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Rassegna stampa

del
Basilicata 26/06/2009

Iran, Bonanni: compattezza delle diplomazie internazionali per


risolvere la crisi

"E' necessario sollecitare le diplomazie internazionali affinché si componga una grande coalizione per garantire basi comuni
di stabilità democratica in Iran, così come avvenuto in passato per paesi come Zimbawe e Kenya; pertanto chiediamo che
il governo italiano e i governi europei si assumano le loro responsabilità iniziando da subito a lavorare in questa direzione
per scongiurare il rischio che il proseguire dell'attuale contrapposizione possa lacerare ancora di più il tessuto civile e
democratico del paese". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, è intervenuto ieri al presidio unitario di
Cgil, Cisl e Uil di fronte all'ambasciata iraniana a Roma. Di fronte a centinaia di manifestanti, che richiedevano il rispetto
dei diritti di democrazia e libertà al governo di Teheran e la fine delle barbariche repressioni in corso in questi giorni, il
leader della Cisl ha rimarcato l'importanza di una solidarietà di matrice sindacale nei confronti dei lavoratori iraniani che
non vedono riconosciuti i loro diritti di aderire a sindacati liberi e indipendenti: "La presenza delle più importanti centrali
sindacali italiane - ha detto Bonanni - testimonia la vicinanza al popolo iraniano e ai sindacalisti che soffrono per la
mancanza di libertà d'associazione, come dimostrano le violente repressioni e le detenzioni avvenute nei confronti dei
lavoratori che manifestavano lo scorso primo maggio in Iran".

Ieri giornata d'azione sindacale sull'Iran mentre la repressione continua e la situazione nel paese precipita di ora in ora.
Mentre non si fermano le mobilitazioni di massa contro un risultato elettorale che buona parte degli iraniani leggono come
truccato, una parte del regime ha scelto la strada della repressione violenta. In una nota unitaria, i sindacati confederali
italiani scrivono che "non è possibile conoscere con esattezza il numero dei morti, dei feriti, degli arrestati, ma è certo che
la repressione è sanguinosa e violentissima e non si intravede alcun segno di apertura al confronto democratico e alla
libertà di manifestazione". Anzi, il regime alza i toni. Bollando i manifestanti come "servi delle potenze straniere" e "nemici
della rivoluzione", tenta così di giustificare la brutalità della repressione delle milizie ufficiali e degli squadroni paramilitari.

Le donne e gli uomini dell'Iran, con la loro alta affluenza alle urne, hanno votato per il cambiamento e la loro mobilitazione
pacifica chiede il rispetto della volontà popolare e la piena libertà di espressone e di manifestazione. Per esprimere il
sostegno al movimento popolare iraniano, chiedere la fine di ogni violenza e repressione, la liberazione degli arrestati e dei
prigionieri politici, inclusi gli attivisti sindacali da anni in carcere per la loro attività a difesa dei diritti dei lavoratori, CGIL,
CISL, UIL sono scese ieri sera in piazza per una manifestazione unitaria davanti all'ambasciata iraniana. Centinaia le
persone radunate, tra cui i segretari confederali della Cisl Gianni Baratta e Giorgio Santini.

Al termine della già programmata riunione sindacale del G8, si è unita alla manifestazione anche la delegazione dei
dirigenti sindacali della Confederazione Internazionale dei Sindacati, del Tuac e delle confederazioni dei paesi del G8,
(presenti a Roma in vista della consultazione con il presidente di turno, Silvio Berlusconi), tra cui il segretario generale Cisl
Raffaele Bonanni.

E proprio la Confederazione internazionale dei sindacati (Cis), il Comitato consultivo sindacale presso l'Ocse (Tuac) e i
leader delle Confederazioni Sindacali dei paesi del G8 presenti a Roma per le consultazioni con il presidente del vertice del
G8 Silvio Berlusconi hanno già espresso nel pomeriggio profonda preoccupazione per la situazione in Iran in seguito alle
contestate elezioni nelle quali il Presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato dichiarato vincitore tra denunce di brogli
elettorali da parte dei candidati presidenziali dell'opposizione.

