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dedicato a Giulietta e al suo tempo

La Terra del Silenzio


La farfalla di Lorenz
Le anime sono specchi viventi o immagini delluniverso delle creature. Leibniz Questo concetto improvvisamente attravers il pensiero di Mark, gli salt in mente senza una logica apparente. Stava bevendo il primo sorso della sua tequila, ordinata pensando al viaggio che avrebbe voluto fare da sempre: destinazione Messico. Si trovava in un locale lontano dalla filosofia, da casa sua e da quel viaggio. Cos il grande filosofo tedesco Leibniz nato a Lipsia nel 1646, definiva tutto ci che vita. Considerava ogni monade un centro di forza, unico e indivisibile; una particella spirituale, un riflesso dell'universo, ognuna un centro di rappresentazione, una finestra sul mondo. La rappresentazione di un punto di vista unico, che contiene i principi della totalit. In questo pensiero, Leibniz unisce il concetto di anima con la complessit delluniverso. Per Mark il principio di rappresentazione era stabile nella sua vita da sempre, essendo stato un tempo studente di architettura; era riaffiorato sotto una forma diversa pi concettuale che estetica. Tornato a casa, nella penombra della sua

stanza, ricerc nervosamente un libro in edizione economica del filosofo, che aveva comprato venti anni prima. Come a volte succede, ne aveva lette tre o quattro pagine e lo aveva lasciato da una parte, in attesa. Si era formato in superficie un pulviscolo sottile, quasi come una protezione. Lo apr a caso o meglio nel punto corrispondente al pensiero di quell' istante. Il pulviscolo si liber verso l' alto, creando una nuvola illuminata dall'unica luce artificiale ancora accesa. Mark si accorse che una piccola farfalla si librava verso l' alto, la luce artificiale rendeva le ali pi trasparenti e variopinte. Gli sembr alquanto strana e sopratutto fuori stagione, la presenza di quella piccola creatura. Pens che forse sarebbe cambiato il tempo, apr la finestra e la lasci andare . La materia come soggettiva rappresentazione, cos si intitolava il capitolo del libro. Spazio e tempo sono interni a ogni monade, conseguenze dell'attivit rappresentativa. Continu a leggere, poi di nuovo il suo sguardo si sofferm su una parola: possibilit.La possibilit di essere altrimenti ci che caratterizza gli eventi. Cos recitava la frase seguente. Riecheggi nella sua mente, anticipando la successiva memorizzazione. Percep un senso di appartenenza a questo principio, mai provato

prima. Si apr un varco simile ad un precipizio. In modo bizzarro si orient verso l' alto nella sua immaginazione. Il pulviscolo invece continu ad andare lentamente parallelo a quel precipitare inverso e improvviso. L'architettura era stata la struttura portante della sua esistenza, in quel momento intu che stava per mettere in atto una performance tutta nuova: la ricerca della struttura del s. In quel viaggio inaspettato, pens a quanto fosse straordinario ipotizzare un principio di rappresentazione cos ampio, da risultare il tempo e lo spazio contiguo in ciascuna monade. Il punto di vista poteva determinare anche la materia stessa, pens nel silenzio. Si lasci andare in quel precipitare liberatorio. Riprese un respiro ampio e armonico, riemerse dalle profondit del suo inconscio profondo e oscuro come il mare. Dal punto pi alto del suo viaggio, era di nuovo piombato nell' abisso delle sensazioni liquide e oscure e poi di nuovo era riemerso come un elastico. Era proprio come una monade, pens, in tutti i suoi aspetti. Possedeva la parte chiara e la parte oscura pi vicina alla materia, nei momenti in cui le sensazioni diventavano emozioni fisiche. Dopo questo movimento ondulatorio, nella sua mente tutto riprese un ritmo pi dolce, simile al suono modulato di un assolo al pianoforte. Percep la materia, per quanto a volte gli apparisse vuota e illusoria,

