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,^^^
MANUALE DANTESCO
Voi.
II.
ENCICLOPEDIA DANTESCA
Parte
I.
A"2.
r.
ENCICLOPEDIA
DANTESCA
per l'Abate
.TAO.
PROF. FEREAZZI
Voi.
I.
'^'^
BASSANO
r
1
1>
Le
GW A
1'
A SAN
Z Z
AT
1865.
l'roprii'lii
F.C'ttcraria
433^
V.%
GIOVANNI
DELL' ALTISSLMO
<(
i;
DI SASSONIA
CHE
IL
NEL D CHE
IL
ABATE
km
3J
(Sii
^eito'cc
frenare non
solo
il
per V universo
si
squaderna,
ma
volgere tutte
le
altre
sommo
pensamenti
queW
alta
mente
u' s\
profondo
il
vero vero,
il
A
pi gagliardo
secondo,
intelletto.
si
pur
quello di ricordare,
comunque
tutti quelli
che si
inspirarono
neW altissimo
solenni ingegni vi fecero sopra; del sempre crescente di ammirazione che rendono
omaggio
ad
esso
abbracciare
il
se molte lacune
verran lamentate
mio lavoro^
se
me
me ne
venisse
le
il
compilo pi
iliffivilc,
come
il
buon
sarlore,
Che, com'egli
ha del panno,
fa
la
gonna.
Se non altro, almeno
dell'
lo
ardimento
il
lungo studio
al sacro
con
affetto
filiale,
omeri sorretta,
su
tante
questioni tuttavia
tornarci,
se
giovamento. - Che se
ini vedessi
merce
consigli,
il
che invoco,
quando che
sia,
degli altri poeti onore e lume, Vogliami il lungo studio e il grande amore. Che m'hiin fatto cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro e il mio autore...
Inf.
I
82.
Veggo
lio la
in
io
non ne
ma presento da lunge il d che si avr, che l'opera sua sar guardata da pi suhlime
chiave;
orizzonte. Gravina.
Quel popolo che ama con tanto entusiasmo la maschia poesia dell' Allighieri, che sente commuoversi al suono di quei versi pieni di magnanima ira. ia pur caduto in fondo d'ogni miseria, domani pofatidiche tr rilevarsi pi forte dalla sua tomba.
(
cu. p.3.50.
PECCHIO CRONOLOGICO
DELLA VITA DI DANTE ALLIGHIERI E DEGLI AVVENIMENTI CONTEMPORANEI E DI QUELLI CHE PREPARARONO IL SUO SECOLO CON OSSERVAZIONI CRITICHE INTORNO ALLE OPERE DEL POETA E ALLA LORO PUBBLICAZIONE
redentore della scienza critica, correttore dei codici, restauratore della lingua latina, benemerito della
maestro
di
Papa Alessandro
il
II,
lieo. Graziano,
monaco benedettino, d
decreto; aiuta
le leggi
al diritto
foro civile e
le
foro
ecclesiastico,
conciliando
dell'uno con
1109. Morte
di S.
uomo
santo. Par.
Muore
Chiesa,
la
beni
la
grande
(i6.
in
1
1135.
-
E sarebbe
Buondelmonti venuti di Valdigrieve. Par. xvi. stato meglio che fossero annegati nell' fi-
ma, anzicch transferiti a Firenze. Par. xvi. 143. 1152. Battisterio di Pisa, opera di Diotisalvi, sanese.
1153. La famiglia dei Cerchi, che stava a capo de'Eian-
venuta dai boschi di Val di Sieve, nel pivier d'Acone. Par. xvi. 65. - Donde alla parte Bianca il soprannome di
rhi
SPECCHIO CRONOLOGICO
U60. Morie
di
Pier
Lombardo, professore a
Parigi,
il
antichi, opera di
museo di colonnette e ruderi Bonanno e Tommaso da Pisa. 1183. Fiaccato a Legnano il superbo orgoglio Alemanno,
1175. Torre di Pisa, vero
per
lo
stile
bizantino,
ombra di studio nel nudo, espressione nelle teste ed ed una certa cura del panneggiato. 1215. Buondelmonte rompe la fede data ad una fanciulla degli Amide per isposarsi con una bellissima dei Donati.
certa
affetto,
Questo fu
lito
la
giorno
di
Pasqua, presso
a'
di Marte,
Di qui
originarono lo
(
Giov,
La casa di che nacque il vostro fleto, Per lo giusto disdegno che v' ha morti,
E posto
Le
Buondelmonte; quanto mal fuggisti noJ!ze sue per gli altrui conforti! Par. xvi.
ai
136.
fu
di
sanlo
chiama:
il
xxviii. 107.
Dante
-r
Cerchi (Bianchi),
il
mal
presente carca
Che tosto
ta
con Genova, muore a Pisa. Gli succede Cencio Savelli, romano, col nome di Onorio HI.
DELLA VITA
1*218.
DI
DANTE.
nome
della
porta
1220.
Giov. YUlani, L.
Il
pietra;
nuovamente
fu eretto
distrutto
nella
straordinaria
pietra,
da capo, tutto di
Dome-
nicano.
L'Imperatore Federico
glie a Firenze
il
I,
passando per
l'Italia, to-
fatti,
nel
sesto
di
Porla a
Duomo.
1227, Marzo.
Il
cardinale Ugolino
al
de' conti
di
Segna
d'Anagni assunto
1237. Fallo
pontificato, col
nome
di
Gregorio IX.
dal
a monte
il
ponte Ruhaconte,
di Milano, lo si S.
nome
di
podest
di Firenze
Appresso
chiam ponte
alle Grazie,
allora ammattonata.
G. Villani, L. vi.
il
e. 24.)
primo
di tutta la fa-
la
famosa.
1241, Agosto. Morte di Gregorio VII.
altissimi, eletto
(Il
papa
in
Anagni, col
nome d'Ined
nocenzo IV.
1248,
Villani
lo
dice Oltobuono
- L. vi. e. 24.)
de' Fiesohi,
Guelfi nella
il
tenta di stabilire
governo aristocratico.
1249. Pier delle Vigne, capuano, cancelliere di Federigo
II,
il
di
un trattato
latiFio
intorno
alla
dell'imperatore,
dagl' invidiosi
cortigiani
&
abbacinare, e chiudere
uccide,
dove disperatamente
xiii.
58
di edificare
il
presa parte
e
del
popolo,
del
Comune
[del Bargello).
Jacopo
di
Gu-
di
legno e
comune;
ed
11
il
dome-
13. Dee.
Morte
di
Federigo
li
in
Ferentino della
promo;
119
xiii.
iii.
120.
Fiorisce
Guido
delle Colonne,
rimatore siciliano
{De Vulg.
ed ampli
Darete.
Et. L.
1.
Storia della
guerra
Troia
di Ditti
di
Fiorisce Jacopo da
Leu tino,
il
xxiv. 56;
De
Vulg. El.
i.
12.
il
anonimo autore, vissuto a' tempi di Lucano. Vannucci ne pubblicava per la prima volta due volgarizGuido Bonatti, celebre Astrologo.
Inf. xx. 108. -
do
di
in S.
Tigri,
Gui-
DELLA VITA
DI
DANTE.
T osserva gentilezza
pure
si
profughi Guelfi.
Luglio. Per
giglio vermiglio in
la
divisione civile
Guelfi
pongono
il
campo
renze
il
xvi. 151.
1252,
re
Corrado, figliuolo
Federigo
II.,
viene nel
regno
di Napoli.
nel Mugello
S. Tri-
Viene edificato
il
ponte di
nit a casa
vi. e. 51.)
v'avea l'antichis-
Marte ricordata dal poeta, {pietra scema Par. xvi. 145.) caduta nel fiume nella il ponte. Che guarda memoranda piena del 1. Nov. 1333. - Nel Nov. del 1232 batsima statua
tuti
i
memoria,
{G.
della libert
da' fio-
rentini.
20 Ottobre.
degli Anchioni
popolo
firentino,
si
afforzatosi
nelle
case
di S.
Lorenzo,
leva a rumore,
eletti
stabilisce
liberamente
si
magistrati
levano
si
crea
capitano
questa occasione,
pri-
mo
popolo,
ossia
di
(
mezzo
si
si
costitu
cogli ordini
e.
Giov.
Villani,
vi.
34, 40.)
I
1253, 10 Ottobre.
rentini
s'
Napoli
arrende a Corrado.
rimettono
i
Fio-
impadroniscono
di Pistoia e vi
Guelfi.
Guerra contro Siena. Il re Corrado fonda l'Universit di Salerno. La scuola medica Salernitana aveva gi acquistato gran fama
fin
1254,
IV.
muore
di 7
fredi.
SPECCHIO CRONOLOGICO
Ghibellini in
A-
1256.
convento e
popolo
;
d'Ognissanti.
ma
il
avverso
a' Ghibellini,
capo all'abate
di
di
mano
nella congiura.
Inferno,
di
il
Sicilia.
1259. Manfredi scomunicato dal papa Alessandro IV. 12G0, 4 Settembre. Farinata degli liberti,
la
rabbia Fiorentina
vi. 80.).
vi.
112; Villani,
Bocca degli Abati, giostrando con la lancia di Giuda, tronca la mano con cui Jacopo de' Pazzi, capitano de'cavalieri, porlava lo stendardo
terra,
{Inf.xxxn.
80.).
non
Il
vi fu pi riparo: lo
scempio
gue
lelli
si
in rosso.
terribili
casi.
della sconfitta
di Montaperti.)
13 Settembre. Tulli
da
a'
nemici, e
si
co.
Guido Novello,
gli
il
co. Giordi
dano,
gli
Alberti
di
Mangona,
Aldobrandeschi
S.
DELLA VITA
Fiora, gli Ubaldin di Mugello,
bellini,
DI
DAME.
raccoltisi
lev imdifese
la
petuosamente contro
l'empia sentenza,
la
scellerata
proposta,
si
rimasero dalquesta
per
le
in religioso
dono
di grati-
come
[i.
scrive
il
sua pa-
104.).
Fiorisce
Folgore da
S.
Gemignano. Fra
le
i
altre
di Sonetti,
l'una sopra
mesi
Lemmo
Nasce
l'
di
in
Arrigo YII. e
deW Historia
d'una tragedia
intitolata Ezzelino,
smo
Dott. Filippo
fa
il
Nicol
Pisa.
Pisano
ecc.)
Battistero
di
ri-
cevuta con tanto plauso dai pi famosi giuristi, e tenuta come seconda regola del diritto civile. Era nato in Bagnolo,
il
1182.
Fu padre
di
Frani
cesco,
di
nell'
Inferno fra
rei
Origine de'
frali
Gaudenti
di
Bologna.
si
rico-
Angi chiamato
da
Manfredi.
IO
SPECCUIO CRONOLOGICO
Lucca, e lutto
Ghibellini.
il
Tifivi,
Guida di
Pistoia, p. 187.
1264.
Muore Farinata
la
degl' liberti.
1290 cominci
accosta, e dei
si
d' Amore, in cui amore secondo che a virt o a vizio costumi che a comporre vita onesta e mo-
desta
di leggiadra prosa
addicono. Scrisse pure in versi misti a novellette Costumi e il Reggimento delle Donne, i
opera in cui parlava alle mercantesse di Firenze dei coslumi delle regine e delle donne di ogni grado.
1265. Dante, l in cielo, tra la gioia dei santi, e
nia delle sfere, tesse la sua genealogia
:
l'
armo-
ei fa
parlare al suo
tritavo Cacciaguida:
Benedetto sie tu,
fu, trino
ed uno,
corapiacemmi
tua radice:
dice
Pure aspettando,
io fui la
si
Mio
figlio fu,
Viver
grida,
Insieme fui Cristiano e Cacciaguida. Moronto fu mio frate ed Eliseo; Mia donna venne a me di vai di Pado,
E quindi
il
soprannome tuo
lo
si feo.
Poi seguitai
iraperador Currado,
Ed
ei
mi cinse
venni in grado.
Dietro gli andai incontro alla nequizia Di quella legge, il cui popolo usurpa,
Per colpa del Pastor, vostra giustizia. Quivi fu' io da quella gente turpa
Disviluppato dal
Il
cui
E venni
Cacciaguida degli
Elisei,
che nacque
il
DELLA VITA
DI
DANTE.
11
in moglie una donzella naia degli Aldghleri di Ferrara, per bellezza e per costumi come per nobilt di sangue pregiata.
Avuto da essa un
i
figlio,
Aldigliiero,
nome da
lui e si
de-
venne Bellincione, da
Bellincione Allighieri
II,
luffi, poi in Donna Bella, onde il nostro poeta. Gli Allighieri avevano per arme uno scudo diviso pel mezzo in diritto, parte d'oro e parte nero, e tagliato pel traverso piano da
una fascia bianca. Le case degli Allighieri (che pi ne possedevano) restavano nel centro della citt e nel sesto di Por' San Piero: di fronte guardavano la piazzetta di S. Martino del Vescovo, e, piegando a sinistra, giugnevano fino alla piazzetta
de' Giuochi:
a tergo rispondevano
chiamata
in
divino poeta,
e che
guarda quasi
non
che una
alla luce
di esse;
il
ma
il
dir
che
in quella
appunto venisse
le quali
essa la pi meschina
circostanti,
pure agli
Allighieri appartenevano.
1864.) incaricava
il
cessarie
investigazioni
storiche
si
possa conFrul-
Il
signor G. Gargani.
in
Gli Allighieri
Camerata, un
piano
di Ripoli,
una
Firenze,
di santa
si
tradizione popolare
recasse
le
12
derv
to,
il
SPECCHIO CRONOLOGICO
fresco, assdendosi sopra
un miiricciuolo
in
quel pundice:
ove,
non ha molto,
fu collocata
Sasso di Dante:
Gli antichi miei, ed io nacqui nel loco
Dove si trova pria 1' ultimo sesto Da quel che corre il vostro annual giuoco. Par.
xvi. 40.
1263, 14 Maggio.
lico
nella
di
Nacque questo singolare splendore itanostra citt, vacante il romano imperlo per la
II,
morte
Federigo
dell'universo
tedra di
sedente papa Urbano IV nella catSan Pietro. {Boccaccio, Vita di Dante, p. 8. Dante, non iscevro delle credenze astronomiche, attribuisce
)
MCCLXY,
Gemini
il
sortito ingegno:
lume pregno
il
mio ingegno;
s'ascondeva vosco Quegli eh' padre d'ogni mortai vita, Quand' io senti' da prima l'aer tosco. Par.
e
xxii. 112.
E Brunetto
gli
suo nascere,
predice:
Se tu segui tua stella,
Non puoi
Dante pregiavasi
zarono Firenze,
Fu
Tutti
i
veramente
Di quei
fatto
il
rimaser, quando
maggiori
tali
due
Un Brunetto
Allighieri,
zio di
Fu
ei
chia-
ma
il
mio
ei
bel
San Giovanni.
Ed
vi
voleva prendere
corona
il
di alloro di
poeta
cappello.
Par.xw.S.
Pisa, scol-
fra
Guglielmo da
pUce l'Arca
di S.
Domenico
in Bologna.
DELLA VITA
1266, 26 Feb. Battaglia
dai Baroni pugliesi:
fitta,
si
DI
DANTE.
13
di
sdegnando
cam-
Fra mille po con la persona rotta da due ferite mortali. cadaveri, trovato il suo, gli alzarono i soldati nemici una
mora
lungo
di sassi.
il
Ma
Inf. xxviii.
Beatrice da Folco di Ricovero Gherardo Caponsacchi. Par. xvi. 121. I Portinari restavano poc' oltre di 50 passi lontano dagli Allighieri, ed abitavano dov' ora il palazzo Riccardi,
di
Porti nari,
da
Gilia
di
gi Salviati, (oggi
da Cepparello) airestremit
di via del
Corso, presso
il
Lodaringo,
o Roderigo di Landolo,
di
rono
pace,
le
cacciando e perseguitando
del qual
Ghibellini, ed
ardendo
case loro,
nome
si
chiamava una
che trad
ta,
suoi Ghibellini,
li
fece cacciare
con Farinae.
74) Inf.
XXVII. 121.
Per
la sconfitta e
morte
di re Manfredi,
Guelfi,
dopo
la
in
Firenze
Ghibellini,
quantunque rassicurati
che non verrebbe loro alcun male, se ne fuggono per paura. Toscana tutta, meno Pisa e Siena, si volge allora a parte
guelfa,
come prima
I
//. x. 50.
di
Domenicani
in
di
Bologna fermano
tal
erigere al
l'Italia
monumento che
quel tempo.
Ad opera
di
Bologna
si
conduce
in
14
patria, e
SPECCHIO CROKOLOGICO
il
contralto di
di
scolpire
pulpito del
Duomo
di Siena,
con obbligo
con-
ma
cap. 15)
D
venivano
lutti
perdoni concessi
di re
Agosto.
contro Siena.
Venuta
Carlo in Toscana.
Guerra
Federigo
II,
nel plano
di Tagliacozzo
il
nobile
giovinetto,
per
la te-
vii. 26, 28, 29; mcolini. Storia della Casa di Svevia; Canto in morte di Corradino). Guerra contro Pisa, e presa di Porto Pisano, e del
castello di Motrone.
Matteo Spinello,
storia intitolata
i
i
da
Giovinazzo,
termina
la
sua
fatti
Jacopo,
detto Lapo
degli
liberti,
iglio
Senesi e
e
guidali
da Provenzauo Salvani,
dal co.
Guido Novello,
L. VII.
lui inlitolato
il
Codice e del
De
Vulg. FA.
ii.
2.
DELLA VITA
DI
DAME.
15
1271. Gregorio
1272. Morte
di
X
\.
eletto papa.
III,
Enrico
re d' Inghilterra,
al
quale
succede Odoardo
Purg.
vii.
si
Baldovino
il
II
Papa convoca
Sindaci
Guelfi
dei Ghibellini,
li
si
fondasse una
si
Chiesa di cui egli pose la prima pietra, che Gregorio della Pace.
giorni
:
chiam San
il
Ma
si
la
il
papa sdegnato
e
ritir in
Ubaldini,
lasci
la citt
interdetta.
Fu ribenedetta nel
1276 da Innocenzo Y.
Rodolfo d'Absburgo, fondatore della grandezza della
casa d'Austria, eletto imperatore di Germania.
Purg.
vii.
94
Conv.
iv. 3.
gli
ghibellini,
ricacciati
dipoi
nel
1275,
ritornativi
nel 1279.
1274,
7.
sommo
per quella
69.),
potentissimo
della
ingegno che
nimicava per
abborrimento
principi,
quantunque partigiano
le
della monarchia,
gorato con
fattone
uno specchio,
1
Carlo
potea guardarsi e
xii.
Maggio. ?sove
la vita
compiuti, quan,in
d'ei cominci
et d'otto
mio nascimento, era tornato lo cielo della luce quasi ad un medesimo punto, quanto alla sua propria girazione, quando alli miei occhi apparve prima la gloriosa donna della mia mente,
anni e quattro mesi.
Nove
fiate gi,
appresso
al
16
la quale fu
DELLA VITA
DI
DAME.
1
quali
non sapeano
la
che
si
nel suo
tempo
mosso verso
s
parte d'o-
quasi alla fine del mio nono anno. Ella apparvem vestita di
nobilissimo
colore,
convemia,
la
quale fu tosto a
mi comandava molte
l'andai cercando....
fiate
Io sono stato con amore insieme Dalla circulazion del sol mia iona... Son.yi. ediz.Uiul. Lo giorno che costei nel mondo venne ,.
ni. S.
Prima
eh' io fuor di
puerizia
fosse.
13.
di
Bagnorrea, teo-
da Filippo Bello,
di
Michele Zanche,
giudicalo
in/",
lU.
il
i
Guinicelli,
il
nobile
bolognese,
poeti
massimo
fra
che
prima
Dante scrissero
in lingua volgare.
Purg.xxw.^^.
in Pistoia
il
Papa Gregorio X muore in Arezzo. Guglielmo da Pisa, domenicano, scolpisce Pergamo di S. Giovanni evangelista, Forcivita.
Gioito
di
di
Yespignano.
di Arezzo,
Purg.
opera
XI. 94.
nel
duomo
Margaritone Aretino.
DELLA VITA
DI
DAME.
99.
di
17
Morie
di
Giovanni Gaelani,
in/",
casa
xix. 31.
vii. 57.
i
Discordie Ira
gbi e
i
gli
Admari conlro
Donali,
Tosin-
'Pazzi.
Morie
tura, secondo
di Nicola Pisano,
il
il
Ticozzl,
se
non
nuova
vita,
Albertano Giudice,
Fontana grande
vanni Pisano e
in Perugia.
rilievi
sono
di
Gio-
di Arnolfo.
Le ligure
in
bronzo e
la
conca
Fri-
Archiepiscopi pisani,
Domini Tarlati
gii
poteslatis,
sdegni per
le
antiche e
nuove
il
offese fra
Guelfi e
pace
di Nicol III.
E tanto pol
la
la
sua carit,
il
con-
amiche si congiunsero quelle destre che ancor rosseggiavano di sangue cittadino. [Villani,
della pace, e
L. VII. e. 5G; P.
amore e
p. 21.)
18 Oltob. benedisse
la
frati Predicatori.
Ne furono
architelti
li
in Portogallo,
Morte
atlante
scienza, e
di
Alberto
il
Grande, dello
il
dall'
Ozanam,
della
mondo
intiero
non
vi si pieg sotto, e
18
fonte battesimale,
SPECCHIO CRONOLOGICO
rompea uno
Non essendovi
da qualche maligno inimico fosse interpretato a sacrilegio queir atto che a carit del prossimo si dovea attribuire
ond' egli se ne scolpa.
Non mi parn meno ampi n maggiori, Che quei che son nei mio bel San Giovanni
Fatti per luogo de' battezzatori
L'
;
un degli quali, ancor non molt' anni, Rupp' io per un che dentro v'annegava:
E questo
uomo
1(5.
Mastro
vien arso vvo.
Adamo
11
supplizio
fu eseguito
Inf.
lungo
la via
che
xxx. 63.
vien nominato
casa
nome
di
19
di
Orsini.
il
avvenimenti della
citt di Firenze,
in cui
mor;
Giannotto
Morte
I
di Sordello,
Francesi,
rotti
Guido
compiutamente
il
Yespero. E
teggi la causa,
ma
i
perpetuo grido
pi
Muoiano
muoiano
Francesi
forte,
precisa
fedele dipintura,
Siciliano.
far
potesse del
Yespero
73.
da Procida; Michele A-
mari,
e. vi.,
Guerra
DELLA
1*282,
DI
VITA
DAME.
la
19
lo Giugno.
Il
popolo
di Firenze s solleva
contro
XIV
da prima
Da principio ebbero
arti, poi
l'onore di dare
sei delle
pure non era ascritto ad una delle sei arti. Il titolo di Grande era un gastigo che si dava col nome d'ammonizione, per la quale
i
cittadini dichiarati
Grandi
si
venivano
i;
Yil-
Pensando l'Allighieri al dolcissimo saluto di Beatrinove anni dopo che la vide, fu sopraggiunto da un soave sonno, nel quale egli ebbe una mirabile visione. Svegliatosi, si propose di scrvere un Sonetto, in cui trattare di quelle cose che gli era sembrato di vedere, e quindi
ce,
dessero
la loro opinione.
il
lui
comOltre
posto, e comincia:
rjentl core.
Nuova
3.
Guido
il
V.
Nuova
5 Giug. Rotta
assalito
d Carlo
di
d'Angi,
sua prigionia;
di
da Ruggiero
6 Agosto.
Lauria,
ammiraglio
Pietro III
d'Aragona. {Villani, L.
vii. 93.)
Famosa
mare
alla vincitrice
Morte
Piirg. VII. 103.
Bello.
Morte
di Pietro III
d'Aragona.
di Siena.
ed elezione a papa
di
Onorio IV,
20
(Iella
SPECCHIO CRONOLOGICO
casa de' Savelli {Villani, L. vi.
{id. e. 113.).
e. 107.),
che muore
a'
Aprile 1287
Enrico
Il
II
regna
in Cipro.
Comune
mura
1299,
di
della citt, e ne
struzione delle
movendo
sessantotto
Duomo
alla
Badia
Marchese
di
Toscana) prendevano
e
le
citt
venne murata questa iscrizione: - Che da mezzogiorno a ponente - Qui volgesse il primo cerchio delle mura di Firenze - Le fondamenta ritrovate - Confermano. - ISel picciol cerchio s'entrava per la porta che nomavasi per quei della
re,
occupava Firenze nel tempo antico da settentrione a mezzod dove v'avea un'antica statua di
e
il
Marte sopra Arno [la pietra scema) Marte il Battista. Par. xvi. 40.
Finisce la Storia
Battistero;
tra
romano, segretario di papa Martino IV, istorico prestantissimo, secondo i suoi tempi. La prima parte giugno fino al
1275, e fu pubblicata, tra gli
Script,
t.
altri,
vili.), e la
continuazione infino
impor-
Arag.X.U.)
Salvino d'Armato degli Armati, Firentino, invent
gli occhiali.
in S.
Maria Maggiore.
Duomo
di
Arezzo fatto da
Giovanni Pisano.
1287, Gennajo. Beatrice va a sposa di messer Simeone
de' Bardi,
Guglielmino
di
di
Arezzo,
DELLA VITA
DI
DAME.
21
federazione ghibellina, e
muore
di
dipoi
Gampaldino.
rinforza ad
11
partito ghibellino
A-
guelfi firentini
si
giungono
lino
alle porte
di quella
ma mentre
hf. xui,
in
queste fazioni
della
Comune
di
Firenze decreta
1'
abolizione
;
perch
ragionando intorno
nel
ai diritti dell'
trasporta quasi
erasi
seno
della
Costituente
di Francia.
A Bologna
modo medesimo
V Aprile
il
padre deU'atfiico
di
Dante,
S.Zenone.
Schiavi.)
e gli
di
Brunetto
compie
il
pum
di
23 Giugno. Fin
di Beatrice,
si
Folco Portinari,
padre
al-
avea posto
comperava
la
nel popolo
Maria. Intorno
si
al
1287 ne principi
costruzione,
di
come
raccoglie
si
0-
frati
di
S.
Egidio di peripse
mutare un pezzo
di terra
col
Portinari,
et
quod
nuper
quoddam
aedificare
[[ospitale
ad opus pauperum
del 23
infirmorum caepit
spedale ha
data
come
letti
fondatore.
Il
Comune applaudiva
22
SPECCHIO CRONOLOGICO
gli
faceva ogni
alla casa
di
mandarla
1.
29 Maggio.
Carlo
II.
coronato
re delle Sicilie da
papa Niccol IV a Rieti, i/if. xix. 99; Ptrr/. vn. 227; xx. 67. 11 Giugno. Memorabile giornata di Campaldino,
presso a Poppi, nella contrada detta Certamondo, nel Casentino, in cui
vennero
sconitti
Dante
cavallo, nella
cio tra
ma
si
offrirono
Onde
dimanda
ventura
Che non
si
il
nostro ar-
ticolo. Biblioteca
Dantesca italiana).
Unghe-
{yt7/am, L.
vii.
e.
135.)
in fronte la
il
Fulgeami gi
Di quella terra
corona
viii. 64.
9 Settemb.
Dante
ed
co' Fiorentini
ei
e co' Lucchesi fu
la
ad oste contro
a' Pisani,
rammenta
temer
presa di Capro-
E cosi
vid' io gi
gli fanti
94.
DELLA VITA
31
DI DANTE.
di
23
Decembre. Morie
Morie
e
di
1290, 9 Giugno.
in et
di
24 anni
due mesi,
che
il
poeta dopo
dieci
Tanto eran
gli
occhi miei
fissi
ed attenti
1.
morte di Beatrice, quando di carne a spirito era salita, si abbandona a' piaceri, e ad una vita allegra e spensierata assiem con Forese. Inf.i.; Purg.
E dopo
\XX, XXXXl.
Lass
di
sopra
in la vita
serena,
Rispos'io
mi smarri' in una valle, Avanti che l' et mia fosse piena, Inf. xv. 48. Se ti riduci a mente (Forese a Dante; Qual fosti meco e quale io teco fui. Ancor fia grave il memorar presente. Purg. xxui. US.
lui,
Fiorisce Onesto, bolognese, poeta, detto dall' Allighieri dottor illustre e di piena inteUifjenza nelle cose volnari.
De Vul El
pedestre,
i.
15. {Petr.
Tr.
Am.
iv.)
Fiorisce Dante da
colto e
di Fiesole, in-
ma
allora
pu andar disgiunta
Fondazione
la
Nina Siciliana,
femina che
Duomo
di
Orvieto,
monumento Ne fu
di 13
Novembre
Il
1291.
citt
Soldano
difesa
la
d'Acri,
sac-
cheggia tutta, e sessanta mila rimangono tra morti e feriti. poich II commercio Firentino n'ebbe inestimabile danno;
Acri dal Villani era chiamata un elemento del mondo.
Filippo
italiani,
fa
di
Francia,
di
due
prendere quanti
onde
ricche negozia-
Guido
di
di Montefeltro,
24
Ponl-ad-Era,
il
SPECCHIO CRONOLOGICO
pi forte castello d'Italia che fosse in piano. Morte di Nicol IV.
l)
muore
a Spira. {Vil-
mor
di dolore,
onde
la
guerra tra
gli
ed
figliuoli
del Marchese,
nella quale
133.
del
Comune da Fino
e buon da Berto
Tebaldo, Fiorentino.
15 Feb. Gianno della Bella, savio, valente
assai animoso
di
nomo,
buona
stirpe,
offeso
Frescobaldi, di nobile
si fa
E per questo
Villani, L. viii.
i. E non parvero posare, finche dabbene cittadino partirsi esule (5. Marzo 1294.) dalla terra tanto caramente diletta, abborrente dall' esser favilla di maggior incendio. Par. xvi. 127.
8 - Dino Compagni, L.
il
non videro
moglie Gemma,
sue case e
figlia di
mente
le
di quella famiglia,
ond'era
le torri sulla
Mannelto Donati, non propriail celebre Corso, che avea piazza di S. Pietro (oggi Mer(affine all'altra)
a'
catino,
ma
di
quella probabilmente
che
nostri giorni
Or poich
le
de' Donati, io
celli,
che
la gentil
la
morte
di
ho sempre avuto il sospetto, scrive il Fratidonna, giovane e bella, la quale, dopo Beatrice, guardava Dante da una finestra molto
lei accolta,
non
Y.
V.
36. -
Ebbe
in
di
Gemma
:
sette figli
morirono
tenera et
Pietro, a cui
attribuisce
mento
un ComVernon
Mibeni
nel 1845
in S.
i
DELLA VITA
paterni
;
DI
DANTE.
2(>
Jacopa
Anche
a Iacopo s'ascrivono
due Commenti che vennero pure pubblicati da lord Yernon nel 1848. Gli viene pure ascritto un componimento poetico,
il
Dottrinale,
la
in 00 capitoli,
di
sopra
Comedia
Dante,
messo
in
luce
per la prima
sappiamo solo che vivea nel 1351. - Beatrice vest l'abito religioso nel monastero di S. Stefano, detto dell Uliva di
Ravenna. Nel 1330 G. Boccaccio
a
le
rec dieci
fiorini
d'oro
nome
di
Dante
III,
spir
la posterit
mascodi co.
Dante,
III,
figlia
Pietro
onde
Sarego rimasero eredi delle facolt e del cognome Aligero. Il Consiglio generale della Comunit di Firenze (Maggio,
1864)
proponeva a
i
S.
Fiorentino, a tutti
Allighieri di
M. il Re componenti
conferire
il
patriziato
la
Scrive la
gloria
che
il
il
pi
bello
di
buono
nell'
opere
dell' arte
moderna, e il Delcluze il primo e il pi spirituale del romanzi intimi, rifiorito cosi graziosamente dalle muse, come
meglio non sapremo sperare. E ben a diritto ebbe
tare
il
can-
Amore
il
(Son.lO), e che
Amore
(SonA%,
di
se di tanta
squisita
armonia
inimitabile semplicit,
di
tanto
verit
profumo
gli
d' ineffabile
mestizia,
tanta
passione
e
seppe avvivare
colorire
si
con
tinui
la
9),
movimenti che
e queir occulta
color del
core,
che
al
tempo
movea
zioni
t vestuta.
Onde non
maraviglia
se
anche
le
altre na-
26
e gareggiassero e
11
SPECCHIO CRONOLOGICO
a renderla
famigliare
il
nella
lingua
loro;
Delcluze (1841,
Ltel (London, 1842.); il Garow (Le Monnier 1846); il The early italan poets from Cullo tV Alcamo to Dante Allighier in the originai metres tor/ether with Dante' s
il
Rossetti
hi D. G. Rossetti, London, Smith, The Vita ISuova of Dante. Translated wit an Introduction and Notes by T. Martin, London, 1862) la recassero in inglese; I'Oykuausen (Lipsia, 1824), e C. Forster (Lipsia, 1841) in tedesco; Fr. Csaszar (Pest, 1854 2. ediz.) in ungherese; come il Canzoniere venisse voltato
Vita JSuova
)
translated
(
1861
il
Martin
in
Delcluze
Delhays, 1854)
In tedesco
da
C. L.
Kan-
in inglese dal
Burce
Whytte, e
intitolata
rfa/
al
volgare solamente,
sto
si
ebbe que-scri-
31.).
Cos
il
l'amicizia,
ve
te
il
Giuliani,
stata cagione,
perch
volgare italico
gi diffuso per
colla
opinione.
meudipar-
tr'era ancor
tono
il
Fauriel ed
il
Fraticelli;
Rrunone Rianchi ed
il
Giu-
VArrivabene nel 1293; il Foscolo nel 1694, nel suo vigesimo nono anno; il Riscioni nel suo vigesimo quarto; il Delcluze nel 1290, ed il Wegele verso il 1300. E a questa sentenza si accosta pure il prof. Lubin {Intorno all'epoca della V. N. p. 28.), e ne assegna l'epoca dopo la
liani nel 1292;
ci
prova come
avvenimenti,
le
DELLA VITA
rissimo, e raccontare
il
DI
DANTE.
27
indicarne la
affine di
sentenza, e darcene
farci
un saggio
in ciascun genere,
conoscere
le fasi
interpretato
il
titolo
di
vede che un racconto dell' edella sua infanzia [Early li f, vita mattutina) WFauriel
Garow non
vi
ai
raggi di un
Lubin
la
storia di ci che la
ne delle seguenti;
fezionamento di
la storia deirinlellettuale
lui,
iniziata
perci
al
quasi
l'introduzione alla
il
divina Comedia,
la
proemio
di
Convito;
Witte
il
Wer/ele
confessione
crisi
l'anima sua,
ritorno
alla
religione
il
dopa
che cercava^
onde
vuole
ticelli
il
titolo di Vita
Nuova non
di fanciullezza,
la pi
ricordo di (giovent,
vita f/iovanile,
il
come Fra-
ed Emilio Anth,
chiarori pi puri,
in
bens con esaltezza maggiore: daWesperienza ed illuminata dai breve vita trasformata, o direi con
Trlvulzio, ritiene che Vita
et della gio-
ma
al
meno
la
ma
rigenerazione in
vita
la stessa
nella
una passion nuova, sicch nel presente libro intende solo trattare della vita amorosamente vissuta con Beatrice, che in essa non s'avvis neppur dicevole il trattare alquanto della partita che la sua donna fece da noi V. N. % 29. 1293. A spese dell'arte di Calimala incrostato di marmi
bianchi e neri
il
tempio di S. Giovanni.
28
SPECCHIO CRONOLOGICO
(L'ultima notte di carnovale) Vanni Fucci, bastardo
Duomo
di Pistola,
(il
dossale,
pal-
d'argento,
rimpetto l'aitar di S. Jacopo.) Il furto fu tentato ma non posto ad efletto. (Y. Tiqri, Guida di Pistoia, p. 124.)
1294, 5 Luglio. Celestino V.
(
Abruzzese, assunto
Abruzzi, in
Aquila consagrarsi, e fiss la sede in Napoli. Non guari dopo abdica al triregno per le male arti del card. Benedetto Gaetani, che a'24Decemb. gli sostituito in Napoli, col nome
di
Bonifazio YIIL
iii.
59; Inf.
li
lani,
L. vili.
e. 7. ;
Morte
dato principio
di
Arezzo, dell'ordine
dopo di aver anno avanti alla fondazione del monastero degli Angioli. A lui venne attribuita la gloria di aver perfejjionato il Sonetto^ dandogli una forma pi regolare e di aver dettato alcune prose nelle quali si cominciava a veder
dei Cavalieri Gaudenti,
l'
religioso e militare
qualche calore
di
eloquenza e
stile ordinato.
Morte
tore del
di ser
comune ad Alfonso
scrisse in francese
la
bat-
Fu
m.aestro
dal fiorentino
di miele tratto
Bono Giamboni
di
fiori
chiama un arnia
delle pi
diversi,
un composto
preziose
gioie
le
dell'antico senno,
comprende
per
scienze
quell'et;
ad
autore
del
Tesoretto,
libro
in
versi
Tesoro,
il
Tesoretto
furono ridotti a
DELLA VITA
G. B. Zannoni
(Fir.
DI
DAME.
di
29
Molini, 1824.).
la gloria
forma
di
si
descrive
luoghi fantastici e
osserva astronomiche della D. C. si accordino con quelle esposte da Brunetto nel L. II. del suo Tesoro,
vizi e le virt. 11 31inich
dipinge imaginevolmenle
nozioni
come molte
S.
Benato
sono definitivamente
il
due
libri!
il
il
Tesoretto stato
Manuale
Dante.
regnare in Sici-
Federigo
lia.
III.
d'Aragona comincia
Morte
di
xii.
1.
viaggi.
Il
Taeffe,
nel
Verso
la fine del
sanguineo di
Gemma, moglie
ed a
lui carij^imo.
a scienza.
arti
Che Dante
si
ascrivesse
alla
sesta
il
delle selle
Fraticelli
lo
deduce
d'
aver
in
esso
come
ricavasi
se prima
non
si
vi
ha pure quella
Dante con
la
leggenda: Dante
in
CCXXXXVIL Anche
un Codice
30
SPECCUIO CRONOLOGICO
va
fino al 1300,
a pag. 47
si
trova
il
nome
dell' Allighieri
3.).
Nel
Dante pone Lapo per uno dei conoscitori del buon volgare; infatti le sue rime sono dettate in uno stile assai terso, e le immagini afl'ettuose e gentili.
13.
Palermo.
19 Maggio. Morte di Celestino Y.
Discordie cittadinesche gravissime a Pistoia. Bian-
chi e Neri.
fioren-
e nel 1282
BruneUo
Yeqezio,
della
forma
di onesta vita
di Martino
Dumense;
autore
dell'
versit di
Monte.
1297. Secondo
del
il
Fraticelli scrive
la
IF
e la lY^ parte
vella,
prima che
parli filosofa,
il
germe
re posteriori,
Il
enciclopedia
suo secolo.
Convito solo
egli,
dopo
lo
morte
di
ci.)
r intervallo
esuli
di
tempo che
d
si
frappone fra
sua dagli
e l'elezione
;
mani
cio
Tommaseo
il
C.
1305;
e la
Witle
il
nel 1308;
lo
Gregoretti,
varcato
45^ anno,
dopo
1310;
secondo trattato
DELLA VITA
anteriore al 1300;
il
DI
DANTE.
ti
IV
III
scritto
dopo il 1300; ili eh' l'introduquando Dante avea gi in pronto quattordici trattati che doveano sela materia di lutti guirlo, ai quali i^uUa pi mancava che dare l'ultima mano,
non dopo
il
1308;
il
Epoca della
cominciato
;
con un appendice
Il
suW epoca
seguendo
Graz. 1862).
Perticari,
Villani
(1),
il
Nuova,
secondo
ma
lui,
necessariamente innanzi
il
soggetto
ritorno
di
finale
libro,
del poeta,
fiore dell'e-
quando
t
la
prima
passato,
quando
il
il
debbe
illustra
maturarsi col
tuisce
senno,
libro
quella
filosofica
disciplina
uomo che
la
quella
nuova poesia
della vita,
come
prima
Nuova
vito
et.
fu scritta
dopo che
era entrato
ne avea
r/i
trapassato l inPic-
gresso.
XLV, Marzo
il
chioni vuole
Trattato dopo
1310,
nel
IV
scritto
oltre
per
di pi
ne trae con-
seguenza che
le
dottrine
civili
vennero dal
sommo
poeta
Ri-
mandato
al confine.
IV
(1)
quale per
il
non perfetto
si trova,
se non sopra
le tre;
quale,
vede, alta, bella sottile e g-randissima opera riuscia, perocch ornato ap-
di belle
ragioni llosolchc
ed astrologiche.
133.-Compose ancora un Commento in prosa in fiorentino vulgare sopra tre delle sue Canzoni distese, comecch egli appaia lui avere avuto intendimento, quando il cominci, di commentarle tutte, bench poi o per mutamento di proposito o per mancamento di tempo che avvenisse, pi commentate non se ne trovano da lui; e questo intitol
Convivio, assai bella e laudevole operetta. Jiocc. Vita di Dante,
p. 67.
32
del 1298. -
SPECCHIO CRONOLOGICO
Che
il
li
1300
Io
lo
riterrei,
anche francheggiato
si
dall' autorit
di
dovuto comporsi di XV Trattati, quattordici de' quali servir dovefano ad illustrare altrettante Canzoni d'argomento morale o filosofico. Conv. i. 12. - La vivanda di questo Convito sar di quattordici
Conv.
II.
15.
Il
Convito
d'Amore, come
far
Conv. i.;
luogo
gnanimit (Coy.
trovato per
li
vi.
26)
il
nel
savi
il
manto
men-
zogna {Conv.
IV.
1.);
e quivi
Giustizia, la quale
e nel-
l'ultimo
men
lo).
come sarebbero la vanit e la superbia [Conv. La gran mente di Dante tracciava vasto il disegno.
il
Fraticelli,
menso tesoro
distendeva per
a fe-
e rivoletti
C43ndar le
campagne. Quest'opera, condotta che fosse stata al suo compimento, ci avrebbe presentato insieme riunita intera la sapienza di quell'et; et in cui prese la mossa
risorgimento
dell'
il
i
umano
degl' italiani. -
Ben meritarono
il
dell'
accurata pubblicazione
1826;
tutto
vito
il il
diligentissimo Fraticelli. La prima edizione del Confatta in Firenze dal Buonaccorsi, 1409. (Basilea
venne
;
1557
Basilea,
Strasburgo, Zetzzero,
DELLA VITA
DI
DANTE.
31^
1009; Ginevra, Gosse, (Venezia, Pasquali, 1740); Zana, 1760, 1772; Venezia, Pasquali, 1797 ecc.) fu voltalo in tedesco dal KA^^EalESSER.
Il
Venezia,
Il
Convito
Boutenceck a ratrattati
gione
di
Dante
ai migliori
lilosoiici
1. 1.
p. 61.).
1297. Discordie
il
di
il
coi Colonnesi e
quale scomunicato.
8 Settembre.
testimoniare
la
il
somma prudenza
Giuliani,
d'un popolo
di origine
si
grande, scrive
dai pi
savi di Firenze
si
dal potere
degli uomini.
le
concetto
non
di farle corrispondenti
un
solo volere.
(
Villani,
L.
254.
il
pergamo
Andrea
della
di Pistoia,
tempo
scoltura,
nel
30 Dee. Per lo
comune
e popolo
si
fonda
il
palaz-
costretto
sul
fondarlo a smusso,
posare
liberti {Villani,
sa.
si
L.\ li.
e. 26.);
aggiunte che
[M os
Palazzo dei
imsuo
la dignit
muore
Vti. 11.
in
regno
3
il
34
SPECCHIO CRONOLOGICO
I
compelilore Alberto
di casa d'Austria.
che fu
il
Puro. vi. 97. 1299, 8 Maggio. Ambascieria di Dante al comune di S. Gemgnano, col quale stabili un accordo concernente alcuni
particolari
della
taglia
guelfa.
[Ex
librs
Ileformationum
De Senis
quaderno,
il
libro pubblico,
staccandone una
donde si potea aver la prova di una sua ingiustizia. Durante de' Chiaramontesi, doganiere e camerlingo della Camera del sale, toglie una doga dello staio per fare suo
profitto di tutto
il
avanzava:
Ch'era sicuro
il
sostener
lo
quaderno puzzo
Del villan d'AgugUon, di quel da Signa Che gi per barattare ha l'occhio aguzzo. Par. xvi. 35.
1300. Focaccia de' Cancellieri, nobile pistoiese, mozza una mano ad un giovanetto suo cugino per un' impertinenza fanciullesca da lui commessa, e non contento di tale atroce
vendetta,
corse a casa
il
zio paterno,
le
dei Neri, che dapprima divisero Pistoia e poi Firenze (Cerchi e Donati).
ne derivarono
parti
dei Bianchi
il
primo
Villani L.
viii.
e. 36.
Inf.
ii.
xxvu.
28. - Casella
muore
in quel
romeaggio. Purg.
di Oderisi
76.
Morte
3 Aprile. Comincia
11
l'
Gregorelti vuole la notte dello smarrimento nella selva sia quella che precede la domenica delle palme, dal 2 al 3
segnando il calendario gregoriano di queir anno la pasqua nel giorno 10 Aprile il Torricelli ritiene il 3 Aprile,
Aprile,
;
dom. delle palme, come giorno proemiale al viaggio ch'ei chiama dei sette giorni, assegnandone tre ore nel giorno ottavo il Minich la notte tra la domenica delle palme ed
;
il
il
giorno 3 ed
il
4 (Y. Appendice
DELLA VITA
DI
DANTE.
35
VArrivahene Ira il 4 ed il o; il P. Ponta [Orologio di Dante Allighieri) fa cominciare 1' azione dal plenilunio di Marzo (14 giorni di luna), cio dal tramonto del sole del 2 Aprile, sabato di passione, e a mano a mano ne descrive l'itinealle considerazioni sulla sintesi della div. coni. p. 42);
rario per
Ordinamento
(Roma,
tre Cantiche
1856)
ci
ritesse la Sinopi,
il
da
lui
non
il
diparte
il
De
Sanctis
il
il
minciato
14 Marzo; Thouar
15; lo lineili, ed
Tommaseo,
la
notte
;
Marzo
1300
al
del 1301
al
primo
25 Marzo
il
mana
dopo
1300,
santa,
il
P.
Bartolommeo Sorio
P.
Guerra
sei
di
Passione 2 Aprile
e compiuto
dopo
le sei
Sabato Santo 9
di esso
questo
Viaggio
dramma
di sette giorni.
Modena, Cappelli,
1859.) L'in-
signe astronomo Ernesto Capocci nelle sue Illustrazioni cosmografiche della divina Comedia, Napoli, 1856,
ci
offre in
il
giornale di tutto
il
viaggio, ciie
Domenica
in
delle
palme
Inferno
Notte
Dante smarrito
vaga per
e.
i.
lo
appresenta
ombra
di Virgilio,
deputato da
guider al-
Beatrice a salvarlo;
pel
esortandolo a seguirlo
cammino
inferno^
donde
lo
36
SPECCHIO CRONOLOGICO
r Empireo. Danle
Virgilio.
si
muove
lien dietro a
%. [Ripensa e si
vello
sgomenta; riconfortato dal nole tre donne benedette che han di lui cura nel cielo, e la
suo duce, rivelandogli
in
suo soccorso
II.
e.
-
il
giorno
4,
Lunedi (santo)
la
0. Principia la
.
....
mura
porta infernale
e. in.
6.
Mezza notte r Giunge, discendendo sempre (4." cerchio guardato da Pluto) ove son puniti
gli
avari e
prodighi (fuori le
della
e. vji.
citt di Dite)
12.
gli eresiarchi
(dentro
la citt
e. xi.
18.
g'
impostori dell'arte
e.
xx.
...
. .
tra' fal-
e
.e.
xxix.
24.
Termina
il
xxxiv.
III.
0.
giorno
5,
Marted (santo)
centro
coste di Lucifero,
della
e passano oltre
il
emisfero
........
e
nell' altro
id.v.68.
mezzo
in circa si
trovano sulla
id.v.96.
montar
su, e senza
prima Gamica
I. giorno
-
e,
Mercoled (santo)
PurgatoriQ
ore
0.
principia
col
che risponde
DELLA VITA
al princpio del di partenza
DI DANTE.
Tj
S'avvengono
.
in
il
da
del
farsi
per salire
suoi 7 regni
(il
monte
Purgatorio)
id.v.31.
il
che traghetta
le
e.
ii.
gi sorto
il
12.
monte
id.v.5a.
e. vi.
Declina
Sta per
il
finire.
Questi
li
mena
nuovo
e. VII.
giorno
,
gi finito
il
anime
diarli
ivi raccolte.
loro
insie. vili.
guardia,
e fugano
venuta a
16.
Sono
in
suir erba e
...
.
e. ix.
giorno
7,
Gioved (santo)
- L' aquila, cio Lucia,
id. v.
0.
40
2.
Gi
la
o.
Tramonta
().
ex.
gli
addita
il
la
scala pel
primo
P dale. xii
9.
Vespro -Salgono
parimenti
fronte
il
cancellato
un
secondo
dalla
e.
xv.
IO.
Il
Sole
si
appressa
al
.e. xvii.
.id. v. 70.
E tramontalo mezzanotte
indi
- Si
fermano
si
Rimangono
addormenta
tra
.
gli
accidiosi,
e.
Dante
xviu.
38
SPECCHIO CRONOLOGICO
Sogna
-
la
femmina balla
e.
xix.
1. giorno
0.
8,
Venerd (santo)
gi spuntato
il
va tra
5.
gli
v.37.
XXII.
8.
Due ore
6. al
circa
7.*^
dopo mezzod
Trapassano dal
sormontato da
c.xxv.
ed ultimo cerchio,
fiamme
9,
Si
appressa
le
il
i
fiamme
calando
in
due schiere
e.
opposte
11. Sta
il
xxvi.
Sole -L'angelo
g' invita a
pas.
e.
xxvii.
Tramonta
sasso
il
Sole;
son fuori
del fuoco
si
fermano a pernottare
appare Lia
in
sogno,
id. v.
92.
finita
-Si desta e
VII.
si
giorno
9, fSabato (santo)
0.
Principia
il
giorno quarto -
Gmngono
monte
.
al
Para.
c.xxviii.
Mezzod - Matelda
lo
Euno, e
alle
la
lo
stelle.
Cantica
vili, giorno
ore
0.
IO,
Domenica
(di
Pasqua)
Paradiso
s
Sorge
trice
il
slancia verso
cielo,
CI.
la terra,
18.
Guarda
e.
xxii.
24.
in
La torna guardare, sovrastando a Cadice e. xxvii. Indi si avvia felice all' Empireo a prendervi la Pasqua compagnia del sodalizio eletto alla gran cena del bene. )>
detto Agnello.
DELLA VITA
11
DI
DAME.
il
39
giorno
di
in
aver verificalo
egli
mezzanotte del 5
invece del 3;
ma
ci
prova
non l' avea certo osservato, ma preso da' lunari del tempo, quando cominci a scrivere la grand' opera; se pur noi facesse scientemente, per comporre tutto quanto il suo poema entro limiti della setsolo che un colale istante egli
i
timana maggiore.
15 Giugno. Dante entr ne' Priori e vi stette sino
il
15 Agosto. Ebbe a coleghi, come abbiamo dal Priorista autentico della Signoria
che
si
NolTo di Guido, Neri di messer Jacopo Giudice, Nello d'Arrighetto Doni, Bindo di Donato Bilenchi e Ricco Falconetti;
Gonfaloniere
di
Giustizia,
Faccio da Micciole.
lettera ricordata
Tutti
11
una sua
da Bruno Are-
rato,
mio Priorato, ebbero cagione e principio; del quale Priobench per prudenza io non fossi degno, nientedimeno
per fede e per et non ne era indegno.
Musaici della
in
facciata
di
Roma,
Italia
fatti
Come
in
di
il
da Filippo Nossuti e terminati da Gaddo Gaddi. si divulga in Firenze la nuova della venuta
di
Carlo
Valois,
guelfi
fiorentini
veggono
arrivato
tempo
della vendetta,
di
profondere tesori, usare accorgimenti, tentare ogni via perch egli venisse a Firenze, col pretesto di fermare la
pace e ricomporre a buon ordine il governo, riputandosi certi che parte bianca ne sarebbe per sempre disfatta.
Mandarono ambasciatori
Bonifacio,
Ancona,
Firenze
col secreto
comando
la
di
spegnere
trame
runa
deliberazione
di
'lO
SPECCHIO CRENOLOGICO
congiura contro
mezzo
all'ovile.
Eletto ambasciatore
papa Bonifazio,
per islornare
tal flagello,
voce che
rimaiufo,
l'
tendo
Se
io
in se tutta
vo,
chi
rimane ?
si
io
temendo non
Dante tornava
lu.
presso
E per
Lo principe
nuovi Farisei,
Cimabue lavora
di
di
musaico
alla
Tribuna del
Duomo
Roma.
23 Giugno,
l
Bianchi ed
incitati
Acquasparta:
tra' quali
Priori,
per non
i
si
mostrare
di parte,
mandi
tra
Guido Cavalcanti,
amico
di
Dante,
e.
genero
viii.
42). In questa
occasione Guido,
contratta
maremma
(
volterrana)
Tu
sent, Ballatetta,
rando,
protendevano
le
braccia
ai
parenti
alla
negata
la
patria, e perch
inflessibilit del
la incorrotta rettitudine
Maggio.
Figtt^e
Bianchi Pistoiesi,
i
coli'
i
aiuto
si
de' Bianchi
Neri,
quali
rifugiano in
Villani, L. viii. e. 45
),
fawS
la
di
Onde muover
DELLA VITA
DI
DANTE.
41
le armi conlro Pistoia, perch dominata dai Bianchi, ed a meglio ottenere la vittoria si collega con quella di Lucca.
Capitano
de' collegati
di
in
fu
eletto
figliuolo
marchese
di
Giovagallo,
Manfredi,
marito
Alagia,
Lunigiana,
nella vai di
Magra, ond'egli da
Dante chiamato vapor di Valdmagra. La battaglia avvenne Tanno 1302 nel piano eh' tra Serravalle e Montecatini, nel campo Pesciatino, ch'egli chiama Campo piceno.
//.VI. 66; XXIV. 142 - Spezzer la nebbia allude all'antica
Vallis nebulae vai di nebbia poi vai di ISievole dalle
nebbie
onde gi
1
fu
ingombra per le sue acque stagnanti. js^ov. Mentre Dante era in Roma, oratore a Bola
riceve solennemente
signoria
la
Corso pure
ed arse
le
vi ritorna e la
anche assenti.
Villani, L. vili. e.
49 - Dino Compagni, L.
ii.)
Morte
Firenze,
di
1302, 27 Gen.
Caute
Gabrielli
d'
Agubbio, podest
di
condanna Dante
all'esigilo. -
Z>ow?)mm Palmerium
de Altovilis de
Petri Majoris ;
n. 19.
e. 2.):
nuovo
contumacia
il
stoltezza, eh' la
il
grande uomo
di baratteria, e notinsi le
aures nostras, et curiae nostrae notitia, fama referente, pervenit.-Egli che nota
il
villan...
ha l'occhio aguzzo;
in deriso
egli
che nomina
si
barattieri accanto ai
egli era
Ed
ei
fosse
che
Ga-
42
brielli,
il
SPECCHIO CRONOLOGICO
carico d'oro, e delle maledizioni dei buoni e dei
altra
tristi
non meno
il
ca-
Trevigne
a'
gionato
il
de' Gabrielli
fa pigliare
corrotto
di parte nera,
molti
cittadini,
cui quelli
avevano
gelosia,
li
co' Bianchi
)
fuorusciti e
al carnefice.
le
sue vicende
Scacciato
dalla
guelfa
di
gli
Siena,
ripara
prima a
Intanto
che
senza nulla
concludere,
si
Romagna,
di
secondo
il
compagni
il
esiglio
rjran
Lombardo,
si
qualche aiuto
al partito suo,
e vi
trat-
da quel Signore.
1304,
Il
Troya vuole
del 1304.
vi
si
recasse
il
Marzo
ma
io
perch Bartolom-
meo mor
nove anni.
su per
nel marzo
Paracl, xviii. 18 -
Neri
Bianchi.
pren-
dono il borgo e poggio di Puliciano, e pongono l'assedio ad una fortezza che teneano firentini, ma vengono dispersi, ed alcuni presi e decapitati. [Villani, L. viii. e. 60.)
i
la
Boemia. Par.
DELLA VITA
7
DI
DANTE.
43
in
Sellembre. Bonifazio,
il
imprigionalo
Anagni,
Colonna
ed
il
Nogareto,
regolatori
dell'assalto
contro
il
Pontefice.
il
Ottobre 1303
Piirg. XX. 8o.
Villani, L. viii. e. 63 -
Dino Compagni,
L.
II.)
nome
di
Benedetto XI.
cardinale
parti,
in
ai
e.
1304, 10 Marzo.
d'Ostia,
Nicol
Albertini
da Prato,
XI
onde
d
li
persuadesse a metter gi
gli
odii
ed a
fatelli.
Giunto
a Firenze
il
10 Marzo, scrive
a'
medesimi
nome
ma
{S.
di cui egli faceva parte, ne detta la risposta. Opere minori di Dante Allighieri, per cura di P. Fraticelli,
)
v. IH. p. 438.
Quantunque
in
a' d
26 aprile, raunato
il
popolo
con
rami
di ulivo
mano,
si
pacificassero,
pure
le
benevole
non
Dopo alcunrmesi
d'inutili trattative,
(
Giugno
e.
),
lanciandole
contro l'interdetto.
l'
[Villani, L. viii.
sfidato
70.)
Allighieri,
d'ogni
il
speranza,
incominciato
suo esigilo.
di
e navicelle,
a vedersi
con
tormenti ed uomini nudi a guisa di anime tormentate querelantesi con altissime strida.
Il
il
quale
minato
70.) -
44
Forse, scrive
il
SPECCUIO CRONOLOGICO
Minich,
la
peso
dtella folla
che assisteva
agli spi-
inflitti
da'
demonj
e lo
indusse
suo poema.
il
5 Giugno. Filippo
pur
dianzi
conclave perch
ad un suo suddito. nuovo papa fu l'arcivescovo di Bordeaux, Bertrando de Got di Guascogna che prese il nome di Clemente V. Abbindolato egli dal re francese, trasse prigioniera in Avignone
80 - Y. Rahanis, Cle-
ment V et Philippe le Bel, Paris, 1858 - Lettre a M. Ch. Daremberg su l'entrevue de Bertrand de Got avec Philippe le Bel. 1858 - Christophe, histoire de la Papaut pendant le
XIV
1.
178 e seg.
trevue de Philippe-le-Bel
de Bertrand de Got,
la
Saintes
au
Monarchie
Paris.)
pontificale
siicele
ou
la
Papaut Avignon,
Romena
la
Casentino {Villani,
L*.
viii. e.
72). Poco
la
dopo
di
rotta
della Lastra,
Dante male'dicendo
61.)
va
Bologna,
in
1.*^
Marzo 1306,
che
i
Bolognesi, riaccostandosi
ai
da un legato
in Perugia,
forse propinatogli
la
d'ordine di Fiil
lippo
il
Bello.
P.
Marchese
vuole avvenuta
4 Luglio
1304
Conti Guidi,
nepoti
lui
virt,
DELLA VITA
sue fortune.
fra
gli
Il
DI
DAME.
la lettera
41)
Fraticelli
ne assegna invece
v. ni. p. 445.
primo
libro
documento
gue,
ei
umano
due altissime questioni di filosofa e di linguistica, se non adeguatamente almeno non falsamente. Venuto a' dialetti dell'Europa romano-barbara li divide in
secondo
le
tre,
oe'il
e s;
fermasi su Investiga
questo
ultimo,
penisola,
di
il
li
esamina
dare
tutti,
tutti
li
combatte,
rigido
soverchio verso la
privilegio
di
il
pure
nome
alla lingua,
ma
la fa-
suo dialetto;
lo
che
ma
ei
una lingua comune all'Italia, e di creare al pensiero nazionale un elevala maniera di esprimersi; e cos ei prende a mostrare che la vera italiana favella non n losca, n lombarda, n d'altra provincia, ma una sola, e di tutta la
terra - ch'Appenin parte e
il
mar circonda
e l'alpe. - In-
segnando a' suoi coetanei, come questo idioma illustre, fondamentale non avea nessun limite, ma faceasi bello di ci
ch'era migliore
in
umano. Nel
sone e
illustre, e
II
libro,
non compiuto,
ei
di quali
modo
scrive
il
P. Ponta,
che quest'opera
le
sia
rimasta im-
perfetta.
regole al volgare
di qtial sia composizione, sino al parlare d'una sola famiglia; dei quali tutti si fa uso nella Comedia, chi ben ne
cerca. - Del disegno di quest'opera,
I.
di
questo
46
SPECCHIO CRONOLOGICO
di fare,
libri
tendo
quattro
L.n.
e.
4.)
due soli (1). Che il trattato de Vulg. El. fosse scritto da Dante nel suo esigilo egli fuor di dubbio, perch'ei slesso ce lo dice. (L. i. 6, 17.) - \\ Balbo lo vuole cominciato nel 1304, e che prima del Gennajo 1305 giugnes-
non ne
scrisse che
se sino al
e. xi.
come vivo
mor
logna per
fa
tuttavia, Guglielmo
marchese
di
Monferrato, che
in quel
le
lo dettasse
a Bo-
sovra tutti
Il
Fraticelli vuole
scritto
il
libro dal
1305
al 1306,
ed
il
L Emiliani
pugna
senza
lo ritiene scritto a
Ravenna. Lo Scolari
ne im-
l'autenticit.
ma
nome
di
traduttore
la luce nel
{\. Foscolo, Discorso sul Tes'o, cxxvi.) Il testo latino vide 1577 in Parigi per Jacopo Corbinelli, da un codi propriet
di Pietro
Del Bene,
Fu esso tradotto
ital.
in tedesco,
da C.Kankegiesser,
Ferkow: Ueber
della
Mundarten der
Sprache (Sui
dialetti
lingua
voi. ni.
Fughs
Mgen Zeilwbrter
in d.
Blanc:
Von den
(1)
italien.
Mundarten
nella
Grammatica
italiana, Halle,
quattro
fine,,
Fece un libretto che intitola De Vulfiari Eloquio, ne promette fare libri, ma non se ne trova se non due, forse per l' affrettato suo
ove con forte e adorno latino e belle ragioni riprova tutti i volgari Gi vicino alla sua morte, compose uno libretto
il
in prosa latina,
deva
imprendere
la
mecch per lo detto libretto apparisca lui avere in animo di dovere in ci comporre quattro libri, o che pi non ne facesse dalla morte
soprappreso, o che perduti sieno gli altri, lamente. Boccaccio, Vita di Dante, p. 67.
DELLA VITA
DI
DAME.
4i
intorno
Dante nel
in. 137,
libro della
Nicolini,
di
Opere,
Dante
magdi S.
il
27 Agosto
fu testimonio
Martino,
in
quondam
Pie-
di
Madonna
La casa abitata dal poeta l'antichissima casa Carrarese a S. Lorenzo, per via di donna venuta
degli Scrovigni. -
ai
Vi
e
vendette - Qui
Giotto - Ebbe
nel
vecchio Castello,
la
si
di torre
che chiamasi
una casa che conserva sempre il nome di lui. - Benvenuto da Imola ed il Boccaccio nella vita di Dante riferirono che i primi sette
torre di Dante,
presso
canti del
poema furono
furono
il
tempo
Marprima
il
Boccaccio credette
delia
C. viii.
L'Ai -
Ma
il
Minick
appoggiato a validissimi argomenti, trova preferibile l'opinione che Dante avesse intrapreso
presente, con unit
di
il
r esigilo, e che quindi ei mut e rifuse essenzialmente quei primi canti, ovvero li riprodusse sotto altro aspetto, e con
nuovo intendimento.
Corradlno, ed
al
- Morocllo,
Mulazzo, con-
48
SPECCHIO CRONOLOGICO
per
la
pace da
la
ed
il
vescovo
di
di Luni.
Abbandi cui
donala
corte di Moroello,
11
innamora
un alpigiana caFraticelli,
componimento poetico
il
cenno
la lettera di
Dante, secondo
Witte ed
il
pur
ch'io
m doglia:
di
{Dante,
Dante a Opere Minori, Y. ni. p. 450) Emanuelle Gerini nelle sue memorie storiche della Luniqiana
I.
Opere, Minori, Y.
p.
139); Lettera
sia stato
di Alberto,
Marchese Yalditrebbia,
a cui fa tenore
il
Eugenio
invece
Sett. 1859);
Fraticelli,
I.
di Yillafranca.
Morte
di
il
Cantico
secolo,
Manuale
I.^
composto nell'estreme ore di vita, modello di estemporanea poesia, nella quale, vedesi avverato il favoloso canto de' cigni, che diconsi allorch muoiono, pi soavemente cantare. 1307. Dante si porta in Mugello, ove interviene ad un
da
lui
congresso
Gaudenzio.
di
nome suo
sta scritto
con
altri
venti
in
uno
strumento rogato da ser Giov. d'Ampinana, in forza di che pi agiati fra gli esuli si obbligavano di rifare le case
i
degli Ubaldini
nell'impresa di togliere
de' Guelfi.
castello di
L' impresa
Monte
A^^cianico.
documento
la
originale, tratto
Pelli. -
dall'archivio di Firenze
fu
pubblicato dal
Grande
Brocchi,
il
il
P. Idelfonso,
il
il
1307;
celli
Giugno del 1304; il Fratidocumento: occasione guerrae factae vel faciendae per Castrum montis Accianighi lo ritiene indubitatamente del Giugno 1306.
Troya ed
dalle
Balbo
del
al
poi
parole
In
dalla
quest'
stretto
fame
e dalla neve,
suoi seguaci
presso Novara,
e con Margherita,
DELLA VITA
il
Di
DANTE.
49
barbaro coslume
di quei
tempi
vili. e.
ecc., Lipsia,
1844; Schlosser
C.
Ablard und Dukin, ecc. Gota, 1807.) /w/". xxviii. 55. Dante a Forl presso Scarpetta degli Ordelaffi, Capitano generale dei Ghibellini. Secondo gli storici Flavio
F.,
che
l'
uccisione
di
sia
predetto
da' morti
ad esempio
Arrigo
Lussemburgo, suo successore all'impero, /^wrr/. vi. 86. 6 Ottobre. Corso Donati, consanguineo di Gemma,
di
ghibellini,
ammogliatosi
in sospetto
si
colla figlia di
di
aspirare
alla
scolparsi,
si
difende
coir armi,
finche
abbandonato da molti,
d
alla
alla
fuga:
Croce, da
alcuni soldati Catalani, per loro ucciso. E" pare che nel
gli
un pie nella
staffa,
e che
il
cavallo lo
viii.
e.
al
composti
dieci,
piuttosto ritocchi
vi abbia
vanno
al
e che
Ciacco e quel
magnanimo
sei
componesse
padre
di
co.
e che
nel castello
sul Conca,
dettasse
xjx in
reggitor
che accenna
cente
il
di Francia.
Ma-
laspina,
Marchese
scritti
II.
furono
11
ricordo dei
tristi casi
VoL.
30
di
SPECCHIO CRONOLOGICO
fra
il poeta fa predire da Maometto, ci darebbe argomento com'egli nell'estate del 1B07 fosse giunto presso il line della Divina Comedia, cio al Canto xxvjii,
Doloino,
che
pi
mentre viveva in Forl presso gli Ordelaffi. Di fatti d'altro non si parla che della Romagna nei 4 canti dal xxvii al XXXI dell'Inferno: ivi l'episodio appartenente a Guida
s'odono
le
di Montefeltro; ivi
preveggono
lui
esigilo a Dante,
ma
da
odiato;
ivi
litico di
ferocissimo
in inferno
i
desiderio di Mastro
conti
Adamo
veder giugnere
Romena. I tre ultimi canti altra rimembranza di Romagna, il delitto, cio, di frale Alberigo Manfredi di Faenza. Secondo lo stesso Troya, Dante pubblica l'Inferno nell'Ottobre del
Guido ed Alessandro dell'Inferno contengono un
1308, prima d'incaminarsi alla volta di Parigi, un 40 giorni
prima dell'elezione
nia. -
di
La divina Comedia
i
sovente con
tenera cura
l'Allighieri
l del Po,
il
quando
xv.
9.},
i
ebbe
gran Lom(/w/".
Alpi di Chiarentana
xii. 3),
giuochi
122.)
ed
Verona.
[Inf.xv.
Nel xvu
il
prolungano
le
ricordanze di Lombardia.
i
Nel solo XX
territorio di Brescia,
il
fortezza di Peschiera,
in Po, le paludi
lago di Garda,
la
mantovane,
di
naccolsi
a'
Signori
Casalodi,
il
sono argomenti
di
al
versi
bellissimi,
ostello,
la
che riconducono
pensiero di Dante
primo
tosto s'incontra
Venezia,
XXI.
7.)
La Lunigiana, ov'egli
si
aggirava nel
1306 presso
ed a Luni,
i
meno
belli
sovrastanti a Carrara
la
spelonca fra
xxvi
si
rintraccia
Dante
in
Lombardia ed
in
al
1306 ed
al prin-
DELLA VITA
cipo
del
DI
DAME.
inoltre
i
51
gli
1307.
Vi
si
scorgono
scolpiti
sdegni
nostro
avaro seno
rampogne
Andal.-
secondo
il
Faggiuola.
5 Gennaio. Incoronazione di Arrigo VII in Aquisgrana.
Dopo l'interregno d' un'anno, anche a sollecitazione di Clemente V che lo avea additato agli elettori come il mifjliore uomo di Lamagna, il pi cattolico, da venir a grandissime
cose,
(
ad imperatore
i. ).
il
27 Nov. 1308.
ad Heilbronn riceve
di
la risposta
di S.
e d cui
un'esemplare dell'Inferno affinch serbasse di lui pi ferma memoria. - Famosa lettera di Fra Ilario ad Uguccione della
Faggiola, impugnata dal Witte, dal Prof. Venturi, dal Prof.
Centofanti, sostenuta dal Troya, dal Balbo, dal Minich, dal
Fraticelli, e
due
sul
riviere,
di
in
principio
di
del Purgatorio,
ove nomina
;
estrerai
quella marina
l'altro,
la
discesa di Noli
-Nella contrada
egli,
di
Fouarre
{Itue
lezioni del Prof. Sigieri, cui salv dall' obblio. /'ar. x. 137.
a
Essendo
egli a Parigi,
sostenendo
in
una dlsi
sputazionc De
52
SPECCHIO CRONOLOGICO
fatti
state,
poi
quel
medesimo ordine seguendo, sottilmente solvendo e rispondendo agli argomenti contrari la qual cosa quasi miracolo
:
da
tutti fu reputata.
Morte
usurpa
vili. 75.
il
di
a'
Carlo
di
Napoli.
figli
Roberto d'Angi,
Par.
trono
suoi nepoti,
di Carlo Martello.
per calare in
e
Italia,
lettera ai
ai
vagheggiando il due re di Napoli e di Sicilia, Roberto e Federico, Senatori di Roma, ai Duchi, Marchesi e Conti, ed a' potutti
in sulle mosse nuove speranze, trionfo del proprio partito, indirizza una
era
Dante accendendosi
di
poli
d'Italia.
In essa
esorta le genti
a dimostrarsi
fedeli al
nuovo
iii.
Minori, Y.
p. 462. fio-
III
Ottobre.
Arrigo
discende
il
in
Italia.
- In
questa
il
Ghibellinismo, pubblica
suo
De Monarchia; la vera e grande inspirazione di quella mente potentissima, superiore alle superstizioni legali
dell'epoca,
in cui se vi
ha
la cieca
che teneva
spada
ma
vi
quod per duellum acquiritur de jure acquiritur ha anche la coraggiosa tesi della indipendenza del
civile, e l'altissima e
potere
nuova idea
di
di
una
politica cui
l'accentramento universale
tutte
le
forze
deve esser
intellet-
mezzo a promuovere V
tiva di lutto
il
potenza
genere umano. -
Trattato de Monarchia fu
critici.
,.,.
un
(Yita di Dante, L.
ii.
11,),
mediocre libro,
il
(Sommario
Balbo;
DELLA VITA
abbiettissimo libro
\
DI DANTE.
53
di Pusleiia)
;
Cant {Margherita
socfno
teorica
del qhibeUinismo,
eroico
il
Gioberti
la
produ-
che si fosse a quel tempo scritta intorno alla famosa controversia dalle pi forti potenze intellettuali dei medio evo, V Emiliani Giudici Storia delle Leti. Ital. 1. 167.)
(
il
primo
libro, nel
i
quale
le
prof.
Europa
le
cristiana
romano impero
providenziali
nella
r Allighieri, questo
diritti della
sede con
le
il
libro nel
1328
fu
di
opponesse,
'1
simigliante
si
sfor-
fare
delle
ossa dell'autore,
a eterna
si
il
infamia
fosse opposto
cui
fiorentino,
nome
si
fu
trat-
furono
il
di
Witte vogliono
stato scritto da
una delle prime opere di Dante, un'opera che appartiene alla Vita Nuova, e sviluppa le ragioni che lo muovono ad assegnare una data gi di gran lunga anteriore a quella che generalWitte,
Dante prima
poi lo vuole
mente
ticelli
gli si attribuisce,
Il
Fra-
ma non
Troya,
il
giorno a Pisa.
La prima
54
falla in Basilea
SPECCHIO CRONOLOGICO
nel 1559 per l'Opporino,
volgarizzala nel
da Jacopo dal Rosso, e nel 1467 da Marsilio Ficino ad istanza de' suoi amici Bernardo del Neri ed Ani. ManeUi. E. Bollai ricorda una Iraduzione anonima, mancarne d'alcune
carte, che
n.
si
UGl
di Parigi, sotto
il
1756, veduta e lodata dal Marsand - Anche nella Biblio(Y. Abeken Bernh. Dante' s Bu.ch:
Auszuge. Berlin und Stettin, 1826; 31onarchcy odereu. Basilea, per Nicol
in
Vescovo,
il
giovine, 1559.)
omaggio
Io
personalmente
te,
al
novello
vidi
quale
si
udii le clementissimo,
tuoi, e le in te
lo
quando le mie mani toccarono i piedi mie labbra pagarono il loro debito. Allora esult spirilo mio, e tacitamente dissi tra me: Ecco
ecco chi toglie
i
l'agnello di Dio;
Epist. VII, 2.
peccati
del
mondo
~
e
12 Aprile. Mentre
coli' esercito
accampato
in sulle
14.
nome ed
rore
a quello
pure degli
che
esuli
ghibellini toscani,
g' indirizza
una
Ietter,
al
la fonte dell'
Arno, il 16 Aprile 1311. -II Co. Trova opina che fosse scritta nel castello di Porciano, dei Conti Guidi, a cinque miglia dalla sorgente del fiume. Y. Dante^ Opere
Minori, Y.
III.
p.
Passa di Casentino
si
Romagna,
e per breve
tempo
narra
ferma a
Forl, di
della Scala, a
l'infelice
nome
liorentini,
Can Grande
gnante ancora
Jl
della Scala,
in et di veni' anni,
re-
suo fratello Alboino, guerreggia contro a' Guelfi della trevigiana, e per via d'accordi occupa la citt di Vicenza. - Ricciardo da Camino trucidato; v'ha
ehi dice per tradimento
del Signor
di
Verona;
tulli
per
DELLA VITA
DI
DAME.
alla famiglia de'
53
consentono che
la
congiura
sia stala
Caminesi
in
San
Giovanni Lalerano.
Alfonso comincia regnare in Castiglia.
19 Sett. Arrigo giunge sotto Firenze, e
alla badia di
si
attenda
San
Salvi.
24 Ag. Morte
di
maremma
da
Pisa,
dell'istorie Pisane,
libri
XVI)
(
Il
Barlhold ed
il
Koo'p
K'nicj
pubblicarono
tre
documenti
Uarthold,
II.
llmerziuf
Voi.
aiis
Append. pag. 45
I.
e seg.
p.
Koop,
di
Gescliichlsblatter
d'A-
rezzo,
Federigo conte
di
Montefeltro,
dei
Capitani
Settembre 1313
Prato,
intorno
la
alla
morte
di
falsit
Questi docu-
Prof. Ficker
I.
inseriva
nel
(jeschichlsbltter
aus
Gerhardi de Fracheto,
nella
negli
fol.
anni
1316-1334, Ms.
leggesi:
Marciana
die
(CI.
X. cod. xlvi,
in
174.) in cui
beati
MCCCXIII
Apostoli,
xxuii Augusti,
festa
Bartliolomei
in
dominus imperalor
obiit de
ulcere
;
carbunculi
ecc. e ci
d pure
ragguagli
veleno,
come
la
sibi
Bernardinus de Monte Pulziano... venenaverat eum, dando corpus Christi), ma che ne andasse purgato, specialle
mente per
deposizioni
di
Bartolomeo
di
Yaragnana,
56
SPECCHIO CRONOLOGICO
l'
Francoforle, 1685.)
Voi. 2. p. 2. p. 104.)
to,
Ma
il
Leo,
il
propugnano
autorit
del
),
dell'avvelenamen-
appoggiati
all'
Re Giovanni,
i.
dei 7
{Miscellanea,
326) sopra
di
veteri
membrana
del
convento domenicano
AeW Archivio
da un
reale
di Parigi,
tunque Arrigo non avesse corrisposto all'alto concetto che s aveano formato i Ghibellini, col variar di fortuna. Dante non cambia di opinione verso di lui, e grato alle sue buone intenzioni, ed altri chiamando in colpa del poco effetto di queste, imagina che nel paradiso fosse a lui preparato
splendido seggio.
1313-15. Dante
(
ma
il
altres nel
suo casei
situato presso
Falcucci,
fiume Saonda, a
miglia da Gubbio.
Un
porta Sant'Agostino,
questa iscrizione
fece collocare nella parete laterale Hic mansit - Dantes Alegherius poeta - Et
carmina
P.si
Poeta
in
questo torno
tempo
dolense di Santa Croce di Fonte Avellana, situato nel territorio di Gubbio, sul fianco dell'Alpe detta Catria; luogo
orrido
e
solitario,
essendovi
Priore Fra
Dante nel 1318. La camera, ove si tiene che egli abitasse, e vi scrvesse parte del suo poema, chiamasi tuttora la camera di Dante; e, sotto un busto di marmo rappresentaiil
DELLA VITA
il
DI DANTE.
37
cubkulum hospes - In quo Dantes Aligherius habUasse - In eoque non minimam praeclari ac - Pene divini operis sui partem com - Posuisse dicitur undique fatiscens - c tantum non solo aequatum - Philppiis Roduphius - Laurentii JSicolai Cardinalis - Amplissimi fratris filus summus - Collegii praeses pr eximia erga - Civem suum pietate refici hancque - lllius effigicm ad tanti viri memo - Riam revocandam
Antonio Petreio - Canon. Florent. procurante - Collmiri mandavit - Kal. Maii 3IDLV11. - Camald. Monaci re vtius cognita - Hoc in loco ab ipsis restaurato - Posuerunt Kal. Nov. MDCXXIL - Il Troya vuole che si conducesse presso Bosone nel 1317-18, e che vi erudisse i figli del suo amico Bosone, autore
dell'
Avventuroso Ciciliano e
di
Bastiano,
ambadella
Veneziani,
per rallegrarsi in di
lui
nome
elezione a
Doge
di
p. 500.
Rodano,
canchero
Lettera di Dante
Roma
Pietro,
dal partito
507.
Lodovico
il
Morte
di Filippo
Guelfi della di bel nuovo Marca trevigiana, capitanati da Jacopo di Carrara. Par. ix. 45, 14 Luglio. Uguccione della Faggiuola, strenuo capi-
Can
della Scala
rompe
s'
insignorisce di Lucca.
non ne perdette
la signoria
qui scrisse la
58
terz'
SPECCHIO CRONOLOGICO
qui
di
s'
innamor
di
nome Gentucca,
Clemenza,
figlia di
Carlo Martello,
il
va moglie
di
Luigi
succeduto a Filippo
m^e
ed
ivi
compie
il
Purgatorio.
in
il
questo
poeta
ne dettasse
primi
Arrigo Yll
in Italia, nell'
otto canti, mentre aspeltavasi autunno del 1300, a' quali pur si
debbe aggiugnere l'ottavo, dove s'odono le rimembranze si tenere dell' ospitalit trovata da Dante presso Franceschino Malespina di Muiazzo e Moroeilo e Corrado di Yillafranca.
Lerici
Testimoni
di
ricordi di
di ISoli
e di Turhia.
La menzione
di questi luoghi
Bismantova
di
ci
cime
ove fu segretario
di
Modena
e di
Regcielo
L'aver mutato
la
sembra
stanco,
serenit
dei primi
quale
si
va riconfortando con
di
la
Casella.
viii al
dopo 111310
suo recente
pi tardi, e per
risentono ancora
il
del
poeta in onore di
al
d'ira
quali
si
mostrarono
ebbe
la
sua
ei la
anda-
DELLA VITA
DI
DANTE.
59
vano
ivi
formando,
Queste Bolle,
senno
in
di
Dante,
furono
l'
inganno
Bianchi
eh' egli
non mai pi
del
tutta
la
i
memoria
ed
danari comperate da
e di
avuto
in
mira
le
ridette
la
era slata
violentemente offesa
Tolta a' 14 Giugno 1314 Lucca al re Roberto da Uguccione, Dante ripara in quella citt, e riprende la tela del poema rallentata ed anche sospesa per qualche tempo, e vi compose il G. xxiii, ed il XXIV - Neil' intervallo dei 5 mesi
fra l'assedio di Cigoli e la vittoria di Montecatini,
il
poeta
avvicendava
gli
la
sua dimora
fra Pisa e
Lucca, e componeva
ultimi
canti.
Purgatorio
fu
dedicato dal
poeta
Moroello
Malaspina,
marchese
6
di Yillafranca, o,
secondo
altri a
Moroello, mar-
chese di Valditrebbia.
Roberto
in Firenze,
Novembre. Zaccaria d'Orvieto, vicario del re condanna per la terza volta Dante Alli-
mano
del carnefice,
ov' egli
Comune.
Can Grande
della Scala.
ma pur anco da
7 Agosto
di
Caors (Jacopo, vescovo di Avignone Villani, L. esecrato s spesso da Dante. Par. xxvii. 58.
Co. Guido di Battifole [Villani, L. ix.
Sotto
il
di lui
regime,
il
d 11
Decembre,
fecesi
i
concedevasi facolt a
tutti
fuoruscili
potere a certe
lasciando ogni
l'
Ma
Dante,
non
avea lasciato
altezza
60
(de'
SPECCnJO CRONOLOGICO
nedire
come
il suo ritorno con Questa Epistola un apologia Dante, perch da essa apparisce la sua inno-
colpevole,
ricomperare
nome.
Opere
Minori, V.
III. p.
521.
Dante a Verona. Famosa sua Lettera a Can Grande non solo porta espressi e splendidi caratteri dell' AUighieri, ma determina preciso il verace metodo di commentare il divino poema -Dante, Opere Minori, Y. III. p. 528 -Fin dal 1819, lo Scolari avea dichiarata non genuina
della Scala, che
i
minu-
tamente
nella
la
approvala dal
tenne con
Ma
il
le
al Picei (1846)
anni
i
ami-
mi onoro, il pi dolio tra viventi comentatori di Dante in Italia, ebbe scoperta un'importantissima testimonianza di Filippo Villani in favore dell' autenticit, e la stamp nella
Gazzetta di Venezia del
16 Ottobre 1847.
lo Scolari tor-
n pi pertinace in campo. Ma allora entr a combatterlo XtW Album romano il P. Ponta, n mancarono repliche contro repliche. Tale opinione sostenne
ancora
il
Giuliani in
n. 127). Il
Witte svolgeva
si
pi
nevoli e convincenti
ci
si
non
di
manco
lo Scolari
Centenarii, 1855).
Ma
da ultimo
61
-
valorosamente comenlavala di nuovo, e propugnavano l'aulenticit il P. Giuliani da ritenerne vinta la prova. (Genova,.
Sanibolino, 1856; Giuliani, Metodo di comentare la D. C. p.
3-125; V. L'Articolo del Tigri sulla dissertazione del Giuliani, Spettatore, 10 Maggio, 1857; Witte, Studi germannici
sopra Dante deli anno 1855, Spetattore 4 Maggio, 1856.) 1318. 16 Dee. Can Grande, in parlamento a Soncino,
vien eletto Capitano generale della lega ghibellina in
bardia.
Lom-
1319.
Biografi di Dante
in
Friuli,
Patriarca
si
Pagano
guelfo.
crede che
parti delle
Pagano alcune
dalli
paesani
Sedia di Dante.
1320. Dante,
Valvassone.
al
il
Del
Virgilio, significavagli di
Para-
diso.
Pare per
il
lo
compiesse
quest'anno.
primi ix canti,
secondo
canti che
Troya, furono
ei
guccione; ed
prima della cacciata di lipur vuole che nel 1317 ordinasse gli otto
scritti
vanno dal x
al xvii. -
la II
il
Yeggasi
Se Dante dedicasse
a Federigo
111,
An-
tologia di Firenze,
gloriosae,
20 Gemi, In inclyta urbe Verona, in sacello Helenae coram universo clero veronensi, praeter quosdam,
rogamina non admitper humilitatis virtutem Spiritus Sancti panperes, ne aliorum excellentiam probare videantur, sermonibus eorum
interesse refugiunt. - Et
I).
in
anno a nativitate
N.
J.
C. 1320,
in die Solis...
Februarias
ptimus a Januariis Idibus et decimus tertius ante Kalendas . 24. ) sosteneva la tesi filosofica colle forme
(
scolastiche
Quaestio de
Aqua
et terra:
Se l'acqua nella
sua
cl>e
sfericit, vale
quaU
62
SPECCHIO CRONOLOGICO
Ravenna, accoltovi amorevolmente da Guido V. Novello, nipote della famosa Francesca. Egli non assent, scrive il Marlinetti, che Dante stesse nel suo principesco palazzo, sapendo come la filosofia e la poesia amino
Dante
la quiete e il riposo, e non le consuetudini romorose che sono nelle case de' grandi: sicch per renderlo libero e indipendente gli assegn una sua abitazione, la quale semal convento de' Frati minori di Francesco (oggi appartiene alla nobile famiglia Fabri ), provvedendolo nel medesimo tempo di ci che ad un esule,
Quivi
si
condusse
tenere
1'
ufficio di giudice,
Ma-
ria in Zenzanigola. ci
lasci scritto
il
Anche per opera dell' Allighieri, come Vasari, si rec in Ravenna il celebre suo
figlia di
amico Giotto
di
S.
Francesco.
La
Dante,
Beatrice,
si
vivere.
naca nel convento di S. Stefano dell' Uliva, dove cess di E Giovanni Boccaccio, allorch si condusse a Ravendi
pagare
monaca.
Il
Martinelli vuole
che Dante
fin dal
1318
si
riducesse a Ravenna.
muover guer-
di ridurla a sensi
di
Ma poco
o nulla da
dispose tosto
Se non che negatogli da' Veneziani il passo per mare, dov prendere la via di terra; e, transitando con
disagio
contrasse la febbre,
Il
Villani la vuole
un
pregevole codice di questo storico, che si conserva nella iscriMarciana di Venezia, si legge nel mese di Settembre.
DELLA VITA
DI DANTE,
6.t
Ad sua septembris
Il
Ravenna, dinanzi
in
alla
a grande onore,
11
abito di
dei
poeta e di grande
frati
filosofo.
Martinelli,
nella Chiesa
brevit
tempo,
in
un umile sepolcro.
- G. Eoccaccio,
ai
dopo
di
Fiorentini
:
Ahi,
gli
facesti... se le ire,
qualunque che muoia, come si crede, comincia a tornare in le medesima, e nel tuo diritto conoscimento comincia a vergognarti di avere fatto contra la tua antica umanit; comincia a voler apparer madre e
morte
di
le
quale tu
riliutasli,
di rila
almeno
averlo morto
grazia alla
il
tuo seno,
tua
Ma
egli gi
antivedeva
di Firenze si
(1).
decretava
di erigere
si
Ma
la
E questo desiderio
di fare
ammenda
Comune
indiritta
il
Ma anche
i
questa volta
;
non ne
perci
si
ristettero
horentini
ed
ai
20
X un
line,
Michelangelo
olTrivasi di prestar la
rimpatriale un
monumento, che
64
riuscito
SPECCDIO CRONOLOGICO
veramente degno di esse. [Io Michclangiolo Schultore il medesimo a vostra Santit suplicho, offerendomi al Divin Poeta fare la SepuUtira sua chondecente e in locho onorevole in questa citt. - 11 documento originale s consort
il
11
preghiera alla citt di Ravenna (4 Maggio 1864) per ottenere da essa come fraterno dono, quanto pi doloroso, tanto
pi nobile,
la restituzione
di poter porre
delle ossa di Dante, chiedendo dove furono serbate una epigrafe che ricorla fiorentina
riconoscenza.
Ravenna non pativa l'animo di staccarsi da quel tesoro per cinque secoli e mezzo religiosamente serbato, e
a
Ma
adonestava
il
rifiuto
e reverente
))
omaggio
che onorano
gli avi
Considerando che
Allighieri in
Ravenna non pu, {)ei destini felicemente mucome perpetuazione d'esilio, una
con duraturo vincolo tutte
essendo
la
le citt italiane;
Considerando che
appresterebbe
la citt di
Ravenna, desiderosa
ad onorare
la
associarsi
alla celebrazione
non
si
in retta guisa
memoria
abbandonando
d
11
tanto culto
ed amore del
nome
Ravenna una
sua preghiera.
glio
non
potere accogliere
65
gr italiani: Amurosoli
(trad. in inglese dal
Fr. - Arici Cesare - Balbo Cesare Bunbury, Londra, 1862.) - Boccaccio Gio-
Costa Paolo - Crescimbeni Giovan Maria Domenico di Maestro Bandino - Fabroni Angelo - Fanelli G.B. -Ferrucci Catterina - Filelfo Mario - Fossati LuigiFraticelli Pietro - Giudici Emiliani Paolo - Gregoretti
Francesco - Landino Cristoforo
Giuseppe
-
ThOUAR PIETRO
Tra
(18;V2) f
gli
Stranieri:
-
(1826) -
(176")-Blang
1839)-FellerF.X. (1797)-FLoro Hartwig (1858)- Grasse Giov. Teod. (1842) - Grohmann Gmv. (1796) Kannegiesser Carlo
LoD. (1814)-K0HLER Luigi (1839) - Kopisch Aug. (1842)-La,-
Montor Artaud (1841)-Nordmann Giov. (1852) - Oettinger Edoardo (1850) -Pricigi C. (1853) - Quinet Ed.-Raumer Cab. (1842) - Reumont Alf. (1838) - Strechfuss Carlo (1824) Struckow D. (1842) - Wagner Adol. (1826) - Wegele Franc. (1852) - WisMAYR Gius. (1815) - Witte Carlo (1831). - Zeloni
C. (1844).
Una
Dante'
Rivista
di
Dante
fu dettata
da
Teodoro Paur:
s,
Ueber
;
die
Ouellcn
der Lebensgerschichte
et
Gorlizza, 1862
e da
VOL. U.
CARATTERE MORALE
E
se
il
DI
DANTE
il
mondo
sapesse
Amore.
lui
Il
primo
affetlo, la
prima educazione
ili
questo
spirito singolare
con incredibile soavit di melanconia in quella prosa fervida e passionata, cli'ei medesimo intitol Vita Nuova. Novenne,
nella dolce stagione,
nel
la
dolcezza del
i
ornamenti
Al primo sorriso,
di
alla
le
vergini anime
prese a tremare
di
lui
fortemente
Vita
che apparia
nelli
menomi
polsi
orribilmente:
Purg. XXX.
far
Amore
:
signoreggi l'anima
sua, la quale fu
compiutamente lutti i suoi piaceri Amore gli comandava molte volte ch'e cercasse di questa Angiola giovanissima.
Vita ISuova 2. Ne' 18 anni,
pel suo
dolcissimo salutare,
inebbriato
si
come
part
questa
fa manifesta, col
fedeli
in
d'Amore:
picciolo
Vita N.
3.
Se
tempo
prire:
gli
distruggea
se ne poteva
rico-
4.
Accortosi che
donna gentile
farsi
ei
:
Vita N. 5. xMa,
so ne disconforta,
ne
fa
lamen-
CARATTERE MORALE
DI DAiNTE.
67
lanza con un Sonetto {Vita N. 7); va per lei {VitaN. 9); si duole che s tosto non rivenga, onde per consiglio d'A-
more
Vita
si
sceglie
jy.
un
altra gentile
che
sia velo al
ragionava oltre
termini
della
cortesia,
il
in
Beatrice se ne offende,
e gli niega
dolcissimo salutare,
fine
di tutti
li
suoi
Vita
]\.
10, 18.
Di che
gli
come pargoletto battuto, piange amarissimamente, finch vinto e lasso s' addormenta. Ma Amore fra il sonno lo riconforta, lo indetta a scriverle una Ballata, adorna di soave armonia, profferendosi egli
che, appartatosi dalle genti,
stesso interprete dell'ardente sua passione presso Beatrice
Vita Y. 12.
:
Combattuto dipoi da una battaglia di pensieri, se Amore sia o no buona cosa, scrive su ci un Sonetto: Vita Y. 13. - Un bel giorno persona amica lo conduce dove erano di molte gentili donne adunate, ma la vista di
Beatrice gli vince ciascun sentimento, onde V amico avvistosi dalla
sua trasfigurazione
il
ed
camera
condizione che disconfiggeva la poca sua vita, non per ammaestrato dalle passate passioni dal non cercar pi la l^duta di lei: Vita i\. 14,15. 10. Fatto ornai chiaro il suo segreto, anche per le molte durate sconfitte, vien chiesto per alcune donne gentili del fine dell'amor suo. Dacch
il
saluto,
il
sempre mai quello che fosse loda di quella gentilissima: Vita iV. 18. Tra la bellezza do' campi, lungo le pure acque correnti di un limpido ruscello, la sua lingua quasi per se slessa mossa disse: Donne che avete intelletto d'amore, e queste parole le si ripone nella mente con gran letizia, sicch ritornato alla citt, pensando alquanti di, dett l'intera Canzone. In essa parla alle donne e alle donzelle, che non era cosa da parlarne altrui. E fa che un angelo parli a Dio d' un nuovo miracolo gentile che si vede nel mondo
e che
fin
lass risplende;
ma
del quale
il
Iddio risponde:
Aspettale
alquanto
si
che
gli
uomini
Ju
68
CARATTERE MORALE
DI
DA>TE.
all'
inferno dei
do a narrare le doli di questa desiderata dagli Angeli, dice due versi che toccano il subblinie: E qual so/frisse di starla Vita A'. 19. In a vedere Diverria nobil cosa, o si morria questa Canzone vi il germe dei tre regni visitati o veduti
:
in visione,
lo. -
lo fa in
un Sonetto
ed in un altro ne dice,
in atto anche dove non sarebbe in potenza da chi da lei veduto: Y. iV. 21. ISon guari dopo muore il padre di Beatrice, e canta il dolore di lei [V. N. 22); inferma egli stesso, e delirando imagina
che Beatrice
Vita
A'.
sia
23.
Ma come
nel
di
bellezza,
fiore
Signor
della
na benedetta Maria,
lore,
in tanto
(1)
do-
in
tante
afflizioni,
lagrime rimase
che
parca
36.
di fuori
una vista d terribile sbigottimento: Vita N. N per volgere di tempo il dolore si disacerba n
;
alcun conforto
sospiri,
gli
li
gli
valea
[Conv.
il
ii
12);
riaccendendosi
si
riaccendea pure
sollevato
lagrimarc. Hi
guisa che
di piangere:
della
Nuova 40. Al compiersi delFannovale morte, scrive un Sonetto [Vita Nuova 35) per mesta
commemorazione di lei, che in cielo si vivea cogli Angeli e in terra coli' anima sua: Comimi. 2. Se non che un pensiero
soave, piacente dilettoso trasporlavalo spesso in l'alto cielo,
nel
reame ove
gli
per vero
in cielo,
onde ne trae
quale
per andar
Conv. n, 8
Canz.
iv.
vii. 2,
3;
(1) Era divenuto quasi come una cosa salvatica a riguardare. Bocc, Vita di /)aMc.- Vedi Canzone vii. Di Gino da Pistoia, a Dante AUighieri per la morte di Beatrice; e il Sonetto di Guido Cavalcanti: lo vengo H
giorno a
te
infinite volte.
CARATTERE MORALE
Vili. l.
DI
DANTE.
69
E siccome
non pu mal
finir chi le
ben presto ad altra vita migliore, l dove quella gloriosa donna vive della quale fu l' anima sua innamorata Conv. ii. 9. E quanta semplicit e purezza di affetto, quanta verit di passione, che profumo d'ineffabile tristezza non vi traspira per entro a quelle care pagine,
di passare anch' egli
:
suo cuore!
Come
la
vide indossava
iY.
una vestina
leg-
{Vita
ch'ebbe
quasi
il
primo saluto,
37;
Canz.w.L);
prova. Canz.
Amore
s'
lei belt si
4 - in lei
accoglie
perfino da
non parere cosa mortale, ma un novo miracolo anzi uno de' bellissimi angeli
26.
il
Ma
pi
che bella,
la
sua
beati-
primo diletto dell'anima sua {Conv. ii. 12.), la gloriosa donna della sua mente {Vita iV. 2.) era buona; anzi in altissimo grado di bont: Vita J\\ 22. Ella donna di virt {Inf. ii. 76) d'ogni ben la vera porta
tudine (F. N.
5, 9),
;
Canz.
V. 1.);
j\.
distruggitrice
di tutti
vizi,
e regina
della
virt {Vita
Canz. V. 4. - Chi per virt non degno del cielo e non merta salute Non speri mai d'aver sua compagnia. Bai. ii. E bastava il lume de' giovinetti suoi occhi, perch il suo
fedele
diritto
Vita i\. 12. Inf. ii. 98 ; Purg. xxxi. 134) tenesse il camino [Purg. xxx. 121; Canz. iv. 2); perch il suo intendimento si guardasse sempre da tutte cose vili Vita N. 13), e si reggesse sempre col consiglio della ragione: Vita 1\. 2. L' amor di Dante non distrugge ma feconda, aggiunge una forza immensa al sentimento del dovere, in
{
(
breve, ha
la virt santifcatrice
dell'anima. La potenza di
buono
in migliore, di migliore
in ottimo
Conv.
i.
2) che
ri-
70
tletleva
in
lu
CARATTERE MORALE
DI DAiNTE.
da Beatrice
versi. Quando ella apparia da parte alcuna nullo nemico mi rimanea, anzi mi giungea una fiamma di caritade, ia quale mi facea perdonare a chiunque m'avesse offeso: e ohi allora m'avesse addimandato di cosa alcuna, la mia ri-
quello che
mai non fu
si
Y. iV. 43.
Ove
il
suo desiderio
Beatrice
il
adempia,
fu
adunque
gli
la
poeta,
che
Amore
cos
che guid
;
ali
principio
del pi
si
gran poema
che
si
onori
Fumano
ingegno.
Non appena
il
i
poeta, e
cui
La donna
trasformata
un
idea.
Ogni volta
che
amante non pu sostenere ella dice cose mente dell'altissimo vate si perde. E finalmente, giunti presso alla suprema luco, ella siede fra le anime pi vicine a Dio, ed al poeta concessa un istante la visione celeste. Ecco la fine del lungo viaggio, ecco dove viene a compiersi il desiderio de' due amanti {P.Villari). E bene // Sire della cortesia esaud i suoi voti. Quando egli ebbe degnamente detto di lei quando ebbe raccolto in un volume ci che per l'universo si squaderna, quando ebbe compiuto r immortale poema, la pi sublime apoteosi d creatura umana, allora quegli che a tanto ben sortillo Pialuce che
dietro
rapito
;
cui la
xi. 109)
e la sua
la gloria della
V. iV. 43.
71
Dante
i
am Sempre
a fede.
conducono
a raffermarli
primo
ricorda
j\.
33
il'
ci
pure l'amico
immediatamente dopo
mortai corpo,
cos
primo.
Cos
come am
lui,
Casella nel
Vam
sciolto
con
affetto
(/^?^f(/.xxiii.
55); ed
ei si
lui
ma
suo
e per antonomasia
amico
De VuUj.
El.
i.
ii.
2.
dissimili
chi simili
di stato
conglungonsi
anche tra Dio e l'uomo non viene per dismisura ad impedirsi l'amicizia [Ep. a Cangrande, 2), ei am assai
Carlo Martello, ed ebbe ben onde, e
sia
si
oltre
che
le
Cangrande della Scala: Ep. a Cangrande, 1. Dell'amimemorandi precetti; e quantunque volte avvestile,
facea lo
e di pi allo affetto
i.
impresse uscivang'U
viii.
le
parole: Canz.
55.
Oentiiezza d' animo. Fin da' primi anni preselo uno amore alle cose gentili, onde ei confessava: aver vita in lui un pensiero che conducealo con sua dolce favella
squisito
diletto
quanto
pi,
piacente
Canz.
8); e
:
xii.
2)
[Canz. XVII.
faceva dire di se ad
Amore:
Cos leggiadro
e
Ballala
i.
- Ver
Dante cortesia
onestadc
si
tutt'uno
scom-
pagnano mai:
V.
Il
pi gentile
Amore
Son. 10.
-E
72
bella tanto
CARATTERE MORALE
DI
DANTE.
manto Imperiale colui dov'ella regna, Ella verace insegna, La qual dimostra u' la virt dimora. - La quale cortesia, avvegnacch a ciascuna et sia bella, alla giovent massimamente la si rende necessaria: Conv. IV. 26. Onde osserva bene il Giuliani, come sempre
fa
di
il
Che
degno
poeta
a'
costumi gentili
quale
fosse informato
ci
si
tenesse
in
narra,
la
come
quel
de' cittadini
di vita eterna, si
quale, ricordandosi di
tavolette
lungo s uomini
quali
si
Non appena
di riverenza,
se n'accorse
muove
come
si
a gente degna.
di
questi segni
di
gentile onoranza
tenne contento,
ma
venutogli in pen-
siere di dire parole per rima, quasi per annovale della sua
donna,
il
cuore
si
lo eccita a rivolgerle
cui visita
Amore
anni pure
veritatis
al vero
il
Freno
all'
ingegno.
da' primi
In
amore
1,),
aqua
et terra
al
s
vero
si
fece
turpitudini
di
non disconosceva
poche amarezze.
il
pericoli
ed ardito poegli la
Ma
Tommaseo,
d
venne
l'alto ingegno
che
Provvi-
denza r ebbe potentemente fornito tenne a freno, acciocch non corresse senza la scorta della virt, o dalla giustizia divso. Temeva il poeta che questo dono divino, abusandone, non solo gli cadesse sfruttato, ma eh' peggio, gli tornasse
perpetualmente
a
danno: Inf.xwu
a' bcncfizii.
lui
21.
Gratitudine
con espressioni
gentili, ..o
CARATTERE MORALE
impresse
di si
DI
DANTE.
vi traluce
73
tutta
la
grande
affetto,
che ben
Marte, dove
il
prio
pudore risparmiasse
il
pudore
prima dell'altrui chiedere, desse e facesse: Par. xvii. 85. E a mostrargli pi oltre che le fronde del suo amore, egli
alteramente confessa:
mirati
i
d aver
spesso
molto
molto
e
ri-
suoi donuzzoli,
e segrecjatili
a vicenda
segregati
percorsi,
piti
Comedia
Paradiso;
quella
sub praesenti epistola, tanquam sub epigrammate proprio dedicatam, Yobis adscribo, Vobis offero, Yobis denique re-
dell'esiglio
ma
solo perch
affetti
gli
toglieva
mezzi d'adempiere
11.
a'
pi sentiti
di gratitudine
{Ep,
di
.ed egli, cos potente maestro di stile, doleasi pure non avere tanto profonda affezione che bastasse rendere grazia per grazia, supplicando Quei che vede e puote al
3.
) ;
iv. 121.
suoi difetti: le sue confessioni mai a velare coli' ipocrisia sono conformi al carattere franco e schietto di lui: Inf. n. 103; Purg. ix. 118; xxxii. 115; xxxi. D'invidia non si
tenne
al tutto
lo
m'incuora Buona umilt, e gran lumor m'appiani, Nel xiii se ne accusa di nuovo:
Gli occhi, diss' io,
mi
Ma
che poca l' oITesa Fatta per esser con invidia volti. Troppa pi la paura, ond' sospesa L'anima mia, del tormento di sotto.
picciol tempo,
Che gi
lo
v. 133.
Ma dell'umano
i
mali
effetti.
74
CARATTERE MORALE
p. 23,
DI DA>TE.
Dante
di
sentisse la bellezza
Come E ben
parola umilt; e
risorgere dell' -
pareaanzi se ne compiacesse
svelto, ci veniva simbolo
Anche
(
Purg.
131
),
dove
fu
come
la
pianti,
non vien meno, e che dove questa in un cuore retto si trasempre nuove cagioni ad alimentarla sorgono dal nostro limo, miseri ftyliiioli d'Eva che siamo noi. [Ptirg. xn. 70.) Entrando nel fumo, soffre la pena degli irosi Purg. xvii. 13.); e fra' golosi trova Forese a cui dice: - Se ti riduci alla mente Qual fosti meco e quale io teco fui: Purg. xxiii. 115 - Giunto fra lussuriosi, si purga passando attraverso le fiamme {Purg. xxvii. 13 xxxi. 22-67) n in altri luoghi
(
i
;
si
men che
onesti amori:
Canz.ww; Ep.
sempre con ira lui grandemen-
IH.
Ma
anzi
scaglia
te onorata, non per vili cupidigie, ma perch dall'avarizia deduceva tutte le miserie del mondo: Inf.i. 49; Purg. viii. 124 Par. xvii. 73. Il poeta nella imagine della liberalit
;
altri
gran sentenza
di Boezio,
come
l'avarizia faccia
sempre
gli
uomini
Tempera
di Dante.
La tempera
di
Dante pativa
pi presto rompersi
Sta,
Giammai
cima per
La potenza di dispettare, da molti vantata, ma che natura a ben pochi larg davvero; e della quale colm a Dante la
(1) Ecco i luoghi donde questo sentimento agevolmente rivelasi: i. color umile; xi. Viso vestito d'umilt; xn. E si l' umilia -eh' ogni offesa oblia; xxi. Pcjisiero umile ; xxiii. Pregava l' una l'ultra umilementc ; ivi: lo diveniva nel dolor si umile vedendo in lei tanta
umilt; xxvi. D' umilt vestuta ; xxvii. La vista sua face ogni cosa umile; % xxviii. si cosa umil che non Si crede; xxxii. Ch' luce della sua umiltade ; xxxv. Nel del dell' icmiltate. or' Maria.
CARATTERE MORALE
misura,
fu a lui fonie
DI DAISTE.
/D
che iu
43.
il
Foscolo, fu inesorabile
appo
in
lu lo
sdegno
conscia mente
quella tarda,
ma debito, ma certa ed
e pregust nella
eterno dura-
non posso
dir, se
a'
seguenti:
Ella
non
ci
Ma
si
posa. Purg.
vi. 04.
Lo sdegno, soggiunge il Nicolini, in Dante fu indizio di animo forte; e in tante mutazioni di tempi di persone e di costumi, non vi ha magnanimo che contro quelle cose, le quali principalmente biasimale furono dall' AUighieri, non
arda d'onestissima indignazione.
Amore
di patria.
Suo
esi^^lio.
Ei che SCriveva
il
tenea
stretto
Alla salute
lo
della patria
con ardentissimo
fu
quasi per
2.
desiderio
la
so(jnando,
sempre intento
Ep.
i.
repubblica
l'ebbe tutto.
si
Onde ninna
si
ascoltava, a niuna
niuna pace
portasse
imprendeva, e
alcuno
quale
pondo
la
pigliava, se egli in ci
lui
non desse
le
in
prima
sua
sentenza. In
za, in lui
sommariamente
.
il
divine cose e
umane pareano
che laceravano
della filo-
essere fermate
la
Nella
ferocia
de' partiti
patria sua,
76
CARATTERE MORALE
il
DI
DANTE.
Ma
quale giustissima
la ingiustizia dell'altre
si
due abbattesse,
nella
accost,
quale,
secondo
il
di giustizia;
operando continovamente ci che salutevole alla sua patria e a' suoi concittadini conosceva Boccaccio Yita di Dante. N si creda, dice Nicolini, fare oltraggio al Poeta, chiaman:
uomo
di parte,
come
am
la patria,
non gi a modo
la
di lusin-
ghiero
falso adultero,
ma di casto
mal guidata,
la
la citt
che di giorno
giorno pi spolpavasi
mina
ma-
nifesto
jattura della
degli erranti,
gente abbominava e dispregiava, non per infamia o vituperio ma degli errori, e gridava solo alla gente che
s'
in-
vallee
Paradiso,
-Di essere fiorentino si teneva ad onore; ma non di costumi, de' quali facea di forbirsi. al poema ei scolpiva questa terribile confessione:
natione
Florentinus
ei
se
ne part
qual Ippolito
;
Atene
per
la
spietata
ma non
nome
di
de' fuoru-
nel
1304 indirizzava
il
al
card. Nicol
Prato,
che
proponeasi
richiamo in
queste
memorande
parole:
E per qual
al
vento
gne? E
le
CARATTERE MORALE
"
i
DI DAISTE.
il
>'
segglano, se non perch coloro, quali con folle presunzione avevano spezzali diritti civili, sottomettessero il collo al
i
giogo
si
(li
conducessero? Perch
dal nervo
punta
legiitinia
della nostra
al solo
intenzione,
e mirer nel
gradissimo
studio
vegliate
i
vivo
di
aflnch
tornino ai
solchi
buona cittadinanza, chi sar s\ ardito di renderne a voi grazie condegne? Non ci possibile a noi, n a quanta
lorentina gente trovasi
in terra.
Ma
se in cielo piet
ella
ne renda a voi
le giuste
profani
litigi
de' cittadini
L.,
uomo
pace,
di
fummo da
come annunziavano
mettere in tutto
mani, noi,
e del
giusto,
le
vostre lettere,
di
di
por ter-
guerre,
e di
com-
nelle
paterne vostre
deposte oggmai
spade,
con sincera e
spontanea volont ricoveriamo sotto il vostro arbitrio, come vi sar narrato per le risposte del sopraddetto Frate L.
vostro messo, e per pubblici solenni strumenti
manifesto. Lctt.
1.
si
vedr
ingegn
di rendersi
caro
ai
tent
di
rientrare
in
patria
colle
armi, e fu
la
dopo
poco
quale w0Ji^^^
lo strale
dell' esilio,
perch
del
al
danno ^*y^''
valore tuc^/'*^
' '
un
la
senno
Allora cominci
a dispregiare
il
compagni
d' infortunio, e
la
reput bello
di
farsi
morte
Enrico
MI,
incessiuUe desiderio
ritorno al suo
Arno, alla
78
CARATTERE MORALE
DI
DAME.
sentito
dove uvea
senza
da prima
l'acr
al fuoco,
il
tenero padre,
donna sua,
suo
patrimonio ridotto
in pubblico,
lei
nell'arme,
egli,
bianco
di
destino
fra'
persi versato
{Inf.
[Canz. XIX.
s'
abbanla
dona (Par.
vedea infuturarsi
sua
Che se pur un' istante parca fiaccasse sotto mole della sventura che il gravava, era per sorgere pi grande
Par.,\\\i. 98.
la
:
Come
Per
la
la fronda,
che
flette la
si
cima
leva
Nell'abbandono e nella miserrima solitudine dell' esiglio non si abbass mai a supplicazioni a lamenti codardi, ma ritenne tutta la indomita alterezza dell'animo; che aWalto disperso rimanea la pi sublime delle consolazioni; la sicurt della propria coscienza, quella buona compagnia chQ
del sentirsi
offerta
la
si
pura:
Inf.
di
speranza
dichiarasse
vili patti
con queste
il
magnamine
r>
e sdegnose parole
egli
adunque questo
si
glorioso modo,
richiama alla
questo
studi
or
fruttano
il
largo
sudore e
le fatiche
negli
durate? Lungi dall'uomo della filosofia famigliare questa bassezza propria d'un cuor di fango, eh' egli a guisa d'un
eerto Ciolo, e di altri uomini di mala fama, patisca, quasi
CARATTERE MORALE
* prigioniero,
j>
DI
DANTE.
I
79
venire offerto
al riscatto
Lungi dairuomo',
ai
d'ingiuria offeso,
il
suoi
benemerenti paghi
tributo!
Non
ma
Dante non
in
isfregii, lo
entra, io
non si non entrerovvi giammai. E che? non polr io da qualunque angolo della terra mirare il sole e le stelle?
prontamente. Che se
Fiorenza per via onorata
io sotto
Non potr
cissime
le
dol-
verit,
se pria
gloria,
renza?-N
il
3.4.- Eppure
caro
;
morte; eppure
il
struggeagli l'anima;
nome
ed
niente
sua terra,
sempre nella commoveasi tutto mi per lo dolce suon della onde con profondo dolore e con ardente afletto
del fiorito suo nido rampollavagli
ei
il
ricorda spesso
bel
i.
1.);
il
gli
era tolto
il suo bel san Giovanni, dove uu ( Canz. xix. 3.) ruppe un fonte battesimale per salvare un fanciullo che vi annegava Jnf. xix. 17. ; e dove era entrato nella
dal viso
fede
che fa
conte l'anime
di
a Dio {Purg. xxv. 10); ed egli sperare che il poema sacro al quale avea
e terra
mano
e cielo
potesse vincere
del bello ovile,
un giorno
in che
la
crudelt che
H serrava fuori
e
avea
e,
dormito agnello
nemico
a'
Fiorenza, che ei
am sempre, bench
(>);
(1)
il
rammentiamo
:
le
parole
Dino Compagni Cari e quali comunemente tutti prendeste il sacro balvalenti concittadini, tesimo di questa fonte... Sopra questo sacrato fonte onde traeste il santo battesimo tjxurate tra voi buona e perfetta pace. - La memoria del fonte battesimale era a quc" tempi tenuta meritamente sacra.
di
80
CARATTERE MORALE
DI DANTE.
vita,
e nella quale,
il
sua
con
buona pace d
V anima sua,
1.
lei,
cuore d riposare
terminare
tempo che
gli
era dato:
Conv.
Eppure tanto cuocevagli l' esigilo ch'ei considera la morte come un bando, e il bando come una morte Inf. XV. 81. Onde non meravglia se l'esule poeta, cui la
3.
:
patria per suo ben far gli era diventata nemica {Inf.w. 64),
giorno che
finisce,
cV
amore
8. -
la mestizia e
Tra' duo
liti
non molto distanti alla tua patria: Par. XXI. 106 - Quanta poesia in questo ultimo verso s semplice! - E gi, per gli splendori antelucani, Che tanto
d' Italia
sur gon
sassi,
men
in
Che cara
e pietosa
imagine
Ed
i.
ricor-
dato da lui:
il
5; ed
Che
si
volgono
o^l
Purg. xxm.l^; e
elio
stea:
quello
Veronica nostra.
12; V.
di
JS.
41.
Anche
6.,
cadendogli
struzioni,
dare
me cunctis, sed pietatem majorem ftlorum habeo, quicumque in exilio tabescentes, patriam tantum sommando
Piget
revsunt
(1)
{!).
al
la capiot^e
della
fosse stata
che n
altri
contro a
dico,
me
avria fal-
d'esilio
di
povert. Poich
figlia di
bellissima e famosissima
(
Roma, Fiorenza,
nel
colmo della mia vita, e nel quale, con l)UO,na pace di quella, desidero con tutta il cuore di riposare l'animo stanco, e terminare il tempo che m' dato), per le parti quasi tutte, alle quasi mendicando, sono andato, quali questa lingua si stende, peregrin
quale nato e nudrlto
fui fino
,
CARATTERE MORALE
DI
DANTE.
81
Dante Cristiano.
cristiano.
Con
i
credenze,
verso
raflerma la fede e
muove
la
sovente agitato.- N
sua mente
ii.
48);
83),
ma
n'ora
pieno da
La
chiesa
la
fede dava
la fede
ali
E
e
se
mia? E soggiungeva, che non era occulto come egli amava bene
ha
piissima e sposa {Ep. ix. 7)
11.
cielo
bene sperava
madre
fisso
{Conv.
6),
egli,
una
{
delle
Ep. ix.
mostrando, contro a mia voglia, la piaga iloUa fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno senza vela e senza governo portato a diversi porli e foci e liti dal
vento secco che vapora
to; nel cospetto de' quali
la
dolorosa povert
occhi di molli, che forse per alcuna fama in altra forma m'aveano imagina-
ma
di
minor
pregio
si fece
1.
Conv.
3 - Conciossiacosach
mi
sia quasi
sentato, per che fatto mi sono forse pi vile che '1 vero non vuole, non solamente a quelli alli quali mia fama era gi corsa, ma eziandio agli altri, onde le me cose senza dubbio meco sono alleviate... Conv.\. 4 -
Ma
noi,
a cui
s come a' pesci il mare, quantunque Arno avanti che avessimo denti, e che amiamo che per averla amala, patiamo ingiusto esigilo. E bench
il
mondo
patria,
d'
secondo
il
non
ameno
di
cittadino
De VuUi.
El.i.i -
E tanto
fu
dura
la
povert
nel
suo
esiguo, che neanche gli consent d'intervenire all'esequie del suo benefattore, Alessandro conte di Romena, scusandosene per iscritto ai nepoti
di lui
lacryraosis exequiis;
Uberto e Guido: Me vestrum vestrae discretioni excuso de absentia quia nec negligentia, neve ingratiludo me tenuil,
quam
fecit
exilium. Kp.
ii.
3.
allo
Scaligero
me
VOL.
II.
82
CARATTERE MORALE
DI DAINTE.
gli
avveniva alzare
che
El.
i.
la
veri,
egli facealo
sempre con
di per-
3); e
all'ar-
temendo
ca,
ufficio
por
mano
5.
teneasi contento
pungere
buoi calcitranti
-
La Chiesa
il
4.)
perocch
d'
fondamento della Chiesa Cristo: De Mon. iii. 10. La na sentenza di maggior vigore, ed rompilrice
calunnia, merc della
cristia-
ogni
somma
lumina:
ei
dice di metter
mano
lume
ognuno ed
debet patri,
nessuno rimprovera,
lla
grande e
difficile
filius
reverentia fretus
quam
pius
quam
pius
filius
in Ecclesiam,
omnes Christianos
al
in. 3 - JS
nome
di quel
Ep.
sire
XI. 33.
vi
ha un giusto
suoi
servi
facevagli dimenticare
nemici suoi, e
dirizzando
gli
tura, innamoravasi di
sempre pi
lodarlo.
Che
se facevasi
contemplare
il
a far sacriicio del suo volere a Dio Son. 43. La vita era poco desiderabile per lui la morte, quando si vive in una triste societ, dove l'uomo onesto ha sempre la peggio, una vera grazia di Dio; onde il poeta diceva di s:
:
Lunga
xxxi. 128.
Ma
Che
gi non
io
fla
non sia
mi viva; '1 tornar mio tanto tosto, col voler prima alla riva. Purg. xxiv.
io
76.
Olire di che
del beatifico
la
il
lume produce ne' ben finiti, facevagli riguardare morie come una benedizione di Dio
:
CARATTERE MORALE
DI
DANTE.
^'^
Qual si lamenta perch qui si moiii Per viver coiass, non vide quive Lo refrigerio dell'eterna ploia. l'ar. xiv.
25.
ci
onde
Perch
divoiAi
la sia accetla a
pronta
che
sia fatta
con affezione,
clie
L'uomo con
preghiera,
calda iV amore e di viva speranza, vince la volonti divina, non per avanzamento di forza, come avviene che un'uomo vinca un altro, ma perch Dio stesso che vuole esser mezzi perch si vinca, cosicch pu dirsi che la cinto, e d divina volont vinca nell' esser vinta Par. xx. 94. Ed ei di s ci dice, che Cuor di mortai non fu mai s digesto
i
:
divozion
tutto
il
suo gradir
come
lui
140);
cuore,
eh'
una
in
chi, se
non un anima
le s
a rdcntemen
te-
innamorata
la
di Dio,
potea ritrovare
il
Poeta pregava
che
1"
anima sua gi
fat'.a
sana,
degna
di risalire all'
petto,
perch non
gli
fallisse
il
ritorno
al
devoto trionfo
mni
in
gli affetti, e
[[l
dolcezza non
sicch
sempre amore accende [Par.\.H.), che senza termine si doglia Chi, per amor di cosa che non duri Eternalmente,
lama
N disconfessa
il
esser
concorsi in
lui
tulli
suo cuore
84
volgere
CARATTERE MORALE
a Do: Par. xw.';
il
DI
DANTE.
e che la conoscenza
amor
torlo e postolo
riva
del
diritto:
fico
Id. v. G.
li
perch
non dubitava
chiamarsi: dolce
tra
in.
Par.
IX.
24
buon
non menava ai
tor-
grandemente rinchiuso Par. xxvii. anima santa: Purg.xwu.l; e contraddistinta da evidenti segnali ch'era amata da Dio {Purg. xiii. 148), e perci sicura di cenare alle nozze celesti: /^o?\ xxx. 135. Devozione affettuosa a M. \, e a H, Lucia. Ei fu affetuosamente devoto di Maria e dell'illustre vergine
l'
Siracusana
S. Lucia. il
Nel Convito
ci fa
avesse ad imporre
nome
una
Maria
la
si
quale,
si
gentile,
nemica di ciascun crudele, chiesta dalla donna facea a raccomandare il poeta impigliato nella
11,
97), e trassela a
simboleg-
giare
la di
grazia
divina,
seggio
presso a Maria.
-U^
nome
sempre iivoco
E mane
e sera.
Par. xxiii.88.
E ben quattro
che
s
/^(ir. Ili
dolcemente
-E
sovente
gli
piace d'in-
trodurre
nome
di
Maria,
e la divozione ad essa,
dove
vuole addolcire ed ingentilire le rimembranze, di che solo vederne l'origine nel cuore di lui: Purg. v. 105; xviii. 19;
Par. XV. 133. - E di questo
compiace che
;
la
sua Beatrice
( 5)
e scrive di
che
lo
sima a gloriare
Mc^Tia,
lo
l'insegna di quella
reina benedetta
CARATTERE MORALE
di
DI
DANTE.
questa
Beatrice
beata:
29 -
nelle
colloca la morta
donna
nel ciel
Son. 24.
Con
tutte
quali Imagini
ci
poi
ritrae quella
Donna
eccelsa, ottima di
che ad apr/r
alto
Amor
volse
la
chiave,
e dagli Angeli pi
altri,
Tommaseo,
dopo
in
lui
moltissimi
nella
Donna
che
(jentile,
mossasi prima
pretazione feconda
di lei sola
(7/". 11.
giudizio
di
lei
sola:
lei
non ricorre,
xxxiii. 14. -
di
fatti
vede per
io
che all'arte dei Notai e dei Giudici, amasse inscriversi a quella dei Medici e degli Speziali, per quel sentimento
divoto
e
egli
nutr
al
sempre
campo
vermiglio avea
S.
Maria
Anche
il
Canzone
dolce
nome
di Vergine.
Le poesie che
il
Petrarca, scrive
Laura, finiscono con una delle sue pi belle Canzoni. E quee come a quella, eh' avea
sentito
i
pi santi
e
di
afletti,
e congiunto
sulla
il
in
s stessa
tre
pi teneri
gliuola
e
pi
soavi
si
nomi
terra, di
madre,
gli
di fi-
sposa,
confida
poeta
che
sarebbe
di
di struggersi
S6
in
CARATTERE MORALE
DI DA?>TE.
vita di lagrime
il
come cosa
che
il
poi,
morendo, legava
al
Tommaseo, da
Ritratto.
curvetto, ed era
simi panni
(Ij
il
sempre vestito
N.
Tommaseo,
io
mi
far anche
)
:
di citare. -
Ingegno ardito,
(
ma
frenato dal
Inf. xxv. 21
ma
sdegnoso
di volpini
viii.
accorgimenti:
37; xxvi. 10);
;
si
ma
1. Breve ed arguto nel dire (Pwfj. m. 78), non bugiardo; nemico degl' ippocriti, aperto a' sapienti, come specchio che rende le imagini delle cose di fuori. Sorride dignitoso
xxv
alle
umane
follie,
ama
Inf.
xxx.
130);
ma
piange
scusa
fin
47; Parq.yi.
11.
ma
osati
a fin di
la
desta meraviglia
fin
ne' malvagi,
quando provocatrice non sia: Inf. viii. 37; xiv. 4, Ogni vero e' ha faccia di menzogna egli evita (Inf. xvi. 118. j: egli negli studi s'affanna e suda (Purg. xxv. 3; xxix.37; xxxi. 140; Par. xxv. 1; font;. 111. 9; De Vul. El. ni. 1; Ep. li. a Moroello Ulalaspina]; quasi scultore, modella e intaglia e pulisce l'opere sue. Negli amori invescato (Purg. XXIV. 37; XXXI. 49, Cans, vili): da ogni avarizia abborrente { passfw ), e ancor pi d' ogn' invidia Purg. xm. 133 ). - Amante della lode, si loda da s (Inf. iv. 104; Inf. xv. 55; xvi. 127; Purg. xvii. 94; Purg.xxw. 49;
{Inf. X.30; xviii. 83
(
Par. n. 1; xxv. 1 ); ma i proprll falli confessa {Inf. ii 105; Purg. i. 58; IX. 112; xxx. 115) e degli amici suoi. Sdegna i beni della sorte, e al
dolore di lunga
mano
si
Ama
Yiii.
ma
xi. -
le
prime consuetudini
;
gli
son care, e
55;
gentile
prime amicizie
El.
i
V. N.
3, 24,
25, 33, 35
Purg.
li.
88.
Par.
e
Da Vul.
nella
tali
9, u. 2,
Ep.
iv.
Ep.
e
Tutto ci che
Inf. xxx. 141. -
alto
e
umana natura
voce,
riconosce,
i
lo
sia,
ad
la
10.
uomini
gravit
ubbedisce e teme
rimproveri loro:
negli atti
4, 7,
(
Ama
iii.
il
iie|la
negli sguardi,
49; Conv.
xi.
8;
iv.
iii.
25);
teme che
xii,
tempo
103;
non
gli
passi
perduto: Inf.
14;
Purg.
78;
81;
xyiiJ.
CARATTERE MORALE
maturila convenevole,
lino, e gli
il
DI
DA^TE.
'1
87
naso aquicolore
e
il
era bruno,
e' capelli
e la barba spessi,
neri
crespi,
sempre nella
faccia
e
si
;
in non trapassare il segno della necessit quel prendendo n alcuna curiosit ebbe mai pi in uno che in un altro: dilicati lodava, e il pi si pasceva de' grossi, oltremodo
i
biasimando coloro,
gono
e in avere le cose
e quelle
fare con
somma
non mangiare per vivere, ma piuttosto vivere per mangiare. Ninno altro fu pi vigilante di lui e negli studi e in qualunque altra sollecitudine il pugnesse; intantoch pi volle e la sua famiglia e la donna se ne dolsono, primach a' suoi costumi adusale, ci mettessero in non calere. Rade volte, se non domandalo, parlava, e quelle pensatamente e con
diligenza apparecchiare; affermando, questi colali
voce conveniente
laddove
si
alla
Sommamente
si
dilett in
suon
le quali
di piacevole e
amore sottoposto,
assai
questo amore ferma credenza di che fosse movilore del suo ingegno a dovere, prima
e di gloria,
ma
in tanto la dilucid e
kce
di dietro
s n' ha fatti e
le
sue contempla-
zioni
non
piaciuta
gli fosse
ne
gli
veniva,
88
CARATTERE MORALE
DI
DANTE.
quantunque di alcuna cosa stato fosse addomandato, giammai infino a tanto che egli o fermata o dannata la sua immaginazione avesse, non avrebbe risposto al dimandante;
il
in
gli
altre
parti
dimandato,
il
nostro poeta,
animo
Preelesse di
stare In eslio,
Oh
isdegno laudabile
lo
magnanimo,
nel
per va
grembo
gli
suoi con-
valesse
...
uomo
in tutte le
Tra cotanta
luogo
virt,
la lussuria, e
...
non solamente
ma
POLITICA DI DA^TE
Ogni speculazione politica deve avere per incopo
della civilt dell'umano genere
l'utile
-De Mun.
I. 1.
Scopo della
civilt il proniovimento, lo sviluppo alla potenza intellettiva del genere umano. - DeMon. 1.3.
(Nemmeno
a'
quali tanto di ci
ol
e di pi preciso
insieme
e. 11.)
Dante fu
BALBO.
Nella
solo e
5, 6
il
Divina
il
migliore
Commento
politico del
4,
legge interamente
tratteggiato
di Dio {Mon. l. 10; Par. XI11.52) - quindi anch'esso uno: Par. 1. 103. Le cose
che Dante credeva nel secolo XIII. Dio uno - l'universo un pensiero
tutte
vengono da Dio -e
il
tutte partecipano pi o
line
meno
(
alla
si
muovono
11.2;
Par.
112.),
mare dell'Essere Conv. ma tutte son mosse dalla stessa volont. Signore, tutte nreritano il nostro amore
ciascuna naturata:
secondo
il
grado
64... -
di eccellenza di cui
L'umanit una: Conv. iv. 15. Do non fece nulla indarno: se quindi esiste una moltitudine di uomini raccolti sotto un'unit collettiva, egli perch v' uno
Par. XXVI.
scopo unico per
lutti assieme:
lutti i.
Mon.
4.
le
(DeMon.i.^-) e questo
pu una
come uno
Iddio -
come
lo
cerlamenle nell'origine.
90
POLITICA DI DANTE.
(
l)c
mondo
Mon. i. uno
scopo. Or essa richiede tal cosa da cui possa venire rappresene questa l'unit di governo.
allora necessario
un centro
un potere
forte della
dei
(Ij
pi
alti
intelletlL naturalmeiltc
a dirigerlo,
differente
N punto
la sua teoria
torit imperiale fu
podest
come
disse Gioberti,
Monarchia universale, avente Roma a capo. E perfino nel paradiso imaginava una Roma di cui Cristo cive Romano (Purg. xxxii, 102)
;
un Impero
seggio (/nf.
di cui egli
1.
l'
la
sua cittade
l'alio
174),
42),
con una Corte co' suoi Conti e Baroni (Par.xxiv.112, modo di quella che sostiene volere Iddio sulla terra. -
Dio avea preparato a Giulio Cesare la Monarchia, come mezzo di quella pace ch'egli voleva: Augusto per lui sommo eroe, sommo fondatore,
tipo degl'Imperatori. Costantino, trasportando la sedia imperiale, andava
contra
il
Cielo,
la
il
cielo
maledizione
rovina d'Italia, e
pre-
L'
vore
Impero romano, fondato con tanti chiari argomenti del divino fail solo imperio legittimo, sotto il quale pu l'umanit esser queta
disfatto
e virtuosa:
menomato
quello,
tutto disordine:
ogni altro
e di
di discordia civile
-
l'umana societ
dispose che
le
re...
cose
dal sagrosanto
il
genere umano
si
si
presumendo ergon
perch
la
la
spada di
tingano
dal cielo,
severo giudice.
Ep.
vi. 1.
al
comanda-
mento
di Dio,
e chi
repugna
comandamento,
della
recalcitra contro
la volont,
stimolo. Ep.
del
romano
2. -
principe, re del
.
.
mondo
e ministro di Dio
. .
tumultuaste? Epist.w.
v. 4.
Cristo
in ceppi
si
POLITICA DI
DAME.
da adempiersi i
91
distinti
che Dante chiama V universale Reluiione dell' umana specie: Conv. II. 4. E cos verr mantenuta la concordia fra i reggitori di Stati, cittadi,
e questa pace
in
si
diffonder
dal
centro nelle
da queste
sar
E dove
a
il
seggio dell'Impero?
ogni argomento anaassumendo il linguaggio d'una assoluta e sintetica asserzione, come se gli recasse sorpresa la minima espreslitico,
sione di dubbio.
Egli
citt,
non pi ^/oso/o, ma credente. Mostra Roma \a santa come la chiama, di cui anche le pietre son degne, a
di
suo avviso,
Non v'ebbe, n
mansue-
comando,
di
pi fermezza
sovra lutto il santo popolo romano Conv. De Mon. ii. passim. Dio scelse Roma d' infra tutte le genti. Essa ha gi dato al mondo due volte unit, ed
l'italiano, e
:
11.4;
il
mondo
la
la sola forza
branco d'uomini? Dante confessa anch'egli d'averlo creduto un momento, e che tutta la sua anima era per rivoltarsi suoi occhi furoiM) contro una tanta usurpazione. Ma poi
i
aperti: nelle pagine della storia di quel popolo vide spiegarsi l'opera della Vrow'Kenzdi :-praedestinationem
divinam-
necessitava
che
il
mondo
dicazione
di
Ges potesse
della
di
far
ecco
il
segreto
lei
Roma Roma
a questa opera -
individualmente
non avea ambizione, essa non combattea per proprio interesse, ma si era volata a una missione. Populus ille sanctus,
pius
et
gloriosus,
ut
02
POLITICA DI
DAME.
procurarci
(1).
f/entis
E quando
il
Roma pos
mondo
non ebbe bisogno del secondo Vangelo negli scritti stessi di Dante (giacche
si
unit. Si cerchi
nostre citazioni
lo
Roma
esercitava su tutta
il
la
specie
umana.
Trattato
Il
libro II
de Monarchia,
capitolo IV
del
II
del Convito
Ma
oltre a
quanto
si
molto
da apprendere negli
scritti di
lui,
Dante,
come pu
scorgersi dai
che abbiamo
citati.
Vi ha la
Giordano Bruno
vi
vedemmo
bene
ta
la
pi esplicita forse e la pi antica di tutte. La vidella specie umana, la legge di continuo suo moto ascendente all'appoggio d sempre
la
collettiva
il
sviluppo,
pi estese associazioni;
comune
la
- la teoria
il
del
dovere,
con tutto
si
base e
vuole
non iscorgesi su che fondamento chiamar francese - tutto troviamo chiaramente indicato in questi libri di un Italiano
prova che ogni dominio de' Romani fu previsto da lui propter zeium patriae et zelum justitiae, e conclude che i Romani acquisierunt principatum quodam jure naturae, a quo iabet exordium omne justura principium. E S. Agostino scrisse: Deo placuit orbem terrarum per Romanos debellare, ut in unam wcietatem reipublicae legumque
(1)
S.Tommaso,
perductum longe lateque pacaret. E S. Leone: Dispositio divinitus operi maxime conqruebat, ut multa regna uno confoederarentur imperio et
cito pervios haberet populos praedicatio generulis quos
unius tencret
regimen
civitatis,
POLITICA DI DANTE.
del
93
secolo decimoterzo,
ha lunga-
siavi
suo seggio,
Roma. Giunto a questa conclusione, Dante dovea naturalmezzi per realizzare un tale mente fermarsi a cercare concetto. Scrtti lettor, di un italiano vivente. Voi. Hip. liiO. L'errore di aver cercato in Germania il liberatore
i
tanta ope-
Parvegli
:
di
trovare
il
principio
egemonio nell'imperio
pel
tedesco
titolo
il
quale,
e la successione
Ma non
volle
gi sottoporre
stranieri:
giacch
Dante sostituene
do
allo
scettro
bastardo
^di
Costantino
Koma
lo trasferiva
pontefici
si
che
lo
trapiantavano
in
Francia,
poi
nella
Romagna,
un
italiano vivente.
Willemainy Corso di Letteratura del M. Evo. Lez. XII.) Nel terzo libro
dell'imperatore e
ei
il
diritto
divino
conseguente
la
sua indi-
monarca universale,
alla Politica
sommo
Pontelice
(Ij.
;i) Dante suppose che lo spirito e la materia fossero ciascuna con >ua vita propria, senza inirerenza (iell'altra, e ne infer la indipenilenzii do' due poteri spirituale e temporale. Una volta entrato questa porta, si
d carriera e
li
edillca a
suo modo.
11
la
come il papa lo fa immediatamente da Dio... Non un semplice ritorno, come pretende Wegele, al passato. Ci del passato e del futuro, del progresso e del regresso. Ci in germe l'alTrancamento del laicato, e il camino a pi larga unit. Intravvedi la nazioiR* die succede al comune. K un sogno cle in parte diventa storia, lira iu fondu il sogno dei lihilielliui. Il merito di Dante d'averlo allargato a
i
sistema,
e di esserne slato
il
lilosofo.
94
POLITICA DI DA>T.
in
propugnala
questo libro della Monarchia quella che professa nella Divina Coniedia. - I GueK volendo la supre-
(juello
mazia della Chiesa sull'impero chiamavano questo luna, sole [De Non. iii. 4); all'inversa Ghibellini. Dante per lo
i
contrario
li
chiama due
dalla
soli,
tutti e
due
furono
stabiliti
Provvidenza,
[)ramento
di
forze
il
e di eguale autorit:
L'Imperatore
famiglia
sole
pu esser
e virtuosa
citt
luminosi
Ma
debbe pur risiedere il successor del maf/gior Piero 21}. Sull'orizzonte dunque de' sette colli doveano questi due soli (l); il sole imperiale che illumina
della vita
;
Jnf.
i.
levarsi
le vie
il
religiosi destini
dell'umanit ed
scam-
il
umanit.
La base
fragile,
ma
l'edifizio
bello
di
disegno e concordia
levista
(1)
di parli.
De Sanctis, Carattere
Dante
sua utopia,
C408 del
Contemporanea di Torino, Gennaio, 1838. due suoi fini: Ci fu bisogno all'uomo di due direttivi, secondo sommo Pontefice, il quale a norma delle rivelazioni dirizzasse
i
l'umana generazione
le filosofiche
dottrine,
ne Mon.
ni.
lo; Conv. 4) -
La virt
numero
delle virt
sue
...
La forma
della Chiesa
fatti
non altro che la vita di Cristo ne' detti e la vita sua fu uno esempio della Chiesa mi-
litante,
sommo Pontefice,
v'
l'ufficio
Dato
ho fatto io cos voi facciate; e specialmente disse a S. Pietro, poich come in S. Giovanni si legge: l'officio del Pastore gli ebbe commesso
Pietro seguita me.
Ma
i ministri miei combatterebora qui non il regno mio:'* Ds Mon. in. li. - Ogni legge divina nel grembo dei due Testamenti si contiene, nel qual grembo non posso trovare la cura delle cose tem-
mondo
fosse,
ma
porali al
comandamento essere
ed
i;J.
i
rimossi,
come apple
parole di
Dtf
Mon.
in.
POLITICA DI
spirituale
DAME.
la
T6
non riceva
e in
l'essere
il
De Mon.
ni. 4.
Questi due
soli si
(P.
Ozanam,
e. 4.
2.) urtarsi
non pu prclendcre
parte alcuna
al
la signoria
a rivendicarne un omaggio.
in
Essa non pu
farsi
un regno
quelk)
questo
altro
mondo senza
impero
Il
un
le
dell'eternit.
quale aspira
rit
non pu attecchire, mestieri che mini, perch l'una autoove trascorra, non pu, come dovrebbe, esser dall'altra
infrenata
(1).
il
buon mondo
feo,
Duo
L'un
Soli aver,
Col pasturale; e l'uno l'altro insieme Per viva forza mal convien che vada; Perocch, giunti, l'un l'altro non teme.
Ch'ogni erba
si
conosce per
lo
seme.
..
Roma,
Per confondere in s duo reggimenti. Cado nel fango, e s brutta e la soma. Marco mio, diss'io, bene argomenti; Ed or discerno, perch del retaggio
Li figli di
ai
tempi
di
Silvestro,
(2).
''ome
(1)
li
figliuolo di
s ed a Cesare tutte
gli
le
uomo, mentre a rivelazione del Santo se partisse due regni, distribuendo a cose, giudic si rendesse all'uno ed altro ci che
come
appartiene.
Ep.
v.
xx. 10;
xxxiii. 70;
Par.
ix.
xxvii. 147.
La donazione
di
ne-
sangue nel medio-evo. - Il DoUiuQcr, Die Puisl-Fulclen dea MUclalters, (Le favole del Medio-Evo intorno ai papi) Monaco, 1S0.1, consacra il terzo articolo alla Donazione di Costa>ntino, gi conosciuta sotto il titolo di Edictum o di Conslitutum
gata dalle storia,
ma
96
POLITICA DI
DAME.
!
Oh
popolo
felice
oh gloriosa
avesse.
Italia
se quegli che
Vi
scem
l'
De
3/o7i.
ii.
11.
che sesue, con le leggi e meco, Solln buona intenzion clic f mal frutto.
Per cedere al Pastor si fece {,M-eco. Ora conosce come il mal, deilutto Dal suo hene operar, non gli e nocivo, Avvegna che sia il mondo indi distrutto. Par. xx. Ahi, Costantin, di quanto mal fu maire,
55.
Non
la
tua conversion,
te
ma
quella dote
Che da
prese
il
primo
La Chiesa, seguita
10
la
il
poeta, in nessun
il
modo
la
era disposta
qual cosa, se
Chiesa non poteva ricevere, dato che Costantino avesse potuto fare questo, nientedimeno tale azione non era possibile riceversi,
non essendo
il
paziente disposto.
Adunque
ilercatore.
Priviledium Constantini, che leggesi fra le false Decretali d'Isidoro l Dolliuier vuole che la donazione Constantiniana, anzich di origine greca, come altri la disse, indubitatamente fosse fabbricata in
di
Roma da un membro
di favorire l'acquisto
del clero
romano
tra
il
i
porale di tutta r
11
Italia, e di
romano.
al
DoUmger
accennasse incontrastabilmente
Diplo-
ma
una sua lettera a Carlomagno, del 777. La Civilt Cattolica colloca l'origine della Donazione nella prima met del secolo IX, essendo stati i primi a farne menzione Enea Vescovo di Parigi, a. 871
della Donazione in
Incmaro
di
patria francese;
di
la
Vienna, m. 875 - E
la
vuole pure di
ivi
prima comparsa, ed
Donazione
si
pure, oltre
le false Decretali, si
falsi Capitolari di
lo
scopo
di quella falsa
Impero d'Occidente,
e le
fatta dal
Papa
in
sdegnatissimi contro
grande poeta ghibellino dell'Alemagna, Gualtiero di Voltiultpoide, ha mondato un simile grido: si direbbe che Dante traducesse questi versi di Vogelwoide L'Imperatore Costantino prodiga al seggio
il
:
di
"
Roma pi doni che dire non saprei: gli dona corona. A questa vista un angelo grida ad alta
gura. tre volte sciagura!..
,
la
spada,
:
la
croce,
la
voce
Sciagura, scla-
ora
il
molto di lale
mondo.
V.
POLITICA DI
e manifesto
DAME.
97
che
la
modo
di possessione,
modo
di alienazione conferire:
De Non.
Il
ni. 10.
P. Berardinelli della C. di
la
facolt
di
possedere,
niente della dominazione temporale, anzi ei vi legge in pi luoghi della D. Comedia e della Monarchia espressa grave-
Il
il
P. Serio
pensiero
.Monarchia
romano impero
in
Carlomagno,
alla
al
il
propagazione del Cristianesimo per tutta la terra ed mantenimento della giustizia e della pace; conciossiacch
lo loco
il
la
a conservarvi
debita libert del cattolico magistero, e della sua vera giurisdizione che ha dal primato apostolico su tutto
il
mondo.
Veggasi Berardinelli,
Il
La Monarciia temporale del romano La Civilt Cattolica, 2 Luglio, 1864, p. 84. ecc. ecc. - E degli Alemanni veggasi Schreibcr Wilfi. Die politischcn und relif/iosen Doctrinen unter Ludwig dem Baiern (Le dottrine politiche e religiose
i^d-T- Marcucci G.Ji.
Pontefice secondo rAllifihieri, p.7; 30-36 -
sotto Lodovico
pur esposta dei confini
il
l'opinione
Dante intorno
alla
questione
dell' autorit
il
pontificia
llasse,
impero e
pontificato:
IL G. Ueber die
Vereiniin
guwj dcr
temporale
geistlichen
romi-
Teyleriana d'Harlem
DoeUinger
./.
J. J.
Papstthum
und Kirchenstaat.
Ilistorisch-politische
Considerazioni storico-politiche,
II.,
Chiesa e Slato nazionale) nella Ilistorische Zeitschrift di IL V. Sybel, 1862, Voi. I. p. 47-107.
Dante
7
nacquo
98
POLITICA D[ DANTE.
Guelfo, Guelfo crebbe, Guelfo combatt, Guelfo am. Guelfo govern la sua patria: Inf. x. 40. Per i pi si volle che
dopo l'esiglio mutasse parie e co' Ghibellini tenesse, anzi per antonomasia fu chiamato il poeta ghibellino. II Faurie, il WiUemain, VAmpre lo Schlegel vogliono, non allrimenti che
Coriolano, da guelfo per vendetta
ghibellino.
politico,
si
rimutasse in rabbioso
VArtaud
come
per
fa
due
Giov.
politico lo
ira.
per vilt
ma
Wegele ed
il
Ghibellino
ed ai
Guelfi avversario, fu
l'
come
lui.
C.
di esserlo,
ultimo per ira, e molto troppo, quantunque ei non credesse e professasse di non esserlo. Strana apologia,
P. Berardinelli, ghibellino, e
scevera dal
ma
il
ghi-
bellinismo a certe sue proprie norme attemperava^ cos non fu mai guelfo pretto. Mostrarsi tutto intero di parte non
poteva,
forza,
a'
come pure ad una parte attenersi gli era quasi che meno infedelmente rispondesse alle sue dottrine suoi desideri alle sue passioni. Il Buongiovanni, ne' suoi
Prolegomeni, non solo il ritiene mai ghibellino, ma guelfo sempre, e guelfo di moderazione e di senno, in tutto devoto
grandezza
che vide sempre nel loco santo ed in Roma la Anche l Picchioni ci prova com'ei fu guelfo moderatissimo fin da principio, e non che aver cambiato
alla Chiesa,
d'Italia.
sua parte,
esagerati
Pontefici,
fedelissimo
di essa, e
vi
si
mantenne,
scostandosi
dagli
ai
ma
Reali
di
di
Francia inclinava. Dante tent sempre la difficilissima parte conciliatore nelle celebri contese del primato che gi da
si
due secoli tra l'autorit ecclesiastica e civile non che di paciere fra le accanite parti che
vagliavano
agitavano,
tra-
l'Italia
miseramente.
G.
Giusti,
di
semplice
Guelfo,
:
xxiv. 150.
i
cozz
La somiglianza de' casi e l' esiglio racBianchi co' Ghibellini, non per essere d'uno stesso
POLITICA DI DANTE.
90
la
sentimento,
in patria.
ma
mira
di
tornare
trov bene
il
d' essersi
unito con
bisogno di dividersi da
difatti si elesse
ventura da s; e
per
un par-
Esulando
dialit e
egli
qua e
Italia,
cione,
dal
Salvatico, da un
ramo Ghibellino Malaspina, come da un Guido Pagano della Torre, da un Guido ^'ovello,
davano speranza di sanare le piaghe d'Italia che N vaglia il dire, che quando il settimo Arrigo discese in Italia, con lettere veementissime invitasse
che
gli
l'avevan morta.
di Neri,
quella
che spandendo
la
romano
pontefice,
inducendolo
una parte del popolo battezzato a destra, l'altra a sinistra. Che ad Arrigo ricorressero e Ghibellini e Bianchi, Giovanni Villani il dice chiaramente. Ed egli pur notevole che quando Arrigo cal a Firenze e ne assedi una porta,
egli
il
non
vi volle essere,
con sentimento
di
vero cittadino,
mano
a minarla
anzich capitanare
la Grecia.
le
E* chi pi di
lui
ha inesorabilmente flagellato
e
fraterne
la
piaga della
seminatori
Par. xvn. 32 - Ed
poeta dannava
di scandali e di dissensioni
pena
di
sangue,
ad essere
nona bolgia
dell'
ottavo tremendo
e pressocch
lo
mostrandosi
fierissimo
viii. 4o)
che accendeva
pensava che il parteggiare dei cittadini avrebbe sul venerando capo d' Italia accumulato secoli di quella sventura che fa vili, di quella servit che non ha speranze, e coli' occhio deliamente credeva di vepesi del derla, come il Lucifero del suo Inferno, da tutti
i
mondo
costretto.
Quindi ingenerata
la
HO;
100
re
II
POLITICA Di DAKTE.
ferocemente l'una
contro Lucca {Inf.
l'altra;
XX..
contro Pistoia
41);
contro Siena
contro Pisa
(Inf.
la
xxxiii. 79);
contro Genova
xxxiii. 151);
contro
Romagna (/n/". xxvii.37); la Marca Trevigiana, la Lombardia e la Romagna: Purg. xvi. 115. E per si scaglia contro la
dolce terra latina che dalle proprie discordie, e dalle forze
era miseramente
la dolce
contro
comando
Ma
sovrattutto
la
se
ne dolca delle
che dilaniavano
fieramente
prorompe dall'anima
qual volta scrivo cosa
mia! quanta
Canz. XX.
piet
mi
strigne per
nella
Ahi! quanto
in te la
sempre congregarsi
al
alla
tua morte,
Coft luci
bieche e torte,
Dacch
la citt partita
2),
in/', vi.
61
si
aggiunta a Marte
non pi regna onorata, non pi gli egregi citi loro gran fatti, ma notasi male r eccelso suo nome; sicch tra i traditori punito per esso lei qual verace non segue V asta del vedovo giglio, reso ornai
[Canz. XX.
sudicio
e vano, posto a ritroso sull'aste, e fatto vermiglio per divisione: Par. xvi. 152 - Di questo mal seme lo studio
di
il
mutare e
Purg.
vi.
139.
La sua Firenze
divenuta specchio
di parte;
{Canz.w.^) simile al bambino che morendo di fame, caccia da s la balia che vorrebbe ristorarlo [Par. xxx.
139);
(i\V
le
piume,
al
ma
con dar
{Purg.Y,U^);
POLITICA DI
flusso e riflusso perpetuo del
:
DAME.
egli
101
i liti senza jwsa Par. xvi. 82. Sicch ternamente minacciosa esclama:
Ma se non muti alla tua nave guida, Maggior tempesta con fortunal morte
Attendi per tua sorte,
Che
le
Fa pi per
Il
te,
4.
due
fazioni, guelfa e
bene
Guelfo oppone
al
armi
di Carlo
n, re di Puglia,
insegna romana,
eh ' l'insegna dell'impero universale del mondo. -Il Ghibellino dicendosi sostenitore dell' impero, fa in elTetto per s,
usurpatore
al pari del
Guelfo:
sacrosanto segno,
vi. 31.
muove centra
'1
il
E chi
11
vostri mali.
uno al pubblico segno i gigli gialli Oppone, e l' altro appropria quello a parte, S eh' forte a veder qual pi si falli,
Faccian
Sott' altro
gli Ghibellin,
Sempre chi la giustizia e lui diparte: E non l'abbatta esto Carlo novello Co' Guelfi suoi, ma tema degli artigli
Ch' a pi alto leon trasser Io vello. Par.
vi. 97.
Ora uno, che non piegando da alcuna costa, accusa Ghibellini in un mazzo coi Guelfi di tutti mali del suo tempo, osserva egregiamente il Giusti, si dir che sia Ghibellino? Sicch la fortuna serbavagli tanto onore che /' una parte e
i
di lui,
ma
lungi
fia
com-
pagni slessi
di esigilo,
far loro,
102
Stolli
POLITICA DI
DAME.
abbandonali a loro
tali
neiruUle proprio, e
sviluppate
dal
di averli
stessi,
bestie
malte.
Anche
due
il
i
predominio
un potere
cos
sull'altro
(l).
Egli
non err
fra
due campi
rivali,
l'Ozanam [P.
iv. 1),
ma
E quando le fazioni sembravano invilupparlo nei loro tumultuosi movimenti e renderlo mallevadore dei loro delitti,
genio.
egli
di
esse;
le
sue severe
una mazza infaticabile sulla testa degli autori e dei compagni del suo Bianchi, sui Ghibellini ed Guelfi. Egli esilio, sui Neri ed contemporanei il numero non temette di moltiplicare fra dei propri nemici, onde conservare il suo nome puro da
parole discendevano
alterni colpi di
i i i
come
ma
l'attuale progresso
il
lascerebbe ine-
scusato
pregiudizio volgare.
giunta
l'ora di rendere al
si
gliosa
nel
Paradiso;
non aver
egli
(1)
le
Provincie ed
municipi dispogliati
era, al dire del Gar-
non
di
ma
un mezzo produttore
solamente
ei
serbate all' Imperatore obbedienza, ma predicava ben anco: serbate come liberi il reggimento, con che voleva ammonite ie citt a non sacrificare il proprio governo, le proprie franchigie, la propria libert. La devozione in lui non fu n poteva mai essere servilit. Tutte le nazioni, regni, citt, egli pur scrive, hanno le loro propriet, per le quali bisogna con differenti leggi governarle, perch la legge regola che drizza la vita: De Man. 1. 16. Dante voleva conciliare l'unit
predicava
politica con
le
civili
libert,
gli
parte gbibeUina,
POLITICA DI DANTE.
