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DAnnunzio
Pro-insulina
Peptide C
Linsulina
insulina
Ormone peptidico prodotto dalle cellule beta delle isole pancreatiche di Langherans (90 %)
Proinsulina = pro-ormone (Connecting peptide) insulina (catene A+B) + peptide C
Secrezione stimolata dallaumento della glicemia e dagli amino-acidi Secrezione inibita dallipoglicemia e da alcuni ormoni
Meccanismo dazione
Attivazione del recettore insulinico situato sulla membrana delle cellule bersaglio cascata di risposte intracellulari, in particolare ingresso di glucosio nella cellula attraverso il trasportatore GLUT-4 e attivazione di numerose vie metaboliche (essenzialmente a livello di fegato, muscolo e tessuto adiposo) Una volta entrato nella cellula il glucosio pu essere:
Direttamente utilizzato dalla cellula se richiede energia (glicolisi) Immagazzinato sotto forma di glicogeno (gluconeogenesi epatica) grassi (lipogenesi nel tessuto adiposo)
Glicemia (mg/dl)
140
100 Tempo 6 8 13 20 24 6
Glucosio plasmatico
utilizzazione periferica
eliminazione renale
Insulina
Aumento trasporto ed utilizzazione del glucosio Aumento trasporto ed utilizzazione del glucosio Immagazzinamento dei grassi Riduzione della liberazione dei grassi
fegato
Aumento della utilizzazione del glucosio Riduzione del rilascio di glucosio
Metabolismo lipidico:
favorisce sintesi epatica di trigliceridi a livello del tessuto adiposo sintesi e accumulo di acidi grassi, effetto anti-chetogeno e anti-lipolitico
Metabolismo proteico:
favorisce ingresso cellulare di aminoacidi e sintesi proteica inibisce il catabolismo proteico
Glicosuria
Definizione: presenza di glucosio nelle urine Generalmente patologica, si verifica quando viene superata la soglia di riassorbimento renale del glucosio (circa 180 mg/dl) Se abbondante determina aumento del volume urinario poliuria (diuresi > 2500 cc/24h circa )
I corpi chetonici
Gli acidi grassi rappresentano una forma di energia alternativa al glucosio; il glucagone favorisce la betaossidazione degli acidi grassi a livello epatico
produzione di corpi chetonici (aceto-acetato acetone, acido bidrossibutirico) che vengono liberati nella circolazione sanguigna (chetosi) e eliminati nelle urine (chetonuria)
Liperglicemia cronica induce una serie di complicanze sistemiche che interessano in particolare occhi, reni, sistema cardiovascolare e sistema nervoso.
In base al test di carico orale con glucosio 75 g (= OGTT o curva glicemica con misurazione della glicemia ogni 30 per 2 ore)
Glicemia 2 ore dopo carico orale > 200 mg/dl
DM DM
200 140
NT
126 100
IFG N
(mg/dl)
(mg/dl)
Malattie genetiche
Difetti genetici della secrezione o dellazione dellinsulina Sindrome genetiche complesse con diabete
Diabete gestazionale
> 30 % sviluppano diabete di tipo 2 nel corso della vita
Acido nicotinico Glucocorticoidi Ormoni Tiroidei Agonisti -adrenergici Agonisti -adrenergici Diuretici Tiazidici Dilantina Pentamidina Vacor Interferone Altri
From WHO. WHO report WHO/NCD/99.2, 1999.
2)
Accumulo di glucosio nel plasma iperglicemia marcata superamento della soglia renale di riassorbimento glicosuria poliuria polidipsia Utilizzo di fonti alternative di energia
Riserve lipidiche perdit di massa grassa Riserve proteiche perdit di massa magra (muscolare)
2.
dimagrimento
La cheto-acidosi diabetica
Se la situazione precedente continua ad evolvere perch non diagnosticata in tempo si verificano:
1.
2.
Fattori precipitanti
Nel diabetico gi trattato errori nella somministrazione di insulina o interruzione dellinsulinoterapia Infezioni (> 25 % dei casi) Malattie acute intercorrenti
Generalmente entrambe le alterazioni sono presenti al momento della manifestazione clinica della malattia Caratterizzato da un disordine della azione insulinica (insulinoresistenza) e della secrezione insulinica, ciascuna delle quali pu essere la forma predominante.
