa. Poi mi lanci unocchiata. Raziel a capo della cattedrale. Ha stabilito che levento fosse riservato ai soli umani, gli angeli che gi si trovano sulla terra daranno il benvenuto ai nuovi arrivati in un secondo momento. La verit che vuole essere lunico angelo presente al momento dellarrivo della Seconda Ondata il suo modo di ribadire la propria supremazia sulla Terra. Il suo e quello della sua tirapiedi, un angelo di nome Lailah disse Sophie. Quasi sicuramente si piazzeranno accanto al passaggio con te e gli altri, ma se fai in fretta potrebbero non avere il tempo per reagire. Mentre li ascoltavo la mia bocca si fece arida come il deserto. E se qualcuno dovesse notare la mia aura quando

entro? dissi. Ero certa che gli angeli nella loro forma umana fossero capaci di vedere le aure, proprio come faceva Alex, e la mia aura argentata con le sue sfumature violacee rivelava esattamente cosa fossi: mezza angelo, mezza umana. Con una smorfia di tensione, Sophie scost una ciocca di capelli castani dal viso. Sfortunatamente questa una variabile che non siamo in grado di controllare disse. Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere uno dei nostri complici annuncer loro la tua morte domani, pertanto non dovrebbero stare troppo allerta durante la cerimonia. Deglutii a fatica, pensando a cosa Alex avrebbe potuto dire in questo caso. Ok dissi dopo un po. Poi che cosa succede? Il passaggio si aprir alle sei in punto continu Nate. Lenergia necessaria ad aprirlo verr generata dallaltra p arte. Due minuti prima delle sei, un gruppo di fedeli provenienti da ogni stato del paese far ingresso in chiesa da questa porta. E indic un punto sulla piantina. Tu rappresenterai il Wisconsin disse Sophie. Poi si alz e tir fuori da un cassetto una tunica argento con sfumature blu, provvista di cappuccio. Non eravamo sicuri che ti avremmo trovata, ma per sicurezza abbiamo fatto confezionare una tunica della tua taglia. Vuoi provarla? E cos dicendo, me la porse. Il pensiero che una tunica fatta apposta per me giacesse in un cassetto in Colorado, in attesa del mio arrivo, mi fece venire la pelle doca. Mi morsi un labbro e gliela tolsi di mano. La tunica oscill lievemente, appesa a una gruccia imbottita. Quando me la infilai, con un lieve fruscio il tessuto mi scivol addosso come seta. Sophie indietreggi di qualche passo per studiarmi. Niente

male, considerando che ho dovuto tirare a indovinare per la taglia. Leggermente lunga, ma sono certa che andr bene una volta che indosserai dei tacchi. Rimasi l a osservarmi. La tunica aveva le maniche lunghe e il collo alto, nascondeva ogni centimetro del mio corpo. La lisciai sul davanti con le mani. Era una sensazione orribile, mi sentivo come imprigionata in un abito che non sarei mai pi riuscita a togliermi. Ci sarei morta dentro. Il cappuccio labbiamo aggiunto allultimo minuto, una volta che il nostro complice ci ha dato lok disse Nate. Dovrebbe impedire alla gente di riconoscerti. Dovrai raccogliere i capelli allindietro, per aggiunse Sophie. Ho con me delle mollette. Ok dissi. In quel momento non volevo fare altro che tirarmela via di dosso. Iniziai a sfilarmela dalla testa. Aspetta un attimo, facciamo una prova con langelica disse Nate. Poi apr la valigetta e tir fuori la pietra grigiastra. Guarda disse Sophie. Infil una mano nella mia manica sinistra e mi mostr una taschina con un elastico allestremit. Nate si avvicin e le diede langelica. Sophie la mise nella tasca. Avvertii subito il suo peso gravare sul mio braccio. Puoi provare a camminare, cos vediamo che effetto fa? mi domand Sophie. Non volevo farlo, non volevo. Ma lo feci. Ero andata l di mia spontanea volont e avevo una missione da portare a termine. Feci un respiro profondo e attraversai la stanza, avanti e indietro. La tunica mi sfiorava i talloni. Bene disse Sophie. La manica abbastanza ampia da nascondere langelica. Ok, il piano questo: entri insieme alle altre adepte poco prima delle sei disse Nate. Poi si sedette sullo schienale del

divano con un piede appoggiato a terra. C una prova costume stasera, ma tu non ci andrai, non possiamo rischiare che qualcuno ti riconosca. Sar tutto molto semplice: entreranno in fila indiana e si inginocchieranno col viso rivolto verso il muro. Sophie annu. A quel punto lo schermo si spegner disse. La ragione ufficiale che nessuno riuscirebbe a vedere lo schermo al momento dellarrivo degli angeli. In realt solo un ulteriore accorgimento del nostro complice per permetterti di fare un tentativo senza che il pubblico ti veda in faccia. Confusa, iniziai lentamente a scuotere la testa, sembrava che avessero pensato proprio a tutto. E poi? chiesi alla fine. Il tono di voce di Sophie era fermo, quasi secco. Quando ti inginocchierai con gli altri, sarai in prima linea, al centro. Davanti a te si aprir il passaggio. Le adepte dovranno tenere le mani giunte in segno di preghiera, perci mentre ti inginocchi fa scivolare langelica gi dalla manica e tienila stretta fra le mani. E cos dicendo, mi mostr come fare. Poi continua a guardare laria davanti a te disse Nate. Non appena vedi apparire unincrespatura, quello il segnale. Fa uscire il tuo angelo, stabilisci un contatto con langelica e corri in avanti. Il passaggio si trover a circa sei metri di distanza, avrai solo pochi secondi a disposizione per posizionare la pietra. Mi sentii mancare. Era tutto vero, stava succedendo sul serio. Forse forse meglio se faccio un po di pratica con la pietra dissi debolmente, sfiorando col dito la tasca interna. S, stavo proprio per dirtelo disse Sophie. Prova a farla uscire dalla tasca e a tenerla nascosta fra le mani. Era pi facile a dirsi che a farsi. Dovetti provare e riprovare non riuscivo a infilare le dita nella tasca prima di capire

come fare a mettere la mano sinistra nella manica e tirar fuori la pietra con un unico gesto rapido. Ripetei il movimento per un po di volte. Bene, ora fingi di aver visto apparire lincrespatura disse Nate. Mi guardava dal divano con gli avambracci appoggiati sulle ginocchia. Sei pronta a entrare in contatto con la pietra? Annuii. Chiusi gli occhi e vidi il mio angelo. Apparve immediatamente, come se mi stesse aspettando. Con un battito dali si alz in volo sopra di me. Nellistante in cui accadde sentii comunque la pietra fra le mani: emanava unaura argentata, piena di vita. Allungai la mano dangelo e sfiorai la sua energia con la mia, accogliendola dentro di me in silenzio. Quando le nostre energie si incontrarono, langelica inizi a pulsare. Sentivo il suo battito contro il palmo della mano, era come stringere un cuore vivo. E poi inizi a correre in avanti disse Nate, compiaciuto. Brava, Willow. Il mio angelo cominci a ridiscendere, ripiegando le ali, e io rientrai dolcemente in me. Di nuovo sola, abbassai lo sguardo sulla pietra che avevo fra le mani. Sembrava cos ordinaria, assomigliava a un pezzo di granito. Eppure quella pietra aveva il potere di distruggere la barriera che separava due mondi. Rabbrividendo, la riposi nella sua taschina. Credo che far un po di pratica da sola e poi me ne andr a dormire dissi. Erano quasi le sei del pomeriggio. Posso usare quella stanza? Nate fece cenno di s. Io dormo sul divano letto stanotte, lappartamento di Sophie in fondo al corridoio. Sicura che non vuoi niente da mangiare? mi chiese Sophie. Potremmo ordinarti qualcosa. Scossi la testa. Allimprovviso lunica cosa che desideravo

era restare sola. No, grazie. Willow, non hai mangiato quasi niente oggi. Non ho fame. Almeno portati un panino in camera, in caso ti vada pi tardi insistette. E detto questo, and in cucina, tir fuori dal frigo un vassoio pieno di panini e ne mise uno su un piattino. Ti prego disse, porgendomelo. Sospirai esasperata ma lo presi, chiedendomi che diavolo di differenza facesse per lei se mangiavo o no. Ok. Notte. La stanza era piccola, funzionale. Mi allenai per un po, finch non riuscii a tirare fuori la pietra senza problemi. Quindi, con mio grande sollievo, mi tolsi la tunica e la posai sullo schienale di una sedia. Mentre minfilavo i pantaloni della tuta e la maglietta, il contegno che ero riuscita a tenere fino a quel momento inizi a sbriciolarsi. Lultima volta che me li sono messi, stato per dormire con Alex. Mi rannicchiai sul letto col cuscino al petto e il panino intatto sul comodino. Chiss se era ancora nella casetta, adesso che non aveva pi bisogno di scappare O forse era partito per il Messico da solo. Fissavo il vuoto, con le lacrime agli occhi. Cera qualcosa di profondamente sbagliato nel non sapere dove fosse Alex, era quasi innaturale. Desideravo cos tanto averlo accanto da sentirmi come se mi avessero tagliato un braccio. Oddio, come mi aveva guardata mentre andavo via Stringendo il ciondolo, mi distesi su un fianco e restai immobile, mentre le lacrime, silenziose e lente, mi solcavano il viso fino a inumidire il cuscino sotto la guancia. Non volevo morire. Volevo vivere, per tornare da Alex, per tornare a tutto quello che avevamo insieme. Ed era per lui che piangevo. Tutto il dolore che aveva dovuto sopportare, la perdita delle persone

che amava di pi e ora a causa mia si ritrovava a dover rivivere la stessa terribile esperienza. Quel pensiero mi straziava, era persino peggio che provare a immaginare cosa sarebbe potuto succedere il giorno seguente. Una parte di me sperava ardentemente che Alex mi detestasse forse sarebbe stato meglio, avrei sofferto meno. Ma pi di ogni altra cosa, piangevo perch per noi la parola sempre non aveva pi significato. Il giorno seguente sembrava non finire mai. Decisi di fare ancora un po di pratica. Guardammo la tv, senza rivolgerci la parola pi dello stretto necessario. Pranzammo. Ma tutti e tre non facevamo che tener docchio lorologio. Secondo i piani, avremmo dovuto farci trovare sulla pista datterraggio privata alle cinque meno un quarto, per salire sullelicottero che ci avrebbe condotto alla cattedrale della Chiesa degli Angeli. Il loro complice mi avrebbe poi fatto entrare da una porta sul retro, e l mi sarei accodata alle adepte, un istante prima che facessero ingresso in chiesa. Tutti erano stati informati che ladepta del Wisconsin era in ritardo, perci con un pizzico di fortuna nessuno si sarebbe insospettito. Il momento fatidico si stava avvicinando e io volevo solo farla finita. Ero pronta a qualsiasi cosa sarebbe successa. Rannicchiata sul divano, fissavo con sguardo vacuo la tv. Sophie si era appollaiata su una poltrona, fumava nervosamente una sigaretta e sembrava interessata allo show in onda almeno quanto me. Nate era in cucina a fare il caff. Allimprovviso sullo schermo apparve la cattedrale della Chiesa degli Angeli col suo svettante soffitto a cupola. Mi rizzai sul posto, il cuore mi era arrivato in gola. Nel parcheggio antistante la chiesa, cera un giornalista, i suoi capelli castani sembravano rigidi, probabilmente perch erano pieni di gel. A