103
eitpa,
confusa
la
ed
lui
aver
avuto
di crearsi
A
II
te
na bello
(1)
mento
Purg,
in mondo andava cercando: N pi bello saluto di questo gli possono rendere le ombre benedette che si abbattono in lui: Frati miei: Dio vi dea pace: Purg. xxi. 113. - E la bella Arimi-
la
Po discende
sui, (Inf. v. 96.)
a ricompensa
dal poeta
al suo
mal
amico
le
fossero
documento
Errando
egli
su per
monti
della
di
Lunigiana,
S.
picchiava
un giorno
Il
monistero
monaco che
una
lunga storia
attorno,
di dolori sul
macro
uno
di quegli sguardi
:
lentamente rispondeva
(Ij
Pace. -
Scrivendo egli
a'
grandi
1-2
V.
Minich Seruf
R.
Appendice
Il reprit le
ville
bton de plerin, et pendant dix aiines (1311-i:21), errant de en ville, accueilli tour a tour chez des gibelins et cbcz des guelfes in-
aux opinlons de ses hlos, car il habitait toujours une spbere aux parlis, il s'obslina esprer cantre tonte esperance. Il croyait invinciblement la venne d' un rdempteur. Il se preparali
difl'rent
.;uprieure
rparation et ce triomphe,
il
se glorifait lui
moine dans
la cit divine...
te fia
bello
Averti fatta parte per te stesso. Saint-Ren Taillundier, Revue des deux Mondes, 1 Dee. 18o6^
p. 489
104
della terra,
gli
POLITICA Di
DAME.
non
s'intitola
il
piace
di
unire
La pace
uni-
ai
venne dal
cielo
lunga
sanit,
gagliardia, bellezza;
ma
compagnia cant: Sia terra affli uomini di buona voperch era conveniente
Il
E questa
sommo
qual
nelle
costume servarono
salutazioni sue,
suoi
discepoli,
e Paolo
come
a ciascheduno
pu esser manifesto:
il
De Non. L. N con
regno dei
Ti
i.
5.
altro
nome
gli
cieli
ponga in pace
Quinci
si
verace corte,
esilio. Purg.x's.. 16.
D' aver,
anime sicure quando che sia, di pace stato. Purg. xxvi. Il del della divina pace. Par. ii. 112. In la sua volontade nostra pace. Par. in. 8o. E da esilio venni in questa pace. Par. x. 129.
53.
E venni
Che solo
vita intera
in lui
d'amore e di pace ! Par. xxvii. 8. vedere (la creatura) ha lasuapace. Par xx.\.102.
Che
anzi
ove
la patria
virt,
nuli' altro ei pi
Lunga
Se innanzi tempo grazia a s noi chiama. Inf. xxxi. 128. Non so, risposi lui, quant' io mi viva;
3Ia gi
non
fia
'1
Perocch
Di giorno
'n
il
gi
rno pi di ben
si spolpa,
E a
E da questa ruina
fosse
non voleva campare; voleva innon vedersi vivo quando la patria morta. Questa imagine si fa veramente pietosa e leegli
POLITICA DI
DAME.
105
egli
neiissima,
e sovra tutto
dei popoli e delle nazioni non E nou sapete, sfrenati e folli, che diritti pubblici non hanno fine se non col termine del tempo, non possono andar soggetti al computo di prescrizione alcuna? Certo gli articoli delle leggi altamente dichiarano, dominii pue l'umana ragione argomentando stabilisce, blici delle cose, per qualsivoglia lunghezza di tempo trasandati, non poter giammai venir meno, n, assotigliati che
I diritti politici si
prescrivono.
siano,
venir conquistati.
Perciocch
quello
che
all' utile
od anco solo
la
infievolire.
il
E questo n vuole
Iddio, n vuol
al tutto in
natura, e
Canoni
e di
politici.
gli
uomini
civile
compagnia potrebb' esservi senza un ripartimento di uffici diversi, e senza una disuguaglianza di condizioni, all'ordine
universale necessarie
:
E pu egli esser (cive), se gi non si vive Diversamente per diversi uffici? Par. viii. 118.
La
la
regola direttiva
iv.
della vita:
De Mon.
i.
9;
umane
tendenze, affinch
al
Ma
leggi
non sieno un nome vano senza subbietto. Che imporla che vi sieii le leggi, se pochi pongon mano adesse? Piirg.wi. 97. - Dinanzi alla veneranda maest della legge non vi debbono essere n immunit n privilegi; tanto pi che dove l'argomento della mente S'aggiunge al mal volere e alla possa. Nessun riparo vi pu far la gente: Inf. xwi.
55. -
servit,
ma
anzi
a chi
lOG
filigenlemenle,
libert.
POLITICA DI DANTE.
apparisce,
altro
qual essa
la
E che
ai
infatti
la libert,
se
appianano
'
5.
le ric-
il
commercio;
vi.
la
le
buone
leggi, la
onorati
e protetti
Purg.
137.
La semplicit poi del costumi custode alla loro pue quindi alla pace, senza la quale non pu esservi libert vera n ferma. Per, siccome nel C. xxiii. ^4 del
rit,
Purgat. egli
biasima
gli
e,
f-
16)
fa valici-
comenda altamente
delle antiche
il
vivere modesto.
quivi tutte le pi
civile: Inf.
e di cortesie,
Mancata
questa gara
Superbia, invidia ed avarizia sono
La
hanno
68.
La tua citt eh' piena D'invidia si, che gi trabocca il sacco. Inf. La gente nuova, e i subiti guadagni, Orgoglio e dismisura han generata,
vi. 49.
Onde
xxiii;
vizi della
democrazia e
il
mer-
il
plebeo
il
villano
che grandezza
d'animo e un vero merito, e venuti da povert subitamente in ricchezze per arti ladre e vili, sono superbi e
insolenti,
e pur
tra
fregi
e l'oro sentono
sempre della
lordura
villana
da cui son sorti. L'orgoglio nasce da ruvida e natura e da egoismo, qual suol essere della gente
al
mondo
il
danaro. La
dismisura comprende
la
POLITICA DI DANTE.
107
E Dante chiama
perbi, e
ritrosi passi
[Purg. x.
su-
cielo
a retro va
sentenze
iPurg.Xi.X^}; con le quali due tremendo dimostrava chiaro che l'umilt fosse il motore unico di quello che noi chiamiamo progresso. Il che, quanto s'accordi con l'opinione e col
chi pi di gir s affanna
il
Bianchi.
Il
germe
delle sventure
dirsi
al
e de' vizi
a Firenze
schiatte,
pu
come
cibo indigesto
Sempre
Come
del corpo
il
67.
Pensiero di molta
filosofia,
La
forza
mal
diretta
danno che a
tutela.
La
meno
si
riposta
nella
forza
hanno gravissimi
mali.
perenni: muoiono
regni; ma ci che muoiono pu conservarli pi lungamente si la virt Par. xvi. 76. Dei Re, e de' loro ministri. Come debbano con Amate il lume della dursi nel governo dei popoli.
citt,
i
Sapienzia,
si
Congiungasi
la filosofica
autorit
che
al
bene e perfettamente reggere. Oh miseri, presente reggete e oh miserissimi, che retti siete che
1 !
si
congiugne
colli vostri
reggimenti,
n per proprio studio, n per consiglio; sicch a lutti si pu dire quella parola dello Ecclesiaste: Guai a te, terra,
lo cui re fanciullo,
li
cui principi la
domane mangia-
no:
la
e a nulla terra
terra, lo cui
pu dire quello che seguila: Beata re nobile, e li cui principi usano il suo
si
108
POLITICA DI DANTE.
prese avete.
altri
dico a voi
:
principi e tiranni
consiglio: e
di
umana
vita per
vostri
Meglio
6. -
Conv. iv.
Lo
rege
si
letificher in Dio,
lui,
giurano in
parlano
perocch serrata
le inique cose.
mente proporre; perocch ciascuno vero Rege deve massimamente amare la verit. Onde scritto nel libro ;di Sapienzia: Ambite il lume di Sapienzia, voi, che siete dinanzi alli popoli: e il lume di Sapienzia essa verit: Convito, IV. 16. - Il re deve additare della vera e ben ordinala societ almen la parte principale, cio la giustizia
((
:
Convenne rege aver, che discernesse Della vera cittade almen la torre. Purg.
xvi. 93.
Salomone chiesto da Dio a dimandare ci che meglio gli tornasse, non chiese di tutta specie sapienza, ma il senno
di re
:
chiese senno,
Acciocch re sufficiente
pi veg-
le
forma
di lettere, descriventi
Dilif/ite
i
un
justitiam
cittadini pei
non
{De
si
re,
Mon.
terra
i.
14. -
Il
Re
re della
La
ti
far.
Che
se
gli si
possono rendere
e
di dolore, a
Trajaiio
L'altrui bene
te
che
(la,
'l
POLITICA DI
Puvfj. X.
85.
-
DAME.
di
109
La pi bella prerogativa
il
un Principe
l'imperatore
l'indulgenza e
perdono.
Il
chiederanno, essendo
egli
il
Cesare, e la
maest derivando
mezzo guiderdoner:
Ep. v.
mano
come
da un punto si biforca la potest di Pietro e di Cesare, volentieri corregge la sua famiglia, ma pi volentieri le
usa misericordia
:
Ep. v.
5. -
di
aver veduto
del principe
i
il
conviene all'imperiale
- Ufizio
pure
pur quello
di
proteggere
la
Religione e
suoi ministri.
il
quale
primogenito figliuolo
padre debbe,
trista e
muove
Se
all'ira
vni. 73.
grandi uffizj sieno ben locali; non s'innalzi di' mag (fior gradi che gente degna d'onore, e che poi porti fede al glorioso uffizio:
Delle tue ricchezze onora e fregia
Qual
ligliiiol te
pi pregia,
Non recando
a' tuoi
Pochi sono
gli
onorati
vetusti discenda-
no dal potere! La
succhio,
la
usa
pi terribile jattura
stessi re:
di
uno
mina
estrema degli
E se mio frate questo antivedesse, L'avara parerla di Catalogna Gi fuggirla, perch non gli offendesse;
110
poltica DI DANTE.
Che veramente provveder bisogna per altrui, s cha sua barca Per lui, Carica pi di carco n(^n si pogna. La sua natura che di larga parca
Discese, avria mestier di tal milizia
viii. 76.
mai
r/li
dei Cesari:
delle
per essa
di
lieti
onori tornano in
Pier
Vigne
e
sua grandezza
di
in basso messo,
e per
fufjffire
disdegno di
bella
xiii. 56.
L opera grande
:
Romeo
cipe di
gli
mal gradita: le parole bicce mossero il prinProvenza a dimandare ragione a questo giusto che
fu
sette e
avea assegnato
Par.
vi. 127.
le
E con coraggio
sicuro
fa
il
poeta a percuotere
prime altezze della societ del suo tempo, e la tirannide scostumata che malmenava l'umanit, e ci dispiega il votutte le iniquit e
in cui
i
sono scritte
re cattolici sono a
Dio e
mondo
lui la
Come l'uomo
pesa su
che disconobbero
supremo loro
uftzio,
come porci
vili.
in
49.
(1)
Brunetto
liatini
gpli
fu Iflaestro.
Che in la mente m' fitta, ed or m'accora, La cara e buona imagine paterna Di voi, quando nel mondo ad ora ad ora M'insegnavate come l'uom s'eterna: E quanto io l' abbo in grado, mentr' io vivo, Convien che nella mia lingua si scerna. Inf. xv.
82.
nejs^li
studii.
Mi
Dante confessa che prima della morte di Beatrice gli era ancor difficile l'intendere bene il latino. Le parole che
rivolsegli
Amore
gli
fu solo
si
il
primo
dilelto della
libro
Tullio.
Ma
avvegnacch, cosi ne ocrive, duro mi fosse prima entrare nella loro sentenza, finalmente v'entrai tant' entro, quanto
V arte di Grammatica,
potea fare: Conv.
ii.
eh' io avea, e
13.
qual
Prima
di
stesso
confessa,
era
ben tenue e fuggevole nella sua mente il lume delle grandi cognizioni, onde l'ingegno suo vedea di molte cose quasi
come sognando
andare
fi)
:
Conv.
ii.
13.
Da
indi
in
qua cominci ad
ove
la Filosofia si
Leonardo Aretino
ci fa
alcune pistole
pria
mano
scritte.
112
DEGLI STUDI DI
e
DAME.
sicch
sentire
ili
della sua
dolcezza,
che
il
ma
-
di tulle quelle
lei
avessero a
111.
1.
quanto
dalla parte del suo corpo (cio sapienzia), fiera, che non
mi
ridea,
e
in
le
disdegnosa,
eh' io
non
potea vedere
il
dimostrazioni ....
di lutto
questo
difetto
vede
verit certissimamente
'1
le
sue persua-
dimostra
:
la
e in queste
il
due
si
cere altissimo
Paradiso. Conv.
di
iii.
beatitudine,
15.
qual
massimo bene
se
medesimo,
poetare
senza aiuto d'alcun maestro, l'arte del dire parole per rima:
lui
l'
arte
del
Ei salutava
primo Sonetto
la
giudicassero
sua visione.
il
ci
apprende
modo
per
lui
nimenti.
La sua
F. iV. XIX.
zione
d'Amore.
alquanti d
dentro),
Dapprima nota (ripone nella mente) V ispiraE poi sovressa pensando, ecco che dopo Amore gli detta di nuovo in cuore (gli favella
Amore che
spira,
la
fa notare le spirazioni
e da ultimo le detta,
ecco tutta
Non diversa
l'arte
sommi
poeti
mondo
civile.
Ma
Trasse
le nuove rime, comiaciando: Donne, ch'avete intelletto d'amore. Ed io a lui: r mi son un che, quando
Amore
modo
49.
113
d' italiana
qui alle
due scuole
Bonaggiunta,
dolce
sHl nuovo,
inspirata
dal
Ma
per non
ci
tace
come
non
talora sgomentasselo
il
pen-
se ne ragiona:
letto e
Conv.iu.L-per
la
Onde
e con paura di cominciare. Il pensiero della comenta egregiamente il Giuliani, ardua e grande alla quale altri per cimentarsi, sgomenta l'animo, e nel desiderio che pur lo eccita a dire, una segreta forza lo ritiene dal cominciare. Imperocch, presa una volta la via,
ci
conviene procedere,
e tra
1'
per
pericoli e la coscienza
uomo
tava
primo
fra
nuovi
lirici;
e,
precelti, e forse
ne sorpassava
gli
esempi.
il
Casella ricorda
ma
da
messa
ragiona,
Cominci
Che
mi suona. Purg.
il
ii.
112.
E Carlo Martello, dal cielo di Venere, ricorda della prima Canzone del Convito:
Tu
nel
principio
mondo
gi dicesti:
il
viii. 37.
Un
tori
ombre
de' rima-
che
aveano preceduto:
Trasse veggio qui colui che fuore nuove rimo, cominciando: Donne, ch'avete intcUclto d'umore. Furg. xxiv.
di' s' io le
Ma
49.
VOL.
II.
114
Grandezza
e difficoltik del
tema assuntosi.
7.
Che non
Se
mo
Per aiutarmi,
al
Non si verria, cantando il santo riso, E quanto il santo aspetto facea mero. E cos, figurando il Paradiso,
Convien saltare
il
sacrato poema,
Come
cammin
reciso.
ponderoso tema, E r omero mortai che se ne carca. Noi biasmerebbe, se sott' esso trema.
5Ia chi
il
pensasse
N da nocchier
eh' a s
medesmo
parca. Par.
xxm.
o'^
Nel Purgatorio, l'ingegno del poeta picciola nave (i.l); e nel Paradiso a chi lo segue e' d sdegnoso coTisiglio
:
Tornate a riveder
vostri
liti,
Non vi mettete in pelago; che forse, Perdendo me, rimarreste smarriti. L'acqua ch'io prendo giammai non Minerva spira, e conducemi Apollo, E nove 3Iuse mi dimostran l'Orse.
corse:
Voi altri pochi, che drizzaste il collo Per tempo al pan degli Angeli, dei quale Vivesi qui, ma non sen vien satollo, Metter potete ben per r alto sale
Vostro navigio, servando mio solco
Dinanzi all'acqua che ritorna eguale. Par.
ii.
1.
Quantunque
di s
:
nel C.
sia,
XIV
del Purgatorio,
v. 20,
ei
dica
Dirvi chi
ed elevato ingegno:
Tu
se' solo colui, da cui io tolsi
i.
Lo bello stile che m' ha fatto onore. Inf. Perocch ciascun meco si conviene Nel nome che son la voce sola, Fannomi onore e di ci fanno bene. Inf.
86.
vi. 91.
DEGLI STUDI DI
E pi
d'
DAME.
1 1'>
Cos
n'andammo
Parlando cose^ che il tacere bello, S com'era il parlar col dov' era. Inf.
Se tu segui tua
stella,
iv.
100.
Non puoi
Se ben m' accorsi nella vita bella. E s'io non fossi s per tempo morto,
Veggendo
Dato
t'
il
cielo a
all'
te
cosi benigno.
avrei
Ed
ei
chiama soave
la
la
Ballata sua,
armo(F. Y.
quali vi sar
XII.
stile
)
;
Amore
tutte
le
volte che
far mestieri
e
il
soave
e ricorda
che poi tenne sempre nel ragionar d'Amore (Conu. iv.l.), l' amorosa lima che ha pulito i suoi delti, e bei
di Fede.
Professione
Alla
son bella.
mia novella: ponete mente almen com' io uomini, che vedere non potete la sentenza di questa Canzone, non la rifiutate per; ma ponete mente la sua bellezza,
ch'^ande,
mone....
in essa
Si
si
si
per costruzione...,
si
per lo
numero
Le quali cose
Conv.
II.
12, -
Ed un
altra sua
Ed
egli alla
un tempo ed imitativo, perch le sue descrizioni spirino col suono quel terribile che dentro all'anima sente [Inf. xxxii. 1); e perch il suo dire non suoni diverso del fatto
{Inf. xxxii. 12)
;
e,
quando
lo
chiegga
il
soggetto, pi lumiix.
noso sialo
stile e
70.
Le sue
invocazioni alle
Muse
rivelano
il
buono
116
Fammi
DEGLI STUDI DI
DAME.
Parnaso
Assai mi
fu,
ma
or con
ambedue
M' uopo entrar nell'arinfjo rimase Entra nel petto mio, e spira tue Si come quando Marsia traesti Della vagina delle memhre sue.
divina virt, se mi
ti
presti
Segnata nel mio capo io manifesti, Venir vedr' mi al tuo diletto legno,
foqlie
1.
Che la materia
tu
mi
13.
g'
ingegni
regni.
Fai gloriosi,
rendili longevi,
i
Ed
Le
Illustrami di
ch'io rilevi
Egli
nomo
d' intellelto
Far. xxii.
12)
mano
alla
cielo e terra,
che
gli
:
avesse ad aprire
11
ritorno
patria
Se mai continga che il poema sacro, Al quale ha posto mano e cielo e terra,
S che
m'ha
Vinca la crudelt, che fuor mi serra Del bello ovile, ov'io dormii agnello Nimico a' lupi, che gli danno guerra; Con altra voce omai, con altro vello
Ritorner poeta, ed in sul fonte
Del mio battesmo prender
il
I.
E
in
tale era
pure
il
generoso volo
di Virgilio:
Primus ego
patriam mecum, modo vita super sit, Aonio rediens deducam vertice Musas, ecc. Georg, iii. 10. Ed alla sua Musa chiedeva canti, di cui gli slessi suoi
la
grandezza,
i.
consumino. Par.
s'
12.
Via
piii l
che
punir di lor
117
xxvii 47.
nome tuo nel mondo tegna fronte, Inf. Se la fama tua dopo te luca. Inf. xvi. 66.
Se
'1
Per
S' elle
le
note
ti
giuro,
vote. Inf. xvi. 127.
non sien
di
lunga grazia
Ed
il
primato
Tener
lo
dell' italiana
poesia:
campo, ed ora ha Giotto il grido. fama di colui s'oscura. Cosi ha tolto l'uno all'altro Guido La gloria della lingua, e forse nato Chi l'uno e l'altro caccer di nido. Purg.xnH.
Si che la
(1)
Nell'interpretazione
di
del
poema
ci
guardare
al
dove altissimi concetti e morali e politici sono adombrati da poetiche finzioni. {Epistola Magnifico Domino Kant
grandi...
E
7.)
(1
contemporanei
di
il
musa
italiana.
Gino
Pistoia cantava in
Amor,
fu
dell' alto
monte, Drieto
l'
sommo
in
come
e
aringhiera parlare,
poeta e filosofo e retorico perfetto, tanto in dittare e versificare, nobilissimo dicitore, e in rima sommo: col pi-
pulito
e bello stile che mai fosse in nostra lingua insino al suo tempo pi innanzi. G. Villani, IX 135. - Questi fu quel Dante che a' nostri secoli fu conceduto di speziale grazia da Dio questi fu quel Dante, il quale primo doveva al ritorno delle muse sbandite d' Italia, aprire la via. Per costui la chiarezza del fiorentino idioma dimostrata; per costui ogni bellezza di vulgar parlare sotto debiti numeri regolata; per costui la
;
morta poesia meritamente si pu dire resuscitata. Boccaccio, Vita di Dante, p. 7. - Egli primo la poesia italica, non altrimenti tra noi italici esalt e rec in pregio, che la sua Omero tra' Greci o Virgilio tra' Latini. Davanti da costui, comecch per poco spazio d'anni innanzi si creda che trovata fusse, ninno fu che sentimento o ardire avesse (dal numero delle sillabe e dalla consonanza dalle parti estreme in fuori J Ji farla essere strumento di alcuna artificiosa materia; anzi solamente in leggerissime cose di amore con essa si esercitavano. Gostui mostr con effetto, con essa
ogni altra materia potersi trattare,
nostro, /d.p.27. e glorioso sopra altro fece
il
vulgar
la critica di
Veggasi specialmente
troisime, livre IX,
Lamennais, Esquisse d' une philosophie, Tome chap. ix Id, La Divine Comdie de Dante Allighieri,
il
;
V Introduction,
i.
xii.
Villemain., Cours
de
Lit-
trature au moyen-ge,
sofischer Beziehung.
(
118
voi,
Aguzza qui, lettor, ben gli occhi Che il velo ora ben tanto sottile.
Certo, che
'1
viu. 19.
italiana.
La lingua italia-
mamma
tempi non era che bambina; la lingua che chiamava babbo: iwf. xxvii.7; in qua et m'uierculae comu-
non aveva
di
5;
il
volgare era corruttibile non istabile; governato a legge del solo piacimento, dell'wso solo e non deWarte seguace: Conv.
1.
5.
di
aver scritto
il
suo Tesoro
pii
in lingua francesca,
dileltevole e pi
1. 1.
comune che
Tesoro,
-Ma
la propria loquela, per lui nobilmente arricchita, traspare sovente da' suoi versi: -Za sua loquela ti fa manifesto Hi quella nobil patria natio:
il
vivissimo
amore per
Jnf. X. 25. -
sua
favella
Inf.
Questa
moderna
Faranno
paese
favella
Purg. xxvi.
chiari ancora
dove
il
amore
perfettissimo
amore di
lui
sempre
delli
lo
prese: Conv.i.
fu via^ per
andare innanzi, e
Conv.
i.
cosi... gli fu
grandissimo
benefattore:
Va. -
Dal principio
della
mia vita
119
cre:
appare,
sciuta,
manifesto ch'essa in
me massimamente
Conv.
1.
Ed
lo
ci
qinal sua favella lasciare per alcun' altra, dove necessit non
costringesse: Conv.
i.
sia
bene
11.
se naturale
quello;
queste
e ho
tre
cose,
aggiunge, mi fecero
a propugnarlo, a per-
prendere
lo
dentalmente
amo
amato
{Id.) - e
che commendano
(Coni'.
1.
lo
Volgare
altrui, e lo proprio
dispregiano
11);
sicch lieramente
dipartendosi
LIO); e
abbominevoli
d'Italia che
hanno a
egli
1.13.
suona nella bocca meretrice di questi adulteri: Conv. -E intendimento suo, e quello dell'amico suo Guido
fu
di scrivere
la
Cavalcanti,
volgare {V.
N.
amore
gere
che altissimi
novissimi concetti
convenevolmente^
esprimono {Conv.
1.
10),
si
quali
10.
-E
lui
divinava:
satolleranno migllaja,
piene. Questo sar luce nuova, sole nuovo; il quale surger ove r usalo (il latino) tramonter, e dar luce a coloro che
120
sono
finisce
DEGLI STUDI
in
DI
DANTE.
proprio volgare:
quello,
...
ciascuna
di tutte
-
dita
appare,
quello eh'
i.
le citt
italiane, e
sia di
ninna
16:
E nell'opera
:
amico Gino da Pistoia Quelli che pi dolcemente e pi sottilmente han scritto poemi, sono stati suoi domestici, e famigliari, cio Gino da
istessa cos favella di s e del suo
Pistoia
V amico
suo'.y)
i.
IO
Il
Volgare,
i
il
quale
vede,
suoi di onore
si
essendo egli
plesse
vocaboli Italiani,
di tante
di
pertanti
costruzioni,
contadineschi
accenti,
egregio,
cos
districalo,
cos
e V Amico
17. - Gosi
nobile proposito
fisso, e
tenne fermo,
il
termine
a confu-
pienamente
ci
la lingua nostra.
dalla particella
umano
Jnf. xxxni. 80
V.
N. 25; Conv.
i.
2.
AMMAESTBAJiEMl
DI
lEITiRATURA
Mostrerolli
Oltre,
quanto '1 potr mentar mia scuola. Purg. XXI. quella scuola Perch conoscili
, . .
L'arte.
tura.
maestro
fa
'l
discente,
La Natura non
ci
d norme non
pi,
ci
del bello
i
del
eh'
fornisce
rappresentarli,
anche segni e lo stromento per merc del gran dono della favella, e della
podest
in
v' abbella.
A
ma
ci
discipline,
la
e l'uso
trova
e
il
mente
combina; l'arte conduce ad effetto convenientepensiero della mente: Par. x. 43. - Perch Virgilio
il
potesse dichiarare
pratica),
ma
si
anco
la
ragione
(la teoria).
Par.xxvi. 123.
La regola dell'arte vuole si osservi una giusta proporzione delle parti di un tutto fra loro, e questa regola moderatrice che debbe governare la' fantasia chiamata dal poeta lo fren dell' arte. Nelle menti vigorosissime una
grande
inquietudine agita aflollatamente
gli
i
pensieri* e
li
rimodella in pi guise, e
aduna continuatamente
in varie
Purg.xxxiu.H.
122
AMMAESTRAMENTI
i
DI
LETTERATURA.
:
Ogni arte ha
Ma
suoi confini
il
or convien che
Pi dietro a sua bellezza poetando Come alVultimo suo ciascun artista. Par, xxx.3.
11
Nuova
vago
componimenti,
l'una stanza
come
rarne
sensi
ci
nascosti;
lo
Tommaseo,
alle
misure del raziocinio adattare, e desiderare che altri vegga com'' li avesse adattati. N certamente l'Italia ha poeta che tanto volo lasciasse alla fantasia, n poeta che
con pi
forti
legami sapesse
lo
la
fantasia moderare:
eli' io
non soglio Perch non corra, che virt noi guidi; S che se stella buona, o miglior cosa
'ngegno allreno
E pi
M'ha dato
il
/n/".
xxvi. 21.
Del che
si
sorti
un
felice
alla virt,
altrimenti lo
perde.
di poesia italiana: l'antica
di
Bonaggiunta
la
e degli
freddi
concettisti,
nuova,
quella dei
dolce
di
consonanze e
il
amava
linguaggio
conobbe
il
e gli riusc
appieno
la
prova:
quando
Amore
*
modo
52.
AMMAESTRAMEMl
DI
LETTERATURA.
123
In questi versi, prima dei Baumgarten e del Wiiikelman, Dante definisce bene l'estetica: in essi si comprende
il
segreto
della poesia
e dell'eloquenza
al poeta,
e
il
di
tutte l'arti
del vivere.
Prima condizione
cuore,
1'
senza
il
quale
si
ma non
;
poesia:
mi son un che
mente): Se-
colla
modo che
a
Veggio ora
la
me
(Bonaggiunta),
si
la
scuola
Forse diretro a
me
34.
Ma
si
grado
alla gente,
scrivendo d'Amore,
xxiv. 48), questo
(Pttrr/.
un cieco che non vede, non sente la differenza -che corre tra uno stile copiatore fedele della natura e del sentimento, ed uno caricato e falso
scrittore
:
E qual pi
Purg. xxiv.
61.
Dello
al
stile.
iiiffiicoitsk dell'espressione.
La ma-
concetto, non potendo imprimere la forma che vorrebbe Vero che, come forma non s'accorda
Molte
fiate alla
intenzion dell'arte,
Perch' a risponder
la materia sorda. Par. 1. 127. Similemente operando all'artista, C'ha l'abito dell'arte e man che trema. Par. xiii. 77.
Molte volte
11
al
fatto
il
dir vien
meno.
mio veder
il
fu
maggio
a tanto oltraggio. Par. xxxiii. 33.
Che
E cede
memoria
Dicer del sangue e delle piaghe appieno, Ch'i' ora vidi, per narrar pi volte?
Per
Ogni lingua per certo verra meno lo nostro sermone e per la mente,
12
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
1.
comprender poco seno. Inf. xxviii. Ma voglia ed argomento ne' mortali... Diversamente son pennuti in ali. Par. xv. 79. Per se le mie rime avran difetto,
a tanto
C hanno
Di ci
Cam.
xv.
1.
Non pure
ma
non sono, perocch la lingua mia non di tanta facondia, che dir potesse ci che nel pensiero mio se ne ragiona... Se difetto sia nelle mie parole... di ci da biasimare la debilit
dello 'ntelletto
e la
cortezza
del nostro
parlare
lo
quale
Nostro
quello
intelletto,
cio la fantasia),
la
non puote
perocch
fantasia
noi
li
lo di che...
Pi ampli sono
che ad accennare
il
pensiero
nostro,
ma
sola-
perfetto intelletto
si
termina,
Conv.
in. 4. -
Onde
l'
il
poeta invocava
sua Musa
Le
85.
E rendeva
meravglia,
avvertito
s'ei
pi luminoso
s
stile
il
dir non fosse diverso. Inf. xxxii. 12. tu vedi ben com'io innalzo
ix.70.
La mia materia, e per con pi arte Non ti maravigliar, s' io la rincalzo. Purq,
Or convien ch'Elicona per me
versi,
E Urania m'aiuti
col
suo coro,
V affetto
D'
Il
il
senno...
s
un
seno d'un
Il
medesimo peso e
valore.
all'
AMMAESTRAME^T1
Come
Sovra
si
'1
DI
LETTERATURA.
125
(E nel mio parlare vor/lio esser aspro: Caw2. ix. 1; con rima aspra e sottile : Canz. xvi. l. - E dice aspra, quanto al suono
del dettato,
Conv.
IV.
2.)
r premerei di mio concetto il suco Pi pienamente; ma perch'io non l'abbo, Non senza tema a dicer mi conduco. Che non impresa da pigliare a gabbo,
Descriver fondo a tutto l'universo,
N da lingua che chiami mamma e babbo. Ma quelle Donne aiutino il mio verso,
Ch' aiutaro Anflone a chiuder Tebe,
S che dal fatto il dir
Il
non
1.
poeta
la
dimandava un linguaggio
terribile
forte
ed imitativo,
l'armonia
in
perch
suono quel
lui
che dentro
egli sentiva:
E
tura.
visibile
parlare [Purg.
x. 95)
le
chiama
gli
il
modo da
lui
parole
effetti della
scol-
ci
si
componga
ad impressionarci
gagliardamente
ma
ai
e profondit
xiii. 78.
SI,
;
non
si
vede. Viene
alcuno dall'una parte della campagna, e vuole andare a una magione eh' dall'altra parte, e per sua Industria, cio per
accorgimento e per bont d'ingegno, solo da s guidato, per lo diritto cammino si va l dove intende, lasciando le
vestigie de' suoi passi dietro da s. Viene
un
altro appresso
126
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
e
magione andare,
non
gli
me-
stiere se
il
non seguire
altri
le vestigie lasciale, e
cammino, che
pruni e per
le ruine,
ed
alla
parte dove dee non va... Chi ha alcuna scorta, e bene non
camina,
lo
suo errore e
- Il
il
Perticari,
egregiamente annotava:
pw
dirsi
di
chi
abbandona
De
Vulg. El.
ii.
4.
E Dante c'insegna
deve trarsi il bello stile che fa le opere immortali. Da essi apprese egli a scegliere nel discorso quell'espressione eh'
la migliore,
ne-
128.
maggior Musa, fu
'1
continuo da
canta
mia Tragedia
in alcun loco,
Ben
quanta. Inf.xx.U.
Vagliami
il
lungo studio
e il
grande amore.
Tu
Tu
e
fa
se'
se' lo
solo colui,
Lo bello
clic
mio maestro e il mio autore: da cui io tolsi stile che m' ha fatto onore. Inf. i.
82.
le
faville,
mille;
di
dramma. Purg.
xxi. 94.
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
grotte, Purg. xxii. 64.
27
allegati tutti
insieme
V. iY. .
25
Inf iv. 79
),
Da
sembra riconoscere T eccellente magistero che gli acquist tanta gloria. -N le lodi dei contemporanei si tace; ed ei chiama Guido Guinicelli il Massimo {De Yulg. El.\. 13), e \\ padre suo e degli altri migliori che usassero mai rime d'amore, dolci e leggiadre: Purg. xxvi. 57.
N duopo
le
ci
il
basta leggere
ma
ci
fermarsi entro
:
quelli,
bene addentro
opere lette
Or
ti
riman,
lettor,
sopra
'1
tuo banco,
Messo
t'
ho innanzi
ornai per te
il
ti
Egli
ci
inoltre
necessario
ritornare
sovente
coli'
amo-
l'intelletto
Dante diceva:
l\[eccssit,
io
pensava, andando,
Prode acquistar
1'
nelle
abito
Quella cosa
che pi adorna e
comenda le umane operazioni, e che pi dirittamente a buon fine le mena si quelle disposizioni che sono ordinate allo inteso line: Conv.i.o. -Ver l'abito della scienza potemmo
la verit
speculare: Conv.
ii.
14. - Nulla
cosa
utile,
se
non
in (juanto usata,
1.
tamente: Conv.
9.
uno
studio
il
quale
mena l'uomo
il
un
altro studio,
quale
ni. 12.
Vagliami
lunf/o studio e
il
(rande amore,
i.
Che m'han
volume. Inf.
le
83.
Lungo
ecco
s'avviva nell'amore, e questo in quello, cosi l'uomo giunge air abito dell'arte e della scienza. Ma pochi sono quelli
AMMAESTRAMENTI DI LETTERATURA. 128 che all'abito da lutti desiderato possono pervenire {Conv. conciosiacosach se non per ispazio di tempo ed as1. 1.
) ;
siduit di studio
si
possono prendere
-
le
regole e
le
dottrine
De
Vulg.
El
1.
1.
E Dante
stesso,
mirabile
ingegno ed
unico,
assidua a studio
per non
si
fallire a glorioso
porlo
140) e per pi
annimacro [Par.xwi.
fami, freddi
sotto
V ombra di Par-
naso;
sofj'erse
e vigilie: Pwrr/.
xxix.37.
gli
Oh quante
che
occhi dell'altre
si
Amore
Conv.m.X. -E nell'Epistola
le
restria intuebar.
(IJ
senno e
la
scienza
non vengono da
Dal princi-
il
ci lasci scritto:
non secondo i costumi de' nobili odierni si diede alle fanciuUescIie lascivie e agli ozii, nel grembo della madre impigrendo, ma nella propria patria
sua puerizia con istudio continovo diede alle liberali arti, e io quelle mirabilmente divenne esperto. E crescendo insieme cogli anni l'animo e
la
lo
ingegno, non
si
a'
oggi cia-
scuno,
dispose,
le
ma
sprezzando
transitorie
piena notizia delle finzioni poetiche e dello artiflzioso dimostramento di quelle. Nel quale esercizio famigliarissimo divenne di Virgilio, di Orazio,
d Ovidio, di Stazio e di ciascuno altro poeta famoso...
Partendo
tempi
argo-
debitamente,
le istorie
da s, e
ment, non senza lungo affanno e studio d' intendere. E preso dalla dolcezza del conoscere il vero delle cose racchiuse dal cielo, n niun' altra pi cara di questa trovandone in questa vita, lasciando del tutto ogni
tutto a questa sola si diede. Ed acciocch non vista da lu rimanesse, nelle profondit altissime della teologia con acuto ingegno si mise, n fu dalla intenzione lo effetto lontano, perciocch non curando n caldi, n freddi, n vigilie, n digiuni, n alcuno altro corporale disagio, con assiduo studio pervenne a conoscere della divina essenza e delle altre separate intelligenze, quello che per umano ingegno qui se ne pu ancor prendere. E cosi come
altra temporale sollecitudine,
niuna parte
di filosofia
cosi in
9.
fu assiduissimo,
il
si
ri-
disponea,
luuovere.
in tanto che
Id. p. 39.
potea
(Veggasi
quanto
gli
AMMAESTRAMEISTI
s,
DI
LETTERATURA.
indefesso:
129
ma
si
Tra colanlo
senno D quanto per tua cura fosti pieno, diceva Virgilio a Stazio: Purg. xxi. 23. Il sapere non dolce ne' suoi principii: la letizia ne sar poi la ricompensa; ma non viene
Pur. x. 31. Onde non camino in sulle prime ci sembri aspro, ronchioso malagevole che la montagna della scienza tale Che sempre al cominciar d sotto grave, E
che
ci
in
dobbiamo sgomentare se
men fa male
di studio e
Purg.
iv.
90. -
Se
liti
di dubitazioni che
cominciar
il
dcW eria
steremo
losofia
dilettoso
monte:
continuando
le
la
luce della
fi-
ad
irradiarci,
cadranno tutte
dubitazioni,
qiasi
e
pieno di certezza
lo
Coni),
ii.
16. -
L'amore ove
ebbe
con
gli
occhi
la
della
carne desterebbe
r//or/a.
i.
mirabili amori.
E Dante per
e
dolcezza della
n
piet
17.
di figlio,
debito amore,
Lo qual dovea Penelope far lieta, Vincer potevo dentro a me l' ardore Ch' i' ebbi a divenir del mondo esperto,
E
Egli fa
degli vizii
umani
dunque
mestieri, secondo
lui, e
Lascia
varca.
Che qui buon con la vela e co' remi Quantunque pu ciascun, pinger sua barca. Purg.
xii. 5.
Che seggendo
Inf. XXIV. 47.
in
sotto coltre:
Ed
nostro
sommo
molti tanto
presuntuosi,
che
si
credono tutto
:
e per questo le
d'uno speziale). - Non poterono gli amorosi desiri, n Le dolenti lagrime, n la sollecitudine casalinga, ne la lusinghevole gloria de' pubblici offici, n il miserabile esilio, n la intollerabile povert giammai colle loro forze rimuovere il nostro Dante dal principale intendimento, cio da' sacri studi; perocch... egli nel mezzo di qualunque pi fiera delle passioni sopraddette,
si
Id. p. 20.
VOL.
130
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
nel
massimamente abbomina
primo degli
:
Tommaso
Sono
ingegno presuntuosi, che credono col suo intelletto potere misurare tutte le cose, stimando lutto vero quello che a loro pare, e falso quello che a loro non pare. E quinci nasce, che mai a dottrina non vengono,
molli, tanto
di loro
credendo da s sufficientemente essere dottrinali, mai non domandano, mal ascoltano, disiano essere domandati, e, anzi la domandazlone compiuta, male rispondono: Conv. iv. 15.
Yergogninsi
dacia
gli idioti
di
che vadano
alle canzoni,
quali
non altrimenti
il
solemo
riderci, di quello
i
che
si
farebbe di un cieco
quale
distinguesse
De Vul El. ii. 13. Modo di procedere nel rintracciare la verit e Poni ben mente al nell'acquisto delle cog^nizioui.
colori:
modo
sideri
la
verit
che tu de-
conoscere,
ti
giovi,
me
com'
io
vado
124.
Ogni
verit, che
non
un
principio,
si
manifesta per
la
necessario
in
ricorra,
:
le
proposizioni
assumono De Mon. i. 2. - Come nelle superiori questioni abbiamo fatto, similmente nella soluzione di questa si vuole
pigliare
si
formino
si
ricerca.
non giova
il
affaticarsi
vero
i
conciossiach solo
principio la
mezzi:
s
De Mon.wi,^.
La natura vuole
che ordinatamente
procedendo da quello che conoscemo meglio, in quello che conoscemo non cos bene dico che la natura vuole, in quanto
;
questa via
di
principio
le
Locke
in
nostre
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
131
)
Locke mal pu
(
Mal Iragge
a questa
ire
ly.'^^. -
Per l'abito
ii.
potemo
la verit
speculare: Con?;,
s
14.
Ci
fa
lieve
fantasia^
che
hanno conchiuso. E
bito trasvolando
nell'altra,
si
sottilissimamente
principio, e nulla
argomentare, e non
IV. 13. - Il
muovono da niuno
falsi
principii,
dimostrando, non
conchiude verit
Conv.
iv. 9.
Ad
acquistar
cognizioni
ma
ragionamenti e
le
danno
Inf. x. 19.
veri sapienti
riguardano sempre con gratitudine chiunque pu avvantaggiare la non mai compiuta ricchezza.
Il
dubbio buono e fecondo, quello che viene da Istinto di a^ensione dell'anima umana,
a' piedi del
il
di
il
vero,
ed germe
si
di quello
esita,
s,
Se l'uomo dubita,
l'umanit procede;
la famiglia
alcuni uomini
dividono tra
umana
si
aduna
il
in se stessa
si
pi e pi intima-
mente: Par.
IV. 129. - Il
poeta
ad accertare da s stesso
DI
vero,
rivolgere la
qui
chieda,
ricorre
ai
nell'altra
Conviemmi udirlo da
voi...
che io per
me indarno
L'esperienza
arti
fermare
costante,
le
singolari cognizioni di ci
all'arte,
x. 63.
porgono fondamento
stabiliscono
la
comune: Par.
Esperienza, se giainmai
Ja pruovi,
fi.
95.
132
AMMAESTRAMEMl
Si perdoni al poeta,
DI LETTEIIATURA.
egregamenle annoia
poema
il
in
alcuna parte.
pi certo, e lo condensa
del cercare
il
sentenze talvolta
la via,
potenti,
vero segna
anche
l
meno che
)
teologico, siccome
dove pone
dubbio
modesto ed onesto
due dettami che a
come
altro
Definizione della Poesia. La Pocsia non che una finzione rettorica, e posta in musica: De Yul.ELu. 4. -Li poeti coli' arte musaica le loro parole hanno Le parole sciolte sono pi capaci a legate: Conv. iv. 6.
Poesia. -
ben descriver
le cose. Inf.
xxviu.
1.
poeti conceduta
:
maggior licenza
di parlare
che
alli
prosaici dicitori
Materie da
Cri di
che
si
La salute, i piaVenere e la virt sono quelle tre grandissime materie, denno grandissimamente fc-atlare, com' la gagliarl'ardenza dell'amore,
(
dezza dell'armi,
la regola
della
veremo
gli
uomini
illustri
le
la
aver volgarmente cantalo; cio armi; Arnaldo Daniello lo amore: rettitudine; Cino da Pistoia lo amore;
:
Amico suo la rettitudine De Vulg. El. ii. 2. Noi usiamo lo stile tragico, (il sommo stile sublime. degli stili) quando colla gravit delle sentenzie, la superbia
delle costruzioni,
e la eccellenzia
concorda insieme... Che a trattare lo stile tragico qui la di/ficult, qui la fatica; perci che mai senza acume d' ingegno, n senza assiduit d' arte, ne senza abito di scienza non si potr fare. De Vulg. El. ii. 4.
Scienza e dottrina necessaria al poeta. Per esser vero poeta conviene onorare (saper profondamente) ogni scienza, ed ogni arte. Chi solo fa versi cinguettiere cantante,
colui che
Non
Quel
si
dee dicere
AMMAESTRAMEMl
DI
LETTERATURA.
dile'.to
133
colla sapienza in
si si
dilettano dilettano
e che
e V altre scienze fuggono abbandonano, che sono tutte membra di sapienza: Conv. m.l. Scelta del subietto. Ciascuno debbe pigliare il peso della materia eguale alle proprie spalle, acci che la virt di esse dal troppo peso gravala, non lo sforzi a ca-
De Yulg.
11.
El.
ii.
4.
Le cose buone
ai
ai
degni,
pi degni, e le ottime
1. s
vengono:
Z^e yi!//f/.j7.
Donna
degnissimi
non poter
si
se-
le
parole
alte cose:
altamente,
vile.
Canz.
ii.
1.
dunque
la
sciocchezza di coloro,
quali senza
gegno,
per
si
cose somme.
Adunque
quila,
la loro
non vogliano l'aDe Yulg. El. ii. 4. maggior potenzia che quella
in
che pu
colui che
modo che
faccia
De
11.
Yulg. El.
17.
si
pertiene
alli
Rettorie!.
Conv.
quello
che pi
lo fa:
Conv.
i.
5.
In ciascuna scienza la
mostra:
12. -
Coni).
11.
sermone
lo
bene
della
che
che
si
com-
ai nostri
il
cavallo al soldato;
ottimi
soldati.
e con-
venendosi
ottimi
cavalli
agli
T ottima
134
AMMAESTRAMENTI
si
DI
LETTERATURA.
Vulfj. El.
ii.
conviene: De
1. -
non possono essere se non dov' scienza ed ingegno: De Yiilg. El. ii. - La bont e la bellezza di ciascun sermone sono in tra loro partite e diverse che la
;
la
bellezza
nell'ornamento delle
avvegnacch
ii.
la
bou-
12.
(Il Perticarl
annotava
Dunque anche
Dante facea
Esordio.
Il
proemio
il il
me
preludio nel suono. Questo denominato esordio, si fa dai poeti in un modo e dai retori in un altro. Perocch questi, a conil
proemio per
ciliarsi
la
proposta
soggiungono pur anco una qualche invocazione... Ad esordir bene richieggonsi tre cose, secondo Tullio nella nuova Rettorica, e sono; che altri renda benevolo e attento e docile l' uditore In utimateria
ma
poeti, oltre a ci
litate
dicendorum
:
benevolentia paritur:
dociltas.
in
admirablitate
della
attento
in possibilitate
Lett. a
Cangrande
massimamente
dell'
dee intendere
suasioni,
sia,
alla persuasione,
cio all'abbellire
au-
come
li
promettere
di
dire
nuove
7.
Parlare di s
per
li
Rettorici alcuno di s
i.
medesimo non par lcito. Non si concede medesimo senza necessaria ca2.
Confutazione. Acci che alla nostra investigazione possiamo avere un picciolo calle, gittiamo fuori della selva 11. - Giova gli arbori attraversati e le spine: De Ynlg. El.
1.
prima riprovare
il
sommerso
avverso. Par.
ii.
Nel falso
L'
Il
il
argomentar cU'
61.
intelletti,
quaK
che
piegando
opinioni correnti,
non
di
rado avviene
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
si
133
difficili
ne restino occupati,
tanto
fa
s'
si
che poscia
rendano
in
ad ac-
xiii.
Ii8. - In-
quanto
la verit si
meglio apparire,
modo
quelli
tenne
il
che prima
sempre combatt
e poi,
E con
tutta licenza,
ve-
mia
vittoria,
tenga
lo
campo
delle menti di
9.
-Gassi
falsificato
il
lor pa-
rere
d
Par.
11.
83
),
loro
false ragioni
nulla ruggine
che
Couv.iv. 15.
si
itrsomentazionc.
I)ene
Quella Orazione
del Rettorico,
pu
dire che
venga
dalla fabbrica
la
quale a cia-
scuna parte pone mano al principale intento: Conv. ni. 1.Fastidium est in rebus manifestissimis probationes adducere:
De Mon. ni. 13. - Gli argomenti debbono essere stringenti: (Deve armarsi d'ogni ragione: Par. xxiv. 49. - Con aperta
ragione: Jnf. xi. 33. - Aperte prove: Par.
xiii.
124. -
Argo-
menti gravi: Inf. xxvii. 106. - sillogismo, che ,la mi ha conchiusa Acutamente s, che in verso d' ella Ogni dimostrazion mi pare ottusa: Par. xxiv. 94. I
tuoi argomenti
Mi son
certi, e
prendon
rettorico,
mia
fede,
Che
gli altri
mi sarian
E
pare
Conv.
Il
bel
la
11.
modo
quando
di fuori
(apparentemente)
Rettorico
Conv.
ii.
8.
Siccome
molte
volte
avviene
che
l'
ammonire pare
presuntuoso per certe condizioni, cos suole lo Rettorico indirettamente parlare altrui, dirizzando le sue parole, non
a quello per cui dice,
ma
parole
fa
136
lei
AMMAESTRAMENTI
immediatamente, che non
DI
LETTERATURA.
degno: Vita
i\tiova, .12.
mollo laudabile in Retlorica la Dissimulazione, e anche necessaria, cio quando le parole sono a una persona, e
la
sempre
vare
la
difesa
dall'altro,
simigliante all'opera di quello il castello da un lato per leche non vanno a una parte la
la
nome
significa: Conv.
li.
Mi volgo
alla
Canzone,
e,
lei
come
Ed
una figura
si
parla,
che
chiama
li
Prosopopea
poeti
Conv.
111. 9.
si
colui che dice, pi caldo parlar dietro riserva, Purg. xxx. "1.
dee
dice,
Ciascuno buono fabbricatore nella fine del suo lavoro quello nobilitare e abbellire dee, in quanto puote, acciocch
pi celebre e pi prezioso da lui
si
Grammatica
138.),
La Grammatica,
xii.
comune consenso
di
molte genti
quale per
la
(il
lo singolare arbitrio si
muove) non
le autorit,
ci
imperfettamente date
e d coloro dai quali
divsi:
ed
de'
fatti
degli antichi,
ci
la
9.
(
diversit
luoghi
fa
essere
De Vulg.
si
El.
i.
Conv.
ii.
14.)
Traduzioni.
nizzata
Nulla
cosa
armosenza
la
pu
armonia.
E questa
AMMAESTRAMENTI
ragione per che
DI LETTERATURA.
di
137
in
come
l'altre
greco
latino,
loro: e questa
la
ragione
per che
che essi furono trasmutati di di musica e d' armonia ebreo in greco, e di greco in latino, e nella prima trasmutazione
tutta quella dolcezza
10. pag. 99.)
i.
7.
(Y.
CowiM.
Commenti.
La sposizione
la
vera sentenza
si
di
quelle
delle sue
la
conto,
ma
sottile
ammaestra:
le altrui scritture
Questo Signore, cio queste Canzoni, alle quali questo Comento per servo ordinato, comandano, e vogliono essere esposte a tutti coloro alli quali pu venire si lo loro
intelletto,
(Vogliono
quali
mate-
Co?iy.
I.
7. -
Non
in
non per
lo
suo uso,
danari e dignit...
quanto per quelle guadagnano La malvagia disusanza del mondo hajaa coloro
ma
sciato la letteratura
che
per
l'
hanno
fatta
di
donna
filosofo
meretrice
Conv.
i.
9. -
Non
si
colui eh'
amico
d sapienzia
Conv.
iii.
11.
si
Ciiudizio dell'opere.
Nel giudicio
i
dell'opere
precetti
ma
non
merito
letti,
se
letti,
certo
lodarli
o vituperarli
cos,
sempre
ed
cos. B. Bianchi.
138
AMMAESTRAMENTI
DI
LETTERATURA.
li
voce pi eh'
al
ver drizzan
volti,
pu essere che
ci
loro concetti
sieno
che
la
:
derisa
53.
Rispetto reciproco tra i cultori d' un'arte medesima, tra gli uomini di lettere. -Fra quelli che professano una medesim'arte non deve regnare invidia. Chi un valente uomo infama degno d'essere fuggito dalla
gente, e merita di essere da tutti scacciato: Conv.
iv. 29.
L'invidioso non
lo
ama
l'arte
ma
manca
ama vera-
mente un'arte, gode ch'essa avanzi e venga illustrata, e perci ricorda ed ascolta i nomi onorati, ne ritrae con affezione l'opere degne {Inf. xvj. 60), le raccomanda allo studio ed all' ossequio altrui, non ne nutre che una nobile emulazione, derivante dall'amore dell'arte medesima:
Nel
si
conviene
iv. 91.
sola,
Fannomi
godono
di vedersi d conoscersi e di
Grazioso
fia lor
vedervi assai:
di bel
:
Piircj. viu.
45. -
Onde
Virgilio a
,
soggiorno
Menerotti ad esse
47. -
E non
Purg.
vii.
l'affettuoso discepolo
a cuore
la
conol 've
Ch'aver si pu diletto dimorando: Piirg.wi. 62. Dante, vedendo in luogo aperto luminoso ed alto la schiera degli spiriti illustri, avea il sentimento del sublime, ed espri-
mealo
in
me
stesso
m' esalto.
Magnifico concetto!
AMMAESTRAMENTI
Per egli non tace
d'alcuni uomini,
dell' eccellenza,
il
DI
LETTERATURA.
139
sommi
in vero,
ma
lo che serve al poeta di fare meritato tributo di lode una bellissima tirata sopra le umane vanit: Purg.xi.^o.L'uomo non deve insuperbirsi e schifare altrui, per ingegno perocch non v' mai merito s grande che eh' egli abbia
;
non possa darsene uno maggiore Purg. xi. 94. - Quanto cara e bella insieme non la pittura del grande uomo di
:
intelletto
che
ci
lasci
il
1.
Scena
II.
Era su l' uscio, Quasi per guardia delle cose belle, Uom d'aspetto magnanimo e robusto,...
Che con fronte benigna insieme e grave. Con regal cortesia invit dentro
Ei grande e 'n pregio
me
negletto e basso.
Oh che
FILOSOFIA DI DANTE
"
il
pi grande
come
ci fosse poco,
ecco
il
fondare
immensa
sintesi,
che richiamando
1'
a' piincipii
la filosofia,
la storia,
estetica e
ad impugnarv
DALL' OKGABO
Sposa dell' imperatore del non solamente sposa ma suora e figlia dilettissima: Conv. li. 12. - La bellissima onestissima figlia dell'imperatore dell'universo: Conv.u.^. - Donna dell'intelletto: Cont). 111. 19. - Questa donna fu figlia d'Iddio, regina di tutto, nobilissima e bellissima Filosofia: Coni', u. 13. - Veramente donna piena di dolcezza, ornala d'onestade, mirabile di
cielo... e
savere, gloriosa
di
libertade...
donna
sono
le
sue dimostrazioni,
le quali dritte
telletto,
Oh
140
FILOSOFIA DI DANTE.
quando essa
alli
ramente
guarda,
Cony.
fine
II.
e
16.
delli
vizi:
la verit...
della Filosofia
eccellentissima
dilezione
che
feli-
difetto, cio
vera
intende,
gentil cosa,
Filosofia...
quant'elli vede
in
quando mira
dov'. questa
quanto perfettissimamente Filosofia uno amoroso uso di sapienza p. 241). -Quella luce virtuosissima Filosofia,
1
in s la
(
vede...
ni. 12.
Y. Conv.
fiori
t:
Conv.
La scienza non
si
deve
nascondere
ma
comunicare.
di sapere.
Tutti
gli
uomini natul'
ralmente desiderano
La scienza
ultima per-
non
sempre uno,
successione
ma
molti
e finito
1'
sicch, propriamente
parlando,
non
crescere
suo dilatare,
ma
di piccola cosa in
grande
cosa...
cagione
IV.
d' imperfezione,
ma
di
13.
li
Nel
desiderare
della
successivamente
Scienza per-
finiscono
fetta
desideri!,
e viensi a perfezione... e
nobile perfezione,
13. l'
infelice...
Per
secondo
la
sentenza
seggono pane degli Angeli si mangia, e mieri quelli che colle pecore hanno, comune cibo! Conv.\.l.{Pochi drizzan il collo Per tempo al pan cleijli Angeli, del quale
del Filosofo: Conv. ni. 15. beati que' pochi che
Oh
a quella
mensa ove
il
Vivesi qui
cui
ma non sen vlen satollo: Par. ii. 10.) - Quelli, alla anima questo raggio divino non risplende, sono siccome
FILOSOFIA DI
valli volte
la luce
DAME.
141
ad aquilone, ovvero spelonche sotterranee, dove non discende se non ripercossa da da quella illuminata: Conv.
ineffabile sapienza
la
iv. 20. -
altra parte
fa
Ond'
egli
si
ad esclamare:
quanto povera
levando
gli
voi,
occhi suso
a queste cose,
!
nel
Conv. in.
Oh peggio che
gli
Aprite
ella
occhi vo-
che voi
il
foste,
fu amatrice di
e poich
voi,
fatti
acconciando e ordinando
foste, per voi dirizzare,
vostro processo;
in
li
comandamenti
loro,
siccome
quelli
che v'annunziano
la
peradrice...
dice,
Non chiudete
la
gli
dicendo che
della beatitudine
andando
mirando
le loro operazioni, di
ch'esser debbono a
cxmmino
i.
Ma
la scienza
non
{V.De Non.
1.): Gli
uomini
ovvero perch eccellentemente ammaestrati, eccellentemente ammaestrare: De ViiUj. FA. 1. 17. - Coloro che sanno debbono
liberalmente porgere della
loro
buona ricchezza
si
\.
alli
veri
refrigera
1.
FILOSOFIA DI D.NTE
IL
VERO
La
virt della verit
rV'. 3.
il
vince. Conv.
Ho meco
domatizzando
rit
il
quale
d'
aauici
da
preferirsi.
Ep.IX. 5.
Filosofi antichi
da Parmenide
di capo,
fino
anime attraverso a tutti i gradi della creazione, sino a che le vede risalire alle stelle donde emanarono: Par. IV. 2l.- Zenone vide e credette il fine della vita umana essere solamente la rjida onest, donde la setta
le
Platone
degli Stoici
Epicuro
Platone
la
Socrate con
posero
fine
nella
nostra
opera-
mezzo
eh' viriti:
che
iv.6.
filosofi del
ch le ambagi della scolastica facessero loro smarrire la buona via, e l'amore dei sistemi vincesse in essi l'amore
del vero
:
Par.
xiii. 97.
trasporta
e
il
L'amor dell'apparenza
81.
si
spazia nessun
l'ero.
-Castro intelletto, se
IL
VERO.
si
143
spazia.
Posasi
in esso,
come
fera ia lustra,
;
Se non, ciascun desio sarebbe frustra. Nasce per quello, a guisa di rampollo,
Appi
Ch'ai
del vero
il
dubbio, ed natura,
collo. Par. iv. 124.
sommo
L'intelletto dell'
fiera nella
uomo
si
una
splendida e do-
il
albero,
si
faccia, la
conferma nei risultamenti d'ogni scoperta che quale quei limiti che sono nel campo dello sci-
bile allontana,
di arrivare al
ma non
toglie.
alla
damento che
ciascun
disio
la
esser giunto
si
al
suo scopo,
la
senza
che
in
alcuna cosa
gravi
di
gli
acqueti
il
cuore e
mente.
Non meno
pro-
fondi,
ma
data terzina: ed
in collo.
natura, Ch'ai sommo pinge noi di L'amore del vero, dal quale deriva il corso
il
delle
nazioni
e
la
cosicch ta
guerra,
sensata.
il
Non
stoltamente
mia
e la
lighieri
sommo
di collo
su quelli
che che
ci
le leggi
precedono : quindi le care speranze di quei progressi immutabili della natura promettono alle genequali
razioni future, le
godranno
la
vera
utilit del
tempo,
di' l'esperienza.
uomo
144
FILOSOFIA DI DANTE.
insensata cura de' mortali,
Quanto son
Quei che
ti
difettivi sillogismi
Par. xxi.
il
1.
vero: Purg.
L'animo
derio passionato;
si
Il
giudizio
mezzo
la
Ira l'apprensione
e l'appetito.
Imperocsi
ch prima
seguita o
e
la
fugge.
l'appetito,
non
in alcun
mente libero. Ma se il giudizio mosso dall'appetito in qualunque modo preveniente, non pu esser libero, ma menato da altri e preso: De Mon. 14. - Agli uomini, che volano con lo appetito innanzi alla considerazione della ragione, sempre questo seguita: ch'eglino male disposti, e posposto il lume della ragione, sono tirati come ciechi,
i.
dall'affetto, e
pertinacemente
de' loro
la loro cecit
niegano.
Onde
pei
;
ma
che molti,
termini
uscendo,
discorrano
campi
e cos
provocano alcuni ad
ira
ed indignazione,
altri a riso
De Mon. in. 3. - Siccome la parte sensitiva dell'anima ha suol occhi, colli quali apprende la differenza delle cose, in quanto elle sono di fuori colorate; cos la parte razionale
ha suo occhio, col quale apprende
in
la
fine ordinate:
e quest'
la di-
screzione.
E siccome
colui
va sempre, secondo che gli altri, giudicando il male e 'l bene; cos quelli ch' cieco del lume della discrezione,
sempre va nel suo giudicio secondo il grido, o diritto o falso che sia. Onde qualunque ora lo guidatore cieco conviene che esso, e quello anche cieco eh' a lui s'appoggia, vengano a mal fine: Conv. 1. 11. L'amore della propria opinione lega V intelletlo ed impedisce l'esaminare sottilmente quanto necessario
preservarsi dall'errore: Par.
xiii.
onde
le
nascono
falsi
giudici,
nascono
non
IL
VERO.
;
145
per che
li
buoni sono
esaltati.
in
malvagi onorati ed
La
Conv.
iv. 1. -
prendere piede; che cosi come l'erba multiplica nel campo non cultivato, e sormonta e cuopre la spiga del formento,
sicch, disparte agguardando,
desi
il
il
mala opinione nella mente non gastigata, n corretta, cresce e multiplica, sicch la
frutto finalmente
;
cos la
cio
:
la
vera opinione
iv. 7.
:
si
nasconde, e
perde
Conv.
La verit sola L' intelletto delF uomo cinto di nebbia pu disnebbiarlo e purgare la caligine che lo lede Purgat.xxvm. 89. Questa luce pi che altro si trova nel Verbo rivelato. Purg. xxvm. 81. La dimostrazione della verit debbe farsi per prove chiare
:
ed evidenti, valide
Quel
s
Sol,
nell'
petto,
Provando e riprovando il dolce aspetto. Par. ni. 1. Gil r animo di quel eh' ode, non posa Ne ferma fede per esemplo ch'aia La sua radice incognita e nascosa, N per altro argomento che non paia. Par xvii.
131).
alla
d'
ricerca
del vero
colui
ma
in
xiii.
121.
ma
pro-
Da questa
Esperienza,
se
Instanzia pu dliherarti
(jiammai la pruovi.
a' rivi di vostr'arti.
Par.
ii.
94.
nuove cose il fine non certo, perciocch l' esperienza non mai avuta, onde le cose usate e servate sono
Delle
YOL.
II.
10
146
FILOSOFIA DI DANTE.
si mosse la Racomandare che l'uomo avesse diligente riguardo a entrare nel nuovo cammino, dicendo: che nello statuire le nuove cose, evidente ragione dee essere
gione
dirillo civile) a
DifBdensEa dei sensi nei nostri giudizi. Nostra Conv. ii. 3. - Omnis opinio quae est contra sensum est mala opinio: Qunes. De Ter. et Aq. 5. - Dove il senso non apre la verit, avviene che il giudizio de' mortali vada fuori del vero
conoscenza comincia dal senso
:
Egli erra
52.
a' sensi la
Vedi che
Il
la
ragione ha corte
l'ali.
Par.
ii.
56.
senso
s'inganna
il
di
L obbietta
comiin...
parere,
secondo
pi
massimamente
intellettuali,
nelli sensibili
:
comuni,
volte ingannato
Conv.
iv. 8.
l dove Imperocch
le
senso spesse
li
nostri occhi
pupille
del vipistrello,
gli
Conv.
6.
Il
savio primie-
ramente attinger alle fonti dell'osservazione, poi lento avanzer nelle vie del ragionamento; avr piombo a' piedi; senza l'appoggio di una distinzione aiutatrice non valicher
i
due passi
difficili
del
e del no:
Veramente pi volte appaion cose, Che danno a dubitar falsa niatera, Per le vere cagion che son nascose. Purg. xxii. Con questa distinzion prendi il mio detto; E cos puote star con quel che credi Del primo padre e del nostro Diletto. E questo ti fia sempre piombo a' piedi, Per farti muover lento, com'uom lasso, E al si e al no, che tu non vedi Che quegli tra gli stolti bene abbasso, Che senza distinzione afferma o niega. Cosi ucir un come neir altro passo.
;
28.
IL
VERO.
14'
Non sien
le
giudicar, s
in
Le Liade
Par.
xjii.
100
COSMOLOGIA DANTESCA
Dio
il
primo Motore
di
tulio
[Purg.
128.
xw.^);
il
primo puiilo
la vita dell'
l'anima insomma,
ii.
Quanto
perch vi
splendore,
Il
bisogno
cli'e
anche fuori
suo
cio perch
infinita perfezione.
Le creature
per amarlo,
perse in
ed
il
cre
fu l'amore,
pu dire che nella loro creazione s'anovi amor l eterno Amore. Dio nella sua eternit,
s
Dio
fu
atto,
senza processo d
non erano
ma
ne cosUluivano
il
line diretto. V.
Par. xxix. 10
Dio in tutto
e seg.
il
Sapienza
di
Quanto per mente o per occhio si gira Con tanto ordine f, eh' esser non puote
Senza gustar
di lui chi ci rimira. Par. x. 4.
i
raggi
Uno manendo
Iddio pinge
la
come
in
sua virt
cose
per
modo
di diritto
148
FILOSOFIA DI
DAME.
modo
ripercuote
II.
minate. Par.
112;
vii.
17;
xiii.
52.
L'universo, come un complesso d forze vive che rampollano dall' atto creatore, ciascuna per istinto, officj e vitalit
ma
da un perenne conato
sere a porti diversi:
movono
quale e
fine,
Al quale
fatta la toccata
norma.
Pi
al principio loro e
si
men
vicine
Onde
Per Con
lo
Par.
1.
103.
Accennata queir alta legge ontologica, in cui s' inchiude, come in germe, la filosofia della storia, che non poi altro che la storia dell'eterna sua vita, il progresso dell' universale incivilimento, legge suprema, secondo la quale
nit via via trasformandosi
terra,
l'umacompie i suoi destini sopra la legge che Vico chiama legge dell'umanit, e che fu
ed espressa nel C.
iv.
nostro
mondo
II
figu-
principio
i cui rapporti delle cose sono spesso inaccesnostro intendimento. Inf. vii. 73. L'ordine universale ebbe corainciamento simultaneamente
alla creazione,
comprendendovi
gli
Angeli e
le altre
crea-
ture.
fa
Questa coordinazione armonica, dice il Giambullari, vedere quanto sublimiore filosofia, con altissima dottrina
peripatetica avesse Dante. In soli sei versi rinchiuse la sostanza, l'atto puro, la potenza,
il il
composto
di questi due,
modo
della
loro creazione,'
e l'ordine
col
quale sono
(lisposl e legati
insieme;
COSMOLOGIA.
Concreato fu ordine e costrutto
Alle sufilanzie, e quelle furon
149
cima
Pura potenzia tenne la parte ima mezzo strinse potenzia con atto Tal vime, che giammai non si divima. Par. xxix.
;
Nel'
31.
si
103. -
ii.
130.
METAFISICA E PSICOIOGIA.
*
La prima Filosofia. Conv. I. I. La prima scienza... la Metafisica. Couv. IL 14. La Metafisica tratta delle prime sustanze, le
quali noi non potemo simiglianteraente intendere, se
non per
IL
15.
li
loro
effetti...
La
Metafisica
non sono
Generazione umana. Plirr/. XXV. 37; IV. 21. Dell'Anima. Platone voleva che l'anima umana
discendesse dalle stelle; e che per la morte alle stelle
ritornasse: Par. iv. 12.
si
Nell'a-
ma
animale, razionale:
Anima
Qual d' una pianta, in tanto differente, Che quest' in via, e quella gi a riva,
Tanto ovra
poi,
che gi
ed
ivi
si
muove
e sente.
imprende
ond' semente.
La virt eh' dal cuor del generante, Dove natura a tutte membra intende.
Ma, come d'animai divegna fante,
Non
Che
130
Dall'
FILOSOFIA DI DANTE.
S clic, per sua dottrina, f disgiunlo
anima
il
possibile intelletto,
Perch da Ini non vide organo assunto. Apri alla verit che viene il petto,
E sappi
Lo Motor primo a
Sovra tant'arte
Spirito
di
lui si
volge
lieto,
natura, e spira
nuovo di virt repleto, Che ci che truova attivo quivi tira In sua sustanzia, e tassi un'alma sola. Che vive e sente, e se in s rigira. Purfj. xxv.
52.
Opinione di Avicenna,
di Aristotile. V. Conv.
di
d'Alg^azel, di Pittagora e
la dotlrna
IV. 21.
L'anima ha Empedocle:
Ma
la
li
profondi
'1
fori,
Ond' usc
sangue,
fi'
Ristretta s'
sul qual io secea. Purq. v. 73. anima) entro in mezzo del core,
le teorie allora
il
quale dice
onde
si
forma
in
il
gran parte
mio cerebro,
il
cervello.
!
Partito porto
lasso
spirito
divino:
essa
parte
celeste
corpo.
Lo Motor primo a
Sovra tant' arte
Spirito
volge lieto
di natura, e
spira
"70.
79.
'1
mi
toglie
Ma
spirata
rarlfi
Immortalit
L' anima umana, come dell' anima. immediatamente da Dio immortale. Dio nello spila innamora di s, sicch sempre ella lo desidera:
Ci che da lei senza mezzo distilla
Non ha poi
fine,
perch non
si
muore
METAFISICA E PSICOLOGIA.
La sua imprenta, quand' ella sigilla. Par. vii. 67. La nostra vita senza mezzo spira La somma beninanza, e la innamora Di s, si che poi sempre la desira. Par. vii. 142.
151
qui
mi piace riportare
fra quelle
si
la
sua
professione
di
fede
suir immortalila dell'anima, bella per se quanto ogni altra ch'io conosca
date da'
filosofi;
atta poi a
motempo
per
l'affetto
che gliela
si
de' filosofi,
in questo,
come
che
alcuna perpetuale.
E questo
:
massimamente par volere Aristotile in quello deW Anima; questo questo par volere massimamente ciascuno Stoico
par volere Tullio spezialmente in quello libello della Vecchiezza
;
la
Giudei,
Sarncini
e Tartari,
qualunque
tutti
altri
vivono
Che se
la
fossero
ingannati,
natura
umana
perfetlis-
ma
di tutte le altre
l'uomo
Onde
tutti
menlrecch vivono, cio d'altra vita, se la nostra speranza fosse vana, maggiore sarebbe lo nostro difetto, che di nullo
altro animale;
stati,
che
'1
la ragione,
umana
posta avesse
corsi,
poich detto
corpo sono
e questo
anche
152
impossibile.
FILOSOFIA DI DANTE.
non potrebbono,
fosse
:
se
in
noi alcuna
parte
immortale non
lo
si
conciossiacosach
immortale
convegna essere
le
pensa
diverse
ovvero debba proporzione avere allo informatore: e dal mortale allo immortale nulla sia proporzione. Ancora n'accerta la dottrina veracissima
informato
da informatore
di Cristo, la
via,
felicit
di quella
immor-
sopra tutte
la
altre
ragioni;
perocch Quelli
re,
nostra
immortalit
vede e misura, la quale noi non potemo perfettamente vedemenlrech '1 nostro immortale col mortale mischiato; ma vedemolo per fede perfettamente; e per ragione lo vedemo con ombra d'oscurit, la quale incontra per mistura del mortale coli' immortale. E ci dee essere potentissimo argomento, che in noi l'uno e l'altro sia; ed io cos
credo, cos affermo, e cos certo sono,
dove quella gloriosa donna vive, della quale fu l'anima mia innamorata. Conv., Trai. II.
l
L'anima
fetto, l'atto
si
con
nione con
la
congiunge col corpo, come la causa coli' efla potenza, la forma alla materia. Ha l' umateria, ma non l'identit. Detta anche forma
sostanziale:
da materia, ed
Specifica virtude
dimostra
ma
che per
effetto,
xviii. 49.
Come
Eench l'anima nostra abbia facolt distinte, ella una; onde per questa sua unit non pu esser capace di ricvere in un solo istante due simultanee impressioni. Vero
che
il
METAFISICA E PSICOLOGIA.
l'altra,
153
che
la
ma
se la percezione
zione.
cos
dell'attenforti
impressioni
colle
fuggitive; onde
Che alcuna virt nostra comprenda, L' anima bene ad essa si raccoglie, Par eh' a nulla potenzia pi intenda: E questo centra quello error, che crede Che un'anima sovr' altra in noi s'accenda. E per quando s'ode cosa o vede, Che tenga forte a s l'anima volta, Vassene il tempo, e l'uom non se n'avvede:
Ch' altra potenzia quella che
l'
ascolta,
ha l'anima intera:
Purg.
iv. 1.
'
Questa
di noi stessi,
a restarcene sordi
allo strepito
di mille
trombe che
squillino d'appresso.
lume
ch'uom non s'accorge, Perch d'intorno suonin mille tube. Chi muove te, se i], senso non ti porge? Muoveti lume, che nel ciel s'informa, Per s, per voler che gi lo scorge. Purg.
in pi pensieri
l'
xvii. 13.
La mente divisa
men
forte ad
rampolla
ognuno
Che sempre
uomo,
in cui pensier
Sovra pensier, da s dilunga il segno, Perch la foga l' un dell' altro insella.
Purfj. v. IG.
Un'appetito,
un
desiderio,
un'affetto,
Tanto eran gli occhi miei fissi ed attenti disbramarsi la decenne sete.
gli altri sensi
Che
m'eran
1.
non guardi? Purg. xxix. m'apparve, s com'egli appare Subitamente cosa che disvia Per meraviglia tutt' altro pensare. Purg. xxvm. 37.
ci che Vieri diretro a lor
61.
Quando l'anima
impressionata
concentrata in s stessa,
da cose esterne.
154
FILOSOFIA DI DAISTE.
Te lucis ante s divotamente
Le usc di bocca, e con s dolci note, Cue fece me a me uscir di mente. Purg.
vili
13. si
Quanto pi
la sensibilit
fa
che ne deriva:
vuol, quanto la cosa pi perfetta.
'1
Che
Pi senta
vi lOC.
La memoria
ha
la virt
:
non
di tener
dietro all'intelletto,
suo infaticabile
corriere
Perch, appressando s
al
suo
disire,
Nostro intelletto
si
profonda tanto,
ire.
Che retro
la
memoria non pu
la
Par.
i.
7.
memoria
rispetto all'altre
Forse maggior cura, Che spesse volte la memoria priva. Fatto ha la mente sua negli occhi oscura. Purg.
xxxiii. 124.
Dell'Amore.
gran legge
di
L'Amore regge
Amore:
A' Creator,
n creatura mai,
....
E
cos
il
fu senza amore,
Lo
Istinto naturale
primo dell'amore sempre retto: l'anima, ancorch sia come fanciulla che pargoleggia tra il pianto e il riso, e siccome creata da quel Bene eh' autore d'ogni
aspiri a gioire,
gioia,
movimento d'amore
Purg. xvi. 85. Il primo sempre buono; il male incomincia laddove il bene minore assorbe maggiore desiderio ed eccita pi viva allegrezza. Qui la materia buona di per buona la cera, non bella s, rea la forma che vi s' imprime l'Immagine del sigillo: Purg.xvn.^L Pu la libert dun
;
que errare o considerando e amando meno l'oggetto pi degno, pi il meno. Il bene immenso pu l'uomo amarlo immensamente, quanto le sue forze consentono ne' beni secondi egli dee misurarsi ma a nessun bene per dappoco
;
;
sia,
negare
il
suo pregio, se
METAFISICA E PSICOLOGIA.
155
non quand'esso impedisca il conseguimento di beni maggiori, cio quando perda la sua natura di bene, come non guadagno un acquisto cui segua danno.
E
eh'
ad amare,
il
si
La mente cos insieme destata ad attendere, e per meglio apprendere l'idea della cosa piacente; e perch il piacere, in quanto tale, un bene vero, n male divelta se non quando ci priva di piaceri maggiori, per l'affetto della cosa che piace trae sempre origine da veritii. La mente che la apprende, la viene svolgendo, e con la persuasione
muove
il
libero arbitrio,
e converte
il
desiderio
in volere.
Questa conversione l'amore; amore eh' moto di natura, ma che per la riflessione seguita da un nuovo piacere diventa pi forte. C' dunque un primo moto di
piacere animale,
il
quale precede
I
[la
riflessione;
e c'
un
secondo
il
gono vigore
spirituale,
secondati, la spossano.
ci
Amore pertanto
moto
ha parte; e sebbene il suo oggetto gli venga di fuori sebbene le impressioni esteriori possano indebolire la volont, nondimeno in quanto egli riflessione, cio in quanto amore, riman sempre libero. La potenza del conoscere e* del volere messa in atto dalle cose di fuori, senza la cui impressione non sagiacch la riflessione
;
stessi,
ma
quali
:
senza
nel
dei
germe non produrebbero, n il germe senz' essi ma germe la vita. Le prime notizie del vero, e le disposizioni primi desiderii sono nell'uomo come nell'ape l'istinto
il
del fare
il
miele
demerito;
ma
deve preceder
di quello.
Il
l'assenti-
bene e
il
male non nel sentimento, ma si nell'assenso. Onde quando anco l'uomo non avesse elezione nel prescegliere gli oggetti
156
FILOSOFIA DI DANTE.
modo che
men
belli e
giun-
gano a
la
far
guardia e
Clmltliy
Firenze,
Le Mounier. - Y.
Giusti,
Dottrina
:
Giusti,
Amore
dunque seme
Esser conviene
di giustizia e di
peccato:
Amor sementa
E
d'
dessi tante
intelligenze ministre
la vita
della
le
Provvidenza: da loro
emana
sparsa in tutte
delle piante
moto
E VAmor
che move
all' si
il
sole e
V altre
stelle diffonde
un molo
in
preordinato
di pianeta
meno
fra gli
umani
individui, e a
Come
cos
la
virt loro
Purg.
Il
XXVI. 73; XX. 13; xxx. 109; Par. iv. 58; xxii. 112. cielo
nostra sensibilit,
ma
questa
non lega la volont dell'uomo: essa pu in noi trovare una resistenza, la quale, faticosa da prima, diventa inevitabile, dopo aver fedelmente combattuto:
Voi che vivete ogni cagion recate
Pur suso
al cielo, s
come se
tutto
Movesse seco di necessitate. Se cos fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia,
METAFISICA E PSICOLOGIA.
Per ben,
letizia, e
lo7
Lo cielo i vostri movimenti inizia; Non dico tutti; ma. posto eh' io '1 dica,
Lume
E libero voler cbe, se fatica Nelle prime battaglie col ciel dura, Poi vince tutto, se ben si notrica, Purg.
xvi. 67.
Libert umana.
Dio, opera In noi
sommessa
la
alla
;
egli ci
volonl
e questo dono,
il
pi eccellente e
pi degno
tutte
le
della
sua bont,
suoi,
La mente in voi, che '1 ciel non ha in sua cura. Purrj. Lo maggior don, che Dio per sua larghezza Fesse creando, e alla sua bontatc Pi conformato, e quel ch'ei pi apprezza.
Fu
pi che
creature intelligenti,
IJaec lihertas,
est
lotius nostrae
iberlatis
a Deo colatum. De
Mon.
14.
Color che ragionando andaro al fondo,
Purg.
xviii. C7.
La volont non saprebbe piegarsi che per la propria determinazione, pari ad una fiamma cui gli sforzi replicati di una forza straniera non possono costringere s che discenda quando la sua naturale tendenza la fa salire. Egli vero che la volonl sembra talvolta cedere alla violenza, ma questo ancora dipende dalla propria elezione; gli un male ch'ella patisce per la paura di un mal peggiore:
Se violenza quando quel che pat Niente conferisce a quel che sforza ; Non f ur quest' alme per essa scusate
;
1S8
FILOSOFIA DI
DAME.
;
Ma
fa
come natura
face in fuoco,
Se mille volte violenza il. torza Perch, s'ella si piega assai o poco,
Segue
la forza ... V.
i
Par.
iv.
73-103.
movimenti istintivi sfuggono al suo dominio, e che spesso, mal suo grado, il sorrso e le lagrime
Vero che
i
tradiscono
di
Ma
fuor
quste
volont padroneggia
la
la
propria
elezione. - In fra
si
muovessero
colla
5:
Dunque
bisogno
ammettere
il
principio del
le
buone e mal-
Purg.
xviii.
Per
tal
guisa supponendo in
una
il
fatale
necessit
amore, v'ha
dirne
in noi
trabocco.
-
Dell'Idee.
11
Non
pu spiegar
l' l'
prime:
uom
crede. Par.
45.
Onde vegna
intelletto
uomo non
di
tali
che compongono
63.
Esistono pertanto
di fuori, e
non
che ne annuncia
la
invisibile
Che
la figura
malagevole il seguitare gli andamenti umano perch nel numero delle percezioni
obbietti dissimili
dello
spirito
originate da
;
e allor questa
le
son propri,
in
pu ad una pi che ad un'altra rivolgersi nuova idea trae seco tutti gli accessori che i quali possono col proceder del tempo dipercezione
la
venire
questa
la
parte
principale.
Quindi
avviene che
proposta:
METAFISICA E PSICOLOGIA.
Glie
159
sempre l'uomo,
in cui
pensier rampolla
v. 16.
Sovra pensier, de s dilunga il segno, Perch la foga l'un dell'altro insella. Pura.
facolt
rapporti
implicitamente
la
propone
qual
Tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, S che l'animo ad essa volger face. l'urg. xviii.
2*2.
Cosi
il
fatto sensibile T
intelligibile.
Questa
spirito
umano
di
una delle
la
causa
principale
nostra
I
debolezza,
nel
medesimo tempo,
maraviglia a dirsi
razionale, e per
Vostro ingegno
.
ma
s stesso tuttavolta
al
per
e possesso di s
si
l'
attivit, portata al
fa rillessione:
Non m'accors'io,
Anzi
il
se
primo pensier,
del
FENOMENI
"
Slato di rilassamento
lamenle
il
sonno:
Poi quando fur da noi tanto divise Quell'ombre, che veder pi non potersi,
si
mise,
:
E tanto d' uno in altro vaneggiai, Che gli occhi per vaghezza ricopersi, E il pensamento in sogno trasmutai. Purg.
xviii, 130.
160
FILOSOFIA DI DANTE.
concilia
il
Un sonno soave
istinto
le
loro
bambini.
forse dedurre
di
un
tal effetto
da au-
mento,
ma
per moderato,
Mirabile evidenza
con
che
il
penoso
E quale quei che suo dannaggio sogna, Che sognando desidera sognare, Si che quel eh' , come non fosse agogna. Inf. xxx.
13C.
E r
oppressione che
aiutare in
ci
vorremmo
pondo.
si
sogna.
lasse
..
Par.
xi. 26.
tali
percezioni che
il
cessano:
ventre:
31.
Quel mi svegli col puzzo che n'usciva. Purg. xix. Ivi pareva eh' ella ed io ardesse,
non muore del tutto, non d subito luogo a una perfetta vigilia, ma rimane di lui qualsonno,
rotto
che
sia,
di Lutto
viso chiuso,
Che
muoia
tutto.
Purg. xvu.
40.
Lenti
Ad
Fenomeno
ancora sotto
e del trovarsi
E dopo
Qual colui che sonniando vede, il sogno la passione impressa Rimane, e l'altro alla mente non riede. Par. E come al lume acuto si disonna Per lo spirto visivo che ricorre
lixxiii. 58.
161
lo svegliato ci
Che mi scoss' io, s come dalla faccia Mi fugg '1 sonno, e diventai smorto, Come fa l'uom che spaventato agghiaccia. Purg. ix.40.
le visioni sue esser apprenveramente esistenti, e del proprio inganno si accorge solo quando risvegliato pu paragonare le immagini sognate che restano nella memoria con l'apprensione vivissima ch'egli per mezzo dei sensi, non pi legati dal
sione
di fuori
lei
vere,
miei non
falsi errori,
FILOSOFIA
Con
MORALE
Quelle parole
le
La moralit
dine
mo-
piove fiammelle
di
diritto,
che
si
rale dottrina;
non che
Conv. in.
dell' uomo - ISuo fine - Vita cosa sia. - Della vita speculativa e In tra gli effetti della divina sapiencontemplativa. Conv. iii. 8. - La natura za, r uomo mirabilissimo: umana perfettissima di tutte le altre nature di quaggi: Conv. 11. 9. -La nobilt umana, quanto dalla parte di molti
IVobiltd e
grandezza
umana che
(1)
sando
la
La morale Filosofia ordina noi all'altre scienze: Conv. ii. 15. -Cesmorale filosofia, l'altre scienze sarebbero celate alcun tempo, e
non sarebbe generazione, ne via di felicit, e indarno sarebbero scritte M. - Mirando costei... ogni viziato torner diritto e buono.... costei ch'umilia orini perverso, cio volge dolcemente chi
e per antico trovate:
fuori del debito ordine piegato: Conv. ni. 15.
VOL.
II.
11
162
FILOSOFIA MORALE.
iv.
19 -
L'anima umana
na natura a guisa
sempiterna Intelligenza:
divina luce,
perocch
Angiolo,
come
in
Conv. ni.
2.
Onde
in. 2.
di
ma
non
nato per la
ma
Cliimavi
Mostrandovi
le
Purg.wv.
148.
Lo rege eterno con le rote magne. Pwrg. xis. 61. gente umana, per volar su nata, Perch a poco vento cosi cadi? Purg. xu, 93.
>
La vita dell'uomo
affinch poi
87.
I.
un mare;
il
porto
il
cielo, al
quale
opere,
xvii.
{Inf.
coi
desideri
coli'
La
1;
vita
non si ribalta il mal tardato remo. Pur/j. non che una selva oscura ed erronea
IV.
Conv.
24);
un'assai
picciola
vigilia
de' nostri
semi
XXV.
v. 3;
;
un viaggio
38);
un cor-
le
pregato:
saro.
Nostra
virt...
avver-
Ma
la
sprona, soggiungevano:
Quest'ultima preghiera. Signor caro, Gi non si fa .per noi, che non bisogna, Ma per color che dietro a noi restare.
La
il
citt
Paradiso
una vera
FILOSOFIA MORALE.
cill;
163
ma
tu vuoi dire.
Che vivesse
xiii. 94.
la
sua perfezione,
cosa desiderata.
fa
E questo
sempre
torre
grande
umana possa
,
la sete,
che sempre
che detto
sete
non rimanga
sazia se non
si
nel pensiero:
Conv.m.^.
E questa
ii.
appunto perch
s
19),
mai non
vero (Par.
in. 15. il
iv.
queta
14);
il
sommo
esso solo
principio
della
la
nostra beatitudine
somma
il
(Cony.
22);
l'ultimo desi-
sommo bene
il
uomo
Conv.
iv.
accoglie tutto
bene,
Lume non se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi tenebra, Od ombra della carne, o suo veneno. Par. xix. 03. Ci che non muore e ci che pu morire Non se non splendor di quella idea Che partorisce, amando, il nostro Sire. Par, xiii. 32. Ciascun ben che fuor di lei (dell'essenzia divina) si trova Altro non che di suo lume un raggio. Par. xxvi. 32.
L'uomo, considerato nella mortale sua condizione sulla terra, non , egli vero, pi che un difettoso insetto, [entomata in difetto) ma,* compiendosi la sua formazione, gli verranno date ali per volare verso il bene supremo: Noi non siamo
che vermi,
Par.
X. 124.
ma vermi
da cui usciranno
le angeliche farfalle
L'uomo dunque dee esser denominato dalla ragione, e non dal senso; n da altro che sia meno nobile, onde quando si dice: vvere., si dee intendere usare la ragione,
eh' sua speziai vita,
pi nobile parte.
E per
chi
dalla
ragione
parte,
usa
pur
la
ii.
parte
8. -
sensitiva,
bestia:
Conv.
Dunque
se vivere
164
FILOSOFIA MORALE.
da essere, e cos essere morto. E non si parie dall'uso della ragione chi non ragiona il line della sua vita? E non
si
parte dall'uso
della ragione
chi;
non ragiona
e ci
si
il
cam-
Certo
si
parte,...
manifesta
massimamente in colui che ha le vestigie innanzi e non le mira... Levando l'ultima potenzia dell'anima, cio la ragione, non rimane pi uomo, ma cosa con anima sensitiva solamente, cio animale bruto: Con?;, iv. 7. -Ma la maggior parte degli uomini vivono secondo senso, e non secondo ragione, a guisa di pargoli; e questi cotali non conoscono le cose se non semplicemente di fuori, e la loro boutade, la quale a debito fine ordinata, non veggiono, perocch hanno chiusi gli occhi della ragione, i quali oltrepassano senza vedere quel fine, cui la bont ordinala, onde tosto
veggiono tutto
spesso sono
ci
la loro
;
e tristizie; e
come pargoli, senza uso di ragione Conv. i. 4. Uomo, da s virt fatta ha lontana, Uomo non
bestia
in
2.
1
gi, B)a
Dio, qual maraviglia, Voler cadere ch'uom somiglia: servo di signore! Ovver di vita in morte Caw:;. xviii. - Servo non di signor, ma di vii servo Si fa, chi da
si
cotal signor
scosta. Id. 3.
noi potemo avere due felicit, secondo due diversi cammini buoni, e ottimi, che a ci ne menano
In questa vita
runa
(avvegnacch per
pervegna a buona
felicit)
ne mena
pratico e speculativo
Imperocch l'uso del nostro animo doppio, cio (pratico tanto quanto operativo),
altro
sia
r uno e r
contemplare
noi
dilettosissimo
pi.
operare per
noi,
ma
considerare
e
le
opere di
quest'uso
quell'altro
di
nostra
usi
somma
felicit...
Veramente
questi
FILOSOFIA MORALE.
165
E questa
)
parte in questa
sommo
lui
se
I
non inquanto
effetti...
suoi
La
contemplazione pi piena
sia...
luce
spirituale,
che altra
cos appare,
che
la
nostra beatitu-
questa
felicit
di cui si parla,
mo-
intellettuali
le quali
rittissime a
menare
somma
beatitudine: Cowy.
iv.
22.
La vita contemplativa.... pi* eccellente e pi divina.... Questa vita pi divina, e quanto la cosa pi divina,
pi di Dio somigliante; manifesto
ii.
5.
adom-
si
smaga
mani;
Lei lo vedere e
me
l'
xxvu
101.
mondane,
posse,
umane
Com' poco verde in sulla cima dura...! Purg. \i. 91. Non il mondan rumor altro che un fiato.. Vurg. xi. La vostra rinomanza color d'erba... Purg. xi. 11^. insensata cura de' mortali... Purg. xi.S. Udir come le schiatte si disfanno... Par. xvi. 76.
.
100.
delle
sempiterne. - La
natura
ed
in
prima
beni ferire
si
pasce,
pi altro
non chiede: Purfiat. xvi. 91-101. Ma questo picciol bene non ci pu rendere quaggi felici; desso impotente a
166
FILOSOFIA MORALE.
si
dee:
Altro ben
la
Non
felicit,
non
buona
Ibeni
Purg.wn.
Ilio. -
soffio {corta
In f.
VI.
eppure noi corriam dietro ad essi e c'inganniamo {Pur(j. XVI. 32) trattando l'ombra come cosa salda (Pwr/7.xxi.l36);
noi ci rabbuffiamo con lena affannata per codeste apparenze
mutabili e passaggere
il
contrario [Conv.
fisso
pur
di
s
con-
aderge
diffonde,
sua e che
divide!
questo globo,
talium:
De Mon.)
uomo veramente
Aggiunpassi
che
il
mondo
l'amore delle
i
lor piacere,
volgono
nostri
a via non vera {Purg. xxx. 130; xxxi. 35), deturpano le anime {Purg. xv. 146), e fanno si che noi adoriamo la fattura
di
Dio contro
ci
il
Fattore
Ma
verr poi
tempo che
vita
:
ricrederemo,
ma
il
altamente cattolico,
non pu a meno
Ben
Chi, per
amor
di cosa
Virt: in esisa ogni vero bene ed ogni vera grandezza. Rende 1' uomo felice e libero: come se ne acquisti l'abito. Cammino della virt.
Li costumi sono beltate dell'anima: Conv. ni. lo. - Nulla
FILOSOFIA MORALE.
fa la
167
Onde
che quella
quale
le
Conv.i.W.
'
tempo
e dispre-
giamento
ili.
di quelle
altri
oscura dei
vizi,
pi
l'uomo
felice in
sua operazione
Canz. xvi.
iv. 27.
5. -
Non
pu esser savio
XIII. 5. -
chi
non
buono: Conv.
Senza
Canz.
sempre sottana. Lui obbedisce, Canz. xviii. 5. - La virt possession a lui acquista onore che sempre (jova... essa sola fa l'uom sgnou di se [Canz.
XVIII. 2), libero in
sua potest,
eh' la
ragione: Conv.
iv.
13.-
Comn iv. 2. - La virt non cura la morie, non temendola punto, dacch mal pu la morte distruggere
d'ogni libert:
essa virt, ne
il
seguace onore.
il
Ma
ne avverte
filosofo poeta,
che
pi adorna e
tamente a
sizioni
5.
-Nulla
in
i.
cosa
po9. -
Coni',
L'abito di virUide
si
avere non
Conv.
I.
si
pu,
ma
11. -
operar virtute,
11
ma
13.-
natura
umana
apparecchi
la
terra a sen>inare.
Oh
beati quelli
168
FILOSOFIA MORALE.
lai
semente coltivano come si conviene... Se l'appetito dell'animo non bene culto e sostenuto diritto per buona consuetudine, poco vale la sementa, e meglio sarebbe non
che
essere
seminato.
e ancora
fare e a rifrenare
la
umana
felicit
Conv.
iv. 21.
;
ma
a misura
che uno
vi si avanza,
si
fa piana,
un piacere ed un bisogno dell'anima: Questa montagna tale, Che sempre al cominciar di sotto grave, E quanto uom pi va su, e men fa male Purg. iv. 88. - La virt rassomigliata ad un monte; la salita n' malagevole, ma il monte dilettoso Princpio e cagon di tutta fjioja: In f.i.ll.I buoni propositi vanno spinti all'eflelto con crescente ardore: il solo arrestarsi nel cammino della perfezione un dare indietro uno dei segni d' essere perfetto nella virt il diletto che nell' operarla si sente: Come, per sentir pi dilettanza. Bene operando 1' uom, di giorno in
:
come a
cui di
ben
far giova
cammino
della virt
d'animo
debolis-
un
fallo
iv. 37. -
Un
come
gia,
il
sonnolenza morale.
perch
gli altri
non guarda
il
guarda
viii.
le genti,
ma
fermo che non crolla Purg. v. 13. - Ogni ancor che leggiero fallo all' uom buono si rende grave, perch coli' abitudine gli si raffina il sentimento del ben
come
torre,
sembra
farsi timido,
pure ascoltando
Ad una
coscienza dignitosa e
:
netta, anche
un picciolo fallo amaro morso Purg. in. 8. Quanto pi r uomo si purifica con lo spirito, tanto pi forte
FILOSOFIA MORALE.
169
eh' era
il
soggetto
d'
fu caro
a'
chit,
come
lezione a'
e la
fa
ringiovanire.
Dante se ne impadronisce e due donne appariscono, delle informe balba ma lo sguardo fisso sopra
filosofi.
lui
sembrava renderle
e,
la belt,
il
colorito e la voce:
ella
cantava,
la
sua
ri-
ne rivelava
femmine era
DI
saggezza:
.
.
Mi venne
fatti
Puro.
7. 3i.
svanisce
vizio
comparisce nella
di
vizio
si
veste sempre
nel cuore:
forme e
e
testa,
Fra r erba
il
Quindi maggiore
pericolo
mostrano
loro difetti
sono pi pericolose,
non
pu
Conv.
iv. 9.
Dell'appetito sensitivot debbc ubbidire alla ragione: S^i appetiti viziosi, ove a tempo si domino, L'appetito sensitivo avpossono cangiar natura.
Vita
Nuova
40
perch da servo
che dovrebb' essere se ne fa signore, e tanto divien baldanzoso, che gli occhi, che alla mente lume fanno. Chiusi
per lui
si
3.
Sicch
l'uomo che se ne
ocelli
ha
la
oscura
[Purg.wwu.
intento
fuori
conoscenza e
si fa
verit.
Quando
seguitatrice
di viziose dilettazioni,
tanto inganno, e
1.
Conv.
1.
Onde questo
;
che siccome
uno
sciolto ciivallo,
quanto eh'
elio sia di
170
s senza
il
FILOSOFIA MORALE.
quanto ch'elio
la
I
quale guida quello con freno e con isproni: Conv. iv. 2G. viziosi appetiti, domati dai teneri anni per buona edu-
cazione, son
meno
:
leri
se fatica Nelle
prime
battaf/lie col
lutto,
se ben si notrica
il
assenna esservi
un modo quasi d'insetare l'altrui natura sopra diversa E per nullo che possa essere scusato; che sedi sua naturale radice l'uomo non acquista sementa, bene la pu avere per via d'insetazione: cos fossero tanti quelli
radice.
di
fatto
che s'insetassero,
si
buona radice
lasciano disviare
Conv.
iv. 22.
Come
si
debbano combattere
e
banno
al voler
e Tincere le pas-
per vincerle
fa mestrieri
la
corrispondenza dell'uomo;
la grazia di
la
Dio:
non
si
di
vergogna da
follia:
Canz.xu. Chiusa:
Se
la
lucerna che
ti
in alto
Trovi nel tuo arbitrio tanta cera, Quant' mestiere infino al sommo smalto. Purg.\in.m.
Ad una passione che ne signoreggi dobbiamo opporre il combattimento d'un'opposita virt: la vigilanza e il predominio dello spirito libero e retto sull'appetito disordinato;
onde
il
E con
essa
vizi
consuetudinarii
e fassi
fuggono e
si
vincono per
buona consuetudine,
passioni consuetudinarie
vanno
II
via; perocch
'1
corrompe
ma
le connaturali,
tutto
che mollo per buona consuetudine si facciano lievi, del lutto non se ne vanno, quanto al primo movimento; ma vannsene bene del tutto, quanto a durazione, perocch la
consuetudine equabile nella natura, nella quale
il
prin-
FILOSOFIA MORALE.
171
cpio (li quelle (quantunque rimanga sempre il molo primo delle naturali passioni, pure la buona consuetudine ne
impedisce
il
della natura).
E per
pi laudabile
l'uomo che
indirizza
s e regge
sostiene in
buono reggimen-
Conv.
III.
8.
ponga mente
ed
alle diverse
scorge
diversi gradi,
secondo che
in esso
vi
ebbe parte
in
immoviene
Anche
operato
la
il
qualit
della cosa
gli
o della persona
cui
male,
prima:
35.
lodo, Inf.
iii.
La setta dei
cattivi
a'
Dio spiacenti ed
nemici
sui. Inf.
iii.
C2.
dietro
al piaceri
della
sommettendo
al talento (//". v.
39); o
danno
la
preda
Alla dannosa colpa della gola. Inf.
vi. 33.
falsi
quali
Fur guerci mente in la vita primaia, Che con misura nullo spendio lerci. Inf.ya. 40;
di poi
di color cui vinse l'ira. Inf. vii. 116;
Si della
annoverano
quelli
L'anime
di
Cile portar
vii.
123.
Ai
giori,
vizii
di
colpe
11
mag-
quelle
malizia
si
derivano.
sapiente
poeta Investiga
fine
i
cui effetti sono o la violenza o la frode, sempre l'ingiuria, da ci, come da una sorgente, fa sgorgare tutti i mali che
il
mondo maggiormente
contristano:
172
Ingiuria
FILOSOFIA MORALE.
D'ogni malizia ch'odio
il
in cielo acquista,
fin
fine,
ed ogni
cotale
xi. 22.
i
si
comprese
poeta
:
malvagi
violenti,
nell'ingiuria
per frode,
il
di Cicerone,
fi-
violenti
hanno
di
pi ragioni:
Dio, a s, al
;
prossimo
si
puone
Far forza
Onde omicide
e ciascun clie
.
mal
fiere,
Guastatori e predon,
in s
man
violenta
xi. 32,
Anche nella frode son distinti molti gradi di apprese come possa l'uomo usarla In colui che
in quei
reit, e ci
si fida
ed
uccida
amor che
E
trui
i
tra
falsi
vanno annoverati
perfidi,
quelli
con cosigli
o
e fecero quasi
del vero,
la verit
con
parole,
prezzo delle
le
qual specie
fiducia
societ,
di frode esercitansl
per lo pi contro
la
i
non ha
speciale,
e per
i
offendono
fede pubblica e la
non infrangono
che
pi stretti e
pi sacri legami.
i
Ma
,
sotto
profondo,
traditori punisce
quei
la
come
di
madre
quel che
FILOSOFIA MORALE.
173
;
tradirono
re,
sistema di
da Dante,
lutti
Ciel
non vuole,
come incontinenza
Meu Dio
offende e
men Liasimo
Levando, dice
scolastica,
buona
;
e teologica
flosoia.
Incontinenza
la
la
malizia vi aggiunge
l'operazione
di-
perversione dell'intelletto:
bestialit,
E direbbesi adombrata
crimina-
tores, incontinentes,
immiles.
La genesi e l'ordine delle passioni, secondo la divisione Tommaso, sono toccati anche in altro luogo del divino poema, giusta il quale si stabilirebbe che l'ordine dell'amore
di S.
poeta
Della Superbia. Della Superbia cosi sentenziava il 11 superbo non pensa alla comune madre: Purg. xi. 63. - Il figliuolo di Eva va col viso altero senza guardarti a sua va; Purg. xii. 71. - Il verme non s'accorge della sua piccolezza, l'embrione e l'aborto del verme invanisce
:
dell'imperfezione sua
Purg.
x. 124. -
mseri
e lassi
montano
in vanagloria e
volare
albagia
fa
non ha schermo:
spuntare
Purg.
x.
la gloria,
quel medesimo
morire;
quella
fama per cui gelosia l'uomo scortese, un fiato mulabile, una luce oscurata da altra luce che segue, un punto
impercettibile rispetto aireternit: Purg. xi. 100. - L'orgoglio,
il
scono-
174
scibili:
FILOSOFIA MORALE.
Parg.
x. 116.
fa ire
senza
riposo:
e sovente riirosi:
Purg. Purg.
X.
123, - e
trae
al
malanno
le intere
generazioni.
XI. 67.
riportati dal
umilt, veggansi
passi
Ragionamenti
42o}, l
-Anche
il
dove fu
svelto, ci
mostra che
sempre nuove cagioni ad alimentarla sorgono dal nostro limo, miseri ftgliuoli d'Eva che siamo noi: Purg. xii. 70. Fa d'uopo che umilmente senta di se, chi pretende a cose alte, acciocch mentre s'innalza sopra s, non cada da s. N al sommo della virt e della felicit si perviene
senza aver prima gittato buon fondamento nella vera umilt,
1' animo dalle caligini del mondo. Dell'Invidia. L'Invidia, come suona il vocabolo suo, non vede, o mal vede, o non vuol vedere i meriti altrui, che
e disnebbiato
non
le
approda
all'
intelletto
il
ragione ar-
gomentare per
allora
la
come quello giudice che ode pure l' una parte. Onde quando questi cotali veggiono la persona famosa, incontainvidi,
;
nente sono
pari potenza
meno gssere pregiati; e questi non solamente passionati mal giudicano, ma, diffamando, agli altri fanno mal giudicare: Conv. 1. 4. La invidia sempre dov' alcuna paritade: Conv. 1. 11. E Gino pure cantava ISon d invidia quel eh' meraviglia. Lo quale vizio regna ov' paraggio. - Il livore suole fabbricar menzogne a danno degli assenti degni di
:
invidia, e
trasmuta
le
Aqua
et
Terra. l.-Se vede alcuno sormontare, e l'invidia n'attrista: la teme che non ci sieno pi per esso lei podere, grazia,
onore
e
il
fama [Purg.
che
xvii. 118): se
uno
il
si
fa lieto in vista,
le
lividore,
il
le riarde
perfino
sangue,
pare in
si
tutto
fa
FILOSOFIA MORALE.
lieta de'
XIII.
175
sue venture!
la
di
Puvff.
HO. E
primogenita
i
del diavolo:
sua invidia
f'
dipartire dall'inferno
vizi
mondo
(//'.
1.
117),
onde
Essa
ha
ix. 127.
si
facciano
miseri scambievolmente
il
(/n/". xiii.
pi che altrove
corti,
le arti
perch
maligno, e
mena
sue puttanesche.
il
Dell'Ira.
furia, e nel
si
mette
in
onde
l'irato
nella strozza
senza parola
Inf. XII.
24
ferito che gir non sa, ma qua e l saltella ove non possa difogarsi con altri, si volge
medesmo co' denti {Inf. viii. 63), e consuma dentro con la sua rabbia {Inf.YU.l); onde il poeta filosofo
in s
s
la
xii.
49 -
Ad
essa opposta la
la
Man-
Beir Accdia.
men vivo
di quel
che
da
farsi invincibile.
Chi
si
fa
Inf.u.^i.
le
Tutte
passioni
e
son
tormentose,
ci
bestia s
malvagia
ria che
fa senza
(in/".
1.58):
onde
piange
ivi
il
e s'attrista
[Inf.
tesoro nascosto:
Cowy.
i.
9.
L'avaro
non empie mai la sua bramosa voglia (/n/". i. 98); la sua fame senza fine cupa, quantunque pi che tutte l altre bestie abbia preda {Purg.xx.l.): esso, pieno a gola, dopo il pasto ha pi fame che pria: Par, 1.99. L'avaro male-
176
dello non s'accorge
FILOSOFIA MORALE.
andando dietro
111.
al
numero
il
Conv.
15. -
L'avarizia
il
mon(U)
che
sempre
f'
Non pi per
sen-
Vende
Poscia
gli
la
n pi per
lei
e patteggiarne,
Come
fan
li
Poi c'hai
il
sangue mio a
te s tratto,
Che non
si
n pi rlspello
pide vele
pi sante:
al
le
cu-
Le cose di Dio, che di bontate Deon essere spose, e voi rapaci Per oro e per argento adulterate.
Inf. xix. 2.
Tulle
rizia
le passioni
sono idolatre,
ma
sensi
dell'umanit:
:
E che
In breve:
il
sacra fame
Come
Ch'a
signoreggia:
Corre l'avaro,
ma
pi fugge pace
FILOSOFIA MORALE.
Che
infinito
177
vaneggia.
colei
Ecco giunti a
che ne pareggia:
Dimmi, che
hai tu fatto,
Che non si perde al cane; Che da sera e da mane Hai ragunato, e stretto ad arabe mano, Ci, che s tosto ti si fa lontano... Canz.xyiu.L
e seg.
Della iiola.
della
l'Allighieri
chiama dannosa
la colpa
gola
alla
v. 128,
che
le
colpe
della gola
son seguite da
L'amore del gusto, cio il naturai trasposto del bere e del mangiare non deve accendersi in troppo desiderio, e diventar passione [troppo desio
ci
non fuma)
la
fama
intelletto coi
dobbiamo
il
quanto
E
e
Temperanza
regola
golosit
della
nostra sopcrchievole
Romane
ghiande.
ruscello.
Mle e locuste furon le vivande. Che nudriro il Battista nel diserto; Perch'egU glorioso, e tanto grande. Quanto per l'Evangelio v' aperto,
Al servizio
di
/'w;//.
xxu.Uo.
Dio mi
fei
si
fermo.
Che pur con cibi di liquor d' ulivi. Lievemente passava e caldi e gieli.
Contento ne' pensier contemplativi,
/'r. xxi. 114.
Incontinenza.
VoL. n.
178
carne, non servano
ffcnza,
FILOSOFIA MORALE.
umana
lefjge,
ma
creature fuor
d' inlelli-
sommetlono
(/?i/.
al talento la ragione,
l'appetito
(ji
V. 39; Pwrr/.
:
xwi.
84.), s
abbia in pastura
Divorar
cil)o,
Purg. xiv.
42.
Non moverieno
piede
di
leggiadro;
Ma come
al furto
il
ladro,
xvii. 2, 3.
Chi pecca
fa,
quanto
/n/".
in
licito
il
sua legge:
v. 56):
il licito la legge, il libito la volont. Il tempo che l'uomo passa nell'errore tempo perduto, com'uom che torna alla smarrita strada, Che infino ad essa li par ire
invano
pietra:
Purg.
i.
119.
Il
peccato
ci
si
fa
nell'intelletto
di
di
compiace
peccare
mi piacque
non umana: Inf. xxiv. 124. Nissuna condizione d'uom reo infatti tanto spaventevole, quanto quella di colui, che sfacdi
gli
morendo dimentichi
Iddio... Egli
pensa
comando
di esso:
divino,
si
faccia
stromento
Ep.
VI. 2, 3.
Per
ix.
dello
Inferno, v. 37,
voleva
significato
i
il
rimorso,
onde
pecdi
delitti di
pura malizia; ed
di Dio
Il
ministro
pi crudele dell'ira
nei
catori
in
questa vita
che nell'altra.
d'
volto
poi
cui Virgilio tien chiusi gli occhi del suo Alunno, rappresenta
il
l'intelletto,
E bene
le
magnanima impresa. Ma
FILOSOFIA MORALE.
gli
179
il
ha insegnalo col
Gorgone,
la
fatto
terri-
bile
gli
custodia degli
lo
nel chiudersigni-
da s stesso, e
studio delle
cose
filosofiche,
B.
S
riabile,
Etd dell'uomo - IjS vita nostra un cammino vasecondo il variar dell'et, che richiede studi
e operazioni diverse.
Altro
costumi
Conv.
1.
1. - Altri
altri
portamenti sono
L'anima nobilitata ordinatamente procede per una semplice via, usando li suoi
ragionevoli ad una et pi che ad
altre...
atti nelli
loro tempi
:
e etadi siccome
iv.
all'
sono ordinati
et,
Conv.
24 -
in quello di Seneitute,
iv. 27.
data sta-
La prima
la quale s'entra nella buona tempo V anima nostra intende al crescere e all'abbellire del corpo, onde molte e grandi trasmutazioni sono nella persona: Conv. iv. 24 - L'adolescente per mino-
iv. 26)
che
la
parte
razionale
Co7iy.iv.24.
non possa certe cose fare senza curatore di perfetta et: Suo precipuo intendimento di acquistare quello
che a perfezione e a maturit venire possa. Conv.
iv. 27. -
necessarie
all'entrare
nella
citt
corporale:
Coy.
24 (Cans. xvi.
;
7).
non che
fallo,
non
si
ausi
a fallare:
Conv.
IV. 25.
si
La Giovent
Coy.
26.
la
IV.
24;
ed
Con?;, iv. 7,
Ad
onde
gli
ma
ad altrui essere
utile: {Conv.
180
IV. 27)
:
FILOSOFIA MORALE.
ad essa
si
forte ed
amo-
2G
Cyanz.xw.l.
Che
si
Appresso
se,
la propria perfezione, la
quale
s'
acquista nella
non pur
magli
altri; e
come una
che dura
anni: Conv.
dente,
iv. 24.
si giusta,
larga
Da ultimo
Contemplando
passati
:
Dio
si
rimarita.
li
che l'aspetta,
E benedice
tempi
buono marinaro, che come esso appropinqua al porto cala le sue vele, e soavemente con debole conducimento entra in quello (Quando mi vidi giunto in quella parte Di mia et, dove ciascun dovrebbe Calar
Canz. xvi.
il
;
Come
le
vele e raccoglier
le
),
cos noi
doverne
mondane
operazioni, e tornare a
;
sicch a quello
E in avemo dalla nostra propria natura grande ammaestramento di soavit, che in essa cotale morte non dolore, n alcuna acerbit; ma siccome un pomo maturo leggiermente e senza violenza si spicca dal suo ramo; cos la nostra
vegna con tutta soavit
e con tutta pace.
si
nobile anima
in
questa et. e
cammino
mare
lo
e tornare a porto.
Oh
miseri e
vili
per
l
dove dovreste riposare, impeto del vento rompete, e perdete voi medesimi
e l
iv. 28.
Della Famiglia - Genitori e Figli. compagnevole animale; a sua sufficienza compagnia domestica di famiglia: Conv. iv. 1. -
L'
ei
UOmo
richiede
^'ella
casa
FILOSOFIA MORALE.
il
181
line
preparare
la
uno bisogna
che sia regola e regga, quale padre di famiglia si chiama, ovvero bisogna che in luogo suo sia un'altro, secondo la sentenza d'Aristotile: ogni cosa dal pi antico governata:
l'officio del quale,
altri
e legge:
De Mon.
Quando pi cose
uno
fine
sono
Conv.wA. movimento di
:
/>e iH/on. 1. 17. - (Una parola intuiti era ed un modo, S cheparea tra esse ogni concordia: Purg. xvi. 20.) Non v'ha cos intima amist come quella da buon padre a buon figliuolo, e da buon figliuolo a buon padre: Yita^.
pi volont:
22 -
Il
primo comandamento
il
di
correggere
suo
tiglio,
suonava
cos
maestramento del tuo padre. E poi lo rimuove incontanente dall'allrui reo consiglio e ammaestramento, dicendo: Non
ti
di lusinghe,
s
ne
di diletto
li
peccatori,
lo tglio
tosto
com' nato
mammella della madre s'apprende; cos tosto, come alcuno lume d'aniiiio in esso appare, si dee volgere alla correzione del padre, e 'l padre lui ammaestrare. E guardisi
che non
scuno
gli
dea
di s
sia contrario
all'altre.
E per dice e comanda la Legge, che a ci provvede, che la persona del padre sempre santa e onesta dee
apparere
a'
suoi
tigli ...
Al padre
si
alli
vuole Iddio.
E
'l
se non in vita
il
padre, reducere
si
dee
volont in padre
padre muore intestato, reducere si dee a commette il suo governo: Comimv. 24-
Ottime sta ogni hgliuolo, quando secondo le forze della De le vestigio del padre perfette
:
11. -
il
rendere
al
padre buona
testimo-
Conv.
IV. 29.
Ma
padre o da alcuno
FILOSOFIA MORALE.
di schiatta nobilitato,
non solamente
vile,
ma
vilissimo, e
scacciato: e deesi
il
L'uomo degno d'essere da lutti buono uomo chiudere gli occhi per non
in
sola
memoria
rimasa a'
Conv.
iv. 20.
Riverenza
Maggiori ed
a' iHaestri.
UnO
de' pi
line ordinale,
(
e quest' la Discre)
Conv.
I.
Discrezione,
discernimento
che
fa
conoscere l'ordine
di ragione
:
di
Coni', iv. 8
al
mag-
giore
di
il
minore
la
debita
disconfessare
IN'on
segno.
iv.
reverenza negare
debita
suggezione:
in
Conv.
8.
una
citt,
non saprebbe tenere le vie senza insegnamento di colui che le ha usale; cos l'adolescente eh' enlra nella selva erronea
di questa vita
dalli suoi
il
buon cammino,
se
maggiori non
alli
fosse mostrato.
il
mostrare
:
loro comandamenl non fosse obbediente Chiunque imprende il camino della virt, e vuol ragionare il fine della sua vita, deve seguitare fedele il savio maestro... cui la ragione commette il suo governo: Conv.Y.S. - Il discente quanto puote, segue il maestro: Inf. XI. 104. - Sicch debbono essere ubbiditi i maestri e
varrebbe, se
IV. 24.
Conv.
maggiori
che in alcuno
modo pare
che
il
commesso
La vera obbedienza conviene avere Ire cose, senza le quali essere non pu: vuole essere dolce, e non amara; e comandata interamente e non spontanea; e con misura e non
dismisurata
:
Conv.
i.
7.
li
- In
mestiere
gli artefici
deono sugmestieri e
gelli al principe e al
maestro
-Ei
non
le mira e
per dice
FILOSOFIA MORALE.
183
:
Quelli
morr che
si
di-
il
maestro
si
Conv.
iv. 7.
Per in
Conv.
iv. 17.
Ed
ia
allora
il
Pronto e libente
N
e vita,
solo obbedienza,
maggiori
abbiamo ricevuto ed essere e nutrimento sicch non paiamo ingrati: Conv. iv. 26.
costor
si
E se non
fosse
dicerei,
/?)/.
Che meglio stesse a te, che a lor, la fretta, lo non osava scender della strada Per andar par di lui: ma '1 capo chino
Tenea,
(
xvl15.
com'uom che
riverente vada.
)
/n/".
xv.43.
Lo Duca mio
E
cor>
allor
mi
die di piglio,
Reverenti mi
(
gambe
il
ciglio.
Purg.
i.
49.
davanti a Catone
Uella Bellezza - Si fa manifesta massimamente nella faccia, ma disfavilla ncj^li occhi e nella bocca. Tra le corporali boutadi vanno annoverate bellezza, fortezza e quasi perpetua valetudine Conv. iv. 19. - La bellezza del corpo risulla dalle membra, in quanto sono debitamente ordinate: C'onr. iii. 5. - Quella cosa dice l'uomo
esser bella,
dalla loro
le cui
parti
debitamente rispondono,
perch
risulta piacimento,
le
(il
5.
Quando
che l'ordine
membra rende un
armonia mirabile: e
getta sopra quelle
la buona disposizione, cio la sanit, un colore dolce a riguardare Coni', iv. f. - Non si pu avere buona abitudine di membra senza la sanit: De Man. ii. 6.
:
184
Nella faccia
ficio,
FILOSOFIA MORALE.
dell'
uomo l'anima
che
in
simile;
quivi
si riduce in atto. - Ma nella faccia, massimamente in due luoghi adopera l'anima, negli occhi e nella bocca, e quelli massimamente adorna, e quivi pone lo intento tutto
a far bello,
litudine
si
se puote: e questi
pu la presente puote l'anima esser passionata, che alla finestra degli occhi non vegna la sembianza, se per grande virt dentro non si chiude... Dimostrasi nella bocca, quasi siccome colore dopo vetro. E che ridere se non una coruscazione e dilettazione dell' anima, cio un lume apparente di fuori secondo che sta
negli occhi tanto manifesta, che conoscer
Di nulla cosa
dentro? Conv.
ni. 8.
Portamento
zionale,
esteriore.
Debbe
dove
la divina luce pi
nel parlare
e negli alti,
:
gli
fa mestieri esser
rare
Conv.
IV. 25. -
La soavit degli
in
tutti li
atti
che avvalora ed
Conv.
ni. 14.
E
quasi
al
atti
bellezza risplendente
suW onest
Conv.
ci
iv. 8. -
L' orrevole
dipinta
E di grande autorit ne' lor semLa gente d'anime trovata a' pie del monte del Purgatorio, andava pudica in faccia e nell'angravi,
Inf. iv. 112. -
in.
^1; ed
ei
ci
e gli atti
FILOSOFIA MORALE.
185
di riverenza
Par. XXXI. 49
Purcj.
XII.
IV. 25. -
il
viso
e fili
atti
adorni:
Conv.
da noi:
Atto
volentieri
lo viso in
quando contro a voglia si va, che s mostra in non guardare nella parte dove si va: Conv. i. 8. Sia moderato il riso con un' onesta soavit, e con poco movimento delle membra, sicch l'anima paia modesta e non dissoluta. E il poeta con soavissima espressione ne dipinge il mirabile riso della sua donna che mai non si sentia se non dell'occhio: Conv. ni 8. La fretta toglie il decoro alla movenza delle membra,
,
La
fretta che
/'
o-
AmmaeslramenH
si
degli
Antichi,
18: Sia
e
il
mento.... nell'apparenza
nei
movimenti
deve servare
2,
la persona ; e quello dello Somma, 102: - All'onest e gravit nuoce la fretta. (L'esser
affabile piacevolezza,
cortese,
la
amorevole,
loquela graziosa
voce soave,
avere
lo
sembianti
con
bella
tenza,
p. 270.)
e la
nome suo
ii.
sia ricevuto
i.
4.
Conv.
1.
Della Donna: sua bellezza; quanto pi semplice pi bella. Inverecondo vestire. Doti di che debbe andar fornita una d<nna. Pudore. Paura del disonore. Innanzi a donna non si tengano parole men che oneste. A chi debba la donna concedere i suol affetti. Belt e saggezza sono le virt con che la donna pu svegliare e ridurre in atto amore nell'uomo: Son. 10. Ma la bellezza d'una donna non si pu manifestare, quando gli
adornamenti
dell' azziniare e delle
veslimenta
la
fanno pi
{lyon
donne contlgiate,
non
186
FILOSOFIA MORALE.
cintura Che fosse a veder pi che la persona: Par, xv. 101) ; onde chi vuole bene giudicare d'una donna, guardi quella
quando
solo
si
sia
con
di stile e
abbondanza
il
di
parola affet-
ed
al
pennecchio,
e,
e,
padri
le
grande corruttela
dore,
si
bel
pu-
pu dire che
la
corruzione
al
colmo. E
il
poeta
le sfacciale
e svergo-
ed inverecondo vestire
si
fa
preveggente annunziatore
xviii. 2, ei
di
pur canta:
mercato rie' non saggi? Che il savio non pregia uom per vestimenta, Perch sono ornamenta, Ma pregia il senno e li gentil coraggi.
Yeggano
li
pongono
l'o-
che ornare
propria.
vanto
di
di ci fattore:
non
essi
donna non sia scompagnala da saggezza. E ch' pii bello in donna che savere? Ma oltre che saggia il filosofo la vuole pure cortese nella sua grandezza: Canz.ix.L Nulla cosa in donna sta pi ben che cortesa Conv. 11. 11. - Cortesia e oneslade luti' uno: Id. - E perch la
la belt in
3.
donna si possa dire gentile negli alti ed amorosa, Canz. xii. (Adorna assai di gentilezze umane: Caw:;. iv. 1. Gentile piaceri: V. JS. 26), debbe andar coroe piena di lutti nala di umilt: V.N. 26; cinta ed ornata alla guisa che
i
alla etade si
conviene:
Y. J\.
2;
vestita di gentilezza, di
amore
e di
fede:
.
lare: V. N.
5on. 18;
FILOSOFIA MORALE.
187
s
il
{Donna
sicura,
fallo
di
virl.
Inf.w. 18.)
pur udire
altrui divicn timida: per l'altrui fallanza timida s rimane: /^ar xxvii. 31. - Guardiano d'ogni pi bella virt
nella
donna
il
Pudore.
Il
mo
vedemo
donne buone
e neili adolescenti,
l
dove
si
ma ove
si
dipingono
fall
Oh
quanti
e
domande
eziandio
ma
che
la
IV. 25. - In
vilt e ignobilil:
Lo pudico e nobile uomo mai non parl s, che a una donna non fossero oneste le suo parole. Ahi quanto sta male a ciascun uomo che onore vada cercando, menzionare cose, che nella bocca d'ogni donna slieno male! Conv. iv. 2o. E donna leggiadra non deve amare se non chi segue virt e conoscenza. La bella ch'Amore consente essere in donna sin dal suo decreto antico, non fu formata che per disposarsi a virt: Canz. xviii. 1. - Onde ognuna che sente
nare.
dipillo pregio delia bellezza
ad uomo non
virtuoso, perch virt debb' esser seano d'amore. risca colai donna, che per cagion di voler
Oh
pe-
amare un
e crede
tristo
Amore
rafjione,
quando
volont e allo
Canz.
Conv.
xviii. 7.
Vergogna, Verecondia.
sonoranza
:
Vergogna
tema di di-
iv. 19.
pentimento del
fallo e
maggior difetto [Inf.xxx. 143); e ve n' ha un'altra che nasce da dispiacere, e questa trista: Inf. xxiv. 142. Vergogna
188
FILOSOFIA MORALE.
in lutti
non sempre
pu
far
l)uona scusa al
(
fallo,
ma
solo
Conv.
Che
fa
l'uom
di
v. 2o.
La Verecondia una paura di disonoranza per fallo commesso; e di questa paura nasce un pentimento del
fallo,
il
quale ha
fallire:
in se
a pi non
Conv.
Amore.
L'amore
Amor,
...
Amore
ed
Amore
che
sona amata:
naturalmente
che
le passioni della
s
amante,
amici
in
cos l'odio
gli
desiderio
e ogni
altra passione;
li
dell'
uno sono
perch
tulle le cose
comuni
Conv.
iv. 1 -
unimento di propria sua natura l'anima corre o tosto o tardi, secondoch libera o impedita Conv. in. 2. - Non subitamente nasce amore e fassi grande e viene perfetto, ma vuole alcuno tempo e nutrimento di pensieri, massi:
mamente
lo
impediscono.
contrario: Conv. n.
La mente
1'
si
diletta
sem-
uso massimamente
dilettoso
quanto
per
Ogni cosa amabile tanto pi amala, pi propinqua all'amante: De Mon. I.13 (//". v. 127).
Conv.
iv. 22. -
Quanto l'agente pi
la passione...
al
Onde quanto
cosa desiderata pi
si
FILOSOFIA MORALE.
189
;
appropinqua
bile e pi
(li
al
desiderante, lanlo
si
il
desiderio maggiore
l'anima pi passionata, pi
abbandona
la
ragione:
10. -
Due
sorte
amori
vi
.
amar si pu bellezza per diletto, E amar puossi virt per alto oprare. Son.
.
42.
Amicizia.
profanato:
il
i
Il
nome
di
amico
sacro,
ma
pi sovente
proverbio
ci
amicizia
amico di ventura come rota si ffira. - E della apprendeva questi nobilissimi dettati: Quegli si
:
non
ed a cui
la
be-
nevolenza
cosacch
nostra vita
alla verit
'.
di
quelli
abbisogni:
8.
Dall'amore
la
e alla virt
nasce
la
vera perfetta
cagione efficiente
11.
xxii. 10.
quella
utilit,
non
amist vera,
si
ma
per acci:
meno amist
amistadi
pu
dire
Conv.
11 - La maggior parte
dell'
si
paiono seminare
nell'et prima,
perocch
in essa
grazioso:
la
reggimenti
che sono dolce e cortesemente parlare, dolce e cortesemente servire e operare Conv. iv. 25. Intra dissimili di eostumi
:
si
vede, similitudine
iii.
comune
la
1.
3; ni.
1.
Simiglianza
si
3. si
amico
si
fa
Conv.
E non meno
dissimili
che
simili di stato
a chi
190
FILOSOFIA MORALE.
alle
preemnenli
inferiori
persone.
Ove
poi
rivolgasi
lo
non conster che ari illustri e sommi principi assai di frequente s'amicarono uomini di fortuna oscuri e per onest preclari? E come no? se anche tra Dio e l'uomo non vien per dismisura
s, forse
ad impedirsi l'amicizia? Ep. a Cangrande, ^ ^. - ^e non che nelle persone dissimili di stato conviene, a conservazione
di quella,
in tra loro,
che
la dissi-
militudine
similitudine
quasi
ni. 1.
riduca,
siccome
si
intra
il
signore ed
servo: Conv.
-Ciascun amico
1.
duole del
ama: Conv.
1.
Conv.mA.
contare segretamente:
Quando l'amico
amico quello
conosce
che
vergogna crescerebbe
suo
ammonendo, o menomerebbe suo onore, o conosce l' amico suo non paziente, ma kacondo all'amonizione, ei s'adopera come quello savio guerriero che combatte il castello da un lato per levare la difesa dall'altro, che non vanno a una
parte la 'ntenzione dell' aiutorlo, e la battaglia: Conv.
li
in. 10.
muove
lui...
l'amatore a tre
a esser
1'
cose: l'una
a magnificare
l'amato; l'altra
Quanto
amico
ha
di
boutade
in
podere ed occulto,
ei
lo fa
avere in atto
provvedenza:
nel
Con?;. 1. 10. - Provenzano Salvani liberamente campo di Siena, Ogni vergogna deposta, s'affsse: E l
per trar V amico suo di pena. Che sostenea nella prigion di Carlo, Si condusse a tremar per ogni vena: Purg. xi. 134 - Gli amici sono quasi parti di un tutto, perocch 'l tutto loro
uno volere e uno non volere: Conv.
i.
6.
Uno medesimo
si
accresce per
consuetudine: Conv.
II.
1.
13
-Un
sol volere
d'ambedue:
Jnf.
138: Tanto
m'
bel,
quanto a te
non mi parto dal tuo volere: Inf. xix. 38: Esser non puote mio (voler) che a te si nieghi: Purg. i. 57. Se gli amici hanno uno stesso volere, dunque gli stessi desideri!, dunque la stessa fisionomia per cui vengono appalesati:
il
FILOSOFIA MORALE.
Pur
191
mo
venieno
S che d'
fei.
^'olisi la
Che tutti i carchi sostenere addosso De' l'uomo infino al peso eh' mortale. Prima che '1 suo magi,More amico provi, Che non sa, qual sei trovi E s' egli avven che gli risponda male, Cosa non che costi tanto cara; Che morte n'ha pi testa e pi amara. Canz.
;
i.
3.
Consiglilo e Consig;iicrc.
Male tragge
al
segno
quello che noi vede; e cos mal pu ire a questa dolcezza chi
prima non l'avvisa... Onde nobilissimo e necessario questo segno vedere, per dirizzare a quello l'arco delle nostre
operazioni, e
massimamente
adunque ci mestieri ricorrere agli altrui consigli, se da noi medesimi aver non li possiamo Purg. in. 62. Il buon con:
ad ogni
xvm.
13.
Uno
de' caratteri
buon consigliere
si
che abbia
le
esperienza
del
e
mondo,
perch
cose conte:
i
Inf.xw. 62;
i
vengono buoni consigli, quali conducxDno s ed altrui a buon line nelle umane nostre operazioni Conv. iv. 27. Qualunque ora lo guidatore cieco, convien ch'esso e quello cieco ch'a lui s'appoggia, vengano a mal fine: Conv. i. l. Tutte le qualit del buon consigliere sono
:
in
questo verso:
xii.
45; essa
{Inf.
mostrer ci che
67),
II.
necessario al nostro
campare
al
e con desiderio
1*35),
disporr
il
nostro
cuore
bene
:
onde noi acquisteremo prode nelle parole sue consigliere prudente non attender Il dimandati consigli, ma preveggendo per lui, senza richiesta, ce ne sar liberale, siccome la rosa che non pure a quello che
{Inf.
va a
lei
per
lo
ma
ci
eziandio a qua-
lunque appresso
il
va
Conv.
iv. 27.
Come
il
abbiamo scelto
ha concesso
cielo ci
192
per nostra salute,
FILOSOFIA MORALE.
padre {Pura. xxx. 50), acquetarsi in lui; esso intender meglio che noi ragioniamo: Inf. ii. 35. E sar pur bella cosa
a noi, del suo
nostri
pensieri,
ammonir
ez'.andij
ci
comunicargli
vero:
quando
ci
sar confermalo
Son
io
pi certo:
ma
gi
mi era avviso
dirti. Inf. xxvi. 49.
voleva
consigli che
alla nostr'arle, e
ci
che
diede
non
li
ha
dati. Quelli
figliuoli all'arte,
ma
non
s'i
che non
convengano alcuna volta decimare cio a quelli miseri, a cui solo il grado divino
a Dio) rimaso
:
e dare a Dio,
(F esser cari
Conv.
iv. 27.
Prudenza.
memoria
conoscenza delle
buona si richiede documento, e buona presenti per non prender inganno a deteresser
prudente
E
il
il
la
sua
Prudenza
il
conoscere
le
cose presenti e
provedere
future. -
Prudenzia,
cio Senno,
per
virt,
avvegnacch
mostri
la via
morali
e
virt,
per
che
si
compongono,
senza
quella
ssere
non
possono.
sbadatamente avventurarci,
virt
II s'
ma
ci
duopo guardare
Pwrg.
xii.
la
nostra
e\h
aW alto
passo: Inf.u.X.-
76;
non
innanzi di mettersi
ad alcuna opera
eletto seco
bera
preveggano
che po-
vengano
meno
gli
prudente ade-
FILOSOFIA MORALE.
193
pera ed istma Che sempre par che innansi s prover/qia: Inf. XXIV. 2'J. - Egli buono armarsi di provedenza: Par. xwi.
109.
La prudenza
Ma per
e la cautela
L'imprudente ha varihezza
sempre si tiene Pusillanimit. Il pusillanimo. meno che non ... il pusillanimo sempre fa maggiori gli altri che non sono... Con quella misura che l'uomo misura s medesimo misura le sue cose, che sono quasi parte di s medesimo Conv. 1. 11. Fortezza nelle sventure Nell'avversit non ci venga mai manco la fortezza; ma dobbiamo essere presti,
:
{Inf.
xx 53),
j,
Par. xvii. 24
a chi pi s'abbandona: Par. xvii. 107. - Aristotile disse che quanto pi l'uomo soggiace all'intelletto, tanto meno
soggiace alla fortuna: Conv.
iv. 11.
Onde
la
durezza
Gino:
tro
1
dell' esigilo
avea purificato
suo amico
prego,
che
llosofi,
Seneca,
a noi
come
da un padre ai figli son porti; e dalla memoria tua non cada un momento quella sentenza: se voi foste cosa del mondo, il mondo ci eh' sua cosa amarebbe: Ep.iv.Ho. Del Tempo t buon uso del Tempo. Tutte le nostre brighe, se bene vegnamo a cercare li loro principii, procedono
quasi dal non conoscere V uso del tempo... che in tutte nostre
operazioni
si
deve attendere
'1
Conv.
iv. 2.
Cos
Maestro; ed
'1
Perduto
ed ejji
Prenderai
di nostra dimora. Pur^.x vii. Non perder l'ora. Inf xin.80. Pensa che questo di' mai non raggiorna ... Io era hcn del suo ammonir uso, di
89.
non perder tempo... Pwry. xii.84. il tempo non si perda Per poco amor ... l'urg. xvm. 103. VOL. 11.
Ratto, ratto, che
Par
191
Il
FILOSOFIA MORALE.
tempo che
e'
imposto
si vuole.
Pi utilmente compartir
Purg.
xxiii. 3.
Quanto uno
pi avanti
II
nella
tanto pi apprezza
confronto di ci che
gli
:
suo perfezionamento
78.
Del parlare.
la
le parole, dice
Sapienza.
Il
volgo misura
Il
dottrina dal
numero
le
delle
Savio misura
e sceglie loco e
parole
dee
parole sieno ricevute e fruttifere vengano : Conv. tv. 2. Le troppe parole, e malamente gettate, potrebbero non essere ben ricevute e tutte andare in erba vana; e le troppo scarse
sterilit
d'opere buone
lo
agli
Conv. iv.
2.
Il
nostro parlare
A'.
14),
male, dovendo essere, quasi seme ci' operazione, {Conv. iy. 2) e sempre ad alcun intendimento e utilit E perch le nostre
.
parole ottengano
il
migliore e
pi sicuro efletto,
il
savio
suole proferirle con voci soavi dilettose o piacenti a chi le ode, e indi persuasive della verit di cui sono interpreti
fedeli:
Co?tr.
ii.
2.
nobili spiriti
la
piana {Inf.
ii.
(Par.
la
i.
95]
ei
parlare onesto e
113; in/, x. 23.
inf.
cilia
II.
67,
Il
adesca e ne con-
la
benevoglienza altrui:
xiii. 53.
Taluna volta
si fa
pi scolpita ed animata,
onde Dante;
Talor parliamo l'un alto, e l'altro basso, Secondo l' affezion eh' a dir ci sprona^ Ora a maggiore, ed ora a raiuor passo. Purg. xx. 118. La voce mia di granile affetto impressa. Par. vni. 44.
Ma
ci
:
il
precetto del
poeta
FILOSOFIA MORALE.
Parla, e
.Non
Il
sii
195
xiii. 78.
dimandar pi die
V. N. 12.
li
V. Y. 10.
buono
udito
che non
di
rado
fia
laudabile
tacerci:
Inf.
XV. 103; ed
Il
tacere bello,
S coni' era
iv. 101;
consiglio
tempo
>
e loco...
'1
mezzo
Lode
<i
Lode d'altrui.
Parlare alcuno di s
li
concede per
lodare non
medesimo pare non lecito... Non si reltorici, alcuno di s medesimo sanza nenon
sia
maggiormente
vituperio chi
E ancora
tanto
la
la
propria loda
il
proprio biasimo
uomo che
sia di s
vero e giusto
Conv.
i.
2. -
L'essere lodatore
di s
medesimo
/ postutto biasimevole
a chi'l fa:
cessit
Y. iY. 29. il
neir esprimere
costretto a registrarlo:
xxx.
G3.
Dante,
e'
che
fece
una volta sola nella sua grande opera, tuttavia si vede quanto accuratamente e' se ne scusa, e come e' rigetta
la colpa nella necessit,
che
di
uomo: Quando
necessit qui
si
io
mi volsi
al
registra.
lecito lodare,
giare s medesimo,
suo
li
i.
196
FILOSOFIA MORALE.
L'uomo
degno
ma
in
non ha podest, non merita n vituperio, ne loda; perocch l'uno e l'altro da rendere ad altrui, avvegnacch le cose siano parte dell'uomo medesimo:
Conv.
al
111.
2.
viso alcuno
Conv.
i.
2.
- L'
sontuoso a lodare
s'egli piacere
altrui,
della
non ponendo bene propio mente persona lodata; perch molle volle
d biasimo,
Conv.
o per difetto
Onde molta
10.
conviene
iii.
Compagni
naturalmente
IV. 1. -
cattivi.
Le
avviene che
st nel
mondo
Se
si
confonde
t'
Canz.
ti
xviii. 7.
forb. Inf. xv, C9.
invita, o ti ritiene,
ti
metta.
Che
buon
col
tiene.
Ma
egli avvien,
altri si getta
In compannia, che non ha che disdetta Di mala fama, eh' altri di lui suona. Con rei non star n ad inciegno n ad arte;
Che non fu mai saver tener lor parte. Canz. xm. Chiusa.
dice Salomone,
mirando
le loro
cammino
di
Che
fa
nascere
fiori e
xxn.
47.
Quivi son
li
gigli,
si prese il buon cammino. Par. xxiu. E r amorosa fronde Di radice di bene altro ben tira. Poi suo simile in grado. Canz. xvm. 7.
Al cui odor
74.
Stoltamente
ei si
costumi ammaestrare
le
mani
di
FILOSOFIA MORALE.
197
bench queste persuadessino il falso e quelle il vero: De Mon. i. lo. - L'esempio assai pi efficace che la parola: 1' esempio spesso quasi mai la parola: basta
le parole,
;
ti
rendo,
Se non
lo far:
che
1'
la
dimanda onesta
76.
Si dee seguir
con
Anche
si
di
leggeri
guastano:
ch'ha nome Alagia:
casa
Buona da
s,
purch
la nostra
E pi
funesto e ruinoso, se
La mala condotta
dal grandi:
la
cagion che
il
mondo ha
Perdono
carissimi,
nemici. Perdonate, perdonate oggimai che con meco avete ingiuria sofferto; affinch il
a'
5.
pastore vi conosca pecorelle del suo gregge: Zp. v. Amate da cui male aveste. Purij. xm. 36. Lo mal eh' avem sofferto Perdoniamo a ciascuno, e tu perdona
Benigno, e non guardare
al
iwihira,
e si fa ghiotto
della
mente
il
W aprir
alti
cuore
all'
Della ivobiif k.
matrimoni,
gli
gli
le signorie grandi,
gioni di nobilt,
durata La
falsa opinion
i
tra
nui, Che
ISipote
Vuom chiama
fllio
colui
Uomo
fjentil,
che pu dicere:
fui
di cotal valente.
Ma
cam-
vilissimo
mino,
poscia V erra,
sembra a chi 1 ver guata Chi avea scorto E tocca tal, eh' morto e va per
(siccome
si
terra...
Che
le divzie,
crede)
Non
posson gentilezza
di
198
FILOSOFIA MORALE.
nobilt
L'
non avendo
rumi
umana
La
nobilt...
cielo...
vunque
nobilt:
virt,
iv.
nobilt...
Conv.
La nobilt se
di
generazione
in
generazione non
si
siccome un manto
in
bici lo
di
quando
logora,
il
tempo
di
sangue,
Ben
se' tu
manto cbe
tosto raccorce,
non s'appon di die in die, Lo tempo va d' intorno con le force. Par.
S che se
xvi. 1.
io
;...
sono
se
i
di
cotale
schiatta;
120)
che
il
divino seme
non cade
in ischiatta,
la stirpe
cio in istirpe,
ma
non
fa
le sin-
ma
le singulari
L'uomo
vile,
gli occhi
che
in
sola la
memoria
Le ricchezze pericolosamente nel che sommettendo ci che promettono, apportano il contrario. Promettono le false traditrici sempre, in certo numero adunate, rendere il raunatore pieno d'ogni appagamento; e con questa promissione, conducono l'umana volont in vizio d'avarizia... Promettono le false traditrici, se ben si guarda, di trre ogni sete e ogni mancanza, e apportar saziamento e bastanza: e questo fanno nel principio a ciascuno uomo, questa promissione
loro accrescimento
Delle Ricchezase.
sono imperfette,
in loco
di
di
saziamento e
di
refrigerio,
FILOSOFIA MORALE.
loco di bastanza, recano
199
cio
maggior quantit a desiderio; e con questo paura e sollecitudine grande sopra r acquisto. Sicch veramente non quetano, ma pi danno cura, la qual prima senza loro non s'avea... Conv.
nuovo termine,
IV. 12.
si
misura che
si
viene acquistando
-
gli
umani
desideri!
come vivono sicuri, quando di quelle hanno rannate, come s'appagano come si riposano. E che altro cotidianamente pericola
alcuno?
lo
e uccide le citt,
le
contrade, le singulari
si
pu:
Coiv.w. 12.
-La
male;
camminando,
lo
in
soggiornando,
di
li
ma dormendo, non
mondo vanno, che
fan tremare,
pur
perdere
miseri
ma
la
sanno
vento
fa
dimenare,
lo
cammino pi
al
breve...
E quanto
posseditore
di
della ricchezza
prendere quella
possessione?...
sione,
Anche
privazione di
bene,
quale
fa gli
uomini
vera
splendienti e amati...
L'uomo
di diritto appetito e di
ama; e non amandole non si unisce ad esse; ma quelle sempre di lungi da s essere vuole, se non in quanto ad alcuno necessario servigio sono
le
conoscenza
ordinate
il
perfetto collo
diritto
si
imperfetto non
d'appetito e verace di conoscenza, per loro perdita non disface: Conv. iv. 13.
La descrizione che
73. 96),
fa
il
Inf. vil
contrario a quello
200
tleir antichit.
FILOSOFIA MORALE.
Se presso a' Gentili essa una Dea cieca che dispensa pazzamente beni del mondo, in lui un angelo ministro della Provvidenza, che governa sapientei
mente
la
il
conseguenza
la
di
cUfension
l'
de' senni
polente sia
vicende, e ci ha
Delle Yirt caritative. Piet; VIisericordia ; Beneficenza ; L<arghezza. Di una sorta di lar ji^hezza detestabile. Piet ed umilt, massimamente congiunte, fanno della persona bene sperare, e massimamente la piet, la quale fa rlsplendere ogni altra bont col lume suo. Piet non passione, anzi una nobile disposizione di animo,
cio dolersi
dell'altrui male,
uno speziale
Conv. u. 11 -Misericordia
1 -
madre
;
di
beneficenza: Co7iy.
bene
ma
8.
non
trista
onde se
il
dono non
lieto nel
:
id.-La dimanda onesta Si dee seguir con l'opera tacendo: Inf. XXIV. 77.- Com' anima gentil che non fa scusa. Ma fa
sua twglia della voglia
dischiusa
:
altrui, Tosto com' per segno fuor Purg. xxxiii. 130. - La nostra carit non serra
porte
libero e
non
isforzato
:
onde
la
provata liberalit
'l
si
perciocch dare
domandato da una
perch dice Seneca
:
ma
il
compera, tuttoch
si
spendono: Conv.
donare
in
i.
compera, che quella dove e'prieghi 8.- Io vo' che ciascun m'oda: Qualcon
trista
smaga. Che
vender tanto caro. Quanto sa sol chi tal Volete udir, se piaga? Tanto chi prende
gli
FILOSOFIA MORALE.
e s
201
il
bisogno
altrui
gli
non apre subito le ali delle mani, ma attende che dimandi l'opportuno soccorso prima di prestarlo, gi ha negato: Che quale aspetta prego, e Vuopo vede, Malignamente gi si mette al nego: Purg. xvii. 59. Quegli,
si
ix. 24),
conosce
lo
altrui biso-
buono: Purg.xwiu.^^.
La sua
pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiale Liberalmente al dimandar precorre: Par. xxxiii. 16. Il dono poi deve andar condito con soavi ed accorte parole, perch Vovra tanto piii gradita Dell' operante, quanto pi appresenta Della bont del cuore ond'
dono dee essere simigliante a quella del ricevitore; cio a dire, che si convenga con lui, e che sa beneficii maggiore quello utile: Conv. i. 8. - In tra tutti
La
la
provvedenza
in far s
che
al ricevitore
vada
l'
l'utilit
conseguente
la
memoria
i.
il
Quando
l'uomo riceve beneficio deve mostrarsi conoscente ver lo benefattore Conv. ii. 7. - Avvegnacch non possiamo simile beneficio rendere... ci corre obbligo rendere quello che migliore per noi si pu con tanta sollecitudine e prontezza, e cosi almeno mostrare la nostra buona volont: Cony. in. 1. - Ma non rado che l'opra grande bella riesca mal gradita: Par. xi. 128; e che di buon seme
poi
:
.si
e torni
molto diverso
il
guiderdon dal-
l'
Larghezza virt,
fa gli
la quale perfetto bene, e la quale uomini splendidi e amati: Conv.w. 13. - Ma la lar-
ghezza vuole
essere a luogo e tempo, tale che il largo non neccia a s, n ad altri la qual cosa non si pu avere sanza prudenza e sanza giustizia Conv. iv. 27. - E il filosofo tocca il sublime, quando con veemente eloquenza, sgorga: :
202
tagli dal cuore,
stillanti dello
(f
FILOSOFIA MORALE.
di larghezze,
che rapite
meno
al-
le
mirabili vestimenla;
drappo d'in su
l'altare, e coprirne
si
Non
altrimenti
dee ridere,
ti-
ranni, delle
alla
vostre
li
messioni,
sua casa
li
con
mensa,
iv. 27.
DOTTRINE TEOLOGICHE.
La
divina scienza... piena tutta di pace, la quale
non soffer lite alcuna d'opinioni, o di Kofstici argomenti, per la eccellentissima certezza dol
fettamente ne fa
suo suggello lo quale Iddio... Questa... peril vero vedere, nel quale si
COKV.
II. 15.
Thelogus Dantes nullius dogmatis expers. - GIOV. DAI. VIRGILIO. Ed ho imparato pi teologia In questi giorni clie ho riletto Dante
fatto
non
avia.
SALVINI
teologi
a F.
REDI.
Dante
u' era
c'est le
pomc du
Dante. Le divine Comdie est l'eipression potique du Christianisme orthodoxe, du Ch;i.stiaiiisme plein de jeunesse et de foi.
MAGNIN.
L'
UOmO
debb' esser conlento a quelle dimostrazioni che si possono ricavare dagli effetti, pei quali si viene in cognizione delle
cagioni loro, e
quello
in
di
che
falli gli
ammaestra
Fede:
DOTTRINE TEOLOGICHE.
203
soffcrr
la
tormonli e caldi e
Virt dispone,
pieli
Simili corpi
Che come
Malto
fa
si sveli.
chi
Possa trascorrer
in tre
Pur^.m.
31.
Se coli' umana ragione si potesse tulio comprendere, non si sarebbe veduto nel mondo desiar senza fruito tanti
sublimi
intelletti,
in cui si
che ora dato loro eternamente per lutto. state contenti, umana gente, al quia
Che se potuto aveste veder
tutto.
;
E disiar vedeste senza frutto Tai, che sarebbe lor disio quetato.
Ch' eternalraente dato lor per lutto. Purg.
iii,
3".
Onde
il
noi
dobbiamo
fine
Ed
la
a simile
intendimento n'avverte
che a certo
bada
ma
Non
:
da parte dello
Conv.
iv. 13. -
scibile
des
convenga,
possibile
ma
sapere a misura
Tutto non
di conoscere,
dacch
la
del
tutto
l'angelico
Conv.
iv. 5.
lentem usque ad perfectionem reperies? Audiant Psalmistam dicentem: Mlrabilis facta est sclentia tua, et me confortata Quam est, et non poter ad eam. Audiant Isaiam dicentem distant coeli a terra, tantum distant viae meae a viis veslris. Loquebatur equidem in persona Dei ad hominem. Audiant
:
quam
vocem E
dicentis:
potestis
venire. Et haec sufficiant ad inquisitionem intentae veritatis: 22. nel Cont\ Tratt. IV.
5:
Oh
istoltissime e vilisslme
204
DOTTRINE TEOLOGICHE.
E debole
tra
la filosofia, a cui
mezzo
l'umano
Lume
Dir
ti
intelletto e Dio.
.
.
Quella
ti
fia
tra
'1
vero e
l'
intelletto.
Purg.
vi. 44.
t'aspetta
Lo
figliuolo di
le verit
sopranaturali,
cose
noi necessarie
ci
rivel....
De Non.
iii.
15.
Misterj.
perci
il
che Dio stesso per la grandezza dei medesimi fu costretto rserbarne gran parte per s. Ei gli sarebbe stato impossibile,
se anche lo avesse voluto,
farsi
umana
il
sesto
In tutto
si fare
il
impresso
suo verbo
Non rimanesse
Noi non possiamo veder per entro all'altezza de' Misteri, mentre che il nostro immortale col mortale mischiato, ma
per ragione
lo
vedemo
si
ombra
in
cV oscurit,
la
mortale
coli'
immortale: Conv.
Le verit
della fede
;
vedranno
ivi
il
altri principii
giacch
e si chiarisce:
L (nel cielo)
>'on dimostrato;
si
ma
per s noto,
1'
A
I
uom
accendere ne debbono di voglia di vedere Dio, onde conoscere ci che noi teniam per fede Por. ii. 37.
misterj
:
DOTTRINE TEOLOGICHE.
205
DO nella sua eternit, fuor dei limili del tempo, e fuor d' ogni limite comprensibile dell'
Della Creazione.
dirsi
intorno a
Dio
fu
compiuta
processo di tempo, n questo vieta che, secondo quel concetto venissero poi le creature svolgendosi in nuove specie,
le
quali tutte
di
non
solamente
non
il
erano fuori
fine diretto.
del
concetto
Dio,
ma ne
le
costituivano
Par. xxix.
L'eterno
Amore
sue magnificenze;
Non per avere a s
Ch'esser non pu,
di
bene acquisto,
ma
tempo
fuore,
Fuor d'ogni altro comprender, come i piacque, S'aperse in nuovi amor l'eterno Amore. l*ar. xxix.
13.
L'esistenza di
li
mini di
tutti
I
abbiano
dimostrati.
Idee; nel
le
i
chiam
La
filosofi si
nome
d'Intelligenze.
ha
squarciato
il
velo
che
ne separava
da
loro
queste
creature eccellenti.
numero
della
va
Il
di
paro
colle
loro
perfezioni:
nella
loro
intendimento,
fermo
verit,
oblio
non conosce questa alternativa, a noi propria, di di rlminisccnza: Par. xxix. 70. La grazia illula loro fedelt
la loro
volont,
mai d'esser libera nell'abitudine della 58. In quelle dunque la potenza non
dall'atto; l'alto semplice constituisce
il
giustizia
si
Par. xxix.
distingue
punto
loro
modo
di essere,
ciascuna gerarchici
206
DOTiaiNE TEOLOGICHE.
d'una delle
tre
persone
in s
della Trinit;
a ciascun ordine
un'attribuzione
differente,
attivo.
nove
cori
motori delle nove comunicano una celerit proporzionata essi medesimi sono infocati, e intervengono
i
a tutti
fisico
si
Par.
ii.
27
Ma
I
esercita nel
mondo
morale.
costruiscono: Conv.
si
ii.
