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SCENARI FINANZIARI

JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital

La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibile


di John Mauldin | 25 maggio 2013 - Anno 4 - Numero 17

In questo numero: La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibile Accidenti che siluri, avanti tutta! Sei cose impossibili Umilt ingiustificata Non si pu tornare indietro Brussels, Washington DC, NYC, Monaco e a casa? Alice ridendo disse: inutile tentare, non si pu credere a delle cose impossibili". "Oserei dire che non sei molta pratica", disse la Regina. "Quando io ero pi giovane, ho sempre fatto quella cosa dedicando circa mezz'ora al giorno. Perch, a volte ho creduto nel saper fare fino a sei cose impossibili prima di colazione. - Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carroll Sono gi diversi anni che scrivo che il Giappone un moscone nella ricerca di un parabrezza. E a gennaio ho scritto che il 2013 sar l'anno del parabrezza. La recente volatilit dei mercati giapponesi ci lascia completamente esterrefatti, ma questo effettivamente ci che ci si dovrebbe aspettare da un paese che sull'orlo del disastro, sia economico che fiscale. Non voglio sembrare banale in quanto da un punto di vista globale il Giappone non la Grecia: il Giappone la terza economia del mondo. Le sue maggiori banche sono alla pari di quelle degli Stati Uniti. E' una potenza mondiale sia nel commercio che nelle transazioni finanziarie. La sua moneta ha lo status di riserva. Ha due delle sei pi grandi multinazionali al mondo e 71 tra le 500 pi importanti imprese, viene superato solo dagli Stati Uniti ed significativamente molto davanti alla Cina che ne ha solo 46. Anche se si prende la restante parte delle grandi aziende asiatiche e le si somma con quelle Cinesi, il totale supera a malapena quelle del Giappone (CNN). In breve, quando il Giappone si imbarca in una strategia fiscale e monetaria molto rischiosa, questa pu generare un grave impatto sul resto del mondo. E limpatto pu essere anche doppiamente significativo perch la crescita globale viene in questo momento guidata dallAsia. Il Giappone ha sparato il primo vero colpo, in quello che gli storici futuri definiranno come la pi significativa guerra valutaria a livello globale che ci sar stata dopo il 1930 ed anche il primo in un mondo dominato da esclusivamente da delle monete il cui valore viene definito dai paesi che le emettono. Con il rischio di tralasciare molti dettagli, ho intenzione di cercare di riassumere i problemi del Giappone in una singola lettera. In primo luogo, una sintesi della sintesi: il Giappone si dipinto come una madre che si trova ovunque. Non ci sar nessuna uscita semplice o facile. I giapponesi si troveranno ad affrontare una forte sofferenza economica mentre cercheranno di trovare una via d'uscita ai loro problemi, e purtroppo il dolore non sar confinato al solo Giappone. Questo sar il vero banco di prova delle teorie neokeynesismo spinte allestremo. Il Giappone sta per stampare e monetizzare ed infine

spendere pi di quanto un qualsiasi osservatore possa attualmente immaginare. Vi piace quello che suggerisce Paul Krugman? Pensate che abbia un senso? Voi (ed anche noi tutti!) stiamo per essere partecipi di un reale esperimento e di come questo non funzioner. (Nota: Nel momento in cui si stampa la lettera, questa sar pi lunga del solito in quanto ci sono un sacco di grafici.)

La madre che ha dipinto qualsiasi spazio fosse disponibile


Senza seguire un ordine in particolare, diamo un'occhiata ad alcuni aspetti dellarduo compito che deve affrontare il Primo Ministro Abe e il Giappone come paese in modo particolare. Dopo il crollo nel 1989 di quella che potrebbe essere ancora considerata la pi grande bolla economica della storia,, il Giappone ancora impantanato in un mancato recupero che dura da pi di 24 anni. Nel 2011 il PIL nominale si trovava quasi esattamente dove si trovava circa 20 anni prima, ossia nel 1991 (MeasuringWorth.com). Si possono trovare anche altri modi per misurare il PIL nominale e per definire una crescita limitata; ma rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, la crescita nominale in Giappone pu essere considerata irrisoria.

