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La rivincita dal basso

Nove su nove ai ballottaggi nei comuni oltre i 15mila abitanti in Lombardia. E arrivato un en plein per il centrosinistra, un risultato che cambia la geografia politica della Regione aggiungendo Brescia e Lodi allelenco dei cinque capoluoghi gi governati da sindaci sostenuti dal Pd e dai suoi alleati. Il centrodestra resta alla guida di Bergamo, Pavia e Cremona (conquistate nel lontano 2009), Mantova (2010), Varese (2011). Un esito che il centrosinistra poteva attendersi anche dopo la bruciante sconfitta alle Regionali di febbraio che lavevano pur vista prevalere proprio nei capoluoghi, cedendo il campo agli avversari berlusconian-leghisti nelle provincia profonda dove ieri ha colto qualche importante successo. Un dato che rende ancor pi amaro constatare che la Regione nella quale si verificano questi risultati e si colgono queste tendenze, solo tre mesi fa abbia eletto ai propri vertici il leghista Roberto Maroni, il segretario del partito che ne ha pi sofferto per ammissione dei suoi stessi dirigenti. Non era stato estraneo a quel risultato levidente politicizzazione del voto amministrativo che nel turno unico aveva registrato una frammentazione simile a quella del voto politico nazionale. Ha dunque certamente giocato a favore delle liste di centrosinistra in questultima tornata elettorale e non solo in Lombardia, il meccanismo maggioritario imposto nei ballottaggi cui il Movimento 5 Stelle non era stato ammesso, riproponendo cos il classico confronto tra destra e sinistra. Resta per da notare come ad esso si siano sottratti il 49% degli elettori. Un dato drammatico che segnala non solo sfiducia nei confronti dei meccanismi della democrazia rappresentativa ma, soprattutto, nella reale possibilit di orientare con il proprio voto scelte amministrative che i sindaci vedono sempre pi dipendere da decisioni assunte a livello nazionale. Proprio dove il tradizionale scontro politico fra destra e sinistra si appannato nella collaborazione imposta con la nascita del governo Letta. Cos che sembra un felice paradosso la battuta che ricorre in rete secondo la quale Letta fa bene alla sinistra. Anche questo sar un dato da valutare nel perenne dibattito che divide una sinistra che ora si interroga sul renzismo dei suoi candidati piuttosto che constatare come si sia ancor pi ridotto il consenso raccoltosi attorno ai loro tradizionali avversari. Lega e Pdl sembrano in caduta libera, ma sarebbe un errore mortale pensare che il loro elettorato non esista pi anzich, pi realisticamente, considerare che la spinta allastensione sia stata pi forte fra chi votava per il centrodestra che fra chi sosteneva il centrosinistra. Che di consensi ne ha pure persi molti, ma che era, comunque in cerca di una rivincita dopo la batosta delle politiche. E che lha

ottenuta anche se farebbe molto male a considerarla come definitivamente acquisita. Quel 49% di astenuti, infatti, sarebbe in grado di ribaltare qualsiasi risultato elettorale se solo si mobilitasse attorno a un progetto politico o si lasciasse illudere dalle correnti del populismo comunque montante. Ed anche quando non chiamato al voto, pu comunque condizionare ogni attivit di governo. Questa la vera sfida che si pone ai nuovi sindaci: coinvolgere nellamministrazione delle citt anche chi non crede che si possa fare buona politica e buona amministrazione. E daltronde proprio quello che ha dichiarato il neo-sindaco di Brescia, Emilio Del Bono: Se la politica vuole ricostruirsi deve ripartire dalle autonomie locali, da un processo che dal basso va verso l'alto; non c' altra strada. (la Repubblica Milano, 11 giugno 2013)

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