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Introduzione DENTRO QUELLO SGUARDO*

Ges l che sta parlando sulla porta di una casa, e tutta la gente ingombra il passo per sentirlo parlare.1 A mezzogiorno doveva mangiare, ma lui - come dicono i vangeli - dimenticava anche di mangiare: era come se, di fronte alla gente che aveva pena, non riuscisse ad andar via. E arrivano due con una brandina con su un paralitico quindi pi piccolo della sua et, rattrappito - e dicono: Permesso! Permesso! Permesso!, come le auto della Croce Rossa che suonano nel momento in cui il traffico bloccato, per cui non passan pi e allora continuano a suonare, ma non riescono a passare lo stesso, finch arrivano i vigili (quando esistono!). Domandano dunque: Permesso! Permesso! Permesso! (non avevano il clacson!) e la gente non si scosta (come le automobili in via Dante: non si danno per vinte!); tutta la gente rimane l ferma per ascoltarlo. Allora quei due, furbi, van dietro la casa. Siccome le case erano di un piano solo - il pianterreno - e normalmente avevano il tetto di fango e di paglia, lo issano sul tetto, scrostano il tetto un po' e lo calano alle spalle di Cristo. Cristo si volta, lo fissa e dice: Sii fiducioso: ti sono rimessi i tuoi peccati. Con molto acume, col suo acume, Ges intuisce la depressione e la debolezza morale che normalmente accompagna la lunga malattia (da vent'anni paralitico), e questa un'osservazione psicologicamente molto giusta. Dopo lo guarisce, come sfida ai Farisei che erano l davanti, scandalizzati perch aveva detto: Confi* Tratto da una conversazione con giovani dei Memores Domini, Milano, 20 novembre 1994. 1 Cfr. Lc 5,17-26.

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da, ti sono rimessi i tuoi peccati. Ma immaginate quello l che si alza dal letto... Non come dice Adriano in una delle sue barzellette: la sapete quella del medico condotto? Simona, impossibile che tu non la sappia! C' un parroco in un paese, disperato: il medico condotto era andato via e non ne arrivava pi un altro. Allora fa una novena, poi un'altra novena, poi un'altra novena. Alla terza novena Ges dice al Padre: Senti, continuano a pregare, a seccarci perch manca un dottore. Vado gi io, voglio andare io a vedere la situazione di questi poveri uomini e ad aiutarli un po'. E il Padre: Va' pure, va' pure. Allora scende. Si presenta dal parroco e dice: Senta, signor parroco, io sono il medico nuovo. Ah, suono subito le campane! Suona le campane, e tutta la gente accorre: la piccola saletta zeppa e tanta gente fuori. Viene il nuovo medico; lo lasciano passare guardandolo: Che strano!. Era un po' strano quel medico. Avanti il primo!: uno in carrozzella. Ges gli dice: Ma cosa fai con le mani cos? Aprile! Ma aprile 'ste mani!. Ah, posso aprirle? E lui le apre. Ma p... p... p... perch parli cos? Parla chiaro! Parla normalmente! Normalmente!, Ah, posso parlare normalmente?; Ma perch stai l seduto cos? Alzati, alzati! Cammina!, Ah, posso alzarmi?, S, alzati. E quello va fuori, spingendo lui la sua "bicicletta". La gente, meravigliata, dice: Cosa t'ha fatto? Ma guarda qui: guarito completamente in un minuto, in due minuti! E cosa t'ha fatto? Come ha fatto a guarirti cos in due minuti?!, Uff, come tutti gli altri, come tutti i medici della mutua: non mi ha neanche visitato!. (Mi battete le mani per queste sciocchezze... e non vi diciamo parola che non sia d'oro puro!) Immaginate quel paralitico che si trova liberato, in piedi, che l tra la gente come tutti gli altri; tutti che lo guardano con curiosit un po' spaventata per il fatto strano, sovrumano (strano, almeno), che avvenuto tra di loro. Poi quello l lo seguir, capir tante cose che lui diceva; comunque, quella principale era comprensibile a tutti: ha detto che era il Mes-