14,
il
seme
si
svolge
mescono
coi beati,
mostrano
giudici,
guardie e con-
i medesimi combattono con esito alterno, perch la salute e la perdita delle anime sono il prezzo delle loro contese Par. XXXI Pura. v. 1 04 viii. 9o; ix. 76 Inf. ix. 85. e passim. Ozanam, Dante e la Filosofa cattolica. P. II. cap. lY. 4. Una parte degli angeli appena creata prevaric, ^el Convito, 11. 6, ei ritiene che una decima parte non fosse
nemici, e
fedele a Dio
Fu
maledetto
...
Superbir
mondo spirituale dove avevano il primo posto, questi angeli ribelli abbiano subito vergognosamente una trasformazione materiale, e abbiano del pari ricevuto forme corporee {Inf. passim, soprattutto Jnf. xii. XVII. xxxi); nel mentre che loro si concede un impero quasi
Ei pare che, caduti dall'altezza del
supremo
i
sulla natura.
Ad
essi
si
sono soggette
le
le
tempeste,
[Purr/. v.
fulmini, e al loro
cenno
raccolgono
acque
112),
appagano talvolta
la loro
intervento soprannaturale
ti
si
legano
della
maga;
ma
essi esercitano
un'azione pi generale
-%
e pi costante sugli
umani
DOTTRINE TEOLOGICHE.
loro.
207
Noi
della
vedemmo tciulere insidie lungo l'arduo cammino scienza. Li vedemmo aprire alle Ire sorla di conculi
piscenza
le
non
la
si
stancano,
le
che attira
volont ondeggianti
la
Inseguono
tomba, n temono
contenderla agli
angeli, e di rinovare
cos'i le lotte
Inf.xwu.
a
che
Ne
al
tempo
Non furono
fur fedeli a Dio,
ma
in.
-28.
Cos per una reminiscenza della poesia pagana che la teologia cattolica
Giganti,
mutali
in
demonj,
sono
fatti
guardiani dello
ai
luoghi
o in diverse
parli,
e ricevono
danno:
/m/". viii.
82; xxi.
il
Ma
primogenito, gi
pi bello
tra gli spiriti, e che ora la pura volont, che cerca soltanto
il
dolore,
il
il
sistema dell'iniquit.
Il
peccato e
il
anime sono ci che la gravezza pel corpo, lui hanno precipitato dove il centro istesso della terra, a cui tendono tutti corpi. La generale gravitazione
che per
le
lo
i)arli lo
stringe;
la
il
suo
pena
II,
il
Dante
la
Filosofia
Le Religioni se-
208
DOTTRINE TEOLOGICHE.
nei loro
gnano
dogmi
la
l'antesignano di questo
S' ei fu s bel
movimento
di
degradazione:
com'
E contra 'I suo Fattore alz le ciglia, Ben dee da lui procedere ogni lutto. Inf. xxxiv. Questa natura al suo Fattore unita Qual fu creata, fu sincera e buona
; ;
34.
Ma
Da
Di Paradiso, perocch
torse
L' idolatria,
fil:
vili.
1.
iv.
e seg.
Della Redenzione.
signifi-
Come
di
vii. 85.
Che
zione
poteasi
in grazia
;
Dio doveva rimettere l'uomo, o l'uomo doveva dare a Dio una riparafare allora?
dunque
ma
l'uomo non potea tanto inchinarsi, quanto aveva la sua superbia: dunque Iddio solo
lo fece
poteva riparare, e
di farlo per s
Dimesso avesse, o ehe l' uom per s Avesse soddisfatto a sua folla...
Non potea
1'
uomo
Mai soddisfar, per non poter ir giuso Con umiltate, obbediendo poi. Quanto disubbidendo intese ir susoj E questa la ragion perch l' uom fue
Da
Riparar
Dunque a Dio convenia con le ve sue l' uomo a sua intera vita. Dico con 1' una, o ver con ambedue ...
.... Pi largo fu Dio a dar s stesse
In far r
uom
sufficiente a rilevarsi.
sol
da s dimesso.
Alla giustizia, se
Non
DOTTRINE TEOLOGICHE.
209
felici l,
cos'i
ardui!
la
Paradiso
si
Redenzione...
Limbo) un Possente
Con segno
Ed
vo' che
essi,
Spiriti
Prescienza di Dio.
distrugge
la libert del
scie\iza,
che
fa la
non
scienza l'evento:
del
quaderno
stende.
Tutta dipinta nel cospetto eterno. Necessit per quindi non prende,
in
che
si
specchia
xvii. 38.
vede; e nondimeno
l'
Egli
ma
cela lui
Della Grazia.
la
a infondere
:
Grazia impenetrabile
Per larghezza
umano
intelletto
di grazie divine,
Che s alti vapori hanno a lor piova. Che nostre viste l non van vicine. Purg. xxx.
112.
indispensabile
tittare:
a noi
la
appro-
D oggi a noi
Senza
la
la cotidiana
A
Grazia:
qual per questo aspro diserto retro va chi pi di gir s'affanna. Purg.
La sollecitudine di
ben
operare rinnovella
in
noi
la
merito
si
la
Grazia in ragione
dell' affetto
con che
E non
raccoglie
ma
sie certo,
voL. n.
14
210
Secondo che
/)0TTR1^E TEOLOGICHE.
Clic ricever la grazia meritorio,
l'affetto
1'
Quando
Lo raggio della grazia, onde s'accende Verace amore, e che poi cresce amando,
Multiplicato in te tanto risplende.
Che
ti
Per
la scala del
risalirla.
donde nessuno discende senzn Gustale una volta le delizie del cielo, non si pu
Paradiso,
al
scendere
manifesti,
conviene
daW ombra
la
che impedisce
il
lume, onde
monte a spogliarvi
121.
Tirfii CardiiBaii.
i
di tutti
tempi, foriere
noscono
la rivelazione,
cielo,
ww.
131. -
Pury.
necessario
che
ben
fiso
Convien eh'
a' nostri
raggi
si
B>eiia Fede.
S. Paolo,
cose sperate,
E arf}omento
delle
Chiesto egli lass ne' cieli delle cose ch'ei credesse e delle
ragioni del suo credere risponde: l'autorit delle scritture e
miracoli
l'essersi
; i i
quali se
non fossero
sarel)he
il
miracolo massimo
senza miracoli propagata la fede s ardua all'umana debolezza da uomini poveri ed astinenti. Le cose che crede sono: l'unit, eternit immutabilit di Dio, dimostrategli da
prove
gli
La fede
(1)
confermaiio;
(1)
Principalissimo
miracoli
fatti
DOTTRINE TEOLOGICDE.
21.1
gli
vengono anco
la ri-
ma
la
divina autorit
la
corrobora e
della fede
soggiunge di credere
IV. 35.
credenza
il
-La porta
il
bat-
tesimo: Inf.
Inf.
II.
La Fede
conte
sali
princpio
di salvazione:
28;
essa
cieli
fa
V anime a
Dio:
Al regno de'
non
Dio: Inf.
IV.
38.
sal
in Cristo,
N pria n
La fede verace {Par. xiv. 41) vince ogni errore [Inf. iv. essendo che illuminata dalla somma luce del cielo ogni nutorilfi convince, n pu mentire, n torcersi da via di
48),
onde
la stessa
Nemo, quantumcumque moralibus et inlellectualibus virlutibus, ctsecundum habltum etsccundum operationem perfeclus, absque lde salvari potest: dato, quod nunquam aliquid de Christo audiverit; nam hoc ratio humana per se justum inlueri non potest, fide tamen adjuta, potest: De Mon.u.
8
Qui
in
filium
Dei Christum,
praesentem,
sive
jam
in.
La fede pi che
tutte
le altre
l'umana generazione, siccome quella per la quale campiamo da eternai morte, e acquistiamo eternai vita: Conv.m. 7. Ma egli non basta picchiarsi il petto pel conseguimento della salute; la fede senza l'opere morta:
Ma
vedi, molti irridan Cristo, Cristo,
in iiindicio assai
Che saranno
106.
...
suoi. Molti
minore del suo potere, e fatti poi nel nome suo per li santi sono s ostinati che d quei miracoli per alcuna nebbia siano dubbiosi, e non possano credere miracolo alcuno, senza visibilmente
di ci
avere
sperienza. Conv.
iii.
7.
l'
Tommaso
pruova. D^ Mon.u.
4.
212
D0TTR1^E TEOLOGICHE.
Della gloria futura,
il
qual produce
6".
Da
ma
blimi cantici
di S.
Davidde,
al
l'
i
alta
Teoda,
Jacopo vennero
poeta
fondamenti
di quella
speranza
stillata
die
luce piovuta
insieme
dall'alto.
essere
Iddio infinito ed inejfahil bene deve Della Carit. Filosoia e autorit rivelata il nostro supremo amore
:
ce lo insegnano.
Filosofia che ci
pagani,
che scende anch'essa da tradizioni rivelate in origine, insegna che Dio il supremo desiderio delle cose immortali,
e
ci
l'
eternit di Dio
l'
immortalit
Mos
Dio
autore
primo del bene e rinnovatore di quello. Ragioni ed indirizzi all'amore ci devono essere la bellezza e bont dell' universo, i doni da Dio largiti [all' umana natura, la
redenzione,
la
gloria
parano ad essa:
Lo raggio della grazia, onde s'accende Verace amore, e che poi cresce amando. Par. x. Che il hene, in quanto ben, come s'intende, Cos accende amore, e tanto maggio, Quanto pi di bontate in s comprende.
83.
Dunque
all'
Che ciascun ben che fuor di lei si trova Altro non , che di suo lume un raggio. Par. xxvi. Lume non , se non vien dal sereno Che non si turba mai, anzi tenebra,
28.
Od ombra
Tutto
Perocch
difettivo ci che
L'eterna luce,
Che
"Vista
sola
s'
Non
, se non di quella alcun vestigio Mal conosciuto, che quivi traluce. Par.
Il
DOTTRINE TEOLOGICHE.
lulti gli altri
213
amori
si
rocch
il
vince e soperchia
Dalla fede
Conv.
ni, 14.
vien la speranza
del preveduto
desiderare,
le
per
la
quali
Ire virt
Atene
celestiale,
dove
della' verit
Peccato.
Solo
il
Il
la
sovrana
dignit dell'anima:
peccato
falla dissimile al
sommo
bene,
vii.
Id.
la
colga
la
morale,
a cui
in
altra vita,
volont satanica.
in
solo
la
morte
Come
Da un
fec'io,
il
governa
/n/".
Mentre che
11
tempo suo
si
xxxiii. 129.
peccatore non
alla dispeil
ramo
fiore del
pentimento vi pu sbucciare:
Si non si perde, Che non possa tornar Teterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde. Purg.
ni. 133.
un buon Con-
Il
mano
le
una
21
DOIiTRIKE TEOLOGICHE.
di color diversi. Purg. ix. 70. Divoto mi gettai a' santi piedi Misericordia chiesi, e cli'ei m'aprisse; Ma pria nei petto tre fiate mi diedi. Id. 109.
Nella
porta
simboleggiava
il
poeta
la
sacramentale
le disposizioni
lungo
per traverso
il
nella ricordanza
Dio
oleso
peccato;
nello
scalino
che pare
di Dio,
un porfido fiammeggiante e sanguigno, l'amore che come fiamma deve accendersi nel penitente,
di
sendo che
dirigere
in
ragione di quello
a medicar
si
rimettano
piaghe,
peccati.
penitente,
le
e perch
non
usare convenientemente
la
chiave d'argento:
esigesi
in
lui
molta arte
ed accortezza,
molla dottrina,
Umilt
alla vista
e mestizia ond'
preso
il
Purg.
IX. 116.
1
Le macchie e le male inclinazioni che peccati lasciano neiranima del Cristiano, anche dopo la sacramentale assoluzione, debbono essere lavale ad una ad una per la temporale
penitenza e con
le
imposte: Purg.
Il
ix.
IX.
91;
Il
pentimento disarma la divina Giustizia: Purg.ww.^^. La porla, in cui adombrata la Confessione, apre il varco d'un aringo umiliante e faticoso, ma dove la fatica va scemando, e l'ignominia si cancella grado a grado che
il
peccatore
1
si
indietro
per
avvicina al termine. Guai se alcuno riguardi lui verrebbe meno il frutto delle sostenute
D0TTU1^E TEOLOGICHE.
215
prove: Purg.
i\. 132. si
appliclier
profana e
si
sanie Scritture
gli
presenteranno sui
vizj
il
ondegli
una energica preferenza: Purgai, passim, Da quel punto si appiglier senza esidei quali vuol
le
distruggere
traccie.
L'abitudine
distrugger
e,
le disposizioni
perverse formate
malvage
Questi
sforzi e le resistenze
cizio della
0,
spontanea
il
come mezzo
di
di
reprimere,
per |)arlare
linguaggio ascetico,
mortilcare e an-
l'anima innocente,
lasciando in
dolore
puote a riparazione
Tultavolla
i
molti
del cuor
umano pu
ancora
si
pi
prestare
al
pi
austero
coraggio, sarebbero
insufficienti;
levano a intorbidar
si
memoria,
il
Pura.
morale
compirsi
al cammino della penitenza E d'altra parte l'opera della rigenerazione una seconda creazione, la quale non potrebbe
91.
senza
l'
intervento
della
divinit.
Perci
verr
che
onnipotenza,
la (piale si fatta
28;
al
quali Dio
non
tratta
le
colpe,
consolazione,
pentimento per
216
la
DOTTRINE TEOLOGICHE.
xwi.. La
riabilitazione
mani
del Crea-
d'Eden mortale, una beatitudine che la pu gustar sulla terra. Questa beatitudine
proprie azioni:
Purri.xwi. e se^
Ozanam, Dante
II,
e
1.
la
cap.
la
III.
di s
Principio
proprii
si
al
pentimento
e
l'
conoscenza
falli,
amata, onde
Assolver non
pente;
N pentere
Per
la
mi
torse
si f
85.
D addietro nella via di Dio, e perde la grazia chi tempo della penitenza si volge con qualche affetto
terrene cose gi abbandonate: Purg.
iv.
nel
alle
132.
La purgazione delle passioni, e la conversione difficile, ma non impossibile a chi voglia con fermezza, ed abbia
l'aiuto della Grazia:
Purg.iv.^'.
:
Non
vi
si
iv.
132; v. 53.
finch
cielo,
Purg.
in. 135.
Santificazione delle fe^tc. Diem Solis, quem Salvator per gloriosam suam nalivitatem, ac per admirabilem suam resurrectionem nobis nnuit venerandum: Quaestio de aqua et terra, 24. Efficacia della prejs^hiera.
.
.
noster
30;
in istato di grazia,
:
che
iv. 133.
Che lass
voce degl'innocenti:
DOTTRINE TEOLOGICHE.
Di a Giovanna mia, che per
217
me
chiami
Purg. vm. 71.
L dove
Dig;iuno.
Mle e locuste furon le vivande, Che nudriro il Batista nel diserto: Pcrch'egli glorioso, e tanto grande,
Quanto per
1'
Evangelio
v' aperto.
la
lingua sciolta,
Par. xxvii. 132,
Voto.
Dante argomenta
voto dal
Ma appunto perch
quanto che nessun vincolo di legge positiva o naturale, imponendo una pi o meno indiretta necessit, limita quella facolt del volere per cui l'uomo simile a Dio e tende
ad esso. Se non che condizione essenziale
la
al
spontaneit piena,
di quel
la
;
genza
che
si
fa
traggono
vole,
la
scemano
l'obbligazione.
Ed essendo
il
promessa di cose non conformi a ragione, cio non cosa santa. - La Chiesa dispensa dal perch non in tutto conforme a ragione, o perch voto, nuove condizioni lo rendono tale che, se il promettente dovesse rifarlo, se ne asterrebbe per meglio compiere 1 proprii doveri, o perch l'intelligenza e la spontaneit non
cattiva in s,
fu piena.
atti
Ma Dante
di
distingue
la
gli
non fare, e il patto stretto con Dio; e aflerma che gli atti possono permutarsi, ma il patto rimane, e che quella permutazione stessa dee farsi non dal difficile al facile, ma dal mono al pi, s che il baratto non
promessi
fare o
permutare
il
meno
merito dei
sacrilizj interiori
i
compensa l'alleggerimento degli atti esteriori; di che preti non possono essere giudici, ma ciaschedun uomo negli intimi suoi pensieri. Tommaseo.- Par. in. 29-49;
V. 22. ao.
218
noi cullo
delle
I)OTTUl^E TEOLOGICHE.
sacre
imagiiii,
egregiamente compreso da
vostro ingegno.
Dante
al
Per questo
la Scrittura
condescende
mano
;
Par. iv 40.
La Chiesa
pissima e sposa
Cattolica.
(/i;9.
La Chiesa Cattolica
madre
ii.
ix. 7.)
menzogna
Conv.
ii.
4 -
La
calunnia,
merc
Conv.
della
iv.
illumina:
via, verit e
luce;
mento andiamo alla felicit di quella immortalit; verit, perch non soffer alcuno errore; lume, perch illumina noi nelle tenebre dell'ignoranza mondana: Conv. ii. 9. Fuori della Chiesa cattolica apostolica romana non vi ha salute
:
Purg.
II.
100.
i
Gli eresiarchi, e
nali alle
pene d'Inferno:
s.s. ScrittHre.
gli
Ed
gran
in
fallo
il
contraddire ad
ancorch ci
abuti!
avvenisse
sogno.
Oh summum
facinus,
etiamsi contingat in
somniis,
lenlione
Non enim peccatur in Moysen, non in in Malha^um, nec in Paulum, sed Spiritum Sanclum qui loquitur in illis. Nam quamquam
unicus tamen dictalor Deus qui beneplacitum suum nobis per multorum calamos explicare dignatus est De Man. 4 - E duramente pur
:
i.
il
modo
ancor questo quass si comporta Con men disdegno, che quando posposta La divina scritlura, o quando torta. Non vi si pensa quanto sangue costa Seminarla nel mondo, e quanto piace Chi umilmente con essa s'accosta, far. xxix.
88.
DOTTRmE TEOLOGICHE.
Oltre
il
219
quale
il
mandato
in
efenio,
abbiamo l'autorit
de' venerandi
Concili
ne' quali
fedele dubita,
a' discepoli,
concios-
avendo
consumazione del
ancora
i
secolo,
come Matteo
di
testimonia.
Sono
altri,
le scritture
de' dottori,
Agostino e degli
quali
Dopo
rit
:
Chiesa sono
le
Costituzioni,
le
chiamano
De Non. ni. 3. - La cristiana sentenza di maggior merc della somma luce del cielo che quella allumina: Cony. IV. 15. Onde amaramente si duole che Dottor
vigore...
i
Marini sieno
mondo e d Dio: Purg. xvi. 108.- Ah! madre piissima, Sposa di Cristo, quai figli generi spiritualmente nell'acqua a tuo rossore medesimo!... Giace Gregorio tuo fra le tele de' ragni: giace Ambrogio negli abbandonati ripostigli de'Cherici; giace Agostino; non si curano Dionisio, Damasceno e Beda; e non so quale Specchio, Innocenzio e l'Ostiense si predicano. E perch ci? Quelli intendevano
e l'altra strada, del a Dio,
siccome
al
Quando l'anima
le fale
colt divine
ed umane che
le
appartennero;
la
primarie,
at-
T intelligenza e
volont
si
Il
fatte pi
raccolsero sotto
nome
di sensibilit,
all'intutto.
suo luogo
potenza informasi
ond' dotata.
vi
si
colora
cos\ l'aria
prende
la
nuova
forma che
siero
gli
le
in cui ciascun
la
cui
l'
anima
ripiglia
uflicj
.,
220
DOTTRINE TEOLOGICHE.
pi lino,
umano
il
divino.
mute;
. .
Memoria, intellgenzia, e volontade. In atto, molto pi che prima, acute Tosto che luogo l la circonscrive, La virt formativa ratrgia intorno,
Cosi e quanto nelle
membra
si
vive
mette
Virtualmente
80.
Nel pensare alla gravezza delle pene dell'anime purganti che pur si convertirono, non dobbiamo
smarrirci, n rimuoverci spaventali dal
di tornare a Dio. Anzicch alla natura delle
Purgatorio.
del Paradiso.
Al
peggio che
possa accadere,
del
queste
pene non
Non vo'
potranno
durare
ti
al
di l
giudizio
universale:
per, lettor, che tu
smaghi
Come
Pensa
il
debito
si
paghi.
Non attender
la
Oltre la
Tsel
forma del martire; succession pensa che, a peggio, gran sentenzia non pu ire. Purg.
;
x. 106.
:
Purg. xii. 112; XXIII. 71.86. Le preghiere dell'anime purganti non hanno virt di mondarle dai peccali, perch tuttavia disgiunte da Dio
la
Purgatorio
pena
sofferta
con
letizia
difetto,
vi. 41.
il
dell'uomo e
che,
quell'Ente; ne segue non pu esser fatta di subito degna del pieno godimento di lui, e che una prova
di
possente volont
per
sia,
di
aspettazione
men
dolorosa concilia
due grandi
DOTTRINE TEOLOGlCnE.
e gli rende
de' cari
221
il
meno
pensiero
suoi,
quasi
le
tenebre del
;
viventi e
li
rende migliori
nel
visibile
ed
esercitando l'affetto
10
nel passato e
e fa
tempo avvenire,
e dello
amplia
e lo
innalza;
del
mondo
invisibile
una
alla
iii.
132;
Inferno.
26; vm. 71; xi. 22. 31. 127;'xiii. 79, 87; xxvi. 130; Par. xv. 95. La tradizione popolare, forse dai fenomeni
vi.
l'
vulcanici, ha posto
pi
Egli
basso dell'universo,
era naturale che vi
e
si
il
pi lontano dall'empireo.
Dio per
i
la
sieno
la
parte
di
quelli
che posero
in
non
cale
l'eterno
amore!
Oz. -
Giustizia mosse il mio alto fattore: Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore, Inf.
ni. 4.
Le pene d'inferno cresceranno quando le tombe dischiuse avranno ridonato morti ad una vita senza fine perciocch quanto pi completo un essere, pi compiutamente
i
si
ne deriva:
Ritorna a tua scienza,
la
cosa pi perfetta.
vi. 106,
A
ma
la
memoria
del passato;
un tormento di pi: Inf. x. 46; xv. 55. Stranieri al presente, quantunque si scopra a' loro sguardi l'avvenire; somiglianti
della colpa senza
memoria
pentimento
a'
quei vecchi
le
la cui
vista indebolita
tane,
quali
pi
si
oscure.
Ma
222
iiisliio
DOTTRINE TEOLOGICHE.
ad
quando, consumali
tempi,
chiuderanno
in essi
le
conoscenza
sar spenta:
97: Quelle slesse idee che qui durano ancora sono confuse,
tenebrose, n punto al livello della scienza, e
meno
a quello
estinto. Pertanto
gli
spirili
dell'inferno
contemplazione
lelto,
la cui
privazione amarissima
stezza. -
La mancanza dell'amore
colpevoli.
si
volont
vicenda
tormenti
Inf. ni.
58
),
quell'o-
dio contro Dio disfidato nel mezzo delle loro pene: Inf. xiv.
52; XXV.
il
l.
Quindi
il
le
bestemmie contro
il
il
Creatore, contro
genere umano,
luogo,
tempo,
parenti;
:
mondo, avidi
di
infiniti
ancora
di
vendette,
non cessano
[Inf.
V. 7(); XXXI. /G) nella durala e nella intensit, perch tutti ingenerati dalla perdita del bene supremo, ossia di Dio. -
Ozaiam, P.
II.
C.
II.
3.
si
Lass
dore,
in cielo
per letiziare
le
acquista,
si
aumenta splensi
ma
gi
nell'inferno
ombre
tristi
dei dannati
fanno
Neir inferno
Pur /.
xii.
11^;
xxin.71.86.
Pi larga la via che mette
torio: Purf}. X. 2.
EilKcrEilt
all'
inferno che
al
purga-
delle
io
pene
d*
Inferno.
iii.
eterno duro:
8.
E
eiVelli
piet
il
lerato colui
non averne alcuna pei dannati: sarebbe scelche sentisse compassione in mirare ne' rei gli
la piet
pi soelerato di colui
diviii
Ch'ai giudicio
dottrim; teologiche.
223
laradiso.
tano
Al
(li
\i\
dove
si
segui-
nono cielo che invilui)[)a gli altri nel suo vortice immenso, si trova il cielo <>ni[)ireo, pura luce, luce intellettuale piena d'amore, amore ik vero bene, fonte d'ogni gioia, gioia che avanza ogni
le rivoluzioni
degli astri,
dolcezza
strumento dell'ordine
<leir
posto
ai
all'intelessi
ligenze
traluce,
che
li
muovono amando,
alla societ
e alla gioia
che da
di loro
come da viva
come vincolo
titudine.
forma
bea-
Dante domanda a Piccarda: Desiderate voi pi alto luogo di questo a maggiore felicit? Ed ella risponde: La carit che contenta il nostro volere, il quale ha pace
dal conformarsi
al
ci fa
gosia,
dere
del
bene
de' consorti
sia.
qualunque
il
esso
E questo
vita sociale
perch sola
a quello;
solo l'amore
de' fratelli
pu
nelle
Tommaseo.
la
Dio unico
in
sostanza;
potenza,
la
sapienza e l'amore
per
modo che
nel
s'
appuntano
il
luoghi e tutti
circoscrive
tempi
Par. xxix.
e che
12.
Egli
cir-
colo che
scritto:
il
mondo
per nulla
circon-
Purff.w..-Par.xiv.^O. Immenso,
il
mutabile egli
eterno, imprimo Vero fuori del quale tutto texix. 6i. xxxiii. 04.
nebre
fine.
Par.
iv. 96. si
Nel
suo pensiero
al
tutte le creature
I
loro
fatti
stessi contingenti
rillcttono
anticipatavista
cos
la
dello
224
spettatore
DOTTRINE TEOLOGICHE.
seduto sopra
e non
;
la
sponda segue
il
corso del na
lo dirige:
egli l'invariabile
quale diventa
pervenire
la
sorgente e
tali
misura
di tutta la giustizia.
a.
profondit
cui
non saprebbe
come
il
medesimo grado
numeri,
:
di perfezione
suprema,
adope-
danno un
randosi
il
equilibrio indistruttibile,
linguaggio dei
ne sarebbe conceduto
definire Iddio la
prima I^fjualit Par, xv. 74. Quanto maggiore il numero dei beali in Cielo tanto maggiore lo splendore ed il gaudio del celeste soggiorno
;
Beali, secondo
meno
iv. 34.
L'anime in Paradiso son tulle liete del posto loro assegnalo. Sentono esse medesime la giustizia di una varia proporzione
di gloria;
e la coscienza che ne
hanno
si
fa
un elementi
le
la
le
dove
Per
si
perdono, come
guisa,
dei
in
nell'Oceano.
il
tal
differenti
trova ciascuna
della
termine
suoi
desiderj,
cio
la
somma
felicit,
ond'essa capace; e dalla medesima variet del ben operare ridonda un concerto meraviglioso a lode del supremo
lli-
muneratore: Par.
iii.
70. e seg.
La chiarezza
della visione,
la
della
luce
in
cielo
dunque crescente
gli
splendori
secondo
e
la
la
grazia
xxi.
operante sul
Cosi e
Par.xw;
l'amore
la
bellezza visibile
intelligibile,
forza
amore
umano con
uno con
reno,
la
la
la
potenza e
corpo ter-
accrescendosi
mente, e
DOTTRINE TEOLOGICHE.
225
non potr
affaticare
beati,
perch
gli
organi stessi
E intende,
in
armonia spandono fin negli organi corporei armonia contemperata di venust e di vigore, condizioni indivisiljili d'integra bellezza. - Tommaseo, Bellezza e Civilt, Firenze,
le
facolt
delio
spirito
esercitate,
Le Monnier, 1837, pag. 43. La beatitudine. degli eletti tutta riposta nella visione
di
Dio
(Par. xxviii);
a questo
immenso specchio,
li
in
una
o sar, e
la
quale
il
verifichi,
scoprono anche
si
concetto e
desiderio.
il
base e come
la
felicit;
Tatto per
nel punto
cui essi
amano n'
forma;
decreti
li
eterni
che
tarli
si
sforzano ad accetquella
e ad eseguirli
Par.
ni. 79.
E per
guisa che
l'intuizione
alla
appartiene all'intendimento,
;
e la dilettazione
ossia
volont
cosi conoscenza e
alla
la
amore beatitudine,
potenza.
l'uomo innalzato
altrui a godere,
si
pi alta
Considerata poi
che
si
l'uomo e Dio,
il
soggetto
e l'obietto,
Ozanam
delle genti
umane, e quindi pi conveniente alla natura loro.- Laonde l'umana generazione sarebbe qui, quasi pianta
i.
57.
l'
meditare
novissimi per
acquisto
Oh! dissi lui, per entro i luoghi tristi Venni stamane, e sono in prima vita. Purg.
viii.
58.
L'
alla realt;
2^26
DOTTRINE TEOLOGICHE.
la corrutlibilil, se la legge
creati
cosi
hanno
fine le
comune delle creature, legge che sono l'opera d'altri esseri cose prodotte dal concorso della
;
ma
sono eterne
vengono immediatamente dalle mani del Creatore. L'Eterno non d una vita caduca; l'umanit opera sua, r intera umanit, e anima e corpo, si form dalle sue
mani,
animata dal suo soffio, il sesto giorno del mondo nell'ultimo intiera, e corpo ed anima, risorger.- Oz. Ci che da lei senza mezzo distilla
Non ha poi fine ... Par. vii. 67. E quinci puoi argomentare ancora
Vostra resurrezion, se tu ripensi
fessi allora,
vii.
145.
Pi non
desta
Quando verr
la
nimica podest,
la trista
Ciascun ritrover
tomba,
vi. 94.
supremazia
P.
del
Romano
il
Pontefice che
nou
BERAKDrNELLI,
Coraedia. p. 429.
Ges Cristo
holicamente
le
Pietro avesse
lui
il
sim-
regno dei
cieli:
Inf. xix.
91;
Furg.
IX.
S. Pietro
col martirio, e ci
Vescovo di Roma, e vi fin suoi giorni non a caso, ma per divina predestina-
Roma dovesse essere la sede di Pietro Roma lo loco santo, U' siede il suf:
Inf. n. 23. -
Yaticano,
V altre
2*27
D Roma,
Par.
139.
Solo
santa
mura
e
d riverenza: e
lo
predicato
provato
Conv.
vi. 5. -
Egli
non
fu
la salute
nostra
fu
detto
Pasci,
quei
Pietro,
e Paolo, r apostolo
fu
:
Roma
Ep.
consacrata qual
ix. 2. -
La sede della
Roma: Ep.ix.ll.
dovea
sostituirsi all'antica
Nuova
unit politica
secondo
il
verissimo concetto di
Roma dei Papi dovea raccogliere e stringere intorno a se la gran famiglia delie nazioni, meglio che non avea fatto la Roma dei Consoli e dei Cesari, soggiogandole colla spada; e di
preparazione ed agevolamento. La
il
magistero
di lei gi
professavano
Cristianesimo, dovea formare le Cristianit, tutte congiunin una gran societ religioso-politica, il cui Rettore non poteva essere che il supremo Pastore della Chiesa,
gendole
altri
cio
il
Romano
Pontefice.
Ne' Vescovi di
gere
Roma
si
debbono riconoscere
successori
ha un'eguale autorit
di lui nel
regdi
solamente
onore,
ma
eziandio di giurisdizione
Par.
V. 71]; xxvii.
La Chiesa romana nel C. xix. dell'Inferno chiamata la bella Donna ; nel C. ii del Purgatorio ci apprende che chi non muore nel seno della Chiesa romana, segregato da cosi fatto principio della unilicazione cattolica, non si salva, li
sacrosanto
chiesa di
il
ovile
romano e quello
dell'
;
ork' universo;
fede
la
Roma
e la Chiesa universale
il
pastore romano e
vincolo della
il
comune,
ampia e
lui:
Epist. IX.
il
ad Card.
si
poeta amaramente
228
La santa Gerusalemme
pressoch estinta:
carro
nari destituta,
sola sedentesi
altri
{Ep. ad Card.); ed
della chiesa
prima schiera
per
in
la
Sposa
di Cristo, per la
eh'
Roma,
virilmente combattano...
Guaschi,
dono ad usurpare
esempio per
vii; S.
dei Latini,
:
resti
in
tutti
secoli avvenire
Rerum
10
;
Senilium,
e.
4, 5, 6, 7, 8, 9,
Capacelatro,
Storia di S. Catterina,
In
Y.)
della
moltissimi
la
luoghi
Divina
Comedia
apparisce
la
i
manifesta
sedia
romana ed
con cui
Pontetce.
egli lo intitola,
di successor del
Cristo;
{Piirg. XY.^i)-
pastore;
Gran Gran prete; [Inf.xwn. 40) Sommo pastore ; (Par. vi. 17) - Dal sommo ufficio; {Inf. - Santo ufficio; [Par. xxx. 46) -Il pastore che xxvii. 91.
pastore; {Purg. xix. 107) (
Romano
)
Pwrgf, xvi. 60
precede
fa guida; [Purg. xvi. 98) - Marito e sposo legittimo della Chiesa; (Inf. xix. 37, 111) - Prefetto del foro
e si
divino; {Par. xxx. H2) - Sole che fa vedere la strada di Dio: Purg. xvi. 106, - Ed aggiungne che oltre la dignit
del gran manto,
dal fango,
la
guarda
non
il
pu pi
Purg. xix.
110.
- Oltre
vecchio ed
il
ai Cristiani
che hanno
Per Dante
il
rendersi
il
muovere
ed
ed
il
secondare
:
la
sua
dottrina
il
consiglio
del
Pontefice
Par.
vi. 22,
DEL ROMANO
Fuori
della Chiesa
PONTEFICE.
si
229
romana non
d riparo a salute.
Niuno pu essere ricevuto dall'Angelo guidatore dell'anime nella via del cielo, se non si accoglie dove l'acqua di Tevere s'insala: Purg.
ii.
100.
somme
Chiavi,
;
pu serrare
e disserrare
di
il
cielo
presentante
quanta ne viene loro da quello comunicata; ed esso, rapla suprema podest evangelica, sicch Domenico
si fa
disseminare legittimamente
il
parola di Dio,
il
di
combattere contro
con
mondo
errante, e
non comincia
suo
sommo Ponteil
l'ufficio apostolico.
Is
per
lui
;
disconfessato
la
podest di prodigiuni; di
di prescrivere
impedire
si
mangi qualunque
cibo per
98);
e nota
il
come ogni
religioso Instituto
sugsue
sono
sentimenti
il
padre dei padri (^p. vii. 7); il suo dominio neW ambito della paternit {De Mon. m.U); nella apostolica Monarchia,
la cui
unit
attaccare non
si
pu
(Zip. vii.
3),
successore
di Pietro,
regno
e
[De Non.
1);
sommo
pontefice e Vicario
iii.
di Cristo,
il
minor lume; cui il Pontefice illumina della sua apostolica benedizione: Ep. v. 10. Non che, egli scrive, il principe romano,
3.
L'Imperatore
in
questa mortale
felicit
sa ordinata. Cesare
la
quale
il
con maggior
posto
il
quale
di tutte
natore:
De Mon.
ui.
15.
E ponendosi
dimostrare che
230
l'uffizio del
Monarca dipendeva immcdialamenle da Dio e non dal Pontefice, e sospettando per avventura non altri potesse in mala parte volgere il suo discorso, si espresse in
questi termini:
Illa
rcverentla
fillus
frelm,
quam
plus
flius
debet patri,
in
quam
plus
iii.
3.
Anastasio
fra'
simoniaci Nicol
III,
mente y,
il
a'
quali
cieli,
ancor vivi
ei
forava
fa
buca infocata,
S. Pietro
con quest'ultimo,
fulminare da
XXII; egli ben vero che con velenosissime parole ricorda come il capo reo torceva il mondo (Par. vili. 131); che l'umana famiglia sviavasi, non vi esfrancese Giovanni
governasse {Par. xxvii. 140); che privimendaci (Par. xxvii. 135); che si comperava e vendeva dentro dal tempio fondato sul sangue
la
1
che
Roma
che
la
buona
tralignava
la
nella mali-
mistica vigna
;
imbiancava per
colle
la reit del
vignaio {Par.
col
xii. 87)
che non
del
spade
ma
facevasi guerra
pane che
la piet
;
Signore a
tutti
xviii. 125)
che
il
usava
il
suo soperchio,
i
attristava
mondo, calcando buoni e sollevando pravi ch'ei si aveano fatto Dio d'oro e d'argento
eransi trasmutati del tutto dalla primitiva
xxii. 93); che l'occhio loro, fisso
ed
chiarezza
{Par.
pure
non
prendea che
20. -
Mon
i
ii.
Oltre a ci
gli
parca strano
in vessillo
che
le chiavi di S. Pietro
fossero segnacolo
che contri
il
battezzati com-
e che
giasse,
e che
il
231
il
fautore
di
discordie fraterne.
Se non che
la
poeta
non
non
traligna
Purg.
xii. 90.
Ed
pur bello
lo
vedere,
comech l'impeto
sdegno
sospingesse
pur tuttavia
tenne
l
nella vita
si
dove
purga
l'avarizia, e
il
dove
la giustzia e la
speranza fanno
men duro
sensi
soffrire,
E non prima
Y,
gli
si
fare:
Rivolgasi inoltre
delia
rettitudine,
alla
al
pensiero a considerare,
come
il
cantore
ira
infiammato
di
contro
persona
Bonifacio YIII,
credere
il
vacante
luogo
quella
santo
fece
di Pietro,
quando ricorda
di Francia,
il
la prigionia
che di
lui
mala peste
(li
baldo Filippo,
nome
Bello,
ma
di
costumi vizialo e
fortemente
efficaci eh'
il
fatto
Alagna entrar lo liordaliso, E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un'altra volta esser deriso; Veggiolo rinnovellar l'aceto e il fele, E tra nuovi ladroni essere anciso. Veggio il nuovo Pilato s crudele Che ci noi sazia, ma, senza decreto. Porta nel tempio le cupide vele. Purg. xx.
Veggio
in
85.
Onde
alto
pel poeta
un grado
Do su
la terra, e
da rendere
in croce.
Non
si
pu tacere
del
resto,
come
pi sieno
papi
232
rammentati dal poeta con lode, Pietro, Lino, Clemente, Sisto, Pio, Agapito, Callisto, Urbano, Silvestro, non ostante la
donazione alla quale egli credeva, Gregorio
il
Grande, e
di
della
Divina
liberti,
Ditam.
ii.
11,
che ritrae
dell'
amarulenta
bile
del
nostro sommo).
Contro
a' Prelati
Gli ecclesiastici
ma
solo
come deposi10.
:
Quantunque
il
la
De Mon.
Contro
IX.
Papa ed
Par.
do-
mores, non oh
112.
ficlem et
ctrinam. Bellarmino).
Scomuniche e loro efficacia: Purg. iii. Abuso delle censure: Par. xviii. 127.
ORDINI RELIGIOSI
(1)
La Provvidenza divina stabil per la sua Sposa, la Chiesa, due principi in favore di lei, S. Francesco e S. Domenico
Par.
XI. 28.
religiosi appartiene
xi. 97.
di di-
Lode
religiosi fondati
da
S.
Domenico e
da S. Francesco
Par. x. 82.
t'
(1) Non torna a religione pur'quelli che a San Benedetto e a SanAgustino e a San Francesco e a San Domenico si fa d'abito e di vita
simile, ma eziandio a buona e vera religione si pu tornare in matrimonio stando, che Iddio non vuole religioso di noi se non il cuore: Coni\
IV. 28.
ORDINI RELIGIOSI.
233
Iddio conserva
il
dei costumi,
le quali
mantengono
la
primitivo
ed approvata
risoluzione
di
si
ammenda
argomento
di
simo generale
tolo del
dell'
nel
1310,
si
fece
capo dei
Chi
si
Par.
xii.
124.
chiostro,
non appena
ci
il
possa,
debbe tornarsene
Biasimo
le
Par.
in. 107.
Ove non
:
Par.
carte in tutto
alle
cappe
de' buoni
Domenicani
a' frati a' frati
Par.
xii.
125.
:
Contro
Francescani e Domenicani
Par.
xi.
124-137.
Contro Contro
Contro
XXIX. 87.
tempo
Par.
Frati di S. Maria, o di
Inf. xxiii.
Madonna,
Godenti:
vi. 17.
COGNIZIONI SCIENTIFICHE
FISIOLOGIA
(d)
Piante criptogame.
il
Dante accenna
alle
piante
le
seminiamo:
Quando alcuna pianta Senza seme palese vi si appiglia. E saper di che la campagna santa, Ove tu se', d'ogni semenza piena, E frutto ha in s che di l non s schianta. Purg.
il
xxviii. 118
Par. V.
U8:
E vero frutto verr dopo
il fiore.
ammetteva
l'Allighieri,
che
il
fiore
precede
il
frutto ed
il
Tozzetti.
variabili,
la
na-
tura di
(1) Isella
Divina Comedia
si
passo che vi
ria di
trova
di
un epoca e
le
si in mezzo a inesauribili ricchezze, e ad ogni germe qualche idea, il di cui sviluppo fu poi la gloun nome. P. Lioy. - La Divine Comdie embrasse tout.
in
C'est
le
Lorsque la terre manque auxpieds de l'homme, les ailes du pote l'enlvent au elei, et l'on ne sait en lisan ce merveilleux poraequ'admirer davantage, de ce que sait l'esprit, ou de ce que l'imagination devine. Al. Dumas.- Quel sommo sapea quanto il suo secolo e pi del suo secolo. Tommaseo. - Con la divinazione del genio spinse ardimentoso il pensiero
nell'avvenire. Vaisnucgi.
FISIOLOGIA.
clima. CI posto,
in
235
non dee far meraviglia il vedersi provare una contrada taluna pianta senza seme palese che le dia
anche dopo,
si
farebbero
un vanto
Galilei
ben espresse.
- Capocci.
vino altro
non
sia
Il
luce del
al
sole,
maritata
lotti:
coli'
umido
della vile.
Redi scriveva
Maga-
leggete Dante,
mente, quel Dante con tanti bellissimi passi del quale ornata avete la vostra lettera, leggete Dante, vi dico, e troerele
E perch meno ammiri Guarda
Giunto
il
la parola,
all'
umor che
Se
si
considerino le similitudini,
le
l'enfatiche
espressioni,
chiaro
meglio
Dante ha
vedere
Da non mollo
Neochimici
lempo dobbiamo
la
ed
il
modo
per
cui
si
vestano
le foglie
delle piante:
alla propriet
fenomeni
si
riduce
che ha
di
sostanza,
altre,
la
unita con
che
la
luce
aspri
il
si
ritrovavano.
guarda
che
il
sugo acido
a
dell'agresto
Il
in
quello
far vino.
gran Galileo,
di
and
si
al sentire
Dante,
maturazione
dell'
che formano
il
il
Magalotti:
vino altro
non
se
non
la
236
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Azione della luce e del sole sui fiori, e sulla vegetazione. E Dante conosceva pure l'influenza e l'azione ch'esercita la luce del sole sopra
della quale essi aprono
i
i
fiori,
per cagione
all'
petali, e
i
discuoprono
pistilli
apparire
le
dell'astro benefico
gli
i
stami ed
per celebrare
nozze, e fecondare
la
oviarii o pistilli,
certa
quale fondato
grande
fioretti dal
notturno gelo
'1
127.
Mathmatiques,
Questo terzetto citato anche dai Libri, (Hisloire des ii. 175), come una delle pi belle osservapi energicamente il nostro poeta al xxii del dove espresse lo schiudersi della rosa a' rai del pi meno secondo la propria possanza che suona
:
Ed anche
Par. 55
sole,
vitale virt:
Cosi m' ha dilatata mia fidanza,
Come
il
Sol fa la rosa,
quando
aiierta
Ed
ariete
espresse pure
il
sole dello
de' benefici
raggi, e
il
aggiunga
sulla fio-
Ma non
tanto conobbe
l'
influenza
della luce
anche come a
lieve dei venti
tal
che ne scuotesse
lo
pulviscolo fecondante
degli stami
trasportasse
ai
pistilli
per effettuare la
la
nebbia e
il
la pioggia,
in
modo
tale
da
frutto desiderato.
Targioni Tozzetti.
FISIOLOGIA.
Ben
fiorisce negli
237
uomini
il
volere;
Ma
la
xxvn. 124.
Le piante ed
E
la
fiori
riempiono
zefiri
scuotono:
percossa pianta tanto puote, Che deliba sua virtute l'aura impregna, E quella poi girando intorno scuote. Puro, xxviii, 109.
N minor cognizione
di
dimostra
vita
aver avuto
il
la
Come per
verde
medesimo aereo
la
dalle piante
o in esse raccolto,
quale
alla
maturazione dei
frutti, si
deve
nell'atmosfera
carbonico
si
deposita
nelle
foglie,
e di vario
colore le
gran luce,
di
le foglie di
Che
se
si
privano
piante della luce, o con portarle all'oscurit o con sotcuoprirle con corpi opachi perdono
teoria non vi
il
terrarle
color verde.
E questa
(juando cantava:
La vostra nominanza color d' erba, Che viene e va, e quei la discolora. Per cui eli' esce della terra acerba. Purrj.
xi. 118.
Sapeva adunque che le piante, vicino a terra, e sotto di essa, non sono verdi, al che allude queir esce della terra acerba, cio che non hanno provato 1' azione della luce del
sole,
e che altres
si
ed impedito loro l'influsso benefico del sole, il qual color verde a poco a poco prendono le nascenti foglie,
coperte,
e
sempre
tinte di
le
sono nel
238
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
ed indurate.
volle
vestire
gli
Angeli
discesi nella valle del Purgatorio a guardia del serpente: Verdi, come fogliette pur mo nate,
Erano
Targiom Tozzetti.
specie di circolazione, confermata modernamente. Perci conoscendo con qual forza il succhio sale dalle radici
soffi
e spumi
il
rotto tronco
),
portando
un legno verde
ad ardere sul fuoco, dal calore del quale rarefatti e spinti l'umido e l'aria contenuti nei vasi del legno e della corleccia, escono in
forma
di
spuma, e con
:
sibilo dalle
ricise
Come d'un
Dall'
stizzo verde,
un
E
Il
xiii.40.-Targioni Tozzetti.
Redi ed
altri naturalisti,
dall' istessa
terzina,
dimo-
una letizia un gemito. iVatura delle piante. Che se S voglia ricercare se Dante avesse cognizione della natura delle piante e del loro diverso modo di crescere, lo possiamo ben rilevare dall'ordine che Virgilio ebbe da Catone Uticense di cingere a Dante la testa di un giunco schietto, cio senza nodi o
spirito interno,
foglie,
scirpus romanus,
pianta
detta
si fa
monocotiledoni da
sempre per
la
parie
le parti
che
si
gemme
della radice,
al
priet di riprodurre
altre
steli simili
i
da
gemme
virgulti,
fenomeno
l'Allighieri,
da Virgilio:
FISIOLOGIA.
Quivi mi cinse, s com' altrui piacque
2;^9
maraviglia
Subitamente
onde
la svelse.
Puro.
(
>
133.
iii.
Targioni 'Pozzetti.
V. Conv.
3.
Quantunque Dante
parlasse in senso figurato, io sospetterei quasi eh' egli presagisse la teoria eh' la gloria di Cesalpino, prima che di
Jussieu, sulla classificazione dei vegetabili, appoggiata alla costituzione dell'embrione, e ci
Ogni erba
si
quando disse:
lo
conosce per
Le recenti scoperte
zioni fra
il
onorano
mondo
delle materie
ramo
sue spoglie? Inf.
ni. 113.
Rende
-P, Lioy.
delle piante,
re,
si
la SOla
cognizione
ma
esse, facendo
vedere come
le
pose nell'orrida selva dei violenti: Inf. xiii. 4. 97. -Neppure vi dimenticata la cognizione del terreno e del nutrimento,
e la dimestichezza
delle piante
si
che
dalla
buona coltura
dell'attento agricoltore
ottiene,
come
Ma
Si fa
il
mal seme,
non
colto,
Targioni Tozzetti.
Polrebbons numerare
Dante mento
per
es.
dal che
potrebbes
trarre argo-
pi che di viole
Colore aprendo.
FISICA
Tu ben la mia Fisica nota. Inf. XI. 101. Delle cose sensibili, universalmente pigliandole, tratta la Fisica... Delle cose corruttibili, che cotidianamente compiono lor via, e la loro
materia
si
muta
di
forma
in
forma
CONV.
II. 15.
l^eve.
Poteva
S
la Fsica
dove
si
neve?
come
di
quando
si
il
corno
Pioggia.
dell'atmosfera
d
s'
si
in
seno
per un abbassamento
temperatura; allorch
imbatte
in freddi venti,
d'aria
come
il
'1
freddo
il
Conv.
iv. 18.)
il
Capocci,
il
venti,
in pioggia. Sest. in. 1.
si
converta
vapori
118.
quando
dice:
Lioy.
FISICA.
241
debbia.
La
nebbia non che vapore acqueo e conl'aere stipa. Inf. xxxi. 36,
Xeve.
Anche
la
xxvn.
neve non che vapore acqueo, G7. La neve per forza dei raggi
Par.
ii.
Venti.
Franklin,
di
Tremuoto.
Dove,
di
Le moderne osservazioni
di
la
vento
gli avversi ardori. Inf. ix. 69. - Lioy. -
Impetuoso per
Egli noto che una delle cagioni del vento disequilibrio di calorico nell'atmosfera. -
Ed osserv non
il
solo dai
turbamento dell'aria
ma anche
:
da vapori
di
dell' aria
che spira
si
dall'altra,
edora
chiama
col verso:
102.
Ed accenna
i'
la
opinione di Aristotile,
secchi
il
vapori
caldi
montando all'estremo
viii.
commuovono
la
il
vento: Par.
pioggia,
neve
il
vento
vento, se
vapore
Trema forse pi gi poco od assai Ma, per vento che in terra si nasconda, Non so come, quass non trem mai. Purg. xxi.
;
55.
Cos originavano
il
tremuoto
ma
meteore.
Tuono.
il
tuono e
le
si
242
E
Se subito
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
fug'^'o,
come tuon
clie si dilegua,
la
E secondo pure
tuoni
si
for-
mano
Folgore.
Ed accenna
fuoco di nube
alla
si
Come
disserra.
Per dilatarsi s che non vi cape, E fuor di sua natura in gi s' atterra. Par.
xxiii. 40.
forse
darla meglio in
primo de'
il
fisici
di-
fulmine di
mano
di
a Giove,
con pi veil
che
gli
antichi
non dissero
nuvole
in
si
alzino
presso la sfera
ch'esso
fuoco
loro s'imprigioni.
Non
si
dice
gi che
fulmini
ma quando
pioggia
sta per
piovere,
quando
nuvole pregne
s
di
alzano
fin lass:
veloce moto
Da quel
Acque
e Fiumi.
Il
provengono dall'acque cadenti dal cielo, e queste dalle perpetue immense evaporazioni che dalla superficie di tutti
1
mari e di tutte
le terre
si
sollevano
in nevi.
nell'
atmosfera, e pi
si
rappigliano in pioggie ed
- Dante,
meglio
di
suo principio
Infin l, 've si
Di quel che
il
i
ciel della
marina asciuga,
Vaccolini - LlOY.
Ond' hanno
fa
Preme, legge idraulica che le colonne superiori dell'acqua, premendo, aggiungano rapidit alle colonne di sotto, E |nel
xxviii. del
Purg.
v. 121.
FISICA.
243
L'acqua che vedi non surge di vena Che ristori vapor che giel converta,
Come
liurae
il
qui, dice
felte nozioni
di fisica,
un prodigio:
che
modo,
geli infievoliscono,
temporanea-
delle loro
E con molta
quanto pi
il
esattezza dichiara
come
l'esalazioni, e
si
va-
e dalla terra,
elevano
calore
li
rarefa
tre
Flusso e riflusso del mare. E meglio secoli dopo, come notavano il Magalotti ed
del flusso
la
del Galilei
il
Capocci,
parla
attribuendo alla
Luna
xvi. 82.
Bussola.
Si
1'
ago
al
alla stella
Parer mi fece
volgermi
xii. 29.
Ecco,
tezza,
in
di
Quanta esatquanto affetto espresso questa comparazione! iNotisi ancora il modo di esistere questa nobile intelligenza: la Bussola, almeno la sospendice
il
quanta vivacit,
il
tanto lo conosce,
colpito,
lo
senza
1'
ne rimane
- (Che s
consacra negl'immortali
come
si
gira
L'ago
alla
la
calamita
degli
liberti)
-Onde vcdemo
Luce. E
designava
la luce essere
immateriale.
u. 33.
244
COGNIZIONI SCIENTIFICOE
E com' essa
luce e
il
va-
pori e l'umidit:
Ch'Amor consunse come sol vapori. Or, come ai colpi degli caldi rai
Della neve riman nudo
il
Par.
xii. 15.
suggello
ii.
E dal calore
106.
chi
pu tacere, scrive
Yaccolini,
come bene
il
poeta
al
dipinga quell'Angelo, che nel xii del Pim/. v. 88. venne per indicare a lui ed a Virgilio la scala onde salfre
ci
secondo girone?
E dopo
tisse
rifratta, e perfettamente conoscesse il giuoco della luce, e quindi anticipasse la dottrina prospettiva che Montuda ha
la fine
XIV
forse voi
mi darete
nel
ii.
la baia:
ma
si
abbiate
pazienza, e leggete
come
mostra
facessero foderati di
suo tempo
Cosi,
E indi r altrui raggio si rifonde come color torna per vetro, Lo qual diretro a s piombo nasconde.
ed
L'
Immagine
di fuor
entro impetro.
La
sole,
virl,
che da Beatrice
gli
da
:
lui
paragonata
s
al
incidente
49.
ma
come bene
che
i
V. 16
a significare
suoi
da
angelico splendore:
FISICA.
245
Come quando
Salta lo raggio
dall'
all'
opposita parte,
Salendo su per
lo
modo parecchio
Dal cader della pietra in igual tratta. S come mostra esperienza ed arte;
Cos mi parve da luce rifratta
Ivi dinanzi a
me
esser percosso;
la
Perch a fuggir
I
mia
vista fu ratta.
raggi non sono altro che un lume che viene dal prin-
cpio della luce per l'aere infno alla cosa illuminala: Conv.
II.
7.
Ed
altra
v. 73.
di tratti pennelli
avean sembiante;
Di sette
liste,
Onde
Che
fa l'arco
Sole, e Delia
il
cinto.
mia
vista
colori della
Newton che
ottici,
la
decomponesse
sia la scelta
col prisma!
ch'ei
fa di
liste,
e dell'alone lunare.
Lascio poi
di
ammirare
mitologici
slesse
due
sole parole,
de' convenienti
il
arnesi
Arco baleno.
baleno formisi per
luce del sole
si
Molto
le
come l'Arco
in cui
la
rinfranga e rifletta:
E come l' aere, quand' ben plorno, Per r aUrui raggio che in se ^i rillette, Di diversi color si mostra adorno, Purg xxv.
91.
24G
COGNIZIONI SCIENTIFICHE
dove per dire che una corona di liicenli spiriti cominci a girare, ed intorno ad essa n'apparve una maggiore composta d'altri beati, si vale di una similitudine presa appunto da que' due archi che veggionsi il pi delie volte, l'uno
interno, e l'altro esterno:
Come si volgon per tenera nube Due archi paralleli e concolori, Quando Giunone a sua ancella julte,
Nascendo
di quel d' entro quel di fuori,
Ch'
Sol vapori.
e quanto esattamente
e graziosamente dipinte
in si
brevi tocchi!
spiccante; vedete
a guisa
di
in
ordine inverso,
una riverberazione, d'un eco del primo arco. L'eco indi, che vi ha tanto mirabilmente servito a rappresentarvi il primo concetto, diviene a sua volta argomento di un altro vaghissimo quadro: la tenera ninfa che amor consunse con le sue fiamme; soggiungendo finalmente, per
colmar
la
misura,
l'
altro mirabile
al
modo
Perch'io
la
(la
voglia tua)
Che
106.
Eccoci innanzi all'improvviso una scena bellissima, pennelleggiata con una sola parola, co' suoi
ricchi, abbaglianti
:
fenomeno che
talvolta
si
ottica illusione
Luna
vaghi colori dell'iride. Yeggasl di qual momento sia r introduzione di questo soggetto, e quanto propria, poetica, evidente, efficacissima la comparazione che adopera per ren-
derne sensibile l'astrusa idea della mistica intuizione del cosmo nel suo divino Autore. - Veggo il tuo desiderio nel verace
specchio che fa di s parelio, larva, vero specchio insomma,
alle altre cose; e nulla fa di s parelio
inimitabile. - Capocci. -
FISICA.
247
fuochi parl Virgilio,
i.
stelle
ardenti. Di questi
Georfj.
come
^565;
jEn. y. 527.
:
Ma
il
s tosto
v. 37.
Movendo gli occbi che stavan sicuri, E pare stella che tramuti loco, Se non che dalla parte onde s'accende
Nulla sen perde, ed esso dura poco. Par. xv. 13.
Veggasi, dice
il
Capocci,
come non
lasci
verun fenomeno
il
che
si
prova mica
al
non
si
tratta
di
onde quella larva fatua e fugace di stella s, ora noi abbiamo riconosciuto che tra queste diverse generazioni di corpi non vi tutto quel divario che prima i saggi credevano; poich le stelle cadenti, bench di mole picciolissima, sono anch'esse veri corpi
nel luogo
mossa.
Del resto
celesti,
la terra.
Attrazione universale.
dell'attrazione
nosce
in Filopone, in in
Cecco d'Ascoli,
in
Keplero e
in altri,
Dante; egli
vi parla del
si
punto
d'
Al qual
11
traggon
ogni parte
si
menta la virtus tractoria di Keplero. - Lioy. Dove la gloria del poeta vince il nostro immaginare si nell'aver egli dell'attrazione universale dato cenno assai
elesse
prima che Newton, aiutato dalle scoperte del Galilei, ne il gran sistema del mondo. E per ci ch' dell'attrazione celeste: Italia nostra pu andare con ragione superba,
sia stato altres
il
che Dante
il
248
E
di fji
COGNIZIONI SCIENTIFICHE
Questi ordini di su tutti rimirano,
vincon
s,
che,
piacque di leggere di su
sertazione del
critici
tutti
quale
non sanno negare al postutto, che nel v. 129 quasi un germe poetico, ed una perfigurazione della grande idea di Newton. Quanto poi all'attrazione terrestre, ecco le parole di Guido Guinipi severi sentenziando, questo
celli e
gran dialogo
il
dono
al
all'Italia
:
cav. Monti.
il
Tu
passasti
centro
presenta
Tu passasti
Al qual
si
il
punto
d'
traggon
ogni parte
pesi.
non
ti
da tutta
la terrestre
tirati
circonferenza
potentemente
Peri. Se questo passo di Dante per avventura fosse venuto sotto gli occhi di Newton, m'avviso che a concepire
il
destato
pomo
un
Suppone, (e ci fa grande onore al suo acume ed alla sua scienza, avuto riguardo all'ignoranza in cui allora si
era
sulle vere
leggi
i
della
fisica
costituzione
del
nostro
globo)
che
il
pesi,
corpi gravi,
sono
d'
verso
avvi-
la
Ma la cosa nel fatto non va cos... Capocci. Antipodi. Anche bene degli Antipodi, gi tanto oscuri alla mente degli uomini, prima che il lume dell' italiano Colombo li rischiarasse, non meno che della gravi-
al
FISICA.
249
il
tendono tutti i gravi: ed allora rovemedesimo, ivi forse dove sembrato era che fosse disceso. Che se non foste contento a questo, ponete
sciatosi sopra
sulla bilancia
eh' detto
fra gli
altri
luoghi nel
i.
Fatto avea di l
Tal foce, e quasi
mane
e di
qua sera
(V.
mia opinione.
3.
Purg.wA.)
Anche
Fr. Petrarca
Sest.
i.
le
Verso occidente,
che
il
d nostro vola
1.
A
e
il
Pulci
Perche pi oltre navicar si puote, Per che l'acqua in ogni parte piana... E puossi andar gi nell' altro emisperlo, Per che al centro ogni cosa reprime
:
le stelle
sublime.
E laggi son
3Ia noi
citt, castella e
imperio
certi periodi
soflra
qual fenomeno
gli antichi
chiamano
il
grande anno:
Per
lo
il
Pi volte
mondo
parl,
xu.
41.
Platone di questo
molto pi Cicerone,
Marco
Antonio,
Dante,
il
ma
ninno con tanta poesia e novit, siccome fece quale finse il mondo universo come un'essere
intelletto
della teoria
difficile citare.
de Beaumont
resto
di
Leopoldo de Buch.
250
servono
fisici
per ispiegare
cata-
palesemente
risulti dalle
la terra
sporse,
Per paura
mar
velo,
;
E venne all' emisperio nostro e forse Per fuggir lui lasci qui il luogo voto Quella che appar di qua, e su ricorse. Inf, xxxiv.
120.
Lioy.
Manifeslum
sunt
in
quod virtus elevans est illis stellis, quae regione coeii istis duobus circulis contenta (cio
est,
che descrive
il
polo dello
ut magnes attrahil ferrum, sive per modum generando vapores pellentes, ut m particularibus montuosltaUhus. Quaestio de aqua et terra, 21.
Prof. Yolpicelli nell'accademia Tiberina
Il
enunciate implicitamente ed esplicitamente prima che fossero professate dalla scienza, come, per esempio, certe verit
riflessione
della
brine,
luce,
al
al
moto dei
di
cadenti,
al
prodursi delle
alle
carbonizzarsi
altri
fatti
dei combustibili,
vibrazioni sonore,
ed
scienze naturali.
SUIEilTICOE E GEOMETRIA.
(1)
Quest'
dire,
uomo
il
singolare
si
le
sue esprestanti
sioni sono
come
tanti segni
stenografici,
i
pensieri
;
pi vasti
come
d'
riconcentrati in
il
una formola
dif-
finendovi sovente
per mezzo
Dell'Aritmetica.
scienze
sotto alcun
quelli
Del lume
i
s'alluminano; perocch
loro suggelti
sono lutti
di
numero
considerati,
si
nelle
considerazioni
procede... L'Arismetica la
(1) Se v'ha chi desideri di vedere i profondi calcoli della Geometria sottommessi alla ragione poetica, legga Dante perch Dante sommo Geometra. V. Monti. - Che se Michelangelo fu debitore del sublime dina-
mico, che riluce nella fiera e tragrande persona del suo Mos e nel tre-
mendo
la
e dell'abisso,
vogliam credere che l' architettura dantesca non sollevasse sua mente al sublime matematico, e non gli suggerisse il pensiero di mettere in cielo l'opera del Brunelleschi? La geometria e l'architettonica del Purgatorio e dell'Inferno sono fondate sul sistema curvilineo del cono, cho nell'antica simbologia era emblema fallico ed emanatistico, e un addolcimento del sistema piramidale pi vetusto e parimente espressivo del Teocosmo. Ma la sostituzione della linea torta alla diritta accenna da un lato al trapasso estetico del sublime al bello, e della et cosmogonica alla succedente, e dall'altro lato al surrogamento del principio di creazione al
dogma
panteistico; giacch
al cerchio,
il
e del poligono
importa quello
due
La geometria dantesca risale, come la geografia, la cosmogralia e l'astronomia mitiche che l'accompagnano, all'antichit classica ed orientale, secondoch si vede nel monte del Purgatorio, il cui emblema ligurale somigliantissimo anche in botanica all'Edcne di Linneo) si accoppia coU'antictono di Platone, di Aristotile, di Cicerone,
estrerai della forinola....
(
di
ia
Macrobio, di Manilio,
scuola
d'
di Jlela,
di Eratostene,
i
e si
pu
dire,
di tutta
Primato.
252
COGNIZIONI SCIENTIFICHE
il
numero, quanto
in s considerato,
Conv. n. 14.
che
il
numero non
un aggregato
cinque e
il
di unit:
Rata
sei:
Del Cerchio. La Geometra S due repugnanti ad essa siccome tra 'l punto e '1 cerchio (e dico cerchio largamente ogni ritondo, o corpo, superfcie); che, siccome, dice Euclide, il punto principio di quella, e, secondo ch'e' dice, il cerchio perfettissima
Della Geometria.
intra
muove
figura in quella,
di fine;
punto e '1 cerchio, siccome tra principio e fine, si muove la Geometria. E questi due alla sua certezza repugnano; che '1 punto per la sua indivisibilit e immisurasicch tra
'1
e il cerchio per lo suo arco impossibile a quadrare perfettamente, e per impossibile a misurare appunto. bile,
E ancora
la
Geometria
14.
senza
fa
dimostrare
la vista
dove
gli
conceduto
di ritrarre
con parole
ultima di Dio:
Qual il geometra che tutto s'afJge Per misurar io cercliio, e non ritrova, Pensando, quel principio ond' egl'indige: Tale era io a quella vista nuova Veder voleva, come si convenne
:
come
vi s' indova;
dalla
stessa
fonte
pur tratta
tutti
la
sublime imagine
dell'Eterno, contemplato
zioni, in quel
come centro
li
punto a cui
a cui tutte
le creazioni
E
tica
nel
XIII
di
poe-
sia
MATEMATICHE E GEOMETRIA.
(liamelro del cerchio,
Triangol
253
retto:
senza
che formi
un angolo
Se del mezzo cerchio far si puote s eh' un retto non avesse. egli pi
N potea
che
si
vivamente significare
del Purg. v. 40:
er'alto che vincea la vista,
l'alta ripa
del
legge nel iv
Lo
e.
sommo
lista.
;
Un
il
mezzo per conseguenza dista dai due estremi di 45*^, Una lnea dal detto mezzo al centro del quadrante, fa un angolo con uno de' suol lati, precisamente di 45^. Egli chiama lista quella tal linea, perch allora ed anche poi, si usato uno stromento per misurar gli angoli, detto
suo punto
il suo nome. poneva a perpendicolo, con un filo a piombo, l'altro lato a squadra, teneva naturalmente la linea orizzontale; ed un raggio, una lista girevole dall' un de' capi intorno al centro dello stromento, dirigendosi ad un astro ad un campanile ecc., dava suU' arco del quadrante ove rispondeva l'altra estremit, l' altezza angolare
Quando uno
si
suir orizzonte
dell'
oggetto
il
in
proposito.
Disagevolissimo
i
43^
cendo che
nelle
la
medesima
si
il
centro in
uu
spiriti, costellati
sfere
di
Marte, detta
in tondo:
venerabil segno,
die fa
giuntura di quadrato
Tetragono.
ragona
egli gi la
come
drata
Virgilio quella di
cubica) che
comunque
lo stesso:
Dette mi fur di mia vita futura
Parole gravi
avvegnach'
io
mi senta
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Ben tetragono
ai colpi di
fiore di
In
goli ottusi.
l'altro nel
di pi allo concetto
quel-
13,
ove
la chiara e perfetta
delle
mondane
future cose
beati, vien
in
comparata alla chiarezza di quell'assioma, che un triangolo non possono contenersi due angoli ottusi
:
s t'insusi,
come veggion
le
le
terrene menti
Non
Anzi che sieno in s, mirando il punto A cui tutti li tempi son presenti ).
Ecco
di
nuovo
il
la
la
poesia
senza alterarne
(
costume,
Conv.
iv.
).
L'angolo d'incidenza eguale all'angolo di riflessione. QuestO sarebbe linguaggio di cattedratico prosatore.
Ma
si
far poetico
al
se parlando
Il
raggio
modo parecchio
si
A
S
Il
diparte
arte.
Purg. xv.
16.
Torelli in
al
Sibiliali
prende
a chiosare
questo passo di Dante, e cita una proposizione della catottrica di Euclide, e ci reca
Linea perpendicolare.
Neil' accennata
bellissima
comparazione del raggio che da acqua o da specchio si ripercuote, egli ha bisogno di esprimere la perpendicolare. Chi saprebbe collocare questa voce con un qualche garbo
nel verso
stesso
e collocarvela
noi saprebbe!
Che
adunque
in
tale
stretta
il
osserver
che un grave
descrive
cadendo una
visibile,
la via di signilicar
ma
te la
dipnger e te
la
render
MATEMATICHE K GEOMETRIA.
255
chiamandola con elegantissimo rigor matematico il cader (Iella pietra. Artificio di poesia bellissima ed evidentissima.
V. Monti.
Vuol egli cavare un paragone meglio adattato ad esprimere la smisurata idea della eternit? Ed egli lo trae dal moto proprio del cielo delle stelle fsse, il quale s compie
per
la
si
precessione,
in
26 mila anni,
ed allora credevasi
il
che
compisse
in
Capocci,
106.
ASTRONOMIA
"
E
il
io ogni
dove mirare
gli
Non
d'ogni dove,
?
DANTE, Ep.X,4.
Vedete
Humboldt accennare
salutando
il
alle quattro
Poeta italiano
come
il
Colombo
vin col calcolo l' esistenza, or confermata nuovi pianeti. DALL' ONGARO.
di
notte
si
Ed
eCCOC
Pesci,
stando
Sole
il
nel
di
sull'orizzonte,
ed
carro
l'
orizzonta,
xi. 112.
E U Carro
Ed
Lo bel pianeta che ad amar conforta, Faceva tutto rider 1' oriente, Velando i pesci eli' erano in sua scorta. Purg.i.
19.
?56
COGNIZIONI SCIEMIFICIIE.
Ed ora
cidentale
la
dei
Luna due
giunta
all'
il
orrizzonle,
al confine
oc-
emisferi
Sole,
che
le
opposto, di
presso
al plenilunio,
in sul sorgere:
Gi tiene il confine D'iimbcdiie gli emisperi, e tocca l'onda Sotto Sibilili Caino e le spine. E gi iernotte fu la luna tonda, Inf. xx. 124.
e'
il
efficacia di tale
esinanimento:
di
il
Capocci,
quantunque nulla
nuovo
ci
fa
meraviglia,
come
in
che non pu
il
11
calor diurno
Intiepidar pi
Quando i geomanti lor maggior fortuna Yeggiono in oriente, innanzi all'alna, Surger per via che poco le sta bruna. Purg.
xix. 1.
sei
gli
manca
s
L'ombra
piano dell'orizzonte,
piano.
questo mentre
se
il
mezzo
come
si
allontanasse:
si
il
parere, non
;
vede pi
riguardante
dileguano
pi belle:
lontano
questo
mondo
al letto piano,
Quando il mezzo del cielo a noi profondo Comincia a farsi tal, che alcuna stella Perde il parere infno a questo fondo; E come vien la chiarissima ancella
Del Sol pi oltre, cos
il
ciel si
chiude
infino
a questo fondo
di
il
in
risi
farci
guardare
la disparizione
delle stelle,
come
se
cielo
ASTRONOMIA.
257
Imagine, dice
di
il
Ranalli,
concepirne altra pi ingegnosa. Da quanti poeti, e in quante maniere diverse non era stata figurala quell'ora
il sole? Perch tornasse a fare effetto, quasi imagine non mai figurata, usa una perifrasi tolta da' calcoli della scienza astronomica. Cosi Dante non solo le cose
che precede
comuni,
soie,
come
il
dire:
manca un'ora
circa
al nascer del
l'
abbellisce
ma
ancor
imagine
astronmica.
Quivi,
ne aggiunge
il
prof.
Minich,
con meravigliosa
in cui
di
primavera, all'istante
sva-
meno
Se
s
la
Ma
se
debba valutare
si
la
detta estensione
sopra un circolo di
il
altezza,
l'alba comincerebbe,
secondo
poeta,
la
allorch
il
Sole
durata del
crepuscolo
l'attuale
stabilita,
misura teorica, e
stagione.
E per
il
nel Purgatorio,
ci
giunto a ponente
di
quello
levante.
al Sole,
(
in direzione
opposta
La non
giacch
Sole
si
Gi era
E
Uscia
la notte
di
che opposita a
lui cerchia.
Gange
Che
le
caggion di
man quando
soverchia;
L dove io era, della bella Aurora Per troppa etate divenivan rance. Putq.w.
1.
si
veggiono
in cielo
vermiglio della
1"
258
aurora,
e
il
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
di
poco
il
Sole.
E Dante,
il
volendo mostrare
di questi effetti:
terzo
Pu
darsi,
dice
il
Capocci,
pi felice
il
idea del far succedere al dilicato candore della prima et, roseo colore della fiorita giovent, ed u questo finalmente
la tinta avvizzita, e
Con come tante altre di questo mondo! Il Caro nella sua lettera a Taddeo Zuccaro additandogli il come avesse a dipingere l'Aurora gli rammenta
itterica della troppa ctale?
come
che essa ha
ha tre nomi
di
16. -
Ed
il
sole
nascente freddo
col
le
membra
intirizzite
dal
della notte:
Il
Sol conforta
la notte
10.
un'ora
mezzo
il
di Sole al
mezza terza
tempo dell'equinozio;
riede. Inf. xxxiv.
E gi
sole a
%.
di Sole:
due ore. Purg.
ix. 44.
E
il
a quest'ora
presenta
del
il
Di mezzo
capricorno. Purg.
ii. SSi,
Modo
leggiadrissimo,
dice
il
Ranalli,
come pure lucida tela li A quattro ore di Sole, nel quarto g^iorno dopo plenilunio:
raggi solari,
Lo scemo
Rigiunse
della luna
al letto
x. 74.
Notisi la propriet
di quel
nominare
lo la
mente; conciossiacch la parte scema della luna, quando essa mancante, dopo il plenilunio, volta a ponente, e perci tocca primamente l'orizzonte, quando quella giunge
al
tramonto:
ASTRONOMIA.
2o9
Son
le dieci
ore a
un
bel circa t
salito era
Son presso
le
nudici
del giorno
al
temo,
su
l'
mezzo giorno:
Ferve 1' ora sesta. Par. xxx. 2. Vienne ornai, vedi eh' tocco
Meridian dal Sole, ed alla riva
Copre
Marocco. Purg.
iv.
107.
Virgilio dice:
sol
medium
Ma
vi forse la bellezza
lighieri,
che
il
Ma-
Mauritania.
di
figura
meriggio?
Vedi che torna
Dal servigio del di
l'
Quando
tezza.
il
Sole
si
cangiando
al-
meridiano varia
di
posizione,
secondo
fassi
:
qua e
Teneva il Sole il cerchio di merigge, Che qua e l, come gli aspetti, fassi, Purg.
xxxiii. 103.
v. 11,
il
il
plaga Sotto
la
quale
Sol mostra
men
fretta.
Ed
il
orientale all'occidentale:
Il
Sol
muta quadra
all'
Ad
indicarci
al Sole,
come farebbe
si
ser-
La luna
in
un giorno
mezzo da che
260
COGNIZIONI SClENTIFlCnE.
si
avanzata
i
la
giunge
si
sotto
nostri
meridiano inferiore,
di
di sopra.
ad occidente, dopo
meridiano
E
Sole
gi la
Luna
sotto
d(>po
il
il
mezzod.
al
li
Sole
ha lasciato
il
meridiano
Toro. Se
ivi nel
opposto, perci
notte
come
cerchio di merigge
2.
Sole.
Quanto
il
compiuta e
rimane a percorrere:
terza,
'1
in ver la sera
Vcspero
Il
e qui
mezza notte
I.
:
il
Sole prog^redisce sensibilmente verso sera poggilo volto a levante getta l'omtira:
Vedi ornai che
'1
ed
vi. 31.
Salendo alla dirittura di oriente, vediamo innanzi propria ombra, originata dall' intercettare che fa
i
la
il
nostra
corpo
Il
sole ne tra-
monta
della
disparizione
si
della
nostra
ombra che
il
ci
innanzi.
L'orizzonte
fa tutto
Verso
raggi
Dinanzi a
me
E
Che
il
di
saggi.
si
ombra che
spense,
Sentimmo
E pria che in tutte le sue parti immense Fusse orizzonte fatto d'un aspetto, E Notte avesse tutte sue dispense... Purg. xxvii.
S sa
64.
ASTRONOMIA.
avvicinandosi
il
261
diventa bianca,
Sole, in
un bel
d sereno,
massime presso dell'orizzonte, ove appunto il Sole va calando, il qual effetto pi veduto che avvertito fa cantare
al
poeta:
Feriami
'1
occidente
di cilcstro.
:
Purg. xxvi.
5.
tramonto
di presso
Ed
il
il
poeta
prende occa-
sione a parlarci di
alle
un fenomeno che
lo
pu essere sostenuto
mai
nell'alpe
Non
Come, quando
fla la
In giugnere a veder,
com'
io rividi
1.
Lo Sole
in pria,
nuova dipintura perfetta, come in un dagherotipo di quel che tutti veggiamo la sera, al cessar della luce diurna, ma senza troppo badare al modo onde questa luce va gradatamente ad estinguersi. - Questa coccoletta, che noi chiamiamo il globo terrestre, avviluppata in una
Ed
eccoci una
sottil falda
di aria,
la
quale
la ricopre
come
di
la
peluria
Ma
l'aria si
va diradando per
modo
che
che all'altezza
luce del sole,
40 miglia
cessa al tutto
si
quando esso
la
abbassato
18*^
meno
sovraggiunge
notte.
Ma
gli ultimi
vien dietro la notte, illuminano una porzione sempre pi piccola del menisco, della cupola aerea che ci sovrasta al punto del tramonto, gli ultimi raggi del sole
:
l'illuminano tutta;
detti
ma
si
abbassa,
raggi tangenti
alla
terrestre,
s'inalzano;
difl'usa
:
262
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Gi eran sopra noi tanto levati
Gli ultimi raggi che la notte segue,
Cbe
le stelle
apparivan da pi
lati. Piirg.
xv. 70.
Veggasi quanto
sa esalto e
di
ap-
da vari
il
al C.
xx
del
Pa-
Quando
mondo alluma
il
si
Lo
ciei,
che sol
rifa
di lui
parvente
in
due ore
E
la terza:
Fatti avea
il
passi con che sale, duo nel loco ov' eravamo, terzo gi chinava in giuso l'ale. Purg.x.1.
la notte de'
cominciata mezzanotte:
Gi eran quasi che atterzate l'ore Del tempo eh' ogni stella pi lucente. Son.
Quando mi mossi.
alla
mezzanotte
al
le ultime stelle
meridiano,
cac-
E
del
al C.
XX vili
del Purg. v. 1 ci d
no sfoggio
di
eru-
a quattro canti
mondo, secondo
E al C. vili, del Purg. v. 133. volendo esprimere vagamente e poeticamente che non passeranno sette anni che egli nel tempo del suo esigilo dovr sperimentare la cortesia
cosi
fa
parlare
all'ombra
di
Corrado
Or
va, che
11
Sol
non
si
ricorca
il
Montone
Con tutti e quattro i pie copre ed inforca, Che cotesta cortese opinione TI fla chiavata ....
E novera pure
lume
della luna.
il
Io
spegnersi del
ASTRONOMIA.
Mi non cinquanta
volte
fia
263
raccesa
La faccia della donna che qui regge... Inf. \. 79. Cinque volte racceso, e tante casso, Lo lume era di solto dalla luna. Inf. xxvi. 130.
E con
la
luna anzicch
la
luce
della
mezzo
di
noverare
le
lunazioni con le
sue
noi
fasi,
quella
11
Sole,
secondo
la
teoria
di
di
Dante
tutte
fonte
che poi
di
altre
sensibile luce s
prima
{Coni',
poi tutti
li
ili.
22), esso
vita,
che
Con
li
com'
e indi
iii.
pi potenti
per
quelli
che
il
gran
i.
pianeta
si
40.
Cicerone
Sonno
di Scipione
avea chiamalo
il
Sole
Mente del mondo. Ma Dante si alz eminente sopra lutti poeti, quando con un solo verso racchiuse la pi mai
11
Sole l'imaginazione,
cantando
x. 28.
grande idea della Natura, questo suo grande ministro, che altamente
la
in tutta la
moto
e la vita,
ti
sentirai
dissima meraviglia.
sull'intonso
E
di
allora
farai
nume
sterili
Delo,
sul
biondo
Latona, e
quanti
laliua.
altri
nomi
il
gli
profonde
poesia
greca
-E
chiama
Sole e
la
Luna occhi
del cielo:
Purg.
264
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
iv.
delle Metamorfosi,
chiamando
il
sole
mondo avea
epigramma amochiama occhi del cielo le stelle, metafora leggiadrissima, imitata pur dall' Ariosto, C. XIV. 39, e dal Tasso, Ger. x. 22. Dante per che non usurpa mai cosa alcuna senza farla migliore, considerando
forse a Piatone che in quel suo notissimo
roso,
conservatoci
da Laerzio,
che
gli
il
giudizio
sono veramente
il
Sole e
la
Luna ha con-
anche
il
il
Ed
28.
il
Ranalli,
quanto
eli'
sia bello e
nuovo
indicarsi
il
tutta nuova,
e con la quale
Quando
Ad
ritorna,
Cade virt
infiammate corna
di novel colore. San. 8.
Che veste
mondo
Ma
moto,
se ben
si
rifletta,
ci
che prendendo
le
un
po' alia
l'
grossa,
di
ce
lo
Onde
esattezza
cotal
di
quel
pendendo da
ci
il
corso
delle stagioni,
legate
tra
immutabilmente. Questa durata esattamente di 365 giorni e 24222 centomillesime parti di giorno, ossia (trascurando le minori frazioni) circa 24 centesime parti di un giorno.
Giulio Cesare, nella sua famosa riforma del Calendario, aveva posta cotal parte frazionaria un po' pi grande, cio l'avea fatta di 23 centesimi, l'avea accresciuta di un cente-
xxvn, 143,
ASTRONOMIA.
a cui
265
il
Dante
allude.
giuliano, ai
suoi tempi in uso, dietro tale supposizione de' 23 centesimi, cio di 1/4 di giorno, portava un intero giorno di pi
dopo
4 anni,
il
centesimo di pi,
avecumulandosi per
dava d'avanzo
un
Lilio
se n'era accorto
il
ed
il
nuova riforma
questo
del
del
Pontefice
Gregorio XIII
poeta
che rimedi
sconcio -
Capocci -
Pervenuto
il
al
primo
balzo
Purgatorio,
in
un
il
e ne
dimanda
la
spiegazione a
Fossero in compagnui
quello specchio,
Che su
Tu
vedresti
Zodiaco rubecchio
Ancora all'Orse pi stretto rotare, Se nwi uscisse fuor del cammin recchio. Purg.
Egli consueto a' poeti
il
iv.
G.
dire
la tal
cosa splende
al
Diametro del
di
Sole.
la
Alla
pi gente
Sole
pare
2): e
il
cercamento e
coli' altre
la
umana ragione
sue
ach
miglia,
appare
di quantit
Luna.
266
Par.
II.
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
-
di Beatrice
confuta l'opinione da
La Luna
le in
circa
un
50 minuti pi
dopo. Onde
rore
al
un quattro ore
le stelle
appaion
La luna, quasi a mezza notte tarda, Facea le stelle a noi parer pi rade, Fatta com'un seccliion che tutto arda. Purg.
xviii. 76.
dai secchioni di
rame
ne' quali
ma-
onde rimpalmarne le navi, trasse egli il paragone esatto e lampante. Se avvenga per avventura che quel pattume bituminoso ad un tratto si accenda,
rinai fanno bollir la pece
avrassl
il
secchione
ardente,
tal
quale
occorreva
di
far
osservare. La
Luna
si
se vi
si
Sole a levante e per in basso; cos la mezza Luna nel nascere sarebbe apparsa come posata sull'orizzonte col suo diametro in alto, che avrebbe rappresentato in profilo Torlo
della
scodella.
Ma
la
di
un
tre giorni
ed invece
di offrir superiormente
un
profilo rettilineo,
T avea rilevalo
sua supertcie.
men
chiare
che ricoprono
al
la
contatto dell'oriz-
ins,
la fosse
De Mon.
i.
Aurora Lunare.
La concubina di Titone antico s' imbiancava al balzo d'oriente, Fuor delle braccia del suo dolce amico: Di gemme la iua fronte era lucente,
Gi
ASTRONOMIA.
Poste in figura del freddo animale, Che con la coda percuote la gente:
267
il
m.
1.
Non
da leggersi, dice
stupenda
per novit di concetto e splendore d voci. - Col qualitativo concubina egli intende distinguere e dinotare l'aurora della
il
suo nascere: in
e la
Luna era prossima ad alzarsi, sua aurora avea ingemmata la fronte delle belle stelle
e la notte, dei
passi con che sale, delle parti che percorre nell'arco semi-
al
zanotte; n'avea fatti due di cotali passi, cio due terzi del
cielo
nel
pu
al
avendo cos immaginosamente personificata la Dea dallo ammanto, le trasferisce il modo usato dagli astri nel loro trascorrere per la tolta celeste: questi nelle prime due terze parti del loro apparente corso ascendente si elevano rapidamente, e nell'altra terza parte si vanno molto
egli
stellato
modo che
senza
presso al meripi
diano
guadagnar
vedesi
non
portava pi in alto.
Capocci.
Anche
il
prof.
xx\
accenna
con
meravigliosa
approssimazione
la
durata
del
E ne ricorda
Vedem
S,
I'
alone lunare
la figlia di
Cosi cinger
Latona
aere pregno
Par. \. 67.
tal volta,
il
quando
fll
1'
che ritenga
che
fa la zona.
il
Quando
il
vapor che
U.
268
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Costellazione della Crociera. Le Stelle (Iella CrOCe australe vennero scoperte due secoli dopo Dante, quando
l'ardimento europeo spinse
i
emisfero:
Vidi quattro stelle
Non
viste
alla
i.
32.
Le quattro chiare
stelle,
non solo nel Catalogo di Tolomeo, anche da Marco Polo, e figurate pure in un Globo, costruito da Abou-Cassem nel 1225.
ma
Il
Yespucci
le
si
occhi
quattro
polo boreale,
non mai
innanzi,
che
dalla
prima coppia umana. Andrea Corsali, illustre navigatore lrentino, in una sua lettera a Giuliano de' Medici, duca di Firenze, (6 Gen. 1515) le chiamava: croce meravigliosa,
la
il
pi
gloriosa
di tutte
le costellazioni
dei cieli.
Di
fatti
cielo ivi
all'altre
ingemmato di quelle belle stelle, prossime altredue fulgidissime del Centauro, ed incastonale,
vivo bagliore della Yia-lattea
direi,
nel pi
che col
Il
si
sito
deve rispondere
in
mezzo
al
grande Oceano
pacifico,
un
Capocci,
-della
seguendo l'Humboldt,
il
Dante,
come
ei
lo
chiama
moderna filosofia naturale, con le sue calcolazioni ne convince, come circa a 7 mila anni addietro, il polo australe
si
trovasse
alla
abbastanza lontano
dalla Croce
per renderlo
prima gente in quelle regioni patriarcali dell'Asia, e che per conseguenza Dante conoscesse il moto di processione degli equinozj, e non solo si avesse presente
visibile
lutto
il
ma
si
ancora
ai
Questa dantesca anticipazione del vero, scrive V. Monti, un puro caso, ma quando noi veggamo la
i
segreti
I
della
sapienza
ingegno sono
di verit
impressi
di
un
carattere
di
grandezza e
ASTR0^0M1A.
togliere ad ogni sensato lettore
il
269
coraggio di giudicarli.
Lesione
ix.
incisa
giusto rappresentato
coU'astrolabio
si
il
meravigliosamente dal Galle nel sec. XVI, dove Amerigo Vespucci in atto di osservare
fatte costellazioni.
Da un
stampa vi
parole:
ritratto
di
Dante posto
M. ecc.
torti his
mi
stellas
Sotto
al ritratto,
come
in
un
pilastro, si
i
leggono
quali la tradu-
Fanfani,
il
Borrjhini
i.
58.
Le tre
stelle vespertine:
Tre facelle
polo di qua tutto arde. Purfj.
Di che
il
viii.
89.
viii.
86.
Il
Capocci vuole
sin-
golarissima,
meglio
metallo trovansi
le
Fo-
deW Eridano
e della
Il
Ma
segno
ei
si
giovasse della
poetiche
sue imagi ni
sommamente
270
COGNIZIONI SClENTlFICnE.
il
e leggiadre, vaglia
fare
intendere
il
principio del xiii del Paradiso, dove, meraviglioso spettacolo de' 24 beali
in
lu
due
circoli,
e alla
di
sua donna,
stelle,
le
vuole egli
pi lucenti
che
del
24
le quali facciano
runa dentro
l'altra.
un bellissimo campo stellato, con le quindici stelle fisse di prima grandezza onde s'ingemmano le diverse regioni
del cielo, appresso le sette dell' Orsa minore, da ultimo le
due che terminano la maggiore. Anche al xxx del Purg. v. 5 ricorda le sette stelle della maggior Orsa, il settentrione piii basso, che servono ad additare
il
stella Veneree
Neil' ora credo,
che
dell' oriente
Prima raggi nel monte Citerea, Che di fuoco d' amor par sempre ardente. Purg. ixvu. Lo bel pianeta che ad amar conforta,
Faceva tutto rider V oriente. Pura.
1.
94.
19.
La
Che
'1
stella
viii.
da coppa or da
stella
ciglio.
Nella Canz.
ci sta
xi. 1
ci
dice
lo
che nell'inverno La
raggio lucente, che
velo.
d'amor
il
rimota Per
le
la 'n forca
S di traverso, che
si
fa
Anche
ei
viene a segnare
che suo
i
La
stella di
la
Venere due
fa
:
cerchio che
2. - Il cielo di
Venere ha due
eh'
l'una
sua
14.
Mercurio e Venere.
lui,
come ha
poi dimostrato
il
Copernico.
circa
ac-
ASTR0^0M1A.
siero.
271
circck
E ove pongasi mente al valore della parola ne rester pi dubbio: e questo valore lo si un' altro passo della div. Comedia [Par. xu. 19).
L'aspetto del tuo nato, Iperione,
non
da
ritrae
si
muove
Dione, far.xxii. 143.
Maia
mercurio.
E
Cos
s
come
corda queta,
v. 91.
corremmo
occhi
Gitlando
gli
sopra
intorno al Sole
non possa mai appressarsi a noi quanto Venere. Infatti Venere pcrigea, cio alla minore distanza, lontana dalla terra 23 milioni di miglia; Mercurio perigeo rimane pi
lontano del doppio.
Ma
il
che
tutti
Luna a 160
di
Sole a sei
s'
milioni
60 mila miglia!
chiarissimo
quanto
ingannassero
in tutto,
ma
Del resto egli colla sua gran mente gi sembra che travedesse questi errori intorno alla posizione di Mercurio, avendo
notato
le
Mercurio
del suo
miglia,
la pi
che di dugento trentadae secondo pone Alfergano, che dice quello essere,
Tuna
miglia:
che
pi va velata
Conv.
II.
de' raggi
del Sole,
stella:
14.
Marte.
Ed ecco qua, su
Per
li
'1
Gi nel ponente sopra '1 suol marino: Cotal m'apparve, s'io ancor Io veggia.
Un lume
stro col
per
lo
mar venir
s ratto...
Purg.
ii.
13.
paragone
di
lume apparso
272
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
la
faccia del
1'
lume e
astro
non pu esser pi bella. Ed pure da osservarsi che non gli sfuggisse che quando Marte in opposizione col Sole,
e perci in sul tramonto, allorcli queslo in sul sorgere,
allora
il
perch in Toscana,
il
monti.
E questo pianeta
XIV
del par.
v. 8G.
vien chiamato:
L'affocato riso della stella.
le cose,
perch
e
il
quando pi
la
seguono,
li
quali per
ii 14.
Saturno.
//
//
il
gelo,
ii.
Canz.xi.
l;
e Purg. xix. 3:
14,
freddura
di
14 ne reca pure
le
la tar-
secondo
vuole
di
tempo
lo
suo cerchio
l'
altra
si
che sopra
tutti
gli altri
Giove.
'1
Ci ricorda
il
si
rav-
il
di
figlio.
Pun.
xxii. 145.
stella.
Giove
stella di
14.
stelle.
pi
si
veggono risplendere
si
sta
bella
ASTRONOMIA.
273
Via Lattea.
il
che
Funo dei poli, e l'altro ci tiene ascoso: e mostraci un solo movimento da Oriente a Occidente e un altro che da Occidente
vulgo chiama
Santo Jacopo
;
e mostraci
a Oriente, quasi
ci
ii.
15 -(Opinioni di-
che cinge
Questa bella zona albicante, meravigliosa, fosforescente, il cielo intorno intorno, e che tanta bellezza accrepei poeti che per
il
mal
guidato da Fetonte (ynf.xvii.lOG), e pei filosofi non altro che la saldatura dei due emisferi l'un contro l'altro, e al tempo
di
Dante tutto
di
al
Ma
in
nel XIV.
del Par. v. 97
poeta
si
divinazione
quel
portentoso
quei
vuole
insinuarci
che
lumi minori
mag(}i
insieme
alle
albicanti abbiano
regioni sideree:
Come distinta da minori e maggi Lumi biancheggia tra i poli del mondo
Galassia
s,
P. Lioy, cio fino da Tommaso Wright, Via Lattea era stata considerata ora con Aristotile quale
che Huygene attribuiva ad una nebulosit generale, venne coli' aiuto dei pi forti telescopi riconosciuta dipendere da strati di
stellare, e la bianca luce suffusa di cui risplende,
numero
potenti
indefinito.
clie
Galileo, senza
oggid ingrandiscono
la
Equatore.
'l mezzo cerchio chiama Equatore E che sempre riman tra
Che
si
del
moto superno,
il
Che
in alcun' arte,
il
Sole e
verno. Pura.
iv. 79.
Dante chiama
VOL.
II.
l'Equatore
cerchio
del molo
superno^
18
per
274
la
COGNIZIONI SGIENTIFICnE.
cielo nell'
va sempre scemando, sino a divenir nulla affatto ai pol. Indi ci fa notare ch'esso Equatore sempre rimane tra il Sole e
in quel cerchio
fuori del quale, ne' successivi paralleli,
il
verno;
ci
eh'
verno
prodotto dal
boreale,
quando
il
Sole
si
quando
il
Sole va
al tropico
boreale da quest'altra
Sole ed al verno:
8.
quella parte
all'altro si percote.
il moto diurno di tutto il cielo del primo mobile (da oriente a ponente) venisse ad incontrarsi
col
moto
ad oriente). E
moto diurno
pi violento:
(dall'
i
si
dirama
Cos,
dice Y. Monti,
fisica celeste
i
una
pi
astrusi
misteri,
e la sua liosoia
di poesia.
al V.
mondo
pi vivo,
essendo realmente
s
come
ne' terrestri
vita.
tutto
guente pi
Il IBole
sull'Equatore, al
ed
il
eclittica
formano tre
ne viene a
punto dell'orizzonte
E con
ci
ASTRONOMIA.
dichiarare la temperie
la
Zio
di
materia terrestre,
a disporla
delle
novelle
Esce congiunta, e
Pi a suo
Par.
i.
37.
Ed
il
Sole presso
l'eclittica,
questo con
segni zodiacali.
si
E per
togliere
in cui,
si
l'equi-
venendo
trovava
ove in dette spire si appresenta (a noi dell'emisfero boreale) sempre [Viii tosto: giacch di l dall'equinozio di primavera
accade una progressiva anticipazione nel sorgere del Sole:
Lo ministro maggior della natura, Che del valor del cielo li monJo imprenta, E col suo lume il tempo ne misura, Con quella parte clie su si rammenta
Congiunto,
si
girava per
le
s'
spire
Conv.
111.
5.
Zodiaco.
che
il
Lo Zodiaco
Purg,
segno che
nobilmente
xviii.
i
chiamato
strade
V,].
sole infiamma:
L' obliquo
pianeti porta.
Se l'obliquit dello Zodiaco, ossia dell'eclittica eh' nel suo mezzo, fosse diversa da quel eh' , le stagioni ed il loro
avvicendarsi porterebbero grande perlurbazionne alle nostre
faccende,
X.
15.
Si pretende che I.UCC Zodiacale. primi a por mente alla luce zodiacale sieno stati Childrey, Chardyn e Rothmann altri dicono un certo iTanccsco Noci nel 1084. Cassini la consider come un anello di corpi planetarj minutissimi esteso da Venere a Marte. Rifiutata tale ipotesi
i
si
ricorse
a quella
oggid addottala
che riguarda
la
luce
zodiacale
come un
276
Perch
I
COGNIZIONI SCIENTIFICUE.
Fetonte abbandon
'1
li
freni.
ciel,
come pare
ancor, si cosse.
//", xvii.
107.
comentalori giurano sull'autorit l'uno dell'altro chequi Dante intenda parlare della Via Lattea. Per me ricordo l'opinione ben altrimenti scientifica che sulla Via Lattea ha
il
filosofo
Dante
in quei
due versi abbia inteso favellare della luce una metafora che in s
adotceleste. P. Lioy.
racchiude
tata su tal
il
fenomeno
Errori Astronomici.
sfera elementare
A' SUOi
d
la
Credevasi
che
la
parte pi sublime
i.
38; Conv.
3);
del folgore,
Par.
92.
una parte illuminata dal Sole, terminasse con la sua punta nel pianeta di Venere Par. ix. 108. Dante prende partito di attribuire le macchie che vi hanno nella Luna ai corpi rari e densi della sna superficie
Par.
II.
69.
Riteneasi
a'
suoi
tempi
che
la
luna distasse
di
50 mila.
pisse in quasi
Marte si comdue anni (Cowi;. ii. 15; Par. xvi. 38), e che il 24 ore, complesse l'immenso suo giro Intorno alla
ii.
che
terra: Par.
21.
il
moto diurno
di tutto
il
primo motore (da oriente a ponente) venisse ad incontrarsi col moto orbitale opposto dagli altri cieli inferiori (da occidente a ponente]: Par.x.l.
cielo del
E che
le stelle
ma
come
II
pianeti
Par. xx.
sol
6; xxiii. II
Esse
possono tramandare
illumina tutto
il
riverbero,
quando
Sole che
mondo,
dell' enisperio
nostro si discende.
ASTRONOMIA.
277
E che
nel C.
le orbite dei
nella terra
Par. x. 17.
Ma
XX
di dubitanza,
eleva sopra
varii pregiudizi
del secolo,
quantunque col debito riserbo che la prudenza impone ad ogni individuo contemporaneo, che non voglia esser preso
per pazzo.
Questa terra
fissa
e
5.
non
si
gira;
essa col
mare
Il
Capocci,
dopo
di averci
mostrato come
il
poeta dal
centro della terra alla sua superficie in un solo giorno percorresse 3400 miglia a piombo,
lo
ii);
poi in
cielo
accosta pi a noi,
rimane sempre
di l
si
20 milioni
di miglia, e nella
sua masindi in
sima distanza ne
vm);
un tempo ancor pi breve, e quasi in un baleno raggiugne il Sole, percorrendo un tratto doppio del precedente [Par.x); dopo
il
in Giove, nel
il
sesto pianeta
[Par. xviu)
donde,
in
men che
settimo di
discostato
Saturno
la
poeta
si
pi di nove
in dieci volte
Ma
al
La pi vicina delle
mila volte,
(Par. xxii)
;
cio
di
rimano da noi lontana pi di 200 dugento mila volte 83 milioni di miglia l alla stella dei Gemini, donde si piace di
veduta del sistema planetario a volo
si
godere
la
bella
di
aquila. Quivi ei
muove con
in 6 ore,
me-
ridiano a occidente
di
incirca
un 1300 milioni per minuto secondo. - Gi ei fa l'ultimo dal nido di Leda, cieli corporei passo ascendente su per
i
:
278
COGNIZIOM SClEMiFlClIK.
il pi veprimo mobile, che rapisce lutti
velocissimo,
il
Errori geografici.
tempi, Dante pone
i
Secondo
la
Geografia
de' suoi
emisfero
Supponeva che il Mediterraneo avesse 90 gradi di estensione, mentre non ne ha che 50 ove ne avesse 90, sarebbe vero che ci farebbe meridiano, dove prima era orizzonte,
:
si
muove
un quarto
terra
11
Par.
ix. 86.
il
Mediterraneo:
ix. 82.
che l'acqua
si
spanda. Par.
E
si
tale, dice
il
le
non contano:
le
che propria-
mente
Il
si
spande tra
propriet e da
buon geologo.
assai
;
che
il
meno
da. Gerusalemme
il
da quello
ma
quello, dice
lo stato d'incertezza,
zioni geografiche.
Ed
massime per le longitudini, nelle posia me, aggiunge egli, sta in testa che
egli che sapeva tutto quel che poteva sapersi in quel tempo, con quel suo meraviglioso acume, dovea nudrire qualche
d attribuire a
Ma-
rocco (/%r/7.
quell'impero.
IV. 138),
Poneva
l'Italia a
45*^
mezza strada
tra
Gerusalemme e Mason
rocco, cio a
Ma indicava Marsiglia con la precisione del NauticalAlmanac. Buggea e Marsiglia hanno esattamente lo stesso grado di longitudine, e perci lo stesso meridiano: Par.
IX. 91.
Siviglia
non
si
dilunga
da Gerusalemme
che
di
50
As^il0^0MIA.
anziccli 90
11
:
279
ne dice
terra ai
in largo,
Inf. xx.
il
124
Ma
devesi riflettere,
a'
Capocci, clic
ed
come ora
lo
stesso
poteva esprimersi
su tale
la
Luna
ci
non
in
si
ma
pi oltre
sull'oceano Atlantico;
la
con
quel
sotto
Sibilia,
conferma che
Gibilterra a'
Da
met
de'
lidi
opposti di Siria,
non
l'
vi
ha che
Par.
la
orizzonte di uno
ix.
detti
due luoghi
sia
meridiano
per l'altro:
geografia
Tal
era allora
lo stato
infantile
della
e della
E presuponeva che a ponente in Ispagna ove cadono mare le acque dell' Ebro, sovrastasse latta Libra, la Libra celeste, e per l'opposto ad oriente, le onde dell'altro fiume, il Gange, si muovesse sotto la sferza del Sole ivi culminante: Purrj. xxvu. 1.
in
MEDICINA
Di quel
clie
natura
Parg.
cari.
XXIX.
tal
136.
conto
messo nel
Non
frenolo-
avvenirsi nella
Medici ricordati.
Greco, da Coo
Galeno,
di
Dei medici
ci
ricorda Ippocrate,
{Inf.Y.l^;Purg.xs.i\.\^l; Conv.i.S);
in Asia,
Pergamo
ed
Avicenna, Arabo,
[Inf. iv.
143; Conv.
Avverrois, kr^ho,
de' suoi
tempi Taddeo, medico fiorentino, di gran reputazione nelle scienze fisiche che mori in Bologna nel 1293 (?) Par.xu. 83.
Della generazione.
La scienza
fisiologica
ed insiepi bella
me
de' corpi
scorge come
le
alcune scoperte della moderna embriologia, e che forse potrebbero farsi germe a qualche altra nuova scoperta
generazione, scrive
stotile,
l'
.
egregio
D'*.
Asson, pensava
con Ari-
che lo sperma (parte elaborata e perfetta del sangue) non assorbito dalle vene, ma rimasto come alimento che dalle mense si leva, acquisti nel cuore quella virt infor(1)
dicata specialmente agli Archivi delle arti, tra le altre iraagini, si vede
dipinta quella di
MEDICINA.
281
vi
prende
le
il
schiarsi
uomo pensante:
Purg. XXV.
parte donde
Dante nomin l'ombelico dalla sua vera funzione, la preso prima nostro alimento; e defin l'intestino dalla pi ignobile tra le sue elaborazioni, che vi
sostengono
dell'orrida
gli
all'opportunit
di
sangue,
membra
DJ
Asson.
Le dottrine esposte
da Dante
il
Prof. Filippo
uomo
l'of-
attivo
il
ciclo
di
vegetante
modo
la
creatura mediante
cordone ombellicale od
ilo,
viva di
parla due volte di quel delicato vincolo sanguifero, sia quando, a fare intendere la cicatrice che sta in
preso
cavo del ventre favella di quella parte, dove primamente il nostro alimento intrauterino Inf. xxv. 86.
:
Le
il
D"".
rstotile.
manifestazioni
somme
si
le funzioni,
ne consiste
magi-
vegetabili* o nutritive,
le
animali
o sensitive e
2;
motrici
intellettuali:
Conv.
Tr.
m.
e.
Purg. xx\.
Dante espose egregiamente l'ordine, con cui vanno succedendosi queste funzioni nell'umano embrione. Questo, in-
*i82
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
mazione. In vero ascende quel primo sbozzo d' essere organico per la scalea della vita, e fassi animale, e tal
si
palesa
il
perch
si
muove
e sente:
primi
alti
dell'animalit, che
estremo
muove
e sente,
vanno formando
le
e al fine
palesano
e dello stendersi,
movimenti.
Come
poi
il
feto di semplice
animale divenga fante, cio acquisti con la favella intelletto. Dante n' apprende che, quando la testura del cerebro perfetta. Dio, lieto della
soffia
un
le funzioni di tutte,
e s in s rigira.
'si
fa
membra
Consegue spontanea da questa dottrina un obbiezione a una sentenza di Averroe, che lo intelletto possibile (come chiamavasi allora dalla scuola), passivo
-
in
intendimento
eh'
facolt
dell'anima razionale.
Meno
ne
meno rigorosamente
principio
giusta,
il
dell'unit dell'anima:
si
tre
anime l'una
all'altra
succedessero.
Come Dante
che assente
di quella, io
anime,
la
negazione
non dir. Certo che, ammettendo poi l'unificazione delle due inferiori nella razionale, cerca di porre in accordo due opinioni, a prima giunta, irreconciliabili, la successione di tre anime e l'unit dell'anima. Egli mira
indubbiamente a combattere
la
MEDICINA.
a provare l'unit dell'anima in quel passo della divina
dia,
283
Come-
ove
statuito, che,
l'
potenze,
esercizio
al)bastanza
di
una valevole
aggiunge:
iv. 5.
E questo contni quello error, che crede, Che un'anima sovr'altre in noi s'accenda. Pwrgf,
Dante
dimora dello
sprito vitale
cuore. Circa
rebbe vanit
e descrissero
il
il
Arveo
la
trovarono
a-
\m.-D/Asson.-{
1.
il
V. 90 del C.
dell'in/',
inclina
Magalotti
ivi
donde
lo terrebbe
movimenti e
delle arterie).
Dopo Dante, che chiam lago la parte ima e cava del (/n/". 1. 20), Arveo chiam questo tnr/wmjs promptuarium et cisterna. Osservo che, durante la notte trascorsa dallo smarrito poeta nell'orrida selva, gli si mantenne la
cuore
paura stretta
nacciava,
al
il
pericolo
liera
lo
mi-
ma non
il
Ma quando
e fecegli
la
lupa rese
si
i
imminente
fece
polsi.
pericolo,
allora
di
centrale
periferica,
tremare
le
vene e
Le vene e Varterie interpretano alcuni. Nella Vita Muova, dice Dante che alla prima comparsa di Beatrice lo
spirito vitale, abitante nel cuore,
te,
cominci tremare
s\
for-
che appariva
ne'
menomi
polsi.
in
tribuiva,
come
eh'
il
amore,
al reflusso
il
del sangue,
sangue
per
le
vene
io
disperso
Lo
cor, che
chiama, ed
divengo bianco.
Questa chiamata
di recente
moderno
che fu
Io,
acla
il
ceppi
Comunque
il
che
compiuto ministero
sanguigno intendesse
a fisiologicamente espri-
284
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
l'influsso
mere
il
delle passioni
sugli
organi deslinati
Scolari,
rilevante funzione.
V.
DJ Asson. (Lo
vi
il
inlerpretando
20 del C.
I.
dell'//".,
scritta l'affluenza
di
Dante per
che
il
poeta
in
conoscenza
di causa).
il
non consider
la
.
n subordinata interamente vita del sangue a quegli organi alla foggia de' moderni
e
si uniform a Mos, secondo il quale il sangue ad Empedocle che questo liquido chiam il
solidisti. Egli
V anima,
alla
latice
vita.
In vero,
A zzo VI
marchese
Ond'usci
Fatti
il
mi furo
grembo
Il
-Dot. Asson.
Del cervello.
Dante nel
far
Partito porto
Dal suo principio, eh' 'n questo troncone. Inf. xxvni, 140
significar
volesse
diviso
eh' nel
cervello un rigonfiamento,
il
seguendo
che
il
cos
l'
opinione di Aristotile,
quale fu di parere
cervello
si
sagora e Plistonico,
al riferire di
il
Del passo.
scrizione
del
Segu
i
passo
dettali
Dopo aver
membra
il
pie fermo
sempre era
il
pi basso. Inf.
i.
30.
Quando
basso.
si camina sul piano, il piede fermo sempre il pi Con quel verso adunque espresse Dante, che dal
le
membra
alla
il
prima
chiam
MED1CI^A.
285
Apprendono l'analomla
progressione
la
giuntura dell'anca,
muovesi il tronco, per traslocarsi nella progressione, ubbedendo alle potenze muscolari de' membri inferiori, che alternativamente l'uno appresso l'altro si fermano e muovono, avanzando e acquistando terreno nel passo. -D/Asson.-
Del cibo.
ti,
Certi
ni. 13.
il
uomini formosi e
membru-
lo contrario di
questo: Conv.
Egli
non basta
il
corpo se ne
rinfranchi,
ma
necessario che lo
le
stomaco
lo dispensi
la
equa-
bilmente in tutte
parti
onde ne viene
digestione.
La
un poco a mensa,
\. ZI.
Perch
11
cibo rigido
e'
hai preso
mento
Il
soperchio di cibo, o
la
mescolanza
di pi cibi
dannosa
alla salute:
della gola, Jnf. vi. 53.
La dannosa colpa
Colpe della gola,
Del corpo
Principio fu del mal ... il cibo che s' appone. Par.xwi. 138.
Lo Stomaco pieno d'umori venenosi e contrarli ... vivanda non tiene Conv. i. 1. V amore del gusto, cio il naturai appetito del bere e del mangiare, non deve accendersi in troppo desiderio, e
:
diventar passione (troppo desio non fuma) nella qual parola fuma ci mostra bellamente come la crapula turbi ed olfuschi r intelletto
coi fumi
che manda
al cerebro.
Nei cibi
dobbiamo attenerci a un giusto mezzo, il quale debb' esser determinato dal puro bisogno: esuriendo sempre quanto
(jiusto:
Il
i
/^wr//.
XXIV. 152.
tessuti
le perdite,
ma
i
come
ei:a
discipline,
fa
morire
di
fame
la
tgliuoli di
et
loro
286
COGNIZIONI SCIEMIFICUE.
naturali
stati
del corpo
umano,
pose Dante
la
mente ad alcuni
morbosi, e fu in questo
non meno verace e vivo pennelleggiatore. Febbre. Egli non dimentica alcuno dei fenomeni, quando ci entra la febbre. Ei segna il triemito e il dibat-
in
unghia, onde
al
Della quartana,
e'
E segna
lo sbadiglio precursore,
sentir di febbre:
Co' pie fermati sbadigliava
E quando,
duole forte
la
il
le
un
molesto aridore
Tu
cuoce
le fauci,
inestinguibile la sete, e
capo che
ti
A
Li
onde
ti
crepa
. . .
La lingua
s' io
ho sete
Che fuman come man bagnata il verno Per febbre acuta gittan tanto leppo.
Quanto pi languidamente
il
Petrarca:
Quel ha gi l nervi e i polsi e i pensier egri, Cui domestica febbre assalir suole. San. 56. p. 2.
e.
somma
debo-
somma
sensivit: Purn.
xxu.
rit
34. - Inf.
xxxiu. 61.
idropc o Ascite.
nota
il
E l' idropico descrive con tale veche ne disgrada un'opera nosologca e medica; e vi
volto e
il
collo arido
e scarno,
e l'ingrossamento
assai
il
de' visceri
ipocondriaci,
onde grosso
e
il
ventre pel
e du-
ventre incroiato
gli
umori,
MEDICINA.
rivolgendosi
questi
287
dove non dovrebbero, onde dispaiale le membra, mentre altre ingrossano, dimagrano l'altre. N fenomeni pi salienti di questa malattia, la dimentica
i
sete
ardente ed Inestinguibile, e
la
stanchezza,
effetti
es-
un
Pur ch'etrli avesse avuto l'anguinaia Tronca dal lato che l' uomo ha forcuto. La grave idropisia che s (Us\mia
Le
membra con
'1
l'
umor
le
Che
vis'o
non risponde
lui
Faceva
tener
labbra aperte,
le
...
. . .
.... che mi
,
.
vai, eh'
ho
l'
membra
.
legate
un
gli
percosse
epa croia
Lo muover per
(jravi
A
Disse
onde
l'
ti
crepa,
Greco, la lingua, e
acqua marcia
Che
ventre innanzi agli occtii si t'assiepa. S' i' ho sete, ed umor mi rinfarcia. Inf. xxx. 49 e seg.
't
Etisa.
cia l'etico:
Faceva
lui
tener
le
labbra aperte,
Come
L'un verso
mento
e l'altro in
Sii.
Epilessia.
sintomi
sensi)
L'epilessia,
il
morbo
o
sacro,
avvilisce
e
i
meglio interrompe
ddV
oppila z ione
chiudimento
dei
dirittamente infesti
chi del
non possono
medico in questa famosa comparazione. Al cessare dell'insulto non rintegransi tosto il senso e il movimento volontario: rimane ancora una stupidezza un languore.
A' tempi di Dante dominava in medicina l'iimorismo, e questa
rimento
E qual
Per forza
non sa corno.
il
tira,
d'altra
Quando si leva, che intorno si mira, Tutto smarrito dalla grande angoscia
Ch'egli
ha
so/ferta, e
guardando sospira.
ruraiisi.
ricorda un'altro
specie
288
(li
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
tetano,
che potrla
persona
chiamarsi
Iropostono,
in
cui
egli
di dietro,
di fianco si curvi
degl'indovini,
ma
che con
un
certo
scavezzamento
le spalle:
di collo
la testa si gira in
guisa di guardare
Ma
io noi vidi,
n credo che
sia. Inf.
xx. 16.
Da s stesso per dice, che in patologia questo travolgimento non si conosce, facendo cos aperto ch'egli era in
quella disciplina molto innanzi, e che, penetrato l'andamento
della morale caducit, sapeva rallargare
il
campo
nosologico.
Scabbia.
dipinge
gli
N
vidi
r
Come
a scaldar
Dal capo
a' pie di
schianze maculati;
E non
vidi
Da ragazzo aspettato dal signorso, N da colui che mal volentier vegghia; Come ciascun menava spesso il morso
Dell'
la
gran rabbia
la scai)bia.
si
traevan gi l'unghie
Come
Dietro Galeno,
la
presentano
squame
a quelle dello
mostrava
era
.
moderni discernono col nome (Vittiosi, e che a quei tempi indistinta, e andava confusa con le altre lebbre.
sson.
DJ
lo
Malattia d'Occhi.
coloramento, e
in
trasmuta
in
alcuno
volte, che per essere la tunica della pupilla sanguinesa molto per alcuna corruzione d' infermitade, le cose paiono quasi tutte rubiconde .... E per essere lo viso debilitato
MEDICINA.
289
le
ma
nostra lettera
in sulla carta
umida.
si
E questo
dilungano
quello
le scrit-
lievemente
discreta
pi
sottile;
e in
ci pi
rimane
la
lettera
lo
che
om-
corpo
rivinsi
la virt disgregata,
mentre dappresso gli son confusi: rioi veggiam, come quei e' ha mala luce: Inf. x. 100. - Il miope animica, per discersoli oggetti vicinissimi che di lontano non gli nere bene
i
giunge
nerbo del viso: Inf. v. 21. Pazzia. Precipua cagione del delirio e della mania
il
un
forte dolore.
Tanto
il
dolor
le f la
mente
Ed
la
IV. 151.
travagliati
gli
in
su
le
piume,
vi.
Ma con
149.
E ricorda
salasso t
fuor di vena spiccia. Purrj..
ix. 102.
miasmatici. E ricorda pure la provenienza dall' Africa, non meno che de' rettili velenosi, delle pestilenze: Inf. xxiv. 85. N disconosce gl'influssi de' luoghi miasmatici, e grama chiam nella slate quella lama che il Mincio impaluda [Inf. xx. 81) e rammenta la
Pestilenze, e
luo{;;;lii
;
infezione e
il
puzzo che
si
leva,
di
tra la slate e
l'
autunno,
Maremma
e di Sardegna, e
Don.
Asson.
Sui.
II.
19
290
COGMZIOM SCIEMIPICHE.
iissidcrazionc. E delinea pure l'assiderazone delle anime immerse nella ghiacciaia del cupo abisso, notando
la lividezza della faccia, lo stridore dei denti, l'insensibilit
della
parte esposta
al freddo,
quasi
fosse
incallita,
e lo
e rinconcentra la
ambascia del cuore: Inf. xxxii. 33. - DJ Associ. N gli fuggirono allo Paure e patemi d'animo. fenomeni che ingenera in noi la sguardo scrutatore tutti forti patemi di animo. paura ed
La paura, non che un gagliardo morale commovimento, agita il sangue per tutte le membra e accelera il battito
dei polsi
:
Mi
Di
fa
tremar
le
vene e
polsi. Inf.
90.
tremi. Purg.\i\. t. condusse a tremar per ogni vena. Purg. xu. 138.
il
il
sangue s'aduna.
perch
li
nella paura
l'
uomo
si
fa pallido,
sangue per
'l
le
vene disperso
i.
cor
che
chiama: Cans.
Che nel lago
3.
1.
19.
sangue per se non triema, ma in un'estremo abbatlimento, il cuore e l'arterie scemano di molto l'azione loro, per lo che il sangue sembra sostare ed oscillare.
il
La paura sconcerta
diminuzione degli
l'
somma
perch
tuffo
atti vitali,
nella temperail
di esistenza;
42.
solo
:
pu diminuirne
Inf.
si
iii.
gli atti,
ma
135.
in s
paura
il
nostro cuore
si
rimpicciolisce,
il
Ma quando
siam
fatti sicuri,
il
corpo:
....
Non
stringer,
ma
Un
altro fenomeno,
:
degno
di attenzione,
notava
nello
MEDICINA.
S
291
l'istinto
con-
servatore
La paura
ci
che
si
senta
il
; l'anticipa.
sebbene lontani, gi
Io
sentiva dappresso:
s,
glMnimagino
che gi
li
mesi
desimi
della div.
costante procedimento
di
di natura. Cosi lo
quel tremuoto
;
sudore
grande
alcuni
iii.
132.
E quando vide
egli
visi fatti
gli
freddo,
ne ricorda che
orribili viste
venne paura
perch questi
gli
cuor mi s'accapriccia
ne' lor
membri Recenti e vecchie dalle fiamme incese ! Ancor men duol, pur ch'io me ne rimembri: Inf. xvi. IO. Sovente un forte patema interrompe in un punto Finnervazione, onde la persona cade vinta: Inf. v. 141; Purg.
XXXI. 85.
il
cuore
gli
sua attivit,
ma
poco stante
pu piangere n sospirare; ma vi succedono poco stante lagrime, quasi crisi della malattia: certo T insi
;
Purg.xw.^.
effetti,
norj
contemporanei
ma
successivi. L'
immenso dolore
poi gli viet
indi
dapprima
r impietos
rola,
lo
(V. 42),
d'un tratto
f'
per dolore
l'a-
mordergli
zione del
labbra:
v. 58.
comune
292
COGNIZIONI SClENTiriCUE.
questo
il
primo
effetto
nasce
secondo da diffusione
di
eccitamento.
L' assuefazione ottunde il se nso. Dante fa dire a Virgilio che conviene scendere adagio, a ffinch il senso a poco a poco s'avvezzi al triste fiato:
tardo,
senso
Al
triste fiato
GIURISPRUDENZA DANTESCA
SPECIALMENTE PENALE
Tatto uo amor laggi pose a dritta.
Par.
Diligite justitiam
...
XX.
121.
XVni.
1366,
91.
jnreconsultorum
trovasi
il
imagines,
di
Romae
tolto
in lY.
di
ritratto
Dante
dal
Museo
SCOLARI.
merit
le lodi
altro
Di Grazian, che
uno e r
altro fro
il
romana
si
e ne mostri
giustizia e
diritti
divini
{Par. vi);
ed
ei
pure
piace
la
di gloria a quei
che amarono
La
bene legge.
il
l'
amministrarono nei popoli : Par. xviii. Dio Cre l'uomo sociale, n v'ha alcuno
bene dello intelletto che lo neghi. La societ la naturale ed ispontanea unione delle forze comandata all'uomo dalla providenza, e regolata dalla lgge della
che abbia
necessit per raggiungere lo scopo
comune
della prosperit,
GIURISPRUDENZA.
merc'
la
1
293
importa leggi
1.
:
Il
la societ
egge
l'
15)
la
nd irizza
una guida o freno che umane tendenze, onde non corrano dietro al torto amore, e che debba tener Vuomo dentro a sua meta [Purg.xw.lii). arte di bene e d'equit: Conv. IV. 9. - Se gli uomini bene conoscessero; l'equit, e conosciuta la servassero, la Ragione scritta non sarebbe meragione scritta (Conv.
istinto,
che governa
le
stieri: Id.
La ragione jus una proporzione reale e personale tra e uomo, la quale quando si osserva conserva 1' umana congregazione, e quando corrotta la corrompe... necessario che il fine di qualunque ragione sia il bene comune, ed impossibile che sia ragione quella che non attende al bene comune. E per Tullio nella i^rimdi Rettorica dice:
uomo
le leggi a utilit della Renon si dirizzano a utilit di coloro che sono sotto la legge, hanno solo il nome di leggi, ma in verit non possono essere leggi. Imperocch conviene che le leggi uniscano gli uomini insieme a utilit comune
se le leggi
De Mon.
ii.
o.
Non
ma
anzi
De Mon.
i.
14.
fiorisca,
che
le
leggi
subbietto.
Che importa
pongono
mano ad
rit
della
privilegii;
che dove
S'aggiugne
far la gente
mal voler e
Inf. xxxi. 53.
alla possa
naturale
servit,
ma
,
a chi guarda
essa
la
E che
altro
infatti
all'
libert,
azione,
passaggio che
appianano
ai loro
seguaci?
294
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Giustiniano
il
troppo
e il
vano {Par.
Le leggi vogliono esser corrette con discrezione [co\Y occhio) della ragione merc cui essa apprende la differenza delle cose in quanto sono ad alcuno fine ordinate [Conv. 1. 11), e con amore e zelo della giustizia, onde il poeta, rivolgendosi alla patria sua, esclamava:
le genti a vita civile.
laudi
'1
mondo
'1
3.
La frequente mutabilit
pubblico
;
sempre
al
regime
sicch
il
Purg.
Anche
nella giurisprudenza
si
debbono
lasciare le dot-
Torna sempre
scuola,
dettati
le
dell'italica
di tutte
scienze e di tutte le
umane:
Da questa instanzia pu
Esperienza, se giammai
deliberarti
la pruovi,
Ed
ei,
ma come
li
filosofo, taccia di
presontuosi
giureconsulti, e
la filosofia
danna
:
al silenzio,
ii.
perch
dispregiavano
speculativa
De Mon.
10.
il
Le idee
prof.
dell'Allighieri
sulla nozione
Carmignani {Dissertaz. sulla Monarchia di Dante) razionalmente considerato, sulla libert, sulla giustizia, sulla
legge
come
sono d'una meravigliosa esattezza, e d'una pi meravigliosa originalit. Gli Scolastici non seppero imaginare un diritto,
che dalla volont d'un superiore e da una legge preesistente non derivasse. Dante lo ravvisa nella ragione e nelle
GIURISPRUDENZA.
295
la
ravvisano. La prima
al
la delinl-
zione convenire
principio
morale,
buona o cattiva
in se stessa,
senza
diritti
di
La seconda , che, una facolt, la quale forza inerente alla volont, ma una nozione, la quale spetta airuflicio dell' intelletto. La terza, e segnabile, che
renza razionale tra la morale e
il
il
diritto.
diritto
non
il
diritto,
come
di
nozione,
egli
obbligazione non
per
si
origine e
in
titolo
l'
eguaglianza
di
ragione,
la
quale
converte
eguaglianza
i
in faccia alla
diritti
stare in pro-
che
il
diritto
non pu concepirsi
il
tra gli
gli
quale solo
pone
uni cogli
altri. il
vanit cercare
il
diritto
il
mente
da
lui,
filosofica
non
nisse
della
vi ,
il
n altra notizia ve ne ha che quella che ne forsuo uso. osservabile che Dante, a differenza
de'
comune
moderni
scrittori
di filosofia
il
del
diritto,
<//rz7fo
avanti
libert,
non
la libert
avanti
il
il
diritto;
e,
come alcuni
filosofi
la
parlar non
la
possa di libert.
dal libero
Egli distingue
arbitrio,
libert
giuridica
sagacemente non
tutto
di
il
quali
appetiti
libert
giuridica
296
esser tale,
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
prendere
il
proprio carattere.
modo
la
umano.
La societ
filosofico
la civilt
suo vero
punto
di
vista,
il
mezzo necessario a
consistere nel
promuovere
ne
lui
il
umana, ch'egli
fa
magdi
comento,
la
e se tale
non
non merita
che
o
il
nome
legge
tra
legge:
data
la
gli
personali
reali
uomini conviventi
in
un secolo in cui la ragione umana era ancor nell'infanzia, proclamava la scienza nemica di crudelt:
Dante
in
ii.
100.
Dante che avea a fjiustiza suo dsire, che nel Convito diceva di se medesimo come abboni inasse e dispregiasse gli
errori delle genti,
erranti,
ma
acciocch
si
la
dritto calle
ii.
drizzasse;
Dante,
il
2),
fa
sapientemente a classare e
la vilt
librar con giusta lance ogni operazion che merla pena [Purg.
XVII. 115), e crea
della colpa
ei
segna
gradazione e ne giudica
la gravit. -
Un
des
rcens
le
r Enfer et
Purgatoire
complet, o se retrouvent
droit canon et le droit
droil romain,
le
germanique du moyen ge. Cesi M. Wegele qui a eu cette ide. Il est fcheux, que le docte historien compromette ici la valeur de ses recherches en voulant prouver que le droit germanique tient plus de place dans la Divine Comdie que le droit canon et le
droit romain. C'est prcisment le contraire qui est vraei,
r originante du
punir
la faute
germanique en matire pnale est de elle-mme, tandis que le droit romain se preoccupo surtout des crimes commis contre l'tat, et le droit canon, des infractions aux lois de Y glise.
droit
pour
la fante
Dante,
cUtiraens
aux ennemis de
l'
glise et de l'empire,
il
rend
GIURISPRUDENZA.
297
de la morale prive. Comment M. Wegele a-l-il mconnu systme du pole aprs l'avoir si bien mis en lumire? Ajoutons seulement, pour tre tout fall exact, que l' esprit vanglique apparali sans cesse dans les sentences
lois
ici
le
de
la juslice chrtienne.
il
La coscience du coupable
la
lui la
mise
des
mi, et plus
lait
hirarchie
responsabilil de ses
mnagemens pour
les
grands de ce monde l
qui
Combien
se tiennent
seronl couchs
Tallandier. -
comme
Dell' imputabiiit.
traviamenti,
L'
uomo
la
imputabile
virtii
ne' suol
la
avendo
egli innata
la
che consiglia,
a'
porta
dell' assenso-,
aprendola
buoni
desiderii, e chiudendola
a' cattivi:
sono nostro operazioni che soggiacciono alla ragione e alla volont.... Sono anche operazioni che la ragione considera
nell'atto della volont, siccome offendere e giovare... stare
casto e lussuriare, e queste del tutto soggiacciono alla nostra volont, e per
elle
semo
delti
da loro buoni e
rei,
perch
nostra
stensi
la
si
nostre operazioni
dono: Co)u\
IV. 9.
giudica la malizia e
Quest'
il
boutade
Conv.
si
i.
principio l onde
piglia
Cagion
di
Che buoni
amori accoglie e
viglia.
Lume
E
si
bene
dal
dunque prodotta
imputabile. L'
uomo che ha
la
298
sione, se egli
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
non vorr cedere all' impulso malvagio. Laonde anche gli appetiti e le male cupidgie che surgono entro noi per forza di necessit, ove non sien frenate, e si torcano a nequizia, sono capaci per s stesse di biasimo e di pena:
Merto... di biasmo cape
{Purij. w. 60);
la potestate.
perch
xviii, 72.
Di ritenerli in noi
Purg.
onde
il
E pi
fatali,
ma non
sono
tutti
n sempre, n da
strutto
Libero arbitrio, non fora giustizia
Per ben,
letizia^ e
xvi. 71.
Dante distingueva l'azione che non pi tale, per violenza, e quella che non lo per timore. Questa, quantun-
que avvertita
dalla legge,
- Coactus volui:
s'
ammorza,
Ma
fa
come natura
face in fuoco,
il
torza
Segue
la forza...
fiate gi, frate,
Molte
addivenne
si
non
si
convenne...
e
A
Che
la
forza al voler
mischia,
fanno
S che scusar
Ma
Se
posson le offense. Voglia assoluta non consente al danno, consentevi in tanto, in quanto teme.
si
non
si ritrae,
iv. 73.
e seg.
Le
azioni
adunque che
di sfug-
non lasciano per d'essere volontarie; imperocch partono da principio intrinseco, e si fanno con pienissima cognizione. La vo...
Que-
l'uomo non
GIURISPRUDENZA.
far ci
299
fare,
che
fa,
ma
pure
lo
fa,
volendolo
volendo
in certo
modo che
Antol. mor.
filos. e.
\y)
paura
si
la
Per subita paura sf/af/liarda: Inf. ma buona voglia: //". xvi. 50.
In due
modi
fa
De
Off.
della
La frode che abusa della mente pi rea violenza, sicch frodolenti posseggono le infime bolge
1.
137).
e per pi tormentati:
in cielo acquista,
fine,
ed ogni
fin
cotale
xi.
22. si
gradi
dell'imputabilit in
qualunque reato
valutano
in
la intelligenza, e la
quando V ar-
nessun riparo
e il
(1) Ci si
pone
il
il
il Rossi, seguendo la dottrina di Kant, fondamento della punizione nel principio morale dell'espiazione;
Mancini
nella
giustizia
nell' utilit
fuse
insieme
il
in
un principio
composto;
il
Mamiani
l'essimi fa consistere
principio
supremo
della
umana imitatrice della divinn, ma nel considerare la giustizia umana come una face delia giustizia eterna, nel riconoscere il diritto in
la giustizia
contro
la
sua violazione;
il
il
tutela
giuridica,
violatore
ripari a
scapito dei proprii diritti l'audace negazione che col delinquere fece alla
legge;
il
Tolnmei nel
conseguire
insomma
la
il
il
Jertauld vuole
il
che
per
san-
diritto
potere
la
all'esecuzione
del suo
comando;
seconda,
il
col castigo
triste effetto dell'esempio: Disobbedienza alla legge e punizione son due idee che necessariamente si concatenano fra loro. Faustino Ulia ritiene che la giustizia penale esista perch la societ esiste, perch e
300
il
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
timore e l'esempio,
e pecff/io: Jnf.
onde
1.
altri
132. -
La
sua ragione di essere sta nella violazione del precetto - perch io fui ribellante alla sua legge : Jnf. 1. 125. - la sua applicaziosuccessi.
ne dev'essere impreteribile, n pu dipendere da eventuali Oltre della sua certezza, il principio della tutela
Lasciate ogni speranza, voi che entrate.
Nulla speranza
gli
conforta mai,
Non che
di posa,
ma
di
minor pena.
debito
si a'
La
societ
vuol che
il
Pianto giusto
porzionare
Par.
ix. 5.
Il
speculativo
e logico,
non
tras-
istintivo ed emprico.
s
Non
si
che
si
lo
come
Il
martirio
l
debb' essere
al
65.
la
pena
col peccalo.
si
La
pena se
alla colpa
vii. 40.
si
giustamente
morse: Par.
ano
L'uomo,
degli attributi,
una
delle condizioni
guenza immediata e diretta del dovere che imposto alla societ di proil prof. Ortolan vuole che lo scopo vedere alla propria conservazione
;
di
di un male inflitto in certi casi a colui che ha violato il fini prossimi E due sono per riuscire a questo fine remoto
ji
il
pi importante
supremo ha la sua ragione nella utilit e la sua misura nella giustizia: con la pena si ristabilisce la eguaglianza negata dal delitto. Ad. Franck trova la legislazione penale fondata sul principio della ripa razione e del diritto che ha la societ al
principio
come
quello che
GIURISPRUDENZA.
disfare,
.301
Par.
VII. 97.
si
la
ma
pi grave se adopera
e maggiore se
non solo
la violenza,
ma
anche
la frode: Inf.
si fa
pi nera la colpa,
quando
il
delinquente,
impronta
il
male altrui {Purg. xvn. 2*2), e tutto adopera a provveduto fine, s come cocca in suo segno diretta {Par. vin. 104), aspettando a nuocere e tempo e luogo (1) [Petr. 5on. 21), ed iscemasl
quando
offesa.
altri
la
dell'ira
forze,
cieca
non ha tempo
di raccogliere
sue
i
n a vedere
lo stato
delle cose,
n a riconoscere
un violento affetto, al dire di Seneca, Commota semel et concussa mens ei servii a quo impellitur (2). L' impubere et, a cui non isplende ancora la luce discretiva non imputabile:
suoi doveri, giacch da
Innocenti Iacea r et novella. Inf. xxxiii. 88.
dono {Conv.
ancora
iv. 26),
che
in lui
la
perfettamente discernere:
di colpa
Conv.
iv.
24.
Cos pure
va scevro
chiunque ha torta
la mente, e
non sano
l'intelletto:
-Maggior
il
duta: Inf.
ni
al loco.
I.
dietro
un canto
come
il
cacciatore
-Ar. Compagni.
(8)
IX. 73.
Qual duro freno, o qual ferrigno nodo, s' esser pu, catena di diamante Far che V ira servi ordine e modo, Che non trascorra oltre il prescritto inante ?... E s' a crudel, s'ad inumano effetto Queir Impeto talor l'animo svia Merita escusa perch allor del petto Non ha ragione imperio, n balia. Ariosto, xlii.
Qual,
;
;
1. S.
302
fifano
COGNIZIONI SCIENTIFICnE.
sien dipartiti, e
rendono imputabili anche coloro che [Inf. \\x. 40), non solo
00'
di
ma anche inducendo a delinquere coi mai conforti e malvagi pungelli: Inf. xxviii. Ilio, 138; xxx. 89. Allora soltanto trionfa la libert, secondo la sentenza Montesquieu, quando le leggi traggono ciascuna pena
Il
pi grande degl'Italiani,
poema
il
volle tornata
in
special-
mente
avvantaggia
caggia.
L'umana
Solo
creatura:
e,
s'una manca,
clie
falla dissimile al
sommo
bene.
Perch dal lume suo poco s'imbianca. Ed in sua dignit mai non riviene, Se non riempie dove colpa vota, Contra mal dilettar coi giuste pene. Par. vu
76.
il
il
pa-
commisurato
nelle
massime
in
azioni ingiuriose.
i
Questa legge
si
osserva
pressocch tutti
La colpa commisa non vuol esser solo giudicata secondo ma secondo la mente del legislatore. Il disubbidire su un punto, che non esiga violenza nell' ubbidire,
la materia,
aggrava
la
colpa:
.... non
Fu per s
Il
il
Ma solamente
colpa all'oppresso,
il
ma
la
pena venuta
vero fallo:
la
La colpa seguir
parte offensa
la
come
suol
ma
vendetta
.
Ecco,
dice
Tommaseo,
personificata colpa,
vendetta,' cio
una dottrina
di jus criminale
Del Giudice.
GIURISPRUDENZA.
allo Ingiurianle,
303
ma pena
non
data
allo ingiuriante
da chi ha
una giurisdizione
giuria
Il
di punire.
Onde
se la
punizione,
ma
piuttosto in-
De Mon.
ii.
2.
la
mente
degli
uomini...; la
cupidit
sia,
i.
della giustizia:
scacciati
quelli
Id. i.
De Mon.
Il
13. il
che riducono
giudice non
-
perturbazione
d'animo:
gare
xiii.
parie: Conv.
in
5.
falsa parte, n
affetto
eli
119. (//".
Guai se
la
pena,
giudicata
in
su
le
acfatta
cuse
xxviii. 44),
non
giusta
vendetta ed
contro coscienza.
giustizia che
Guai se
altri
potesse, dire:
la colpa
Ov' questa
xix. 77. -
7 condanna? Ov'
sua? Par.
La corte dev'esser verace {Purg.xw. 17), n soggetta ad inganno: A Minos fallir non lece: Inf. xxix. 120. - L'altrui giustizia non ci francherebbe di colpa: L'altrui bene a te che fia se 'l tuo metti in obhlio? Purg. x. 89. - Dante chiama l'esercizio dell'autorevole ministerio .del giudice, qual
l'esame ed
v. 18. il
giudizio dei
rei,
reo
alla
confessione
tanta accusa
Tua
confession con-
Oltre di che
si
ci
non
Par.
iv.
Giustizia in s,
in propria
il
torto:
il
giusto e vogliono
ci
giusto,
prima
dar sentenza,
pensano bene, e
lardi scoccano un arco, da cui una volta uscito lo strale non pu revocarsi. Gl'ingiusti, o I men saggi, fanno II contrario, a mo' degli antichi lorentini verso Danto, e a loro bene sta il suo rimprovero:
304
COGNIZIONI SCIENTIFICHE.
Ma
11
sommo
della bocca.
loro giudizio,
han
la giustizia sulle
ma se sia veramente giustizia, non imporla. Ogni grave soggetto vuoisi discutere nel silenzio delle passioni e nella calma della ragione:
Per
E questo ti fla sempre piombo a' piedi farti muover lento, com'uom lasso... ecc.
Pa?-.
xm,
112.
....
tenetevi stretti
A
nelle
Del giuramento.
cause criminali
ritenendolo
avviso,
Sulla
e
civili
sono
del
contrario
non potendo esso aggiungere nulla alla forza della promessa che dalla morale e dal diritlo non derivassero. Ci sembra che l'Allighleri approvasse la prestazione del giuramento l ove dice:
allo superfluo,
Tutto m' offersi pronto al suo servigio Con l'affermar che fa credere altrui. Purg. xxvi.
104.
come un
versi che
si
Ma
se
le
Come pure
bene istituiti ramento che
d
il
i
Macchiavelli
cittadini
le leggi,
quando scrisse Nei governi temono assai pi rompere il giuperch temono assai pi la potenza
:
giuramento
negozii
che
la
un dannato a
129.
COG^IZIOM POIICIOTIB
un saggio
di
una dis-
stato
il
l'
unico fra
il
poeti
suo immortale
poema
arte,
secondo
la diversit
si
dei
soggetti,
quasi altrettante
gemme,
vili.
inserite
ritrovano.
in/",
i.
70; xxxiv.
Par.
vii. 1.
1.:
Purg.
i.
46;
93
13;
;
IX.
xix. 50.
,
73. 99
xiii.
XX. 3
xxx. 17 e seg.
;
e seg.
xii.
Dalla provenzale
Purg.
;
128
xxviii. 131
Par.
(1)
i.
le
tictona
15. -
IH. 5
Id.
;
Autentin
iv.
Ilormen
Id.
iv.
22
Polysemus
ii.
Epis. xi, 7
Alleon:
11
10.
non
nell'
si
pu bene sapere; perch la sua sentenza non si trova cotale una translazione, come nell' altra. B credo che fosse l'errore dei
perch altrimenti non confesserebbe
ci
traslatori...,
la
Fraticelli, in-
mostra come Dante pi volte nelle sue opere desse segno di aver letto i poemi di Omero, che certo gli fu mestieri aver letto nell' originale, perch a suo tempo, come ne dice Dante medesimo, non era ancora mutato di greco in latino, come l' altre scritture de' greci: Conv. i.7. - Un'articolo sul Grecismo di Dante trovasi in un Mss. del secolo XVIU della Palatina, contenente alcune Postille sulla
terpretatele altrimenti,
Divina Comedia del Lanzi e di G.D. S.-Ne scrissero inoltre Giangirolimo Gradenigo nel suo Jlagionamento intorno alla Letteratura Greco-italiana; Domenico M. Mapni nplla sua lezioue Dell'antichit delU laikre VOL.
II.
20
306
COGMZIOiM POLIGLOTTE.
Dalla francese: Inf.
xm. Vi;
xxiii.
48, 95;
xxvii. 67;
Piirg. XI. 51; xvi. 126; xx. 48; Par. xi. 89.
vii.
1;
;
x. 11;
xii. 88;
;
xxxi.
xxiii.
74
xxix. 51
Par.
vii. 1, 3
xxxi. 127.
da
Raphel mai amech sab almi. Qualche spiegazione n'era gi stala tentata, fin dal cinquecento, ed anche a' d nostri la
linguistica, specialmente in
l'enigma,
nel vero
il
abbiano colto
la lingua,
da
Maggi non esita ad affermare che Dante ha inteso veramente di chiudere un significalo in quelle parole, desumendole dalle lingue orientali note al
cui tolse quel verso.
ei
pure
il
Raph
ai-mi,
della
cavandone l'inSacra
Scrittura,
le voci,
donde
duce:
il
e lo tra-
{del)
chi {vieni)?
scritta,
pozzo,
gli si accosta, e
contro
al
chi
vieni
tu all'acqua
profondo,
ossia
pozzo,
del
Zabio.
Noi non
minuta
greche
analisi,
in
Firenze
il
Lenzoni ed
il
Mazzoni
Difese di
Dante; il Bulgarini nella Risposta al Cariero; il de Romanis nelle sue Annotazioni alla vita di Dante del Tiraboschi; il Dionisi nell'Anedoto V; r Arrivabene nel suo Secolo di Dante; il Panizzi nel suo Essay on the romantic narrative poetry of the Italians il Bruce Whyte nella sua Uist. des langues Bomanes. Da ultimo l'ab. Celestino Cavedoni pubblicava le sue Osservazioni critiche intorno alla qusetione se Dante
;
sapesse di yrcco, Modena, Soliani, 1800, in cui con GiannozzoManetti, valente polij?lotta del secolo
XV,
COGNlZIOiM POLIGLOTTE.
nella dotta spiegazione che d
di setta, o piuttosto di
307
nome
conoscenza dell'ebraico,
lui
da
[Dal Giornale
dell' Istituto
Lombardo).
trova chiara e certa
r Abate
e
Esalta
lo
lo
splendor mio
neW
mondo,
Ti mostra Satanasso!
ti
un
si
articolo pubblicalo
nella Rivista
ital.
un miscuglio
simi
di ebraico
linguaggi faraigliaris-
all'israelita Manoello,
l'Allacci, e
amico
di Dante,
come
ci
tra-
mand
Anche
perch dissolvere
il
mio esercito
il
(la
Venturi e
de Cesare
ci
nel
suo poema
che,
se-
che
si
condo
sommano
a 117.
:
Dal dialetto
lombardo: In f. ]ix.l&;
xxiv. 12;
fi) H Boccaccio nel Comento del ix dell'Inferno v. 133, dice che la e il Perticar trova pure roniavoce Spaldo pur voce romajrnuola gnuola la voce rQuardi Inf. xxvi. 108j, quel solo termine proprio che
;
(
Ilomagnuoli
dai rustici
il
di
termini che dividono i campi, i pali non che creasse dal gavagno di essi ringavagna del G. xxiv. Inf. v. 12; e lo Strocchi ritiene che Romagna traesse la voce cotenna a significare il porco,
i
il
Bello
sarebbe morto
in caccia
dall'impeto d'un
308
COGNIZIOM POLIGLOTTE.
Par. xix. 67
;
xxvii. 20, 25; Purg. ni. 128; xin. 52; xx. 70;
XXI. 15.
(1)
di diavoli,
non
ma
eti-
mologia
sua
turi
1.^
all'ufficio
Il
in
cui egli
Cantica. -
ridetto articolo
la
aggiungeva che
il
Ven-
aveva pronta
Dante
esotico o poliglotto.
(I)
e Celtico, e
Diocesi
di Como, Milano, Classici, 1856, prende ad illustrare nel line alcune voci
della divina
Gomedia spiegate
e pi specialmente
DANTE E LA MUSICA
(1)
La Musica tutta relativa, siccome si vede nelle parole armonizzate, e nelli canti,
de' quali tanto pi dolce armonia resulta, quanto pi la relazione bella, perch massimamente in essa s'intende. La Musica trae a s gli spinti umani, che sono quasi principal-
armonia) quando
il
ode,
e la virt di tutti
quasi corre allo spirito sensibile che riceve suono. Con\. t. 2. e. 14.
Non voglio mandare in oblivione lasuavissima musica e piena di sensuale dilettazione, la quale per tutta 1' opera contenuta
per le joconde
e limate rime con mirabile
Anonimo
della Div.
Com. in Ferrara,
del 1450
Am
sopra
poema
lo fece
immortale.
:
Si
ii.
crede
76.
che costui
musica
gli fosse
maestro
Purg.
N solamente all'ingegno
fece onore
di costui
fu amorevole;
ma
:
nome
eterno
gli
poich fu
colui,
di
ch'era compositore
strumenti
(1)
Sommamente
;
si dilett in
suoni e
in
ciascuno, clic a qiie' tempi era ottimo cantore e sonatore, fu amico ed ebbe
sua usanza
le
quali di
piacevole e maestrevole
Vita di Dante,
musica
-
e di suoni. Aretino. -
La musica
Rosmini.
pellegrini concetti,
Nel paradiso...
la
- 11 Paradiso uua vera musica delle pura musica della luce. Schelling.
sfere...
310
musici,
i
DANTE E LA MUSICA.
colli
le teste
de' quali
ornava
di sculture
arte, conciossiacch
prendendo spesso da
lei le
comparazioni,
qualora
gli
ebbe quindi occasione a conservare memoria di alcuni istrumenti e di alcune usanze dell'arte, che per lo mutare dei
tempi sarebbero ora ignorate. Cos da un luogo del canto
XXX
della
prima cantica
(v. 49)
ment
dolcissimo suono)
il
di
cantare a pi voci,
quando una
riando tuono:
E come in voce voce si discern, Quando una ferma e l'altra va e riede. Par.
e
viii.l7.
d'una foggia
mi
di
si
mostra com'ella
lo
sia antica:
rivolsi attento al
primo tuono,
parea
suono.
E,
Te
Deum luudamus, mi
al dolce
si
stea
no
s'
inlendon
le parole.
Purg.
ix. 139.
nostro secolo
avanzato troppo in
un
vizio pessimo
le arti, che per compagnia si aiutano e si avvaLa musica ora dispregia manifestamente la poesia, senza la quale una volta non fece mai passo. Il suono degl' instrumenti par che superbisca di volersi scompagnare dall'umana voce; e qualora le si unisce, eie fa la pi rea compagnia rea del mondo, e studiasi di offuscarla ed assordarla. Ne' balli si direbbe che di mal grado la musica
di
separare
lorano.
si
lei
s'intromette? poca,
i
e la pi trista; tanto
tempi.
Ma
nella et di
Dante
canto,
il
suono, la danza
DAME
(come
lezza)
E LA MUSICA.
311
ondech
poesie di Petrarca e di Boccaccio, che uomini e donne al suono di musica ballando cantavano. Talora avveniva che
per intervalli di cadenze o d pause convenienti alle ragioni varie de' balli un poco si arrestassero le voci e la danza,
continuando tuttavia
a
il
il
suono
tempo
il
ballare e
che cantando e danzando in giro dovessero esprimere cosa onde l'allegrezza crescesse: di che la danza rinforzando,
gli
che
avresti veduto spinger quei davanti, tirare quei dietro si teneano per mano, alzar la voce, farsi nella faccia
e ne' gesti pi gai: 7^wf(3f.xiv.l9.-/^af.x.-70. Par.xviii.7G. Lodi della nasica. Oltre che istorico della musica,
quanto lodatore
suoni
di essa
Egli
ti
delle pi nette
e insieme pi
all'animo
gradite.
al suo pronipote Dante come l'uomo riceve per l'orecchia nell'animo una grata conso-
nanza
di voci e di strumenti:
Da
indi, si
vista
il
tempo che
13.
in
qualunque
afal
nulla sia
che veramente
cuore
scriver la sera
stendere sulla
terra
un comunal poeta avrebbe cominciato a le brune ali e 'l bruno manto della
ti
richiama a quella
que
in
la
mattina
si
mar
E questa
campane che
in quell'ora,
i
annunziando
il
fine delle
cristiani a ringraziar
Dio
l.
E vedi
quanta anima
egli
d a quel
llebile
suono, e
come
lo
fa
312
DANTE E LA MUSICA.
tali
E
con
che
concelti
avea
egli
della
infinita
gli
avidit.
il
Yeggasi com'
si
egli
dava
che
che
affetto
prega
il
gentil
;
potentissimo,
doveano
e
arrestarono
come
Purg. n. 75.
Ascolta
il
divin poeta:
:
Ed io Se nuova legge non ti toglie Memoria o uso all' amoroso canto, Che mi solea quetar tutte mie voglie,
Di ci
ti
Amor
Cominci
mi ragiona^
dolcemente,
Che
la
Lo mio Maestro, ed io, e quella gente Ch' eran con lui, parevan si contenti, Com' a nessun toccasse .altro la mente. Noi eravam tutti fissi ed attenti
Alle sue note, ed ecco
il
ii.
200.
E ben
disperati
egli sentiva
come
in tutti
venuto
a'
Purgatorio,
procura
a s stesso
quelle
anime buone
Purg.
i.
4,
vincerebbono
la
di
do-
DANTE E LA MUSICA.
lore
ineffabile
313
sligne
il
non
la
musica del secondo regno pur del modo umano Ma nell'animo a lui capiva un'armonia
suo Paradiso, nel quale non
gli
ancora pi beata e alta e troppo maggiore del nostrg caduco intendere. Di questa riemp
altro diletto altra cura
il
che contemplare
eterni veri,
e con suoni
e con melodie
e danze perpetue
il
celebrare
il
sommo
dori, e
vero.
E qui
ci
mancherebbe
tempo se con
lui
e splen-
celestiali.
elle
abbiano
il
Or volete sapere per alcun modo che ragione allo strepito della nostra terrena musica? Udite,
udite
non pu nota,
nella
mente
l'
le
sentisse? com'enlro
bench ne serbasse
eternamente vivo
il
piacere:
il
3.
Da mia memoria
Che pi? conoscete quanto indicibilmente egli amava la sua donna; come tutto viveva in lei, come per appressarsele
un poco
si
lanciasse
E nondimeno
perfino
fu talvolta
il
di
Paradiso
gli tolse
pensiero
musica nel Poema. Tutta la Divina Comedia piena di musica e di armonia. Ma Dante per la
musica Quanta
fece
e quale ne porse nelle sue dolcissime poesie 1
col canto
e col
musici
ac-
compagnarle; come
vede
in quella bellissima
Canzone:
314
DANTE E LA MUSICA.
Amor
che nella mente mi ragiona,
si fa
dal suo
Casella
cantare nell'ingresso
del Purgatorio;
il
dalla
quale
soavit
vedemmo
il
rapiti
il
poeta stesso e
suo compagno
Virgilio e quelle
anime fortunale.
Tutto
sacro
poema
mirabilmente pieno
d'armonia e
musica verissima. Primieramente dico la musica ossia la temperatura e modulazione de' suoni propria unicamente
del
nostro idioma,
la
quale come
si
trova eccellente in
venne alterata
al-
quanto
e ristretta;
sima
gli
conviene cercarla
dunque rinvenirla pura schietta ricchisin Dante che n' vero tesoro.,.
ed esprime
Egli pienissimo di quella musica la quale con varii e accordati [suoni imita
furon mai
pi gentili e pi teneri
umani affetti Dove gli amori? dove gli disperazioni pi atroci? dove lo
gli
giubilare pi estatico?
la
il
dolersi
gratitudine? dove
il
salutare?
dove
il
poser
scritto
mano
cielo
e
e
terra.... -
Giordani,
il
V. Abozzo
sopra Dante
la
Musica, e
Discorso, Meriti di
sono scelte
proprie e
dere col suono materiale l' effetto de' sentimenti, sarebbe non terminarla mai che ninno di questa armonia imitativa, sia massima propriet ed eleganza, fu cercatore quanto l'Allighieri, il quale nel principio 'del xxi% dell' Inf. ce lo dice egli stesso con quei versi, che pur sono di essa armonia
;
bellissimo esempio:
Se
io avessi le
si
Come
converrebbe
buco,
DANTE E LA MUSICA.
Sovra
'1
315
dicer
mi conduco. Ranalli,
lettera a
i.
