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AEROPORTO di PAGLIA...

e io pago!
N
di Samuela Guida

on trascorso neanche un anno (sono sette mesi in realt) da quando i panteschi si sono presentati alle porte della allora neonata aerostazione per dichiarare che lo scontento era ancora molto perch, nonostante gli scioperi e le promesse fatte fino a quel momento, non avevamo ancora niente se non la possibilit di ostentare un aeroporto allavanguardia. Proviamo insieme a fare un parallelo tra quello che era nellestate del 2012 e quello che nel Marzo del 2013. In Agosto, il giorno dellinaugurazione della grande aerostazione, questa ci veniva presentata dal Presidente dellENAC,
di Dimitri Carmina

Vito Riggio, come unopera di eccellenza che tutta lItalia ci avrebbe invidiato, un orgoglio pantesco che sarebbe diventato un modello di scalo ecologico, che avrebbe consumato lenergia prodotta da esso stesso, un monumento, insomma, che urlava al resto dItalia che Pantelleria era presente ad attiva nello sviluppo del paese. In quella occasione per, neanche le parole del sig. Riggio avevano fermato i panteschi che, poco convinti, si erano recati davanti alle porte del nuovo edificio e con una protesta pacifica (permettetemi lossimoro) avevano colto lattenzione dei media

posizionandosi fuori le mura dellaerostazione per polemizzare in silenzio contro tutto ci che non andava (e ancora non va) in quel periodo. Sebbene approvi lo spirito hippie e pacifista, ritengo che non ci sia ribellione che possa essere condotta con i fiori e, come dimostrano i fatti di oggi, sette mesi dopo quella giornata, una protesta silenziosa non fu la scelta giusta. Il progetto complessivo della nuova aerostazione di Pantelleria costato circa 42 milioni di euro, la sua superficie stata triplicata arrivando a quasi 8000 metri quadrati, tutta la viabilit stata ridisegnata per permettere una resa massima delle attivit aeroportuali ma, nonostante a tutto

ci si possa amche aggiungere la riapertura della pista ausiliaria per tenere aperto lo scalo anche con lo scirocco, stato proprio il vento a vanificare tutti i lavori.Arriviamo quindi ad oggi. Come la casa di paglia del pi superficiale dei tre porcellini che crolla al primo soffio del lupo cattivo bastato un temporale per riportare danni allaerostazione e a far crollare, oltre ad essa, le speranze e la fiducia dei panteschi. In unisola che deve il suo nome proprio al vento ci si doveva aspettare che prima o poi questo raggiungesse unelevata velocit ma evidentemente tra progettisti, costruttori e vigilanti qualcuno non ha saputo fare il suo lavoro. Questa la situazione,

e adesso? Adesso vanno prese le opportune decisioni: laeroporto potr anche ritornare operativo ma per quanto ancora dobbiamo essere presi in giro? Quante rivoluzioni silenziose potremmo ancora fare? Sarebbe meglio protestare con fragore, urlare che noi non ci stiamo, andare allaeroporto e prenderci la nostra parte: un mattone, un albero, un pezzo della grande colata lavica che circonda le scale mobili. Dobbiamo attirare lattenzione dei potenti come si deve perch non si costruisce niente di nuovo se prima non si distrugge tutto quello che non funziona, perch dalle ceneri si pu solo rinascere.

l brand Made in Italy famoso in tutto il mondo e rappresenta un sinonimo di qualit, prestigio e fascino. I prodotti italiani sono molto apprezzati allestero, soprattutto per quanto riguarda il settore della moda e delle bevande (nella fattispecie i vini e lo spumante). Il potenziamento del Made in Italy costituisce una grande opportunit in termini di accrescimento delle esportazioni: Paesi come la Cina, la Russia, il Qatar, che hanno un Pil in crescita, rappresentano ad oggi i potenziali acquirenti per piccole e medie imprese che hanno la necessit di considerare linternazionalizzazione non pi come qualcosa di strumentale o accessorio, bens rientrante nel core business azienda-

dal MADE IN ITALY al MADE IN PANTELLERIA


le. Spostando il focus su Pantelleria, auspicabile una sempre pi ampia esportazione dei suoi due prodotti principali: il vino passito e i capperi, attraverso una valorizzazione e una pubblicizzazione sempre pi efficace di questi prodotti allestero. Eventi come sagre, giornate dedicate alla promozione dei prodotti tipici piuttosto che agevolazioni verso chi utilizza prodotti italiani, sono i giusti ingredienti per la ricetta dellespansione del Made in Pantelleria nellisola pantesca e nel mondo. E di fondamentale importanza inoltre lutilizzo, ad esempio nel settore gastronomico, dei prodotti italiani, perch dotati di maggiore qualit anche se spesso aventi un costo pi elevato. Puntando invece sui prodotti importati, si avrebbe un progressivo depotenziamento del brand made in Italy, con connesso sviluppo di quei prodotti esteri che andrebbero sempre pi a spiazzare e a calpestare la qualit nostrana. E importante, oggi pi che mai data la crisi economico-finanziaria, puntare sulla qualit e sulla differenziazione del prodotto se non si vuole assistere alla progressiva scomparsa del prodotto italiano, con conseguenti difficolt e depressione delle piccole e medie imprese che preferiscono sostenere costi pi elevati pur di mantenere lo standard da Made in Italy. Dato lelevato costo della manodopera in Italia, il prodotto italiano coster sempre pi ad esempio del prodotto cinese: pertanto lunica strada percorribile per non perdere punti in termini di competitivit puntare su una qualit che assuma caratteri di tangibilit.

