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Analisi, monitoraggio e diagnosi strutturale del costruito

Universit degli Studi di Genova DISEG - Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica Laboratorio Ufficiale dei Materiali da Costruzione

Ordine degli Architetti della Provincia di Genova

ANALISI,

MONITORAGGIO

E DIAGNOSI STRUTTURALE DEL COSTRUITO

Normativa Tecnica - Azioni sulle Strutture


Dott. Ing. Antonio Brencich Ph.D.

Dott. Ing. Antonio Brencich Ph.D. DISEG Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica

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ESECUZIONE E COLLAUDO DI STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO E DI STRUTTURE METALLICHE : LA NORMATIVA VIGENTE


Lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato e metalliche, nonch il rinforzo delle strutture esistenti con queste tecniche, disciplinato dalla

Legge n. 1086 del 5 novembre 1971 Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica
(G.U. n. 321 del 21 dicembre 1971)

DEFINIZIONI
Sono considerate opere in conglomerato cementizio armato normale (cemento armato) quelle composte da un complesso di strutture in conglomerato cementizio ed armature che assolvano una funzione statica Sono considerate opere in conglomerato cementizio armato precompresso (cemento armato precompresso ) quelle composte da conglomerato cementizio ed armature nelle quali si imprime artificialmente uno stato di sollecitazione addizionale di natura ed entit tali da assicurare permanentemente leffetto statico voluto Sono considerate opere a struttura metallica quelle nelle quali la statica assicurata in tutto o in parte da elementi strutturali in acciaio o in altri metalli

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CAMPO DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE 1086/71


OPERE DI INGEGNERIA C IVILE: edifici per abitazione, industriali (sili, torri, ciminiere, magazzini, depositi, capannoni, tettoie, pensiline, esclusi gli impianti), ponti, tombinature, cavalcavia, sottovia, gallerie, passerelle, dighe e altre opere di ritenuta, (serbatoi, cisterne, pontili, fari, i singoli manufatti relativi ad acquedotti, oleodotti e fognature, opere di sostegno), opere di fondazione. S ONO ESCLUSE: OPERE DI INGEGNERIA MECCANICA, ELETTROTECNICA, CHIMICA, MINERARIA, NAVALE E AEREONAUTICA singole membrature: travi metalliche o in cemento armato poste in opera per eseguire nuove aperture in murature portanti; elementi costruttivi in cemento armato che assolvono limitata importanza nel contesto statico dellopera: scale di collegamento interno, poggioli, piccoli solai. pensiline e tettoie di modesta portata quando assolvono la sola funzione di protezione dagli agenti atmosferici delle colonnine di distribuzione. Le tettoie che coprono in tutto o in parte larea di un distributore di carburanti sono soggette alla Legge 1086/71 in quanto coprono anche le corsie carrabili e gli altri servizi dellimpianto. opere impiantistiche (seguono una normativa autonoma)

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opere costruite per conto dello Stato, Regioni, Provincie, Comuni, Enti dello Stato strumentali sorti per realizzare finalit che sono tipicamente dello Stato , quindi non per finalit specifiche (come ad esempio enti con compiti specifici) e con fondi messi a disposizione dallo Stato medesimo (ad esempio la Cassa per il Mezzogiorno, Consiglio di Stato, Sez. VI, 16.3.1971 n. 190 ) realizzate direttamente, in economia o per appalto, ovvero mediante concessione o delega (ad esempio le autostrade) quando lEnte abbia un proprio Ingegnere nellorganico dellUfficio Tecnico, e tale effettivamente coperto. OSSERVAZIONE 1. Sono escluse dalla giurisdizione della Legge 1086/71 pressoch tutte le opere pubbliche: strade, autostrade, regimentazione dei corsi dacqua. 2. Le case popolari sono incluse nella giurisdizione della Legge 1086/71? Sono costruite con fondi pubblici e lEnte costruttore (ex IACP, ora ARTE) ha Ingegneri e/o Architetti in organico nel proprio Ufficio Tecnico. Ma si tratta di una funzione tipicamente dello Stato? 3. Si osserva che se nellorganico dellUfficio Tecnico di un Ente Statale previsto un Architetto, con posto coperto, lopera comunque soggetta alla Legge 1086/71. posto sia

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S ONO INCLUSE : strutture costituite da un organico insieme di elementi strutturali: non solo strutture complete, ma anche un insieme di elementi strutturali che assolva una significativa importanza nella statica dellopera. In particolare: opere di rinforzo e consolidamento di strutture esistenti (anche di strutture in muratura), nuove strutture in sostituzione di membrature degradate (nuovi solai in sostituzione di orizzontamenti in legno); strutture semplici che abbiano rilevante importanza nella statica dellopera: pilastri e relativa fondazione impiegati per consolidare strutture esistenti o per sostituire elementi strutturali, tiranti e catene metalliche; consolidamenti di strutture di fondazione qualunque ne sia la tecnologia. OSSERVAZIONE E sbagliato considerare incluse nel campo di applicazione della Legge 1086/71 tutte le opere che abbiano rilevanza ai fini della pubblica incolumit. La Legge non fa mai riferimento allincolumit delle persone ma allimportanza, modesta o significativa, che la struttura ha nellambito della statica dellopera.

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COMPETENZE PROFESSIONALI
Progetto Architettonico (di massima o esecutivo): Architetto, Ingegnere, Geometra, Perito Edile

Progetto Strutturale: Architetto, Ingegnere Direzione delle opere non strutturali: Architetto, Ingegnere, Geometra, Perito Edile

Direzione delle opere strutturali: Architetto, Ingegnere Collaudo tecnico/amministrativo: Architetto, Ingegnere, Geometra, Perito Edile

Prove di carico, esecuzione e verbalizzazione: Architetto, Ingegnere, Geometra, Perito Edile

Collaudo strutturale: Architetto, Ingegnere iscritto da 10 anni allOrdine professionale e che non sia intervenuto in alcun modo nella progettazione dellopera.

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OSSERVAZIONE 1. E richiesta solo liscrizione da 10 anni allOrdine Professionale (non della stessa Provincia), anche senza specifica esperienza e attivit nel campo della progettazione strutturale. 2. Il collaudatore statico deve essere del tutto estraneo alla progettazione architettonica e strutturale, di massima ed esecutiva. Sebbene non vi sia uno specifico riferimento nella normativa, parrebbe inopportuno che tra progettista e collaudatore vi siano rapporti di parentela in linea retta. 3. Si osserva che la Legge 1086/71 non prevede alcun elenco specifico allinterno degli ordini Professionali in cui includere i professionisti autorizzati allesecuzione dei collaudi. 4. Poich le prove di carico sono di supporto al collaudo e non rappresentano unassunzione di responsabilit, i limiti imposti per il collaudatore non si estendono alla persona che esegue e verbalizza la prova di carico.

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PROCEDURE
Lesecuzione di un nuovo edificio richiede lacquisizione di autorizzazioni e concessioni da parte di vari Enti: Approvazione del progetto architettonico di massima 1. da parte del Comune di competenza, Concessione o Autorizzazione Edilizia in funzione dellimportanza dellopera; in alternativa gli estremi della Denuncia di Inizio Attivit D.I.A. (Legge n. 662 del 23 dicembre 1996), della Comunicazione (art. 26 della Legge n. 47 del 28 febbraio 1985), e del ricorso alla procedura del silenzioassenso (art. 7 Legge n. 94 del 25 marzo 1982 e, per Genova, alla delib. G.C. n. 229 dell11 marzo 1999).
La D.I.A. possibile ove non sussistano vincoli relativi alle leggi in materia di beni culturali ed ambientali, nonch a disposizioni operative di strumenti urbanistici: essa equivalente alla concessione edilizia e riguarda opere di manutenzione ordinaria e straordinaria senza modifiche della sagoma e dei prospetti, di eliminazione di barriere architettoniche, di esecuzione di recinzioni e cancelli, di creazione dimpianti sportivi purch senza creazione di volumetria (quindi con movimenti di terra ed esecuzione di muri di sostegno), di adeguamento tecnologico, di costruzione di parcheggi pertinenziali in sottosuolo nellambito dello stesso lotto su cui insiste il fabbricato, nonch di varianti a concessioni edilizia gi concesse quando queste non modifichino i parametri urbanistici e la sagoma delledificio. La comunicazione ex art. 26 Legge 47/85 riguarda le sole opere interne senza modifica delle superfici utili, della destinazione duso e del numero di unit immobiliari anche in presenza del vincolo Legge 1497/39. Non possibile in presenza del vincolo della Legge 1089/39. Lautorizzazione richiesta, quando non sia possibile ricorrere ad una D.I.A., per opere di manutenzione straordinaria e di restauro e risanamento conservativo come definite dalla Legge 47/85, mentre la concessione per ristrutturazione edilizia e per nuove costruzioni. Il ricorso alla procedura del silenzio-assenso ex art. 7 della Legge n. 94 del 25 marzo 1982, per il Comune di Genova possibile relativamente a: recupero abitativo, pertinenze ed impianti tecnologici, occupazioni del suolo, demolizioni, rinterri e scavi, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo nonch ristrutturazione edilizia (art. 31 lettera b), c) e d) dellart. 31 Legge 457/78) nonch alla realizzazione di parcheggi pertinenziali (Legge n. 122/89 detta Legge Tognoli).

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OSSERVAZIONE Le Leggi 1497/39 e 1089/39 sono state abrogate dal Decreto Legislativo n. 490 del 29 ottobre 1999 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali a norma dellart. 1 della Legge 8 ottobre 1997, n. 352 (G.U. n. 302 suppl. del 27 dicembre 1999) in vigore dall11 gennaio 2000. 2. da parte della Regione di competenza (Ufficio dei Beni Ambientali ovvero dalla Commissione Edilizia Comunale Integrata per interventi di piccola rilevanza) quando sussista sulla zona o sullarea il vincolo gi imposto dalla Legge n. 1497 del 29 giugno 1939 Protezione delle Bellezze Naturali.
Vincolo non trascritto sui rogiti notarili n alla Conservatoria dei Registri Immobiliari ma di cui si rileva lesistenza negli uffici comunali competenti.

3. in zona gravata dal vincolo idrogeologico ai sensi del R. D. n. 3267 del 30 dicembre 1923 e del R.D. n. 1126 del 16 maggio 1926, nel caso siano previsti movimenti di terra superiori a 200 mc o di altezza superiore ai 2 m, necessaria lapprovazione della Provincia competente (in Liguria: Area 08 Servizio Difesa del Suolo); per movimenti di terra inferiori a 200 mc possibi le una Denuncia di Inizio Attivit ai sensi della Circolare n. 57382 del 6 maggio 1991 (di applicazione del D.M. 11 marzo 1988, dellart. 34 della L.R. n. 22 del 16 aprile 1984).
Si tratta di un vincolo non trascritto sugli atti di compravendita n alla Conservatoria dei Registri Immobiliari ma di cui si rileva lesistenza negli uffici Comunali e Provinciali competenti. La competenza di queste autorizzazioni passata dalla Regione alla Provincia nel 1984, L.R. n. 22 del 16 aprile 1984.

4. da parte della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di competenza quando sulledificio o sullarea gravi il vincolo imposto dalla Legge n. 1089

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del 1 giugno 1939 Tutela delle cose di interesse artistico o storico.


Vincolo richiamato in tutti i rogiti notarili e trascritto alla Conservatoria dei Registri Immobiliari .

Redazione del progetto strutturale esecutivo (Ingegnere o Architetto) che comprenda tutte le strutture previste nellopera. Devono esservi inclusi lo schema strutturale globale (distribuzione di pilastri e travi, orditure dei solai), i particolari esecutivi (disposizione e sagomatura dei ferri e carpenterie), le prescrizione esecutive (tempi di disarmo, modalit di getto, di curing, modalit di prelievo dei campioni da inviare ai Laboratori di prova, vedi pi avanti), le indicazioni sui materiali, gli elementi strutturali prefabbricati previsti, nonch la Relazione di Calcolo. OSSERVAZIONE 1. Il progetto deve comprendere tutte le strutture da eseguire, non solo quelle principali; quindi sono incluse anche le opere di sostegno minori, i volumi tecnici e le altre strutture di ridotta importanza. 2. E prassi presso le pubbliche Amministrazioni che i progetti strutturali esecutivi di modesta importanza possano essere redatti e firmati anche dai geometri. Si tratta di una prassi non motivata da alcuna norma di Legge. 3. Nella prassi si definisce con il termine di Relazione di Calcolo quello che la Legge 1086/71 indica come Relazione Illustrativa dalla quale risultino le caratteristiche, le qualit e le dosature dei materiali.