640
E
e'
il
Tommaseo
i
in
una sua
Giovanni Salghetti
Divina Comedia.
passi
indicava
versi
pi musicabili
d' autori
nella
illustri,
che a
me
maniera
tutte
ho intanto
Avvertite
Irascelti
di Dante.
le
che non
s
canti
ho notate
si
bellezze
maggiori,
a
perch
ce n' di riposte
moltitudine di uditori;
una ha la
proprii
onde non
tutto
commove
della
si
si
pu
scolpire acconciamente;
n nel-
stessa
parola,
narrato,
pu con pari
nel
dell'arte
vostro talento,
vedrete voi,
che saprete
riguar-
dare dall'alto, collo spavento negli occhi e l'affanno nell'anima, quasi presentendo
fa
i
(l),
tremolar
marina,
(2).
il
sull'onda
commossa
naturali
il
rinasce
pensiero
(3)
;
rapito
a veramente soprannaturale
grandezza
e la
solleverebbe con se
a intentata sublimit.
la
per
(1) Inferno,
(2)
Canto
1, terz.6.
Guardai in
allo... aterz.9,
13, fosse
persona viva.
-
Purgatorio,
CI.
t.5.
Dolce color, a
davante.
Poit.3.
Va dunque,
(3) (4)
alla fine
onde la svelse.
Paradiso, C.
1, 1. 1.
t. 3.
La gloria
a.
t.
3,
non pu
ire.
Purg. C. 10,
Noi salivam a
t. 7,
per deserti.
316
sanlo
alla
alla
si
DANTE E LA MUSICA.
in
di Beatrice
regione luminosa
e da questo al pianeta
dove appariscono
che fecero
ma
in
bene non per puro generoso amore del bene, parte per voglia di fama (3).
il
ora
della
sera
(4),
il
sorriso
;
d'una valle
d'Inferno
piterno
cui
fiorita,
ove
le
il
contrapposto a queste
(6),
il
primo affondare
(8),
occhi
nel bujo
semcui
(7).
A
il
Caronte tumulto
e alla
travolse
le
de' sensi
alle Furie,
le
minacce, e
avete
di
contro l'apparire
dell'angelo navigante e volante (11); e i due che col suono delle verdi ali fanno fuggire la biscia insidiante alla valle
de' pii (12).
I
tormenti
degli acci-
hanno riscontro
(17),
i
nelle
pene che
purgano
pigri ^16)
superbi
superbi in Purga-
Ges
(18),
da Dante recala
Par. C.
e al loro
Quando Beatrice a t, 31, ad esso riedi. Giunto mi vidi a 1. 12, permanendo unita. (3) Par. C. 5, t. 30. Lo suo tacer a t. 33, amori. (4) Purg. C.8, 1. 1. Era gi V ora a t. 2, si muore. (5) Purg. C. 7, t. 23. Oro e argento a t. 20, parSn di fiori (6) Inf. C. 3, 1. 1. Per me si va a 1. 10, turbo spira. (7) Inf. C. 4, 1. 1. Ruppemi a t. 4, veruna cosa. (8) Inf. C. 3, t. 33. Quinci fur quete a t. 42, volge in desio. (9) Inf, C. 5, t. 9. Ora incomincian a 1. 14, minor pena. (10) Inf. C. 9, 1. 12. E altro disse a t. 40, alcun ritegno. (II) Purg. C. 2, t.5. Ed ecco, qual a t. 8, a lui n' uscio (12) Purg. C.8, t. 8. r vidi a 1. 14, verr via via. E poi t, 33. Da quella parte a t. 36, rivolando iguali.
(I) 1, 1. 16.
(2J
Par. C.
2, t. 9.
(13)
Inf. C. 6, t. 2.
Nuovi tormenti a
ficca a t.21,
l'
t. 3,
somersa.
Ma
movemmo
t.
36, dolorosi
anni.
Una palude a
t.
Sl
42,
1.
parola integra.
carro
Purg.
4,
29.
Ma
se
te
10,
mena?
posso.
(17)
(18)
Purg.
Purg.
11. 38. Io
11,
1.
cominciai
alla fine,
non
Padre a
t. 7,
sprona.
DANTE E LA MUSICA.
pregare,
curvati
sotto gran soma,
317
le altere
s'oppongono
avesse in dispetto
l'Inferno
suoi strazii
(1).
Dal fiero
amico
di Dante,
Casella (2);
e questa imagne
mite s'ine
gno
(3);
e Sordello
vi far
meglio
sentire
Romeo
(4),
Casella
tuttoch principe,
amato da Dante
Ma
che,
e
in
(7),
in
Purgatorio
la
Pia
(8),
in
Paradiso Piccarda
Piccarda apparisce
cantando
Ave
Maria; e
Avete
le
vi
(11).
da
s, in
parrebbero
loro infuriato
delle
colombe quiete
Poi quelle
Tosco a
23.
t.
27,
ben quell'arte.
Purg.
2,
U anime
Ma
vedi a
t. 3,
TpeuU vai
Poi 3G,
Ed
io a
t.
41,
Dio manifesto.
(3)
(4)
Purg.
Par. Par.
6, 20.
t.
24,
abbracciava.
a
25.
6, 8,
43.
5.
E
Io
dentro
(5)
mora mora.
Poi 42
fa parlare.
si tace.
Io
32,
Ma
se
a conoscer
alla fine,
(8)
(9)
morto cade. Purg. 0, 44. Deh quando alla Par. 3, 4. Quali per vetri a
a 4i, piit tardo.
fine,
t.
gemma.
occhi santi. Poi 41, Cosi par-
8,
lommi
(10)
Purg.
10, 12.
L'Angel
essa a
1.
16; suggella.
felice.
(II) Par. 7, 3.
t.
Ed
t. 6,
cantando a
27, rivolte.
(12j
(13)
(14J
Purg.
Purg.
2, 17.
Inf. 12, 8.
2,
Come le 28. non sanno. Qual a saltella. 42-43. Come quando- Maggior cura.
318
della
DAME
gloria
E LA MUSICA.
che guarda a
(B); del
lui
come colore d'erba. come fiore al mattino (2) ; con piet come madre a figliuolo
(1)
riha
vaneggiante
suflragio,
come
e
cia
(4);
di chi dubita se
i
suoni dell'organo, or
or no,
le
paroalla
e dell'orinolo
le
mattutina preghiera
anime amanti (7). Se questi cenni punto punto vi fanno, seguiter sopra Dante e il Tasso e l'Ariosto e il Petrarca e altri Lrici se no, smetteremo. Addio di cuore. - J\. Tommaseo.
:
\.TommdiSQO, Bellezza e Civilt, all'articolo: Corrispondenza della Musica con la Poesia, Firenze, Le Mounier, 1837.
pag. 127.
V. Tommaseo, Inspirazione
547-363.
e Arte, all'articolo:
Dionisi
Le Mounier, 1858,
Purg.
p.
(1)
(3)
(4
Le vostra - Acerba. Quale i fioretti - stelo. Par. 1, 34. Ond' ella appresso - deliro. Purg. 6, 1. Quando 5 da essa.
11, 39.
(5) (6)
Purg.
Purg.
7, 4,
Quale
colui
non
9, 49.
Tale imagine
parole.
(7)
COMEDIA.
Galilei
Vicenzo,
Il
lamento del
dell' illustre
Co. Ugolino.
Questa
Composizione Musicale
Donizzetti Gaetano,
Se
tu odi la terribile
morte sua
de' figliuoli,
ad informare
fieri
il
e lugubri accordi.
tralasciare
di questo
suo lavoro,
che invitato
al collegio
Parigi, fu
sovrana eccel-
lenza di arte.
Puoti.
Morlacchi Francesco, Perugino, Parte del Canto xxxiii, dell' Inferno, posta in musicale declamazione con accompa-
gnamento
parlato
il
di Piano-forte,
Ne ha
il
Mezzanotte neWOrniologia
Perugia ed
prof.
letterati di Pisa.
XYI
compositori fiamminghi.
11
intitolata
Maestro Cav. Paccini componeva (1864) una sinfonia Dante: Vi si dipinge col magistero de' suoni i
dell' Inferno
ii),
tormenti
[P.
la
i),
le
finalmente
il
ritorno
trionfale
Dante
sulla
terra accla-
mato e celebrato da
tutte le genti.
DAME
lE BEILE ARTI.
mi sedea in parte, nella quale rieordaiidomi di lei, disegnava un angelo sopra
certe tavolette.
Io
VITA NUOVA,
non
,
35.
l'
arte
poich' egli
a cosi dire,
pittura e dei
monumenti
religiosi dei
Storia dell'arte.
zano
si
A misura
che
l'arti belle si
avan-
al loro
perfezionamento,
la gloria
dei
passati artisti
avanti,
va ecclissando, e chi vien dopo fa dimenticare chi fu se gi non succedano etati grosse, tempi in che
fiorisce,
l'ingegno non vi
annebbiato dalle
umane
posse,
tristi
usanze.
vanagloria delle
cima dura,
grosse
i
!
Se non giunta
dall' etati
Purg.
xi. 91.
Cimabue
e la
la pittura
debbe
principii del
suo rinasci-
mento,
gloria
di
ad
una nuova
maniera di disegnare e di colorire; ma il sole della pittura sorse con Giotto; egli tant' oltre condusse l'arte da venirne a modello di grandezza e tenerne il principato.
Credette Cimabue nella pintura
Tener
lo
S che la
campo, ed ora ha Giotto il grido, fama di colui oscura. Purg. xi. 95.
a'
Oderisi da Gubbio, della scuola di Cimabue, miniatore tempi di Dante celebratissimo, o come dicono Francesi enluminer, riman vinto dal suo discepolo Franco, bolognei
ed armonia dei
le glorie
Da questo Franco
e al dire
:
ebbero principio
del Malvasia,
il
0, dissi lui, non se' tu Oderisi, L'onor d'Agubhio, e l'onor di quell'arte Ch' alluminare chiamata in Parisi?
DAME
E LE BELLE ARTI.
321
Che pennellcggia Franco bolognese: L'onore tutto or suo, e naio in parte. Purg.
xi. TI.
colui che
s,
mai non
la
vide cosa
che dipinge,
tanto
ma non ha
arie
io
ama
sua
che
sempre
la
sguardo
ama
4.
L'arte di Dio
nella
la Natura:
De Mon.
il
i.
La natura
mente
in
come
instrumento,
mediante
quale
si
la
similitudine
il
spande...
cielo
)e
Mon.
la
il.
2.
Quando
materia di
supremo arlelce prende a disporre sua propria mano, a sigillarvi la chiara luce
il
eterna idea da
in questa cera
lui
Tutta
L'arte
si
105;
la
natura,
Ove
ma
dai capolavori
la natura.
L'
ingegno
nientemente
il
Natura
e altrove:
Tratto t'ho qui con infjegno e con arte.
ix. 71
x. 8.
:
l'arte
sia freno
dell'ingegno:
lascia
Non mi
pi ir
limite,
lo fren dell'arte.
Purg.xxxiu.lil.
a'
21
Ogni arte ha un
VOL.
II.
supremi
322
DANTE E LE BELLE
ARTI.
sia
giunto air.cslremo
suo potere, per toccare la perfezione dell' opera sua, debbe rimanersene; altrimenti, dice il Guerrazzi, il bello
non sarebbcr
l
arti
qiial
ma mine:
pi
a
Par.
viii.
si
108.
Purg.x\i\.(il.
gradire oltre
mette,
:<Jon
stilo.
... or convien die '1 mio seguir desista Pi dietro a sua bellezza, poetando,
Come
(all'
ideale dell'arte)
Difficolt dell' artista, Difficolt dell'espressione. tenuto a valersi di mezzi al lutto materiali, nell' esprimere adeguatamente la poesia del concetto che quasi nella mente
fjH
fallisce,
raggia {Conv.uiA); spesso la materia arrendevole gli e mal risponde al disegno ed al fine imaginato:
Vero
Molte
cle,
s'
accorda
127.
fiate alla
'ntenzion dell'arte,
Pefcli' a risponder la
1.
Non
II.
forma: Conv.
rilevare
ritrarre la
forma che
le
gli sta
:
nell'intelletto,
le
figure com' ei
ha concctte
Par.
xviii. 86.
L' artista
dia
V abito
dell' arte e
man
xiii. 77.
Quindi quella grande idea del bello che l'artefice sublime non crede aver mai afferrata, presentandosi sempre maggiore dell'opera il concetto, e la perfezione diviene perpetuo desiderio dell' arte,
l'intelletto.
anche quantunque
i.
la
man
obbedisca al-
Buonarroti, Son.
Fine dell'arte.
zione della bellezza,
il
Il
fine
:
dell'arte la rappresenta-
piacere
Purg. xxxi.
se
49.
il
Buonarroti cantava:
3Ia
lei
non potea
sola tolgo
splendore
ma
vocazione Nascendo, mi fu data la bellezza Che di du' arti m' lucerna e specchio: Madr. vii. Ma questa rappresentazione del bello non debb' esser l'unico e supremo fine dello
artista,
al diletto,
la
an-
miglior
DAME
parte di noi:
lo
E LE BELLE ARTI.
'i*2Ji
commuoverla
grandi e gentili
Arte
f'
afletti:
pasture
Da
L'artista
e
:
che nullo dipintore potrebbe porre alcuna ligura, se intenzionalmente non si facesse pria tale, quale la figura esser dee: Conv. iww. e. 10. - Il vizio dell' artefice si apprende di leggieri all'oe all'austero
pera,
il
Buonarroti
natura altrui
nell'arti,
pinger
Ed
in ogni
perch
volta
officio.
vizio trov
ebbero dimenticato
ed
il
nobile
luspirarJonc.
belle, ciriamale
Come
nelle lettere,
anche nelle
arti
visibile
parlare (Purg.
non
si
chiamava inspirazione certa idea, che in mancanza donna da copiare, nascevagli nell'animo [Leti. piti. 1.84); e il Buonarroti hai mortale al divin non vanno gli
di bella
:
za grazia
spirazione.
penser
vano. -
Onde non
caso
diccsi in-
Dell'Arte cristiana. Il divino e lo spirilo, di lor non sono capaci di bellezza artistica, e non possono diventar Ijelli se non in qualche modo umanandosi e
ragione,
modo
dell'animo
si
Trasumanar
significar...
Non
si poria.
Par.
i.
11.
esseri
324
puramente
43)
mestieri
che
che
li
Par.
u\. 58), se
vogliamo
sguardo,
- In
lor
lieti
sembianti,
amore
meraviglia
e dolce
ci
xi. 76.
il
libri
divinamente
imma-
gini, similitudini
le glorie celesti,
fonte inesausta
delle
pi recondite
e squisite
bellezze,
ponga innanzi e
ci
rendono
idealit,
poi. Nella Piccarda de' Donati {Par. ni. 10-15. Id. 58) vi
ha
tanta
bellezza artistica
e tanta
quanta a mente
umana
Dante nel ritrarre gli Angeli in tanta copia e con si variate immagini nel Purgatorio e nel Paradiso, e nessun poeta, non eccettuati Byron e Moore, seppe trarre da questa credenza tanta e cos profonda poesia
31; XXXI. 130; xxxii. 105,112. Potenza artistica del poeta.
abilit
dell'artista,
:
Purg. viu. 25
Par.
ii.
Dante meraviglia
la
che con
effigiato le
immagini
Qunl
di
istoriate nel
pennel fu maestro e di
Che ritraesse l'ombre e gli atti, ch'ivi Farien mirar ogni ingegno sottile?
Morti
li
morti, e
di
vivi
parean vivi:
il
me
chi vide
vero...
Purg. xii.94.
anche il poeta, nel descrivernele, si mostra potente di parola e maestro di stile. Come signor della parola e poeta veramente, cio oratore, aggiunge il parlar vivo che
spira visibile dalla pietra. Que' mirabili intagli, altri a linee ombreggiate (segnate nella superficie con righe a modo che 6.), s'incide nel rame, parvi discriminis umbrae. Metam.
i.
Ma
325
sono eloquenti all'occhio e alla mente, volano e si scolpiscono nel pensiere e per
che prendono l'intelletto. Dante, colla
i
fantastiche visioni
pi
ci
alti
segreti dell'arte.
barca.
E
una
pi
si
non uno
solo,
ma
affetti
nuova Produsse esso visibile parlare. L'artista potr benissimo giungere a imprimere negli atteggiamenti e nel volto delle sue figure la domanda e la risposta, ma non mai un
dialogo continuato,
gliate e dipinte,
una
E
valse
il
poeta dei
pittori,
a significar
colle
dice
il
G. B. Nicolini,
ma
con-
seppe atteggiarli,
passioni,
i
come richiedea
la
personaggi, che
la
na-
le attitudini
alcuni dei quali son partiti fra loro di cosi breve con-
fine, e di
rapidi
movimenti dell'animo
iv
in
un modo
Pi chiaro assai che per parlar distinto. Par.
12,
Fu notato
Comedia,
che,
si
dopo aver
segue
letto la descrizione
della divina
L' AUighieri,
mente
la
pi
maraviglioso accorgimento
colla facilit di
pittura,
le parti del
un grande
artista le
il
e senza scuotere
Volili, 243.
320
DAME
clil
E LE BELLE ARTI.
al
Ma
potrebbe dare
ammiritraiti
razione pel
modo
di
poema
si
trovano
come
Vanni Guido di Montefellro, Beltramo, Adamo di Brescia e il conte Ugolino? E procedendo nel Purgatorio,, ehi fece mai pi belio e venerando il secondo Catone? E chi mai dipinse costume pi soave di quello tVi Casella, pi affetvalcante, Pier delle Vigne, Brunetto, Bonifazio Vili,
Fucci,
tuoso di quel
di
Buonconte e pi magnanimo di quello di Sordelk)? I ritratti d Guido del Duca, di Ugo Capelo^, del poeta Stazio, di Forese, di Guido GuiniceUi, sono quali dovevano* essere. E nelParadiso, principalmente, folgoreggiano
i
ritraili di S.
Tomaso
d'Aquino,
di
modo
di significare-
che te
le
fa
pur uguale,
ma
le
giacch
in lui
forme,
ma
le
come
nella
scultura
o intaglia che
:
ben
gli
si
pu
tuoi ragionamenti
Mi son
s eerti, e pi-endon s
mia
fedt.
Che
gli altri
mi sarian carboni
Ranalli,
Ammaesh\ della
Lelterut. IV,
((i2-ec.
armonicamente temprati
colori. -
Tommaseo^
Bellezza
corporeo,
Civilt, p. IG'.
il
modo, l'abito
il
scultore,
seconda
le occorrenze,
arti,
i
eleggendo
punta
di
e di tinte,
preciso
dello
contorni e divertsificandoU sfumando dando alle sue immagini il risentito e scalpello, dal poco risalto dei bassi, dei
aiezzirilievi sino
airinterno contorno;
al perfetto
spiccare
327
i
divini crea-
poesia
non s'inspirassero? La poesia, infatti, l'arte in cui si riuniscono e s'immedesimano pregi delle due industrie lgurative, i quali sono spesso impossibili ad accordare col pennello e colle raspe, che lavorano sopra una materia
i
esteriore,
in
cui
contrarli
la
attuarsi;
tiva e
il
dove che
unit propria, e
arrendevole
della parola,
il
esprimere
le
opposizioni
accoppiare insieme
Del Primalo,
p. 378. lo Schelling,
il il
regno delle
la
del
poema,
Purgatorio
parte
pittoresca.
Potenza degli
Artisti.
Anche
dalle
finte sciagure
Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede ... Pury. x. 130.
Del colorito.
ma
ci fa
duopo
sfumatura
di colori:
Per salta
la
pennn, e non
lo scrivo,
pieghe.,
Non che
li
'1
disegno adombra
1.
la
cosa;
colori l'avvivano:
l'A-
riosto,
58:
Ch' io non adombri o incarni
il
mio disegno.
il
Del modello.
Come
ci
pittore che
6.
La simile pentura.
328
ci
esemplo e
l'
N dimentica
la
si
luce necessaria
collochi
in parie
,
n dilettare
gli altrui
il
maestro:
Come
Glie
>'
non
si
pu mostrare,
di color
dar diletto
n d'arte. Canz.xi..
vedea
Un'altra istoria nella roccia imposta:
Per eh'
io
varcai Virgilio, e
f'
mi presso,
capolavori degli
ci
artisti,
attrag-
modo che
ci
in
pur vederli
e perch
ci
in noi stessi
ne esaltiamo.
artista
E per
che
li
le loro bellezze,
creava,
sono
mi
di
cari e desiderabili:
dilettava di guardare
3Icntr' io
Le immagini
tante umilitadi,
per lo Fabro loro a veder care. Purg. \. 97. Gli occhi miei eh' a mirar erano Intenti,
x. 104.
Per veder novitadi, onde son vajihi. Purg. Qui si rimira nell'arte che adorna
Cotanto
effetto. Par. ix. 106.
x. 5
Ma
il
gusto ed
arte.
il
non per
....
Non
ti
Ila
grave,
ma
INFLUENZA DI DANTE
SULLA POESIA DELL'ARTE DELLA SUA NAZIONE d)
Giotto STEFA^o. (n.l276, m. 1336) - Gioito, raccogliendo l'idea dalle mani della natura, non la chiese che per vestirla risse.
Adunossi intorno
artisti poeti
al
che
ci
piace
chiamare
compiutamente
vano
poi, sar
in ci
fu
sempre vano,
(1)
>'el
il
e nelln
trovano
vestigi
lo ini^pirazioni
di
miracoli
canto ha come
stile
Omero
comune
nazione,
la
gloria
solo
sullo
ma
cento, secolo
e s
cri.-liana,
sulle
pagine pi
di
Cantica dell'AlliDante,
Memorie
1-22.
-La poesia
la perfezione
stessa,
valse ad informare di
quella terribile grandezza quanti dopo lui furono pi grandi pittori, scul-
ed architetti
..
Ranaili,
i.
95. -
sacro poema, improntato ad ogni pagina di forte ed originale sentire, tosto che usc in luce, stamp nel secolo gagliarde impressioni. Tutti i pittori sincroni o d poco posteriori al suo comparire, allorch tolsero
a rappresentare
P.
Novissimi, ne segnalarono palmo a palmo le tracce ... i Estense Selvatico, Scritti d'arte, 2o;i. - Il poema di Dante cominci
la
ad esercitare
artisti, e
ma
eziandio fra
il
le
popolari leggende,
popolo ed
il
il
Peinlum,
330
l'arie. -
DAME
E LE BELLE ARTI.
e sublime,
il
Genio multiforme
primo che
si
af-
di significare
il
suo
Giotto fu da Cimabuc
ma
dall' Allighieri
educato
esser
ai
sublimi
di
concepimenti.
s
- Guasti. -
Uomo
di s
elevato sentire,
penetrante veduta,
il
da poter solo
paragonato a
quel sommo,
bronzo,
vest di pensieri di
da cui raggiarono a tutta l'odierna civilt insegnamenti ed affetti immortali. E al pari di quella di Dante,
fu vasta la
mente
forse
si
di
il
Gioito;
ma
senza
il
sommo
poeta non
ne usciva
additargli
sommo
pittore:
come
gi l'apparenza materiale,
ma
il
soffio
Dante
si
di
vi-
dero. - Guasti,
Vasari. -
A me sembra che
acconciamente
le
nella
qualit di
saper tutto
le
esprimere
le
cose
volgari
traesse
come
-
peregrine, e
umili
come
le
grandi, Giotto
Allighieri.
La Cappella
dei
Bardi. - Le storie
quelle tanto lodate
Dante,
di
Assisi.
nclV
Arena
di Padova,
divorarsi colla
bocca
Parm
l'amico
sia
da pensare che
ligure
il
sommo
delle
Ghibellino giovasse
\irti
nelle
allegoriche
si
dei
Yizii,
veggono
allusioni al sacro
Poema,
il
da
far
presupporre
Estense
Selvatico,
Scritti
Freschi
di
Giotto
DANTE E LE RELLE
nell'Arena di
tori,
ARTI.
331
Padova.
Vasari,
ecc.,
1.
Y.
p.
i^2.5.
- Kanulfi, Soria
Italia,
95. - Rio,
Form, de
Drouilhet
i.
e. vi.
- Batine,
5*2. 1.
p.
i.
p.
Ampre,
Yiarffjio
ecc. ecc.
I/ingeiiuil
p. 44t)),
il
ncU' espressione,
Crepu^coU {ISoo.
XI Y.
e per dirk>
giotteschi
sciato andare,
l'
non abbia dimenticato Dante, e non siasi lacome troppi sogliono, ad ammirare in lom
ancora dalle fasce
sebbene
in
come
eh' dote
e tradizione
dantesca.
allievo
di
(jlarikmo
Eremitani
di
Gioito).
Padova vi hanno alcune pitture a fresco di Guariento, padovano, coetaneo pure di Dante, morto nei
colle quali l'Artista
si
1338,
poeta.
pianeti
attenuto pi
fedelmente
i
al
Nel coro
presso
di
la
sette
Passione
la
Kesurrezione,
mediante
quale
basala
tutta
la
tessitura
del
Paradiso.
il
Alcune
ravvici-
namento
scono
in
fra
il
pittore ed
11
poeta.
ai
ditlerenti
segni dello
in quella
guisa
che Dante
procura sem[)re
in qual
si
trovi
il
sole.
Padova,
in
guerrieri morii
per
il
(uariento una
fede.
stanno a significare
instabilit
attribuita
l'
dai
pregiudizi
influenza di quel-
r astro. Dante,
nella
rolli
i
guidato dagli
di coloro
slessi
progiudizi,
ha posto
Luna
le
anime
332
DANTE E LE BELLE
la sfera di
ARTI.
l'
fnoco che
inviluppava,
secondo
11
il
il
in tutto
da Dante.
papato,
non
avrebbe
il
disapprovalo
l'ardila
e bizzarra
il
nostro
un uomo assiso
destra armala
sopra un trono,
coronato
di
tiara,
con
la
del globo, e l'altra di uno scettro termi iialo con una croce.
alle
pretensioni
V. sul Paradiso
a colori
p. 344.
nella sala
Campo Santo
di Pisa
sislema
di
Tolomeo, e
la cui Icsla
s'innalza sopra
r ultima
sfera.
ii
Quella che
serve
di
del Paradiso^,
e quelle di Tolomeo.
in
pianeta
lino al egli
pianeta,
da verit a verit,
di
virt,
princii)io
motore
l'universo;
a tal punto,
pervenuto
divina.
Egli riferisce
gradi
delia contemplazione
quivi
poste
fra
le
braccia
In
del
i
ambedue
il
avvi un medesimo
quel tempo con lo
il
Qui
pittore
non ha copialo
poeta:
non esiste
fra
loro che
p. 17.
Yiuddio dunlcsco,
Vasari
(I.
52),
e chi
lo seguiva,
il
di
Dante; e
Malvasia
Buoe da
e condotte
a termine da Vitale
11
Ma
giustamente osserva
Gualandi
Cappella fosse
Jo fu
Guida di loloqna, che quantunque questa prima aperta al pubblico cullo, pure non che nel 1392, essendosi solo nel 1388, decretala Tela
DAME
rczione di
(li
E LE BELLE ARTI.
il
333 testamento
questo
quel
non tempo pur anche dipinta la Cappella del Bolognini, commettendo esso che si iinisca, e descrive le storie che vi si doveano figurare, le quali sono le stesse che ancor oggi si veggono, erroneamente, come dicemmo, attribuite a Bulamalco, e agli altri due pittori Vitale e Lorenzo. LoRENZETTi AMBROGIO. u. 1300 circa, m. 1348) Lodella Seta, fatto nel 1408, ci assicura
Bartolommeo
a
essere
renzetli,
eri
si
Sala che
legoria,
la
ai
chiam
fiorire
della Pace,
esprimevi per
la
modo
di al-
concordia, e per
concordia
e civili,
che danno
Certo eri
dell' ol-
governi
l'uso sapiente?
gli
effetti
dall'
)
un
lato le opere
(di quelle
efl'etto
castella
dirute
ed
balli
fanciulle,
abbandonata
dipinti.
a quella gioia
che
virt
uomo
di altri
templar nei
bello.-
- Guasti,
La
inspiratrice
del
delle Rifordi
gran lavoro
Amnon
le
virt richieste a un
della tirannia
buon governo e
potevano meglio Ninno dei nostri
dallo
spirito
le
tristissime
laidezze
raffigurarsi,
artisti,
me
preso
quel
e del-
dell' Allighieri,
come
il
Lorcnzetti
in
dipinto,
la
dove
fra l'altre
le figure
della
Prudenza
Comedia.
Frode appariscono quali son tratteggiate nella Divina Giamh. Giuliani, Lettere sul vivente linqua(ifjio
DiUijitc justitiam quijudicatis terram,
anime
134
DAME
Orcag>'a Andrea,
(
E LE BELLE ARTI.
- Ne' Ire gran
drammi per lui figurati sulle melauconiclie mura del monumento di Giovanni da Pisa, the som il Trionfo della
Morle^
l'
il
le idee e
inspirai ione
Noadim^no non
pensi
essersi
messo ad una servite imitazione della cantica dello Inferno, ma si vede chiarissimamente ciregli avcN^a in cima a tutti suoi pensieri l' Inferno di Dante quando colorava queir affresco, conciossiacck tu ci vedi da per tutto trasparire il dolore, la maledizione e la disperazione della prima
l'artista
i
parie della
un dannato,
la terrbile e
Ma
n quivi solo,
ma
Paradiso e dell'Inferno,
aggiuntivi pure
girl
le divisioni
immaginale
dal poeta. -
Drouilhet de
Sigialas,
L' arte in
due
Isovissimi,
F Indi
Paradiso.
E come
la divi/a
Coraedia formava
bolge dantesche,
le
popol di
spiriti
maledetti,
gii
ai
dolori, nei diversi e orribili toruienli immaginati dal poeta. Argomento che avea esercitato l'ingegno di Nicola Pisano, di Giotto, ecc., e che si ti-ova cos sovente e con tanta maestria riixituto dai giotteschi.
il
Se
l'arte
non
vi perfetta, se
se la composizione
la
ben so-
man con
Di Centro effigi
la
gloria
dei celesti,
ed
ivi
spieg tanta
da due diversi artefici sembrano eseguili questi due Novissimi. - P. Yintenzo Marchese,
bellezza e tanta maestria che
335
V.
I.
Artisti domenicani,
in
p.
128. -
declinare
il
le
venerate orme di
umani
affetti,
e all'ideale
realt
perfino schifosa;
ci
novatore
concetto e nella
maniera quale
appare nell'inferno a
Maria Novella e
Pisa
- Giorcjio
Camposanto
ciascuno riconosce
le
sterminale
Uguale
il
numero
delle vittime.
In Dante sono
Ire dannali,
dirsi realmente una copia. Ivi si veggono pure le bolge, immensi pozzi circolari, ove l'autore della divina Comedia ha posto le differenti specie di dannati; vi ha rappresentalo una figura decapitata, la quale, come Bertramo del Bornio, tiene pei capelli la propria testa, grondante sangue, a guisa di lucerna; espressione familiare ma nonpertanto terribile,
pu
fa
quadro che
occhi. -
Orcagna non ha paventato di mostrare agli Ampre, Viurfrjo danlcsco, IG. - Ivi (in S. Maria
l'
Novella) danteggi dipingendo le glorie del Paradiso e le pene della gente perduta ma per alcuno s'avvisa che della
:
si
compiacesse, dimen-
ticando che
il
decoro e
non concedono
il
poeta.
Ne
nel Camposanto di Pisa tratt lo slesso argomento... L'Orcagna mostr il primo nella sua Loggia dei Lanzi questo
accordo
felice
(della solidit
colla bellezza),
altro
prelulo
dio a quello
che
nell' et
dappresso eseguito
Osservate
i
avrebbe
immenso genio
archi,
i
del
Brunellesco.
due grandi
larghezza della loggia: essi dal lato opposto non posano sul
ma da
336
DANTE E LE BELLE
AUTI.
dine che Dante nel decimo della sua seconda cantica espresse:
Come, per sostentar solaio o Per mensola talvolta una n^ura La qual
la del
la
letto,
Nascere a chi
vede
JMcoltnl,
Elogio di
Andrea
Orcufjna, Y.
III. p.
28 e 3G.
ii.
i.
p. 36. - V.
Yasari,
I.
m.-Ranalli,
Salvatico,
Da
Ilio,
C m. - liutines,
al
p. 5. p. 334, 337. -
Intorno
1394, lavor
in
1455). -
Fra Giovanni da Mugello, o il B. Angelico, (n. 1287, m. Richiamate ora alla mente la tavola del Paradiso
si
adorna
del
finale
Giudizio
dell'Accademia Fiorentina, e
la
trasparenza,
di
venusl, l'amore
In
il
gaudio
questi
danteschi?
di
gran folgore
racchiusi
nel
ma
nel
canto settimo
questo
stesso
si
concetto
riveste di
gli altri
degli spiriti
Giustiniano e
di-
partono dall'Allighieri:
Cos, volgendosi alla rota sua,
Fu
viso a
la
me
Sopra
Ed essa
Mi
si
di rota fu
stupendamente
convento
di
vede
in
una
cella del
DAME
S.
E LE BELLE ARTI.
337
Marco; ove sono sei figure d Santi rapili in estasi, e chiusi entro un arcobaleno nel cui mezzo Maria e il Redentore.
Ma
bello a meraviglia fu
il
modo tenuto
e vanire,
quasi velocissime
due corpi
demia
serbato
umana
sol
quanto bastasse a
e tirati
al cielo...
la
raffigurarli,
non
altro appariscono
moto velocissimo
per
gli
Avvert Cesare
e
Ginguen,
ritrasse
predilezione di Dante
eh' egli
in
tanta copia
con
e Moore)
con ragione, che niun poeta cristiano (non eccettuato Byron trasse da questa credenza tanta e cos perfetta
poesia
come
l'Allighieri:
Purg.u.'ii;
la
viii. 25...
Nel xxxii
dell'Angelo
del Paradiso
rammentate
s
bella
descrizione
Gabriele, innamorato
seggio
di Maria...
Vasari trov
gli
li
belli e
tanto
paradisiaci,
che
Parmi adunque
doversi tenere
gli
come indubitato, che niuno ritrasse meglio Angeli che Dante e l'Angelico; e se l'uno e l'altro s
all'
il
attenne
tarli;
fia
ben rappresen-
ma
non
-
pi dato ad alcuno
P.
La figura dell'Angelo (nella tavola deWAnnunziazione della f. Verfiine) di una meravigliosa bellezza. Piegato alquanto
il
riso,
il
sospirato assenso.
Non
Paradiso
P. Marchese,
di
259.
Lo studio e
si
l'imitazione
Dante
tal
fiata
nell'Angelico
riscontra
persino nelle pi piccole particolarit; cos a ragion d'esempio, se l'Allighieri scrive dell'Angelo Ga'jriele che etjU
quegli che
port
la
palma
gitiso
a Maria,
in
il
pittore
del
luogo del
giglio,
la
mente
in
mano
VOL.
II.
all'Angelo
palma. - P. Marchese,
338
vari, 592. -
DAME
E LE BELLE ARTI.
NeW Incoronazione
nel
della
Vergine, che
ai
s.
tempi
trammezzo
che l'arte e
alla
Chiesa di
Maria
Novella,
e che
1823
pass alla
dell'Angelico producesse, dal volto e dalle movenze degli Angeli traluce una grazia, un' estasi un affetto meraviglioso, onde a quella
vista ricorrono tosto al pensiero le parole di Dante:
uno de' pi
rari dipinti
Ed
a quel
mezzo con
le
penne sparte
Ciascun distinto e
letizia
Sopra tutte
da vaga
Qui
(di
parci
ch'egli
abbia
viemeglio
cantica
dell'Allighieri,
santi) sopra
queste
sei figure
una
una
di quelle
ghirlande di
spirili
quali
di
continuo cantano e
danzano intorno al trono di Dio ... Tutti a un modo stesso tengono sollevati gli occhi e le mani al cielo e traluce dai loro volti un gaudio, una beatitudine che in vederli
sembra esser
Marchese,
dei Padri,
rapiti
fra
il
/'.
Vite,
ecc.
p. 236, 267. -
ch'egli ritrasse
nella
cella di
Santo Antonino,
parve
al professor Rosini,
avere
Restaci
le
meraviglie dell'Angelico,
a mio avviso,
la
pi stupenda.
Da Nicola Pisano
artefici,
i
fino a
quali, nella
pi parte,
avea
nel suo
l'Alilghieri:
E bene avevano
il
tardo disin-
ganno,
gli
miseri riprovali
rinvenute
le
pi nuove e
le
pi orribili
DAME
maniere
sicch
di
E LE BELLE ARTI.
339
di dolore;
mente e
il
il Signorelli in Orvieto, e il Buonarroti in Roma. E invero, l'uomo per lunghe e durissime prove da' pi teneri anni ammaestrato dal dolore; e ben sa egli con veri colori e
in tela
o in versi;
e
i
ma ove
accinga a significare
dei beati, a lui
le gioie celesti,
gaudii inef-
fabili
le
immagini e le di noverare
o le gioie
il
tormenti
ai quali
sottopose
gli eletti
;
quegli sciagurati,
volle
non pure
i
dirci
vizi
nome
far
ma
narrarci eziandio
;
e le virt
giovando ci a
i
viemeglio detestare
primi,
ad ammirare
secondi.
Pare
e
che
fra
al
Non
altrimenti
avea
gironi
inferno in sette
la
i
ognuna
delle quali,
i
secondo
natura
tormenti e
tormen-
tgurare
ima parte
dell' Inferno,
/'
Figura veramente terribile, della quale ninno avria creduto autore un artista solo adusato a ritrarre immagini ornate
di celestiale bellezza.
il
no che rode il capo all'Arcicivescovo Ruggieri, e con tale atto rabbioso, che quasi non se ne pu sostenere la veduta. Ancora sarei tenuto di credere che dall' inarrivabile architettore
340
dell'
DAME
a
1
E LE BELLE ARTI.
il
concetto di confinar
pesi;
i
gli
avari
nel
obbligali
traditori
fitti
i
ghiaccio;
costretti
correnti
su lastre
gli
infocate;
i
golosi
usurieri cui
demoni
olirono delle
mal
tolto danaro.
A.d ogni
modo convien
nelle cantiche
che
il
pittore
avviv
ed
la
sua fantasia
e per questo
artista,
che
pittori
lui
come
Dant(^
non
se n videro mai,
somma
di
non che
pennello
altri si
argomenti
sopravanzarlo
Giuliani,
o della parola.
Guardate
lato
gran tavola
dei
pi antica,
il
Giudizio,
ove
e
dall'
un
l'esultazione
buoni
in
i
mille ingenui
nobili
aspetti rappresentata;
nelle fiamme da un un demonio, gli avari
petto,
le
dall'altro
condannati,
altri respinti
prodighi
un palo rovente;
pi potente parola. -
una vita quale oggid non saprebbe ritrarre la Tommaseo, Bellezza e Civilt, 386. V. Nuove indagini, con documenti inediti, per servire alla
Storia della Miniatura, Vasari,
Voi. VI. p. 185. - V. Catal.
DOMEMCO
del Fiore
DI
Michelino.
porte
S.
Maria
di
evvi
le cui
rappresentato Dante
mura
di
Firenze,
coperto
una
lui
di
a dito,
qual luogo io
dispongo.
tosto
il
Ma
la fronte,
conforto
Pi lungi
alhi
Il
innalza
la
montagna
l'albero
cui vetta
sta
Paradiso contrassegnato
il
quadro.
la
sua
cruda sorte.
DANTE E LE BELLE
ARTI.
3il
Ampre,
spositore
p. 37.
debbe
tavola,
il
la
Antonio dei Minori, gi pubblico della Divina Comedia in S. Maria del Fiore, si bellissima lode di aver fatto dipingere questa
P.
Al
coir intendimento di
ricordare
debito
di
309.
(1)
SiGNORELLi Luca.
freschi rappresentanti
relli,
1440. m. 1521)
Gli ammirabili
richiamano
particolarit.
il Giudizio finale, opera di Luca Signomente certe pitture di Dante per molte Qui, come alla cappella Sistina, la barca piena
alla
in
cui
Caronte
li
ammon-
grazia
trice
:
fiori,
altri
li
demone che
Di
questo Giudizio
dipinto
dal Signorelli
nel
Duomo
di
il
ma
rimanente
dell'
opera
la quale,
conciosiach
per
il
concetto grandissimo,
per
la
il
l'
intelli-
l'ardire
la
nobilt
delle
(1) Cos l'Osservatore Fiorentino, V. VI. p.l23, in nota, e cita a questo proposito un Manoscritto di Bartolommeo Ceffoni eh' nella Riccardiana,
sotto
il
n. 1036. -
Trascritta
l'
ritratto,
il
Cef-
foni cosi si esprime: Questi 13 versi qui di sopra chesson dipi iscritti
nella dipinttura dove dipintto Dantte Maria del Fiore dove si lege al presente
il
Antonio
dipinttura a riscordhare accittadini che fanno arechare tossa di dantte a Firenze. Egli dunque evidente che il dipinto fatto eseguire nel 1430 dal P. Antonio non potea essere del Michelino, il quale, come manifesto
dai documenti citati del Gaye, non lo condusse che nel 1465, e che per conseguenza l'antica pittura fu tolta al sopravvenir della nuova.
342
degni
(l
maggior considerazione.
I. I.
Memorie dei
pii
insi(/ni
244. - Batines, T.
pag. 342. -
Leonardo da \inci. (n. 1452 m. 1019), Parallelo fra Leonardo da Vinci e Dante. - V. Ranalli, Storia delle belle Guardando alle ligure arti in Italia, V. L p. 296-299. del gran Cenacolo, troviamo nella Divina Comedia (per chi
sa
cercarvi)
il
riscontro
dell' espressioni
de' varii
moti
di Cristo
dall'annuncio
che un di essi lo tradir, da potersi bene inferir questo, che se fra massimi pittori si avesse dovuto scegliere uno, sopra ogni altro acconcio, s per
r ingegno
ta la
e s per la
mano, a condurre
in pittura tutta la
mente
Leonardo. E se
dal modo,
unghia
si
vari affetti
non sarebbe
;
desiderabilissima opera
perocch
Vedi
Ranalli,
Degli Ammaestramenti di
letteratura, IL p. 426-433.
Nella
segue ritrasse
altri
(il
maestro, e molti
altri, il
amici
e infra gli
Inferno
che fu tenuta in
cosa maravi-
gliosa. Vasari,
Le
Marco, ossia Baccio Della Porta. Bernardo, ossia l'apparizione della N ergine al pi tenero fra i suoi devoti : Bellissima questa composizione ... Sotto un loggiato, che d accesso ad una
Fra Bartolommeo
di S.
(n.
1469, m. 1517) -
// S.
molto
bella
lieta
ridente
campagna,
la
prospettiva peruginesca
forma
33
colui,
prostrato
di Maria,
il
S.
Abate
di Chiaravalle, la
stella
eh' ab-
Come
del sol
mattutina: Par.
spart
xxxii. lOG.
Sopra un deschetto e
in terra
sono
e
al mellifluo;
se
nome
di mellilluo,
che
il
consenso
di molti secoli
ebbe a
lui
conceduto, legga
Il
quelli aurei
di paradiso.
solitario
miri
lieve lieve
scendere
suolo col pargoletto Ges, circondata da un coro di Angeli, beare di s il santo e innamoralo vecchio; e a quella
gene Di benigna letizia, in atto pio (C. xxxi.
quella
1
per
le
62), stimi
bella
pone
Allighieri nel
Vergine madre, figlia del tuo Umile ed alta pi che creatura, Termine fisso d' eterno consiglio
figlio,
Oh come
II.
nel vollo
e nella persona
del santo
si
legge
il
BuoiNARROTi Michelangelo,
(n.
moderna
lo
gli spiriti
vedo nella moltitudine degli artefici, come il Saladino fra magni del limbo dantesco solo in parte. - Guasti, Giorgio Vasari. - L'animo del firentino poeta torn a rivivere
in
Buonarroti,
pi
il
larga manifestazione.
in
E per
certo
non pur
secondo
l'
come suo
Or pieno
animo
suo pensiero, e
onde
il
poeta
fin
dopo
la
erigergli di sua
mano un mausoleo
danno
in 4t-
immenso
dell'arte, tal
'Mi
lo
e
(1).
DAME
Ma
di
E LE BELLE ARTI.
compagna
gli
di
sempre la divina Comedia, a cui perpetuare e divulgare nelle forme dell'arte egli attese con isludio costante. E gi, applicatovi lungamente
sua solitudine,
fu
musa
l'ingegno,
concetti del divino divinamente comentava, conducendo egli molli disegni sui cento canti del poema; ma pur troppo tale e prezioso lavoro per in un viaggio da
i
Civitavecchia a Livorno
(2).
IS altri fuori
che
'1
genio di
le
dell'ispirazione
escir di
facile
il
ed
in effetto
Roma, ov'
seggio di tutte le
arti,
quivi
sar
L'arte in Italia,
p.
ii.
e. 6,
tutto
II
In
una messe
le azioni
mano
;
per
la
considerazione
si
nostre
e nell'altra,
la
una grillanda
in vita,
e
per
le virt
che
ornano
plativa,
vita nostra
dopo
la
morte
la
fanno
con
le
finale di Michelangelo,
Y. Yasari, Id.
(1) Il Buonarroti, a' 20 Ottobre 1319, come uno dei membri dell'Accademia Medicea, indirizzando a Papa Leone X un memoriale per chiedere di trasportare da Ravenna a Firenze le ossa di Dante Alligbleri, sottoscriveva a quella supplica cos lo Michelaqniolo Schultore il medesimo a Vostra Santit supplicho, offerendomi al Divin Poeta fare la Sepoltura sua chondecente, e in loco onorevole in questa citt. Questo prezioso documento, il cui originale si conserva nel R. Archivio di Stato, fu stam:
pato per la prima volta da A. F. Cori nelle sue annotazioni alla Vita di Michelangelo, scritta dal Condivi. Vasari, Prospetto cronologico, ecc.
Xli, 337.
(2)
in
quale, impiegatosi in
il
Roma,
fece
im-
barcare a Livorno
tutto
le
sue robe,
e,
tra queste,
detto' libro,
ma
y.%u.
p. 217.
DAME
(jiiella
E LE BELLE ARTI.
345
maesl
di
d dolori
della
Madre
sua cantica quel terrore che accumulato dall'ardito pennello signoreggia nelle pareti del Yaticano. - JSkolin,
0-
pere, V.
III. p.
9;
irf.
p.
80 - Il Buonarroti ha specialmente
ammirato Dante, dilettato del mirabile ingegno di quell'uoegli ha quasi tutto a mente. - Condivi^ Vita del Buonarroti, p. 1158. -Qui n'aimeroit lire une page de la divine Comdie devant la Chapelle Sixtine? Qui n' ameroit reconna'itre dans Michel Ange le seul Commentateur lgitime du Dante? Ch. Lahitte, Le divine Comdie avant Dante, mo, qual
90. - Ranalli,
I.
296-299. - Batines, T.
p.
De
346-379;
The
il
life of 31. A. Buonarroti, by R. Duppe, London, Murray; paragrafo intitolato: Jlis admration of the Works of
-
Dante, p. 165-168.
128
MonAl
(n.
raggi
danteschi
che cantano,
di
profili
delle vergini,
il
e l'ebbrezza
amore,
il
nima
non
santa... fu
men
sollecito
testimonio spe-
cialmente
mettere tanta
il
prima giunta,
chi le
contempla con
346
DAME
E LE BELLE ARTI.
occhio d' artista, vede che quindi proprio attinse quel senso
allegorico, e quel vero spirito,
ne' suoi lavori.
Ond' da
si
dire
che studiossi di riprodurre veramente rara felicit d'inin atto nella pittura
il
spirazione,
onde
fece a mettere
fiorentino,
egli
cela la sua
idea sotto
vuoi nell'uso
bello, e in
somma
ti
in tutto quello
che tocca
la metafisica
dell'arte, egli
Sanzio
di
si
d a yedere
in tutto lo
veramente
che nel Palazzo dei Pontefici di Roma, tempio vero dell'arte, il genio di Raffaello ha anch' egli mirabilmente incarnata
la
sua epopea,
ma
di di
certo al
potente,
influsso
dittatura
comune
non
e cristiana
Dante.
cui affre-
sommo
i
artista,
ma
eziandio
cristiana, direni
respira e
anima
titolo
di
conciosiach non
alle quali attinse,
le
sorgenti
che
gli
accese in petto
rappresenta
cui recinti
ampia
l'
sfera
dell' attivit,
fra
adoperava
umana
l'
la Filosofia, la Poesia, la
seconda creazione vi
brilla
anzi proprio
austera e melancolica
in capo.
Dapprima
vedi quel caro e venerando viso nell'affresco della Teologia, ossia della Disputa del santo
Sacramento
poi nell'altro
347
quali
logo, fa bella
mostra
dei
di s in
a formare
uno
lati
genio ch'ebbe
epopea
dell'
ha pure
tale
ravvicinamento
lontane,
ma
senza commemorazione.
Ed
tale:
vale
dire
la figura
colori di Beatrice.
il
di fatti
il
rossa,
manto verde,
bellezza.
apparve
simboleggiante l'ideale
assoluta
E
ti
basti che tu
Sovra candido vel cinta d' oliva Donna m' apparve, sotto verde manto.
Vestita di color di fiamma viva.
v. 31.
\.
p. 2. e. 6. -
Ogni
volta che nel Canto IV. dell' Inferno dantesco leggiamo quel
concilio di sapienti, siamo forzati a ricordarci della scuola
accade
in. 234.
di
mente
la descrzion
menti di Letteratura,
Arti in Italia,
i.
H63. -
1512, m. 1594)
E avvi-
sentante
tutto
il
Paradiso, pensiero,
dantesco.
Nella
parte
superiore
questo dipinto
e diffonde intorno
infinito
la
i
di sotto poi
Ges
Vergine
vengono appresso
i
Martiri, e
348
DAME
i
E LE BELLE ARTI.
secondo
come
sono descritti dall'Allighieri. La Gloria del Paradiso del medesimo pittore, che ritrovasi nell'ampia sala del Palazzo
dei Dogi in Venezia, in vasta tela di trenta piedi di altezza,
Dante. - Droiilket de
D'Empoli Giacomo, Chimemi. (nel 1600). - Gli Allighieri possedevano nella Chiesa priorale di S.Remigio, anticamente S. Romeo, una cappella gentilizia al lato destro dell' aitar
maggiore. Caduta
in propriet di Nicol
testamento
a'
suoi eredi
che se ne togliesse
il
fu allogata a Jacopo
Empoli
che condusse
il
lavoro ad
di
ii cielo scese una facella, Formata in cerchio a guisa di corona, E cinsela, e girossi intorno ad ella... Io sono amore angelico, che giro
Per entro
mentre Che seguirai tuo Figlio, e farai dia Pi la spera suprema, perch gli entre.
del ciel,
E girerommi, Donna
CoRNELius Pietro.
tolti
Il
Massimi
Roma, presso
S.
Giovanni Laterano.
Il
donnance
a de
.le
dans les
regards des personnages graves, qui ont les uns avec les autres une ressemblance qu' il faut eviter, mais les visages
des anges sont varis et pleins de charmes. Artaud, Histoire de Dante Allighieri. Il Batines, l'Ampre, il Druilhel de Sigalas
vogliono che
disegni,
allora
il
suoi
ma vi furono invece dipinti da Filippo Weit, perch Piccarda e Costanza: da Roma fu chiamato a Monaco,
i. ii.
Par. C. iii-v.;
DAME
HI. S.
E LE BELLE ARTI.
349
iv.
eRaab:
C. viii. e ix;
e v.
Tomaso e
VI.
S.
xiv-xviii;
Damiano
IX.
e S. Benedetto; S.
Macario
e S.
La
Ss. Trinit:
i
xxvu-xxxiii. -
Il
espose a Berlino
gli altri
suoi Cartoni,
ma
applaudi lissimi
Giuseppe
Cook,
tirolese,
nella
ridetta
villa
Massimi
Dante
investito
dalle
;
fiere,
in
nel secondo,
ivi
pure
la
un sol quadro tutti i Dante con Virgilio alla montagna ove si hee lo
e che dirizza
iii.
coloro che
il
mondo
125.
Scaramuzza FraNCesco. (prof. dell'Accad. di Parma) - Io dipinti del prof. Scaramuzza, non saprei meglio ricordare artista tra valente e gentile, non so qual pi, e da lui condotti con rarissimo magistero nella sala della R. Biblioteca di Parma, che con le stesse parole con che complacevasi
i
di far
pieno
il
mio desiderio. di
Ivi,
per esperimentare un
dal
Governo
e
per
la
quale... accolsi
della divina
di
Comedia,
Dante
e Virgilio
coi quattro
antichit. altra
Dietro
parete
che
della stessa
e vi dipinsi
filosofica
il
Maestro di
Parve
color
sanno
sedente
tra
famiglia.
non dispiacesse del tutto quel lavoro, perch di Ti a breve tempo me ne venne allogata anche la gran volta, e si fu allora solamente che mi venne pensiero di farne una stanza
che poi dovesse
gi eseguite ad
dirsi
di Dante,
collegando
fu,
le
due scene
indi
ma
che avrebbe
usare
che perci
dovei
farlo,
a lavoro
il
finito,
credere o parer
Come
io vi
lavoro
da chicchessia giudicato:
fatto
si
350
Comeclia, dipingendovi le qualit parsonificate, che, a mio parere, pi caralierizzano il sacro poema, e cos: la Giustizia;
la
Yeril;
la
Storia;
la
Religione;
r Armonia;
del Prossimo, di Dio, ecc. ecc.: vi simboleggiai l'Inferno, il Limbo, il Purgatorio ed il Paradiso cui corrispondono nelle
relative
parli diversi scudetti
un grande medaaiuto
delle
plettro,
nel
Muse,
che
dell' alto
ingegno,
indi,
avea veduto;
in
uno
de' quattro
grandi
incombe
da Beatrice
al
e pressa Beatrice
due
arpeggiatori
la
che sospendono
le loro celesti
ardi
divina Clemenza;
fiori
l'altro,
come
ed ulivo in segno
di gioia
quando
passo
....
Di
seguito,
serere...,
quando egli s'incontra in Virgilio, gridando: Mipoi li ho figurati davanti la porta dell'Inferno, dove
il
vecchio
e da queste rappresentazioni
Limbo sovraccennati.
per la lor forma e
l'argomento,
si viene ai due quadri del Rimanevano altri minori vani, che posizione non ammettevano di continuare
per cui
mi decisi
con qualche
altra
cosa
di
DAME
medesimo
sopra
;
E LE BELLE ARTI.
351
e cos,
ai
due
dipinsi due geni della Fama: due spazi irregolari che stanno superiormente ad altre due lncstre della sala, sono dipinti a basso rilievo, intrecciati a fogliami, geni della poesia che declamano suonando la lira, e figure rappresentanti pure l'Inferno, il
Limbo,
di
i
il
Purgatorio
ed
il
Paradiso:
in
altre
due
liste
muro
ho figurato, nell'una,
Fortezza
rit, la
Prudenza,
la
Temperanza, e
d'entrala
la
la
finalmente
sulla
porta maggiore
La Sala fu condotta a termine nel 1857 il lavoro lodatissimo. Pure, mi aggiungeva l'egregio professore Scaramuzza, che ove l'allogagione della sala fossegli subito stala
affidata per intero,
arti belle,
se
rei alle
pi grande senza
meno ne sarebbe
se^guito
il
lo
Poema:
ratbrza
ingiganteggia per
si dire,
il
e de'suoi sforzi
giudizio;). (16
disposto ad ottemperarne
Giugno 1861)
prof.
YoGEL
DI
gheri (1844)
ninno, cos
il
fin
qui
entrato nell'animo,
non dir
dipngerla
un
sol quadro,
ma
prendere a figurarne
ed
il
fine
di
questa
impresa per
cjoh
d
a condursi,
applicossi coli'
mano
il
il
Yogelstein.
L'amore grandissimo
che
in
lu
verso
sommo
:
carnarlo
e ci fece
sottile
ogni pi
intenditore
La tavola architettata,
3o2
secondo siccome
del
di
queir
eia,
presentasi a un
dipresso
la facciala del
duomo
di Orvielo, e in altezza
Il
d'un
sollerraneo
sopra
tempio rimane spaccato e aperto in archi avvoltati quattro pilastri, e su nel piano terreno a giusta
del
edilizi,
monte dell'antica Fiesole. L'atrio si conforma ad arco soverchiato da un frontone quinci e quindi lo fiancheggiano due colonne intrammezzate da un conveniente spazio, e sostenenti da ambe le parli un frontone
sovrastandole
;
minore
in
in
grandezza,
ma
la
il
statua
Papa,
nel
sinistro
similmente
egli,
l'
collocato r Imperatore.
ci era richiesto, e
ben
in-
Papato e
l'
Impero,
le parti
guelfa e ghibellina,
sul
si
furono
le cagioni
divino poema.
si
Secondo
l'
ammi-
maggiore di proporzione a tutte le altre, campeggia nel mezzo quasi rimanesse dentro dell' atrio del tempio, e la sua persona
rano disposti e figurati
E Dante,
in figura
primo a destra
si
nuovo camino da
;
tre orribili
l'
il
quale a trarre
infelice
da un
mal passo,
lo conforta a prendere,
ed intanto gliela
i.
viene additando,
la via
mezzana
ed
viiL 31.
lo
faticoso viaggio,
Lo strazio, che di costui prendono le genti fangose, porge a Dante il maggior saggio che delle pene infernali
potesse mal. In lontananza mirasi Dite colle sue infocale
e in disparte l'Angelo
che
si
muove
ad aprirne l'entrata ai poeti. Neil' ultimo quegli ci appare tutto pieno di spavento e come abbandonandosi e volendosi
stringere a Virgilio
Il
pittore,
usando
di quei
formano dagli
DAME
archi avvolgendosi su
in
i
E LE
BELLE ARTI.
ci
3ol{
pilastri,
present in piccolo ed
di
moltissimi tormentali,
cui
piena
sinistra
i
riguardatore
i
peccatori carnali,
simoniaci,
si
barattieri ed
ladri. -
contemtroppo
Nel
distendevasi
in
acconciamente partito
ci
due.
ritrae
persona
riuscito
all'altro
ma
gi
rivedendo
le stelle; in
e nell'altro
di
sopra e
acciocch
gli
Purgatorio:
Sulla porta
il
questo ed
in
lontana vista
x. 112.
il
Dirimfuoco a
petto al quale,
elle si
ma
il il
pi basso,
rappresenta
rimonda
peccalo
di
eguale altezza
ciandosi
una corona
il
xxvui. 40. -
frontone destro
mette
in
vista
il
Carro
gran parte quelli che lo accompagnavano (xxix. 43; XXX. 73.), e Beatrice, la quale si leva
velo dalla faccia per iscoprirl
tutta lieta
e ridente
ci
il
al
si
sinistro,
quarta
famiglia [Par. x. e
xi.)
mezzo
ne invila
\m
le tre santissime-
Persone:
di
Par.
le
bellezze
questo
Ragionamento succen-
et
la
Divine Comdie
catif.
Tra
gentilesimo
di-
mente
in sulla
tomba
nel mezzo,
83
VOL.
II.
354
cantore e maeslro airurnanil della sola strada per cui fia dato di cogliere il meglio possibile nella presente ed
pertanto sapientissimo
il
Roma
e della
fatti principali di
quel poe-
ma
...
La seconda,
nel
modo
piove dall'alto,
della
principali
in
sua trina
canzone:
la
terza,
scompartita
forma
di Troia,
la
pompa
il
dei
fatti
principali
il
concetto
pagano
di Virgilio ci
raggi
mondo impreota.
- V. Gaz.
Filippo
DJ Scolari,
Yen. 3.
Apr. 1862.
Bertini Giuseppe, milanese (1852), -Dante, grande ve Essa ordinata in modo da poter apad un grandioso fenestrone archiacuto, che misurato orizzontalmente fino allo svoltar dell'arco, abbia la larghezza
triera colorata. -
plicarsi
di 2 metri, e 7 di altezza dalla serraglia dell'arco, perpendicoIl soggetto una rappresentazione allegrande dei poeti italiani, a Dante; ed spartito in quattro campi principali, tre de' quali si alzano, quasi tre liste perpendicolari, dalla base, e vanno divisi
pi
Dante del
campo nello spazio comE ben la sventura sta tutta Bertini. Egli occupa il campo
DAME
largo
E LE BELLE ARTI.
355
ed seduto su
Tiensi di faccia,
d'un magnifico
tutto a
trafori
e di leggieri musaici,
svariati.
Leggermente inclinato
le
in
avanti
poeta protende
fogli
ambe
braccia; le mani
del suo poema,
si
congiiingono
lo
stilo
posate sui
staccati
mentre
uno
di quei
il
secoli venturi si
tramandano
gli
come un eco
involge
il
di
maledizioni.
Un ampio
lucco violaceo
pieghe
gli
cade lungo
il
ai piedi,
stinco
dello
che par
cappuccio,
ricinto
del
becchetto,
di Giotto,
come
lo
vediamo nella
in
Firenze.
Anche
delle
nei lineamenti
serbato
questo singoiar
tual idea
tipo,
onde
ci
sorse
una pi vera
che
ci
di quello
traman-
dassero
le consuete imagini arcigne e contratte della sua ultima et. Nel suo complessivo atteggiarsi, nella semplicit lo
di colossale
si
ed imponente
si
posa.
Il
labbro
pronuncia a sdegno,
gonfiano
d' ira,
e lo sguardo grande,
acuto, fiam-
in
meggia sotto l'ombra dell'occhiaia profonda, e s'affisa: chi? No, non n volto al cielo, n chino alla terra;
par ch'egli s'intenda
orizzonte, par che
in
una lagrima
righi la gota:
certo ei
sogna
la
muovere
il
il
raccogliendo
la
ricco
mantello broccato in oro, ma con piglio cosi gentile e contegnoso che non oserebbesi dubitare di vedersi dinanzi la giovinetta figlia di Folco Porlinari, quando tenne il cuor
di Dante,
prima
chW
fuor di puerizia
fosse,
ech'eglican-
3o()
DAME
E LE BELLE ARTI.
tava ne' suoi primi versi qual cosa venula dal cielo per mracol mostrare. Essa una figura indescrivibile nella sua verginal limpidezza, nella sua posa soavemente tranquilla;
e la luce che la irradia
le
lulla di rimbalzo,
destra,
venga dietro
la
spalla
fa
degno riscontro
cui
come
il
leggenda:
fianco,
il
cantando
muove
di
come
capo nell'estasi
appena innanzi piede, alzando del canto, e mentre colla sinistra mano
della verde vesta,
sostiene in
stelle,
i
grembo
trapunta
di
bianche
fiori
al
gambo
nella
d'
un lussureggiante papavero,
in atto di spicear-
campo
principale che
si
apre,
come dicem-
mo,
ed
la
mistico giglio,
uno stuolo volante d'angeli devoti si china, cantando le sue lodi. Havvi tale una semplicit, ed una convenienza di concetto e di forme in questo gruppo che appare di primo tratto, come il Bcrtni, nell'alto di
delinearlo, s'inspirasse direttamente nelle tavole del beato
da Fiesole. Quasi poi a dividere e scompartire all'occhio questi quattro campi, corrono lungo le aste perpendicolari dei tralci che vengono ad attortigliarsi sopra le figure e
formare dei sottoarchi
diversi sensi,
acuti e ad incrociarsi di
nuovo
in
timpano a diversi spazii, a segmenti acuti, a nodi e gruppi donde spiccano e si svolgono fogliami a lembo ottusamente intagliali, ripiegandosi in graziosi modi, come li vediamo attortigliarsi lungo i
cos origine nel
dando
frontini dei monumenti del XIV secolo. L'artista seppe ben anche trar parte dagrinterstizii lasciati nelle spire superiori di questi meandri: sopra la Matelda s'apre in piccolo spazio
il
nasci-
mento
dell'arco
si
tiene,
in
piccola figura,
S.Domenico;
il
11
Serafico d'Assisi;
DANTE E LE BELLE
In Ionio intorno a tu ila
la
ARTI.
357
con un dentello
tutta
che serra,
quasi cornice,
insieme questa composiziouc ... MoKjerl, Crepuscolo di Milano, N.*' 4. 1853. - questa l'opera pi bella, scriveva
I.
Cant,
e pii
commovente che
sia slata
commessa
alla
poema
un
'
e del pi gran cantore italiano, e ammirare come giovine, poco oltre i venti anni, avesse saputo in-
ma entusiastico aggettivo lo chiamava vetro stupendo. Cos l'Italia avea mandato a gareggiare nobilmente un saggio dell'arte rinata coi saggi che vi
mand
di
la fabbrica di Parigi e
il
Monaco- - Y.
Sonetto
a Giuseppe
Berlini,
di
Londra l'apoteosi
Dante da
1.81).
BiGiOLi PROF. Cav. Filippo.
Galleria Dantesca, o
la di-
Quante sono
comentarono nel proprio idioma la Divina Comedia di Dante Allighieri, che a buon diritto si appella il poeta universale, il poeta dell' umanit. Siccome per ai commenti e
e
alle versioni
non
volulo che
di
la
pit-
il
suo tributo
ammirazione
al
difficile
ed interessante,
valore
i
a termine
Romualdo
Genlilucci,
venne confidata
coloriti
al
27 grandi quadri
dal
eh.
(metri G per 4)
di
dal medesimo,
prof. Chierici
di civilt
La Divina Comedia pertanto, il poema che fu germe e sar sempre la meraviglia dei secoli, stalo
358
Jnf.
I.
selva.
Grandi Franbelve.
II.
Dante
liolti
alla
vista
delle
tre
Pa-
Vicenzo.
alla porta dell' Inferno-
III.
Dante e Virgilio
Caronte
Gierra Achille.
IV.
al tragitto
dell'anime. -- Paiotti
Yicenzo.
V. Gli spiriti
magni
ai
campi
Elisi.
Grandi
Francesco.
VI.
VII.
Giudizio di Minosse.
Guerra
Achille.
Bifjioli
vili.
Ciacco
fra gl'ingordi.
Palloni Vicenzo.
Biffioli cav.
Filippo.
X.
demoni
Dite.
L'Arche Capaneo
di
Dite
Farinata.
Grandi
Francesco.
XII.
fra
Cherici
prof. Alfonso.
Xiii.
nora.
Grandi
Francesco.
Guerra
Achille.
Para.
XVIII. Virgilio e
al
Grandi
Paiotti
Francesco.
XIX. La nave governata dall'Angelo.
Vicenzo.
XX.
due poeti e
Casella,
le
anime intente
canto d
XXI.
XXII.
Che-
XXIII.
DAME
XXIV.
E LE BELLE ARTI.
359
XXV.
Par.
XXVI.
XXVII.
carro
(ii
Beatrice.
Grandi Francesco.
Il Il
di
Roma,
rinomati professori
Consoni,
Gnaccarini, Brodsky
Capalli.
Wolf, Porcelli,
Gaspare Mastini raccolse tutte queste autorevoli opinioni in un libro che gli piacque intitolare Giornale della Galleria Dantesca,
fu
veramente un
Roma
il
7 Feb. 1861,
in cui dinanzi al
al
che compongono
Accademia
di S.
Luca,
la
E l'Accademia pure
21 Aprile 1861,
in
ha per costume di celebrare il Roma, regina dell'arti, volle festeggiato il sommo poeta italiano, e convenne ad applaudire le stupende concezioni pittoriche che compendiano sublimi suoi versi. Ben
che
natale di
i
vero
imponente
di
festa,
che
tela,
chiamiamo dantesca
o
Allo
scuoprirsi
ciascuna
il
compendiano
si
poema
dell' Allighieri,
ognuna
al
quadro che
mostrava ... Questa Galleria dantesca che cost al suo proprietario cav. Genti lucci oltre 150 m. lire, imprender
il
facile
meccanismo,
nello spazio
di
due ore,
svolgono
TELE AFFRESCHI E
IL CUI SOGGETTO PRESO
SCUITLRE
i.)
Prima
(1)
le
de ses paroles et
dessin
si
prcis et si
et dangereu?e, et d'
o est
sorti
vanqueur
le
la plupart
qui n'avait cependant, pour combattre contre les puissans moyens niatriels
que
comme
en tant
heau
!es
ils
et
Ils l' interrogentavec curiosit, comme s'il avait leur rvler quelque secret important sur leur art, tant ses procds potiques et ses mthodes leur paraissent analogues aux leurs, Ils trouvent dans ses visions tlimes les mieux appropris leur inspirations. Il leur semble qu' en s'emparant d'un de ses pisodes, ils n'aient qu' faire une transcription ldle et correcte de ses paroies pour composer une oeuvre qui satisfasse toutes les exigences de la peinture ou de la sculpture. Us sentent que
sculpteurs.
leur seul danger dans une telle transcription est de parler moins forte-
le
pote par
ils
moyens dont
dispo l'at-
pote a donneo dans un seul vers Sordello ;de Mantoue ? Et que pourrait ajouter ia peinture la plus dramatique l'expression de
Farinata se dressant
dans
la
de
361
cielo e
muova
resti
a soccorso di
ii.
onde ne
consolata [hf.
Dies Cesare, di
in Firenze, 1861.
Roma, Lo
stesso soggetto;
I.'^
Espos.
ital.
e Virgilio
alla
porta
d'In-
1); Esposiz.
napol. 1833.
Appartiene
al
Museo
di Lione.
iv.).
Di-
Esposiz.
fir.
1842.
Mainardi Tommaso, Lo stesso soggetto: Dipinse in Roma. Triqueti Enrico, di Conflans, Dante presentato da Virgilio,
al
altri
sommi che
gli
fanno corona,
Delacroix Eugenio, Lo stesso soggetto. Affresco nella cupola della Biblioteca della Camera dei Pari.
Degli Antoni prof. Andrea,
v. 4);
Il
Prima esposiz. ital. di Firenze (L. 18750). Bezzuoli Giuseppe, Francesca di Rimini {Inf.
(ir.
v. 73);
E-
sposiz.
1816.
Roma
nel 1819.
Appartiene
al
co.
Turpin
di
Monti Nicol,
Pistoiese,
ii
sait parler,
de combien
de publies
lui le
qui
a-t-il
accoinpagnent travers Ics sicies les pas de plus imposant, de plus yari et
royales. James eulte potique n'a l clbre par des mains plus diverses, et n'a recontr de croyans de races plus opposes, plus enncmies, plus loignes les unes des autres. Emile Montgut, Une interprelation de Dante, Revue dee deux Moades, l> >ov. I8(il, p 43o,
368
DANTE E LE BELLE
ARTI.
Fu disegnalo
dal Gozzini,
fir.
1820.
Prima Esposiz.
ital.
1861: Appartiene
al
Marchese
Ala Ponzoni.
fir.
1628.
;
del
Louvre,
Scheffer. -
Cesi une
chaude du couleur,
falle
per Scheffer
lui-mme et la quelle il travallait encore dans ses derniers annees de l'originai qui fui acliel 43,000 fr. la venie du due d'Orleans. Burly, Gaz. des beaux-arts, 1859. p.58 La Francesca di Rimini couronnail pour Ary Scheffer la seconde pliase de sa vie d'artiste... Ah que ne puis-je ici, comme lorsqu'elle parut au Salon de 1835, apprecier ainsi qu'elle le mrito celle dernire composilion la plus complte et la plus perfaile que Scheffer ail lasse parmi celles du mme genie et du mme lemps... 7rf. -Ampre lo dic^ un quadro che lutto arieggia una delicata poesia: il De Sigalas, dipintura piena di tanto affetto che ben si pu enlire e non esprimere a parole, e che di lei spira tal poesia che proprio li mette nel cuore le medesime commozioni che sentiresti alla lettura di quel canto dell'Allighieri. -
Incisa
di
Gaye d Tarbes; Esposiz. univ. di Parigi, 1855. Corpiaii Angelo, Torinese, Lo slesso soggetto; Esposiz.
ter. 1838;
Monti Enrico, Lo stesso soggetto, Esposiz. mil. 1842. Franchi Romualdo, Lo stesso soggetto; Esposiz. fir. 1844.
L
DANTE E LE BELLE ARTI. 365
Farina
Achille,
Descoudres di
De Laderze,
dell'Accad. di Pietroburgo,
Lo
stesso sog-
Di Fauveau
Felicita,
mar-
mo
in
presso
il
marmo;
Motelli
Gaetano,
in
marmo; Esposiz. univ. di Londra, 1852. Munro A., Inglese, Lo stesso soggetto, Gruppo
Esposiz. univ. di Parigi: Propriet di
marmo;
marmo,
Lord Gladstone.
Buzzi Leone
prima esposiz.
Luigi,
di Milano,
bassorilievo in
di Firenze, 1861.
Yogel de Vogelstein prof. Carlo, Lo stesso soggetto: E caddi come corpo morto cade. ~ Questo soggetto fu per ben
1'
uno
di questi
M.
la
Regina
di Sassonia, l'altro
da un signore Russo a
Robert
11
Kieff.
v.
Robert
v.
chiaris.
de Vogelstein,
condusse
altri
Delacroix Eugenio,
Flegias
a Charenton-Saint-Maurice.,DdiTiQi
la
morta gera
nella barca di
viii. 31);
veggono
il
Museo
Luxembourg
- Cette composition,
d'un aspcct
saisissant,
et qui rester
dans
l'
pages
Constitutionnel de la critique
du
homme
inconnu
3G4
DAME
tableau,
dit-il,
E LE BELLE ARTI.
Aucun
l
l'avenir
C est
ne rvle mieux mon avis, d'un grand peintre que cclui de M. Dclacroix. surtout qu' on peut remarquer ce jet du lalent,
le
Dans
ce sujet,
si
on trove cependant
locale
en quelque
ici,
rcuse... A.J.
du Pays,
del
lllustration, 1852, Y.
li
XX.
p.
206, Y.
De
pi belle
tele
Delacroix - Pittura
porcellana
dal
quadro
di
di Delacroix,
Esposiz.
1825.
Barucco
Felice,
Lo
Gherardesca
di Firenze.
di
lo
Calamai Baldassare, Lo stesso soggetto; Esposiz. fir. 1825. Sahatelli Giuseppe, Lo stesso soggetto, per commissione Nicol Puccini, poi ceduto al Granduca di Toscana che acquistava dal Sabatelli per scudi due mila. Quadro
Dall'Acqua Cesare,
1852.
Lima Beniamino,
n.
suoi
concittadini (Guidoguerra,
[Inf.
xvl
Dante trasportati
fatta
prima Esposiz. Hai. 1861. - 11 Yasari ricorda come si fosse una Girandola rappresentante Gerione con Virgilio e Dante addosso, siccome da esso Dante si dice neW Inferno:
Yasari, x. 175.
365
Anonimo, C.
Reynolds,
10 m. franchi
villa di
xxii. dell'
/n/".
Co. Ugolino,
Inf.
xxxui. 1)
Duca
INel
di Dorsel,
che
in
lo
Knowle.
1774 fu inciso
Raimbach.
stesso soggetto Esposz. mil. 1828.
stoffa
Marsicfli
Banfi Antonio,
3Jiriiara
Lo
Cav
raccolti
in
un solo opuscolo
Cesare Ferrari.
Il
inciso
da
Gal-
Uboldo
di
Milano.
Bezziioli Giuseppe,
Lo stesso soggetto;
fu
dipinto nel
1835
Calamai Baldassare, Lo stesso soggetto; Esposiz. fir. 1838. Gualdi Antonio, Lo slesso soggetto; Espos. milan. 1838.
Scaramuzza Francesco,
mil. 1838. Il
pittore
nel
versi
di
Dante:
Ond'
io
mi
ne
(ir.
posseduto
dotto a Parigi
p. 13.
in litografia.- Y. Selvatico,
Arte ed
Artisti,
Farina
fir.
Achille, di
1845.
366
figura,
opera premiata
dall'
Curlandieri, 1843.
mano
a fare una storia di cera, per gettarla di bronzo, alta pi d'un braccio e larga tre quarti, nella quale fece due lgliuoli del conte morti, uno in atto di spirare l'anima, uno
che vinto dalla fame presso all'estremo, non pervenuto ancora all'ultimo liato, il padre in atto pietoso e miserabile, cieco, e di dolore pieno, va brancolando sopra i miseri corpi de' figliuoli distesi in terra. Non meno in questa opera mostr il Vinci la virt del disegno, che Dante ne' suoi
versi
il
men compassione
nella cera dalle
muovono
formati
e le parole
il
E per mostrare
luogo
dove
tutta
il
da pie
il
la
perch
tume
quale figur
la
modo che
tulli fu
la
la
quale
sommamente
piacque,
Vasari,
ed
in corte, e
da
Vile, Voi.
neamente
nome
fu dato
inciso nel V.
HI della
detto
il
Ghe-
1837.
Gibertini
Il
di-
marmo;
nel
S67
Curzon .... Mentre Dante e Virgilio sono tuttavia sul lido, pensando a lor cammino, veggono venire una navicella, governata da un Angelo, che sbarca una moltitudine di anime destinate al Purgatorio Purg. ii. 10 ) Esposiz. del Louvre 1857. Appartiene al Museo di Lussemburgo. Zanobi Canovai, Dante che prega Casella che canti e Io nebbri di melodia, com'era uso di fare al mondo dei vvi.
(
;
106).
Borzino
Ulisse,
Dante
le
Purgatorio
Ecco
mani...
Meli Giuseppe, Dante che incontra Manfredi nel Purgatorio [Purg. HI. 103)
;
Esposiz.
11
fir.
1838.
di Manfredi, ricono-
cadavere
alla
{Purg.
III. 103); Prima esposiz. ital. 1861. Bezzuoli Giuseppe, Lo stesso soggetto Prima EsposiziODC italiana, 1861: Appartiene al Co. A. Demidoff.
;
Le sue ossa per ordine dell'Arcivescovo di Cosenza sono diseppellite, e gittate sulla sponda del fiume Verde; Espos.
lor.
1864.
Lamherlini Michele,
{Purg.
v. 64):
La morte
Jacopo
dal Cassero,
di
Buonconte da Montefeltro,
Satana {Purg.v. 88); Prima esposiz. ital. 1861. Acquistato da S. M. Vittorio Emanuele li. Re d'Italia.
Vogel de Vogelslein prof. Carlo, Lo stesso soggetto:
Tu
mi
107.
te
'/
toglie;
Ma
io
Purg.
Purg.
v.
(1804).
v.
133
) ;
1854.
tor. 1855.
fir.
1857.
368
DANTE E LE BELLE
A!\T1.
Esposiz.
Illustrato
Molmenti Pompeo, Lo stesso soggetto, Esposiz. ven. 1853 da Giov. Veludo, Yen. Filippi, 1853.
Carlini Giulio,
Lo
Massola prof. Giulio, Lo stesso soggetto, Prima esposiz. ita!. 1801. Propriet del Marchese Luigi Spinola.
Polastrini prof. Enrico di Livorno, resid. in Pisa,
slesso soggetto; Prima esposiz.
ital.
Lo
Governo
rilievo
ital.
italiano.
Prima esposiz.
interrogato
liso
1861.
momento che
;
non degna loro di rispondere e guarda a guisa di leon quando si posa {Purg. vi. 58) Esposiz.
due
poeti,
lor.
ix.);
Par,
Barucca
tor. 1851.
Gia7ii Francesco,
lor. 1855.
Purgatorio [Purg.
Mariani Annibale, Direttore dell'Accad. di belle arti in Pisa, Dante condotto da Virgilio alle porte del Purgatorio; Prima esposiz. fir. ital. 1861. Delacroix Eugenio, La giustizia di Traiano [Purg. x. 73),
dipinto nel 1840; Esposiz. univ. di Parigi 1855. -Propriet
del
Virgilio che incontrano Oderisi da Gubbio [Purg. xi. 74j Prima Esposiz. ital. 1861 (fr. 3000j. Giuliani Bartolommeo, Provengano Salvani, [Purg. xi.
109); Esposiz. tor. 1858.
xhl
106)
S. Salvi
trasportato
dai
Monaci a
36 9
vita
contemNel
per
la
vita
III.
monumento
[l.
Giulio
detto Doceno, d
:
Borgo
S.
Sepolcro
Lo stesso soggetto
sulla
palazzo Ricasoli,
posto
coscia
del
ponte Carraia.
XXXI. 100)
Agujar Tito, Lo stesso soggetto Esposiz. ven. 1859. Fontani JMcol, Lo stesso soggetto Esposiz. tir. 1843.
;
Purg. C. XXIX.
a cui va unita
la
di cuore procac-
bisogno di comento.
Scheffer Ary,
V apparizione
di Beatrice a
;
Dante {Purg.
Esposiz. unv.
XXX.
28). Inciso
da Aarciso
Zecoi/ire di Parigi
di Parigi, 1855.
Guardommi
Non
uom
D'Ancona
del
D.""
Vito, di Firenze,
Corinaldi di Pisa.
Ferut... di Marsiglia,
Dante che
stacca da Virgilio,
simbolo della
allegorie
Parigi, 1857.
filosofa
della
poesia
dell'amor cristiano;
Esposiz.
di
in lei
;
Le luci
di lass,
rimote {Par.
gi,
i.
65).
Statua in
marmo
1855.
VoL.
II.
J4
370
DAME
I.
E LE BELLE ARTI.
Bongiovanni Salvatore,
suoi dubbi (/*ar.
1830.
1846.
De
181)4.
Albertis Sebastiano,
Lo stesso soggetto;
Esposiz. mil.
mil. 1854.
....
venendii
e
al
Giovanni Flaxman,
al
Pinelli
nostri giorni
.... GIOBERTI,
Del Bello.
BoTTiCELLi Sapjdro.
esser persona sofistica,
Filipepi,
n. 1447,
m. IdId) -
'x
Per
coment una parte di Dante, e figur lo Inferno, e lo mise in stampa dietro al quale consum di molto tempo: per il che, non lavorando, fu cagione d' infiniti disordini alla vita sua. - Yasari, Vita di Sandro Botiicelli, Voi. Y. p. 117. - ^Le stampe ch'ei fece per la ceimpressa in Firenze, per lebre edizione di Dante nel 1481 Nicol di Lorenzo della Magna, a' di 30 Agosto 1481 ), di cui disgraziatamente non ci rimane che uno strettissimo numero, offrono una solenne riprova della direzione gi
;
il
che
si
spiega
non solo
in allora
coli'
il
Savonarola cercava
le
precisamente
dare a tutte
il
belle arti,
ma
si
anche
coli'
Botticelli,
amico inquale
Comedia,
sulla
DAME
arrovellava
la
E LE BELLE ARTI.
371
negli
estremi del
sono
in
dicianove,
ove
si
voglia
numerare
[Inf.
i.
la
terza
eh'
tutto
65-ii. 127.-iii. 1. v.
l.-xiv.8-
xv.16.-xvi. 91.-XV1I. l.-xvin. 4.-xix. 22). - 11 De Angelis, l'Heinecker, l'Ab. di S. Leger, l' Huber, l' Ottley, il Jansen,
il
i
Y illardi ed
il
il
Bartsch
vollero
del
Botticelli
il
soltanto
il
ma
Borghini,
i
Gan-
dellini,
Gaburri
al Botticelli
rivendicarono, oltre
disegni,
anche gl'intagli. Questi disegni furono esattamente riprodotti da Michele Keil (Nachrichten von Kiinsllern und
Kunst-Sachen, Th. L, Leipzig, Krauss, 1768. 8. 2 Taf. zu p. 280). Nel Monte Santo di Dio, libro oggimai rarissimo, vi ha
la terza incisione,
in
l'Inferno dantesco.
larga
Credesi
incisa
Botticelli,
ed
Au
milieu
de r estampe Lucifer vu mi-corps est dans un bassin rempli de bourbier infernal. Sa tte cornue offre trois visages, l'un au milieu, les deux autres au dessus des paules.
Deux grandes
ailes
de
la
Il tieni dan chacune des ses gueules un pcheur, qu' il brise avec ses dents. Celui du milieu est, suivant Dante, Judas Iscariote sa tte est engloutie dans la gueule de Lucifer: il agite
tent au dessous
violemment ses
dans
la
suspendu
la
la tte
en bas
gueule de drolte.
aulres
pcheurs
se
voient
(1)
Il
S.r "William
Ottley
of engravers
London,
al
attribuita
da GiQvanni Alberto de Derschau, e pubblicate dal signor A. Z. Becker, Gotha 1808), si osserva un Giudizio tinaie, allo 14 pollici, largo 9 e
(
linee]
all'
artista
dalla lettura
della
Divina
Comedia.
372
3 gauche, 3 drole, et un au milieu de la planche. Ces abinies sont plus ou moins peupls de damns lourmenls
eri
diffrentes manires.
Y. Rio, Form, de
Zucchero Federigo,
(di S.
Angelo
in
Vado,
n.
1340 circa,
m.
in
egli
Ancona 1609) - Durante la sua dimora in Ispagna disegn una parte delle invenzioni sopra la Divina Cosi
di Firenze,
dei
eseguite con
A
a
tergo
di
mano
mano
tutto
si
poema
legge:
da Federigo Zucchero, l'anno MDLXX... (1586). disegno [del Canto xxxi del Purgatorio, eh'
della Chiesa, di
A
il
tergo del
Trionfo
mano
di
Federigo scritto
dicembre 1587,
in
Della Strada Giovanni, detto Stradano, Fiamingo (n. m. il 2 Nov. 1605), Disegni sopra lo Inferno e il Paradiso di Dante. Sono 28 disegni, a bistro,
a Crugnes nel 1523,
condotti
si
conservano
nella
partengono
Paradiso,
tutti alla
altri
undici
il
Inferno,
ed undici
turchino,
ma
il
di
lunga
mano
inferiori,
onde
il
Bandini
dell'
uomo,
pit-
ovvero l'Inferno,
dedicato a Cosimo
il
Purgatorio,
Paradiso,
Comento
Fu Granduca
Maggio 1612.
(1) Il
(1)
le
ninum
Brescia per Bocon figure intagliate in legno I., de Bonini, 1487 vi sono 08 figure, grandi quanto il foglio, una
:
XV
in
373
FLAXMAN GIOVANNI (scultove inglese, II. 17oS, m. 1826). La Divina Comedia di Dante Allighieri... - Sono 111 disegni, a puco contorno, compresi due frontespizj 39 relativi all'Inferno; 39 al Purgatorio, e 33 al Paradiso. Furono dapprima Id. 1822; intagliati da Tomaso Piroli, romano, Roma, 1793
;
:
Boyd, 1807; - rintagliati dal Pistrucci, Milano, Batelli-Fanfani, 1822 con 120 tavole, dieci delle quali aggiunte dal Pistrucci; Milano,
Id: 1826. - Londra, nella Iraduz. del
Biblioteca
classica
del
Yallardi, 1823;
nuovamente
;
incisi
dall' Ilumel,
Pennig, Dienemann,
1804
Carlsruhe,
Kunts
1830
L.
da Luigi
in
Ntiti, in pi piccole
dimensioni
da
Morghen,
nel
publicati
1859;
dans ces conditions, le sol de l'arte n' a que de cet engrais. Pour tre uu traducteur fidle, il faut
dans un mme courant d'ides, ou, dfaut d'une epoque analogue, il en faut une d'clectisme ou de sceplicisme, - ce qui se rassemble beaucoup, - une de ces poques auxquelles l'absence de passion permei de toul comprendre,
tre
el o le manque d'individualit favorise l'esprit d'imitation.N en 1735 et mort en 1826, lohn Flaxman vcut en un
tal
genre de travail
et,
comme
II,
Mathio da Parma,
che stanno in
le tre
fronte dei primi Canti dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso occupano tutto principio degli altri Canti, sono aggiuVenezia per Pietro Cremonese, li97, in foglio: ha pure cento vignette, tutte aggiustate fra mezzo al testo, in principio de' Canti, di piccole dimensioni. - IV, Venezia, per Matteo di Chodeca,
il
foglio
le altre, tutte
al
state fra
mezzo
al testo. -
III,
da Parma,
147(5,
come
Pietro
Zuanne,
ha cento
figure,
come
Cremonese, 1491. -Del secolo XVI sono pure illustrate le Venete edizioni, di Bartolomeo de Zani, da Porlese, VOl di Bernardino Slagnino, 1512, lolG e 1320; di Jacob del Burriofrancn, Pavese, V-29; di Giovanili Giolito,
;
13'.G;
di
Francesco Marcolini,
lo44;
di
374
proleslant.
Il
reiidre l'esprit
protestantisme
le
sensuallsme de
renaissance.
possdait d'alUeurs,
un
le
fort rare
la
couleur de
Comdie
la
a fournl
montrer toule
sible de
Il
la
Il
n'talt
gure posge.
mieux
ne
l'art
s'Identifier
avec Dante
et le
moyen
est, s je
me
d' Ides
trop haute
est
et,
pour que
donne,
arrlv
comme
l,
l'immaginatlon est
elle
est de
mme
vole, de lu
ne
ferait qu'
son vo.l
A un
certan
degr, le grandiose et le
vague chappent
l'trelnte de l'art.
S cette thore
la littrature,
du
restreint,
en ge-
combien plus
saillante? - C'est
Il
mme
pouss plus
loin sa rserve
de traducteur;
car,
pour
fait
laisser encore
n'a pont
de dessins achevs, et
s'
est contente
d'un smple
trat. -
Leon de Wailly,
que Flaxman
consacrs VEnfer de Dante est infrleure ses autres oeuvres; mais cette srie est Infrleure prcsment parceque
sujet,
DAME
E LE BELLE ARTI.
375
Flaxman n'esl son aise que dans les sujels grecs, et ne comprend bien que certains caractres du genie et de l'art grecs. Sur ce terrain, il peut dfier tout le monde, et quelques-uns des dessins de son Homre, et surtout de son
Hsiode, l'oeuvre
la
plus charmante,
mon
Dans les illustratons de Dante ont reconnait immdiatement leur nationalit. Le caractre italien du pome lui a compi tement chapp, ou plutt il n'a pas su assouplir son genie aux conditions de l'oeuvre... Gependant,
admiration...
quoiqu'
il
il
soit
apprendre de
il
est inutile
et
de multiplier
puissant,
comment
trop
multiplis finissent
lui fare
rendre
contient,
qui est le plus sympathique et le plus mystrieux des prvilges des grandes oeuvres d'art. Or ce privilge, Flaxman,
qui
le
possed
que trs rarement. Quel joli dessin que celui que Flaxman a compose sur ce vers qui clt l'pisode de FrauQoise de Uimini. E caddi come corpo morto cadde.,. Ce que M. Dor n'a pas gal non plus, e' est le dessin simple et poignant que Flaxman a consacr l'pisode d'Ugolin... Ce sont les deux plus beaux dessins de cette srie de Flaxman; mais combien d'aulres encore sont dignes d'tre cits aprs ceux-l! La planche qui reprsente Dante et Virgile conversant avec les flammes qui contiennent les mes d'Ulysse et de Diomede est pleine d'esprit dans sa simplicit.... Le dessin o Dante et Virgile soni menacs par les diables
376
DANTE E LE BELLE
ARTI.
celui
o est
reprsenl
le
voyage sur le dos de Gryon, !es porlraits des Eumnides, un peu trop sereinement belles pourlant, peuvenl encore soulenir la comparaison avec les desslns correspondans de
M. Dor. Dans tous les aulres, dans la forl des suicides, dans l'enfer de giace, dans la procession des hypocrites, dans le supplice par les serpens, dans la reprsentalion de la ville de Dite, mme dans le passage des ombres (ce
dernier dessin offre pourtant des dtails plens d'energie),
Flaxman me semble
infrieur M. Dor.
Il
a ie
vaincu non
Une Jnterprtation de Dante, Revue des deux Mondes, 15 Nov. 1861, p. 443.
Sahatelli ds. Bettelini ine.
Il
Co. Ugolino
{Inf.xwm.
si
1);
Sabalell inv.
Ermini
</w.:
vi. 58);
Ermini
dis.
Lapi ine:
xxiii. 19.
invita Dante a fisar gli occhi in cielo, Par. Queste tre incisioni fregiano l' edizione pisana del Resini 1804-09. Furono esse tirate anche a parie, ed il catalogo Molini ne segna il prezzo in paoli 50, ed in paoli
90 avanti lettera.
gnala ed
Giacomelli Sofia (M.""^ Chomel), La Divina Comedia diseincisa, Parigi, Blaise, 1813 in 4. Son cento figure
Comedia
Ingres
dell'
Artaud.
Giov.
rappresentante Francesca
il
Renderanno sempre
{Firenze,
valsero
presentarci
reconditi
in
le tavole delle Cantiche dell'Inferno e del Purgatorio; e Francesco Nenci invent e disegn tutte quelle del Paradiso.
a'
377
lavoro
si
Purgatorio e tutto
valente spiegate
Paradiso,
si
ammiranno da
pittore
e rappresentate
le
poeta. B. Gamba
per
la
da
lui
anche
sola,
meno una
Benucc.
Il
(Bologna,
Gam-
Roma
1807.
Grande maestria
si
poema
di
sima lode;
Colelli
per
le
fedeli dell'idea
del poeta,
analoghe osservazioni.
Gallina Gallo (1822).
Il
Co. Ugolino,
in quattro tavole,
(1823)
quadricello lungo
5.
Questo
ed
p. 73,
Dante
di propria
mano
Romano, Invenzioni sul poema di Roma, presso l'Autore, 1824bislungo. - Sono in tutte 144 tavole
incise,
disegnate ed incise dal Pinelli, delie quali 63 tolte dall'Inferno, 42 dal Purgatorio, 34 dal Paradiso. Per la bellezza della
la
punto da invidiare
le
Cicconi in
:
un
Une
378
un inglese ammiratore
dell'artista
:
'pas
piquant?
Il les
Koch Giuseppe.
lui
condotti in
Roma
iii.-vi
Nuovo
Inf. VI.
4-12-xi
;
v; Inf.
xn. 58-66-xv
;
Inf. xiii.
x; 31-
39-xvi Inf. xiv. 67-75-xvn Inf. xv. 22-30-xin Inf. xvi. 1-xix;
/nAxvii.ll8-123-xx;7n/".xviii.40-5l-xxi;iw/'.xix.3l-3G-xxii;
Inf. XX. 23-32-xxin; Inf. xxi. 3 l-3f)-xxiv; Inf, xxii.
46-37-xxv
Inf. xxiii.
79-90-xxvi;
yw/",
xxiv.82-99-xxvn;7n/'.xxv. 44-57;
xxviii ;Inf- XXVI. 43-48-xxix Inf. xxvii. lG-33-xxx. Nuovo disegno sui medesimi versi - xxxi; /w/". xxvni. 32-xxxii in/*.
;
XXIX. 100-108- xxxin; //. xxx. 22-30-xxxiv; Inf. xxxi. 13032-xxxv Inf. xxxii. 97- 99-xxxvi Inf. xxxni. 1-13-xxxvii
; ;
in/",
xxxiv. 37-69-xxxviii
1-63-xl; Purg. xxviii. 34-09. - Questi disegni, com' da da vedere nel Petzholdt, si conservano nella R. Biblioteca di
di Dresda.
Il
a olio molte
scene della
L. Richter, Inf.
;
i.
31-63-n. Retzsch;
Giov.
Inf. v. 25-78-iv.
Sc/morr, (1835);
xviL 100-26-vni.
Rumohrjnf.xx. ^\-l^-ix. Retzsch; Inf. XXL22-87-X. C.Begajim^)- Inf. xxiiL 34-66-xl E. Hdhnel pina (1844) Inf. xxiv. 79-99; /n/". xxv. 16-30-xii. G.A.Hennig
C.
F.
(1835)
Inf. xxvi.
54-57
88-102 136-1 42-xiii. Retzsch (1834) Faber; Inf. xxxi. 40-41-xv. Arri;
Purg.
i.
28-51-xix.
(1850)
;
^m,
in.
ii.
13-5l-xx. A. Rethel
;
Purg.
Purg. w.
379
19-W-x\\.Peschel{S'%y, Purg.\x.T^-^O-x\\i.
(1836), Puri/.
E Bendemann
xii.
xi.
l-30;73-90;
Mor. de Sciwind,
teca di Dresda.
Varii 1.
148-54- Questi
quae ornamento novi Musaci Dresdensis inservit, photographice. - HI. Ad Inf. vn. im ersten glorreicheu Jahre der deutschen Enigkeit gezeichnet von W. Kaulbach, 1848; iv.
ad Parad. del K. L. Richler. Dresd. 1849 K. L, Hichtcr. Dresd. 1849; ad Parad.
nelius; vi. ad Parad. \-\[i.
del. E. Steinle; viii.
IX.
;
v.
ad Farad,
del.
del. et pinxit P.
Cor-
pinx?; ad Parad. xviii. 28-51. ad Parad. xx. 127-30. del. Bary, 1854;
Petzlioldt, Calai.
ad Parad. xxi-28,
rendera teste
von
/>.'"
Dollingery
di
Raccolta di 9 ligure a
carte
testo,
ornamento
alla
versione
della
Comedia
del
Wright.
Postiglione Raffaelle, Gli spirili
{Inf. IV. 85).
magni
descritti
da Dante
Napoli, 1837.
11
corredava
e furono
la
Flaxman, del
Pinelli, dell'
Ademollo, ecc.
S.'"'^ Elisa Mariani, da G.B. Biscarra ed altri. Von Adolfo, (n. a EschwUer, Mosella, allievo di Paolo Delaroche. La Colere, dessin, Enfer, eh. vii. ( Salon, 1848 ) La Luxure, dessin, Enfer, eh. V. (Salon, 1848) - LAvarice^
dalla
U Orgueil,
iJn/". x*.
- (Salon,
1850-
380
51). Esposiz. al
DANTE E LE BELLE
univ.
di Parigi.
ARTI.
Museo
dell'
Havre.
cher
Comdie,
16
Miinchen,
in
Comm-der
fol.
Sono 36
disegni, incisi
dall'Inferno,
12 dal
Purgatorio 8 dal
Cotta).
Boni Giovanni, Caron dimonio con gli occhi di bragia. Disegno di figura, premiato al grande concorso dell' Accad. bolognese nel 1853.
Gazzotto Viccnzo, Padovano.
stinto pittore,
V imaginoso
uno,
Gazzolto, di-
meravigliosi,
veramente Comedia.
16,
il
Ognuno
di
essi
largo
metri
centimetri
alto
va-
un momento speciale
il
essenza,
carattere, se
ognuna
1852,
ci
di esse.
27 giorni nel
present,
entro la
sua barca.
di
movenze
e nel reci-
e i lor parenti.
L'umana
di lor
luogo,
il
tempo,
il
nascimenti.
sulla
Nel Purgatorio,
effigi
poppa del vascello snelletto e leggero l'Angelo di Dio, mentre sulla spiaggia si gettano gli spiriti purganti, fra' quali il suo amico Casella, il poeta trova la dolcezza delle cui note gli suonava sempre si cara nella memoria. Finalmente
espresse
il
Gazzotto tutta
la
pose
santa
contemplare estatico
la milizia
ma
questa
gli
sfugge inos-
punto diffuso... di benigna letizia in atto pio. L'invenzione, sebbene svolta con feconda ed insieme raffrein quel
381
si
disegni,
non
mostra
si
di pari
ammira
gruppi e
vivi
le
movenze, e d'immaginar
prontissimi,
sentesi per
zione.
di que'
ragione
e
artistica
slegato alquanto,
Ma
queste macchiuzze
una
de' Cherubi;
n meglio n pi
dirsi,
contrastarne ingegnosamente
gli
ufficii.
Ben pu
il
considerando
questo
Gazzotto
del
pittore Eufranore,
la
brano
di
i
Omero
descrivente
maest
di
Giove,
egli,
leggendo
licati
dell'immortale italiano.
Sacchetto,
1863.
il
ital.
del
1861
(p.
100)
Il
amil
mirazione inarcare
sono
3 quadri del
Purgatorio e
il
Paradiso
di
pen-
avrebbero
di leggieri
numero
che,
posto.
delle
in
incisioni
anche
Come
quadri del
Gazzotto vanno
La grande teologia dantesca non cosa fa duopo di grande studio e d' incalcolabili fatiche per porsi in grado di tradurre in un sublimi pensieri dello sdegnoso Ghigrandioso disegno bellino... I conienti (in qui hanno affogalo il testo della
quello dell' Ussi.
da
pigliarsi a
gabbo, e
382
divina Comedia.
DANTE E LE BELLE
ARTI.
come
i
il
versi del
passo verso
il
d'Italia, si sarebbe fatto un gran completa intelligenza del divino poema. Come Gazzotlo abbia dato forma al suo sublime concetto non
la
primo poeta
da noi giudicare.
Ma
sorpassa quanto
Co. Tiberio,
altri
Y. Roberti,
si
Questi disegni
trovano
presso
il
S/ Antonio Sacchetto,
borgo Rogati,
in
Padova,
una lotteria, a beneficio degli asili infantili di Padova, due primi disegni furono litografali per Pietro Sinigalia. Rhal Sbastien, de Cesena, Moyen ge Dvoil, Le Monde
di
i
la Terre,
de l'Enfer
et
du Purgatoire,
Vogelstein
Paris,
Vogel de
prof. Carlo.
iii.
Grande e bellissimo
Di propriet di S. M.
v. 88).
re di Sassonia.
Il
del poeta,
l'
le
pi caratteri-
1842
imprendeva a
bella posta
un viaggio
per rilrarv
Ampre
Il
nel
la
penna.
nome
arra pi
non pos-
sommo Cantore
il
sempre
la
suprema sua
la
delizia e
mi
io
sta
mente;
s
po-
checch
avvicina.
Dante
il
ma
del genere
umano
Comedia,
383
d' Ingres,
allievo
di
Dupaly e
marmo un
1
bassorilievo della
suoi
disegni (Paris,
VEnfer
de Dante AlWjhierl,
et
Quaranta
Premiere
dessine,
partie
Arnaud,
(fol.
composera de
Paradis.)
irols
volumes,
U Enfer,
possegga
fa,
Le Purgatoire
et le
Lo
in
francese di edu.
cazione, italiano
io
Nessuno
artista
conosco
che
un' individualit
pi
veramente, radicalmente
nelius,
Le sue composizioni, come quelle dell'alemanno Gorsono dotte, e vi domina eminentemente un carattere
ad un tempo che
lo
filosofico e poetico
inalzano al di sopra
tratti
di
molti.
suoi disegni
d'invenzione,
dalla divina
moderni che
soli d
seppe
farli
ancora originali,
dicono essi
citt capitali,
Questi
che cercano
in
il
bello
in
un nudo
e dai
una briosa
e per eleganza
donna
di tanta mole passa inosservato e non compreso dai pi. - Camillo Pucci, Dell' arti belle in Italia, Rivista Contemporanea, Nov. 1855. - Lo Sturler riproduce suoi disegni danteschi, mediante la fotografia.
aspetto.
Artista
accompagne du texle italien, avec les dcssin do M. Gustavo Dor, Parigi, Ilachette, 1861.- Tous ses instinets le portaienl bien plus vers le syslme de Michel-Ange que vers cclui de Flaxman, et il n'a poinl hsit. Ne lui contcstons pas
Fiorentino,
sa majcurc... Pris l'ge de onze ans par
Philippou pour
38
travaller
lu,
l'ge
ludier dj
d'hui savez
mille
! . . .
produisait.
il a ifail de dessins? Trcnte Trente mille dessins, en dix- huit ans, calculez
:
vous combiens
negliger les
une fraction, mais onl peul bien fractions avec un homme si riche: 1,644 dessins
fait
quatre dessins et
demi par
le
jour,
y compris
et les
dimanches, les
il
parat
que
repos et
la
Dor ne connait pas. Son seul besoin, c'est de produire, un besoin de nature, un instinct, comme l'arbre de tleurir, corame l'oiseau de chanter... Son dbut honore la fois
son talent et son caractre... ,Toutes
d'
les qualils
de seve,
de verve,
abbondance
de fougue, de furia francese qui caractrisaient sa premire la seconde, mais mieux ordonnes et mieux rparties, mais mieux driges, sans qu'elles en
de combinaison
Pour
s'
l'aventure ce splendide
hommagerendu
la
Divine Comdie.
On
de
de poses, de
profondeur de sentiment, de
la simplicit
et
souvent
mme
de
la
sobrit
de ce tres
la veille.
que
trs considerale, -
Or le paysage tient une place un peu trop considrable peut-tre, dans Les imperfections tiennent, pour l'oeuvre de M. Dor la plupart la jeunesse de l'auteur, - une imperfection, celle-l, qui se corrige d'elle-mme et trop vite; - elles. viennent princpalement d' une exubrance de seve, d' une noble ambition toujours porte dpasser la but, qui nonpeintre
de figures.
dessins
dessin,
et
pour un sur
le
mme
les
sujet;
mais,
dans
le
mme
accumule parfois
fgures
prodigue sa science du dessin avec l'ostentation d'un nouvel enrchi. On sent que. M. Dor a, depuis quelque temps,
tudi avec
amour
l'anatomie, et
DAME
si
E LE BELLE ARTI.
385
qui lont
si
graveurs, car
en a plUvSieurs,
il
en a beaucoup
- sa
verve
il
en a tant
veux maker
citer
personne d'un
ou deux gnraux
Aout, 1861. N. 904.
Leon de Wally,
llustraton, 17
Farmi
nommerons spcialement M. Pisan corame tant celui qui peut-tre est le mieux entr dans l'esprit du pote et dans
la
danl des
poesie
la
sorabre
en font mieux comprendre l'trangel, ainsi qu'on pourra s'en convaincre par l'examen des prncipales gravures Vedi lutto l'Articolo, l'iie de Dante,
et qui
duction de M. P. A. Fiorentino, accompaone du texte italien, avec les dessins de M. Gustave Dor, par Monlgut, Revue
E:*'''
J.
de gravures
que l'on a donnes de Dante, et que l'oeuvre de M. Dor est suprieure toutes cles de ce genre qui Toni prcede sans ecceptr mme les vingl planches de Botlicelli. - Dans une fuite de compositions dessines, doni quelques unes tigurent a l'Exposition, M. G. Dor a rcprsnt plusieurs scnes des poeraes de Dante avec une verve et une originalit vraiment remarquables. Tout ceux qui ont vu la collection complte
les editions
de ce dessins l'Exposition
ilaliens
l'habile
(8 Mai 1861) du boulevard des homraage au merite incontestable de composileur. -V. Teofdo Gautier ecc. ecc. - Y. Revue
oni rendu
Germanique,
Fcv. 1862.
l'articolo:
Gustave Dor
25
et
les
YOL. U.
386
lllustrations
DANTE E LE BELLE
de
ARTI.
disegni sull'Inferno
montano
a seltanlasei.
Scaramuzza Francesco.
tenne
il
governo dell'Emilia, non appena nacque a taluno l'Italia celebrasse il sesto centenario delil pensiero che la nascila di Dante nel 1865, subito accolse il nobile concetto, e volle che le Provincie da esso governate vi
contribuissero degnamente. In conseguenza egli allog allo
pittore Scaramuzza, di
della Gomedia,
egregio
disegni
in
e dispose
preclari
l'avvenimento del suddetto Centenario, su di che mi scriveva cortesemente il Prof. Scaramuzza 16 Giugno 1861 )
(
gi da molti anni
sempre
il
mio
primo amore, fu ognora soggetto di esercizio ne' miei studi di composizione, e fin dal 1838 mi accinsi con qualche alacrit a farne per mio solo uso un' illustrazione completa; vale a dire, figurare di essa tutto quanto poteva essere
figurabile:
quanto ardito
non
sia
qualche
di
ed amorevole
studi;
la
quale
procacci dal Governo eh' io dovessi continuare le gi note (?) mie Illustrazioni che servir dovrebbero per una grande e nuova edizione della divina Comedia, principalmente redatta sovra un Codice Modenese di gran valore. Io ne rimasi
spaventato, e corsi a
s
Modena per vedere di tornii d'addosso grave peso, tanto pi che avrei dovuto compiere il lain sei anni, e quello ch'io
voro
soli
penna,
diffi-
per
me
vasto e
sibbene
onorevolissimo scopo
il
Fu vana ogni
rimostranza, e
rifiutare la
pure:
11
de' disegni
DAME
be salire a un di presso
vi
E LE BELLE ARTI.
3S7
lo
meno due
quadri.
E siccome poi ho cominciato ad eseguirli a penna, un po' pi che a mezza macchia, e di grandezza abbastanza rilevante, perch la mia vista ne sotlVa il meno possibile, cos
mi costano tempo e
che all'epoca
fissata
fatica
appena
credibili,
Se per
la
la salute
voglia,
e
disegni
si
li
grafia
potranno ridurre
dimensione che
vorr e
riesciranno
come
insomma
tocco e di disegno:
di
non
li
faccio poi
a soli contorni,
perch trattandosi
a
una edizione
vi
di lusso, e
dovendo serfa
i
non per
gli artisti,
duopo,
sieno manifesti
concetti,
ma
l'elTetto
i
del
chiaroscuro,
basti a rendere
farli
incidere,
difficolt
scuno:
somma
),
trovare
incisori
di
valore
che
meno
non riuscirebbero ad egual valore, ad tutti, o poco o molto, vi toglierebbero dell'originalit. - S'ella verr a Parma le far vedere un' unica prova, che per esperimento ho fatto qui eseguire da un nostro bravo fotografo, e da s stessa potr giudidi
30 o 40
la
Fotografa
in
questo
genere
di
cose
di copie,
alteri di
un
punto
di
il
si
trovato
modo
fissarli
si
perch
in guisa da essere duraturi in eterno, non veggo debba usare d'altro mezzo pi costoso, meno
Giotto Stefano. L'inglese Seymour Krhip, uno de' pi di quanto riguarda Dante
il
e Giotto, fu
cercato
in
S. Croce,
si
il
Cappella
del Podest.
Al Rirkup
Wild, ed
associarono
luce
1861,
nella
nobile
ricerca l'americano
Il
Guida
di Firenze,
Piatti,
ma
bucato da un arpione,
egli a
nella
guancia,
come
sopra
il
Arundel
desto e
vero
ritratto di
miracoli di Giotto, e
volti
venerandi dei
.
. .
Con un imbianchino somma diligenza e con arte mirabile hanno tolto. appoco appoco la crosta sovrapposta, e dopo vari tentativi le forme di Dante fresche di giovinezza (perch quando fu ritratto
nostri antichi sotto le pennellate d'
ivi,
alla
meraviglia e
Si
alla
e tisici nipoti.
sapeva da
ma
si
tutti
vedere che
e che
che avevamo
lui
di
Dante erano
veri,
almeno
in
quanto a
DAME
li^sccnt
E LE BELLE ARTI.
389
les
austre,
et oi
sout
dj dessins
profondes
me sans
joie,
prdlspose toutes
mais des destines qu' aucun homme ne voudrail acheter un tei prix- 11 n'y a encore sur ce visage que de la
mlancolie;
dj] irrmdiable,
comme
le
d'adolescent
ne porta mieux
l'
le
sceau prophtique
des
futures destines de
le
homme,
la
s
et c'est
contemplant on assiste
Che spande di parlar
dante
tqut.
Une interprtaton de Dante, Revue des deux Mondes, 15 Novembre 1861, p. 461. - Il Fraticelli e il Cavalcasene
vogliono che Giotto dipingesse
la
dopo
11
le pitture
da
lui
eseguite a
Roma
cui
il
1301, mentre
l'infelice
com'
duro
calle
Lo
scendere
il
e il salir
per V altrui
scale. Rafforza le
congetture
che
non
si
gli
ordinamenti
Lezione Accademica, detta nella tornata della Societ Colombaria f undici Luglio 1858, da Luigi Passerini, Firenze,
Tip. delle Murate, 1858.
p. 11.
Ma
il
Passerini
si
ricredette
di
poi;
il
ed egli e
il
cav.
Istruzione sul
di
pii
come
comunemente, perch
390
in
DANTE E LE BELLE
11)
ARTI.
sui
anni;
non dopo
il
1303,
meno
gli
di
dipingerlo
nel
palazzo del Podest, dove Gante de' Gabrieli, nel 1303, avea
proferito la sentenza
il
al
13*21,
quando
Cappella del palazzo Pretorio dovettero andar perdute nelr incendio del 28 Febraro 133*i, e in quello del 1343, nella
occasione della cacciata del Duca d'Alene. Dall'arme dipinta
a' piedi della figura
pitture,
deducono con certezza il tempo in che vennero eseguite, appartenendo quell'arma a messer Tedice dei
di
Feschi
Genova,
il
ufiicio
per un
anno,
cominciato
e
di
31 Ottobre 1358.
S.'4*asserlni e Milanesi
il
pi amato
Ma
il
Monti,
Gar<jani, e
il
V avvocato Checcacci
ne sostennero l'autenticit, e
conchiude
dire,
di
:
Cavalcasene specialmente
i
che
il
principio e la fine,
due
le
poli,
per cosi
delle
ricerche
per
rintracciare
vere
sembianze
e la
Dante devono essere il dipinto nel palazzo del Potest, maschera cavata da Dante dopo morte. - Giotto dipinse ;
Marini dis.; BoUagay litog. - Seymour Kircoup dis.; G.Kumming Dundee ine. Lyell, Londra, Molini, 1844 - Kircoup dis., Lasinio ine, Ediz. Firenze, Piatti, \M'2.- Richard dis.. Nocchi ine. - 1. P. ine, ediz. da Buti, Pisa, Nistri - Cav. Antonio Perfetti incise; Prima esposiz. ital. 1861.
Giotto dipinse inoltre l'Allighieri in S. Croce nella navata minore, a tramontana, presso una delle porte principali. Ma anche questo ritratto fu imbiancato nell'occasione che il
.
frontespizi
Guida
di
cit.
di Fir. p. 311). -
Ed una
ritratta l'effigie
DAME
in
E LE BELLE ARTI.
391
mano
la
tenendo in tutte e due il poeta melagrana, simbolo dell' Inferno. - Il prof. Giov.
in
fresco in S.
Fermo da
[altezze conte
il
da un
le
divoto
posto
la
inginocchioni,
un
tratto
angusto tra
Marie e
in atto di orare
Crocifisso. {Ritratto di
in
Dante Allighieri,
Pazzi possiede
scoperto nuovamente
Lo scultore Enrico
ma
XV,
e forse di
Non pochi
tempera.
in
Il
ritratti
in Firenze,
XV,
penna
ma
esso evidentemente
opera del secolo XVI, alla quale et debbe del pari riportarsi la scrittura del libro,
nonostante che
il
cav. Palermo
assegnalo
antecedente.
11
Cavalcasene
lo
e quel
modo che veggionsi nelle figure dpinle da Agnolo Gaddi. - Altro ne ha il codice Laurenziano, eh' il 174, di provenienza Strozzi, coiranno 1327, e per tal cagione si
sotto cristallo,
e
si
liene custodito
mostra agli
stranieri,
come uno
tila
dei cimelii
della Biblioteca.
Ma
S." Passerini
Album
i
di
),
e perch
il
codice
contiene
perch scritto
pubblica mostra.
Ma
il
Gargani e G. N. Monli
si
lo
trovano pi pregevole di
levato dalla
Cappella di famiglia
Lorenzo
392
DAME
E LE BELLE ARTI.
Monaco, come ci ricorda il Vasari fece di naturale il ritratto di Dante, avendo il Laurenziano (in piedi ed in costume) tutta la verisimiglianza di esser stato levato da un originale di qualche grandezza, ed approssimativamente al vero. Il Cavalcasene lo dice scorretto nel disegno, ed una caricatura del tipo dantesco in et avanzata. Dalla tecnica esecuzione, ancli'egli lo ritiene eseguito nella seconda met
del
Al contrario assai
il
'prez-ioso pei
stemma
quale
si
rappresenta
quella esagerazione
hanno
il
fatto di
la
naso e
mento; onde
i
lo ritengono,
ritratti,
del Michelino,
ci
pi autentici
come
che meglio
hanno tramandate le sembianze del grande Allighieri, e danno ad essi la preferenza su tutti gli altrF ritratti Danteschi. Ma il Gargani, dall'epigramma latino sotto al ritratto, ed
esprimente come e chi quello facesse
filosofo
fare, lo ritiene
poste-
Abruzzese, che
in
scrisse
d'Amore,
cui
distingue
un
capitolo
dal
nome
di
Dante, che prese cura del codice, e per gratitudine de' suoi
studj, nel 1521,
lo volle
decorato
dell'
poeta.
solo posteriore,
di
ma non
imagine tirata pi
maniera che
un
ritratto
che
Ma
come
l'
pone
la
di rincontro.
Man-
cano,
roseo
colorito,
meno
il
sentita
inferiore,
ma
il
identico
il
identico
taglio,
colore
identico
il
tescMo
DAME
che solto
Il
393
la
carne
all'
uno
ritratto trasparisce.
ritratto Riccardiano
il
opera
di
il
non
Gargani,
ma Ma
un
Ca-
1400
al 1500,
LoRENZETTi AMBROGIO.
moltitudini,
fece
Yolcndo cou
visil)ile
documento
ma
ai
un venerando vecchio,
il
boleggiare
reggimento
di
fra
come
seppe
altres additare
modo
di
sbarbarla
in
quel
poema, che a ragione stato chiamato della rettitudine; e come fu la maggiore e pi viva espressione di quel secolo, cos divenne specchio di vera civilt ai secoli avvenire. - (Nella maggior Sala del palazzo di Siena.) Ranalli,
Storia delle belle arti in Italia,
i.
87.
Gaddi Taddeo,
il
(n. e.
il
Sotto
sini-
la
Chiesa
(di S.
Croce), a
man
stra, sopra
Crocifisso di
Bardi)
dipinse
a fresco
una
S.Francesco, d'un
dendo da un verone,
canti. - Vasari,
coli'
HO.
da Leonardo Aretino: l' effigie sua propria si vede nella Chiesa di Santa Croce, quasi al mezzo della chiesa, dalla
mano
al
sinistra
andando verso
di Dante. -
l'altare maggiore,
e ritratta
di
(juel
naturale
ottimamente per
dipintore
tolto
I,
il
perfetto
tempo. - Vita
andarono.
Md
Cosimo
anche
se ne
Orgagna Akdrea. - 11 Trova d'avviso che Andrea Orcagna dipingesse Dante nel Camposanto di Pisa nella
Cavalcata
detta
dei
Re.
Ci
che
maggiormente farebbe
394
attribuire a
le sembianze del cavaliere di Andrea Orcagna (da altri voluto Gaddo de' Gherardeschi) il focale, ossia le bende pendenti da un berretto, le quali si rannodavano sotto al mento. Massaggio di Ser Giovanni di Simone Guidi di S. Giovanni Di Yaldarno. - 11 gran Masaccio dipinse l'effigie e la persona di Dante in uno dei personaggi del quadro del Martirio di S.Pietro nella prodigiosa Cappella del Carmine; e il
Dante
sapiente pittore,
gli
prorale,
ha impartito
che
si
pare che
gli astanti,
che interrogano
11
- Misslrln, Appendice, N.
II.
Gargani appunta
il
ritratto del
Massaccio d'indifferenza
di carattere, e di
non curanza
il
anzi egli
omai incontrastato
al
S. Pietro, e S.
Paolo dinanzi
Pro-
sono opere
oltre
il
di Filippino Lippi.
ritratti ch'ei
vi
dipingeva
Tomaso
D. Lorenzo Pittore,
DI Firenze.
naturale
il
ritratto di
non
si
primi
XV; m.
circa
uomini
al
illustri
(oggi ridotta a
casa colonica:
appartiene
Marchese Rinuccini). Delle quattro pareti dipinte, una sola quella che al presente conserva le pitture; le altre sono coperte di bianco, ed in parte fors'anco distrutte.
395
riso-
lutezza e intelligenza
di
dente.
Ha
la
sopravveste
il
dosso,
in
capo
un
mazzocchio foderato
di vaio, e piccoli
il poema sacro, come in atto di
Dantes de Alegers Florenlinus. Questa pittura, trasportata sulla tela, trovasi ora nella Galleria
11
degli Uffizii.
il
Castagno
effigi
Dante quale
lo
che
rammene
si
riscontrano in grandisdi
sima parte
negl'illustri
fiorentini
quel
tempo
degli
anni posteriori.
Benozzo Gozzoli.
bria
(n.
compose dodici
i
dieci tondi
busti
i
uomini
di quell'ordine;
ed
in
tre altri,
ritratti
di Giotto, di
come
dice
il
Dante
scritto:
motto latino eh' sotto a ciascuno. Sotto Teoo(/us Dantes nulus dofjmats expers;
Jottus
sotto Giotto:
Pktorum eximus
:
sotto Petrarca
Laiireatus Petrarca,
Gozzoli, Vasari,
iv.
194. - Sciaguratamente
ed
hanno
tal-
loro niente
del carattere
Mantegna Andrea.
Domenico
tavola
di
si
n.
1431, m. 1506
Questo ritratto
Francesco detto
sinistra
di chi
Michelino. -
Questa
vede a
simo tempo
Prefazione
del
2.'^
volume
del
documenti
suo vero
396
autore.'
DANTE E LE BELLE
ARTI.
Secondo questi documenti, venne essa allogala, per commissione degli operai, al Michelino, allievo di Fra Giovanni
da Fiesole,
il
di 30
forma a
la
quale debbe
fare dipinta
e colorire di
ornamenti, come appare dal modello dato per Alexo Baldovinetti, dipintore
. .
.
la
la
che e in Santa
Maria
i
del Fiore.
Michelino convenne di
e per
lire cento,
ma n'ebbe
il
poi
avendo
periti
dell'arte
giudicato
I
lavoro di
maggior pregio
tra
ritratti dell'
della
mercede
pattuita.
il
Sig.ri Passerini
pi antico ed accertato
in S. Croce.
il
Il
Cavalcasene lo
S.
Maria del
la maest Dante che l posta a discacciare i profani. Che dignitoso portamento! Quanto mai serena quella fronte si direbbe
Fiore, e
di
ch'ei
pregusta
essere
le
|X)teva
pi
disegnare
il
regno dei
Ed pur anco in questa Chiesa maggiore che la divina Comedia veniva spiegata sul pergamo, ci non stimandosi
indegno allora quando
la
XV.
p. 37.
che gi
dove
il
pittore ha rappre-
sentato a chiaroscuro
DAME
del
E LE BELLE ARTI.
11
397
ritratto
disegnalo
con quella
forza
ed energia di cui era capace quel maestro. Raffaello Sanzio. - >Jello stupendo dipinto del Parnaso.
il
Evvi, cos
il
il
divinissimo Dante,
sono. lo
quelle
teste,
che
nella
loro
bellezza spirano
le loro
i.
un
fiato di
r>
divinit,
quale rappresentano
opere immortali.
Il
369. -
comparisce
nel
Parnaso
di
con
tipo
o carattere
ci
cos
porlii
ardito,
che alla
presenza
quella
immagine
ma
la
che Raflaello,
che dipingeva a
Roma
e nel Vaticano,
protetto
sapere e procacciarsi
da papa Leone X, non abbia potuto sicuramente quella pittura e quel disegno che
naturale
gli
meglio
il
al
porgesse
le
Fantoni
sua nattirale
grandezza,
unUaffaello,
trasfigurato,
da
la
mano
di
Domenico, Francesco,
Liri,
Tommaso
fra
ti'
teologi
fu
da
lui
personaggi da introdurre
il
questa pittura.
Ad
letto
illustrare e nobilitare
soggetto,
la
divina Comedia,
al
ma ne avea
che
3G3 - Nelle
poeta
tra' teologi
i.
disputavano sull'Eucaristia
- Hanalli, Id.
l'altissimo poeta in
mezzo
ai
solenni
compiono
la
Disputa
ci mi pu ag-
del Sacramento,
di Raffaello.
non ultimo
s
Ma non mi
S.
398
sando che
suo nome e
la
una
cit.
Giuliani, Lettera
- V.
di Gioito, dello
di
Mooris Moore
Londra (ora residente in Roma, dinanzi al palazzo Barberini). Il S."" Moore conforta anche la sua opinione colla storia speciale di quel ritratto, mentre egli dimostra come Raffaello 10 esegui per commissione del cardinal Bembo, e che dopo
tre passaggi
in altre famiglie signorili
egli
si
il
quarto
attuale possessore.
Tra
l'Arciduca Carlo di Vienna, ve ne ha pure uno rappresentante Dante in profilo, in atto di tenere la Divina Comedia
sul petto
11
:
la
i./mare di Firenze.
per la Compagnia
n. 1448.
turbe,
dipinta
murato dirimpetto
il
522.
n. nel
AGGELO
DI
Cosimo, detto
Bronzino,
borgo
di
Monticelli, fuori di
Bartolommeo
camera, fece
in
Bellini, per
i
ritratti di
su bellissime.
in
(n. 1512, m. 27 Giugno 1574) - Nel 1544, un solo quadro, per commissione di Luca Martini, ritraeva
Vasari Giorgio,
il
cavati com'ei
dalle
loro
pi copie. - Vasari,
leria del
i.
23. -
Una
di
Nel Monastero di S. Maria di Scolca, a tre miglia da Rimini, - nella Cappella, ovvero
Duca
di Orleans. -
sono Orfeo ed Omero con alcuni motti greci, Virgilio col motto latino: jam redit et virgo ; e Dante conquesti versi:
Tu
se' corti
che
il
l'
umana natura
Nobilitasti s, elle
suo Fattore
DANTE E LE BELLE
Non disdegn
Vasari,
i.
ARTI.
399
di farsi
32.
;
Nell'Accademia
d belle
ani
dt
Pisa.
Ignoto, [scuola
Firenze,
Uflzj
Prima sala della Scuola toscana; affreschi, primo spazio. ad essa dal Perazzin.
Nardini..., Palazzo Corsini di Firenze,
Fu legato
1.
Calamai
Bianchi
B.,
Camera.
Palazzo Capponi,
5.
Stanza.
Zanobi Canovai,
...
Esposiz.
fr.
1856.
Ani,
con
la
disposti
segnatamente al disopra dello scaffale ove sono documenti dell'Arte dei medici e degli speziali,
MCCLXXXYIL
poneva
N.
Quadro
il
Cesari, e
Al(jherio
.
poelae
A. C.
omnium
primo
magistro
vivo
.
et
auctori
.
suo
feci.
MDCCCXXI.
il
Quod
et
placeo
olio
si
placco
tuum esU
prof. Gius.
JX. iV.
Quadro ad
che
si
fece dipingere
Manuzzi
in
A-Dante Allghieri - principe di guanti mai furono poeti al mondo - al primo e sommo autor suo - dedica Giuseppe Manuzzi -non meno riverente che affezionato- MDCCCXXXIL Albertini Luigi, mezza figura; Esposiz. ven. 1852.
Barrias Francesco
che viene a sua posta
:
Ecco quegli
daW Inferno;
e
Beatrice,
Biblioteca
del
1855.
Parigi,
Beatrice; Esposiz.
univ.
di
di Torino, 1863.
e git-
masque
in terre cuite
400
DAME
E LE BELLE AUTl.
moul a Ravenne le jour de la mort di Dante). In casa dei Marchesi Luigi e Carlo Torrigiani, Firenze: - Lyell fece fare
a
Londra un
incisione
elegantissima
di
questo
prezioso
Jt.
G.
ritratto
mente scoperto
in
Ravenna dal
forse
prof. Luigi
Un
cavare
I.
altro
bassorilievo,
dalla
(
testa di
dell' Arcivescovo di
Ravenna
Cinelli Tose.
),
e.
340,
i
Manoscr
306.
Magliabech.
trovasi in
Roma^
presso
nella Sa-
cristia attigua al
Mos
Lombardi Pietro, Monumento in Ravenna, 1483. - Di forma quadrata, coperto di una cupola emisferica, elegante assai per la struttura e pegli ornati; ha la dimensione di metri 3, 35 per ogni lato. Nei penacch della cupola vi hanno
quattro medaglioni, in che sono raffigurati Virgilio, Brunetto Latini, Cangrande della Scala e Guido Polentani, lavoro a
stucco
di
Paolo Giabani,
Luganese;
racchiude
le
pareli
:
nel
l'urna di
le ceneri
su la quale
scolpila l'inscrizione,
con
le sigle S.
^. F.
Sed quia pars cessit melioribus liospita castris, Auctorenique suiira petiit felicior astris,
Hic claiidor Dantes, patriis extorris ab oris,
Quem genuit parvi Fiorentia mater amorls. L'urna sormontala dall'effigie del divino poeta, scolpita a
mezzo
rilievo
dal
Lombardi:
mento,
egli
in
atto
di tenere gli
mano
d' in
sini-
e colla
destra
poggia su
una mezzo
aveva
Quanto
alla
ne[
suo monumento
in
S Croce...; un
aveva lo scultore Bnrtolini, proveniente da Ravenna, la quale pass nelle mani del Sig. Seymour Kirkup Portata questa maschera davanti al ritratto dipinto nel palazzo del Potest, si riscontrarono le
.
pi vecchio,
poeta alla
che mostra essere appunto combinerebbe con quella che aveva U sua morte, cio dai 56 ai 57 anni. G. B. Cavalcasene.
e tale et
401
nel profilo;
parole:
Vrtuti
et honori. -
offeso
ed
il
Cavalcasene
una caricatura, ma riscontra in esso la provenienza della vera maschera di Dante. - Di questo monumento se ne debbe il merito a Bernardo Bembo, palo dice
come
legge:
Exigua tumuli, Dantes, hic sorte jacebas, Squallenti nulli cognite pene situ;
Ai nunc marmoreo subnixus conderis arco,
quem
in primis
Anno
MGGGGXXXIII. VI. Kal. Jun. Bernardus Bembus Praetor aere suo posuit.
Salutis
In questa occasione
la
scomparve l' antica iscrizione che verso met del secolo XIY, si leggeva su quel sepolcro, dettata da Giovanni del Virgilio, e di cui parla il Boccaccio:
Theologus Dantes, nuUius dogmatis expers,
Quod
Gloria Musarum, vulgo gratissimus auctor, Hic jacet, et fama pulsat utrumque polura:
gelidis,
regnumque gemellum
:
Pascua
Quem
N'ovelii
Gaudet honorati conticuisse ducis. Mille trecentenis ter septem Numinis annis,
Ad sua septembris
Ricci Stefano,
Monumento
riaprire
le
di S.
Croce
in Firenze (1829).-
II
monumento
mente conveniva
cielo,
sue porte a
lu,
al
quale
il
come Michelangelo canta, non^contese le sue... Il monumento di lui quasi il decreto solenne di sua rivocazione, atto di politica ammenda. In un tempio egli prosuo
dover essere incoronato poeta; e il in un tempio ... La Poesia, mezzo prostesa sul monumento, per Dante non piange, ma
fetava a se stesso
di
monumento
le
fu collocato
piange
annunziatori
YoL.
d'austere verit;
l'Italia spira
gravit virile
402
ignudo siede
forti,
poeta,
di calunnia e di discordia; il gomito posa sull'opera che V ha fatto per pi anni macrn, per denotare che le avversit della vita e la smania di
viventi in
tempo
legittime speranze, miseramente deluse, tanto possono sul cuore de' pi sofferenti, da far loro dimenticare ogni idea di conforto, e fino il sentimento della propria grandezza. -
Ongaro cosi ci descrive il monumento Lo scultore fiorentino sembra essersi inspirato al mausoleo innalzato dallo scultore Veneto al papa Rezzonico. Abbiamo dunque un'opera canoviana di seconda mano. Abbiamo la figura colossale di Dante seduto, anzi accosciato suir urna vedova ancora delle sue ceneri. La figura mezzo ignuda e mezzo vestita, per serbare il giusto mezzo accademico. Ma ci non monta. La faccia di Dante non ha la Greci davano agli eroi e ai semidei serena gravit che
Tommaseo.
- Il dall'
del Ricci. -
Il
poeta
fio-
cappuccio,
del
come rim-
proveri
lezza.
ai fiorentini
gli antichi
rancori e
la^
presente mol-
colpe nell'entrata
Belle sono
le
ai
lati:
altissimo poeta
e la Poesia che
s'abbandona
afflitta
e piangente sul
gran
il
in cui
Dante rivelava
se-
Amore
modo
Ed hai ragione di piangere, o bella Musa, non perch il poeta che scrisse quei versi sia morto, ma perch il secreto
del suo genio perduto... Il
?sel
si
Mondo
Anno
ttocccxxix
Feliciter excitarunt.
403
Demi Emilio (1842), Statua, in Firenze, nelle nicchie degli Officj. - L'aspetto di Dante iroso ed arcigno, ed alza il dito con espressione non facile a definire, e certo non
bella. Dall'
legge: Dante
Allighieri.
Statua,
in
Firenze.
di
Il
Doni
Dante,
che venne
pure scolpita: Per eterna memoria - Gli Accademici PellegriniUanno posto qui per corona - Della gloria toscana le statue Di Dante Petrarca e Boccaccio - Le quali consacrano al gran
et Ecc."^" Sig.
Cosimo Medici -
che il volgo suol chiamare dei Visacci. Baccio Valori, Senatore del granduca Ferdinando I, fece scolpire in marmo e in tre ordini a guisa di termini, i ritratti di quindici
illustri fiorentini.
consacrato
alle di
Musae etiam
neir Opera
prima
di tutti
vi la statua
Dante. Questi
ritratti
:
Valori
Marescotti ; -
ma non
indica chi
ne
sia
l'autore.
al
Poggio Imperiale.
di
Questa statua fu
Busto (I587j. Sendo Console dell'Accademia fiorentina fu inaugurato il busto di Dante il senatore Baccio Valori, di ottima scollura, e molto traente alla simiglianza di natura, sulla porta dello Studio fiorentino, quasi Nume che
togliesse in tutela
il
Il
qual
Missirini.-
busto di Dante fu eseguito col salario di uno anno 1587, gi stanziato a due lettori sopra Dante e Petrarca, hoggi
vacante che imporla scudi 48. - Feud. Leopoldo Del Migliore
ci fa
sapere,
come
oltre la testa di
marmo
di Dante, principe
404
DANTE E LE BELLE
ARTI.
sovrano dell eloquenza, vi fosse pure l'arma della republica unita a quella dello studio firentino, ch'era un cherubino
rosso in
campo d'argento.
Il
strata, p. 386. -
busto di Dante,
ingegni,
del presente secolo fu tolto da quel degno luogo, e allogalo nelle scuole
ad eccitamento
degli
al
principio
Eugeniane; n
Busto, suir
il
si
seppe.
Strozzi,
ameno boschetto
degli
sopra una
Busto, in
Fiesole,
Camerata,
miglio
al cav.
fuori della
porta
in
a Pinti,
presso
ad un
da Firenze,
casa Pinzanti,
oggi
appartenente
e podere
degli Allighieri.
rappresentante
vi pose l'aquila
gli
si
il
il
capo
poeta quasi
il
poeta
ma
Monarchia, e lo predicava al popolo nella divina Comedia. - Sar inalzata nel 1865. S'inslitui in Firenze un
statua colossale.
Statua,
nella bella
e magnifica
villa
Puccini,
detta
il
poeta seduto e gridante: Ahi serva Italia legge la seguente epigrafe di P. Giordani. - Acqueta
il
tuo
magnanimo dolore
Italia serva
non pi volontaria -
pigrizia -
Or sono in cospetto i tempi che tanto desiderasti, Dedicato da JSicolao Puccini - l'anno DLXil dalla nascita
di Dante.
iV.
Demi Emilio, Statua, nell'Accademia Labronica di Livorno. in bronzo del secolo XIV nel Museo di iV. Busto
Napoli.
XIY un busto
che questa usanza di rappresentar gli uomini illustri fosse nella pratica dell'arte e nei costumi di quel tempo. - L.
Passerini, Gaet. Milanesi, Relazione sul pi autentico ritratto
405
lo
Dante.
Il
Museo Capitolino:
sotto
il
Dante
MDCCCXIII.
CoMOLLi
. ,
Briganzol
Busto; Esposiz.
in
tor. 1859.
Prault
1853.
Medaglione
Rietschel
L' egregio
nia,
S.""
e..
Petzbold, bibliotecario di S. M.
a'
re di Sasso
mi
scrveva
24
Settembre
1861.
Alter artihujiisce
fex Dresdensis
Oppenheimiiis,
fecit.
an. 1854,
ima(finem
staluae photofiraphicam
quo
est.
Dresdae invenitur altera figura Dantis dimidia, quae, nescio artifice, ex marmore Carrarensi, pulcherrime extructa
liane alleram fguram
IV. nostro
quondam
b.
ricus Gulelmus
dedit.
(1)
Amp-
Lanfredini
Beatrice, 1855.
Canova
gnara
Id. -
Leopoldo CicoRiprodotto nel 1822, pel cav. Stefano Szechevy, A., Beatrice, busto, 1819, pel Co.
S.^
.
Erma, pel
CoiiOLLi
. .
di
Como. Borro
Luigi,
Beatrice,
;
ideale
tratto
da un Sonetto
Esposiz.
di
ilal.
(1)
De'
a festeggiare
monumenti votali da Municipi Italiani alla memoria di Dante, degnamente il sesto Centenario della sua nascita, toccber
pi avanti.
406
DANTE E LE BELLE
ARTI.
I.
Ruo Giacomo,
di Napoli, Beatrice;
Esposiz.
ital.
1861,
Espos.
ital.
1862.
Beatrice, Statua; Esposiz. univ.
Hancock
Giov., Inglese,
di Parigi, 1855.
Esposiz. univ.
DIPINTI RIGUARDANTI
DI
LA VITA
DANTE ALLIGHIERI.
dopo
la
morte
di Beatrice, e
di languore,
fr.
Esposiz.
1857.
melodia
penna
quanto amore
1855.
Caimi Antonio,
in casa del
di Giotto, in atto
yen. 1857.
1861.
De Keyser..., Nell'atto che Giotto tutto intento a dipingere una Madonna da un modello. Dante gli comunica
le
Barrias Giuseppe, di
a
Pariffi,
Pellegrini
che
si
rendono
Gioito;
Roma
pel Giubileo
Villani e
407
da Ottaviano
Dante che visita Giotto a Padova nella capella degli Scrovigni; Esposiz. ver. 1864. ToMASELLi Albano, L' esigilo di Dante; Tomaselli dis. Ahrens ine (Nel Monumento di carit di Trieste, 1857). Zanetti BoRziNO, (Signora) Dante ramingo; Esposizione
BoTAzzi Agostino,
Vicentino,
genov. 1858.
dall'altura di
un
colle
guarda
in cerca
monaci agostiniani eremitani di Corvo in Lunigiana, Opera coronata dall'Accad. di Milano Espos. mil. 1845.
;
Ilario.
la
Ilario
prima
con-
Crosa
Dante che
si
congeda da Frate
tor.
Ilario, al
1857.
De
fertagli
di
di Lizzana, presso
Divina
Comedia
ven. 1857.
alla
corte
Mastino
Scala;
Esposizione
Sanesi Nicol,
licenza
Il
profugo divino
in
atto
di
di
prendere
Verona; Espos.
tose. 1858.
di
le
dono veramente tornato da' regni bui; Esposiz. tor. 1863. Chiecchi Basilio, da Montorio, [Veronese) L'AUighieri che
chiude le orecchie per non sentire le stonature fatte da due donne de' suoi versi Esposiz. ver. 1864. MoccHi Giovanni, Dante che presenta Giotto a Guido di Ravenna Espos. fior. 1855.
; ;
di
Dante a Ravenna,
408
affresco, dipinto
DAME
in
di
E LE BELLE ARTI.
la
maggior
sala del
museo
Torino (scoperto
di Pistoia,
20 Dee. 1863).
di
Maranghi Amico,
La morte
ilal.
Dante Allighieri,
1861.
canto
Giacomelli Yicenzo, Giov. Boccaccio che legge e spiega il di Francesca di Rimin nella chiesa di S. Stefano;
Banfi Antomo,
arti
rigene-
INCISIONI
Verico, dis. ed incise. - Ediz.
alla
insegna
di Pallade,
1818-21. - Lasinio
dis.,
figlio
ine; Firenze,
ine;
Ciardetti,
1821.- Cateni
1842. - Kircup
dis.,
Lasinio ine;
G.
Firenze, Borghi,
dis.,
Kumming Dundee
London,
dis.,
Fir. Passigli,
Bonaiuti
dis.,
Morghen
dis.; ediz.
dis.
To fanelli
dis.
Morghen
Tofanelli ine; Livorno, Masi, e Firenze, Gabinetto di Pallade. - Giotto inv., T.P. incise; ediz. da Buti, Lapi ine; Firenze, 1778, Livorno, Masi.
Pisa, Nistr. -
Bossi
dis.
ine
sici,
in acciaio; Milano,
Rados ine;
Milano, Silvestri, 1820 e 1845.- Benaglia ine; Milano, Glas1804. Raffaello inv., Giaconi ine; Mantova, Garanenl.
iWs.,
Zandomeneghi
Dala
Inc.;
Lisca ine; Venezia, Gatti. ll''i.-Zuliani ine; Venezia, Gaspar 1827. - Cornale dis., Heylbroitch ine; Padova, Gomino,
eW India,
Derif dis., Miliara dir., Aliprandi ine 1823 (Dante alla grotta di Tolmino)
Udine, Mat-
DAME
Durantini
1810
-
E LE BELLE ARTI.
;
40'J
inv.,
Rossi ine.
Grave R.
Moreau
dis,
dis., Godefroy ine.; Parigi, Praul, 1768. - Litretl ed ine. da un quadro posseduto dal Floneel di Parigi. -
Lemercier
Raf
inv.,
Dien
ine.;
nell'Histoire
Doumol, 1834. du Dante AUighieri, Le inacc.; Paris. Paulin et CheLipsia, Fleischer, 1826
del Kanegissier.
MEDAGLIE
IH 0!\ORE
DEH' AUIGHIERI.
(uNiL.)
di
grande
Vienna).
le seg. sigle:
il
F. S.
K. J.-P.F.T.
Museo Viennese,
aggiunge ehe
le
d'ignorarne
sigle per
1'
il
significato.
Egli
la
medesime
si
appunto, con
stessa distribuzione
leggono
lesta
in un' altra
la
di
Pietro Pisano,
la
medaglie,
intorno a cui vi ha
Zeno, Epist.
iv. 1. p.
140; V. Vasari,
La
sfera armillare:
Dell' istesso
modulo che
precedente.
lY. (un:l.) Dantes. poeta,
destra, col mazzocchio.
vulgaris.
primus. Ritratto a
rovescio non sono
Le
impronte che
vi si
veggono
nel
410
V.
(rov.)
Danle
ha un libro
aperto nella
figura di
manca
di
si
vi si
vede
il
monte
vi
del Purgatorio, a
cui
ha
l'albero della
vila, e appi
delle falde vi
pr/m parenti; alla squarcialura vede mollo gregge di anime ignude, sim;
al di sopra,
Vienna e nella Marciana). VII. (uNiLAT.) Aliger. Florentes. Busto coronalo. (30 mil.: nel Museo della Marciana di Venezia). Vili, (av.) Dante Allighieri. Busto coron. a destra.
di
Museo
- conditor -
Es.
L. Cossa
48).
La
quale
e il
lo vero.
Roma
ginocchio un libro
allo
stemma
XVI; sormontalo
Febbraio
MDCGCXXXY.
che
S.
il
slampe
il
Trionfo della
Sede
della Chiesa, di
Mauro
una nicchia
il
Mausoleo
di S.
Croce
di
Firenze
esergo
e*.
F. Putinati.
un
lato grossa
nave a
cui vien
data
la
:
pece,
I.
ad essa, da e appunto
f. a.
Stiore ven.
in occasione
del vii.
sin.
con
fiori.
N. Gerbera
(ROV.)
f.
- potentia di
saeculum no-
vum
Roma.
411
a sinistra.
Busto
Esergo:
lxv. -
Gayard
obiit -
f.
virorum
Monaco.
COMPONIINTI POETICI
ONORE
DEll'AllIfiniERI.
(1)
l'
Italia
tomba
il
di
Dante, Sonetto.
figlio di
Allighieri Jacopo,
Dante Allighieri
di
Comedia (p. 211, V, Gino da Pistoia, Ediz. diam. Barbra). Bernardi Paolo, Dante, Ganti due, Viaggio di Dante, Apologia di Dante (senza data, ma pubblicati circa il 1810).
Treviso, Trento.
p.
384
Prosopopea
rima
alla
Dante, Sonetto
(p.
389) -
Argomento
in terza
Dante Allighieri ( p. 390 ) - Sopra la lettura della divina Comedia eh' ei fece nel 1373, Sonetto
divina
di
Comedia Rime
(p. 517).
di Gino
da Pistoia
Bon Brenzoni
1857, p. 165.
Gatterina,
Dante e Beatrice,
Canto, 20
Un sogno
della vita ed
il
lamento
di
Dante,
(1)
Al
S.r
In pensiero di raccogliere In
i
un volume
pi illustri ingegni
1
suU' Allighieri,
fiori
gittando le spine.
al
somparr
mo
Poeta,
il
quale,
dice
il
Corsini,
il
nella
festa
a lui consacrata,
nuovo evo
d' Italia.
412
C0MPOM3IENTI
IN
ONORE DELL'aLLIGHJERI.
dall' esiglio,
Poeniel-
Fumagalli, 1845.
Sonetti
Buonarroti Michelangelo,
duole delle sventure
esiglio
di
quel Grande;
ma
mondo;
darebbe il pi felice stato del Dante fu il maggior uomo che il mondo avesse mai, siccome l' esiglio suo fu il pi ingiusto.
le
con
sue virt,
nell'altro:
1'
Comedia di Dante Allighieri di Firenze; in casa del quale messer Bosone esso Dante della meravigliosa sua opera ne f e comp la buona parte. Il quale canto in tre parti si
divide
;
prima dividendo
all'
la
Comedia,
s
poscia la seconda,
ultimo
come
chiaro
ma-
Rime di Gino da Pistoia, ecc.). Byron Giorgio, La profezia di Dante - Fu recata in Italiano, Italia 1819; Lugano, Yanelli, 1827, senza nome d traduttore; da Giovanni Giovio, Milano, Bernardoni 1856; accomodata all' indole del verso italiano da' Melchiore Missnifesta leggendo, (p. 202,
rini,
I.
Buonarroti che
s'
Comedia, Sonetti,
- Cantica,
in
Strenna,
il
glielmini, 1843.
Cino
de' Sinibald
),
da Pistoia,
Sonetto
:
Risposta d M. Cino a
Dante
p. 47) -
A Dante
Allighieri, in
morte
Canzone,
(p. 9) -
non trovo chi meco ragioni, (p. 103) - A Dante Allighieri, (p. 106) - Risposta di M. Cino a Dante (al Sonetto Io mi credea del tutto esser partito, (p. 108) - A Dante
Sonetto
COMPONIMENTI
IN
ONORE DELL'aLLIGHIERI.
Per
la
413
d
morte
Dante
Canzone,
Angelo,
(p. 136).
Rime di M. Gino da
Siculo,
Pistoia,
Dalmistro
A
lui
Diodoro
fatta
l'indegna censura da
alla divina
De Pazzi Alfonso,
II. p.
143.
l'entre
Fumaf/alli
doti. Brizio,
Dante richiamato
sec.
XYI, In laude
di Dante,,
Em. Cicogna).
fu scoperto
a Firenze
il
il
monumento che
preparava
I.
p. 9.
fantasie,
57.
Malipiero
Trailo,
Il
Co. Ugolino
in
di
andForeign
Le Monnier, 1857,
p.
338.
Marchetti Giovanni, Una Notte di Dante, quattro canti. Mezzanotte A., Dante nel Monistero di S. Corvo.
Milli Giannina, Alfieri sulla
tomba
di
prov. a INapoli
il
30 Marzo 1851.
(Milli,
Opere,
I.
153) -
Dante che da lontano guarda Firenze, Stanze, improv. a Portici il 19 Ott. 1851. (1. 163) - Dante che muore in esilio. Ode, improv. a Brindisi il 27 Gen. 1855. (I. 315) - La Beatrice
(I.
di
Dante, Stanze,
improv. a
Roma
il
Maggio 1857.
il
396) -
La Casa
di
26
414
Selt.
COMPONIMENTI
181)7.
IN
(1.466) L'ombra
Dante
in
cima
alle
Alpi
improv.
in
Teramo
il
17 Ottobre 1863.
di
N. Stanze su Dante
di
del
di
monumento
luogo e
innalzato a
Croce
Senza indicazione
Canzone.
Paradisi Agostino, Epistola
Dante, Bologna,
Pellico Silvio,
S.
al
Tomaso d'Aquino,
1762.
La morte di Dante, Torino, Chirio, 1857. Ramhaldi Domenico, Canzone a Dante, Firenze, 1856. Rossetti Gabriele, L'ombra di Dante, Firenze, ed. diam.
Barbra, 1862.
Rossi Scotti Giambattista,
Una
visita
al
monastero
di
Avellana.
Rovatti Giuseppe, Epistola sul
soc. tipogr. 1772.
poema
di Dante,
Modena,
Comoedias Dantes
p.
- Terzine
(Y. Gino
ediz.
diam. Barbra,
573).
Schlegel
1846.
di
Giornale Arcadico,
Luglio-Agosto, 1858).
p.
199
>.
fra Beatrice e
Il
lamento
di
14)
Trieste, Maldini.
Sopra
;
poema
di
Mo-
COMPONIMENTI
(li
IN
ONORE DELL'aLLIGHIEBI.
415
in terza
Giue
gno, 18-26.
Vollo Benedetto,
di
COMPOMJIESTI DRAMMATICI.
in
Dante
Allighieri,
Dramma,
in
Verona,
Gommedia
di
in 5 Atti
Fontebasso
Giovanni,
La morte
Dante, frammento
storico,
Dramma
A.
trice,
Reumont dettava pagine passionate su Beatrice (BeaAus Dante s Jugendleben, Berlin, Dunker, 1838); il
llistoriscli'
Dante Ebreo,
ossia,
il
plcciol
San-
Poema
antica e tutta
416
COMPONIMENTI
IN
in sul principio
XV, per
la
prima
volta,
secondo un manoscritto
in
Vienna,
men
il
raro, pubblicato
da
J.
Goldenthal.
Petzholdl,
niillam
divinae Comediae
versionem continet, sed polius scrpttonis Danteae reproductionem haehraico sensu factum repraesenlat.-
Rieti
in
hebraischer
Um-
dem
Dante Allighieri da
fosse
si
lui raccolte
ed annotate,
(Pisa, Citi.
e Noris di Verona.)
ci
Ove non
mancato
in
di vita,
le epigrafi
latine
che
egual
modo
avea raggranellato, forse, egli aggiunge, meglio interessanti per la storia biografica del sovrano poeta, cominciando esse
fino dalla
morte di
si
lui. -
Alle iscrizioni
le
italiane riportate
fu
il
Ove - Dante
abit
An.
MCCCY.
Il
Pollanzani
ed appoggia
il
di
perch proferiva
le al
consonante per
-
f.
La seconda
che traversa
ei
il
vorrebbe murata
ponte
dell' Impossibile
MCCC.
circa -
Il
disegno
l'erudito inglese
H. C. Barlow, e
Sig.*
Giov. Mazzocchi
1862)
-E
Scipione
Fapanni
COMPOMMEMl
nelle
Perini,
IN
417
Dove
Sle
a Cagnano
si
accompagna
-
Dante si
Il sito
fece
immortale -
da lui
di
Questo ponte
noma.
v.
il
pure
Le ViUeggiatnre
Tir.,
Michelangelo Codemo,
Iscr. in
1).
p. 184. -
Leoni
pubblicava queste
2 Gen. 03., N.^
turga apoteosi - Italia imperson - Sublime ira fremendo Immenso amore versando - Poet storia filosofia patria fede Pun insolenti corone e tiare ~ Titanica possa oUrumana Splendore e superbia di Dio - Natura eternit infinito ignoto Tutte afferrando sommitii - Padre maestro profeta - Unico sopra ogni fama. - E questa da collocarsi sulla torre di Gargonza - Dante AUighieri - Potenza e gloria dei secoli Da furibondi settari - Svelto dalla patria - Qui - ISe' pi
crudi giorni dello
quell'ira - Quanto
esilio
il
mondo
Conflagr a quest'altra: -
Dante
Re dei
Z>'
Creando
-
rifuse -
Italia
il
Che ricostrusse
felice -
Tempo spazio
fama domasti
E
corso,
il
immortale - Rigenerati.
Prof. Luteri
lagarine (7/
di
Opera
-Di
dano
tato -
antiche e novelle ambizioni - Pochi li ricormio Castel di Lizzana - Ma ogni italico petto -
Aver da
- Di
PERCOSSE.
VOL
II.
%
INSPIRATI
SOGGETTI
DALLA DIVINA COMEDIA
Rimi ni
(/n/".
v. 73),
Tragedia.
istoria di Fr.
da Rimini, Orvieto,
Francesca
di
Rimini,
Dramma
iii.
per
37) Firenze,
[Inf.
xxxii, 106.),
[Inf. xxxiii.)
Rubi
P. Andrea,
della
C. di
1818.
Tissi, 18:M.
Succhi
8.*^
Rosini Giovanni,
Ghibellini di Pisa,
Co. Ugolino
della
Gherardesca e
Troilo Malipieri,
Sestini
Leggenda.