UN CORSO CHE TI CAMBIA LA VITA

i chiamo Samuel Gorgone, ho 21 anni, ho frequentato il corso nel Novembre del 2012 ed ora ne faccio parte come collaboratore. Mi stato chiesto molte volte di parlare del corso di tecniche di apprendimento e lettura veloce Your Magister. Io, a stento, azzardavo sempre qualche risposta, non riuscendo, il pi delle volte, a farne veramente giustizia. Cos ho deciso di scrivere queste poche righe, cercando di spiegarti al meglio, e senza rovinarti le sorprese, cos stato per me il corso. Il Magister: - E essere scettico quando arrivi, e triste quando devi andar via - E far stare in un foglio A4 30 pagine del libro, e non perch scrivi

piccolo - E memorizzare un numero di 45 cifre senza alcuno sforzo - E sapere che potr aiutarti a vincere molte scommesse - E guardare lorologio e prendere coscienza delle 4 ore trascorse in uno schiocco di dita; lo stesso schiocco di dita che (questa, ahim, una delle cose che non ti posso dirti) - E imparare da un bambino come si fa - E fidarti ciecamente dellistruttore - E dare un significato diverso agli avvenimenti - E alzare i propri standard, levare i tappi (che qualcuno ci ha imposto), e provare, ogni tanto, a spiccare un salto pi in alto degli

altri - E mettersi in gioco, andare avanti sempre, correre sapendo di non dover stare mai fermo neanche solo un momento altrimenti sei morto! E la morte dovr essere soltanto lultima cosa che farai prima della sepoltura - E sapere che quando si parla di persone la matematica va a farsi benedire - E chiudere gli occhi, emozionarsi, decidere chi vuoi essere - E condivisione - E vedere il cambiamento negli occhi delle persone Ci sono molte altre cose ancora di cui ti vorrei parlare, ma che non posso proprio fare per non rovinarti le sorprese pi belle, nel caso in cui tu decidessi di farlo

A questo punto sono sicuro che i lettori sono due tipi di persone: quelli che hanno gi frequentato il corso, che sanno di cosa sto parlando, e che adesso stanno sorridendo. Poi ci sono quelli che, purtroppo, non hanno capito molto del testo, ma che sono comunque un minimo affascinati dalle mie parole. Beh, in questo caso, se sei il secondo tipo di persona ti inviterei a riflettere; cominciandoti a fare delle domande (produttive) e a darti delle risposte (produttive). I ringraziamenti speciali vanno a Ivan Romano, Luisa De Donno e Chiara Savino che, ad oggi, sono i miei istruttori. Per info visita il sito:
http://www.yourtrainersgroup.com/

la voce di

AG
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R
il giornale dei giovani di Pantelleria
agorapnl.it | agorapnl@gmail.com
anno 2 - n.3 - Marzo 2013

Pantelleria

risi: opportunit o paura di cadere? Leggendo il titolo di questo testo vi chiederete cosa sia il senso del distacco, forse avrete un po di difficolt ma se rifletterete, riuscirete a coglierlo. Viviamo in un societ dominata dal relativismo e dal nichilismo, dove la visione del proprio ego, allontana la nostra vita dalla naturale voglia di interagire. Il distacco tra la vita reale e queldi Mario Bongiovanni

Il senso del distacco

la filtrata dai social network, ha determinato, una alienazione pericolosa, dove a prevalere il senso del vuoto che totalizza le vite in questi luoghi anonimi chiamati citt. Attenzione non bisogna demonizzare le nuove tecnologie, ma occorrerebbe respingere il cattivo uso che di queste se ne fa. Basti pensare al non tanto lontano Nord-Africa dove i giovani sono riusciti a far quello che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile: riappropriarsi del loro destino e del destino del loro paese anche tramite gruppi di azione nati e cresciu-

ti sul Web. Eppure nel nostro ricco e agiato Occidente, al riscatto della nostra dignit, abbiamo preferito il materialismo e lopulenza degli oggetti; il non distacco da ci che futile e precario ha colmato la nostra paura di fallire di fronte alle sfide che la vita ci offre. Periodi di difficolt economica, come quello che stiamo tuttora vivendo devono spingerci ad uscire da questo torpore materiale e sociale in modo da scoprire quale sia il vero senso dellessere e dellesserci. La stessa parola crisi, sbandierata da tutti i principali quotidiani e mezzi di comunicazione, nella sua etimologia pu anche assumere significato di cambiamento, trasformazione, opportunit. E chiaro dunque, ci troviamo di fronte a un bivio: continuare con una visione superficiale e offensiva del senso della vita oppure provare a mettere da parte il materialismo e volgere lo sguardo ai pi deboli, agli ultimi, ai cosiddetti invisibili. Siate liberi di scegliere e un buon distacco da questa visione del mondo!

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