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G.F.

Purtroppo, troppo spesso nelle cronache sportive non si parla pi di vittorie, successi, nuovi record stabiliti, bens di inchieste per doping, squalifiche e raggiri. Il doping esiste, negarlo equivale a garantirlo o ad ammettere implicitamente che sia irreversibile. La preparazione dello sportivo ha dovuto raggiungere un grado di professionalit e scientificit sconosciuto nel passato. Lo sport quindi arrivato a chiedere, sempre pi di frequente, aiuto alla medicina, nel tentativo di superare barriere e infrangere record fino a ieri considerati insormontabili. Il fenomeno doping non altro che un particolare aspetto della "farmacomania" da cui afflitta la nostra societ, ossia la ricerca nella medicina di risposte a problemi che non le concernerebbero. Da un punto di vista medico si pu definire doping luso improprio di farmaci e medicamenti che vengono utilizzati per scopi diversi da quelli normalmente impiegati in terapia, ossia per potenziare la prestazione sportiva, per annullare la sensazione di dolore o fatica, per accrescere la massa muscolare. I farmaci usati nel doping possono causare gravi effetti indesiderati che vengono spesso sottovalutati, a fronte di vantaggi sportivi mai realmente dimostrati. Bisogna inoltre stabilire fino a che punto l'intervento medico sia lecito e quando, invece, esso superi i limiti imposti dall'etica professionale e sportiva: dovrebbe essere limitato alla prevenzione degli infortuni e di eventuali stati patologici, al controllo dietetico e nutrizionale e dello stato di salute psico-fisico dell'atleta, invece il beneficio delle manovre dopanti nullo, per quanto riguarda la salute dell'atleta. I dopanti sono: stimolanti, narcotici, diuretici, mascheranti, anestetici locali, corticosteroidi, beta bloccanti, eritropoietina, ormone della crescita. Effetti desiderati Riduzione delle sensazioni di stanchezza e dolore Accrescimento della massa muscolare Diminuzione di peso grazie all'eliminazione dei liquidi Stimolazione della produzione di sostanze preposte all'ossigenazione dei tessuti e al controllo di emozioni e stress Effetti collaterali Scompenso cardiaco Assuefazione Tumori Danni al sistema cardiocircolatorio Impotenza e sterilit Danni ai reni Influenze negative su tutto il corpo

Chi rischia, lo fa perch non sa a cosa va incontro, altre volte, pur essendone al corrente, accetta il rischio perch spera di ricavarne grandi meriti sportivi e consistenti vantaggi economici, come l'atleta professionista, continuamente spinto a superarsi, incalzato com' dalla pressione dei media e degli sponsor.

Il divieto di far uso di doping ha anche natura etica: l'atleta che lo viola compie un atto sleale, indipendentemente dal fatto che il giovamento in termini di prestazione sportiva sia effettivo, dubbio o inesistente. Dal punto di vista giuridico, larticolo 1 della legge n.376 del 14/12/2002, che disciplina in Italia la tutela sanitaria delle attivit sportive e della lotta contro il doping, cita: Costituiscono doping la somministrazione o lassunzione o la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e ladozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dellorganismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. I controlli anti-doping vengono effettuati all'inizio delle gare, tramite il prelievo di 2 campioni di urine; i primi controlli vengono effettuati su un primo campione e, se risultano positivi, vengono confermati dalle analisi effettuate sul secondo campione. Non sempre per le sostanze dopanti vengono riconosciute, poich spesso sono talmente simili a quelle prodotte dall'organismo che i controlli non riescono a 'stanarle'. Inoltre gli atleti colpiti da malanni muscolari, ossei o articolari, che partecipano a competizioni dopo la somministrazione di sostanze anestetiche, oppure agli atleti che entrano in gara in stato influenzale o febbrile, sono sottoposti a un rischio di malanni peggiori di quelli iniziali: unicamente per consentirgli di partecipare alla gara, si ignora la loro situazione fisica non ottimale. In situazioni come queste, il margine tra il lecito e il rischioso pu essere molto tenue.

Il significato e le origini del termine "doping" sono poco chiare. Pare, infatti, che il sostantivo primordiale "doop", poi divenuto verbo (to dope) presso i britannici, derivi da un antico dialetto africano col significato di miscuglio, mistura o pozione. Agli inizi dell'Ottocento "to dope" in Nord America indicava la pratica del "drogare" i cavalli da corsa, con preparati a base di tabacco e narcotici, allo scopo di compromettere le prestazioni atletiche degli animali degli avversari o di truccare i concorsi ippici. Il doping ha probabilmente la stessa et dello sport. E' nato nel momento in cui l'uomo ha desiderato confrontare le proprie abilit col suo simile o con gli animali e, per farlo, ha iniziato a prepararsi al confronto aiutandosi con qualsiasi sistema. Denaro, propriet dello Stato devolute, esenzione dal servizio di leva costituirono la posta pi ambita gi per i giovani atleti dell'antica Grecia che parteciparono alle prime Olimpiadi. Presso i Romani e presso numerosi altri popoli dell'antichit erano diffuse pratiche "dopanti" dotate anche di un certo significato farmacologico: si ha notizia di preparati a base di frutta fermentata a elevato contenuto alcolico, di alimenti preparati con interiora e testicoli di toro, di estratti di passiflora e tiglio e di altre misture dotate di pi o meno blanda efficacia farmacologica.

La prima morte documentata di un atleta a causa dell'uso sconsiderato di sostanze dopanti risale al 1896 quando il ciclista Arthur Linton, durante la corsa Bordeaux-Parigi, fu colpito da una crisi cardiaca in seguito ad overdose di stimolanti. Nel 1967 la morte dell'atleta Tommy Simpson, avvenuta al traguardo della tappa del Mont Ventoux del Tour de France, scosse l'opinione pubblica. Il ciclista aveva assunto una dose consistente di amfetamine e mor a causa di un collasso cardiocircolatorio poco dopo aver completato la sua prova. Il Comitato internazionale olimpico decise in tale occasione di dedicarsi con maggiore attenzione a un fenomeno cos pericoloso e dilagante, istituendo i controlli antidoping e preoccupandosi di stilare un elenco di sostanze vietate agli atleti nel contesto delle competizioni sportive di qualsiasi livello e disciplina. Durante la Guerra Fredda per gli atleti russi e americani furono impiegati i prodotti pi pericolosi allo scopo di dimostrare la supremazia di una delle due potenze. Furono sperimentare nuove sostanze dopanti per intervenire anche sulla regolazione dello sviluppo fisico e sessuale dell'individuo, secondo un'etica distorta dalla mente criminale di ricercatori privi di ogni scrupolo. Oggi i fattori che favoriscono la diffusione del doping sono: la spinta insana a ottenere sempre e comunque risultati, i benefici economici e la notoriet, ma anche gli sponsor che pagano molto bene i campioni dello sport o l'aumento dei carichi di allenamento altrimenti insostenibili. Particolarmente inquietante il fatto che il mondo della criminalit organizzata si ormai impossessato del traffico delle sostanze dopanti, che seguono gli stessi canali degli stupefacenti. Per sconfiggere questo fenomeno occorre che ai controlli si affianchi la consapevolezza dei rischi da parte dei singoli atleti, anche non agonistici.

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