Marenco Carlo, La Pia, Tragedia. Camarano G-, La Pia, Tragedia lirica. Morrione Leonardo, Pia de' Tolomei, Palermo, 1830. Camarano G., Buondelmonle, Tragedia lirica. Marenco Carlo, Buondelmonte e gli Amidei, Tragedia, Torino, Pomba, 1817.
GazzoleUi Ant., Piccarda Donati, Racconto; Gazzoletti
Poesie, Trieste,
p.
95-117.
Dramma.
Quando
do,
giiisia
sii5iioro^ii:iavano in Firenze
Matteo
Villani,
vi
si
proclamava parte
se
esser rocca
ferma
contraria
tutte le
tirannie per
modo che
repubblica
favorevoli, non ostanti diciannove in contrario) una cattedra dalla quale la divina Comedia, a documento del buon vvere, fosse pubblicamente spiegata. Pro parte quamplurium civium civitatis Florentiae, desiderantium lam pr se ipsis,... quam etiam proeorum posteris et descendentibus, instrui in libro Dantis, ex ({uo tam in
erigeva
fuga
vitiorum
quam
in
acquisitone
virlutum,
(juam
In
Erano ancor
il
Perticari,
Bianchi
s
Neri,
figli
nipoti dei
avevano
ccato.
I
al -fianco le
assidevano a quella lettura, e forse armi tinte d sangue non ancora plaAgosto, condussero Giovanni
a'
Savi,
che
di
pubblica
provvisione del
per un' anno,
Boccaccio
da cominciare
18 del seguente
si
con-
Camera), e
gli
fermarono
e seguisse
la
coraggiosa
420
opera gi cominciala da quel fortissimo, di ajularc cio la repubblica a sanarsi dei mali che l'aveano quasi moria.
Del quale slanziamenlo ne venne a un tempo una gran difesa al nome deirAllighieri, e un argomento meraviglioso
della fiorentina sapienza, che anche in questo
alla
si
fece simile
sapienza ateniese.
in
Usc dunque
il
solitudine,
indigenza e da
lunga infermit, e
sa. A'
egli la
sua
prima
lettura. Confortavasi
gli ultimi
sommo
degl'Italiani.
E non
e la vacillante
che
gli
rendeva incresciosa
vita,
ebbe forza
soli
di scrivere le
sue lezioni,
1375,
in
ma non
vi
dur che
xvii canto
fino al
che morte
fino al
lo colse, e
col suo
comenlo che
al
Boccaccio,
lu
come
vuole
ci
chiaro
da un sonetto
soltentr
di
Franco Sacchetti a
Villani
di
indirizzato.
Indi
Filippo
che
il
Mehus,
incominciasse
l'interpretazione
fiorini. Il
Dante
nel 1391,
Lo
anno
gli
fossero assegnati
Il
80
fiorini
chiarissimo
P. Ponta
1847
rinveniva
a
nel
il
codice LVII,
253 della
biblioteca Ghigiana
in cui, chiosando
il
(fi
Roma
comento
ricorda
l'
Epistola
il
duzione che
cantiche,
e
poeta
specialmente
a quella
del
Lo che
documento.
Successore al Villani fu
il
che professava prima lettere belle nello Studio fiorentino. Con altre provvisioni del 1412 e del 10 giugno 1419 fu
421
pubblicamente
1417,
la
divina
Commedia
1424 un
Da
1421,
1423,
la
Un' annotazioae
posta
sul
codice
03G
della
Riccardiana
proverebbe cha un
la poetica
P. Anlonio dei
e che anzi,
dott.
secondo
il
prezioso
documento rinvenuto
in
dal
Santa
per ricor-
le
ossa
di
Dante a
degno luogo.
gli altri
questa tavola:
Onorate l'altissimo poeta, Che nostro , e tiellosi Ravenna, Perch di lui non chi n'abbia piet.
ivi
la
poeta. si
Anche
P.
Marchese,
diedero a promovere
al
popolo
va ricordato
poi
il
P.
CoDomenico
Seguono
Lorenzo di Giovanni da
e nel 1435; Antonio
da
Castello
di S. Niccol,
nella chiesa
nel 1432-33;
alla luce
il
del B.Fiorenzo
Antonio da Arezzo
Cristoforo Landino
nel 1457,
che
poi
dava
comento nel 1481. E ci narra Marsilio Ficino, come Firenze, non appena pubblicavasi questo dotto lavoro del Landino, ne ebbe tanta cagione di gioja, quanta ne avrebbe potuto avere se Dante medesim;) tornando in
suo
spoglie fosso stalo restii uito alla patria e coronato
umane
d'alloro.
422
Iiislituilasi
rArcademia
in
fiorentina per
Cosimo
I, si
tennero
del i^alazzo Vecchio, ed Via Larp^a. Jienedetlo Varchi vi lesse pi volte nel suo consolato (loio) G.B. (eU in quelli
fiorentino,
talvolta
un salone
anche
in palazzo Medici, in
del Guidi,
del Rorghini,
);
oltre al
Venuto poi per la seconda volta al consolato laccio Valori (1587), uno de'j)ii teneri della memoria di Dante, si adoper gagliardamente per tornarvi in amore lo studio delFAllighieri, ei lettori di quell'anno,
(iamhuUari ed a parecchi
come
il
ad isvolgere ed illustrare
fu Jacoipo
divino
poema
(1).
11
primo
a leggervi
Mazzoni,
maestro
romagnuolo, lamico e
il
il
Galileo, e gi
anni,
(hdleo,
la
pi
il
gran
onorato
e della
l'Italia nella
scienza,
meccanica,
discese
nell'onorevole palestra,
difensore del
dunque
il
fiore
della sa-
(1)
dell'
Accademia,
:
al
Granduca
Toscana
la seg. lellora
Al Gh.
Sig-.
L'Accademia
celebre che dove dentro in dozzina con altri ritratti, risolve quattro d
e vinse partito doverseli,
la porta,
lesta di
di
marmo
sopra
me
che
lo proposi,
chiedere a V. A. S.
che
e
48.
il
salario di
in questo,
E quando
ella resti
mio
tal
Accademici,
quali
come
figliuolo.
a' '2o
S. A.
l'approva e
desidera et cos
si
faccia
si
et
il
salario d'
uno anno
;.
scudi 48 gi stanziali,
la lettura
voltino
il
i
a detto etletto
si
et
volendo
in
S. A.
che
i
sopra Dante
et
Petrarca
Lettori.
seguitino,
mandinsi
nota
Belisario Vinta.
42l>
sua
la
materia, riprese
la
zioni scientiliche
Dante,
rifacendo le induzioni
il
calcoli
sui quali
si
era fondato
Velluteiro, e
di falsit,
dimostr come
giovine
l'opinione del Manetti fosse in tutto conforme all'idea concepita da Dante. Queste due lezioni fruttarono
al
geometra
presso. 3 e
si
1 1
la
gli
fu
data
Tanno ap-
di Bartolommeo (el TeqUa, Se non che g' ingegni, al dire dell'egregio abate Finazzi, erano da per tutto fortemente percossi alla nuova .uce e
al
nuovo
sole
poema avea
vano
alla
in lui
traeva
non solo
il
poeta,
ma
pure
il
ed
il
leo-
somma
letteraria,
filosofica
e teologica di tutto
patria,
ma
nelle citt
medio evo. Onde non solo nella sua pi cospicue d'Italia sorgevano a
si
deputavano
devano ascondersi
cesco
(l
degno successore il Buonmattei (1634, 1637 j. - Il Bambaldi (1375) sponeva Dante a Bologna e intitolava il suo Comento al Marchese Nicol II d' Este; Filippo da Bcfiaio 1399) interprelavalo a Piacenza,
nel qual magistero ebbe a
(
[iiii Vi'iVi
(jabriello
nezia; e
Marianno da Tortona
(1)
Anello
in
ei
Ferrara nel
ilo
Ie;,^gevasi
puldjlicamente la Divina
di Ferrara, (Fcrrariae.
Coinedia,
come
ha
AaW
Duca
Kal.Majas MCCCCLVIIIi, e in cui efficacemente il conforta a studiare e meditare l'opera del poeta fiorentino, come quella ^n che trover maostralraente trattata ogni disciplina e nobile scienzji, secondo ch'eiili prova
egli, e
commosso a persuadere
424
N
le corti
a questo
dei
movimento
degli studiosi
erano straniere
il
nome
GLXXIX), raccoglieva
due
filosofi
a s
il
due
teologi,
due
letterali,
tassero la divina
(I),
soggiunge
Ma
forse
anche paleserebbesi
a' letterati,
il
pes-
fatale
qualvolta
seggano
alla
Dante Aliigliieri fiorentino poetn, la cui gloriosa fama rendendomi certo esserti nota, ma curi esplicarla massimamente perch ne' superiori giorni avendo noi pubblicamente letto in questa tua alma citt (li Ferrara, avendomi la tua signoria concesso il cemento di Benvenuto da Imola sopra la prima parte dell'Inferno, mediante il favore del preclarissimo maestro Girolamo da Castello, tuo familiare fisico, il perch a tutto il popolo si divulgato il divino ingegno e suttilissima invenzione. Quest'opera adunque, eccelso principe, potr faciimenle adempiere o
tissinio poeni'i di
si
umane
tua
menti
in
essa
io alla
mie
lezioni,
quantunque
io sia
Fanfani,
il
liorghini,
111, a. l8(J3j.
(1)
facte
et
composte per dui excel lentissimi maestri in teologia et per dui valentissimi filosofi et per dui fiorentini et fuoro facte fare per lo excellentissimo in christo patre misser Johanni per la dio gratia arli
nomi
de
signore masser
larcivescovo lo qual libro nella dieta cancellarla incatenato in catene d'argento. (Codice Plut. xc. sup. n. cxv della Laurenziana}. 11 Balines ci prova come il Cemento fatto compilare
dallo libro del dicto misser
dall'arcivescovo
della Lana.
Visconti
non punto
di
Jacopo
425
disposto
da
martire,
chi
mai vorrebbe star a pericoli per le altrui ? (Sez. CLXXIX). E memore per avventura di questo nobile esempio, pi
tardi, Filippo Maria,
quantunque
il
nella fortunosa
sua vita
le lettere,
di
nondimeno,
di
il
considerando
gli
che
si
polea sperare
volle che
Commedia,
si
incaricasse
circa).
di
Costanza occupavansi
Fermo, ad istanza
di
Bath,
Nel
secolo
della divina
sortirono
il
per
lo
non mancarono
tratto
in tratto alcuni
(ti
d;i
Anctie
il
Giordani sentiva
il
lui
altamente accarezzata.
Ond'eji;li
coti
marchese
di
Montrone,
il
24
Sett. ISOiJ:
Ln
friorno
;
parlando
esser
che incendio inette nella mia imaginazione; la quale presto divampando, cominciai ad esporre un piano per questa cattedra, nuovo
allatto affatto, grandissimo e luminosissimo. Cominciai dall' osservare che tutte le nazioni civili hanno un poeta che fa l'onore della nazione ma due soli hanno un poema che possa chiamarsi nazionale. .. poemi dt
:
Omero
Somedia
Dante sono nazionali per la Grecia e per l'Ilalia... la Divina un tesoro di sapienza per noi Poi concepii una prolusione a questa cattedra, di genere affatto nuovo e di effetto mirabile come di inaspettata e sorprendente scena, e quindi imaglnai cinque o sei discorsi, quali andar potrebbero sino a trecento o pi, non volendo io formare uu comento come gli altri, ma tante dissertazioni, le quali potessero
e di
i
326
meditando,
lempo
libili
le
come quelle pagine sacre contenessero memorie antiche del passato ed responsi
i
un
infal-
dell'avvenire,
a renderle
nelle
direi
popolari,
impresero
d'Italia.
pubblici corsi
L'illustre
d lezioni
pi cospicue
citt
professore
specialmente
il
chiarissimo
C.
il
Ciardi di
S.
Scar-
una
Mi-
Roma
liceo
Poliorama
(li
di Napoli
il
il
P.
Maniera ed
il
Paravia nel
Torino,
di
S.Francesco, pure
il
acume
di
senno e
-
Semi-
(1).
Onde
valentissimo prof.
s. e tutte
di riprodurre il secolo di Dante, presentava a quella divina fantasia: e alle occasioni poi far
si
mio scopo
le arti,
calor civile,
:
il
4 Dicembre
marchese
(1)
di
Monlrone
Se
Aldini
vuol
E queste pubbliche
letture su
prof. Ca),
nella
due p Tti, letteraria e politica, ^'ella prima prendeva a mostrare come Dante fu la sua storia contemporanea alzaia a poesia; nell'altra dava il rufigimitio deQli attuali sistemi politici con quelli di Dante; parlava dei sublime in fienerale ed in ispecie di quello di Dante, ec. ec. - Giov. Battista
grande aula
dell'
le
sue lezioni
in
a' 19,
26 aprile
pur pubbliche lezioni su Dante e il suo poema e l'unit d' Italia- e il potej^e temporale dei papi. - Il N. 29 del Nouvelliste Vaudois ci parla di un corso libero di lezioni che il cav. /\'scanttnt diede a Losanna. Il professore si era proposto di mostrare la parte presa nella lotta impugnata, durante il secolo, fra 1' Uaha e la corte ro-
maggio
1863, dava
mana, e divideva il suo soggetto in tre periodi corrispondenti alle tre epoche principali della nostra storia moderna, quella di Dante, di Macchiavelli e di Vittorio Emanuele.
4'27
II
falidici accenl,
divinando
non
venga salutato
Italia
si
II
reden-
tore polllico,
che intanto
pi
l'
affrettasse
ad
innalzare un
monumento
degno e pi concorde
ad Interpretare
i
a' voli
la
divi-
na Comedia... ne
rialzi
Ormai,
disfatti
il
il
poeta, e risponda
progresso
del
tempo presente.
gli
pi nobile
da tutti;
si
uu pensatore profondo
e
si
in
un prospetto. In
guisa
lo
interprete
Commedia, non umiliato dal carattere di gretto chiosatore, abbraccerebbe tutto quanto il medio evo nei moltiplici
suoi aspetti, e ridirebbe agli Italiani, nella storia delle loro
vicissitudini,
commessi
di
furono
iniziatori
diflonditorl
al
moderno universo
terra.
forse
il
prosietto
della vita
in
la
passata
con
la
tutti
contrasto
con
presente
gli
varr a scuotere
vergogna,
a
ritemprare
primo fra' popoli del mondo. Qui in questa terra di gloria, dove ogni cosa l suscita una rimembranza, ogni monumento ti testilca una
grandezza; qui, centro alle lettere e
nisola
gliaia
;
Pe-
mondo midi
si
stranieri
accorrono,
a
s
e,
meravigliando
tanta
magnificenza congiunta
peregrina bellezza,
stanno
scuola
sirena, la instituzione
la
duna
scienza
de' tenj)!
del Poeta,
da
un'epoca fra
le
pi notevoli del
secolo decimonono.
Nell'ora
che
l'Italia
risorgeva a libert
e a
regno
di
dal
428
LETTORI DELLA DIVINA COMEDIA
Ricasoli,
la
il
.
Barone
Firenze
inslitulvasl
in
cattedra
di Poesia Haliana
per
la Esposizione della
perfezionamento.
P.
degno
sacra e Dottor
dell'
Universit di Genova,
studi
su Dante, per
le
di spiccalui
Ardita impresa!
si
ma
11
condotta per
il
Giuliani faceasi
e
verso la Civilt; e
di
vi
cominciava
il
suo corso
di Lezioni,
svolgendo
mano
La
grado
liana.
cos diviso:
il
Forma-
Cagioni che
la
promossero.
bi' lica,
que
fino alla
XIIL Dante
suo secolo.
Religione
Ghibellini.
si
Pontificato e
Diipcro.
Guelli e
Neri e Bianchi.
Fini
Dante
di
Se, e come
in ci si
capace
Commento.
Metodo
gli
che
tenne
espositori
dal secolo
XIV
Pregi
e difetti
Importanza delle
Comme-
A che
deve essere
e
simamente raccomanda
ogni gente civile.
il
nome
le
di
Dante
all'Italia
ad
materie su che
aggira-
429
rono
le
ei
senso
paragonarne
di
divini canti
fine,
media si riconoscano esemplificali gli ammaestramenti della principj e le eloquenza e Poesa Italiana, vi si attingano norme del Bello in ogni arie, e Dante si dimostri sempre
i
il
perfettissimo scrittore e
s
il
numerosa e scelta udienza che trae alle sue lezioni, crescente d' anno in anno, tanto che al presente si contano da un dugento uditori, il plauso unanime con che viene salutata 1' ornata ed eloquente sua parola, son bene una solenne testimonianza e un dolce compenso alle onorate
nazione. La
fatiche dell'egregio Professore che altamente confessava e
mostra
a
in effetto:
la
in lui confusi in
uno
regger
sua vita,
amore
il
Dante
che,
dopo
Dio, slato
E questo studio
dei nostri poeti non
e
si
sovrano
ma
gli
uomini pi insigni
di
lutto
le
pi
civili
nazioni fecero a
il
prova
che,
affine
di
comprendere veramente
nei
gran concello
di
dantesco,
al
e penetrare
recondili
misteri
e
un poema
costumi
dire di G. Blanc,
delle
come specchio
dell' istoria
tesoro delle
dei
speculazioni,
cognizioni,
gran
filosofo Schelling,
dalla
ne predicava
tenersi.
il
metodo da
pressoch
a Berlino,
di
Difatti,
Germania
e
letto
Dante
in
tutte
le
universit
singolarmente a Dresda,
quella
Heidel-
dallo
Schlosser,
di
Basilea
da
Ilartwlcf
sommo
430
sue lezioni
1852
il
eh' ei
chiama
della divina
Commedia.
Da
scriveva
pubblicamente Dante per ben dodici volte. E non solamente lo si legge in pubgiovent,
ma abbiamo
di
fatto
ln
qui
da
di
sette anni
uno
giurisprudenza,
di
un
curato,
radunano nell'inverno una volta per la divina Commedia, e ne siamo gi alia seconda lettura, avendo finito il Paradiso l' inverno passato, e ricominciato da pochi giorni a leggere l'Inferno N' oublions pas, cos Saint-Ren Taillandier, de mentionner
quali
settimana a leggere
les lecons enthousiastes qu' un ancien disciple de Hegel, M. Goeschel, vient de faire Berlin sur la chine Comedle. la M. Goeschel ne s' est jamais spar du christianisme philosophie hglienne, dans les libres interprtations de cet affectueux esprit, tait une prparation V intelllgences des dogmes rvls; on comprendra que le brillant songenr
;
expose
la
philosophie
lecons
du christianisme d'aprs
<]e
les
Cantiques
(eDMe. Les
Berlin,
et le roi
Prusse les a honores de sa prsence [Revue des deux Mondes, 15 aol 1853). - Il professore Ermanno Trben, con un discorso su Dante, preludeva il 22 marzo 1858 alia riu-
A
tere,
Parigi,
Sorbona; dal Faurel nel 1833-34; dal Lenormant nel 1839 nel 1840 dall' Ozanam, ed in appresso dal sig. Edgardo Qunet. Anche l' italiano Ciccon vi apriva nel marzo 1836 un corso privato sul Panteismo politico di Dante, e nel 1841, il Casella, romano, un corso dichiarativo
quanto
;
della divina Commedia neirAteneo reale. Ricordo le parole on cui TArtaud rendeva omaggio all' interprete italiano: M. Casella a montr les mysteres de Dante plus de mille lves. M. Casella conviendrait surtout pour expliquer Dante Paris. Cette reunion si rare d'une grande habilit enseigner sa langue nationale, et d'une penetration sin<
431
guUre qui
idionie,
le
lui
fait
deviner
les
delicalesses
devenir
de nolrc
avec succes
un professeur de la divine Comdie le meilleur que l'oa puisse irouver parmi nous, car ce professeur doli lred'ua
age mur el
Fra
i
italien.
principali promotori
degli
vanno annoverati Brougham, JMacaulay, Carlyle, Robert Hall, Sidney Smith, Bario w, e 1 traduttori Broyd Gary, Wright, Pollosk, sommo di tutti il Vernon. Anche il mondo transatlantico gareggia col nostro e TAmerica stessa reca il suo tributo di ammirazione a Dante,
ghilterra
genio teutonico,
si
di
COMENTATORI
Comeuto o spDsiziine
dev' esser luce la quale
<
onc. 1. I,
Lo senso
ogni
altro,
gli altri
letterale
siccome
e
nella
cui sentenza
sono incbiusi,
impossibile
iirazionale intendere
prima ragio.
1'
ascosa yerit.
..
La
storia
come
1'
editizio al
fondamento. Conv.
II. 1.
SECOLO
poraneo
stissima
Ialino
XIV.
(jaudenle, contem-
non
432
COMEMATORl.
(1).
Un grande argomento
1
della
il
nostri maggiori
che
primo
l'invenzione
della
stampa
appunto questo.
11
cos ne parlava:
bono-
nlam
esse
intelli-
col
nome
di
Benve-
Berardi,
che par
la
Dopo
a'
slampa
di altre edizioni;
Bolognesi
poi
di ripubblicarlo,
ma
il
non
ne fu nulla.
Il
prof.
marinifico
e f/razioso
dotto
comento Laneo
ed esemplato
d'italiana
tura
della
luce,
raffrontato prima
Magliae
antica
sia
dicitura
pi
netta
pi
sona,
cosa,
l'istoria,
n di
e
d'opera tace
frasi
titolo
natura
de' libri;
modi
le
del
il
dire della
Divina
il
ampio,
pi dotto,
pi
tempi
ch
siasi
scritto, e
ag-
giunge:
grande autorit
(1) Rune Comentum tocius hujus comedie composuit quidem dominus Jacobus dola lanabononiensis licentiatus in artibus et teologia et fuit filius fratris philippi dela lana ordinis Qaudencium et fedi in sermone
vuUjari
in
tusco.
est
gramaticum literarum
cf/o
peritus pergamensis....
COMENTATORI.
433
fallo le noie convenienli, e varranno per chi le voglia slampare. Ma non in Uillo il volume una linea che sia senza imporlanza, e non c' comenlo, compreso rOUimo, che
in quello.
libri
in lalia slansi
de' plagiari,
e lascialo
alia
mano
io
voleva dimostrare
gli altri
donde
e
altri
la scienza
di lutti
comentalori,
come
taluni,
male
inten-
perch non posero l'occhio dove trovalo avrebbero da ilII. p. 330 - I Giornali avean fatto che
il
sperare
rarissimo
quanto
ceieire
comenlo Lanneo
verrebbe pubblicalo in occasione del Centenario di Dante, a spese del Municipio e della Provincia bolognese, a cura
specialmente dal senatore Gozzadini.
risapere
il
Ma
la
novella,
ci
fa
prof. Scarabelli, fu
il
e poco
di
Milano
a'
si
assunto l'ardua
il
primi di Aprile
Comenlo
Lana sar
stampato,
delle voci di
vocabolari e delle note filologiche apporhe son vuoti lune.... Il Lana avr lnalmenle il premio degno di ricomparire rimproveralore diluiti coloro che spoglialo l'ebbero
e noi nominarono,
e di coloro
I
che non
si
si
curarono
di co-
noscerlo nominalo.
tante inspiegabili
segreti, rilevalo
DantoUli che
affaticano
a spiegare
cose, e credono di aver trovato grandi un qualche passo, vedranno che altro far
gli
resta loro:
correggere
avventati
giudizi,
cancellare
altro, o soddisfarsi
posto
da
quell'illustrissimo
chiosatore.
- Scarabelli,
Borfjhini, V.
II. p.
564 -
Il
conosciuti del
latino
Rosciate, lo volt in
lini/u
Guglielmo
[reduxi de
si
vuhjari
Laurenziana
conservano inoltre
due
altre
anonime traduzioni.
Anonimo, Comenlo alla Cantica dell'Inferno di Dante AIUghieri di autore anonimo, ora per la prima volta dato in
luce, Firenze, Baracchi,
VuL.
11.
1848
di [>ag. 274.
Ne
fu editore
28
Lord
434
COMENTATORI.
lui intitolato
Yernon, e per
e pubblicato
codice Poggiali,
1
pi lo
parole:
come
lo
proverebbero
autentico
le
suo
figliuolo,
intendo parte
l'Audin
Ma
a
la
quale di
essi
sua antichit
ha de' pregi non comuni. Anche l'Audin lo dice stimabile per pi part. L'Avvoc. Ferrari, di Reggio, lo ritiene purgatissmo
firentina,
di
lingua,
si
ricco di originali
documenti
di storia
che non
trovano
in altri
lano una
mano
toscana.
Venne composto
al
nel 1328,
come
v.
112 del
C. xxi.
dell'Inferno:
La Chiosa dice: E correvano gli anni della Nativitade del MCCLXXXXVIIII, e oggi corrono MCCCXXVIII: per dire si puote che XXVII anni compiti sieno eh' elli
Signore
comincoe questa opera.
quelli fin qui noti, a quelli
passo di
Sarebbe dunque anteriore a tutti almeno con data certa. Un altro questo Comento dimostra che fu composto prima
del 1333;
ed quello
in cui
e
parla
Elessero
Miro
pratrono,
se
ponte
d'
Arno
Il
questo Commento.
Allighieri
Jacopo,
Chiose
ad
esso
attribuite,
Firenze,
Baracchi, 1848.
Se ne debbe la pubblicazione a Lord Vernon. Il comento non abbraccia che il solo Inferno - Vi si nolano queste
parole: Chorsero gli anni del Signiore della passione
e lo e
MCCLXYI,
intorno a quelli della passione sia eco che coreano gli anni
del
Signiore
MCCLXXXVIII
oggi corrono
sieno
Il
Fraticelli dice le
Comento
tenendo
ritiene
attribuiti a
Jacopo
essi
che
non appartengano a un
figlio
Dante.
Il
COMEMATORI.
Balnes
altribusce
in
433
lati-
ne contenute
importanti,
singolari
ed
giudicate
ponimento poetico, diviso in sessanta capitoli, e intitolato Dottrinale, il quale fu stampato la prima volta nel volume
III
delle
altres
Comcdia
di
Dante, che
Comento ad
Baracchi, 1848).
Testo inedito
un. Contemporaneo
di
ISic.
Dante,
dagli
n.
XIX,
merito
al
chiarissimo
il
IH Voi.
di
Di maggior
e
e per lingua
di
e per dottrina
diligenzia che
molte propriet
quei
messa ci abbiamo, non ci venuto fatto di nome, onde da noi chiamato quando il buono, e quando /' antico comentatore. N Benvenuto da Imola costui, quantunque molte cose ne cavasse egli, e molle
il
la
diversit di molti
fu generalmente
di
Benvenuto
CCCXXX,
-/Vocmfo
alle
annotazioni
e discorsi
sopra alcuni
medesimo, Firenze, Le Mounier, 1852, p. 28. -Ne' primi tempi deir Accademia della Crusca, l' Anonimo fu tenuto per
Alberigo
di
Rosate;
anzi
coetaneo
forse
famigliare d
il
Buo-
436
a penna
pj
al
COMEMATORI.
della
biblioteca
Laurenziaha somministr
esem-
Vocabolario
abbia mai sapulo
Da quel
si
tanto
del
suo Comento
che]
m'
toccalo di leggere,
fuori,
fosse;
nome acqueterebbe moltissime liti.' Altrove si mostrato come quattro e cinque anni dopo r esigilo il Poeta si trovava a Padova, e questo Anonimo Che l'autore v'era anch'esso intorno a quel tempo
. .
.
non solo
si
fosse coetaneo,
ma
:
fa
Tuna
al C.
Dante ch
mai rima
proponimento:
Elli (cio
Dante
fu di Firenze
(jli
antichi
Ovunque
il
Poeta
fa
motto
di casali
li
descrive
come
se sapesse e della
gli
ogni cosa e
di
loro
e della
Ove
.
le
date puntualmente
Molli
e dottrinali
non
poterli intendere
un
tratto,
perifrasi
dalla
condensarli
in
Comento
cale, doti
di
Dante.
- Foscolo, Discorso
sul Testo,
Un
il
nome
sembra che sappia le vie di penetrare nel cuore e nella mente del poeta e leggervi profondo. Nondimeno anch' egli, quantunque sia il pi coraggioso ed intrepido e longanime, sempre circodi
Anonimo, famigliare
spetto
se
non che
di
quando
in
quando, quasi
il
fervore
dellii
cojiEMAToai.
giovinezza e della speranza
gli
437
il
soverchiano
cuore,
il
vero
fa
ma
subitamente
si
riusciva
dentro
rissima ed eletta
a cui r
vi
ombra
Comedia. E quel
la
che
la
gli
pi profonda,
meglio
li
congegnala, ed insieme
egli
dice
sia
che
il
discepolo,
si
Jatines
ma un
misto o
un compendio
a riprova
delle
Gomenlo
di
Jacopo
che
in
si
e di
legge
C. xiii
:
egli
che fu compilato
Onde cadendo
ponte sopra
'1
quale
nel Paradiso,
dove mette per ordine maestri Generali, dell'ordine di S. Domenico, soggiunge: Fra Ugo di Valsamano al presente eletto, nel xMCCCXXXIII. Che il compilatore fosse giovine apparirebbe pur chiaro dalla chiosa al verso 84 del e. vii dell'in/.: Necessit la fa esser veloce: dove, dopo aver riportalo le altrui opinioni, soggiunge,
che intende,
Il
secondo
la discrezione
si
sua giovinezza.
in alcuni co-
leggono
fiorentino ne fosse
compilatore.
ci
Il
Balines novera da
Codici dell'Ottimo, e
per
sotto-bibliotecario
articolo
1839;
Uno
438
COMENTATORl.
Quando
da
Ouimo Comento
Seymour
Petri Allegherii,
genitori^s
Comae-
Commento,
di
p.
CUI),
(l)
il
Qualunque ne sia l'Autore, scrive nella sua Prefazione Nannucci, uno de' pi antichi conienti che abbiamo,
al
essendo
dottrina,
certo del 1340, ed sparso di ogni genere di n dubitiamo che non sia per giovare alla pi
Comedia, e special-
mente
dove
che potea
canto nostro
il
si
lo richiedeva
bisogno,
si
passi
Pelli vuole
pellito nella
deposito,
si
Margherita (oggi magazzino di fieno), in un bel su cui si scolpi l' Iscrizione, in caratteri gotici, che tuttavia conserva nelle stanze del Capitolo di Treviso. La ridelta Iscrizione lo
Chiesa
dice
genitum Dantis,
che ebbe interpretato ne' luoghi oscuri librum vorrebbe che gli Allighieri pones-
sero stanza in Treviso, sul torno del 1300, {Fiorentina gens nobilis Aligera fuit^ quasi alas gerena nam et in eorum insigni alam cxpansam tenent, qui ex Me gente descendunt }, e che Pietro, figlio di Dante,
cittadino di Trevigi, chiosasse l'opera paterna,
telligenza
;
lo
il
Bonifazio,
1.
Vili, p, 236. -
Ma
il
Fraticelli
non a Treviso ma a Verona fermasse sua dimora, mentre da incontestati documenti si rileva che nel 1337 fosse ivi giudice, e nel 1361
ritiene che
vicario
del
collegio
di
detta citt,
del
podest
Nicol Giustiniani,
S,
Michele in
manifesto dal Necrologio delle Monache di essa Chiesa, riportato dal Maffei e da G. B. Biancolini. - A. 1364 - Dominus Petrus judex, filius quondam Dantis de Aliyheriis, condidit testa-
mentum
Veronae, praesentibus intcr alios domino Francisco judice filio domini Rolandini de Mafeis de sancto Benedicto : heredem fecit Dantem filium sum: legavit societati Sanctae Mariae de Orlo jwpuli sancii Michells
'patris
domum suam
Florentia... xi Kalendis
positam in populo sancii Martini Episcopi de Majus obitus domini Pelri Dantis de Aligeris,
et
Lucie; MCCCLXllL
COMENTATORI.
slraiiat barbaramente... di trar fuori un
iiifinil
439
di
luoghi
e pe' quali
si
vengono pure ad
nutriamo
emendare molli
la
speranza
di
Comento,
come
fonti .dai
quali Dante
teologica e filosofica
Il
che prese a
pie di pagina
il
Riccardlano: degli
si
;
altri, si
creduto
necessaria la
diversa lezione
sup.
;
XG
Ms. Rosell
L' autenticit
del
Comento
latino
Pietro di
impugnala dal Tiraboschi, per ci che non vi figlio di Dante, ne il cittadino fiorentino, il intendente di poesia, e neppure gli squarci pi
poema
Il
Ma
la
tradizione
antichissima,
dice
Foscolo,
ordine d leslimonj
di autore sue...
e di tempi, che
le
prove congetturali
dall'opere
allegale a distruggerla,
nome del figlio dell'autore indusse ragionevolmente ogni uomo a sperar bene di quel Comento, come
il
quello, dice
paterno...
gli
Filelfo,
il
pensiero
Ma
mai
di
brevissime e fredde
Cosi,
di
perch
il
figlio
circondato
la
industriavasi
colorire
ripieghi,
tradizione
della
profezia
propag
volte
tali alle
da convertire
CLXXX, CLXXXl
Preziosissimo
m' un Comento
e allusioni nuove, o
le gi
note,
ma non
certe confermo.
Tommaseo, Prcfaz.
Ma
il
Fraticelli
440
si
COMENTATORI.
di Firenze
cosi storte
da uno che avesse passato in Firenze la sua giovent, mostrando costui di non aver veduto mai questa citt. Nel Comento medesimo si dicono di Dante cose che un figlio non avrebbe mai detto, n avrebbe mai potuto dire {Vita d Dante AlUghim, Capo ix, nota 5). - E 1' Emiliani Giudici COSI ne scriveva: I figliuoli medesimi, paiono non meno
stranieri degli stessi stranieri alle abitudini,
ai
alle dottrine,
le
misteri, ed ove loro non sia espongono con fredde circonlocuzioni, e tremando. Poveri figli, esuli innocenti! Se aveano poca speranza di riveder la patria, bramavano in tutte le guise di ricuperare le reliquie del paterno retaggio, che la
tutti
quanti
ravvolgendosi
in generalit interminabili, si
istile
sfogano magnisimboli
ficamente e inveiscono in
Pietro AUighieri
del
si
di dottissimi predicatori...
la traccia de'
adopera
di
trovare
poema
non ostante
il
il
perpetuo accorgimento
eh' egli
si
di
non
rimuovere
velo delle
allusioni,
sapeva,
e che,
penna
figurai
le
il
seguenti
memorabili
la
parole,
quasi
le scrivesse,
dettante
padre: tanta
et
Gigas
regem
perpendal
secundum simulationem auctoris, flagellat eara. Et hoc est quod dicit, scilicet quoniam traxit eam secum per silvam, idest quod fecit, ut curia romana tracia est ultra montes in suo {regls Franciae) territorio de Roma. {Storia della Letterat. hai I. 206 e 213) Il Batines cita 14 Godici del comento di Pietro. - Y. Osservazioni del P. Marco Giov. Ponta sul Comento di Pietro di
fecit
modo
e.
3;- Censura
Aneddoto,
i.
eAned.W.
Tiraboschi, Y. p. 2.
II.
635.
-Del Furia,
253.
COMENTATORI.
411
e
Petrarca Francesco,
Palermo, Voi.
II
Cliiose,
Correzioni
Osservazioni a
di Firenze,
ordinati da Francesco
Son
CLXXX,
che
il
Palermo dal
ma
131)0.
ci
599-647)
difficili
avverte che,
si
meno
le
abbreviature frequenti e
al
nelle Chiose, ei
attenne strettamente
e sino,
vi
sono
Chiose e
le varianti
le quali
sono e a
mezzo
ei le
margine
e in ogni
il
dove
nome
con
di
Chiose
del Petrarca,
di
al significato.
col
nome
Il
Osservazioni
che talvolta fu
i
di mestieri
fatti e
non gi a comentare,
ma
solo a certificare
la
verit.
ha che una parte della Cantica del Paradiso, cio dal C. x.v.
3. al
C.
XXX.
il
setati
ma nondimeno
punii
il
poema
come
al
lampeggiar
giamo quanto fuori del camino vanno le usale guide, e quanto diverso il termine del viaggio. Il Palatino contiene inoltre buona parte delle poesie liriche dell' Ailighieri,
con chiose ed
dal Palermo
(p.
osservazioni,
pubblicate
049-714). -
non aver
il
mai posseduto
pericolo
di
n letto
il
il
poema
siile,
di
Dante,
per fuggire
lui
mettere
piede sull'orme
da
calcate,
ebbe man-
dato in dono la bella copia, fatta di sua mano, che tuttavia si conserva nella Biblioteca Vaticana (Cod, N. 3199). Egli
la
lettura
lo
che ne
fece,
il
Petrarca,
442
dell'eloquio volgare,
COMENTATORlsi
confess
e
le
ad un suo contemporaneo
cose soltili e profonde nella
parlando
in
Boccaccio Giovanni,
Un
Fiore di questo
Comento,
1842;
in Pisa dal
Ricordi, 1842.
fu a
(1)
Dante affezionatissimo,
in bocca,
e (quelsi
che importa
il
fisso
che assai
le parole da' concetti di lui. Annotaz. sopra alcuni luoghi del Dccamerone, Proemio, 24. - Ebbe
e non
poche cava
a dire quanto
tutti,
questo bell'ingegno,
di
e,
come
si
confessa
per
ottimo maestro
questa
lingua,
lo
(1)
la
copia di un testo
num.
58, fatta
quale
vi
Sono in quel codice alcune postille marginali di Lionardo Salviati, che forse ne fu uno de' pi pi antichi possessori. Ma la stampa riusc piena di errori, parte per la poca diligenza dell' editore, e parte per la
scorrezione dello stesso testo. N
il
Jloutier,
Io
ripubblic nella Raccolta delle opere volgari del Boccaccio, pot correggerli
tutti,
ce
coli'
Milanesi
poi
condusse
Magliabecchiani del secolo xv, dei quali l'uno in pergamena, scritto a due colonne, segnato di numero al; l'altro cartaceo, e fu stro/ziano, die ha il numero 1430; e il terzo, Riccardiano, parimente cartaceo, di bella e grossa lettera, e forse pi antico degli altri, segnato 1033, ma mutilo in principio, perch comincia dal V Canto dell'Inferno. Questo codice, eh' assai corretto, fu gi de' Guadagni, come si vede dalla loro arme miniata a basso dalla prima carta, e poi di Anton Maria Salvini, il quale, secondo il suo costume, vi pose ne' margini alcune brevi postille.
COMENTATORI.
Stimasse, lo ammirasse, e se ne servisse
.
443
.
.
Yeggasi come
spesso
egli aiuta
Or quanto
il
con averlo tanto spesso in bocca, e che per tutto si vede che e' ne fusse studiopieno di parole e motti danteschi
:
che lo intendesse, ce ne assicura, si pu dire non solo la esperienza, ma un fatto ancora di quei tempi, perch faticato lungamente, e alla fine forzato dalle presissimo,
e
si
che,
come cosa
notabile, giudicarono
si
facesse
:
il
101.
Ma
troppo lunghi
i
saremmo
i
se volessimo
le parole...
modi,
luoghi e
di
sommo amatore
ammiratore
questo Poeta, e
come spesso
lui
egli
l'
ha
in bocca, si
Ben
Nel
11160
mano
mand
al
Petrarca
nimento. Avendo
dove
si
leggesse
si
comentasse
infermo,
tal carico
ad esso, non
dubit di accettarlo
si
e tutto
che
di
et avanzata,ed
mise all'opera,
che
il
la
qual
pi l
XVI
dell'Inferno.
ecloghe
ma
la
in
gegna
di ritrarre
erudizione
ma
414
^(
il
COMExNTATORI.
per
le
belle ed
simo poi
in alcuni
altri,
s'
dove pi splende
la
sua elegante
quei
egli seguitato
metodo proprio
si
di
mostra
minor parte, que' medesimi difetti di di che non a torto accusato nelle altre sue composizioni volgari. Gaetano Milanesi. riscono,
sebbene
in
stile e di
soverchio
artifizio,
Tra
le
il
Comento
quella
che
si
legge
e con pi profitto
di tutte
da esso scritte
e
erudizione,
dove spesso
I. p.
trova
Borghini,
255. stile
Opera
piano
ed un elegante esempio di
puro
rina,
isegn'ViYO.-
I primi
hai
Y.
I.
p. 390.
(1)
Testo inedito,
ora
per
la
prima
Fu messo
in luce
da loro Yernon, e da
lui intitolato a
(1) CI.
XXY.
carte 431,
si
Febbraio e 17 Marzo 1376 e 10 aprile 1377, Da un libro di Richiami fatti dinanzi a' Consoli dell' Arto del Cambio cominciato nel 1376, eaistente in detta arte. Sono tre scritture relative al richiamo fatto da Jacopo
Boccaccio, fratello di Giovanni, e da' suoi esecutori testamentnri, innanzi a'Consoli dell'arte del Cambio, contro Francesco di Lapo Bonamichi, chia-
il
Comento
sulla Divina
si
Comedia lasciato
La Disposizioie primo libro di Dante disposto per Mess. Giovanni mio fratello, sono xxiv quaderni in bambagine, e altri quadernucci piccoli di quella medesima opera; e nel terzo: 2i quaderni e li quadernucci tutti vn carta di bambagia, non legati insieme, ma l'uno dall'altro diviso da
Nel primo di questi documenti
legge:
sopra
uno
iscritto,
il
parte del
I
17,
del
Dante,
quale scritto
non compi.
Consoli
la rela-
COMEMATOill.
445
comento, e porta
e
il
nome
s'
di
Il
purgata favella,
espressi
incontrano
nalurali
da giovare assaissimo
all'
della lingua.
il
Ed
gli
solo
fra
antichi
anco da notarsi che questo Cemento che sia stato scritlo, per quanto un ditorno
della Crusca del
scritlo
sappiamo, con
scorso su questo
d
Comento nell'adunanza
Il
1829. 10 Maggio ^
Rigoli
lo
ritiene
sul
del 137o.
sue opere,
media di Dante
Giov.
li
Allighieri, voltato in
italiano dall'Avvocato
(1.
Benvenuto da Imola m. nel 1399. Nel 1375 espose la divina Comedia in Bologna, ma sembra non iscrivesse il Comento che nel 1379. In una chiosa del C. xviii dell'Inferno si legge: Proh dolor! istud sumptuosum opus destructum et prostratum est de prafhdi p. ():>6;
Hi
di p. Gl2i -
senti
alla
annoUCCCLWMlW
per
Correzione del Decamerone dicono che Benvenuto trascopi molle cose dall'Ottimo.
Ital.,
1.
se, anzi
Parenti nelle
Taluno
si
Cemen-
senza riilettere
che
suoi discepoli un
ardui sensi,
intelligenza;
lo
stile
non era certamente digiuno, come vede nella dedicazione del suo libro al Marchese Nicolo
Benvenuto, contemporaneo
Dante, conobbe de' fatti commercio con quei viventi, Comedia, le cui anime non pertanto
di
ai
d' Este.
figuraro gi dannale
le
storie
446
singolari e recondite,
COMENTATORI.
le
biografie
Inirsi
n da
storie,
n da cronache, n da giornali
al
gli
quei tempi.
essi
soli
il
se dal Petrarca
di
lutti
Boccaccio,
altri,
che valgono
giudizio
era salutato
primo erudito e
il
filosofo del
Comento
di
della
di filosotia, di
mitologia
uon solo
credenze
antica,
a'
ma
la-
di studj,
di
biografie,
costumi e
attese a mostrarne
colore,
doti
l'artifcio poetico,
novit dei
atteggiamento,
-
minute particolarit
del
del
di
attributi
sommo
e del
genio.
Tamburini
La parte storica
Comento era
Rerum
itaUcarum
script. Voi.
Da
BuTi Frakcesco,
Comento sopra
xxxviii, 866. pub.
il
la
divina Comedia
Pisa,
bistri.
di Crescentino Giannini;
il
pag'.
II.
31 Dee. 1858. -
Purgatorio, Voi.
Voi.
Ili,
pub.
Nacque
1406 e
Pisa,
Buti sui
nel
colli
di
a'
25 Luglio
di
fu sepolto
primo chiostro
dei Francescani
latina
ricorda Maestro
Francesco Dottore
Il
Grammatica.
ma
credulo
assai,
abbondante e spesso eloquente in via di digressioni e racconti, per lo pi di memoria, quasi avesse a cuore di ammaestrare, di dilettare suoi uditori, di comporre il
i
numero
in
ciascheduna lezione
tempo
CXC
Francesco Buti
non ha
la ric-
vivacit dell'ingegno
abbondevelmente a s
di
stesso,
ma
ad
quei
che
si
dilettano
brevit
e stanno
contenti
COMENTATORI,
447
del
libro.
lo
una chiara
necessario
nella
intera
spiegazione
se non
Non
renda
quando
Il
dello
medesimo
il
dell' aulore.
suo melodo
quale stimi
officio,
di
avere ad eseguire
tanto pi degnamente
il
suo
quanto
meglio avr
da
Gomedia, e seguit
e
la
legami organici
al
di questo Comento. -
che congiungono
sistema
ideale.
la
speculazione
Cento fanti,
pratica
Prefazione
Dottissimo, avea
sieri
di
Dante,
acume da penetrare ne' pi reconditi pencome vissuto in tempi vicini a quei del
studio
in
Buti
pone ogni
ispeculare
le
grandissime
ne' suoi sermoni, e spera dalla \)oca favilla della sua debile
e
lieve
lettura
seconder gran
fiamma,
cio
seguiter
grandissima e validissima
ingegni che piglieranno
lui.
si
lettura
degli altri
valentissimi
a leggere incitati
per esempio di
mosso anche
li
allargheranno
in
risplen-
deranno
gran fiamma
ne d tutto
il
Al principio
d'ogni
canto egli
disegno e ne distingue
le parti,
e poi espone la sentenza letterale e quindi il senso allegorico e morale che sta sotto la crosta della lettera. - Della
allegoria
d spesso
le
ma quanto alla lettera la espone sempre con rara cliiarezzae chiaramente e senza lungaggini, narra la storia e la favola a cui accenna il poeta, ed usa
anche negli
altri conienti,
sempre una lingua propria e vaghissima e che di rado puzza d'antico: e per ci sar cibo ghiotto a tutti quelli die cercano la venust del 300. Per gli studiosi di Dante
poi crediamo di non errare aflermando che in ninno altro signiiicali delle parole, e maltroveranno meglio spiegali grado le ripetizioni che talvolta potranno aver sembiante
i
d'inutili,
vitale. -
11
testo
N.*^
di Firenze,
1006,
becchiana, Palch.
n. 20.
448
eccellenti
COMENTATOR!.
cure
in
questa
edizione;
vi
ha
premesso
il
ha arricchito
una comenlo
gramatiche,
rendere
amatori
si
il
libro corretto,
di
Volume
tofanti,
di
si
ingegnato
moslrare quanto
che nacque
il
questa iscrizione: -
M.CCCXXIV. Tre
anni dopo
la morte di Dante AlWihieri - In questa casa nacque - Francesco di Bartolo - Il primo che in Italia -
53. -
Il
Batines
cita
XXV
codici
di
questo
Comento
primi
n.
10 IG) Estratto
data del
1343;
e
la
ma
postillatori lo ritengono di
lo divise in
mano
ed
assai posteriore.
L'autore
ci
parte narrativa
interpretativa;
vit efticace
Tra
cose
ci
parve
Dan-
misterioso
cammino
di Mos,
del poeta,
anche
di colore
rapprestoria
ivi la
fatti di
concisa ed incal-
di
vedeva
vinceva;
-
la
non
die quella
di Pier delle
il
stria di dettalo.
Fanfanl
fa
antichi
forse
il
migliore,
COMEMATORl.
lavoro
si
44(
la
R.
Commissione
p.
G09.
SECOLO XV.
Bargigi
DELLi GuiMFORTE, L' Iiifemo, Comento tratto da
inediti
due Manoscritti
del
Sec.W
(il
primo posseduto
l'
altro esi-
pagine 760.
Nato
in
Bergamo
nel 1406,
m. circa
il
il
1460.
della sola
Comento
prima Cantica.
Ei ne fece
il
.togliere
senso
si
volgare.
Ed
egli attiene
fedelmente
con assai
facile e
con
istlle
assai piano
e disinvolto recasi
Dove
moderna,
di mitologia, di geografia
cose
meno
N men
mostra nei savi e schietti giudizj sui personaggi che nella storia appaion pi eminenti, non avuto riguardo
Espertissimo pure
condati
ci si
come sarebbe
mitologici
esposizione
de' fatti
niun
gli
antichi
moderni, mostri
si
contenta,
come
pi fanno,
di
sporre a lungo
la lettera,
vennero dalla
intimi spiriti
29
mitologia,
ma
g'
VoL.
11.
450
di quelle
COMENTATORI.
antiche imaginazioni dei popoli, ne scopre
1
le
vere
origini,
ne penetra
Ma
la
parte pi impor-
tante di questo
notizie
Gomento
poema
Tutte
le storie
par-
che forma
a
mano
lngua,
mano
e con
il
descritte dal
s
con
tal
garbo
di
il
nativa ingenuit
di
di stile
da ricordarci
lui
Villani e
ei
Compagni. Oltre
di storico
pi
con un raro giudizio seppe esser piano e misurato, narrando cose che potessero risuscitare le gare non
vicini, ch'egli
ancora bene spente delle diverse fazioni, tanto ch'egli alla lealt di un sincero storico seppe congiungere la prudenza
del
.dei
alla
parte
11
Zacche-
roni
vorrebbe
che
il
Barzza
mal compreso Dante nella parte religiosa del suo poema, onde pens di tralasciare ogni dottrina teologica, per quanto la materia del testo, e la connessione delle cose in esso spiegate glielo hanno permesso. D che con calde ed eloquenti parole mena giusto lamento il
cattolico avesse
Finazzi, dolendogli che per
amor
di parte
la
mutilasse
il
testo
valente
insieme pregiare
il
tipografo
Essa va inoltre
vaghe miniaIl
ture
di
che
si
adorna
il
Codice Marsigliese. -
libro
intitolato a
la
data di
Papa Gregorio XYI, e la lettera di dedica porta Marsiglia, 15 Agosto 1838. - [Y.Di Guinforte
Barzza,
dell 'Ab.
e d un suo Comento suir Inferno di Dante, Discorso Giovanni Finazzi, Bergamo, Crescini, 1845).
^idobemo ed
altri,
COMEMATORI.
Milano, n78.
la
{
451
finita la
terza,
1477).
Il
Terzago pu reputarsi
somma
delle
interpretazioni pi
stimale della divina Comedia dall'eia dell' AUighieri a quel tempo. E gi il Nidobealo, numerando nella prefazione al
marchese di Monferrato gli olio comentalori allor conosciuti comunemente, cio Pielro, e Francesco figliuoli di Danle, Jacopo della Lana, Benvenuto da Imola, Giovanni Boccaccio, frale Riccardo, carmelitano, Andrea di Napoli, ed ultimo,
e di quel tempo,
di
Guiniforte Barziza,
lutti
delle fatiche
quibus
locis
ex divcrsis auctoribus
derivata; quae
possint.
Ma
il
essi
poich
il
gli altri
il
rimanente come
gli
il
sopra
il
antichi espositori.
Dove
di opinioni, la
che fra
gli altri
pregi
da
dire,
che
ci
preserita
come
in
un corpo
le
primitivo
dell'unanime consentimento degli anlichi sul primo e generale concetto di quella. - Berardinelli,
Lakdiiso Cristofouo, per Nichol di Lorenzo della
Magna,
-
de Raguxi. - 1491, 3 Marzo, per Bernardino Renali, el Malhio da Parma. - 1491, 18 Nov. per Petro Cremonese, dito Veronese. - 1493, 29 novembre, per Matheo di Chodeca
di
Quaper
da Palazogo,
bergamasco. - 1507,
17 Giugno,
- 1512,
23 Novembre,
452
COMEMATORl.
23 Gennaro, per Jacob del Burgofranco, pavese. inslantia
di
M.
- 1329,
1536, ad
Gioanni
le
Giolito,
da Trino;
che
si
in fine,
Bern.
Slagnino. - Anche
di
dichiarazioni
di
trovano
;
nelle edizioni
di
Tournes, 1547
lolle dal
Comenlo Landiniano.
Il
il
1424
m. a Borgo,
alla
alla luce
Marsilio Ficino,
tanta
gioia,
nando
fra'
in
umane
di
fosse stato
restituito
alla patria
e coronato
alloro.
- Il
Landino, reputatissimo
a comentare la
il
uomo
XV, imprese
quand'era
della
a compire
il
maggiore monumento
in Firenze,
Lo pubblic
di
nel 1481
una magnifica
di
un
e
peregrine miniature,
conserva
nella
Ma-
mente
di
il
il
Colle.
Landino tenesse e difendesse le opinioni guelfe, e con quanta virulenza calunniasse ed esecrasse le ghibelline, legga
una
lettera
ch'egli dirige
che predicava
lettera
contro
Guelfi disturbatori
La
con parecchi
altri
documenti
Yives
sta
II,
il
Specimen
\\^.- Emiliani
stimabile
il
Lo spagnuolo
e filosofo
il
chiama
Landino troppo
Ridolfi
speculativo
nefle
sue note;
il
per
le
cose firentine;
lo
Bon-
giovann
dice dottissimo
degno maestro
sistema, dice
il
del Poliziano
Minich, pura-
mente ragionevole, con cui fu interpretata la divina Comedia dovea presentarsi col progredire del tempo e col succedersi solto una forma mollo pi larga e complessa. L'antico sistema delle generazioni ebbe il suo termine ed insieme il suo maggiore
COMEMATORI.
453
XY.
Avcc
la
les interprtes de Comdie. Dans cet essor d'inspiralions platoniques qui signala vers cette epoque la vie leltraire de Florence,
h Divine
l'oeuvre de Dante
oflrait
la
pense.
plus
direction
nomm
tait
Cristoforo Landino
si
Alessandro Vel-
Dante
suprieur au
;
moyen
ge,
que
le
moyen
ge ne
l'avait pas
compris
par Platon,
qui la
la
penetra dans
de nos jours avec bien autrement de vigueur et de prcision; pour certaines parties de l'interprtation philosophique
et religieuse, Landino sera toujours consulte avec fruit. Tout rcemment encore, un des hommes qui admirent le
mieux
la
Divine
Comdie
et
la
Vie
nouvelle,
t'historien
lui
la lecture le
de Cristoforo Landino.
d'
associe
cette louange
commentaire
Alessandro
commencement du
la
XYF
siede
qu'anime
le
mme
lits
scolastiques. Pour
tei
de M. Schlosser, un
l'histoirc
littraire
hommage
est
le
un vnement dont
souvenir; en lisant
doit
conserver
ces contdences
le
du
mieux apprci
caractre
dantesques.
de cette seconde priode des commentateiirs Saint-Ren Taillandier, Revue des deux
p. 476.
Mondes,
1.
Dee. I806,
SECOLO
colini,
XVI.
Vellutello Alessandro, Venezia, Marcolini, 1544; id. Mar1554. - Ze nuove ed utili esposizioni sopra la Divina
di
per
portano
454
COMEMATORI.
Nacque
il
in
Lucca
al principio del
Secolo
XVI
mor, secondo
il
L'accresciula lettura della divina Comedia, merc le prime edizioni pubblicatesi colla stampa, fece sentire mag-
giormente
storica
ghieri,
il
ed
la
al
secolo
dell' Alli-
si
cominci ad indagare
spiegazione
di
a'
quei
passi
a cui
sembra che
nel suo
il
perso-
di questi fu
Yellutello
in luce
la
il
verso la
prima volta
veltro alle-
ammessa
L*^
che
- Il
Scaligero,
copioso,
al
signore di Verona.
Minkh.
Yellutello
ma
Yellutello
sta tuttavia
altri.
Roma, 1863.
BuoNANNi
- Y. sopra,
Landino,
Discorso
giudizio di Saint-Ren
Comento
di A. Yellutello.
YiCENZO,
sopra
la
prima cantica
del divinissimo
lissimo fiorentino,
1561
Il
Buonanni
il
afferma
di
acutamente
unito
alla
rivisto
collazionato
Testo
il
dell' Inferno
sua
opera.
in
Quanto
al
Comento,
;
Lasca
lo
tacci d'oscurit
il
uno
Le
e a
buon
diritto, dice
Poggiali.
de' Ferrari,
1855.
1812;
in
Milano, dall'A-
gnelli, 1816.
Nacque
Il
in
vi
Fontanini,
Foscolo,
come Lodovico
di
mano
COMENTATORl.
torno
a'
455
e al Dolce
meno che ad
altri
da credere
il
Dol-
d'un autore a
fine
d'aiutare lo smercio
il
dell'ultima. Sino
Dolce
di
Poema
alla
fossero,
e stampati
ebbe mai
ccii. -
Le dichiarazioni e
le allegorie,
Corniani
chiama
il
Dolce fra
mediocrissimi ingegni
il
pi fecondo
lor
vendono
la
manuale
opera
Daniello
Questo Comento fu a torto attribuito a Gabriello Trifone. buono, ma scarso. Lettera del Ridolfi al
Magalotti,
SECOLO
Volpi Giovanni Antonio,
XVIII.
1726.
Vennero
essi riprodotti in
dal
dal Gaspari
nel 1827;
dal
Roland! 1842; in Torino, dal Lampato, tipogr. econ., 1852. Nacque in Padova, 10 Nov. 1686; vi mori a' 28 Ott. 1766.
Gl'Indici ricchissimi appostici dal Volpi, tengono luogo di
un
Comento. -Il Volpi us gl'Indici, metodo di laudabile sobrielii, ma non bastevoli a dar chiarita la ragione poetica dell'opera.
y.
Lr.
xii.
4d()
COMIMATORI.
Venturi
P.
in
Venezia, dal Pasquali, 1739, 1751, 1772; dal Zatta, 1752, 1760,
in Firenze,
1837;
1811;
in
in
in Parigi, dal
Nato
in
Siena
il
in
Ancona
11
12
Aprile 1752.
Il Sant'Uffizio Spagnuolo, fattosi potente in Italia decret:
che da tutte
le
edizioni con
esposizioni
i
senza
si
valentuomini non
l'Italia,
pena
in l del
nome
Parve
a'
Gesuiti di
ed espositori
;
alla giovent.
la
censura-
rono, la palliarono,
come
se l'autore,
per ostentazione di
Il
P.
Venturi
fa
da maestro
di teologia
insieme e
di
poesia ... La
Ma
la
mente umana
s'
in
mondo. Europa
approssimava palese
impeto
di
di fatalit
da quegli uomini
sotterrasse
importava
VI compiacevasi
che
suo
nome
la
si
con
le
divina
Comedia esaltata
Discorso sul Testo,
il
- Foscolo,
CCVI.
- Il P.
Venturi,
mente
in
fa alte le
ri-
sue meraviglie
perversi
COMEP<TATOIU.
4o7
tempo,
il
P.
e in molli
freddamenle piccanti.
espressioni,
il
ha sparso a piene
e di spiritodi
mani
di
amare
di
molti
satirici,
saggini contro
il
poeta. Ci
non nuoce
s
alla
fama
Dante,
delle
sappiamo,
perch
del
ha trionfato
gloriosamente
tempo e degli uomini, e si levata s gigantesca che pu insultarsi ma non offendersi mai. Pure
persecuzioni
maltrallato dal P. Venturi quello che pi reil Dante golarmente dai maestri messo in mano dei giovani, ed certamente per essi un male non lieve che le prime
Il
P.
Venturi spiega
senso letterale, e
la
in ci
il
segno:
si
ma
guarda al senso morale egli se ne passa senza far parola: nessuna osservazione di estetica, nessuna avvertenza sulle tante bellezze del poema. vero che il bello bisogna sentirlo
da
s,
ma un
vanno
perch tuttavolta
conoscerle.
sono
tanto
ci, e forse
avea
Il
le
sue
non
il
farlo.
Atto Yannucci. -
Giusti
dice pregiudicato
1820;
1807;
dctti,
in
Napoli
alla
Poggiali,
in
nelle
annotazioni
al
preposte
del
sua edizione
attenne
gran parie
Comento
Gan-
che
gli
fu sorgente ricca,
ma non sempre
. . .
limpida di emenfatti
il
dazioni, e fu corrivo
ad usarne
Opponendo
veri,
perseveranza
di
poema
conceduta
tenne
le
dendo,
pi in
l,
458
COMENTATORI.
degli antichi.
Non mila
glior
sit,
il
modo
ma
ne scem
altri.
verbo-
sciolse nodi
Era anzi
;
temperato ad intendere che a sentire la poesia o forse a non potere esprimere quant'ei sentiva. Scrive duro ed inelegante, per non dire plebeo, e non giureresti che fosse
dotto ... Foscolo, Discorso sul Testo, CCYIII. - Coli' acutezza della
mente e
coli'
la
modo che
p.
valse
dell'opera dei
comentatori
che
lo
chiare e sufficienti,
allorch
si
avvide che
il
gli
altri
Procur finalmente
Lombardi
nostro poeta
del Castel-
bello
ed
il
sublime,
ove appunto
si
pretendeva
che dopo
in
far
seguito
secoli
divina Comedia
tre
per
tutta
anche
colla
data
osservazioni, scriveva
il
Dante
eh' quello
del Lombardi. -
Giusti dice
i
Lom-
bardi diligentissimo,
ed
il
migliore
fra
grammatici,
ma
poco ordinato.
SECOLO
XIX.
1804.
le
Con
il
Portirelli intende a
dare
una spiegazione netta e precisa, restringendosi a poche cose, a quelle che riguardano soggetti storici o mitologici,
e trattando assai distesamente le illustrazioni dei passi pi
importanti,
o rimaste
COMEMATORI.
conienti precedenti.
459
dal cemento del
Le pi sono
di
tratte
Lombardi,
rono
e da quello
quelle
del
astronomi
di
Milano,
gli
furono cortesi di
divina Comedia.
ZoTTi
Romualdo,
Fr.
Lontlra,
1808;
fu
ripubblicato
ARR1VABE^E 1811
Parafrasi
in prosa,
Bologna, Franzini,
W Inferno
il
offerto
in
Carpaneti Selmo,
renze,
Il
Purgatorio in verso
Le Mounier, 1844.
in
Trissino Francesco,
testo oriffinale
La Divina Comedia
e
1
illustrata,
col
a riscontro ad utilit
Ritoccata in pi
tuno corredo
di
Comedia illustrata
renduta facile
accingono
in prosa,
Palermo, Lo Bianco,
volgere
in
Coloro che
si
alla fatica di
prosa
la
sembrano non far assegnamento sulla percezione intuitiva, onde il bello poetico sentito quasi pi che compreso dalle menti non addottrinate, n esperti della finezza dell'arte. Si vogliono condur per mano lettori
divina Comedia
i
affinch
via,
non inciampino; ma a
di
s'impedisce loro
1
scorgere
gli occhi,
giovani
il
popolo han
fantasa facilmente
460
COMEMATORl.
Accadr pi
per
un
che
concetto astruso,
vi arrivino
le
ma
espresso poeticamente,
di
di quello
vie tortuose
prestigio,
come
far
il
rimet-
pur Dante
in
mano
fatica,
ai
giovani
lettori
saran
lieti
dovere a se
di
la
stessi
l'
intenderlo
ne porte-
giovani o
di
persone
la
men che
comprenLasciamo
giovani a
essi
il
mediocremente colte
divina Comedia
illustrasse con
a un tempo
e dannosa.
stare
facilmente
si
fuggir
fatica
del
meditare,
sicch
perde per
non sempre
facile e
Come
certi
gustare la
bellezza d certe
averli masticati
forme e
in
armonia
di
versi,
umile prosa,
e peggio ancora,
stile del
e sar quindi un' intarsio di modi danteschi e di modi proprii del traduttore...?
Ripro-
Tip.
per Andrea
Festa, 1855.
Nacque a Vezzano,
a Sarzana
Il
;
Comenlo pubblicato da lei mi dolse tanto pi, quanto che non essendo accomodato al secolo nostro, riesce macchiato qua e l di motti aspri e forse anche illiberali
e insieme impotenti,
li
ma
di lei
che
Lombardi ch'ella assale a ogni poco, Ella e che fu benemerito pi eh' altri mai del poema ascriva quanto scrissi e scriver intorno all'opinioni del
ha
scritti,
del P.
COMENTATORI.
461
di
me
paia di
rivendicare
vero.
che
io
credo
257. allo
negletto e manifestamente
- U. Foscolo al Biaqioli,
Epistolario,
Voi.
s
III. p.
mai andato
della
addentro
italiana.
spirito di questo
voi,
gran padre
mio caro, mi carminate troppo spietatamente quel povero frate Lombardi. Abbiatene un poco di compassione, e ne sarete, credetelo, pi lodato e stimato. - Vie. Monti al Jiagioli, Milano, 2 Dee. 1818,
poesia
Ma
p.
330. -
ma non
l'
numero
delle cattive,
il
ha torto marcio. Io
Biagioli,
la
ho
la
accettando
si
lezione
del Lombardi,
ha accettato
falsa, e
ove pi dovea
troppo
fuggirlo. - Monti,
Sesto di Monza,
-
10 Settembre 1821, a
bistratt
Fortunato
Federici.
il
Anche
il
Colelli
Il
acremente
e
comento del
Biagioli.
fanatico.
Gxamberini Parmeggiani,
1819;
in
Ma-
gheri, 1856; dal Fabris, 1840; dal LeMonnier, 1844, e nel 1846 e 1849, con lagiuiita delle chiose di Brunone Bianchi; dal
Balelli,
1856;
1844;
in Prato dal
Tramaler 1844, 1849; in Voghera, dal Giani, 1842; in Genova dal Grandona, 1839; in Milano, dal Bonfanti, 1827, dal Pagnon; dal Borroni Scotti, 1850, 1855; in Monza, dal CorWtla, 1837, 1855;
Tasso, 1852.
P.
in Venezia, dairAnlonelli,
Costa,
n. in
Ravenna
cui
il
13
Giugno 1771;
le
vi
mori
il
21 Dee. 1836.
Comento
in
racchiuse
interpretazioni
dei
pi
accreditati
chiosatori,
molti oscuri
462
COMENTATORl.
affello nel sacro poenia
di
con
raffreddarsi,
Colelll lo dice
di
i
pi pieni e
Comentatori
II
Crepuscolo,
il
comento
pi
e nel 1855,
Tip. Agrelli;
pel
in
Milano pel
in
1845,
1855;
in
Parma
Fiaccadori, 1844;
Nacque
Verona
il
16 Gen. 1760;
ra.
Ravenna
le
il
1.
Ottobre 1820.
.Niuno de' comentatori avea per anche ricerco
lit
quaci
lui
principali
di
questa Cantica,
le
quali
rendono indulingua
bitatamente l'autor
suo
il
primo
sono
le
grazie,
la bellezza e
:
dovizia
l'
da
maestrevolmente adoperata
l'
inarrivabile
il
magistero dele da
arte poetica,
la
lavoro signoreggia,
ultimo
maschia
eloquenza,
mente sfolgoreggia a' propri luoghi. Ora il Cesari pigli sopra s medesimo questo carico; e l'adempi per forma...
di raffermare, essere queste Bellezze
genere.
saziet
egli
Per
menomar
la
dei leggitori,
e con
mise le cose in dialogo; e cos si apri la strada mollo bene a poter dar luogo a quelle tante osservazioni che si
era proposto, ed a fiorirle di quelle tante grazie di lingua
e di
stile,
ond'era
nuove
att'rtii-
suo regno, n mai per inanzi adoperate Le bellezze del poema, come intendimento suo principale, mostra e ricerca con molta sottigliezza e
il
quanto grande
o vedute da
gusto,
altri.
in tutti
e tre
proposti
si
argomenti,
ma
in
quello
potea n pi n meglio...
COMEMATORI.
Infiniti
463
colla pratica
sono
luoghi,
della
dei
modi
natii
la sola critica
non
la metafisica, si
l'uso
il
ma
da stare al tutto chi non vuol fallare... De' luoghi di dubbia intelligenza ed incerta, d illustrapi oscuri, zioni chiarissime... E questa opera del Cesari contribuisce
pure a far assaggiare e conoscere una buona parte del
bello meraviglioso del linguaggio nostro dolcissimo... Oltre
che
gli
studiosi gli
l
qua e
seminato
suoi
pensamenti intorno
s
l'arte poetica
G.Manuzzi, Della
Il
XX. x\i.
che partecipa
bello
lui
dell' idolatria,
ed affascina
la vista in
modo da parer
ci che tale
gli
non
...
non
ha lasciato
luogo a dichiarare
ragioni
sembra che
l'
E assennatissimo
Ranalli
:
pare
il
giudizio
che ce
ne diede
il
Fra
comentalori e interpetri
profittevole
della divina
il
in
padre Antonio Cesari, che principalmente mir a mettere luce le stupende bellezze della poesia di Dante. E a
se vogliono ogni
nostri lettori,
pregio dello
gli
stile e
modo
d'
pi tosto uniforme
come
unisono
qualche errore
interpretazione e d
lezione,
autore;
alcuna
prolissit
g' inter-
locutori,
di smorfia e di affettazione.
Ma
(perdonabili
uno
scrittore cotanto
importa
di
Ammae-
464
COMENTATORI.
p. 667. Ediz.
Le Monner.
Leone XII, ma
a'
16 Giugno 1824).
11
le
al
al P. Villardi, 4
Decembre
1825j.
al Fracassetti
:
di
pure
Non
fa.
so io
Fermo, addi 2 Maggio 1824, scriveva medesimo quello eh' io mi creda di quelle
traviato e strano
il
dire che
Chi le loda
cielo,
chi
le
manda
il
nella Caina,
meglio, e chi
nulla ne dice.
giudizj io
non so che mi credere, e vorrei pure venire al Rosmini gliele lodava, solo gli parean soverchie le troppe ceremonie che mette in bocca agi' interlocutori
fermo. Il
:
sali inaspet-
tati ed il continuo qarbo d' ingegnosi concetti per farsi leggere con piacere, di che ce ne porge un esempio meraviglioso il Monti [Cesari a Rosmini, 23 Decembre 1824).
Il
Villardi
ne
dettava
un articolo
di
di
lode
nel
giornale
che
il
Cesari
ne
lo ringrazia
(4 Decembre 1825). Rossetti Gabriele, Londra, John Murray, 1826. Nato in Vasto degli Abruzzi il 28 Feb. 1783; m. a Londra
il
16 Aprile 1854.
Il
si
suo tempo, sotto il velo una lingua arcana, allegorica, con una quasi simbologia
esposto le pi ardile dottrine metatisiche reli(V. Bibl.
l' il
massonica,
giose e politiche
hai
Agosto, 1826).
l'Orioli,
il
Il
Rossetti
il
ebbe
a
dire
a propugnatori
Ugoni,
Maroncelli,
il
tedesco Mendelsohn e
de
toutes
le
francese Delcluze,
quale ebbe
les clfs
entrer dans
sanctuaire de
impugnata dallo Schlegel, dal Witte, anglicano C. Lyell, dairOzanam* ministro dal Normant, dal Le
teoria fu gagliardamente
COMEMATORI.
dal Drouilhet
(t.
465
Il
Rosselli,
cos
Giusli,
fa
Dante un
il
settario,
per volerci
veder
troppo, aggira s e
lettore in
un laberinto
d' illustrazioni,
buone e nuove talora, talora ingegnose, qualche volta non buone n nuove. Pure quel lavoro sar di molta utilit: risparniier tempo e fatica a chi verr dopo, e dester ammirazione alla
somma
(
industria
alla
infaticabilit
).
del
bravo ^'apoletano.
in
Classici,
1832;
nel
Jsato
in
Maggio 1790
il
m. a
Roma
la
Maggio 1847.
Brevissime sono
le
note onde
Borghi corredava
sua
per
testo,
qualche altra
nuove
dubbia o manca nell'illustrazione, onde l'autore nelle edizioni diede all'uno e all'altra le seconde sue cure.
Bibliot.
hai
Tip. Gondoliere, 1827; riproCiofli,
il
Tommaseo preludeva
poco
le
al
suo
lavoro,
m'ingegno
di stringere in
molli volumi.
Interpreto
sovente citando:
il
perch
le cita-
concetto, mostrano
onde Dante
intelligenza
l'
e fantasia
riscontr,
come
si
egli fu
poema
stile.
gl'intendimenti suoi e
forme dello
la
rammentare mi cadono
Aristotile.
gli
Bibbia e Virgilio,
inedile...
Tomaso
M'aiuto
di fonti
esempi
di quelle
le
insegnamenti e considerazioni ed
di critico
afl'elti,
pu suscitare
si
T imae
la
natura e l'arte,
la
dottrina
30
466
l'amore.
COMEMATORI.
Le nuove mie interpretazioni difondo
la bellezza
;
in
breve,
senza magnilicarne
n
l
le
contrarie combatto.
Pr^
pongo due. Le
lezioni
le
inter-
ma
a troncar
parvemi debita cosa nello illustrare uno de' pi parchi scrittori che onorino l'Italia e la natura umamolle
e la brevit
na. -
11
Comento
gli
del
Tommaseo ha una
duplice autorit,
i
quello di aiutare
dantesche con
Non mancano
critica,
tocchi
di
soprattutto
argomenti
prezzo della
ti
il
pi parco
il
pi completo
comento
principj della
filosofia,
il
Nato
in
Cambiano
cos
il
il
'
Aprile 1844.
Io cerco,
Poema
dei
allo studio
Principi
e desidero
la
giovent italiana
mi accompagni.
ma
come oracolo
relative
vi
di filosofa:
limitarono
a svolgere
le
bellezze
ad agevolarne l'intelligenza,
Io
an-
nestarono
coloro
co-
non
fatti
menti;
perch
si
COMENTATORl.
nolissiml a lutti
;
4G7
il
mio lettore fissi tutta la sua attenzione alla metafsica. Sovente vocaboli; ma quando essi racchiudono in se un spiego psicologico, od ontologico, logico, o morale. Non principio
e
s
i
pochi concetti sono pi e pi volte ripetuti: ma Dante vi aggiunge sempre una qualche bella variet, ed io non doveva prettermettcrli. Tson pretendo di aver esaurito la filosolia
della divina Comedia.
chicchessia
spirito;
non
vi
sia
fonie
di
altissima
filosofia
ben
vi
attenne
la
che rivelano l'integrit e la rettitudine dello scrittore. BiA>cni Brunoke, Firenze, Le Mounier, 1854; riprodotto
dallo stesso nel 1857.
al
Ho mirato
non
principalmente
coi
ai
suo Comenlo,
quali
non
vuol essere
Perci
u troppo
di io
parchi, per
lasciarli al
buio o imbarazzali, n
sover-
annoto
ma
tutto speditamente:
poche
citazioni,
pochissimi
convincere
il
quandoch
chi
ha un po' d'anima
e chi
gridi:
la
non
il
comentatore
per
gli
bada bada.
per quel che
riguarda l'allegoria
seguito
principale,
la
prima
ho sempre
la
pi semplice
al
e quella
che
ho stimalo
pi
conveniente
anco
di
men
chiaro o
468
COMENT ATORl.
si
ma, non
il
la
impero conduce
11
che l'uno rispellivamente quasi sinonimo dall'altro), ho messo in mano ai giovani questa
a
mondo
virt,
s\
doppia chiave,
Bianchi
al
di cui
volgendo accortamente or
1'
una parte
aggiunte
Comenlo
del Costa;
le
1849
cambiadi
alle chiose
quel
comenlo usc col solo suo nome. Sobrio, limpido, vivace, a quando a quando ti accenna le pi singolari bellezze dell'autore, non senza metterti in rilievo assai opportunamente, ove gli venga il destro,
i
A
tra
nostro avviso,
il
Comento
del Bianchi
pi
adatto
dir
tutti ai giovani,
sieme,
con
le
ad intendere
difetto della
accosti a leggere
al
il
bello
il
grande,
Brunone Bianchi di Firenze ci diede nel Dante pubblicato dal Le Mounier un buon comenlo che divenne popolare in
questi anni, ed a giusta ragione. di Torino, Aprile, 1861.
Nuova
Barbera, 1864.
Ecco rintendi mento dell'illustre interprete. Divisai di porre insieme un Comento che servisse spezialmente al giovani, e che potesse generalmente essere ammesso nelle scuole; non troppo prolisso, ma neppur troppo breve; non troppo
ricercato ed artificioso,
ma neppur
adorno...
Ho
profittato
chiosatori che
mi han preceduto; e poich sempre, e pi particolarmente, ho avuto sott' occhio i Cementi del Venturi, del Lombardi, del Costa e del Bianchi, cos da questi quattro Comenli
COMENTATORl-
469
note,
di
Il
almeno
la
sostanza
di
esse.
ch'io ho profit-
del
Nannucci, quasi
un
italiane scritture,
riccorrere? -
mancome
come
del con-
per
dichiarazione storica
e mitologica
breve
e conciso,
ma
tino a
tal limite,
delle difficolt e
dubbiezze che
chiarire.
E neir avvertenza alla seconda edizione, il Fraticelli ci assevera, come tutto ebbe l'animo a migliorare il suo Comento, per quanto gli fosse dato, cos nell'ordine
come
il
lavoro,
sia accrescendolo, e
anche notevolmente,
punto n poco
ijUmamcnli
N.
e
il metodo che dapprima si prefisse di seguire.;) Tommaseo Nicol, Comcdia di Danle Aif/heri, Con Ra-
Tommaseo
il
seguente
di
ritratto di
tutti
poesia
lingua,
si
compone
dir:
stile,
numero,
alletto,
il
sommo;
A
dura e pi giova.
s'oppu-
uomo che pi ne
un
ei
il
dopo
Tomma-
seo narrando
si
venisse svolgendo,
e or/ni
e
cosa avergli
Arte, p. 488.
il
cuore e
la
mente
di tali sentimenti,
Tommaseo
470
COME?iTATORl.
ed interprete del
Tommaseo
ci
di
E. Dall' Ottaviana,
Voi
II,
A.
II.
p. 707. -
Crediamo
di poter asserire,
il
che questo
migliore
11
Comento che
di
abbiamo dello
i
altissimo poeta.
merito suo
ma
pi che
sufficienti
alla
piena
letterali
i
sono preziosissime,
riscontro
Padri,
dai
quali
Dante attinse
in tutta
fa
gustare
filosofiche,
per cui
i
Comento svela
l'
il
quale dett
ciancie
a virt,
sonore,
poeti.
Ci
voleva un
rifiutare
il
uomo
nudrito di
forti
latte delle
ed
i
intarsiati la Bibbia
ed Aristotile, Virgilio e
coi
Tomaso,
Padri
della
Chiesa
poeti
prosatori
di
il
dell'antichit
pagana,
le scienze quali
Dante, e quali
tutto in breve,
con chiarezza, con eleganza, con precisione. Chi conosce lo N.Tommaseo non esiter a dire: Questi e desso, e, secondo noi, non mai meglio si vide che in questo suo
di
Dante,
delle
cose sue e del suo secolo lo pose in istato di mettersi denscerete cose del suo autore.
in
......
di
Convita,
veniva
trasportarsi
in
quel secolo,
viver
quella
respirare
quell'atmosfera,
informarsi a quella
societ
mista di squisita civilt e di rozza barbarie; insomma conveniva conoscere a pieno quel secolo colle sue virt, coi
COMEMATORl.
vizi.
471
Quanto da .questo lato fosse anclie ben munito suoi Tommaseo, facile il vedere chi vorr percorrere le il
sessanta
edizione
e
pi
pagine
che sono
del
poste
innanzi
in
a questa
e
del Rejna,
in
le quali
si
vanno tutte
Secolo
di Dante, -
prefazioni
dissertazioni
cui
tratta
di Dante, - della
Vita di Dante, -
deW Amore
-
Nuovo Amore,
Guelfi e
Dante
Pe-
Ghibellini, -Dottrine
in Firenze, - Trionfo
Dante,
Monumento a Dante
di Dante, ecc.
jSon cerco
fama pubblicando un nuovo comento della divina Gomedia: mio unico scopo di procacciarle popolarit, rendendone facile l'intelligenza. Sono molti che ne hanno letto qua e
l
i
a fondo.
di parole
la
infastidiscono
il
con
frequenti
il
polemiche,
lasciano
perplesso
di
lettore novizio,
avere
in
breve
. .
la
andare innanzi.
Io diedi
ommesso
in
alle lezioni
alcuno per poco che ne fosse d'uopo, ed ho poi sempre avuto cura di essere parco al possibile di parole, senza
danno per
nienle.
ho inteso principalquesto
- Il
Comento: Il Gregoretti intesa a render domestica la lettura del poema in un'edizione, che deposto ogni apparecchio erudito, desse nondimeno aiuto bastevole, ai giovani specialmente, a penetrare giustamente
il
senso e
al
le bellezze...
Ridurre
le
note
'a
poche e succose, e
ogni discussione,
e bastevoli, lasciare
472
sussidio che
COMEMATORI.
non dispensi dal meditare, e supponga coltura non ignobile nel lettore un servigio reso agli studiosi.
per sobriet di note,
non
iscarse,
ma
mostrazine
difesa,
e senza indugiarsi
da
altri.
E nondimeno
le superfluit, e certe
danno
del libro...
fatta sulle
Buona
lezione seguita
in
questa edizione,
RoMAM Matteo, La
li
Romani
nel suo
si
propone
di far
conoscere
e politico
il
poema dansolo,
tesco
concetto,
religioso
delle parli,
non
ma
nell'indole
dell'inven-
tamente lodevole; e noi non potremmo che approvare chi desse oggid un comento della Divina Comedia, come gi usarono i vecchi espositori, seguendo la forma di discorso
illustrativo, e
portandovi
tutti
che
il
da
meno
esercitati, e
da in-
intelligenza
del
poema
di
collo spogliarlo
di
irto
quanto ha di o la pedan-
teria
farebbe opera di
somma
Come, per esempio, comprendere giustamente il carattere e l' importanza del viaggio dantesco, se non si evocano le leggende popolari che precedettero il poema, e da cui questo prese le mosse per incarnare un concetto ch'era in cima in tutte le preoccupazioni del tempo? Come vedere al vivo quanto la divina Comedia riepiloghi in s
utilit.
ed esprima
riflette,
gli
si
la vita
tempi
di
Danle, e
le
COMEKTATORI.
condizioni civili e religiose della societ del Medio
473
Evo?
Il
conduce d' un lettori per entro al labirinto del poema, cercando tratto mostrare l'intento cli'ebbe l'autore, e dimenticando che il
ci,
miglior
modo
Quel
di
alla
luce
dei tempi In cui visse e nel succedersi del casi suoi e della
nazione.
eh' egli
premette adunque
Virgilio,
al
suo Comento
alla
Introduzione
additargli
ze,
del
personaggio
a dar
di
avrebbe potuto
alla creazione
si
la necessit di
che concorsero
;
forma e sostanza
a
dantesca
e noi
la
queste indagini
le
estendesse
sua illustrazione.
deduzioni a cui
una minuta
II
e diligente conoscenza
che produsse
la
campo
poema medesimo,
modi-
sorrette da
Romani
Infervorato a voler
non
politico, e sostiene
poema...
Il
lavoro
del
Romani, comunque
di
In
va lodato pel
II
mostrare
A. F.
qenza di
1862.
tutti,
La Divina Comedia di Dante Allighieri alla inleLiStudio di un Solitario, 2.^ediz. Firenze, Fioretti,
Oltre la ragione premessa a cadaun canto, piacque al Comentatore aggiungervi le Note letterali a pi del testo, ed alcune osservazioni sulle cose pi notevoli. Cinque discorsi, cio uno sul poema in generale, uno alla Une idi ogni cantica, ed uno lnale crescono pregio al lavoro. Avvi da ultimo un utilissimo repertorio alfabetico che somministra le cognizioni d'ogni
474
filologiche,
COMENTATORI.
aneddotiche,
artistiche,
scientifiche
che sono
col
Comento compilato su
Napoli,
tutti
migliori,
particolarmente su
Lauriel - Rondinelli,
1850,
Il
Edlz. interamente
Sig. Andreoli ci
al
rammenta
al
di
singolarmente:
testo,
comento e
ammlnicoli.
Quanto
ommeltendo
di
darne
11
la
ragione,
dove
gli
sembrato
Comento poi ne dichiara d' averlo composto, profittando dcHopera d quanti ne lo precedettero
doversene scostare.
da Pietro, figliuolo
a tutti
il
di
Dante, fino
ei
al
Bianchi.
Ma
nel
saperne
debito grado,
molti
altri,
Come amminicoli
Comedia introdusse
la
da Leonardo Aretino e rifece gli argomenti a ciascun Canto, agggiungcndo una indicazione delle cose pi notabili nello
immortale poema.
dall'
Or
tutti questi
lavori
furono
condotti
Andreoli
non
comune
Le note
lezione
del testo,
non
vi
sembri
meglio quella
da
lui
accolta
proposta.
Ma un
mente le note stesse il modo semplice con cui sono dettate. Ond' desiderabile che questo libro corra per le mani degli
studiosi di Dante;
tendere
il
1'
esempio
vere
lo
scri-
in
prosa. Di questo
comento
in
cos scriveva P.
il
Fanfani:
Cominciai
a guardare cos
generale
modo tenuto
su V im/eniosus ; e quanto pi guarne contentavo, per forma che ne sono venuto alla conclusione, che, se l' Andreoli non ha tutte
a volere
anche
farci
davo, tanto pi
me
quante
le
ha per altro
le
pi
COMENTATORl.
e le pi nobili
;
475
e che
il
vociferali
tale
che
Io
della
antica
lingua,
alieno
da quelle
spavalde invettive
da
quelle puerili
latori.
altri comenInsomma parmi, e frcmant aliqul licei, lberius dicam, esser questo Comento dell'Andreoli il pi acconcio per mettersi in mano a' giovani. Il Borghin, 1864, p.
sottigliezze
170.
COJVIENTI PARZIALI
1477.
Jacopo
di
Dame.
In
vi
line
morale
Comedia, dice
il
Berardinelli, che
d'avanzo
lui
Anche Busone da Gubbio, amico ed ospite di Dante, ci lasci come un'argomento in terza rima della divina Comedia e del fine che ha. (V. Berardinelli^
del Padre. Il
poema
Giov. Strozzi,
di
di
di
Cosimo Burtoli,
appresso
di Dante
il
G.B.da
Cerreto, t
XU sopra
varii luorfln
Firenze,
Torrenlino:
furono
In quest'anno
dava pur
sua
prima Lettura sopra Dante che comprende un'orazione e XII Ltzioni sopra l'Inferno; nel 1555 la sua seconda Lettura,
comprende un'orazione
con
Lezioni;
;
nel 1556
la
la
terza Lettura
un'orazione e IX Lezioni
nel 1558
476
quarta Lettura con
COMENTATORI.
Lezioni;
la
con
sesta Lettura
con
Lezioni;
nel 1561
settima Lettura
con XI
lezioni.
Furono tutte
XXI
lezioni.
PiER
luofilii
FRANCESCO,
Lczioii quatlro
schiarimento di alcuni
Degi influssi
celesti
Dell'or-
e significali,
Venezia,
De Franceschi.
1727.
cosette
intorno
la
si
il
Negri,
Cionacci
l'Agostini
vogliono ne
il
Comento
/'anno 1749, Verona, Ramanzoni. Questo opuscolo fu riprodotto nell'edizione del Zalta 1757 col titolo di Osservazioni
Morando Accademico fiorentino sopra le tre Uosa Morando manc di vita a soli 24 anni; Fu, dice il Cesari, grand'uomo in letteratura, compose tragedie ed un bellissimo Canzoniere. Dante in ispezialit am, e al suo nome prest assai utile servigio, singolarmente nelle contrannote fatte al comento del P. Venturi. Gran conoscenza avea del latino e del greco, anzi pur del tedesco. Per tanta dottrina e per non minore piet lasci di s alla patria un
di Filippo Rosa
Cantiche.
Il
Morandi ricomparvero non poco accresciute nella veneta edizione di Dante che Antonio Zatta con gran pompa di rami ci diede: ricomparvero, che l'autore gi pi non era tra i vivi. Vi si scorge oltre la perspicacia, il
Le Osservazioni
del
giudicio, ed
il
una
cosa.
COME?iTATOrJ.
i ;
alcune citazioni, che pi, che ad aggiunger prove, a ostentar servono erudizione: ma queste cose medesime io non
so bene,
se,
massime considerala
l'et,
di
perdono sieno
Terminate di copiare
le
Termina con
e tralasciate nella
editione
all'
tractatuum
divi Zenonis,
insegna delsi
l'Ancora,
1844.
Padova, 1822,
giovarono
in Firenze,
Muzzi G. Annotazioni alla 1817. Renzi A.; Marini G. Divina Comedia, Firenze, all'Insegna dell'Ancora. - Per queste
;
annotazioni
si
servirono
gli
Autori
del
dell' antico
Comenlo,
al
Comento
attribuito
Boccaccio,
di
quello
di
Lucca,
1732,
tutto pieno
di
note marginali
vo-
Dondeysino
Dupr.
1776:
a 5936.
- iSel
si
Estratto di Dante,
notano
1819.
Perticari
Giulio,
Annotazioni
Milano,
sopra
-
la
divina
Comedia,
Bologna,
di
il
Gamberini-Parmeggiani.
di
Riprodotte
di Firenze,
la
nell'edizione
Roma, 1820;
1823;
1836.- Anche
478
co MESTATORI.
sua Difesa di Dante Allighier in punto di Religione (1836), e nelJa sua Lettera critica intorno alle Epistole latine di
Dante, Venezia, 1844. - Lo Scolari
degli sludi Danteschi,
in Italia
si
il
a bel difillo
onoralo
la
e fuori.
ad illustrare
ma
Nuova
^W Egloghe
il
latine
Lo Scolari
e
difese inoltre
grande
il
primo a pubblicare
viso,
dell' Allighieri
in
italiano
cognome
(Treviso,
Canti
Inferno, Milano,
I.
R. Stamperia.
U edi-
il
Comenlo
De
in rettificazione e
Rieti, Bassoni.
supplemento
all'
edizione Macchiavellana,
Critiche
e Filologiche
alla
di
Bologna molle
COMENTATORI.
1825. Biondi Luigi, Ragionamenti
479
intorno
32,
).
alla
Divina
36, 37,
Coniedia
33,
Giornale Arcadico di
ViCENZo,
Roma
1825.
MoMi
MoMi
Peiticari
Costanza,
iXote,
Milano,
Betti:
Il
ed all'imitazione del divino poema. Eiscriveva Comento dell'edizione che il Beltoni promette
di
Ma
del
mio non
al
vi sar parola.
non trova
altro
chiosatore
(5 Maggio 1824).
tal
E Costanza a
anima. - E
comenta
coli'
ingegno,
ma
si
comenta
il
Monti
al
Federici:
Delle
alla divina Comedia non voglio che se Queste tn d'ora saranno tutte a vostra disposizione, e se manderete persona che le trascriva dal margine dell'edizione del BagioH io ne lascier in sua mano lo autografo, come gi vi feci intendere dalla viva voce del Viviani, se pure fu per lu ben adempita la mia commis-
ne
sione.
11
Viviani
non ha avuto
alle
mani che
le
postille
il
di
Comedia sono
Monti
al
tutte
senz'ordine,
Lomsul
Comento del
Biafiioli
Purgat. dal
al
Mounier, 1847.
1842.
1825 Foscolo Ugo, Discorso sul Testo, Londra, Pickering, - La divina Comedia illustrata, a spese di Pietro
Rolandi, Bruxelles,
con data
di
Cans.
Il
il
consentut-
vanno e andranno
poema
e le intenzioni
480
di Dante. -
COMEMATORl.
Ugo
Foscolo,
con-
come
ipolesi soltanto.
Quel discorso,
capolavoro
di
onde conoscere
cos
come
fu pubblicato,
si
ridotto
minori dimensioni,
scritto intorno
al
sia finora
. . .
Dopo
le idee del
l'uomo
egli
politico,
parlando
quale
Storia
modul
l'altissimo
canto. - Emiliani
Giudici,
25 Feb. 1826
Ho
letto,
e meraviglia,
mai
dirle
il suo bel discorso, sul testo di Dante; n potrei quanlo mi sembri superiore a quanto si scritto
in Italia
non solo
in
questa materia,
ma
in
Le Mounier). E
Il
Gius.
Mazzini
cos parla
il
di
Foscolo distrusse
imposture letterarie,
anacronismi eruditi,
ai
mille errori
un nome o
di
un'accademia. Distrusse
la cieca
fede nei
e della
mente
Dante.
locali
Distrusse
sistemi
originati
meschine vanit
d'illustri
di
o dalla
riverenza adulalrice
la
discendenti
storia
dei pellegrinaggi
Dante,
si
e contaminavano l'anima
pi
venerazione
di
al
pregiudizio
all'
toscano
fatale al
testo - l'abitudine
siero, alla
dar predominio
estetica sul
pen-
forma sull'idea,
del fine.
in
Condusse la critica sulle vie della storia. Cerc Dante non solsrmente il poeta, non solamente il padre
COMENTATORI.
della
481
il
lingua nostra,
il
ma
il
riltadino,
riformatore,
l'apo-
stolo religioso,
la via,
che
tempi,
l'educazione,
la
vita
infelicissima
su Dante
muovono
pi severi
e filosofici,
pi
industrie
sudate di spiluccatori
comunque
dovuto pei due terzi, Dscorw sul Testo e agli altri scritti di Foscolo intorno a Dante: se un giorno avremo un'edizione del Poema da non ritoccarsi pi oltre, sar dovuto alle norme con che Foscolo condusse l'emendazione
di
sillabe,
altri
pensi,
al
blichiamo.
Scritl letterari di
un
Edgardo
Ediz.
Le Mounier, e
il
ma non
cadde mai
in pensiero
al
di
dare
in
suo
quale ce ne ha dato
men che ha
potuto, pensando bene che nessuna curiosit pu sostenersi, quando non vi corrisponda molto diletto e molla utilit. Fra le poche eose osservabili che inconlransi
le
Il
grandi studiosi della lingua che possa imaginarsi; e di che occhio ei guardasse quelle voci facile congetturarlo.
1827. Talia P. GiAMB. Comenlo estetico de' sei primi canti
dell'
Venezia, Milano,
Fonalla
lana.
1828.
Galvani Giovanni,
Sac](iio
di alcune postille
31
482
del
l'
COMEMATOUl.
Tasso furono consultate per l'appendice
alle
nolo del-
Ne
fu editore
Gaetano Mazzocchi
dal Tasso,
si
di
postillato
di Pesaro,
modi pi
eletti, e perfino di
ingemm
la
di postillare la divina
Co-
ma
e vi appose pure
osservazioni,
quando
quando interessantissime
La Divina Comedia,
il
co'
migliori
e Muratori. -
li
Bozzo, scriveva
abbia
la Sicilia.
Dopo aver
in cui
ad una or intorno ad
da dotti uomini,
stati
fin
poema,
si
ne reca
la lezione
pi approvata
che ne sono
Giugno, 1832, p. 177. 1834. Torelli Giuseppe, Postille della Divina Comedia,
Il
Pisa,
Capurro. llta
Torelli, scrive
il
manoscritto originale
le
portava questo
della D. C.da
Chiose
:
me
:
e in margine
S. JS.
D. B. Finito di rivedere
il
giorno 15 Aprile
se ne erano giovati sopra un manoscritto loro partecipato dal Labus, in fine del quale v'avea questa nota: L. D. G. lo Gius.
Torelli
queste
di-
e che trovarono questo lavoro nel sguito del manoscritto. 1837. Lami Giovanni, Postille su Dante, Firenze, Fraticelli
'
COMENTATORI.
piegare le note falle a Daiile dal Padre
gesuita,
e
483
Pompeo Venturi,
quelle del
del
Postille
specialmente
Paradiso,
Alcune
Lami
de'
due primi
canti,
Torino
p. 445.)
Pomba.
secondo
Le Mounier,
Governo.
editrice. -
(Due
xxv
del Purg.;
i
verso 91,
e.
due
letture,
1841.RONNA
Truchy.
1842.
A., Postille
La
Fossombrone,
oratoria poetica
e storica.)
tre appendici,
Brescia
Minerva.
Questi
studi
furono
decorati
gli
del
primo
letti
premio dall'Ateneo
nell'anno
dove l'autore
essi
i
avea
1843. - Contengono
e
seguenti capitoli.
-
Introduzione
piano dell'opera;
JSote.
IL Confutazione
li.
Dimostra- IV.
JSote.
veltro,
e il
Note. - V.
e
Quando
Divina Comedia
Note.
particolarmente
Cantica
dell'
Inferno
e
VL Musaici
ed anagrammi
nella Divina
Comedia,
di Piuto. -
Dante
in
le_
484
COMEMATORI.
a'
Appendice
III.
va-
pubblicava inoltre seguenti scritti Dei nuovi Studj sopra Dante pubblicati da M. Giovanni Ponta, Milano, Bernardoni,
i
:
La interpretazione storica della Divina Comedia, Padova, Tip. Liviana, 1847. - Della Letteratura dantesca contemporanea, Milano, Redaelli, 1846; Padova, Crescini,
1844. 1848. -
fase,
o,
18)o. -
Della
Luna tonda
Divina
ecc. ecc.
un
giovine filologo
Poma
P.
Marco
pa-
Roma,
Perch'
io te
sopra
P. Ponta,
di
Somasco, fu
si
poema
parole dell'egregio
suo laudatore,
pensieri,
di
s
sempre pi degno de' suoi che nel resto della vita non ebbe quasi potere
P. Calandri,
la
richiamare altrove
mente.
quella
suo Auoro
pi
illustri
danteschi, e dell'
Ozanam segna-
L Orologio di Dante
prontezza dei segni
indicate e descritte
;
dello Zodiaco
fasi
diurne
le
;
ore
nella divina
Novi, 1845)
cui pregi
dall' affettuosissimo
amico suo,
P. Giuliani
continuazione deirOrologia
l'
fece seguire
La
Il
intelli-
dnza
di
alcuni punti
P.
cosmografici
della
divina
Comedia
e
(Roma, 1843).
molte
20 Maggio 1314 a Guido Novello da Polenta, sostenuta dal dottissimo G. Bernardoni {Gior. Are. Roma, 1845) dett U
;
COMENTATORI.
Saggio di Critica ai nuovi studi di Dante
profess.
485
alighieri del eh.
(Roma, 1845 e 1847); saggio riputato dal modello compito e perfetto, sagacemente illustr con note molto pensato e maturamente condotto assennate l'osservazioni che l'astronomo Lodovico Ciccolini avea fatto sulle quattro stelle ricordate nel i. Canto del
Picei
Picchioni
qual
comenio
di Pietro, figliuolo
premessa
alla
stette gagliardamente
la
nel
ritenere
di
Dante
famosa epistola
combattuta
al 1394,
comento del da Buti fosse apparito a luce non dal 1385 come il Torri e il Batines, ma nel 1397 (Roma, 1848)
delle
beate sedi,
celeste
secondo
il
la
Rosa
(Roma, 1848);
di
il
Fracasselti
la
Non
vide me' di
e
la
me
chi vide
vero.
L'Orologio
Cosmografia
descrizione
del
Oltrecch
e scrisse delle et
Canto
dell'
Inferno sino
la
xxvm
umana
appella, e che
da quel luogo
gioventii
la
poi e per
e
il
lutto
senio,
si
il
paradiso raffiguri la
allorch
vecchiezza
l'anima del
viatore
rimarita a Dio.
Le ultime
nuova
diede
ducente a conoscere
e intese alla spiegazione di molte sentenze di tal libro, e a renderne sincera la lettura. Lasci inoltre inedita una dissertazione sugli intendimenti di Dante Allighieri intorno
al
Delle opere
480
del l'onta
COMENTATOni.
scriveva
:
celebri e studiale
tremolare avanti
/'
intelletto
una luce
P.
Ponta nacque
in
21 Luglio 1850.
tolte
da' pi ac-
1846. Emiliani
Giudici
divina Comedia,
accompagnano
concepite a
il
Testo,
di
ei
dice nella
Prefazione,
saranno
quasi
modo
il
brevissimi richiami,
tgli,
e desunte
secolo XIY.
Lo Zani
lo
si
e nell'attingere
mostra valente nel notare le bellezze poetiche il senso letterale della Comedia, ma il P. Ponta
1854.ScALViNi GO\nA,bresciano.-?h
il
di dieci
anni
fa,
scrive
scritti
Tommaseo,
lasci a
io
li
letterari,
che
quali
poema
qua
e l
come
principio e saggio di pi
egli era e
ornato di studii
alla divina
abbiamo
Comedia, e
si
spesso a spargerla di dubbiezze e a raffreddarne la passione, anzi che metterla in luce e farla (se pur tanto mai possono)
pi efficace al commuovere. Queste noterelle congiungiamo
con
le nostre
a' suoi
luoghi
Tommaseo, Comedia di
Poema
di Dante per
Commentatori di Dante
lezioni cavate
da antichi codici della Divina Comedia, con osservazioni sulla loro bont e scelta - Osservazioni sopra
COMENTATORl.
le
487
bellezze
notate
xvii-xxm
Pensieri
lavori
Poema
Questi
importanlissimi
ed opera
Torelli.
di
della
nuova InterStoricodel
l.^
- Sposizione
morale
nuovo Comenlo Storico-morale-estelico). Forl, Bordandini. La Civilt Cattolica, che con troppo acri parole combatt
Sposizione estetica
(Prolegomeni
libro
vada ricco
di
1861.
Giuliani
Giambatista,
Metodo
di
comentare
Firenze,
la
lui proposto,
Le
raffrontare
la
e degli uni
mi
valsi
ad illustrare
alla
o a vifila
cenda.
quella
Poscia
dispiegatemi
tela,
mente
svariate
di
immensa
di contesserle
vito,
della
mi sono
fidi
maestri.
Rin-
de' nostri
e dei Provenzali,
le
della
Toscana
orme pi
sincere e le dimostrazioni
e babbo,
mamma
e valse
a descrivere
universo.
Qualora poi mi
e se le
mi
in
chiarivano
liberamente
elessi.
:
Pari-
menti mi diedi
a leggere
i
e studiare ne'
moderni
dove
488
nella Comedla,
COMEiNTATORI.
ma
si
grido,
e che pel
gran vantaggio
simili studi si
Quando
mi venne meno, disperato di buon riuciascheduno vedesse e giudicasse a modo suo, non volendo io sopraggravare co' miei dubbi
tutto ci
i
altrui.
Cosi
fin
il
prof. Giuliani
nella
in
sua Introduzione. -
Il
Genova pel Samboino la prima proposta del suo nuovo Gomento di spiegar Dante con Dante, al quale aggiugneva un nuovo Saggio nel 185i,
Giuliani
il
lui
pubblicato,
Gomento
dell'Epistola di Dante a
Gan Grande
cauli
dell'
l'interpretazione
ciascuna Cantica,
massimamente
nersi,
del
il
primo Canto
com',
poema,
Di,
(^iegli
Anche Giuseppe
sulla divina
Comedia, e avea
ci
senza
rifarsi
tanto dall'alto,
vederci
poema,
e manifestare
il
suo
il
modo
di
Ed
che quando
el
tanti
patimenti
davano
qualche tregua,
modo
-
di parlare
con
lui
fosse.
La divina Comedia
fu
sempre
protesta d'aversene
COMENTATORl.
laiii
489
cosi, e per anni e
dalla
canto
un argomento a modo di dichiarazione, esteso pi o meno a seconda dell'importanza della materia ivi contenuta; sulla base di quelli del Borghi con qualche rettificazione.
Poche note
le altre
gli
e quelle
e per
poema,
e per
argomenti
di
ciascun canto.
dell' Allighieri
materia,
ossia
quando
il
senso
lo chiede,
ma non
esser
bigotto.
Comento
riflessioni,
il
Mutuo Soccorso)
il
Rovereto,
Caumo.
Comento
radiso.
Rezza
proposto di fare
occhio
ci
parve importantissimo, e
prefisse.
d Firenze,
nella
490
COMEMATORI.
COHESTI
IN
CORSO
DI
STAMPA
Da Marzo
Dante scritta dal Boccaccio, con annotazioni critiche, il primo canto dell'Inferno, con parte del secondo.
todo tenuto dal comentatore a
morale,
e tutto
11
me-
me
ci
dove
cade,
si
e filologico.
Dal
argomenta che debb' esser lavoro di somma importanza, ed assai ben condotto, se non quanto ad alcuno potr senbrare un poco
troppo prolisso.
Borghini, 1869,
i
Ma
1.
aspettiamo vedere
lavoro
p. 510.
il
seguito, e allora ne
P. Fanfani,
prenderemo materia ad un
critico.
Dopo due fascicoli usciti, a Bari, il Comentatore venuto Toscana ha ricominciato da capo la stampa con maggior eleganza e con nuove cure (Firenze, Grazzini, Giannini). A quest' ora non uscirono che 3 fascicoli che se il buon
in
:
giorno
18G3,
si
il
lavoro del
S.'^
De Marza
promette
li.
574. -
e che
la divisione
fattagli
morale,
in estetica, la
in storia
e in filologia,
sfera
critica
nella quale
i
si
precedenti,
la
cos
risponde da tutti
lati
dai
quali })u
G. C.
Il
essere
di studio.
Centenario, p. 171.
Bi-NASSUTi Luigi,
(Manif. di associazione, 12
Civelli).
prefigge
al
il
Benassuti nel
ei
vuole rivendicare
cattolicismo
la
un
divina Co-
COMEMATORl.
media con solo
tazione
ei
si
491
fine cattolico
ma amano
mano
nell'interpre-
a provare,
una progressione nel falso che nel Dante ad un concetto o puramente naturale e civile, o appena appena con solo un'ombra di cattolicismo. In secondo luogo egli intende illustrare qualche cenlinajo di passi non finora compresi e lasciati nella loro
interpreti vi sia piuttosto
vero,
avendo
essi ridotto
di disegno.
cedo
III.*^
difficili,
seguenti I." JSumero dei canti; 11.^ ConTempo; IV. Luogo; \.^ Persone ; VI." Brani pi poco nulla intesi; VII." Dante ad uso dei pittori. i
che sono
Li tre riparti
si
suddivono
sotto
di
in tanti
riparta secondarli.
Tempo comprende
;
li
se-
guenti casellini:
storica:
\\\.^
.^
Epoca
fittizia o poetica:
PJpoca reale
in
Stagione
e questa
si
suddivide ancora
di
dopo l'equinozio
Sole In
(a)
ecc.:
(6)
luanti
e questa - Y."
(giorni
dopo:
[c]
ecc. - IV."
[b)
Lunazione,
(e)
pure
Mese.
di
si
suddivide:
segano:
del
fase:
giorno.
\III."
VII." Settimana.
Giorno
viaggio.
giorno.
alla
X." Giorni
fretta:
di
W."^ Ritardi.
cronologici.
XW
Eccitamenti
XIII." Accenni
Finito
il
tanti casellini:
storico: U\.^
Tempo viene il Luogo che va diviso cos in \.^ Luogo fittizio o poetico: 11.'^ Luogo reale
Punto di partenza: l\.^ Aggiramenti. \.^ Di[b]
di circonferenza: di trada
-
diametro di circonferenza:
[d]
al
Purg.
geometrici:
W.^ Accenni
I."
topografici:
le
W.
Prove di altezza:
sotto di se;
Seguono
(a)
ia)
Ans^eli:
pe:
il
[d)
Pene.
Queste
offrire a
ricerche escogitabili,
di
qualunque
492
COMENTATORI.
dubbio ci possa sorgere in capo, onde, com'ei si ripromelle, chiunque si accosti a consultarle, dovrebbe trovare il nesso
e vedervi l'unit del gran pensiero, non polendo non rimaner colpito dallo sterminalo Ingegno creatore di Dante, come da cosa non vista mai. I brani non inlesi sarebbero numerati nel lor casellino, e in Une d'ogni tavola ei ne dar la somma.
di tutto
II
di passi
pi ttorici.
Le tavole
alla
disegno generico dei due nostri emisferi che dimostrer la Divina Comedia essere una sintesi della Bibbia. Questo
disegno, unito al primo volume, viene poi spiegato nel di-
scorso preliminare,
alle tavole
ed come
ei
la
astronomiche,
Queste notzie
ci
primo volume uscir nel Febbrajo, e noi ne aflrettiamo col desiderio la pubblicazione, perch .siamo ben certi, checch ne sia stato detto in contrario,
Il
il
che
nel manifesto
di
associazione
il
S.""
Benassuli
abbia
men
che
intorno al
programma
ed ove
fosse stalo pi
meno
arrisicalo,
pi ampliaraente
avesse svolto
accollo
il
con
plauso.
spero che
di chi
il
S.""
Benassuti
vorr
perdonare
Il
alla schiettezza
veracemente
P. Sorio
lo slima.
da V,erona che
e
di
fece a tal
uopo
di
comparativi,
PiDiuM Bartolommeo, [Parvoco de' Ss. Apostoli in Venezia) Venezia, Tipografia pel Patronato dei Ragazzi.
COMENTATOHI.
li
493
Pedrlni
ci
fa
sopra
pi
e
grave
e
le
serio
che
sia
utile
a quelle persone
intenderne
il
senso.
lo
pi storiche,
chiare.
COMENTI INEDITI
Francesco di Dante
(?],
contemporaneo ed amico
tati.
di
Zanobi da Strada,
Comento
Bonagrazia,
detto poi
del
Graziuolo,
figlio virili
di
Bambagliolo,
notaio, l'autore
Trattato delle
morali, in cento
coment
l'
la
citalo daldi
C. xin.
col
nome
la
di Cancelliere
carmelitano,
contempoe
di
raneo
cui
di
Fiorita d'Italia, in
spiega
luoghi
della
divina Comedia,
:
pi
compose un comento col titolo expositiones et glosae super Comaediam Dantis. - Domenico Bandini, d'Arezzo, grammatico del secolo XIV, lasciavaci memoria del suo Comento nel suo Fons memorabilium e nella vita di Brunello Latini. - Cecco Meo Ugurgieri di Siena. - Questo Comento volevasi conservato nel secolo decorso fra manoscritti di S. Michele di Murano in Venezia, ma che andasse poi smarrito. ricordalo dal Miltarelli. Il De Angelis ne fa invece autore un Giacomo (Irifolo di Siena, mentre altri lo vogliono semplice copiatore, come meglio apparirebbe dalla fac. 384. Che Ciampolo di Meo degli Ugurgieri fosse
i
494
COMEMATORI.
poeta indubbiamente manifesto
Il
virgiliano
e
velcris vestigia
flammae per
Olire a
lui
tradotto:
nosco
ser/ni
ci,
specialmente nel
libro VI,
dovunque molte
interi versi
Dante.
portano in fronte
trova di
vi
al
impresse
1300:
Il
si
lui
come
di
si
rileva dall'Archi-
messere Slricca e
sopra
lo
di Niccol
ser
Niccola,
fu
degli
uffiziali
la
codice
Sembra
che
il
Villani
non
si
ristrignesse
all'
interpretazione dell'In-
comento
al
C.
xxx
intel-
ligenza del
- Coluccio Salutati
- Jacopo Gradenigo,
dal
Nidobeato
dal
il
Landino. - Benedetto,
forse
de Florentia,
Agostiniano:
Comento
fu
compiuto
marchese Giacomo
Filippo Durazzo di
codice
si
IV, VII. il
Bortolommeo di Piero di
Gimignano,
secondo
FoHini,
di Pietro
Traviani di
uomo
assai
ragguardevole:
spesso elegante,
Il
Muzzi,
la
forma
Comento
la
materia conserta di
arcivescovo di Fermo
il
si
conosca
di
questo
Astcsi,
Comento conservasi nella Vaticana. - Alessandro da Pistoia: il Comento fu per lui compiuto il di 16
COMENTATORI.
495
II.
lai
Pare che
:
in
l
lectlone Dantis
Comento
dal
latino che
secondo
Landi
invece
il
Negri ed
il
di
Padova,
venivagli attribuito
il
dal
Cicognara
vogliono
Paolo Alberlini,
sepolcrale
de' Serviti,
veneziano.
leggevasi:
explkuit nobile
Dantis opus.
nel
-Bar [olommeo
al n.^ 130G. -
no:
Bartolommeo da Colle, detto Lippi, francescacomento fu compiuto nel 1480, e conservasi nella Vaticana. Al Ponla parve prezioso per la grande erudizione,
il
per
la
da ultimo per
la giudiciosa
nese:
il
Comento
conserva
in
San Marino.
- Giovanni
e se ne conserva
n." 3i0. -
Comedia per
lui trascritta
il
nel 1466,
si
leggono
lucci
si
Cividale.
marginali,
accompagnale
di
da qualche figura
astronomica.
grande rilievo:
di
le
sue inter-
sistema teologico e
Si
di
costumi ed
al
tempo
di
Dante.
conservano
Roma.
396
COMKNTATORI.
SECOLO
Agi' interpreti di Dante,
XVI.
rimangono tuttavia
inediti,
vanno annoverati:
Girolamo
card.
Bembo; Benedetto
Gabriele
dell'
iva
Benedetto
Tri foni;
Francesco
dro Sardi.
Giulio
Ottonelli;
Filippo Sassetti;
SECOLO XVIL
D.
Carlo
Barberini;
Francesco Bracciolini;
Federico
Buommattei; Pietro
SECOLO
Marcantonio Mozzi;
XVIII.
Antonmaria Morando; Girolimo
Domenico M. Marmi;
SECOLO
Giuseppe
Pelli,
XIX.
Mauro Ferrante:
a'
(Il
testo del
venne pubblicato
anni
14 Settembre 1848,
i
morte di Dante per le nuove Chiose promesseci dal Mafratelli nifesto 16 Aprile 1846, non che dal frontespizio del Testo sono tuttavia un desiderio).- 6^/o6era* Vicenza. (Del Convento
Ravenna
DXXVIl ma Maricotti
;
da
la
COMENTATORt.
497
Ghiaia pubblicava un lodatissimo saggio nella Revsta Contemporanea di Torino, Febbraio e Giugno 1857, Fase. 40 e
44). -
Filippo Zamboni.
Berin
(1)
manc
di vita a'
16 Febbraio 18^7,
(1) De' Francesi comentarono neUe loro traduzioni la Divina Comcdia Grangier Baldassare. 1S91: Moutonnct de Clairfons, 1776; il conte de liivarol, 1783: A. F. Artaud, 1811: Enrico Terasson^ 1817: Brait de la Mathe, 1823: /. C. Tarver, 18-20: Carlo Callemard de la Fayette, 1835: Pier Anrjelo Fiorentino, 1840: Briseux A. 1842: Aroux P. 1842: Bhal
:
Sebastiano, 1843:
Lod.
C.
Ozunum
A. F.,
18G2-De"f edeschi:
C.
Streckfuss, 1824;
L.
Ilorwarter, 1830:
Giovanni Nepomuceno, redi Sassonia (Fi^aiete), C. Gran, 18i3.- Degl'inglesi; Enrico Boyd, Natanielle Howard, 1807: A.Taelfe, 1822: Lord Vernon, 1842:
1843: Lcight
liunt,
Parsons.
1845;
Giov.
Carlyle,
1849:
:
M.
A.
Broohsbanch, 1854:
de Villcgus. 1553.
Tom.Weslei, 1859.
- Degli
Spagnuoli
Ferdinando
Voi.,
li
TRADUTTORI
I.
TRADUZIONI
IN
DIALETTO
1811.
dell'
Inferno di Dante
i,
in
frammenti
dei Canti
ii.
iii
V Inferno
di Dante
esposto
II.
TRADUZIONI LATINE
olivetano,
nella Chiesa
di
San
Leopoldo di Pistoia. La sua versione latina (1381), in esametri, verso per verso, tullavia inedita. Vi presero parte, com'egli
cav. dello Speron d'oro, Michele de Casis, medico, e fra Francesco, dell'ordine dei minori. Un magnifico codice membranaceo di essa conservasi nella Biblioteca di Lucca. Vi hanno altri
stesso dichiara,
i
Bartolommeo pisano,
due
pistoiesi,
Il
Tommaseo ne
Il
reca dei
Dante
e i
suoi traduttori^
Revista
nella
Contemporanea
Torino,
26 Nov. 1835.
Sfitte
TRADUZIONI LATLNE.
499
sodio della Francesca di Rimini, tolto dal codice Magliabecchiano, per cura del pittore Kirkup.
detta barbara
La versione Ronloniana
porta
il
dal Witte.
Miglior sentenza ne
Tommaseo.
AnOxMMO, Frammenl inediti delV Inferno
traiti dal
in versi esamelri,
Voi. Ili
Codice Fontaniano, pubblicati dall'Ab. Viviani, nel della sua edizione della divina Comedia, 1823.
:
Rontoniana paulo recentior et mi11 Witte cos ne parla nus barbara videtur versio aliquot capitulorum inferni, quam ex unico Fontaniano codice protraxil Vivanus, cujusque par-
Quam
exhibentes a refutatione eorum abstinendum credimus, qui lios versus inconditos, sententiamque Italici carminismendose
divinae Comoediae
in versi esametri.
tut-
legge nel
meno un brano del XIII del Purgatorio che suo libro De Fato et de Fortuna, riportato dal
dell^
Mehus
e dal Corniani.
La sua
latini, sulla
Giovanni
di Costanza,
scintille
di
Il
Concilio
le
dice
Witte,
destava
in
Germania
prime
Balh
della
divina
cardinale
di
Amadeo
di Saluzzo, e dei
vescovi di Salisburgo e
accignevasi egli a dettare una versione latina ed un vasto comenlario all' inmortale poema, in quell'anno medesimo
la pena del fuoco Metteva mano all'opera il primo Febbraio 1416; e compievala il 16 Febbraio dell'anno seguente, onde per l' afl'rettato lavoro chiede scusa de rusticana latinilate incompfaque et iicpta translatione. Il
in
cui
Girolimo
da
Praga sosteneva
in s
grave
fatica,
Foscolo,
basta a far
sospettare,
ch'egli a fine di
sommimano,
e dalla sua
alle
SOO
fantasia. In falli,
TRADUZIONI LATINE.
se lulle
le
non
erano deslitulle di verit, o, ron fosse altro, di tradizione, com' dunque che lutti comenlalori da' quali fu preceduto
i
ne hanno ignorato di parecchie, e non sono stale tolte mai alla dimenticanza da niuno di quanti vennero succedendogli
sino ad oggi? - Y. Foscolo, Discorso sul Testo, LXIII.
Anonimo,
Orellms,
Parte del
C. Y. dell'
Inferno,
v. 70-1 42.
Tra-
Caspar
Bibl.
Danleae, 1855,
pag.28).
Tommaseo Nicol,
Nuovi Scrittici
L' Episodio
di Francesca
da Rimini,
- Nei suoi
del
\.
Canio
p. 110).
Testa Francesco, V Episodio d Francesca di lUmini e non volgarizzati da Carlo d'Aquino, Padova, Minerva, 1835. (Per le Nozze Melilupi di Soragna-Piovene).del Co. Ugolino
11
Testa
tradusse
inoltre
Cauli x
e xxv.
dell' Inferno.
Questi ultimi furono gi pubblicali nel 1835, e 1837; riprodotti a Padova, Tip. Cartelier-Sicca, 1838. - La traduz.
dell'Episodio di Francesca fu rat'ronlata dal
Tommaseo:
stile,
il
verso
C-
xxxiii, in
dell'
Lebeau Carlo, Tradazione in versi latini del C. Inferno (Carmina latina, Parigi 1782 e 1816).
Cesarotti Melchiore, Episodio di Ugolino
(
xxxiii,
Yol.
XXXIII
p. 374).
Fu una
delle
primissime prove
propriet
di
parole,
eleganza di
stile,
servata l'evidenza
Piegadi^
(ne' suoi
Costa Giovanni, Traduzione dell' Episodio di Ugolino Giambi Senarii), Padova, Tip. Sem. 1798.
MessicauOy
IsoNVRAi UciucciONE,
Morie del
Co.
Ugolino,
TRADUZIONI LATINE.
501
Quadro d messcr Dante AlUrjhieri, ritrailo in metro latino, e da altri sei celebri autori. Venezia, Merlo, 1S64. Ne fu editore l'ab. Alessandro Piegadi. Olire la bella
ed elegante versione del Nouvrai, contiene
P. Carlo
d' Afjuino, le
versioni del
d
di
Melchiore
Cesarotti,
Francesco
L'utile
che
si
ricava da queste
la
si
di vedere
come
i
lingua latina
diversamente
si
diversi concetti. -
Da ultimo
vi
Poscia pi
di
che
il
dolor pot
il
digiuno, contro
Benvenuto Rambaldi da Imola. Dalla Vecchia Mons. Cav. Luigi, La Morte del co. Ugolino,
il
comento
di
suoi eredi.
D'Aquino Carlo,
1707.
La
con l'aggiunta
Napoli,
italiano,
di
brevi annotazioni,
- Traduzione
fedele ed elegante.
lavoro,
fronte
di
d'Aquino lasci alcune lacune nel suo alcuni passi che non si conveniva,
nella sua
prefazione,
Il
di
propagare a
scrittore.
Rimini,
tralascialo
nell'
edizione
di
Napoli.
veramente
fu eseguila in
Roma
nab;
in
ma non essendosi fino allora permesso di stampare Roma la divina Comedia, il P. d'Aquino ottenne di pubcome anche
si
rilieva
permesso del Maestro del sacro Palazzo che trovasi alla pag. 13. - V. Tommaseo, articolo citato. Di essa cos parla il Witte Cui operi etsi lidei, non lamen
dal condizionale
:
502
TRADLZIOM LATINE.
aemulalioni
noievole
Piegadi chiama
e
;
nondimeno dice
e
ci
monioso di Ovidio.
nel 1778.
L'Autografo
di Firenze,
a cui
fu
Pievano
di
San
la
Giovanni Maggiore
dedicatoria
a Mylord
di
Co w per
fece
e Pari
della
il
stampare
tip. Albrizziana,
Mag-
nel
pure
uno
dei
traduttori
Il
raffrontali
dal
Tommaseo
citato articolo.
<(
elegiacis
versibns
tentiam
auctoris
quam
illa
Caroli
Aquinatis
reddentem.
Carli Ab. Giovanni Girolimo, Saggio di una traduzione
in esametri latini. Ilari,
Lavoro
inedito,
citato dal
S.""
Lorenzo
prima
in
schiarito
a senso
preciso
di frase
la
Feb. 1817; Il Catenacci cominci la sua versione nel compi nel marzo 1818. - Fu pure raffrontata del Tommaseo - Ultra Infernum, dice il Witte, versio non est
pregressa, ncque
eorum tulit suffragia, quibus bis de rebus sententiam dicere competit. - Atto Vannucci per non nega
a questa versione bellezza di frase latina, chiarezza del dire,
vitfnm
antecessor
TRADUZIONI LAThNE.
Lipsiae,
o03
lypis
J.
B.
Hirschfeldii.
Schio, il 31 Luglio 1768; m. in Vicenza nel 1844. L'opera maggiore del Piazza, alla quale si raccomanda meritamente il sno nome, la traduzione latina della divina N. in
nell'
anno sessan-
sua.
In
essa
incomodi della vecchiezza per essa fece nuovi e pi spigolando ogni frase ed ogni
tolse; e molte cose pure ripescando in Lucre-
Mantovano
scientifico.
lo
che riguarda
pi
in
modo
di
speciale
i
il
linguaggio
suir interpretazione
alcuni
:
passi
ne fece
argomento
gli
visse in
somma
. .
per
comodo
il
degli studiosi
stile,
colore,
il
numero
tutto diverso.
pi conciso
assai,
scolpisce
pi che
dipinge:
ha
e
parsimonia virgiliana
ma
pi severa: de-
genera quasi
lo
stile,
in avarizia.
Dante disse
di togliere
gli
da Virgilio
formare uno
di
non imitarne
le
parti
pi
viva ed emulalrice.
le
le parole,
frasi
ed
modi,
elementi
questo
artifizio
manifesta,
fin
([ui
e si
non
siasi
fatto
qual
che Dante dice d'aver Mantovano. Quindi che grande utilit ti si pu ricavare per lo studio delle due lingue da questa dotta ed elegante traduzione, la quale, ultima per il tempo della pubblicazione, non dubitiamo di chiamare primissima per la fedelt ed eleganza, e per questo merito, superiore ad
significato vero del bello stile
tolto dal
504
dell'
TRADUZIONI LATINE.
Come-
dia.
Onde non
nella
Prefazione cilala
latine
fatte
traduzioni
da vari
cos
Francesca
da
Rimini
saeculorum conalus inler se conferens, lector, intelliges, Piazzae conversionem non infclicibus ausis utramque conseclatam esse laudem, tam ldei quam casti sermonis, nec
a
superioribus
saeculis
nostro
Barili
praereplam palmam
esse
vir,
judicabis.
Ed Ambrosio
aggiugneva
Is
enim
omnino praetermisil, quod nterprelationi lalinae suae virlutem dignitalemque vindicaret, qua ad oplimorum carmi-
num
Propertianum
renl...
Niliilo
est,
ncque, ut Horatii
ferre
quod liumeri
est
illic
recusa-
hominum
minus
vituperandi
satisfecisse
prurilus,
erunt,
eum
hic
sibi
liane illamve
verbo-
rum conslructionem
gramaticorum minus convenienlem in judicium vocent et damnent, qui adeo aliquid barbarismorum, qui dicuntur, sapere singula aulument. Hi s bene circumspexerint et
paulisper consideraverint,
longe
diftcillimum
fieri
esse
et
in
verbis et in sentenliis,
recentioris aevi
in
quantumcunque
polest, poetae
iidem,
inquimus,
si
doclissimos linguaeque lalinae peritissimos, in pangendis polissimum carminibus, fere nunquam satis tulos esse, quln quid in sermonem purum atque emendatum peccent, eique
immisceanl, non solum aliquantum de severilate animadversionis suae remillent, sed eliam intelligent, Piazzam
perbene probavisse,
ad res
diversissimas
traduci
posse
sorem Yicenlinum in via ardua et piena periculorum tam bene stetisse, tantis difficuUalibus impedilum rem suam tam
TRADUZIONI FRANCESI.
forlilcr gessisse et
505
gloriosam quandam
iv).
Il
victoriam reportasse
Bath iutUolava questa versione Principi Serenissimo Joanni Duci Saxoniac ariium lelleraTumque cultori et patrono summe venerabili.
(xxxviii - xLi - Y.
III.
TRADLZIOSI FRA^CESI
La Comdie
de
Dante,
de
ryme francoise
rico
Prima traduzione francese a slampa, dedicata al Re EnW.-UIievue des deux Mondes (iNov. 1840, p. 437) ne Le bon abb Grangier s' est arrang reca questo giudizio
:
pour traduire vers pour vers, et mot pour mot. Quand il il ne peul pas traduire, il fourre tout simplement le passage
italien
il
continue. Ce qui
fait
qu'
il
est
Comdie, que le sens de la divine Comdie dans Grangier. E San Renato Taillandier: Chez nous, la traduction en rimes
francaises de Baltliazar Grangier (1591), malgr ses grces
grand Florentin.
di utili notizie,
Alighieri, L'Enfer,
pagne du
vie
texte,
de Notes historiques
de la
du
poete, Paris,
Le Clero
et
Le Boucher,
in
8.*^
Questa versione viene cos giudicala dal Labitte nella Rdue des deux Mondes (1840, xxiv, 457) Son procde est encore plus simple. Au moins, quand Grangier ne comprend pas un mot italien, il le met tei quel dans sa traduction,
:
s'en rapportant
lecteur.
la
M. Moutonnet lui n'y fait pas tant de fagons, line met rien du toul; seulement il fait une nte, pour dire que la difl'rence du genie des deux langues l'a empch de
traduire le passage saut. - E l'Artaud;
L'auteur avoit lu
506
altentivement
soii
TRADUZIONI FRANCESI.
pote,
et
il
le
prouve souvenl,
d'
mais
quelque
anime a ce traducteur, qui obliiil cependant des siiccs, devanl les quels Rivarol, auss admirateur de Danio, dclare qu'il ne
cliose
d' energique,
de puissanl,
le
l pisode
r/'
Ugolln
1783. RiVAROL
De ...
L'Enfer,
traduction notivelle en
S.**
Danle
Le
18.*^
la traduire;
la fois triste et
el
Rivarol donner
la
Divine Comdie.
Tanlt
tantl
il
trouve que
la Fable, ne comprenant pas, le pauvre homne! que le sysleme mylhologique de Dante s'carte dessein des tradilions payennes, parcequ' il rentre dans la thorie donne par les Pres sur l'origine du Polythesme. [Revue des deux JUondes, art. cit.) - Ben allrimenli ne giudicarono l'Arlaud e Saint-Ren Taillandier: Elle est tres recherche, sentenzia V Artaud: il y a des morceaux remplis de moeuvement, de style de hardiesse, d'estro ilalien qui font beaucoup d'bonneur a
il
Rivarol.
E Sain-Ren
Taillandier,
le XYIII.*^
art. cit.:
Nolre XVII.
s'en
est
moqu par
de
la la
bouche de Voltaire,
de son vers,
force
de ce vers ([ui se tieni debout par la se ale du substantif et du verbe, sans le concours d'une seule pithte. - Le noie che Y Artaud chiama dotte sono tolte in gran parte dal Comento Venturiano. - Les belles
infidles,
dites
classiques,
doni Rivarol
offrali
le
type.
Rhal Prface.
1796.
CoLBERT
d'
EsTOUTEViLLE,
La Divine Comdie de
TRADUZIOM FRANCESI.
Dante
Alighieri,
et
507
de
contenant
la
descriptioi
Sallior.
la
l Enfer, du
Purgatoire
du Paradis, Paris
Pul)blcazlone postuma,
in prosa:
versione tenuta
V de Mo-
226.)
cenna
la Soc. Colombaire de Florence {Artaud de Montor), Le Paradis, pome de Dante, traduit de ritalien, prcde d'une introduction, de la vie du pote,
1811.
suivi de j\otes ewplicatives
Un Membre de
ecc.
Paris,
Treuttel, et Wurtz. in 8.
1812.
181-3.
L' Enfer pomc de Dante, Paris. Smith, in S.'' Le Purgatoire, pome de Dante, Paris, Blaise,
Paris,
in 8. - II Edition,
III.
Id.
Paris,
Une
en vers
et,
;
mais
l'tat
elle a
dans
et de vie qu'une traduction beaucoup plus de moyen d'tre ldle ; actuel de la langue et du gut elle peut
pour se rapprolui
permettait
ou plutt tout ce qu'elle exigeait de lui. Son ouvrage, il est vrai, a t publi, pour la premire fois, il y a dixsept ans, on concoit qu'il doive porter l'empreinte da got timide de la priode de l'empire; mais, des ce temp-l
mme,
le
demeurer
toujours
au sens du texte,
L'inexactitude
l'a,
et c'est ce qui
il
n'a pas
du traducteur consiste
Je ne
408
TRADUZIONI FRANCESI.
aux expressions sans nombre qui dans le Dante lui ont paru ou Irop simples, ou Irop crucs, out Irop ligures. Eh
bien! qu'il fasse un elTort de plus; que,
duction d' un
ceil
sevre,
il
du tour et des niots du texte, dans les nonibreux Chauvet, Revue passages, ou il s' en est ioign t!nGyclopedique, Mai, 1829. - La traduclion de M. Arlaud qui a de la rpulation, et qui lui a cout 24 annes de ti'avaux, conslitue la plus grande dception de sa vie ea general cette malheureuse traduction ne traduit rien de loul que les ides de M. Artaiid, qui ne sont pas ordinairement celles de Dante. Ajoutons qu'il y a des hrsies pour
sens,
;
du
faire
si
Tlnquisition
exlslail
en affrmant du fonds de
prfrence,
bout
afin
la
la
que nous avauQons - ... Tout cela ne signifie pas que M. Artaud soit un homme sans mrile, mais outre que la traduction du Dante tait une tache difficile, c'tait encore une oeuvre en dhors de l' intelligence de son temps.
de
Revue des deux Mondes, art.cit. - AU'Artaud non bastarono le simpatie del Medio Evo, per impossessarsi di Dante, e non tolsero che la sua non restasse una perafrasi accademica.
Crepuscolo,
Gli studj italiani in Franeia, 15 Luglio, 1855.
Pillet, in 8.
Artaud
intitola
il
Terrasson
du Comte Ugolin.
de
de la Matue M.,
d'
Traduction en vers
nouveaux Comentaires de Biagioli, avec le texte en regard, et enrichie d' un Discours sur et historiques, et d'un pian le Dante, de Notes littraires
l Enfer de Dante
dpres
le
Non
Revue EncycloSalfi.
TRADUZIONI FRANCESI.
1826.
509
Tarver
I.
e.
LEnfer
sur
les
Al
legji^ere
il
poema
di
Dante, dice
il
Tarver, prima ne
si ofTii al
mio sguardo
tantissime,
ardili,
fatti
alti
sensi
di
storici
sommo
di
ed
io
mi trovai padrone
Il
me una
piacere
e di
come
una dichiarazione in prosa francese dei sensi del poeta firentlno onde rendere pi piana l'intelligenza dell'originale.
Sotto questo aspetto lodevole
?sel
il
disegno e
1'
esecuzione.
secondo volume
persone
di
vi
anno
le 'dichiarazioni
concernenti
storici e
ai passi
cui
si
parla
gli
nella Comedia.
il
il
meritare
e
il
lo
vaglia
lungo studio
grande
.le
amore che
lu, dice et,
gli
han
fatto cercare
sommo volume.
il
ai
quoique l'auteur ne
s'exprime tres-
legamment dans notre langue. 1829. Deschamps Antony, La Divine Comhlie de Dante,
trad. en vers francais, Paris, Gosselin.
^'on che
la
i.
ii.
ni. v.
xv. xix.
i.
MV Inferno;
dei Canti
u. vi.
xvn
e parte
pour rendre
Le traducteur nous avertit que, du Dante, il n'a poinl choisi cette langue courtisanesque qui serait dplace rame dans une traduction de Yirgile. - Locutions dantesques, rptitions des formes, expressions latines, nous avons, dit-il, tout reproduit scrupuleusement comme en faisant une traduction de l'Ilia-
del
XXV
de,
nous aurions respect les pithtes sacramentelles et ces belles manires de dire homriques (jui donnent tant de caraclre au slylc. Donc, toutes le fois que notre traduction parailra inexacle, ce ne sera point systme, mais
510
TRADUZIONI FRANCESI.
sommes
de changer et de mulller
auleurs,
tour et
la
nous nous sommes livrs en tonte conlance notre pote, marchant quand il marche, nous arrtanl quand
il
comme
lui
mme
sui vani
Ce systmc de traduction serait fort bon, si en francais il tait praticable. Malheureusement le conlraire n'est pas douteux pour quiconque a une connaissance approfondie des deux langues et particulirement de celle que le Dante a parle... Vivement pris de son modle il a qulquefois russi, au del de
Yirgile dans son fatale
voyage
le
longueurs et sur
le
est l'absence
Revue Encyclopdque, Avril, 1850. - En 1829 Peschamps a donne les premiers modles de la couleur dantesque. Jihal - Cetle traduction a donne du Dante une ide plus exacte que pas une autre en prose. Hatisbone. - Il Deschamps ed il Barbier si lanciarono in pien colorito ihniesco. - Crepuscolo, Gli studj Italiani in Francia, 15 Luglio,
1855. -
Quelques fragments trop peu nombreux de M. 1' exemple d' une fidlit
1
Deux Mondes,
1830.
Dee. 1856.
p. 516.
-V.
Lecretelle,
Globe,
aux
un
iexte
au mode
8." gr.
poema
i
di
comentatori da Boccac-
pot avere
pos-
Poi
volle
TRADUZIOM
poeta,
volle
farli
FUAiNCESI.
511
in prosa,
suol:
parola
per
parola.
Questo lavoro
molta
difficolt
e di
fosse di afiidarsi,
ai
come pur
facilmente
conienti,
particolare nella critica. Ne trasse poi il vantaggio inestimabile che nella traduzione in versi della suddetta cantica,
non ebbe a
intendere
lottare,
che contro
gli ostacoli
(grandissimi)
quelli d'inla
non pi contro a
sua trail
duzione
I.
i
suo
poema
delle
Di un cata-
III.
Di un analisi ragionata
Giannone,
il
Bianchetti,
il
pregio questa versione. \. Antolo:iia di Firenze, XXIII, 62; Politjrafo di \erona, VI II. 435.
1833. Maggiolo
L.,
Traduction interlinaire dn
Chant
de
L Enfer,
183o-37.
et
De
uvee
le
une
Prfaee
18-36.
l'
des
S'otes
da traducteur,
Dumas Alex., Traduction en vers (rancais du Chant avec lA'otes. (Nel Yol. Y della Revue des deux Mondes, p. 53y-4i: fa parte d'un articolo che s'inti1.
de
Enfer,
tola
(luelfes et Gihelins.
la
Socit accad-
mique de Savoie), Chambery, Puthod, 1835. 1837. Le Dreuille A. La Divine Comedie de Dante Aliqhieri, Enfer, traduction nouvclle en vers librcs, Paris, De
Faiu.
512
Il
TRADUZIONI FRANCESI.
si obbligalo a vcrun metro, che se forse aslraltamenle potrebbe parer non lodevole, nel fatto crediamo che abbia contribuito non poco alla bont delia traduzione. Essa una delle pi fedeli che noi
il
lo spirito
generale
poema. Bblioleca Italiana, Luglio, 1830. - Le Revue dei dcux Mondes la giudic con queste poche parole: M. Le Dreuille a mis la Divine Comdie en couplets aux quels \. Bibl. Genve, xvii 312-313. il ne manque qu'un air.
1838. MoNGis
J.
la
cour imperiale
de Dijon)
Peutet -
Dame
Alifjhieri, L'
alexandrins,
Paris, Barba,
poema, Dijon,
Pommey
).
magnifica
Le traducteur,
Qiiand,
cosi
il
Mongis,
s'effacer.
l'aide
il
pnible
et
charmant,
est
modle,
il
le faire
admirer,
comme
l'admire, aimer
comme
on heureux et fier; sa gioire est d'entendre dire en lisaiit: Dante tait un grand poele. J' ai donc t tres-sombre de commenlaires: ne prenant la parole dans quelques notes rejetes a la fin du pome, que pour faire mieux ressortir quelque beante cache; eclaircirun passage obscur, hasarder parfois une critique respectense ce n'est pas que 1' preuve ne fit pour 1' auteur bien rude et bien Ahi! quanto a dir qual era cosa dura. perilleuse Traduire un poeme en vers, c'est, je le sais, un crime Unissant, aulant qu' il ra'a t devant notre epoque possible, une rigoureuse exactitude une lgance sobre et sevre, laissant loujours sentir sous un vlement emprunt les formes pures ou les fiers contours du modle;
l'oublie, plus
il
dissimulant, mais sans les effacer, sous les plis de sa robe nouvelle, les couleurs trop tranches qui feraient tache aux yeux de notre epoque m'attachant conserver dans l'ensemble les allures, l'accenl, l'esprit, le parfum de l'oeuvre
ce je ne
sais
la
quoi
qui
s'
appelle
la
physionomie et qui
constitue
visage
que
la
TRADUZIONI FaANCESl.
J)13
grce est
janiais
la
beante cherchanl
enfili et
surtout n'oblier
que je dvais falre adinirer Dante non pas des du XIV.^ siede mais des Fran^ais du XIX.^ el que, suivant un excellenl prcepte: Sur le ton des Francas il
Italiens
Prface.
FiOREMiNO Pier Angelo, La Divine Comdie de Dante Allighieri, traduction nouvelle accompagne de J\oles,
Gosselin,
in
18 - Riprodotta
dal
Gosselin nel
1843;
dal
Passigli, Florence,
1846;
dall'
Ha chette,
Paris, 1861.
les
Vu
toules
les
dificulls
de langue et
difficulls
prsentent l'entre du
poeme du Dante,
l'
nous
qu'
de l'ceuvre remarenrichir.
la
Il
faut
ait
fait
langue
italienne
sens littraire
du Dante,
faut encore
qu'l ait
fait
rendu
le
sens mora!.
la
accompagnent
Nondrs,
sione
prosa,
ISov.
traduction,
mme.
1840. - Teotlo
Gautier,
prefazione:
del
VAroux
il
portait derniremcnt
Il
aux nues
la
verin
Fiorentino. -
Fiorentino,
in
una versione
Il
restilu
Crepuscolo,
Montqul,
Nov. 1861.
1842. Briseuk a..
La Divine Comedie,
II.
Briseux,
si
gliori
che mai
sermone;
se non che
seguendo
egli le
suo stretto senso al poema di Dante, si un po' troppo abbandonato a questo nuovo metodo di traduzione, in cui, mirando solo alla fedelt letterale, si propone l'insieme
il
33
514
il
TRADUZIONI FRANCESI.
in
somma che
consliluisce
il
siile.
pose
in
questo lavoro. -
Mondes,
vanza
L'
letterale,
pago
qualche volta
dell'
le voi du pole depuis malebolge de VEnfer jusqu'aux conslellalions dnParadis. Saint-Ren Taillandier, ari. cil. p. 51 6 - Anche Saint-Bcuve
le
d molle lodi
alla
versione
del lirseux. -
De
toutes les
traduclions que nous avons pu comparer, celle (de M. Fiorentino) est encore la seule qui unisse un gal degr
la ciarle et la fidelil, et qui
presente ce que
j'
appellerai,
Ce soni
cteurs
pole.
un large
et facile courant
de ce grand, mais
Fidles
Ils
et
parfois
il
nigmalique
infidles.
soni obscurs;
clairs,
soni
Un
Brizeux, ne parvient pas, malgr lous ses efforts, crer ce courant de Iraduclion doni nous parlons, et ne fait gure que des renconlres heureuses; une ligne d'une vulgaril plus que prosaique termine la Iraduclion poetiquement
commence d'un
telle pilhete
ou
Ielle
image. Ielle ou
du lexte
ilalien, se
vers, avec
le
texte en regard,
accom-
pagne des
in 12.^ -
La Comdie
commente selon T
esprit.
TRADtZIOM FRANCESI.
sutvle de la
Paris,
ol5
fidles cV Amour,
de f
chi antjcKje
symbolique des
Renouakl, 1857.
lout
aii
Cesi
plus
si
tilrft
plus
modeste de
liavail, cai*
versificaleur,
il
pas sans
nous a
soit,
fallu reniettre
maintes
fois
plusieurs reprises.
Quoi qu'
il
en
il
dans quelqu'une de ses parties, nolre version rimce n'ait trouver grce a des yeux indulgents et fournr la preuve
ces
critiques
dilettanti
qui
se
retranchent derrire le
dnus.
Il
sentiment polique, que nous n'en somnies pas entirement - Aroux, Preface. - Dante est un franc-macon.
parie un langage inlelligible seulement
lire
aux
initis.
Yous
avezcru
la
loi
empereurs et les peuples au noni de du Cbrist; vous tes tombs en extase devant le manucl de U franc-maconnerie au XIY. sicle. En fa(?e de l'glse du Cbrist s'agite dans l'ombre une glise brtique, nianicbenne, la fois mystique et sensuelle, la monslrueuse glise des hrtiques. Dante esipusleur de V glise alhi(jeoise dans la ville de Florence. Vous demanderez les preuves de cette accusation l'auteur de ce beau systnie a un procde bien simple: il ne prouve pas, il affirme. Assis sur un tribunal infailiible, il fall des rvlations et prononce des oracles. Pour apprcier Dante, il a lu tous les livres
et les cardinaux, les
;
de franc-maconnerie,
Yirgile dit:w
et,
prepar de
il
la sorte,
il
retrouve
Je suis Lombard.
0
ses
accointances
Lombardie labemus confitentem reiim. Toutes les argumentations sont de cette force. Est-ce une gageure? est-ce une bullonnerie ? ?son, la cbose est srieuse. M. Aroux a fait beaucoup de recberrbes sur la litlralure italienne;
mais sa monomanie
lu de travers.
le suit partout, et ce, qu'il a lu,
il
l'a
Ce qu' il y a de plaisant, e' est qu' il veut absolumenl que nous lisions comme lui. Aprs avoir fait une rquisitoire contre Dante rvolutionnaire et socialiste, il a fait une traduclion de la Divine Comdie (et quelle
516
Iraductioii,
TRADUZIOM FRANCESI.
bon Dieul)
chaque scne. Ce n' lait pas encore assez: il a compose un diclionnaire de Dante o lous ^ies mots employs [)ar le pote prennent un sens diaboliqiie. L'auleiir dit le pam
des anges
la
foi
;
Il
dit
Beatrice;
lisez
le
lisez
sectare.
dit
le
soiiverain
bien;
Dleu
sectare.
A
la
l'aide
de ce
lger
prendrez
Divine Comde.
et
de
feuilles
e'
de
fleurs,
e'
Il
est
un Albigeois; un
il
arbre
mort,
contre
est
un catholique.
Il
parie de
catholicisme.
cite le
;
nom du
il
est question
le
l'
- Saint-Ren Taillandier,
dantesque en Europe,
18o(),
p.
Y. Revue des
312-322. -
d'aprs
stration
les
ilhi-
voi.
in 8. (imprim. Lacour).
but de reproduire
Ecco r intendimento del traduttore. Nous avons eu pour la fois dans toute la mesure du possible,
le
avec
la
couleur etl'har-
intgrale:
logisme et de symbolisme,
luelle par tercels,
il
forcent le
Malgr
ma
sim-
verbo des rauses, je ne pouvais esperer y quatre conditions essenlielles, ni surtoul le popu-
TRADLZIOM FRANCESI.
larisor aiisi
Oli
517
la
panni nous.
J'ai prfr
prose rhylmique
l'
inslrument
(|ues, les
eatraves de
1844.
rime
ni
de
la
cesure.
- Jhcal,
Pr face.
Marie.
1852.
Paris,
Saim Mauris
F.,
.Victor,
La
divine Comdie
du Dante,
Amyot, 2
d^
1855. Lamennais
La Divine Comdie
la vie,
de Dante Alif/hieri,
les
prcede
doctrincs et les
in
12, 1864.
un miracolo di lavoro, ha costretto la lingua francese ad ubb dire Dante. una versione letterale. In questa maniera di tradurre la lettera per lo pi uccide lo spirito; oltrecch si d il signilicato, di rado la poesia. 3Ia la nuda lettera sotto la penna del Lamennais diventa pensiero e immagine, colore e musica. Quel
sostituire parola
Lamennais ha
parola
fatto
pensiero
diftcile
inten-
dimento anche ad un
italiano.
Ma
Lamennais non
le
risponda,
in
ma
il
che trapassa
francese coi
;
e questo
fa
frasi,
un fare
cese:
par nato
in fran-
una
1'
traduzione
potentissima,
ed
insieme
letterale.
Con
la
sapiente
collocaegli
con
audacia
delle
inversioni,
dantesca
con
della
ardite
elissi,
con
tragetti
scorciature
il
ed
la
uso
maestrevole
brevit
serba tutto
S18
fonde
in
TRADUZIOM FRANCESI.
imaginl vive e spesso con
plastica
alza
seniplicilii
;
la
metafisica
fezione
si
ma dcsposla intelligente. E si con molto accorgimento aiutato dei primi Classici, lai che nel colore e nel giro senti un sapore che li ricorda Amyot e Montaigne. - De Sanctis, Cimento di Torino, 15 Luglio
despota della sua lingua,
1855. -
Se
a ragguagliare
il
le diversit
il
che
fra autori
traduttori mette
luogo e
tempo
la
lingua
diversa,
giova
tori,
parte la comune origine delle lingue e degli scritconformit dell'ingegno e dell'animo, degH sludi e della vita; non pochi vantaggi nel tradurre il poema di
in
la
Lamennais, che nell'arte dello siile fece moderni non sogliono, e fin negli anni suoi ultimi leggeva antichi libri della sua lingua, di
il
Dante s'aveva
quando eli' era pi affine all'italiana, e che conosceva, se non l'antica filosofia, le dottrine dei Padri a cui Dante attinse; e amava l'Italia; e dell'Allighieri aveva gli sdegni tra impazienti e superbi, e gii alletti non senza dignit passionati
Ma
lui
il
che chiedergli
ci fosse possibile
vicende,
amava e
sapeva.
Tommaseo, Dante e i suoi Traduttori, Y. Rivista Contempor. Psov. 1855. - La traduction de M. Lamennais
Tanlt
litlrale jusq'
du lexte sans ncessit, on dirait une bauche laquelle Tauteur n'a pu donner la dernire main. Lcs contre-sens mme n'y manquent pas,
et d'inexplicables lourderies vieunent
souvent arrter
le
lecteur.
Il
un
l'interprete est
obscnr et nous force de recourir au lexte, on seni qu' il a voulu rendre la physionomie du pote empreinte dans
coupures, les ellipses et les brusques mouveraents' de son langage. Lamennais a prouv qu' il avait bien compris
les
si
son Introduclkm
TRADUZIOM FRANCESI.
manqiie parfois de netlel,
s'il
519
systme de Rosselli, il concini cependant que Dante, ennemi implacable du ponvoir leniporel des papes, lait demeur
sincrement calholique. Son analyse de
lincelle de beauls
la Divine Comdie du premier ordre; personne n'avalt t\pliqu aussi poliqnenient le dixme chant de l Enfer,
la
andier.
La
Lamennas
des mira2 Juiii
grand pole
Florentin.cles.
irow^- La
prose^^de
Lamennais
fait
Ratisbonne. -
V.
llaurau,
llluslration,
Hdo- Traducliou trop laborieusemcnt fidle. Montegut, Revue des deux Mondes, 15 Nov. iSOl. p. 447. 1855. Mesnaiid M., (Premier \ice Prsident du Senal, Prsident le cour de Cassalion) La Divine Comdie de
Danio
Alli'jhieri,
traduction noiwelle
(in
Plus on tudie
fazione,
le
Dante, cos
le
il
Mesnard
la
plus
on admire
l'
puissance
de son
genie, et
mesure qu'on
core
si
admire davanlage,
un autre idlome les beauls, enneuves de la Divine Comdie. - Celle lrange et magniilque epope qui rsum toules les conceplions du
moyen
ge,
ou toul
la
les
guerres civiles et
chrtien,
philosophie, le vieil
Olympe
et le ciel
assez palient
si
pas encore Irouv d'interprete d'un esprit ou assez ilexible, pour se prter aux formes varies d'un drame qui louche atout, d'une poesie qui
n'a
les tons...
;
Traduire
le
Dante,
e'
est se ra-
c'esl se piacer
en plein
moyen
ge,
breuses
d' ides
volulion;
assister
ce grand
mouvement
la
d'ou
lait
une puissanle
la
philosophie,
;
scolastica,
et qui
conduisail
Renaissance
la
c'est vlvre
savanle anliquil,
poele Fiorentini
Comment
resister
un
pareli altrait?
520
TRADUZIOM FRANCESI.
Les vers de M. Ratisbonne, comprose de M. Mesnard, visenl trop l'lgance, et ne
si
me
la
symptmes.
Si qiielqu'un se rappelle la traducUoii de M. Arlaud de Monlor, qu'il compare ce style ridicule la simplicil de M. Mesnard; toni en regrellant que le studiciix
le
Encore une
juge-
ment que
la
j'ai
porte;
Anche
Le
Ratisbonne Louis,
V Enfcr
6.
traduit en vers;
il
bout l'autre de
ses lrangets, ses
ombres comme ses vigueurs de langue, ses tours orlginaux et ses simples sublimits sans les couvrir d'un fard moderne d'lgance unie et banale, viter
pourtant l'cueil des traductions trp littrales qui ont
besoin leur tour de traduction; conserver ce que
Seul peut
le
vers
le
donner,
i'harmonie,
si
capitale
chez Dante,
rhythme qui soutient dans les passages les plus pnibles du vieux pote et sans le quel les plus beaux se dforment et se dcolorent, voil le travail que j'ai tent... Je sais que les vrais, les meilleurs traducteurs d'un pote sont les
artistes, idal. les peintres
et
les
sculpteurs.
sublinies.
Ils
incarnent son
le
Dante en a
eu de
Giotto,
Prugin,
Michel Ange, Raphael, voil ses vrais interprtes. Et de nos jours, faut-il taire la gioire des vivants? Quand le pinceau
spiritualiste
la figure chaste et
passione de Frangoise de Rimini, le peintre ne donnait-il pas de ce rve da pole la seule traduction qu'on puisse
citer aprs le
il
...
Con queste
sforzi
parole
Sig.""
Yillemain giudicava
primi
del Ratisbonne
)>
Mal-
TRADUZIONI FRANCESI.