Denver, in Colorado, gli angeli stanno arrivando! Attualmente centinaia di migliaia di fedeli si stanno riversando nella capitale dello stato, per assistere a quella che si preannuncia come la seconda ondata della venuta degli angeli nel nostro mondo Guardavamo lo schermo, immobili. In cucina, le mani di Nate rallentarono i movimenti, scordandosi del caff. La telecamera si volt per fare una panoramica, mostrando un mare denso di persone in piedi davanti alle porte della cattedrale. Sconcertata, continuai a fissare quelle immagini. Cerano migliaia di fedeli. Alcuni indossavano perfino ali da angelo, altri agitavano cartelli con su scritto cose del tipo Sia lode agli angeli! e Angeli, vi adoriamo! Il giornalista continuava a parlare con lo sguardo puntato verso la telecamera: Sebbene non se ne conoscano le ragioni, negli ultimi due anni lossessione per queste creature ha coinvolto tutta la nazione, trasformando la Chiesa degli Angeli nella religione a pi rapida diffusione della storia. I devoti respingono fermamente le accuse mosse contro la Chiesa di promuovere un culto settario sostengono che la questione in realt piuttosto semplice: per conoscere il vero amore, bisogna conoscere gli angeli. Un donna gli si avvicin con gli occhi che brillavano. Ho speso duecento dollari per un biglietto e, per quanto mi riguarda, anche poco gli angeli mi hanno salvato la vita. Sapere che ne arriveranno altri, per dare una mano a quelli che gi sono qui, un sogno che diventa realt. Sullo schermo apparve unaltra immagine: file interminabili di macchine, come serpenti di metallo lucente, erano ferme sulla superstrada. Nel frattempo la voce del giornalista recitava: Inganno di proporzioni colossali o divina

provvidenza? Qualunque sia la verit, lesodo ha causato la grave congestione delle vie di comunicazione che portano a Denver perci a meno che non abbiate ali dangelo, vi consiglio di restare a casa per Halloween!. Poi il telegiornale pass a un altro servizio e Sophie mi lanci unocchiata. Ecco perch ci andiamo in elicottero disse. Sono tutti impazziti. Gi mormorai con gli occhi ancora puntati sullo schermo. Deglutii piano. Ci sarete anche voi due chiesi allimprovviso quando lo far? Ci fu un breve silenzio. Ci sar io disse Nate. Tu non mi vedrai, ma sar nascosto in mezzo alla folla, vicino al passaggio. Se qualcosa dovesse andare storto, potrei essere daiuto. Sapere che sarebbe stato presente mi fece sentire un po meglio. Mi voltai verso Sophie. Senza guardarmi, lei si sporse in avanti e scroll la sigaretta sul piattino. Poi si schiar la voce. Io ripartir con lelicottero verso una meta pi sicura, non appena sarete scesi. Oh dissi io. Lei mi rivolse un breve sguardo imbarazzato. Senti, Willow, so che mi capisci. Nate e io siamo gli unici agenti rimasti a occuparsi dellOperazione Angelo, non possiamo mettere a rischio le vite di entrambi. Annuii lentamente, sentendomi pi sola che mai. Di fatto era una cosa sensata. La pi logica da fare. Aprii la bocca per chiedere cosa avremmo dovuto fare io e Nate in caso di pericolo, dato che lelicottero sarebbe subito ripartito ma la richiusi subito. Avevo capito. Alex aveva ragione. Non saremmo sopravvissuti e loro lo

sapevano. Se lesplosione del passaggio non mi avesse uccisa, allora ci avrebbero pensato i fedeli della Chiesa. Nate sarebbe comunque morto, dopo che il passaggio si fosse richiuso, quindi aveva deciso di essere presente solo per aiutarmi, per quanto fossero scarse le sue probabilit di sopravvivere alla furia dei due angeli presenti nella cattedrale. Ci restavano solo poche ore di vita. Lavevo sempre saputo, non capivo come mai me ne rendessi davvero conto solo in quel momento. Mi strinsi le gambe al petto, senza dire una parola. Nate si mise a sedere posando le tazze di caff davanti a me e Sophie. Il mio fece in tempo a freddarsi. Lo show che stavano trasmettendo alla tv lasci il posto a una soap opera e poi al telegiornale del pomeriggio. A un certo punto Nate guard lorologio. Dovremmo iniziare a prepararci disse. Seguii Sophie in bagno, dove mi raccolse i capelli in uno chignon. Hai dei capelli bellissimi disse fissando delle ciocche laterali. Li adoro, sono cos morbidi. Guardai il mio riflesso nello specchio, mentre le parole di Alex mi riecheggiavano nella mente e mi sembr di sentire la sua mano accarezzarmi i capelli. Non riuscivo a parlare. Quando Sophie ebbe terminato, mi sentii la testa tirare, era una strana sensazione. In salotto tir fuori alcune paia di scarpe nere con la zeppa che era uscita a comprarmi la mattina stessa. Un paio calzava perfettamente. Vanno bene? chiese lei osservandole. S. Vorresti delle calze? Feci cenno di no con la testa. Cominciavo a sentirmi quasi

distaccata, come se questo fosse solo un sogno e io non fossi nientaltro che il fantasma di me stessa. Allo stesso tempo, per, il cuore mi batteva cos forte che non riuscivo a capire come mai non mi fosse ancora schizzato fuori dal petto. Continuavo a soffermarmi su stupidi dettagli, tipo sul fatto che il quadro appeso al muro fosse storto, sullimpronta del rossetto di Sophie sulla tazza del caff, sul piccolo foro in una manica del maglione di lana grigia e spessa di Nate. Ok, siamo pronti disse lui alla fine. Afferrai la mia borsa. Ok. Come facevo a essere cos calma tutta un tratto? Sophie prese la tunica. Le pieghe le ricadevano dal braccio come una lucente cascata dargento con sfumature azzurre. Te la metterai in macchina disse e con la mano libera afferr la valigetta che conteneva langelica. Nate mi pos una mano sulla schiena mentre uscivamo dalla stanza. Attraversammo il corridoio. Le mie gambe sembravano muoversi indipendentemente dalla mia volont, come se appartenessero a qualcun altro. Chiusi gli occhi e vidi il mio angelo, le sue ali candide, percepii la sua presenza luminosa e il suo sguardo amorevole. Strinsi forte la borsa mentre unondata di tristezza tornava a travolgermi. Avevo da poco scoperto quella parte di me e dovevo gi dirle addio. Salimmo in macchina alle quattro e quarantacinque precise. In poco pi di unora mi sarei inginocchiata davanti allaltare. Sfiorai il maglione e il ciondolo di cristallo a contatto con la mia pelle. Ti amo, Alex, pensai. Mi dispiace. Mi dispiace tanto. In macchina non piansi. Non avrei mai pi pianto.

CAPITOLO 18
Gli ci vollero ore per attraversare la Sierra Nevada, con tutte quelle stradine impervie e i tornanti. Ogni minuto che passava sembrava unora, la testa gli pulsava. Ma Alex resistette alla tentazione di spingere sullacceleratore e imboccare le curve a duecento allora. Il suo obiettivo era arrivare in tempo, non precipitare gi dalla montagna. Guid pi veloce che pot con le mani strette sul volante. Poi imbocc laut ostrada e prosegu a tavoletta, sollevato di poter finalmente andare alla velocit che voleva. Per una ventina di ore non fece altro che guidare, fermandosi solo due volte per fare benzina. Intravedendo il suo riflesso nello specchio del bagno, quasi non si riconobbe aveva uno sguardo cupo, carico dansia. Cerc di non farci caso, usc e rimont in macchina. La sera cedette il posto alla notte, e poi al giorno, mentre attraversava il Nevada e lo Utah, finalmente in direzione del Colorado. Stava andando veloce e gradualmente sent la tensione che gli serrava lo stomaco sciogliersi un po. Doveva ancora superare le Montagne Rocciose, ma non sarebbe stato un problema, avrebbe potuto farlo a occhi chiusi. Dopo circa mezzora, tra i monti, gli si for una ruota . Alex accost, scese dallauto e si mise a fissare, incredulo, la gomma frontale di sinistra. Diede unocchiata nel bagagliaio. L dove avrebbe dovuto esserci la ruota di scorta cera solo uno spazio vuoto. No. Con un gesto di stizza, richiuse lo

sportello, la tentazione di infischiarsene e continuare a guidare cos era irresistibile. Fece un respiro profondo, tentando di calmarsi. Ok. Niente panico. Sarebbe arrivato in tempo lo stesso. Dopo poco apparve un camion in lontananza e Alex corse sul ciglio della strada facendogli cenno di fermarsi. Per un attimo pens che quel tizio avrebbe continuato, ma poi lo vide rallentare e accostare sulla corsia demergenza a poche centinaia di metri da lui. Alex gli corse incontro. Il camionista aveva abbassato il finestrino e, sporgendosi fuori sul gomito, aspettava che si avvicinasse. Quando Alex apr bocca, le parole singarbugliarono per la fretta di uscire. Salve, ho una gomma a terra e il mio cellulare non prende potrebbe chiamarmi unofficina? Luomo era di stazza robusta e i suoi occhi azzurri gli ricordavano quelli di Cully. Lanci unocchiata al fuoristrada. Sar dura trovarne una aperta di domenica, quass. Per posso darti un passaggio, se vuoi c un ristorante fra qualche chilometro. Puoi chiamare da l. Domenica. Aveva dimenticato che fosse domenica. Alex deglut voltandosi a guardare il fuoristrada. Pendeva da un lato, ormai inutilizzabile. S s, grazie disse velocemente. Il ristorante era illuminato a giorno e la musica era cos forte da spaccargli i timpani. Alex trascorse quasi unora al telefono prima di riuscire a trovare qualcuno che potesse venirlo a prendere, e le successive due ad attendere, con i muscoli tesi per la preoccupazione, che quel qualcuno arrivasse. Quando finalmente la ruota fu cambiata e pot rimettersi al volante, lorologio dellauto segnava le 14.46. La funzione religiosa sarebbe iniziata in poco pi di unora e Willow avrebbe tentato di distruggere il passaggio dopo circa tre. Il solo pensiero gli

fece venire la nausea, doveva ancora finire di attraversare lultimo tratto delle Montagne Rocciose. Ce la far, si disse in tono grave, rientrando in autostrada e accelerando il pi possibile. Ce la far o morir provandoci. Presto si ritrov a percorrere un tratto di strada che sinoltrava fra le montagne. Alex la conosceva bene, era stato molte volte in Colorado. Emise un lungo sospiro. Avrebbe raggiunto Denver per le quattro e mezza circa, cera tempo. Ma non aveva pensato al traffico. Era solo a una trentina di chilometri da Denver, quando il flusso delle auto si blocc. Nelle ultime ore aveva visto aumentare sempre pi il numero delle vetture e la cosa laveva insospettito. Stringendo forte il volante, Alex lanciava di tanto in tanto unocchiata allorologio, cercando di convin cersi che sarebbe comunque arrivato in tempo nonostante il traffico. Il flusso rallent ancora, finch non si ritrov circondato su ogni lato da altre macchine che partivano e si fermavano a ritmo regolare, il tutto a passo di lumaca. Poi di colpo si arrestarono. Alex le fissava sconvolto, mentre il cuore gli batteva allimpazzata. Trascorsero dieci minuti. Poi quindici, e ancora non si muovevano. Ma che diavolo stava succedendo? Allimprovviso cap e fu come una doccia gelata. Erano tutti diretti alla Chiesa degli Angeli. Decine di migliaia di persone che andavano tutte nella sua stessa direzione. Alex scese dal fuoristrada e sal sul tettuccio con un balzo. A quella vista gli si ghiacci il sangue nelle vene. Si trovava su una zona rialzata: da l partivano chilometri e chilometri di macchine che luccicavano al sole, a perdita docchio. Pi in l alcune persone erano scese lasciando le portiere aperte, come se si trovassero in quel punto preciso ormai da ore. Mancavano