Che la mancanza di crescita assuma una particolare importanza questo lo si vede in modo particolare quando misuriamo il rapporto Debito Nazionale PIL; in quanto si mette il PIL nominale al denominatore. Se il debito cresce ma l'economia non cresce, allora a quel punto il rapporto debito / PIL pu crescere molto rapidamente. Dal Financial Times di fine di marzo: Il Governatore della banca centrale del Giappone ha dichiarato in parlamento che la dimensione raggiunta dal debito pubblico sommata alla continua crescita "non

sostenibile", e che una perdita di fiducia da parte dei mercati verso le finanze dello Stato potrebbe "avere un impatto molto negativo" su tutta l'economia. L'allarme arriva da parte di Shinzo Abe che sta tentando di trascinare il Giappone fuori da pi di un decennio di deflazione, attraverso un aggressivo stimolo monetario e fiscale. Nel mese di gennaio, dopo poche settimane dal suo insediamento, il governo ha presentato un piano di spesa pari a Y10.3tn ($ 109 miliardi di euro), il tutto mentre la Banca del Giappone si apprestava a comprare una significativa quantit delle sue obbligazioni - una strategia che stata descritta da Morgan Stanley come lo "stampare e lo spendere". Parlando al parlamento il Gioved il governatore della BoJ, Haruhiko Kuroda ha fatto presente che, mentre il mercato dei titoli di stato continua a rimanere "stabile", viceversa il debito lordo del Giappone in rapporto al PIL si prevede che questanno arrivi al 245 per cento, questo dato secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale deve essere considerato "estremamente elevato" e fortemente "anormale". Le famiglie e le societ giapponesi stanno continuando a risparmiare, mentre il governo sta facendo crescere il deficit ad un tasso vicino al 10%. Solo per fare un confronto, negli Stati Uniti una crescita del deficit pari al 10% significherebbe circa $1.600 miliardi dollari.

Accidenti che siluri, avanti tutta


Ci sono due e solo due modi per far crescere un economia in termini reali. Si pu crescere perch aumenta la popolazione, oppure se possibile far aumentare la produttivit. Tutto qui. Il Giappone non ha alcuna possibilit di far crescere la sua popolazione (o meglio non ha scelto di farlo), e dallaltra parte molto difficile per una economia industriale far aumentare la propria produttivit. In realt la loro popolazione sta diminuendo (si veda la tabella qui sotto) e la crescita della produttivit inferiore al 1%, al quel punto non possibile arrivare ad avere una crescita reale del PIL. Ci accingiamo a rivedere tra poco questo fatto un po scomodo.

Da anni il Giappone ha un enorme surplus commerciale. Ora invece sta facendo aumentare il deficit commerciale. Se si fa crescere in contemporanea un deficit commerciale e un deficit di bilancio, sar il risparmio privato che dovr colmare la differenza oppure la banca centrale dovr stampare enormi quantit di denaro. Questa una identit contabile, non ci sono altre scelte. In assenza di una massiccia monetizzazione, si sottrae tutto il capitale per investimenti direttamente dalleconomia privata. Ma il Giappone ha bisogno di aumentare il suo livello di crescita per cercare di uscire dal suo pantano fiscale ed economico. Questo significa che ha disperatamente bisogno di far aumentare le proprie esportazioni, dal momento che la sua popolazione in qualit di consumatori non pu rappresentare la maggior fonte di aumento della spesa.

Il governo presidiato da Abe e la Banca del Giappone sotto la guida di Kuroda-san hanno preso di mira il 2% di inflazione. Anche con una crescita nellultimo trimestre del PIL nominale pari al 3,6% (annualizzato), il paese si trova in deflazione. Per 24 anni hanno cercato di generare dellinflazione. Come faranno ora ad arrivare ad una inflazione del 2%? Un modo quello di aumentare il costo delle loro importazioni. Il problema che, secondo i recenti dati della Banca Mondiale il Giappone importa solo circa il 16% del suo PIL. Ci significa che per arrivare ad un 2% di inflazione avrebbero bisogno che la loro valuta diminuisse di circa il 15-20% in un anno (e gli effetti non sono pari - pari, ma per questa cosa richiederebbe un intera lettera per essere spiegata). In modo abbastanza semplice: abbiamo visto che lo yen sceso molto dallinizio di questanno (si veda la tabella qui sotto). Questo grafico mostra la discesa dello yen nei confronti del dollaro. Oggi lo yen ha chiuso a circa 101, rispetto ai 75 che valeva meno di un anno fa. Quindi missione compiuta, giusto?