521
gre
le
prodigleux
effort
de
taleiit et
de langue ncessaire
pour tradulre un poete en vers, M. Louis Ralisbonne n' le sens, il a reudu la forme, la couleur, l'accent, le son. Il a communiqu au mlre francais la
vlbralion
la
du mtre loscan,
d'
il
d'
crivain
un chf-d' oeuvre d'intelligence de son modle... E nella solenne seduta del 24 Agosto 18G0, in che l'Accademia francese assegnava alla compiuta versione del Ratisbonne il premio Bordin, fondalo per l' incoraggiamento dell' alta letteratura, soggiungeva il Yillemain Un
est tout
:
cratrice,
a lx
le
cboix
de
l'Accadmie,
la
traduction
en vers du Paradis de
Dante, par M. Ratisbonne. L'xVccadmie a pens que l'achvemenl d' un^ entreprise, doni le dbut avait t dj rcompens par son sudrage, mritait une distinction publique. Elle a vu ce qui devait manquer au succs d' un lei effort. L'epoque de Dante, le caractre extraordinaire de
son genie,
a
1'
il
mme
semde
sa
blaient
souvent imposslble
la diction
renaissance
Combien
et
de
Ibis
sous
le
poids de
la
pense
du poeto! Que de fois la lidelit litlerale paraitrait inculte et prosaique! Souvent aussi celle pense originale, rendue dans sa rudesse, ne le serail pas dans sa naivet et ne semblerait plus que bizarre. Il n' est pas un de ces reproches que l' interprete nouveau de Dante ne puisse encourir dans quelque parile de son ouvrage; et cependant il a os
avec lalent
parfois,
et
s'
est inspir
de sa persevrance galanl
1'
italiens, et
comme
est
donnant ca et l par quelque vers forls etsimples l'empreinle du pote originai. Sa traduction en vers
bien
alors
autremenl
de
1'
fidle
que
la
prose
fran^aise
n avait tenie
mmes
522
TRADUZIONI FRANCESI.
mains habiles. Enfin, ce qui est plus encore, malgr les fautes de nglgence ou de ncessil, malgr les choses
nattendues qui choqueiit, poni*
cette
pn\ de
ce long Iravail; de
pieuse admiratiori
comme un
souile de celle melodie doni les sons n'arrivent pas tout entiers jusqu' nous. - L'Accademie, non sans
se souvenir
du Paradis
rature.
le prix.
Rapport sur les concours de littrature, prsente par M. \iUeman, secrtaire perptuel de l'Accadmie Francaise, 2i Aoul 1860. - Sa traduclion est, sans contredit, et plus fidle et plus ulile que toules les aulres. La forme mesure et musicale de la poesie aide lire nombre de
passages
elle
oi
le
conserve toul
Qu' on sache ou non l' Italien, on peut au'Jourd' bui se former de la Divine Comdie une ide exacte et complete. Le texle bravement mis en regard provoque 1' examen et souvent dlie la comparaison.... dance Belge, 31 Janvier 1860.
Il
Feuilleton de
l'
Indepen-
Mesnard loda
Il
Le mer-
veilleiix tour de force de Ratisbonne. - Prface la dice tradidle en fort belle poesie et
Mornand
rigoureuse. - V.
Arnoud Fremy,
Prevost Paradel,
La
Ylngt- Iluitime chant du Purgatoire traduit en vers francais, Catane, Fevrier, Musemici - papale - 1 Chant de
VEnfer,
vers
du Paradis traduts en
de Dante
francais,
avec
notes r
La Divine Comdie
cAow
f/w
Allighieri,
Paradis
traduits en
aux Chants, prrdement publs, Florence Gulilecenne - Paris, 1857, Dee. 1857. Dedicata ad Alessandro Torri. - A l'Accadmie de Yaldarno del Poggio;
vers francais faisant suite
Hommage
ghleri,
de
traducteur.
{tercet
-
TRADUZIONI FRANCESI.
523
et
Tome premier
in 8.* p. 335,
Le Purffatore de Dante,
8.*^
Traduction
et
dell'
Ozaiiam contiene
rara
lo
duzione del
e squisitezza
condotta con
fedelt
forza
Comento che
correda mostra
nelle
addentro
chi
cose
dan-
ha saputo comprendere
dell'antica
nella pi
e ritrarre
ha saputo entrare
e recato
lingua italiana,
cara,
fu
il
pi semplice,
e ad
buono
di predilezione
rinnovellamenlo
uom
colpevole,
A
ci
cia-
un Comentario generale degli ultimi otto canti. Le quali note e commentario sono come appunti di un commento disteso ch'egli avea disegnato di fare, ma nondimeno hanno dei
e
in
fine
passi
scritti
meravigliosamente,
nuove e
secolo. dell'
delle indicazioni
Dante,
in
somma, che
il
IX dell'opere
Ozanam, ma che
i.
Fan [ani.
Il
Il
versioni
fatto
Jinch' e^Ii
sinio,
di polso, di
il
Casella
francese,
Romano, ha
di cui
si
Dante
in
perilis-
ma
finora
trattenne
mollo tempo, n
524
TRADUZIONI FRANCESI.
Comcdla; l'una
i.
esi-
v. 33.
p.
Ef.
{Pasini Codices,
biblioth.reg.
litter.
Taur, Athenm,
191.-
Maffei in Ephemeridibus
siasticis,
II.
M.
1.
599 -
Pelli,
Memorie per
Dante,
Ed.
II.
di tulle e
due ne riporta
dal Torinese
D.'"
Pietro
Mugna, e
Tommaseo
e
viene raffrontando
del Ronto, del P.
lavori
latini
delLamen(v. 73-75)
del
Tommaseo.
Il
Francese
di
Torino
allunga
ma
mero
di
Francese
82-84)
maestra. Il
Il
pi valente
(v.
di tutti
Torinese
letterale del
la
Lamennais. rispettosa
(v.
(v.
Torinese
(v.
101-103)
conserva
il
tenera e
costui. -
Una
121-123)
130-133)
delle'poche
infelici nel
Torinese. -
V empaindre
ma non
del Torinese
anch'esso polente,
rimasto
ai
Francesi
come
agii italiani
gnerebbe gradazioni de' moli non denotate da spingere e da sospingere. JYos deux vis di cara semplicit, e fa pi amoureux del Tovivente il quadro in ogni sua parte.
rinese
(v.
137)
pi gentile
il
moroso dei Veneziani e d' altri dialetti, pi nobile del ganzo e dell'amico dei Toscani. - Codice Viennese. - Il
pousser del vecchio
(v.
mare e
nel portare
di
del testo
una
libera forza
il
di
moto
d'amore. - Quel
Vienna
(v.
88-90) qui
pi gentile,
TRADUZIOM FRANCESI.
del Viennese efficace,
(V.
il
525
Il
resto languido. -
Viennese
d; e
103-105) ripete
il
sigi\i(icato
che Dante
gli
la bella
carne una
122) del
di
Il
penscr
al
(v.
Viennese s'accosta pi
del
ressouvenlr
rkonlarsi
Dante; perch in questo, olire al sentimento del cuore c' una operazione attiva della memoria che si riflette sul
proprio dolore. quello di
11
il
suo verso su
11
a parola mirabilmente. -
Viennese
(133-134) libero
ma con
bello. - Ne'
Quel dei due vecchi (v. 94-96) nell'insieme fedelmente due antichi (v. 97-99) ogni cosa pi schietta e
il
Lamennais
men modesto. - Sempre due vecchi fran112-114), come cavalieri che caracollando tirano a
quasi
senza badarvi,
ci
colgono. il
Sig.*"
codice
Torinese in lingua
e di averlo
fogli del
trovato
incompiuto,
essendo laceri
valore, epper
gli ultimi
la
versione di poco
Dante)
la
lemagne taient resles peu prs trangres au dbal; ellcs ont pris aujourd'hui le premier rang (?), et Dante, grce leurs ludes, est entr dans le domaine commun de la poesie europenne. Chez nous, la traduclion en rimes /ranctt<5e' de Balthazar Grangier (1591), malgr ses grces
naves et l'inlrt qui s'y attach,
populariser le
grand Florenlin.
Dante,
le
moqu
par
la
bouche de Voltaire,
de son vers, de ce
etRivarol
r originante de son
la fin
du verbe, sans le concours d' une sente pitkte... C'est donc du xviu^ siede et au commencement du xix'* que
526
les conlres
TRADUZIONI FRANCESI.
vail
(le
Cu
dirait
qu'un
concours s'est ouvert: chaque peuple y apporto les quallts qui le distlnguent. Tandis que l'Italie cherche dans ces ludes des inspiratioiis palriotiques, la France, avec M.
Fauriel
goit de la
elM. Villemain, y dvelope sa nettel d'esprit, son beaut liltraire.... En France, M. Fauriel, M. Villemain, M. Ampre, M. Ozanam, M. Lamennais, sans compier des traducleurs habiles, voil les hommes qui ont penetr le plus avant dans F intelligence du vieil Alighieri...
C'est par
le
sentiment de
l'art et
de
la
beaut polique
que la France a marqu sa place dans ce concours. SaintRen TaiUandier, La liltrature danlesque eu Europa.
lY.
i.
TRADUZIONI INGLESI
194.)
The Inferno of Dante, transhilcd inlo London. 1783. BoYD Henry, A Translation of the Inferno of Dante Alighieri in Enrilish verse, London.
1782. RoGERS Cu. 1802.
and Paradise, London, Cadell junior and Davies. 1806. Cary Fr. Henry, The Inferno of Dante, with an English translation in blancks verse, Aotes and Life of
the Author,
London.
1814.
The vision or
Hell, Purgatori}
and Paradise,
1819.
1831. 1844.
With Life of Dante, j\otes and Index, London. London, John Tayler.
London, Jonh Tayler.
Dante
1856. The vision or liell, Purgalory and Paradise^ London, Henry Bohn, York Street.
Il
li
vinse
Cary fu preceduto da due o tre traduttori inglesi, di tanto che gl'intendenti credono che altri
;
si
giov dello
stile
severo di
TRADUZIONI INGLESI.
527
nell' italiana
conllato d'idee
altri, si
che in
poemi,
ma
pi in questo che in
accoppiano
ad ogni parola.
Quindi
gli
avviene
di
di glosatori
e appigliarvisi. Fran-
di rado. - Foscolo. - Il
Cary conil
quale,
imo
rallelo tra
ita-
del
XIV
in foggie
Dresden e
di ?o\q.-Rv. di
Firenze, Corrispontra
i
denza
Cary primeggia
volgarizzatori
in versi sciolti. Xa
pubblicata per intero che nel 1814. Essa fedele per ogni
verso,
quantunque non di rado oscura, gagliarda generalmente e sempre informata da un'intima conoscenza ed un vero amore dell'originale che ben mostrano come Cary
scintilla. Noi abmusica dell'Alighieri e di quella dolcezza inelTabile che spira da quando a quando come un balsamo di benedizione anche attraverso le regioni pi buie
della
G. Slraforello,
La
Saint-
Ren Taillandier.
1807.
and classical,andexplanatory, and life of the author, London. 1812. HuME W., The Inferno, a translation of Dante
Alghieriy into English hlanks verse,
London.
528
1822. Taeffe a,
Alifihieri (Inf. i-viii)
11
TRADDZIOM
INGLESI.
Commera
Comedy of DanLB
Capurro).
London, Murray
TaelTe,
il
alla patria
da Pisa, dove soggiorn per molli anni, invia dono di questa sua 'versione. N si meraviabbia sinora pubblicalo un solo voa' soli
glino
lettori ch'egli
di
lume, composto
primi otto
argomento
con libero e sagace intendimento ... I versi men belli in alcuni squarci per si scorge l'impronta d'un vero talento
poetico. Le illustrazioni ed il cemento sono le parti pi preziose. - Benci, Antologia di Firenze.- Questo nKOVo
dagl'italiani,
e
e lode
da
tutti,
in
stando
lunga dimora
gradi di fede
nega o concede
notizie, e le
prolissit
dell'opera
sconforter molti
dal
leggerla
1833-40.
Ch.,
The Inferno,
the
Purga-
of Dante Alighieri, transated iute english verse, with thirly four engravings of onstcel after Fiaxman, London Bohn; id. 1854; id. 18G2. Il Wright vi si pose con diligente cura e con un lungo amore, n
in
gli falliva
la fe-
Ma
chi potr
mai travasare
Per
la
Le sue rime alternate con due sole consonanze procedono sovente monotone e fioche,
a sostenerlo
sua
fatica.
come
dove
e smorte al confronto. - Uevista Fir. del Vannucci, 1857, Corrisp. dati Inghilterra, p. 377. -
pi (love
meno meschine
Critici inglesi la
pongono
in
capo
di quelle
in terza rima.
TRADUZIONI INGLESI.
Il
529
l'inglese,
maneggialo con facile mano un dotto se non di un poeta. Ma noi sentiamo ch'egli non un traduttore poeta, un
verso
scorrevole,
ed
di
e coir abilit
uomo che ha
in s
di
Dante,
pi grande
Wrighl
imparano a conoscer Dante nelle terze rime di lui, ben possono ottenere una idea pi esatta della forma poetica delnella versione sciolta di Cary ma non l' originale che non
devono sperare
velo ove siede
la
di
addentrarsi,
come
col
Cary,
dietro
il
maest grandiosa di Dante. 6\ Straforello, Rie. Conlempor. Fas. 117, Agosto 1863, p. 399. 1843. Parsons T. W., The first ten Caiitos of the Inferno
of Dante Alighieri. JSeioly translated into English {with ewplanatory notes) Boston, Tickner.
1844. FRANck FuAN.,
radiso, Ferrara, Taddei.
verse
Versione inglese
del
1844.
rima of
ferno,
With
notes,
London, Painter.
's
of the ori-
ginai collated
from
ghieri? Thomas Carlyle a place le florentin dans ce petit groupe de hros qui reprsentent pour lui l'histoire entire du monde; entro les prophtes et les prlres, le pote de la Divine Comdie est dessin et peint en trails de fiamme....
Thomas
du
pote; le mysticisme et
colere,
Au
seul
examen
du portrait de Dante attribu a Giotto, Carlyle volt en lui un liomme qui proteste de toutes les forces de son lre, qui se bat contre un monde, qui ne se rendra jamais, the face
VoL.
11.
34
530
TRADUZIONI INGLESI.
of one wholly in protest, ayid Ufe-long unsurrendering battio, against the world (una fisoiiomla di un tale ch' continua-
mente in protesto per tutta la vita, e non mai dimandando quartiere, si batte contro tutto il mondo). Et avec cela,
de l' Enfer, naive d'un enfant, profonde comme le coeur d'une mre! Dante, pour Carlyle, e' est une me adorablement suave, une me tout thre, l'aspecl sombre, sinistre, implacable. Par l rame il est l'exacte image du
ajoute-il, quelle tendresse chez le pote
les caresses
comme
moyen
et
ge. Sans
lui, le
moyen ge
ni le
se serait
vanom
jamais,
ni le cri
de ses douleurs.
La traduction de Carlyle rvle un rare sentiment du style danlesque. - Saint Ren Taillandier. - La traduzione del Carlyle vuoisi annoverare tra le migliori, come molto pi informata dell'antico e schietto stile dell'originale. - Revista Fir. del
Vanmicci,
1857, p. 377,
Inghilterra.
- Per coloro
metrici e vogliono
l'
originale ha provveduto
D.""
la
sua schietta
dell' Inferno,
mirabilmente vigorosa
di
versione
prosa
arricchita
diligentemente collazionato e
e note pregevolissime.
corredato
una introduzione
dantofili
inglesi.
p. 309.
Com-
siderare ai
Fas. 117,
Straforello,
Rev. Contemp.
Agosto 1863,
London.
1854. Cailey C. B. Dante'
the originai ternary rhytne,
s
London, 1851-54. Cailey est un ngociant que les intrts de son commerce ont confine long-temps dans un port de la Russie septentrionale. Pour se consoler dans sa solitude, pour retrouver le soleil au milieu des glaces et des brumes, il
a fait amiti avec Dante:
talent.
La iangue anglaise avec sa prcision et sa force se prtait merveilleusement l'interprlation du vieux maitre; M. Cailey a mis profit toutes ses ressources ... La tradu-
TRADUZIONI INGLESI.
cllon
531
de M. Cary est coiisacre par le succs, celle de Carlyle rvle un rare senliment du style dantesque. Le
M. Cailey n' est pas moins remarquable.-SanRen TaiUandier. - Il Cailey un traduttore qualificato all'arduo assunto dallo studio indefesso e minuto di Dante e dal lungo amore che gli hanno fatto cercare lo suo volume.
iravail de
facolt
molto
e primitive
la
quando
forza
dei giganti
semplicit
dei
fanciulli
quelle
uUime e supreme cose, la morte e il giudizio. Di quando in quando ne' passi critici ove Wright sfiora il comune, Cailey vivido e vigoroso, in forza del suo intuitivo poetico. La versione del Wright, dopo quella del Cary, pi apprezzata
e divulgata
in
Inghilterra,
il
Cailey,
ci
avviene perch
d spesso nel rozzo nel contorto nell'arcaico e nell'oscuro. L'inglese del Cailey, come inglese, non sempre trasparente
come r
il
italiano di Dante,
1'
come
italiano,
sempre. inutile
dire che
armonia
di
Cailey come in quella del Wright. - Straforello, Rev. Contemp. Fas. 117, Agosto 1863, p. 309 - Il Cailey dedicava la sua versione al suo amico Franklin Leifchil mettendo in
del
fronte
V.
versi di Lucrezio
Nec me animi
Dante'
s
fallit ecc..
Libro
1.
137 al V. 146.
1854. Brooksbank M. A.
Divine
Comedy,
The
first
London.
1854. PoLLOCK Fred. The divine Comedy; or, the Inferno,
Purgatory,
and Paradise,
of Dante
AUighieri. Rendercd
cngraved by Dalziel,
comportava
la
anco,
se possibile,
di
le
note
slreltamente necessarie.
di
La
Cary a un dipresso
Wright
di
Cailey.
pi semplice, pi
532
TRADUZIONI INGLESI.
ma
minori
di
Come
aiuto a
giovevole,
in
fondo
in
sforzo
che
spesso
il
Pollock
per rendere
l'
inflessione
produce un'affetto stentato ed inceppa T andamento generalmente scorrevole della traduzione. In nessun passo,
italiana,
abbiamo cerco,
nante,
ci
venne
fatto
di
trovare
egli
il
Pollock bale-
elegge sempre la
Dante,
non
come surrogalo
esso,
all'
originale,
ma
come introduzione ad
ma non
'
sempre
felice.
1859-62.
Wesley Thomas
The
trlotjy,
:
of Dante
translated into
notes
and triple rhy me of the oriijinal; with and illustratons, London, Henry J. Bhon,suret,covent garden York Street. 11 Wesley non agguaglia migliori passi di Cailey, ma gli sta di presso. Pi stretto e pi accurato di Wright,
i
men
rozzo e
men
egli
vieto
di Caley,
ma non
dotato di poetico
intuito.
Anch'
men
di tutti),
d' infrascare e
na-
la
parati
lotta
come
atleti
ignudi.
Quando Dante ha nn
divina Comedia
piere
la
si
epiteto
perch strettamente
tutte le
vede sempre che l'epiteto l per commisura del verso e non per altra ragione. Fra varie versioni, Caley, non ostante ai suoi difetti,
pi
si
Thomas
lo
Ma
r universo,
wna,
se
come quella
metrica,
od metro
TRADUZIONI INGLESI.
53IJ
rimalo difficilissimo
landosi per tal
oziosi,
svinco-
modo
dalla necessit
affastellare epiteti
in
e non
si
molto dissimile ad
una versione
prosa,
quale
Rev. Cont.
1863. WiLCHiE W. P. advocatc, Danlr/ s Divina Comedia: The Inferno translated, Edimburgo. Traduzione intollerabile, che non ha n la grazia del
metro n
stempiati,
la
fedelt
della
prosa.
Piglia
spesso
volte
svarioni
dittico,
ed a volta
perafrastico,
alle
Non
di
rado senza
la
dentro
pie
pei capelli
degli epiteti
e ne
salta
spesso a
pari
pag. 309.
En Angleterre, le deux vques qui avaient rapport du concile de Costance la traduction latine de Serravalle ne semblent pas l'avoir rpandue dans leur pays; part
la
trace
d'Allighieri
sur
la
de
Shakspeare
jusqu'
l'epoque
recente
oncore
le
moyen ge y
elle
est
de maintes investigations...
terre;
provoqu
les
accueilli et
encourag Rossetti, elle a elle-mme des critiques (M. Barlow, par exemple) qui, en examinant le texte de Dante, ont rivalis d'exactitude avec les rudits d'Allemagne; enfm
la
elle a
la
qui,
pour
la fidlit,
force et
l'Europe.
N'est-ce
pas d'elle aussi que nous vicnnent ces pages o l'un des
penseurs
les plus
le
si
vivemenl dans
Simpson
texte
M. IJarlow a tudi
Italien
cit.
le
de
Dante avec
la
inesse d' un
et
la
coscience d' un
AUemaud.
Taillandier, art.
p. 478. 518. -
A sospingere
J)34
g' inglesi
TRADUZIONI INGLESI,
negli studii danteschi giovarono polenlemente le
onorale e pregevoli fatiche del Boyd, del Cary e del Tarver, quali a un suon concorde gridarono e celebrarono il nostro
i
dei poeti
alla
tal
per l'egregie fatiche di Carlo Lyell e di Lord Vernon, va crescendo maggiore e distendendosi pi largamente. - P. Giuliani - E fu Lorenzo da Ponte, cenedese, che nel 1808
recava
insieme
all'
1'
conoscimento e
rica.
affetto del
insegnamento della lingua italiana il massimo nostro poeta in Ameegli scriveva nel 1833,
all'
28 anni
da che sono
si
America. Conobbi
ed animalo da
amore
da
me
salutifera,
un fiore leggiadro, una pianta di frutto raro in un paese straniero dalla gente lodato, di quanta maggior lode non dee reputarsi degno colui che pella prima volta
le
favelle
1'
la pi colta e
anno 56 quando giunsi in America, e all' anno 59 mi posi al nobile cimento. Sono vicino al 85 o in questo spazio di tempo, io solo, io non
dalla
favorito
fortuna,
anzi
da continue
ebbi
il
disavventure e
costante coraggio
spargerne
1'
il
eccitare
ammirazione e
desiderio
de' suoi
cataloghi
quanto
di
pi
mirabile
ha
l'
antica
moderna
italica
me
divina Comedia interpreprima volta da Lorenzo da Ponte agli Americani, Lettera dell'Ab. prof. Cav. Bernardi a Guglielmo Stefani, Revisla Contempor. fas. 89. 186 L
incominciando da Dante.
tata la
- Y.
La
THADUZIOM TEDESCHE.
535
V.
TRADUZIONI TEDESCHE
L.
1767-60.
Illle,
Bachenschwakz
Dante Alljhieri
voti
der
lidnschen uberselzt
begletet, Leipzig,
del
Bachenschwanz
fare
il
prosa
fu
pubblicalo
nel
nel 1767.
favore che
Paradiso,
due cantiche furono dedicate all' Imperatrice Catlerina di Russia. Secondo l'Arlaud, alcuni passi vi si veggono resi cos'i fedelmente, e cosi bene che bastano essi
queste
soli
ad attestare
p. o'2;}j.
la
Il
capacit del
traduttore
fidele
;
tedesco
[Vie
du Dante
Taillandier,
mediocres bauches.
1780. Iageman
iambici sciolti.
C. L.
Weimar
Il
und
Berlino,
Borges
III.
109-381, Leipzig,
Weidmann
les
1846.
La traduzione
Witte. 11
sempre inarrivabile.si
faut attendre
fragmens de Dante
s'
bien
Iraduils par
ouvrir ce
mou-
vement d'tudes qui ne se ralentit pas depuis soixante ans. L'exemple de Schlegel inspire de studieux disciples. Taillandier. - Della versione dello Schlegel scrivevami un
dottissimo
Alemanno: Ex
poetae
spirant,
his
quae
verlit
Schlegel
semper
ingenum
donavit.
qui idem
Shakespearium nobis
Fiinfter Gesang,
s Illle.
Komdie, uberselzt
(in
(30)
umrisscn nach
536
TRADUZIONI TEDESCHE.
e
Flaxman u IJummel et lias in 4, Amsterdam Kuntz. - Leipzig und AUenburg, Brockhaus, 1814
1825
;
Leipzig,
;
- 18*21
id.
id.
und des Paradieses und einer Karte von Oher-und Mittel-ltalicn, Leipzig, Brockhaus, 1843, id. 184(>. N. a Vandemark, paesello del Brandeburgo, 1781; m. il 14. Settembre 1861. M. Kannegiesser donne ses compatriotes la premire traduction srieuse de la divine Comdie. - Taillandier. 1 Tedeschi non furono scossi ai tremendi sogni dell'Allighieri fino a che non vennero loro presentati interi e in
des Fegefeuers
Per
lui,
dalla penomi)ra in
e Schlegel
aveano collocalo
nazione
robusti
germanici,
di essi a
si
che
il
un bisogno
progrediente coltura, e
sua Comedia
traduttori...
und
erlaiitert,
Einem Bande,
1834;
id.
Halle,
Schwetscke
AUighieri'
Sohn
id.
Wien,
id.
Gerold,
Dante
gbttliche
Komdie,
nel
Brunsvich,
a Berlino
1844,
L'esperimento
Giuliani.
Streckfuss
la
gli
riusc
felice,
non
(Gesang
versehen,
i-x)
mit
Erliiuterungen
Dresden, gedruckt
(in
der
Grtner'schen Buchdnckerci
1833.
1839.
iibertragen
und mit
Th.
I.
kritischen
und
historischen Erliiuterun-
gen versehen,
TRADUZIONI TEDESCHE
uebst einem
537
einer Karte,
iind
Jlle. Dresden a Leipzig-, Arnold. Das Fegefeucr. i\ehsl einem Titelkupfer von H. IJess, einer Skizze von M. Retzsch, einer Karie, und einem Grundrisse des Feyefeuers, Dresden u Leipzig, Arnold, 1840. Th. Ili: Das Paradies. - Nebst einem Titelkupfer von E. Bendemann, einer Umschlagsldzze von L. Ricliler, einem
Grundriss
Seligen
Il
Came-
rino
il
rapito all'onore
un volga-
rizzamento inedito della traduzione e delle note del Prncii)6 Giovanni Nepomuceno, ora re di Sassonia.
Per
Principe
dare
si
conoscere
in
l'
intendimento
che
siasi
l'
augusto
ebbe
adoperato
di compierlo degnamente ci piace ai riportare parte del Proemio della sua traduzione. - Dante da lungo tempo uno degli scrittori a me prediletti, e le malagevolezze medesime eh' ei presentava, furono per me un nuovoj incitamento a consacrarmi a lui con affetto ognora pi vivo. L' impronta caratteristica d' un uomo supremamente distinto da ogni altro ed espressivo, in un tempo supremamente distinto da ogni altro tempo, del quale non possediamo altra opera s compiuta; una lingua, che tanto pi
in
quanto che
egli
pu
offendere
il
che
la
la finitezza
riempiono l'anima
di meraviglia.
di
L'una siccome
l'altra
quell'et
iu
Con questa predilezione per Dante s'accese per tempo me la premura di renderne la grande opera nella ma-
538
TRADUZIONI TEDESCHE.
la
pi possibile fedelt
lo
lelle-
il
permettesse
la
spirito
di
della
essa.
s
lingua tedesca,
non solamente
grammatica
questo scopo
la
io preferii di
tradurlo,
esattamente
se-
condo
ma
libero affatto
uno scopo
che inevitabilmente
era forse
io
una maggiore esattezza e chiarezza, al che io pel grande alleviamento che a me concedea mi tenni doppiamente
obbligato.
.
Un poeta quale
Io per
si
storici, teologici,
potrebbe gustare
mi sono limitato solo a quelle che sono necessarie all'intelligenza, essendo che io non pensava a scrivere un comentario. Le roi Jean, plus compiei que M. Ozanam dans son
senza annotazioni.
apprciation de Dante, interrogeant dans
le
la
Divine Comdie
le
pote et riiistorien
il
en
thologien
le
philosophe,
disciple
de saint Thomas
Aquin.
Il
il
tudi
fond
il
la
thologie du
les passages
XIF
et
du XIIF siede;
connait,
cite
lous
que son
livre
est vident
celui de
les
anime.
crivain qui
se cache sous
noni
la
commentaire
ait crils.
Or
Beatrice,
en ce commentaire, apparat loute resplendissanle de clarts. Certes rien ne dispense de lire le texte mme de Dante;
c'est l qu'il faut voir la donna du pote, unie encore r humanil dans les derniers chants du Purgatore, s'purer peu peu, s'illuminer, puis, devenant plus belle de cercle
la sainte
hi-
une couronne en rflchissanl les ternels rayons. Le commentaire du roi Jean ajoute pourtant quelque chose, si on l'ose dire, ces merveilleuses peintures. L'interprete s'efface, ce sont les malres du pote
TRADIZIOM TEDESCHE.
(jui
539
prennent
la parole.
rendre tmolgnage, et
les
rapprocliemens soni
heureux,
cllalions
si
ben
choisies,
que
la
Le prince Jean
le roi
de Saxe
;
le
Aot 1854;
fra
i
Jean
est reste
ce qu'il tait
il
pi illustre
cultori di Dante,
anne,
le jour de sa fte, M. Witte lui ddie quelque tude de philologie dantesque, en italien ou en allemand. L'un des plus distingus parmi ces frres servans dont parie M.
le
Witte,
Halle
en thologie, avait publi dj sous le patronage -du prince un livre d'une rare valeur, le Vocabolario dantesco ou Dictionnaire critlque et raisonn de la
et docteur
noms de Dante
la
et de Beatrice.
Uva
quelques annes,
le
et se desolali
de ne pouvoir mellre
magne, M. Victor Strauss, composa ^ette occasion de gracieuses strophes o II invoquait Beatrice, et la conjurait de rendre la sanie au plus dvou de ses fidles. Beatrice coute la requte; elle envoie Dante auprs du prince Jean,
comme
au commentaleur
naut
littraire,
a-t-il
commu-
hommes
dans celle runion de fratelli cultori, o des que Schlosser, Wegele, Charles Witte, soni assocls l'un des souverains de l'Allemagne? - Citons encore un fait qui prouve que le roi Jean est depuis longlemps apprci en Italie. L'abb Dalla Piazza, de Vicence, avait consacr une partie de sa vie traduire en vers lalins la Divine Comdie. Il mourul; en 1844 sans avoir pu imprimer son Iravail, et il exprima le voeu que celle
tels
le
Witte a accompli
Taillandier,
le
il
a publi sa
La
Revue deux
Mondcs,
l.
510
alla
TRADUZIONI TEDESCHE.
Ove
voglia
espressioni cor-
non che
I.^
alla
si
ricchezza
pu
sione di Giovanni
di
Re
di Sassonia,
nome
non tenga il primo posto. - Ed un dottissimo Alemanno pur mi scriveva De Philalete pradicant quod non alter tantum adtulit ad expUcandum poetam difficilimum.
Filalete,
:
Ejiis adnotationes
plurimi aeslimantur.
(1)
- Il Graesse la
von Philalethes [Ueber die Bedeutunr/ des\ir(jil in der Divina Comedia. Aus den Ueidelb. Jalirbb. de Literatur. 1850.
bcsonders abgedruckt).
llolle
und herausgegeben,
ecc. Leipzig,
Weidmann.
Gesang zur Halle des Dante Alighieri bersetzt itnd herausgegeben. {Nebst der Entdeckungsgeschichte
Leipzig,
und Anmerkungen)
Weidmann.
J.
1830-32 HoRWARTER,
B. - e
in
Franz von
Komdie, oder Wallfarhrt durch die drei Geister tre regni spirituali); [rei iiber-
(Peregrinaggio attraverso
(1) Tout le livre II du traile de Monarchia, si brillamment est resum dans le discours de 1' empereur Justinien au 6e chant du Parudis. En expliquant ce discours de Justinien, le roi de Saxe a jet la plus vive lumire sur le systme politique de Dante. Yoici le titre de l'ouvrage du
roi de Saxe, publi par lui sous le pseudonyme de Philalethes; Dante AUighierV s Goettlicke ComOdie, metrisch bertragcn und mit hritischen und historischen Erlauterungen versehen. V. Saint-Ren Taillander, La littrature dantesque en Europe, Revue des deux Mondes. 1 Dee.
185G, p, 492.
TRADUZIONI TEDESCHE.
srtzt
Mi
und mit Anmernintjen versehen (libera traduzione). Blaubeuren, MangokI (in versi sciolti). Di questa versione mi scrivea il sullodalo prof. Alemanno: Prorsus laude caret Urwartcr, cujus prosaicam versoncm autumant mclius in scrinus latitasse. 1841. GusECK Bern., (pscud. di Gustavo de Berneck) Di^ gttliche Komdie voti Dante AUfihieri, uebersetzt. Mit einem
StahJstich. Pforzheim,
Finck.
Stuttgart,
Rieger,
1855. -
Karl Gustav von Berneck, Bern. Guseck, Stuttgart Niegr' sche verlags Buchehandlung, 1856.
1841.
sclzt
Das
ieue
Loben.
Aus
und
crlaurterty Leipzig.
listorisch, asthetisch
;
und vorLeipzig,
nehmlich
Dorflling.
Il
erlautert
Th.
1.
Die Ubile,
si
sforza di continuo di
dottrine;
mentre,
il
suo malgrado,
si
trova
della sostanza
il
si
Veltro Lutero,
corri-
spondendo lnanco
nome. Forse, e senza forse, la pi strana tra le non poche strane visioni, dei comentatori della Divina Comedia. 1842. Kopiscu AuGUST, Die gttliche Komodie des Dante
le
lettere
del
Traduzione
in
egual numero
Essa ci porge un nuovo esempio della pieghevolezza e della Aicilit con cui la lingua alemanna pu esprimere un qualsivoglia concetto. Forse sonvi qua e col dizioni intricale anzi che no,
in altre
542
TRADUZIONI TEDESCHE.
alla fedell serva
che
figure,
ancora della misura. La quale se venne dall'egregio traduttore con delicatissimo scrupolo mantenuta, non sempre
ma
per avventura
fece
della
prima altrettanto,
avviso,
critici
Filalete,
sono tra
in tal
le
ed
il
hanno
il
merito
particolare
di
dimostrare
nesso tra
poema
e la Bibbia, coincidendo
modo
Tommaseo. JSeque improbantury cos il ricordato Professore, versiones Graul et Gusek: non ila
colle spiegazioni del
et
contra senpeccaverit.
multum
GscHEL
C. F.
Dante
Alighieri' s
(
Osterfeier
1861.
ersten
Gcsnge
Dante Alighieri Die Holle fiir das Berlin, Berlag von Th. Chr. Fr. Enslin. (pag. 356.) Dante Alighieri, l'Inferno, ridotto pel popolo tedesco. La traduzione in versi sciolti. - prece1863.
deutsche
bearheitet,
l'egregio Braun,
al
Prof.
Nicola Gaelani
la
la patria di lui
del nostro
le stirpi
n altrimenti avviene
il
genio nain
zionale
producono
esso
germi
deschi,
d'una
si
vita pi
virile, e si dilata
...
quasi
i
il
Io credo che
Te-
dopoch
Dante
si
grande Itavi
fatto
un monumento
il
csre
perennius tmWa.
avranno
il
nomini
grande
ed
bello.
TRADUZIONI TEDESCHE.
Egli
si
543
fatto
un
altro rnonumenlo,
Un monumento de-
non pu essere una statua, ma un grandioso instituto, una universit, una Accademia All(]hieri, una scuola per tutto il grande ed il bello, dal quale confortata la generazione futura coroner la grandezza
del vostro pi gran genio
gno
(Rehme,
Vestfalia,
Marzo 18G4).
sterile
si
fu
nostro
e
altissimo poeta;
immortale volume,
-
ma
si
volle
dargli
ebbi
Quod
hucusque Ires
Streckfuss, Philaletes)
maxima
esse
unquam erunt
destituti, -
forma versonum
in
nullo ab
omni parte
propterea
laudabilis
Blanc haud
dubie
studuil
primum
inducere:
locum obtinebunt,
lune ea
ille
quod
in
Germaniam
qu versioni pra^misit lucide et bene Braun in futurum ille sit qui gustui
arrideal, licet terzinas poematis
iis
Germanorum imprimis
serit
omi-
qui
einem Bildnisse Dante von Prof hilius Thiiter, Halle. Le ragioni della sua versione stanno nella prefazione
(fhieri ueberselet iind erlautet, mil
di
di
al
line
il
bisogno
pervenire
offrirebbero.
L'
una immensa,
lunga
diflcile
ed
affatto impossibile
ad un
uomo
un
profondo (lomento, ovvero anche una rappresentazione del suo fine e del suo meraviglioso organismo, la quale abbracciasse ogni parte del
grande poema.
V altra,
il
se
si
compari
con quella, agevole ed attuabile per l'appunto una versione del lutto. Questo cammino,
come
solo a
me
possibile.
bA4
io
TRADUZIONI TEDESCHE.
ho ballulo. - La mia traduzione metrica ma senza rime, primamente perch io non son poeta, ed in secondo
luogo perch di questa sola forma mi parve che
ritrarre
si
potesse
la
quale sovra
odierni italiani.
La forma delle terzine si collega intimamente con l'intiero organismo del poeta, ed olTre per al traduttore che vuol serbar la rima difficolt veramente insuperabili. Oltre a ci
accade che
la
all'
orecchio infinitamente
pi sorda che
air essenziale,
meno
notala.
di fronte
all' infinite
espressione
che
si
debbono
di
sacrificare.
Kannegiesser,
la
questa
opinione
pi compiuta
slesso,
pi pregevole,
Streckfuss ha
pur dovuto
maniera. -
Sem-
brami
ne,
all'
modo che
possibilmente
senza traduzione,
ma
mantenere
la costruzione e la disposizione di
dell' originale. -
ma
veramente necessario che la versione, del pari che l' originale, riceva una lieve tinta d' antico, la quale offra qua e l alcune poche voci ed espressioni a' d nostri meno adoperate,
alcune
pi
forti
contrazioni
di
vocaboli,
di
alcune
inusate apostrofi
usate,
ed alcune trasposizioni
parole
non troppo
meno ma qui
dagna
in
evidenza ci che
gli
manca
in eleganza.
il
Ad un
Blanc,
osserva
il
indiscreti,
luoghi
meno
fedelmente tradotti,
perfetto.
Il
essendo
egli
per
io
pi
traduttore
destinato a
gli
sludii
Dantofili;
la
TRADUZIONI TEDESCHE.
diligenza per la quale
545
vita le sin-
Unus ex
ruit,
iis
vitam
assiduo studio
nondum appaquantum sciam: mea sententia super at multum prioreSy ita tamen ut fide verborum maxime auctorem reddere studuerit, vertendo poetam nterpretans. E d' altra autorevolissima fonie ebbi pure queslo giudizio: E una versione alla
lettera,
e
quale pi non
si
Blanc,
un autorit di prima
riga.
11
il
1755
il
presso gli
a
Heinsius in Lipsia,
ha stampato da principio
e subito
modo
al
dopo
l'intera cantica
del-
maggior parie
in
\en-
questa
si
fu la
Germania...
Queslo primo lentalivo di far conoscere Dante in Germania non rimase senza effetlo nei tempi posteriori. Due anni dopo l'edizione dell'Inferno, noi troviamo Ciangulo legato
con T. L. B. Bachenschwanz quale edlore per
liani e tedeschi,
gli
scrini ita-
dopo apparve l'Inferno di Dante Allighierl tradotto da L. Bachenschwanz. Questa traduzione venne in tanto favore, che nello slesso anno fu
e dieci
anni
Purgatorio e
all'
il
dedicale
come
dieci anni
splendida
Dante.
il
modo prevenuto
Bachenschwanz. Eccitalo,
celebre Bodmer,
intera
Comedia
VoL.
II.
di
546
sopra
il
TRADUZIONI TEDESCHE.
carattere
e l'opere dei migliori poeti italiani un ben inteso e non breve compendio del divino poema. Nell'anno 1795 furon pubblicati vari frammenti della traduzione in metro di A. G. Schlegel, traduzione ancor sempre inarrivabile; e nel 1809 ebbe luogo la prima edizione della
traduzione
di Kannegesser. - Le pi antiche traccie ch'io abbia potuto scoprire intorno allo studio della divina Co-
media nella letteratura tedesca ascendono ad un secolo anteriore alla prima edizione di Ciangulo, e trovansi nelle avvertenze di A. Griphius al Moribondo Papiniano 1659, verso 704). Ivi tradotta una parte del canto dodicesimo
{
dell'Inferno.
Un
secolo addietro,
uno scritto, pi tardi interamente dimenticato. Neil' anno 1559 Gerolamo Fricker, presso Oporino in Basilea, pubblic per la prima volta il piccolo libro de Monarchia, ma nello
strano errore che questo fosse lavoro di un secondo Dante,
vssuto sul finire del secolo
XV,
anno
fu pubbli-
apparve di nuovo presso Oporino, per cura di Schardius, una edizione molto esatta del testo latino. Altre ristampe se ne fecero sul principio del secolo xvii (1609 e 1610)
in
Strasburgo ed Offenbach.
Il
in
Germania
le
prime
scintille
per lo studio
della
Di-
un Cardinale e di due vescovi inglesi, Giovanni di Serravalle scrisse un vasto comentario latino sull'immortale poema di Dante, e in quello anno medesimo, in cui Girolamo da Praga sosteneva la
vina Comedia.
istanza di
Ad
pena
filr
del
fuoco
innanzi
alle in
porte
di
Costanza.
Witte,
fattisi
iinterhaslung,
dallo
10 gen.
Firenze,
1856;
4
arti-
colo
Spettatore
di
Maggio
1856
L'Allemagne y
brille aussi
;
stme de Dante et retrouv l'unite de cette grande me. Si Dante est bien compris aujourd' hul, e' est elle qu' il faut en rapporter l'honneur. Les traductions de Streckfuss,
TRADUZIONI TEDESCHE.
le
04i
ce
sicle, roi
Kannegiesser,
celles
lieu,
aii
commencement do
on
les
plus
rcemment
donneraieni
de M. Auguste Kopisch el du
si
de Saxe,
examlnail
en
dlall,
plus
Franz Wegele,
mile
Ruth,
les patientes
la
conqutes pour
Mondes,
V.
La traduccion del Dante de lengua Toscana en verso castellano: yporel comentado allende de losofros glosadores por la mandado la de la muy eccelentc Sennora donna Juana deAra(jon, duquesa de frias y Condessa de Baro fija del muy poderoso Rcy don Fernando de Castlla y de Aragon. Umado el
;
uno q
se dlze querella
de
y olro aversi on del mudo y covcrsio a dios iniose est a muy provechosa y notabile obra eii
f
- Imprila
muy
noble y mas leai cibdad de Burgos por Federique alemau de Basilea ac abose Lunes a dos dias de Abril del ano de
La traduzione
marchese
di
in
Villena,
morto
nel 14S4,
tuttavia inedita.
la
Anche
luce. Si
la
pi antica
conoscono
S.
Michele de
Camboulill,
los
Sig.*"
F. R.
professore
retorica,
ci
membro
della
operosa accademia
di
di Mompellieri,
di
diede
uno squarcio
il
questa versione
Anche
di
S.""
Eugenio
nel suo
bei lavoro
Espaqne
et
Provence,
si
occup
questa notevole
Rcv. Contcm-
versione.
548
THADUZlOM SPAG?>UOLE.
poranea di Torino, Decemijrc, 1857. - Je ne parie pas de r Espagne; Danio y avait pnlr de bonne heure; mai rinquisition, plus sevre que J'glise romaine, se bia de
jeter l'inlerdil sur l'oeuvre
inlerdit
par
la curiosile
de no
Avant de
lirer
souvenir de Danle,
de l'oubl
depuis
le
pas pome de
VI.
MoLBECU CuR.K. F., Guddomelige Komcdie Oversal afM... Ejbenhaven - Deel (nondum edita). 2. Skiirsilden, 1855 ;
Paradiset, 1862.
'
Traduction en vers o
difficults. -
la
Iriomphe
un
et
de mainles
gue, 1852.
se termine
est
On
doit aussi
M. Molbech
Copenha-
du pole
studier, Upsal). -
la
M. Botliger tudie
et
il
poesie italienne,
insr
dans son
chanls de
livre
la
della
divina
in lingua spagnuola.
TRADUZIONI RUSSE.
549
MI.
TRADUZIONI RUSSE
fevnum, additis delineationibiis Flaxman et italico textu. Versio ex italica lingua a Y. \an-Dima reddita, introductio
et vita Dantis
a D. Struchow facta
Fischeri).
Dj en 1843 M. Van-Dima avait publi Saint- Plersbourg une version en prose des treule-lrois chants de V Inferno; M. Dmitri Min a eu l'ambitioa de les reproduire
en vers,
critiqiies
les
du Nord. On vanto surtout les disserlalions qui raccompagnent. N. Dmitri Min a largement mls profit les iravaux des Allemands; il cmprunte beaucoup d'ides M. Wegele, M. Witle, M. Rulh, au roi Jean, mais il
y ajoule aussi des vues qui lui soni propres. - Saint-Ren Taillandier. - Ottimo traduttore in versi pur anche
Demetrio Min profes. dell'arte veterinaria
pubblicollo.
all'
universit di
Dante e La terza rima difticile nella lingua russa, perch il numero delle rime non vi abbonda come nell'italiano, e perch la prosodia russa esige un ordine tra le
rime chiamate masculine ossia tronche, e
piane, lo che accresce
la diflicoll
le
feminine ossia
di quel metro.
Min ha
con arte perfetta. La sua Dante cos fedele che fa meraviglia ai conodificolt
Ma
il
del giornalismo,
non
sa apprezzare
lavori,
dal pubblico
non
avanza e non
la
au poinl o nous en tions nous-mcmcs il y a un demisicle: on n'y lit encore que V Enfer. Dante n'est pas un de ces potes qui peuvenl lre pnlrs du premier coup.
L'hislorien Schlosser a lu neuf fols
d' y
la
aujourd' bui
la lit
avec en-
550
TRADUZIOM RUSSE.
il
commenlc
11
le
sanctuaire. L'inlilalion
commenc pour
Ce
-
l'
Amrique,
sera
Russie
verse!
el Ics peuples
scandinaves.
Iravail
mene
bien, et
l'elude de
Divine Conuklie
est
que nous rccueillons avec joie. Il senible, au premier abord, qu'une oeuvre comme celle de Danle ne doive inlresser dsormais que la curiosile des rudils; sa cosmograpliie
est dtruile, ses mysliques loiles se sontvanouies
la
sclence de Newton....
iiclions,
devant Sous l'appareil condamn de ses au milieu des prjugs d'un autre ge, il y a l
immorlelle,
la
une
inspiration
passion
de
la justice.
Ce
de
l'
histoire
morale militante.
au nom de la y a plus d'un rapport enlre Pascal el Dante: lant que durer l'humanil, les Penses de Pascal,
reste l'inlerroger encore
Il
formes de
l'intrt,
il
s'lail rfugi
dans
la cil ideale
con-
l'aise
dans
un
asile.
Cesi lquesont
de l'avenir; e' est l qu'il faut dpouiller le vieil homme pour crer l'homme nouveau. Au milieu de ses extases, Allighieri tait une intelligence pralique il ne
;
il
ne s'esl
jamais dtach de
lui.
la terre el
de laralil. Faisons
seuls,
comme
si-
Soyons notre
parti a
nous
recomposons en
lence l'elite
gnreuse dont l'iiumanil a besoin. Ayons notre enfer el notre paradis en nous-mmes, punissons el
TRADUZIONI RUSSE.
531
rconipensons les
science
triste
;
hommes au
sachons aimer,
et puisqu'
le faiit aussi
en ce
monde, sachons hair! Sachons aimer le bien, sachons hair le mal Entrelenons en un mot cette force spirituelle, celte passion du bien, cette soif de justice, qui est travers les sicies le signe inelYafable du grand gibelin. C'est le meilleur moyen d'obir l'inscription de Santa Croce: Ono!
-Saint-Rene Taillandier,
p. 150.
1.
Thouar Pietro, Dante, Milano, Ublcin, 18b5. Thouar in questo suo lavoro ci reca la biografia di Dante, coli' esame della sua mente e delle sue opere, e un
Il
cenno delle vicende storiche e letterarie d' Italia, secondo che si riferiscono ai casi del poeta, o al concetto della sua poesia, alla luce che da quella si riverbera sugli studii
posteriori.
E diviso
in tre parti,
medesima
scuola
Italia.
volumetto
in
alquanto debole la
una nobilt
cendere
di
negli animi giovanili. Le due prime parti sono pi largamente composte ed eseguite con maggior cura, la prima specialmente in cui si leggono pale migliori facolt
Anche
(1)
l'esposizione del
poema
fatta
con cura,
ma non
Della Ribliografia
scritte
vennero
Bil)liogralla
dantesca Italiana ricordo solo le opere che dopo la pubbiicizione della pazientissima ed accuratissima dantesca del Batines. Degli altri autori non accenno che il
nome, giacch se volessi tessere il semplice catalogo delle opere loro non il Batines, - Debbo poi rendere pubblica testimonianza di grato animo all'egregio ed erudito Sig. Francesco Scipione Fapanni
farei che ricopiare
di Venezia,
Dantesche,
appassionatissimo ed assonnatissimo raccoglitore delle cose che eoa cortesia piuttosto singolare che rara mi fece copia della sua ricca collezione, qualunque volta me ne venisse bisogno, onde mi venne agevolata la fatica delle ricerche, e potei notevolmente
accrescere
il
mio lavoro.
553
sviscerare
al
il
il
pienezza
di
critica
necessaria
concetto
della
divina Comedia,
e a mostrarne
vivo
carattere e l'importanza.
libro
del
Fraticelli,
Pelli raccolse,
tranne
le
ma non
uti lavoro
qualunque altro biografo dell' AUighieri. Ei non d una nuda raccolta di memorie, non d una vita in quel largo signiiicato che oggi suol
modellato su quello
darsi a titoli consimili,
ma
con quella
critica,
l'
la
quale
si
richiede a
siffatti
Ei .rappresenta
uomo
ma non
la
in
modo che
scompaia l'uomo:
principale in
e
un
dipinto, dee
campeggiar convenientemente,
non rima-
nere affogata dagli accessorii. Delle questioni letterarie non volle impacciarsi, si imprese a risolvere le storiche, senza
parte e senza alcun preconcetto.
col riscontro
delle sue
nioni
politiche
18()4.
religiose
in Italia,
Venezia,
Naratovich,
Gennaio
Il
Gregoreili
^ ita
fa
venne scritta e si pubblica affinch ognuno possa conoscere agevolmente leggendola quanto fu grande
Questa
l'Italiano
si
sta
per festeggiare
il
sesto
secolare anniversario.
Mercuri Filippo, Quale sia stato il primo rifugio e il primo ostello di Dante, Roma, Pucinelli, 1814. Se Dante fosse veramente morto nel 1321, Napoli,
Nobile, 1813.
stello
Giuseppe, Intorno alla dimora di Dante al cadiLizzana, Rovereto, Marchesani, 1834. - Lettera in aggiunta ad altra lettera sua intorno alla dimora di Dante al castello di Lizzana, Rovereto, Marchesani, 1835 ^Opuscoli
Telam
non
554
Il
Telani
si
fa a
in
Llzzana
Laei
garlna.
Ei
Lizzana
ruma
per
lui descritta
al
volgarmente chiamata gli Slavini di Marco, dal paesello che le sia di presso. Ribatte l'opinione
del Cesari
di
che ritiene
il
monte
a poca distanza da
impugna
la
ruina della
Adige e
lo
percosse. Francheggia
paesello di Marco,
non perch
ma
coli'
memorie
del
(Inspruck,
Wagner, 1832);
la
per
a
di
infmo con
quella
Petrarca
delinea
solido de
che nell'Epistola YI
Guglielmo da Pastrengo
ad evidenza
ruina
Marco:
Vidi horrifcam
il
monte ridnam
il
ecc.
Tommaseo ed
come osserva
di
Fraticelli,
il
roveretano Telani,
si
ma
bens
il
villaggio
Tommaseo
la
dice,
che
ruina
Monte Barco ha alcuna via per iscendere, quella della Chiusane, almeno adesso. E acciocch regga la similitudine
del borro infernale qualche via
della terzina seguente
ci
dev'essere;
V alcuna
gasi che
il
C.
y. Ambrosi,
di
Comento
C xu
dell'Inferno,
il
Mutuo
soccorso
Rovereto. (Strenna,
ZoTTi Raffaelle,
del 1864).
e
Della Visita
Rovereto) Ro-
18(54, di
la
pag. 84.
555
da Rovereto,
(
il
Zotti,
),
francheggiato (lall'autorit
di
Ambrogio Franco
n.
1559
Michelangelo Mariannl
(sec.
del Co.
Adamo
ed inoltre
del Telani,
il
Pederzani, ecc.
ei
prova
come
Dante visitasse
amico
la
degli
valle
Scaligeri, che alternava la sua dimora tra Lagarina e Verona. - E da prima ei prende ad
si
recasse per
la
prima volta
del
MafVei,
non che
Tommaseo,
primo rifugio e
il
Trentino,
s'induce
a credere
Scaligeri
Castelbarco,
onde ne trae
in
la
a deliziarsi
in
qtielle
amene
vedute,
ad inspirarvisi
termine
Ma
le
prove
le
pi sicure,
pi incontrastate
il
ei
le
monte, onde
s
si
mosse;
conoscere
come da
fosse,
se
non percorrendo e
nella
la
ruina
sua vasta
specificatamente circonscritta,
ei lo ri-
La Fenice, 1843, p. 205 e 214 Trento Monauni, 1864), sicura riprova delle cognizioni locali che Dante possedeva intorno alla topografia del Trentino, cogni;
)56
non
vi
avesse fatto
il
ii,
e.
15 de Yuhjari Eloquio
conoscenza. Da ultimo
col
Sig.""
alpi
nella valle
popolare,
riportata
il
da un frate Carmelitano
di
Rovereto,
{secondo
in
Zotti,
il
Dante havea
visse et
dimor per
in la villa di
et
Lizzana^ qual
la
pros-
sima
del
alle rovine di
io
Marco,
kivi
sua innamorata,
come ho
paese.
(V. Giuseppe
Valeriano
Yannetti,
padre del
aver
egli
rina
Pietro
Udine
dulia
ed in
Tolmino,
durante
il
Patriarcato di Pagano
E divulgatissima
in Udine,
ed ospitale accoglienza vi
ivi
il
Thouar,
vite
il
Tommaseo,
il
Sigalas ecc.
il
lo
ripetono
lor
dell' Allighieri.
Ma
Bianchi,
quantunque
friulese,
pugna
il
il
primo a spacciare
questa favola
sostiene
cinamento
fra
dagli
venuta
di
Dante
in Friuli si
allegano documenti o
si
vollero in un incen-
secondo
557
criterio logico,
proverebbero
il
mente Jacopo
tutti,
di
Yalvassone
all'atto
Maniago, che,
con
argomenti
di
imaginari,
sogn
primo di un nuovo
soggiorno
Dante a Tolmino, additando per infino uno il fiume Tolmina, chiamato sedia di Dante,
natura de pesci.
i
Ma
il
Patriar-
Udine non ci ebbero mai stanza; che Soffumbergo, e non Tolmino era il luogo delle loro villeggiature che Tolmino fino all'otto Agosto 1319 fu in potere del Co. di Gorizia; e con altri documenti alla mano segue il Patriarca
;
Pagano
il
mai a
le
appoggiata
all'ideale
mostra
e
l
inefficaci
prove che
temente
si
stampare costane
Dante
;
AUiffhicri
con
doppia
non altrimenti,
di
Venezia, 1841
Naratovich, 1861.
Dante AUi-
al cav.
Davide Bertolotti,
II.
Aunms
sato e suir
arme
la
Scolari Filippo,
Anche
rono per
/
grafia
del casato
doppia
/;
il
Fraticelli,
i
semplice.
Si fecero forti
il
casato di Dante
in
con doppia
di
quali
stanno a
petto
degli altri
proporzione
g ad
/ ;
legittima Aldgkieri,
bile
la
dalla quale
Allighieri,
nuova
forma
naturale
e certa
di
nome
un suo
nominollo Aldi-
ghieri, comecch
558
(1
Ma
il
Fraticelli,
rovistando
pure
antichi documenti,
ci
esempi ch'egli
con una
hens
posto,
in
il
prova del contrario: de' 33 allega quattro sono con due/; ventiotlo
ci
/;
uno
in
l,
allatto senza /;
solo per
in
ove
11
si
trovasse alla
il
pre-
ma non mai
Fraticelli
luogo di detrazione,
appoggiato
a' codici
pi sicuri ed
il
antichi,
senso del
quella
sua.
concetto.
parola,
ei
Ma
anche
comunque leggere
/a d'oro
in
si
voglia
ritiene francheggi
dell'
sempre pi l'opinione
se
ne cura punto
campo
azzurro,
N arme
pur
del secolo
XY, od
un solo
la
XYI. Ed
si
legga Ali-
Log-
giato
cosi
degli Uffizi,
stia scritto
decretando
adottata
di
fu
appunto
intitolato dal
nome
(
legge i/Z/iy/uer/,
secondo
il
la
nuova riforma
2(>
riputato giornale
e
Crepuscolo,
Dee. 1832)
meggia invece
pel Fraticelli
e gli
d vinta
agli
palma {Del
Ma
gli
si
acquetano
argomenti del
ed
il
Co. Pietro
del grande
poeta,
protestava solennemente di
non voler
l'
mutare
la
anche per
innanzi
continuerebbe a
scrivere AHighieri,
(Gaz. di Venezia, 18
di Dante: -
Secondo
il
Rians
la
I.
sentenza
la
di
condanna
Cod.
seconda del
2. Dis. 5.
Dal 1300
al
1303
di
pugno
di
Bonsignore olim
Gueczi
Michele
un
solo.
Nella
necrologia
Monache
di
S.
539
veronesi,
geri,
di S.
da G. B. Biancolini, nelle notizie delle Chiese discendenti del poeta sono nominati ora Aldie altri discendenti seppelliti
Aligheri.
nella Chiesa
Aligeri;
Fermo Maggiore,
corso di stampa).
la
derivazione del
cognome
Dante l'egregio professore si vale dell'irrecusabile testimonianza dello stesso Poeta, che intorno all'origine del
suo cognome pose nel C. xv della
III
da cui
fue
il
.
.
si dice
tua cognazione
mio
figlio
fu
tuo bisavo
e
3Iia
quindi
soprannome tuo si feo. - Osserva circa il primo di questi due passi, la cui significazione abbastanza manifesta e
comunemente
accettata,
si
bisavo di Dante,
trasmise
cognome
il
alla
sua famiglia,
ma
dersi
vocabolo cognazione,
e
il
quale presso
antichi
scrittori,
nel
passo presente,
temente possa arguirsi che il cognome degli Aldighieri derivasse dal easato Aldighieri della moglie di Cacciaguida. -
Quanto
all'altro passo,
luminoso ed atto a
-
risolvere la questione,
pu soggiacere a controversie: vale a dire - quindi di qui, ovvero perci - soprannome tuo - un soprannome che poi appartenne anco a Dante, essendone divenuto il cognome, e - si feo cio si fece allora, e non era gi formato, ossia non preesislcva. - Argomenta pertanto colla guida di tutte e delle soie parole di Dante, che dall'essere venuta dalla vallo del Po la donna di Cacciaguida, siasi creato quel soprannome di Alighiero, che fu poscia il cognome di Dante e perch nel medio evo si estendeva dal Finale di Modena o dal Bondeno sino a Ravenna una regione palustre detta con proprio nomo
il
soprannome
- e si feo -
la
Yalpadusa, ossia
la Fa/rf/Parfo,
di cui
560
valente soprannome,
discesi
11
cognome
di
grado
di
probabilit
passo
sembra ad ogni modo che il detto della Divina Comedia contraddica l' opinione del
il
Boccaccio che
cognome AUighieri
lui
eoa doppia
opinione,
/,
da
o per arbitrio
ortografa,
lascia
da ultimo
di risolvere
alcune obbiezioni,
rimosse
di
le quali, la
di verisimiglianza.
-Questa Memoria fu letta all'Accademia Maggio 18G4, cio, com'ei cortesemente mi scriveva, nel mese stesso che ricorda natali di Dante,
Padova
il
di 8
STUDI CRITICI
Cant
Ignazio, Dante considerato come
uomo
di scienza.
il
1 .^
Mazzini Giuseppe,
Vi
[Scritti letterarii
di
un
italiano
vi-
trovano
gli scritti
IMI.
all'
Del-
amor
facciatosi
appena
Prefazione
edizione
- Scrini
temporanea, Prelezione
1847).
tutti.
al
Perch
il
poema, di Dante sa
il
piii
moderno di
Mondo
Illustrato, 1861.
561
della
p.
(Compendio
della Storia
IV e V,
73I.
125
118-250. - Veggasi
Crepuscolo 1852,
p. 86).
Cereseto G.
Dell'Europa
della
civilt,
B-,
d' Italia.
Torino,
Pomba,
coli suU'Allighieri,
hanno degli artipoema che si raccomandano grandemente per calore di siile, e per acume di critica. Agrati Giovanni, Manuale di Letteralnra, poetico-criIn tutte queste opere del Cereseto vi
e sul suo In questo
diligenza e
Wilmant, 1852. Manuale si desidera maggior pienezza, maggior sodezza maggiore di giudizii. Il pi dei problemi,
al
che
si
annodano
lasciati in disparte;
;
la
vi
veduta generale, e
pu dar la chiave dell'intero edilzio dantesco. Quel che troviamo nel libro una grande e sincera ammirazione pel sacro poema, la quale lo trae a sentirne e a notarne qua
e l le bellezze e dichiararle con chiarezza
e con affetto.
ma
al
1853.
L' autore si
propone
la
di farci
conoscere
le
condizioni del
forma, l'ordine, lo
in
stile,
con
le
beldi
in
ogni
maniera
L'orditura buona,
ma
ma
Ginnasiale,
Maggio
articolo critico,
ma
torlo e preconcetto
parve
30
il
giudizio:
VoL.lI.
)62
basti solo
Dante a Cangrande
De Sanctis Francesco, La
Fel.
e
le
opere di Dante,
Il
argomento
1857 e-cc.
11
Nov.
Carattere
di Dante,
sua utopia,
Gen. 1858.
ecc.
De
nel Politecnico
di
Zurigo,
pubblica istruzione
Comedia. La
Il
critica del
de Sanctis
ha fatto nascere
di
un vivissimo
desiderio
vederle pubblicate,
avremo
il
comento pi
- Pensieri diversi.
i
Ragioni
che
lo
hanno
et avea scritto su Dante. - Propriet del parlare di Dante. Comparazione fra Dante e Petrarca.- Yoci antiche innovate. -
Se Dante
Guido Caval-
canti (Studi
Le Mounier, 1855.
pare la difesa di Dante
si
Poco
gli
di
bellezza
contro
appunti del
e
Bembo che
dilettava
pi della
poesia dolce
di Dante.
Il
minuta del Petrarca, che della grande e fiera confronto tra i due poeti pure assai bello,
in certo
stile
dove d
zoni,
la
palma
modo
dicendolo di
pi profondo e pi alto,
Il
come
dicevano,
pi tragico
la
e magnifico.
mi pare
parte filologica,
messa
fuori
occasione di
non
appicco a queir
uomo
inlendenlissimo e giudiziosissimo di
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
563
Crepuscolo,
1855, p. 128.
Tossiti Giovanni, Dello studio morale d Dante, Orazione,
Guasti Cesare,
nel secolo
ze,
XIX, Memoria
1857.
Bertini Giacomo, Dante e
le lettere.
Orazione inaugurale
Italia
la
civilt.
il
Prolusione
alle
lezioni
sulla divina
Comedia,
detta
Marzo 1860,
delle
Per conclusione
Discorso recitato
il
di 11
Giugno nell'Instituto
namento
in Firenze,
Dizio-
Palermo,
Lo Bianco,
Florilegio
e
Granata
Il
Mauro,
Cassinese,
da Messina,
che contenga
tesori
dell'italiano
prende
divino
mosse dal pi degno, ed inaugura l'opera dal di avere attinto nel suo lavoro qual ape industriosa che s'infiora, tutto il mele della divina Comedia. Ilo tutte frugato e ritratto al possibile in formole generali le sue bellezze filologiche: vi ho dato il nome di Florilegio, congiunto a un dizionarietto dantesco.
le
il
dantesco,
di
poterci
condurre
ad uno
siile
attico
si
nella
prosa
che
ne' versi.
deW In-
di
prolusione agli
Monza, 1863.
5C4
lissiiiio
applicandolo e proponendolo
istruzione
della
per
norma
ben ordinata
1863, p. 127.
giovent.
V. Borghini,
la
laurea di
Ne scrssero inoltre: Ambrosoli Francesco - Angelini Lodovico - Azzolino Pompeo - Bagnoli Pietro - Bartoli Cosimo - Borghi Giuseppe - Benci Antonio Bertini Giacomo - Biancliini Giuseppe - Brocclii Giambatista - Cancellieri Francesco-Cerretti Luigi -De Cesare Giuseppe -Cesari Antonio - Conti Antonio -Corniani G.B.-Crcscimbeni Giovanni - Dandolo Tullio - Denina Carlo - Fioretti Benedetto Forleo Leonardo - Foscolo L'go - Gioberti icenzo - Gravina Ticenzo - De Gregorio - Leoni Carlo - lUaffei Giuseppe - Damiani della Bovere Terenzio - Mazzoni Jacopo - Montanari G. 1. - Montani L. Monti Vicenzo - ]\'apione Galeani de Cocconato Giovanni - ]%[icolini G. B. - Paravia Pier Alessandro Parini Giuseppe - Quadrio Francesco Saverio - Rosa Morando Filippo - Rosini Giovanni - Salii Aurelio Sordo Alessandro - Scolari Filippo - Sperone Speroni Tasso Torquato - Tiraboschi Girolimo - Tommaseo ]\icol - Torricelli Francesco - Torti Francesco Pecchioni Carlo.
Baudry, 1846.
Di varie
lezioni
da
Le lezioni in generale da lui prescelte recano l'impronta buon gusto e del buon senso. Forse il lavoro sarebbe stato di miglior giovamento se invece di porgere cos alla
del
spicciolala le varianti di questo
di
quel verso
ci
avesse
recata tutta
per disteso
la
tempo
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
in
ITAL1A>"A.
565
il
poco
Tommaseo
gli fosse
parca consigliata
L'altra cosa
sincero.
pare nello
comunemente
SoRio P. Bartolommeo, Sopra un iM^noscritto della Divina Comedia posseduto dai Campostrini di Verona, Verona,
Sanvido, 1847.
Lezioni sopra alcune Correzioni da fare alla stampa
della divina Comedia.
Al C. IX
V.
37 dell'Inferno,
Il
la
vulgata ha serpentelli e
Francheggia
F.
sua lezione
F. 21;
iii.
coli'
appoggio
viii.
22;
viii.
o;
n. 2, 2.
XI. V.
lo
Al C.
uccida pur
incida.
Il
vincolo
incide
non
s|
uccide. - Al C. xii. v. 10
se stessa
dee leggersi
costrutto
relativo di
citati
se stesso
morse e non
colla
esigendolo
il
accordato
seguente
Molti
voce
codici
quei,
pronome
da
e
lui
genere mascolino.
la
inoltre
sulragherebbero
il
nuova
Firenze
lezione.
Totila
non
il
Attila fu
distruttore
di
P.
le
coerente alla
Villani,
conlata
da Giovanni
suo
(IL 6) leggesse
-
verso cos
le
fanno
si
xiii
E vuole a me
1)66
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
riportala
ITALIANA.
delle
mie
case,
sua
pure
del
codice Cassinese:
Giuhbetum
runtur.
Parisis, ubi
ei
homines suspenlezione
dice,
la
testuale
comune
ma
fu fatto
non bene,
gibetto
il
anzi guastato
non
di
le
cui parla
il
codice
piantavano
forche ad impiccar
per
la
gola
legge
il
fumo
del ruscello
adoms
li
che vi
risica
possa camminar
sopra senza
al v.
essere
incese le
27
debba leggere
di arrostarsi.
Senza rotarsi,
11 P.
luogo
XI
Modena, Soliani
).
il
razzini arciprete di Soave, col suo aureo libro delle correzioni da primo ad
farsi
all'
edizione
divina Comedia
fosse
il
iniziare in Italia
il
e in
Europa
l'
era
liantesca
correggere
I.'^
Serie
11.^
degli
tw
luoghi della
divina
Comedia
che
sono
tuttavia
da emendare, Milano,
viii)
da correggere
colle stampe,
Portogruaro,
Castion,
1856, ecc.
la
in
che
i.
ci
un terzetto del
Caesare,
bens
al
C.
dell' Inf.
Il
P. Sorio
senso:
cui
consolato non
dei falsi
ma
vissi
tempo degli
paganesimo -
e bugiardi,
di
ma
colla
venturo Messia,
567
breve unito
Civelli di
Comenlo
dell' Arcip.
Verona.
Delle vcre chiose di Jacopo di
deW Inferno,
il
N. N. (Marinoni Giovanni),
Un
da quelli atVenezia,
ad
essi
dai
pi,
accreditati
comentator,
Cecchelti, 1850.
Arcangeli Giuseppe,
Lezione
letta
alV Accademia
della
Crusca
il
d 27 Aprile 1852.
si
In essa
fa a
difendere
xxix.75)
non Banderuola o Bandiera, significazione propugnata dal Monti e dal Biondi, e molto prima dal Daniello), ed oltre agli argomenti gi tanto calzanti riportati dall'accademico Del Furia, aggiunge l'autorit di T. Tasso, che intese
nel
modo
stesso
quel
passo,
il
il
quale
nel
viii
della
Gerusalemme descrivendo
scendendo
in
terra
illumina la morta
Sveno,
Gentili
annoiando quel passo, riporta quello dell'Allighieri, e spiega V aureo tratto per aurea linea, la quale non che uu tratto
flusso del punto. 11
Perticari,
il
Biondi,
il
Betti co-
distese, e
questo
568
mola, ne aggiunge due altri del Pulci, 126, e del Berni, Ori Inn. l. xx, 19.
Lezione detta
del C,
il
Cahanco,
I,
XXVI dell'Inferno. Alla voce Borni la Crusca col Landino, il Vellulello, l'Alunno diede la significazione di ciechi; di ladri l'Ottimo;
di pietre
il
muro
Bian-
Daniello,
;
Bergantino,
il
Lombardi,
il
il
Tommaseo,
il
chi
il
Tassoni di f/raffiature e
L'Arcangeli vuole illegittima questa lezione, e francheggiato dal Bargigi e dal Buti la cangia in buiore, come voce necessaria al senso morale, tanto pi necessaria
bernoccoli.
quanto
XXIV
s'
si
il
era volto in
ma
fjli
cosi
il
richiamano stanno
d'accordo meravigliosamente.
un'altra
lezione
preparala per
letta,
l'Accademia della
la
Crusca,
ma
interpreta
parola
penna del
IL
p.
prose di G. Arcangeli, Y.
124-148; Ediz. Barbra, 1857.) Caetani Duca di Sermoneta Michelangelo, Della dottrina
Roma, 1852.
Caetani vuol provare che la persona la quale apr
i
le
demoni avean chiuso in petto a Virgilio, non fu altrimenti un Angelo, ma il figlio di Anchise, l'eroe dello slesso Virgilio, Enea! Pare strano, ma la dimostrazione tanto ingegnosa da credere che colui non pot essere un angelo, e duole di non poter credere che sia
porle di Dite che
stato Enea.
Landoni Teodorico,
Dichiarazioni
di alenili luoghi
del
un esame
nelle sue
Parenti
esercitazioni
filologiche,
parlando
un ingegno perspicace,
di
lui,
e
il
chiam sen-
satissime le dichiarazioni
invitando
modesto e
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
il
ITALIANA.
569
agli stu-
servigio
medesimo
esercitarvi
similmente
il
ingegno.
paragonato
rispetto
si
Landoni
al Perazzini
soggiunge,
Esame della bellezza e del riso di Beatrice, che questa tale una sintesi del Paradiso dantesco, che, a bene
3i\V
giova
la
chiave che
il
Landoni ne d, ed
passeggiar
r ordine vero e
lettuale.
le
Anche il iSannucci, tanto alieno dall' adulare, trov medesime giustissime e dettate con fino gusto e con
il
raro criterio, e
lezioni cavate
da antichi codici
loro bont e
e
con
osservazioni sulla
principal-
Comedia
Le Monnier, 1835).
e ne
corrompevano
le
l'
intelligenza.
Borghini dimostr
toscano che
libro.
dire
N
il
inlese
dimostrare la propriet ed a
spiegare
ma
fare
altres a sciorinare
le varianti, in
che
muta
oro
Celtico, e
volume
di
questo vocabolario
si
Comedia spiegate
di
quello
della Yaltellina.
gi
570
esplicativa;
il
pur
in
sapere dell'autore,
preso a
ToDESCHiNi Giuseppe,
dantesche
alcune interpretazioni
impresse
21 Gen. 1857.
11
Prof. Todeschini
1'
argomenti a
si
provarci che
abbia a
co' tre
ma
il
nono
al
verso cos
si
legge
Dir
ho scorte,
e cos\ piacque di
Fraticelli,
leggere al Gregoretti,
Il
al
Tommaseo,
al Bianchi.
Gelli
fu
il
Monti,
Ma
il
Gentofanti in un ragionamento
studiavasi dimostrare
nuova
lezione.
11
mente essere
tatamente
la lezione alle
pi propria
al
caso e indubi-
Le cose che Dante vi ha scorte accaddero fuori della selva e non dentro di essa; laddove il poeta vuol parlare di quelle che ivi cio dentro vi ha scorte. La divina Gomedia , e si deve riguardare come una poetica narrazione della mirabile Visione apparsa a Dante presso a due anni dalla morte di Beatrice (Par. xviii. 28 - Par.
la vera.
571
xxxm.
140).
Ora
le alte
apparsa.
Il
il
Comedia,
era
che
quivi
si
dovesse proporre
r intero soggetto
Visione.
significato riposto
quel fiumicello,
si
studia di provare
che Dante volesse intendere per quello la lingua latina. Il poeta vuol significare, egli dice, che all'educazione dello
intelletto,
v'era,
oltre
le
sette
scienze del
trivio
del
anche un'altra
cio la
conoscenza del
dice fiumicello,
Lo
Roma rimaneva
studi
;
e bello perch
cosa
dice
uomo
essere
cui
le
parti
debitamente
rispondono.
Paremi Marcantonio, Esercitazioni filologiche, num. 17. Modena, Soliani (M. in Modena il 2B Giugno 186'2). Queste esercitazioni sono veramente un preziosissimo dono che il bravo Parenti era solito da molti anni presentarci a strenna pel nuovo anno, e sono correzioni che si propongono al testo della divina Comedia, o spiegazioni di alquanti
luoghi controversi, egregiamente
s
do
il
consueto
di
illustre filologo.
Noi facciam
Il
raccolte in
di
un
solo volume.
Parenti
ci
un edizione
della divina
Comedia
di moiri
secondo
Lanci Fortunato,
Della
forma di Gerionc
il
dettato della
al
chiaris. prof.
Salva-
Roma,
tip.
Ajani, 1858.
072
dove raffigurala mollo (lilgenlemente la immagine della Frode che porta Dante e Virgilio, e le figure idei nodi e delle rotelle di cui sparsa la pelle del mostro, secondo
il
Bernardi Antonio,
del
di
famoso verso di Dante nel Canto sulla morte del co. UgolinOy premessavi un' Introduzione di G. Fontana, ed agffiuntevi
due
lettere di V.
Uffolino,
di
lettere
dantesche.)
Firenze,
Torelli, 1831).
non
inteso
Prof.
1861. - Pubblicata
hqW Iniziatore.
e
(1) 11
di
Michelan-
gelo scriveva: L' AUighieri nel magnifico episodio del co. Ugolino pi di orrore ci riempie col verso: Poscia piii che il dolor pot il digiuno,
il
le
membra
11
prof. Barzelletti
proponeva V investigazione
e medico-legale:
che
il
co. Ugolino
sbramasse
il
morti per esso, Livorno, Masi, 1826. Seguirono poscia gli scritti del Prof. Gazzeri (14 Feb. 1826), del colonello Gabrielle Pepe (1826) del Profess. Carmignani (1826) del Prof. Rosini (1826) del Gav. Vincenzo Monti, 18 Gen. e 22 Feb. 1826 dello Scolari (1827), del Micara (1828); di L. Mazzi, 15 Giugno 1829; di Cesare Lucchesini, 11 Giugno 1831, Giuseppe Fardclla (1826), di Gius. Bozzo 1832, di G. li. e G. M., Agosto 1833.
;
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
b73
IIIISTRATORI DI OUAICIIE
IRSO
MI DELLA
D.
COMEDIA
Ansclmi Domenico - Antoni de - Ariib Lelio Asquini Fr. - Baji^noli - Barcelloni - Bartoli Cosimo Baster - Bernardi ab. Jacopo - Betti Salv. - Biondi Luijs^i - Bonsi Lelio - Borjs^liesi Biomede - Bozzo Giuseppe - Bride! Luig^i - Buonntattei Benedetto - Bulgarini Alessandro - Cannoli A. - Cappello A. - Cardona Gaetano - Carmignani Giovanni - Cattaneo Carlo Cavalieri A. - Cavedoni Al. - Cellini -Cerreto da G.B. Di Cesare Gius. - Colleli Scip. - Costa Paolo - Crolli Domenico -Dal Furia Fr. -Della Valle P.-Dionisi- (1) Eroli di Xarni Giovanni -Falconieri - Fanfani Pietro Fardella Giuseppe - Fazi Antonio - Fea Carlo - Ferrucci L. Grisostomo - Fiacchi - Francesconi - Galvani Giov. - Garg^allo Tommaso - Gazzeri - Gelli - Gigli Guzzoni degli Ancariani - Imbriani - Lampredi Lrbano - Lanci Fortunato - Lucchesini Cesare - ]flagalotti Lorenzo - Iflanuzzi Giuseppe - IVIorsari - martelli
iV'icol
-
ITIassedaglia
Ifleconi
Baimondo
Iflercurl
mezzanotte - micara Clemente - montanari Ignazio -montanari Can. Giuseppe -montani E. -monti Vi ne. - mazio - muzzi L. - i\annucci V. - ]\apione Giovanni - \adi L. - l%icolini G.B. - Ottonelli Giulio Panciani G.B. - Parenti m. A. - Pepe Gabrielle - Perticari Giulio - Perticar! Costanza -Pf ruzzi AgostinoPezzana A. - Picei G. - Piccini Balbi Doralice - manzoni Giuseppe - Pontam. A. - Bedi Francesco- Renzi Riccardi del Vernaccia Francesco - Ricci Domenico Ridofi - Rinuccini Annibale - Rosini Giovanni - ^alFilippo
fl)
(li
Verona, fu
primo, massimamente co' suoi Aneddoti, quanto trascurati lui morto, avuti a pregio e cercati al maggior
propagare
in Italia
e in
Europa
la
scuola della
di
notizie
documenti
pi rari,
ad interpretare
/'.
il
concetto di
Soriu.
574
Tini
Antonmaria
-
[Scolari Filippo
(Silvestri
Giu-
Spitorno B. - Stigliani Francesco Tomaso > Strocchi Dionigi - Strozzi Giovanni - Strozzi Alessandro - Talentone Giovanni - Tanci IMario - Taverna Giuseppe - Tommaseo IV.-Taccolini Domenico -Vanni Cosimo - Tarclii Benedetto - enturi - Verati B. Zaccheroni - Zeviani G. B.
seppe
ILLUSTRAZIONI STORICHE
CuRTi Pier Ambrogio,
Istorie
italiane
del
secolo XIII,
col
Lo scarso e scomposto lavoro d' arte che pu farsi metodo adottato dal Sig. Curti non compensa del manil
lettore
peggio poi
inventiva
stuona
colla
note e reali, e offende quelle imagini poetiche le quali stanno religiosamente impresse ne' nostri animi ..... Non
ritevole di critica.
diciamo che tutto in questi schizzi storici sia del pari meVi ha qualche tratto scritto non senza
Ma
l'arte, della
quale
poca,
principalmente,
l'eru-
l'altra,
Cereseto G. B., Rafiionamento storico sull'Italia del Medio Evo per servire d' introduzione allo studio della divina
Comedia.
Tonini L. Memorie storiche intorno a Francesca da Rimini,
con appendice di documenti, Rimini, Ercolanl, 1852.
Risposta
alle
osservazioni
di
M. Marino Marini
il
memoria
il
primogenito
in
menato
mo-
titoli
dei conti di
575
solo
e che
Giovanni,
lo Sciancato,
nel 1275
teggiato
impalmato con Francesca da Rimini, matrimonio patcome condizione e conseguenza dell'opera prestata dai Rimnes ai Ravennati per assicurarsi dell'agognata
In tale
si
signoria.
mortalmente
legami
di Francesca,
di parentela,
condusse
di Giovanni. - Il Gennarelli vuole accaduta l'uccisione dei due amanti nel 1285. - M.*"
teatro di questo tragico avvenimento; Pietro Yeroli e TeoBetti vogliono Pesaro, lo che verrebbe a consolidare
filo
una
Podest
da cui manifesto che Giovanni di quell'anno era ivi il Tonini e Giov. Andrea Corsucci a Riminl, e questo
;
sotterrati nella
Agostino.
caccio, e dalla
fa
provare
che
a Rimini
si
sia
consumata
la
colpa
ferma dai nuovi documenti, e documenti stessi valgono una data controversia e a rendere indubii
Coraentario.
tratti
e dell'intero episodio
si
trattiene ad investigare
88.
),
il
valore
di
del
vocabolo Animai
/n/". v.
e ne
esempi non aver altro significato nella consuetudine comune che di creatura animale e razionale, e non esser corso in
lingua
l'uso
del
vocabolo animale
in
chiarire
di
un uomo,
cui s'intese
il
alndcrnc a
(1)
i Anno
-
Dni
ce
:
mi
esi
nato
T Do'
:
Dni
Domini
MCCLXXXY
Indictione Xlll>
Tempore Domini
Ilonorii
Papao
IV. -
576
verso
ei
il
prende a considerare
ed
quale
specialissimo
sentimento
vuole
che Francesca
al
primo avvicinarsi
al
Poeta e nelle primissime parole dovette cominciare con vocabolo adatto alla condizione sua presente, e perci
incespicare a salutarlo col
nome
di
animale
tra
i
in
cambio
di
dannati di quel
nobile vocabolo
che
sulla brutale, n
di chi
degno che ivi si pronunziasse sulle labbra aveva in vita propria notato giorni piuttosto col contegno animalesco che umano. Ma non appena usci nello
i
sconcio
appellativo,
subito
dovette
accorgersi
di
avere
errato perch
meno
meno smemorata
ebbe
con rapidit e raccomodare il fallo commesso, soccorrendosi femminilmente di epiteti laudativi, quali succedettero a
i
il
brutto appellativo
e
i
sicch
motto primo
mediatamente da alcune cortesie squisitissime. Oltrecch Dante deve eziandio avere inleso di racchiudere in quella ingiuria un segreto rimprovero rivolto a s medesimo, come
ricordo di essere egli stato invescato nelle panie amorose,
n conservala fede
Ci prova inoltre
alla pudica memoria della sua Beatrice. come Dante non avesse proposili detercoli'
immortale episodio,
di quei
ma
vi fosse tratto
insuperabilmente da uno
moti
quand' della tempera divina che fu il suo. Ed egli assecond a quel moto, non guardando se conveniente od a persone od a sito, e ben fece; imperciocch gli spiriti magni abbiano leggi proprie, da non dovere ubbidire alla regola comune, n tenersi vincolati da strettoie di certe osservanze, avendo uopo di
esplicarsi e spaziare a diletto loro,
quando
ci possa giovare
nuova manifestazione
fa
del vero
e del bello.
Pi avanti
si
ei si
quale Dante
con-
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
di
ITALIANA.
in silo d
577
condannare
in
pene
quali egli
ed assolveva,
come comparisce
parvit di
dai
non
ci
fosse
mente nell'anima,
dacch misericordia
e la giustizia
tra
i
non invocata non avrebbelo potuto soccorrere, divina implacabilmente lo averebbe sentenziato
Di qui l'autore
si
presciti.
apre
il
cammino
sperare
che anche
dopo
la
la
divini
e d'allora in
poi
la fantasia
propria,
ma
bene
vi si
il
mutain
ad invocare
comparazione uccelli d'indole data agli amori, ma sono le colombe, simbolo di placidit e di candore: il vento tace, il mugghio del mare in tempesta non si ode pi, la scena
infernale
si
le
schiee
i
re de' carnali
da
soli
il
poeta,
Il
il
suo duca
che vi
affettuoso.
colloquio
si
conforma
al
ma immediatamente
passionato,
lato
si
linguaggio
pio,
si
corregge
e dicos'i
viene gentile,
dolce,
e
si
supplichevole:
e sospira,
che
mentre dall'altro gli affetti si commuovono lino allo smarrimento dei sensi. Pson siamo pi in loco d' Inferno, quantunque neppure in regione di paradiso, ma o d nuovo nel limbo,
dall'
un
parla
piange
giunti,
terrestre che li accolse condove dimorano insieme, amandosi in perpetuo, e perci non disperati, non diserti d'ogni consolazione, commserat con isguardo benigno della clemenza divina. - Dei
in
la significazione
del verso
37
mentre
578
e
he
vento
lo
poeta
come fa s tace^ cio che l'animo mutato nel scusa pure di non essersi avveduto della stortura,
di
ed accorgendosene
dolcimento.
Il
verso
paiono
al
vento
esser
leggieri^
di supplizio,
meno
vento tornasse
pur nondimeno
sovrana,
e di tanta
piet
che
solo Dolce
ne trov di
In affissandola
non
ti
suo parlare
li
pudico,
il
fa
all'
apparire
il
colore
si
d'inferno,
campo
si
difosca
si
fa
l'alba,
sta
come
sorpresi
dalla dolcezza
la
posi
veretta,
inopinatamente
passa ad una imprecazione s terribile che ci ripiomba nel pi maledetto degli abissi. Imperocch pili oscuro e nel
Francesca, dopo avere pronunciato parole di
delicatissimi,
affetti teneri,
da farne ammutolita la bufera e diradata la caligine, prorompe a vaticinare improvvisamente contro il marito omicida, che ne vengono i brividi, e si sente co-
me
Egli scender
frammezzo
si
ai traditori.
cos
il
discorso
in
quando meno
ai
mezzo
ravvivate nella narrazione, e l'altra della vendetta sicura e spaventevole contro l'oppressore. Volutt d'amore, volutt
sono le massime del sentimento italiano. Ventura Giov., Nuova maniera d' intendere una scena della Francesca delle piii celebrate nella divina Comedia
d vendetta
{
579
Dispensa IV.)
(Torino, 185). e di
Dante AUUjiieri,
in
Pisa ed
in
avrebbe dovuto
Longobardo,
1.
inserito nell'Anlologia
Contemporanea
di Napoli, A.
1857.
num.
Il
3.)
molivi
dell' ire di
i
Dante
contro
quali vogliono
riferirsi al
pose l'assedio a Firenze. Ma nel 1315, avrebbero dovuto per angoscia e per paura urlare le svergognate firentine, all'appressarsi di Uguccione della Faggiuola.
VII
imperatore,
Vannucci Atto, 1 primi tempi della libert (trentina, S.''* Le Mounier, 1861.
nome
raccomandare gransi
fatti
che
svolsero
ne' tempi
La Farina Giuseppe,
altamente
XIII, che
di
l'
la cui perdita
Italia, ci
avea promesso
di
comento
Il
alle
opere
viamo che
il
stampa,
uno.
Anche
ci
promise
priorato di Dante
e della
sua
politica,
veder
Barbra
le
di Firenze.
Fra
gli scrittori
di
studj
i
storici
ricordali
accenniamo specialmente seguenti: Arrivabene Ferdinando, il Secolo di Dante, comento storico, Monza, Corbeta, 1838
Balbo Cesare,
di
Vita di Dante;
Abbate, ovvero
Secolo
la Sicilia dal
1313; Di Cemre
Giuseppe,
Tullio,
il
Dandolo
Dante;
580
e
il
BIBLIOGBAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
SUO secolo;
ch'esso ha scritto
ivi
Il
il il
Rossi (1589),
MJ Bonari
Gucrin
il
(1748),
Vanozzi,
il
Fontana,
Meschino:
il
Dionsi (1773),
la
numero
dalla
Ritmo Papinano:
can. 3/assocf/ii
isione di frale AiPierico, conservata in un codice membranaceo dal secolo XYI della Biblioteca di Montecase
il
sino;
Cancellieri (1814)
non pure
il
modello
il
ma una
suo am-
disegno
e l'azione
in
forma
affatto
identica al
Riccard
Il
dell'opere
morali di Plutarco. -
quale appartiene
il
il
poema
l'
di Dante. -
Francesco Forti,
Francesi presero
il
ed
sapienza
ne propugnano
orir/inalit.
Labitte
dettava
un bellissimo discorso intitolato: La Divine cmdie avant Dante Revue des deux Mondes, 1849): Ozanam suoi studi Sull' orBg:ine della Divina Comedia (Unlversll Cathollque, Nov. 1837), e Sulle sorjs^enti
(
di Parigi, 1845)
e*
V Ampre
le
visioni
hanno preparato
1839). - Yeggasi
in
media
del
(Parigi,
Hachette,
Mazzarani
la
Francia,
Taillandier, art.
p.507;
da A. Kopisch, G.
581
Yeggasi a pag. 49, 58, 61. - Ne scrissero Barcellini, Buonniattei, Cancellieri, Dionisi, Fraticelli, Grcgoretti.Pianciani, Punta, Raffaelli, Rcpctti,
:
Troya, Venturi.
ROMANO PONTEFICE
con illuslrazioni
e
Scolari Filippo,
Roma
e la
S.
Sede
GiULiAM Giambattista,
Veltro a//cf/orco
;
accademia Tiberina
il
Roma
Il Gli.
autore prende
a dimostrare
alla
come Dante si mantenne cattolicamente devoto suprema autorit della chiesa di Roma, e aspett da
la
un Ponielce santo
delia divina
Comedia per
si
Oli. Gigli,
Firenze,
Le Mounier,
concetto
1855,
11
p.
177-227).
Borghini
propone
di
dimostrare come
il
conoscere
la
arrivando per
purgati di
il
non
la
sono
stali creati.
il
Borghini,
scrive
il
Gigli,
ha saputo
S82
e hanno messo insieme una difesa a Dante come cattolico, che non si sa in qual altro modo si potesse fare pi vera e pi sua.
SoRio P. Bautolommeo, Il vero concetto della divina Comedia di Dante, Roijionamento (Opuscoli Religiosi, Letterari
e Morali, Yol.
I.
Duole
al
P. Sorio
che
sacra epopea del medio evo, senza voler pensare col medio evo. Il principale pensiero della divina Comedia, fiore
uomo
in
un corso
di santi spirituali
nella
via ascetica,
e nel ritiro
un viaggio mistico
di sette giorni.
La cosmografia
nei mistici del
ecclesiastico
nel calendario
la
che
altra
guida astronomica,
politica
Magno
del sacro
romano impero,
a fondare la
monar-
da essere ogni
nazione senza
fine cive
uomo
lui
uomo
l'
umanit
cio
in generale,
della
il
Monarchia
Paradiso,
di Dio,
visitando
l'
Inferno,
Purgatorio ed
e da quelle
due guide imparando le leggi fondamentali di essa Monarchia, cio la legge d natura ossia Velica filosofica
il
sotto
magistero
di Virgilio,
il
e la legge
di grazia,
11
ossia
magistero di Beatrice.
espiatoria
;
bene che
che
soddisfa-
ne coglie
la
soddisfazione
soddisfazione
;
giustifica nella
plazione del
del P. Sorio,
sommo bene
il
e assoluto (Paradiso). -
parere
mente
dal P.
illustrato dall' Ozanam, dal Torricelli di Torricella, Marco Giovanni Ponta, Somasco, e dal P. Berardinelliy
gesuita.
mano
Pontefice secondo
583
:
di
n'
dominio temporale dei Papi e citava i versi dell' Allighieri prende a fare una parlata
che occupa tutto
dimostrare
in
il
il libro. Soggetto principale di questa primo luogo che Dante non vuole si tolga al pontefice la signoria delle sue terre, quantunque nel civile voglia un monarca nell'universale. Ed in secondo
luogo
gli
in grazia dell'Imperatore,
/'
autorit impera-
giova di
in
tutte
le
opere
dell' Alli-
ma
si
appoggia
trattato
modo
particolare
alla
Divina
del
Comedia, e
al
De Monarchia.
e 16
).
L' opuscolo
Centenario,
N." 15
Redattori
della
Civilt
Cattolica lodano
nel Marcucci
la
non comune e grande dirittura di animo, ma vi desiderano maggior vigore di dimostrazione, un'ordine pi accurato, e
nello stile un
andamento pi disinvolto e
E.,
castigato. Civilt
Teodorani Prof.
fitosoftco
Dante
antipapista,
(
Saggio storico
Prof. Teodorani,
lodatore entusiasta
dell'
si
porla
al
genio d
Dante,
in
isteril
sull^
filologia
del
dedurne
il
sovrano concetto,
il
S.""
determinarne
il
vero
velo
intendimento. Egli
a metterci nel
buon
filo,
nodo, a sciorinare
il
il
frutto dei
conversare
incontrati
coi
pi
dotti
della
mirabile
Trilogia,
nel
suo
decenne
pellegrinaggio
per
Francia,
al
Germania ed
Inghilterra.
584
licismo
romano
dei papi,
come
si
tiene in Italia, e
dove
fin
qui
si
velarono
fondo,
ed egli che ha
si
s'
l'
ormai
all'Italia
che
dissonna e
gli
asconde sotto
temeno che un
d' Italia,
antipapista,
a visiera calata,
per
libert
l'
politica
religiosa
civile
combinata
lo si
l'
a creare
Imperatore papa.
Ma
udia-
mone
le
prove. Dante,
chiaramente
sappia,
egli
nascose sempre
obbiettiva; egli
velo dell'allegoria
si
vissima
di
necessit
ricorrere
l'
all'anfibologia,
coprire
espressioni
del
pensiero e
del cuore,
egli,
lico,
ma
specialmente dopo
di
la catastrofe
il
dei Templari,
per tema
perdere s stesso e
dramma
dell'
indumento
cattolico.
storia dantesca
e non riconosce in
la
la
XIV
secolo e
il
prof.
dall'
Teodorani,
fu trascinalo
dall'onda tempestosa
che
mossa a rovesciare la vecchia chiesa di Comedia nell'intento d'indirizzare suoi contemporanei alla riforma politica e religiosa professata (lai Templari. Se non che egli aspetta il giudizio dalla giovane Italia, il quale o corrobori fermamente o inappellabilOriente
era
Occidente... Ei dett la sua
i
mente condanni
nazionale.
suoi,
la
la
sua idea e
giovine
la
proscriva dal
campo letterario
furono
i
Ma
Italia,
come
lo
padri
eminentemente il suo pi grande poeta, sar sempre cattolica: la mala semente non attecchir giammai. Noi tutti respingiamo con alto disdegno tale
lo fu
come
ingiuriosa proposta,
sempre pi
e'
inchineremo riverenti
585
davanti a quel gran genio, che in sul fonte del suo baltesmo
volea ricevere Vamato alloro, siccome premio del sacro
al
poema
quale
e cielo
terra.
Vedi Dante
Del Romano Pontefice, p. 226. Ne scrissero, secondo il Balines: Bellarmino, Berti, Fanelli, Fea, Pianciani, Schenardi, Theiner, Torricelli, Zinelli.
cristiano, p. 81
11
deWAroux
fu
impu-
FILOSOFIA
Trezza G. La divina Comedia considerata in relazione
coir ontologia,
Frapporti Giuseppe,
sulla
Filosofia
di Dante llighier,
un
esposizione
delle
ei
dottrine filosofiche
del
divino
scrive, di raccoglierle in
un corpo
mente
si
leggono. Ei vi ha compreso
le
la filosofia
nello stretto
le
matematiche,
scienze
di politica
richiedeva.
AssoN MicuELANGELO, La
tonelli, 18():3.
/
Sintesi dantesca,
Venezia,
An-
volumi deirAllighieri,
le
cognizioni di cui
e un' acutissima
di
seppe
critica.
tesoro,
di
un raro discernimento
tai presidii
Munito
la
egli
si
propose
considerare
attentamente
della
le
varie ripartizioni
quale
Questo lavoro pertanto rivolto, dice l'autore, a chiarir le attinenze di Dante co' tempi suoi, di questi e di lui con le
opere sue
mirer
;
di tali
opere tra
se.
nella divina
questo scritto
a palesare
il
nesso
comune
586
ma-
nifestare
l'arte,
i
il
legame
tra
il
simbolo e
la
realt, la scienza e
il
lavoro
del dottor
in
ardui assunti,
e le cose
come
dice l'Autore,
incontrastabilmente di-
mostrano quanta parte abbiano nella testura, nel mirabile magistero del poema di Dante la scienza tale che il medesimo possa definirsi la rappresentazione estetica della scienza
;
1'
u-
mana
due
la
da essa.
In tal
modo
cementatore moderno,
palestra,
riore,
il
non
fece
si
mostr a se stesso ed
Augusto Conti, l'egregio autore della pregiatissima opera e Fede, anima candida e religiosa, nel 1861, al R. Instituto di studi superiori, leggeva sulla Sfona della Filosofia. Il fiore pi eletto dell'attica Firenze traeva ad
Amore Evidenza
udirlo; e la vivida,
da un plauso unanime salutata. Cinque di queste lezioni erano per lui intitolale a S. Tomaso ed a Dante, ed in esse si facea ad esporre tutta la filosofia del Poeta, unitamente
a quella
estratto,
dell'
Aqulnate.
Ci duole
di
come sarebbe
stato
tipi del
Barbera.
Azvolini renzo.
S87
di
GIURISPRUDENZA
De Antonelli
che si <;ontengono
l'Iride, 1860."
Ciriaco,
nella
Dei 'principi di
diritto
penale
divina Comedia,
Napoli,
Tip. del-
Contiene
seguenti articoli
- Dei reati
e delle
pene -
ai reati -
pubblica:
de' reati
che attaccano
l'ordine delle
famiglie.
COGNIZIONI MEDICHE
Asson Michelangelo, Intorno
alle cofinizioni biologiche e
L'egregio
D.*"
Asson fu
il
qua
Comedia,
Meglio
non si saprebbe, ei chiude la sua bellissima dissertazione, che non facesse Dante, discernere i principii che legano la scienza medica alla morale n, con evidenza maggiore che esponendole, si pu dimostrare siccome quel sommo sa;
scopo a
cui, nelle
588
parte della
divina ed
umana,
la
perfezione e
le vite,
la
ambedue
il
della
umanit.
Secolo
di
)>
Capitolo VI
del suo
Il
una sua
Gen. IG60)
Dante avesse
Benedetto Varclii
il d 25 Giugno 1543 leggea una sua lezione sulla generazione del corpo umano, prendendo ad interpretare il C. x\\ del Purgatorio v. 37-70. Il IJatines
ncirAccademia Fiorentina
ci
ricorda
divina Comedia.
Da ultimo
il
nel
N.*^
2 del Centenario
Prof. Filippo
COGNIZiOrsI ASTRO.NOMICHE
Galileo Galilei, Due
sui Canti IX
e
lettere
astronomiche
una lezione
sulla divina
xxvii
di
Dante spetta
e lo fa
di
guida sicura e
nel suo mieh'
le
orme
del poeta
Il
regni dell'anime.
dialogo,
scorrevole,
la lucidezza
disinvolto,
delle
vivacissimo:
dichiarazioni
hanno
dimorisalta
Dante
pi profondo cosmografo
L' illustratore,
che pel
idolatria,
sommo
si
poeta
sente
profonda riverenza,
ma non
gli
notando
errori che
589
all' I.
R. Inslituto Veneto,
Aprile e
2 Giugno 1852.
SoRio
P.
proposto problema
gli
Come
fosse vespero l
presso
quale fosse
V. 1. stieri,
Purg. xv.
Per dar
dice
il
vero valore
al
P. Sorio,
Guerra,
che
il
giorno
in
che
il
poeta recita
questo passo
controverso,
ma d'una
il
esattezza
astronomica
il
veramente
al
giorno 8 ed
9;| e
che siccome
monte del Purgatorio erano le ore 2, 25 pomer., come a Gerusalemme le 2, 25 ant-, cosi in Italia erano 2 ore e 25 minuti pi indietro da Gerusalemme, cio le ore 12 ossia la mezza notte. Dal contesto ritiene che pel cjui debba intendersi Verona, e che per conseguente quel canto sia stato
scritto in quella citt.
COlDiA
;
Esame
delle opinioni
de'
Si conferma la visione
neW equinozio
C. 6-10.)
cui
Dante
fnge
di aver
fatto
il
Roma, 1842.
Venturi Prof. Pietro, Del vero giorno
pieno della luna di
in che
avvenne
il
Marzo
ebbe cominciamento
di
Dante Allighieriy
(Rivista di
Roma,
11 Sett. 1843.)
Lanci Fortunato, Dei Spiritali tre regni cantati nella Divina Comedia, Analisi per tavole sinottiche, Roma, Chiani,
1856.
Il
dottissimo
autore
divise l'opera
le
sua
in
due
parli,
comprendendo
nella
prima
investigazioni
degli ordina-
S90
riferiscono
Lanci
chiarezza
la
cronologia,
e per
il
cos dire
la
cronometria,
canto,
e,
e l'economia di tutto
sublimissimo
per
modo che
mente pu tener
senza perdere
di
dietro
passo passo al
poeta in lutto
a gittata d'occhio,
circostanze,
d'incontri,
e particolari
tempo,
proprio
luogo,
se
si
di persone,
d'avvenimenti,
come
avesse
ad
Capocci Ernesto,
{j\elle
Allighieri per
Longhena Francesco, Itinerario Astronomico di Dante V Inferno e pel Purgatorio narratoci da lui
estratto
la
dei dialoghi di Messer Donato Giannotti prima volta pubblicati, Firenze, Cellini, 1859, per cura di Filippo Luigi Po Udori II Longhena n'elegge la sola parte della verit esposta ed omette la confutazione del falso sistema del Landino e de' suoi seguaci. L'opuscolo del Giannotti, a confessione del Sorio e del Longhena
un
ora per
istesso,
il
c(
pubblicarlo, ed
il
come
la
almeno
Purgatorio:
che
si
sono date
al
Il
al centro,
dopo Pasqua, un
e vi
fino
monte
del Purgatorio,
sa perch'egli
non ne
591
SoRio
nel 1300
P.
e del plenilunio.
Roma,
Il
llp.
P. Sorio,
la lettera
che
ci
Domenicale del 1300, da tutte e due le maniere vengono Insegnate dalla regola de fcstis mohilihus
II
d di
sia
caduto
e vero,
o nel senso
fattane dal
calendario
ecclesiastico.
mentQ
fare
della luna
come
si
dovea
secondo
mostra come
g' interpreti
sera al
sabato santojj ed a
gli
conferma
cita
vengono a proposito.
Lnoffo di partenza
Lett. II e Ili (23
I
Belle Arti.
l'Italia
Il
il
moderni
interpreti
comunemente
punto vero
P. Sorio,
perno
di tutta
l'
invenzione dan-
e del Paradiso,
macchina e dell'Inferno e del Purgatorio ritiene che sia Gerusalemme, perch sola
a contrappiede
del Purgatorio,
Gerusalemme,
cosi
potea
si
purgatorio dantesco.
il
Con questo
prende
poeta im-
non sensibilmente ma idealmente, alla visita del monte Calvario e del monte Sion in Gerusalemme, volle egli acquistare l'indulgenza del Giubileo, bandito da Bonifazio YIII nel 1300. La direzione vera del viaggio, secondo gli
accenni testuali del
cio a sud,
i
e del
ii
ma non
a perfetto mezzod,
ma
a sud-ovest. Con
592
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
lo
xwi
medesimo viaggio fatto a sud-ovest partendosi da Gaeta i'iisse, quando and parimente all'altro emisfero, poco distante dal monte del Purgatorio Dantesco. - E in un altra lettera, colla carta topografica di Gerusalemme, il P. Sorio riscontra tutte le parti a suo luogo, e le mosse del poeta corrispondenti alla topografia. La selva per lui l'Egitto; la drilta via da Gerusalemme, e pi precisamente dal Monte Olidescrive
il
veto
al Calvario,
da est ad ovest;
la valle,
quella di
Gio-
torrente
di
Cedron,
il
mar non ha
Gerusalemvolta
del
la pia(]qia
mura
di
me ed il monte Oliveto: e da questo per alla monte Calvario ad un terzo di strada comincia
diserta,
la
quale
la
mena
al
monte della salute, al Calvario. nella valle di Giosafat, che Dante s'abbatte
e precisamente
in Virgilio,
davanti
alla porta
orientale
di
Sion
che
mena
gilio
entra e Dante
gli
lien dietro,
porta
da mezzod,
qual
mena
eh'
Porta
di
di
San
Pietro, e
minare per
Inferno,
a
la direzione
eh'
l'imboccatura infernale.
i
mano
mano
ci
spiega
biblica dell'antica
il
sott'
occhio
quale
la
scriveva circa al
Guerra
cultori dell'
D.""
Pietro,
Viafjgio poetico di
Dante AlUyheri,
filosofi d'
Italia
una
e dell'altra
il
scienza,
Due
scritture, scrive
P. Sorio, sul
di
un merito
Inferno e
da Messer Donato
Giannotli
nel
cinquecento,
il
593
Sori
queste
due solenni
per quel
scritture
sull'argomento medesimo,
ma
diverse
ne hanno
in trattarlo.
il
La differenza
di
lo
Guerra comincia
del
termina
alle ore 6
9 Aprile onde
notti
Io
fa
Il
Giandel
cominciare
Inferno
la
sera
e
Gioved
santo,
che riesce
di
Aprile
1300,
due
dal
giorni impiega
nell'Inferno ed
un giorno nel
la
salire
nell' altro
emi-
spero;
e dal Purgatorio
esce Dante
sera
del
Gioved
consumando
lipurgatorio
uno nell'Anil
primo
il
ed
Purga-
ma
il
Guerra sopra
il
Giannotti ebbe
perspicacia mirai
giorni e le ore
sulla
traccia
poterli
che Dante
nelle
ne' suoi
versi
del
Paradiso a
-
fissare
costellazioni
e nel loro
rispetto
pagnalo
Isola 8,
molte note, alcune delle quali interessanti. Alla appoggiato ad autorevoli documenti, combatte la
di
d'
ma
anzi ritiene
figlio
sal-
padre dal pugnale dell'avverso partito; ed nota 35 sostiene che Dante seppe di Greco. Al Viaggio
recitazione
dell'ore
e 12
canoniche;
dodici
cio
diurne,
o stazioni,
Convito di Dante
(iii
6,
Il
iv 23);
e secondo la posizione
D.*"
Guerra,
di
quasi
irreperibile.
S. A.
il
e lo
dedicava da prima a
le
Duca
volle
poscia
-
ne ritirava tutte
copie,
n
38
pi pubblicarle.
V esemplare
eh" io tengo
imperfello,
094
de! mio canon risparmi molte cure aflettuose per compiacere alla mia inchiesta. Il P. Ponta pubblic V Orologio di Dante AUifihieri per conoscere con facilit e prontezza le posizioni dei segni dello
rissimo
amico
prof. Paolo
Terrachini,
che
Zodiaco,
le
fasi diurne
le
nella
tip. delle
1843
e nel-
l'anno stesso
ligenza
la
in continuazione del
(I)
sito e
la
sulla divina
per
cura
di
0. Ggli,
Firenze,
Le
Mounier, 1861)
Queste due stupende lezioni furono dettate in difesa e di quanto avea gi dichiarato il buon geometra Manetti, ritraendo dalla Divina Gomedla il disegna
confermazione
dell'Inferno in tutte
le
menzione
grandiosa
(IJ
l'
U primo che
un suo lavoro al Landino il quale lo rifece a modo di dissertazione: Del sito, forma e misura dell' Inferno, che si legge in ogni edizione del suo comento. In appresso, nel 130G, Girolimo Benivieni, amico del Manetti, pubblic due dialoghi, ne' quali
nulla produsse a luce;
le idee del
Anche Francesco Giambullari diede una dissertazione sulle forme e le dimensioni dell'Inferno,
Tutto ci fu fatto
rese
pubblica
adorna
trovasi
di disegni
sopra
la
in tutte l'edizicni
comento,
il
Vellutello
s'ingegn
di
ridurre a
Fiorentini,
/iortjn
t
meno
a
le
dimensioni
Gnlilei
dell' Inferno.
Ma
se n' offese la
vanit dei
Baccio Valori,
il
di quel
ina, indusse
iit
glio dire
Blanc.
395
un
di
gusto e caduco
edilzio.
Meravigliosa cosa
vero
la
dimostrazione del Galilei, e di tanta evidenza confortata con la luce di quella sua mente geometrica e fatta per
divinare, egli tra
i
primi,
le
mondiale,
che
non mai
lo
eraci occorso
la
comprendere
s\
luminosamente
smisurato concetto e
sapiente economia
come
due
dalla
lezioni
che
il
grand'
dell'
uomo
all'et
di
24 anni
recitava innanzi al
s
consesso
Accademia
vendicava l'onore vilipeso dall'arroganza del Yellutello. BoRGOGNiM Adolfo, Del sesto cerchio dell' Inferno Dantesco,
Bologna, all'insegna
s
di
Dante, 1863.
gli
Chi
togliesse
a guida
interpreti
si
per divisare
non
ne
dice
il
il
Borgognini, cos
facilmente
raccapezzare
nel
mentre dall' un ranto ti dicono tutti ad una voce che i Cerchi sono nove; dall'altro, nel bel meglio ti scambiano le carte in mano,
trarre
novero
de' medesimi.
Perocch
dal quinto
al settimo.
E che Dante avesse inteso di far veramente nove Cerchi non si pu mettere in dubbio, se non fosse altro, perch giunto al penultimo si fa dire dal conte Guido da Monte{"eltro
minciando
che quello l'ottavo: Inf. xwn. 123. Tuttavia incoa numerare nel Limbo, che quello che Dante
e seguitando
gi gi insino
si
trovano pi
di otto;
perciocch
di Dite,
la Citt
non pu constituire un Cerchio per s, volendo le ragioni topografiche stabilite dal Poeta, che stia nel medesimo piano della palude Stigia, cio nel quinto. Ora due vie propone
l'Autore
di
risolvere la quistione
Tuna
pi sbrigativa che
di supporre
una inavvertenza nel poeta; l'altra pi onorevole a Dante, e per conseguenza pi accettabile, che di tener conto di quel luogo in che sono condannati
i
Poltroni.
E,
che
si
possa^
si
pu
si
benissimo
dire
primo
il
gradino
scala
quello
si
che
deve. In
596
per
la ragion,
diciam cosi,
al
formale,
non
lo reputa, quasi
per conformarsi
Giustizia che
al disprezzo,
condanna quella gentaglia alla noncuranza e e per chiama primo il Cerchio del Limho.
non pu
i
buzione
dell'Inferno
;
la
ragione materiale
Voi. IX. p. 347.)
e cos
SoRio P. Bartolommeo,
luoffo
Misure
fjenerali
del
tempo
Pogliani, 1803.
Additati da prima
gli
il
equivoci presi
dal Giannotli,
ei
viaggio infernale
non
in
al
sia di tre
ma
di
come
all'
corresse
il
24 ore,
il
162 1/12
ora.
Percorse
mezzo
dell'altro
43 2/9
di
al
minuto
e quindi
Dante
fatto in
forma
cono con
le
la
punta
in gi,
ed
diviso
in varii riparti,
di
cos
alla circonferenza
assegnata
da Dante
stesso
alla
e a quella
i
pure assegnata
Secondo calcoli instituiti, l'atrio nella sua bocca pi alta ha la circonferenza di miglia 418. Il primo cerchio avrebbe miglia 209, e cos successivamente riparti superiori alla decima bolgia, degradando di in tutti miglia 11 per ogni giro diverso. Riguardo ai riparti inferiori ritiene la medesima proporzione ma decrescente della met,
X bolgia
come
ed
il
nono,
al
ganti, invece
di miglia
ma un
semplice
di
sembra che
597
lurido
di
come
in
Danle non sarebbe lungo ossia profondo che sole l'atrio invece miglia 3120. Il primo cerchio avrebbe la larghezza di miglia 9 lf2, e avanzando al cenlro della X bolgia all' ingi si trova la larghezza, ovvero
ferno
miglia
95:
la
della ghiaccia,
quale da mezzo
il
Lucifero
sino
al
suo ombelico,
che
il
centro
infernale;
del
va onde
verrebbe
che Lucifero
dalla
met
petto
insino
Ateneo,
il
una Memoria
dell'Inferno,
ed alla grandezza
e
sito
Il
la
forma
del Purgatorio
del
Paradiso
di
Dante.
Gregorelli,
sec.
opinioni
emesse nel
ne' suoi
XYI
non che
Galilei,
la
divisava
il
sito,
l'
ampiezza e
fallire,
la divisava
mediante
tal
la descri-
metodo valeasi
e la forma del
il
e delineare
il
sito
dal Gregorelli
rettitudine
LETTERA
Lorenzo Mclms
tissimo
DI
FRATE ILARIO
il
la trasse
codice Lriurenziano,
poscia
volgare,
e fu tenuta
da
lui
in
Ad Emanuele
N.'^
Uepetii nacquero
primi dubbi
yr<7^c
(Cenni sull'alpe
69,
Apuana,
si
Fir.),
poscia
professori
(Antol. Fir.
1832)
stura.
il
Giornale Arcadico
Roma
598
BIBLIOGRAFIA
scritto intorno
il
DAMESCA
le
ITALIANA.
di
un lungo
Appresso
falsit
un
tal
documento.
Dante,
prof. L.
Muzzi (Versione
di
il
di 3 Epistole di
Faggiuola,
a'
quali
rispose
Marchetti (Museo di
1845,
Scienze e lettere
dal Centofanti
si
di
Napoli,
Agosto,
N. 35). Allora
rinov l'assalto
Repetti poi
si
ricredette
ne propugn l'autenticit,
e
come
tato
Da ultimo nuovo
il
non aspet-
lume recava
nella
controversia
il
profess. Sebastiano
Ciampi, mostrandoci
come
al
Boccaccio,
della
ma
che per
di
pi
ci
interi squarci
medesima
Dante.
nel fascicolo di
Maggio
ma
si
Monastero
di
S.
di
a quello di S. Benedetto. -
Ne
propugnarono
il
l'autenticit
il
il
Troya,
il
Fraticelli,
il
il
il
Balbo,
Bepetti,
il
il
Baldacchini,
Marchetti,
il
Ciampi,
il
Monti-
celli,
Branchi; l'avversarono
Witle ed
Centofanti.
tip.
di Dante Allighieri,
Firenze,
Barbera,
1861, C.
il
1317 e
il
1318, allorch
fu
ai
giacch
Mazzoni appena
la ricorda, e
per
le
stampe
Galleria
della Minerva).
Ma
per istabilirne
autenticit
599
abbattere
trasmise
soverchiano
indarno
si
le
alle quali
pretende
il
Imperocch
seguitando
che
il
precedettero.
Che
poi
in
di
da Filippo Villani,
di
rec
l'
strettissimo
introduzione preanteriori
al
messavi dall'autore...
secolo
Se
altri
manoscritti
a testimoniarcela
poco
rilieva,
al
mostrano
e ritratto
un antico esemplare.
ed
l'Epistola
della
riceve
verit
si
conferma,
come improntata
dal
sigillo
Ivi
per fermo
forme a
stile, gli
lutti
gli
altri
le
scritti
danleschi.
Quivi
occorrono
il
le istessissime frasi,
duro
qua
pugnarono l'autenticit Carlo Troya, Ozanam, Balbo, Torri, Betti, Ponta, Fraticelli
tra lutti gli
Ne proWitte, Tommaseo,
;
pertinacissimo
oppugnatori
fu
la
lo Scolari.
Questa epistola
quindi dal Missirini,
Fraticelli,
il
in
ogni
se-
modo
gli
ai
pensieri dell'autore,
e adoperando,
condo che
occorso,
le
somministravagli nella divina Comedia e nelle opere minori. V. Giuliani, Dell' autenticit dell'Epistola di
Dante a Canecc..
di
suddetta Epistola,
Me-
Canem Grandem de la Scala, Ualis, Saxon. Heynemann, 1855. - Id. Studi germanici sopra Dante
600
dell'
Maggio 1856.
p. 528.
la
questione:
Se Dante dedicasse
Il
Cento-
Firenze
(Yol.45).
Nel 1845
la cantica del
Paradiso,
e della
medesimo sog-
Michele Proudnikoff
opera
dantesca,
sui
falli
col
Elucubrazione
le
intorno
all'
ed ispedivala per
nostri,
citt italiane
a darci lume
raccoglierne
significazioni
il
onorifiche!
Nella
accompagna
Messo
opuscolo stampalo a
si
Firenze
trovata cosi
nella Elucubrazione
la
ut
unum
Proudnikoff
immedesimato
>
coi Cenlofanli.
Risum
-
teneatis amici!
Ne
scrissero inoltre:
Buoninsittci
Collcll
-
Del Rosso
-
diambullari
maneiti
Pouta
Veliutello
Zotti.
La Divina Comedia
illustrata
da A. Kopisch,
M.
Picchioni ritiene
con
la
te Carlo Witte,
che
;
si il
Picei
che
il
P.
al
Poema sacro
pervenuto abbia
;
di
esigilo
deirAllighleri
in esso poi
GOl
al
(ihihellinismo,
come
si
di
esso
interpretazione nominatamente
quei
d,
come
si
il
dotto signor
d'
Kopisch,
ogni
troppo poetico,
zioni.
Picchioni.
Picei Giuseppe,
L interprelazione
della Divina
prima
principale allegoria
Liviana, 1847.
M. G. Ponta e di P. moderna interpretazione storica della Divina Comedia. (Giornale Euganeo, 1847; Quaderni Y. ed
Delle criiiche di L. Picchioni,
Fraticelli
sopra
la
\lll.j
La
di
selva,
secondo
il
profess. Picei,
un luogo disabitato,
smarrimenlo e
alla patria:
\
no
Lo smarrimento vero di Dante fu la cura de' pubblici uffici, e l'esiglio che gliene segu, e s quello che questi incontrarongli nella valle d'Arno: il ben trovato nella selva, il
conforto dell'ospitale
della
il
amicizia
e degli studj
l'abbandono
per
illusioni
della
speranza,
alle
prime novelle
colle,
della
venuta
di Arrigo,
erasi
gi credesi in porlo
il
il
Falterona,
il
fiume,
appunto trovavasi
i
il
poeta,
allorquando
nel o/e,
primi conforti
della speranza,
onde apparve
il
colle vestito,
modo
affatto
somi-
nell'epistole,
del colle
Egli avvisa
nella lonza,
Firenze,
in Bianchi
e in Neri, la quale
602
eragli
ognora presente
sperava
re di Puglia,
al
pensiero,
e alla
cui divisione e
leone,
le
discordia
Roberto,
la
poil
nel veltro,
Messo
ricco
di
Dio
prode capitano,
d'oro, forte la
d'armi e
ancora
all'
liberale
mano ed magnanimo
proleggitore,
florido di giovinezza,
Can Grande
della Scala,
che
in-
Guelfismo, risu-
un
lo stesso
poeta mantovano,
cui
studio,
di lui,
merc
il
pot
Poma
P.
della prin-
Mancati
due
soli,
l'imperatore e
il
papa che
si
la
scorgevano
Dante
smarr
in
una selva
la
perci intrattabili,
perch lutto
angosciato per
traeva,
tanto adoper
ignoranza fino a
monte
Onde raccon-
s ed
della perfezione.
Ma
{la
si
i
attir
contro
la
giovent
seguaci
signori
leone)
con
tutti
vecchiezza
{la
lupa),
il
dall'avarizia.
questi ostacoli
riformatore guelfo
si
loglio
compare
consiglia
altrui, e
Virgilio,
il
il
quale
misero pellegrino
sar compiuta
un viaggio corporalmente
per lo
603
scoria
il
Purgatorio,
e poscia
solio
altra
per
Paradiso.
Ma
poeta. Virgilio
afferma
maturato in cielo da tre donne di alto grado: la Regina del cielo averne dato commissione e cura alla santa vergine Lucia: questa averne raccomandata l'opera a Beatrice, la quale le avea fatto
regni
dei trapassati consiglio
al
paradiso
affezionarlo
Dante di qualunque parte politica, e unicamente allo impero, e gli far toccare con
fu
il
stabilita
sede
imperiale
pontificia
mondo
di
universa.
Zappa Giuseppe,
della
gin-
cantica,
Memoria premiata
dalla Direz.
p.
del Giorn.
l'Educatore. (Educatore,
Anno
II.
221-243.)
Torricelli F.M.
poli,
di
di pag.
Il
840 con
2.'^''
8 Tavole, Voi.
di
p.
Voi.
comprende: Esposizione del Canto - Dichiarazione di alcuni vocaboli e modi sacri usati da Dante Allighieri nel
Ci. Il
selle giorni -
co. Torricelli,
dell'intero
gici
poema, arricch di dotte notizie gli studj teolointorno alla Div. Comedia, e ridest cos l'attenzione
meno
avvertili,
morale ed anagogico.
distinzioni
Per convalidare
indotto
circa
il
il
non solo ad
senso letterale,
alcune speciali
ma
inoltre ad
un doppio senso allegorico, cio un' allegoria teologica, ed una seconda allegoria poetica o storica, ch'egli spiega in
quinto senso da
pellegrinaggio
lui
chiamate
poeta
si
civico, pel
del
scorgerebbe simultaneamente
di
descritto un viaggio di
S.
Croce
in
604
(Canio
i)
Lucifero conillo
un Ormanno Foraboschi, guelfo nero, che abitava in fondo al Sesto dello Scandalo in Firenze: ed il cinquecento e quindici, messo di Dio,
accennerebbe
che sar l'uccisore della
fuia,
del
pari
la
che
il
vellro,
il
lupa,
il
sarebbe quel
fuggitivo
Corso
Ammessa
storica,
la
coesistenza
v'
d'una seconda
allegoria
civica o
non
ha pi motivo
vuole
di rifiutare
credenza ad una
concede a chi
lo
di
non
si
accolgano
lo stesso
con esse
le
Autore abbia
questo senso
di proporlo, e
civico,
o quinto senso,
non
di
propugnarlo.
Torricelli F. M. di Torricella.
di Dio,
Il
Canto
i.
della
Monarchia
poema sacro
del
erudito,
Dante sar forse troppo che da verun altro interprete, e meritava che se ne profitasser meglio comentatori dal 1853 in poi. Con questo Comentatore mi
Il
i.
Gomento
Canto
di
me
ne
congratulo assai del suo merito originale della perspicacia vasta e profonda nel senso vero di Dante, cio nel senso
cattolico. P. Sorio, Lettera
1.
Dantesca, p. 12.
La
il
poesia di Dante ed
Torricelli, penetrare
e tutto svol-
gerne
l'artifcio,
senza
il
lume
senza
lo
La chiave
di tutto
segreto
Dante descrisse
il
il
viaggio dei
da Ramesse
al
Giordano.
In lutti
stesso
luogo
605
le
islessissimo
il
tempo
in
vi
mancano
al
guide, e
perfino
il
proemio del
di S.
ambo
Gerusalemme terrestre
sull'
il
di S. Pietro
,
percorrendo
inferiore
Via lunfia, o la
di Vita, e
Cammin
al
scese all'Inferno
10.
4 Aprile,
d
la
Via diritta,
il
sarebbe
loco della
che compunge il cuore per cui forza atto di dolore; l'arrivo al colle, il pittarsi a pie del Crocifisso; il riposarsi fra le spalle del colle, il confessarsi a Bio: il riprendere via pel deserto, il rifiutarsi di far penitenza; la lupa, il leone l'altro viage la lonza, la Morte, il Mondo e la Csarne gio che si dee tenere, il prendere la via della penitenza;
transitare,
un
il
Veltro, ossia
il
canis gregis
di S. Gregorio,
cibar Sapienza
Amore
il
e Virtule,
essere
una
;
sone divine;
ossia
l
l'
veder
porta di
saj^ramentaliuente;
;
il
visitar lo
il
il
vedere
Pur-
il
salire
genti
beate,
il
far
la
soddisfazione
preservatrice
santificatrice.
Torricelli di Torricella F. M.
il
La
Poesia di Dante
ed
fama
sono
Nel Castello dove soggiornano pur {'anime che fur per note. Dante v'introdusse tanti personaggi etnici quante
le
sono risplendere
laudare
celebra
il
ombre
quelli
dcgl' infedeli.
E volendo pure
e pi,
nome
di
che pi dura
onora,
ei
sovra
gli altri
Temperanti studiosi,
a' quali
va
Marzia,
il
chiama pi meraviglioso
606
di lutti, racchiuse
liva, politica,
divinamente
le
economica
e militare.
Saladino
il
solo (/insto,
nel prato del Castello; sta in parte, perch la virt morale eh' e' rappresenta, dalle altre tre, da tanti personaggi rap-
presentate,
i
distinta.
Tra
Filosofi
filosofi fisici
(De-
non dimentic
sotto
i
nomi
di
Trivio e di Quadrivio,
quella dei
alle quali
ne ag-
giunse Ire
di nobilissime,
poeti,
gi ricordata,
media,
e sulla
interpretazione della
l.^
Cantica, secondo la
Appendice
divina Comedia,
alle
ed
introduzione
finale del
Secondo l'egregio profess. Minich, l'intendimento poema : redintegrazione morale del poeta, ed
insegnamento atto a rigenerare il civile consorzio. Selva, Firenze o pi propriamente tutto lo stato sociale
di Firenze: diritta via,
tutta
la
retto
e di abbrutiil
mento a
modo
con cui Dante usci di Firenze, a cagione della sua condanna, ed ebbe quindi motivo a ritirarsi dall' errore, ed a conseguire
il
mortale,
di
micidiale
per tutti
sventura seppe
o
debolezza
l'imperfezione
colle,
dell'umana natura ed
il
bisogno
della riparazione:
l'intento
del poeta d
lume
il
dove
il
v' abisso
di
parola della
le
verit
tere
i
non penetra
lume
a
della
ragion divina:
la
tre
vizi
che concorsero
produrre
venuta in
il
Firenze di Carlo
partito
607
di molte brame,
i
e non paga
di
manomettere
l'
confiscare
sommo
promozione
alla cattedra
di S. Pietro
attendeva
rit pontificia
Virgilio,
la
guida
la
imprendeva
pienza
Ma
la sola
sa-
umana non
cui
npme
e
'la
stesso e
la
cui
rimembranza accenna
la
beatitudine
celeste contemplazione.
Cantica di
ridurre
bene operare, e dallo stato vizioso a quello della virt, dimostrando non solo in che consista la vera felicit e perfezione umana, ma insegnando Insieme
al
la
Castiglia Benedetto,
de
Dante
Allir/hier,
ou
le
probleme
r humanit au
Paris,
Fr.
Dentu, 1857.
Perez che nel 183G avea pubblicato
In
Palermo un
si
duolo
les
rveurs
Dante
il
poema
che
meno
la stessa
all'opuscolo
da
lei
cui si sforza di porla con un sistema religioso soclaic... Qual l'ultima espressione dell'idee da me pubblicate? I
s tutta r umanii,
scienza
morale,
Indi
608
rimedio.
Da
ci
il
viaggio speculativo
regni
del
male,
della
somma
Perez prova
non essere
fine del
poema
di
rendere
gli
uomini assennati e
Questo
che
si
compendiano
il
questo solo:
//
ritorno dell'uomo
a Dio.
La selva
gimento
umana
mossa
anche
figura
generazione.
dagli
Il
beie
che vi trov,
la
filosofia,
occhi
:
lucenti di Beatrice,
la
od illustrata dalla
-
cattolica verit
la
Dio e
il
pena o
gastigo
un bene.
Il
colle,
che
il
Poeta tent di
la
salire, cinto
ci
virt che
solleva
le
Il
qui
ilhiminavit vitam:
la
onde mena
dritto
e per la spirituale. -
La
e
iotte
sar
la sete
al senso,
mondana
La
salita
il
del
poeta dalla
morte
di
Beatrice. -
del colle
e la subita
Priorato,
il
gli
amari
frutti
gli
uomini,
Il
che nelle
passo che
non
si
lasci fiiammai
il
allorch la ragione
smarrisce,
soccorre. - La
609
la
la
fiorentina,
la
che
il
poeta sperava di
in
senso morale,
leone, nel
primo senso
che,
le
mosse
aspra guerra,
violenta,
la
gli
ci
mise paura
in
senso morale,
la
cupidit
che
di in
citt di Dite. -
tirannide
corrotti
:
un
solo,
senso morale,
ci
cupidit
frodolenta,
che per
sacrilega avarizia,
Gregorio,
che venisse
a.
cacciar dal
l'esilio
mondo questa
di
cupidit. -
Il
V ultimo tentativo fatto dai Bianchi per rientrare, giusta quello che l'Esule iiorenlino scrisse nella
tata
Dante dopo
vedremo l'aspettempo dimoriamo nel deserto. - Il Veltro, la ristaurazione della Monarchia cattolica; l'Imperatore, quale egli lo aveva disegnato e dipinto nella sua teoria politica; e non un capo di parte, un calettera ai principi e popoli d'Italia :- Noi
allegrezza,
quali
da
lungo
gnotto ghibellino;
della Chiesa,
il
desse
la
caccia
ai
lupi
che
infestavano
il
che
Berardinelli
Francesco,
Il
il
Berardinelli,
coml'altra
nel
proemio,
La prima espone
la
il
prendesse
viaggio,
il
viaggio,
seconda denota
viaggio stesso;
necessario
il
quella dimostra
un male,
questa
voL.
Il
conversione perfetta
;>a
del
610
peccatore
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
rappresentala in Dante
protagonista.
In effetto
ne concepisce orrore, e
si
dispone
al
sacramento
della
gli
si
sveste di grado
fino a ridursi
a quello Paradiso
subito
stato
proprio
di
chi
trovasi
nel
ei
terrestre.
elevarsi, e
Ottenuto
si
un
a
tal
raddrizzamento,
pu
divini
attributi,
il
unificare
sua
volont
con
il
la
divina. Ecco
male
della prima
lo stato
saran dunque
La
poema
dissidi
l'altro sociale,
mali costumi
di Firenze,
e pi
generalmente
guelfa
a cessarla nei
civili
non
bastante altra
s'invochi,
si
aiuti,
si
in quelle
che ciascun italiano attende per via della religione alla emendazione de' suoi vizii particolari. Cos convertitisi prima
nell'individuo,
pos^Ja
nelle
comunanze
reggimenti,
la
Tale
il
vincolo
collega
le
due
intenzioni.
Eroli di Narni Giovanni, Libro della Sapienza, con alcuni nuovi importanti
stuclj
sopra
la
divina
Comedia, la
profezia di Sofonia
il
Magnificat
e la
poema
sugli
L'ultimo canto
S.
ci
avalla
Bernardo
-
Anche
la Bibbia,
ma
eziandio
sulle opere
Il
di
San
perch
del
velo dell'allegoria
libri
III in
I.
sermone xvn
I
in
Cantic.
ci
avvalora ad addentrarci
signficat.
Canto; e
il
il
serm. 96 de diversis
guida a levare
la
Per l'Eroli
personale. -
Donna
ci di
veris-
simo comento
alla
Ricci Teodoro,
Proposta
di
principale
Allerioria
del
in
Fiorentini senza
la
pessima Reggen-
za fiorentina:
ed
dei
il
simboleggiata Firenze
colle o dilettoso
monte
(il
Castello
nome
blica fiorentina,
quale convennero
nel 1303
gli
renze
un luogo
altri
patria; Vesiglio
per
gli
Esame il Can. Giov. Della Valle col titolo: una nuova interpretazione alla principale Allegoria del poema di Dante Allighieri, Voi. I. de' suoi scritti, p. 67-82. Ferroni Paolo, di Comacchio, La Religione e la politica
natissimo articolo
di di Dante Allighieri,
ossia
lo
scopo ed
Il
Ferroni
si
propone
i
di
Comedia ambo
lutti
sensi religioso
si
quali
;
da chi
e che se
sono
un
612
Cio
che
si
rivela
che
si
il
lavoro del
dei
Ferroni va diviso
4 capi, cio:
Divisamenlo
C. in;
C. ii;
Dichiarazione
Scopo del
Il
G. iv;
senso
Dante che
sia
che
pi
verrebbe a ravvisare
l'inarrivabile
in
tutta
la
sterminata sua
grandezza
quanto
il
suo amore
di patria e di Dio,
dell'italica
rigenerazione
il
e
lo
quanto
avea
giustamente potesse
cantare che
pi anni.
suo poema
fatto vivere
macro per
Mancini Luigi,
La Divina Comedia
di Dante AUigheri;
Quadro
Mancini, (Gior.
Il
questa: il
perfe-
zionamento
col
fine dell'
dell'
uomo
e la felicit di tutto
genere umano
mezzo della monarchia universale e del cattolicismo. uomo la felicit che si pu ottenere soltanto nella monarchia universale. - La colpa d' origine fu la causa di tutti mali del mondo: la mancanza del monarca universale li mantiene. Il doppio reggimento temporale del monarca spirituale, del Vicario di Cristo, il rimedio alla
Il
i
colpa di
Adamo.
- L' Inferno
il
quadro
dell'
umanit de-
viala dal suo fine e dei mali che in tale deviamento inon-
dano la terra, non governata dal monarca universale vale a dire una pittura del mondo ai tempi di Dante. Il Purga:
torio il metodo delia riforma del mondo col mezzo della monarchia universale e dell'amore, i cui vincoli sono dalla monarchia stessa intrecciati. - Il Paradiso il quadro della
umana
felicit nella
mondo
cattolico.
Armonizza
egli la scienza
umana
colla rivelazione,
identifica societ
il
e religione,
tempo ed
BIBLIOGIIAFIA
gico, politico e civile,
DAMLSCA
ITALIANA.
Gll^
cospiranti
tatti
ad un fine; ed in
un quadro solo racchiude le terrene e le superne destinazioni. - L'opera del Mancini, contiene oltre un comento del
1."
e del
2.*^
canto
dell' Iiiferno,
una
ogni sfera.
La selva
si
ritrov,
e pieno di paura:
e
la
la
concordia
pace dei
fiorentini,
a Papa Bonifazio Vili, e della quale aveva argomenti di bene sperare. La quale ambascieria per non riusc a buon
firentini di parte
casa
di
Francia
Roma
potentati
signorie
simboleggiati
e por
contemporanei e
che
vizii,
futuri,
ma
che
gli
anche
il
campo
quelli,
e pei
primi, e
Ora quale soggetto pi ampio e pi fecondo per variet, e che gli si porgesse pi opportuno a trattare di tutte queste cose, che (juello dei tre
caricando di vituperio
secondi.
regni ?
Ma
principe de' poeti latini che egli tanto onorava, e quello della
mistica Beatrice.
ginata
dall' Allighieri,
quell'oscura
e spaventevole selva,
poich fu
s'incammina con
lui nelle
Ed ecco
il
614
del Purgatorio
e del
Comedia. Per
leghino
tal
guisa
ei
pensa,
che per
le
dichiarazioni
ma che
vengano
altres
vero e pi stretto
modo
la
pi
non
gli
pare
Imperciocch
il
in
motivo,
dei
poema
la
solo vi
si
fa
conoscere
la
ragione, per
detto.
quale
al
ci
E quanto
lare,
vero che
vi si
dice,
s avrebbe
ma non
togliesse
crede
si
potesse affermare
che
a questo fine
ei
a compierlo.
Da un
il
altra
compiendone
ci che
il
Fanfani,
dove ingegnose interpretazioni novelle sono sostenute da sottilissimo raziocinio e da larga erudizione. - 11 Borghini,
1864,
p. 319.
critiche intorno al
che
la
principale Allegoria
del
poema
Il
Ravenna, tipografia
senso religioso
volle
Nazionale, 1863.
Della Valle trova ben poco probabile
politico offertoci dai comentatori,
il
ed
il
sia falso
del tutto.
E ne trova
la
ragione perch
disegno generale
parli. Il Della
di figure,
da
lei
Valle
che
e
senza lasciar
di
accennare
il
adom-
politici,
quali
a que' tempi,
615
al
mostrano
il
come
il
poema.
che
e
si
Ed
sotto
questo aspetto
alle
conchiude,
Yerisimili
possa
fuggire
conseguenze
si
poco
false,
come specialmente
fece
nel
modo,
in cui
finora
si
voluta considerare.
Giusti Giuseppe, Delfine del
Poema (Studi
si
vari, p. 189).
Secondo
tanto
civili
il
Giusti,
di
lo
propone nel
suo poema
ricondurre
ai loro principii
che
religiosi.
Come
ma
Roma capo
come
cittadino
d' Italia,
la
romana, tiene
e vuole che
le
la
cose
di
l e torni
Roma
la
sede imperiale...
il
La
selva
oscura
immagine
di
quell'epoca traviata;
monte
gione pace;
dilettoso,
principio e ca-
simbolo di una vita di verit e di Lonza il Leone e la Lupa che g' impediscono di passare a un tratto dall'ultimo fondo del male all'altezza del bene, figurano il diletto dei sensi, la sete di dominare l'avidit dell'avere. - E a pag. 195: Lo scopo di Dante di proporre un modello di riordinamento al suo secolo guasto, non una riforma religiosa e politica, ma di richiamare nel suo pieno vigore il diritto romano e nella sua
di tutta gioia,
la
Il poeta nella Comedia dal lato politico non ghibellino, ma monarchico; non antipapale dal lato religioso, ma antiteocratico. Vuole che Roma torni ad esser capo del mondo, ad esser tale
la
vuole che a
Roma
risiedano
due capi dell'universe genti, l'Imperatore e il Papa, ciascuno dei due indipendente dall'altro nella sua giurisdizione, ambedue d' accordo nel procacciare il bene degli uomini; l'Imperatore tenendo il freno delle leggi perch non irrompano nelle cose vietate, il Pontefice guidandoli coir esempio e col precetto nella via della virt. Forte V 00 del diritto della spada, l' altro dell' ascendente morale,
616
frenanlisi scambievolmente. -
imagine
di saviezza
kalrice
di
scienza
divina.
sulla via
viaggia
in
al
basso,
di
cerchio
in giro,
rappresenta
mano
mano
selva
l'
delle
minandosi
rinnovato
antico,
e tutto
entra
nella
ridente
ove
al
fu innocente
in
umana
Dio di cielo
creatura
cielo
simbolo
che
fa
la
poema
colla
contemplazione del mistero dell'Incarnazione, simbolo del congiungimento dell' uomo a Dio. - Y. p. 211, 222, 231, 251,
255, 256, 302.
litterale del
alla Storia,
l'
conduce ad investigare
allegorico,
ascosa verit
Secondo
s'
Vedovati, l'epoca
il
Marzo
VI.
x.
46; -
ma
fasi
raccensione
faccia
Purg.
li.
La selva per
lui
Firenze;
Valle la To-
scana;
il conseguimento del desiderato ordine civile, mezzo o forse anco della papale autorit. La Lonza raffigura le parti guelfe Bianca e IS'era; il Leone Carlo di Aalois; la Lupa la discordia seminata e mantenuta da Papa Bonifazio Vili; il Veltro Benedetto XI - Virgilio che
Sole vi scorge
col
gli si
accosta
a guida
il
genio poetico;
di
la
il
bene trovato
l'eccitamento
ad
applicarsi
nuovo
agli
studi;
V altro
risoluzione di abbandonare
017
del
cose
civili
per alleiidere
alla
composizione
sacro
poema.
Nella
II."
parte,
che abbraccia
il.
canto secondo,
egli
intende di
allefforco,
ofl'rirci
alcuni schiarimenti
morale. -
moralmente simboleggiala
la
Divina Provvidenza;
la
in
Lucia
Divina Rivelazione;
in Beatrice
Religione
cristiana,
in
:
Virgilio la Poesia;
denza mossa
La Divina Provvicompassione delle acerbe sciagure in cui era ravviluppato il misero Dante, usando (giusto l'eterno
a
suo ordinamento)
dispone:
susciti
lai
il
della Rivelazione
eh'
che
la Religione
ispiri
la
Poesia:
genio poetico
dell' Allighieri a
descrivere
lo
circondavano; e che
maniera
dal-
se stesso, ed altrui, di
-
sommo
conforto e di
lette
morale
l'
profitto.
due Appendici,
rebbe oscuro
verso
di
(
1'
si
vor-
Tratt. ix.
illustrativa
l'
altra del
famoso
Recata
aleppe.
r interpretazione del
cesi Paix, paix,
grande sala
del
di Parigi
da un giudice nel
:
Luogotenente
Satanasso, e
sta cheto,
il
sta cheto.
ci
Vedovati
olire del
motto
succennato
pace,
la
duzione libera:
permetta
mano all'armi;
LiBiis
Amomo,
618
Comedia di Dante
Allir/hieri,
Ateneo
di Bussano
nella tornata
del 3
Marzo
.La principale
causa
della
discordia
il
degl' interpreti
ci,
di
Dante da
attribuirsi,
secondo
Lubin, a
che ciascuno
debilo riguardo alla cultura di Dante e del tempo di Dante. - Se la Divina Comedia contiene lo scibile di quel
sia per la sostanza
che pel
delle
opere
e scritte
da Dante
che hanno
Babilonia
il
relazione alle cose trallate od accennate nelle Cantiche immorlali. - Poich ebbe egli slabililo, che,
come
la
e la Gerusalemme
d'Ugo da
S. Vittore,
T Inferno e
Pur-
il
primo
il
secondo
la vita spiri;
l'immagine
il
di quelli
che
si
dimostra che
-
di
sono meritorie
di vita eter-
na.
La Provvidenza
il
divina,
per restaurare
il
l'umanit
civile e l'eccle-
politico e
i
il
religioso.
due reggimenti formano un codice solo, e quindi gli osservatori delle leggi dei due reggimenti sono da Dio egualmente premiati, come ne sono egualmente puniti prevaricatori. Ond' che nella Divina Comedia,
nale di Dio,
codici dei
i
considerata allegoricamente,
l'Inferno
sar
l'imagine
del
reggimento che il principio del male oppone ai due reggimenti civile ed ecclesiastico, conducendo all'infelicit quelli che vi si ascrivono. Il Purgatorio sar la figura dei due reggimenti civile ed ecclesiastico
figuri
il
di
reggimento
Catone
il Purgatorio vero e il Paradiso terrestre figurino il reggimento ecclesiastico, affidato alla custodia di Pietro.
;
619
sei
Le sette giornate del viaggio saranno tropologicamente le all' esercizio delle buone
settima l'epoca del riposo eterno in Dio. Allele sei
opere; e
goricamente
epoche,
in cui
arma sono
s.
la
Bibbia ed
Padri,
si
segnatamente Ugo da
che ha sempre pronte
i
Vittore,
del quale
mostra famigliarissimo,
l'Allighieri
sue dimostrazioni.
gli
Oltre di che
(p.
(
Giganti
(p.
9-11);
(p.
;
superbi e
il
invidiosi
10-13);
64-68)
;
p.
32-33);
Veglio d'Ida
;
Virgilio
(p. 85-88) e
ricevono spiegazioni o
nuove
spiace
di
questo lavoro,
non
PRINCIPALE ALLEGORIA
attingere vi porta
O va
di carta in carta
Tessendo enimmi,
e sforza la scrittura
Gi*. Oiusti.
poema abbia
illuminandolo
della fede,
inleso
quale,
apre
occhi
delia
mente perfino
a' misteri
morale, e
la
comvizi,
turpitudine de'
la bellezza della
C20
virt,
lui,
e costumato
vivere ricondurre.
in
Non
come
si
l'
uomo
tal
entrata per lo
11
dorme...
sonnoglioso
di
la via... 11
sonno immagine
morte...
end' egli usc del diritto camino ed entr nella selva dell'errore. - Dalla bassezza
in
dell'ignoranza,
pie
ch'era smarrito
ei
giugne a
d'un
quello della
virt.
Non
si
monte,
l'ascesa
dell' alto
gli
Le
tre fiere
che
contrastano essere
le
tre vizi
:
nemente occupano
umane
generazioni
i
pungendo
il demonio [lupa). monarca di Dante, quale ei lo descrisse nel C40nvito e nella Monarchia: Pietro Alliffhieri, un'anima virtuosissima che avr il governo del
mici
la
carne [lonza],
il
mondo
[leone],
V Anonimo
mondo
il
all'amore,
alla pace,
che
Italia,
Chiose
falsamente attribuite
in
al
vi
scorge
rebbe,
le
sue
opere
a magnificenza,
avendo in singolare abbominazione dando di se ottimo esempio a tutti, inducesse gli animi de' sudditi a fare il somigliante onde la cupidit sarebbe cacciata universalmente dal mondo. Gli
di reami e di tesori, ed
il
vizio dell'avarizia, e
altri
espositori, da
Benvenuto
si
fino al
sero di pi,
onde
che
il
Veltro
un imperatore
senza parie,
non cupido,
ma
BIBLIOGRAFIA
DAMKSCA
ITALIANA.
621
amma-
adombrala
la Filosolia
morale;
la
la Bont divina; in Lucia la Grazia cooperante; in Rachele r Illuminante; nella Donna Gentile la Preveniente e pel
Boccaccio
l'
Orazione.
-
lavoro di un Poema, dove le divine opere di Virgilio raggiandogli la mente e levandola a mirabile altezza d'invenzione di con-
avvisa all'arduo
celli
e di stile,
sarebbe cagione
i
che
ne acquistasse
cosi
gloriosa
fama che
suoi concittadini
vergognando avere
Onde
cammino, quel
giugnere per
la via
La
//
dilettoso
monte
la
conso-
uscendo
crescere
dell'esiglio,
desiderava ardentissimamenle
il
godere
lo
andare di
la luce del
nuovo
conforti
ch'egli ebbe
il
a sperare:
la
lonza,
il
leone e
lupa,
che
alla
Firenze Francia e
Virr/ilio
Roma che
altra
opposero
/'
apparire di
dalla dolcezza
per la quale
\irriilio
promise
trarlo
di quella valle,
mirabile lavoro
la
la
scorta avuta
Fu
il
Dionisi,
che avvisando
primo ncWAneddot
le passioni
11.*^
come
rappresentate
e
citl
a certe potenze
denotassero che
le
signorie ed
622
ed all'altre cose che corsero nei secoli XIII e XIY doversi pure riferire. Sebastiano Rhal nella lupa volle vedervi simboleggiale le Ire grandi branche dell'impero di Carlo Magno,
Italia, Francia,
il
leone francese,
comparirvi e
8H anni,
figurarvi
come campioni
(1839).
Balbo Cesare
1300,
ei
si
ai
Ma
chiamava
il
mondo
Firenze,
quaggi,
regni
e le citt
ielva selvaggia
mano
selva de'
ma
pu spiegare come v'entrasse, tanto era pien quando v' entr, abbandonando la vera [diritta]
la fedelt
lei
sonno
cio
di
amor
ed aggiunge, che
la
rimembranza
d'
;
di
gli
pii
morte. Dalla
una
giugne appi
x. 14)
un
colle,
lo
cio dalla
scienza o filosofia
tn
umana
aveva aspirato
tal desiderio
dalla
morte
di Beatrice.
Ma
tale
lui
studio,
e giovanile,
per gli
uffizi,
per
per tutti
vizj
che da
una Lonza, un Leone ed una Lupa, gli fu impedita la salita al chiaro monte. Quindi, non par dubbia l'antichissima interpretazione,
che' queste significhino,
nel senso morale,
la
lussuria,
la
Ma
la
(
la lussuria lussuria
fiorentina [Purg. xxiii.94. 108 - lonza, lnf. xvi. 106), che fece
in
quegli
di
anni
superbia
Par.
superbia
vi.
Francia
leone,
108
),
623
mans lupi
Tulle
in tulio
e tre
si
poema. Cos inlese le Ire fiere, ogni non che intendersi, fonte di bellezze. oppongono alla salila di Dante al monte
11
rischiarato;
ma
e
la
Lupa,
la
gli
la
maggiore
rappresentante
anzi
del pensiero
stesso del
Poema,
dalla
il
quale l'ammonisce,
che per
non
gli riuscir
mai
;
di salire
le
al
Lupa
predice
malvagit e
vicende di questa,
Vellro,
un ghibellino
dell'Italia meridionale,
Adunque, continua
Torni
al
prendere altra
via-
E a
e
al
ci consente
Poema.
Il
il
Balbo,
si
periglia ad esporre
era l'im-
paniera o
rebbe
una poetica
Ma
un
di
altro
si permetta di passare a esporre mio sogno, che forse ha qualche maggior fonda-
le ire fiere
dinotin
vizii,
da cui
senso allegorico
si
di
mai supporre
che Dante
confessi
avaro?
acre
come gi osservammo, egli si confessa un tantino invidioso, un po' pi superbo, e mollo lussurioso; ecco dunque la lonza dinotar l'invidia, il leone la superbia, e la lupa, come sempre, la lussuria;
vituperalor degli avari? Pi tosto,
pure, se vogliasi tor di mezzo l'invidia, sar
la
lonza
il
parteggiare
o pure
il
in fine
)
e questo
pi
si
avvicina a
lussuria e
quanto dice
il
llalbo
lasciando la lonza
per
la
leone
per la superbia,
il
prendasi
la
la
lupa
per l'invidia,
dicendo appunto
Poeta che
624
tita
la
La
formazione
per fine
di
avente
e col
di migliorare
quadro miserabile delle turbolenze e dei delitti di che era sempre pieno il reggimento popolare, e dello scadimento
d'ogni bella instituzione, persuaderli intorno
e
il
alla giustizia
ai
disordine morale
generale d'Italia, e pi
trista selva,
specialmente
di Firenze:
dice
perch
ivi
di civile sapienza,
talch
di bestie.
pure partecip
opinioni politiche,
essendo egli
temporale
eft'cllo
s\
suo traviamento, ed
delle
l
La via
quello
sonno
della
passioni
dell'
ignoranza,
il
silenzio
ragione,
mal costume
11
e tirannide:
il
libert.
di giustizia,
e la
dottrina
che
illumina
ogni
via,
uomo che viene nel mondo e lo dirige [per la retta ma ben anche l'Imperatore che deve reggere rumaiiilh
lo spirito di Cristo
al
secondo
gli
contrastano la salita
che fan
trista la selva,
ed avarizia
particolarmente
tre potentati
il
ristabilimento
pel
solo
secondo Dante,
[la
rinnovamento
e
impero
leggera mobile
parleggiante
la superbia
lonza leggera
di
ambizion
casa di Francia,
dominante anche
625
Napoli
antico
in
(//
ebbe voce
epopea,
Ma
questo mezzo
(ieir italiana
cantore
divina origine
dello
impero
latino,
che
gli
regni della
(ine di
dissoluti
teologia,
ogni altra
appunto l'umana generazione supera d'eccellenza cosa terrena, avendo dall'una le cognizioni umane,
Veltro poi sarebbe Can Grande della
fine politico
la riforma
onde
ricondurre
gli italiani
Italia, gittate le
a concordia,
riuniti tutti in
un corpo sotto
capo e
riforma
e che
voleva
riforma
che
la
la
la
politica,
riforma
politica
procurasse
r.forma morale.
La selva
in
una bassa
valle rafhgura
il
disordine politico
la
di-
onde
la barbarie,
l'infelicit
in
pubblica
e privata.
la
La selva priva
in
di
lume, perch
senso politico
ed
senso morale,
un
Nel dilettoso
pur priva del lume della monte illuminato dai rar/g del sole
vizi eh'
vi
scorge
la civilt, e
i
con esso
lei
la
pace e
la felicit,
le quali, vinti
guelfi, e
in
sperava di vedere
zione
e
la
pace
che arriva
a godere
un anima
nel senso
virtuosa
morale,
che pi comuncnente
oppongono all'uomo
40
al
Vo;.. 11.
fi26
conseguimento della
cio la lussuria,
la la
superbia e
l'avarizia; politicamente,
guelfa Firenze,
possanza di
la
amore
di sapienza e di virt,
il
che
forza
dell'armi distruggendo
la felicit d'Italia
guelfismo procurer
in Virgilio, la scienza
riordinamento e
cose
delle
umane;
nel poeta,
l'uomo
colla sola
ragione
Lncia
la
Grazia
illuminante;
nella
Donna
yentil
la
Preveniente.
