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ESPERIRE LARCHITETTURA ATTRAVERSO LA LUCE

LA LUCE NELLANTICHIT Fin dai tempi pi antichi la luce ha rivestito un ruolo fondamentale nella vita dellessere umano. Da semplice strumento contro le tenebre del buio, a vero e proprio oggetto darte da esaltare e manifestare in ogni sua diversa forma, fino ad arrivare alla concezione della luce come strumento tramite il quale accedere al suo opposto, lombra. Nellantichit egiziana si assiste al passaggio da una concezione puramente materica della luce, che portava alla semplice ricerca di riparo da essa nei momenti pi caldi della giornata, o alla sua osservazione per stabilire il corso del tempo, ad una visione di essa come strumento divino, tramite il quale rafforzare laspetto simbolico di oggetti ed edifici di culto. questo il caso del tempio di Abu Simbel, ad Assuan, costruito nel XIII sec. a.C., dove pozzi di luce opportunamente orientati incanalavano la luce naturale verso punti precisi: a met ottobre e met febbraio, grazie alladeguata inclinazione dei raggi solari, si poteva assistere allilluminazione del volto della statua del faraone collocata allinterno delledificio. Molto pi tardi, si pu osservare lutilizzo strumentale della luce, non pi soltanto come orologio naturale, ma come vero strumento scientifico atto a dimostrare molte delle innovative teorie secentesche sul moto dei pianeti e la rotazione terrestre. Nel 1655 Gian Domenico Cassini, poi divenuto primo astronomo presso lOsservatorio di Parigi, costruir la linea meridiana nella cattedrale di San Petronio a Bologna che, con la sua lunghezza di 66,8 metri e una distanza dal foro stenopeico di 27,7 metri, si conferma come meridiana a camera oscura pi grande e pi precisa al mondo. Tale marchingegno permise allastronomo di confermare la validit della riforma gregoriana del calendario da un lato, e dallaltro di provare la veridicit della terza legge di Figura 1 San Petronio (BO), meridiana Keplero. LUCE ELETTRICA E INNOVAZIONE Lavvento dellelettricit rivoluziona radicalmente la concezione dellelemento luminoso, che non pi identificato come un ente puramente naturale, in funzione del quale organizzare la propria giornata, ma come oggetto di utilizzo pronto e immediato, grazie al quale creare infinite diverse atmosfere. Laccesso libero e potenzialmente senza fine alla luce elettrica porta la mentalit dei primi anni del Novecento (anni 10,20) a una piena fiducia nel progresso, nel dinamismo, nella velocit dazione e nel rinnovamento. proprio in questo periodo che comparir, tra le linee guida dei cosiddetti manifesti futuristi, anche quello relativo allarte sacra, in cui lilluminazione svolge un ruolo fondamentale: l'uso della luce elettrica per decorare le chiese col suo fulgore bianco-azzurro superiore in purezza celestiale a quello rosso-giallo carnale lussorioso delle candele, le meravigliose pitture sacre di Gerardo Dottori, primo futurista che rinnov con originale intensit l'Arte Sacra., gli affreschi futuristi di Gino Severini nelle chiese 1

svizzere, le molte cattedrali futuriste con un dinamismo di forme in cemento armato, cristallo ed acciaio realizzate in Germania e Svizzera, sono i segni di questo indispensabile rinnovamento dell'Arte Sacra. (Marinetti, 1932)

Poco altro necessario aggiungere per completare lesauriente quadro del manifesto: Fillia, poeta, pittore e artista futurista, evidenzier come la luce debba essere plasmata dallarchitetto per esprimere al massimo la potenza artistica dellautore; e quale elemento migliore per raggiungere tale scopo, se non la luce nella sua pi esaltata manifestazione artificiale? Proprio questa luce si proporr come simbolo del progresso, portatrice di una nuova era, non pi in sintonia con il fervido attaccamento alla natura tipico del romanticismo, ma anzi responsabile delluccisione di un ormai datato chiaro di luna dal romantico sapore. Tuttaltra visione, insomma, da quella di un ormai rassegnato Pasolini, che qualche decennio pi tardi considerava la stessa moderna futuristica luce elettrica come principale responsabile delleccidio delle creature umane delle nostre societ contemporanea, [che] come le lucciole, sono state vinte, annientate, trafitte da uno spillo o seccate alla luce artificiale dei riflettori, dallocchio panoptico delle telecamere di sorveglianza e dallagitazione mortifera degli schermi televisivi. ESPRESSIONISMO E METAFISICA: LOMBRA DELLA LUCE Sempre con una ricerca di una rottura dal passato necessario inquadrare la luce nel cinema espressionista tedesco, basato su una esasperata distorsione del segno e del dato reale e un unschrei (grido anarchico) atto a sovvertire gli schemi dellarte tradizionale. Racconti contorti, personaggi sinistri e lugubri atmosfere sono ci che prende vita ne Il gabinetto del Dottor Caligari (1920), film diretto da Robert Wiene: qui, grazie ad un sapiente uso dellilluminazione elettrica, viene dato risalto allaspetto pi sovrannaturale dellombra, che si fa portatrice di atmosfere drammatiche e psicologiche, Figura 2 Scenografia tratta dal film Il Gabinetto del Dottor Caligari inquietanti e minacciose. La deformazione della realt, generata dallaccostamento di elementi come case sghembe, scale sbilenche, pareti oblique, finestre filiformi, linee spezzate, trova nelle ombre, talora allungate, talora ingigantite, talora distorte ad assumere connotazioni spaventose, la massima espressione. Ancora giochi di luci ed ombre sono il fulcro della pittura metafisica di De Chirico, che tramite uno studio minuzioso della matericit degli oggetti porta la sua arte al raggiungimento di una condizione di perfetto equilibrio tra naturale e sovrannaturale.
Il sole alto nel cielo e bruciante. Rischiara le case, i palazzi, i portici. Le loro ombre tracciano sul suolo dei rettangoli, dei quadrati..., dei trapezi di un nero cos dolce che l'occhio bruciato ama rinfrescarsi in essi... e la statua in una gioia d'eternit annega... e la statua in una gioia d'eternit annega la sua anima nella contemplazione della propria ombra... (De Chirico)