Beh, non cos in fretta. Il Giappone commercia con tutto il mondo, e ci che conta il trade-weighted yen (ossia lindice dello yen rispetto alle altre valute). E quindi come possiamo vedere il trade-weighted yen sceso di oltre il 20% contro la media delle altre principali valute con le quali il Giappone intrattiene delle relazioni commerciali. LAustralia e gli altri paesi asiatici hanno appena iniziato a rispondere al Giappone abbassando i tassi di cambio ed anche con altri mezzi, per cui la facile svalutazione dello yen labbiamo gi vista. Il duro lavoro appena iniziato, in quanto sempre di pi anche altri paesi si sentono sempre pi costretti nel rispondere alla politica del Giappone. Nessun grande paese pu esportare la sua deflazione verso il resto del mondo, senza che il resto del mondo non cerchi di ristabilire l'equilibrio.

Per il Giappone raggiungere un 15-20% di un deprezzamento annuo della valuta per i prossimi cinque anni un impresa molto ardua. Il che significherebbe raggiungere uno valore dello yen pari a 200 verso il dollaro entro il 2018 o anche prima. Se voi foste la Germania, accettereste questa cosa e sareste in grado di gestirla? E la Corea? La Cina? Non passer molto tempo prima che il comprare una Lexus sia molto pi conveniente che acquistare una Hyundai, e che un video della Panasonic costi la met di un Samsung o di un LG. Ma, naturalmente, il Giappone non agisce in una situazione completamente neutra. Come ho scritto la settimana scorsa, Proviamo ora a mettere il recente calo dello yen in questa analisi. The Nihon Keizai Shimbun, il principale quotidiano economico giapponese, ha dichiarato ogni diminuzione di 1 yen nel rapporto yen/dollaro si tradurr in un aumento di $2,7 miliardi di dollari in profitti per le 30 maggiori aziende esportatrici giapponesi.

Per ogni svalutazione di 1 nei confronti del dollaro, la Toyota ha stimato che i suoi profitti aumenteranno di $340 milioni. PER LA DIMINUZIONE DI UNO-YEN! Nell'ultimo trimestre Toyota ha riportato $3,33 miliardi dollari di profitti, a questo punto degli ulteriori $340 milioni dollari di profitto per ogni diminuzione di 1 yen contro dollaro potranno portare i profitti del secondo semestre e le sue azioni sulla luna.

Ma questi profitti non appaiono magicamente; ma provengono dalle vendite. Le vendite che sono in gran parte dovute alle migliori condizioni commerciali ed ai costi inferiori. infatti questa politica del Giappone che non rende cos felici i ministri delle finanze e delle sviluppo di tutto il mondo.