come infinitamente modellabile, flessibile ed estremamente creativa. Questa emozione, gli fece intravedere un senso di morbidezza dell'esistenza. Le energie sensibili, complesse come piccoli punti intermittenti di luce, scorrevano in un coro sommesso e ordinato nel suo pensiero, come universi paralleli. Erano tenuti insieme da un principio logico geometricamente perfetto e inafferrabile. Questo concetto filosofico in un volo imprevisto era riemerso dal buio e rispecchiava il desiderio atavico di unire il molteplice alla totalit. Il suo viso era ancora giovanile, aveva i lineamenti a tratti delicati modificati appena dagli anni. Poco prima nell' oscurit di quell' ambiente, aveva notato parte del suo viso riflesso nella trasparenza del suo bicchiere. Quel liquido ambrato e la penombra ne avevano oscurato la met. La parte che si rifletteva era inconsistente e liquida, lieve e poco definita. Fu proprio quella parte mancante a rimuovere tutto quello che sostava nei meandri oscuri del sua anima. A volte l'azione pi insignificante pu creare nuove connessioni, rimettendo in azione quelle gi preesistenti. Era quello il momento. Un' ispirazione concepita da un vuoto, si era messa in atto in modo costante. Mark aveva riscoperto la filosofia, aveva verificato che la sua visione di vita solo

razionale, non era pi sufficiente, non era pi funzionale per comprendere gli eventi. Ogni volta c' era un piccolo indizio, dettaglio che metteva in discussione le sue previsioni radicali. Non aveva raggiunto nella sua vita il punto di unione tra Amore e Psiche, pens percorrendo a volo d' angelo i suoi pensieri. L' immagine dell' opera omonima di Canova, attravers in lontananza i suoi pensieri come un alito di vento: Amore che tiene tra le braccia Psiche, nell' atto che precede un bacio. Questo provoc nel suo corpo un leggero fremito. L' immagine era talmente irraggiungibile ch sfum dopo poco. Si alz dal cuscino bord che teneva a terra per mettersi qualcosa addosso. Ci che voleva recuperare e comprendere in quel momento era proprio Psiche:la sua natura femminile, profonda, forse irraggiungibile e quindi desiderabile. Assomigliava all'idea di un amore che sfugge, presenza di affascinanti residui adolescenziali. Cap che voleva raggiungerla e vivere la realt. Il mito qualcosa che appartiene al tempo presente perch eterno. Ogni mito inizia con una parola: In origine, disse, sussurrandola fra le labbra. Questo termine delinea in genere, anche la sacralit di un luogo a cui il mito appartiene, dove ogni cosa ha un senso mistico. Questa idea del luogo si era gi definita poco prima, dopo l' ultimo sorso, era diventata sostanza

alcolica anche per la sua mente. Non era pi una constatazione, ma una necessit profonda emersa da quei concetti. Da quando la sofferenza nella sua vita si era manifestata interamente, avendo toccato il fondo, aveva messo in atto un percorso ascendente. Un movimento provocato da un primordiale desiderio di felicit. Aldil del dolore, le monadi si componevano in armonia nella sua mente, effetto di quell' intuizione risvegliata. In principio avevano provocato un impatto forte, simile ad una luce improvvisa. Era stato come l'effetto della techila al primo sorso, tanto da creargli una scossa piacevole lungo la schiena. Non avrebbe mai pensato che mezzo bicchiere, avesse contribuito a concretizzare quello che sognava da tempo: riscrivere la sua vita. Si mise a ridere, il senso del ridicolo stemper l'alterit di quell' atmosfera. In conclusione pens che intendeva solo recuperarne le parti mancanti, questo determinava rivedere anche il resto. Voleva provare ad osservarla da altri punti di vista. A lui piaceva quella bevanda, era in sintonia con ci che provava. L' alta gradazione aveva sciolto i nodi dell' esitazione. Era rincasato gi da un' ora, gli girava la testa insieme a tutte quelle piccole luci che si erano accese in modo imprevisto. Riapr di nuovo il libro Il mondo prima ancora di una

concatenazione di eventi ci appare nel suo insieme un mondo possibile. Lo richiuse e se ne and in bagno a lavarsi la faccia. Pens per un attimo che tutto quello che aveva rielaborato, era solo frutto dell' effetto dell' alcol. Poi un' enorme tristezza lo spinse verso un altro punto di vista. Se fosse stato solo un desiderio di consolazione non gli importava affatto, era il momento di scegliere, pens. Aggiunse di seguito ai suoi pensieri, una parola concreta : Fuck off . Cominci a scrivere, senza pensare troppo, ci che aveva rielaborato nella sua interezza in un quarto d'ora. Questi concetti gli sembrarono preziosi reperti archeologici riportati alla luce. Qualcosa che poteva determinare una conseguente grande scoperta: rappresentare una nuova visione della realt, pens sentendo vibrare la sua creativit. In quel periodo della sua vita cos confuso e difficile quei concetti rappresentavano un' ancora di salvezza. Proprio il tempo era la questione che lo stava portando molto lontano da se stesso, in modo da potersi riavvicinare in modo diverso. Sentiva decomporre i suoi pensieri, solo una visione tridimensionale poteva riportarlo verso l' unione delle parti. Percepiva a livello sottile di esaminare gli avvenimenti del suo passato, immaginando una storia in un luogo lontano. Poteva essere un' opportunit per poterli modificare a suo piacimento, concesse un po' di

