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LOrto Biologico Lagricoltura biologica unanimemente riconosciuta come un metodo produttivo sostenibile, tuttavia non si pu parlare di sostenibilit ragionando

o esclusivamente su concetti tecnici (es. quali prodotti sarebbe bene usare per le fertilizzazioni? Come ridurre il numero di trattamenti antiparassitari?), ma occorre anche considerare una serie di principi etici che siano condivisibili da tutti, agricoltori e non. Essi sono: cura della terra: lagricoltura biologica vuole riportare in buone condizioni il suolo ed il territorio, ormai degradati da una pluriennale pratica di coltivazione distruttiva ed inquinante; cura delle persone: lagricoltura biologica vuole migliorare la qualit della vita degli agricoltori, dei consumatori, delle generazioni presenti e future, affinch tutti possano beneficiare di alimenti pi sani e nutrienti e di un ambiente pi salubre; limite ai consumi ed agli sprechi: lagricoltura biologica vuole sostituire il consumo intensivo di erbicidi, fertilizzanti, antiparassitari e acqua con tecniche che, impiegando e riciclando risorse interne allazienda, permettano ugualmente di nutrire le piante e difenderle dai parassiti. Letica dunque non un optional da usare quando fa comodo, ma devessere considerata ogniqualvolta lagricoltore prende una decisione o esegue unoperazione agronomica; vediamo perch e come, servendoci di due esempi: Le rotazioni. La scelta di avvicendare correttamente le colture in modo da prevenire laccumulo di parassiti nel terreno, invece di ripetere nello stesso appezzamento la coltivazione di poche specie caratterizzate da parassiti comuni, evita il ricorso ad interventi correttivi drastici come la disinfezione del suolo che implica luso di potenti veleni. In questo caso lagricoltore avr cura della terra perch non introdurr agenti inquinanti nel suolo, avr cura delle persone perch coltiver senza usare sostanze nocive alla sua e nostra salute, porr un limite ai consumi e agli sprechi perch risolver il problema senza ricorrere ad alcun intervento chimico, ma semplicemente eseguendo gli avvicendamenti secondo la buona pratica agronomica. Luso della paglia per la pacciamatura. La paglia un sottoprodotto della coltivazione dei cereali, in zootecnia viene usata come foraggio, ma nella produzione vegetale, purtroppo, spesso considerata materiale di scarso valore; la possibilit dimpiegarla per il controllo delle malerbe e la difesa del suolo nella coltivazione degli ortaggi, in sostituzione o in modo complementare alluso di teli, unopportunit virtuosa. Eccellenti risultati si riscontrano nella coltivazione di zucca, melone, anguria, zucchino, pomodoro da salsa. In questo caso lagricoltore avr cura della terra perch con la paglia protegger il suolo dallazione destrutturante e erosiva delle piogge e del vento, perch a fine coltura
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la paglia verr trinciata ed interrata con conseguente liberazione di principi nutritivi e, soprattutto, conversione in humus, perch la paglia rappresenta unalternativa non inquinante alluso di diserbanti. Lagricoltore avr cura delle persone perch controller le erbe infestanti usando una tecnica che esclude limpiego di sostanze nocive alla salute (i diserbanti). Infine, porr un limite ai consumi e agli sprechi perch impiegher in modo intelligente un sottoprodotto della coltivazione dei cereali; perch con linterramento della paglia restituir al suolo parte dei principi nutritivi che la coltivazione dei cereali gli avevano sottratto; perch la paglia, intesa come materiale pacciamante, non richiede consumi energetici specifici per la sua genesi, a differenza dei teli; perch la paglia, rispetto ai teli pacciamanti in polietilene, non richiede lo smaltimento in centri di raccolta specializzati; perch se si decide di non interrarla a fine coltura, la paglia pu essere raccolta e riutilizzata per le stesse finalit o per fungere da lettiera per gli animali domestici. Senza queste basi etiche non si pu fare vera agricoltura biologica. La fertilit del suolo non solo chimica Accettare questo principio non cosa da poco, in quanto dal punto di vista pratico e psicologico la sua applicazione implica una grande svolta rispetto alla coltivazione col metodo convenzionale. Cosa cambia? Ogni giorno lortolano dovr pensare, decidere ed agire considerando la fertilit del terreno come linsieme di tre tipi di fertilit complementari fra loro e legati da molti nodi: fertilit biologica: ossia la presenza di una ricca e diversificata comunit di micro e macro-organismi; fertilit fisica: ossia la presenza di una struttura buona e stabile; fertilit chimica: ossia la dotazione di principi nutritivi. Cosa implicano nella pratica di campo queste tre facce della fertilit? Fertilit biologica: si pu mantenere e migliorare programmando bene lavvicendamento delle colture ed eseguendo determinate operazioni colturali che producano un aumento della biodiversit nel suolo. Come? Praticando rotazioni lunghe (cio di almeno 4 anni), coltivando specie che non condividano gli stessi parassiti affinch sia scongiurato laccumulo nel terreno di organismi nocivi (es. funghi, nematodi), inserendo il maggior numero di sovesci e fertilizzazioni a base di letame o compost allo scopo di mantenere unadeguata dotazione di sostanza organica nel terreno che, direttamente o meno, costituisce il substrato alimentare della comunit biotica terricola. Di conseguenza, nel terreno si generer uno stato di equilibrio fra popolazioni di organismi utili e nocivi che non solo limiter la comparsa di parassiti dellapparato