Sei cose impossibili


Abe e il Giappone sono in una situazione che quasi ridicolmente impossibile. Diamo un'occhiata a ci che devono fare alla luce di quello che abbiamo appena letto. Non possono continuare a far crescere il loro debito agli attuali tassi. C' un limite. Nessuno sa per certo quale sia, ma certo che sempre pi vicino. E loro lo sanno. Cos devono mantenere il loro deficit di bilancio al di sotto del tasso di crescita del PIL nominale. Per fare questo devono raggiungere sia una crescita reale che una crescita nominale. Raggiungere una crescita reale in un paese con una popolazione in calo richiede degli aumenti di produttivit di una tale portata che non si sono mai visti in nessun paese industriale. E quindi devono avere una crescita nominale, il che significa che devono assolutamente generare inflazione oppure il loro paese croller in una massiccia deflazione generata dal debito, con dei tassi di interesse che saliranno alle stelle. Ma avere un 2% di inflazione questa implica che i tassi di interesse sulle obbligazioni giapponesi devono essere almeno al 2% se non il 3% o anche di pi. Questo il doppio rispetto a quello che sono ora e questo anche dopo il recente aumento del rendimento dei JGB (titoli di Stato giapponesi) che sono passati dallo 0,5% al 1%, e questo ha fatto andare in tilt il mercato azionario giapponese con un calo del 7,3 per cento nella sola giornata di gioved. Come Kyle Bass ed altri hanno ampiamente dimostrato, se i tassi di interesse sui JGB salgono al 2% a quel punto il governo giapponese deve utilizzare quasi 80% dei suoi ricavi (che arrivano dalla tassazione fiscale) solo per coprire gli interessi sul proprio debito. Questo naturalmente non un modello di business sostenibile. Anche solo un aumento dell'1% sarebbe fiscalmente devastante. Ma il governo Abe prevede di aumentare le tasse. In Giappone lattuale imposta sulle vendite pari al 5%, con una proposta di aumento al 8% il prossimo anno e al 10% entro il 2015, anche se nel prendere la decisione finale guarderanno i dati economici del mese di ottobre. Questo un forte aumento delle tasse, e ovviamente peser in modo negativo sulla spesa dei consumatori. Ma ad un certo punto il governo dovr anche ridurre il suo deficit di bilancio. La domanda : quando e come. Per due decenni la risposta stata "L'anno prossimo". Il prossimo anno potrebbe effettivamente arrivare prima del tempo, in particolar modo se il mercato obbligazionario inizia ad innervosirsi. Guardate il calo dei prezzi delle obbligazioni JGB 10 anni che c stato questa settimana. Ci sono dei limiti anche per il Giappone, su quanto gli investitori obbligazionari sono disponibili a sopportare.

Il ridurre la spesa fiscale per definizione (di nuovo anche questa un'identit contabile) comporter una riduzione del PIL e questo per lo meno rendere molto pi difficile raggiungere un target di inflazione pari al 2%. Ricordatevi, l'austerit non una punizione ma la conseguenza dei fallimenti passati sul controllo della spesa.

Umilt ingiustificata
La soluzione a cui sono arrivati Abe e Kuroda, tra gli applausi di un ampio numero di economisti un massiccio quantitative easing. Diamo un'occhiata ad un articolo appena pubblicato dalla professoressa Christina Romer, ex presidente del Council of Economic Advisors del UC Berkeley. (Fonte: The Big Picture di Barry Ritholtz). Vorrei riassumerlo, ma potete leggerlo interamente qui. In sostanza, Romer (con il consenso di Krugman) suggerisce che Abe e Kuroda hanno avviato quello che lei chiama un cambiamento di regime e che "potrebbe funzionare." Poi continua confrontando ci che sta facendo oggi il Giappone, con le politiche attuate da Roosevelt nei primi anni '30. Cito l'introduzione: La scorsa settimana, abbiamo assistito ad uno degli sviluppi pi eccitanti nelle politiche monetarie a partire dal 1930. La banca centrale giapponese ha apportato un cambiamento di regime. La Banca del Giappone andata al di l delle vaghe promesse e del parlare al mercato. Come descriver in modo dettaglio in seguito, ha preso delle decisioni molto forti e si impegnata in maniera convincente a fare tutto quello che sar necessario pur di far terminare la deflazione in Giappone. Le ragioni teoriche per le quali si attuato questo cambiamento di strategia pu essere molto importante ed essere ben compreso dagli economisti. Una persistente deflazione ed una crescita anemica ci indicano che il Giappone continua a soffrire di una carenza di domanda. Ma il loro tasso d'interesse gi in prossimit dello zero. Inoltre, i tassi che includono un maggior rischio ossia quelli a lungo termine sono molto bassi, il che ci dice che delle politiche non convenzionali come gli acquisti di su larga scala di asset sono improbabili e non produrrebbero particolari benefici nel ridurre ulteriormente i tassi nominali. Come discusso da Paul Krugman, Gauti Eggertsson e Michael Woodford e anche altri, se la politica monetaria non convenzionale