immaginazione alla sua vita . Ebbe la sensazione meravigliosa di un grande salto. Nellultimo ipotetico universo, passata lEt di mezzo era possibile per un essere illuminato, come un angelo spaziare oltre confine e sperimentare la vita in altri mondi . Un imprinting ancestrale, determinava la loro capacit di guidare gli esseri umani a percepire il senso dell' esistenza, oltre l apparenza degli eventi e a modificarne lessenza. La verit celata, era qualcosa che collegava tutti verso una ricerca disperata, incessante, creativa, vitale. Come un fantasma, questa sensazione vagava in ogni essere, dal momento della nascita, fino a quello della morte. Leibniz aveva parlato di Appercezione, qualcosa di molto pi evoluto della percezione stessa. L Appercezione concetto filosofico-psicologico, consiste nel vedere una nuova visione in quelle gi passate. Era questo il concetto che permetteva di far fluire le situazioni involute in un multiuniverso, dove il tempo era relativo ad ogni evento.Un tempo guidato dal principio di trasformazione. Si trattava di un divenire parallelo ad ogni fenomeno. Il movimento era paragonabile alla rotazione di un poligono. La luce prodotta dai buchi bianchi, centri di energia positiva, era la rappresentazione di un Sistema Specchiante, in sintonia con la musicalit degli universi. Determinava la possibilit di portare il pensiero a intuire e condizionare il tempo in altre direzioni. Arrivato a questo punto si era esaurita la batteria del suo computer. Lo schermo si oscur. La luce lo illumin leggermente, lasciando scorgere di nuovo alcune parti del suo

viso riflesse. Qualcosa di simile ad un acquarello su fondo scuro . Sorrise pensando a se stesso e all' inconsistenza di quell' immagine. Eppure era stata proprio l' idea di un riflesso che lo aveva ricollegato al principio di un intero sistema specchiante. Allung la mano e riattacc la spina con decisione. Le prime parole riapparvero. Nel silenzio scorrevano fluide lungo lo schermo. La gradazione del loro significato era forte come quella tequila sorseggiata. Quando aggiungeva anche una sola parola, si apriva uno spiraglio in pi nella sua mente oscurata dalla notte fonda. Gli occhi si chiudevano di tanto in tanto. In quel torpore, si sovrapponevano le idee al formarsi di un sogno, che appena abbozzato svaniva nel momento del risveglio. In quella dimensione cos lontana, la materia era leggerissima, purificata da ogni pesantezza:Era lo Specchio dei Tempi. Come veicolassero e da dove tutte le rappresentazioni degli eventi vissuti, era un mistero. Mark continu a scrivere ancora. In seguito prov un senso di vertigine dovuto alla stanchezza, tanto da doversi tenere istintivamente ben saldo alla sedia. Come a volte succede nell' infanzia che tutto appare oltremisura, ebbe la sensazione di essere entrato all' interno di qualcosa di

immensamente grande. Si ferm per un attimo, spense l' ultima sigaretta, senza il rimorso di essere andato oltre la sua razione quotidiana e poi riprese a scrivere. La percezione di un mondo parallelo si manifestava agli esseri di tutti i tempi attraverso piccoli dettagli, percezioni improvvise, messaggi sincronici. Questi aspetti erano particolarmente sviluppati dalla antica Civilt Indio. Forse proprio i grandi immensi edifici creati da quelle antiche civilt, vennero realizzati anche per far fluire queste percezioni e trasformarle in energia Questa teoria, sotto altre forme, era stata formulata in tanti libri di fantascienza o di avventura che in lui non avevano destato interesse. La sua ipotesi fantasiosa gli sembr di averla proposta su un piano diverso, pi introspettivo, anche se frutto d' immaginazione e non di esperienza. L' intuito era la guida che gli permetteva di intravedere quello che definiva, uno spiraglio di verit. La ritualit sempre stata un aspetto ancestrale, un richiamo di forze attraverso l' archetipo della divinit. Pensando a questo, Mark si alz e and a fare il suo rituale preferito: una tazza di caff lungo e ben caldo. A lui piaceva il caff italiano, che poi allungava con dell' acqua, perdendo cos la sua caratteristica principale. Prese la sua caffettiera la svit lentamente, ripose una delle