Molte persone sono state uccise e molte di più sono rimaste ferite negli scontri con le forze governative che hanno
represso brutalmente le straripanti manifestazioni pacifiche che richiedevano un riconteggio dei voti o l'annullamento delle
elezioni. I media hanno subito una repressione ufficiale, mentre inviati, giornalisti, e attivisti politici sono stati arrestati. I
sindacati esprimono una forte condanna nei confronti della violenta risposta delle autorità contro le manifestazioni
pacifiche, richiedono l'immediata interruzione di qualsivoglia repressione e la piena libertà di espressione e di
manifestazione, e fanno infine appello alle autorità iraniane affinché i responsabili di morti e feriti vengano condotti di
fronte alla giustizia.
Il popolo iraniano ha pienamente diritto a totale trasparenza e democrazia. I sindacati - in una nota diffusa dalla Cis -
fanno anche appello a coloro che detengono il potere affinché garantiscano il pieno rispetto della democrazia e dei diritti
umani riconosciuti a livello internazionale e sostengono pienamente la campagna delle organizzazioni sindacali
internazionali e la giornata mondiale di mobilitazione promossa per oggi in favore del rilascio dei sindacalisti che negli
ultimi anni sono stati arrestati in ragione delle proprie attività a sostegno dei diritti dei lavoratori. Tra coloro che sono stati
imprigionati citiamo i leader del sindacato degli operatori dei trasporti pubblici Mansour Osanloo, malmenato e arrestato
dalle forze di sicurezza il 10 luglio 2007, meno di tre settimane dopo aver preso la parola nel corso di una riunione del
Consiglio Generale della Cis a Bruxelles.

Ancora una volta, come denunciato dall'Ilo, le organizzazioni sindacali internazionali devono lamentare la triste situazione
dei diritti dei lavoratori: le autorità iraniane preferiscono reprimere l'attività sindacale indipendente piuttosto che rispettare
le norme globali stabilite dall'Organizzazioni Internazionale del Lavoro. In piazza a Roma come in tutto il mondo, i
sindacalisti richiedono l'immediato rilascio dei sindacalisti, dei prigionieri politici e di coloro che sono stati arrestati nella
mobilitazione di questi giorni e chiedono incessantemente alle autorità iraniane di rispettarepienamente i diritti dei
lavoratori e i diritti umani fondamentali nel quadro di quello che deve divenire un Iran veramente democratico.

Le proteste a favore della democrazia in Iran, organizzate dai sindacati, stanno avendo luogo su scala nazionale ai quattro
angoli del mondo. "La violenza contro coloro che manifestano per la democrazia si è concretizzata con la morte di
numerose persone e molte centinaia di feriti. Questa repressione brutale delle manifestazioni pacifiche e la mancanza di
rispetto dei diritti umani sono completamente inaccettabili", sostiene da Bruxelles Guy Ryder, segretario generale della
Cis. I sindacati in tutto il mondo denunciano gli attacchi delle autorità iraniane contro le azioni sindacali indipendenti negli
ultimi anni, in particolare le aggressioni nei confronti di lavoratori ed il loro arresto per avere manifestato in modo pacifico
per i diritti dei lavoratori lo scorso 1° maggio mentre tentavano di organizzare un raduno al parco Laleh a Teheran. La
repressione dei diritti fondamentali si è ora intensificata ed estesa, in particolare con la reazione particolarmente violenta
delle forze di sicurezza alle numerose manifestazioni sulla scia delle elezioni, e l'arresto di centinaia di persone. In una
lettera indirizzata alla Guida suprema dell'Iran, la Cis e gli altri sindacati internazionali chiede diritti democratici pieni per
tutti gli iraniani, in particolare la libertà sindacale e la libertà di riunione, la fine di tutta la repressione violenta, la
liberazione di tutti i sindicalisti imprigionati, il riconoscimento di tutte le organizzazioni di lavoratori indipendenti in Iran, il
rispetto delle norme fondamentali del lavoro e la ratifica di tutte le convenzioni fondamentali dell'Ilo, in particolare quelle
che riguardano la libertà sindacale e la contrattazione collettiva, la fine di tutta la repressione antisindicale e la
reintegrazione di tutti i lavoratori licenziati scorrettamente. Le manifestazioni sono state organizzate presso le
ambasciate/consolati iraniani, in particolare ad Ankara, Bangkok, Bruxelles, Canberra, Ginevra, Giacarta, L'Aia, Roma,
Londra, Madrid, Nuova Delhi, Oslo, Ottawa, Parigi, Tokio e Wellington. Parallelamente a quest'eventi, i sindacati in altri
paesi stanno conducendo anche varie azioni di solidarietà. Vai all'appello comune lanciato dai sindacati. Per ulteriori
informazioni sulla giornata d'azione e sulla situazione dei lavoratori iraniani, consultate il sito web.

26 giugno 2009

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