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Denuncia dei lavori Il costruttore denuncia linizio dei lavori allUfficio del Cemento Armato della regione competente prima della loro esecuzione (in Appendice il modulo di denuncia). denuncia devono essere indicati: il progettista/i progettisti dellopera (progetto architettonico e progetto strutturale) con i relativi riferimenti; lesecutore con i propri riferimenti; il committente con i propri riferimenti; il Direttore dei Lavori, sia dei lavori non strutturali che strutturali con i relativi riferimenti; gli estremi della concessione/autorizzazione edilizia o in alternativa della D.I.A. ex Legge n. 662 del 23 dicembre 1996 o della comunicazione ex art. 26 della Legge n. 47 del 28 febbraio 1985 o della procedura di silenzioassenso ex art. 7 Legge n. 94 del 25 marzo 1982. la nomina del collaudatore e, da parte di questultimo, la contestuale accettazione dellincarico da parte di questultimo e lattestazione di essere iscritto allOrdine professionale competente da non meno di 10 anni e di essere del tutto estraneo alla progettazione ed esecuzione dellopera (a partire dal 1994). Alla denuncia devono essere allegate due copie di tutta la documentazione (progetti, relazioni e concessioni), una copia viene trattenuta dallUfficio del Cemento Armato, una copia timbrata dallUfficio viene restituita al costruttore.
La denuncia deve essere fatta prima dellesecuzione delle opere, ma pu essere eseguita in pi volte per le varie opere, a patto di depositare la documentazione richiesta dalla Legge 1086/71 prima dellesecuzione delle strutture. AllUfficio del Cemento Armato devono essere depositate le Relazioni Geologica/Geognostica (di competenza di un Geologo) e Geotecnica (di competenza di un Ingegnere) ex D.M. 11 marzo 1988.

Nella

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Conservazione dei documenti (responsabile il D.L.) I documenti con il timbro dellUfficio del Cemento Armato devono essere custoditi in cantiere e consegnati al Direttore dei Lavori alla chiusura del cantiere. Inoltre, previsto un Giornale dei Lavori. Il Direttore dei Lavori strutturali (nominato dal committente) dirige i lavori con periodiche visite; fornisce le indicazioni tecniche necessarie; verifica la conservazione della documentazione prevista; cura il prelievo dei campioni di materiale da sottoporre a verifica nei Lavoratori autorizzati; cura linvio dei campioni ai Laboratori e la raccolta dei relativi certificati di prova; esegue, di propria iniziativa o su indicazione del Collaudatore, le prove di carico e ne redige i relativi verbali con indicazione delle misurazioni sperimentali eseguite; entro 60 giorni dallultimazione delle strutture redige una Relazione Finale del Direttore dei Lavori sulladempimento di quanto previsto dalla normativa, cui allega i certificati rilasciati dai Laboratori ed i verbali delle prove di carico, e che deposita allUfficio del Cemento Armato in duplice copia (una delle quali gli viene restituita timbrata);
La Relazione Finale pu essere depositata allUfficio del Cemento Armato anche unitamente al Certificato di Collaudo.

trasmette al Collaudatore delle strutture la copia timbrata dei documenti depositati allUfficio del Cemento Armato nonch i certificati di prova dei materiali ed i verbali delle prove di carico in originale.

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Il Committente nomina il collaudatore, fino al DPR n. 425 del 22.4.1994 aveva tempo 60 giorni dalla fine dei lavori depositandone la nomina allUfficio del Cemento Armato; oggi la nomina e laccettazione del collaudatore devono essere contestuali al primo deposito di documentazione, e quindi prima dellesecuzione delle opere. definisce il termine ultimo entro il quale deve essere completato il collaudo strutturale; trasmette al Collaudatore la copia timbrata dallUfficio C.A. della sua nomina. OSSERVAZIONE Il collaudatore pu essere nominato con funzioni in corso dopera in modo da seguire i lavori nel corso del loro svolgimento. Altrimenti viene nominato allinizio dei lavori ma con competenze definite a partire dalla conclusione delle opere. Se il committente lo stesso costruttore il collaudatore viene scelto dal committente/costruttore tra una terna di nomi indicata dagli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri. La Legge 1086/71 e le successive Circolari Ministeriali non prevedono la costituzione di appositi Albi allinterno di ciascun Ordine professionale tra cui individuare le terne di nominativi indicati dagli stessi Ordini.

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OSSERVAZIONE IMPORTANTE La Circolare Min. LL. PP. n. 19581 del 31 luglio 1979 prevede che Il collaudo statico nelle forme prescritte dallart. 7 (della Legge 1086/71) obbligatorio soltanto per le strutture complesse in c.a., c.a.p. e per quelle metalliche, ferma restando la possibilit che ai tecnici diplomati, nei limiti delle rispettive competenze professionali, possa essere affidata la collaudazione dei lavori di manutenzione comprendenti strutture semplici di rafforzo e di consolidamento . Stando alla lettera della Circolare, parrebbe esservi una categoria di lavori semplici per i quali possibile non eseguire alcun collaudo strutturale ed una diversa categoria il cui collaudo pu essere affidato a tecnici diplomati. La prima categoria, delle opere che non necessitano di collaudo, pu essere fatta coincidere con quella delle opere che non necessitano nemmeno del deposito della documentazione allUfficio del Cemento Armato. che Sulla seconda asserzione della circolare necessario rilevare professionali abilitate al collaudo diverse da Architetti ed Ingegneri. Poich una Circolare Ministeriale non mai prevalente su una Legge della Repubblica, si deve concludere che non esistono lavori per i quali il collaudo statico possa essere affidato a tecnici diplomati. Piuttosto, la Circolare pare riferirsi ad un collaudo tecnico/amministrativo per il quale non vi limite di competenza tra tecnici diplomati e tecnici laureati.

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Il Collaudatore delle opere strutturali se nominato con funzioni in corso dopera segue lesecuzione dei lavori senza prendere parte attiva alla loro direzione, che spetta solo ed esclusivamente al Direttore dei Lavori nominato dal committente. A proprio giudizio pu chiedere prove di carico sulle strutture (a maturazione avvenuta) o prove di laboratorio sui materiali posti in opera o sui terreni di fondazione ritrovati; riceve la documentazione trasmessa dal Direttore dei Lavori e verifica lesito delle prove di carico; ordina e cura lesecuzione di altre prove di carico se lo ritiene necessario e di altre prove sui materiali, eventualmente anche con prelievo in opera di piccoli campioni di materiale; redige un certificato di collaudo in cui: 1) certifica di essere iscritto da almeno 10 anni allordine professionale competente e di non aver preso parte in alcun modo alla progettazione ed esecuzione dellopera; 2) certifica la conformit dellopera agli elaborati progettuali, alle normative vigenti al momento del collaudo e agli standard di sicurezza imposti dalle norme (uno schema di collaudo allegato nellAppendice). deposita allUfficio del Cemento Armato duplice copia del Certificato di Collaudo; trasmette al committente tutta la documentazione ricevuta dal Direttore dei Lavori nonch la copia timbrata in originale del proprio Certificato di Collaudo.

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In caso alcune prove di carico o sui materiali diano esito non conforme alle previsioni progettuali Nel caso in cui alcune prove di carico o prove sui materiali diano risultato difforme da quanto previsto in fase di progetto, il collaudatore deve verificare se, nel pieno rispetto delle norme tecniche vigenti allepoca del collaudo, rielaborate tutte le verifiche strutturali, nonostante le difformit con il progetto, lopera risponde comunque alle prescrizioni previste dalla normativa e fornisce i previsti margini di sicurezza. In tal caso emette positivamente il Certificato di Collaudo. Se le norme tecniche non sono rispettate o il livello di sicurezza non raggiunto ordina quegli interventi di rinforzo necessari a rendere lopera conforme alle normative vigenti. Ripetute le prove di carico emette positivamente il Certificato di Collaudo. Se riscontra una difformit insanabile con le norme tecniche, emette un Certificato di Collaudo negativo (che deposita allUfficio del Cemento Armato secondo le procedure descritte) e ordina la demolizione dellopera o della sua parte che risultata non conforme e non conformabile alla normativa.

ESEMPIO. I certificati di prova dei materiali attestano che il CLS delle travi presenta una resistenza inferiore a quanto richiesto dal progetto strutturale esecutivo.

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Caso A. La resistenza richiesta era di 25 MPa (250 kg/cmq) ed risultata di 18 MPa (180 kg/cmq). Il collaudatore deve ricalcolare la struttura, eventualmente ordinando opere di rinforzo in modo tale da rendere la struttura idonea a sostenere i carichi previsti dalle norme. Eseguite le opere di rinforzo (se necessarie) e sottoposta a nuova prova di carico la struttura consolidata emette il Certificato di Collaudo. Caso B. La resistenza richiesta era di 25 MPa (250 kg/cmq) ed risultata di 11 MPa (110 kg/cmq). ammesso per impieghi strutturali. Un CLS con resistenza inferiore ai 15 MPa (150 kg/cmq) non pu essere Il collaudatore deve ordinare lesecuzione di opere che sostituiscano del tutto la funzione strutturale delle strutture eseguite con il CLS inadeguato, eventualmente ordinandone la demolizione e ricostruzione. Ripetute le prove di carico emette il Certificato di Collaudo. Se la situazione non consente di rinforzare o sostituire le strutture eseguite con CLS non idoneo ad impieghi strutturali, il collaudatore emette un Certificato di Collaudo negativo ed ordina la demolizione dellopera. Conservazione dei documenti Tutti i documenti vengono conservati a cura del committente e da questi trasmessi insieme ai passaggi di propriet.

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Opere eseguite da Enti statali che non sono tenuti al deposito della documentazione progettuale Il collaudo statico necessario per tutte le opere civili soggette alle disposizioni della Legge 1089/71 anche se non soggette al deposito della documentazione allUfficio del Cemento Armato. In questo caso la documentazione progettuale deve essere conservata a cura dellEnte committente. Dipendenza dellUfficio del Cemento Armato Come si visto, la Legge 1086/71 non riguarda solo le strutture in conglomerato cementizio armato ma anche le strutture metalliche, tuttavia le competenze di deposito della documentazione sono affidate ad un Ufficio chiamato del Cemento Armato. LUfficio del Cemento Armato stato dal 1971 fino al 1979 un Ufficio del Genio Civile, dal 1979 divenuto un Ufficio della Regione in seguito al trasferimento alle Regioni delle competenze del Genio Civile e la sua soppressione (D.P.R. n. 616 del 24 luglio 1977) . In Liguria: dal 1979 al 1984 lUfficio del Cemento Armato, passato nella competenza regionale, rimasto collocato nella sede del soppresso Genio Civile in viale Brigate Partigiane 2 (nello stesso edificio del Catasto); dal 1984 la Regione Liguria ha delegato alle proprie Provincie le competenze relative alla Legge 1086/71 con L.R. n. 52 del 26 novembre 1984, a cui sono rimaste a tuttoggi.

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NOTA
In Liguria lUfficio del Cemento Armato si trova: - Genova: Piazzale Mazzini 2 tel. 010 5499265; - Imperia: viale G. Matteotti 147 tel. 0183 704266; - La Spezia: via 24 Maggio 3 tel. 0187 742430 - Savona: via Sormano 12 tel. 019 8313282 In altre Regioni (ad esempio Regione Piemonte) lUfficio del Cemento Armato alle dirette dipendenze della Regione.

Laboratori autorizzati alla verifica dei materiali da costruzione Tutti i laboratori universitari, alcuni laboratori di enti statali (ENEL, FS, ANAS, Touring Club) nonch quelli autorizzati dal Ministero dei Lavori Pubblici sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Funzioni di vigilanza e controllo Sono demandati al Sindaco del Comune competente. Le opere che non sono soggette a deposito (perch eseguite da Enti statali) non sono sottoposte alla giurisdizione del Sindaco. Contestazione delle violazioni Nel caso gli Ispettori del Comune (a Genova anche la Polizia Municipale ha competenze in materia dIspettorato Edilizio) rilevino violazioni delle norme ne redigono un Sommario Processo Verbale (comunemente detto verbale) che viene inoltrato a Procura della Repubblica e Prefettura. La Prefettura, eseguiti ulteriori accertamenti se del caso, dispone la sospensione dei lavori e lo notifica per mezzo di un messo comunale. La sospensione dei lavori viene revocata solo dopo che gli adempimenti previsti dalla Legge 1086/71 siano stati soddisfatti.