due parti sul tavolo del soggiorno-cucina. Prese il barattolo dal frigo, perch secondo lui al fresco si conservava meglio. Affond il cucchiaino e riempi fino all' orlo il contenitore. Accese il fuoco e rimase ad aspettare con pazienza. A lui piaceva il momento cruciale in cui si sente che sta per uscire il primo caff e il susseguente in cui si espande un aroma inconfondibile. Al primo sorso tutto gli sembr pi chiaro e comprensibile, era pronto per continuare a scrivere. Quell' azione apparentemente banale, gli sembr un buon insegnamento filosofico. Sorrise pensando a questo. La fusione di quelle sostanze, attraverso la combustione, si trasformavano in una bevanda deliziosa. Riscaldato dal caff e dai pensieri continu. Gli antichi Indio realizzarono una vera e propria interazione con il macrocosmo, sentendo fortemente di farne parte. Laspetto di una forte naturalit, spiritualit e in seguito di crudelt, li caratterizzava. Queste qualit, alimentavano la loro sensibilit e la capacit di cogliere gli infiniti passaggi del pensiero universale. Il livello supremo era il quarto e ultimo. Gli esseri illuminati, viaggiavano alla velocit del pensiero. L' energia creativa che emanavano, era qualcosa di simile alla combustione, all' elemento fuoco. Il livello supremo di Appercezione era identificato con la coscienza, cos diceva Liebniz.

Questo spingeva Mark a soffermarsi a riflettere e ad avvicinarsi al concetto supremo, definito nella parola:Dio. Per lui era qualcosa di incontenibile e a tratti inesistente. Forse poteva cercarlo, pens, attraversando se stesso e l' universo intero. Qualcosa che non aveva fatto fino a quel momento, perch troppo distante dai suoi interessi. Quando i pensieri di un individuo diventavano energia, attraverso un processo creativo e alchemico paragonabile alla combustione prodotta dal fuoco, era possibile entrare in contatto con lo spirito guida. Era il movimento e il calore che permetteva a questa connessione di espandersi. L archetipo-guida sulla terra si era mantenuto vivo in tutte le antiche civilt. Le divinit nella mitologia greca, erano legate al principio dellintuizione. A volte prendevano le sembianze umane per proteggere leroe da un eventuale pericolo. Nel cristianesimo i quattro elementi corrispondevano a: Uriele, Michele, Gabriele, Raffaele. Il quaternario sempre stato sinonimo di totalit. Gli esseri umani si erano avvicinati al mistero inizialmente attraverso la magia. Poi comprendendo a poco a poco la possibilit di conoscere i fenomeni delluniverso cercarono un contatto attraverso il principio della ricerca: attraverso larte, la matematica, la geometria, la musica, tutto ci che si pu considerare come atto di creazione. L' immagine del divino divent pura rappresentazione. Il tempo, era forse in principio, un aspetto frammentario dell'esistenza, per poi trasformarsi in consapevole consequenzialit. Lenergia positiva che si alimentava e si propagava era il bagliore per eccellenza,

ci che alla comparsa della vita ha determinato la sopravvivenza: il Sole. La Luna era l' altro aspetto della sua luce, quello femminile. Nel corso della storia c' erano stati eventi che avevano generato situazioni estreme, attraverso il gioco della causa ed effetto. Avevano provocato una quantit di sofferenza troppo grande. Un eccesso di energia non facile da smaltire anche nell immensit dell universo. Una struttura invisibile riferibile alla materia oscura, aleggiava nel multiuniverso, contrastando il sistema specchiante .Questo aspetto conflittuale era esteso a tutte le creature. Ogni essere aveva l' archetipo- guida che anelava a ritrovare il punto d' unione. Nei buchi neri collassavano le stelle attratte dal vortice gravitazionale. Alcune antiche civilt si erano estinte misteriosamente. Il gioco della dualit era la tragica conseguenza di un conflitto iniziale, mai terminato. Mark si sofferm a pensare a come tutta la sua vita fosse stata un continuo alternarsi di questi due aspetti, mai aveva trovato unione e armonia. Aveva spesso confuso l' armonia con la monotonia, comprendendo in seguito che stare in pace, non aveva niente a che fare con la noia. Il filosofo tedesco, intendeva ogni monade un atomo spirituale, materia spirituale, energia. Mark interpretava questi concetti immaginando un mondo parallelo, sotto la guida consapevole della mente di ogni essere. Si chiese successivamente, se la percezione del corpo stesso fosse essa stessa illusione. In in quella