pu aumentare l'inflazione attesa questa pu anche spingere verso il basso i tassi di interesse reali, anche se i tassi nominali non sono in grado di scendere. Questo a sua volta pu aumentare la domanda aggregata, stimolando a sua volta la spesa. In conclusione si suggerisce che delle politiche coraggiose devono essere perseguite in modo aggressivo. In un recente lavoro David Romer discute sul fatto che tali opinioni potrebbero potenzialmente essere molto distruttive. Mostriamo quelli che sono ampiamente considerati come i due pi grandi errori nella storia della Federal Reserve: inazione sulla scia del panico bancario prima della depressione e l'inazione a fronte di inflazione elevata e in aumento nel 1970. Sono stati entrambi errori di umilt ingiustificata. La paura che delle politiche potrebbero non funzionare o che potrebbero essere costose hanno fatto si che i politici arrivassero alla decisione che la cosa pi prudente fosse quella di non fare nulla. Ma ora c' un consenso diffuso sul fatto che l'azione sarebbe stata efficace in entrambi i periodi. Non abbiamo nulla da temere se non la paura stessa: questo il cuore del pensiero keynesiano. E se un bene per il Giappone, allora che dire del resto del mondo? Troviamo all'inizio del documento, che Romer ha scritto dopo che la Federal Reserve ha discusso le recenti azioni politiche, le seguenti parole: Ma la verit che anche questi movimenti erano dei piccoli passi. Con la sua pi recente azione, la Fed ha spostato il limite della sua capacit d'agire. Sono sicuro che, data l'opposizione del Congresso e la differenza di opinioni all'interno del FOMC anche quelle scelte sono state oggetto di forte discussione. Tuttavia, rimane il fatto fondamentale che la Fed stata disposta ad attuare un cambiamento nelle sua politiche. Infatti a causa di questo la politica monetaria non stata in grado di svolgere un ruolo decisivo nel generare un recupero. Nel parafrasare quello che ha detto E. Cary Brown circa la politica fiscale fatta durante la Grande Depressione dove ha dichiarato che: in questi ultimi anni la politica monetaria non stata un forte strumento di recupero e questo non perch non abbia funzionato, ma perch non stata adottata almeno non nelle proporzioni e nella forma che sarebbe stato necessario affinch potesse avere un forte impatto. Wow. Doppio wow. Triplo wow. Leggete questo articolo. Assimilatelo. Poi riprendetelo tra cinque anni. Romer ha detto questo: lei non mostra un umilt ingiustificata in questo documento. Lei va "oltre" nel sostenere questa politica giapponese. Ma io sono d'accordo con il professor Romer su una cosa: questo l'esperimento economico pi grave e radicale che sia mai stato intrapreso e che io abbia visto nel corso della mia vita da parte di una grande potenza economica. Il resto del mondo deve prestare particolare attenzione alla cosa. Se questa azione dovesse lavorare nella giusta direzione, da oggi e per i prossimi cinque anni, se il Giappone crescer e il suo rapporto debito/ PIL diminuir perch il resto del mondo ha permesso allo yen di perdere il 50% del suo valore, allora io dovr ripensare alla mia comprensione dell'economia. Ma ironia della sorte se io fossi Abe e mi venisse sottoposta la seguente domanda: "Cosa faccio adesso con quello che ho ereditato", io non sono sicuro che avrei potuto fare dellaltro. Lui un politico e un giapponese. I giapponesi sono dei giocatori molto seri, come lo sono i cittadini della maggior parte dei paesi. Tu fai ci che meglio per la tua

citt natale e non ti preoccupi per i vicini. Volete continuare ad essere amico anche di loro, ma purtroppo la vostra prima responsabilit la citt dove siete nati. Se voi foste Abe quali sarebbero state le vostre scelte? Non ce ne sono altre, se non quelle di fare delle brutte scelte. Forse la migliore di tutte che dovreste cercare di inflazionare quel debito. Monetizzare quanto pi possibile e poi basta "puf" via. Distruggereste la vostra moneta con questo processo, ma si deve pur distruggere qualcosa. E forse la vostra temerariet dar ai vostri esportatori una spinta e un vantaggio competitivo, in modo che almeno possiate salvare qualche cosa. Perch non esportare la deflazione? E poi meglio giocare d'azzardo, forse Romer e Krugman hanno ragione. Potrebbe funzionare! Lanciate i siluri, avanti tutta!