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sia. Questa verit di Cristo giunta a lui legata al fatto che andato l in barella ed venuto fuori dalla casa libero. Il suo rapporto con Dio, il modo con cui quella sera ha pregato, il modo con cui si recato poi nel tempio tutti i giorni, il sentimento della vita che aveva quando vedeva il sole tramontare o il sole nascere, e quando poi andava a lavorare tutte le mattine con l'animo pieno di gratitudine e con l'anima colma di timore misterioso, di timore e tremore verso questo mistero di Dio che era arrivato fino a lui in quell'uomo che lo aveva guarito; insomma, il sentimento verso Ges, il modo con cui diceva che Ges era il Messia - e l'ha detto anche ad altri, perch poi si accodato, diventato un suo discepolo -, il modo con cui andava insieme ad altri nei villaggi ad annunciare che il Regno di Dio era gi tra loro (perch c'era Ges), il modo con cui faceva, il modo con cui pensava al suo passato (a tutto il marasma a cui si era lasciato andare: le bassezze, gli scoraggiamenti, le bestemmie), il modo con cui aveva trattato i familiari, il modo con cui li trattava adesso, erano tutte azioni che partivano da una coscienza di s, da un senso della sua persona, la cui fisionomia era plasmata, nata dal ricordo di come Ges l'aveva afferrato, da come Ges l'aveva investito, da come Ges l'aveva trattato, da come lui aveva conosciuto Ges. La Maddalena l sul marciapiede, curiosa (come tutte le donne, ma lei in particolare), a guardare la folla dietro quel Ges che si dice il Messia (l'avrebbero ucciso qualche mese dopo); e Ges, passando di l un istante, senza neanche fermarsi, la guarda: da allora in poi lei non guarder pi se stessa, non vedr pi se stessa e non vedr pi gli uomini, la gente, casa sua, Gerusalemme, il mondo, la pioggia e il sole, non potr pi guardare tutte queste cose se non dentro lo sguardo di quegli occhi. Quando si guardava allo specchio, la sua fisionomia era dominata, determinata da quegli occhi. C'erano quegli occhi dentro l - mi capite? -. Il suo volto ne era plasmato. Le modalit con cui l'Avvenimento ha raggiunto il paraliti-

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co e ha raggiunto la Maddalena sono diverse. lo stesso Ges, lo stesso oggetto da credere, ma diversa la fisionomia con cui si presentato; e questa fisionomia rimane per tutta la vita. Per tutta la sua vita il paralitico si guardato determinato da quel Ti perdono che lo aveva fatto risorgere anche come fisico. Tutta la sua vita - nei particolari e nell'insieme - la Maddalena l'ha guardata dentro quello sguardo cui non seguita una sola parola se non alcuni giorni dopo, quando lui, che si diceva profeta, era stato invitato a mangiare dai capi dei farisei che lo volevano cogliere in fallo; lei entrata nella sala da pranzo senza domandare permesso a nessuno, difilato, e gli si buttata ai piedi, lavandoli col suo pianto e asciugandoli coi suoi capelli, tra lo scandalo di tutti (Se fosse un profeta, saprebbe che razza di donna quella che gli fa cos!).2 Ma tutta la vita - nei particolari e nell'insieme - lei non pot non vederla, non sentirla, non viverla se non dentro quello sguardo. La modalit con cui l'Avvenimento ti raggiunge plasma la tua faccia, la tua personalit. Quando dico io, dico una personalit; quando uno dice io, dice una personalit; quando ognuno di voi dice io, dice una personalit: siamo tutti uomini, ma la personalit diversa, plasmata diversamente, perch l'essere mi arrivato attraverso mio padre e mia madre; il mistero dell'essere arrivato a te attraverso tuo padre e tua madre, che sono diversi dai miei, e perci ha plasmato una faccia diversa. La modalit con cui l'Avvenimento ti raggiunge decide della tua personalit, d delle caratteristiche che la tua personalit porter sempre. E questo molto visibile quando c' della gente che prende sul serio Ges. Immediatamente l'ambiente, se c' gente cos, si riscalda, diventa pi vibrante, pi in moto, pi pieno di moto: sono tutti fermi, tutti seduti, ma diventa pieno di mo2

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Cfr. Lc 7, 36-39.