Insulino resistenza
Insulino secrezione
Insulino resistenza
Insulino secrezione
Insulino resistenza
Fattori genetici
iperinsulinemia
compensata Normalit o IGT Fattori genetici Ridotta funzionalit della -cellula DM tipo 2 Fattori ambientali: glucotossicit altri
La lunga fase preclinica responsabile di una sottovalutazione della malattia e di una diagnosi spesso tardiva
Tipo 1 Insulina Esordio Sintomatologia Chetosi Peso Et allinsorgenza Familiarit Autoimmunit Terapia o Brusco Presente Presente Ridotto < 35 a. Modesta Presente Insulina
Tipo 2 Normale o Lento Assente Assente Sovrappeso > 35 a. Importante Assente Dieta, Ipo-orali
Fattori di rischio
Familiarit ++ (ereditariet multigenica) Et Obesit Stile di vita: alimentazione e sedentariet
Obesit e diabete
Lobesit viene definita da un body mass index = BMI > 30 kg/m2; interessa circa 20 % della popolazione mondiale (stima del 2003) Lobesit viscerale particolarmente dannosa da un punto di vista metabolico, perch resistente alleffetto anti-lipolitico dellinsulina aumentata produzione di acidi grassi liberi (NEFA) insulinoresistenza a livello di muscolo e fegato. Il tessuto adiposo non una semplice riserva di grassi ma un vero organo endocrino le cellule adipose producono varie molecole capaci di indurre insulino-resistenza, in particolare leptina, TNF-, resistina, interleuchina-6 Ci spiega come lobesit rappresenta un fattore di rischio per il diabete di tipo 2 e perch la riduzione ponderale migliora la glicemia dellobeso.
Ipoglicemia e diabete
Complicanza brutale del diabete trattato (con insulina o alcuni farmaci antidiabetici orale) Definita da glicemia plasmatica < 70 mg/dl 2 condizioni dinsorgenza:
Aumento inadeguato della concentrazione di insulina plasmatica (errore di somministrazione) Apporto glicidico insufficiente dopo somministrazione di insulina o farmaci antidiabetici, o inadeguato al fabbisogno dellorganismo (es: attivit fisica)
Fisiopatologia dellipoglicemia
Lipoglicemia provoca: Una neuroglicopenia = diminuzione della concentrazione di glucosio a livello del sistema nervoso
Alterazione delle funzioni cognitive, ansia, agitazione Nelle forme gravi confusione, convulsioni, coma
Dopo lipoglicemia il recupero dipende dalla capacit di secrezione degli ormoni di contro-regolazione, iperglicemizzanti (adrenalina, glucagone, GH, cortisolo..)
Stress ossidativo
Aumentata produzione di ione superossido (0 ) a livello della catena respiratoria mitocondriale, di radicali liberi, con diminuzione di NO disfuzione endoteliale che favorisce lateroma e le sue complicanze.
La macroangiopatia diabetica
Aterosclerosi precoce e diffusa cardiovascolari complicanze
Altre complicanze
Aumentata sensibilit alle infezioni Cataratta Piede diabetico
Nefropatia: -Prevalenza:20-30% -Contributo alla dialisi/Tx: 30-40% Retinopatia: -Prevalenza:70% T1DM;40% T2DM -Contributo alla cecit: 15% Neuropatia: -Prevalenza: 20-40% -Contributo alle amputazioni: 50%
MICROANGIOPATIA
Retinopatia - Importante causa di cecit Nefropatia - Principale causa di morte nei diabetici prima dei 50 anni Neuropatia - Causa importante di ulcere ai piedi e di amputazioni
La microangiopatia diabetica
1.
La RETINOPATIA diabetica
Retinopatia semplice proliferativa Altre complicanze visive: glaucoma, cataratta.. oftalmopatia diabetica complessa con calo del visus
2.
La NEFROPATIA diabetica
Glomerulopatia diabetica IRC progressiva Fattori aggravanti: macroangiopatia e ipertensione
3.