dimensione creativa era possibile rivedere e modificare la propria vita. Mettere in atto un principio di emancipazione: dalla sofferenza, dalla paura, dalla inconsapevolezza, dall' ingiustizia. Una dimensione per tutti, dove era possibile passo dopo passo vivere l' esperienza della trasformazione. Guard l' orologio e pens di essere andato un po' troppo oltre. Lo tolse e lo ripose svogliatamente poco lontano. Scrivere ancora, senza orologio gli sembr molto pi semplice . Era un ragazzo come tanti, invecchiato al punto giusto, con un lavoro nato da una passione: L Architettura. Era il momento di addentrarsi dentro se stesso, fino a toccare quel fondo che determinava il suo limite. Pens che quel limite, era l' inizio di un tunnel sondabile, doveva cercare un orientamento intuitivo nel buio pi totale. Aveva cominciato a lasciare aperta qualche porta, cos si era presentato in forma simbolica un sogno. Camminava velocemtente lungo un corridoio di cui non vedeva la fine, lateralmente tutte le porte erano chiuse. Rallentando il cammino vide una porta di bella fattura accostata, da cui pot intravedere una luce solare. A quel punto si svegli, apr gli occhi, riscaldato da un raggio di sole che entrava dalla finestra. Delegava spesso al silenzio della notte, il tempo da dedicare a qualcosa che assomigliava ad

una pratica segreta un po' essoterica: la scrittura. Come a volte capita, quando si percepisce che la giovinezza finita, si torna a guardare indietro. Cos all'unisono si era anche proiettato in avanti, cos lontano da ritrovarsi nello spazio profondo. Quando scriveva ogni tanto si guardava attorno e tutto diventava qualcosa di estraneo. Quando invece focalizzava la sua attenzione su qualcosa, loggetto prendeva un significato dimensionale pi interessante, qualcosa che gli indicava un idea preesistente, originaria. Aveva riflettuto su questo aspetto, quando vide per la prima volta alcune opere di Magritte. Ogni oggetto rappresentato poteva essere percepito nella sua essenza, rispetto al suo significato canonico o presistente. La notte aveva il potere di amplificare le percezioni di trasformarle in sensazioni forti, quasi materiche e in movimento, simili ad alcune opere pittoriche informali. Emozioni che avevano il rischio di ingannare il pensiero, in un gioco fra immaginazione e realt. Era inevitabile per lui, collegare all' espressione creativa le sue sensazioni pi profonde. Si accorse che l' interesse per l' arte, era un aspetto da cui doveva e poteva attingere, per sviluppare le sue intuizioni latenti. Si alz and in cucina a prendere una mela, pass sopra la mano per ripulirla un po', l addent e ricominci a scrivere.

Era ipotizzabile che alcune le civilt del mondo antico, in seguito estinte, pi vicine al senso del mistero, avessero progettato dei passaggi di energia sotterranei. Creati forse per realizzare un contatto con i mondi degli universi, di conseguenza per affinare la loro conoscenza sugli aspetti apparentemente insondabili del tempo. La ricerca della verit e della felicit, sempre stata insita in ogni essere. Una specie di d.n.a spirituale che spinge verso la ricerca. Per gli esseri illuminati creature spirituali, il desiderio di vivere o di rivivere un'esperienza di vita fatta anche di materia era un' attrattiva molto forte, anche per alleviare la sofferenza degli esseri viventi. La geometria ci che determinava le congiunzioni e le opposizioni planetarie. Gli aspetti quadratici avevano un ruolo considerevole in questo fenomeno, deviavano la radiazione protonica provocando tempeste elettromagnetiche. Le perturbazioni dipendevano dalle oscillazioni della radiazione protonica solare. Queste influivano sul tempo, dando la possibilit di veicolare le immagini specchio. Mark usava il tempo imperfetto per rendere pi evidente il senso del racconto, anche se le sue supposizioni fantastiche avevano la percezione di un possibile presente. Il Principio del Ritorno era il momento in cui l attrazione gravitazionale e l' elettromagnetismo raggiungevano il massimo livello. Il tempo si adattava ad alcune circostanze in un gioco geometrico matematico. Attraverso una combinazione di forze telepatiche, gli esseri umani guidati, entravano in una dimensione in cui potevano

