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Fiasco diplomatico per Skopje

La cancellazione del vertice Seecp un flop dalle proporzioni siderali che tormenter per parecchio tempo le relazioni internazionali del Paese. Una brutta figuraccia per la Macedonia che paga a caro prezzo lappoggio alle manovre anti-Pristina messe in atto dalla Serbia e la storica ostilit con la Grecia. Il vertice dei capi di Stato e di governo del Processo di cooperazione del Sud Est Europa (Seecp), che si sarebbe dovuto svolgere a Ohrid - appunto in Macedonia che detiene questanno la presidenza di turno dellorganismo - naufragato ancor prima di iniziare. La colpa, secondo il sito internet Balkan Insight, ricadrebbe principalmente su Skopje e Belgrado. Il caso scoppiato, infatti, con il mancato invito del Kosovo al vertice finale del Seecp, dal nome ormai tragicomico Dialogo tra civilt, che avrebbe dovuto ospitare i presidenti di tutti i Paesi appartenenti allorganismo. A non invitare formalmente Pristina sono state le autorit macedoni, padroni di casa, ma in base ad alcune indiscrezioni provenienti da fonti vicine al governo di Skopje, sarebbe stata la Serbia a opporsi fermamente alla partecipazione del Kosovo, anche se lesecutivo di Belgrado nega ogni coinvolgimento con laccaduto. Lesclusione del presidente kosovaro, Atifete Jahjaga, ha per causato il boicottaggio dei capi di Stato di Albania, Croazia e Bulgaria, costringendo Skopje ad annullare il summit. Il clamoroso passo indietro avviene tra laltro a poche settimane dallo storico accordo siglato a Bruxelles dai primi ministri di Belgrado e Pristina, rispettivamente Ivica Dacic e Hashim Thaci, siglato lo scorso 19 aprile a Bruxelles. Scottato dal cortocircuito di massa provocato dal mancato invito, il presidente macedone Gjorge Ivanov ha invitato lUnione europea a considerare questo chiaro segnale che riflette la realt nella nostra regione, aggiungendo che laccaduto deve essere considerato un allarme per i leader europei per comprendere correttamente la nostra realt regionale. Skopje non ci sta, dunque, ad assumersi la responsabilit di quello che sembra essere il pi grave fallimento diplomatico dei Balcani dalla conferenza di Brdo pri Kranju, che si tenne in Slovenia nel marzo 2010 senza la presenza dellallora capo dello stato serbo, Boris Tadic, a causa della contemporanea

partecipazione del premier del Kosovo, Hashim Thaci. Secondo il primo ministro macedone Nikola Gruevski, il presidente Ivanov ha fatto la cosa giusta annullando il vertice di Ocrida. "Alcuni giorni fa - ha sostenuto Gruevski - due membri dellorganizzazione hanno usato il loro diritto di veto e hanno bloccato una proposta per invitare il Kosovo. La Macedonia non era coinvolta nel blocco, che stato causato da altri due Paesi della regione. Alla fine diversi presidenti hanno annullato la loro partecipazione, ma questo non stato un atto contro di noi, ma verso coloro che hanno usato il diritto di veto. E stata una specie di una comunicazione, un modo per trasmettere un messaggio. Mi dispiace che siamo ancora di fronte ad una situazione del genere, ma la Macedonia non poteva fare altrimenti. In ultima analisi, credo che il presidente abbia preso la decisione giusta annullando l'evento". E' un dato di fatto, ha aggiunto Gruevski, che Skopje una vittima di questa situazione e probabilmente lo stesso sarebbe ad ogni altro paese presidente di turno del Seecp. Intanto la stampa kosovara esulta per il fallimento del vertice anti-Kosovo: secondo il quotidiano Kosova Sot, con il boicottaggio del vertice stato inviato un messaggio forte alla minoranza che si rifiuta di riconoscere lindipendenza del Kosovo. Il giornale afferma che bisogna ringraziare i presidenti di Albania e Croazia, rispettivamente Bujar Nishani e Ivo Josipovic, per essersi rifiutati di partecipare al vertice, aggiungendo comunque che i Balcani non posso avvicinarsi allEuropa se continuano ad essere afflitti dallastio tra popoli. Inoltre Adriatik Kelmendi, redattore capo dellemittente televisiva kosovara Koha Ditore, ha accusato Ivanov di "estrema miopia riguardo alla politica degli inviti. Nel frattempo il commissario allAllargamento e alla politica di vicinato, Stefan Fuele, ha confermato la sua partecipazione alla riunione di domani dei ministri degli Esteri del Processo di cooperazione per il Sud Est Europa. E quanto ha riferito lufficio del commissario a Bruxelles, spiegando che lannullamento del vertice del fine settimana non cambia nulla rispetto ai programmi iniziali di Fuele. Ieri su Twitter il commissario allAllargamento aveva annunciato che, come pianificato, avrebbe partecipato alla riunione ministeriale e che stava ancora lavorando per il sucesso di questa riunione. Inizialmente Fuele non aveva intenzione di prendere parte al vertice dei capi di stato e di governo del Seecp in programma sabato e domenica (e ora annullato) giacch il Kosovo