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Natura dei reati Gli abusi edilizi, nonch linosservanza delle norme della Legge 1086/71 sono considerati reati penali punibili con ammenda o arresto nei casi pi gravi. In particolare: linosservanza delle disposizioni della Legge 1086/71 punita con ammenda o arresto (in genere con ammenda) e con la comunicazione allOrdine professionale competente del reato commesso; la responsabilit per difformit delle opere eseguite rispetto ai termini ed ai limiti della concessione edilizia sono a carico di: 1) titolare della concessione, 2) committente, 3) esecutore e 4) direttore dei lavori, che rispondono in solido degli abusi salvo la dimostrazione di estraneit ai fatti. Il Direttore dei Lavori che riscontri gravi irregolarit indipendenti dalla sua volont deve rinunziare allincarico contestualmente alla comunicazione resa al Sindaco. In caso contrario il Sindaco segnala al Consiglio dellOrdine professionale di appartenenza la violazione in cui incorso il Direttore dei Lavori, che passibile di sospensione dallAlbo professionale da 3 mesi a 2 anni. Pene previste (Legge n. 47 del 28 febbraio 1985) Difformit rispetto gli strumenti urbanistici, ai regolamenti edilizi e alle condizioni della concessione: ammenda fino a 20 milioni; Totale difformit dalla concessione o assenza di concessione: ammenda da 10 a 100 milioni e arresto fino a 2 anni; Lottizzazione abusiva o costruzione in aree vincolate: ammenda da 30 a 100 milioni e arresto fino a 2 anni.

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Certificato di abitabilit / di usabilit Lutilizzo degli edifici (concessione della residenza di persone fisiche o giuridiche, apertura di attivit commerciali, attivazione di forniture) o dovrebbe essere subordinato allottenimento del decreto di abitabilit per le abitazioni; del decreto di usabilit per tutti gli altri locali. In entrambe i casi la concessione dei relativi decreti regolata dal D.P.R. n. 425 del 22 aprile 1994 che prescrive: 1. Il Direttore dei Lavori: ha lobbligo di presentare la domanda discrizione al catasto dellImmobile (se di nuova realizzazione) non oltre 30 giorni dopo linstallazione degli infissi. rilascia una Dichiarazione del Direttore dei Lavori in cui certifica, sotto la propria responsabilit: la conformit dellopera rispetto al progetto approvato; lavvenuta prosciugatura dei muri; la salubrit degli ambienti. 2. Il committente richiede al Sindaco del Comune di competenza (modulo predisposto dal Comune di Genova allegato in Appendice) il rilascio del certificato di Abitabilit / Usabilit allegando: il Certificato di Collaudo Statico; lattestazione del catasto dellavvenuta presentazione della domanda daccatastamento; la dichiarazione del Direttore dei Lavori di cui al punto precedente.

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3. Il Sindaco del Comune di competenza: entro 30 giorni rilascia il Certificato di abitabilit/usabilit disponendo, se del caso, unispezione di verifica; in mancanza del rilascio del Certificato, a partire dal 46 giorno dalla presentazione della domanda al Sindaco labitabilit/usabilit si intende attestata (si tratta di una procedura di silenzio-assenso con possibilit di verifica a posteriori). Entro i successivi 180 giorni il Sindaco pu predisporre unispezione e, accertando la mancanza dei requisiti, revocare il Certificato di abitabilit/usabilit; il termine di 30 giorni pu essere interrotto una sola volta dal Comune per la richiesta di documentazione integrativa; dalla data della loro presentazione decorrono nuovamente i 30 giorni.

OSSERVAZIONE Il D.P.R. n. 425 del 22.4.1994 fa ancora esplicito riferimento al Genio Civile, trascurando il fato che le competenze degli Uffici del Genio Civile in materia di deposito dei progetti delle strutture erano state trasferite alle Regioni quindici anni prima, nel 1979. Attualmente la Regione ha inserito nella propria struttura le competenze che erano del Genio Civile negli Uffici del Genio Civile della Regione, da cui deriva la prassi di riferirsi ancora, ma impropriamente, al Genio Civile.

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NORME SPECIFICHE PER LE ZONE SISMICHE Legge n. 64 del 2 febbraio 1974


Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche

DIFFERENZE PROCEDURALI
La maggiore differenza rispetto a quanto previsto dalla Legge 1086/71 linizio delle opere non soggetto semplicemente alla denuncia delle opere e al deposito della documentazione progettuale (la ricezione in deposito del progetto non costituisce un giudizio di merito sullo stesso progetto) ma linizio dei lavori deve essere autorizzato dallUfficio del Cemento Armato. OSSERVAZIONE La necessit che lUfficio del Cemento Armato autorizzi esplicitamente linizio delle opere introduce, in una qualche misura non definita dalla normativa, un giudizio di merito e, quindi, unassunzione di corresponsabilit, se non proprio di responsabilit piena da parte dellUfficio. Denuncia dei progetti Lintenzione di eseguire una costruzione in una zona dichiarata sismica (ad eccezione di quelle con bassa sismicit) viene eseguita mediante lettera raccomandata con A.R. o con messo comunale al Sindaco e all Ufficio del Cemento Armato competenti indicando i professionisti coinvolti, lesecutore e la natura della costruzione ed allegando gli elaborati di progetto cos come gi descritti. In

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aggiunta necessario allegare una Relazione sulle Fondazioni. Tale Relazione non coincide con la Relazione Geologica o con la Relazione geotecnica che riguardano solamente il terreno, a monte del problema fondazionale. La norma presenta unimpostazione generale piuttosto simile al R.D. 2229/39 di cui si gi detto. Certificato di abitabilit Viene rilasciato solo a seguito della presentazione di un certificato dellUfficio Tecnico regionale o del Genio Civile che attesti il rispetto delle norme sismiche. Funzioni ispettive (nellordine preciso della Legge) ufficiali di Polizia Giudiziaria; Ingegneri e Geometri del Ministero dei Lavori Pubblici e degli Uffici Tecnici regionali, provinciali e comunali; guardie doganali e forestali; ufficiali e sottufficiali del corpo dei Vigili del Fuoco; tutti gli agenti giurati al servizio dello Stato, delle Provincie e dei Comuni (quindi: Polizia di Stato, Carabinieri; Guardia di Finanza; Esercito nelle sue varie armi, Polizia provinciale; Polizia penitenziaria; Polizia Municipale). OSSERVAZIONE 1. Le Ferrovie dello Stato non rientrano in tale procedura se per lopera non richiesta la licenza edilizia. 2. Gli Enti dello Stato che non ricadono sotto la giurisdizione della Legge 1086/71 invece ricadono nella giurisdizione della Legge n. 64 del 2 febbraio 1974.

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3. In Liguria le zone dichiarate sismiche si trovano nella Provincia di Imperia ed in quella di La Spezia. 4. Il Disegno di Legge n. 5973 alla Camera (approvato dal Senato il 30 aprile 1999) di modifica della Legge n. 64/74 prevede: - che linizio dei lavori sia subordinato solamente al deposito degli elaborati progettuali, come per le costruzioni in zona non sismica, richiedendo in aggiunta una asseverazione tecnica del progettista di rispetto della normativa sismica (non pi necessaria lautorizzazione preventiva esplicita degli Uffici del Cemento Armato, sostituita da una sorta di autocertificazione); - attribuisce i poteri di vigilanza al Sindaco del Comune competente tramite gli agenti di Polizia Municipale ed i tecnici comunali (non precisandone il grado) per quanto attiene il deposito degli elaborati di progetto; agli Uffici Tecnici regionali e del Genio Civile per quanto attiene la sola vigilanza del rispetto delle norme sismiche in fase di progettazione e di esecuzione istituendo una procedura di controllo a campione; - subordina il rilascio del Certificato di Abitabilit alla presentazione del solo Certificato di Collaudo Statico, come per le zone non sismiche; - non vengono pi specificate le figure professionali preposte ai controlli. In sostanza il Disegno di Legge di modifica della Legge 64/74 rivolto alla semplificazione di quelle competenze amministrative che rendevano difficoltosa lapplicazione della Legge 64/74.

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ESECUZIONE E COLLAUDO DI STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO E DI STRUTTURE METALLICHE : LA NORMATIVA PRECEDENTE AL 1971
Prima del 22 dicembre 1971 era in vigore il Regio DecretoLegge n. 2229 del 16 novembre 1939 (Suppl. G.U. n. 92 del 18
aprile 1940) Norme per lesecuzione delle opere in conglomerato

cementizio semplice od armato che, risentendo di unimpostazione di tipo germanico, istituisce un sistema di controllo analogo a quello effettuato dalla baupolizei, ovvero dal servizio ispettivo sulle costruzioni presente in Germania. Il Regio Decreto-Legge prevedeva che: il costruttore presentasse alla Prefettura la denuncia dinizio dei lavori insieme ad una copia del progetto di massima; in cantiere doveva essere conservata una copia del progetto esecutivo (che viene indicato come particolari esecutivi) firmato dal progettista, dallesecutore e dal Direttore dei Lavori; la Prefettura nominava un ispettore (funzionari di uffici Tecnici comunali o provinciali, ma spesso anche liberi professionisti di riconosciuta competenza che avevano comunicato, tramite lOrdine professionale, la propria disponibilit); in caso lispezione rivelasse gravi manchevolezze i provvedimenti venivano presi dal Prefetto solo dopo le risultanze di unapposita commissione nominata ad hoc;

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il Collaudo Statico, necessario per ottenere dalla Prefettura il Certificato duso, poteva essere fatto solo da un Ingegnere; le opere eseguite per conto dello Stato erano esentate dalle procedure e, se i professionisti erano dipendenti dello stato, non era nemmeno richiesta liscrizione agli ordini professionali. Le norme relative alla costruzione di strutture in cemento armato o in struttura metallica, sia quelle in vigore dal 18 aprile 1940 sia quelle dal 23 dicembre 1971, sono indirizzate ai soggetti privati, esentando sempre gli Enti statali, regionali, provinciali e comunali ,dagli adempimenti previsti. Nellarchivio delle Prefetture, o dellUfficio del Cemento Armato quando vi sia stato conferito larchivio delle Prefetture, possibile reperire documentazione inerente gli edifici eseguiti dal 1940 al 1971. Raramente si ritrovano disegni esecutivi delle strutture, specie per quelle a struttura metallica; vi si potrebbero ritrovare, per, i certificati di Collaudo Statico che, comunque, rappresentano unutile fonte dinformazioni. Larchivio della Prefettura di Genova stato distrutto pressoch per intero dallalluvione del 1970.

