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1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it carta ecologica
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EDITORIALE 03 Ripartiamo con umilt IN PRIMO PIANO 4-13 Dieci domande sulla crisi.
Torna linchiesta di questa rivista che misura il sentiment dei cooperatori trentini rispetto alla crisi. Il confronto con le risposte dellanno scorso e le previsioni degli esperti di Prometeia: segnali positivi solo dopo il 2014. Il prof. Sapelli: bisogna avere il coraggio di cambiare.
CULTURA COOPERATIVA
Lintervista
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Libri
Smerilli: cooperazione, vocabolo di genere femminile Fra Nicola: dalla Cassa Rurale al convento La differenziata in cooperativa Sos lavoro Alle Casse Rurali il prestigioso premio Banca e Territorio Nuovi percorsi per alternare scuola e lavoro Firma elettronica: innovativa, comoda, ecologica e sicura L unica bolletta che fa risparmiare aiutando Regole europee pi moderne sugli aiuti di Stato alle imprese Un pezzo di Trentino in Terra Santa Economia con lanima
Racconti
Coordinatrice
Dirce Pradella
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Un lumino per la vita Piazzola: ecco la casa cooperativa Rurale Pergine, banca per la comunit Un nuovo nato nelle Giudicarie Cultura, chiave del benessere Giocarsi il futuro? No, grazie! Insieme da 120 anni tra Brenta e Paganella Mele italiane alla conquista dellAmerica Ecoopera progetta il suo futuro Candidati, verificheremo gli impegni presi Anziani, insieme per dividere i costi della badante
C del nuovo
Qui Europa
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OPINIONI
Orizzonti
Comitato di Redazione
Corrado Corradini, Franco de Battaglia, Carlo Dellasega, Silvia De Vogli, Michele Dorigatti, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella, Bernardino Santoni, Paolo Tonelli, Vincenzo Visetti.
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Magari sparsi, ma in ordine Dopo le elezioni, cinque ragioni per cooperare di pi e meglio
La porta aperta
Hanno collaborato
Miriam Branz, Samuel Cornella, Umberto Folena, Paola Pedergnana, Paolo Tonelli.
Progettazione grafica
Cooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu
Stampa tipografica
Cooperativa NUOVE ARTI GRAFICHE
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La democrazia parte dal linguaggio
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Microprestiti per i giovani imprenditori
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Cultura, chiave del benessere
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Un p di Trentino in Terra Santa
Abbonamenti
Costo singola copia: 3 Abbonamento annuale (11 numeri): 30 Abbonamento semestrale (5 numeri): 15
Promozione 2013
Paga i primi 10 abbonamenti a prezzo pieno (30 euro, fermo da molti anni) e i restanti solo la met.
Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950
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EDITORIALE
Il risultato delle elezioni provinciali, dal punto di vista degli schieramenti in campo, inequivocabile. Ha vinto il centro sinistra che avr quindi la responsabilit di guidare il Trentino per i prossimi difficili anni. La destra sostanzialmente scomparsa e Progetto Trentino che dovr decidere subito se proseguire o no con i toni della campagna elettorale, continuando a scivolare nel populismo, anchesso pericoloso come quelli gi noti. Ma si pu dire che le cose stanno effettivamente cos? Noi crediamo di no. Prima di tutto la realt femminile con una presenza cresciuta di poco che deve far riflettere sulla necessit di introdurre regole a garanzia della rappresentanza di genere. Fra astensione e schede nulle e bianche si va oltre il 40%. Problemino non
diego.schelfi@ftcoop.it
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IN PRIMO PIANO
Fatturato e occupazione
Solo 4 cooperatori su 100 non ritengono che il 2013 sia stato un anno di crisi per la loro impresa. Per gli altri lo stato, del tutto (33%) o in determinati segmenti di mercato o aspetti specifici(63%). Le conseguenze saranno forti sul fatturato, che diminuir per il 38% delle cooperative, sar stabile per il 39% e crescer per il 23%. Anche l occupazione avr dei riflessi: per il 20% delle imprese del movimento caler, per il 72% rester invariata e per l8% crescer. L analisi sullo stato degli investimenti segnala prospettive in calo per il 23% degli intervistati, in aumento per il 19% e stazionarie per il 58%. uesta situazione ha ripercussione sulla redditivit: il 47% delle cooperative ritiene che dovr far fronte ad un calo dei margini di guadagno, con possibili conseguenze anche sul patrimonio: il 62% delle imprese del movimento certo di non dover ricorrere al patrimonio (immobiliare, mezzi propri o altro) per far fronte alla crisi, mentre il 12% dovr attingere. E il 26% non lo sa ancora.
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ammontare inferiore. Resta un 57% di cooperative che non hanno avuto bisogno di bussare alle porte di una banca, vuoi per la disponibilit di altre fonti di finanziamento, vuoi per l assenza di nuovi progetti (ricordiamo che dalla domanda sugli investimenti emerso che l81% delle cooperative li tiene stazionari o in calo).