percepire anche il momento della morte come un aspetto del tempo relativo. Quando il concetto di tempo si espandeva al livello massimo, creava una collisione con i tempi stabiliti dalla mente. I passaggi si aprivano come porte, per permettere al tempo e alla luce di fluire parallelamente al desiderio di vita e di ritorno. In quel lontano sistema si ricreavano eventi paralleli, gli esseri su la terra o in altri pianeti percepivano sensazioni di dejav molto evidenti. Erano pochi quelli che riuscivano a soffermarsi, a riflettere per guardare dentro se stessi e concepire la reale possibilit di modificare gli eventi. I saggi dell antica Cina pensavano che sia nello stato fisico che in quello psichico, si manifestasse la stessa realt. Le geometrie degli Universi, secondo loro, corrispondevano parallelamente a questi aspetti dell essere-materia. I numeri potevano quantificare, dare forma alla conoscenza interiore coincidente allo stato di coscienza. Il numero era considerato molteplicit ma anche unit. Gli esseri illuminati, erano percepiti e definiti dalla mente umana come angeli. Nelle opere pittoriche risalenti alle pi nobili stagioni della vita umana, erano ben delineati con volti delicati e ali molto pi grandi di quelle degli uccelli . I contatti telepatici avvenivano attraverso un energia in movimento ascendente, che gli esseri alimentavano con l immaginazione. Quando la speranza volava via, ecco che erano pronte per essere percepite energie sottili e protettive, simili a brezze estive, che sollevavano dallimpatto improvviso con la terra. Il sorridere sembrava corrispondere alla loro leggerezza, fisica e spirituale.

Mark si addorment con la testa reclinata sul tavolo e lo schermo acceso. Si era lasciato sopraffare dal desiderio di lasciarsi andare, spingendosi con tanta leggerezza ai confini dell' universo, da essere riacchiappato dalle pesanti mani della notte. La stanchezza come una calamita si era ricongiunta all' oblio. I sogni si componevano in sincronia con le parole che apparivano una dopo l' altra su lo schermo, scorrevano fino a svanire. Un silenzio perfetto pervase quella stanza, ancora calda di idee, di vissuto e di quel corpo vivo, lontano dalla sua coscienza. Era accaduto un po' come nelle favole, era stato quasi avvinto da un sortilegio. Il vuoto che si forma in una stanza quando tutti dormono, un grande osservatore. Ogni oggetto si assesta, trova spazio, l' aspetto compositivo dell' insieme delinea l'essenza di colui che ci abita. Un silenzio quasi insostenibile fu scalfito da alcuni rumori impercettibili e delicati, lo schermo si oscur, ricongiungendosi al buio e al riposo della sua mente. Apparvero delle immagini scomposte che sembravano rappresentare movimeni di forme e colori tutto poco definito, si susseguirono ad una velocit senza forma. I suoni cominciarono a comporsi in un alfabeto sconosciuto scandito da un' armonia musicale molto simile alle sonorit di Bjork, la musicista-artista islandese. Mark si

risvegli improvvisamente riprendendo il respiro di colpo. And in bagno e si lav il viso, si guard allo specchio, poi bevve un sorso d' acqua. Guard fuori della finestra, una pioggia fitta fitta scorreva lungo la strada, dopo poco cominci a diradarsi. Prov una sensazione inebriante e nello stesso tempo di estraneazione, estremamente corrispondente al tempo presente. Dopo il lavoro, non vedeva l ora di andare nella sua stanza a scrivere . Sceglieva accuratamente la musica e partiva verso il suo rifugio segreto. Tutto era iniziato per caso, o forse no perch il caso non esiste, come diceva l esimio Gustav Jung. Cos la scrittura era diventata davvero una vita parallela. L architettura era stata la sua fonte d ispirazione primaria. In quel momento cruciale della sua vita, la ricerca di una struttura letteraria, gli sembr corrispondente ad una fase successiva pi introspettiva, una conseguenza logica. Quando una passione diventa un lavoro, sembra perdere di fascino, cos era avvenuto con l architettura. L aspetto ludico era scomparso, era comunque rimasta la passione primaria, corrispondente al desiderio di costruire, attraverso la sintesi numerica della geometria. Il volto poco definito di Aryan, la musa che si era presentata spesso nei suoi sogni e nei pensieri, era forse solo una fantasia partorita dal desiderio di qualcosa di indefinibile