Figura 3

Nella sua opera forme architettoniche e luce creano atmosfere misteriose: ne un esempio per tutti il quadro Lenigma dellora, che oltre ai molteplici punti di vista, si sofferma sullorientamento preciso della luce. Una luce, questa, non pi soffusa e pacata come nella realt appare, ma piuttosto netta, precisa, quasi proveniente da una fonte elettrica, e destinata a creare una forte differenza tra zone chiaramente illuminate e ombre nette, oscure. Destinata, ancora, a raffigurare edifici cos pieni e pesanti da sembrare surreali.

Lenigma dellora, De Chirico

LARCHITETTURA DEL XX SECOLO E I GIOCHI DI LUCE Nel rapporto tra architettura e luce si inquadrano molte tra le opere dei pi famosi architetti a livello mondiale del XX secolo; in alcuni casi, tuttavia, il ruolo della luce riemerge dalle tenebre dellombra dechirichiana, per ricollocarsi tra gli elementi esaltatori di unarchitettura in armonia con lelemento natura o in stretto dialogo con essa. Tra le concezioni della luce come elemento riflesso, impossibile non trattare quelle di Mies Van der Rohe, larchitetto per eccellenza di acciaio e vetro, che nel 1922 progetta, tra i tanti, un Grattacielo in vetro nella forma colonna di luce. Affascinato dal processo costruttivo e ammaliato dallidea che prismi sfaccettati di cristallo potessero irradiare la citt di pietra e mattone con "un ricco gioco di riflessi luminosi", egli scelse di utilizzare strutture che annullassero i confini tra interno ed esterno, luce Figura 4 ed ombra con superfici continue di cristallo, atte a riorganizzare uno Grattacielo in vetro, Mies Van der Rohe spazio che ora appariva inondato di luce naturale. Altro utilizzatore e sostenitore della luce naturale in tutte le sue molteplici sfaccettature Louis Kahn, che richiamando gli antichi templi egizi fa rivivere lesperienza della luce incanalata e proiettata sulle opere del Museo Kimbell (19661972). In un luogo suggestivo come linizio del West texano, Fort Worth, Kahn elabora un edificio in cui le duecentocinquanta opere esposte possano essere illuminate dalla luce naturale. Per fare ci, adotta un sistema che produceva luce argentea da quella che penetrava dallalto; leffetto ottenuto facendo riflettere i raggi solari su alette che fungono da veri e propri riflettori in alluminio perforato. Ne risulta cos una luce uniforme e soffusa, cromaticamente differenziata da quella dei cortili-giardino, virata sui toni del Figura 5
Museo Kimbell, Louis Kahn

verde, che si miscela a quella sulle opere creando un connubio perfetto di luce bassa e soffusa, che non altera, anzi esalta la percezione delle opere esposte. LA LUCE NELLARCHITETTURA SACRA Il gioco di riflessi, colori e luci naturali trova libero sfogo nelle opere di Tadao Ando, che seguendo lidea di materializzare fisicamente la presenza dellatmosfera, realizza presso il Water Temple (1985) ad Awajishima. In questo luogo permeato di sacralit e trascendentale, ogni elemento vuole essere prova della presenza dellelemento divino; e proprio questa tensione alla spiritualit culmina, allinterno del santuario, con la volont di esprimere il potere allucinatorio della luce. Luce, questa, la cui naturalit viene filtrata da una griglia collocata dietro alla statua del Buddha, che inonda la navata scaldando il rosso vermiglio di cui dipinta la stanza, colore, peraltro, del paradiso del dio ind.
Figura 6

Water temple, Tadao Ando

Quando il sole, al tramonto, illumina di rosso cinabro il tempio nascosto nel sottosuolo, la tonalit dello spazio, tinta del medesimo vermiglio, esalta lo spirito (Ando)