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IN PRIMO PIANO
CRESCE IL NUMERO
Dal confronto tra il sentiment dei cooperatori del 2012 e quello del 2013 emerge una sensazione di rafforzamento della crisi, con maggiori conseguenze sui fatturati, sulla liquidit e sugli investimenti. Tengono loccupazione e laccesso al credito.
di Dirce Pradella Confrontando i risultati dell inchiesta sul sentiment realizzata l anno scorso e quelli emersi quest anno, salta agli occhi una sensazione di recrudescenza della crisi, con effetti che crescono sul fatturato, sulla liquidit e sugli investimenti delle cooperative. uanto al giro d affari, diminuisce di 5 punti percentuali il numero di cooperative che lo prevede in crescita ed aumenta di 1 punto il numero di quelle che lo stima in calo. Per il 39% delle imprese del movimento esso rester invariato, contro il 35% del 2012. Tiene l occupazione, che resta stabile per il 72% delle imprese cooperative (contro il 66% dell anno scorso), cresce per un numero inferiore (dal 12 all8%) ma fortunatamente diminuisce anche per un numero pi basso di cooperative (dal 22 al 20%). Per molte di queste, peraltro, non si tratta di licenziamenti ma di blocco delle assunzioni dopo i pensionamenti, misura che muove al ribasso il saldo occupati ma che di fatto non crea disagio a chi un lavoro ce l ha. Osservando le risposte rispetto alla capacit di investimento, si nota invece una brusca frenata, che esprime un aumento del senso di incertezza verso il futuro che paralizza rispetto agli impieghi. Se nel 2012 il 41% delle cooperative definiva in aumento gli investimenti di quell annata, nel 2013 solo il 19% risponde cos. Meno della met. Anche chi gi l anno scorso aveva segnalato investimenti in calo (16%), quest anno pi numeroso (23%). Ne consegue che cresce il fronte degli attendisti, le imprese cio che aspettano e mantengono il volume degli investimenti senza variazioni (dal 43 al 58%). Le cooperative cominciano a segnalare qualche piccolo problema di liquidit. Cala di 11 punti percentuali il numero di imprese che definisce buona
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O DEGLI INCERTI
la propria capacit di cassa, aumenta di 2 punti percentuali il numero di quelle che la stima mediocre e cresce di 9 punti la quota di quelle che la reputa cattiva. La buona notizia che, comunque, per l87% delle imprese cooperative la liquidit resta positiva. E se la liquidit cala, l accesso al credito riesce a farvi fronte? Nel complesso s. sostanzialmente stabile il numero di cooperative che ha chiesto ed ottenuto finanziamenti, anche se aumenta di 5 punti percentuali il numero di quelle che hanno ottenuto un ammontare inferiore alle richieste. Cattive notizie arrivano invece alla domanda sull utilizzo del patrimonio per resistere alla crisi: le cooperative che dovranno attingere alle riserve patrimoniali passano dal 3 al 12%. Chi ce la far senza dover operare l indesiderato prelievo passa dal 69 al 62%. Circa una cooperativa su 4 non sa ancora. E per il futuro la sensazione quella del disorientamento: calano gli ottimisti (dal 41 al 37%), diminuiscono pure i pessimisti (dal 26 al 25%) e aumentano gli indecisi, quelli che non riescono a comprendere come possa pendere l ago della bilancia per il futuro, che passano dal 33 al 38%. Per il 54% degli intervistati la crisi rester invariata anche il prossimo anno (dato esattamente uguale a quello dell anno scorso) e provocher conseguenze come la contrazione dei margini (dal 48 al 47%), dell occupazione (dal 20 al 25%) e della produzione (dal 18 al 13%). Nell ambito strettamente bancario si segnala una sensazione pressoch simile tra l analisi del 2012 e quella del 2013, con variazione rispetto al risparmio, che tornato a crescere (per 22 direttori di Cassa Rurale nel 2012 era in contrazione, contro a soli 4 nel 2013): prosegue la strada della razionalizzazione delle filiali, mentre purtroppo aumentano i direttori che prevedono sofferenze.
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IN PRIMO PIANO
La luce in fondo al tunnel arriver a vedersi nel 2015, a patto che l economia italiana riesca a resistere al 2014 ancora duro che l attende senza ulteriori traumi e nel rispetto formale dei limiti al disavanzo pubblico. uesto il principale messaggio che emerge dal pi recente Rapporto di previsione (ottobre 2013) sulle prospettive di breve-medio termine dell economia internazionale e italiana elaborato da Prometeia, l associazione per le ricerche econometriche di primaria fama in Europa.
mezzo che abbiamo davanti. La riduzione del Pil nel 2013 si conferma poco sotto il 2% (-1,8) con il quarto trimestre che dovrebbe mostrare un primo segno positivo di crescita. Nel 2014 la ripresa proceder a un ritmo di poco inferiore all1% (0,8). Consumi e investimenti in costruzione, comunque, ritorneranno a crescere solamente nel 2015. L aumento di Pil determinato dalla manovra complessiva approvata a met ottobre dal governo, pari allo 0,5% nel 2014. La misura degli effetti potrebbe apparire elevata se rapportata all esperienza storica, ma non va dimenticato che essa tiene conto anche dell accelerazione dei pagamenti dei debiti delle amministrazioni pubbliche.