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radicale, ma anche quello di parassiti che attaccano le parti verdi delle piante e che possono conservarsi da un anno allaltro sui residui colturali (es. Peronospora delle solanacee, Peronospora delle crucifere, Botrite, Antracnosi del fagiolo, ecc.) oppure in una forma resistente alle avversit (es. sclerozio per la Sclerotinia). Il mancato rispetto delle regole che individuano un buon avvicendamento porter inevitabilmente ad un accumulo di organismi dannosi nel terreno per cui, anche dopo soli 3 anni di coltivazione, si cominceranno a notare cali produttivi (esempio di cattivo avvicendamento: pomodoro/peperone/cetriolo/fragola). Per raggiungere questi obiettivi lagricoltore non potr prescindere dalla conoscenza di com fatto il terreno e di quali sono, e come si comportano, gli organismi che insidiano le sue colture. Occorrer, quindi, riprendere in mano i libri ed eseguire diverse esercitazioni in campo. Unaltra cosa da tenere conto che alcune colture, utili per unesecuzione corretta della rotazione, potrebbero non essere abbastanza remunerate dal mercato ed altre, come i sovesci, addirittura non commercializzabili; nonostante questo, il passaggio dalla teoria alla pratica dovr essere gestito in modo economicamente conveniente: cosa non sempre facile, ma comunque possibile. Fertilit fisica: nellagricoltura convenzionale stata spesso sottovalutata perch si tendeva a mantenere unaccettabile struttura del terreno solo per mezzo di interventi correttivi (es. arature molto anticipate, energiche fresature, ripetute sarchiature, impiego di macchine molto potenti) trascurando invece limportanza delle propriet dellhumus che migliora e rende pi stabile la struttura. Col metodo biologico lagricoltore dovr: dedicare una grande attenzione al benessere dell'apparato radicale delle piante (che a sua volta influenza il benessere generale delle piante) e quindi far s che la porosit del terreno sia tale da garantire unadeguata presenza di ossigeno ed acqua per i processi vitali delle radici e degli organismi terricoli: questo in pratica si otterr lavorando il terreno in tempera, usando macchine poco pesanti, eseguendo interventi correttivi (es. sarchiature), proteggendo il suolo con la tecnica della pacciamatura, consociando le colture, irrigando a goccia, oppure anche a pioggia ma con attrezzature che minimizzino lazione battente delle gocce sul terreno (es. microsprinklers); fare il massimo per mantenere o migliorare il contenuto di sostanza organica/humus del terreno e dunque indirizzare in questo senso le scelte operative in fatto di fertilizzazioni, avvicendamenti, lavorazioni. In conclusione, sul piano pratico, la soluzione del problema fertilit fisica del suolo ruota intorno alla presenza di humus ed alle pratiche colturali ad esso connesse che
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dovranno essere apprese dallagricoltore ed eseguite in modo efficiente ed economicamente conveniente. Fertilit chimica: passando a coltivare col metodo biologico lagricoltore non si trover pi ad avere a disposizione concimi a pronto effetto (es. nitrato dammonio) che gli consentivano di effettuare interventi dal risultato immediato, in particolare con la coltura in crescita; la disponibilit di principi nutritivi ora dipender dalla mineralizzazione della sostanza organica presente nel terreno, processo svolto da organismi che hanno bisogno di unadeguata presenza di ossigeno, acqua e temperatura: la fertilit chimica del terreno dipender dunque anche da quella fisica e biologica. Pertanto occorrer mettere a disposizione delle colture adeguate quantit di sostanza organica in un terreno ben strutturato. Non va dimenticato che solo una minima parte della sostanza organica interrata da un sovescio o una letamazione si umifica (al massimo si raggiunge il 30% della sostanza secca), mentre il resto dopo poche settimane inizia liberare buone quantit di principi nutritivi a cui si aggiungono quelle che ogni anno derivano dalla mineralizzazione dellhumus (cio l1,8-2,5% della dotazione in humus del terreno, a seconda si passi da un terreno caratterizzato da una elevata presenza di argilla ad un terreno con molta sabbia). In pratica, bisogner che lortolano coltivi il terreno:
fertilizzando le colture con sostanza organica umificabile (cio soprattutto letame o