MissiRiNi Melciiiore, Intendimento finale
del poema. Il
poeta
mini,
si
e proposto di raddrizzare
uoloro
di
combattere
loro
errori
correggere
luce
del
costumi. Illuminare
lo
intelletto
con
sapere,
purgare
il
Ei prese di
di
mira soprattutto
alTanni,
campo
la
ei si
propone
la
redenzione dello
e del vizio,
umano
La
intelletto,
correzione
dell' errore
Firenze
al
tempo
in cui
vi
avea un mescimento confuso di pareri e di opposte ambizioni, ove ninno obbedia e discorrea a cose smisurate. Ei
pure si era avvolto fra intricati e faziosi movimenti, ove non era lume d'intelletto, e dove era perduta la via di fare sonno, il sonno dell'intelletto, per aver abbandonato il bene il colle illumila pace degli studi suoi, onde gittarsi col nato dal sole, l'alto loco dove abita la filosofia, tutta
:
radiante
sola
come un sole allo splendore della verit la quale mena dritti gli uomini per ogni sentiero: la lonza, la
e di nero,
alle
due
la
fazioni
de' Bianchi
dell'
e de' Neri,
e sceglie a raffigurarla
lonza,
emblema
il
ingratiludine
perfidia:
il
leone, tutto
627
il
ano
degli
stemmi
Firenze
la
lupa,
la curia
romana, indivisibile compagna del guelfismo, anzi il suo mantice principale: qui posta dopo il leone la lupa, eh '
anche l'insegna
di
mente se da
forza di
miglioramento
nell' intelligenza
nel
pubblico
:
costume dovea aversene (iducia nel solo suo ingegno Virgilio, la sapienza umana, ossia la ragione naturale e la
filosofia,
ovvero
la
la
stessa
ragione,
ma
ossia
il
illuminata
la
dalla
scienza. Beatrice,
ragione sacra,
teologia che
dovea guidarlo
le
al paradiso,
perch
lume
intellettuale e
meglio v'impari
le
che inducono
il
abbassa l'uomo, e lo concentra nella parte inferiore del suo essere, cio nel diletto dei sensi e nel culto del corpo: dove il sol tace, bel senso filosofico. La valle di cui si parla
il
vizio
nel
cui
intelletto
il
tace
il
lenso
lasci
morale,
divinit:
il
quivi
passo
che
mai
genera
al
colle,
figura
facile
quale ardua e
meno
e del vizio,
ma
mano
vi si
avanza,
confortato
dalla purezza
che
gli
gli
vigore alle
la
membra,
vista:
che
avviva e diletta
si
laddove
empie
di
poi di caligine
fa
forte
dumi
Questo bel paragone della carriera della bont e quello della malvagit a un cammino pi antico di Dante: ognuno conosce la favola di Ercole al bivio. La piaggia diserta, perch pochi seguono la via
e sterpi e paurosa.
della verit-,
Per
il
Sole
poi
che
illumina
dietro
il
il
sermone
paragona
Il
la verit e
la
il
l'errore
il
tenebre.
Sole illumina
628
li
senso morale.
(iivinit
che avea investito Dante nella sua giovent; il Icone l'ambizione che lo travagli nell'et virile. Camminando egli verso
eh' via verit e vita.
La lonza
raffigura
la libidine
l'et matura,
e per
conseguenza avendo
finito la carriera
poe-
ma.
di
di
sopprimerne
le dissensioni, e d
Ma
and fallito. Mutato proposito, non dispera tuttavia divenirne a capo; ma indirettamente,
gli
coli'
opera.
le
la citt
parteggiante,
si
gare
al
nobili
popolani,
i
onde
ben ispesso
il
venne
sangue:
Priori,
il
Verace via:
suoi studii:
colle illuminato
dal
quando
fu dei
avea cercato
di
lonza,
gli
si
fialetta pelle:
Dante
sperava
il
nel
popolo,
e di quello
^lei
da
principio
nobili
si
rafforzava:
leone:
la fazione
ISeri
e dei
che
il
lo
tutto
Roma,
i
mondani
le
interessi favoriva
Neri.
Ma
l"ar
il
dominio temporale
sar tolto da
lupa.
morir
-
di doglia l'affamata
Intendimento [male
Poema:
di
Rimuovere
De Mon.
3, e. ult.;.
in
univer-
morali
terrena
e meritare
l'acquisto
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA
ITALIANA.
629
somma
parte
mira raddrizzare
via di virt,
Il
soggetto
li-
allegorico del
poema
l'
uomo,
in .quanto per lo
cosi incontrar
Il
la
vendicatrice giustizia. -
poema
ii
una
scuola
per tutti
ad apprendere
camino della virt e della felicit celeste, o si consideri l'uomo individuo d'ogni condizione grado ed et conveniente,
nella
comunanza
mondo
e Dio
si
rannodano
in
poetando,
la
sovraumana potenza
l'eccellenza della
felicit
dell'amore,
la rettitudine,
la salute
giustizia,
la
filosofia divina,
dell'uomo,
il
non che
mondo
universo,
mo-
;iarchia,
il
veramente
cielo vi han posto mano. il La Selva rappresenta lo stato dei vizi, o vogliam dire la vita viziosa, in che Dante sonnolento si giacque fino a mezzo il cammino di sua vita (Purg. xxiii. 118) il passo non mai passato da persona viva; chiunque vi entra dismette l'esser uomo per vivere bestia: morto uomo, e vive bestia fConv. l. 2. e. 8). L'uomo, smarrita la via della verit che Dio (Par. IV. 21), e occupato dal sonno mentale le tenebre, onde la carne perturba il sereno lume della ragione, (Par. XIX. 66) trasvia, pel mal cammino, quasi dimenticando se stesso. - Sonno, il sonno onde viene occupata l'anima, quando
a terra e
abbandona
basso luogo,
il
colle,
la
sublime
contemplazione e l'ottima
gere
in
questa
vita.
riscosse della
di darsi
venne desiderio
tutto
come
pel pi corto
felicit
il
camino
si
previene
Il
al
bel monte,
ossia
ad ottima
e beatitudine.
pianeta, ossia
l'alto
sole di giustizia,
630
spasimante
monte
della
dacch
il
mondo
ai
dietro
cammino (Purg.
58).
ogni virt:
(vi.
Contenta
Mar-
intitolata
del P. Anfielico
vede nel
colle
l'AHighieri
movente verso
cima del monte, cio all'acquisto della morale felicit. Le fiere rappresentano vizi dell'umana natura che gli muovono guerra per proibirgli il corto andare al bel monte
i
magra
snella
come
l'ha occupato,
lo
nell'atto,
ma
si
pel
amore.
ed a
tal
uopo portava
cattivava
gli
una
corda,
merc
della
quale
lo spirito
della
carne:
L'ora mattutina
cagione a
bene
mente
men
larda a ricevere
ix. 17.
Il
la luce del
sommo
sole di giustizia:
Purg.
leone
l'avae in
Roma
di
ai
tempi
di Bonifacio YIII,
Roma
il
che vogliasi.
Il
P.
Marchese sarebbe
meno
secondo ne parve anche a Gaspare Gozzi, a niun Veltro per quantunque possente e felice, sarebbe mai conceduto
cacciare del
mondo
bestia dell'avarizia,
ma
il
ritrarsi
ma
allegoria
ai
l'uomo
di
pi avaro
fosse
tempi
Dante,
Filippo lY
appel-
C3l
vaticinio
un pontefice
e
la
il
chiesa di
pontefice
maledizione dell'avarizia, e
in
in esso saluta
il
Benedetto XI:
yirijilw,
il
il
maestro di
insegnamenti
donna di virti, la nuova scorta che lo avrebbe ammaestrato nell'operazione della vita contemplativa, in tutto quello che risguarda non solo la scienza divina, ma
in Beatrice, la
s
anche nella
la
fisica,
nell'astrologia,
nella metafsica
e in
Onde
divina Comedia
come
la
glorificazione di Beatrice
Dante,
santificare
costumi,
ridurre a
concordia
la disciplina e
e dei
dogmi
della
di
il
chiesa papale,
in
in
religione
Europa,
non fosse
Questo
sommo
ed unico fine
metodo
minacce ed autorit per siffatta riforma di proprio diritto, e senza timore di sacrilegio, e s consacra a questo apostolato con rito sacerdotale nell'altissimo dei
cieli.
Ed
egli
si
aggiudica
la
corona, aspettanfiorentini,
uomo veruno,
merito di aver
La Divina Comedia
il
surta
come
le
il
Mao-
metto, se
profeta.
La
selva,
il
mondo
viventi:
l'
adoloscenza
ch'entra
il
buon
camino:
colori
suoi vari
sua ferocia e
la
Bello,
una moltitudine instabile ed avventata: W Leone, Filippo il imagne del tiranno di S. Paolo 2. Thim. 4) la Lupa,
(
:
632
(onde lupanare) l'avidit meretricia e venale della Chiesa: il Veltro, Cane della Scala che avrebbe annientato la potenza della curia
romana
e de' Guelfi.
Rossetti Gabriele,
di
ArouxE.-YuW
Dante un precursore di Wiclefo, e mettendolo a capo di una riforma ebbe spianato la via ai lavori del Rossetti. Anche il VUlemain, dopo di aver detto che Dante fu guelfo
per patriolismo, ghibellino per vendetta, aggiugneva
fu
che
un Lutero anticipato
;
di tre secoli;
^mw^nel
Feltro vede
pur prefigurato Lutero Ph. Charles propugna ed allarga il Foscoliano concello. Una simile stravaganza era pure imaginata dal P. Hardouin,
pretese
perfino
di
Trevoux (17*27) Comedia fosse lavoro di uno sconosciuto, seguace delle dottrine dei novalori di Wiclefo. Il Protestantismo in Alemagna, in Svizzera,
il
di
provare
che
la
Divina
in
Francia, tagliati
credette di
guerra aperta
celbres
182.) -
ai
Protestans
Paris,
rdk/
Il
par une
il
societ
de
r/ens
de
letlr.
primo ad accampare e sostenere la tesi di un tale significato, e di un intendimento settario delle opere di Dante. Ei vuole che sotto il velo di una
Rossetti fu
lngua arcana allegorica, con una quasi simbologia massonica, abbia esposto le pi ardite dottrine metafisiche reli-
W^t
ei
pubblicava in Londra
la
sua
opera
Eu-
ropa,
specialmente di Italia,
da Dante, Petrarca e Boccaccio . Anche r entusiastico amore di Dante e del Petrarca verso Beatrice e Laura non per lui che un simbolismo d' innovaziooi
classici, sovrattutto
il
mistero dell
amor platonico
dice
il
La
storia,
la
Leoni,
contraddice
e intende
al
a spogliare
di quasi
Papa
ben
temporale
Rossetti ebbe
il
a propugnatori l'Ugoni,
Maroncellif
tedesco
633
gli
Mendelsohn, e
Balbo,
lo
il
francese Delcluze;
ma
il
tra
altri
il
Panciani (1840),
rOzanam,
che
ed
fa a'
De Sigalas moslrarouo
il
la falsit di tale
opinione
risalire
Lutero.
in
O^gVAronx,
cui l'acerbo
invidioso
polvere
di biblioteca
Schlegel relegava
sia
del torcere
commente selon V
esprit,
siiivie
No-
innorridita,
come
il
pi tristo
il
pi ippocrita
dei settarj,
d tutte le
della rivoluzione,
la
disgrazia di
al
vivere.
Il
grande
li
getta
braccio
bolgia di
demonio, e quasi crea per loro una nuova tormenti. Per lui il linguaggio dell'opere maggiori
al
un enigmatico gergo
e di acrostici
I
di
un massonico intreccio
la
di logogrifi
di
versi sono
un
tutto.
Questa
Chiesa
tutte le relinella
il
giose opposizioni,
cattolica.
di
di
tutti
il
gli
scismi
nati
In conseguenza
le
triplice
poema
breviario
storia,
tutte
sette vere
E
ha
mano che
ce
la
Comedia non
del
poetico
in se,
ne
egli
proprio
una traduzione letterale con quel buon gusto che ognuno pu tgurarsi, accompagnata da un Coraento secondo lo spirito, che solo pu dar la chiave di quel massonico edifcio. - Il Foscolo lamentava addensate, non ch'altro,
quelle tenebre, dalla selva selvaggia dei Conienti, e a tale
siamo
sulla
oggimai,
dopoch
la
rincari
simbolo, non
634
meno
S.
Bernardo
e di
Anselmo
di
e Foscolo poteva senza pecca d esagerazione mostrarne profonde e continue le tracce nel corso delle tre Cantiche.. Le sette
.
Dante saliva animosa e senza veli sul tripode; e non aveva che fare di logogrifi e d'acrostici, bastandole
si
non
cingevano
di silenzio;
musa
di
il
Il
Cant
avvent
all'edificio accata-
e lo scassin, lo abbatt,
non
vi lasci
il
nome
lume che sfolgoreggia di pi vvida luce nel buio di quei tempi, e il Cant lo sostenne eoll'amore e coli 'accorgimento di un entusiasta della sua causa. WiTTE Carlo. (1) Intendmento finale del poema. - Il ritorno
opere
di
Dante.
questo
il
il
cuore
Ma
giunto all'et
ei la
virile, e rapitagli
per morte
la
Beatrice, lungo
tempo
pianse,
come
si
fa
perduta
innocenza. Aiettato
e preso
da un nuovo
amore,
della
ma amore
pi inquieto e pi tormentoso,
filosofia,
glie n'
suo interprete
l'
mente,
la
ad entrare
nei pubblici
nella vita
civile.
Ma
mondane
e delle
pi sfrenate
passioni.
(1) 11 Witte voleva da prima che la Divina Coraedia adombrasse Roma, chiamata a divenir signora del mondo. In selva selvaggia Wildtiiss}
(
cresciuta, esserlesi
fatto incontro
l'ingordo Gallo,
il
superbo Pirro e
il
orme
coi severi
ed assennata delle ricompense, di splendore e di perenne gloria nei tempi felici di Cesare le venne fatto di adornarsi.- Udber das Miss verstendniss Dantes, Hermes, N. XXII. 1824,
sciplina e con la distribuzione giusta
p.
155. e
seg
635
Ma
tieri
date
le
spalle
agli aleltamenli
terreni,
ed
alla
scena
ma
tosto
rivelazione pu
felicemente scorgere. Gi da un pezzo scostatosi dalla religione del Cristo, mancangli le tre virt ad essa peculiari
e le
;
basse
passioni,
preso
il
luogo di quelle,
di
di forza
il
trascinano indietro
nella caligine
di Dio,
tempestosa
vita.
Non
in
preso delle
loro
cuore tuttavia
di credere,
preda
dello sregolato
amore
di s.
Invece
l'
ed
alla divina
rivelazione
il
sottomettersi,
orgoglio filosofico,
la
abbacinandolo,
ragione
non amore,
traviati,
allo
ma
fratelli
fa
schiavo
spirito
la
all'invidia
ed all'intolleranza.
il
Ma
ecco
lume
della
orgoglio
la
prima
pi
il
fede,
il
a ravvivarsi
che
mai
lui;
e nel giorno
appunto che
Da qui
il
il poeta reso alla libert nel suo dentro. cominciamento della divina Comedia, e ci egli
la
Vita
Nuova
V Amoroso
il
l'
universale
interiore:
ed
la
universalmente
storia
vera
vita
della
figliale
epopea di e candida
chiamata, per
ci,
la
ne riconduce a
lutto
ma
al
falli
seno.
ma
egli
piange
peccati di tutto
636
il
mondo, ed
persona
di tutti
traviati
tenta
di
far
- Pkchioni.
che
fa
l'uomo coi pensieri a Dio. La pietra dell'angolo e del fondamento di quello Cv'isio.- La strada diritta. Cristo. -
La
accidiosi ed
empj
che ne
fa dimenticar Cristo. - La valle, la temporalit con ogni sua miseria e travaglio. - Il procedere in essa, lo studio
con
la scorta
della filosotia
a con-
templare
nione.
-
il
mondo, spogliatasi prima ogni anticipata opiLa luna, la lilosofa sublunare ed umana, che
La
il
il
confine
umane
cognizioni, al quale
il primo ed incerto sentimento delle cose divine. - Verta, Cristo, via chiusa
naturali
divine. -
La
luce mattutina,
e pietra di scandalo. - Il poggiar per Verta, lo studio di giungere con umani argomenti a cognizioni soprannaturali. Il Sole,
l'
La pan-
- La vista del leone, la contemplazione delle violenze mondane, che incutono timore
mondanit.
sensualit
toglie coraggio,
ogni
felicit terla
rena. -
Il
rQvinare
sentimento che
ragione
umana
circa le
il
s fatte temporalit. - L' apparizione di Virgilio, mutarsi di colai sentimento in chiara cognizione. - Vir-
gilio,
di
penetrar pi
l'interno
del veltro,
convincimento che
che
purgatorio,
il
proponimento
del
Sig.""
di
molte
parti,
637
Scopo
finale del
Poema. Lo scopo
di
licit.
Le spiegazioni della
senso
di
critica
questa
frase.
della cristianit
al
nome
temporale
sono
nell'Inferno;
Paradiso ed
il
Purgatorio appartiene
e la chiesa; e quello
a coloro che
ma
in
questo
il
il
ancora
estasi,
Ges
Crocilsso.
gli
Dante ha sempre
mondo;
e dalla
si
alla terra
e apostrofa
cristianil;
il
senso
di
huuovere
vita vivono e
presente
interpreun'al-
A questa
Wegele ne aggiunge
secondo
bolica delle diverse fasi per le quali passata l'anima del poeta.
di
Dante
accennata
la pittura
scienza,
la
politica,
la
religione
rapimenti
dopo l'altra quella sovrana intelligenza. d'amore risplendono nella Vita i\uova; la
il
scienza riempie
Convito;
la politica
il
soggetto
della
li
Monarchia, e
ca,
la
Comedia
una
religione, politi-
Ulosola,
amore, sono
riuniti
in
sintesi
armoniosa, e
il
638
WiUe
piuto in un
ghieri
modo
di precisione magistrale. Il
nella primitiva
il
inspirazione
fasi
stesso
quadro
il
delle
diverse
suo genio
percorse ed
dell'ordine providenziale
costrutto
dal suo
pensiero.
nome Due
popolo innumerevole
divina Comedia. Attraverso un Dante rianima col suo soffio, in mezzo a quei dannati giganteschi, in mezzo a quei dolci
grandi
tipi
istruiscono
la
cui
nuotano nella luce increata, Virgilio e Beatrice dominano l'immenso quadro; e cos' Virgilio, cos' Beatrice! Tutti comentatori prima del secolo XIX rispondevano molto i vagamente essere Virgilio la ragione umana, Beatrice essere
la scienza
camino della vita, l' anno alesso in cui il gran giubileo raduna a Roma migliaia di pellegrini, l'anno in cui un nuovo secolo comincia, data prodel
pizia al simbolico pellegrinaggio,
il
poeta
si
smarrito in
di cui
vertice
illuminato
di
dal sole,
ascendere, contento
improvvisamente una pantera agile, svelta, maculata, poi un leone terribile, indi una lupa famelica, dai fianchi magri ed
ansanti, che gli sbarran la strada e lo fanno indietreggiare
al basso.
lio,
il
si
presenta, ed Virgisi
poeta
offre
condurlo
del
sono
la lussuria, l'orgoglio,
cupidigia,
tre
flagelli
cuore dell'uomo che hanno trascinato Dante fuori della via del bene, e sono pure le piaghe della cristianit corrotta.
Dante dipinge s medesimo dipingendo il suo secolo, e ritornando a Dio vuol ricondurvi anche il mondo cristiano
colla contemplazione dell'ordine providenziale.
Beatrice ha
mandalo
Virgilio
in
suo soccorso,
e Virgilio
comincia
la
guarigione che Beatrice compier pi tardi. Che cosa rappresentano dunque, ripetiamo, Virgilio, che cosa Beatrice? La
tradizione i>opolare faceva di Virgilio
il
primo do'negromantl...
639
...
sapienti
uno
egli,
agli
nel circolo di
Giuda merc
g'
diventava
cordo
di
il
unito al ri-
un episodio di Lucano? e il Virgilio precursore del Cristianesimo non apparisce forse ad ogni pagina dell'
Ma
al
entrare nella
simmetria della
sua opera.
Il
Virgilio
della
mano:
suoi
titoli agli
occhi dell'Alllghleri
poemi come
r impero che ha celebrato il Mantovano appare ne' suoi il compendio di tutta la storia di Roma. Il cantore di Augusto pure il celebratore del popolo romano
ed ha gloiilcato in versi im-
populum
late
regcm
nata
del
libro
de Monarchia ha
suol
fondamenti
ntV Eneide ..
il
Virgilio
adunque
il
teorico dell'impero,
divini. -
Se
di
di Enea il rappresentante provvidenziale quaggi, avvi per Dante un'altra guida che gli rilever
il
cantore
due
citt
citt
di
cui
parla
S.
triamo
belle
I.'*
ricerche
re di Sassonia 8on certo coloro che han sparso pi viva luce sul personaggio di Beatrice Ozanam in estasi, come Dante
il
Giovanni
Di tutti
g' interpreti
re di Sassonia
medesimo, innanzi
in
mantiene
e
essa uniti
fa
il
carattere
umano od
il
carattere mistico,
ne
640
dente
di luci
passando per sua bocca acquistano una nuova virt. Ed in lai modo che Beatrice compie l'opera di Virgilio questi insegna l'ordine temporale, Beatrice l' ordine spirituale; il pi nobile dei
principj
delle scuole
poeti glorilca
diritti
dell'impero;
diritti
della
Chiesa
sono
glorificali
sogno
-
di
Dante
(1).
:
Anselmi Domenico - Azzolini Pom- Boris^lti Giuseppe - Campagana Giacinto - Cicconi Liuig;i - Costa Paolo- Dionisi Gian Jacopo - Dolce Lodovico - Dupret Melchiorre Ferrucci L. Grisostomo - Giorgiui G. Battista - Gozzi Carlo - Marchetti Giovanni - Martini IH. - Mauro
Scrissero inoltre
peo
Benvog;liciiti Alberto
(IJ
II
Picchioni
trova
seguenti
concetti ed iraagini
l'
nella Sacra
AUighieri. - Valle
simbolica dei Profeti, ricettacolo di coloro cui piace ogni via non buona, il poeta d'essersi
ronomio, xxxu.
abbandonato in preda. - Salmo 83, 6. - Selva e valle - Deuto32, - Geremia, ii. 19-x\i. i;j.-Osea, ii. 1-2; Ezechiele, xx. 43.Usitatissima da' profeti la ligura delia vigna inselvatichita, degli amari suoi frutti a significare il disobbediente Israele. - Via diritta - Isaia, xxxv. 8.
Ges
pi
Selva
morte:
11
mors,
quam amara
est
memoria
In
pace amaritudo
Jer. u. 19. -
mea amurissima:
Isaia,
xv,
il
32. -
5.
sole di
splende
perenne
viii.
Salmo
11
cxvii. 20;
iv.
Isaia,
Marc. xn.
9;
Act. Apos.
40; Lp.
ad Kom.
Pei.
II.
6. -
danit di sollevar l'anima alle cose divine, simboleggiato dal sacro Slune, Ja cui via e pietra del fondamento e il Verbo. - Le fiere da Geremia
minacciate al principi e guidatori del popolo che spezzarono 11 giogo e strapparono 11 freno, gli attraversano il cammino. - Il leone, Ger. v. 6;
Cant. IV.
8. -
La lonza,
il
pardo.
Cant.
vi. 8.
v.
6.
La lupa,
Jer. v. 6;
Math.
LVl. 9.
VII.
Il
di Cristo. - Isaia,
641
Domenico - Ulicara Clemente - Parenti Marc' Antonio Perez Fr. - Ponta Marco - Rossetti Gabriele -Scolari Filippo - Taverna Giuseppe - Vecchioni Carlo.
COMEDIA
N.
7.
p.
202-209.
la
rappresentazione dell'anima
ali
umana
o in
tendente
a Dio colle
dell'amore
e del
pensiero,
al
altri termini,
supremo
suo
fine.
La teologia naturale
la
disposizione di
amendue
a fare una
a Beatrice o dell'umanit
Lucia l'umanit illuminata dalla rivelazione. primo vero innalza gli animi alla contemplazione di s,
e di s
innamo-
gentili la primitiva
rivelazione, rappresenterebbero
Beatrice,
il
dalle opere che l'accompagnano, si giunge ad una contemplazione purissima e ad operazioni compiute. - Virgilio,
il
simbolo
di
tilesca,
quasi
il
grande
riscatto. -
Catone,
verso
Il
il
supremo suo
Giulio
lui
Prof.
Solitro
interpretando
la
gentile
suona come nobile meglio che il moderno leggiadro, argomentasi provare come nella Vergine, la donna
che secondo
gentile,
sia
dell'
Il
pi degnamente
rappresentala
in
la
nobilt
ori-
ginaria
creatura.
altra
qualsiasi
umana
IS'icola
JS'icolini
a.
terpretazione {Borghini,
YoL.
II.
IL
p.
642
Le Monnier,
245-255.)
faceva
carro.
rappresentare
Cristo
all'
animale binato,
Chiesa,
conducitore del
fondatore
della
la
volle
che Beatrice
conduce a conoscere
ltterale,
principio
delle cose
di Folco,
Nel senso
Beatrice
la figlia
misero
amante
da tre
solo,
abbandonato
al vortice del
mondo
e che
dopo
dieci anni
fiere,
di soccorrerlo.
uomo caduto
il
quale per
In
umane conduce
di
grado
grado
In se
queste due qualit, di donna mortale amata dal poeta in vita, e di Essere beato e destinato da esso a rappresentara
un suo lavoro la divina scienza. Il Giusti ci mostra come mente d' un poeta un essere terreno assuma celesti qualit, come una cosa diventi un'idea, come la Beatrice Portinari, che con l' amore inspiratogli da giovinetta accese Dante dell'amore agli studi e della virt, diventi la
in
nella
scienza divina, che per volere d' Iddio, dalle misere brighe
del secolo ritrae
dell'
1'
uomo
alla investigazione
degli alti
fini
uomo,
alla
contemplazione
delle
divine
immutabili
verit.
DI Beatrice ne scrssero: Arri vabene Ferdinando. Biscioni Antonmaria - Dionisi Gian Jacopo - iMuxxi Luigi - Torri Alessandro.
di
Monza,
Il
Catone d Dante,
La 11.^ Cantica costrutta in morali virt, si risolve finalmente in quella libert ch' regno dello spirito sulla materia: il monte rappresenta la caduta e la riabilitazione
dell'umana natura, cio
il
da colpa,
643
manco od merle,
si
e risanalo
da pena amaramente
bramata, e
risveglia
ne quelle
si
anime sentono
che
air
al
si
aver soddisfallo
libera volont
il
in esse
d miglior
Le
luci
uomo
monte cercando
mano
in
mano che
sale
d'uno
in altro girone, la
sicch all'ultimo,
s
ricovera intera
che ha
e corona,
cio
ha quella balia
di s
che
di stato
parr bell'arte
balio
corona e di mitra. Essendo questo l'assunto della Cantica farci abbattere sin dal principio in Catone,
e re dei sette regni,
il
cui
all'idea
..
Quantunque
nome
storico T astrazione
patente. Giacch
libert
lodata
l'altre
Dante.
11
regno
al freno
s
che
ei
tenne signorilmente
male cupidit,
e della
onde scaturiscono
gli
peccati puniti
gatorio,
a'
quali
che insomma
sette
dalla fronte,
piglia di s mitra
e corona.
11
sa-
pienza
storica
della
religione
naturale
della
Luhin ravvisa nel Catone di Dante il tipo del viva imagine di tutte le virt cittadine, dotato dei pi nobili e generosi sentimenti; che non vive
11
Prof.
vero
principe,
per
s,
ma
libert
pel bene dei cittadini e della patria, per la cui sempre disposto a dare anche la \\ldi. - Allegoria
Politica
nelle
Morale,
p.
EcclesiasUca,
due
prime
canliche,
69-74.
644
DEL VELTRO
Del \ellro allegorico
di
si rimane quantunque voglia il abbia seguito un Anonimo che scrisse si
disputato assai, n
battagliare.
VeUufello,
ci
il
primo,
Dionigi
che
vi
in
nel 1447,
bellina,
la
avvis
il
la
lega ghi-
an grande
parte Bianca in
dell'intero
poema
il il
sotto
gli
di
lui
il
veniva
Dionifii,
il
alla
luce.
lo Scaligero
Venturi,
BiariioH,
il
Marchetti,
Picei,
il
Foscolo,
il
il
Costa,
il
Colelli,
Gioberti,
Gregoretti,
il
Bianchi,
Ruth,
campione pi poderoso,
di
Tommaseo.
di
erudizione storica,
si
talora
direbbe trionfare
vi raffigura
valoroso
Troya
il
(l)
invece
combattono con
st'
Balbo ed
resto
si
ultimo in tutto
Il
Marchetti.
eemburgo,
in
luogo di un eroe ghibellino, invocato dal poeta anelante ad una feroce vendetta, amarono meglio simboleggiare un pontefice di santi costumi, angelico, che si farebbe banditore di
(1]
il
1838
in
- Il
mente
del poeta
Troya mezzo a
ci
diede
gli
tutti
s
da
lui ricostruiti.
ad-
dentro e con s vivo lume di critica in quel labirinto dantesco, in cui pedanti. La storia di sembrano destinati ad ismarrirsi i mediocri ed cui s'imbeve la finzione del poema e tutte le circostanze di cui s' intesi
sono
tempi e
la vita del
poeta e
le
esaminate con molta acutezza ed erudizione nel libro del Troya. Questo
lavoro,
tanto autorevole
gi stato
edizione,
pubblicato
fin
Firenze,
Martini:
in
questa nuova
e di molti importantissimi
645
(l)
De Cesare,
il
Giuliani,
il
P.
Marchese
salutarono
nel
veltro
Nicol Boceasini,
di
de' frali
col
Predicatori,
di
e,
che
salito
alla cattedra
le
Pietro
nome
il
Benedetto XI,
la cui
avea racceso
al dire del P.
pi luminose speranze,
merc,
sia
Marchese, confidavasi
Minich
secondo
lui,
le
pure
vi
un sommo
premozione
pressione
attendeva Dante
re-
non potendo che la sola morale autorit combattere moralmente un peccato. Il Kospick vuole raffiguri il tipo fantastico nobilissimo del romano pontefice:
dell' avarizia,
il
Pessina, ed
il
Picchioni
(2),
un pontefice destinato
della
la
dalla
societ cristiana,
provincia di Monte-
conquista longobardica,
bar-
costume e
dal poeta
di
combatcardinali
Ed
il
opinione con
la
lettera
indirizzata
un
di
morte
Dante,
la
accenna
il
come
(1]
delle Dantesche, al
mar-
fino
Album
di
Roma
e col
e nel Lucifero
(
di Napoli.
un suo articolo
Sett. 1842)
Benvenuto da Imola
Landino che fosse Ges Cristo, opinione che grandissima vanit. - Giuliani P. Giambattista, Del Veltro alleijorico della Comedia (Modo di Comentare, ecc. Firenze, Le Mounier, p. 206-223). - Marchese P. Vincenzo, Del papa Angelico del Medio Evo e del Veltro allegorico della Divina Comedia Scritti varj, Firenze, Le Mounier 18oa. p.289-3n. (2) Pessina Enr., Del Veltro allegorico di Dante Allighieri (Dallo Spettatore Napolitano) Napoli, AgrcUi, 1857. - Picchioni L., Del Senso
disdisse, anzi die reput di poi
(
allegorico
recitate
Schwesghauser.
640
si
armano di molle ragioni a francheggiare nelVellro il tipo fantastico ideale perfettissimo del Itlonarca di Dante,
quale egli
Io
ritrasse
principalmente
nel Convito
e nella
n. 329, 331,
1851)
vede che
la
Veltro del primo canto dell'Inferno avesse una qualche cosa eW Urjuc rione della Faggiuola; che quello del e. xvii del
Paradiso di Can Grande della Scala; che il Messo di Dio del Purgatorio fosse lo stesso Veltro in generale, non ben sa se dell' Inferno o del Paradiso ; ma che Dante nascondere
voleva
profeta,
il
falso
scioglimento
di
ai fatti,
ma
-Agli occhi
Andrea di Volterra (1370) Feltro e Feltro non che una parola francese, dinotante l'ascelle del corpo umano;
il Veltro un Eroe che avr un gran cuore in petto. Marchese Azzolini vi scorge il progresso della civilt, da che la sola filosofia, posta in seggio nel mondo, po-
e per
Il
teva
abbattere
vivere:
il
gli
errori
la
prepotenza funesta
i'
dello
uman
il
Missirini bizzaramente
Aiiighier meultimi
desimo: W Landino,
Co. Torricelli
difl'usa
fin
si
V Imolese,
di
questi
giorni
nione
ai
e strana
da
lui
il
nel Veltro
e Cristo,
umanit.
ma
dell'
meno singolare l'interpretazione dell'Arcangeli, la quale, come per avventura men nota, mi piace di riportare. - Il
Veltro, secondo
lui,
nutrito di
sapienza, amore
e virtute, \)evch
sapientissimo giureconsulto,
dei diritti
di
poeta d'amore
imperiali a
fra
virtuoso sostenitore
di
Roma, assessore
dall'
Lodovico Pio
Savoia,
mandato col
acerrimo a Siena
strare, egli dice,
come
a difendere
il
diritto
imperiale contro
diritto
canonico
ck&
fin
dal secolo
XIII
647
il
vantaggio che Graziano rec all'wno e alV altro foro col suo Decreto, se la prende cogli ecclesiastici che pi stu-
diavano
di
le Decretali
che
le Scritture,
1'
e loda S.
Domenico
pi al
non affannarsi
dietro
Ostiense,
e di guardare
di
temporale
coi canonisti
formulava nel
modo
pi netto
la
Dante che avea veduto qual poco conto era da tenersi degli
Imperatori dopo che Arrigo avea
ai
s
malamente corrisposto
somma
romano
a Bologna,
l'anno 1B14,
fuori la
il
Monarchia,
pi vera dichiarazione,
dell'
come avverto
Comedia.
perseguitato
rfiorte.
medesimo Yillemain,
in vita
intimo senso
della
come
di
lui:
come
lo
fu poi
dopo
Dante
in
tanta importanza
un principio
che
Che
se su questa supposizione
direi
richiedessero pi
minuti
particolari
al
Cynus,
come
accenna
ambizioso ravvicinamento a Cane e Mastino ghibellini di Lombardia. Direi che non cib terra n peltro perch n ricco n potente; nacque d'umil condizione tra feltro e feltro, in povero panno, come significa appunto feltro in
si
dar
monte e monte
la
ove
dal
gioghi dell'Appennino pistoiese, sua famiglia ebbe qualche possesso, come ricavasi
fra
di
Manil
dromino da Mino
figlio di
IH
Vittorio
Emanuele re
d'Italia,
ministri
di
funzione
048
supremo
I
dell' Allighierij
Sviluppo
Ne scrssero Di Cesare Giuseppe - Ferracci Luigi Grisostomo - Pascal Emilio - Pepe Guglielmo - Picei Giuseppe - Ponta HI. A. - Repetti Eni. - iStrocclii Dio:
nisio
Tommaseo
I%[.
Torricelli Fr.
DELLA MATELDA.
Anonimo, Matelda nella divina foresta della divina Comedia, Napoli, 1858.
XXV.
tip.
Distribuz. 31.)
Betti Salvatore,
1858.
La Matelda
Roma,
serie.)
L'Anonimo
cuni
quali vogliono
napolitano,
gli
di
aK
i
comentatori, e tra
del Balbo
la
del Betti
famosa contessa
di
Matilde, sostenitrice
la
ravvisare Matilde,
Germania, e madre d Ottone il grande. E tale interpretazione s'appoggerebbe, secondo lui, al concetto del poeta,
il
dell'impero e accrebbe il dominio temporale dei papi con una donazione, con una di quelle donazioni, d cui Dante stesso ebbe a riprovare il principio u Costantino: Ahi Costantln, di quanto mal fu
che
nel
momento
guelfe,
antipatie
mentre
al contrario la
al
madre
non disdice
il
disegno ghibellino del Purgatorio, neppure per le sue qualit al tipo che no
offerse
scritto
accennato
poema
BIBLIOGRAFIA
DAMESGA
ITALIANA.
(49
somma
sapienza.
bella
Senza dire che questa leggiadra e fanlaslica Matelda, la pi ed eterea figura che appaia nella divina Comedia
un personaggio
storico.
duplice ritlesso in
un medesimo
1860.
Il
tipo di bellezza?
la B. Metilde,
monaca benedettina,
morta nel 1292. Di
nel convento
Helpede,
questo libro
io cosi
Che care
dell' uflcio
fiorite
imagni,
quale amenit
la
di allegorie,
simiglianza
delle
s
donne
le
di
Dante.
Il
parlar
vergini
s
sposo ceinterprete
ella spiritale
di
buone
veri fiori
onde
s'allieta
mistico giardino
l'ovrare,
solo
si
il
vedere.
notevole
fu la
che mi parve sovra tutto Visione del monte della virt con qujella
ci
di pene,
Ma
di augelletti
e infine con
quella vigna
somma,
io vi ci trovai
inghirlanda
il
monte verde, e
alla
imaginl
incli-
Dalo
ad adagiarmi
opinione^ tanto
almeno
650
delle
Rivelazioni di
S.
del
Luglio
1861
intorno
alla
Matelda
recare
il
sunto
della pubblicazione.
mi par
Egli
si
accosti al vero.
propose
di
studiarne
il
duplice senso
allegorico e
tuendovi quanto al significalo allegorico una spiegazione che gli sembra assai verisimile, e quanto al senso storico una semplice congettura, giacche il poeta medesimo non
diede alcun cenno onde
si
possano attingere
le
prove della
Perci la
Mesi
moria divisa
dimostra che
in
la figura di
n,
se-
condo
il
articolo
toccano
le
ragioni
principali,
per cui
non
sia
Matelda
verun
personaggio
di
questo
nome, che
tutti
si
di
passi che
il
riferiscono
\Si
alla
Matelda dantesca,
nostri
ch'essa
simbolo
vita
innocente
de' primi
in
progenitori
articolo
nel
paradiso
terrestre. - Finalmente
un quarto
la
per rendere
il
nome
propone
che
gli
il
congettura
di
qualora non
del Signore
compagna
compagna,
nome
di
un amica d'infanzia
651
degli Angeli
ecc.
fu
piacere
del Signore
Uno
gorica
il
V.
Tre passi
il
facea
'l
fiume lontani,
asix
E
lei
il
18
L'
avvertenze da
additate sono
si
delle
passi della divina Comedia relativi non meno che l'ufficio di questa vergine antesignana di Beatrice, si attemprano a confermare l'interpretazione da me proposta, la quale pone in rilievo
di
Matelda,
altri
inesplicabili. Cos, a
cagion d' esempio, ne acquista evidente ed opportuna significazione la similitudine di Matelda in Proserpina in questo
Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette
La madre
lei,
ed ella primavera.
I
Anco
le
immagini ed
colori adoperati
dal
poeta nelle
e gli
attri-
buti che le
vengono assegnati
di vergine, bella,
pudica ed
amorosa sono del tutto convenienti all'Innocenza, che si dee credere in essa effigiata. Basti all' uopo citare mirabili
i
versi (52
seg.)
del
canto suddetto
che susseguono
al
Come
si
gli
Cosi
il
amo-
illustrazioni,
facendoci pur
652
eletto sodalizio
cos di-
11 Tommaseo ribatte l'opinione di quelli che voglion Matelda un nome ideale, una radice greca. Egli vede nella
signora di tanta e
ed a cui molto
di tante
il
dovette la nostra
sioni alla chiesa,
civilt,
ma
posses-
preludio della
unit italiana.
pretto,
ma
Ned meraviglia che Dante, non ghibellino Bianco e nato guelfo, e guelfo sempre nell'anima,
anzi
con
gentile
accorgimento
la
volesse collocata
nel
sommo del monte da che gli umani spiriti volano al cielo. E col Tommaseo consente pure l'egregio Yannucci^ che vede
nella conlessa, mirabile per coraggio e costanza, la Matelda
fio-
G.
Vegni
Roma
si
tanto che ne
fu
ed
a'
moderni,
Lombardi
e dello Stroc-
toscana,
non possono farmi ritenere indubitabilmente la Matilde neppure gli argomenti che voglionsi trarre da
del poeta
principii politici
diarla,
saprebbero
muovermi
i
a ripu-
amava
altri
la religione
il
e la giustizia,
come ne
s
die
prova solenne
in tutto
strano,
come ad
r
il
parve,
eh' egli
e civili operosit di
Italia.
l'
una Donna,
averne
altri,
contornalo
nome d'alcun
a distinguere la
persona,
ma
alemanna ultimamente proposta, n vorrei ammettere la madre di Ottone L a contendere dell'apoteosi poetica cou
653
non fossi fatto ben certo la figlia che quella abbia mai gareggiato di rinomanza con questa. Chi poi non sapesse adattarsi a riconoscere storico quel personaggio, lo ritenga pure simbolico, quando non tema
di perdersi nell' intrigato labirinto delle
etimologie [Archivia
I.
1861).
ponendo mente
tuttavia
di
alla popolarit
che Matilde
di
si
ebbe
a'
tempi
Dante,
ai
comune nel popolo toscano il nome battesimale Tessa derivato da Contessa, e derivante da quella contessa di cui si aveva santo concetto. E se le parole di
S.
Benedetto
di Polirone,
a'
raggi
d'
indizio
della
persona che
il
Tom-
maseo, che Dante leale e generoso com'era non poteva non amare il leale e generoso coraggio di quella donna
amata
non
serto
fa
e tremenda.
la storia
Il
Tosti che
di questi
ullimi
tempi
ne scrisse
sembra
giacch
cenno
di
questa
quasi
apoteosi
della
il
sua eroina,
nobilissimo
di porle sul
capo
vuole che
sia
Fasolo Frakcesco, Pensieri sopra la Divina Comcdia di Dante AUif/hieri, Napoli, Delken, 1863.
L' opera del Fasolo contiene
i
seguenti articoli
I."
ConLa
Le
Il
gentile.
- V."
corda che cingeva Dante nel cerchio dei Sodomiti. - VI." Maometto, autore
di
scisma
Canto
Giovacchimo.
654
meta ecc. Riv. Coni. 1863, Gcn. p. ^(O.- Prontezza varia dei movimenti per infino alV estrema possibile rapidit, Id.Mar. 420.
Il
verso di Dante:
che
il
pie
basso
alla lettera.
il
Mauro Domenico,
Napoli, 1863.
e gli
Zamboni
fa
di
vasse
al cielo
Cunizza
visse
troppo amorosa1
la
in cui
nacque Dante,
col quale
mese
in
in
uomini
di
ma-
il
Zamboni, che
in se accolse
il
sapere
maggiore dei tempi slessi ed sapienza ; quel divino la cui mente rappresent tulio il mondo morale, ed a cui non manc mai retto giudizio del bello e del buono, beatificando nel cielo colai poetide' suoi tempi,
quale fu in
ca donna, fece
secondo
il
suo cuore e
il
suo intelletto.
di molti
Commosso
egli
allamente
alla condizione
esseri
miseramente fissi sopra solchi bagnati di servo sudore, ovvero che nelle opulentissime case pativano ogni ultima
miseria,
glorificare quella
^al
il
libero
Oltre
ci
Zamboni d'opinione che la voce autorevole di Dante e di Guido suo conferisse pii che mai alla legge fermatasi
a Firenze nel 1289, con che vennero
afi'rancati
gli
schiavi
della
gleba,
gloria
tutta
eslusiva
dei
soli
nostri liberi
comuni che fenno r antiche leggi, e fu^on s civili, il prof. Zamboni dice di aver levato moltissime sue note di bellezze dantesche, qua l recate in queslo suo eruditissimo lavoro, da un suo Cemento estetico della Comedia.
Ampre
1839, V.
II.
J.,
la div.
Comd.
Hist.
liner, de la France,
363.)
yoyage Dantesque.
in
La Grece, Rome,
J.
et Danle^
Weg
von
Dante
's
Fusstapfen
Nach.
J Ampre
bearbilet
Theodor Hell, Dresden und Leipzig, Arnold, 1840.) Questo lavoro dell'Ampre fu da prima pubblicalo nella
Rcvue des deux Mondes 15 Nov. et 15 De. 1839 riprodotto nella Revue des Revues di Bruxelles, Nov, 1839: venne voltato in tedesco dal Cons. Winkler, sotto il pseudonimo
;
di
Teodoro Hell;
Il
ed
ia
Italiano
per B. de
G.,
Treviso,
nome
del
traduttore
Alemanno traeva
il
Anche
Le Mounier
potuto Dante.
il
primo
offrire
questo
il
lavoro
agli
affezionati
di
Ma
bene osservava
Vannucci
che
il
Martinelli
Ampre, con-
sultando
le
osservazioni gi fatte da un
Anonimo [Giovanni
Treviso,
Mazzocchi,
1841
)
bolognese e stampate
e le
nuove osservazioni
dello stesso,
An-
dreola,
1845. - Le quali
lacune
e le
Deltre,
nel Monitore
Dante
in
ravegnani
L'orme
Massarani
ridivennero sacre
pei visitatori
656
paese meglio
e
ai
la
che
il
ogni
poeta
nelle
asili
citt
in
cui
visse,
nelle
montagne ov'err,
in
negli
che
lo accolsero
si
ci valse
perde,
come
Iriche
un
coglie
in fragrante
socialiste
Rv-
lations
Paris,
Renouard,
1834.
de
Dante
sur
les
Rimini
1854.
et
coup
le
d' ceil
tamment sur
et
la
Massnie albigeoise,
le
Tempie
^
et
Gibelins
pour constituer
Franc-3Iaconnerie, Id.
Le Clero et Cie, 1841 Paris, Levy, 1845. Giuseppe Mazzini nella Forein Quaterly Review
ne port questo giudizio.
di critico
di
Londra
degni
il
acume T Artaud
scrittori
di fede
ed inetti compilatori:
Filelfo,
il
Tiraboschi,
lui.
cos
spoglio
di
erudizione e
pieno
la
d'ampollosit
di
maschera
una
E un
lui
tal libro
l'alta e conscienziosa
produzione
appare
in
incompleto,
inconseguente,
debole,
iroso,
non fermo
fram-
Artaud
6o7
si-
Montor, scrve
il"
Labtle,
Vita di Dante
del
Tu non
ritrovi pi quel
i
che va spigolando
cheto
lesti
senza abbicarli, e
il
scioglie di
non
isceglie,
e v'inserisce
frammenti da
senza troppo
qualunque mano
qual miscuglio e
di
ammas-
non annoiare. Tutto erve di pretesto all' autore per nominare alla rinfusa gli suoi colleghi, per intarsiarvi cose che non vi amici suoi, han niente a che fare, per moltiplicare nomi propri. Ognun
samento non
pu
far
alla
lunga
capitoli
rassomiglia
societ
ad una
di
confusa dis-
provincia.
Alcune
alcuni estratti
prima non conosciuti, alcune nuove osservazioni vengono nullameno a compensarci dello spirito critico che vi manca, e rendono indispensabile questa bench poco metodica compilazione a coloro che fanno sludj intorno all'Allighieri. (Revue des deux Mondes, Biographes et Tradncteurs de
Dante. l.^Oct. 1841).
di
Anche
il
Massarani
la
dice un lavoro
troppe tarsie
la
litlraturc
S.
Wurtz, 1839. Bach George Henri, Thse de littrature sur Dante, et Thomas, de i tat de V me depiiis le jour de la mort,
Kouen, Periaux, 1833. (Questo lavoro del Bach fu anche inserito nel Journal des Savants, Aoul, 1838.)
Gomme
coles de Paris,
nais le
tudi la thologic dans les en tait revenu thomiste. M. de Lamenconstate, aprs M. Ozanam: mais il ne fait pas assez
il
Dante avait
remarquer
si
l'
sur
Un jeune
docteur, que
la
mort
est
venne
ce
nous
Voi., il.
ravir,
la
M. Georges Bach, a
Saint
sujct
davanl
Sorbonne.
Thomas
en
iogique,
C58
l'oracle dii
bon
seiis, et
il
n'
Mais aprs le logicien, que son imagination est feconde! avec quelle facilil se poursuivenl et se dveloppenl ses rves! qu' il va loin dans ces domaines du possihle, haiils, disent les logiciens, par de pures chimres! M.Bach dmontre parfaitemenl que si Dante n'a pas sembl, de son
la
prudence suprieure
coutez
le
sieniie.
Ihologien:
lemps,
trop lmraire,
mme
scription
des
lieux
invisibles,
Et
r accuser sans metlre en cause la thologie de salnl Thomas. Rome elle-mme ne 1' et pas fait sans Irembler. B. Haurau, lUuslration, 1835, n. 640. De Batines Colomb, Bibliografia Dantesca, ossia Catalogo
delle edizioni, traduzioni, codici manoscritti e comenli della
francese
p.
1.
dell' editore.
I.
Prato,
Tip. Aldina
Voi.
I.
1845. Yol.
il
p. 2,
finito di
di
stampare
il
xxx Giugno
1848.
1846.
Yol.
II,
tinilo
stampare
xxx Agosto
in
(Mori
il
14 Gen.1855).
quattro parti;
prima comprende
la
la bibliografia
divina Comedia;
i
seconda
Conienti stampati;
l'ultima
manoscritta.
in
Il
fran-
rendea
italiani
per
la
stampa Giovanni
Costantini.
Egli
ci
fa sapere,
come udendo
alla
le bellissime lezioni
che
il
Villemain
si
improvvisava
tisse
sen-
potentemente incuorato a questo suo lavoro, onde, a titolo di riconoscenza, glielo intitola, perch del bel frutto clto ne riconosce in lui il seme. E l' Italia debbe saper
alle tante accurate, pazienti,
ben grado
cerche
del
e coscienziose ri-
dotto
la
Visconte,
di
giacch
per
lui
solo
che
possiamo gloriarci
danteschi.
una esalta
bibliografia
degli
studii
Un
amour de
l'un des plus zls ouvriers qui aient travaill celle reslauration de Dante: dantesque.
il
Pluscurs savans,
G59
des difticulls
russl.
qii' elle
Witte dans son Iravail sur l' Otimo Comento, la Biblior/rafM dantesca de nolre compalriote est une oeuvre d' une valeur
ineslimable. - M.
le
est
mori
le 14
janvier
venir
l'homme modeste
1'
l'
Roulenu l'honneur de
savans de
est lo
Italie.
rudition fran^aise
monument de
d'
de mmoires et
Outre celle Bibliografia Dantesca, qui sa vie, il a publi un grand nombre ludes dans les Studii inediti su Dante
d4iu.x
et socialiste
mai%
Rvlations de
M. Aroux,
dfense
d'
Ozanam,
di
Duplice apologia,
di nobil
in cui
Boissard
fa
animo che
Vie
Paravia,
CiiABANON,
9s
notice detaillee,
de
et
Fiammetta. E una
S.""
Rosselli,
Delcluze e.
Paris,
J.,
Dante
Alifjhieri,
ou
la poesie
amoureuse,
15 Fevr. 1834.
Vi ha
Florence
et ses vicissitudes.
un saggio sopra Dante dalla pag. 194 alla 203. Delomcle Cu., De poesie et de morale catholiques, Dante.
Rev. Indpendanle, 1-15 Jan. 18G3.
Drouilhet de SiGALAS Pail, De l art en Italie, Dante Com. Paris, Firmin DiUot, 1853, deux. odit. (Recata in italiano dal P, Marcellino da Civezza, (leAlli(fhieri et ia div.
barone
di
660
liei
dei pi ferventi
scritti
e pi infaticabili illustratori.
e
dell'
maniera d'interrogare
del
a quella
sua adorazione
nel
essersi
inspiralo
di
concetto
non
ma
medesimo
questo libro.
che
annoda
s quanto d
l'
arte, la scienza,
la
mezzo. Pi
vede
il
germe rinnovatore
nella
civilt
al
umanit.
L' arte
lui
stessa,
cos
splendida
pagana, da
la Grecia,
sconsiderata
depressa
paragone
di
Roma
piuta
relazione
agli
elementi
*tillora
la
morte
come
il
nazionale.
Il
suo studio pertanto non risguarda che l'opera somma del sapere e delle
d'
una
Ed
egli
ne ricerca
le origini, e
ne segue
stiche fino al Giudizio di Michelangelo, suggello alle inspirazioni ed alle preoccupazioni del
arte.
mondo soprannaturale
Quanto
al
ed estraneo
torni
in
l'
Italia
grado
la tra-
oggid di comprendere
dizione, quanto
la
all'
questo
mo-
derno, e da cui,
come
augura che
661
l'
incerto occidente. La
il
profondo coninteresse,
vincimento che
si
palesa in tutto
il
libro gli
danno
non ostante l'angustia e l'esclusivit del concettot; e la effusione d' un animo commosso fa perdonare in lui la scarsit d'
una
critica, pi
Il
di
robusta
Studi
Jtal. in
Francia,
Crepuscolo,
et Ghibellins,
Dumas Alexandre, Elude sur la Divine Comde, Guelfes (Revue des deux Mondes, 1 Mars 1836.) DuQUESNEL Amde, Etude sur la Divine Comde, V. la littratture
avant
le
cliristia-
Revue Europenne
212-228.
lii-
Feller
F.
Oct. 1834.
di
Dante, tradotta
Dante,
.ture italiennes,
et les orifjines
Cours
fait
de Paris,
Paris,
del Balbo:
ma non
le
abbastanza compreso
si
il
celava sotto
la
esame
il
libro
gli
De Monarchia,
perch vi
di
Dante,
sarebbe apparsa
legali dell'epoca,
e quella persuasione
662
spada;
mn
vi
anche
civile, e l'al-
l'utile
genere umano.
eh'
la
Vita
E per Nuova,
il
che
vi respira,
i
furono ininiziati,
non che
il
Quinet,
-
minori
Il
Sigalas e
il
Lafayette.
il
Massarani
Fauriel, l'amico
del Manzoni,
di
si acutamente ed ingegnosamente erudito, nei due anni 1833 e 1834 dalla cattedra
prendeva a
lingua,
fatta
Il
le
la divina
Comedia.
Ma
la
postuma pubblicazione' fu
di
dieci lezioni
prolegomeni inallo
vicende
letterarie
della
divina Comedia,
divisa
in siciliana
bolognese,
e parecchi
si
frammenti
di
le
esaminano
poema
sacro, l'unit
pei
religiosa
deW Inferno,
di
il
motivo e
il
fine
del viaggio
mangiatori
la
fuggire
vendetta
Crepuscolo,
dopo
di
analisi,
conchiude: Certo da
lui
di
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA FRANCESE.
663
luoghi. - Crepuscolo,
12i. -
Tandis que T
inspirations
Italie
teschi)
des
patrioliques,
France
avec M.
annes
gut de
Vita
la
beante
litlraire...
Fouriel
deux ou
trois
Nuova
et le
Convito
sa judicieuse
critique,
mais
trouver
la
prparation inlel-
du pote.
S'
il
onvrages la nature complexe de l'inspiration d'Alighieri, son mlange d'enthousiasme et de subtilit,ces combinaisons gomtriques, astronomiques, sitrangementassociesaux exlases de l'amour, iln'y arien ajouter
aux dissertations de
et
Ballades,
FoucHER DE Careil
Barthlemy.)
Dante
et
du Pome
Invention - Sources o
le
Dante a ()u
littr. d'Italie,
II.
I.
480-492. Voi.
1. 266.)
Le opinioni del Ginguen furono prese ad esame da M. A. Parenti, V. Memorie di Modena, III. 75-138; lY. 275-301;
VI. 263-289.
GoujET
francaise, ou
1755, VII. 294.)
Hit,
Klagzko
l5iNov.l854.)
Dante
et
la critique
Hillebrand Carl,
Compagni, Etude
iislorique et littraire
La
l
deux Mondes,
de Dante Alighieri,
664
di
I.
L'Antichit
La Bibbia. IL Prime
Trajano
seo
11
;
visioni cristiane. Il
Carpo
Saturo
soldato di S. Gregorio
Magno;
Cielo;Salvi. lY.
San
risuscitato di S. Bonifazio
Il
Wetino. Y.
Carlo
il
Sogno
Grosso. -
Il
Finimondo. YI.
Gregorio YII
;
Yiaggio di
-
S.
Bren-
dano;
Sermone
i
di
Frate Alberico;
Caverna
tesco per
di
di S. Patrizio; -
Trovieri; ;
Houdan
Dante; - Conchiusione.
Labitte Ch. Biofjraphes
et
1.'^
1832.
gio-
un cuore appassionato, e
bisogno
LamenpsAis
les ojuvres
F.,
les
doctrines et
de Dante, Paris,
p.
I.
Paulin
et le Chevalier,
1855.
xxiv).
:
nel
primo
ci fa
in altri due ne parla di Dante due che seguono delle sue dottrine filosofiche e politiche; negli ultimi tre ci tesse un esposizione del poema nel suo significato generale e nelle su parti. - Il Lamennais fa come certi storici, che credono
mondo
;
giorni
ne'
di darti
un concetto
scrivendo capi-
ecc.,
. .
665
e mossi
:
della vita o
Lamennais,
volendo spiegarci
la
come come
softo
critica quella
immagine che
il
poeta
ha dato fuori
con un
reli-
arte,
comincia
quella
magnifica creazione
in
elementi sparsi,
non
ha preso
la
penna dopo
letto, e
ha dato
Nondimeno questa
essi
sorta di lavori
servono immediatamente
sui quali dev'esser
raccogliendo e fermando
Il
fatti,
fondata ...
Lamennais
vi si
alcune questioni
importane
quando
.
.
mentre noi*
guardiamo quel pezzo di cielo, gi ci si oscura dinanzi Le quistioni intorno a Dante rimangono le stesse: il Lamennais vi passato, e non vi ha lasciato alcuna orma Nel capitolo primo e nel quarto e nel quinto vediamo qualche nuovo orizzonte: lo stile pi colorito e animato. Se non che l' autore vi si posto con certe preoccupazioni, guardando pi a' nostri tempi che a Dante. Nella civilt moderna entra come fattore il soio elemento cattolico ed il germanico, o anche l'elemento latino? Il cattolicisrao pu stare con la libert? Il papato stato favorevole alla
.
ma
qui
il
principale,
ma
un'occasione,
il Lamennais per gitlare prima di morire la sua ultima parola nelle appassionate discussioni che si agi-
di cui si vale
tano che
al
presente.
Ed essendo
alla
quistioni
incidenti,
non
di
modo
definitivo
l'adito
replica:
animo indegnato contro il tristo presente, che ragionamenti fatti con uno scopo serio ... Ma se al suo lavoro manca
666
addenlrare
In
un
le parli vive,
non
vi desideri
non
delle
tre
contenuto
riapparire
"capitoli
di
come semplice fatto, che dovrebbe ora come fatto poetico, dimenticalo: quei cinque gli come se non fossero: egli rifa un simulacro
gittando osservazioni suU' immortalila
sulla predestinazione
parte generale,
applicazione, \iene
sommario, cio
a dire,
una esposizione
Che cosa
senza
il
un centro
indifferenti
ed un punto di partenza,
trasanda
o poco notabili,
Il
il
segue
alcune cose
si
che
gli
sembrano
gli
ferma a
si
Lamennais
il
affida
suo sentire ed
suo gusto.
disegno
Ecco
in
che
si
modo
del luogo,
compendiando. In questo rapido sunto, dove trovi di necessit molle lacune, quando si avviene in qualche cosa che
lo tira a s, si arresta
il
come invaghito,
esce
qua
lavoro
Fr. De Sanctis,
et
il
Slger de Brabant, ou
me
du Fouarre au
XIU
siede, Dbats 11 et 20
Aout
Dante arrivait dans cette ville (di Parigi), l' immagipleine de 1' clat que venali de rpandre sur les chaires parisiennes un enfant de l'Italie, saint Thomas d' Aquin, et que continuait un de ses plus fameux disciples, Sigier de Brabant, physionomie originale retrouve par l'rudition moderne et qui exerga une attraction singulire sur le genie bardi du Dante - Rathery - Le sapienti ricerche di Vittore Ledere, decano della facolt delle lettere, provano
nation
667
che
il
nome
di Sigieri,
come
dice
il
orma
me-
desimo Ledere che gl'insegnamenti e le opere di questi) professore menavano grande rumore tra i sapienti di quel tempo; conciossiach
essa,
di in
non mai l'istoria degli uomini volgari, anzi si congiunge sempre ad un nome
alcun rilievo.
molti
Ora
il
Ledere trov
la storia
di
Sigieri
comentari
riferita
manoscritti
Anzi,
cita
come cosa
da uno
una singolare visione del filosofo. - Uno dei discepoli di Sigieri, ch'era morto, in una notte gli apparve, narrandogli le sofferenze ch'ei durava; il quale per accertarlo della
verit
lasci
di
sua apparizione,
gli
prese
la
mano
e sopra
fronte,
vi
la
scorrere
quale,
dettegli
cosiffatto dolore,
da
risvegliarsene
in un attimo onde abbandonati gli studi, divenne un santo amico di Dio. - Droiiilhet de Sigalas.-
le
cours
d' histoire
et le
Arras, Boulogne-sur-Mer,
uno
di
studio
in
dall'
Accad.
Il
gran pensatore e
e concentra
gran poeta
tutti
i
ne racconta sobriamente
sfarzi nel giudizio del
la vita,
suoi
fmmira
le bellezze
ma
imperfezioni e
le
mende
lo
Ei d la
palma
alla cantica
del Paradiso,
Agosto 1858
il
dell'
Accad.
Arras
les
Dante sous ce
titre
connaissances humaines
dans
serie
au XIII siede et de
668
viiiclion,
Dante n'est pas d'une exaclilude rigoureuse dans son langage mais il n'a rien de coni un avec ies proteslants
;
Ics injures con ire le papaut. Sa philosophie un cltisme chrticn forme des doctrines platoniciennes reprsentes par S. Bonaventure et de celles d' Aristote
si
ce
n'est
est
reproduites par
qui
S.Thomas
d'
en Italie, il a compose la douce et la plus harmonieuse du monde d'alors, en sorte que la linguistique lu doit plus qu' Ptrarque lui-mme. Gomme pote, on peut le piacer aprs
regnaient
la
de son temps
langue
plus
Homre, Yirgile
il
et Milton.
Il
n'est pas
un
historien national,
de prjugs et d'esprit de vengeange pour crire l'histoire avec impartialit, a plus forte raison ne
avait trop
ses
ceuvres
un
essai
d' histoire
de vue
hommes
du XIII siede,
Bonaventure,
tre rgard
il
et
donne
le
le signal
comme
point
de depart de
renaissance
deux sicles. Ajoutez tous ces titres celui de docteur de Sorbona et celui de docteur en medicine et vous aurez l'ide de cet homme vritablement tonnant Une rudion vaste, souvent sre
.
.
et qu'
il
est difficile
aperQus
larges,
des jugements
des
hommes
et des choses,
une entire
indpendance de caractre, une grande impartialit mme vis- vis de son hros, des vues droites, des sentiments conle rapport moral religieux et polibeaucoup de verve et d'entrait voil ce qui frappe le lcleur attenif. L'auteur donne des preuves d'une haute capacit intelectuelle et d' une brillante imagina-
lion.
Ies
la
Il fera, s'il le veut, un livre, remarquable, mme aprs nombreux trauvaux de ses illustres devanciers. Aussi Commission considrant la valeur intrusque du mmoi-
re, le
669
domande pour
>>
lui
M BRIAN
Jou. Beun.
di famiglia Basileense,
morto a Berlino nel 1807 parroco prot. e presid. concisi.) Origing de la poesie iUillenne du \IY siede, Science du Dante. Questa memoria letta all'Accademia di Berlino venne
inserita nelle iSouveaiix
fu poi tradotta dal
Mtmoires, Berlino,
o pubblicata
Dicker, 1786;
PoUdor
da Romualdo Zotti
nel voi. lY
della
Zotti, 1806-07.
MoNGis
J.
A.
Vie
de
Dante
Alirjhieri,
Paris,
Barba et
Fourne, 1839.
siede,
OzANAM A. F., Les potes franciscains en avec un choise des petites fteurs de
Italie
au XIII
Francois
saint
Dante
Nouvdle
editon,
corrige
les
sources
(Resa
dallo Scandifili,
Gino,
1844
voltala
in
tedesco,
Ozanam amava
Il
l'Italia
ov'era nato.
di
Egli
il
la
visit
parecchie volte:
dell'incivilimento
iniino al XIII.
seguire
dal
progresso
per
lettere in Italia
Y
si
secolo
riferiscono
Italia: le
opere
la
di
vi
sono analizzati,
vita di questo
gran papa
italiani,
ci
narrala.
Dopo
gli
comuni
la
sarebbero venuti
dei Francescani,
di
scritti
le
poesie
e l'opera
Dante, perch
al
maestosa figura
Dante
dovea apparire
in
sommo
dell'edilzio,
come
quelle ligure
di santi e di profeti
che formano
si
))
alla chiesa di S.
Giovanni
s
Laterano
una corona
di
magnifica e spiccano
-
nobil-
mente
nel cielo
Roma.
Ampre.
Il
S.""
Ozanam
altro
ha
consideralo Dante da
egli
non
670
vide
in
che
il
filosofo,
il
discepolo di S.
Tomaso;
egli
ha
ricoslrutlo, con
si
grande sussidio
il
di erudizione e di lesti,
dell'
quel ch'ei
pensava essere
sistema
AUighieri. Gi
un chiaro professore il Sig. Bach, rapito ancor giovine alla scienza, aveva, in un opuscolo poco divulgato, prelibato
questo punto curioso, e notato
la
i
Somma
fece
Sig.
Ozanam
altro
non
in
l'argomento.
Ognun vede ci che d'arbitrario esser vi dee un metodo che scempia cos'i pensatamente un'^uomo, e vuole di tutta forza trovare unicamente un filosofo sotto un poeta. Spesso gli asserti di Dante sono ondeggianti, poetici, e il signor Ozanam, riempiendo vacui, li riduce
i
a forni ole
di
rigore,
come
le
femminette di
lo meno modo aml' Ozanam
Ravennaidicevano,
troverebbe
suo saper
-
filosofico in singoiar
pliato e raffermato.
Labilte. -
A buon
Evo
la
diritto
in Dante,
filosofia
siccome queantica.
avea personiTicato
in
Virgilio
Pi
;
egli
comprende
11
medesimo amore
il
poeta ed
il
filosofo.
suo
stile
alla sublimit
P. Molinelli. -
L'
Ozanam, soavissimo e
fu
il
Pericoloso abbaglio
suo
il
predicare
degli
che sotto
presuntuoso
e ritard
di
tre
secoli
viva
Non s'avvide
in
Ozanam che
traviare
il
pensiero
umano
anche
la
il
un labirinto
di
1835,
p.
379 e
671
sistema
la
dantesca
filosofia
presentarlo
si
siccome un
quadro
agli studiosi.
questo egli
i
accinse, raccogliendo
sparsi qua e l pe' suoi scritti si latini che volgari, ne compose un sol tutto, e chiaramente ordinolli a guisa di una completa trattazione. La fisica, l'ontologia," la politica,
la
fra loro,
morale e l'ortodossia vi sono s ben disposte e col legate si ben desunte dalle dottrine allora vigenti, che
nella filosofia di
bile di
lo sci-
quel secolo,
scolastica filosofia
dell'
il
pi fecondo e
il
pi glorioso per la
e pi
Con
viste
pi elevate
della
filosofia
nuovo
ai
Ozanani,
nell'Introduzione
la
italiana
contempl da un punto pi
fatti,
Cerc
la
filosofia
piut-
luomo
respir,
secolo
in cui
che mente
pi da' suoi
tempi mosso che motore, pi compendiatore dei fatti, che rivelatore del da farsi. - Pezzarosa, Instiluto Lombardo,
1841. Voi.
1.
M. Ozanam
a os
glorifier
en
lui
un des
a
Ozanam
teur du Convito et
du De Monarchia s'lve
aussi au-dessus
de son propre syslme... De tous les interprtes de Dante, M. Ozanam et le roi rgnant de Saxe sont cerlainement
plus vive lumire sur le personnage qu'en tudiant AUighieri avec une pil si tendre, M. Ozanam n'a pas prtendu mesurer toul cntire V inspiration du pote. Qui ne reculerait devant une pareille tclie? Thologien, philosophe, moraliste, historien, politique, et avec toul cela artiste incomparable, Dante est pour un esprit qui pense un sujet de mdilations saus fin; chacua peut choisir dans son pome un
la
On
sait
cercle lumineux:
Ozanam
tgurcs
672
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA FRANCESE.
laisser briller
le
quc
la
procde
il
se
dedommage
ici
lei
les abslractions
il
dont
il
ment abstenu,
et le caractre
raaintient
caractre humain
et
mystique du personnage,
de l'amour
nous
fait assi-
ster cetle
transtgurallon
Saint-Ren
PuYMAiGiiE DE TiiODORE,
Diiite
graphique
de Paris.
et critiqiie,
Sorbonne
far sca-
turire
vita
stessa
del
poeta
la
genesi
del poema.
Pensivo
predestinata
della
primi raggi
sona
le
sue fantasie
Scuola
Roma,
devote
quando
grembo
le
ei
prov.
Come l'amore
l'
avea aperto
il
paradiso,
l'
l'
inferno. a
Fallile riscosse
farsi
e speranze,
parte da s stesso, e
a Firenze.
da ogni contrada
diti
sparse
membra
dell'
idioma,
g'
incon-
che
la vita.
Ecco l'uomo.
Qual era
denze,
della poesia,
Quale
r ha
ci
egli lasciata,
prescienze balenarono
lontano avvenire?... La
673
Vita nuova,
va pei
fioriti
sentieri
della
Benjnamente
cezza al core
iV
gli occhi
una dol-
pu chi non la prova, ebbe patria terrena e italiana e nessun amore fu pi vero e pi grande di quello che della donna perduta si propose
Che intender non
;
non dire pi
'di lei
.
finche
che mai non fu detto d'alcuna. Nuova non solo si chiude l'idea madre della divina Comediu ma tutto il romanzo inlimo e la poesia analitica dei moderni , come ha detto il Sigalas, in quel
.
Laonde
nella Vita
libriccino
Lamartine,
della
divina
Beatrice.
Senonch la logica irresistibile di una et addottrinata e meccanica trascin Goethe e Byron, Fausto e Manfredi,
sull'orlo
della negazione assoluta,
per la poesia e respinse
gli altri
in
pi fecondo:
laddove
. .
Dante si tenne ancorato alle robuste credenze dei tempi Primo ad aflerrare la personalit umana fu Dante; e tre secoli prima di Shakespeare, l' individualismo che si predica
elemento
nuovo conferito all'arte dalla comedia umana regnava nella divina Comedia del nostro: nessuna creazione di poeta ha maggior copia e verit, e variet di caratteri, di persone operanti e viventi. La leggenda volgare, ringagliardita tuttavia di una terribilit e maest tutta sua, non fu altro per Dante che intelajatura a fermarvi l' immensa tela delle passioni umane. E anzi tutto, come vide il Quinet, la novit della situazione e per
dell'inglese,
essa quella dello stile,
la
prima volta
la
pervase intera
s
presente e
quel
realt.
in
idea
che
s
racconta,
delle proprie
si
creazioni
che a ricordarle
bagna; e n'
compreso al punto, da trattar V ombre come cosa salda. Alla viva fiamma della sua fantasia si rifondono in una lega e in una forma e le reminiscenze pagane e le nuove creVoi .11.
i3
674
(lenze;
v'
spaganizzale soltanto
del
le
imagn,
L'
ma
trasfuso
il
sentimento
medio evo.
il
Acheronte
sotterraneo,
Caronte demonio,
tormento,
.
a petto di quella
nuova e
sublime maniera
di
posta
dove
il
Poeta pi.
E sol
speme vivemo
in
desio.
V Inferno,
il
ambascio
guerra civile;
si riflette
l'affrali-
mento
di
nei
melane e
conici orizzonti
distacco
dalla terra
le sfere
evoca
patria
meno
Non
cui
cittadino
della terra
eternit.
in
evince
l'
istoria quello
Dante
compiaccia;
anche dove
la
colla copia
fugge
e,
umano;
il macchinoso, e cerca il lato intimo, anche questo, rende con rapida e in-
cisiva potenza.
p. 443.
les
Rathery
e. J. B.,
le
de
Italie
sur
lettres
Francalses, depuis
au rgne de Louis XIV, Mmoire auquel V Accademie Francaise a decerne une rcompense dans sa sance du 19 Aout 1832, Paris, Didot,
Xlll.^ siede jusqu'
1833. (Danfe,
p.
20-29.)
L'Allighieri conosceva
bene secondo
les
il
Rathery, l'idioma
il
a su ds lor
si
les qualits
i
conduce a compiere
quivi
ei
cerca la Yole
la Voie
celte dialectique
vigoureuse, cetle thologie subtile qui remplissent tant de pages de son pome; ces ides ardues et obscures que son
talent saivait rendre et mettre en relief;
abstraite
raison,
cette
exposition
de
la
qu'
savait
revtir
de couleurs
si
clatantes
et
675
pitloresques
de sa Divine Comdie
et
germe
maini passage vieni l'appai d'une honorable pour notre enseignement nalional.
nel Paradiso,
il
nostro
poeta serbava
Il
un memore affetto per le scuole Parigine. Ralhery trova poi un curioso ravvicinamento tra la Dile
vina Comedia, e
Roman
l Inferno e
le
sicle
[De
la littr.
I.
du Midi de
345-392)
rope.
La littrature dantesque en EuRevue des deux Mondes, 1 Dee. 1856, p. 473-520. in Hai. nella Gaz. di
Recato
Verona,
n. 145,
Importantissimo articolo, e
pi volte
in
di
pi e
ViLLEMAiN, Elude sur Dante [Cours de littrature au moy^n-ge, Paris, Pichou-Didici\ 1830, Voi. I. 330- 406).
in
Comedia l'enciclopedia
un secolo e
di
una
di quell'et
dotta e analitica,
ma un
lui,
critico acutissimo e
mo-
dernissimo
il
Villemain. Per
che
di
s'
che
alla gelosa
sostitu
universali
di
ha prodotto
grande
umano
Mussarani
M. Villemain
expressif et
Saint-Ren Tailhndier.-
676
WiTTE Bruce M.
a.,
connaissait
et
le
Grec. -
le
Brton
Nul
pote ancien ou
;
moderne
n' a
mieux
tire
On ne saurat
juger
et
la
aux
pisodes. - Beauts
que
pome
et
III,
na
Romanes
1841,
de leur littrature,
TreiiUel,
Wurtz,
228-280.)
{Examen
le
et
traduction
anglaise
de pliisieurs Canzoni
il
;
e sonnets
de Dante; nature
aiment.
On ne peut
regarder comme
avec
un pote
Id. p.
rotique
Zeloni
crite
BlBllOGHiFlA DANTESCA
AIEMAIA
fer Gttlichen
Iscolal,
Abeken Bernhard Rudolph, Bcitrlige fir der Studium Kombdie Dante Aliqher's, Berlin und Stettii),
1826. (Saggi
Comedia. ) L'opera
si
divide
in
tre parti:
la
prima
fatti
col titolo:
politici,
i
Secolo di Dante,
Trattati sopra
la
poema, e specialmente dell' Inferno: la terza discorre Comedia e della sua applicazione. L'autore prometteva una continuazione del suo lavoro, ma non si veduto pi nulla. - Batines. - Y. l'analisi critica
di F.
W. Val Schmidt
(JahrbUcher der Literatur, V. XXXIX.) Arndt LoDOVicus RoDERicus, De Dante Alighieri scriptore
ghibellino.
Dissertano
ecc.
una cum
adjectis
thcsibus con-
troversis, opponentibus: R.
Bonnae,
litteris
Kruger, 1846.
s
goltliche
Comdic
in
ihrer
Anord-
K. liahr. JSebst
13 ustronomi-
schen
(
La Divina Comedia di Dante secondo il suo ordinamento quanto a spazio e tempo, con breve dichiarazione del contenuto della medesima, con tre piante litografiche dei 3
regni, e 13 disegni astronomici intagliati in legno.)
Berlino:
in
Danlc's goltlicher
678
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA ALEMANNA.
aus
p.
llalien, dem sudliclien Frankreich, Spanien und Porlugal. 71-114. - Rimembranze dell' Europa, Spagna e Portogallo,
L'autore propugna l'opinione che non riconosce nel dell' epoca dantesca, ma sibbene
l'Italia:
l'eroe
Blang
L. G.
litterarischen
Dante AUghieri [nach seinem Leben und Wirchen geschildert. - Articolo inserito nella
di
Encicopledia
universale
I.
scienze lettere
arti
Ersch
e Gruber, Sez.
1833.
der
1832.
(De
Inferni,
CI,
gttlichen
Komodie,
Ueber die
1830.
bisherigen
Leislungen
filr
Textkritik,
Versuch einer blos philologischen erklarung mehrerer dunklen und streitigen stellen der gttlichen Komodie. J die Eolie Ileft, Halle, Anton, 1860 -
Gesang
I.
xvii.
una interpretazione
controversi
della
filologica di
pa-
recchi passi
Halle, 1861.
Il
oscuri
Divina
Comedia.)
titolo
di
non potrebbe essere pi modesto. E a dire il vero pi che di un saggio di spiegazione su parecchi passi oscuri g controversi trattasi nel fatto di una interpretazione alla slessa su presso che tutti luoghi, de' quali non bene certa la lettera o il senso. Dalla propriet di una particella, dalla forma di una parola andata in disuso, a volte dalla
. . .
semplice punteggiatura, in
somma
dagli accidenti
pi mi-
BIBLIOGRAFIA
nimi,
si
DAMESCA ALEMA^^A.
a togliere
679
arriva
molti errori di
interpretazione
oramai universali
ad
ammirare pi da
magica; sono picvi
mi paion
cole
e
in
vista
di
fermi
ben
rocchio sopra stupisce delle molte e grandi cose che per N da credersi che 1' opera esse gli vengon vedute del Blanc sia tutta secca grammatica ... Le questioni da lui
mosse
ci
le
opinioni del
economia del
quasi
sempre,
il
che rileva
al pi,
nel segno.
La eccellenza dell'arte del sommo maestro per ci messa d' innanzi agli occhi
arditissima
maggior lume; l'Inferno dantesco, tulloch opera di sublime fantasia possiamo girare e rigirare
noto, che della struttura delle bolge, dei ponti
le
come luogo
cavalcano,
delle
di
ogni pi minimo
certo chi dubiti
accidente
ci
data
E non v'ha
tutti
come
spiegati
segno
per segno
cotesti particolari,
la finzione
poetica non
e tanto lo studioso si
di tal
adden-
quanto
alla
artista.
occorrano controversie sulla storia contemporanea del poeta, sopra le persone del suo poema, sull'astronomia conosciuta
a quei tempi,
sulla postura
ricordati,
l'egregio
sua interpretazione
e le svolge alla
pi accertate,
ma
.
.
l'esamina
Parimente
dottrina,
da maestro, che
vi si
e conoscenza
11
prof.
Blanc
fa
suo comenlo
valentissimo
sul Purgatorio.
Il
lavoro
del
Blanc
prof.
C80
BIBLIOGRAFIA
il
DAMESCA ALEMA'A.
dell'
1865.) - Ei ci bastava
lettere
libro.
nome
Occioni,
nome
caro allo
italiane,
per
raccomandarci
ancora
pi
questo
La Prefazione ci parve calda d'affetto, e condotta con molto lume di critica; la versione con tanta purezza ed eleganza di lingua da invogliarli a non ismetterne la lettura se non l'abbi compiuta. Preziose poi sono le postille
appi di pagina, quando per correggere
nell'originale,
le citazioni
errate
e
a
ci
Ne meno
interessanti
fa
riguardosi nelFesporre
il
la libert del
pensiero,
mia fatica;
Boti.
la
quale
io
continuer voil
seguito del
si
fa a gara di festeggiare
il
sesto
an-
ammirazione
di
amore
e
il
schia
letteratura
di che egli,
comprendendo
(
rivelando
il
sommo maestro.
Blanc
que
et
L.
(j.
da G. Carbone, Fi-
am-
mirazione
scienziosi e profittevoli
Divina Comedia.
Il
il
Non
il
si
pu
dire, cos
egli, di
quanta
utilit sia
per riuscire
681
si
il
dantesche e delle pi celate propriet e bellezze della lingua pu chiamarsi anche il pi certo, posciacch dai italiana
;
veramente
il
fiore, e colto
di toccare
quanto torni
la
sua
dichiarazione e con
quel trovare
le
a covo,
come
dice
il
notizie
di
qualsivoglia persona
le
luogo ricordate da
simili
pi oscuri
ed
Il
di repertorio
generale di tutta
teologica,
grammaticale, necessaria a
Non
un comento propriamente detto, n un lavoro d critica illustrativa, ma piuttosto un libro elementare di filologia dantesca, in cui l'autore si propone di additare il significato di ogni parola, adoperata nel poema, non eccettuate neppure le pi note e comuni, neppure le semplici particelle del discorso. Il pensiero, com'egli slesso afferma modestamente, non nuovo, e gi
interpretazione
dei passi
il
fin
dal prin-
pi ardui
egli
si
tenne pago
di
ri-
produrre
propria.
le
opinioni
pi note e pregiate,
ponendole a
ma
senza
tirarne
E per
le
non additare
ria cosi vi
cercarvi
il
il luogo del poema in compita e benissimo ordinala, talch chi voglia significato di una voce, e il modo proprio in cui
e le diverse modificazioni
numero de' passi in cui s'incontra, che pu aver subito nel poema somma averne contezza. Ed anche bello
il
quella
ricchezza
originale
di lingua,
forma e
stabilit,
e a cui ricorresi
Lavoro imil
menso
e paziente di compilazione,
pel quale
Sig. Blanc
68*2
un
benefizio
non
l'investigazione,
si
il
saprebbe
se sia pi
da lodarsi
in
-
nel
benemerito autore
circa
mano ad un
quante volte ed
voce
compiuto nel 1822 dall'ammirabile diche allora avea intenzione di pubblicarlo nel formato stesso e cogli stessi caratteri della
Questo lavoro
fu
IV
dell' Ediz.
della Minerva).
sa
Come
poi Vindice
le
dantesco
del Polanzani
sue carte
mal saprebbesi spiegare, se non forse trattenuto da quel soverchio desiderio di perfezione, che dell'opera propria mai si tiene contento rattepidito poscia dalla difficile impresa di procurarne un' edizione, e finalmente impedito
;
Cos
il
i
Polanzani
rimase
il
merito
dell'
avere
idealo
primo
valgono francamente,
il
senza n
nome
nostro
Ora
di frutto;
di
lui
perocch
il
Blanc
fa
memoria
infinito,
il
per
una anche le declinazioni del verbo non solo, ma aggiunse talvolta, alla occorrenza, una breve dichiarazione, filosofica, storica, o geografica, o di lingua, secondo la
Non
l'
ottimo Polanzani,
conchiude
egregio
D.*"
Fapanni,
una
sua
C83
Medesin. - Yeggasi
il
diffuso elogio
nell'Appendice della
n. 273. Il
il
Polan4
nacque a Treviso
L'Autografo
Fr.,
il
il
Ago-
sto 1859.
posseduto dal
Sig.'"
Fapanni.
BouTERWECK
sopra Dante e
I.
p.
61-141.
C. L.
Fernow
(
Ueher
die
Mundarten der
:
ital.
Sprache.
p. 211.)
FernoAV
di
prende pure ad
illustrare
in
questo libro
Dante de Vulqari Eloquio. Anche il Fuchs ne tratt nella sua opera: Ueber die soffenannten unregelmS' sigen Zeitworter in d. roman. Sprachen, nebst ndeutunqen
r opera
iiher
die wichtigsten
Diane:
Von den
Jtalien.
Fischer AntOxN, Die Theologie der divina Comedia, Miinchen, 1857. (Della
Programma
Scolastico.)
Floto IIartwig, Dante Alighieri, sein Lehen und seine la sua vita e le sue opere.) SlutlLezioni pronunziate nell'inverno 1836-57 nell'Aula del-
l'Universit di Basilea.
Forster
politica del
Der Staatsgedanke des Miltelalters. (L'idea medio evo.) Greifswalde, 1861. Lezione suH' idea dominante politica del medio evo,
D.''F.
di
Aristotile, ed in
libro
della Monarchia.
FiiSTER Karl,
dem
Italienischen
iibersetzt
Das ncue Lehen von Dante Alighieri; Aus und erldutert, Leipzig, Brocks
haus, 1841.
Goschel
Dingen
in
C. F.
Aus Dante'
684
ISaumburg, gedr bei KlalTenbach, 1834. (Della Comedia di Dante. Sulle cose divine in lingua umana, ecc.); Zeilz,
und Weltordiung
di
diesseits
und
jenseits.
(Ammaestramento
dimostrare come
la
poesa
s'
innalza
alla filosofia,
come
la filosofia
come
il
mondo
mondo
in-
telligibile, la
natura collo
non ancora
DantelAUghieri
's
Osterfeer
ini
Zwillingsgeslirn des
Pasqua
di
Dandi
Allighieri
nella
costellazione
dei Gemelli,
Strenna
Pasqua.)
trag
auf VeranstaUung des evangelischen Yereins fiir kirchliche Zwecke am 25 Januar 1853 gehalten von C. F. Goschel,
Berlin, Schultze, 1853. (Discorsi sulla divina Comedia.)
Vortrge
und Studien
iiber Dante,
Berlin,
1863.
Gbieben Hermands, De variis quibus Dantis Aligera DiComoedia explicatur rationibus, Dissertatio cantra
adversarios
Aug. Rudolph,
Guil. Koch,
Lud. Sonnenburg,
ecc., Stettin,
Nahmer,
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA ALEMA^^A.
1 Heft Mitlheillnngen
Hegel Carl.
in
Dante
Programma
(Dante e
la
accademico.
JusTi K., Dante
und
faclente
parte di una
Oeffentliche
pata a parte.
und
KA^^EG1ESSER Karl Ludwig, Ein Blick auf die poitischen religisen Verhnllnisse von Europa, Ualien und Florenz
vor und zu der Zeit Dante's, sowie auf die geistige Bildung oder den Zustand der Wissenschaften und Kunste in jenen
des Gottlichen
eodem facla versione, Leipzig. 1832.) Zu Dante's Leben und Goltlicher Komdie. (Continetur libello ab eodem confecto: Terzinem, Breslau, Freund, 1846.) Kannegiesser-Witte. EJdogen, ubersetzt und erkliirt von Karl Ludicig Kannegiesser, und Karl Witte. (Continenlur
editione ab iisdem facla: Dante Alighieri' s lyrische Gedichte,
Leipzig, Brockaus, 1842.)
erlildrt
Ziceite,
von
Dante Alighieri' s lyrische Gedichte. Ubersetzt und Karl Ludwig Kannegiesser und Karl Witte.
1842.
11
il
secondo
adjectis.
Ilistorisch-
romanesche
ISovelle
C.
Th.
686
Krafft Karl, (Sacerdote protestante) Dante Alighieri' gedichte und poetischer dreswechsel, Regensburg, 1859. (Yi anche la traduzione dell'epistole poetiche a
lyrische
Giov. di Virgilio.)
La rima
fedelmente
il
riprodotta
dal Kannegiesser fu
attribuito alle
scrivevami un dotto
oh (idem omnes collaudant. Lemcke F., Zur Textkritik und Erklrung der Divina Commedia. (Intorno alla critica del testo e alla spiegazione della D. C. - Nel Jalirbuch fiir romanische und engliscke Literatur: Annuario per le letterature romanza ed inglese
del prof. A. Ebert, Voi. IV. Berlino, 1861.)
LiESSKE C. RoB.,
(Dante e
la
sua posizione
ri-
guardo
alla Chiesa,
all'
insegnamento e
suo
LowosiTZ
J. B.,
il
in
Franhdi
reich, (Dante e
Ko-
Mendelssorn
J.,
(senza
nome
di
autore)
Bericht uber
lossettr s Ideen ecc. (SulF idee del Rossetti esposte nel co-
menlo
lino,
analitico
Ber-
1840.
Noudmann Joh., (pseud pr Rumpelmaier) Dante. Lilerrhistorische Studien. (Dante, Studj di storia letteraria.) Parte
titolo
Il
Secolo di
composta dei seguenti undici capitoli: 1. Il Crepuscolo (primi secoli del medio-evo); 2. Origine delle lingue romanze 3. Beltrando del Bornio;; 4. Provenzali
Dante
italiani
8.
5.
Potere spiritua-le;
9.
6.
Contese;
7.
Scienze pratiche;
Michele Scoto;
11. Sentenza di morte ed espiazione. - Non altro fuorch una compilazione a cui servirono l'opera
Quadrivium;
687
dell'
Trovatori,
la filosofia
Dante
Ozanam,
ora re,
le
note del
principe,
Giovanni
Sassonia
alla
storiche
Comedia
e in
Oeinhausen
C.
Dante
Dante' s, Gilitz (Gorlizza), Buchandlung (Remer) 1862. (Rivista critica dei biografi di Dante, di pag. 58.)
(p.
506-509.)
di S.
M.
il
re
PiPER
F.,
in
D.'s Komdie.
della Divina
rappresentazione mitologica
Comedia
p.
- Nella
Mitologie
dell'arte cri-
stiana,
Wein, 1847,
" fur "
U-Wi.
Kalender
e la
sua
Teologia. In esso ei
studia di sviluppare
pensieri foni
suoi rapcome pure papismo e verso la Riforma. In Dante ei venera un principe nel regno dell'intelletto, e che perci ha un diritto eminente alla slima alla riverenza
porti
Chiesa
il
688
di tulli
i
tengano,
onde
tulli
deggiono solennizzarne
profess. Piper,
memoria
Il
nel
prossimo
protesta
grande poeta,
solo
secondo
contro
il
(protestante) non
gli
ma
al positivo
fondamento
della
fede evangelica,
vista
com,
come sono
un
suo Annuario,
collocandone
nome
ai
14 Settembre,
fiir lterarische
Unter-
di trattenimenti
Edoardo Brockhaus.
Erlangen in Baviera) Dante [Sein leben und seine Verhe. -Ldi sua vita e le sue opere.) Continetur ejusdem opere: Geschichte der Piida(prof, nell'univ. di
Raumer Karl,
gogik
Zeit.
vom Wlederaufbluhn,
(
anf unsere
degli Studi
tempo.
ediz.
1857-1862.
Dichterfirliber.
Ravenna, Arqv,
Petrarca,
i
il
si
raccontano
iscri-
vicende riguardanti
Bibliografia
Le diverse
in
dei
lavori
pubblicati
Germania
La prefazione
tedesche
di
datata
da
e
Roma
nella
Domenica Eito
dell'
specialmente
Ersch,
dei
Dahlmann, ecc. Il lavoro importantissimo, e condotto con una diligenza ed accuratezza meravigliosa. Per esso riesce incontestabile V operosit
del
della dotta
delle
689
assai
le
d'
oggi e
le
rimembranze
inutile
V aggiungere
eh' io vi attinsi
la Bibliografia
's
dantesca alemanna.
sdem opere:
Duncker, 1838.)
RosE^KRA^z K., (prof, di filosofa nell'univ. di Konigsberga) Ueber den Titurel und Dante 's gottliche Komdie, 1829.
(Della filosofia dantesca.
11
Titurel,
poema epico-mistico
composto da Wol frani von Esclienbach, uno dei poeti pi rinomati della pi bella epoca della letteratura alemanna
del Medio-evo.)
KuTH
Emil.,
(Dott. a
anni
Firenze.) Geschichte
(Storia della
I.
pag.
L' Introduzione al
poeti
propriamente delta,
)
con Dante
354-527.
Fin Beitrag
(Studi sopra
zum
Dante
der gottlichen
Comodie.
Due
in
dissertazioni
il
formano
il
lume. La prima
sistema di Dante
nove
capitoli l'idee di
divine
che
lo
reggono,
si
del poeta.
Nella seconda
ha
la
Comedia coll'aiuto del sistema che due cose rendono malagevole per l'ordinario l'intelligenza della divina Comedia;
di
Dante.
11
Ruth
riflette
prima
quel
l'ignoranza
delle
idee
filosofiche
teologiche
poi
di
la
tempo
del
concetto
politico
di
Dante, e
I
comenun
solo
sogliono
VoL.
il.
concentrarsi
nell'
esposizione
di
44
690
lato e non
del
poema,
lo
storico,
il
teologico o altro
che
sia,
curarsi
del resto,
anzi
immolare
in
il
resto
al loro
il
pensiero
Dante e negli
altri
Comedia. L'assunto
1854, p. 78. Witte nel LUe-
non
nuovo
in Italia, e
si
in tra
gli altri,
dal Giuliani.
- Crepuscolo,
C. L.
fas. II,
in italiano
pure
eli
pigliare in
al pli
maniera una parte attiva alla festa che Italia prepara grande de' suoi figli e maestri. Dante von Philaletes. Ueher die Bedeutung des
d.
teratura
di
M. Rossetti, dans son commentaire, est le premier, je crois, ait concu ainsi le Ylrgile dantesque (le Yirgile prcurseur du christianisme ... le chantre du peuple romain et
qui
il
regem, ne poir le gouvernement de l'univers); M. mile Ruth a repris cette thorie et l'a dveloppe avec une lumineuse vidence. 11 a suivi pas pas le guide de Dante travers V Enfer et
late
le
populum
Purgatore
il
Saint-Ren Taillandier.
On
du
la
moyen ge deux
ditlon
populaire,
Yirgile
est
le
premier
des ncromans.
Poesie, science,
fondent, ds le ginations naivement eiVarouches. Transmis par Ics dernicrs sicles du monde antique des gnralioiis ignorautes et
vertu magique, toutes ces choses se coudbut de l'epoque barbare dans des ima-
GDI
ce noni
de ce qu
aii
'1
le
peuple atlrlbiia
la
pole
science
nature et
le
pouvoir
les
du clirislianisue, recueillies en panie dans les Gesta Romanorum, nous montrenl le chanlre de Didon et d'Arisle merveillanl les humains par des prodiges. Des lgendes du peuple, ce lype singulier passe dans les pomes chevaleresques; Wolfram d' Eschembach le consacre dans
le
Parceval,
et
pour
l'
auteur inconnu de
la
Guerre de
la
Warlbourg, Virgile de Naples est Tnuile de Basian de Gostanlinople et deFlagtanis de Bagdad, {\oyezder Sinfierkriec
uf Warlburr, publi par M. Ellmiiller. ilmenau, 1830, p. 12;. La tradition savanle est plus digne de ce suave genie; elle en fall un des prcurseurs du christianisme. Le chanL
de Pollion fournissait un lexle magnifique celte transiiguralion du pote.
Dj l'empereur Constantin,
fidles,
il
dans son
de
Diacours a
le rle
l'
assemble des
de Virgile, en qui
reconnaissait un prophle
est plein
Jesus.
Tout
le
moyen ge
de cette ide.
Une
Mantoue,
prlendait
que Saint Paul, passant Naples, lombeau du pote, et qu' il s' talt cri
yeux en larmes:
le
vant,
reux de
r
lisloire
de
loi
un chrtienl
(1)
il
Ce que
n' avait
pu
Saint Paul,
moyen ge
l'a fait;
a associ Virgile
Mantoue
avec eux
venne du Bdempteur.
Dee. 185G,
p.
Saint-Rene
TaiUandier,
La
liltratiire
1."
Mantoue, le jour de la Saint-Paul, on (1) Aujourd' hui cncorc rhante pendant la messe un hymne dont voici unestrophc: Ad Maronia mausoleum Ductus, fudit super cum Pine rorcm lucrymae: Quem k, inquU.reddidisscm. Si te vvumjnvenisscm, l'oetarum maxime. - Saint
Ren Taillandicr.
692
Del Virgilio del Medio Evo scrissero: Zapperl Giorqio: YirgiV s Fortleben in iMiltelalter. En Beilrat/ zur Gcschicht^ der klassischen Literahir. (L'esistenza
nel
di
Virgilio protratta
storia della letteIV.
medio-evo.
alla
Leben uid Forldauer des Publius Vmjilius Maro ah Dichter und Zauberer. (Vita ed esistenza d P.Virgilio Marone, come
poeta e mago. -Nella raccolta delle tradizioni popolari, per lo
pi medievali intorno all'altissimo poeta, ritrovano cosi spesso
(Inf. IX.
le
cui
tracce
si
nella
letteratura
22) li Edizione, Lipsia, 1837. - Piper F., ViroUius Theolog und Profet des Ifeidcnthuns in der Kirche. (Virgilio, come teologo e profeta del paganesimo nella
ah
cermi
Chiesa.) ^e,\V Evanfielischer Kalender, Berlino, 1862; per tadell' opere di G. Goerres e di Valentino Schmidt. -
Anche il francese Rossgnol, pubblicava un interessante lavoro su Virgilio precursore del Cristianesimo: Virgile et
Costantin
le
Grand; da ultimo
il
Sg- Emilio
Combes pub-
blicava
nella
Itevue Contemporaine,
articolo intitolato:
Schelling
F.
W.
nato nel 1773 aLeonberg, nel ducato di Wurteraberg, mor nel 1834 a llagatz nella Svizzera, essendo consigliere intimo
e
membro
in
Ueber
aspetto
Dante
l'
llosofico.)
Stuttgardt, 1839.
scritto
Questo
venne
il
seme
degli studii
poema
di
di
un'epoca o
di
e per
l'universalit
individualit,
per
sua
vaistil
69:^
si
ma
- Witte -
De
et
Dantis ingenio,
scrivevami
un dotto
critico
alemanno,
quo loco in historia generis humani sit ponendus, tamquam novae poeseos inventor nescio an nullus nec Germanicus nec Italus, nec cujuscunque nationis polita scripserit ingeniosius simul ac verius
quam
Schellinr/
sima commentatio mihi quidem divinalio divinae Gomoediae esse videtur; digna quae magis innotescat, et in Italia
ipsa iegatur ac relegalur.
Il
Nicolini
alla
ed.
Le Monnier,
I8,i6.
Hannover
nel 1767,
segret.
gran
della
Napoleone,
compagno
dei
viaggi
Baronessa
di Stael,
mori profes.
di lettere orientali a
Bonne
and neuen
1822,
li.
litterat.)
Vienna, Schamburg,
1815,11.3-38-
Le Dante, Ptrarque
pata negli Essais litteraires et
1842.
et
dell'autore,
Bonna,
Noi eravamo
e che
SI
siamo
stati
persuasi,
dice lo Schlegel,
muse avessero
parlalo
,
linguaggio
degli Dei.
Ma
ora tutto ci un
sogno
altro che
il Rossetti ne insegna non essere quella poesia un gergo d'indovinelli. Lo Schlegel, dice l'Ozanam, combattendo paradossi del Rossetti, cancellava per sem-
che
pre quel
marchio
di
fellonia
che per
(piesli
veniva sulla
Ili,
pag.
Weidmann,
1846.
691
Dante
V.
p.:i82).
Deli
ScHLOssER e.
Heidelberg,
Schlosser,
il
Uber Dante, Heidelberg, Oswald, 1825. sopra Dante.) Leipzig und (Lo Binler' schee Berlagshandlurlg, 1855.
F.
XYHI,
nacque a Jever,
sin dal 1817.;
Raccolta di varie memorie critiche ecc. sul maggior poeta del medio-evo. - 1. Osservazioni sulla connessione in
cui stanno la
Yita
Nuova
campo;
2. I
Comentatori
di
:
La Divina Comedia
nel 1824
secondo
(negli
il
Landino e
di
il
modificata,
uno
di
scritto pubblicato
dall'autore
Annali
Letteratura di Heidelberga) a
proposilo
e di quella
Nuova dell'Oeynhausen
;
Inferno
dello Streckfuss
4.
Comedia,
la
sulle
orme
di
G. Rossetti,
tre parti;
prima tratta del Yirgilio di Dante, la seconda delle tre fiere, e l'ultima della Selva; 5. Due lettere sui Canti i. a
VI del Paradiso, pubblicate
la storia
e la letteratura di Schlosser
Yol.
I. II,
Quand'io, scriveva
di se
medesimo
di
il
Div.
meco
slesso
Schlosser
ha
poema, e ciascuna volta ha deposto di mano il libro colla persuasione di non averlo inteso alla decima volta egli ha conosciuto l'intreccio di questo meraviletto
nove volte
il
non
Come
693
(il
T udire ripetere
da un
uomo
quale
deve saper grado soltanto ai propril studi di aver potuto percorrere con maggiore acutezza di vedute che tutti altri della storia) come egli nella grave et di il vasto campo
80 anni in compagnia di Dante abbia fatte quelle pi care sue osservazioni,- che ora qui riordinate comunica a noi, suW amore e sulla vita, sulla interna visione e meditazione
della natura divina, suU' intima relazione di tutti
i
fenomeni
del
mondo.
Quale copia
di
le
tesori
intellettuali
non
deve
poi presentare
un
poeta,
cui
opere
sono con
uguale
ventotto e da uno
scritti
Schlosser
dello Schlosser
il
rapporto
Vita
Nuova
colla
Divina
ai
Comedia,
il
due anni
le
passali,
per
quanto
io sappia,
pubblicati
qui per la
lettere
prima volta.
sopra
i
Negli
anni 1830
e 1833 uscirono
e
il
del Paradiso
ragguaglio sulla
le quali
e
due memorie
Letteratura.
Fra
le
10 scritto
nella presente
sua forma
ragguaglio sull'argomento
Vita
Nuova
(p. 9 a 14 della
prima edizione)
le
i
...
Io sti:
mo gemme
11
due memorie
sei
Dichiaratore di Dante e
Lettere sopra
primi canti
ramente
14)
poema quale
divina Comedia
stesso
che avviene
poeta
pensalo e
allo
quanto perch
nella
egli
l'organo
di
un pi
umanit,
e
e la
manifeslantes
dentro e
come
divine
mondo
esteriore.
C96
leplice
poema,
lo Schlosser,
non
il
lasciandosi
trarre
in
inganno
dalla sua
parzialit
si
per
visionario
Rossetti,
dichiara contro
Ponta e Giuliani,
all'
gli
de' (fuali
stati
non
sembrano conosciuti
errori.
autore,
sarebbero
Le
lettere
sopra
sei
che
senza difficolt
disserta-
cominciano
in
una
il
vasta e vivace
nella
vuol
mondo
ma non
perci
meno da lamentare
il
Pasqua di Dante, Halle, 1849). Oltre l'errore che nel sistema mondiale tolemaico dantesco suppone due
invece di uno, riesce strana
la
cieli cristallini
confusione
conosciuto
(colpa,
Giustiniano.
fUr literarische unterhaslunfi, n. 2, 10 Gennaio 1856, Studi germanici sopra Dante, articolo riportato nello
Spettai, fir. 1856. u. 18. - Lo Schlosser sotto il suo ritratto non seppe trovare motto migliore che versi del divino
i
poeta
Ilo io
s' io
ridico, -
molti
fia
savor
di forte
agrume;
vita
E s'io
Temo
di perder
questo
tempo chiameranno
Dissertazione
quale espone
varie
opinioni
del
XIV
secolo intorno alla questione dei confini dell'autorit ponlilicia e delle relazioni
tra l'impero e
scrittori
il
pontificalo,
tenendo
confronto
quattro
principalissimi,
cio
Dante
697
di
offrono le fondamenta.
Marsilio d Padova,
1838, seguace
somma
scrittore
l'amore
dell'
procacci
nome
di defensor pacis.
vescovo
di
Bamberga
(m. 1362),
cui
esame storico-legale
gi da Marsilio
del pontefice,
ne
dell'
di deposizione.
l'avv.
cui scrisse
notissimo
del .medio-evo,
nesi, a
al
nuovamente propugnata dai pontefici Avignomalgrado dei contrasti gravi cui essa and incontro tempo di Bonifazio Vili, risulta maggiormente dal conciso
delle idee dei predetti scrittori. - A.
esame
(In
ReumonL
Streckfuss Karl,
Germanica ab eodem confecta versione, 1840.) YoGEL VON A'OLGESTEiN Carl, Die JJauptmomente aus Goethe' s Faust Dante' s Divina Commedia und Yir(jiV s Aeneis. Bidlich darqesteUt und nach ihrem innern Zusamlaenhange erldutert, (I momenti principali del Fausto di Goethe, della divina Comedia e dell' Eneide, raffigurati ed illustrati secondo l' interna loro connessione.) Monaco, 1862, con tre
tavole
in
fol.
di
Sassonia,
anni fa a
Roma
suoi
pensieri
si
il
sulla
divina
illustrazione di
tico,
un quadro che
I.
eseguito per S. A.
R.
granduca Leopoldo
l'
istesso argo-
mento, s'ingegna a spiegare la parte allegorica dei tre grandi poemi dell' antichit, del medio-evo e dell' et
i
moderna.
eodem parata
div.
Comoediae,
()98
Sono
Il
di
Prolegomeni
Comedia.
al
La divina Comedia e la sua intenzione - Osservazioni intorno tempo in cui probabilmente stala dettala la Divina Comedia, alla lingua, alla verseggiatura, al testo ed alla
di lui critica.
Wegele Franz X.
in quella di Erbipoli -
(Vita ed opere di
-) Dante' s Leben und Werhe. Dante nella loro connessione colla Storia dell' incivilimento.) Iena, Mauke, 1852. Fu pubblicato in Jena un ottimo libro sopra la \Ua e
Wiirzburg.
le
il
poeta all'altezza
degli scrittori
dei
problemi
storici,
versit
Tout rcemment M. Franz Wegele, professeur l'unid'Jna dans la Ve et les ouvres de Dante, s'est attach surtout recomposer l'histoire intrieure du grand pote florentin ... M. Wegele ne vot chez Alighieri que le lgislateur polilique et mystique du moyen gc... La Divine Comdie, selon l'historien allemand, en mme lemps qu'elle est une prdicalion du gibelinisme idal, contieni aussl l'expos symbolique des diffrenles phases par lesquelles a passe l'me du pote. Cette histoire spiriluelle de Danle est indique par fragmens dans ses produclions anlrieures.
la
lei,
la science, la poli-
l'amour illuminent
la Vie
nouvelle,
la
la polilique est le
sujel
du De Monarchia,
polilique,
une synthse harmonieuse. Ce travail qui s'est fall ctivemenl dans son me. Dante n'en avait pas le
e' lait
la
crilique
de
le
mettre
en
lumire,
et
MM.
Le
pome
d'Alllghieri,
dans
son
inspiralion
la fols le
et le
jugement de
la
chrlient
au nom
de cet
ordre
providenliel construil
699
Un
poser avec VEnfer el le Purgatoire le code penai d'Allighieri, code compiei, o se relrouvenl la fois le droit romain, le droit canon el le droil germanique du moyen ge. Cesi
M. Wegele qui a
historien
eii
celle ide.
lei
Il
esl fcheux.
que
le
doclc
germanique tieni plus de place dans la Divine Comdie que le droil canon et le droil romain. Cesi prcisment le conlraire quieslvrai; l'originalil du droil germanique en malire pnale esl de punir la faute pour la faute elle-mme, landis que le droil romain se proccupe surtout des crimes commis contre l'lal, el le droit canon, des infraclions aux lois de l'glise. Dante, avec son inflexible logique, rserve ses plus crucis clilimens aux ennemis
le
la
en
droit
de l'glise el de l'empire;
il
jlislice
Comment M. Wegele
aprs l'avoir
si
a-l-il
mconnu
ici le
syslme du pole
Sa libre dislribulion
triomphe de la justice chrlienne. La conscience du coupable esl mise nu, et plus il lail place
le
ha ut dans
lui
la
la
Polnl de
mnagemens
pour
grands de ce monde
\...
Saint-Rei Taillandier.
WisMAYR .losEPH, Dante Allighieri (nach seinem Leben und lillerarischem Wirken. - In ejusdem opere Pantheon
Jtaliens,
Il
Miinchen, 1815.)
Cons.
Wismayr non
solo
ci
diede
ma
Comedia
in cui a giudizio di
un dotto
i
critico,
chiarezza
ci
rappresenta
sola parte,
non
di
una
ma
ini.
poema, l'Aleraagna
la sublimit.
WiTTE Karl,
neirUniversil
d
Cons.
Halle,
di
giustizia
lreslavia.
e prof, di diritto
)
gi
//
terzo Canto
1826.
l'ebcr Dante, IS'eu bearbitet.
700
i8BL (In questo libro prende pi copiosamente a sviluppare il suo sistema che fin dal 1824 avea esposto neW Hermes Rivista letteraria, pubblicata dal
trattazione.) Breslau, Pelz,
Brockhaus a
Lipsia.
Wilte,
Leipzig,
Quando
Lettera a
da chi
Comenlo a
(conosciuto per
Seymour Kirkup, pittore inglese a Firenze, 1' amore eh' egli porla a Dante bei e per
i
lui,
di cui
molti compariranno
in luce
nell'edizione
dell'Inferno da
ad esame
fatti e
le
e di quello attribuito
osservazioni sulF autore, e sulla data dell' Ottimo Gomento, tengon dietro alcune aggiunte e correzioni al primo Volume della Bibliografia Dantesca del medesimo Colomb de
Batines.
pubblicazioni
te,
di
Germania che
nella
di
altri paesi
sopra Danprussiana,
vedi A.
Reumont
Gazzetta
di Stato
Eklogen, ubersetzt
1842.
und
Giornale Blatter
fiir
Cento e pi correzioni
Minori
della Crusca da
un
1853.
701
(Dedicala
al
Re Giovanni
di
Sassonia) Lipsia,
Weigel, 185i.
Observationes de Dantis Epistola
nuncwpatoria ad
Canem Grandem de
Seti. 1855.)
la Scala, Ilalis.
(Dante e
opere
le
contenuto delle
Divina Comedia,
l'indepen-
soprattutto della
questioni
Italia,
cio
quali, o in
un punto o
nell'altro,
non consentono
lo
al
giudizio
del chiarissimo
autore,
riconosceranno
lui
studio
profondo del
la
sommo
n.
poeta e del di
158.
tempo, l'equit e
Archivio storico,
27
p.
AUujlierii
studioso,
Contiene
i)re
il
Le dolci rime d'amor che solca; stampalo gi nel libro del medesimo: De dicjnitatihus (Lipsia 1493). - Con epistola gratulatoria al
Bartolo intorno alla canzone di Dante:
eh.
prof, diritto e
commissario regio
AHighieri
trat-
Numerosi sono
in varj
lavori di Carlo
Witte sopra
l'
Di parecchie opere
temi
di
quest'argomento
a Lipsia,
egli
critica
khaus
stampata w^iW Uermes, giornale pubblicato da Broc1824, No. xxii, p. 134-166 - Dei due piti,
pag.
1.
mo
della Divina
della Lana. In un articolo sull'edizione Comedia procurata dagli Accademici della Crusca Becchi, ISiccolini, Capponi e Borghi (Fir. 1837), inserito
negli Annali
di
critica
scientifica Berlinesi,
i)fig.
038-656
702
sino a quei
procurata da L.
parl
nei
yUa A'uova, edizione di Pesaro 1829, Ferrucci, e (eV Ottimo edito da A. Torri,
(183:3,
medesimi Annali
No. 91-93]
articolo
in
nel
quale
comento
di
Ser Graziolo:
di
Y.
Tommaasco,
che
il
\d.
Ottobre.
si
Tenendo
sta dei
dietro
a lutto
quello
in
Italia
ed altrove
pubblicando sopra
Dante,
analisi
moderni
la
lavori,
let-
disamina del
De Monarchia e dell'epoca in cui venne composto; Vedi Arch. Star. llal. Append. voi. ix pag. 602-608.
M. Charles Witte, professeur de droit V universit de Halle, est certainement de tous les dantophiles de notre ge le plus fidlc sa religion ... M. Witte s'esl enferm
dans
sa cellule.
de V imitai ion de
douceur
plus.
Si
inlnie.
la sienne,
devenue
l'
si
vous
le
visilez
universit
Alighieri
fait
les
loules
les ditions
les
de 1472, loules
des, danoises,
duclions lalines, frangaises, espagnoles, anglaises, allemanhbraiques, tous les commentateurs depuis V Ottimo et Boccace jusqu'au livre public hier Florence ou Paris, Venise ou Berlin, en un mot tonte la lillralure dantsquc a t rassemble l par M. Witte avec l'exactitude d'un savant, et la pit d'un levile. On dirait le sancluaire du vieux pote. M. Witte est si profondment
initi
fini
per prendre
vers,
plaisir
aux
Uno prlode, un
Il
un mot
en ce
lui fourniraient
un lexte inpuisable.
s'
occupe
qu'il
moment
confronter,
la
manuscrits de
Divine Comdie,
ce
703
en fair?
Il
les
en familles,
WiUe
ne s'est
et personne, je le
comme
lui le lien
logique et lumlneux de
pense du pote travers ses iluctuations apparenles. Le syslme de M. Witte est adopt aujourd'hui par les premiers romanistes de l'Alemagne (moins Ruth) M. Auguste Kopisch, M. Franz Wegele, M.Sclilosser lui-mme sont entrs dans la voie qu'il a ouverte. Plusieurs critiques italiens, M. Piccliioni, M. Giuliani, d'autres encore, ont accueilli avi(lement les vues du professeur de Halle, et les ont prepages
;
parmi
les leltrs
de
la
pninsule.
Il
y a
tout un v-
uement litlraire. Qu'a dono fait M. Witte? Avant Fauriel et Ozanam, M, Witte a prouv que les Opere Minori de
Dante, de
la
la
Divine Comdie, et que ces trois ouvrages, y regarder de prs, composent un lout Ce n'est pas l
le seul intrt
que
de
prsenlent
les
Opere Minori;
oli
la
Yila
Nuova
lui
et le
Convito
sont pour
une srie
le travail
mmoires intimes
les
Avant
sous
quand
il
se
battait
ou
d"
drapeau des guelfes? Obissait-il sa conviction implacables rancunes quand il passait dans le camp
.
Avec une
M.
son
morale qui
le critique,
e' est l
pense de Dante;
la
Vie ei
(Buvres de Dante,
s'est attach
surtout recomposer
Ihistoire
et
intrieure du grand pole florentin. MM. Witte Wegele ont obtenu d'importans rsultals; les voici en
n'a pas
Saint-lkn TaHlandier.
704
Di Enrico di Lusscmbiir;;o.
vlla del poela, e
si
Enrico
di
Lussemburgo,
lanli
dura
falica a
comprendere che
Co-
di collocare quella
singolare
due ultimi
tipi di
ma
in
massima
la
comprendere
a affron-
r AUigliieri e
to.
di porli
una forma: il moderatore d'Italia che invocava nel Convito nella Monarchia, l'uomo ch'ei collocher nelle pi
il
grande En-
Tra
VII Imp.
obiit.
Gran-Maestro delle cerimonie. Consigliere intimo e Storiografo di Prussia sotto il re di Federigo Guglielmo 1 La
:
vita di Arrigo
VII,
1819.
Geschichte
des
I.
Jahrhundert.
Storia
deli'
XIY
insigne
dotto
storico
di
pubblicista,
-
tutto per
tempo
Arrigo MI.
Mailer
De
Vita
Henrici
MI
18i28. -
Barthold F. W.
Posnania)
(il
zelburg
2 Voi. litica
re Arrigo
E
2."
il
1".
d'Italia,
il
della Casa
i
Svevia
fino
al
1308:
Arrigo
3.^
Germania, e
dizione;
in
L'arrivo del re in
fino al
Italia,
il
Lombardia
Maggio 1311:
il
4.",
La continuazione Genova,
e
il
1312;
5.",
Il
l'incoronazione a Roma,
invernale a
l'assedio di Firenze,
lino
al
campo
final-
Monte Imperiale,
Marzo 1313;
70i)
mente
berto,
il
6.^
la
il
morte
Imperatore,
e
la
cui
fanno seguito
di
le -
battaglia
Montecatini.
Ada
liomanorum,
et
monumenta quaedam
;
nunc
primum
luci dedit
(colle
legazioni e
Ada
varii
documenti
niges
Imperatore. - Don-
XIV,
dall'
in 8. -
Bolimer
inde
J.
Fr., Regesla
atque Imperatorum
inde ab anno
romanorum
Conrado
1.
Uegesta
Impera
Kopp
J.
Zi'.,
scine Zeil.
Kopp
J. E.,
worden. (L'ImpeJ.
Arrigo VII
E.,
Urhunden aus
Arrigo VII.)
-
Pisa. (Documenti,
manici a Francoforte
particolare
VOL.
Francoforte,
la
1858.
storia
43
Di
importanza
11.
questa opera
della
706
BIBLIOGRAFIA
DAMESCA ALEMANNA.
Baldovino,
Geschichle
del
Lussemburghese.
Ostreich
Zur
Vii.
des. ieuschen
(Saggio sulla storia dell'Impero germanico sotto Arrigo VII Imperatore, - Rossel, 1855, Programma Scolaslico.) - Wyss
di
Graf Wernhcr von Uomberg ecc. Homberg, capitano generale imperiale tempo di Arrigo YII.) Zurigo, 1860.
G. voti.
(11
co.
Guarnieri
al
in
Lombardia
E da
dell'
tenersi
antica maest
politica
impero pronunzia
il
Prus-
modo
pi esplicito, contraddice
vedute
alla storia
ttolo:
Baldcwin von Lutzelburg, Erzbischof und Kurfurst von Trier, von Al. Domnicus. (Baldovino di Lussemburgo,
in 8.;
mia
di
scienze
di
Monaco.
lui
(Nell'Archivio provinciale di
Coblenza esiste
la raccolta dei
documenti spettanti
fatti
al
goe
di
verno
di
Baldovino, da
di 73 disegni
rappresentanti
Anche
gesta del
il
ci
promise
toscane.
le
Redi
1.
inediti
Arrigo
VII
Universit
Voi.
Pisa, 1843.)
e di alcune
memorie
Cam-
pidoglio di
Roma,
Neue rmische
Briefe,
1.
150, 210. -
Di Fra Dolcino.
Patarener
;
di$
historische
aus
den
piemontesischen
Religionskriegen. Mil kirchen-cultur-und rechtsgeschichtlichen Erlduterungen nach Originalquellen. (Fra Dolcino e 1 Palareni, Episodio storico della guerra di religione nel Pie-
"07
dello
sulla
Storia Ecclesiastica,
pubblicato sopra
-Opera composta principalmente coli' aiuto del libro Fra Dolcino dal prof. G. Baggiolini Vercellese,
F.,
Meinungen
e Dolcino,
eiies
un entusiasta
e di
un
filosofo.)
Di Celestino V.
oder Papst Colestn
Ne' piccoli
scritti
scrisse
il
Conz
e. P.,
V. (Pier
nifacius Vili
Di Bonifacio VIIJ. - Ilofler Const ,Ruckblck auf P.Bound die Lileratur seiner Geschichte ecc. (Occhiata
la
Accademia
delle
scienze
di
Monaco;
Geschichte
2. voi.
Xo.Wll.)- Drumann
W.,
in
Roma
negli
ingegnato di produrre
un quadro generale dell'azione esercitata dalla Santa sede sul mondo Cristiano verso il principio del Trecento. (V.
Lilerarisches Centralblatt, 1852, N. 38.) - La storia del Pontilcato
di
Bonifacio
Vili
del
P.
Luiffi
Tosti,
Cassinese,
und
ciner Zeit.
Aus
des
man.
- Inf.
scienze religiose di
x\vii.22; Purg. x\. 86, 80. - Negli Annali delle Roma, XI. 257-281. - Bonifazio Vili e
1840.)
Anche
si
708
il il
il
il
Juclier
(Lipsia,
1750);
\ il
Baumer
il
(Stultgarda,
1843-55,
Wolf
(Berlino, 1860).
of the
fth
Canto of
verso
i
dall'
Ab. Federici
e
di
di
Milano e che
ha tanto occupalo
ripresa dal Barlow.
critici
d' Italia
Alemagna venne
and vindication and how
Francesca da Rimini.
7/
ler lament
qran
rifiuto.
What
it
it,
Three of
Il
et co. 60 Paternoster
Row,
Barlow confutando l'opinione comune, riconosce in eoA che fece il gran rifiuto non gi Celestino V ma Vieri
de' Cerchi
l'
capo
di parte
bianca
in
Firenze
ai
lempi
del-
Allighierl;
Co. Ugolino
from
id.
London, id. 1862. The Young King and Bertrand de Born, London,
le
1862.
M. Barlow a tudi
la finesse
709
un
Il
uu Allemaiid.
- Saint-Ren
Taillandier.
blicato
visit
un lavoro,
in
cui
prende
a mostrare
che Dante
r Inghilterra, Londra, l'universit di Oxford, ecc. Ed ei francheggia la sua opinione coli' autorit del Boccaccio, che in alcuni versi latini indirizzati al Petrarca, con una
copia del poema, riferisce che Dante
Inghilterra
:
si
rec a Parigi e in
cui
Parisios
aggiunge pur quella di Fra Giovanni di Serravalle che scrisse Dante se in juventule dedit omnibus ariibus lberalibus, sludens cas Paduae, Bononiae, dcmum Oxoniis
autorit
:
[Oxford]
presso
ci
et Parisiis
ubi
fecit
Apri-
dalla famosa
tiene pi importanti
Codice segnato
108,
97,
di tre
numeri
-
103,
106,
ci
107,
Codici 109,
103, 9o,
e 46.
Egli
dei
lascia
da ultimo
sperare
uu catalogo accurato
si
Byuon Lord Giorgio, La Profezia di Dante. Quand'io partii da Venezia, Byron promise di visitarmi a Ravenna; la tomba di Dante, la classica pineta e le antiche reliquie erano
tassi
u
io lo invi-
venne nel Giugno 1819, e giunse a Ravenna il di della festa del Corpus Domini. Egli era privo de' suoi libri, de' suoi cavalli, di lutto quanto io
ed
egli tenesse l'invito. Egli
occupava a Venezia, ed
J5U
io lo
Dante. Colla
la
tanta poesia
colla
poesia della
le
queste linee e
e
dove
fu scritta,
e sotto l'inllusso
della pi nobile
pas?ione
cupalo
il
Dante e
710
Danto,
la
dell' Italia
inlclietluale, ed
esiglio,
scritti
I
doveva
alla
pro-
Byron non ha
poesia
le
della natura
o la
plastica
ma anche
il
il
malinconie
della
di
storiai
In
questa
Profeza
pensiero
predominante
Byron
Quando
giungono
sulle labbra
gli
nomi
di Petrarca, di
Torquato, di
Michelangelo,
le
pensiero italiano,
l'altra storia glo-
d'un
Italia ideale, e ud
questo grido
di
che dimandano
la patria,
come
le
que-
Cesare
in sogno patriam camantes- Crepuscolo, 1846, p. 468. Bruge Wuyte, Examen et traduction anglaise de pleusieurs
1841.)
Carlile John,
Thomas
Carlyle
a place
le
Florentin
dans ce
petit
groupe de'hrosquireprsentent pour lui l'histoire entire du monde, entre les prophtes et les prtres, le pote de
la
me
Divine Comdie est dessin et peint en traits de fiam... En Angleterre, M. Thomas Carlyle, M. Cary, M. Barvoil les
low
hommes
le
Que de scnes, que du vieil Alighieri de paysages, que de portraits inspirs par cette unique pense et dvelopps avec une varit incomparablel On ne tlent compte ordinairement que d' un petit nombrc d'l'intelligence
711
pisodes
Carlyle a
lrt
du Purgatoire et du Paradis, aussi bien que de VEnfer, e' est la passion du pole qui y clate sous maintes formes; il y a l une tne qui souffre, qui prie, qui jelle des dairs. Ne la perdoiis pas de vue, et nous comprendrons mieux
la
sublimile de
ses
conceptions.
Satires
impitoyables et
signification
mystiques ravissemens,
plus prcise.
critique,
L'harmonie de son oeuvre, retrouve par la donne une valeur inaltendue toutes les parlies
qui
la composent. Saint-Ren Jae7/an(/<?r. - Y. p. 529. Croos Maurice. Sludo su Dante - Nel Giornale Selections fromthe Endiburgh Review, London, Longman, 1833.
CuuRCH W. Essai su Dante, London, 18o3. Dante by R. W. Cliurch M. A. late fellow of Orici College Oxford, London, 1854. La teologia metafisica di Dante, secondo il Churcli, sta
tutta tra
il
platonismo cristiano
scuola
italiana.
di S.
Agostino e
egli
il
realismo
pratico della
idee e
i
Toglieva
dal
primo
le
sua poesia,
e le cose create,
sebbene tempeil
secondo
dalle speculazioni nelle incomprensibili regioni del e d'ogni dubbio posto oltre
i
dogma,
studiare
nell'Allighieri
queste due
disposizioni
che
si
contempcravano con
realit e V idealit.
della vita
Il
la
su Dante,
nella storia
come uomo
politico
come
scrittore,
entra
del iMedio-Evo,
parla
delle
fazioni
di
che dalla
Dante travasensi
fa
gliarono
Italia,
Nuova
e della
il
dei molteplici
grande poema,
cenno de' materiali somministratigli dalla Bibbia, dal Nuovo Testamento, dai riti, dalla poesia vivente della Chiesa e
che
pur conferirono
alla
creazione
dantesca,
ed indagai
712
poeta a vestire
il
Sig.
Curch
il
poema
di
primo
poema cristiano, che inizi la nuova letteratura europea, come quello di Omero inizi quella di Grecia e di Roma esso rivel la prima volta all'Europa cristiana e moderna
;
che aver
dovea
una letteratura
spontanea,
una
lette-
per fermo
con-
Garrow
fjcther
Joseph,
Tlie
early
in
li f
Le
Monnier, 1846.
Le dernier traducteur
anglais, M.
J.
Garrow, a t plus
life. -
Sanit-Ren Tail-
landier.
Griffin Edmond,
of the
Criticism of
Edmund
Griffin,
American
Israeli
... The origine of Dantes Inferno. ( A second Series of curiosites of literatiire.) London, Murray, 1823.
Questo articolo
si
riferisce
alla
visione
d'Alberico, 8
massimamente a quella di Carlo il Grosso. IIallam F, Arthur Henry, Rcmains in verse and
1843.
prose^
non qual mito della fantasia del poeta. Landor Savage W. Dante and Beatrice. (Articolo inserito nel IJoods Magazine) for March, London, Renshaw, 1845 (e riprodotto nel Th London and Paris Ohserver^ 1845. p.
esistito se
186-187.)
Sopra Dante.
London, 1837.
)
713
Purgatorio,
Summary
in
prose of the
Inferno,
tersificd,
and Paradiso, Wth comments Iroughout, occasionai passages and a criticai ISotice of the authof s life and genius, London Chapman, 1845.
la
Stories
from
spirilo catlolico di
Venne tradotto
dall'inglese
xxx-246
fac.
Dante's Canzoniere including the poems of the \ita ?\ova and Convito, London, Molini, 1835, 1842.
MartIxN T.,
The
Vita JSiiova
JSotes,
of Dante,
translated with
an Inlroduction and
Rossetti
d'
London, 1861.
italian
D. G.,
The early
Poets
from
Cullo
Dante Alighieri in the originai metres logethcr with Dante's Vita i\uova translated, London 18i)l.
to
Alcamo
SiMPsoN Leonardo, The liierature of Italy, Taillandier, lo chiama un rudit estimable.-M. Lonard Francis Smpson a essay lui aussi, une analyse, dtaille
11
du pome de Dante. Son travail bien moins tendu qae col ni de Lamennais embrass d' une vue moins haute, noiirri d' une science bien moins varice, est cependant une a^uvre
consciencieuse et d'utile emplai. E. D. Forgues.
Yernon-Warren Giorgio Giovanni. Lord Vernon uno de' pi appassionati ammiratori del nostro grande poeta, cultore zelantissimo e promotore generoso dogli studi danteschi. Se l'Italia ha per le stampe il Comcnto di Pietro AlUghieri, le Chiose sopra Dante, il
Comento alla
merito,
di Autore Anonimo,
lui
le
solo se ne debve
ci
e dal canto nostro una devota riconoscenza. Ki dava inoltre una magnifica edizione delle quattro stampe principi della Divina Comedia (1858); e da lui pure attendiamo una novissima edizione del poema immortale, con
ricchissime illustrazioni.
Wright Thomas,
the legends
St Patricli's Purgatory
an Essay on
of Purgatory, Hell, and Paradise, current duriny the middle Ages^ London, RusseH Snilh 1844.
714
BIBLIOGRAFIA DANTESCA
INGLESE.
lo studio
11
e utile,
a consultare per
poe-
ma
di
in
bella luce
dalla
Revue de
CODICI PI ILLUSTRI
DELLA DIVINA COMEDIA
87 Codici
Firenze. - L.aurcnzBana. - La Laurenziana va ricca di ben 50 del sec XIV 37 del XV. - Parecchi prendono il nome onde vennero, cio di S. Croce, Gaddiani, Tempiani, Strozziani, Mediceo-Palatiniy Acquistati, Della Badia di Firenze, della Ss. Annunziala. Illustratore ne fu il Bandin.
;
insigni:
il
Codice cartaceo di
S. Croce,
XIV,
di
212 pagine,
grandi
ed ottimamente conservato.
nali,
Ha pure alcune
assai
:
Postille
margi-
interlineari assai
numee
rose.
detta
del
fatines
il
prezioso.
Di questo
Witte
x il
Dionisi lo preferiva,
gli
altri.
Per ben
due volte presenta la data del 1343. L'una di esse si leggeva sull'antica coperta del Mss., ma senza dubbio di piano assai pi moderna, e dovrebb' esser aggiunta dopo ia morte di Fra Tebaldo della Casa, il quale almeno nel 1406 era ancor vivente. L'altra, posta nel fine dell'opera,
completa
in festo S. Ainae
pulsus
est,
mano
del copista.
N pu
r)
soprascritta
dell'antica
Villani,
mano
di
Messer Filippo
(Secondo il Witte, non di Filippo Villani, il Comentatore, che visse SHioall405, ma di Filippo fratello degli storici che si trova ricordato in un contratto del 23 Maggio 1343, e nel 1324 fu de' Signori di Firenze.) Il Witte si attenne
sovrattutto alV autorit preponderante di questo Codice per
la
Io 8on
715
il
lavoro,
ora occupano
K
di
altrove: Per la correzione del testo e pel carattere primitivo delie lezioni nessuno supera anzi agguaglia
Filipi^o Villani.
il
Mss.
Manni nel mese di settembre, e dopo la mia partenza con iscrupolosit non minore fu condotto a termine dall'accuratissimo Sig. G.B. Uccelli. - Il Tempiano 3Iar/rfiore, la Divina Comedia, bellissimo Codice membranaceo, in foglio grande, della fine
nco
nel del secolo XIV, legato alla Laurenziana dal
di antica lezione, e
Marchese Tempi,
Il
adorno
di
vaghissime miniature.
gli
Ba-
possano essere
agguagliati.
taggio per
di
la
sua edizione
Firenze.
Le
principali varianti
questo
Codice, dice
Witte,
si
vuole aggiustare
la
Al giorno d'oggi tutti concordano a leggere nelle sottoscritte del Purgatorio e del Paradiso 1398 invece di 1328. Anche
il
elei
testi
pi corretti
La Divina Comedia
),
Ottimo
bel
di
175 carte, in carattere tondo mezzo gotico, di bellissima lettera e ottimamente conservato. Questo prezioso Codice fu spogliato dal Perazzini nel 1789,
e consultato dagli editori dell'incora. - La Divina Comedia,
col
Comento
XV,
di
carattere mezzo
che
il
Mehus propone
modello
di
una
Comedia
del secolo
XV,
di
di
ricchi
C. x del Paradiso)
stanno
716
in
C
rosse
imo de' pi belli che si possano vedere. - Il Wiile annovera Ira Codici pi correlli il Gaddiano, (Plul. xc. Sup., n. cxxv) scritto da Francesco di Ser Nardi nel 15i7, ma mancante di un quarto circa
i
del
Conta 35 Co-
14 del secolo
XIV
20 del XY, ed
XVI: parecchi
le vennero dai Conventi di S. Marco e delia Ss. Annunziala. La Crusca si serv dei Codici La divina Comedia (Palch. i. n. 42; ci. vii, n. 1330); La divina Comedia, con Annotazioni (Palch. I. n. 30; ci. vii. n. 1233 \ e del Giraldi per la com:
Notevolissimo e veramente
la divina
i.
magnifico
Comedia, col
in
foglio,
del principio
del
secolo
in
XV,
per
la bellezza
del carattere
mezzo gotico
in
significati
Oltre V Aecademia
il
se ne serv
il
Becchi per
il
testo
la
della
sua
Bernardoni per
sua lettera
sopra
dici
le
varie Lezioni della Divina Comedia. Molti de' Coillustrati dal Follini.
Magliabecchiani furono
Riccardiana.
19 del XVI. Il
Ha 36
Codici;
la
Becchi per
sua edizione
La divina Comedia, n. 1025 (ii. ni. 361); La divina Comedia, n. 1027 di Dante, n. 1026 l' Inferno (il. 111. 359); La divina Comedia, n. 1031; che fu gi di Miserv dei Codici:
;
giovine; La divina Comedia, col 1004 (antic. n 239.) - V Accademia della Crusca de' Codici La divina Comedia con annotazioni latine, n. 1033 (0. J. xxiu); La divina Comedia, n. 1047
chelangelo Buonarolti
dell' Ottimo,
il
Comento
n.
(antic. n. 384);
L'Inferno
di
Dante,
col
Il
buona lezione
n.
il
Codice
n.
1024
(antic. n. 283)
ollimo
1025
(li. Hi.
D. C.
717
n.
1026
e se
ne valse
dice
ili
del
1837. -
n. 1046,
(Bai. 144),
ViUe,
porla
la
5()tloscrizione
Scrpto per
mano
Paolo Duccio
Tosi di
MCCCXXYIUl ad
lesli
allri
scrini
dallo
Paolo di
72oo, Bai.
(Milano,
errala,
Trivulz.
iN. 4.
Bai. 261)
questa
1421).
deve dire
1391),
le
oppure
ma
lezioni n:ioderrw
trovano numerose.
Palatina.
del secolo
il
la Palatina:
della
prima met
- Prezioso
XIV;
5 del
XV.
Codice PoQqiali,
divina
Comedia,
con Comento di
sec.
la
in foglio
della
XIV
sua
valse
per
edizione del 1807, e eh' egli non credeva posteriore del 1330.
Esso,
assieme
a'
261,
6o5,
177,
171),
la loro
Frammento
Palermo 180) che abbraccia 3240 versi, ossia 3/13 della divina Comedia. Il primo a conoscerne r importanza fy il Borghini, il quale, come si conosce dalla
pubblicazione recente del Gigli,
il
chiamandolo
il
Quinterno
testo
confront
pei
Canti
comenlalo nel 1337, con uao di quei del Cento, e con alcuni allri di minqre rilievo. Ultimamente il cav. Palermo, credendo riconoscervi il carattere del Petrarca lo stamp tutto intero con esattezza diplomatica nel li Voi. dei Mss. della
Palatina
dice
di
il
p.
715-880.
si
Witle, non
penna.
Il
Quinterno
al quale,
quantunque non
non
fosse ridono
718
C.
Altre Biblioteche private di Firenze. La Biblioteca Frullani possiede pure un buon Codice, di cui si servi il Becchi nella sua edizione del 1837; uno la Martelliana, col Comenlo italiano, detto il falso Boccaccio che fu consultato dagli Accademici della Crusca per la compilazione del loro Vocabolario; due di preziosi, a giudizio del Balines, la Biblioteca Kirhup. Anche quella di Lord Vernon vanta un Codice non senza pregio ed in cui il JSannucci not assai buone varianti. Le Biblioteche Baldovinetti, Ferroni^ Itinuccini, Vernaccia, ^^ozs/ posseggono Codici danteschi. Cortona. La Biblioteca dV Accademia- Etnisca vanta un prezioso Codice membranaceo in foglio della prima mela del secolo XIY con belle miniature. Fu spesso cosultato per le molte importantissime varianti che contiene. 11 Lo-
somma
disi
Di
il
questo Codice
lontane
cosi parla
di
il
Wittc.
Trovai
grande
molte
numero
delle varianti
di esse tanto
di
che non
mi bastava l'animo
rimastomi a
pie' di pagina.
postille. -
membranaceo
i
del sec.
Anche XV.
Siena.
ai
La Comunale ha
pi appartenenli
vi. 29,
ai
Conventi
parte
di Siena. Il
Codice segnalo
i.
l'Inferno
frati
e
l'
del Purgatorio,
di Siena,
che gi apparteneva
ed perci degno di
del-
Osservanza
comunemente
seguita,
gentemente esaminato. La ex Ducale Biblioteca Estense va ricca Modena. quali ottiene il vanto il membranaceo, in de' codici, di 7
XIV, N.
detto
per
la
sua rara
V Estense. La sua bellezza non si manifesta solo dalla scrittura, ma anche dalle pregevoli pitture che adornano questo insigne esemplare. Il testo pure stimabilissimo per la quasi perpetua bont della sua
eccellenza
fra gli altri,
719
lo
Il
Montfaucon
chiama
il
Ma
Witte
difficile,
un testo
per
di tali
che abbagliano
la loro
Ma
il
certamante non
Discorso sul
si
Testo,
LXX.
- 11
buon
e propriet.
le
Se ne serviva il suUodato signor Parenti per sue Annotazioni al Dizionario della lingua Italiana. Parma. - La Ducale parmense ha tre codici le varianti furono pubblicate dal signor Yiviani nella sua edizione udi;
codice
Piacenza. La Biblioteca Landi ha pure un membranaceo in fogl. del sec. XIV, le cui
Il
prezioso
varianti
furono riportate dal Sicca nella sua Rivista delle varie Lezioni della Divina Comedia.
IFitte lo dice corretto e di
non ostante
il
di alterazioni
progressive che
testo
Bergamo.
Un
ca Grumelli ed uno V Albani. Le varianti di questo ultimo furono riportate dal Sicca.
iHantoYa.
11
Parenti
ci
delle biblioteche
Bagno e Cavriani,
Cesari
il
per
le
pi con
la
lezione
volgata
ma non
antichissima,
non
sia esente
di
Ispaileggata da altro
buca
lesto.
720
D. C.
Milano.
fogl.
L' Ambrosiana.
li
codice
coli
membranaceo
e
in
nf.)
figure
miniature
dorale, secondo
per
la
sua
ediz. preziossimo e di
codice Bertoliniano.
Il
Catena
lo
del sec.
XIV.
All'
trasportato a Parigi,
si
11
come
lo
dimostra
il
che
vi
scritta:
Dihlothque
JSationale. -
Co-
dice
U Inferno
il
pi
conforme
buona lezione e pur consultato dal Yiviani iwW Codice N. D. DXXXIX. Pars In f. La Divina Comedia col comento di Jacopo della Lana, fatto da Anonimo: la milanese del 1804 facea pur uso di molte varianti
di
che vi
si
riscontrano.
Milano.
Batines
il
Brera.
Stupendamente
bello
chiama
il
La Divina Comedia,
Il
Bernardoni giovavasl del Codice N. A. F. XI, 131, L'Inferno il Purgatorio di Dante, per la sua lettera sopra le varie
lezioni della Divina Comedia.
la Trivulziana. Preziosissimo,
il
DI ben 22 Codlci va ricca ed uno dei pi antichi, secondo Batines, con data certa e perfettamente conservato, con
Milano.
Trivuiziana.
il
Codice membranaceo,
in foglio,
II).
XIV, e con miniature (N. ogni canto precede un breve argomento in prosa
sec.
met del
Ad
dal
scritto
in ottima lingua.
pubblicati
Viviani
dove reca pure un facsimile della scrittura di questo Codice. Quantunque, dice il Witte, questo Codice porli la data del 1337, puro
nella
di alterazioni progressive
che
il
testo
Per anch'agli lo giudica assai corretto e di pi primitiva lezione. - Sono pure importanti il Codice N. I, V Inferno e il Purgatorio di Dante,
del 300.
che appartenne
al pittore
C.
721
le
cui
varianti
Comedia ch'eseguiva
la
Il
Codice N. VII,
contenutevi,
pure
per
-
le
le
chiose
Dionisi:
Codice XIII,
la
la
va l'Ab. Viviani:
Codice, da
puti
me
uno
a penna del
sec.
XIV:
il
n.
italiani,
per
le
amatore e studioso
di Dante.
miiano
dell'
Archinto.
Di
Comento
delle facce
ammirano
di
di
molle leggiadrissime
miniature,
che se
non sono
Anche
Codici Archinti
furono consultati
dal
Padova.
Co-
vanto
il
n. ix.
la
Divina Comedia;
magnilico Codice membranaceo, in foglio, del secolo XIV, in bel carattere, con gran margine, adorno al principio di
ogni caria
di figure e
Codici patavini
furono consultati
dall'
Varianti pubblicate
dal Sicca nella sua Rivista delle varie lezioni della Divina
Comedia.
Treviso. membranaceo
chiaro
e
XIV,
a
di bellissimo carattere
regolare,
d' oro.
11
eccellente lezione
miniature alcune
Comento
postille
parole
riga, ed ora
sopra
margini,
u gi
in tutta l'opera,
ma
soltanto nell'Inferno.
si
Lo Scolari
nelle
lo ritiene
conservino
4C
Biblioteche italiane.
Voi.. H.
722
Il
C.
(tuttavia inediti)
ed
il
quanto
il
primo
sia
da preferirsi
al
secondo. -
11
Bonifazio
(L. YIII.)
che dal 1327 pose stanza a Treviso, e fu ascritta a quella nobilt 14 Giugno 1394 ), e vi si trattenne lino al 1350. (
Tra
le
altre
varianti
del codice
e.
trivigiano
v. 46-52.
ali,
mi piace
di
34
Quanto
In
si
mar non
mai
vele colali.
di vipistrello
movean da
elio.
Verona.
11
alla
Bi-
va adorno
di
miniature a pi colori
Fu consultato dal Yiviani. Il Sicca ne riport le Varianti. 11 P. Bartolommeo Sorio, p. dell' Oratorio, ha dettato alcune lezioni accademiche sul testo Compostriniano. PrCZiOSO il Codice gi Udine. Bartolinana.
M.*"
Dalla Torre,
vescovo
gli
di Adria,
il
da cui
Parenti,
venne
Viviani. il
Lampredi,
Foscolo ed
il
La
il
Witle, offusca
gli
encomiatori ed
persino
a farli
che suppongono recar pregiudizio all'aureola della quale vorrebbero incoronato il Codice da loro idolatrato. Ci non
ostante
il
non
il
pi autentico di
il
migliori,
di
modo che
11 testo del Codice da ritenersi di buona mano, ma il maggior suo difetto consiste nell' esser passato per le mani di persone che raschiando ed alterando, ne
fosse da rifarsi.
*723
Pu
dirsi
ch'esso rap-
quando
in
sostanza
poema
degli
Volgata gi era
in
17 Ottobre 1863,
p. 241.):
iNoi
siamo
di
molto tenuti
Certo
anteporre
il
celebre Bartoliniano
Udine
Sig. Witte.
dove r uno o V
ciampanelle,
1'
altro di essi, o
udinese solca
solo vale
sicch quasi
(
quasi
quattro Codici
il
S. Croce,
Vero che
Witte mostra
Yi-
ma
il
ha per nessuna ragione di supporre che artatamente abbia alterato il testo, che avea
vi
non
promesso
secolo
di
dare
sol
correggendo
la
XIV decorato da
Il
tissimajezone.
La biblioteca
la
tempo
Il
in cui
famiglia
le
della Torre.
principali
Rivista.
varianti,
nella sua
S.Daniele del Friuli. - La Biblioteca Comunale posscdc un Codice membranaceo in foglio massimo del secolo Inferno e il Purgatorio di Dante, col Comento itaXI Y,
latino.
di
V edizione
questo Codice.
Dottissime sono
di
interlineari
ed in
margine, scritte
letterato
pugno
di IS'icol
Clarecini di Cividaie,
e giureconsulto
del
secolo
724
C.
Comedia del Codice Clarecini in confronto del Bartoliniano. Queste varianti furono riportate dal Sicca. Genova. - 11 Codce Baratta fu lodato dal Grassi per
le
molte varianti
liani se
di gran rilievo non pi notate. Il P. Giune giov per l'edizione de' suoi sludi Danteschi. -
Lodato pure dal Giuliani per la correzione del testo il Codice D. N.^ VII, La Divina Comedia illustrata co' Conienti
di Benedetto,
nel 1408,
che appartiene
sovrattutto
il
alla
Biblioteca del
Marchese Diira^zo;
ma
XXXYI,
la
Postille.
{Savona.
testo
carattere
semigotico.
11
varianti.
La Biblioteca dell' Universit ha tre Codici, pergamena, in 4.^ del secolo XIV, in carattere tondo, nitidissimo ed adorno di eleganti miniature
Torino.
in
uno
bellissima
a oro e colori,
altri
e di lettere
iniziali,
fregiate
a colori. Gli
ricca
di
20 Codici, lutti
che per
Copioso
di belle
CI. IX.
lezioni
;
quello al
di
n.*^
LIV
correttissimo
il
il
Codice
n.^XXX
Paradiso di Dante,
al
CI. IX.
XXXVII
di
n."
LV, La Divina
sopra
il
Decamerone.
Roma.
La Vaticana va ricca
9 del
il
di
ben 23 Codici; Vi
Dal luogo onde
Ottoboniani,
il
XV;
del
XYL
vennero prendono
nome
di Urbinati, Palatini,
Codice
con membrane
i
candidissime e con
titoli
larghi margini.
Ad
C.
725
XY
Bembo,
cui
pervenne con
altri
scritti del
14
Discorso
sul
LXIX.
pub-
che
si
mano
del Boccaccio, e
Il
PFtte
non
lo
vuole
n scritto
dal Boccaccio,
i
ne postillato dal
errori che vi
non pochi
altri
rilevati,
un
di
de' lati
un
testo quasi gi
immune da
ri-
L'importanza
sabile
la
confronto. - Bellissimo
N. 2358,
Codice
col
membranaceo Ottobonano
XIV, a 2 colonne,
di
La Divina Comedia
buona conservazione, Venne donato alla Vaticana da Benedetto XIV. - Veramente magnifico inoltre V Urbinate N." 365, La Divina Comedia, Codice membranaceo, in foglio, del secolo XV, in bel carattere tondo e mirabilmente conservato. il pi notabile, dice il Batines, se non forse il
di bella lettera e di
composto
210 carte.
primo,
tanto per
l'esecuzione calligrafica,
quanto per
le
con larghi margini, e ben proporzionate, ed splendidamente legato. Ha 110 grandi miniature, cio 41 nell'Inferno;
46 nel Purgatorio
;
Cod. N."
le
poesie
di
scritto in papiro
della Div.
Comedia
Tinaie,
mano
dalja
al
Bembo annot il giorno in che diede MDl, nel quale, come rilevasi
e
nota
20
giorni:
da Tito
di
nome
rus
726
Pclosellae),
C
Auff.
MDll. Questo Codice, dal cominciar del frontespizio sino air ultimo verso, conviene letteralmente colla slampa Aldina,
terminala pochi giorni dopo quel
ortografia,
si
i
2() di
Luglio. L'islessissima
Bembo
mezzo del lavoro, che foglio per foglio sar stato spedito da Reccano a Venezia. - Wilte. Di molti altri Codici vanno fornite le altre Biblioteche pubbliche e private di Roma. Secondo il Batines 3 ne conta la Casanatense; 12. la Corsinana; 3. V Angelica; 1. quella
del
l. la
Biblioteca del
1.
Collegio
Romano;
12.
la
1.
quella
De
col
di
Rossi;
Barberiniana, e molti
il
essi
notevoli
tra' quali
primeggia
Codice
n."
2192.
La Divina Comedia
Comento di Jacopo Della Lana, ottimamente scritto e buona conservazione, non che adorno di iniziali miniate a rabeschi ed oro. Il Sig. Rezzi dice che n' buona la
lezione e che merita di essere consultato. Caetani,
li
celebre testo
(Duca
del
di
Sermoneta
dice
anzi
il
Witte,
lo
non men
qualche
trassero
corretto
codice
di Berlino,
sorpassa
Da esso
del 1820.
romani
Anche
2 Codici
:
la
1.
Biblioteca
la Forlivese
;
dell'
3.
Universit
di Bologna
;
vanta
la
Perugina
2.
la Classense di
Ravenna (Y.
Cappi,
e Grandi,
2.
1847);
1. la
biblioteca
Gambalunga
poi
il
quella
di Foligno. - Prezioso
il
per
la
Codice
ma
che
si
pu
dire essere la
tis^imo
il
data
D.
727
potesse
prestar fede
alla
vi
si
ix. del
Purgatorio: Palmzanus de
Ma
la scritta di
questa nota
il
Marchese
Antaldi
la
giudico
a ragione aggiunta
da qualche falsario
scritti.
Il
WUte
lo
cattivi.
possed
le
la
Biblioteca gi
Borbonica
di Napoli,
ne hanno pure
biblioteche napoliIl
Codice del
Monastero
di
da Euslazio Di-
eearclieo. (P.
il
Ab.
buoni.
Un Codice pure
S. A'icol di
del
Monastero di
P. P. Benedettini di Monreale.
Dei Codici stranieri ricorder solo che la Biblioteca Imperiale di Parigi ne possed 32
Ferrari,
il
;
il
reggiano
pi prezioso
il
n.
IO Fonds de
Rserve,
in
La
divina Comedia,
in antichit
e che pu
anche gareggiare
merito e
coi pi celebrali
d'altre Biblioteche.
Non ha
il
dola certa,
ma
Apparteneva
alla Biblioteca
di
Pio \1,
quale portava speciale affetto a Dante e a questo pregiatissimo Codice il perch lo aveva preso seco nell' esigilo,
;
non
Il
I
morto,
fu
ma
le
piuttosto
magri.
mancano
lutti,
parole
non sono
sono delle vignette con figure vagamente miniale; miniale pure sono le lettere d'ogni Canio, ma grossamente, maiuscole
le
iniziali
d'ogni terzetto,
i
minuscole
le
altre.
Gji
Canti,
sera-
728
C.
del
buon
secolo.
Ha gran
-
copia
di varie
lezioni
Di
meravigliosa correzione lo slesso Ferrari chiama Foncls de Rscrve N.o 3 di buona lezione e dei
;
Codice
migliori
testo
il
della Biblioteca
il
6874;
ottimo per
la
bont
del
buonissima lettura, e tolto da un testo antico ed eccellente, con ortografia scrupolosamente corretta, costante
7764;
e di
ricco
di varianti,
il
J\\o 8,
purgata
Il
N. 7252.
fra
i
Witte pone
e
pregiatissimi per
somma
correzione
dopo
Tommaso
Rood
D.''
la lezione antica
e questo
eccellente testo
stato
pi volte
credo genuina.
Il
fiati nes
il
li
fa
ascendere a 187;
assai inesatta.
ma
Witte,
Non meno
altro
indicata
dall'Autore
slesso
206, 207, 208, 209, 210, 211, 212, 213, 214, 216, 217, 218, 471, 521, 536.
- Non la vide pur nei numeri 426, e 441 che sono identici col 418 e 435. - Oltre a questi sono da levarsi 5 Codici che non contengono che Conienti e forse
,22^
numeri: 121, 122, 133, 160, 161, 331, 340, 390; e 5 che
dirsi
Codici,
testi smarriti,
almeno
pel
momento, ed enumerati
i
dal
testi (192 (due) 193, (quasi tutti consultati dagli Accademici) 194, 195, 196, (tre) 198, 217,
(tre)
Batines in 17 Numeri
numero
ridotto
478.
Ma
anch'esso
non
esalto.
C.
729
pi codici:
e
il
85 ha 3
2 del Purgatorio,
Altri
due del
Paradiso;
il
ii.
manoscritti,
bench mentovati dal di Batines non ottennero da lui numerazioni: due trivulziani a p. 145; il Ferrarese, p. 211, e
un Codice del Dott. iSott di Winchester, p. 268. Altri finalmente rimasero sconosciuti a quel diligentissimo francese: (s'aggiunga dopo il n. 186 un Codice della Sig.'^ Marchesa Venturi ne' Ginori dopo il n. 220 un Codice di Pioppi in dopo il 256 un seCasentino, mentovato dal Sig. Barlow
;
;
il
opera tre
testi
tannico (registrati
posti in vendila
libraio Potier
di
e dal
Parigi;
di
e tre
Arnaldo Arnaldi
Codici cartacei
Pesaro.
Inoltre
sostituisca
ai
due
membranaceo
della
il
Biblioteca
Nazionale
Madrid.
Con
questi 20 Codici
numero
COJIEDIA
richiami.
Prima edizione, con data certa, e tenuta anteriore a quella di Jesi e di Mantova. - Raccomandasi essa non solo per la sua rarit, ma eziandio per
-
Rarissima.
la
fra le
primum
incipit
tonici hoc
730
veronensi):
e segnature:
senza cifre
Rarissima.
-
richiami
li
non ha che 91
fogli. -
lesto
Un
d
esemplare
conservato
nell'
Arcivescovile
Udine.
1472. Liber Dantis, impressus a
lJar/istro
Federico Vero-
nensi: (qiiartodecimo
edizione di Jesi,
e per rarit
indubbiamente avanza
la
ma
assai
scorretta.