ancora una ventina di chilometri, erano le quattro e un quarto. Non ce lavrebbe fatta. Willow sarebbe morta sola, convinta che lui la odiasse. No. Noi Scese dalla macchina e and ad aprire lo sportello del passeggero. Recuper la pistola dal cruscotto, se la fiss ai pantaloni sotto la maglietta e inizi a correre. Vedeva a malapena le persone e le auto a cui sfrecciava accanto. Tenne lo sguardo fisso sulla strada, correndo a passo regolare sulla corsia demergenza. In palestra riusciva a fare una decina di chilometri in unora. Ma correre cos era tutta unaltra cosa la strada era leggermente in salita e laria pura di montagna rendeva difficile la respirazione. Non gli importava. Stringendo i denti, Alex acceler il passo, spingendosi oltre i suoi stessi limiti. Qualche chilometro dopo si sbarazz del giubbotto, lanciandolo sul ciglio della strada. Perse la cognizione del tempo. Non cera altro che una distesa infinita di cemento e il battito pesante del suo cuore mentre correva allimpazzata. Poi raggiunse una collinetta e vide due motociclette parcheggiate sul prato vicino alla strada. L accanto cerano un uomo e una donna, che evidentemente si erano fermati per riposare, e che si stavano rimettendo il casco in quel momento. Sulla strada la coda restava immobile. La coppia smise di fare quello che stava facendo e si ferm a guardare con sguardo stupefatto Alex che si avvicinava di corsa. Quando li raggiunse, Alex cerc di riprendere fiato piegandosi in avanti con le mani appoggiate sulle ginocchia, sentiva il sudore colargli sul viso. Che che ore sono? chiese affannato. Luomo aveva i capelli castani raccolti in una coda, il pizzetto a treccia e gli occhiali da sole. Infil una mano nella

tasca dei jeans e tir fuori il cellulare. Le cinque e ventisette disse dopo avergli dato unocchiata. Alex ebbe una fitta al cuore. Quanto dista da qui la Chiesa degli Angeli? Luomo lo guard con una smorfia. Oddio, amico, non sarai mica uno di loro? Che ne so, sei o sette chilometri? Il sangue gli pulsava in testa. Mezzora. Willow avrebbe potuto morire nellarco di mezzora e lui non sarebbe arrivato in tempo, non sarebbe stato al suo fianco. Tieni disse la donna offrendogli una bottiglia dacqua. Era minuta, col viso rotondo e i capelli neri, e lo guardava con aria preoccupata. Mi sa che ne hai pi bisogno tu. Gli tremavano le mani. Bevve mezza bottiglia in un sorso solo e disse: Devo raggiungere la cattedrale entro le sei assolutamente. Potreste darmi un passaggio?. Luomo inizi a scuotere la testa sorridendo. Mi spiace, ma noi andiamo a Colorado Springs, usciamo alla prossima. Per ho una bella notizia per te gli angeli non verranno, perci non hai pi bisogno di preoccuparti. No! esclam Alex, cercando subito di ricomporsi. Ma era troppo tardi. Si tratta della mia ragazza, devo andare da lei nei guai. Devo raggiungerla questione di vita o di morte Il sorriso sul volto delluomo svan. Be, mi piacerebbe molto poterti aiutare ma Che cosa significa una questione di vita o di morte? intervenne la donna con gli occhi sgranati. Oddio, Willow stava per morire e lui se ne stava l a parlare con quei due? Non posso spiegarvi ora tagli corto. Devo andare. Lanci unocchiata alle moto, una era una Harley depoca, laltra un vecchio modello della Honda. Me ne vendete una? chiese disperato.

Vide luomo aggrottare le sopracciglia sotto gli occhiali da sole. Parli sul serio? Alex avrebbe voluto tirargli un pugno. Si. Senti, ti do mille bigliettoni per lHonda, in contanti ti supplico, dammela. Sarebbe rimasto solo con qualche centinaio di dollari, ma non gli importava. Se Willow fosse morta, non avrebbe pi voluto vivere. La donna lo guardava a bocca aperta. Poi, piano piano, la richiuse e si volt verso il compagno, che scroll le spalle e disse: Tanto ne volevi gi prendere una nuova. Lei inizi a scuotere la testa. S, ok, per questa lho pagata solo ottocento dollari, due anni fa Benissimo, hai fatto un affare allora. E cos dicendo, Alex tir fuori il portafoglio, cont i soldi e glieli gett. Lei abbass lo sguardo sulle banconote. Poi le raccolse e se le infil in una tasca interna del giubbotto di pelle. Mmm ok. Si strinse fra le spalle e fece una risatina soddisfatta. Ecco, tieni questo. Gli allung il casco blu che si stava mettendo. Ci sai andare, vero? gli chiese il tizio mentre lei recuperava le sue borse dalla moto. Alex annu, sinfil il casco e mont sulla moto. Erano passati degli anni, ma al campo Juan ne aveva una. Lui e Jake la usavano a turno. La donna gli consegn le chiavi. Ecco disse. E buona fortuna. Spero che arriverai in tempo dalla tua ragazza. S, anchio mormor Alex. Poi mise in moto, diede gas ed evitando una macchina si posizion al centro dellautostrada, dove cera abbastanza spazio fra le due file. Spinse la frizio ne e part a tutta velocit. Nonostante fosse costretto a fare lo slalom fra macchine e

persone, era sicuramente pi veloce che correre. Si sent sollevato, ma temeva ancora che non ce lavrebbe fatta. Macin gli ultimi chilometri con ferocia, entrando e uscendo dal traffico. Trovare la cattedrale fu un gioco da ragazzi a ogni chilometro cera un segnale enorme. Imbocc luscita senza rallentare. Si accorse che le macchine che sorpassava erano vuote, i fedeli ci avevano rinunciato e si erano incamminati a piedi. Ancora un paio di chilometri e vide apparire la cattedrale proprio davanti a lui, con la cupola doro che scintillava sotto il sole del pomeriggio inoltrato. Intu di non poter nemmeno sperare di entrare dallingresso principale. Cerano decine, se non centinaia di migliaia di persone fuori dalledificio: un tappeto umano, scuro e compatto, ricopriva ogni singolo centimetro della scalinata della cattedrale, del prato circostante e del parcheggio. Alcuni si erano arrampicati sul tettuccio della macchina e attendevano. Fermandosi per un momento alla vista di quello scenario apocalittico, Alex ud in lontananza le note di un inno, erano le voci del coro che fuoriuscivano da altoparlanti posti allesterno. Doveva pur esserci un modo per entrare. Cercando di restare calmo, Alex studi la cattedrale che giaceva davanti a lui come in una cartolina. Allimprovviso gli si ferm il cuore vedendo un elicottero nero che si alzava in volo sul retro delledificio e si allontanava. Era identico a quello che si era portato via Willow il giorno precedente. Doveva esserci unentrata di servizio dalla quale Willow poteva essere entrata qualche istante prima. Osservando attentamente, not che cera una stradina secondaria che conduceva sul retro della cattedrale e la porta doveva trovarsi proprio l dove la strada terminava. Alla sua sinistra cera uno spiazzo erboso che circondava

tutto il complesso della cattedrale ed era pieno di macchine parcheggiate. Al centro, era stato lasciato un corridoio libero. Se era fortunato, passando di l avrebbe potuto raggiungere quella stradina. Un istante dopo, Alex lo stava percorrendo sollevando grosse zolle di terra, mentre continuava a ripetersi: Ti prego, ti supplico, portami da lei. Fa che arrivi in tempo. Lelicottero atterr dietro la cattedrale esattamente alle sei meno venti. Nate e Sophie mi condussero allentrata di servizio, una porta grigia sul retro delledifico. Il tessuto setoso della tunica mi accarezzava le caviglie, mentre langelica era nascosta nella tasca allint erno della manica. Il cappuccio mi copriva la testa, stile monaco, lasciando scoperto solo il mio volto. Era tutto cos tranquillo Avevo visto la folla ammassarsi davanti alle porte dingresso, per non parlare delle migliaia di macchine bloccate in superstrada, ma l dietro cera una strana pace, a parte leco dellomelia che proveniva dallinterno delledificio. Forse per quella pace era solo dentro di me. Mentre camminavo, mi guardai i piedi, le scarpe nere nuove di zecca, controllando che dalla tunica non sbucassero i jeans che mi ero arrotolata fino ai polpacci. In tasca avevo solo la fotografia che mi ritraeva da piccola sotto il salice. Non avevo voluto lasciarla nella borsa, sullelicottero Sophie mi aveva assicurato che lavrebbe tenuta al sicuro lei. Ma sapevo che non lavrei mai pi rivista. Cercai di rimanere calma, certa che se ci avessi pensato troppo, il panico si sarebbe impossessato di nuovo di me. Era come se fossi diventata fragile come un guscio duovo e dovessi fare attenzione a come mi muovevo, per non rischiare di rompermi. Una guardia in uniforme marrone era in piedi accanto alla

porta. Salve, abbiamo con noi ladepta del Wisconsin disse Sophie sorridendogli. Pu avvisare Jonah Fisk che siamo qui? Ci sta aspettando. Luomo disse qualcosa alla ricetrasmittente e un istante dopo un ragazzo con una folta chioma di ricci scuri venne alla porta. Lo guardai sorpresa. Non sapevo come immaginarmi il nostro complice, ma di sicuro non cos. Jonah doveva avere intorno ai ventidue anni e il suo sguardo era quasi spaventato. Indossava un vestito grigio con una cravatta dello stesso argento bluastro della mia tunica. Mmm il Wisconsin ce lha fatta disse mordendosi nervosamente le labbra. Per poco non scoppiai a ridere, era un pessimo bugiardo. Il tizio della sicurezza sembr non farci caso, era appoggiato alla parete esterna con unespressione annoiata sul viso. Jonah ci scort dentro e pochi minuti dopo stavamo percorrendo tutti e quattro un corridoio tranquillo e silenzioso. Il pavimento, le pareti, il soffitto, era tutto bianco. A un certo punto entrammo in una stanza vuota e Jonah richiuse la porta alle nostre spalle. Dunque tu saresti Willow disse fissandomi. Annuii, avevo la gola troppo secca per parlare. tutto pronto? chiese Nate. Jonah mi guardava come se non riuscisse a credere ai suoi occhi. Poi scosse la testa voltandosi verso Nate. Lo spero. Meglio di cos non avrei potuto fare, in ogni caso. La stanno ancora cercando? intervenne Sophie con fare ansioso. No, non credo. Raziel si bevuto la notizia della sua morte. Mmm della tua morte si affrett ad aggiungere guardandomi imbarazzato.