Non si pu tornare indietro


Ora vediamo quali potrebbero essere alcune conseguenze per gli investitori. Ripeto quello che ho scritto mesi fa, la pi ampia posizione nel mio portfolio personale dal 1 gennaio di questanno quella di essere short sul Giappone. Vorrei chiarire che non sono short sulle aziende giapponesi, ma piuttosto sulle politiche economiche del governo giapponese. Penso che lo yen continuer a rimanere sotto pressione per un certo periodo di tempo, cos come i loro tassi interesse. Ma non correte ad aprire posizioni short sui JGB (si veda qui sotto)! Prima di tutto lasciatemi dire che sono d'accordo con Joyce Poon di GaveKal che ha commentato i recenti movimenti particolarmente violenti del mercato finanziario giapponese (i loro commenti riecheggiano quello che ho sentito da Louis durante la mia conferenza): Non c' dubbio che molti investitori si chiedono se questo il primo indizio sul fatto che l'imperatore sia nudo, che Abenomics sia solo un fuoco di paglia. Pensiamo che stia solo cavalcando un toro e di solito non si finisce mai bene; sicuramente gli aspettano molte cadute. Ma come Anatole ha scritto di recente in The Arithmetic Of Abenomics, l'espansione fiscale e monetaria stata cos estrema che non si pu pi tornare indietro dallAbenomics. A meno che il Giappone sia in grado di raggiungere molto velocemente una crescita economica; l'esperimento cos radicale fatto dal Primo Ministro Shinzo Abe attraverso questo stimolo macroeconomico creer un debito cos enorme che provocher la bancarotta del sistema finanziario e molto probabilmente innescher una iper-inflazione. Questo il motivo per cui le riforme radicali di Abe andranno avanti; inoltre questa politica monetaria cos aggressiva nel tempo avr bisogno di essere sostenuta da delle ampie riforme strutturali. Questo ci porta ad un secondo punto che potenzialmente molto pi pericoloso, quale volatilit attendersi in Giappone sui JGBs. Con le banche giapponesi che detengono enormi portafogli in JGB, un forte aumento dei rendimenti genererebbe delle ampie perdite in conto capitale. Infatti secondo la Banca del Giappone un aumento di 100 punti base dei tassi di interesse su tutte le scadenze porterebbe a delle perdite mark-to-market del 20% nel Tier 1 delle banche regionali e del 10% nelle grandi banche. Poich le banche svolgono un ruolo chiave nel meccanismo di trasmissione del quantitative easing e nell'economia reflazionistica, un danneggiamento del bilancio della banca pu ridurre in modo significativo l'efficacia di Abenomics. Un problema che l'operazione di acquisto da parte di BoJ, sta spiazzando altri giocatori sul mercato dei titoli di stato giapponesi e questo amplifica ulteriormente la volatilit dei tassi di interesse. La riduzione della liquidit sui JGB implica che le istituzioni finanziarie