non era stato invitato a questo evento. La presidenza macedone, invece, aveva annunciato la partecipazione del commissario al vertice. Il mancato invito alla presidente Jahjaga va contro lo spirito di cooperazione e di dialogo nella regione ed in aperta violazione degli accordi raggiunti tra il Kosovo e la Serbia, ed in particolare larticolo 14 dellaccordo Thaci-Dacic siglato a Bruxelles lo scorso 19 aprile, aveva annunciato la presidenza della Repubblica albanese con un comunicato stampa. Il punto numero 14 dell'accordo siglato dai premier di Serbia e Kosovo, rispettivamente Ivica Dacic e Hashim Thaci, prevede che "nessuna delle due parti bloccher o incoragger altre parti a bloccare il progresso del lato opposto, nei rispettivi percorsi europei. A giudizio di Belgrado, tale punto in precedenza includeva anche ladesione di Pristina alle Nazioni Unite. Secondo il premier serbo Ivica Dacic, questa versione pi soft del punto numero 14 ha impedito un riconoscimento, pi o meno esplicito, dellindipendenza kosovara. Il Processo di cooperazione del sud-est Europa un organismo lanciato nel 1996 con lobiettivo di rafforzare la sicurezza e le istituzioni politiche, intensificare la cooperazione economica e lo scambio di risorse umane, e combattere la criminalit organizzata. Gli stati fondatori sono Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Grecia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), Romania, Serbia, Turchia. Successivamente vi sono state le adesioni di Croazia, Moldova, Montenegro e Slovenia.

Podgorica, proteste contro laumento


Lopposizione e molti esponenti della societ civile si scagliano contro lultimo provvedimento sullIva approvato dal governo montenegrino. Il governo montenegrino ha approvato nel corso della settimana una disposizione per aumentare il tasso dell'Imposta sul valore aggiunto dal 17 al 19 per cento. Secondo il quotidiano Vijesti, L'aumento stato richiesto nel corso degli ultimi mesi dalle istituzioni internazionali, tra cui il Fondo monetario internazionale (Fmi) e secondo l'esecutivo di Podgorica ha per ora un carattere provvisorio. La disposizione, in realt, riguarda soltanto il tasso pi

alto del sistema differenziato dellIva in vigore in Montenegro: restano inalterati il tasso pi basso (0 per cento) e il tasso intermedio (7 per cento). In base alle dichiarazioni rilasciate dal ministro delle Finanze di Podgorica, Radoje Zugic, "il governo ha comunque tenuto in considerazione il tenore di vita dei cittadini, mantenendo il tasso del 7 per cento invariato, visto che esso riguarda i beni di prima necessit, i servizi turistici, la tecnologia informatica, alcuni medicinali e cos via. Le categorie socialmente pi deboli rimangono pertanto protette, al pari degli elementi dell'economia turistica". Per Zugic, "si assister ad un aumento una tantum dei prezzi, inferiore tuttavia alla percentuale dell'aumento dell'Iva, per cui i cittadini non accuseranno il colpo in modo significativo; il beneficio della misura approvata sar sicuramente pi significativo delle conseguenze negative". Zugic ha inoltre sottolineato che "si tratta di una misura impopolare, ma noi abbiamo fatto la cosa giusta e manterremo in questo modo un alto livello di sostenibilit fiscale, tutelando comunque le categorie pi a rischio nell'ottica di un lieve rincaro dei prezzi". Per il viceministro delle Finanze, Nikola Vukicevic, interpellato dall'emittente "Rtcg", "il tasso pi alto rimarr al 19 per cento fino a quando il bilancio non sar pi equilibrato". Vukicevic ha sottolineato che il governo "si aspetta per il 2014 o l'inizio del 2015 un equilibrio maggiore nel bilancio, per cui le misure di crisi saranno allora abolite". Per il leader del Montenegro positivo, Darko Pejovic, la mossa del governo " sbagliata, in quanto rappresenta un ulteriore colpo per i cittadini e riguarda coloro che gi pagano regolarmente i propri debiti verso lo stato". Pajovic ha detto che laumento dellIva rappresenter un ulteriore peso per coloro che esprimono il loro patriottismo e la propria lealt allo stato pagando le tasse". Dall'altro lato, ha detto Pajovic, "esiste un enorme debito fiscale: non chiaro a chi appartiene, ma si tratta sicuramente di un debito di gruppi finanziari forti, e alcuni di loro sono esonerati in modo incredibile delle loro responsabilit". Dall'Unione dei datori di lavoro hanno evidenziato che "l'aumento del tasso Iva avr senza dubbi una ripercussione negativa sull'economia e sull'operato delle aziende", ma hanno altres sottolineato di "comprendere i motivi del governo". Ancora pi pessimisti sono i sindacati: il portavoce dell'Unione dei sindacati liberi, Sandra Obradovic, ha dichiarato che si tratta di "un ulteriore colpo per le finanze dei cittadini", mentre il portavoce dell'Alleanza

dei sindacati montenegrini, Zoran Djurisic, ha detto che "l'aumento delle tasse non pu essere accettabile per unorganizzazione dei lavoratori". Obradovic ha inoltre dichiarato che "i cittadini non possono vivere di sola farina, anche se molti sono affamati anche di pane". Un gruppo congiunto di 15 organizzazioni non governative ha invitato oggi il governo a revocare la delibera sull'aumento dell'Iva e "proporre la questione al dibattito pubblico". Nella nota delle organizzazioni non governative viene sottolineato che in meno di un anno il governo avrebbe introdotto una serie di disposizioni tese ad aumentare le entrate ma non le spese sociali e del denaro destinato all'educazione e altri servizi di cui i cittadini beneficiano in modo diretto. L'aumento dell'Iva, si legge nella nota delle ong, "porter un alto numero di cittadini pericolosamente vicino alla soglia della povert, mentre le categorie pi deboli saranno spinte oltre questa soglia". Per le organizzazioni non governative, "l'aumento dell'Iva viene introdotto per risanare le conseguenze di cattive decisioni legate alla privatizzazione e del pagamento di debiti altrui".

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