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ESECUZIONE E COLLAUDO DI STRUTTURE IN MURATURA PORTANTE: LA NORMATIVA VIGENTE


Decreto Ministeriale 20 novembre 1987 Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento
(Suppl. alla G.U. n. 285 del 5 dicembre 1987 - Sostituisce il D. M. 9.1.1987)

DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONI
Si riferiscono ad edifici ad uno o pi piani con struttura in tutto o in parte in muratura portante costituiti da un insieme di sistemi resistenti, collegati tra di loro e le fondazioni e disposti in modo da resistere ad azioni verticali ed orizzontali.
Malte malta M4: malta M3: malta M2: malta M1:
(di cemento 1:3)

r=2.5 MPa = 25 kg/cmq r=5 MPa = 50 kg/cmq r=8 MPa = 80 kg/cmq r=12 MPa = 120 kg/cmq

(di calce aerea e idraulica 1:3 e bastarda di cemento e calce idraulica 1:2:9)

(bastarda di cemento e calce idraulica 1:1:5)

(di cemento e calce idraulica 1:0.5:4)

Blocchi di laterizio pieni: semipieni: forati: foratura <15%

r= 5

MPa = 50 kg/cmq

15% < foratura <45% 45% < foratura <55%

r=15 MPa = 150 kg/cmq

r=20 MPa = 200 kg/cmq

Per mattoni storici la resistenza pu essere significativamente inferiore

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Spessori minimi delle murature (con funzioni strutturali):


blocchi artificiali pieni (mattoni pieni, gasbeton ): 12 cm blocchi artificiali semipieni (semipieno 5.5*11*24):20 cm blocchi artificiali forati (tipo Alveolater o doppio UNI): 25 cm blocchi in pietra squadrata (es. tufo): muratura listata:* muratura in breccia di cava:* * raramente impiegata Murature nuove: 40 cm 50 cm 24 cm

In laterizio
Elemento tipo resistenza pieno semipieno forato 5 MPa 20 MPa 15 MPa Resistenza della muratura con malta tipo M1 M2 M3 M4 3.5 MPa 9.7 MPa 8.2 MPa 3.4 MPa 8.0 MPa 6.7 MPa 3.3 MPa 7.0 MPa 6.0 MPa 3.0 MPa 6.1 MPa 5.1 MPa

In pietra
Resistenza della pietra 3 MPa 10 MPa 30 MPa Resistenza della muratura con malta tipo M1 M2 M3 M4 2.2 MPa 6.2 MPa 12 MPa 2.2 MPa 5.3 MPa 10 MPa 2.2 MPa 4.7 MPa 8.6 MPa 2.2 MPa 4.1 MPa 7.2 MPa

Muratura in gasbeton: r= 3.8 MPa In generale la resistenza funzione delle caratteristiche del blocco e della malta. Carico ammissibile: 1/5 del valore di rottura Gli inserimenti di nuovi elementi murari con funzione portante devono rispettare le indicazioni della normativa.

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COLLAUDO STATICO
1. Ispezione generale dellopera nel suo complesso e confronto delle parti pi significative con i disegni esecutivi progettuali. 2. Esame dei certificati di prove sui materiali. 3. Esame delle risultanze delle eventuali prove di carico ordinate dal Direttore dei Lavori. 4. Controllo dellimpostazione generale del progetto e della sua conformit alle norme. Il Collaudatore pu ordinare: prove di carico (tipicamente sui solai); saggi diretti sulle murature o su singoli elementi resistenti (carotaggi di piccolo diametro su elementi in calcestruzzo armato o su elementi in laterizio purch pieni, etc.); controlli non distruttivi sulle murature (prove con martinetti piatti sulle murature, etc.).

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CONSOLIDAMENTO STATICO:
opere necessarie per rendere ledificio atto a resistere alle azioni verticali ed orizzontali. Il Consolidamento Statico obbligatorio nei seguenti casi: sopraelevazione o ampliamento; variazione di destinazione duso con incremento dei carichi di oltre il 20%; mutamento radicale dellorganismo edilizio rispetto a quello esistente a seguito di pesanti interventi strutturali; rinnovamento e sostituzione di parti strutturali delledificio che implichino sostanziali alterazioni del comportamento globale delledificio; interventi strutturali per reintegrare lorganismo edilizio esistente mediante un insieme sistematico di opere. Il Consolidamento Statico non obbligatorio in caso di: spostamento di pareti divisorie; apertura di nuovi varchi nelle pareti portanti; rinforzo di alcuni elementi strutturali (solai, volte, singole pareti portanti, travi del tetto) con sostituzione o aggiunta di elementi portanti; rifacimento limitato di alcuni orizzontamenti, di porzioni di muratura, di parti delle coperture; risarcimento di murature lesionate con interventi localizzati; inserimento di alcune catene; inserimento di nuovi elementi strutturali che non mutano lorganismo edilizio (ad esempio lapertura di una scala interna di collegamento tra due piani); in caso di mutamento di destinazione duso che non cambi sostanzialmente i carichi verticali (ad esempio la conversione di unabitazione in un ufficio non aperto al pubblico).

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OSSERVAZIONE La normativa impone il Consolidamento Statico solo per radicali mutamenti dellorganismo edilizio o in presenza di un insieme sistematico di opere strutturali. Quando gli interventi sono pur sempre interventi strutturali ma non inducono radicali mutamenti dellorganismo edilizio o sono interventi disorganici (gli interventi organici sono solo quelli che coinvolgono ledificio in tutto il suo complesso) anche se rivolti a ripristinare la funzionalit degli elementi strutturali esistenti allora il Consolidamento Statico non necessario . Il Consolidamento Statico consiste in opere necessarie per rendere ledificio atto a resistere alle azioni verticali ed orizzontali , quindi consiste in un adeguamento delle strutture, ad esempio, ai sovraccarichi utili previsti dalla normativa vigente (200 kg/mq per edifici di civile abitazione). Quando il Consolidamento Statico non necessario, pertanto, non necessario ladeguamento delle strutture ai carichi previsti dalla normativa. Ne segue che la normativa ammette che negli edifici in muratura esistente si possano i sovraccarichi massimi possono essere inferiori rispetto a quelli delle costruzioni nuove. Si tratta degli edifici antichi che costituiscono unampia parte del patrimonio edilizio italiano.

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ESEMPIO: Ristrutturazione di ununit immobiliare I lavori prevedono: - rifacimento di tutti gli impianti, - spostamento di alcune pareti divisorie, - rinforzo dei solai di due locali con integrazione di elementi portanti e sostituzione di alcune travi di legno degradate. Gli interventi previsti non rappresentano un insieme organico di opere in quanto sono interventi localizzati su alcune strutture e interessano una limitata parte delledificio (una sola unit immobiliare) e non mutano lorganismo edilizio, quindi non ricorre la necessit di un Consolidamento Statico. Pertanto, non necessario verificare che gli orizzontamenti esistenti siano in grado di sopportare il sovraccarico utile di 200 kg/mq previsto dalla normativa per i locali ad uso residenziale.

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PROGETTAZIONE , ESECUZIONE E COLLAUDO DI STRUTTURE P REFABBRICATE


D. M. LL. PP. del 3 dicembre 1987 Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate
(G.U. n. 106 del 7 maggio 1987 suppl.) (in sostituzione della Circ. M. LL. PP. n. 6090 dell11 agosto 1969)

OGGETTO DELLA NORMA


Tutte le strutture prefabbricate in conglomerato cementizio semplice od armato normale e precompresso destinate alla realizzazione di edifici civili e industriali La norma non si applica ai manufatti di produzione occasionale (ad esempio: lastre e cordoli prodotti a pi dopera per specifici impieghi, travetti impiegati come architravi sopra-finestra, etc.)

DEFINIZIONI
Struttura prefabbricata: una struttura realizzata mediante lassociazione, e/o completamento in opera, di pi elementi costruiti in stabilimento o a pi dopera. I manufatti prodotti in serie si dividono in due categorie: in serie dichiarata: manufatti prodotti in serie in stabilimento per i quali stata depositata la documentazione progettuale esecutiva nonch la Relazione di Calcolo presso il servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici (art. 9 Legge n.
1086 del 5 novembre 1971) e per i quali, per limpiego in

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zona sismica, il Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici didoneit allimpiego in zona sismica (art. 7
Legge n. 64 del 2 febbraio 1974). Verifica : Coefficiente di sicurezza c=1.6 (S.L.U.), tensioni ammissibili nel CSL come da normativa (M.T.A.).

in serie controllata: i manufatti dichiarati sottoposti anche a verifica sperimentale da Laboratori Ufficiali o Autorizzati.
Verifica : Coefficiente di sicurezza c=1.52 (S.L.U.), tensioni ammissibili nel CSL +5% (M.T.A.)

OSSERVAZIONE La verifica degli elementi e delle strutture prefabbricate deve tenere conto non solo delle fasi finali dimpiego ma anche delle fasi provvisionali di trasporto e di posa in opera, delle fasi di posa in opera in cui la struttura pu anche assumere schemi statici diversi nelle varie fasi di montaggio. Si devono valutare gli effetti dinamici dei carichi nonch la stabilit degli elementi prefabbricati prima del loro completamento in opera (ad esempio si verifica che le lastre di solaio siano in grado di sostenere il peso delloperatore e del getto di completamento) onde evitare il collasso di alcune parti di strutture ovvero il collasso a catena di tutta la struttura. In generale, in una struttura prefabbricata si deve porre attenzione che, durante le fasi intermedie del suo montaggio, non si formino schemi statici labili.

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TOLLERANZE
T OLLERANZE DI PRODUZIONE Travi e pilastri: lunghezza: 1/800 della luce se la luce maggiore di 20 m 25 mm se la luce minore di 20 m dimensioni trasversali della sezione: 10 mm posizione dellarmatura: tolleranza dedotta dalle verifiche Pannelli di solaio e di parete lunghezza e larghezza: 20 mm spessore: 10 mm complanarit: 1/500 della dimensione, tra 10 mm e 20 mm T OLLERANZE DI MONTAGGIO Conformemente alle indicazioni di progetto.

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RESPONSABILIT
Legge 1086/71.

E CONTROLLI

Vengono eseguiti conformemente alle prescrizioni della

Responsabile della produzione: assume la funzione di Direttore dei lavori e deve essere costituito da una figura professionale abilitata alla funzione. Responsabilit del produttore: piena responsabilit civile e penale sulla conformit della struttura prefabbricata alle indicazioni di etichetta . Responsabilit complessiva. Prelievi: come da norme tecniche vigenti,inoltre: prove a 28 giorni sui calcestruzzi su un prelievo ogni 5 giorni almeno; prove nelle fasi significative della produzione (ad esempio allepoca prevista per il disarmo, che pu avvenire a poche ore dal getto per effetto di procedimenti accelerati di maturazione). OSSERVAZIONE La fornitura deve essere accompagnata da un Certificato dOrigine che includa i certificati di verifica del calcestruzzo impiegato. Il Certificato dOrigine deve essere accluso alla Relazione Finale del Direttore dei Lavori (depositata allUfficio del Cemento Armato) D.M. LL. PP. 9 gennaio 1996. del progettista: relativamente

allinserimento dellelemento prefabbricato nella struttura

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Dichiarazione di prodotti controllati: Viene concessa dal Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici, sentito il Consiglio dei Lavori Pubblici, dopo 2 anni di produzione e 1000 m3 di getto di cls o 1000 esemplari prodotti (deroghe specifiche possono essere concesse
dallo stesso S.T.C.). Il produttore deve presentare al S.T.C.

del M. LL. PP. relazione triennale sulla produzione.

COLLAUDO
Valgono le prescrizioni della Legge 1086/71. La norma suggerisce la nomina di collaudatori con funzioni in corso dopera, cui compete: lesecuzione di prove di carico sulla struttura completa o sugli elementi prefabbricati se lo ritiene necessario; in assenza di prove di carico il collaudatore deve sempre eseguire ispezioni in corso dopera mediante controlli delle dimensioni e mediante prove non distruttive (prove sclerometriche, prelievi di piccoli campioni). per serie controllata il collaudatore deve acquisire i certificati delle prove rilasciati dal Laboratorio Ufficiale o Autorizzato.

ALTRI DOCUMENTI
Il produttore di elementi prefabbricati dovr fornire al committente gli elaborati (disegni, particolari costruttivi, ecc.) firmati dal progettista e dal responsabile della produzione, secondo le rispettive competenze, contenenti istruzioni per il corretto impiego dei manufatti..

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PROGETTAZIONE , ESECUZIONE E COLLAUDO DI OPERE GEOTECNICHE


D. M. LL. PP. 11 marzo 1988 Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce,
la stabilit dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, lesecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione
(G.U. n. 127 del 1 giugno 1988 suppl. - Sostituisce D. M. 21 gennaio 1981)

Circ. M. LL. PP. n. 30483 24 settembre 1988 Legge 2 febbraio 1994 n. 64 art. 1 D. M. 11 marzo 1988. Norme tecniche
riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilit dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, lesecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Istruzioni per lapplicazione

Rappresenta la normativa specifica in materia di fondazione prevista dalla Legge n. 64 del 2 febbraio 1974 (costruzioni in zone sismiche) che arriva a distanza di 14 anni.