Mi sforzai di sorridergli. Tanto fra poco sarebbe stato proprio cos. Sophie sospir. Grazie al cielo, almeno questo. Poi diede unocchiata allorologio. Bene, ora che io vada. Si volt verso di me con sguardo combattuto e mi sfior un braccio. Buona fortuna, Willow. Qualsiasi cosa accada, grazie. So che suona un po fuori luogo ma disse e scosse la testa. Mi sforzai di non odiarla per il fatto che stesse per lasciarmi. Far del mio meglio dissi. Promesso. Ne siamo certi. Mi diede un breve abbraccio, sapeva di profumo e sigarette. Poi si rivolse a Nate. Buona fortuna anche a te disse stringendogli la mano. stato un vero onore lavorare insieme. Anche per me disse Nate con un debole sorriso. Poi si chin su di lei e la baci delicatamente sulla guancia. Distolsi lo sguardo, non volevo sapere cosa si sarebbero detti prima di lasciarsi per sempre. Quando Sophie se ne fu andata, anche Nate guard lorologio. Vado a prendere posto non c molto tempo. Mi guard un istante e nei suoi occhi vidi quanto era grande la speranza che riponeva in me. Far tutto il possibile per aiutarti disse alla fine. Buona fortuna, Willow. Grazie, anche solo di averci provato. Grazie dissi. Non che quella fosse la risposta migliore da dare, ma non seppi fare di meglio in quel momento. Nate mi strinse una spalla e poi se ne and chiudendo la porta. Jonah era pallido come la neve. Forse meglio se raggiungiamo le altre adepte adesso disse passandosi una mano fra i capelli con fare nervoso. Eh Nate ha ragione, non c molto tempo. Ah, prima che mi dimentichi, il tuo nome Carrie Singer, ok? Far lappello fra qualche minuto,

ricordatelo. Ok dissi. Sembravo quasi calma. Assurdo. Da dietro una doppia porta sentii un vocio attutito provenire dalla chiesa. Ci misi un po a rendermi conto che era il coro che aveva iniziato a cantare. Deglutendo a fatica, accarezzai langelica, assicurandomi cos che fosse ancora al suo posto. Da questa parte disse Jonah, posandomi una mano sul braccio prima di raggiungere la porta. Sussultai a quel tocco, perch una fitta di terrore mi attravers da parte a parte e non riuscii a distinguere se fosse mio o suo. Percorremmo un altro breve corridoio. Sono tutte l dentro disse a bassa voce, fermandosi davanti alla porta. Forse meglio se tieni il capo un po chino tutte hanno di sicuro visto la tua foto. Annuii e abbassai lo sguardo. Il cappuccio mi cal obbediente sul volto. Quando entrammo nella stanza, le ragazze ci accolsero con grida di gioia e tutto quello che riuscivo a vedere intorno a me era un agitarsi di tuniche argentate. Jonah si schiar la voce ed esclam: Mie care, quasi ora. Mettetevi in fila come ieri. Il mormorio sinterruppe di colpo, la grande emozione generale era palpabile nella stanza. Con un fruscio, le tuniche si allinearono una dietro laltra. Io rimasi cautamente al mio posto, non volevo alzare troppo lo sguardo e poi non sapevo dove andare. Per fortuna Jonah mi afferr di nuovo per un braccio. Allora, Wisconsin, tu ti metti nel mezzo qui. E cos dicendo mi condusse in un punto preciso della fila. Due ragazze si fecero subito da parte per farmi posto. Mentre mi sistemavo, improvvisamente divenni consapevole che i minuti stavano scivolando inesorabili verso il momento cruciale, per andare incontro al mio destino, qualunque fosse stato. Avevo le mani gelate come se avessi stretto dei cubetti di

ghiaccio fino a un istante prima. Jonah camminava lungo la fila, facendo lappello per controllare che non mancasse nessuno. Un istante dopo era gi quasi a met fila. Jessie King? Presente. Letitia Ellis? Presente. Carrie Singer? Un solo momento di esitazione, poi ricordai. Presente risposi. Spuntando il mio nome sullelenco, Jonah pass oltre senza guardarmi. Kate Gefter? Presente. Lalternarsi di nomi e risposte and avanti ancora un po. Restai immobile al mio posto. Sentivo il guscio duovo incrinarsi, da un momento allaltro sarebbe apparsa una crepa sulla sua superficie. Eravamo tutte in piedi col viso rivolto contro un muro, su di esso cera un poster con su scritto LA SALVEZZA VIENE DAGLI ANGELI! Lo fissai cercando di memorizzare le fattezze dellangelo che ritraeva. Susan Bousso? Presente. Cio, a dire il vero, sono Beth Hartley. Sono la sostituta di Susan. Il terrore mi strinse la gola. Beth era quii Non potei fare a meno di voltarmi a guardare. Era a sole quattro ragazze da me. Sembrava esausta, ma era bellissima come sempre. Col cuore in gola, mi girai di scatto prima che potesse vedermi. Jonah rimase di sasso. Percepivo la sua confusione, la sua paura. Beth ripet. Lei annu. Susan malata, mi ha chiesto di prendere il suo

posto, credevo che lavessero avvisata. Ci sono problemi? Volevo dirglielo ieri ma non ne ho avuto loccasione. In quellistante sentii con estrema chiarezza, come se fossi io stessa a farlo, che Jonah stava pensando a come far scorrere la fila in avanti, in modo che Beth si allontanasse un po da me. Ma non cera tempo. Nessun problema ok.. Lieto di averti con noi le disse alla fine. Poi prosegu. Qualche istante dopo lo sentii dire: Bene, siamo pronti, ragazze. Persino con la coda dellocchio, riuscivo a vedere quanto era pallido. Stava per sentirsi male. Andiamo. Jonah ci fece strada lungo un breve corridoio. In uno stato di semi-incoscienza, vidi le porte farsi sempre pi vicine. Era il momento. Nessuna via di scampo. Jonah fece cenno alla prima ragazza di fermarsi. La fila occupava tutto il corridoio, un lungo serpente di tuniche argentate. ora disse Jonah dando unocchiata allorologio. Che gli angeli siano con voi tutte. Poi spalanc le porte e le ragazze fecero una a una ingresso nella cattedrale. Mi tremavano le gambe, cercai di non pensarci e avanzai insieme alle altre. Udii levarsi un vocio fra la folla e percepii unatmosfera carica dattesa, di fervore delirante. Incrociai brevemente gli occhi di Jonah mentre oltrepassavo le porte. Mi guardava pieno dansia. Di paura quasi. Confidava in me, ormai non aveva pi niente da perdere. Quel pensiero pass, poi Jonah si spost alle mie spalle e io entrai nella cattedrale. Dalla penombra del corridoio, ci ritrovammo in una sala intensamente illuminata, come una sorta di palcoscenico. La luce era cos accecante che a malapena riuscivo a vedere il pubblico. Alla mia destra

percepivo unoscurit carica dattesa. Amplificato dai microfoni, il rumore dei nostri passi rimbombava tuttintorno, come il battito di un solo cuore. Osservai tutto con estrema lucidit: il pulpito a forma di ali dangelo con dietro un predicatore dai capelli bianchissimi. Accanto a lui, un uomo dai capelli scuri e una donna prosperosa coi capelli biondo rame erano i due angeli, Raziel e Lailah. Un enorme schermo stava risalendo verso il soffitto, lasciando intravedere lunghe vetrate decorate con figure di angeli da cui filtrava la luce del tramonto. Davanti a tutti si apriva una zona, grande quanto la met di un campo da football, fiancheggiata su entrambi i lati da un mare di ghirlande floreali. Il passaggio. Il cuore mi batteva allimpazzata cacciando via ogni pensiero. In silenzio io e le altre ragazze ci fermammo proprio davanti al passaggio. Infilai una mano nella manica e toccai langelica. Quando tutti si muovevano, io mi muovevo con loro. Mi voltai. Afferrai la pietra e minginocchiai. Mani giunte in preghiera. Ero inginocchiata sul pavimento come le altre, con langelica fra le mani e lo sguardo intento a scorgere lincrespatura che si sarebbe formata di l a poco nellaria, il segnale dellapertura del passaggio. Il guscio duovo che conteneva le mie emozioni si ruppe e unondata di profonda, inconsolabile tristezza mi travolse. Ero accecata dalla paura. Non volevo morire. Non ancora, non cos, ero troppo giovane. Era come se qualcosa dentro di me si fosse lacerato. Rimasi l in ginocchio, tremando leggermente, ma cercando di concentrarmi sul passaggio davanti ai miei occhi. Non pensare. Non sei qui per pensare. Sei qui per agire. Mentre me ne stavo l rannicchiata con le altre, Raziel si

spost davanti al passaggio, sollevando lo sguardo con le mani giunte dietro la schiena. Per un attimo intravidi il suo volto e, sebbene fossi in preda al panico, la cosa riusc a distrarmi. Dove lavevo gi vist o? Poi si volt e si allontan cos lo vidi bene in faccia. Lo shock minacci di disintegrarmi. Quel bellissimo angelo dai capelli scuri era lo stesso che avevo visto nella mente di mia madre, tanto tempo prima. Era mio padre. Non riuscii pi a trattenermi e sollevai di scatto la testa, perdendo cos di vista il mio obiettivo. No. Concentrati. Distolsi lo sguardo da lui e lo puntai dritto verso il muro, con la testa che mi pulsava. Contemporaneamente mi accorsi che alcune ragazze si erano voltate verso di me e mi guardavano di sottecchi. Poi le vidi sgranare gli occhi, trattenendo il respiro. Per amor degli angeli sentii Beth sussurrare. Ma quella quella Willow. La fila inizi ad agitarsi mentre anche le altre si voltavano verso di lei e poi verso di me. Io restai immobile, continuando a guardare dritto. Willow disse Beth pi forte. Il sussurro si trasform in un urlo stridulo, lo sentii rimbombare nella sala attraverso gli amplificatori. Qualcuno faccia qualcosa! Quella Willow Fields! qui, qui, dovete fermarla! Oh mio Dio, oh mio Dio. Non riuscivo a muovermi. Con la coda dellocchio vidi Raziel dirigersi a passi decisi verso di me, furioso. Le altre ragazze erano rimaste tutte a bocca aperta. In quel momento vidi laria incresparsi, come acqua accarezzata da una mano. Non pensare, fallo e basta, fallo! Entrai in contatto col mio angelo, allontanandomi di corsa dalla fila. Mi alzai in volo. Volavo e correvo. Piombando gi

ad ali spiegate, sfiorai langelica con le mani, sentendola pulsare sotto le dita. Circa a met dello spiazzo, le macchine erano parcheggiate anche sulla corsia daccesso, cos Alex, in preda a un senso di frustrazione sempre maggiore, fu costretto a rallentare per evitarle. Riusc ad arrivare in fondo. Come aveva intuito, lo spiazzo si ricongiungeva alla strada. A dividerli cera un profondo fossato. Lo super senza problemi e atterr di nuovo sulla strada con un ruggito. La imbocc e inclin la moto per prendere una curva. La Chiesa degli Angeli era proprio davanti a lui. Da quellangolazione limponente edificio assomigliava tanto allo stadio che era una volta il suo esterno era semplice e liscio, e affiorava dal suolo come un gigantesco muro bianco. Osservando con attenzione, si accorse che la stradina conduceva a un parcheggio proprio accanto allentrata di servizio. Arrivato l, inchiod e mise il cavalletto, dopo di che si sfil in fretta il casco, lo scaravent sul sedile e si mise a correre verso la porta. L accanto cera una guardia in uniforme marrone. Alex non la not nemmeno. Sulla porta cera un chiavistello, lo gir e spinse con tutta la forza che aveva. Ehi! esclam la guardia afferrandolo per un braccio, proprio mentre la porta si apriva. Non puoi entrare! Alex si liber dalla presa ed entr. Si ritrov in un lungo corridoio illuminato a giorno. Era riuscito ad avanzare di qualche passo, quando la guardia lo riacciuff trattenendolo per un braccio. Esca subito da qui, signore gli intim il tizio affannato. severamente vietato entrare. Alex non vedeva altro che le porte in fondo al corridoio. Willow era l, da qualche parte, lo sentiva. Divenne una furia. Scaravent contro il muro il tizio che si accasci al suolo con

un gemito, e riprese a correre a pi non posso su quel pavimento lucido. Quando fu vicino alle porte, ud urla disperate provenire dagli altoparlanti allinterno della cattedrale: Qualcuno faccia qualcosa! Willow Fields! qui, qui, dovete fermarla!. Ero quasi riuscita a raggiungere il passaggio e lincrespatura si era ormai trasformata in un vortice sopra di me, sentii il mio angelo arrestarsi mentre un altro si scagliava su di lui, ostacolando il suo contatto con langelica. La pietra smise di pulsare nelle mie mani, simile al cuore di una persona in fin di vita. No! Sollevai lo sguardo, in preda alla disperazione. Era Raziel. Mio padre. In lontananza udii una voce gridare Lasciami! e Jonah che diceva: Va tutto bene! Allontanatevi dalla barriera, gli angeli riporteranno la calma!. Di nuovo nella mia forma divina, mi dibattei cercando di allontanare Raziel cos da poter toccare langelica e ristabilire il contatto. Ma lui prevedeva ogni mio movimento e me lo trovavo sempre davanti con le lucenti ali ben spiegate. Potevo vedere lincrespatura diventare sempre pi grande. Il passaggio si sarebbe spalancato da un momento allaltro. Non la passerai liscia sibil Raziel. I nostri sguardi sincontrarono per un istante. Lo vidi sgranare gli occhi per lo shock e capii che aveva riconosciuto il volto di mia madre nel mio. Indugi per una frazione di secondo e allimprovviso un altro angelo gli fu addosso. Era Nate. Raziel lo respinse ringhiando di rabbia. I due angeli si lanciarono in una lotta furibonda con un turbine di ali che si agitavano. Di colpo ci fu unesplosione di