e di diverso. Un' immagine femminile che portava alla sua vita, intrisa di una solitudine singolare, una luce nuova. Tornato dal lavoro, si stir un po' seduto su la sua poltrona preferita color bord, allung la mano verso un bicchiere e si vers della birra fresca. Ne bevve un sorso, guard il leggero riflesso del suo viso su la finestra, si alz e riprese a scrivere. Pens a come quella leggera alterazione, prodotta dall'alcol in quantit moderata, era propulsiva per iniziare a riordinare con passione le sue idee. Quel pomeriggio aveva iniziato presto a scrivere per poi interrompere a notte fonda. Aryan era un entit-luce, uniforme al concetto di bellezza filosofica, come una divinit del mondo greco. Il suo viso ricordava Psiche, quello dell' omonima opera di Canova. Una figura ideale, una bellezza distaccata, luminosa, aveva riflessoimmagini di vita, le aveva assorbite, rielaborate, era cresciuta con loro. Era l' archetipo della femminilit creativa. Il gioco del Tempo era da sempre stato il suo preferito. Si era evoluta nel principio della consequenzialit attraverso tante vite e ne era uscita, anche se dentro di s sostava ancora un sentimento determinato dal tempo:la melanconia. A volte percepiva dettagli che risvegliavano in lei la curiosit, l' azione. Una cosa in particolare prese forma da altezze inimmaginabili e aveva richiamato la sua attenzione: l' immagine di un uomo che mettendo un passo dietro l altro, proseguiva il suo cammino in una terra arida e deserta. L uomo appariva piccolo piccolo, aveva alzato

improvvisamente la testa, scorgendo piccole luci che si perdevano nel cielo. Quel movimento improvviso fu il loro primo incontro. La sua natura femminile l aveva spinta a veleggiare attraversando la fantasia, per concepire in seguito la sua natura reale. Aveva inseguito le emozioni e le esperienze ed aveva offerto: lultima possibilit, l ultimo incontro, l ultima parola, aveva riavvolto come un nastro il tempo. Aveva sfiorato tante vite e mai un solo amore. C era stato un evento particolare nella terra il 17 maggio del 150 D. C.le Pleiadi erano salite nel cielo prima dellalba, questa sincronizzazione conosciuta come levata eliaca delle Pleiadi, durata 100 anni. Le Pleiadi o sette sorelle, sono un agglomerato di sette stelle. Erano molto importanti nell antichit,soprattutto nei riti religiosi, essendo state linizio galattico. Questo evento sembra sia stato all origine dell antichissimo sito archeologico di Teotiuachan in Messico. L allineamento delle Pleiadi con il sole poteva essere collegato Quetzalcoatl: il tempio del serpente piumato. L' allineamento delle pleiadi con il sole formava un ombra come un serpente. Era considerato portatore sulla terra di una saggezza superiore. Le pleiadi erano come degli indicatori di eventi di contatto che facevano sovrapporre le forze naturali con quelle sconosciute, provenienti dall universo. La leggenda racconta che gli dei si riunirono in quel luogo per la creazione del mondo. Le storie e i miti che si tramandano, sono gli archetipi di una ricerca universale che cerca un inizio. In quel luogo e anche in altri,cerano state civilt che si erano estinte. Queste architetture

grandiose imitavano l immensit dell universo e si allineavano alle geometrie dei pianeti. Le stesse geometrie sembravano corrispondere anche alla struttura mentale dell' essere umano, aperta verso la possibilit di una relazione con i principi dell' universo. Coloro che custodivano questi centri, avevano una mente pi consapevole che facilitava il contatto attraverso il principio dell intuizione. Questi edifici, dovevano essere venerati e mantenuti nel loro principio di equilibrio e armonia. Con la loro misteriosa sparizione, parte di tutta quella energia era rimasta compressa e non fluiva come avrebbe dovuto. Si trattava forse di un cambio di rotta verso qualche altra dimensione. Gli occhi di Aryan cambiavano ogni frazione di secondo, dato che erano il riflesso di altri occhi. Molte volte aveva rischiato di cadere nell oblio, perch spesso si tratteneva troppo a lungo in dimensioni troppo lontane e complesse. Aryan espandeva un' energia di compassionevole umanit. Aveva osservato dall' alto ogni evento, l'aveva rielaborato e modificato. Aveva mantenuto un distacco che le lasciava una sensazione di malinconica lontananza. Dalle sue esperienze, aveva appreso che anche la pi piccola storia, contiene tutti gli aspetti universali. I contatti avvenivano attraverso il richiamo di piccole luci intermittenti, o armonie molto simili a suoni impercettibili, si trattava sempre di piccoli segnali. Erano segni che precedevano il desiderio di consapevolezza. Si inoltravano talvolta anche attraverso i sogni. Anche il momento della morte poteva essere solo un passaggio, un processo modificabile, comunque qualcosa di inevitabile.