OGGETTO DELLA NORMA


Indagini in situ sui terreni (terre e rocce). Progetto, Esecuzione e Collaudo delle opere di fondazione e di sostegno, nonch dei manufatti di materiali sciolti e manufatti sotterranei. Studio della stabilit dei pendii naturali Progetto di stabilizzazione di pendii e ammassi terrosi e rocciosi, progetto di scavi, di discariche, consolidamento di fondazioni e opere di sostegno. Studio di fattibilit di opere in sottosuolo. Valutazione degli effetti dellemunigmento dal sottosuolo di liquidi e fluidi (subsidenza, variazione del regime idraulico sotterraneo, modifica ed inquinamento delle falde).

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OSSERVAZIONE Non sono previste dalla normativa le opere di Ingegneria Ecologica.

F INALIT DELLA NORMA


Verifiche di stabilit delle opere geotecniche con adeguati margini di sicurezza (vengono definiti i coefficienti di sicurezza richiesti). Verifica degli spostamenti per effetto della deformabilit dei terreni. OSSERVAZIONE La norma prevede esplicitamente che: In caso di costruzioni di modesto rilievo in rapporto alla stabilit globale dellinsieme opera-terreno, che ricadano in zone gi note, la caratterizzazione del sottosuolo pu essere ottenuta per mezzo della raccolta di notizie e dati sui quali possa responsabilmente essere basata la progettazione. In questo caso i calcoli geotecnici di stabilit e la valutazione degli spostamenti possono essere omessi, ma lidoneit delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata con apposita relazione . Pertanto la caratterizzazione diretta del terreno non sempre obbligatoria . In particolare lesecuzione di prove dirette in situ e su campioni di terreno prelevati non obbligatoria le costruzioni (geotecniche) assumono modesto rilievo in rapporto alla stabilit globale dellinsieme opera-terreno. In altri termini la norma non richiede che lopera geotecnica sia di modesto rilievo, ma che abbia modesto rilievo sulla stabilit dellopera.

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Esempio. Fondazioni di un edifico civile di 6 piani. Caso A - La zona non presenta dissesti n movimenti franosi, assetto geologico privo di anomalie; da informazioni assunte in loco (progettisti di opere limitrofe, persone del posto) si rileva una situazione geologica normale. Possono essere previste usuali opere di fondazione (ad es. plinti isolati collegati da travi o travi rovesce), che non hanno rilevante effetto sulla stabilit dellinsieme opera-terreno. Le prove geotecniche dirette possono essere omesse, salvo verificare in corso dopera eventuali situazioni non previste in fase progettuale. Caso B - La zona presenta dissesti (alcune lunette di frana, cenni di cedimenti delle pavimentazioni stradali, lesioni anche rilevanti sui piazzali pavimentati, segni di profonde erosioni per copioso ruscellamento), una significativa irregolarit geologica (affioramenti rocciosi con giaciture differenziate a breve distanza), una composizione delle terre incerta e le persone del luogo testimoniano una certa disomogeneit delle terre. E prevedibile una grande importanza delle opere di fondazione sulla stabilit globale dellopera prove dirette obbligatorie. Caso C Ledificio prossimo ad un pendio a forte pendenza. Indipendentemente dalla situazione geologica, il rilevante carico trasmesso dalledificio alle fondazioni, che sorgono in prossimit di un pendio (o proprio su un pendio marcato), richiede unattenta valutazione del problema fondazionale (ad esempio: substrati rocciosi a reggipoggio o a franapoggio) e della stabilit del versante. Indagini geotecniche obbligatorie. La norma prevede una Relazione Geologica ed una Relazione Geotecnica.

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R ELAZIONE GEOLOGICA E redatta da un Geologo E richiesta per: Manufatti di materiale sciolto (tra cui i rinterri); Gallerie e Manufatti sotterranei (ad es.: autorimesse interrate); Valutazione della stabilit di pendii, Stabilizzazione di pendii e di frane; Scavi non armati che presentino pericolo per la sicurezza; Studio di fattibilit per piani urbanistici e di grossi complessi (insediamenti civili ed industriali, strade, ferrovie, opere marittime, reti idriche e fognarie, aeroporti, bacini idrici e sistemi di derivazione e di captazione delle acque, impianti di estrazione di petrolio e di gas, bonifiche e sistemazione del territorio, cave di prestito); Discariche e Colmate; Emungimento da falde idriche; Consolidamento dei terreni (ad es. stabilizzazione di un terreno paludoso); Drenaggi e Filtri; Ancoraggi; Non richiesta per: Dighe in terra (seguono specifica normativa); Edifici Civili ed Industriali di piccole dimensioni quando non sia necessaria la valutazione della stabilit del pendio; Scavi non armati che non presentino pericolo (per laltezza dello scavo in rapporto alle caratteristiche meccaniche dellopera). Contiene: illustrazione della litografia locale (tipo di substrato roccioso) e della relativa stratigrafia; origine e natura del litotipo (tipo di roccia); stato di alterazione, fratturazione e degradabilit del litotipo; lineamenti morfologici della zona; processi morfologici in atto e potenziali; caratteri geostrutturali generali, geometria e caratteristiche delle superfici di discontinuit; schema della circolazione idrica superficiale e sotterranea.

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R ELAZIONE GEOTECNICA E redatta da un Ingegnere. E richiesta per: tutte le opere che ricadono nella normativa; Contiene: illustrazione della localizzazione dellarea; criteri di programmazione ed i risultati delle indagini in sito ed in Laboratorio (se necessarie) e le tecniche adottate; SCELTA DEI PARAMETRI GEOTECNICI DI PROGETTO riferiti alle caratteristiche della costruenda opera; programma delle eventuali ulteriori indagini in fase esecutiva. OSSERVAZIONE La Relazione Geologica non deve contenere dati sulle caratteristiche meccaniche del terreno o delle rocce. Le caratteristiche meccaniche del terreno (carico di rottura, coesione, angolo di attrito, variazione di queste caratteristiche con il contenuto dacqua) sono riservate alla Relazione Geotecnica. Un errore piuttosto frequente che si riscontra nelle Relazioni Geologiche ritrovarvi lindicazione del carico di rottura del terreno. La norma, su questo argomento, (una volta tanto) di una chiarezza esemplare: le caratteristiche meccaniche devono essere valutate solo da un Ingegnere (non da un Architetto). Purtroppo non tutti gli Uffici Pubblici conoscono questa normativa.

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COLLAUDO
Oltre alle prescrizioni della Legge 1086/71, il collaudo di opere geotecniche, sulla base di tutte le informazioni disponibili, deve: accertare la rispondenza delle opere eseguite alle previsioni progettuali; la rispondenza dellesecuzione alla normativa in materia di opere geotecniche, eseguire tutte le indagini che il collaudatore ritenesse necessarie. OSSERVAZIONE La normativa non cita esplicitamente le prove di carico in quanto non possibile eseguire prove di carico su strutture di fondazione. Unica eccezione costituita dai pali di fondazione per i quali sono previste nel dettaglio le modalit della prova di carico.

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NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE , ESECUZIONE E COLLAUDO DELLE STRUTTURE


Lart. 21 della Legge n. 1086/71 prevedeva lemanazione di norme tecniche per le costruzioni soggette alla Legge 1086/71, le prime entro 6 dallentrata in vigore della Legge e aggiornate successivamente ogni 2 anni. Anche se laggiornamento non mai stato eseguito con la cadenza prevista (2 anni rappresentano un lasso di tempo veramente breve), la Normativa Tecnica, a partire dal 1971, si organizzata separando le norma in: Norme Tecniche relative ai carichi e sovraccarichi sulle costruzioni; Norme Tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture. Le Norme Tecniche vengono ema nate dal Ministero dei Lavori Pubblici, sentito il Consiglio Superiore dei lavori Pubblici ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche, sotto forma di Decreto. A distanza di circa 6 mesi dallemissione vengono in generale seguite da una Circolare che contiene le Istruzioni per lapplicazione delle norme emesse con Decreto.

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NORMATIVA TECNICA

IN VIGORE

Carichi e Sovraccarichi sulle strutture D. M. del 16 gennaio 1996 Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi
(G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996) (Sostituisce il decreto del 12 febbraio 1982)

Circolare M. LL. PP. n. 156AA.GG/STC del 4 luglio 1996 Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996.
(G.U. n. 217 del 16 settembre 1996 suppl.)

Calcolo, Esecuzione e Collaudo delle strutture D. M. LL. PP. del 9 gennaio 1996 Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche
(G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996) (Sostituisce in parte il decreto del 9 febbraio 1992)

Circolare M. LL. PP. n. 252 del 15 ottobre 1996 Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996.
(G.U. n. 277 del 26 novembre 1996 suppl.)

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CARICHI E SOVRACCARICHI SULLE STRUTTURE


C ARICHI E SOVRACCARICHI Carichi permanenti: quelli non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione (pesi propri delle strutture, dei tamponamenti, dei pavimenti e degli intonaci); Sovraccarichi variabili: in funzione della destinazione duso.
Sovraccarico Tipo di Locale Ambienti di civile abitazione e terrazze senza affollamento Ambienti di civile abitazione e terrazze con affollamento Ambienti di civile abitazione e terrazze con grande affollamento (cinema, teatri ..) Sale da ballo, palestre, tribune, magazzini, librerie Balconi, ballatoi e scale Sottotetti accessibili Coperture non accessibili Autorimesse per vetture: con peso superiore a 3 t con peso inferiore a 3 t Archivi, biblioteche, depositi, laboratori, officine verticale v. conc. (kg/m2) (kg) 200 300 400 500 400 100 50 250 valutare 600 200 200 300 400 200 200 120 orizz. (kg/m) 100 100 150 300 150 100 /

2*1000 100 valutare valutare 600 100

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DISTRIBUZIONE DEI CARICHI Le Istruzioni prevedono esplicitamente la possibilit di valutare le sollecitazioni in ogni elemento strutturale determinando la quota-parte di carico che vi compete mediante il procedimento delle aree di carico.

Si tratta di una procedura semplificata che, tuttavia, non conduce a risultati sostanzialmente differenti da quelli che si otterrebbero da unanalisi rigorosa della ripartizione dei carichi. NOTE I carichi concentrati non devono essere cumulati a quelli distribuiti. Il peso delle pareti divisorie di peso inferiore a 150 kg/m2 pu essere ripartito, aumentato del 50%, su tutto il solaio. Comunemente il peso delle pareti divisorie assunto equivalente ad un carico permanente di 50 kg/m2. Il peso delle pareti divisorie con peso superiore a 150 kg/mq deve essere considerato nella sua reale entit e nella sua effettiva posizione.

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I sovraccarichi utili non devono essere cumulati con quello della neve (ad esempio su un poggiolo si considerer il maggiore tra il sovraccarico utile e quello prodotto dalla neve. Per la verifica del singolo elemento strutturale ammessa una riduzione dei sovraccarichi che, a differenza delle precedenti norme tecniche, non funzione del numero di piani delledificio ma della superficie A di competenza dellelemento strutturale:

[ 0.50+10/ ] 1 [ 0.75+10/ ] 1
(per sale da ballo e locali suscettibili di grande affollamento)

OSSERVAZIONE Il sovraccarico di unautorimessa di soli 50 kg/mq superiore rispetto a quello di un edificio di civile abitazione, ma i carichi permanenti delle pavimentazioni di una autorimessa sono inferiori rispetto a quelli di un edificio residenziale. Ne segue che il carico complessivo sulle strutture identico nei due casi. I carichi concentrati servono a tenere conto della presenza di mobili particolarmente pesanti, come pianoforti, biliardi e casseforti.