Come acutamente osserva Steven Holl, la presenza della luce la forza di connessione pi fondamentale delluniverso. Quando luce e materia si separarono, luniverso divenne trasparente alla luce. Secondo la teoria corrente, durante il primo milione di anni luniverso era opaco e privo di ombre. Dunque, forse, proprio il mistero che sottende allorigine della luce a renderla allocchio umano tanto importante da assumere unaura di sacralit. ancora una volta opera dellarchitetto giapponese la realizzazione di un progetto di chiesa cristiana a Osaka, la Chiesa della luce (1989), in cui il tentativo di elevare la luce a pura rappresentazione divina raggiunge forse il suo apice di perfezione. Ando sostiene che tramite la manipolazione degli elementi naturali, inclusa la luce, si conduca questi a caricarsi di profonde valenze sacre. Ecco che allora, allinterno di questo edificio, diviene la luce [] l'origine di tutto: allorch colpisce la superficie delle cose, ne delinea i profili; Figura 7 producendo le ombre dietro agli oggetti, ne Chiesa della Luce, Tadao Ando coglie la profondit"(Ando). Sicuramente colpisce la semplicit della chiesa, scatola rettangolare che, se al buio si manifesta spoglia e priva di 4

interesse, con lilluminazione diurna diviene un luogo di straordinaria bellezza, in cui una croce luminosa si stende dal retro dellaltare sulle tavole di recupero in legno grezzo adibite a panche per i fedeli. Sempre in tema di sacralit cristiana e manipolazione della luce, ecco che viene subito alla mente un architetto che ha fatto della luce lelemento fondante il suo edificio di culto: Le Corbusier. Con la cattedrale di Ronchamp (1955), egli riuscito a fondere luci colorate e colori sgargianti allinterno di un ambiente piuttosto buio, in un connubio perfetto di ombre e volumi. Il gioco di finestre, ora verticali, ora orizzontali, di diverse ampiezze e altezze, da accesso alla percezione sacra che ancora una volta diviene fulcro compositivo dellintera opera, accentuata dai colori sgargianti di una composizione che forse solo lontanamente tradisce unispirazione spagnoleggiante. Lo stesso architetto scriver, a distanza di qualche anno, dellimportanza nella sua cattedrale della luce, e di come la luce illumini le forme. E queste forme hanno una potenza emotiva per il giuoco delle proporzioni [,] per il giuoco dei rapporti inattesi, stupefacenti, ma anche per il giuoco intellettuale della ragion dessere; il loro autentico nascere, la loro capacit di durare, struttura astuzia, ardimento, anzi temerariet [e] giuoco [,] entit essenziali elementi costitutivi dellarchitettura.
Figura 8

Cattedrale di Notre Dame du Haut, Ronchamp, Le Corbusier

CONCLUSIONI In seguito a tutte le precedenti considerazioni, possibile constatare quale ruolo di fondamentale importanza abbia assunto la luce nella concezione dellessere umano fin dai tempi pi remoti. Che si parli di luce incanalata in edifici di culto antichi, che si parli di ombre create a destare le pi disparate emozioni, o ancora che si parli di punti strategicamente illuminati, nel corso del tempo luomo ha fatto della luce lo strumento dal quale trarre infinite quantit di funzioni, malleandola e dirigendola a suo piacimento. Tuttavia non va dimenticato che la luce, in quanto elemento della natura (ebbene s, anche quella artificiale , in fondo, elemento naturale), vivo e pulsante, impossibile da dominare; a noi concesso solo capirne i segreti, poco per volta, per poterli applicare nella vita quotidiana e artistico-architettonica. Applicare, s, ma mai dominare.

Ilaria Picotti 5

INDICE La luce nellantichit Luce elettrica e innovazione Espressionismo e metafisica: lombra della luce Larchitettura del XX secolo e i giochi di luce La luce nellarchitettura sacra Conclusioni 1 1 2 3 4 5

BIBLIOGRAFIA

La scienza in piazza, Fondazione Marino Golinelli, ed. 2008-09 Larchitettura sacra futurista (predominio del vetro e dellalluminio), Fillia, in Futurismo, vol.I, n4, 2
Ottobre 1932

Il cinema espressionista tedesco, in Testi e Scenari, Panebianco, Pisoni, Reggiani, Malpensa, 2010 Giorgio de Chirico: la nascita della metafisica, Barbara Meletto, 26 Ottobre 2012, in
www.barbarainwonderlart.com

Sensi tempo e architettura. Spazi possibili per umani e non, Anna Barbara, ed. posmediabooks, 2012 Il nulla assoluto come preludio al divino, Tiziano Tosolini, in Quaderni del CSA, VOLUME VI/2, 2011 Tadao Ando, Water Temple, Hompuki, Japan, 1989-1991, Flores Zanchi, in www.floornature.it Le Corbusier, Terragni, Michelucci nelle tre opere pi note, Rocchi Coopmans de Yoldi Giuseppe, Alinea, 2006 Alterazioni di trasparenza, Maura Percoco, in www.archinfo.it Manifesto dell'arte sacra futurista, Tommaso Marinetti, 1932 Parallax. Architettura e percezione, Steven Holl, ed. postmediabooks, 2004 Come le lucciole, Georges Didi-Huberman, Bollati Boringhieri, 2010

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