luce dallalto. Non cera tempo di chiedersi cosa fosse. Con la mia forma angelica scesi a terra per toccare la pietra nella mia mano umana. Percorsi il breve spazio che mi separava ancora dal passaggio. Alle mie spalle udii Jonah urlare in preda al panico, poi rumore di percosse e la gente che gridava: Fermatela! Fermate anche quellaltro, sta dalla sua parte!. Il passaggio, molto simile a un antico portone, si stava aprendo. Al di l intravidi migliaia di angeli in attesa una visione celestiale. Crollando in ginocchio, infilai la pietra pulsante nella fessura. Il muro denergia sincresp come unonda, minacciando di infrangersi. Parte dellenergia mi penetr nella mano ed emisi un gemito di dolore, non riuscivo quasi pi a vederla. Il muro tremava mentre il passaggio lottava ancora per aprirsi. Gli angeli apparivano e scomparivano dietro di esso. Ci fu un grande boato e una vibrazione. Poi si apr una crepa sotto i miei piedi e il suolo si sollev. Gettandomi da un lato, urlai terrorizzata. Langelica si sbricio l fra le mie dita mentre il pavimento continuava ad alzarsi. Udii un tonfo alle mie spalle. Oddio, il muro stava per crollare. Sentivo che sarebbe accaduto di l a poco. Strinsi i denti cercando di resistere. Mi sembr di udire qualcuno gridare il mio nome in lontananza poi tutto esplose con un potente ruggito. Stavo precipitando. Dolore, tanto dolore. Provai a urlare ma non ci riuscii. Mentre tutto intorno svaniva, il mio unico pensiero fu: Alex.

CAPITOLO 19
Irrompendo nella cattedrale, Alex aveva intravisto una ragazza con una tunica argentata doveva essere Willow correre verso il passaggio, mentre unaltra gridava. Schizz in avanti, il suo unico pensiero era essere al suo fianco mentre raggiungeva il passaggio, per stringerla forte e morire con lei. Con la coda dellocchio intravide due uomini lottare, uno cercava di trattenere laltro, e un gruppetto di ragazze con la stessa tunica urlare in preda al panico. Prima che Alex riuscisse a raggiungere la zona illuminata, Willow si arrest di colpo, con lo sguardo rivolto verso lalto. Angeli. Alex allora si ferm, estrasse velocemente la pistola con il silenziatore e innalz il livello di coscienza lungo i chakra. Allora vide tre angeli: quello di Willow che cercava di schivare i colpi di un secondo angelo maschio, e un altro pi in su, una bellissima femmina dal volto fiero che si stava scagliando contro la figura umana di Willow. Mise a terra un ginocchio e, appoggiandosi sullaltro, prese la mira e spar alla femmina. Langelo esplose in milioni di frammenti di luce. Nel frattempo la folla urlava il nome di Willow, battendo i pugni contro il pannello di plexiglas nel tentativo di romperlo. Quando Alex arriv nella zona illuminata della cattedrale, Nate apparve sotto forma angelica e inizi a colpire forte il primo angelo. In quellistante langelo di Willow scese sul suo corpo e lei riprese a correre in avanti. Quando fu davanti al passaggio

ci infil le mani. Lenergia si deform, agitandosi violentemente Alex intravide gli angeli in attesa dallaltr a parte. Il pavimento si incrin e si sollev, facendo cadere Willow da un lato. Avvicinandosi a lei, Alex per poco non inciamp sul suolo dissestato, ma subito si riprese e ricominci a correre. Willow! grid. Il passaggio si spalanc. Unonda di energia travolse tutto come un abbagliante fascio di luce. Alex si copr gli occhi con lavambraccio, urlando di dolore. Poi tutto divenne confuso: i due angeli che si azzuffavano, le schegge di luce e Willow che veniva scaraventata lontano dallesplosione. Ci fu un boato, poi un tonfo: una sezione del soffitto si era staccata ed era crollata al suolo, frantumandosi poco distante dal gruppetto di ragazze. Grida. Scintille ovunque. Poi la luce si spense. La zona vicino allaltare rimase immersa nella penombra del tramonto che filtrava attraverso le vetrate colorate. In quellistante, obbedendo a un segnale immaginario, gli angeli sciamarono attraverso il passaggio riversandosi nella cattedrale in una confusione di ali e aureole scintillanti, mentre il sole tramontava anche nel loro mondo. La cattedrale risuon delle alte grida di giubilo dei fedeli. Quelli seduti in prima fila erano tutti in piedi e saltavano in preda alla felicit, ignorando completamente Willow, come rapiti da quella visione celestiale. Era accaduto tutto in un momento. Willow. Dovera Willow? Alex era ancora concentrato e in quellimprovvisa ondata di luce intravide le aure di ogni singola persona che con il naso allins dava sfogo al proprio delirio di fede. Controll in fretta la prima fila, cercando disperatamente quella di

Willow. Poi la vide un debole bagliore color argento e lavanda, lontano da tutti gli altri. Alex si mise a correre nelloscurit, inciamp e per poco non cadde a terra. Infine la raggiunse. Era distesa sulla schiena, col capo abbandonato su un lato. Sconvolto, croll al suo fianco e la strinse a s. Willow! Willow, ti supplico, fa che stia bene ti prego, ti prego La testa le ricadde allindietro. Giaceva fra le sue braccia, inerte, mentre la sua aura diventava sempre pi debole. Alex si sent morire dentro mentre guardava quel volto che tanto amava. No, Dio mio, no. Con un tenue luccichio, langelo di Willow apparve su di lei, pallido come un fantasma. Si vedeva a malapena. Rivolse un cenno del capo prima a Willow, poi ad Alex e scomparve. Cosa aveva cercato di dirgli? Deglutendo a fatica, Alex abbass lo sguardo sulla ragazza. Laura di Willow era quasi invisibile ormai, solo una fiamma tremolante nelloscurit. Alex indugi un istante poi, senza sapere nemmeno perch, le pos una mano sul cuore e chiuse gli occhi. Per favore, prendi la mia forza, disse fra s. Tutto ci che ho, prendilo ma ti prego non morire, ti prego Alex sper che tutta la sua forza e il suo amore penetrassero in lei, che laiutassero a ritrovarsi e la riportassero indietro. Non sapeva pi nemmeno da quanto fosse in quella posizione sentiva solo gli angeli volare sopra di lui e le grida dei fedeli. Il corpo di Willow non si muoveva. Disperato, apr gli occhi consapevole di quello che avrebbe visto. Laura di Willow era svanita. Il dolore lo colp forte in pieno viso. No! esclam con voce strozzata. Ti prego, no Con limmagine di Willow che sembrava dissolversi ai suoi occhi, la strinse forte a s,

seppellendo il volto sulla spalla di lei. La sua pelle morbida, lodore dei suoi capelli. Alex inizi a tremare. Era arrivato troppo tardi. Willow aveva guardato in faccia la morte da sola, senza nemmeno immaginare che lui fosse l. Baci le sue labbra esangui, cercando di trattenere le lacrime. Perdonami sussurr accarezzandole il volto ancora tiepido. Oh, Willow, perdonami Poi sent le forze venirgli meno e una stanchezza mortale insinuarsi nei suoi muscoli, tanto che non riusc a fare altro che restare l dovera, con Willow fra le braccia. A un certo punto avvert un breve, dolorosissimo strappo lacerarlo dallinterno. Gli girava la testa e per un attimo si domand se non fosse stato uno degli angeli a portargli via lenergia vitale, perch sentiva che la vita lo stava abbandonando, scivolava via come lacqua in un canale. Tenendola fra le braccia, si lasci andare provando una strana sensazione di sollievo. E di colpo sopra di loro apparve un minuscolo vortice di luce: in esso sintravedeva una lingua viola e argento mescolarsi a una blu e oro. Alex guard su, confuso, mentre quelle luci si agitavano sopra le loro teste come pennacchi gemelli di fumo. Quella argentata era molto debole. Mentre la osservava, vide la luce blu avvolgerla delicatamente, quasi a volerla accarezzare, sostenere. Poi lentamente il blu e loro iniziarono a svanire, mentre largento e il viola riacquistavano sempre pi luminosit. Gli sembr quasi di vedere la forza riversarsi da unaura allaltra. Di l a poco la luce argentata divenne stabile e le sue sfumature color lavanda tornarono brillanti. Alex sent laura rientrare in lui, debole ma gi pronta a recuperare le forze. Una nuova energia vitale lo pervase. Laura argentata si pos delicatamente su Willow

inizialmente fragile, ma comunque stabile e sempre pi intensa ogni minuto che passava. Un barlume di speranza si fece strada in lui mentre la guardava fra le sue braccia. Le accarezz una guancia, senza nemmeno osare respirare. Willow? L per l non accadde nulla poi i suoi occhi verdi lentamente iniziarono ad aprirsi. Ancora stordita, lo guard. Alex? disse con un filo di voce. Sei proprio tu? Alex si sent cogliere da una felicit talmente grande da essere quasi dolorosa. Inizi a cullarla, stremato dalla potenza di quellemozione. Sono io, tesoro si affre tt a dire sfiorando i capelli di lei con le labbra. Sono io. Ancora debole, lei cerc di abbracciarlo e, con il viso sulla sua spalla, soffoc un singhiozzo. Alex sei qui, sei proprio qui Staccandosi da lei, gli scost una ciocca di capelli dal viso e la osserv nella penombra. Stai bene? Lei deglut annuendo. Credo di s. Sono solo molto stanca Prov un senso di profonda gratitudine. La tir a s, baciandola sulla testa, sugli occhi. Mi dispiace sussurr. Ti amo, non dicevo sul serio quando non volevo Con le braccia intorno al suo collo, lei lo strinse forte. Quando parl, Alex sent le sue labbra sfiorargli la pelle. Lo so Alex, lo so, anchio ti amo Per un istante Alex assapor semplicemente la sensazione che gli trasmetteva la consapevolezza che lei fosse l, viva, fra le sue braccia. Ma presto lansia torn a colpirlo: dovevano uscire da l. Si guard alle spalle. Il flusso degli angeli non era ancora terminato, la navata della cattedrale era interamente occupata da un fiume di ali che si agitavano per raggiungere la porta principale, sul lato opposto.