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Alcuni sovraccarichi appaiono eccessivamente a favore di sicurezza, ad esempio nelle sale da ballo sono previsti 500 kg/mq, il che equivarrebbe supporre che in ogni mq della sala siano presenti circa 7 persone, il che non si verifica mai. Lelevato valore dei carichi serve a tenere conto degli effetti dinamici che si verificano durante i balli (il ballo con il ritmo pi vicino alla prima frequenza propria di risonanzadi un solaio tradizionale il boogie-voogie). Analogamente il raddoppio dei carichi sui balconi tiene conto della possibilit che le persone si radunino sul balcone per assistere ad una manifestazione sportiva ed esultino contemporaneamente. Carico della neve: viene definito un valore caratteristico del carico qsk in funzione della quota della sede delledificio, valore da modificare con un coefficiente di forma della copertura (accumulo di neve):

qs = qsk
Vengono previste 3 zone:

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Zona II Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Benevento, Avellino), Puglia (Foggia). qsk =115 kg/m2
quota: as 200 m

Campania

(Caserta,

qsk =115 + 2.6(a s 200)/1000 kg/m2 quota: 200 m < as 750 m qsk =258 + 8.5(a s 750)/1000 kg/m2 quota: as >750 m Zona I Valle DAosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Abruzzi, Molise, Marche. qsk =160 kg/m2
per quote as 200 m

qsk =160 + 3(a s 200)/1000 kg/m2 per quote 200 m < as 750 m qsk =325 + 8.5(as 750)/1000 kg/m2 per quote as >750 m Zona III Campania (Napoli e Salerno), Puglia (escluso Foggia), Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. qsk =75 kg/m2
per quote as 200 m

qsk =75 + 2.2(a s 200)/1000 kg/m2 per quote 200 m < as 750 m qsk =196 + 8.5(a s 750)/1000 kg/m2 per quote as >750 m Coefficiente di forma della copertura (esempio) inclinazione fino a 30: inclinazione da 30 a 60: inclinazione oltre 60:

= 0.8 = 0.8(60- )/30 = 0 (nessun accumulo di neve)

Il coefficiente di forma varia in funzione del numero di falde adiacenti.

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Carico del vento: viene definita una pressione statica normale alla superficie p equivalente allazione del vento che ottenuta da un valore di riferimento della velocit del vento vref corretto con un coefficiente ce che tiene conto dellesposizione delledificio, cp della sua sagoma geometrica, cd degli effetti dinamici delle raffiche e cf della rugosit della superficie:

p = (vref2/1.6) ce cp cd
Il vento esercita anche unazione tangente alla superficie legata alla sua rugosit (attrito del vento con la superficie):

pf = (vref2/1.6) ce cf

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C OMBINAZIONE DEI CARICHI La Circolare del 1996, istruzioni al decreto del 16 gennaio 1996, prende in considerazione solo il metodo di calcolo agli Stati Limite Ultimi e di Esercizio, sebbene il Metodo delle Tensioni Ammissibili sia ancora ammesso dalla normativa (il Decreto 9 febbraio 1992 ancora in vigore limitatamente alla parte relativa al M.T.A.). Stati Limite Ultimi: perdita di equilibrio della struttura o di una sua parte considerate come corpo rigido (analisi rigidoplastica); rottura localizzata di alcune sezioni; collasso per formazione di un cinematismo; instabilit; rottura per fatica di alcune sezioni; deformazioni anelastiche che richiedano la sostituzione di alcune parti strutturali delledificio; corrosione di alcune membrature strutturali. Stati Limite di Esercizio : deformazioni eccessive, fessurazioni premature o eccessive; corrosione; spostamenti oltre quanto ammissibile; vibrazione. Vengono definiti su basi probabilistiche: le resistenze dei materiali; i carichi e sovraccarichi agenti. Azioni e resistenze vengono definite mediante un valore caratteristico (definito su base probabilistica) da cui si ottiene il valore di calcolo mediante un coefficiente che funzione delleffetto dellazione (la riduce se lazione ha

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effetto a favore di sicurezza, laumenta se ha effetto a sfavore di sicurezza) e dello stato limite a cui ci si riferisce. In generale, per ogni Stato Limite (Ultimo o di Esercizio) viene definita una diversa combinazione dei carichi nella forma: Fd = g . Gk + p . Pk + q .Q1k + in cui Fd rappresenta lazione complessiva di progetto; g=1.4 (1.0 se il peso proprio a favore di sicurezza) p=0.9 (1.2 se il peso proprio a sfavore di sicurezza) q=1.5 (0 se il peso proprio a favore di sicurezza) Gk rappresenta i carichi permanenti; Pk rappresenta la forza di precompressione; Q1k rappresenta lazione variabile principale (rilevante in quello Stato Limite); Qik rappresentano le altre azioni variabili; 0i sono i coefficienti di combinazione modale che tengono conto della probabilit che le azioni variabili siano presenti in simultanea, funzione del tipo di azioni e del tipo di Stato Limite che si considera. In caso di verifiche con il Metodo delle Tensioni Ammissibili la formula di combinazione di carico deve essere intesa con tutti i coefficienti pari allunit. In caso di azioni eccezionali (urto o esplosione) si considerano i pesi propri, la precompressione (se presente) e lazione eccezionale soltanto.

q (0i . Qik)

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CALCOLO, ESECUZIONE E COLLAUDO

DELLE

STRUTTURE

NOVIT INTRODOTTE DALLA NORMA


Rappresenta la prima normativa tecnica che introduce nellordinamento nazionale italiano le norme tecniche introdotte dagli Eurocodici. Ed in particolare sono ammessi i seguenti procedimenti di calcolo: Metodo alle Tensioni Ammissibili: rimane in vigore quanto previsto dal D.M. 14 febbraio 1992. Metodo degli Stati Limite: Metodo Nazionale Italiano introdotto dal D.M. 3 ottobre 1978; Eurocodice EC2 ed EC3 limitatamente alle parti 1-1 OSSERVAZIONE La normativa europea viene recepita limitatamente ed esclusivamente alla Parte 1-1 di EC2, pubblicata in Italia come UNI-ENV 1992-1-1 (gennaio 1993) Eurocodice 2 Progettazione delle strutture in cemento armato normale e precompresso Parte 1.1.: Regole generali e regole per gli edifici, e alla Parte 1-1 di EC3, pubblicata in Italia da UNIENV 1993-1-1 (giugno 1994) Eurocodice 3 Progettazione delle strutture in acciaio Parte 1.1: Regole generali e regole per gli edifici. Larmonizzazione degli Eurocodici con la normativa italiana (definizione dei coefficienti di sicurezza e dei coefficienti parziali per rendere la normativa europea equivalente a quella nazionale italiana) avviene tramite i Documenti di Applicazione Nazionale (DAN) inclusi e facenti parte integrante del Decreto.

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STRUTTURA DELLA NORMA


P ARTE GENERALE Parte I - CEMENTO ARMATO NORMALE E P RECOMPRESSO Sezione I - Prescrizioni generali e comuni Sezione II - Metodo agli Stati Limite: progetto ed esecuzione Sezione III - Eurocodice 2: UNI ENV 1992-1-1: criteri e prescrizioni Parte II - ACCIAIO Sezione I - Prescrizioni generali e comuni Sezione II - Metodo agli Stati Limite: progetto ed esecuzione Sezione III - Eurocodice 3: UNI ENV 1993-1-1: criteri e prescrizioni Parte III - MANUFATTI PREFABBRICATI PRODOTTI IN SERIE Parte IV - COSTRUZIONI COMPOSTE DA ELEMENTI IN METALLI DIVERSI DALL ACCIAIO Parte V - NORME PER TRAVI COMPOSTE ACCIAIO-CALCESTRUZZO

Allegato 1 - REQUISITI DEI MATERIALI Allegato 2 - CONTROLLI SUL CONGLOMERATO Allegato 3 - CONTROLLI SU ACCIAI DA PRECOMPRESSO Allegato 4 - CONTROLLI DI BARRE E DI FILI DI ACCIAIO TRAFILATO Allegato 5 - CONTROLLI DI RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI
CON FILI LISCI O NERVATI DI ACCIAIO TRAFILATO

Allegato 6 - CONTROLLI DELL ADERENZA Allegato 7 - CONTROLLI SUI LATERIZI Allegato 8 - CONTROLLI SU ACCIAIO DA COSTRUZIONE

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P ARTE G ENERALE Rimanda al Decreto 14 febbraio 1992 e relativa Circolare 24 giugno 1993 per il Metodo delle Tensioni Ammissibili, ma le combinazioni di carico vengono ridefinite nel paragrafo 7. Ammette i Metodi agli Stati Limite nazionale ed europeo. Ammette altri metodi di verifica purch supportati da adeguati studi teorici e sperimentali purch autorizzati dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Le norme degli eurocodici, indirizzate prioritariamente agli edifici, possono essere applicate a strutture prefabbricate e ponti con unopportuna integrazione con le norme nazionali vigenti. La normativa Tecnica seguita deve essere esplicitamente e chiaramente indicata nella Relazione Tecnica Illustrativa del progettista che viene depositata allUfficio del Cemento Armato. Per la progettazione delle fondazioni si rimanda alle prescrizioni per le zone sismiche di cui al D.M. 16 gennaio 1996. OSSERVAZIONE Con questo rimando alla normativa specifica per le zone sismiche si rende evidente quella che una tendenza evolutiva della normativa italiana negli ultimi anni, ovvero di considerare tutto il territorio nazionale come un territorio sismico (a varia intensit) in cui le costruzioni debbano sottostare a prescrizioni di particolare cautela. La frequenza e la distribuzione geografica degli ultimi eventi sismici dimostra la fondatezza di questimpostazione.

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P ARTE I - CEMENTO A RMATO Si esclude ogni riferimento alle procedure di calcolo e di verifica. Per l ACCIAIO da cemento armato la norma prevede quattro tipologie: Fe b 22k, Fe b 32k (barre lisce) Fe b 38k e Fe b 44k (barre ad aderenza migliorata - in commercio reperibile ormai solo Fe b 44k). Poich il Decreto 14 febbraio 1992 rimane in vigore limitatamente al Metodo delle Tensioni ammissibili, rimane in vigore la distinzione tra acciaio non controllato in stabilimento ed acciaio controllato in stabilimento (fornito unitamente al suo certificato di prova rilasciato da un Laboratorio Ufficiale o Autorizzato). Lacciaio da cemento armato ad aderenza migliorata deve essere marchiato con un contrassegno indelebile che distingue la ferriera dorigine (si tratta di segni particolari impressi sulle barre nel corso del processo di corrugamento). Lo stabilimento di produzione deve essere riconosciuto dal Laboratorio Ufficiale e riportato sul Certificato di prova (pertanto i campioni inviati al Laboratorio devono riportate la marchiatura). Non ammesso limpiego di acciaio proveniente da rottame di ferro (una volta indicato come acciaio di pacchetto , ad esempio lacciaio Aq37 delle Acciaierie Aquila), ammesso limpiego di acciaio inossidabile. Lacciaio da cemento armato viene fornito agli stabilimenti di piegatura dalle acciaierie in rotoli. La normativa impone che il diametro massimo dellacciaio in

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rotoli sia di 14 mm (tecnicamente si pu arrivare a 16 mm), diametro entro il quale non sussiste alcuna limitazione alla lunghezza dei ferri darmatura. Per ferri da 16 mm e oltre il limite rimane quello usuale dei 12 mm in quanto il ferro viene fornito in barre con singole piegatura centrale (6 + 6m). Deroghe concesse su autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Gli stabilimenti di piegatura devono lavorare con acciaio qualificato (controllato in stabilimento). Vengono imposti dei limiti alla variabilit della resistenza degli acciai da cemento armato. OSSERVAZIONE Contrariamente ad una convinzione diffusa, un eccesso di resistenza dellacciaio, rispetto ai valori nominali, non si traduce in un aumento di resistenza della struttura. Questo vero specialmente in zona sismica dove il requisito essenziale la duttilit delle sezioni, non la resistenza. Anche in questa prescrizione si evidenzia la tendenza della normativa ad imporre prescrizioni di tipo antisismico. Per le staffe il diametro minimo imposto 6 mm, per i ferri longitudinali 8 mm. I ferri per impieghi strutturali non possono avere diametro inferiore a 5 mm. Per i fili delle reti elettrosaldate definito il diametro minimo di 5 mm e massimo di 12 mm, con limite massimo della maglia di 35 cm. Per le reti e i tralicci

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prefabbricati deve essere provata anche la resistenza al distacco dei punti di saldatura. Per acciai provenienti da paesi extracomunitari sono prescritti tutti i controlli richiesti per la qualificazione in stabilimento dellacciaio. Per impieghi strutturali non sono ammessi CALCESTRUZZI di classe Rck < 15 MPa = 150 kg/cm2 per strutture in cemento armato normale e di classe Rck < 30 MPa = 300 kg/cm2 per strutture in cemento armato precompresso. Per impieghi strutturali non possibile tenere in conto resistenze del calcestruzzo superiori a 55 MPa = 550 kg/cm2 (il che esclude i calcestruzzi ad alta resistenza, gli High Strength Concrete HSC). Per calcestruzzi con Rck > 40 MPa = 400 kg/cm2 la norma richiede controlli qualitativi preventivi sulla miscela e sui processi di produzione (controllo di qualit) nonch verifiche particolarmente accurate. La soletta collaborante sulle volterrane dei solai (caldana) deve avere spessore non inferiore a 4 cm. Per i PRODOTTI PREFABBRICATI si rimanda alla specifica normativa.