hanno difficolt a trovare rapidamente delle controparti per acquistare o vendere grandi volumi di obbligazioni. Il rischio che una maggiore volatilit dei tassi di interesse potrebbe a sua volta indurre delle ulteriori vendite di JGB, aumentando un circolo vizioso che porterebbe per le banche alla distruzione di capitale. Per evitare che si arrivi ad un incidente catastrofico nel mercato JGB, sono necessari ulteriori provvedimenti da parte della BoJ. Questo probabilmente comporta una maggiore flessibilit e delle ulteriori iniezioni di liquidit, una pi ampia gamma di tattiche di acquisto ed una migliore comunicazione verbale con il mercato. Ma una contrazione della liquidit, una maggiore volatilit ed anche delle potenziali ricadute date dalla crescita dei rendimenti a livello globale, potrebbero continuare a mettere pressione verso un rialzo dei rendimenti dei JGB. Questo non significa che il bull market del Giappone sia terminato. Lasciatemi ripetere le frasi pi importanti con i quali sono inoltre totalmente d'accordo: Anatole ... ha scritto di recente in The Arithmetic Of Abenomics, l'espansione fiscale e monetaria stata cos estrema che non si pu pi tornare indietro dallAbenomics. A meno che il Giappone sia in grado di raggiungere molto velocemente una crescita economica; l'esperimento cos radicale fatto dal Primo Ministro Shinzo Abe attraverso questo stimolo macroeconomico creer un debito cos enorme che provocher la bancarotta del sistema finanziario e molto probabilmente innescher una iper-inflazione. Questo il motivo per cui le riforme radicali di Abe andranno avanti; inoltre questa politica monetaria cos aggressiva nel tempo avr bisogno di essere sostenuta da delle ampie riforme strutturali. Il governo del Giappone non ha scelta. Lo possiamo definire come quella madre che ha dipinto tutti gli spazi che aveva a sua disposizione, anche loro devono continuare a dipingere altrimenti rischiano di collassare. Hanno sparato il primo colpo di quella che sar la prima reale guerra valutaria della nostra vita, non ha niente a che fare con quello che abbiamo visto e vissuto fino ad ora. Non vi alcuna analogia storica. Nessuna. L'ultima grande guerra valutaria c nel 1930 ed avvenne quando il mondo era in gran parte legato al gold standard. Oggi viviamo in un mondo inondato di moneta che viene stampata e alla quale viene dato un valore. L'Europa pu continuare a stare a guardare mentre lo yen scende di un 50%? La Germania lo permetter? Che cosa far la Cina? Se risponderanno rischieranno anche loro l'inflazione. Se non lo faranno rischieranno di perdere delle posizioni nel settore delle esportazioni e molti posti di lavoro. La Malesia sta finanziando la sua crescita immobiliare. l'Indonesia? E la Corea certamente non pu rimanere ferma a guardare? Per una volta le principali banche centrali saranno costrette a sedersi e non fare nulla, in quanto non potranno interrompere la stampa o la loro politica monetaria necessaria per migliorare le loro dinamiche economiche interne. Il Giappone in realt sta solo recuperando rispetto agli altri in termini di quantitative easing, come ho evidenziato la scorsa settimana. Il Giappone intende esportare la sua deflazione. E con l'approvazione di coloro che si "comprendono leconomia", ha intenzione di farlo in un modo e in misura tale che il mondo fino ad ora non ha mai sperimentato prima. Il vecchio adagio dice: "rientra per un centesimo, rientra per un dollaro" sar la regola del giorno. Il Giappone non pu fare marcia indietro senza subire degli enormi sconvolgimenti finanziari. Questo il percorso che hanno scelto. Cos sia. Tutto quello che possiamo fare cercare di rimanere fuori

dalla pista da ballo, quando gli elefanti stanno ballando. O trovare un buon partner di ballo che conosce le mosse e seguirlo! Questo non sar un ambiente adatto per prendere delle lezioni di danza. Non posso dirvi con ragionevole certezza come tutto questo andr a finire, siamo semplicemente in un territorio inesplorato. Ma so che voglio possedere dei beni che le banche centrali non possono stampare. Vedremo pi volatilit di quanta vorremmo. Ma creer opportunit. Naturalmente, continueremo a guardare le implicazioni di questi sviluppi nelle future lettere.

Brussels, Washington DC, NYC, Monaco e a casa?


Sono probabilmente su un aereo per Bruxelles mentre state leggendo questa lettera, dove parteciper ad un incontro con Geert Wellens e il suo team di Econopolis. Mi aspetto di imparare molto. Il programma sembra essere abbastanza divertente. Poi sar a casa per un paio di giorni prima di andare a DC per incontrare Newt Gingrich. Pat Cox si unir a noi. Ho anche un paio di altri incontri e poi prender un treno con John Hussman per andare a New York. Poi torner a casa per un paio di settimane e mi godr la festa del pap prima di andare a Monaco a parlare al GAIM (17-19 Giugno). Hanno una bella lista di interlocutori e incontrer anche Nassim Taleb. Infine andr a Cipro, dove spero di incontrare delle persone che mi potranno dare delle indicazioni su quello che sta succedendo l. E' tardi ed ora di premere il pulsante di invio. Abbiate una buona settimana! Il vostro analista in attesa di trovare un migliore hotel,

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