Le grida di gioia si erano affievolite ma si udivano ancora. Nate aveva detto che ci sarebbero voluti circa venti minuti per permettere a tutti gli angeli di arrivare. Quanto tempo era passato? Baci velocemente Willow sulle labbra. Ti amo ripet. Forza, dobbiamo sbrigarci. La prese in braccio, grato che loscurit della zona in cui si trovavano fornisse loro riparo. Ormai il sole era tramontato. Facendosi strada fra le crepe che si erano aperte sul pavimento, Alex corse in direzione delle porte da cui era venuto. Ma mentre le raggiungeva, senti Willow irrigidirsi. Alex, un angelo! Si volt di scatto: uno degli angeli che aveva visto battersi poco prima si stava dirigendo ad ali spiegate verso di loro, il volto contorto in una smorfia di furia cieca. Afferrando la pistola, Alex pos contemporaneamente Willow sul pavimento, sorreggendola con un braccio. Langelo atterr e, vorticando su se stesso, assunse le proprie sembianze umane: un uomo dal fisico prestante, la pelle chiara e i capelli neri come il carbone. Dritto davanti a loro, a una decina di metri di distanza, inchiod Willow con lo sguardo. Guarda un po chi abbiamo qui, il semiangelo e lassassino disse con voce cos cupa da coprire persino il frastuono circostante. E pensa un po, il responsabile di aver messo al mondo un tale scherzo della natura sono proprio io. Miranda, giusto? Alex rest di sasso al sentirlo parlare con un marcato accento britannico. Era langelo che gli aveva ordinato di uccidere Willow. Sent Willow emettere un piccolo gemito contro la sua spalla e di colpo si ricord che quello era il nome di sua madre: Miranda. Era lui. Il padre di Willow. Non pronunciare il suo nome disse Willow debole,

fissando langelo negli occhi. Non hai il diritto Oh, consentimi di dissentire disse langelo. proprio un momento storico questo, non trovate? Il primo semiangelo della storia ma chiss come ho fatto? aggiunse fulminandola con lo sguardo. Alle sue spalle, gli angeli continuavano a riversarsi nella chiesa come un fiume in piena. Tenendo Willow stretta a s, Alex punt la pistola contro langelo. Credevo fossi morto durante lesplosione gli disse pieno di rancore. Peccato, eh? rispose langelo con un g higno. Per vostra sfortuna la morte toccata al traditore a me toccato un leggero mal di testa. Poi, socchiudendo gli occhi, avanz di un passo. Resta dove sei o te ne pentirai gli intim Alex. Lessere sollev un angolo della bocca. Non credo proprio. Ora morirete entrambi, proprio come doveva essere sin dallinizio. E detto questo, si ritrasform in angelo e un secondo dopo si scagli su di loro. Alex fece fuoco. Allultimo momento langelo si abbass fendendo laria con le ali e il proiettile and a colpire il bordo dellaureola. La sua energia bluastra trem. Scosso da violenti tremiti, langelo si lev su di loro, agitando le ali come un enorme uccello in trappola. Ma prima che Alex riuscisse a sparare di nuovo, langelo si arrest di colpo e croll a terra, riprendendo forma umana. Poi giacque, immobile. Willow abbass lo sguardo su di lui, rischiando di cadere. Alex, lui quello era Shh, lo so disse risistemandosela fra le braccia. Lei nascose il viso sulla sua spalla e lo strinse con tutta la forza che aveva. Alex desider profondamente che quella creatura fosse

davvero umana: non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a crivellare quel corpo inerme di proiettili. Ma non sarebbe servito a nulla, lunico modo per uccidere un angelo era sparare dritto alla sua aureola. Per lo meno cos sarebbe rimasto privo di sensi per un po. Rivolgendo lo sguardo agli angeli, Alex si diresse in fretta verso le porte. Ancora qualche minuto e sarebbero stati al sicuro, fuori da l. Solo qualche minuto, non chiedeva altro.

Quando la Seconda Ondata di angeli era fuoriuscita dal passaggio, Jonah era rimasto immobile al suo posto, guardando verso lalto. Dopo tutta la fatica che aveva fatto per far s che il piano funzionasse e limmenso rischio che aveva corso, a veva fallito e gli angeli erano arrivati ugualmente. Viso perfetto dopo viso perfetto, sfilavano davanti a lui molto presto avrebbero iniziato a sentire i morsi della fame e si sarebbero nutriti. Jonah rabbrivid e fece una smorfia di disgusto. Gli pulsava lo zigomo, l dove il predicatore laveva colpito con un pugno. Da qualche parte, in fondo alla cattedrale, cera ancora una debole luce, la zona dellaltare invece era completamente immersa nel buio. A pochi metri di distanza Jonah riusc a scorgere il predicatore, che batteva le mani allimpazzata con lo sguardo rivolto verso lalto. Le adepte saltellavano su e gi, emettendo gridolini di gioia, Beth e unaltra adepta si stavano abbracciando, i loro volti emanavano luce. Dietro il pannello, la folla aveva messo da parte laggressivit ed era intenta a lanciare in aria cappelli, a supplicare gli angeli di essere benedetti, a piangere e a ridere. Jonah non sapeva pi nemmeno quanto tempo avesse

trascorso a guardarli, come ipnotizzato dal loro passaggio, e si chiese cosa dovesse fare a questo punto. Poi, con la coda dellocchio, vide un lampo di luce. Si volt di scatto, appena in tempo per vedere una figura scura oltrepassare le porte di servizio con in braccio una ragazza. Jonah rest di sasso quando cap chi era. Willow. Era ancora viva oppure no? In quellistante si rese conto che avrebbe dovuto andarsene anche lui da l. Raziel ormai sapeva che laveva tradito non solo gli aveva mentito riguardo alla morte di Willow, ma gli angeli dovevano averlo visto mentre gridava contro la folla e cercava di trattenere il predicatore che provava a fermare Willow. In mezzo a tutta quella confusione Raziel era sparito, di certo si era riappropriato della propria forma divina, ma non era ancora riapparso. Che cosa avrebbe fatto a Jonah se lavesse trovato? Ma soprattutto, cosa gli avrebbero fatto i fedeli una volta terminato il flusso degli angeli? Jonah fu colto dal panico e cominci a correre nelloscurit, inciampando sul pavimento irregolare. Vicino alla barriera vide il tizio della sicurezza fissare qualcosa sopra di lui, con sguardo inebetito, e ne approfitt per passargli davanti pi in fretta che pot. Cera quasi riuscito, ma di colpo spalanc gli occhi per lorrore. Distesa a terra nellombra, cera una figur a scura: era il corpo umano di Raziel che giaceva inerme. Jonah rimase sconvolto e allo stesso tempo prov unimmediata sensazione di sollievo. Era morto davvero? Non riusciva a capire; di sicuro non lavrebbe toccato per accertarsene. Gli pass accanto, cautamente, poi ricominci a correre a pi non posso. Spalanc le porte con una spallata. Nel corridoio si udiva solo il ronzio delle luci che si spegnevano e si accendevano a intermittenza. Chiunque stesse portando via Willow, era gi

arrivato a met corridoio e presto sarebbe scomparso. Jonah gli corse dietro. Allimprovviso, sapere se la ragazza stesse bene o meno era diventata la sua ragione di vita. Li raggiunse un istante prima che arrivassero alla porta che conduceva allesterno. Ehi disse a corto di fiato. Poi trattenne il respiro quando il ragazzo dai capelli scuri si volt, sorreggendo Willow con un braccio e puntando verso di lui una pistola con laltro. Non provare a fermarmi disse in tono cupo. Jonah si sent mancare. No scusami, io volevo solo Pur in preda al panico, si accorse che il ragazzo era pi giovane di lui ma cap subito che in quel caso let non contava proprio niente: il ragazzo aveva gi pi esperienza di quanto Jonah avrebbe mai avuto in tutta la vita. Willow gli teneva le braccia al collo, con la testa sulla spalla. Alludire quelle voci, apr gli occhi lentamente, il suo sguardo incroci per un attimo quello di Jonah. Alex, lui mi ha aiutato disse con un filo di voce. Alex? Jonah sussult. Ma certo, era lassassino. Era proprio davanti a lui. Alex sembr calmarsi alle parole di Willow. Abbass la pistola e Jonah emise un sospiro. Allora tu sei il complice disse Alex. Jonah annu. E tu be devi essere lassassino. Alex non rispose e il suo sguardo scivol oltre Jonah, verso il corridoio. Dovresti scappare anche tu, ti uccideranno appena tutto questo sar finito. E detto questo, sistem Willow con laltro braccio, spalanc la porta e scomparve. Jonah si guard alle spalle, nervoso. Si sentivano ancora le grida entusiaste provenire dalla cattedrale, ma per quanto

sarebbero andate avanti? Apr la porta e usc nel sole del tramonto. Al limitare del parcheggio cerano Alex e Willow accanto a una motocicletta. Alex stava aiutando Willow a liberarsi della tunica argentata per poi gettarla al suolo. Mentre Jonah li osservava, lo vide chinarsi su Willow per chiederle qualcosa, lei annu guardando la motocicletta. Poi allimprovviso, lui la baci stringendole il viso fra le mani. Jonah distolse lo sguardo, non voleva rovinare quel momento di intimit. Quando si rigir, Alex stava aiutando Willow a mettersi il casco, poi mont in sella e la ragazza fece lo stesso, cingendogli la vita con le braccia. Improvvisamente Jonah si ricord di una cosa e unondata di terrore lo travols e. Aspettate! esclam, correndo verso di loro. Alex aveva gi avviato il motore, ma si volt. Raziel disse Jonah senza fiato una volta che li ebbe raggiunti. morto? Langelo? chiese Alex, poi scosse la testa. No, ha perso solo i sensi. Sar fuori uso per qualche giorno, ma si riprender. Sfortunatamente. Il volto di Willow era pallido e sofferente. Grazie per laiuto, Jonah disse piano. Vorrei vorrei Ma non riusc a finire. Gi mormor Jonah. Trovarsi faccia a faccia con lei era strano se lera immaginata come una sorta di supereroina. E invece eccola l, piccola e fragile, ma cos coraggiosa e composta nel suo dolore da farlo vergognare per essersi fatto prendere dal panico. Si volt verso la porta, deglutendo. E adesso cosa intendete fare? In realt avrebbe voluto dire: e io cosa far?, ma non ebbe il coraggio di chiederlo. Alex sollev una delle sue possenti spalle e Jonah percep la

sua impazienza. Andarcene di qui non sarebbe male. E tu, hai una macchina? Jonah annu. Nel parcheggio dei dipendenti, dietro langolo. Sul volto di Alex apparve un sorriso amaro. Be, faresti meglio a usarla allora disse. Dopo questo non credo che gli angeli ti vogliano pi. Abbi cura di te, Jonah sussurr Willow, poi Alex premette la frizione e partirono a tutta velocit. Jonah rimase a guardarli per un po, finch non scomparvero dalla sua vista e il rombo del motore svan in lontananza. Poi fu il silenzio pi totale. Le grida di gioia erano cessate. Jonah si morse le labbra, incapace di muoversi. Questo non laveva previsto, era convinto che lesplosione del passaggio lavrebbe ucciso insieme a chiunque si trovasse l vicino in quel momento e, in un certo senso, lavrebbe preferito. Che ne sarebbe stato di lui, ora che non aveva pi la sua fede in quelle creature splendide e luminose ora che sapeva che non erano qui per aiutare lumanit? Disperato, pens che se solo ne avesse avuto il coraggio, sarebbe tornato dentro per affrontare la sua sorte. Ma non ce laveva. Quello era sempre stato il suo unico problema. Gradualmente un ricordo riemerse nella sua mente: langelo, il primo che aveva visto volargli incontro agitando le ali in un tripudio di bellezza e di luce. Non temere. Ho una cosa da darti, gli aveva detto. Quellangelo aveva voluto a iutarlo e lui non laveva capito. Solo grazie a lui aveva avuto il coraggio di fare tutto quello che aveva fatto, di dare un senso alla propria vita. Se solo fosse riuscito ad aggrapparsi a quel ricordo forse ne avrebbe tratto la forza per continuare a vivere. Lanciando unultima occhiata alla porta di servizio, Jonah si

mise a correre verso il parcheggio. La stradina secondaria li condusse allautostrada e da li Alex vide la scia interminabile di macchine ferme in direzione opposta alla loro. Allontanandosi appena dalla cattedrale, il traffico spari del tutto. Al calare del crepuscolo, accese i fari e si diresse verso Sud, gustando la sensazione del vento che gli accarezzava i capelli e il petto sotto la maglietta. Di tanto in tanto posava una mano sulle braccia di Willow, ancora incredulo. Avrebbe voluto allontanarsi almeno di un migliaio di chilometri dalla cattedrale, ma non ce lavrebbe fatta quella notte ormai sentiva la stanchezza prendere il sopravvento, come unoscura risacca che gli lambiva il cranio. Guid finch non giunsero in una citt di nome Trinidad, fra i monti Sangre de Cristo, a sud dello stato. Si ferm al primo albergo che trov sulla strada ed entr nel parcheggio. Con i muscoli intirizziti per via dellaria fredda delle montagne, a iut Willow a scendere. Alla luce dei lampioni sembrava ancora pi pallida e lo guardava con gli occhi spalancati mentre si sfilava il casco, visibilmente esausta. Non era mai stata cos bella. Per un istante restarono l in piedi in mezzo al parcheggio a guardarsi negli occhi. Alex cap che da quel momento in poi non si sarebbe mai stancato di guardarla, nemmeno se avessero vissuto fino a cento anni. Le montagne si innalzavano imponenti sullo sfondo. Una sola auto pass sulla strada immersa nel buio della notte. Sollev una mano e le tocc il viso. Lei mise la mano sulla sua, strofinando la guancia contro il palmo. Poi, chinandosi su di lei, Alex la baci dolcemente,