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P ARTE II - A CCIAIO Viene esplicitamente ammesso limpiego delle procedure di calcolo e verifica della normativa UNI-CNR 10011-86. I valori delle resistenze caratteristiche in funzione dello spessore della lamiera sono stati armonizzati con la normativa europea UNI-ENV 10025 (gennaio 1992). Lacciaio rimane classificato nelle tre categorie Fe 360, Fe 430 ed Fe 510 (comunemente in commercio Fe 360). Dalla classificazione dei bulloni scompare la classe 6.6 che viene sostituita dalla classe 6.8. Sono scomparsi i riferimenti al Metodo delle Tensioni Ammissibili (rimane ammesso conformemente alle prescrizioni del Decreto 14 febbraio 1992). Per gli elementi inflessi, a seguito della modifica (aumento) dei carichi di neve e vento introdotti dal decreto 16 gennaio 1996, ammessa una riduzione di queste azioni fino al 30% (al pi si possono considerare azioni che sono il 70% di quelle previste dal decreto 16 gennaio 1996). Per il resto la normativa ripercorre quella del 1992, gi consolidata ed in buona parte armonizzata con gli standard europei.

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C ONTROLLI E PRELIEVI SUI MATERIALI DA COSTRUZIONE La normativa prevede che vengano prelevati in corso dopera campioni di tutti i materiali da costruzione impiegati e che vengano verificati da un Laboratorio Ufficiale o Autorizzato ai sensi della Legge 1086/71. Pertanto necessario provvedere al prelievo di: calcestruzzo, acciaio da cemento armato (anche se corredato della certificazione che ne attesta la qualificazione in stabilimento), acciaio da carpenteria metallica. I certificati delle prove dovranno essere allegati alla Relazione Finale del Direttore dei Lavori e trasmessi in originale al Collaudatore. C ONTROLLI SUL CALCESTRUZZO Sono previsti tre tipi di controlli: Studio preliminare di qualificazione: si esegue nella centrale di betonaggio. Controllo di accettazione: si esegue durante lesecuzione delle opere a cura del Direttore dei Lavori. Prove complementari: prove ulteriori ordinate dal Direttore dei Lavori o dal Collaudatore (ad esempio prove sclerometriche, prove di pullout).

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CONTROLLO DI ACCETTAZIONE
Dimensione dei campioni: cubi 15x15x15 cm prelevati sempre a coppie (cubiere di polistirolo, legno, metalliche, di materiale plastico). Modalit di prelievo: dagli impasti al momento della posa in opera nei casseri alla presenza del Direttore dei Lavori o di un tecnico di sua fiducia. Lo stesso Direttore dei lavori deve sottoscrivere linvio dei campioni al Laboratorio. OSSERVAZIONE E prassi che le centrali di betonaggio propongano al Direttore di Lavori di provvedere al confezionamento direttamente nella centrale di betonaggio dei cubi di prova del CLS fornito e alla successiva verifica nei propri laboratori (o presso Laboratori Autorizzati). Questa modalit di esecuzione dei prelievi del tutto contraria alla norma in quanto il prelievo non viene eseguito dagli impasti al momento della posa in opera nei casseri. La norma richiede che il cubo venga confezionato con CLS prelevato dalle casseforme in quanto il legislatore era ben consapevole della prassi diffusa nei cantieri, complici gli autisti delle autobetoniere, di aggiungere acqua agli impasti al momento dellarrivo in cantiere, prima dellesecuzione del getto. I provini confezionati nella centrale di betonaggio verificano un calcestruzzo che pu essere anche profondamente diversi rispetto a quello posto in opera.

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C ONTROLLO TIPO A Costruzioni con meno di 1500 m3 di CLS. Tre prelievi (due cubi per ogni prelievo) ciascuno dei quali eseguito su un massimo di 100 m3 di miscela omogenea. Comunque un prelievo per ogni giorno di getto; sempre 3 prelievi ma senza lobbligo di prelievo giornaliero se la costruzione richiede meno di 100 m3 di CLS. La norma prevede che per ogni costruzione si eseguano 3 prelievi, ovvero che vengano provati non meno di 6 cubi. Esiste una diffusa ed errata convinzione che la norma prescriva un prelievo (due cubi) ogni 100 m3 di getto omogeneo; in realt la norma prescrive almeno 3 prelievi, ognuno dei quali su non pi di 100 m3. Per costruzioni di meno di 100 m3 la norma prevede esplicitamente 3 prelievi: un collaudatore che si trovi di fronte al certificato di prova di soli due cubi, quindi, deve procedere ad ulteriori accertamenti, ad esempio mediante carotaggi nella struttura, poich il controllo di accettazione stato non conforme alla normativa. Esito della prova: Resistenza media dei 6 cubi Rck + 3.5 MPa = Rck + 35 kg/cm2 Resistenza minima tra i 6 cubi Rck 3.5 MPa = Rck 35 kg/cm2

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C ONTROLLO TIPO B Costruzioni con pi di 1500 m3 di CLS. E ammesso il controllo statistico con frequenza non inferiore ad un controllo statistico ogni 1500 m3. Un prelievo (due cubi) ogni giorno di getto di miscela omogenea e non meno di 15 prelievi ogni 1500 m3 di miscela omogenea. Esito della prova: Resistenza media dei 6 cubi Rck + 1.4s Resistenza minima tra i 6 cubi Rck 3.5 MPa = Rck 35 kg/cm2 essendo s lo scarto quadratico medio dei 15 o pi prelievi. OSSERVAZIONE Per entrambe i tipi di controllo la norma definisce solo frequenze minime di controllo , raccomandando controlli maggiori quando se ne ravvisi la necessit. La norma fa costante riferimento alla miscela omogenea senza fornire il significato di questa locuzione. Se per miscela omogenea sintendesse il CLS di una stessa autobetoniera la normativa ne avrebbe fatto esplicito riferimento, e comunque: 1) ne conseguirebbe una quantit di prelievi difficilmente gestibile; 2) non ci sarebbe spazio per laumento di controlli previsto esplicitamente dalla normativa. Pare pi aderente allo spirito della normativa, allora, identificare la miscela omogenea con CLS della medesima classe.

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ESEMPI Caso A. Edificio di civile abitazione a 5 piani, CLS prescritto Rck 25 MPa = 250 kg/cm2. Volume complessivo di CLS omogeneo: < 1500 m3 (420 m3) 5 prelievi (10 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto) Caso B. Edificio di civile abitazione a 5 piani, CLS prescritto: 1) Rck 25 MPa = 250 kg/cm2 in fondazione; 2) Rck 35 MPa = 350 kg/cm2 in elevazione. Volume complessivo di CLS omogeneo:
3 classe 250: volume <1500 m (260 m3) 3 prelievi (6 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto)

classe 350: volume <1500 m3 (580 m3 ) 6 prelievi (12 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto) Caso C. Complesso residenziale di civile abitazione costituito da 8 caseggiati da 6 piani ciascuno, CLS prescritto: 1) Rck 25 MPa = 250 kg/cm2 in fondazione; 2) Rck 35 MPa = 350 kg/cm2 in elevazione. Volume complessivo di CLS omogeneo: classe 250: volume <1500 m3 (850 m3 ) 9 prelievi (18 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto) classe 350: >1500 m3 (3350 m3) un prelievo giornaliero ma comunque non meno di 45 prelievi totali (15 prelievi ogni 1500 m3 o frazione di 1500 m3, complessivamente 90 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto)

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Caso D. Ristrutturazione limitata di un piccolo edificio in muratura di civile abitazione a 2 piani, CLS prescritto Rck 25 MPa = 250 kg/cm2 in fondazione. Volume complessivo di CLS omogeneo: < 1500 m3 (15 m3) 3 prelievi (6 cubi prelevati a coppie nella stessa fase di getto) OSSERVAZIONE Il caso D prevede una tipologia di lavori piuttosto frequente, che alle volte consiste soltanto nel rifacimento di un solaio al piano e del solaio di copertura e per la quale parrebbe eccessivo eseguire addirittura 3 prelievi (6 cubi). Si richiama la normativa in materia di costruzioni in muratura che, in questo caso, prevede che si proceda al consolidamento. Allora le opere in cemento armato, pure se di limitata estensione, sono di rilevante importanza nei riguardi della stabilit complessiva dellopera e richiedono il deposito degli elaborati progettuali allUfficio del Cemento Armato con conseguente Collaudo Statico. Poich la norma non prevede eccezioni, anche in questo caso obbligatorio eseguire i 3 prelievi. Il rigore della norma pu apparire eccessivo, ma si tenga conto che i lavori dove gli standard qualitativi sono pi bassi sono proprio i piccoli lavori, che spesso vengono appaltati a piccole imprese artigiane che non conoscono le Regole dellArte e che, magari, seguono la filosofia che se nel calcestruzzo un po dacqua fa bene, allora tanta acqua fa meglio ancora. Purtroppo si verifica che anche i progettisti sono poco attenti ai controlli di qualit e sottovalutano questo tipo dinterventi. In taluni casi, forse casi limite, il risultato costituito da calcestruzzi che, sottoposti a verifica strumentale, hanno una resistenza attorno ai 50 kg/cm2.

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C ONTROLLI SULLA CCIAIO DA C EMENTO A RMATO Un prelievo per ogni diametro di ciascuna fornitura. Prelievo: 3 barre da 1 m ciascuna (con attenzione che almeno una contenga la marchiatura dellacciaieria). Prove in Laboratorio: Barre di armatura: rottura per trazione (resistenza) piegamento (fragilit) Rete elettrosaldata: rottura per trazione (resistenza del filo) distacco nel nodo (resistenza della saldatura)

OSSERVAZIONE Il prelievo in cantiere e la verifica in Laboratorio devono essere eseguiti anche se richiesto in fase progettuale limpiego di acciaio qualificato (controllato in stabilimento). Sebbene la normativa prenda in considerazione solo acciaio qualificato, la coesistenza del metodo delle Tensioni ammissibili rende ancora ammissibile luso di acciaio non qualificato (non controllato in stabilimento).

ESEMPI Caso A. E previsto limpiego di barre 8, 12, 14 approvvigionate in ununica fase: 3 prelievi (3*3 = 9 barre da 1 m ciascuna, per ogni diametro almeno una barra deve riportare la marchiatura dellacciaieria).

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Caso B. E previsto limpiego di barre 8, 12, 14 20, approvvigionate in tre momenti distinti: 3*4 = 12 prelievi (12*3 = 36 barre da 1 m ciascuna, per ogni diametro e per ogni fornitura almeno una barra deve riportare la marchiatura dellacciaieria). C ONTROLLI SULLA CCIAIO DA CARPENTERIA Un prelievo per ogni tipo di profilato per ciascuna fornitura. Prelievo: porzione di profilato da sagomare a clessidra (dimensioni in funzione degli spessori e delle dimensioni del profilato). Prelievo in cantiere: dimensione massima compatibilmente con le dimensioni delle travi.

OSSERVAZIONE Per poter eseguire il prelievo in cantiere necessario che insieme alle travi vengano richiesti dei monconi tratti dallo sfrido di lavorazione. Spesso si ritiene che non ci sia bisogno di sottoporre a verifica i profilati metallici, ma la normativa non prevede questa deroga.

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PROGETTAZIONE , ESECUZIONE E COLLAUDO DI STRUTTURE IN ZONE SISMICHE


D. M. LL. PP. del 16 gennaio 1996

Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche


(G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996 - sostituisce la Circ. M. LL. PP. del 24 gennaio 1986)

Circolare M. LL. PP. n. 655/AA.GG del 10 aprile 1997 Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996.
(G.U. n. 97 del 28 aprile 1997 suppl.)