compost) ed impiegando solo alloccorrenza fertilizzanti organici commerciali (es. pellettati vari, sottoprodotti della macellazione);
inserendo frequentemente sovesci negli avvicendamenti: auspicabile che si arrivi a

farne almeno uno ogni due anni per appezzamento, se non si riesce ad usare regolarmente letame o compost;
minimizzando le perdite indesiderate di humus e cio evitando di:

lasciare il terreno nudo per pi di 2-3 mesi, soprattutto destate. effettuare lavorazioni del terreno che portino lo strato superficiale (ricco di humus) oltre i 20-25 cm di profondit; interrare i residui colturali, i fertilizzanti ed i sovesci oltre i 20-25 cm di profondit.

Dinamismo lortaggio, in quanto coltura erbacea annuale (sono rare le poliennali), offre allagricoltore un grande vantaggio rispetto al collega che coltiva piante arboree o seminativi: gli d la possibilit di scegliere fra pi di 40 specie vegetali appartenenti a pi di 10 famiglie diverse. In pratica, in orticoltura si ha la possibilit di:
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diversificare la produzione (e quindi adeguarsi con pi facilit alle richieste del mercato); ottenere pi raccolti in un anno nello stesso appezzamento (a seconda del clima, ci sono colture che in soli 30-40 gg. sono gi pronte per la commercializzazione, es. lattuga, spinacio, cetriolo, zucchino) beneficiare di un buon numero di variet caratterizzate da resistenza o tolleranza a diversi parassiti diversificare la gestione agronomica del suolo con benefici:

nel controllo delle malerbe ( possibile alternare colture sarchiate e non, pacciamate e non, giocare sulla densit di semina e sulla diversa stagionalit delle colture, effettuare sovesci, ecc.); nel mantenimento della fertilit del suolo (ci sono pi opportunit per regolare il bilancio umico, possibile inserire nellavvicendamento leguminose da reddito, eseguire diversi tipi di lavorazione del terreno e sovesci, ecc.); nel controllo degli organismi dannosi ( possibile eseguire con pi facilit lunghe rotazioni).

La vera ricchezza sta nella diversit uno dei motti pi importanti dellagricoltura biologica e farlo proprio fondamentale per operare nella direzione giusta. Alcune regole per aumentare la diversit nella proprio orto urbano:

no alle rotazioni brevi no agli appezzamenti troppo grandi s alle consociazioni s alla coltivazione a strisce s ai sovesci si al letame e compost s alle infrastrutture ecologiche

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