assaporando la morbidezza delle sue labbra, il suo calore. Era viva. Era ancora al suo fianco. Con un debole gemito, Willow gli port le braccia intorno alla vita e si abbandon contro di lui. Alex la strinse posando la guancia sui suoi capelli e accarezzandole la schiena. Laiut a camminare sorreggendola con un braccio e quando furono alla reception, sent che stava per addormentarsi contro il suo petto. Willow inciamp dirigendosi verso la loro camera, cos Alex la prese in braccio per lultimo tratto di corridoio. Tenendola in equilibrio, apr la porta e, una volta entrati, la richiuse con la spalla. Adagi Willow sul letto e le si distese accanto. Lei si rannicchi subito contro il suo corpo mentre lui la stringeva a s, modellando la propria posizione sulla sua. Non avrebbe voluto addormentarsi subito la luce era ancora accesa ed erano vestiti ma quando riapr gli occhi, intu che dovevano essere trascorse diverse ore. Si costrinse ad alzarsi e le sciolse i capelli, liberandoli dalle forcine, cos che le potessero ricadere liberi sulle spalle. Lei apr gli occhi solo per un istante, ancora mezza addormentata. Allora Alex le tolse le scarpe, il maglione e i jeans. Poi si tolse pantaloni e maglietta, spense la luce e sinfil sotto le coperte con lei. Willow gli si rannicchi accanto. Lui accarezz piano i capelli che le scendevano sulla schiena. In pochi istanti Willow si riaddorment e il suo respiro si fece lento e regolare contro il suo petto. Alex la baci sulla testa e la strinse ancor pi forte. Mentre scivolava nel sonno, gli balen in mente limmagine di tutti quegli angeli che si riversavano nella cattedrale, ma sembrava cos distante ormai, cos insignificante. Lunica cosa che contava in quel momento era essere accanto a Willow, stretti sotto le coperte, con le gambe nude intrecciate.

Non avrebbe voluto fare altro per il resto della vita.

Mi svegliai in un letto soffice e udii la voce di Alex. Lentamente aprii gli occhi. Eravamo in una camera dalbergo, avvolta nella penombra, lui era seduto sul bordo del letto e parlava al telefono con qualcuno. Osservando il profilo della sua schiena, provai una felicit totale, impossibile da esprimere a parole. Non era stato solo un sogno, era venuto davvero. Eravamo di nuovo insieme. Lui termin la chiamata e torn sotto le coperte, tirandomi a s. Ti sei svegliata mormor dandomi un bacio leggero sulla tempia. Annuii e mi raggomitolai contro di lui. Chi era? gli chiesi col volto appoggiato alla sua spalla. Ho preso la camera per unaltra notte disse accarezzandomi un braccio. Aveva la testa abbandonata sul cuscino e gli occhi chiusi. Non riesco neanche a pensare di muovermi oggi, voglio solo stare qui, con te. Ci addormentammo di nuovo. Quando riaprimmo gli occhi era pomeriggio inoltrato, ma il sole che filtrava dalle tende era ancora forte. Per un po restammo l distesi a parlare, a raccontarci cosa ci era accaduto mentre eravamo separati. Iniziai io e, quando gli riferii che Sophie se nera andata, lespressione sul suo volto si fece dura. Ho capito, quindi lei corsa al sicuro e ti ha lasciato l. Sospirai. Be, non poteva fare altro, immagino per in quel momento mi sono resa conto di quanto fossero certi che sarei morta. E Nate era morto davvero. Mi vennero i brividi a ripensare a quando Raziel aveva detto che il traditore era morto e mi sentii morire al ricordo di quel povero angelo, cos

convinto che i suoi simili non avessero il diritto di distruggere lumanit. Alex mi accarezz i capelli come se mi avesse letto nel pensiero. Tenni lo sguardo basso, fingendo di essere molto occupata a giocherellare col bordo della coperta. Alex, non riesco a credere che Raziel sia mio Deglutii incapace di pronunciare quella parola. Lo solo dal punto di vista biologico disse. Ma, Willow, lui non nulla per te. Non lo mai stato, non importa chi sia. Lo so dissi. Solo che mi ha fatto un effetto strano vederlo coi miei occhi. E sapere che anche lui sa. Come vorrei che non fosse cos. E io vorrei tanto aver centrato la sua aureola disse Alex secco. Deglutii. Per quanto lo detestassi, non riuscivo ad augurargli la morte ma sapevo che non sarei stata troppo dispiaciuta per lui se Alex lavesse colpito. Mi tirai su a sedere contro i cuscini, con le gambe strette al petto, ripensando allorda di angeli che avevo intravisto alle spalle di Alex quando avevo riaperto gli occhi. Non riesco a capire cosa possa esser andato storto dissi. I casi sono due, o colpa dellangelica che non ha funzionato, oppure sono stata io che per via delle grida di Beth sono arrivata troppo tardi davanti al passaggio. Non saprei disse Alex. Segu un lungo silenzio mentre mi passava la mano sul braccio. Poi disse: So che prima o poi ricomincer a preoccuparmi di tutti quegli angeli a piede libero ma in questo momento, so solo che scoppio di felicit perch tu sei viva. Annuii. Lo so. Avrei tanto voluto fermarli ma di certo non

posso lamentarmi di essere sopravvissuta e di essere qui, con te. Lo guardai dritto negli occhi, cos blu e intensi sotto le ciglia scure. Alex, stare con te lunica cosa che desidero. Di questo non dovrai pi preoccuparti disse piano. Poi mi baci. Non esisteva altro che il calore delle nostre labbra. Un brivido mi attravers mentre gli passavo la mano fra i capelli, sentendo la sua nuca muoversi mentre mi baciava. Avevo temuto davvero di aver perso tutto questo. Poi ricominciammo a parlare e Alex mi disse come aveva fatto ad arrivare a Denver e cosera successo quando aveva raggiunto la cattedrale. Ne parlava in modo calmo, quasi privo di coinvolgimento, ma mi feci ugualmente unidea del pericolo che doveva aver corso. Oh, Alex sussurrai sfiorandogli una guancia. Il pensiero di lui che mi stringeva fra le braccia, credendomi morta, fu come una pugnalata al cuore. Non posso credere che tu abbia dovuto sopportare tutto questo Sospirando, Alex mi strinse la mano con gli occhi fissi sui miei. La sola cosa che importa che sei viva disse. Lo rifarei altre cento volte se fosse necessario. Mi torn alla mente unimmagine, come in sogno. Scossi la testa piena di meraviglia. Io io me lo ricordo. Era come vedersi dal di fuori, camminavo in un lungo corridoio. E poi sei arrivato tu e mi hai riportata indietro. Era come se mi trattenessi, mi tirassi Senza parole, Alex mi baci il palmo della mano. Lo guardai ripensando allincredibile gioia che avevo provato aprendo gli occhi e vedendolo davanti a me. La stessa gioia che sentivo in quel momento. Credevo che non ti avrei mai pi rivisto bisbigliai. Lui tracci il contorno del mio volto con le dita, come a

volerselo imprimere nella mente. Mi sono rimesso in strada cinque minuti dopo che te ne sei andata disse in tono concitato. Ero certo di aver commesso lerrore pi grande di tutta la mia vita. Scusami, Willow. Scusami per tutto quello che ho detto, per come mi sono comportato per averti lasciata sola Vidi la sua mandibola serrarsi. Puoi perdonarmi? Mi vennero le lacrime agli occhi. Non devi chiederlo nemmeno. Invece s disse subito. Mi dovrei anche mettere in ginocchio, se per questo. No! So bene cosa stavi provando in quel momento Lui mi fissava, immobile. Mi si chiuse la gola. Gli accarezzai delicatamente il collo. Certo che ti perdono. Ti prego, Alex, non dirlo mai pi. Quando ho aperto gli occhi e ti ho visto Lo guardai, incapace di proseguire. Ti amo dissi infine. Con un piccolo gemito, Alex chiuse gli occhi stringendomi forte. Ti amo anchio disse mentre le sue labbra sfioravano i miei capelli. Dallistante in cui te ne sei andata, non sono riuscito a pensare ad altro che a raggiungerti per dirti quanto fossi importante per me Willow, se tu fossi morta, non avrei pi voluto vivere. Lo so mormorai sulla sua spalla. Anchio provavo la stessa cosa. Allontanarmi da te stato orribile, orribile. Alex, mi dispiace tanto, ma dovevo farlo, dovevo almeno provarci Lui si abbandon sulla schiena. Non scusarti! Dovevi provare e io lo sapevo, ma non riuscivo a sopportare lidea che potesse capitarti qualcosa di male. Poi quando sono arrivato alla cattedrale e ho creduto che fosse troppo tardi Scosse la testa con sguardo cupo. Se non fossi sopravvissuta, non mi

sarei mai potuto perdonare per averti delusa. Intrecciai le dita alle sue. Ma ceri Alex, non mi hai delusa, mi hai riportata indietro. Grazie a Dio disse accarezzandomi i capelli. stato il tuo angelo a dirmi cosa fare io mi sentivo impotente. E detto questo, rimase in silenzio e io avvertii il pensiero che lo tormentava, mi arrivava a ondate. Poi lui disse: Pensavo pensavo che saresti morta, proprio come Jake. I muscoli delle sue braccia erano estremamente tesi. Esitai un istante, non sapevo se fosse il momento giusto per chiederglielo. Ma quel pensiero mi ronzava in testa da troppo tempo. Alex com morto? Allinizio pensai che non mi avrebbe risposto, poi abbass lo sguardo e si schiar la voce. Eravamo in missione a Los Angeles disse. Io e Jake a volte facevamo un gioco uno dei due faceva da esca, attirava langelo, e laltro gli sparava. Non avremmo dovuto correre un pericolo simile, Cully ci avrebbe ammazzato se fosse venuto a saperlo. Ma eravamo entrambi talmente abili che non ci eravamo mai fatti troppi problemi. Ad ogni modo, eravamo vicino a un canyon che sovrastava la citt, e toccava a Jake fare da esca. Langelo arrivato e io gli ho sparato poi sono corso da Jake, ci siamo dati il cinque e Si ferm di colpo. Tenendogli la mano, ebbi unaltra visione, vidi quel ragazzo dai capelli scuri e dagli occhi identici a quelli di Alex, seduto su un muretto che si affacciava su uno dei canyon. Sorrideva e teneva la mano aperta sollevata davanti a s. Sei un grande, fratello, non ha fatto nemmeno in tempo ad accorgersene. Percepii lorrore di Alex mentre il ricordo lo assaliva e rimpiansi di averglielo chiesto. Mi avvicinai e lo baciai sulla guancia.