OGGETTO DELLA NORMA


Tutte le costruzioni la cui sicurezza possa comunque interessare la pubblica incolumit da realizzarsi nelle zone dichiarate sismiche ai sensi dellart. 3 della Legge n. 64 del 2 febbraio 1974. Ricadono sotto le prescrizioni di questo Decreto: edifici civili e militari di qualunque consistenza; edifici industriali di qualunque consistenza; la parte edilizia dimpianti industriali; infrastrutture (ponti, viadotti, gallerie); opere di sostegno; grandi opere pubbliche (ad es. stadi, piscine) tettoie e pensiline; strutture ad uso commerciale (chioschi, distributori di carburanti); edifici funzionali ad attivit produttive (stalle, depositi); edifici ad uso diverso (ad es. autorimesse) in cui vi sia libero accesso alle persone.

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LIMITATAMENTE AGLI EDIFICI ESISTENTI

DEFINIZIONI
Miglioramento sismico: esecuzione di una o pi opere riguardanti i singoli elementi strutturali delledificio con lo scopo di conseguire un maggiore grado di sicurezza senza, per altro, modificare in maniera sostanziale il comportamento globale delledificio . E obbligatorio quando sinterviene su parti strutturali delledificio e sempre se si tratta di un edificio monumentale (vincolo ex Legge 1089/39 ora D.LGS n. 490 del 29 ottobre 1999). In caso di miglioramento sismico la relazione di Calcolo deve dimostrare che lintervento non altera sostanzialmente il comportamento delledificio. Adeguamento sismico: esecuzione di un complesso di opere sufficienti a rendere ledificio atto a resistere alle azioni sismiche. E obbligatorio negli stessi casi in cui obbligatorio il consolidamento delle strutture in muratura (cui si rimanda). OSSERVAZIONE Nel caso in cui ledificio non abbia bisogno di interventi di adeguamento ( gi idoneo a resistere alle azioni sismiche) necessario predisporre una Relazione Tecnica di Verifica da depositare con le stesse modalit di un Progetto ex novo. Competenze professionali: le stesse previste dalla Legge 1086/71

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INTERVENTI SU EDIFICI ESISTENTI


P ER LE STRUTTURE IN MURATURA Incatenamenti al livello del piano terreno, orizzontamenti e dellimposta della copertura. degli

Eliminazione delle spinte delle strutture spingenti (falde della copertura, volte, archi). Efficacia dei collegamenti tra gli orizzontamenti e le pareti (dispositivi contro lo sfilame nto delle travi). Irrigidimento dei solai nel loro piano (le cappe armate dirrigidimento dei solai, specie di quelli di legno, devono avere spessori limitati in quanto la normativa prevede una riduzione dei pesi strutturali). murature senza fuori piombo possono essere riparate mediante: iniezioni (talvolta inefficaci in funzione della tessitura della muratura); realizzazione dintonaci armati (da collegare solidalmente con le murature mediante smorze passanti e tasselli); inserimento di pilastrini in cemento armato (da connettere adeguatamente con le altre strutture); intirantature orizzontali e verticali; ricucitura di vecchie canne fumarie o zone danneggiate; cerchiatura delle aperture se presentano una distribuzione irregolare. solai: sostituzione con nuovi solai in cemento armato (intervento spesso fallimentare alla prova dei fatti per laumento notevole dei pesi concentrati al livello degli orizzontamenti) ammorsati mediante cordoli armati (la realizzazione del cordolo armato crea gravi danni alla struttura muraria esistente);

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ammesso limpiego di solai in legno per particolari esigenze. Scale : in acciaio o in cemento armato. ATTENZIONE: il metodo POR (analisi elasto-plastica con controllo della duttilit) non sempre applicabile nella verifica sismica. P ER LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO ED IN ACCIAIO Si deve tenere conto di elementi che normalmente non esplicano funzioni strutturali ma che comunque contribuiscono, non sempre a favore di sicurezza, alla risposta sismica delledificio (ad es. murature divisorie). Solai infinitamente rigidi nel proprio piano. Prevedere indagini specifiche sulla qualit dei materiali e sulla quantit darmatura disposta dal progettista (se non desumibile direttamente dal progetto strutturale). NOTA: per gli edifici in ceme nto armato previsto esclusivamente lintervento di adeguamento sismico.

COLLAUDO DEGLI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO


Eseguito secondo le medesime competenze professionali stabilite dalla Legge 1086/71, deve essere basato sulle risultanze di saggi e di prove sia in situ che su campioni in laboratorio. A differenza degli usuali Collaudi Strutturali le prove sperimentali (non necessariamente prove di carico) sono obbligatorie . Il Decreto suggerisce di preferire i collaudi in corso dopera.

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UN ESEMPIO RILEVANTE DI RIPARTIZIONE DEI

CARICHI:

APERTURA DI UN VARCO IN UNA MURATURA PORTANTE

Spesso la ristrutturazione di ununit immobiliare richiede lapertura di varchi, di dimensioni le pi diverse (da circa 1 m a 5 m), in murature portanti. Tale operazione, in genere, pu essere eseguita, ma valutando attentamente leffetto che lapertura ha sulla muratura circostante. La realizzazione di unapertura riduce la sezione resistente della parete e, di conseguenza, aumenta la compressione sulla parte di muratura residua.
Flusso delle tensioni in una muratura portante per l'apertura di un nuovo varco

Porzione di muratura che grava sull'architrave

Nuovo architrave (2 travi metalliche)

Spalline (da rinforzare)

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Come si pu osservare in figura, lapertura del varco determina un flusso delle tensioni verticali verso le porzioni di muratura disposte sui lati dellapertura. Allinterno della muratura, nel corso delle operazioni di apertura del varco, si viene a formare un arco naturale di scarico, la cui forma geometrica (entit del ribassamento dellarco) dipende dalla tessitura e dai materiali di cui costituita la muratura. Pertanto larchitrave (tipicamente una coppia di profilati metallici serie IPE o HE) non deve sostenere tutta la muratura sovrastante ma solo la porzione di muratura che si trova al di sotto dellarco naturale di scarico.

Flusso delle tensioni in una muratura portante per l'apertura di un nuovo varco per effetto di un solaio in prossimit dell'architrave

La formazione di un arco naturale di scarico determina la deviazione del flusso delle tensioni; poich larco naturale un arco ribassato, nascono delle componenti di spinta orizzontale che devono essere equilibrate dalla muratura adiacente ovvero da catene disposte allo scopo.

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Se il varco viene aperto in prossimit di una parete perimetrale si possono verificare delle deformazioni anomale della stessa parete per effetto della componente di spinta orizzontale attivata dallapertura del nuovo varco. In questi casi opportuno predisporre opportuni accorgimenti (catene) per eliminare la spinta orizzontale dellarco naturale.

Flusso delle tensioni in una muratura portante per l'apertura di un nuovo varco in prossimit di un muro perimetrale

In talune circostanze, per altro non troppo frequenti, lapertura di un varco in una parete, anche una muratura divisoria, pu condurre ad una redistribuzione dei carichi con effetti significativi sulle strutture orizzontali.

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APERTURA DI UN VARCO IN UNA MURATURA DIV ISORIA

In presenza di orizzontamenti (ad esempio un solaio ligneo) si deve tenere conto che larchitrave deve sostenere, oltre al peso della muratura di competenza, anche il peso trasmesso dal solaio ed il suo sovraccarico.

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RIFERIMENTI NORMATIVI
Adempimenti formali in materia di costruzioni in Cemento Armato o in Acciaio
1. Legge n. 1086 del 5 novembre 1971 Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica. (G.U. n. 321 del 21 dicembre
1971)

2. Circ. M. LL. PP. n. 11951 del 14 febbraio 1974 Applicazione della legge 5 novembre 1971, n. 1086. 3. Circ. M. LL. PP. n. 19581 del 31 luglio 1979 Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 7 Collaudo statico. 4. Circ. M. LL. PP. n. 19777 del 23 ottobre 1979 Competenza amministrativa: Legge 5 novembre 1971, n. 1086 Legge 2 febbraio 1974 n. 64. 5. Circ. M. LL. PP. n. 20049 del 9 gennaio 1980 Legge 5 novembre 1971 n. 1086. Istruzioni relative ai controlli sul conglomerato cementizio adoperato per le strutture in cemento armato . 6. L. R. n. 52 del 26 novembre 1984 Delega alle Provincie delle funzioni regionali relative alle opere in conglomerato cementizio armato normale e precompresso e a struttura metallica. (B. U. R.
L. n. 51 del 19 dicembre 1984)

7. D.P.R. n. 425 del 22 aprile 1994 Regolamento recante disciplina dei procedimenti di autorizzazione allabitabilit di collaudo statico e di iscrizione al Catasto . (G.U. n. 152 del 1 luglio
1994)

Carichi ed Azioni sulle costruzioni


8. D. M. del 16 gennaio 1996 Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi (G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996 - sostituisce il decreto del
12 febbraio 1982)

9. Circ. M. LL. PP. n. 156AA.GG/STC del 4 luglio 1996 Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996.
(G.U. n. 217 del 16 settembre 1996 suppl.)

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Calcolo, Esecuzione e Collaudo delle strutture


10. D. M. LL. PP. del 14 febbraio 1992 Norme tecniche per lesecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche (G.U. n. 65 del 18 marzo
1992) LIMITATAMENTE AL METODO DELLE TENSIONI AMMISSIBILI.

11. Circ. M. LL. PP. n. 37406/STC del 24 giugno 1993 Legge 5 novembre 1971 n. 1086. Istruzioni relative alle Norme tecniche per lesecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al decreto ministeriale 14 febbraio 1992. (G.U. n. 191 del 16 agosto 1993
suppl.) LIMITATAMENTE AL METODO DELLE TENSIONI AMMISSIBILI.

12. D. M. LL. PP. del 9 gennaio 1996 Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche
(G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996) - Sostituisce in parte il decreto del 9 febbraio 1992)

13. Circ. M. LL. PP. n. 252 del 15 ottobre 1996 Istruzioni per lapplicazione delle Norme tecniche per il calcolo, lesecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996. (G.U. n. 277 del 26 novembre 1996
suppl.)

14. CNR 10011/85 Costruzioni in acciaio: istruzioni per il calcolo, lesecuzione, il collaudo e la manutenzione.

Costruzioni in muratura
15. D.M. 20 novembre 1987 Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento. (G.U. n. 285 del 5 dicembre 1987 suppl. - Sostituisce
il D. M. 9.1.1987)

16. Circ. M. LL. PP. n. 30787 del 4 gennaio 1989 Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento .

Costruzioni in zona sismica


17. Legge n. 64 del 2 febbraio 1974 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche.
(G.U. n. 76 del 21 marzo 1974)

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Analisi, monitoraggio e diagnosi strutturale del costruito

18. D. M. LL. PP. del 16 gennaio 1996 Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche (G.U. n. 29 del 5 febbraio 1996 - in
sostituzione della Circ. M. LL. PP. del 24 gennaio 1986) 19. Circ. M. LL. PP. n. 655/AA.GG del 10 aprile 1997 Istruzioni per

lapplicazione delle Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996 (G.U. n.
97 del 28 aprile 1997 suppl.)

Opere geotecniche
20. D. M. LL. PP. 11 marzo 1988 Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilit dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, lesecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione (G.U. n. 127 1 giugno 1988 suppl.) 21. Circ. M. LL. PP. n. 30483 del 24 settembre 1988 Legge 2 febbraio 1974 n. 64. Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilit dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, lesecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Istruzioni per lapplicazione.

Costruzioni prefabbricate
22. D. M. LL. PP. 3 dicembre 1987 Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate (G.U. n. 106 del 7 maggio 1987 suppl. - in sostituzione della Circ.
M. LL. PP. n. 6090 dell11 agosto 1969)

23. Circ. M. LL. PP. 16 marzo 1989 Legge 2 febbraio 1974 n. 74. Istruzioni in merito alle norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate

Vincoli di tutela del patrimonio artistico e ambientale


24. Legge n. 1089 del 1 giugno 1939 Tutela delle cose dinteresse artistico o storico (G.U. n. 184 dell8 agosto 1939) 25. Legge n. 1497 del 29 giugno 1939 Protezione delle bellezze naturali (G.U. n. 241 del 14 ottobre 1939)
26. D. Lgs. N. 490 del 29 ottobre 1999 Testo unico delle

disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali a norma dellart.1 della Legge 8 ottobre 1997, n. 352 in vigore dall11 gennaio 2000 (G.U. n. 302 suppl. del 27 dicembre 1999).

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