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"Nei prossimi 5 trimestri l'economia italiana proceder sul filo del rasoio".
verificarsi simultaneo di prolungata instabilit politica e, eventualmente, anche di tensioni crescenti sullo stato patrimoniale del sistema bancario sottoposto a stress test spingerebbe la nostra economia lungo un sentiero di progressiva asfissia. Ma questa una ipotesi che Prometeia continua a valutare come abbastanza remota.
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IN PRIMO PIANO
Il prof. Giulio Sapelli, storico ed economista italiano, profondo conoscitore della cooperazione italiana e mondiale. Oggi insegna alla Statale di Milano.
di preparare e sperimentare una classe dirigente adeguata ai tempi che cambiano, al maggior bisogno di cooperazione che si registra a tutti i livelli.
E nella crisi mondiale c posto per la cooperazione ? Certo che c posto, ci dovrebbe essere. E infatti la cooperazione sta affermandosi proprio nei paesi emergenti, in America
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Latina, in Asia e in Africa. Ci avviene anche perch la cooperazione adatta a questa fase storica, supera le ideologie, le religioni, fa parte della grande area dell economia morale. Ci si rende conto, infatti, che la cooperazione, per diventare un alternativa efficace a un mondo che rischia di andare in pezzi, deve ritrovare le sue radici ideali, morali, solidali, pre economiche insomma. Si prepara la cooperazione costruendo uomini prima che modelli economici. Nascono cos cooperative in India, sotto l induismo, nello stesso Islam, che ha gi nei suoi principi morali il principio cooperativo. C un fiorire in tutto il mondo e c , cosa incoraggiante, soprattutto una ripresa di cooperazione nel mondo bancario degli Stati Uniti.
convocati in Mediobanca, i bianchi hanno mantenuto presidenti che non sembravano distinguersi nella forma, nello stile, da manager.
Questo dovrebbe far riflettere lItalia. S, negli Usa la Federal Reserve favorisce le cooperative junior, al contrario della Banca d Italia che mette nel mirino le casse di credito cooperativo (privilegiando le spa). S, vero, io posso essere considerato un anticipatore della critica agli eccessi del liberismo e all involuzione, alla distorsione di comportamenti e sistemi che ha portato, ma stato un po come essere una voce nel deserto. Non c stata una gran risposta Perch questa sordit italiana a promuovere, a incentivare con maggior convinzione lesperienza cooperativa? Anche nel Trentino, che pure pu presentarsi come una sorta di distretto cooperativo, le resistenze da parte di altri settori e protagonisti produttivi non mancano, sono forti. Per l incapacit delle oligarchie che controllano il movimento cooperativo. Nel Trentino poi siete bravi, ma vi sentite spesso i pi bravi di tutti Trentino, Trentino, si sente sempre Trentino Dovete fare attenzione, n il mondo, n la cooperazione incominciano e finiscono nel Trentino. Il fatto che queste oligarchie e parlo in termini generali, naturalmente, non indicando questo o quel dirigente hanno disseccato lo spirito cooperativo, l hanno reso solo un fatto economico e gli hanno fatto perdere il suo senso morale, solidaristico, religioso. Lei dice quindi che la colpa pi che fuori" dentro. Dentro, certo. In chi ha perso lo spirito cooperativo. pi una carenza della cooperazione rossa, come si diceva un tempo, che di quella bianca. I rossi fremono quando sono
Il disagio che la base quindi manifesta ha le sue ragioni. Occorre guardare con attenzione e dare spazio alle iniziative che mirano a rinnovare le oligarchie. Uso il termine oligarchie in senso scientifico, naturalmente, non in termini di giudizio morale. Ci devono sempre essere delle oligarchie, ci deve essere una minoranza organizzata che prepara una strada, presenta riferimenti ad una maggioranza disorganizzata. Deve esserci anche nel mondo cooperativo. Per bisogna cambiare la gente che non pi adatta a interpretare i grandi problemi che la cooperazione deve affrontare. Occorre ritrovare tensione morale. Altrimenti l impresa cooperativa sta perdendo la sua impronta solidaristica per diventare sempre pi simile all impresa capitalistica. Ci sono spazi per un rinnovamento dallinterno? Non lo so questo. Non lo so pi. Sono rimasto deluso in questi ultimi anni e cerco di evitare le assemblee plebiscitarie. Resta un settore dove ancora si pu fare tanto, ed quello della cooperazione bancaria, che a differenza di quello che si pu pensare, rimasta pi sana di quanto non si creda. Bisogna recuperare uno spirito pre-economico. Pre-economico, esattamente, sociale, religioso. Io spero molto anche in questo Papa, che anche in questo settore rilanci la sua ondata rivoluzionaria. Pare che il Papa si stia impegnando a ricostruire un tessuto sociale e morale nelle comunit e nei paesi, improntato al Bene comune, che cosa diversa dal Bene pubblico. presto per dire. Bisogna per ricordare che l Argentina ha avuto, in passato, il pi grande movimento cooperativo mondiale, Hogar Obrero, il focolare operaio. La famiglia operaia, insomma. Il lavoro insieme. Vedremo.
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