Tranquillo sussurr. Non devi dirmelo se non ti va. No, voglio farlo. Staccandosi un po da me, si pass una mano tremante fra i capelli. Mmm insomma, venne fuori che cera un altro angelo stavano cacciando in coppia. Non controllai prima di rimettere via la pistola, non lo vidi nemmeno. Apparve allimprovviso. Jake balz allindietro. Riuscii a colpire langelo, ma Jake cadde nel canyon. Alex parlava con un filo di voce e mi si strinse il cuore. Non mi era mai sembrato cos giovane, cos vulnerabile. Ricacciando indietro le lacrime, lo abbracciai e lui mi strinse. stata colpa mia disse con voce rotta. Si fidava di me e io lho deluso. Lo portammo allospedale ma era troppo tardi, era e sinterruppe. Non stata colpa tua gli dissi premendo il viso contro il suo collo. Alex, sarebbe accaduto anche se fosse stato Jake ad avere la pistola in quel caso lavresti perdonato? Quando riusc a parlare, il tono della sua voce era distaccato, amareggiato. Non si fanno errori del genere, non durante una missione. Non cos. Mi staccai da lui e lo guardai negli occhi. S, ho capito disse. Ma se fosse andata davvero cos, se fosse stato Jake a commettere un errore tu lavresti perdonato? Mi fiss senza rispondere. Lo vidi deglutire. Alex, sono certa di s dissi passandogli una mano sul tatuaggio. Perci, perdona te stesso, va bene? Ti prego. E gli baciai le guance, la fronte, le labbra. Lui rest immobile mentre lo ricoprivo di baci, senza quasi osare respirare. Lentamente sentii la sua tensione sciogliersi. Gli presi il volto fra le mani e lo guardai dritto negli occhi. Nessuno di noi si mosse per un po. Ti amo mi disse. Quelle parole non erano sufficienti, ma non ne esistevano

altre. Ti amo anchio. Ti amo cos tanto, Alex. Lui allora mi baci, allinizi dolcemente un piccolo bacio che mi sciolse poi con passione sempre maggiore, mentre il suo corpo premeva contro il mio. Stringendogli le braccia al collo, lo ricambiai, cedendo alla sua veemenza e al suo calore. Lamore che provava per me mi avvolgeva e io mi abbandonai a lui. Mi aveva riportata indietro con la sola forza del suo amore. Ero morta e lui mi aveva riportato in vita. A un certo punto ci staccammo e restammo a guardarci con la testa sul cuscino. Poi, allimprovviso, ci sorridemmo. Alex tracci col dito una linea fra la mia tempia e il mio mento. Sotto le coperte il mio piede sfior la sua gamba nuda e con le dita gli accarezzai il polpaccio. Da fuori proveniva solo il rumore delle macchine che passavano e il canto di un uccellino. Ne valsa la pena disse Alex sorridendomi. Di che cosa? chiesi. Lui mi tocc la guancia. Di patire tutto questo, ne valsa la pena, se significa averti al mio fianco. Il calore mi pervase e i minuti scivolarono via uno dopo laltro, mentre ci guardavamo senza averne mai abbastanza. Poi, rendendomi conto di essere a gambe nude, scoppiai a ridere anche se non ce nera proprio motivo in effetti. Immagino che questi siano gli unici vestiti che abbiamo, vero? Non abbiamo altro. Alex scosse la testa e si mise seduto. No, a questora avranno portato via il fuoristrada Be in ogni caso non potremmo riprendercelo, senza fornire i nostri dati. La nostra roba rimasta tutta l. La mia sacca ancora lass, nella casetta, con tutti i nostri vestiti dentro potremmo provare a

tornarci in moto ma Non saremmo pi al sicuro l terminai la frase e mi misi a sedere anchio. No, direi proprio di no. Ebbi una fitta al cuore ripensando alla casetta fra le montagne al nostro primo bacio, era l che ci eravamo confessati i nostri sentimenti. Tutte quelle ore trascorse a parlare, a giocare a carte, ad abbracciarci Ma era solo un luogo, non era cos importante. Quello che davvero importava era che fossimo insieme. E ora cosa facciamo? chiesi dopo un po. Mi aggiustai i cuscini dietro la schiena e mi distesi rivolta verso di lui. Alex mi scost i capelli dal viso. Be, la prima cosa la pi importante a dir la verit che non ho intenzione di perderti pi di vista. Qualsiasi cosa accadr da adesso in poi, noi staremo insieme. In preda allemozione mi toccai il ciondolo. Sempre dissi, felice di sapere che, dopotutto, ci era stata concessa unaltra possibilit. Mi baci dolcemente. Secondo Si abbandon allindietro, con le braccia sulle ginocchia e le sopracciglia aggrottate. Be, sappiamo che lOperazione Angelo esiste ancora pi o meno. Immagino che Sophie si dar da fare per rimetterla in piedi, quando ne avr abbastanza di starsene nascosta, al sicuro. Guardandolo, mi portai anchio le gambe al petto. Davvero vuoi ancora essere coinvolto in tutto questo? Lui scroll le spalle. No. Non mi fido di loro e non mi piace il modo in cui gestiscono le cose. E tu? Scossi la testa. Ero convinta della sua innocenza, ma non volevo vedere Sophie mai pi. Poi mi resi conto con un brivido

che in ogni caso non avrei saputo come contattarla. Era talmente convinta che sarei morta che non si era nemmeno presa il disturbo di lasciarmi il suo numero. Alex tamburell con le dita sul ginocchio. A esser sinceri, il Messico mi fa ancora gola disse alla fine. Avremo bisogno di un rifugio sicuro e in mezzo al deserto o sulle montagne ce ne sono quanti ne vuoi. E poi un posto piuttosto economico, mi sono rimasti solo seicento dollari. Metter su un nuovo campo daddestramento, appena sar possibile, ma per adesso ci serve solo una casa, dopo di che andr in cerca di nuovi Angel Killer da reclutare. Poi mi guard intrecciando le sue dita alle mie. Che te ne pare? Non volevo pensarci, ma non riuscivo a farne a meno. Abbassando lo sguardo sulla sua mano, dissi lentamente: Alex, credi ancora che sia io quella destinata a distruggere gli angeli? Il fatto che non sia accaduto oggi, non significa che non accadr mai. Mi fermai, certa che, nonostante quegli ultimi giorni fossero stati i pi spaventosi della mia vita, lavrei rifatto, se fosse davvero servito a eliminarli per sempre. Non avrei voluto, il solo pensiero mi faceva stare male. Ma lavrei rifatto. Alex mi accarezz le dita col pollice. Non lo so disse. Ma se dovesse succedere, questa volta sarei l al tuo fianco. Il panico mi serr lo stomaco. No, non voglio! Alex, voglio che tu sia al sicuro Lui mi sfior la guancia. Scordatelo disse. Non ti lascer affrontare tutto questo da sola ancora una volta. Non riuscivo a parlare. Mi avvicinai a lui e gli misi le braccia intorno alla vita. Lui fece lo stesso e io posai la testa sul suo corpo caldo, sentendomi fortunata per il semplice fatto di averlo incontrato. Mi schiarii la voce passandogli un dito

sullavambraccio. E Messico sia dissi alla fine. Lui si stacc da me e mi guard in faccia. Dici sul serio? Non che ci sia granch per noi l, ma di sicuro troveremo il modo di sopravvivere almeno per un paio di mesi fino a quando non ci saremo rimessi in forze, insomma. S, sono sicura che ce la faremo dissi annuendo. Ne sono assolutamente sicura, anzi. Per quanto intravedessi gi cosa ci aspettava ora che altri angeli erano scesi sulla Terra, e visto che Alex era lunico rimasto ad avere il potere di tener loro testa dopo quegli ultimi due giorni il pensiero di stare con lui, di amarci, di trascorrere del tempo insieme era un raggio di sole in una giornata di pioggia. Mi sistemai a sedere. E io cosa faccio mentre tu recluti nuovi Angel Killer? Lui sollev le sopracciglia, sorpreso. Mi aiuterai, spero. Willow, avr molto bisogno di te tu hai il potere di capire cosa c dentro ogni persona, ti basta toccarla. Di colpo sorrise. E poi dovrai riparare la moto, se si rompe. Scoppiai a ridere. Sensitiva e meccanico s, s, ci sto. Ma il mio sorriso svan mentre abbassavo lo sguardo sul copriletto. Vorrei solo vorrei solo poter andare a casa e dire addio a mia madre. Probabilmente non se ne accorgerebbe nemmeno ma Alex mi strinse la mano. Ti ci porterei senza pensarci un secondo, se fosse sicuro disse a bassa voce. Lo so. Sospirai e scacciai il pensiero. La mamma stava bene, nientaltro aveva importanza. Per lo meno mi sarei dedicata al tentativo di sconfiggere le creature che le avevano fatto del male. Ehi, mi insegni a parlare spagnolo? domandai dopo un attimo di esitazione. Lui mi sorrise e mi diede un bacio sul naso. Cosa vorresti

dire? Mmm vediamo Ma mi ritrovai senza parole. Osservavo Alex, i suoi capelli scuri, il suo viso determinato, e mi venne in mente la prima volta in cui lavevo visto il modo in cui i suoi occhi azzurri mi avevano scavato dentro, impedendomi di distogliere lo sguardo. Proprio come facevano in quel momento. Deglutendo a fatica, gli posai un dito sulle labbra e ne tracciai il contorno. Che ne dici di tu mi rendi felice e vorrei trascorrere il resto della vita con te? Lui mi guard con una tenerezza tale da farmi quasi venir meno. Questo te lho gi insegnato, ricordi? disse. Poi si chin su di me e mi baci. Te amo, Willow. E da qualche parte dentro di me, sentii che il mio angelo stava sorridendo.

Ringraziamenti
Ogni storia un viaggio, per chi la scrive cos come per chi la legge. Questo viaggio in particolare stato pi lungo di altri; conosco e amo Alex e Willow da tanti anni ormai e mi emoziona sapere che le loro vicende abbiano finalmente visto la luce. Molte persone mi hanno aiutato lungo il cammino e credo sia giunta lora di ringraziarle. Ringrazio Liz Kessler e Isobel Gahan, la cui fiducia pi totale in questa storia ha fatto s che il fuoco continuasse a bruciare dentro di me attraverso gli anni (nonostante il racconto abbia preso una piega molto diversa da quella che mi ero immaginata al momento di cominciare!); ringrazio Linda Chapman e Julie Sykes, che ogni giorno mi hanno aiutata a restare coi piedi per terra e che hanno letto le prime stesure di Arigel, rassicurandomi sul fatto che non fosse proprio da buttar via mille grazie a entrambe; come prime lettrici, sappiate che il vostro entusiasmo ha contato pi di quanto riesca a dirvi; ringrazio il mio agente, Caroline Sheldon, per avermi sostenuta e guidata, e per aver amato questa storia sin dal primo momento; ringrazio il mio editor Megan Larkin, per i suoi consigli assolutamente geniali e per essere sempre stata in completa sintonia col racconto e i suoi personaggi ( stato un enorme piacere lavorare su Angel con te, e lavventura non ancora finita!); grazie anche al mio editor Stephanie King, per tutto il suo aiuto e per aver mantenuto la calma quando io invece cedevo alle crisi di panico ; un ringraziamento allufficio

promozionale e marketing di Usborne, per aver trovato il modo migliore di presentare il libro al mondo non potevo davvero chiedere di meglio, nemmeno con una lista di desideri alla mano; ringrazio Katie Beat per avermi aiutato con lo spagnolo, Neil Chowney per la sua consulenza in materia di motori e il suo aiuto con la scena del guasto alla macchina; grazie a tutti i primi lettori di Angel per le loro illuminanti recensioni non c soddisfazione maggiore per uno scrittor e di sapere che qualcun altro nel mondo ama ci che hai scritto almeno quanto te; ringrazio i musicisti Sarah Class e Karl Jenkins per avermi fatto da colonna sonora mentre scrivevo Angel; e infine ringrazio mio marito Peter, che stato al mio fianco in questavventura sin dallinizio; il suo aiuto concreto mentre scrivevo stato impagabile. Per merito suo, sono riuscita a concentrarmi sulla sola scrittura per diverse settimane consecutive un lusso che condivido con pochi autori! Grazie di essermi stato accanto, Pete. Ti amo.

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