Un
1473. Comincia
vidi
et
demeriti et
in fogl. pie. -
Debbesi
non ha data:
di
al
torno
-
quest'epoca,
argomenta bench
si
Balnes
le
le
assegni
il
1471.
In fine
del Purgatorio
leggono
felix.
M. V. si
che
un Giudeo
la
impedire
gione dedurre
(
questa
la
per cura
1477.
Incominciano
Cantiche della
Comedia di Dante
in fogl. picc. -
buona carta e
bei caratteri
la
romani
pi bella, a parere
diDibden,
epoca.
cedenti.
Anche
Witte
la
dice
meno
mezzo
fogl.
tipografica.
Il
Benvenuto
nel
comune assegnalo
il
zione, dice
La veneta del
D. C.
731
mette
soli'
occhio
la
mero
libera
de' codici
buoni
ma non
anlichisslmi,
trova pi
il
lettore
a prima vista.
1477-78. Dants Comocdia cum Comentariis, Meciolani^ edente Martino Paolo IS'dobeato ISovariemi, in fogl. - Rara, -
nome
La stampa della prima Cantica fu compiuta a' 27 Settembre li77; quella della seconda a' 22 novemb. 1477; della terza
nel 1478.
ommess
il
e.
xv
dell'Inferno,
ed
versi 118-
La
ISidobeatina, dice
Witte,
anteriore
in
cui curioso
il
titolo:
(f
Comincia
la
mata Inferno
Alighieri.
della
Comedia del
poeta
inclito
divo
altra
stampa pure
la
di
1512,
s'intitol
divino,
la
Comedia
Comedia
Della Magna,
con figure (30 Agosto). Prima edizione firentina veramente magnifica, e la sola, dice il Foscolo, procurala con alcun sentimento di critica, s perch il Landino era
e
uom
il
perch ad illustrare
poema ebbe
spese
ed
ci
vi
lunghissimo studio e
vigilie.
non corrispose
a fare
al lusso tipografico.
un lavoro veramente
critico
sembra essere stalo il Landino nella celebratissima slampa di Lorenzo Della Magna, riprodotta senza mutamenti essenziali
732
del secolo.
C.
il
Non
i
solo
ei
si
diede a spurgare
intrusi,
idiotismi che
di
copisti vi
aveano
piegando
lingua
Dante
al dialetto proprio,
ma
dubbio
di Parigi,
nella Palatina,
e Magliabecchiana di Firenze,
disegni a penna.
in
Prezioso
mai rarissimo
1'
esemplare
pergamena che
Rime
per la sua
vegga adoperala l'Ancora aldina, non per in lutti gli esemplari. - Nel sec. XVI, scrive Ottavio Gigli, si abbandon la lezione delle stampe del secolo XIV, in alcune delle quali era assai buona, per seguire con l'autorit di un gran nome, una lezione che si diede per ottima, e in fatto noi fu. La stampa di cui parlo, che fece s gran danno alla buona lezione del Poema, secondo opinione di molti, si conform ad una copia manoscritta del Bembo, ora fra codici vaticani num. 3197 (V. il codice indicato). Su questa fu cavata l'altra del 1315
correzione.
la
si
Dante,
col sito
et
forma
dell'
Inferno
MDXY,
nel mese
di Agosto in
al
in tal
modo
giu-
Cos ha
il
per vulgato
testo
che questo
ho
innanzi, e
mi
si
pu
dire
in altro
luogo dei
il
confronti dice:
che aumenta
sospizlone
dell'essere
a fantasia e secondo
de' moderni.
il
Ed
il
Witte:
le
pu dire
fondamento
di tutte
EDIZIOISI PRINCIPALI
DELLA D.C.
mezzo, e
735
di 3 secoli e
smo
al
giorno
ovvero
guasti che
fecero
posteri,
ma
il
il
si
sia
Bembo
pure
-
le
Questa
dalla Crusca
per
la
padovana
il
del 1727,
Accademici per
Il
la
quinta impressione del loro Vocabolario. lesto del 15, di cui parla, lutto
Borghini
ci
ha lasciato
postillato di sua
allegazioni di
mano, con alcune notevoli varianti, senza codici, e con altre chiose marginali che foraltri
propriet di lingua,
del
la storia
Dante
si
valse.
Questo esemplare
Borghini
ora
posseduto
dal
marchese
si
Commendatore
conserva inoltre
ultima pagina
perniano
di
Baccio Valori
si
lesti
migliori furono
due
Luca Martini, uno in carta pecora, e l' altro in carta bambagina. E Camillo Martini ci lasciava memoria, in un foglio trovatosi fra la carte del Borghini, che annoiarono
si
Magliabecchiana
Aldina del 1502,
cui vi
postillata
hanno qua
si
dove
lo per
me
direi
Dante
pi che uomo,
nel Purgatorio
mi pare un
La Trivulziana possiede un esemplare aldino con postille marginali di Sperone Speroni e di Alessandro Tassoni. Nel 1802 l'Aldina del 1502 fu esattamente e perfettamente
conlrafatla,
e credesi
734
Trolh.
-
C.
si
un Dialogo circa
(a'
il
forma
et
20
:
Agosto), in
la
8." -
precede un Cantico
Antonio
Manelti circa
al
sito,
pagnato da
lezioni.
dall'Aldina,
ma
Witte vuole abbia fondamento indipendente che per, malgrado questa independenza
di Dante Allighieri, con la
poco
le si
discosti.
1544.
La Comedia
nuova espo^
sizione di Alessandro
Rara.
- Edizione bellissima,
Questa edizione,
al testo
ritorna
dell
1555.
La Divina Comedia
di Dante di
vera lezione ridotta con l'aiuto di molti antichissimi esemplari, Venezia, Giolito, in 12.'' - Rara edizione ed elegantissima.
Quantunque
il
Dolce asseveri
di
di averla fatta
sopra
un'esemplare trascritto
mano d'un
figliuolo
di
Dante,
e per conseguenza d'avere in molti luoghi diligentissimamente emendato il testo, pure lascia desiderio di maggiore correzione. - Le varie lezioni registrate dal Dolce, dice il Witte, molte delle quali non sono che differenze di ortografia, sono in numero minore di 68, e derivano in gran parte,
non dal codice del preteso figlio stampe del Landino e del Vellutello.
di
Dante,
ma
dalle
ridotto alla
sua
vera
al
lettura
per Francesco
Sansovino,
il
Venezia,
Marchi
Sessa e
frat. in foglio. -
Dedic
Pontefice Pio V.
la
ne fu replicata
Ebbe grande credito a' suoi tempi, sicch slampa pure in Venezia negli anni la'S
C.
735
1505,
sempre
in foglio.
Su quest'ultima nominatamente
Spafjnuolo (pubblicato in
cadde
drid
la
censura
deW Incce
intorno
Ma-
r anno
1614)
si
ad alcuni
passi
del
comento
versi
Landiniano, e
di qualsiasi
i
stampa
8 e
'J;
si
nel G.
XIX
C. IX del Paradiso
M. Bernardino Daniello
del
Comento che
il
di
testo
ed
impresso
romani pi
piccoli.
In questa
edizione, dice
testo aldino,
Witte,
si
e per lo pi in meglio,
ma come
il
Daniello
uon dice donde abbia ricavato le sue varianti, s'ignora in quale conto esse sieno da tenersi. 1595. La Divina Comedia di Dante AlWfiiieri, nobile
fiorentino, ridotta
a miglior lezione
8.^'.
dafjli
Accademici della
Bastiano dei
le
Accademia
Rossi,
lo
della Crusca,
In ferrigno.
le principali
La prefazione
tra le cagioni
ragguaglia che
gli
prime e
che indussero
Actra
mano.
Si
dolgono anch'essi
e
di
aver trovalo
divino
poema
in
cos lacero
mal governo
e da' copiatori
e dalla stampa,
ed eziandio da' comentatori, che poco se ne potessero essa acconciamente servire, se prima non cercassero
sanarlo
in
di
Aggiungono
le
poi
di
averlo fatto
quali
modo che
i
ragioni
sopra
le
sono
palesi.
fondati
loro
Ma
assai diversamente,
Witte,
si
giudicato del
gli
editori del
il
far
meglio che
di ripetere letteralmente
mentrech
testo dello
si
vendica
i
tiranni
scaduti,
parere
edizione citata
736
erano
i
C.
mi sembra
il
di essere,
che invece
di ricostruire tutto di
pianta
poema,
si
contentarono
montano
esempi
troveranno moltissimi
bench sostenute dal consenso quasi unanime dei codici non furono, non dico adottate, ma nemmeno mentovate dal Rossi. Essa dunque cosa
di lezioni,
confrontarono veramente
la
si
che
lesto quei passi che ne credevano maggior parte delle lezioni che doveano aver osservate fu da essi soppressa. Cinquanta furono i
e in tal altro
la
pi degni, almeno
lesti consultati
per
I
la
correzione, anzi
si
essendoch
fra
libri
somministrati
i
da Luigi Alamanni e
si Il
II Testi.
lesti
da
lui confrontati
fatti
confrontare per
il
iii
e.
dell'Inferno
prova che
cipii
gli
renda per
di
ogni
agli
Accademici
del
gran
merito
aver
restituito
ma
essi
si
registrato
conceda nell'islesso tempo, il materiale critico da sui margini ed in fine del Volume essere
di
di
continuare
il
lavoro
da loro solamente comincialo. - Questa riputatissima ediz. caduta sventuratamente in mano di stampatore negligenlissimo,
riusc
zeppa
di errori,
e per
giunta
alla
derrata
1726-27.
ridotta
La Divina Comedia
lezione
di
Dante
AlWihieri
della
gi
a miglior
dagli Accademici
Crusca,
accresciuta
un doppio Rimario
3.
e di tre Indici,
Padova,
Cornino,
Voi.
in 8.^
Crusca giudicarono la del Manzani emendata e corretta. Pregiatissimi e pi volle Rimarli aggiunti dal Volpi. pubblicati sono gl'Indici ed
i
con
Cento e sassanla
errori,
cos
gli Editori,
notati
ch'erano
D. C.
737
siti
Manza ni abbiam
degli Autori
de' caratteri
si
sono aggiunti
ad esse contrassegni pi
ancora dove
si
esatti.
Abbiam
notato, (e supplito
finalmente
tavola
dell' autorit
si
sono accennate
s'
mancanze
de'
inconNella
Cominiana, dice
diligenza
il
ma
per di pi
espurgate
le
numerosissime mende,
in poi,
si
modo che
quasi
lutti,
che
si
volevano servire
nel
Cominiana.
Zatla
nel
Il
nel
1752,
Venturi
1732,
il
1757
riprodussero
)
fedelmente.
(V. Foscolo,
con una
breve
sufficiente
dichiarazione
decjli
antichi
Capurro,
la prima edizione col Comento Venturi, bench non se ne legga il nome, ed oggid divenuta rara. Vi ebbe pur parte il P. Fr. Antonio Zaccaria. L' editore G.B. Placidi dedicavala a Clemente XI. Se ne moltiplicarono le edizioni, ma la pi comendevole, ed in cui la dichiarazione si ridusse alla sua integrit si la veronese per Giuseppe
Berno, 1749, Voi.
Scipione Maffei.
1757-58.
annotazioni,
tulle
le
3,
in
8.^
e che
venne
intitolala al celebre
La
e
rami adornata
Venezia,
il
con
/'
agfiiunta di
in
4. -
altre opere,
Ani. Zatla,
Voi. 5
il
di
testo adottato,
meno
pochi cambiamenti,
S.
M. Elisabetla
La
VOL.
47
738
D. C.
3, in
4.'^
11
edizione Nidobeatina,
al dire del Foscolo,
altre discordavano
che dove le da essa, faceane pochissimo conto. Introdusse nel testo non poche felici emendazioni. - Il Lomil
bardi, scrive
Witte,
fu
il
anni
divina Comedia.
testo
ma non
esibisce
interamente.
all'
La Nido50 lezioni
Il
incirca
almeno degne
bardi
fine
d essere
prese in
considerazione.
Lomin
tavola
posta
le
Volume
altre
12
come
pregiabili.
Ma
altre
dall' essere
front per
questa
sua edizione
alcune
segnatamente quelle di Foligno e di Veneta di Vindelin da Spira del 1477, quella del Landino del 1481 e non pochi testi a penna delle librerie romane. I Godici, pi degli altri da lui esaminati, sono i Corsiniani. Inoltre si trovano delle lezioni prese da alcuni Codici
Vaticani (Caponi 266; Vaticano 3200, 2866, 3201 e Caponi
336.-Batines 322, 327, 312, 335, 336), due della Casanatense Cod. m. 5 (Batines, 344), 2 HI. 4 (Bat. 442); 2 di Casa
uno del Card. Garampi (Cod. nella Biblioteca Gambalunga di Rimini, Bat. 404); due del Card. Zelada, li quali sarebbero passati in. Ispagna. Non furono essi consultati a norma di un certo sistema critico, ma a caso ed a capriccio, dove qualche passo al Lombardi pareva dubbio o scabroso, ora l'uno ed ora l'altro. - Questa edizione venne accolta da applausi quasi unanimi. Veramente l'avere spurgato il lesto di Dante da non pochi errori particolari all'Aldina, ed ai mss. che le avean servito di fondamento, e da' numerosi capricci di Bastian de' Rossi un merito che si debbe riconoscere al P. Lombardi. Ma si avverta che nel medesimo tempo il nuovo editore, privo della scorta dei principi di una soda
Chigi, L. VII. 251, e L. VI. 212. (Bat. 379, 385),
crtica, sostitu assai di
739
cavala da'
ostante
testi
Ci non
qualche mutazione
men
essenziale
fu riprodotta sovente. -
dal de
Romanis
in 8. - V.
iVoiti
Edizione de
Yicenzo).
Romanis.
1795.
(Y.
La Div. Comedia di Dante, Parma, Bodoni, Voi. 3 in fol. reale. - Magnilca edizione, di cui furono tirati soli 130 esemplari numerati, 25 de' quali in fol. stragrande. Fu
eseguita sulle nuove lezioni procurate da Mons. Can. Giov. Jacopo de' Marchesi Dionisi, veronese, passionato ammiratore di Dante. osservabile quanto intorno al testo dionisiano
scrisse
Ugo
Foscolo:
proverbiando
gli
Accademici della
purissima,
lezione
ove brulicavano
;
in grazia
lui
e purch vi spiasse interpretazioni inaudite, a parevano modi originali di lingua degni della divinit
del poema.
anticaglie minute
contraddicendo sempre ad
ogni
uomo;
gli
umana
che mai
se.
altri
nemici
gli
abbiano attribuito,
poema
provocava
nato, imperterrito: e
pi lo credevano vittorioso,
di
quando
pochi
si
vocazione da
il Bodoni si una edizione
fatte dispute;
il
onde
tenne beato
splendida
quario.
:
di
lasciargli
emendare
il
testo di
i
sogni dell'anti-
Pur
aveva
in
Dionisi
li
riguardava e spianavali
critici
mille modi,
ci
gli altri
talor vi coglieva.
utili,
Scogli
richiam
della
poema di Dante,
Dionisi, cos'i
di
Codice
S. Croce,
740
D. C.
il
magpub6;**
da
lui
Bodoniani,
minore.
quella
ch'egli
chiama
della sua
propria
esperienza.
di
esserne ringraziato fu
AlUfjhier, illustrata
note
da L.
Portirelli, Milano,
ilal.
voi. 3. in 8.^ -
pre-
perch
al lettore sia
mag-
specialmente, in quella
dice
il
degli Accademici. -
Il
Portirelli,
Witte, prese a
modello
la
Lombardi avea approvato, ma di lezioni da esso trascurate... se il Lombardi rende un quarto della lezione Nidobeatina, il Portirelli ne d tre quarti ma non pi. Lo spoglio di varianti del Codice di Monte Cassino pubblicato dal P. Ab. Costanzo fino dal 1811 non pervenne alle mani del Portirelli che dopo terminata la stampa dell'Inferno. Egli lo mise a profitto per le due ultime Cantiche, e ne
edizione Nidobeatina che
di Saluzzo,
di
ed
l'esemd
C
ritolto
al
741
gli
venne
d'ordine
del governatore,
siccome
in
ivi
raccontato
C.
LXXX.
bene conservali. Essi portano sulla prima pagina la lrma Silvio Pellico di suo pugno. I margini del poema sono
e l segnati con linee a matita, di note a penna, po-
qua
lelter.
12 Marzo 1859.)
nng in
in
4.*^
La Divina Comedia con la versione tedesca, PenSassonia, a spese di Fr. Dienemann e Comp. voi. 3
del
Prof.
per cura
specie
di
Fernow, bibliotecario
in foglio
di Jenna.
Una
figure
Atlante,
bislungo,
contiene
39
incise dall'
Humel,
L'editore
ha seguito
lezione
Crusca, sull'edizione datane dal Zatta nel 1737, conferendola con quella del Lombardi. 1804-09.
Illustrazioni,
La Divina Comedia
di
Dante Allighieri,
con
Bella edizione, pubblicata per cura del prof. Giovanni Rosini, tirata in soli
in carta velina
di Francia,
ma
l'editore
si
giov
lezioni
che offrono
le
pi riputate edizioni:
Morghen.
1807.
La Divina Comedia,
ed accuratamente corredata
e comp.,
coi
Bodoniani, voi.
4, in 8." -
la correzione e nitidezza,
merc
di
Maria Luisa, Infanta di Spagna e Regina d'Etruria. adorna un ritratto di Dante inciso dal Morghen, e di un Piano
dell'Inferno,
secondo
il
Manetti.
La lezione adottata
prescegliere questo
la
Poggiali, ci
ha determinato
somma
perizia
742
accurata
di
C.
Aldina del 1402, e d'un gran numero antichi codici niss. presero a stabilire la pi plausibile
edizione
ha
fior
dal Poggiali
un suo
codice,
che
si
si
troal
11
va nella Palatina
1330,
di
Firenze
(Batines
163).
Sembra
a suo cre-
dere assai
comendablll ed atte ad Illustrare e migliorare molti luoghi del poema. Egli confessa per, aver rilevato da un pi diligente esame che, unite
alle migliori,
altre
gli
ve n'erano
inferiori
quelle
di
degli Accademici,
onde
In pie
notare
soltanto
di
me-
di particolare osservazione.
il
giudizio
1
De
Batines.
Il
non pochi
errori
che sfigurano
testo.
il
L'esame per
codice
di
Poggiali
migliori. -
Il
Postille alle
Rime
di
Guido Cavalcanti
e di
ci fa
sapere
di
avere
postillato di sua
della Dlv.
dal Poggiali
in Livorno, Yol.
Ma
si
dovette essere
lavoro,
al
come
quella,
stile,
acu
egli
ne' margini
e negl'i nterfogli^
la
maggior
gli
come
Un
altra copia della stessa edizione del Poggiali, con alcune brevi
postille autografe del Poggiali,
743
da Romualdo
11
1808.
Tolti,
La Divina Comedia,
ritrailo di Danle,
illustrata di note
3. in 18. gr. -
adorna del
1809.
(l
3. voi. in fol.
gr.
soli
72 esemcaria
plari,
bianca,
8 in
turchina, 2 in
distinta.
Venne essa
i
Ottavio Morali,
Giuseppe Bossi,
la
sparge
il
Il
Mussi, cos
di
Witte, accompagn
prese da un tempo era del
alcune varianti
in quel
testo delle
che fra
viso.
critici
Taccio
dell' ortografia
che
per
di
si
1
pu dire rozzissima,
ben molti errori che
ma
la
la stessa
lezione
si
del lesto
sfigurano,
conosce lavoro
Foscolo,
mostra quanto
volont
difelli;
perseverante
le
spesso a
compensare moUi
il
ed egli per
fra
pi benemerito
gli
il
cos
Ruga. Oltre alle varie lezioni del Codice Cassinese inserite a suo luogo sulla fede del P. Costanzo,
Prof.
vi troviamo alcune del codice Caelani, confrontate per la prima volta, bench un poco alla leggiera, dal Ruga. Forse
lesto,
non meno di CO di queste lezioni furono introdotte nel stampandole per per modo di contrassegno, in carattere corsivo. I confronti di non meno che 4 testi a penna somministrarono al do Romanis un buon numero di
la
3.*
Roma
1820
gi
al 1822.
Il
come
si
disse,
creduto scritto
744
Lo spoglio
Monti Perticari.
per
gii
Ma
il
de Romanis trascur
dell'Inferno,
e
profittarne
non mantenne H sacramento fatto dirlstam^arlo tutto infine delV opera. Ancora pi insufficienti sono le varianti estralte da un Codice Chigiano (Batines, 382). Vediamo nella Prefazione al Purultimi
14 canti
gatorio che
fece
il
dono
a
al
celebre ab. Fea che le avea notate tutte ne de Romanis. Ci non ostante esso non se ne
della
xv Canto
di
IF Cantica
gli
in poi,
la
modo
cita le
supplemento per
per
ultimi
lezioni di
poema.
gli
Ma
parimenti
52
Canti
1'
editore
romano non
lezione
di
nuove
comune, o quando s'accordava con gli altri famosi Codici che avea fin allora adoperato. Non sembra che termini nei quali il de Romanis crede dover riferire le varianti del 4 Codice (Angelico T. 6. 22,
Nidobeato o
la
i
estesi.
Egli
si
limita a
ed in alcuni luoghi
la
essere
stato impossibile di
non riformare
lezione di Nidobeato.
Un quinto Codice
ed ora passato
al
allora posseduto
da Milord Glembervic,
(N.
Museo britannico
10317
De Batines Con
maggior cura fu tutta nuovamente collazionala col Codice Caetani. Mentre l'edizione del 15 non ne recava nessuna variante, pei 3 primi canti dell'Inferno, qui ne troviamo 21. Anche questo per non basta di gran lunga. La nostra
edizione oltre all'aver adottate 22 lezioni del Codice Caetani
rifiutate dal
di questi 3 canti
non meno
di 31.
1817-19.
all'
Za Divina
per
la bellezza
Muzzi che
:
lo intitoil
quarto
C.
145
di
Volume
ricco
discernimento e dottrina.
parte intagli
Purgatorio,
e Francesco
tempi pi tardi, e taluni viventi, dettale con Luigi AdamoU invent e gran
le tavole delle
Cantiche
dell'
Inferno
e del
ISenci tutte
a'
lavoro
trascurato
si
si
nel
disegno
che
nell'
esecuzione,
ammirano spiegate
e rappresentale
da pittor valente
rigi,
le
Dondey-Dupr, 3
tissima edizione.
L'editore
giov
di
un
estratto
delle
Bellezze di Dante,
lavoro inedito
dell'Alfieri,
pubblic
nuove
varianti, tolte
11
raccomanda grandemente agli stuDante questa edizione, dicendola una guida sicura ed illuminata per chiunque desideri rendersi famigliare la maniera e lo stile del gran poeta. Venne anche lodata dal Monti. (V. Comenti parziali, Monti Vincenzo.) - Il Biagioli,
dal cav. Stuart.
Salfi
diosi d
cos
il
Witte, tolse
le varianti
da un Codice allora posseduto da Milord Stuart (Bai. 50); scelta che riesci assai scarsa di numero, e le poche lezioni
riportate nell'edizione parigina
giudizio
Biagioli,
del testo.
mamente contro
bench strenuo difensore degli Accademici, massisi allontan non troppo di il Lombardi,
Gamin
Parmeggiani,
Bella
edizione,
dovuta
alle
la
essa per
prima volta pubblicate 101 tavole dantesche, inventate ed intagliale nel 180G e 1807 da Giovan-Giacomo Macchiavelli, bolognese, morto in Roma nel 1811. Molta
vita
e grande maestria
nell' arte
profonda intelligenza
giudicate ancor pi
del
poema
si
e discorsi or
i
buoni or
come avviene,
dice
il
Foscolo, ove
suo-
746
nalori
all'
C.
orchestra
son parecchi,
l'
e niuno
fa
da maestro ed
alle dispute
utile a
chiunque attende
allo studio
pi che
note
zioni,
Comenti migliori, e
le
apposero
i
ai
margini,
si
che
versi
e le spiega-
onde
la
distrazioni.
1820.
La Divina Comedia,
i
traila
da un manoscritlo del
Dante, del Petrarca
a'
ritratti di
l'
impressione
23 Settembre
creduto autoal
copia
dire
Codice
tra
testi
Vaticano
villa,
restituito.
in
L'edizione
fu
eseguila
in
in
le
Roveta, piccola
Alpi, tra
i i
uno stremo
d' Italia,
mezzo
ed registrala
Baldassare
molta accuratezza.
P.
1822.
La Divina Comedia,
Padova,
tip.
col
Comento del
Ne furono
Fortunato Federici
1'
Giu^
seppe Maffei
correttissima
sopraintese
all'
delle
moderne.
dei
Veggonsi
Bottari,
in essa ristrette
poco
diverse opinioni
Dionisi,
Perazzini,
Strocchi,
Lampredi,
univer-
comento
il
l'
secolo ne
aveva
La lezione
trascelta, la Nidobeatina,
secondo l'edizioni romaoe del 1791 e del 1815, di alcuni pochi e leggeri mutamenti in fuori, suggeriti dal confronto
fatto
Poggiali,
Importantissime
aggiunsero.
la
sono pure
illustrazioni
che
le si
Fu
Men favorevolmente
giudica
C.
747
e
Foscolo.
Edizione
di
altra
la
mole,
d'altra tendenza
che non
direste intrapresa
a somministrare
contro;
penna buona coscienza degli editori, a' quali il lavoro torn fatto diverso da qHello che ei disegnavano, forse [lerch non aveano disegno veruno ne' materiali apparecversie,
e contro alla
Modestissimi editori
ei
sono a ogni
modo, da che
midi
in
inframmettono
Ma
se fossero andati
men
e
ti-
questo,
e pi guardinghi
la loro edizione
a ragunare tutto,
lutti, forse
che
e insieme pi utile.
il
vantano che
aver
della
fedelmente ristampato
ctilzione
passi,
testo
1'
apparalo critico
nel primo
che pochissimi
rono quell'apparato
nominatamente
quattro
penna
del
seminario
di
Padova, e riferirono le varie lezioni del Codice Estense mentovato dal Parenti nelle sue annotazioni ai Dizionario del
Cardinali. Confesso che quelle tante giunte e sopraggiunte
rendono un poco
di varianti,
difficile
Udine, Mattiuzzi,
rata e corretta
tip.
4,
in 8. -
Accu-
edizione,
dovuta
all'
ab. Quirico
Vvian,
Codice
li arto limano.
Antologia
dice
il
di
Firenze,
Voi. XVIII.
il
1/ edizione
udinese,
Witte,
continuando
il
lavoro
di
lesto del
poema
ben molte
dall'Aldo e dal
ma
si
trover che
lezioni
da esso
sostituitevi sieno
non
di
rado
di origin.e
secondaria e pi
scritto l'AUighieri.
Una
748
C.
testi a
edizione udinese.
Non
dice
dunque
il
lenne confronto
del
gli
sembrava aver
si
Insogno
di
qualche appoggio.
per questo
conosce
il
all'
esigenze critiche,
si
non
cita
mai
col Bartoliniano,
contenta
del-
osservazione generale
che
le
lezioni
suo testo.
1825. La stessa, Milano, Beltoni, Voi. 3, in
Edi-
moderna,
il
quale
si
pi celebri Comenti,
meno
con
Dei
sei
Volumi che
si
promettevano,
due
soli
se ne pub-
blicarono.
L^
pie.
Bella
piacque
di seguire
la lezione
degli Accademici,
con-
ferendola bens
Postille del
colle
recenti
lezioni
pi
accreditate.
Le
Tasso, poste
a pie' di pagina,
furono eslralte
da tre esemplari della divina Comedia che si assicurano da esso annotate, l'uno del Giolito, l'altro del Sessa 1564, il terzo di Pietro da Fino del 1568. 1830. La stessa, con note di Paolo Costa, da lui per
questa
all'
edizione
nuovamente
riviste
ed emendate,
Firenze,
insegna di Dante,
in 24.^ -
eseguila
Boufanti,
interamente
sulla milanese
con l'aggiunta di
"749
Flaxman ed
Il
adorna d 112
testo
copiato
dalla
padovana,
Si
serbandosi perfino
la stessa
aggiungono per
d
dall' edizione
Udine del 1823. 1832. La stessa, coi miqliori Conienti scelti, ordinati ed esposti da Gius. Bozzo, Palermo, Pedoni e Muratori, 3 Voi. in 12.*^ - Molte lodi ne fece il marchese Gargallo, raccomandandola specialmente come molto corretta. In essa fu adottato il testo della Crusca, e vi si aggiunsero varianti
tratte dai Codici pi riputati e dalle migliori edizioni.
1837. La stessa, col Comento del P. Pompeo Venturi, nuova edizione, a mir/lior lezione ridotta ed arricchita di
inedite postille da
Giov.
Lami
Pietro Fraticelli,
si
Firenze,
vuol dare
al Fraticelli
per questa
edizione
accuratissima,
la
e scevra
affatto
dello
ri-
pi gran parte
delle molte
stampe del comento Yenturiano, sia quanto all'integrit del comento stesso, sia quanto alla correzione del Testo. Sei fra le pi approvate edizioni, cio quelle del Landino
e del Sansovino, l'Aldina, quella della Crusca, la Cominiana,
e finalmente quella di
Fraticelli
accuratamente conferite
1837.
poema. Tommaseo, Venezia, Gondoliere, in 8." gr. - Edizione nitidissima, assistita da Giov. Bernardini, solerte direttore d quella tipografia. Le
fra loro per la lezione del
La
stessa, col
lezioni
del
testo,
cosi
il
Tommaseo
nella sua
;
Prefazione,
confermo all'autoril
di pi codici e
stampe
ligio a
nessuna.
Se circa
mie cadr disputa, potr sostenerle o correggerle: ma lo spediente del citare parvemi buono appunto a troncar molte liti e la brevit parvemi debita
le lezioni
;
cosa
n'llo illustrare
rilalia e la
scrittori
che onorino
coll'aiuto di
1837. La stessa,
varii
testi
a mifjlior lezione,
a penna da G. B.
Gino Capponi,
Gius.
inS.**
7!0
C.
gr. -
uomini
dagli
noti
all'Italia
fu
Il
accolta
principio
studiosi
di Dante.
il
Accademici
del 1837,
come
nome
altri colleghi,
la lezione della
lezione
della Crusca^
dove da
Adunque
V edizione
mano
a confrontarla
con vari Codici, parecchi de' quali di gran pregio, e colle antiche stampe pi riputale. Con questi sussidi sotto gli
occhi,
che erano
di
stali
ugualmente
(essi
di
emendare
il
testo
il
Dante, dove
lo
buon gusto
col
vole-
vano,
Iramularono
l'
comune
miglioro.
monumenti giudicata
con insigne sapienza e temperanza, si contennero come nel mezzo tra la improvida fiducia della propria
Sicch,
spertezza, e
tichi
. .
il
an-
alla
Vulgata
essi
assai
parcamente,
arrogarono
tentarono
reso, se
la facolt di
dov'erano sicuri del fatto loro, si mutare qualche lezione: per rispetto cui non d'ano del tutto certi, si cono in altra guisa,
ci
le
varianti discoperte
da loro...
si
non
in tutto qual
non
gli
di perfezione a che,
avuto riguardo
mezzi che
il
si
Witte Pi imporlante
di
di tutti
Gino Capponi,
Giuseppe Borghi,
Accademici
sinora registrati da
Vicenzo Borghini, dal Parenti e dal Montani, essi confrontarono di nuovo 20 Codici, cio uno dei Tempiani (Bat.7.;,
11
Cod. FruUani (Bat. 179), dieci che allora spettavano al marchese Gius. Pucci ed attualmente si trovano al Museo
Britannico (Bat. 450, 432, 457, 453, 456, 454, 458, 455, 459,
C.
T6
Anche
questi confronli
per non erano confronti letterali, non comprendevano ogni verso parola per parola, anzi si limitarono a un certo nu-
mero
di passi,
per lo innanzi
gli editori del
era
stata disputata.
di costruire
37
un nuovo
tante
liti
ma
una parte
di
insorte sopra
i
testo gi costituito.
si
Suppongo
riscontrati
altri
inoltre che
confronti
non
siano
fatti
si
siste-
maticamente,
siano
tutti
codici,
ma
(invece
di
avvalorare
pregio relativo
dei 20 testi),
attribuendo
ad ognuno 4'essi un'autorit pari, se non si attengono a qualche ragione interna di scuso o di eufonia, prendono
per sola norma
di
il
numero
gli editori
scelta
il
pi delle
pare
il
modo
ed assai spesso volte posto in uso: in due lezioni, delle quali una ha chiarezza e l'altra no, son d'opinione che sia lodevole intendimento quello di dare alla prima
chi riflette che un un passo oscuro del poema, credeva correggere il lesto, sostituendovi una lezione di senso ovvio e facile, mentrech veramente lo
una preferenza,
falsava,
critica:
vedr benissimo
che
la
esser pi
da
che
giusta
la
regola
lezione
difficile
preferirsi
alla facile.
Ci
non ostante ripeto con piena persuasione quanto gi da pi di 20 anni fu dello da me, cio superare la edizione del 37 tanto per 1' estensione dei lavori che le
servirono di base, quanto per
l'
imparzialit e la pondera-
752
bcher
Annali
C.
1838, 638-656,
1837, p. 115.
1838. L' Inferno della Comedia d Dante^ col Cemento di
Messcr Giiiniforte
del
secolo
delli Barbigi,
tratto
da due nanoscrilti
e
;
XV,
corredato
di
un' introduzione
di note
dell' Avvoc.
Firenze,
legno,
vignette e fiorami,
con
titoli
in carattere gotico,
Ne furono
varianti.
tirati
pochissimi esemplari.
Il
sue belle
1841-42.
tate
La
stessa,
adorna di 50 vignette
sotto
in legno, inven-
e stranieri, antichi e
moderni,
dei
disegnate
ed
incise
da A. Fabris,
e
la
direzione
G. B. Bezzuoli, Firenze,
Fabris,
in
8.*^
vignette che
del
Flaxman, del
Pinelli,
Ma-
1842-43.
La
stessa,
illustrata
- Bella
1.*^
quale fanno
ornamento:
un
sua
alla
di
una parete
di
bel ritratto
si
3.*'
Dante,
ormai avanzata,
riguardano come
ritratto
pi autentici,
ed inciso
in acciaio;
d U. Foscolo,
posseduti da
e G.
Murray
4.*^
;
Chiesa di Ravenna
il
(?)
sepolcro di Dante,
fu posta
e l'altra
cimitero di
Chiswich,
Foscolo
diso;
;
dove
5.*^
una memoria
alle ceneri di
Ugo
piani dell' Inforno, del Purgatorio e del Paradel carattere del Foscolo, consistente
6.
un fac-simile
C.
753
Due
codici
per intero furono collazionati dal Foscolo, quello del Mazzucchelli e quello del Roscoe.
Offre per
l'edizione molte
varianti
estratte
Caetani,
Angelico,
dal
Lombardi
del
1819,
dalla
padovana
e
del
1822,
dall'udinese
1823.
vazioni
belle
lo
non brevi;
al
accennate,
che ne
fa persuasi
dare l'ultima
mano
suo lavoro.
discorso
sul
Testo
pieno di errori
dal PIckering, e due anni dopo con nuovi errori dal Ruggia,
vi ripubblicato
di correzione,
esemplare
postillato a
mano
di
dell' autore.
Il
Manoscritto
dalle
400
lire
sterline
mani
i
Foscolo,
cos
Witte,
i
confessa
che
soli
due
regalatigli dall'il-
Le varianti del
Il
prima Cantica.
lezioni
Foscolo non
nell'edizioni
le
varie
riferite
anteriori;
lavoro tutto
al
materiale,
che forse
accuratezza.
spesso
se
si
om mettono
riportano
importanza,
ed
invece
ne
non sono che differenze ortografiche. Qualche volta 4 codici e le edizioni che danno le varianti riferite sono confuse fra di loro, oppure il nome di que' codici rimase nella penna dell'autore. Generalmente questa condell'altre che
sembra cosa Le ragioni che determinarono la scelta del Foscolo, le quali, come gi si vede, non sono esposte che nelle note all' Inferno, sono quasi sempre dedotte da argomenti secondarli, come sarebbe l' armonia del verso,
gerie inordinata di tante e tante varie lezioni
di
ben poca
utilit.
ma invano
si
II.
754
cipii di critica,
D. C.
che,
La Comedia
a penna
stampe
XV e XVI secolo,
Mauro
con
le
cure di
Ferranti.
Finisce la Comedia,
ghieriy fatto
d
altrimenti
ceneri di lu questo
XIV
Settembre
MDCCCXLVUl
Senigallia la
Mauro Ferranti
sacerdote italiano
:
da Ravenna. Esci solo il primo volume che contiene il testo delle Chiose tuttavia desiderato. - I codici, il secondo secondo la cui lettera, il Ferranti appoggiava la sua edizione (Batines 402, 403) offrono poco di particolare. Il primo di essi fu scritto nel 1361 da un tale Bettino de' Pili, il quale,
per quel che pare, faceva
togratia del testo assai
il
barbara,
testo
corrisponde
met
del 300.
Il
secondo,
assai
men
nitido,
non
differisce
essenzialmente dal primo. Nessuna delle tante stampe della divina Comedia, non eccettuando quella del Buonanni, adott
un
tal
numero
di lezioni bizzare
Witte. -
1853.
La
le
di G.
Bernardoni,
Yol. in
8.**
gr. - Bella
nitida ed
accurata edizione. - Alle lezioni del testo, cos il Tommaseo, m' norma ordinaria la stampa della Crusca, siccome
quella che mi pare consigliata
delicato e sicuro.
N questo pregio
poche
Ma
a poco a poco la critica volle tener le veci del gusto, e ne vennero quelle lezioni strane, quelle edizioni blasfe-
C.
755
la
Al che
aggiunge
solo,
mania
quale,
fedelmente secondo
la lezione
d'un codice
il
costo
far
comechesia
la
io
credo,
edizione,
un codice
(e
ad ogni
uomo
di
gusto
miglior fondamento),
a questo
alle restanti
dar bando.
Ma
per
novelli
editori
che venissero a
s
per
tunque
di molti
sieno
codici,
il
tutti
si
riducono a certe
pensava;
delle quali
non
si
notarne
le differenze.
N questa
gli altri
lo
seguan
di
occhio
e cia-
scuno noti
le
anno
di
dugento quaranta,
Ne uscirebbe un'edizione
critica della
a pie di pagina le varianti, accennale per abbreviatura, e con brevit esaminate. - Tommaseo, Prefazione alla nuova
La Comedia
di
da Brunone Bianchi, quanto alla lezione, dice il Bianchi, ho sempre seguito la pi semplice e quella che ho stimato la pi conveniente al contesto,
testo e
Le Monnier, 1854,
scegliendo dai
codici
l'
dalle
edizioni
pi accreditate,
756
men
chiaro o
men buono.
la
Il
Wittc
Il
chiama
Le
sua vita
e nelle
sue opere
e di
lui comento
sulla
divina
Comedia di Dante
da
Imola,
a
Comento
di
Benvenuto
tuttora
del Witte,
dovrebbe
dirsi
bench tre grossi volumi stampati a Imola nel 1855, e 1856 pretendano di esibirlo voltato in Italiano da Giovanni Tamburini. Un finissimo conoscitore di Dante, Il sig. Garles Eliot Norton Amerio. (A review of a translainedito,
Gomm. by Benv. da Imola on the Gomm., Gambridge, Massachussets, 1861) diede ultimo
di questa
Codici manoscritti.
La Comedia
di Dante
Allighicri interpretata
1.
da
voi. in 16. -
Edizione assai nitida e corretta. - Io diedi bando assoluto, cosi il Gregoretti nel suo Avvertimento, ad ogni discussione ;
*l3ens,
non avendo ommesso ne' punti controversi di leggere venne stampato intorno a quelli, sono pronto ad entrare in campo con chiunque il voglia per difendere la spiegazione alla quale ho data la preferenza, che da altri non delta mi parve migliore. Il medesimo
s'intenda riguardo alle lezioni dubbie nel testo.
1858.
Da
Il
Purgatorio, Yol.
II,
1860. il
Il
e insigne
condotto con
1858.
sommo
Tommaso
first
Guglielmo Boone,
s'of the
di pag.
748
(The
four edition
divine
Comedy
riprented
C.
757
con fac-simile
del Panizzi,
in
legno.
Le prime quattro
Panizzi
dice
Giorgio e Paolo,
lui
e da ultimo l'edizione
di Napoli
Le quattro
prime
cosi
il
Witte,
di
della
Milord
degli
studi
scelti
danteschi,
letterali di codici,
non
in
ma casualmente
Anche
capitati
mano
Il
intraprese la stampa.
gli
giudizio-
che
nali,
si
Non
ardirei
veramente, continua
annon
sia,
sempre copia servile comecch pur troppo spesso lo Numeister (Fulginate). Pi sfavorevole ancora quanto ei dice dell'edizione di Federigo Veronese. Quella di Jesi certo zeppa d errori grossolani di stampa e forse, supera in questo le altre tre, che pur esse ne hanno
esser
della ediz. di
;
in
abbondanza. Le ommissloni
in
Venendo all'ultima delle slampe del 1472, Panizzi: l'edizione di Mantova quella che par pi il retta con maggior cura dell'altre tre, ed quella il
e notevoli.
testo sarei disposto, generalmente parlando,
a preferire.
Le mie proprie ricerche mi fanno aderire a quanto asserisce non essendo sfuggito nemmeno a questo dotto il Panizzi,
bibliografo l'esistere una qualche parentela fra le stampe di
Mantova e
di
Foligno e di Napoli.
Si
758
C.
aggiunga che anche nella Mantovana, bench men scorretta dell'altre i manifesti errori e spropositi sono assai frequenti. 1859-60 La Divina Comeda, conforme la pi chiara lezione, desunta da ottime stampe e da preziosi codici per
Anrfelo Sicca, Yol. 3,
Padova, Randi.
Il
Sicca, tipografo
padovano, gi nolo come diligente dantista, fm da quando nel 1832 dava in luce le sue varie lezioni della Divina
illustranti
di ricerche
nuove,
dopo
il
golato accurati
ed
insigni
Era
da attendersi
e la lunga
che
egli,
tra loro,
secondo
gli-
studj suoi
Comedia portante
notando a ciascun
cambiamento l'autorit su
accompagnalo,
di
si
com' egli voleva, da brevi dichiarazioni, sarebbe tornata non lieve importanza per gli studi danteschi. Ma vi
i
la
il
mal ferma
salute,
la
quale non
permise
di
compiere
precedere
il
testo,
appurato bens,
ma
senza
le
note e
su cui pu esercitarsi
l'
ma
dall'
Ad
ogni
modo
di
molto agevoler
7.
emendatori
Y. Crepuscolo, 1859, n.
1860.
La
Firenze,
il
Barbra
edit.,
1863.
Fraticelli, io
ho preferito
verso
quella, che
pi facile
e la pi naturale,
il
:
e quella che
armonioso rendeva
ma non
C.
759
notare a
quando
di
una qualche considerazione, o che si prestano a variare, od anco solo a modificare il concetto Dir com' abbia premesso al poema alcuni Cenni storici intorno la vita
.
.
rappresentanti
le
quali, io
che comune-
mente
si
veggono
nei libri
della
il
di un ritratto di Dante fatto copiare dall' affresco d Giotto, e aggiungere non solo il Rimario, che riesce s\ comodo a chi voglia ri-
Volume
trovare alcun passo dell' autore, ma anche un Indice dei nomi proprii contenuti nel poema il quale pu certo riuscire di non lieve utilit agli studiosi. Dir finalmente, che la
:
all'
intelligenza
di rite-
pure l'edizione
hanno dato Barbra-Bianchi nel 1859. 1862. La divina Comedia di Dante Allighieri ricorretta wpra quattro dei pii autorevoli testi a penna da Carlo
diamante che
ci
i
102 Bogen
Ausgabe Mit Dante 's Biiste in Photographie und seinem Bildnisse in Cameendruch 1862 Geheftet 12 Thl. - Elegant gebunden mit
-Al
pi profondo illustratore
- della
Sua Maest - il re Giovanni di Sassonia - omaggio umilmente offerto - Dair editore. Precedono la divina Comedia
i
Prolegomini
critici,
le
col
motto
Piti
Halle,
zione
delle
I^
Lezioni erroneamente
che oltre
ai testi
attribuite
al Codice Caetani:
L^ezioni
per esse
di
citati si
main
1.
760
Prussia. Il
C.
Wilte cos
ci
Prolegomeni.
campione il 3."^ Canto deli' Inferno. Perseverando assiduamente, non istancandomi a far numerosi viaggi, ad intrattenermi con esteso carteggio, a sacrificare delle somme assai al di sopra delle mie circostanze, pure ho dovuto convincermi che per esser eseguita bene, l' intrapresa sorpassa la forza di una sola persona, scarseggiata de' mezzi
opportuni,
e separata
Sperava
di poter
Ma nel processo delle mie fatiche ho dovuto conoscere che moltissimi Codici che almeno in parte
albero genealogico.
saranno
riti,
che
ci
patriarchi,
il
si
confronto
i
di tutti
discen-
poteva
penna
407
pi primitiva e pi corretta.
confronti
d^
ci
^.^
Canto
dell'
Inferno
eseguiti
1
sopra
Codici mss.
Codici pi
degni
di considerazione
sono
i:
1, 16,
127, 130, 177, 221, 236, 264, 293, 301, 319, 323, 365, 366, 375, 407, 420, 448, 454, 474, 525. - Per la correzione del
s
anzi agguaglia
il
il
Vaticano 3199; quello di Sir Rood della Biblioteca di Berlino, ed il celebre Codice Caetani Questi quattro testi
.
furono r unico fondamento della presente edizione. Non vi parola, non sillaba che non s'appoggi sull'autorit di
almeno
di
uno
di quei testi.
Fra
di essi
ho creduto scegliere
al
liberamente, attribuendo
EDIZIOiNl PRINCIPALI
DELLA
D.
C
la
761
Codice
di S.
Croce
Dove
il
con^
fra
scella
lezioni
ho avuto ricorso
di
alle
altre
autorit,
sopra.
Alcune
ma
non
si
ma ho
contrassegnato col-
Acciocch
la
redata di tutti
detto di
che s'occupano della correzione ho fatto lo spoglio a misura di quanto sopra. Trascurando le differenze ortografiche,
di
ho messo a pie
pagina tutte
le
varie lezioni
in
questo
modo
non trovarsi
nei 4 testi a
penna o
r incertezza
nomi
testi
confrontati
m'hanno
l'apporre
dei Codici
furono riscon-
trate.
Generalmente parlando
trover che a
paragone im-
portanza.
(Quaderno 326, 327, 17 Ottobre e 7 Novembre 1863) il presupposto del sig. Witte, che mancasse un testo sicuro ed autorevole della Divina Comedia non
Cattolica
ci
prova che
reggeva
in
giammai a
una lezione, che fosse tutto insieme diversa dalla comune, e rendesse la dettatura originale, o poco meno,
della Divina Comedia.
Dall'altro
il
canto,
se
veramente era
il
necessario ricostituire
me-
si
sufficiente, perch si dovesse avere piena fiducia della prova che farebbe. Da ultimo discende a dirci del giudicio
che
si
debbe recare
di
sig.
Witte,
762
I
C.
quali divariai!
dalia Vulgata,
piccolo
dirillo di entrare
ma
Poema. Onde
ad inferire
che
il
di avere ri-
gonalo esattamente
testi della
il
testo
che
il
Witte
ci
offre
co' tre
degli
accademici del
si
1837.
Tenendo conio
correzione
de' luoghi,
ne' quali
differenzia
non gi
varianti
ma
dice
d'aver
registrato
che vi s'incontrano
la
intera
prima
Cantica
Inferno
sommano
167;
a 112;
in
412 varianti
Comedia sono certo pochissima cosa. Di questo bisogna eccettuare non punto meno di 216, quante cio si ritrovan conformi ad uno o
entro
ai
14,233 versi
Divina
il
sic-
come
del
tipi
pi perfetti
valicano,
di
queste 76 hanno
quelle
il
solo suffragio
di
codice
e le altre 140
uno o due
il
non contare
vaticano, che
pi
delle volte
ci
da
lui
invece in-
Quanto all'edizione, considerata in s stessa, aggiunge aver esso reso un grande servigio agli studiosi della divina
Comedia, perciocch essendo una, rappresenta interamente
e senza confusione sette edizioni, cio
della Vulgata, secondo
i
le
tre pi autorevoli
ricevendo,
conodi
scono. Oltre
a tulio questo
la
non
vi
ha quasi variante
di
qualche conto,
jGoIla
pagina
E da
il
C
le
763
mio
i
(li
tempo e
di spazio,
ha credulo n
gli
di
codici
che ne sono
le fonti,
si
le
stampe che
s
hanno
aggiuil
uni e
le altre
pregio almeno
:
estrinseco,
secondo
instituire
opportuni
indirizzi.
Sicch
il
testo
della Divina
Comeda
adule
Witte e
con
s
nategli intorno
differenze
bell'ordine
mette
soli'
occhio
in
guisa da
la
almeno per
la
parte
tulli
gli
studj
sin qui
tale
ne pu far senza. - (Vedi sulla Comedia di Dante Allighieri, pubblicata a Berlino da Carlo Witte, la lettura del D.'" Francesco Grerjoretti, falla nell'Ateneo Veneto il d 10 Aprile
testo del
dell' Allighieri
poema
nuova edizione
della Divina
ed
di
l'articolo
EDIZIONI
IN
DEGNE
CORSO
DI
DI
MENZIONE
STAMPA
P.
La divina Comeda di Dante Allighieri, col testo curato dal Bartolommeo Sorio, e con Coment dell Ab. Luigi Benassuti,
Il
in 4 volumi.
e disegni.
tavole
Vedi
in
p.
490.
inediti
gran parte
rame ed
in acciaio
Milano, Pagnoni,
1865.
La
il
Codice Cassinese.
Su questa edizione mi piace di riportare il programma pubblicalo dai Monaci. di Monte Cassino: Sono alcuni d nella vita delle nazioni, in cui queste contemplano qualche cosa, che come la idea tipica della
loro storia. Nell'anno 1265 nasceva Dante Allighieri
;
e per
764
D.
C
di
quel fallo
ilallana coscienza
ha gridalo: Onorate V altssimo poeta. Al sesto grido anche noi monaci di Monte Gassino oggi
rispondiamo, perch l'onore reso alla memoria dei grandi uomini va dirillo a Colui che li ebbe creati, e perch
Dante e San Benedetto nel nostro pensiero furono sempre congiunti dal vincolo di una poetica simpatia. Da quel d in cui l'Allighieri scontr San Benedetto nel Paradiso della sua fantasia su per quelle cime delle cento sperule, donde sgorga la vena della cristiana estetica, che irriga le pagine del suo poema, una pietosa tradizione si fatta via fino a noi. E fama che l'Allighieri, traendo a Napoli oratore
della
fiorentina
il
repubblica,
sostasse
in
questa
Badia
mangiasse
l'esilio
pane dell'ospizio, come mangi quello delnel monastero dell'Avellana; che leggesse la Visione
il
il
medio-evo
gli
fu
quel volume,
dei pi antichi
che avanzino,
che
come cosa
Que-
Questa la votiva offerta che mandiamo alla patria di Dante, anche In nome delle meridionali provincie, nel
secolare anniversario del natale di
lui.
in carta
bambagina,
come
si
non solo
di
va pregiato
nelle
in
scrittura e fino
parassite,
che serpono su
Perci
il
le
cura di sceverare
le
mende
del
copista
dalla
D.
765
Perch poi
la
nostra
del
nostro Codice
con
le
Ubertosa comparala
gran poema,
irriverente
dottrina
dei
commentatori.
riputare
superflua
la
Comedia curala
suoi riscontri
aggiungendo
solo quelle
a pie di pagina,
che
gli
Tacendo
donde
le
fondamento essenziale al giudizio che potrebbe iarne eslimatore. AH' avara sintesi del dotto Tedesco abbiamo sopperito con la esuberanza della nostra analisi, comparando il nostro testo anche con le quattro pi antiche edizioni della divina Comedia del XV secolo riprodotte da
italiano
di studio,
massime quella
slessi
di
Mantova
Avremmo
di Napoli, e
voluto curare
gli
raffronti
anche coi
di
con quello assai prezioso del 1378 del Principe Santo-Pio in Napoli, una volta posseduto dal Cardinale
Imperiale;
ma non potendo
averli a
mano,
premendo
il
tempo
Usammo
XIV
come
si
faceva
ai
Giotto,
La cortesia
che raccoglievamo, far conoscere un Codice, prima volta sar da noi citato. Se potranno, come che sia, queste povere fatiche giovare ai curatori avvenire di una meno imperfetta edizione
che
la
766
C.
avremo merito
oltre
si
Dante sbattuto ed affranto dalla febbre dell'esilio convento di Santa Croce di Corvo; e interrogalo da Frate Ilario, che chiedesse, rispose: Pace; e egli porgeva il libro del cristiano Poema, come tessera del suo
di
Un
affacci al
della Croce.
Poeta
quel volume,
dopo
sei
secoli,
come documento
Fu notato che
gli studii
danteschi ebbero in
Italia
la
Ogni volta che le forze della nazione parvero, comunque, impigrire. Dante giacque negletto o franteso: ogni riscossa della coscienza fu un ritorno a Dante (1). - L'edizioni della Div. Comedia pubblicale dall'anno 1472 al 1863, cio nel corso di trecento e novautadueanni, secondo il ragguaglio che ne d l'accuratissimo Fapanni, montano al numero di 295, comprese 13 edizioni
del testo, che stanno a fronte di traduzioni in diverse lin-
sei
altre
che
appartengono
37 ediz.
al
secolo nostro.
in
di dubbia esistenza. La citt che dal 1477 al 1859 ha pubblicate pi edizioni della Divina Comedia Venezia che ne fece 57; cio 7. nel sec. XV; 20. nel XVI; 1. nel
XVII;
vanto
di
il
48 edizioni; Milano
di 8
;
Napoli
27
Londra
Roma
di 7
Lione di 6
Padova, Ber-
lino, Pisa, di 4
;
Bologna, Torino di 5; Parma, Bassano, Palermo Brescia, Lipsia, Livorno, Prato di 3 Vicenza, Lucca,
;
Verona, e Colle
circa
di 2. -
Prime
citt
che stamparono
la Div.
(I)
lunghissimo tempo nelle Romagne, prima divina Comedia, ed ancbe senza Cbiosc.
di trovarvi
C.
767
Il
Comedia
si
stamp
in
Francia
35 volte,
13 in Germania,
ed 8 in In-
grande
di sesto quella
La
pii
di
380 pagine.
Fapanni ne d il Prospetto ed il paragone degli anni nei quali furono stampate le edizioni della Div.
Oltre a ci
il
Comedia
secolo
cio
XV
30. nel
sec.
XYI
3. nel
XIX anderebbero
divise cos:
n.
al
1863,
n.Ml.
In tutte,
Oltracci ne d
c>omparato col
dell'
Comedia
Orlando Furioso,
Tasso:
dell' Ariosto,
Liberata del
secolo
le
il
XV
stampata 15 volte e 25
la
Rime
del Petrarca
nel sec.
XVI
la
Petrarca 132;
l'Orlando 177;
XVII la Divina Comedia 3; il Petrarca 17; l'Orlando 36; la Gerusalemme 64; nel secolo XVIII la Div. Comedia 31; il Petrarca 44; l'Orlando 59; la Gerusalemme 57; nel ^c. XIX la Div. Comedia 216; il Petrarca 84; l'Orlando 154; la Gerusalemme 126. La Divina Comedia somma tult' insieme, versi 14,228,
nel secolo
dei quali
Gerusalemme 30;
al
Purgatorio, e
la cantica
4758
riesce
al Paradiso.
dell' Inferno,
altre due,
diffe-
non pertanto
si
pi breve.
i
La qual
renza
fa
non appartengono pi all'Inferno che all'altre due cantiche, non essendo che la introduzione generale a tutto il poema, come quelli che ci danno la ragione del mistico viaggio
del poeta.
Questo divario
che
si
si
carattere
(alto,
nota
in
ciascuna cantica.
tuttoch
le
768
C.
sputare intende
fatti
accentra
la
importanza loro;
e l'affetto
nel Purgatorio
segue pi
pi larga
volentieri l'affetto,
ama
adagiarsi
in
e libera forma,
dove
la fatica dell'intelletto
meno, appari-
scono;
ma
me
il
poeta pi
la
ma
numero non non esito a dire che sua maggior mole avanza di
d,
Zoncada.
r illustre dantofilo inglese Lon Vernon, nella quale, oltre una sua accuratissima esposizione in prosa italiana, ha riunite in una nuova foggia di comento le fatiche di molti
suoi dotti collaboratori, fra
i
Nannucci,
Brunone Bianchi
Pietro
Fraticelli,
di
fama
un'Album dantesco,
mano
rame che in acciaio, si ammirano luoghi, artisticamente rappresentati monumenti, fatti e le persone pi insigni che sono nel sacro Poema o celebrati
gnatori ed intagliatori
i
di L. G. Blanc.)
Ed un pensiero
uomini preposti
al
Governo provvisorio
dell'Emilia, poscia
norme con che uno della Commissione dei Testi di lingua (Cav. prof. Francesco Selmi, Rev. Contemp. Aprile, 1861) vorrebbe condotto questo lavoro, acciocch riescisse degno del Governo auspice, e* della Societ promotrice, ed in uno di Dante stesso e d'Ilaedizione della divina Comedia. Io accenno le
C.
769
la
Riguardo
di
al testo,
desidera
si
prescegliesse
ripro-
duzione
uno de' pi
antiche.
di
slimabili,
ammendato
di quello
col confronto
prossimit
all'autografo e delle
della Crusca
La collazione
del 1330;
di
coH'Eslense
Modena
Bologna del 1380; col Malaspiniano di Napoli; col notissimo di Monte Cassino e qualche altro di non dissimile valore, condurrebbero allo scopo. Quella parte in che tutti concordano, dovrebbe ritenersi ad
con quello dell'Universit
invariata lezione: nelle varianti da accettarsi quella di data
pi vecchia, di forma pi consueta alle maniere dantesche, pi fiorentina, pi elittica, scolpitiva, presentanea,
plicata
pie di
pi re-
da maggior numero
pagina
al
di lesti
altri
esaminali,
notando a
che
quelle
Il
degli
testo
codici
ed
edizioni
servono
lavoro.
gi
formato
dovrebb' essere
chiamato ad esame pi e pi volle; ogni verso pesalo; e, come ultima diligenza, sarebbe da cercarsi, se per avventura
tra le varianti di altri buoni codici
si
la
acci
i
l'edizione
portasse
codici,
la
in
s,
quasi
assommati
e riprodotti
frequenti
questione
debbano
trascrivere
le
varianti
quali
si
riscontra
norme
dell'ortografa
tali
moderna,
il
consiglio attenersi in
vecchi comentalori,
se non
di
e tanto pi
quanto
di
prossima et a
opere
ne dia argomento o qualche tratto di altre Dante che serva ad illustrare il passo, od il riscontro di un'altro autore d'onde egli abbia palesemente
attinta l'idea e fallane imitazione, o dalla ragione intrinseca
Il
giudicio
al
lavoro autorevo49
770
C.
inappellabile:
s,
gli
che preparino
la
materia,
per ciascuno da
singoli lavori,
il
da quello
del presidente:
i
a termine
volume
Cementi
si
Il
Selmi divide
iu postillativi
ed
illustrativi:
pri-
mi a chiosa
intelligibili,
meno
ed a dichiarazione succinta
ricordino
e
nelle Cantiche,
di quegli
avveni-
menti che
alluda:
si
denze mitologiche
i
superstiziose
cui ivi
dot-
costumanze
pi in voga,
quali
sistemi
le idealit
forma;
come
in
quei
tempi
usasse
al
senso reale
come dentro
ai
ai
nascon-
desse;
la
imperocch senza
ci
somiglianti
cognizioni
Comedia rimane
ai
propositi
capitali,
da trattarsi
nel
cemento
illustrativo,
poema
e teologica;
di allegorie
secondo cui
i
gli
ghieri informarono
della
inlendevasi la libert;
sistemi
della
di
patria
e della nazione; e
pi accarezzati
reggimento
quello
che
Dante predic; dei costumi nella famiglia, nella cosa pubblica e nelle corti; del pudore nel linguaggio comune e
nell'aulico; dei rapporti di somiglianza che
si
riscontrano
C.
771
la sanscrita;
la
greca e
della religione
la
Dante;
11
dell'esilio suo;
dell'amore per
donna com'era
Bene meritarono dell'emendazione del testo colle loro signori: Arcan^^eli Giuseppe; 1 Becchi Fruttuoso; Bernardoni Giuseppe; Betti SalYatore; Biondi Luigi ; Borgliini licenzo ; Bossi Giuaccurate investigazioni
Bozzo Giuseppe; Caetani duca di Sermoneta Canal ab. Pietro; Capponi Gino; Carpani Palamede; Ciampolini Luigi; CoUelli {Scipione; Dionigi Gian Jacopo; Fanfani Pietro; FedeFerrante IMauro Ferrucci Luigi rici Fortunato Crisostomo; Fiacchi Luigi; Foscolo Lgo; Fraticelli Pietro; Galvani Gio.; Gherardini Giovanni; Kopitar; Lampredi Lrbano Lombardi Baldassare Lorini Agramante 9Iezzanotte Antonio montani E. Monti icenzo; Uluzzi L.; Paravia Pier Alessandro; Parenti IVIarco Antonio; Pederzini Cavazzoni Francesco; Perazzini Bartolommeo; Perticari Giulio; Picei Giuseppe; Rosini Giovanni; Rossi de Gherardo; Scolari Filippo; !>icca Angelo; Todeschini Giuseppe; Tiani
seppe
;
]VlichclangeIo ;
P.Bonaventura; Viviani Quirico; Wagner Adolfo; Witte Carlo; Zanella Ab. Jacopo.
sa consentilo
delle Opere
agli illustratori
Convito
e storpialo
che
in
SI
deplorabile condizione
non
si
era trovalo
11
per avven-
chiarissimo Biscioni
si cur gran fatto primo che cominci
;
ammigliorarne
la
sformata lezione.
il
11
a studiarvi addentro fu
appresso
772
Ma quelli che si misero primi all'ardua impresa di ridurre a miglior lezione quella altissima e sapientissima prosa furono signori Guncfiacomo
tato degli Scrillori del Trecento.
i
Monti e Giov. Antonio J/of/.^i (Mil. 1826, ed ediz. padov. 1827). Essi si dolgono grandemente dell'orribile guasto in che trovarono i Codici tutti per loro esaminati;
Trivulzio,
V.
il
Al lume
strare
i
di
questo
si
;
fecero animosi ad
emendare ed
i
illul'
passi viziati
a rettificare
l'
interpretazione e
or-
tografia;
volgari idiotismi,
il
testo,
del Veratti{V,, F.
),
il
lettere italiane
che,
avea recato
(1853 e 1854).
e
Onde
del
Picchioni scriveva:
Dai lunghi
profondi sludi
le canzoni,
alla
pu aspettare da s chiaro uomo viene Dante AlifjhierV s lyrische Gedichte^ ecc., Leipzig, 1842; sponendo in un con l'amore celebrato nel Convito il pensiero recondito del libro, e il tempo nel
Comenlo
e quale
si
nell'opera intitolata:
quale
furono dettate
le
singole canzoni,
e quello ancora,
la
nel quale
(1)
concezione.
Crescini, 1828.
Minerva in Padova nel 1827, Padova, -Appendice ed Illustrazioni alla Vita Nuova, Convito, e Lettere di Dante Alligliieri, Livorno, 1842. - Vaccolini Domenico, Articolo sull'Edizione padovana del 1827, inserito nel Voi. xxxix dei Giornale Arcadico, Roma, 1828, p. 503.- Fjvtani Q., Emendazioni tratte dal Contilo ecc. 1828. - Veratti B., Annotazioni sopra i primi capitoli del Convito di Dante Alligieri, Modena, Soliani, 1834.
Alliqhicri, fatta dalla Tip. della
773
trascurala,
la
che anzi
le varianti,
ma
eziandio di
Fraticelli
si
mostra debitore
di
molte
avvantaggiate
ad un codice Riccardiano, 1844, la comparsa del quale chiama una fortuna per s e per g!i amatori delle cose di Dante. Gi nondimeno ei conchude che molti codici
lezioni
dei lnora
veduti
far
e molti pi
studj di quelli per lui e per gli altri fatti bisogner ancora
fare per poter ottenere
avvicini alla
Alessandro Torri
della
si
Nuova, di quel piccolo dramma s semplice e si nuovo in che non figurano che due persone, Dante e Beatrice, onde la sua stampa livornese nel 1843, tenuta
\ita
tra le altre pregevolissima, (l)
Il
Dionisi e VArrivabene
il
furono
primi a porre
le lor
cure intorno
(juella critica
marchese
per
appunti
camino
ben a dolersi che l'onorando Marchese, per usare l'espressione del nostro poeta, sia caduto
in
via
con la seconda
del
soma.
le
:
fatiche
Witte sul
(v)
:
Canzoniere. Egli
J)i
diede
(xiv):
Sonetti
Se 7 bello aspetto
:
donne
io
vidi
Poich,
sfjuardundo (xxix)
(xliv):
To-
(jliete
via (xlhi):
iS'ulla
mi parr mai
la
Lo
re, che
Ballala:
ed
il
Ora che
;
'/
mondo
di
(xlvii.),
la
che
il
Fraticelli
eh'
pone
i'
vuole pure
il
Dante
Canzone: Poscia
ed
il
ho
perduta, che
Trivulzio di
Gino da Pistoia.
(1) IlDolt.
di Graz,
nel
Intorno
774
Da ultimo
ricerc
altrui,
11
Giuliani non
codici
le
stampe pi accreditate;
dell'opera
che
si
di s stesso.
che arricch
egli
del Convito,
il
Giuliani
mostra
la
mente
di
Dante,
punto mosso
pregevole e
non quantunque di gente assai valorosa, non timido amico al vero, e con
scienza
del
45; Bai.
5. 6.
Sest. 2. 3.
edizione
caratteri,
pone tra
apocrifi,
e astretto da ragioni
intime e invincibili,
le riporti,
le
negherebbe
:
recisamente,
quantunque
celebrate canzoni
il
patria degna
Giuliani ci
si
fama {Canz. 19
20). Oltre a ci
ci
assenna come
siagli bastato
il
ingegno e
l'
senso allegorico
al letterale, e di
mano
mano
ci
viene sponendo le pi
134. 151.163. 168 171.
(p.
178. 182. 184. 183. 193. 205. 328. 3i5. 357. 373. 383. 390.391. 417)
che, dal cuore nata solo, favella colla potente lingua d'amore. In un magnifico volume,
S-M.
il
metteva
in
luce
alcune Rime
di di
GiaoDOzzo Sacchetti.
Ma
le
rime
775
Witte
si
reso benemerito
I,
Halis,
formis
Per condurre
lavoro egli ha
le
diligentemente tenuto a riscontro cinque ottimi codici e pi reputate stampe: ha seguitato il miglior testo, e
pie
della
in
pagina ha registrato
le
pi
belle
varianti
;
dei
aggiun-
gendo
Ad
altro
interpretationem
si
facientla,
note,
dove pi che
la
mostrano
dantesca o con
Aristotele,
Bibbia o co'
iilosoli
massimamente
si
Egli da sperare che il chiaris. Witte dia fuori tutta l'opera conforme al saggio di questo primo libro, che certo ei renderebbe un novello e segnalato
mondo
servigio
ai
cultori
degli studi
i.
danteschi.
672.)
(2)
Y. Fanfani,
Il
Al Torri pure
studio
la
si
debbe
di
la
sommo
merito
pubblicazione
)
cinque Epistole
sin dal
(1, 3, 5, 6, 8,
il
Ediz. Barbra
dell' altre
dell'Allighieri (1842),
al
dovendosene
1827
di
gli
cinque
Witte che
D.*"
Teodoro Jlcyse
di
venivano Magdeburgo,
di
V, Appendice al libro:
Rime
Dante Allishieri e
Giannozzo
ecc.
Sacchetti,
cenza,
18:13, in IC. - Rarissimo venne l'opuscolo di Guidone Vernani contro la Monarchia col titolo: Guidonis Vernani Arimincnsis Ord.
l'raed.de Polesiate
Summi Pontificis et de reprobalione Monarchiae compositae a Dante Algherio Fiorentino, Traclaclus duo, Bononiae, 1146, ap. Th. Coli, in 8. - Il Witte ne fece indarno ricerca per tutta Italia,
e se lo fece trascrivere. - Un nuovo lavoro venne pubblicato nel 1864 in Milano col titolo: La Monarchia di Dante, Studi storici di Francesco
770
ex Cod. hU pai.
di
N.''
1729)
Perugia da Francesco
extant
Montepulciano.
notis
cum
Caroli
1827, in
sub signo Minervae, Vratislaviae, apud edil., (V.Muzzi Luirii, Tre epistole latine restituite
e tradotte,
un
Fraticelli, trovavasi
il
lesto latino
lanlocch
il
Wilte,
sia
molto
faticare, per
la
veniente
di
di
mezzo di una sagace critica, dovette mandare in pubblico in una forma consua stampa del 1827. - N si tenne contento
sue cure,
queste prime
i
ma
gli
piacque
di
riscontrare
;
nuovo Codici, e confrontare le varie lezioni mente portando il suo esame critico sopra ogni
intelligibili varie frasi oscure, e
nuovaed
frase
rendere
correggere parecchi
interamente
al
Wille do-
Nel Dante,
1834
il
D.^ Anicio
Laude
e
inedita
in
Discorso
Il
326)
Colomb de Batines (Monitore Toscano, 19 Gen. 1854); il Gallo L.31uzzie V. JSannucci (Gior. offic. di Sicilia, 12 Luglio 1853
) ;
(ivi,
il
blioteche di Firenze
r erudizione
componimenti, quantunque
(1) Sulla Lettera a Can Grande della Scala vedi pag. 60, e 598. V. Scolari, Della evidente e certa falsit della letterato Marzo IMi, contro V ordinaria nobilt e i costumi del Veneto Patriziato in quanto
si
777
deboli ed infermi, pure vi maggior nerbo e maggior originalit di forma pura e schietta che sembrano additare un'epoca pi rimota. L'Ave Maria, d cui facciam cenno, offre invece un po' di quella lindura, di quella levigatezza di modi, di quel non so che di pi fiacco e di pi musicale
gli
altri
lavoro
dell' Allighieri.
Chi vi
chi
certe terminazioni
si
che
sentono
l'
influenza
dei
dialetti
lombardi,
guarder dal
A. Zeno attri-
al ferrarese
contemporaneo del Petrarca. Del resto, il pi grande e benemerito Opere Minori di Dante senza dubbio il
di
illustratore delle
Fraticelli.
Ei
si
giov
sua.
tutti
La parte
bibliografica
vi
diligentemente trattata;
la
parte
critica per
edizione
avventura lascierebbe un qualche desiderio. La ch'ei ci diede nel 1856 e 1837, riprodotta nel
Opere Minori pel Barbra, non solo
1861-62
la
s
di tutte le
ma raguna
in s
copiosissime materie
che
di filologia.
VITA l\X^OA
1. La Vita Nuova di Dante Allighieri, con XY Canzoni del medesimo, e la vita di esso Dante scritta da Giovanni Boccaccio. In Firenze, nella Stamperia di Bartolomeo Ser-
martelli,
MDLXXYl,
(l).
in ^.^ -
Prima edizione, e
di
Crusca. Poco
corretta,
(1)
Le due Canzoni:
intelletto
d'amore
Donnu
pietosa e di novella etatc, furono la prima volta informemente stampate in fine della Divina Comedia, Vineyia, per Pietro Cremonese, dito Vcron
nese,
1491,
e
in fol. I
Sonetti
la
Nuova
si
stam-
parono
pubblicarono tutti
libro,
e di Crusca.-
778
2.
di
Dante AUighieri e
di
Franchi, in
3.
Edizione di Crusca.
La Yita Nuova. Venezia, Gio. Pasquali, 1739-41, in 8^ 4. La \ila Nuova. Venezia, Gio. Pasquali, 171)1, in %.^ 5. La Vita Nuova. Venezia, Antonio Zatta, 1756, in 4.*^ 6. La Vita Nuova. Venezia, Antonio Zatta, 1760, in 8. 7. La Vita Nuova. Venezia, Gio. Pasquali, 1772, in 8. 8. La Yita Nuova. Venezia, Pietro Gatti, 1793, in 8.*^ Queste sei edizioni Veneziane sono una ristampa della Fiorentina 1723, e fanno parte di tutte le Opere dell' AUighieri. Ristampa di poco merito. 9. Vita Nuova e le Rime, riscontrate coi migliori esemplari e rivedute da GG. Keil,Chemnitz, Carlo Maucke, 1810, in 8.'' Contiene dalla pag. 1-82; La Yila Nuova; dalla 83 alla 236: le Rime; dalla 237 alla 300: Annolazioni ed
indici.
10.
La Vita Nuova, ridotta a lezione migliore. Milano, 8.*^ Edizione non venale, di soli
in carta
la
lezione di
del secolo
XV
8.^ con
impresse
Il
in carattere rosso,
come stanno
nel Codice.
Conte Odoardo Machirelli pubblic questa edizione nelle nozze d'una sua figlia. 12. La Vita Nova, secondo la lezione di un Codice inedito
del secolo
XY,
pi accreditate.
come
neri.
13.
^.^
sopra.
in
Dante.
Sonetti
autori Toscani
in dieci libri
1527,
liercdi
di Philippo di Giunta,
inS
Queste rime furono pi volte stampate, e nella ripetizione della Giuntina suddetta, Yinegia, Fratelli da Sabbio, 1532, in 8.o; Bologna, Pisarri, 1718
;
in 8,o;
e negli
Amori
Rim$
779
con
illu-
La Vita Nuova,
18.*^
Opere Minor
15.
s.
Venezia,
16.
mediante
tipi di
riscontro
di
Codici inediti,
con illustrazioni
in 8.
questa
sumendo
in s le
il
inglese fatta
lifc.
da Giuseppe Garrow,
The early
col ritratti
1846, in
8.^,
di
Dante e di Guido Cavalcanti. 18. La Vita Nuova. Napoli, Francesco Rossi - Romano, 1851, in 8.^gr. a due colonne. Sta nelle Opere Minori del Allighieri. una ristampa dell'edizione del Fraticelli 1839. 19. La Vita Nuova. Firenze, Feiice LeMonnier, in 12.^
20.
21.
La Vita Nuova. Seconda Edizione, procurata ( AuLe Monnier, 1856, in .^ La Vita Nuova. Col Comenlo di Pietro Fraticelli, e con
di
giunta di note
illustrazioni
8.^
Fraticelli. Firenze,
Barbra-Bianchi, 1857, in
Fa parte del
24.
nier,
la
25. La Vita Nuova. Firenze, G. Barbra, 1861, seconda edizione fatta dal Barbra, cio ristampa
quella
dei
1857.
26.
La Vita Nuova
il
Canzoniere commentali da G. B.
780
Giuliani. Firenze,
G. Barbra, 1863, in
16.*'
Nella Biblioteca
Diamante.
Questa
il
Pizzo
si
fece ad
de' quali
uno
fu gi usato
[Fer.]
(1)
8.*^
Assai rara.
ritr.
2.
3.
8.*^
con
Rara.
Bibl.
Zoppino, in
8."
(Citata
dalla
5. 1723. Nelle
Prose di Dante
e di
Boccaccio, Firenze,
in
4^ D Crusca.
6.
7.
8.
4.*^
9.
S.*^ 8.*^
10.
Queste
sei edizioni
non venale,
60 esemplari.
13.
1827. Padova,
tip.
della Minerva, in
8.*^
Buona
risi.
dell'
citate alcuac
781
in
8.,
con noie
di
con
le altre
Opere Minori.
in S''
Rossi-Romano,
con
le
grande, materiale
ristampa
17.
Opere Minori.
Fraticelli, migliorata,
con
le
Opere Minori8.
Barbra, in
Emendato
2.
lus. Acces.
lucem
3.
ecclesiastica,
1609. Edilio
fol. -
altera,
Argentorali
Strasburgo
-
typis
Zelzneri, in
5.
Ristampa
Cosse, in
8.*^
La data
apocrifa.
Fu stampata a Venezia dal Pasquali, con le altre Opere Minori 1739-11. 6. 175L Venezia, Pasquali. Con le Opere Minori, in 8.* 7. 1757-58. Venezia, Zatta, Con le Opere Minori, in 4.
8.
9. 1772.
Id-,
in 8
10.
1793.
Id-,
in
8.'^
Queste cinque
(1)
Il
merito
di
questa edizione
XV
e stato in
debbo a Gerolamo Fricker, m un secondo Dante vissuto sul amichevole relazione con Angelo Poliziano.
si
Witte. (Fer.)
(2) Il
Witte
cita
782
Allegrini e Mazzoni,
le
in 8.^
Edizione
Opere Minori.
8.**
fronte del
Con
le
Opere pubblicale
la
-Con
la
traduzione del
Ficino.
15. e 16. 1857, e 1862. Firenze, Barbra. Nella edizione
dell'
Fraticelli.
I. Msstorum ope emendala per Carolum Witte. Hals, formis Hendellis, in 4.^ ma Il Witte non ne ha pubblicalo che il primo libro; attendesi 1' edizione intera da lui illustrata ed emendala.
17.
1529.
In
fine:
Vicenza,
Tolomeo
2.
Janiculo, da Bressa, in
due tradotti
in
lingua
italiana.
Senza data
(sec. XVI.),
luogo e
nome
di
stampatore,
1577.
De Vulgari
Corbon, in
4.
8.^ -
Mamarelli, 1583, in
5.
1729.
II.
Nel Voi.
in 4.
6.
delle
italiano.
Vallarsi,
1741.
- Nelle
Opere
di Dante.
7.
1751.
di Dante.
Venezia, Pasquali, in
8.''
Nelle
Opere
Minori
8.
9.
1758.
17G0.
Venezia, Zatta,
Venezia,
Zatta,
in 4. - Id. in
8. - Id. 8. - Jd.
10. 1772.
Venezia, Pasquali, in
783
1703.
sei
Venezia, Gatti, in
ultime edizioni
8.
Queste
12.
quella del
1749.
Moli ni,
1841, sta
testo la-
13. 1835-40.
Firenze,
Mazzoni
Allegrini,
in 8."
1830.
4. pie.
Napoli, Tramater.
Minori, in
15. 1855.
Nelle Prose
16. 1857.
Opere Minori.
17-18. 1857 e 1861. Firenze, Barbera, in 8. - Nelle Opere Minori per cura del Fraticelli.
l'Epistole,
quae extant cum nolis Caroli fVitUy in 8. - Prima edizione di tutte poc'ii esemplari, non venale, e perci ra-
rissima.
1840. Epistolae
e inedite
184*2, in
per cura
8.*^
di
Alessandro
Scolari:
giusta la
Livorno,
Vaccini,
14.
- In
questa edizione
dello
Epistole
sono
Veggasi l'opuscolo
di
latine
Dante
Allighieri,
ultimamente
Venezia,
critica,
1844.
E
ri, (l)
(1) Io
mt professo debitore
di
di
questi Ciitalogtil
dell' EdlzlODi
delle
Opere Minori
Scipione
Dante
al
Fapanni,
alla
quale rendo
nuove e
784
in
Parigi,
Idcluze,
Parigi,
Dante Alligherl,
Molini, 1842, in
ou
8.^,
la Poesie
amoureuse, Parigi,
ritratti;
Amyot,
con cinque
da Giuseppe GarDante,
Guido Cavalcanti
1839, in
setti,
4.'',
e Beatrice;
(idi
Elliot JSorton,
Cambridge,
Londra,
Londra,
Smith,
1861,
in 8.;
dal Martin,
1861. - In
sec. edizione,
Pest, 1854, in
con ritratto.
8.'';
- In
1841, in 8.
Francese da F. FeriauU,
dal Lyell, Londra,
31. A.,
Lecou, 1854;
in
Inglese
Molini,
in
da Wilte Bruce
1841;
Tedesco
Krafft,
Lipsia, 1842;
da Carlo
Regensburg,
Lipsia, 1846.
Il
Convito fu tradotto
in Inglese
in
1845;
La Monarchia
Tedesco
fin
dal 1559,
da
venne pubblicata con questo titolo: Monarchey oder dasz das Keyserthumh zi der wolfart diser welt von nten: den B'mern hillich zugehort und allein Goti
Basilio Giov. Heroldt e
dem Herren,
ehlein,
in
nit.
bii-
drey
teyl aussgeteileilt.
zii
Unnd vor
ziceihundert
dreyssig
dreyen jaren
vertddigung der
JFiirdin
des
Reychs teutscher JSation Lateinisch beschriben: vormals nie fiesehen, auch neuwes verdolmetschth: Durch. B. J. IL G-drucht zii. Basel durch Niclaus Bischojf den jiingeren im
Tare. M. D. LIX.
prosperit
di
8."
alla
questo
e
mondo
necessario,
di
ai
Romani equa-
mente appartiene,
solamente
185
proprio,
il
lighieri,
da duecento trenta tre anni, alla difesa della dignit dell impero, alla nazione tedesca, latinamente scritto, per lo avanti mai veduto, e nuovamente interpretato da B. G.
e
H. - Stampato a Basilea da Nicol BiscliolY nell'anno 1559, in 8.) - Fu pure tradotta in Tedesco da C. L. Kanneijiesser,
Lipsia, 1845; in Italiano da Jacopo del Rosso, 1461
silio
;
Mar-
C.
L'opera De YuLGARi Eloquio, fu recata in tedesco da in Italiano dal Trissino, Kannegiesser, Lipsia, 1845
;
1529.
Lipsia, 1842.
Oltre
le
aggiugnere
la
accennate traduzioni della Vita Nuova debbo tedesca del Kannegiesser, che in questo
titolo
:
Dante Allighieri
Vita
'
Pro-
ausnahme der
JSuova. Ubersetzt
(Bibliotek ita-
YUL.
11.
SUPPLEMENTO
La Commissione incaricala
tutti
quei
documenti
potevano porger luce nello scuro cammino, conferautenticata la tradizione che fa della Casetta, distinta
in
mava
da breve memoria
scere
marmo
in
Piazza di
S.
Martino,
la
Luigi Mannelli
e
quella
a' Sacchetti,
figli,
a Dante,
S.
da
e
lui a'
Michele,
da loro
a' frati di
Or San
Miniato al Monte,
lilei,
(p.
306.)
il
Aleppe s'interpreti Come mai, Satan, come mai, Satan (mio^ re;
sottintendendo: hai permesso
di
ci che
vedo?
cio, la
venuta
Dante
in
carne e
in
del Monti, dei Cellini, di Pietro figlio di Dante, del Rossetti del P. Olivieri, di Ycenzo Berni degli Antoni, vuole che le
Satana; non pace, o Satana: addosso al sodo (al denso); a chi non ombra, ma cosa salda, che fa di s parete al
sole; che
tolte
non d luogo
al
pure
il
SUPPLEMENTO.
187
Dante e
(Pag. 322, 1.20).
le belle Arti
si
trova,
nella
mente dell'artefice, nello strumento e nella materia formata dall'arte Come quando perfetto lo artefice e
lo
strumento
dell'arte, solo
si
ii.
2.
3.)
s
che
sieno
sia
i
De Mon. ii. 7. L'immagine rappresentata, egli ci verace che non sembri imagine che
si
perviene
40);
e l'interna
sembianza
ci
appaia
s\
propriamente imPurg.
x. 37. -
si suf/gella:
E Guido Cavalcanti pur cantava: Cotanto da pregiar ogni figura. Qua nt' ella mostra in forma ed anco in alti Pura
sembianza del suo
natura
naturale.
Perocch
1'
arte
dee seguir
simil dise-
A sua
Da
gnar suo principale, N altramente giammai dura, o sale: Onde le cose, che non proprie stanno A dritto corso, vanno
Fora
di
fama,
di
Fanno palese
teoria e
discopre Dinanzi
tempo l'inganno, E veritate sua luce buon conoscitor de l'opre. - Dante, con la coir esempio ci apprende pi alti segreti dell'arte.
a suo
ai
i
bei disegni
del
Ges
Cristo
Sono
indicati
ai
numeri 51 e 77
iS^W Elenco dei disegni antichi in fine dei Cenni storici e descrittivi intorno alle Pitture della R. Galleria Estense del
Co. Ferdinando Castellani Tarabini. - P. Guerra. Lidenschmit. - L'autore del bel disegno / tre secoli della
Letteratura inglese,
al
il.
tempo
fa in
della festa
di
poco
onore
di
Dante: Dante
788
9UPPLEMEM0.
Del ritratto di Dante attribuito a Giotto, nella Cappella del Podest, (pag. 388.)
I
rono una
seconda
memoria
sul
ritrailo
di
Dante nella
ma
scritte
paiono inoppugnabili.
La questione tutta di date. Dopo ci ch'eglino hanno aggiunto non si pu non ritenere sfornita di buon fondamento la volgare credenza che attribuisce a Giotto le pitture
della Cappella
del Podest,
e
e per conseguenza
il
il
ritratto
come aveano prima giudicato, inclinano a credere che in Bernardo Daddi si abbia a riconoscere l'autore di quelle pitture, ritenendo che dopo la morte di Giotto non fosse allora in Firenze nessun altro maestro che vincesse il Daddi in valore e riputazione. Is non possono ricredersi di quanto dissero del Marini. Che l'occhio non sarebbe apparso cosi
guasto, se invece di tirar fuori violentemente
v' era infisso,
il
il
chiodo che
guasti che
colori delle vesti e la aveva palilo, si vede ch-aro che forma del cappuccio erano in parte diversi da quel che oggi non sono: onde chi dopo 24 anni lo rivede con l'occhio dell'artista, non pu fare a meno di dolersi che il
D.Lorenzo Pittore, Monaco Camaldolese, (pag. 394.)immagine dipinta intorno al 1420 nella cappella degli Ardinghelli in S. Trinila debbe attribuirsi a Giovanni Toscani e non a Don Lorenzo Monaco, come dopo il Vasari,
L'
ripetevano gli eruditi novelli. - G. Milanesi e L. Passerini, Giornale storico degli Archivi Toscani, anno 1860, luglio
e selt. p. 191, 208 e 210.
SUPPLEMENTO.
'*
789
Bronzino Alessandro. Introdusse Dante nella Disputa di Ges coi Dottori, nell'affresco della Cappella di quelli da
Monlauto
Luca di Leiden. Dante nel momento che gli viene rifemorte di Arrigo MI. - Je lis dan l'abb Troya que Lucas de Leyde a fait un tableau tire de la vie d'Alighieri Je peintre a choisi le moment ou le proscrit apprend la mort de Henri de Luxembourg. - Saint-Ren TaiUandier. Peterlin. Dante che medita sul divino poema.
rita la
:
JUedag^Iie in
onore
dell' Alligliieri.
il
Medagliere del
lui medesimo, possed le due seguenti: .XIV. Dantes Florentinus. Neil' esergo: Yates. Testa Una pianta, e senza leggenda. XV. Dante Allif/ltieri. Busto laureato, a d. In cui rivive. Un fiore. (Di modulo piccolissimo.)
cortesemente da
e.
Componimenti Drammatiei
Lindncr
Alberto,
(p.
415)
Gcdicht,
Jena,
Dante,
Dramatisches
(Pag. 429.)
ci
mann
offre
Erlangen
Divina Comedia.
790
SUPPLEMENTO.
791
Di questo lavoro
Dante AUghieri, ecc. Berlin, 1863. del Braun cos mi venne scritto da
lerature. -
un valentissimo critico, e dotto assai in tutte due le lette11 Braun dice di voler spiegare al popolo tedesco,
di altre nazioni,
di
anche
il
sesto Anniin
Italia,
versario
Dante, che
sta
per festeggiare
Poema sacro
di
poco conosciuto in
Gerquale
mania,
e d
un po'
punta
allo stesso
Goethe,
il
non ne conobbe che pochi passi. Tratta la storia del tempo Dante con buoni studi e soddisfacente larghezza, quanta Cose nuove non ne si richiede all'intelligenza del poema. appresi, per quello eh' fatto fatto bene. La versione libera anzi che no; tiene la rima, non la forma della terzina. La versione del Bianc, a mio giudizio, ci va molto di sopra. Il Blanc traduce alla lettera, e a questo modo,
di
meno
Per
JuliOy
e 70, i. Nacqui sub quanto sono bellamente voltati in tedesco dal Blanc, tanto mi paiono inutilmente infrondati dal Braun, il quale
es.
i
versi 36.
i.
Temj/ era
La prima dimostra
Uno
mezzo Gerusalemme.
e al di sopra s'erge
si
Nell'altro emisfero
il
vuoto infernale,
All'intorno,
monte
del Purgatorio.
La seconda tavola dichiara tutta la materia dell'Inferno, divisa, secondo l'Etica di Aristotele, in nove sezioni. Le colpe procedono dalle men
estende
il
Cielo empireo. -
mano
in
mano che
si
discende
al
fondo
792
SUPPLEMENTO.
la pianta dell'itinerario
l'Inferno.
Una doppia
linea
segna lutto
del
Poeta. la citt
la figura dell'Inferno,
giganti,
illustra
e
il
finalmente
Purgatorio,
il
il
La sesta tavola
spiega
parti,
la
e una per le Persone schema di questa Opera, indispensabile per ben comprendere l'andamento e il concetto della trilogia dantesca. Egli ben a dolersi che questo prezioso lavoro del Duca di Sermoneta non si trovi ven-
dibile
presso
lo
librai.
un editore
e ammiratori di Dante.
Cellini, 1865.
si
as-
somma
questo:
che Dante, in
figura
del
peccatore,
lungamente abituato nel male, avendo concepito il desiderio potendo pervenirvi immediatamente,
atteso
il
ai
mezzi pi
vizii.
Questi sono
Purgatorio.
Inferno e
pel
Dopo
quali,
si
peccato,
pu elevare
questo
il
sublimit
della
perfezione
Paradiso.
significativo
Che
sia
valore
della
dantesca
Allegoria dall'Autore dimostrato in virt del nesso, che corre tra l'allegoria del prologo,
e l'allegoria di tutto
il
Poema. A
a Dante),
il
te
Adunque
il
compiuto,
ebbe per
fine liberare
il
travagliavano in quel luogo, e menarlo all'acquisto de' beni, ai quali tanto agognava, del Colle opposto. I mali adunque,
simboleggiati dalla Selva e dalle Fiere, sono quelli dai quali
esso
si
SUPPLEMENTO.
e
793
i
evidentissimi
il
del
Poeta, viaggiando
i
peccati e
loro effetti; e
beni,
il
la
riordinazione
del
le
virt
della vita
della vita,
il
perfezione cristiana, e
il
finalmente
le
impediscono
cammino
del
mosse da
E analoghe a
fa
che
precedere,
Poema.
che noi abbiamo
Ma
nel
divisare
in
chiarire
sensi,
egli
dovuto accogliere
per rispetto
all'
poche parole,
fa
scompartimenti
esso
il
riguardo,
che avea
il
finalmente
Inferno, e secondo
il
mezzi
il
sim-
si
argomenta
di troai
varvi
riguardo
penitenti
la
quale se ora,
alla
attese
le
esterna economia,
la
rimane per
conseguire
sostanza;
procurando
Chiesa
di
far
peccatori,
quali,
determinato
di
mutar
vi
vita, si
presenta-
vano
non
794
SUPPLEMENTO.
La seconda regione,
e vi e
la
si
la
quale costituisce
in
il
vero Purgatorio,
misteriose,
custodia un Angelo,
disserra
la
argomento
di
di
due chiavi
sarebbe
immagine
delle chiese,
mente
le
detti.
entravano nel numero dei penitenti propriaLe diverse purgazioni e gli altri esercizii, che
le
torio,
varie cornici,
ond'
aggirata la Montagna,
opere
penitenza che
il
ottenere
beneficio
il
dell' assoluzione.
La
terza
regione
finalmente, che
quando
riconciliati
pieno
Teologi, prendendo la
ed anima
di
di essa Chiesa.
Su questo fondamento
il
1'
ufficio
Matelda,
che dee
),
tufl"are
interpreta Penitenza
dinali, e fargli
condurlo
gustare le acque
e in particolare
i
dell'
Euno
(che interpreta
il
compito
i
di coloro
che
anticamente istruivano
neofili,
riti
ed
convertiti di recente,
Fra
intorno
fa
le
al
le
generali di tutti,
(li
coli'
il
viaggio
alla
come apparecchio
giustificazione;
grazia,
la riparazione della
prima
ma
il
dell'
quanto
possibile,
segno
di quella perfezione,
uomo
difatti le
acque
di
a significare un
cancellando dall'anima sino le reminiscenze dei peccati, dimostrano che le sono diventati cos estranei, come se mai non gli avesse commessi.
Civilt Cattolica, 18 Febb. 1865, p. 465.
SLPl'LEMJiMO.
SI
795
dal Poeta
adombrare,
coloro
Il
che attendono
alla
vita
contemplativa ed unitiva.
Ma
modo
allegorico, che
il
il
suo progressivo avanzamento nel bene; dipingendo (usiamo le parole dell'Autore) con arte finissima, e con sempre nuovi e pi vaghi colori il volto della sua
manifesto
salir di cielo;
donde
si
lo
sguardo
di lui,
si
torce dall'amato
viso, acquista
proporzionatamente
ci
quali cose
chi
basti avere
di
leggermente toccato,
al libro
bramasse
C. C.
l'
Italia delle
nazioni, le Fiere
soliti
tre governi,
i
il
gimento,
il
triplice viaggio
ma
soli
Galvarpio Pietro.
80 per cadauno.)
cos'i
(fUn lavoro,
perfine,
l'editore
Amenta, da
gli eflettivi
concetti,
nascosti sotto le pi
impor-
in questo punto notabile la Civilt Cattolica conviene col Le due spiegazioni della Dantesca Allegoria constituiscono due concetti in tutto rigore diversissimi fra loro della Divina Comedia, s
ti)
Barelli.
di perfetta unit.
Onde
se la prima
come
seconda
e viceversa: se poi
pu
far altro
che scegliere
fra le due.
il
cbe
ma
anche
il
sono esser che modi, estensioni, o riflessi di ti stretta relazione che vengano ad immedesimarsi con esso, come un tutto. Il che non pu dirsi del senso politico, il quale bisogna partire da un fon-
damento
796
tanti Allegorie
SUPPLEMENTO.
della
maravi-
samo preziosissimo a tante nostre letterarie ferite; sarebbe eziandio un monumento ben degno di quell'intelletto sano
ed acuto,
pel
cui
le
possesso,
le
italiche
capacit,
poste a
straniere,
confronto con
dotte
e laboriose
intelligenze
sono sempre riuscite superiori e con privilegio, a dispetto di qualunque emulazione o contrasto. - Oltre al doversi
mettere a calcolo, che un simile lavoro sarebbe, per verit,
una memoria, da ricordare a' posteri pi lontani, che il classicismo volgare, nato un giorno sotto vesti allegoriche in questa terra di sapienza e di eroi, non pot essere inteso e spiegato che l dove nacque. Sorio P. Bartolommeo. Esame del Veltro allegorico di
Dante Allighieri,
ne' suoi
diversi
sistemi.
Verona,
Rossi,
Non
un
Veltro non era incarnata in nessuna persona particolare che fosse da Dante designata, n vagheggiata anzi trailo. Questa idea preconcetta era astratta, non concreta; era
significativa,
non era
significata;...
gi conosciuta vivente.
Dante
lette
cuore delle
all'alunne
della Famglia
di
ma
Scolari Filippo.
intento della Divina
Dante
Cattolico.
Il
vero ed unico
Comedia considerata nel pi concreto suo risultamento finale. Memoria, Veneeia, Fontana, 1864,
in
8.'>
lyov. 1302,
di autorit pon-
Fontana 1865,
esemplari.)
SUPPLEMENTO.
Ci giova riferire
l'
797
zione;
la
sostanza;
ed
Divina Comedia
sia
meditata
su
che
in
cui scriveva
l'
incomparabile Autore.
e
Splendida edizione,
)
di pag.
2oO,
pubblicata
il
20
la
Feb. 1865.
Il
figlio
con
epigrafe:
L'onesto
il
Al
figlio
il
Perch
vero
E perseveri Eternamente
i
La
Poligrafa
I.
dantesca
Dante,
capitoli:
vivi.
Salmo,
con l'epigrafe:
//
- IL
II
dugento cull
al
primi
ardimenti
gestazione.
forse
civili:
incubazione,
- Fior
trecento la
- IIL
?.
Sua giovinezza.
di giovinezza
- Oh degli umani miserando strazio; - La guerra! - E noi siamo cristiani !- Pia feroce la femmo e pi tremenda, - E in modi strani-Con arti inique insanguiniam la ferra. -V.Una battaglia
amore
- IV.
Una
battaglia
moderna.
antica (Campaldino)
Una
sol lingua
parlano
e '
uccidono? fior di
forma
Dal velo
sciolta -
Che ombrava
il
radiante -
Tra
ti
Salivi
- Divino
spirto
il
-r
ha dato
genio,
rendigli la
Egli non fu ne guelfo n ghibellino. - IXSua natura, aneddoti, amori. - Pia forte V ingegno e piii forti
ne' suoi scritti;
le
passioni. - X.
Il
Secolo in che
fiori. -
per poco sciolta Regina torneria la terza volta. - XI. Tiranni e liberatori. - D' anime forti piena e di tiranni. - XIL Muore
la libert. -
infermo;
se
non reggi
la
spada non
per
noi...
Xlll.
Storia e Storiologia. -
La Storia crea
la
798
filosofia,
all'
SUPPLEMEMO.
questa
il
progresso o
amor
t'
patrio. -
XIV
acqueti in Dio -
Fiamma
amore ala d un angelo che porta l' anima XVI. Leggende di Oveins. - Raccogliere le tradizioni leggendarie del medievo, sarebbe nuovo incremento alla storia. - XVII. La poesia cristiana. - Carit raggio del divino
del poema. - L'
-
a Dio.
il
V idea nel
lo spirito.
V Inferno,
secondo
il
Leoni,
Il
Purgatorio. -
e celestiali
creature;
una progressione amorosa di tutte eteree un coro di pie sostanze, che nella
di
Se
la
reminiscenze,
difficile,
e -
XX.
Il
Paradiso.
pi la mente.
il
voto, suggellata
r apoteosi
eh' egli
avea promessa
affetti,
il
all'
l'innamorato
namorato della
lutti
i
virt,
appena la cantica del Paradiso, trasvola gi fatto celeste. Egli non dovea che chiudere gli occhi e riaprirli in quelle dimore gi visitate col canto. - E chi avria negato a Dante - XXI. Dante e i Papi-Re. - XXII. Amori di il Paradiso? Dante e Petrarca giudicati da G. Barbieri. - XXIII. Dante in Venezia. - XXIV. Soggiorno in Padova. - XXV. Dante e Omero. - L'Allighieri emul l'antico nella vasta sintesi,
lo super nel concetto e nella variet. - XXVI. Milton e Klopstok. - Milton e Klopstok, non provvidi alla storia, n
alla
scienza,
non pittura
solitari.
specchio
delle
patrie
loro,
Dante fu proemio a quello di Milton. In questo parte e ragione alla epopea del Sassone. - Chiara la preminenza del divino su questi
stanno giganti
- Il Paradiso di
SUPPLEMENTO.
799
due sommi.
Dante. II.
XXYIIL
falso
Natale di
III.
riforma. -
fama
di
dei Perticare
Vero XiisoniOy
Il
(Duca Proto
di
il
Maddaloni, Napolitano.)
sesto centenario di Dante,
1864,
un
Roma.
Dante nella nuova
si
Questo
Satira.
Italia
tiene
della
Nell'orditura
colle
quel
sue vicende
e co' suoi
scontri
accosta
al
romanzo. Nelle scene particolari che spongono i concetti di Dante e quello delle persone in che si abbatte v'
tanto di comico che senti subito la comedia. Nell'idea che
informa
il
nella conversi
raccontano
v' una continua satira spesso gentile, pi spesso pungente contro la rivoluzione e rivoluzionarli. L'Autore fnge che
a Dante sia stato concesso uscire
del Purgatorio,
stava purificando,
e farne giudizio.
per visitare
Il
in
persona
la
da Firenze a
mostra
il
Roma. Ed
ei
poeta risuscitato
le recenti
conquiste del governo piemontese e giungere a tanto di indegnazione e di collera da chiedere in grazia a Dio di
poter
senza indugio
rientrare
nel Purgatorio
patto di
non
salir
mai
in Paradiso.
dalla
solita
carreggiata
(??) Questo racconto esce molto degli scritti letterari per la sua
Quad. 31)6, 21 Gen. 1865. primo discorso sopra il divino Poeta Dante Mliqieri. Al magnanimo signor Federico BaTliicppolo Giacomo.
Il
doaro.
al
Camedla. Si
Il-
conserva
nell'
Estense
di
Modena.
800
p. 360, 361.
SDPPLEMENTO.
di Venezia.
Bellomo
eentenario
nascita
Dan-
Parte
1.^
pag. 46;
Farteli.^ di
pag. 56.)
erigersi a Dante
Lettera a Giambattista
scelte
Epigrafi in
onon
memorie
di Dante in
De cominci
la
Galileiana di M. Cellini e
C
Maggio 1864.
La Festa
tino,
Centenario. -
Ebbe
La Scuola
Corsini,
di Dante,
alla
La Divina Comedia
(Presso
gli
tori a Milano.)
potr meritare
del testo,
il
dizione dei
SUPPLEMENTO.
per
la nitidezza dei caratteri.
801
il
Oltre a ci
camente corre.dato di note, avendo cura pi specialmente di seguire quei commentatori che sono oggi stimati fra
da presso a
artisti italiani,
pure affidato
l'
INDICE
DELLE PERSONE RICORDATE
NEL PRESENTE VOLUME
rlei
65, 677 - Acerbi Enrico 496 - Accorso Bonfantini 493 - Ademollo Carlo B67 - Ademollo Luigi 776 - Agrilio G. B. 411 - Agrali Giovanni 561 - Agricola Filippo ;I99 - Agiiilhon Cesare 642 - Agujari Tito 369 Alberlini Luigi 399 - Alfieri Vittorio 41, 477 - Allori Alessandro 364 - Ambrosi Francesco 489 - Ambrosoli Fr. 65, 478 - Ampre G. G. 396, 398, 580, 654- Andrea - di - Jacopo 370 - Andreoli Raflaele 474 - Angelico B., Fra Giovanni da Mugello 336 - Anonimo 365, 399, 448, 499, 500 Anselmi Domenico 564, 573, 640 - Antonio da Arezzo 421 Antonio, fra, Minorila 421 - Antonio da Castello di S. Nicol 421 - Arabia Tomaso 418 - Arcangeli Giuseppe 462, 565, 567, 568, 646, 771 - Arici Cesare 65 - Arndt Lod. 65, 677 - Aroux E. 497, 514, 632, 656 - Arrivabene Ferd. 459, 579, 588, 642, 773 - Arlaud de Montor 505, 506, 507, 509, 656 - Artib Lelio 573 - Asquini Fr. 573 - Asson Michelangelo 585, 587 - Astesi Alessandro 494 - Attavanti P. Paolo 436 - Audin de Rians Stefano 434, 435, 557, 567 Azzolini Pompeo 364, 586, 640.
Abeken Bern.
Bach Giorgio 657 - Bachenschwanz L. 535, 545, 651 Bagnoli Pietro 564, 573 - Bahr G. 677 - Balbo Cesare, 30, 46, 48, 51, 65, 51, 98, 430, 483, 579, 622, 644 - Baldini Baccio 371 - BaldinoUi Bartolommeo 495 - Balestrieri 379Bandini Domenico 593 - Band Antonio 365, 408 - Barbadoni Bartolomeo 496 - Barberini Carlo 490 - Barcellini 513,581 - Barelli Vincenzo 619, 792 - Baret Eugenio 547Bargigi delli Guinifortc 425, 449 - Barlow Enrico 416, 533, 708 - Barrias Frane 399, 406 - Barlh Ambrogio 504 - Barthold F. 704, 705 - Barloli Cosimo 475, 476, 564, 573 Bartolo Taddeo 336 - Bartolomeo Fra di S. Marco 342 Bartolomeo da Colle 495 - Bartolomeo di Piero da S. Gimignano 494 - Barucco Felice 332, 364, 368, 399, 406 - Batines Colombo 332, 658 e passim - Beccadelli Lodovico 496 - Becchi Fruttuoso 749, 771 -Bellarmino Kob.585-Bellerman Crist.645 677 - Bellini Bernardo 418 - Bellomo Bonavehtura 808 Bellucci Gius. 406 - Bembo Pietro 406 - Benassuti Luigi
804
1M)1CE.
490, 763 - Benci Antonio 564 - Benedetto, frate Agostiniano 494 - Benivicni Giuseppe 496 - Benozzo Gozzoli 396 - Bentivoi^Iio INicol 406 - Benvenuti Pietro 36!i - Benvoglienli Uberto 496, 640 - Berardinelli P. Francesco 97, 98, 451, 475, 582, 609 - Bernardoni Giuseppe 771 - Beri ni Camillo 496 - Bernardi Antonio 572 - Bernardi Jacopo 534, 573, 796 Bernardi Paolo 411 -Berti Gian Lor. 585 -Berti Giovanni 496Bertini Giuseppe 354, 407-Bertini Jacopo 563 Beltelini 376 Betti Salvatore 487, 572, 645, 648 - Bettini 381 - Bczzuoli Giuseppe 361, 365, 367, 407 - Biagioli Giuseppe 383, 460, 743 - Biamont 324 - Bianchi Brunone 26, 107, 179, 467, 621, 644, 755 - Bianchi Giuseppe 399 - Biblioteca Italiana 436, 463, 464, 466, 512 - Biondi Luigi 415, 479, 496, 573, 771 - BiscaraG.B. 379 - Biscioni Antonmaria 26, 492, 612, 771 - Bisi Giuseppe 361 - Blanc L. G. 46, 48, 65, 429, 543, 678, 680 - Boccaccio Giovanni 17, 26, 78, 86, 117, 128, 307, 411, 419, 442, 620 - Boccaccini Francesco 363 - Boissard Frejus
.
659 - Bohmer J. F. 705 - Bollai E. 54 - Bompiani Roberto 364, 406 - Bon Brenzoni Catterina 411 - Bongini Michele 418 - Bongiovanni Domenico 98, 452, 487, 608 - Bongovanni Salvatore 366, 370 - Boni Giovanni 380 - Bonucci Anicio 776 - Bonsi Lelio 753 - Borghesi Diomede 573 Borghi Giuseppe 465, 564, 640, 749 - Borghini Yicenzo 486, 562, 569, 581, 607 - Borghini (Giornale) 424, 433, 444, 449, 475, 490. 520, 614, 641, 771 - Borgognini Adolfo 595 - Borro Luigi 405 - Borzino Ulisse 367 - Bosone da Gubbio 412 493 -Bossi Giuseppe 743, 771-Bottagisio Giov.581-Botlari Giovanni 580 - Bottazzi Agostino 407 - Botticelli Sandro 370 - Boyd Enrico 526 - BouUee M. 511 - Bouterweck Fr. 983 - Bozzo Giuseppe 482, 573 - Bracciolini Francesco 496 Brait de la Mathe M. 408 - Branchi Eugenio 18, 51, 598 Braun Giulio 542, 791 - Brevio Giovanni 496 - Bridel Luigi 507, 573 - Briganzol 405 - Briseux A. 497, 513 - Brizio Fortunato 412 - Brocchi G. B. 564 - Brofferio A. 411 Bronzino Angelo 398 - Bronzino Alessandro 789 - Brooksbank M. A. 497, 531 - Bruce Vhythe 26, 710 - Brunetti Alessandro 486 - Bruni Leonardo 65 - Bucchi A. 418 Buffamalco Domenico 332 -Bulgarini Alessandro 573 - Buomattei Benedetto 423, 446, 573, 581, 600 - Buonanni Yicenzo 454 - Buonarotti Michelangelo 63, 322, 323, 343, 369, 412 - Buscaino Campo Alberto 572 - Buti da Francesco 423, 446 - Buttura A. 478 - Buzzi Leone 363 - Byron Giorgio
412, 709.
Caetani Duca di Sermoneta 568, 771, 791 - Gagnoli A. 412, 573 - Cailey C. B. 530 - Calmi Antonio 406 - Calamai Baldassare 364, 365 - Caldani Floriano 281 - Camarano G. 418 - Camboulil F. R. 547 - Campagna Giacinto 640 - Campetto Pompeo 415 - Canal Pietro 426 - Canali 580 -
INDICE.
805
581 - Candiani Francesco 498 - Canova Antonio 405 - Cantoni Yicenzo 412 - Cant Ignazio 560 - Cant Cesare 53 - Capello A. 573 - Capocci Ernesto 35, 234, 243, 246, 248, 253, 256, 258, 265, 266, 267, 268, 588, 590 - Capponi Gino 747, 771 - Gapozzi Fr. 418 Capua Giov. 412 - Caravaggio Evandro 415 -Carbone Ginnio 768 - Carcano Giulio 412 - Cardona Filippo 281 - Cardona Gaetano 573 - Carducci Giosu 51:: -Carli Giov. Gir. 502 Carlini Giulio 363 - Carlyle Giov. 529, 533, 710 - Carlyle Tomaso 710 - Carmignani 53, 294, 573 - Carpaneti Selnio 459 - Carpani Palamede 771 - Carrara Giovanni Michele 495 - Carrer L. 466 - Carrion Tsisas 507 - Cary Enrico 526 Casella Leonardo 426, 430, 496 - Castagno - dall'- Andrea 394 - Castellazzo L. 585 - Caslelvetro Lod. 476, 496 - Castiglia benedetto 607 - Castrogiovanni Giovanni 426, 459, 563 - Cattaneo Carlo 573 - Cattaneo Felice 362 - Cattellacci Antonio 502 -Cavalcasene 389, 400-Cavagnani Antonio 801Cavalieri A. 573 - Cavedoni Gel. 306, 573 - Cavelier Pietro Giulio 405 - Ceffoni Bartolomeo 495 - Celentano 407 Celesia Emanuele 412 - Centofanti Silvestro 57, 61, 412, 426, 446, 597, 600 - Gerbera N. 410 - Cereseto G. B. 65, 561, 574 - Cerretti Luigi 564 - Cerretto da Giambattista 573 Gerrotti Francesco 437 - Cesari Antonio 462, 476, 564 - Cesarotti iMelchiorre 500 - Chabanon 65, 659 - Chaucer 533 Chauvet .508, 510 - Ghecacci 389 - Chiecclii Basilio 407 Cliiromonio Matteo 495 - Ghurcli Gugl. 711 - Ciampolini Luigi 771 - Ciangulo iNicol 545 - Ciardi di S. Croce 426Cicconi Luigi 430, 640 - Gino da Pistoia 412 - Civininl Filippo 589 - Civilt Cattolica 96, 583, 596, 799, 761. 794, 795, 799 - Clarecini Nicol 495 - Cocchi Antonio 496 Colbert d'Estouteville 506 -GoUelli Scipione UH, 461, 462, 478, 573, 600, 771 -Gombes Emilio 692 -Comolli 405 - Consoni INicol 361 -Conti Augusto 586 - Conti Antonio 564 - Conz G. P. 707-Gook Giuseppe 349 - Gorbinelli .Iacopo 496 Cornelius Pietro 348, 379 - Corniani G. B. 65, 564-Corpiani Angelo 362 - Corsini Guido 800 - Cosmi Condulmieri Cosimo 362, 365 - Cossa L. 410 - Costa Paolo 65, 561, 573, 640 - Costa Giovanni 500 - Crepuscolo 331, 357, 60, 462, 471, 472, 508, 563 574, 661, 670, 674, 690, 758 - Grescimbeni Giovanni 65, 564 - Crollis Domeniro 573 - Groos Maurizio 711 - erosa 407 - Gsaszar Fr.26, 784 - Curti Pier Ambrogio 574 - Curzon 367.
Cancellieri Francesco
564,
580,
^i
di
Dame Allkjhieri. Grafa del Casato 557 -Del Cognome Dante 559 - Gasa di Dante 11, 786 - Sua nascita 12 Vede per la prima volta Beatrice 15 - Suo primo Sonetto 19 -Prende a moglie Gemma dei Donati 24 - Suoi figli 24 S'inscrive all'arte degli Speziali 29 - Suo esigilo 41 - Presso Malaspina 47 - Nel Monastero di S. Croce 51 - A'a a
i
806
INDICE.
Parigi 51 - A Gubbio 56 - Al caslello di Lizzana 553, 556 - In Udine ed a Tolmino 556 - A Ravenna 62 - Sua morie a Ravenna. Ossa del poela richieste da Firenze 63Sue Opere: Vita ISuova 25, 66 - Convito 30 - De Vulqari Eloquio 45 - De Monarchia 52 - Lettera a Cangrande della Scala Qii - Della Divina Comedia: Imaginala azine del poema 34 - Quando compiuto l'Inferno 49 - Quando il Purgatorio 58 - Quando il Paradiso 61.
D'Acquino Carlo 501 - Daddi Bernardo 788 - Dall'Acqua Cesare 364 - Dalla Vecchia L. 501 - Dalmistro Angelo 413 - DairOngaro Francesco 402,426, 466 -D'Ancona Vito 369 - Dandolo Tullio 579 - Daniello Bernardino 455 - Da Ponte Lorenzo 534 - U'Aubigny Estelle 657 - Dayman Giovanni 529 - De Alberlis Sebastiano 370 - De Antonelli Ciriaco 587 - De Biasio Domenico 407 - Decaisne 362 De Gourbillon Giuseppe Ant. 510 - Degli Antoni Andrea 361 - De Gori Augusto 653 - De Gregorio 564 - De Keiser 406 - Delacroix Eugenio, 361, 363, 368 - De La Fayelle Calemard Carlo 497, 511 - Della Latta P. Eustachio 537 De Laderze 363 - Della Marca Antonio 499 - Della Scarperia Cosimo 502 - Delatre Luicji 786 - Della Torre Torquato 366 - De La Tour M. A. 569 - Della Valle Giovanni 611, 613, 616 - Deleborde Enrico 369 - Delcluze E. 25, 26, 659, 784 - Delius 790 - Delomcle Carlo 659 - Dell' Ottaviana E. 470 - De Pazzi Alfonso 413 - Del Rosso Jac. 600. 785- Dell' Uva Benedetto 496 - Demeulin 505 - Demi Emilio 403, 407 - Denina Carlo 564 - De Pans Carlo 407 - Deputati alla correzione del Boccaccio 435, 442, 445 - De Rossi Giov. Gherardo 510 - De Sanctis Francesco 35, 440, 477, 562, 666 - Descamps Antonio 409, 413 - Descoudres di Duffeldolf 363 - D'Este Alessandro 405 - Di Cesare Giuseppe 464, 579 - Di Costanzo Giustino 580 - Dieffenbach M. 704 - Dies Carlo 361 - Dielz 789 - Di Lorenzo 498 - Dionisi Jacopo 306, 440, 477, 572, 580, 589, 621, 642, 644, 771 Diotli Giuseppe 365 - Doellinger 95, 97 - Dolce Lodovico 454, 600 - Doltn Giov. Paolo 501 - Domenico di Michelino 340, 395 - Domenico di Maestro Bandino 65 - Domenico P. di Giovanni da Corella 421 - Donizzetti Gaetano 319 - Donnei 530 - Donniges G. 705 - Dor Gustavo 366, 375, 383 Drouilhet de Sigalas Paolo 25, 331, 334, 347, 349, 659, 667 Druman 707 - Dumas Alessandro 659 - Duprel Melchiorre 640 - Dusquenel Amadeo 659 - Dusi Cesare 362.
Eliot Norton 784 - Emiliani Giudici Paolo 65, 437, 452, 463, 480, 486 - Empoli de' Giacomo 348 - Ermini 376 Eroli di Narni Giovanni 573, 610 - Espalter Giovanni 364 Esquiros Alfonso 661 - Etex Antonio 863, 383.
INDICE.
-
807
Fabisch Gius. 369 - Fabrs DomeFab Altin Fr. 405 nico 379 - Fabris A. 410 - Fabroni Angelo 65 - Fanelli
Giambattista 65, 585 - Fanfani Pietro 443, 444, 448, 490, 680, 771 - Fantoni L. 746, 787 - Fapanni Fi". Scipione 416, 552, 682, 766, 783 - Fardclla Giuseppe 573 - Farina Achille 363, 365 - Farini Ab. Pellegrino 478 - Fasolo Francesco 653 Fauriel Car. 26,65,98, 430, 661 - Fauveau di Felicita 363, 425 - Fazi Antonio 573 - Fea Carlo 573, 580, 585 - Februer Andrea 547 - Federici Fortunato 771 - Feller Fr. 65, 661, Fertiault Fr. 26, 663, 784 - Fernow C. L. 46, 683, 741 - Ferrari Giulio 459 - Ferrari Paolo 415 - Ferrari (avvoc.) 434Ferroni Pietro 477,587 - Ferroni Paolo 611 - Ferrucci Catterina 65 - Ferrucci Luigi Grisostomo 400, 573 640, 648, 771 - Ferut 369 - Fiacchi Luigi 573, 771 - Ficino Marsilio 54, 435, 495, 785 - Ficher 55 - Filalete Giovanni di Sassonia 505, 536, 540, 543, 639 - Filelfo Francesco 65, 421 -Filetti Giulio 360 - Filippo da Reggio 423 - Finazzi Giovanni 450 Fiorentino Pier Angelo 497, 513 -Fioretti Kenetto 564 -Fischer Antonio 683 - Fittmann 790 - Flandria 361 - Flaxman Giovanni 373, 375, 383 - Flotto Hartwig 65, 429, 663 - Fontana 580 - Fontani Nicol 369 - Fontebasso Giovanni 415 Forleo Leonardo 564 - Forster Carlo 535, 683, 784 - Forster Francesco 683 - Foscolo Ugo 436, 439, 455, 456, 458, 478, 500, 527, 528, 579, 631, 752, 771 - Fossati Luigi 65 - Foucher de Caril C. 663 - Fournier Francesco 362 - Fracassetti Gius. 441 - Francesco di Dante 493 - Francesconi 573 - Franchi Romualdo 362 - Franck Frane- 585 - Frapporti G. 585 Fraschieri Giuseppe 362 - Fraticelli Pietro 30, 52, 46, 48, 51,
53, 58, 65, 434, 461, 468, 479, 500, 527, 528, 553, 581, 598, 600, 625, 758, 771, 773, 776 - Friker Girol. 791 - Fuchs 46 - Fumagalli D."" Brizio 413.
Gaddi Taddeo 393 - Gagliazza Giuseppe 407 - Gayard 411 - Galilei Galileo 422 - Galilei Yicenzo 310, 319 - Gallina Gallo 377 - Galvagno Pietro 796 - Galvani Giovanni 481, 573, 771 - Gargallo Tommaso 573 - Gargani 390 - Garow Giuseppe 26, 712, 784 - Gastaldi Andrea 367, 368, 369 Gazzeri 573 - Gazzoletti Antonio 418 - Gazzotto Yicenzo 380 - Gelli Giambattista 422, 475, 476, 573 - Gennell Bonaventura 380 - Genthe F. 692 - Gentili Giovanni 496 Gerstenberg 418 - Ghedina Giuseppe 406 - Gherardi Crislofano 369 - Gherardini Giovanni 771 - Gherardo Quinto 413 - Ghetaldi Biagio 501 - Giacomelli Yicenzo 408 - Giacomelli Sofia 376 - Giambell Carlo 564 - Giambullari Francesco 422, 475, 476, 600 - Giani Francesco 367, 368 Giannini Crescentino 756 - Gibertini 366 - Gigli Ottavio 562 - Ginguen 663 - Gioberti Yicenzo 43, 53, 251, 327, 329, 496, 564, 586, 627 - Gioia Alfonso 496 - Giordani Pietro 314 - Giotto Stefano 329, 388 - Giovanni Paolo de
808
INDICE.
35, 60, 232, 334, 340, 353, 396, 486, 487, 563, 581, 599, 628, 774 - Giuliano Bartolomeo 368 - Giuliano Francesco 363 - Giusti Giuseppe
Giovanni Gherardo
98, 101, 389, 413, 457, 458, 461, 465, 488, 615, 642 - Gorini Emanuele 48 - Gschel 430, 545, 683 - Goujet 663 Gozzi Carlo 640 - Gradenigo Jacopo 498 - Gradenigo Gian-
girolamo 305 - Grangier Baldassare 497, 505, 525 - Granata Mauro 563 - Grasse Giovanni 65.- Graul -Carlo 541, 544 Gravina Vicenzo 564 - Grazinolo di Bambagliolo 437, 493 Gregoretti Francesco 30, 65, 471, 553, 597, 628, 644, 756, 763 - Grieben Ermanno 684 - Grhman Goffredo 65, 684 Gualdi Antonio 365, 407 - Guarienlo 331 - Guasti Cesare 328, 330, 343, 563 - Guerra Pietro 35, 592, 787 - Guido Fr. da Pisa 493 - Guseck Bernardo 541, 544 - Guzzoni degli Ancarani 573.
Hallan F, Arturo 712 - Hancock Giovanni 406 - Hape 685 - Hartmann G. 787, 789 - Hasse H. G. 97 - Haurau B. 658 - Hegel Carlo 685 - Heigelin Gio. 540 - Heise Teodoro 775 - Hillebrant Carlo 663 - Heroldt Basilio 784 Htler Cost. 707 - Hrwarter Giamb. 540 - Howard Nataniele 497, 527 - Hume Giuseppe 527 - Humel 373.
C.
Idelfonso P. 48 - Imbrian 573 - Ingres Giovanni Domenico 361, 376 - Israeli 580, 712 - Jacopo di Dante 433, 434 - Jageman C. L. 535 - Josqulnio 319 - Justi C. 685.
Kannegiesser 685, 784, 785 - Keil G. 778 - Kirkup Sey388, 400, 700 - Klacztko 663 - Koch Gius. 378 Khler Lud. 685 - Kop J. E. 55, 705 - Kopisch Aug. 541, 636, 645, 685 - Kopitar 771 - Krafft Carlo 26, 685, 784 -
mour
Krone Giulio
706.
Labltte Carlo 65, 345, 505, 514, 580, 657, 663, 664, 670 - Lafayette de Calemard Carlo 664 Lamberti 743 - Lambertini Michele 367 - Lamennais F. 65,
117, 517, 664 - Lami Giovanni 482, 749 - Lampredi Urbano 573, 771 - Lana (della) Jacopo 431 - Lancia Andrea 437 Lanci Fortunato 35, 307, 571, 577, 589 - Landino Cristoforo 65, 421 - Landoni Teodorico 568 - Landor Savage Gug. 712 Lanfredini 405 - Langer Roberto 363 - Lapi 376 - Larese
Moretti Eugenio 407 - Lasinio Paolo 373, 377 - Ledere Vettore 666 - Le Dreuillc A. 511 - Leight Hunt. 497, 712 - Lemcke Fr. 686 - Le Normant 430, 667 - Leoncavallo Ruggiero 561 - Leoni Carlo 47, 417, 564, 797 - Leopardi Jacopo 413 - Levol Florimondo 517 - Libri Gugl. 246, 587 - Liesske
A. Rob. 686 - Lindner Alberto 789 - Lindschrail 287 - Lioy 212, 247, 273, 276 - Litla Pompeo 65 - Liverati Carlo Er-
INDICE.
809
neslo 367 - Livizzani Ercole 377 - Lombardi fra Baldassare 457, 738, 746, 771 - Lombardi Pietro 400 - Longhena Francesco 590 - Lorenzetli Ambrogio 393 - Lorenzo Pittore Monaco 394, 788 - Lorenzo di Giovanni da Pisa 421 - Lorinl Agramanle 567, 771 - Lowositz Giambattista 686 - Lubin Ani. 26, 30, 617, 643, 649, 773, 789, 790 - Luca di Leiden 789 - Lucchesini Cesare 573 - Lunelli 307 - Luteri 417 Lyell Carlo 26, 713, 784.
Macchiavelli Giovanni Giacomo 377, 743 - Macchiavelii Filippo 745 - Machirelli Odoardo 778 - Maffe Andrea 413 Matei Giuseppe 65, 564 - Magalotti Lorenzo 243, 478, 573 Maggi Pietro Giuseppe 306, 772 - Maggiolo L. Fr. 511 - Magnier Edmondo 667 - Mainardi Tomaso 361 - Malagoli Ercole 483 - Ma la pica Cesare 426 - Mala testa Porta 580 Malatesli Adeodato 368 - Malpagbinls Giovanni 420 - Maiipiero Troilo 313, 418 - Malvezzi Giuseppe 572 - Mamiani della Rovere Terenzio 413, 564, - Mancini Luigi 612 Mancinelli Gius. 361 - Manera P. 426 - Manetli Giannozzo 65,
600 - Manni Domenico M. 305, 496 - Mantegna Andrea 395 Manuzzi Gius. 463, 573 - Marchese P. Vicenzo 329, 334, 337, 338, 339, 343, 645 - Maranghi Amico 400 - Marchetti Giovanni 413, 621, 640, 644 - Marcucc Giambattista 582 Marenco Carlo 418 - Marianni Annibale 368 - Mariani Elisa 379 - Marianno da Tortona 423 - Marini A. 379, 389 - Marini G. 477 - Marinoni Giovanni 567 - Marsigli 365 - Martelli Nicol 573 - Martini Lorenzo 416, 586, 640 - Martin T. 640, 713, 784 - Marzo de Ant. Gualberto 490 - Masin 407 - Massaccio di Ser Giovanni 395 - Massarani 657, 662, 674 - Massedaglia 573 - Massola Giulio 368 - Massoni Papirio 65 - Mauro Domenico 630, 654 - Mazzini Gius. 480 - Mazzoni Jacopo 306, 422, 564 - Mecconi Raimondo 573 - Meinhard 545 - Mehus Lorenzo 597, 715 Melchi Giuseppe 358, 407 - Meli Giuseppe 367 - Mendelsshon 686 - Mercuri Filippo 553 - Merian Giov. Bern. 664 Mesnard M. 519, 522 - Mezzanotte 413, 573, 771 - Micara Clemente 640 - Micchino da Mezzano 493 - Migliara 365 - Milanesi Gaetano 444, 788 - Milesi Rianca 405 Milli Giannina 413 - Min Demetrio 549 - Minich R. Salvatore 606,
47, 51, 103, 257, 267, 269, 452, 454, 559, 588, 604, 650, 658, 682 - Missirini Melchiore 65, 394, 626 Mocchi Giov. 407 - Molbech Carlo 415, 548 - Molinelli P. 670 - Molmenti Pompeo 368 - Molossi 787 - Mondini Gia-
como 368 - Mongeri Giuseppe 406 - MongisT. A. 65, 512Montanari Gius. 564, 573 - Montani E. 564,573,771 - Monlebugnolo Pietro 366 - Montegut Emilio 361, 376, 385, 389, 513, 514, 519 - Monti Enrico 362 - Monti Nicol 361 - Monti Pietro 308, 569 - Monti Vicenzo 32, 248, 251, 252, 254, 255, 274, 458, 461, 564, 748, 771, - Morali Ottavio 743 -
810
INDICE.
-
L. 373 - Morello Pellegrino fi% - Morlacchi Francesco 319 - Morrione Leonardo /il8 - Molell Gaetano 363 - Moulonnet de Clairfons 497, 503 - Mozzi Marcantonio 496 - Mucchio da Lucca 414 Mugna Pietro 690 - Munro A. 363 - Murelo Marcanlonio 496 - Mussafa 790 - Muzzi G. 477 - Muzzi Luigi 478, 573, 598, 642, 771, 776 - Muzzi Gaetano 744 - Miiller A. 704.
Morghen
Nannucci Vincenzo 483, 573, 776 - Napione Galeani de Cocconato Giov. 574, 573 - Nardini 399 - Nenci Fr. 376 Nicoletli Paolo 459 - Nicolini Giambattista 325, 329, 336, 345, 414, 564, 573, 749 - Nidobealo e Terzago 450 - Nils Loven 548 - Nonvrai Uguccione 501 - Nordman Giovanni 65, 686 - Notler Federico 686 - Nuli Luigi 373.
Occion Onoralo 679 - Oetlinger Edoardo 65 - Oeynhausen C. 26, 687, 784 - Olenschlger Giov. 704 - Orcagna Andrea 334, 393 - Orelli T. C. 65 - Ottimo (L') 435,619Ottonelli Giulio 496, 573 - Ozanam 95, 102, 206, 216, .225,
430, 523, 582, 669.
Paccini (Maestro) 319 - Palagi Fr. Giuseppe 800 - Palermo Fr. 447, 774 - Palesa Agostino 576 - PanizziA. 480, 757 - Paoletli Antonio 369 - Paradisi Agostino 414 - Paravia Alessandro 426, 564, 771 - Parenti Marcantonio 445, 484, 571, 641, 771 - Parini Giuseppe 564 - Parsons T. 497, 529 - Pascal Emilio 648 - Pasqualigo C. 763 - Passerini Luigi 389, 395, 788 - Patten G. 364 - Paur Teodoro 65, 687 - Pazzi Enrico 391, 404 - Pederzini 32, 771, 772 - Pedrini Bartolomeo 493 - Pellaveri Gaetano 367 - Pellaveri Giuseppe 363 - Pelli Giuseppe 48, 65, 438, 496 - Pellico
414, 418 - Perazzi Luigi 641 - Perazzini Bartolo477, 771 - Perez Fr. 608, 641 - Perticari Giulio 31, 47, 126, 305, 307, 477, 771, 772 - Perticari Costanza 479, 573 - Pessina Enrico 645 - Petrarca Francesco 441 - Pelzholdt Giulio 416, 687 - Pezzana A. 573 - Pezzarosa 671 Silvio
meo
Panciani G. B. 573, 581, 585, 589 - Pialtoli Gaetano 362 Piazza Gaetano 502 - Picei Giuseppe 483, 601, 645, 771 Piccini Balbi Doralice 573 - Picchioni 31, 600, 640, 644, 772 - Piegadi Alessandro 500 - Pierino da Vinci 366 - Pierotto Giuseppe 368 - Pietracqua Luigi 418 - Pietro di Dante 438, 620 - Pietri Pietro 496 - Pievano Antonio di Vado 420 Pivre 789 - Pindemonte Ippolito 476 - Pinelli Bartolomeo 377 - Pinet Claudio 365 - Piper F. 687, 692 - Piroli Tomaso 373 - Pistrucci 373 - Poccetti Bernardo 372 - Pizzo 780 Podesti Francesco 406 - Poggiali Gaetano 457, 741 - Pola Paolo 418 - Polentone Sicco 65 - PoUanzani Giuseppe 416, 684 - Pollastrini Enrico 368 - Polidori 669 - Pollock Ferd. U - Poma Marcantonio 35, 45, 440, 484, 582, 594, 602,
INDICE.
811
641, 645 - Porta Carlo 408 - Porlirelli L. 458, 740 - Postiglione Raffaelle 379 - Pozzetti Pompilio 580 - Preault 405 Priiicigi 65, 754 - Proiidnikoff Michele 600 - Provenzal Aristide 800 - Pucci Camillo 383 - Puymaigre Teodoro 672.
Raffaelle Sanzio 345, 397, 405 - Raffaelli 581 - Raggio, Sensale 342 - Rambaldi Benvenuto da Imola 47, 423, 445 Rambaldi Giambattista 416 - Rambaldi Domenico 414 Rambelli Gianfrancesco 462, 587 - Ranalli Ferd. 258, 264, 267, 326, 329, 331, 336, 337, 342, 345, 347. 393, 397, 398 Ratisbone Luigi 519, 520 - Rathery E. J. B. 674 - Raumer Carlo 688 - Redi Francesco 65, 235, 573 - Regis Francesco 496 - Reynolds 365 - Renzi A. 477, 573 - Repetti Em. 581, 597, 648 - Reuchliu 97 - Reumont Alfredo 515, 688, 694 Rezza Eugenio 489 - Rlieal Sebastiano 382, 497, 506, 510, 516 - Riccardi del Vernaccia Francesco 573 - Riccardo, Carmelitano 494 - Ricci Stefano 401 - Rcci Teodoro 611 - Ricci Domenico 573 - RidolQ 452, 454, 455, 573 Rietsckel E. 405 - Rigoli Luigi 445 - Rinucci L. Annibale 473 - Rinuccini Filippo 65 - Rio 329, 331 - Rivarol de. 498, 506, 525 - Rizzi Lodovico 367 - Roberti Tiberio 382 Robiola Antonmaria 482 - Robitaille Ab. 667 - Rocco Emanuele 623 - Rogers Carlo Fr. 526 - Roi Pietro 367 Rohmer-Buchner 35 - Romanis 743 - Romani Matteo 472 Ronna A. 483 - Ronto Matteo 393, 493 - Rosa Morando Filippo 476, 496, 507 - Rosenkrans Carlo 689 - Rosini Giovanni 418, 426, 564, 573, 741, 771 - Rosmini 460 - Rossetti Gabriele 414, 459, 464, 632, 641 - Rossetti D. G. 26, 713, 784 - Rossi-Scotti Giambattista 414 - Rossi Bastiano 735 - Rossi Gherardo 771 - Rossignol 692 - Rotondi Pietro 459 - Rottiger Guglielmo 548 - Rousseau Giambattista 540 - Rovatti Giuseppe 414 - Rubi Andrea 418 Rublo Luigi 370 - Ruga 743 - Ruo Giacomo 406 - Ruth Emilio 689, 644, 790 -
Sabatelli Giuseppe 364, 376 - Sabatini G. F. 418 - Sacchi Defendente 65 - Sacconi Carlo ed Antonio 800 - Saint Mauris Vettore 517 - Salfi Aurelio 65, 564 - Salutati Coluccio 65, 564 - Salvini Antonmaria 496, 574 - Sanesi Nicol 407 - Sanleonini Francesco 496 - Sarto (dal) Andrea 598 Sassetti Filippo 496 - Sauro Giovanni 391 - Saviozzo di Siena 414 - Seal vini Giovita 481 - Scarabell Luciano 442 - Scaramuzza Francesco 349, 365, 586 - Sceviref Rubini 549 - SchelTer Ary 362, 364 - Schelling 117, 642 - Schenardi 585 - Schlegel 26, 98, 414, 693 - Schlosser C. F. 492, 694, 707 - Schraiber Ggl. 97 696 - Scolari Filippo 30, 46, 60,
812
INDICE.
354, 477, 581, 641, 771, 772, 776, 796 - Selmi Francesco 468, 575, 768, 790 - Selvatico Estense P. 329, 330, 336, 381 Semproni Giov. Leone 418 - Serassi Pietro Antonio 65 -
Sereno Costantino 365 - Seravalle (di) Giovanni 425, 494 Sestini Bartolomeo 418 - Sicca Angelo) 758, 771 - Signol Emilio 361, 399 - Signorelli Luca 341, 396, 533 - Silvestri Gius. 574 - Simone Maestro di Siena 414 - Simpson 533,
- Smania Michelangelo 800Smergiassi del Vasto Gabr. 367 - Solitario, (A. F.) Studio un 473 - Solitro Giulio 571, 643 - Sordo Alessandro (li 564 - Sorio P. Bartolom. 454, 565, 566. 582, 589, 591, 596, 763, 796 - Speroni Sperone 496, 564 - Spilorno B. 574 Squario Gabrielle 473 - Stigliani Francesco Tomaso, 574 Stiorre I. 410 - Stradano Giovanni 269, 372 - Stefano, frate 494 - Straforalo G. 527, 529,530, 531, 532, 533 - Streckfuss Carlo 536, 544, 697 - Strocch Dionigi 307, 574, 648 - Strozzi Alessandro 574 - Strozzi Giovanni 574 - Sturler Adolfo 383 - Suzzi Celestino 563.
587
Taddei Rosa 414 - Taeffe A. 497, 528 - Tagliazucch - Taillandier S. Renato 103, 297, 430, 453, 505, 510,
516, 519, 520, 526, 527, 533, 540, 548, 549, 551, 637, 659, 659, 663, 672, 675, 690, 691, 703 - Talentone Giovanni 574 Talia P. Giambattista 481 - Tamburini Giov. 446, 756 Tanci Mario 475,574 - Targoni Tozzelti 234, 236, 238, 239 Tartarotti Girolimo 496 - Tarver J. C. 409 - Tasso Torquato 481, 564, 748 - Tasso Francesco 368 - Tassoni Alessandro 481 - Taverna Giuseppe 574, 641 - Tedaldi Pietraccio 414 - Teglia (del) Bartolomeo 423 - Telani Giuseppe 553 - Teodorani E. 583 - Terasson Enrico 408 - Terzago Guido 450 - Testa Francesco 500 - Tiepolo Jacopo 496, 799 - Tintoretto Jacopo 347 - Tiraboschi Girolimo 65 Theiner 35, 585 - Thouar Pietro 35, 552 - Todeschini Gius. 570, 771 - Tommaseo Nicol 30, 35, 48, 85, 86, 315, 318, 340, 439, 465, 469, 501, 518, 524, 645, 652, 653, 749, 754, 763 - Tomaselli Albano 407 - Toncini ... 370 - Tonini L.
Giovanni Enrico 495 - Topn Ippolito 522 587 - Torelli Serafino 415 - Torelli Pomponio 496 - Torri Alessandro 416, 570, 642, 773, 775 Torricelli Fr. Maria 34, 483, 564, 582, 585, 603, 604, 605, 646, 648 - Torti Francesco 564 - Toscani Giovanni 288 Trevisan Gaetano 648 - Trezza G. 585 - Triben Ermanno 430 - Trifoni Gabriele 496 - Triqueti Enrico 361 - Trissino Fr. 459 - Trivulzio 27, 32, 772 - Troya 49, 51, 53, 57, 58, 90, 558, 579, 644 - Tucci Martelli Antonio 495.
574
- Tonsi (de)
Torelli
Gius.
482,
Meo 493
Dima
Beniamino 364.
IISDICE.
813
Vaccolini Domenico 242, 244, 24G, 574, 587, 772 - Valaporla Francesco 367 - Yandima 549 - Yaneltl Valerano 556 - Vanni Cosimo 579 - Yan micci Alto 448, 457, 502, 579, 656 - Yanozzi 580 - Yarchi Uonedelto 422, 495, 574
Yasari Giorgio 331, 336, 342, 344, 371, 393, 394, 396,398Vecchioni Carlo 564, 641 -Vedovali Filippo 616 - Yegezzi lUiscalla 523 - Yegni G. 652 - Vcllulello Alessandro 65, 453, 600 - YenUira Giov. 578 - Yenluri Pompeo 456 Yenturl Pietro 51, 581, 589, 597 - Yerali B. 574 - Yernon Waren Giorgio Giov. 434, 444, 459, 713, 756, 768 - Yero Ausonio 799 - Yertuno Achille 368 - Viani P. Bonaventura 771 - Yibert Giulio 399 - Yidal Gaetano 548 - Yillaerl 319 - Villani Filippo 65, 420, 494 - Yillardi Francesco 414 - Yillegas Ferdinando 547 - Yillemain 520, 675 - Viilena Marchese di (D.Enrico di Aragona) 547 - Vinci Leonardo 342 - Yiroilay 520 - Viviani Enrico 478, 747, 771, 772 - Yogel de Yogelstein Carlo 351, 353, 363, 367, 369, id. 382, 697 - Vogelwoide di Gualtiero 96 - Yollo Benedetto 415 - Yolpi G. 4o5, 736 - Yolpicelli 250 - Yon Adolfo
379.
Wagner Adolfo
522
-
Watelel 509
65, 697, 771 - Wailly Leone 374, 385, - Wegele Francesco 698, 760 - Wesley
533
Tomaso 497, 532 - Wezer Corrado 704 - Wilchie Giuseppe - Wild 388 - William OUlev 371 - Winlerling 789 Wismavr Giuseppe 65, 699 - Wi'ss G. 706 - Witte Carlo
30, 48,' 51, 60, 438, 502, 542, 598, 599, 634. 694, 699 704, 759, 771, 772, 775 - Wright Tomaso 528, 580, 713.
Zaccheroni Giuseppe 574, 752 - ZalTarini Federico 368Filippo 654 - Zambusi Confortini Lucia 415 Zanella Jac. 771 - Zanetti Bonzino 407 - Zanobi Canovai 367 - Zanobi da Strada 493 - Zanni de Ferranti Aurelio 486, 564 - Zannini Giamb. 418 - Zappa Gius. 603 - Zappert Giorgio 692 - Zappoli A. 415 - Zauli Sejani Ifigenia 415 Zeloni C. 65, 676, 784 - Zeviani G. B. 574 - Zinelli Fed. 35, 585 - Zingarelli Nicol 319 - Zoncada A. 768 - Zolli Romualdo 459, 600 - Zolli Raffaelle 554 - Zucchero Fede-
Zamboni
INDICE GENERALE
Specchio cronologico della vita di Dante avvenimenti contemporanei e di quelli che prepararono il suo secolo, con osservazioni critiche intorno alle opere del Poeta e alla loro pubblicazione Biografi ed Elogisti di Dante Carattere morale di Dante
Alligliieri, e degli
65
66
Gentilezza ili animo. Amore al vero: Freno all'ingegno. 72. Gratitudine a' benefizii. 72. - Confessione deife proprie colpe. 73. - Tempera di Dante. 74. - Amore di patria.
Amore.
G6. 71. -
Sua fede
Suo esigilo. 75. - Dante Cristiano. 81. - Devozione affettuosa a Maria Vergine e a S. Lucia. 84. - Ritratto. 86.
Politica di
Dante
88
Prlncipii politici. 88. - Se Dante sia siato ghibellino. 97. - I diritti dei popoli e delle nazioni non si prescrivono. 105. - Altri canoni politici. 105. - Dei Re, e
nel governo
Degli studi di Dante e del concetto che avea del proprio ingegno e delle sue opere 111 Rrunello Latini gli fu maestro. lU. - Ardore che
aveva
di
Grandezza e
dif-
ficolt del
Suo amore
alla lin-
gua volgare.
di letteratura L'Arte. 120. - Ogni arte ha i suoi confini. 122. Dello Stile. Difficolt dell'espressione. 123. - Il dar colore e forza alle idee col suono della parola uno dei uecessarii requisiti dell'arte. 124. - Studio dei Classici. 125. - Necessit dello studio per conseguire l'abito dell'arte e della scienza. 127. - Modo di procedere nel rintracciare la verit e neirac(iu!Sto delle
Ammaestramenti
121
INDICE GENERALE.
cognizioni. 130. - Poesa. Definizione della poesa. 132. Materie da irallarsi colla poesia. 132. - Stile sublime. 132. - Scienza e dottrina necessaria al poeta. 132. Scelta dol subbietto. 133. - Eloquenza. 133. - Esordio. 134. - Confutazione. 134. - Argomentazione. 135. Grammatica. 136. - Traduzioni. 136. - Conienti. 137. Letterali venali. 137. - Giudizio dell'opere. 137. - Rispetto reciproco tra cultori di un arie medesima, tra gli uomini di lettere. 138.
S15
Filosofia di Dante Lodi della Filosofia. 139. - Desiderio della scienza. La scienza non si deve nascondere ma comunicare. 140.
Il
139
Vero
142
Fuori di Dio non si spazia nessun Vero. 142. - L'uomo appassionato non n vero n giusto estimatore di se e delle cose. 143. - Diflidenza dei sensi nei nostri
giudizi. 146.
Cosmologia Dantesca
Metafisica e Psicologia
Generazione umana. 149. - Opinione di Aristotile e dei Peripatetici. 149. - Di Avicenna, di Aigazel, di Pittagora e di Aristotile. 150. - Immortalit dell'anima. 150. - Dell'Amore. 154. - Dottrina sull' influsso degli astri. 156. - Libert umana. 157. - Dell" idee. 158.
147 149
sonno e
il
sogno
Filosofia
Morale
159 160
Nobilt e grandezza dell' uomo. - Suo fine. - Vita umana che cosa sia. - Della vita speculativa e contemplativa. 161. - Vanit delle cose umane. 165. - Virt: in essa ogni vero bene ed ogni vera grandezza. Rende l' uomo felice e libero: come se ne acquisti l'abito. Cammino della virt. 166. - Dell' api)elilo sensitivo: debbe ubbidire alla ragione: gli appetiti viziosi, ove a tempo si domino, possono cangiar natura. 169. - Come si debbano comballere e vincere le passioni. 170. - Gradi
diversi del male. - (ienesi delle passioni. 171. - Della Superbia. 173. - Dell" Invidia. 173. - Dell'Ira. 175. - Dell'Accidia. 175. - Dell'Avarizia. 175. - Della Gola. 187. Deirincontinenza. 177. - Prultezza del peccalo. 178.El dell'uomo. - La vita nostra un rammino variabile, secondo il variar dell' et, che richiede studi e operazioni diverse. 179. - Riverenza a' Maggiori ed ai Maestri. 182. - Della Bellezza si fa manifesta massimamente nella faccia, ma disfavilla negli occhi e nella
:
bocca. 183.
Della
Dona:
816
INDICE GEISERALE.
sua bellezza; quanto pi semplice pi bella. Inverecondo vestire. Doti di che debbe andar fornita una donna. Pudore. Paura del disonore. Innanzi a donna non si tengano parole men che oneste. A chi debba la donna concedere i suoi affetti. 185. - Vergogna e Verecondia. 187. - Amore. 188. - Amicizia. 189. - Consiglio e Consigliere. 191. - Prudenza. 192. Pusillanimit. 193. - Fortezza nelle sventure. 193. Del Tempo: buon uso del Tempo. 193. - Del Parlare.
Lode e disprezzo di s stesso. - Lode d'alCompagni cattivi. 196. - Del buono e del cattivo esempio. 196. - Perdono a' nemici. 197. - Della
194.
trui. 193. -
Nobilt. 197. - Delle Ricchezze. 198. - Delle virt caritative: Piet: Misericordia: Beneficenza: Larghezza. Di una sorta di larghezza detestabile. 200.
Dottrine Teologiche
Della Ragione e della Rivelazione. 202. - Misterj. 204. Della creazione. 205. - Degli Angeli e della loro caduta. 205. - Depravazione della creatura. 207. - Della Redenzione. 208. - Prescienza di Dio. 209. - Giustizia dei giudizj di Dio. 209. - Della Grazia- 209. - Virt cardinali e teologali. 210. - Della Fede. 210. - Della Speranza. 211. - Della Carit. 212. - Il Peccato. 213. Confessione sacramentale: doti di un buon Confessore. 213. -Santificazione delle Feste. 216. - Efficacia della preghiera. 216. - Digiuno. 217. - Volo. 217. - Culto delle sacre imagini. 217. - La Chiesa Cattolica. 218. Ss. Scritture. 218. - Dell'anima disciolta dal corpo. 219. - Purgatorio. 220. - Inferno. 221. - Eternit delle pene dell' Inferno. 222. - Paradiso. 223. - Necessit di meditare novissimi per l'acquisto della virt. 225. Risurrezione dei corpi. 225.
i
201
Fisiologia
Piante criptogame. 234. - Maturazione delle frutta. 235. - Azione della luce e del sole sui fiori e sulla vegetazione. 236. - Funzioni della vegetazione. 237. Circolazione delle piante. 238. - Natura delle piante. 238. - Classificazione dei vegetabili. 239. - Coltivazione
delle piante. 239.
Fisica
Neve. - 240. Piogi-ia. 240.
-
240
Nebbia - Neve
-
Venti -
Tremuoto
- Tuono 241. - Folgore. 242. - Acqua e fiumi. 242. - Flusso e riflusso del mare. 243. - Bussola. 243. - Luce 243. - Arco baleno. 245. - Pareglio. 246. -
1^'DICE
GENERA LB.
817
Matemtiche e Geometria
Dell'Aritmetica. 231. - Della Geometria. - Del Cerchio. 252. - Tetragono. 2o3. - In un triangolo non possono contenersi due angoli ottusi. 254. - L'angolo d'incidenza eguale all'angolo di rillessione. 264. - Linea perpendicolare. 254.
251
Astronomia
Diverse et del giorno, dal primo albeggiare al pi fitto della notte, dipinte con vaghezza di colori presi dall'astronomia. 255. - Sole. 263. - Diametro del Sole. 265. - Luna: Teorie del poeta sulle macchie lunari. 265. - Aurora Lunare. 266. - Alone lunare.
267. - Costellazione della Crociera. 268. - Le tre stelle vespertine. 269. - Venere. 270. - Mercurio. 271. - Marte. 271. - Saturno. 272- - Giove. 272. - Stelle. 272. - Via Lattea. 273. - Il Sole sull'Equatore al punto degli cquinozii. 275. - Zodiaco. 275. - Luce Zodiacale. 275. Errori astronomici. 276. - Errori geografici. 278.
255
Medicina
Medici ricordati. 280. - Della generazione. 280. - Del cuore e del sangue. 283. - Del cervello. 284. - Del passo. 284 - Del cibo. 285. Febbre. 286. - Macilenza. 286. - Idrope o Ascile. 286. - Etisia. 287. - Epilessia. 287. - Scabbia. 288. - Malattia d' occhi. 288. - Pazzia. 289. - Pestilenze e luoghi miasmatici. 289. - Assidederazione. 290. - Paura e patemi d'animo. 290.
280
Cognizioni Poliglotte
la Musica Storia della Musica. 309. - Lodi della Musica. 311. 311. - Musica nel Poema. Tutta la Divina Comedia piena di musica e di armonia. 313.
Dante e
305 309
della espressione. 422. - Fine dell'Arte. 322. -Inspirazione. 323. - Dell'arte cristiana. 323. - Potenza artistica dei poeta. 324. - Potenza degli artisti. 327. - Del colorilo. 327. - Del modello. 327. - Luce necessaria ad una pittura. 328. - Capolavori degli artisti. 328.
Musicografia della Divina Comedia Dante e le Belle Arti Storia dell'Arte. 320. - Dell'Arte. 32L - Difficolt
319 320
818
INDICE GENERALE.
329
342. - Signorelli Luca. 341. - Leonardo da Vinci. 342 Raggio, sensale. 342. - Fra Bartolomeo di S. Marco, ossia Baccio della Porta. 342. - Buonarotti Michelangelo. 243. - Raffaello Sanzio d'Urbino. 345. - Tintoretto Giacomo. 347. - D'Empoli Giacomo. 348. - Cornelius Pietro. - Cook Giuseppe. 349. - Scaramuzza Francesco. 349. - Vogel de Vogelstein Carlo. 351. - Bertini Giu-
il
cui soggetto
Comedia
360
vino
Poema
ed
Ritratti, Statue
altri dipinti
Dante Allighieri 388, 788 Dipinti riguardanti la vita di Dante Allighieri 406, 789
Incisioni
408
409, 789
poetici in onore dell' Alli-
MedagUe
Componimenti
ghieri
drammatici
41 415, 789
Soggetti inspirati dalla Div. Comedia 418 Lettori della Divina Comedia 418, 789 Comentatori 431, 790
di
stampa
Traduzioni in dialetto. 498. - Latine. 498. - Francesi. 305. - Inglesi. 526. - Tedesche- 535, 791. - Spagnuole, Casllgliane, Catalane. 547. - Svedesi e Danesi. 548. Russe. 549.
552
1^D1CE GENERALE.
mirativi. 564.
819
o voce
- Illusiralori
di
qualche verso
della Divina Comedia. 573. - Illustrazioni storiche. 574. - Dell'originalit del Divino Poema. 580. - Storia del Poema. 581. - Del Cattolicismo di Dante. 581, 796Filosofia. 585. - Cognizioni scientifiche, fisico-matematiche. 587. - Giurisprudenza. 587. - Cognizioni Mediche.
587. - Cognizioni Astronomiche. 588. - Itinerario della Divina Comedia. 589. - Del sito e della figura dell'Inferno. 594, 791. - Lettera di Frate Ilario. 597. - Lettera di Dante a Cangrande. 598. - Allegoria del poema. 600, 792. - Dei Simboli della Divina Comedia. 641. Del Veltro. 644, 796. - Della Matelda. 648.
655, 791
Alemanna
Codici pii\ Edizioni principali Edizioni degne di menzione in corso di
Inglese illustri della Div. Comedia
stampa 763, Benemeriti dell'emendazione del Testo Benemeriti dell' Opere Minori. Serie delle Edizioni dell'Opere Minori
Della Vita Nuova. 777. - Del Convito. 780. - Della Monarchia. 781. - Dell'Eloquio Vulgare. 782. - Delle
Epistole. 783.
800
771 771 777
Traduzioni
dell'
Opere Minori
Supplemento
Indice delle persone ricordate nel presente
784 786
803 814
volume
Indice generale
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V.2
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DO NOT REMOVE
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