to, diventa pieno di proposta di parole diverse; ed esige che tu che parli cambi le parole o scelga delle parole che siano adatte a diversi modi di ascolto, a tante personalit diverse. Il modo con cui l'Avvenimento ti raggiunge plasma la tua personalit, se vi aderisci. Se vi aderisci: cio se la presenza del Mistero - l'Avvenimento - ti blocca, ti investe, ti invade, e tu lo ospiti; nel timore e nel tremore, ma lo ospiti. Allora ti cambia la faccia. Aggiungo, pi precisamente: fa venir fuori, fa venire a galla tutta la capacit che sei, l'originalit tua, la tua genialit. Come dice Miguel Manara: Perch ho aspettato tanti anni per capire di avere l'anima buona?.3 Il carisma il modo con cui l'Avvenimento ti raggiunge. Tu sei un paralitico; ti raggiunge, e tu per tutta la vita partirai da quel ricordo; senza accorgerti, partirai da quel ricordo: la tua faccia, il tuo carattere sar plasmato, cio il tuo carattere sar potenziato, evidenziato da quel ricordo. Il carisma diventa la modalit con cui tu diventi te stesso. Perch ci ho messo tanti anni senza capire che avevo l'animo buono? (dice Miguel Manara, il delinquente, l'assassino). E il carisma ti raggiunge sempre attraverso delle parole, un discorso, attraverso - pi precisamente - un incontro. Un incontro: tu hai incontrato questa compagnia; questa la modalit con cui il mistero di Ges, Ges, la presenza di Ges nella storia, ha bussato a casa tua. Ora - ora! - ti sta bussando allo stesso modo, perch ieri, ora e sempre.4 Diventi te stesso seguendo questa compagnia, cio cercando di concepire la vita come la concepisce questa compagnia, cercando di sentire i rapporti come ti induce questa compagnia, come ti suggerisce questa compagnia, come ti d l'esempio questa compagnia (per questo importante chi pi grande o chi ha autorit). Diventi te stesso se tu obbedisci, se ti immedesimi con le caratteristiche di questa compagnia, se
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Cfr. O.V. Milosz, Miguel Manara, Jaca Book, Milano 2001, p. 38. Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13,8).

tu non obietti: Ma io sono io! Perch devo seguire questi qui?, oppure: Io seguo le norme morali, per non seguo le sottolineature che mi fanno questi qui. Per esempio, loro fanno la sottolineatura che la preghiera pi bella, pi umana, pi efficace, pi persuasiva, la liturgia. Invece io no, io seguo altri che esaltano la preghiera privata. Sono due modalit di dare a Dio la sua adorazione, ma se tu hai incontrato questa compagnia devi cercare di seguire questa compagnia, di immedesimarti con noi, con l'esperienza che noi viviamo: questo esalta la tua fisionomia, il tuo carattere, la tua personalit. Allora il problema non osservare certe regole, ma immedesimarsi con uno spirito, immedesimarsi con una mentalit, immedesimarsi con una sensibilit; cio immedesimarsi con un carisma - si dice come termine globale -, con una modalit con cui il mistero di Dio fatto uomo ti ha raggiunto persuasivamente e ti ha detto: Vieni!. Vieni dove? Dove?, gli hai chisto. In questa compagnia. Ti ha incontrato per mezzo di che? Di questa compagnia. Se tu ti immedesimi con questa compagnia, la tua fisionomia, il tuo carattere, la tua personalit rivive, rinasce; scopri di sentire, di fare, di capire cose che non avresti mai pensato (soprattutto nelle cose solite si capisce questo, perch si capiscono, dalle cose solite, cose che non si sarebbero mai pensate: Ma guarda com' bello! Per duecento volte l'ho letto e non mi sono neanche accorto!). Questa la soglia dell'infinito, la soglia dell'eterno, ma la soglia dell'eterno che nei propri occhi, nel battito del proprio cuore, nel proprio tatto e, soprattutto, nel proprio sguardo alla realt, nella propria intelligenza, nella propria lettura della realt, che diventa una lettura fresca - da bambino o da saggio - di cose scritte a caratteri chiari come prima non si sarebbe mai sognato. L.G.

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