La NEUROPATIA diabetica
Patogenesi mista: microangiopatia + danni metabolici diretti (polioli, alterazioni della mielina)
La RETINOPATIA DIABETICA
2 stadi evolutivi principali
1. Retinopatia semplice: dilatazione capillare, microaneuvrismi, essudati + emorragie puntiformi
2. Retinopatia proliferante: dopo una fase preproliferativa con segni di ischemia retinica, neovascolarizzazione, fibrosi retinica
complicanze acute: emorragie, distacco di retina rischio di cecit
Definizione
Alterazione della funzione renale nel paziente affetto da diabete mellito, sostenuta da lesioni glomerulari tipiche e caratterizzata dal punto di vista clinico da perdita proteica urinaria, frequente presenza di ipertensione arteriosa e talvolta scarso controllo glicemico
LA NEFROPATIA DIABETICA
Levoluzione progressiva delle lesioni glomerulari pu portare a IRC terminale
1Stadio : Ipertrofia/ iperfunzione renale con aumento della clearance della creatinina 2Stadio : Ispessimento della membrana basale glomerulare con iperfiltrazione e microalbuminuria (20-200 ug/min) 3Stadio : Nefropatia diabetica iniziale con macroalbuminuria e aumento della PA (filtrazione glomerulare normale) 4Stadio : Nefropatia diabetica conclamata con IRC progressiva, macroalbuminuria e ipertensione arteriosa 5Stadio : Glomerusclerosi diffusa con IRC terminale
Sempre Presenti Ispessimento della membrana basale Espansione del mesangio (Glomerulosclerosi diffusa) Deposizione lineare di albumina sulla M.B. Spesso presenti Noduli di K.V. (Glomerulosclerosi nodulare) Ialinizzazione delle arteriole afferente ed efferente Ispessimento della M.B. tubulare Talvolta presenti Lesioni essudative sub-endoteliali Gocce capsulari
RIA-INA
Albustix-positive
Incipient
Overt
MICROALBUMINURIA MACROALBUMINURIA
mg/24h 3 30
6.5
300 g/min
20
PROTEINURIA
IPERTENSIONE ARTERIOSA LUNGA DURATA DI MALATTIA DIABETICA (10-15 ANNI) ASSENZA DI ALTRE PATOLOGIE RENALI ASSOCIAZIONE CON RETINOPATIA PROLIFERATIVA
LA NEUROPATIA DIABETICA
2 aspetti Neuropatia periferica
Danni a carico dei nervi sensitivi + motori parestesie, ipoestesie, danni trofici, neuropatie dolorose acute
Neuropatia autonomica
Danni a carico del sistema nervoso autonomo Manifestazioni viscerali (gastroparesi, alvo irregolare, ritenzione urinaria, impotenza..) Manifestazioni cardiovascolari (ipotensione ortostatica, morte improvvisa..) Ridotta percezione dellipoglicemia
La MACROANGIOPATIA DIABETICA
Una forma di ATEROSCLEROSI istologicamente aspecifica ma precoce e diffusa, con frequente interessamento plurisegmentale delle arterie di medio calibro distali :Fattori aggravanti
Obesit Ipertensione arteriosa Fumo Dislipidemia (in particolare ipercolesterolemia con aumento LDL)
Malattia cardio-vascolare: -8-20% et >45 anni -50-75% evento fatale Malattia cerebro-vascolare: -rischio di ictus aumentato 2-4 volte -15% ictus fatale Malattia vascolare periferica: -20-30% -Ulcere 2-3%/anno; -Amputazioni 4-10%/anno
Insulino-resistenza e macroangiopatia
Obesit viscerale
stato protrombotico
Dislipidemia
LDL; HDL; TG
Ipertensione arteriosa
ATEROSCLEROSI ACCELERATA
Il piede diabetico
Una sintesi delle varie complicanze del diabete mellito:
Ischemia (macroangiopatia) Ridotta troficit tessutale (microangiopatia/neuropatia) Infezioni (batteriche, micosi..)
Ipoglicemizzanti orali
Aumentano la secrezione di insulina: Sulfaniluree o meglitinidi Aumentano la risposta allinsulina endogena: Biguanidi o tiazolidinedioni Modificano lassorbimento dei carboidrati: Inibitori dellalfa-glucosidasi
Biguanidi
Metformina Farmaco di prima scelta Riduzione o stabilizzazione del peso Preferibilmente da non utilizzare nei pazienti con: >80 anni Insufficienza renale Malattie epatiche Malattie cardiache Etilisti
Sulfaniluree
Educare il paziente agli episodi di ipoglicemia severi e prolungati I fattori di rischio che favoriscono lipoglicemia: Et avanzata Abuso di alcool Malnutrizione Insufficienza renale
Meglitinidi
Simili alle sulfaniluree, ma pi costose. Nei pazienti sulfaniluree. con allergie o intolleranze alle
Nateglinide: metabolizzata a livello epatico, escrezione renale di metaboliti attivi. Ipoglicemie nellinsufficienza renale. Repaglinide: metabolizzata a livello epatico, meno del 10% escreta per via renale. Non richiede aggiustamenti della posologia nellinsufficienza renale.
Tiazolidinedioni
Riducono linsulino-resistenza, in associazione ad un lieve incremento del peso. Ritenzione idrica: attenzione nello scompenso cardiaco! Troglitazone (non pi in commercio!) Rosiglitazone Pioglitazone
Insulina
Ultrarapida: emivita 4-5 ore, da praticare 0-15 minuti prima del pasto. Simile allinsulina endogena. Rapida: emivita 6-8 ore, da praticare 20-30 minuti prima del pasto. Intermedia: emivita 12-16 ore, picco a 6-10 ore. Ultralenta: emivita 18-20 ore. Long-acting: glargina e levimir. Emivita 24 e 20 ore rispettivamente
Terapia iniziale
Metformina Sulfaniluree Tiazolidinedioni Inibitori dellalfa-glucosidasi