Coloro che seguivano liberamente l' intuizione che questi segnali provocavano, potevano percepire i risultati della causa-effetto, anticipare eventi o riviverli in sintonia con tutto l' universo. La sua presenza quindi, arrivava con qualcosa di collegabile all' energia fisica. Gli esseri apprendevano un intuizione determinante per la loro vita. Il tempo si riavvolgeva con un ritmo liberatorio, si espandeva come musica. Qualcosa di simile ad una fiamma che si spenge e si riaccende, come una musica che s interrompe e poi riprendere, diversificando e amplificando il ritmo. Nel pensiero fantasioso di Mark, quest' ipotesi non le sembr affatto fantascientifica ma in piena sintonia con un concetto di realt molto pi ampio. Il grande desiderio di Aryan era quello di vivere ancora nella materia fisica. A lei piaceva la possibilit del dopo che succede al prima. Era divertente e gratificante poter essere l' artefice del risultato di un lavoro creativo, di una successione e una conclusione pi accettabile di un evento. Erano gi le quattro del mattino, Mark si butt sul letto sfinito. L uomo continu a camminare a piedi scalzi lungo una terra deserta e impervia, la terra era calda e nuvole di polvere si alzavano di tanto in tanto. Era un tardo pomeriggio di Settembre, la luce cominciava appena a prendere i toni del rosa ma non faceva freddo. A piedi nudi continu, aveva perso l orientamento in quella terra contornata da montagne rocciose, scure e inquietanti in quel luogo di una bellezza ambigua. Ti tanto

in tanto scorgeva qualche cactus talmente pieno di spine da creare l aspetto di una fitta nebbiolina grigiastra . Il giorno dopo prosegu a scrivere da questo punto, seguendo quest' immagine letteraria, cos conforme alla sua solitudine. Mark dopo due ore chiuse il suo computer, ricordandosi che aveva ben altro a cui pensare. Quella mattina si era alzato a mezzogiorno, dato che era andato a letto tardi, sfinito e un po' alterato dall' alcol. Aveva scritto quest' ultima parte quasi sotto il suggerimento di un dejav. Anche scrivere per rilassarsi e concretizzare la sua creativit, non lo svincolava dal tempo e dalla sua sofferenza. Doveva come tutti guardare lorologio, per comprendere che quelle manciate di ore a disposizione erano gi finite. Decise di congedarsi per unpo' dal lavoro e di partire per quel viaggio fantasticato per tanto tempo. Doveva affrettarsi per andare al lavoro e sbrigare le ultime cose. Aveva un po' di soldi, giusti giusti per poterlo fare. Era gi sera, and a cercare lo zaino nel caos della sua stanza e lo riemp in tutta fretta, buttando per aria le cose alla rinfusa. Anche se il suo lavoro gli piaceva, c era un orario da rispettare e poi non era libero di progettare ci che voleva. Il guadagno era limitato a ci che riusciva a produrre, ma non se ne lamentava perch di barboni in giro ne

aveva visti parecchi. Anche se a volte aveva pensato alla vita per strada come ad una liberazione. Ogni essere sa ci che vuole, solo un segreto che deve essere scoperto. Questa frase lo tormentava, la aveva sentita o letta da qualche parte ma non si ricordava dove. Decise di accettare proposta del suo caro amico storico Jacob: il viaggio in Messico, sognato da tanto tempo. Proprio il luogo che aveva scelto per il suo racconto. Tutta la sua vita ormai, aveva preso una direzione che non gli piaceva affatto, aveva costruito qualcosa che all improvviso si era rivelato incompleto e a volte inutile. Mentre cercava nervosamente dentro l armadio i suoi vestiti, fuori della finestra vedeva di nuovo la pioggia cadere senza sosta, scivolare lungo la strada. Quella grande citt che aveva amato, gli apparve incredibilmente insignificante. Alcune luci si erano spente attorno a lui, in una manciata di anni aveva perso tante persone e certi sogni sembravano sfumati, persi. Anche perch la giovinezza come un luogo di attesa, si vive di progetti e la vita appare a tratti lunghissima. Come un adolescente un po' invecchiato aveva rincorso l' idea dell' amore senza concretizzare niente. Forse un giorno sperava di incontrare quella persona che avrebbero dovuto riconoscere al volo. Quest' idea gli sembr, un attimo dopo,

troppo romantica, abbastanza banale e sopratutto improbabile. Quello che stava vivendo era il momento della solitudine. Proprio come un adolescente, pensava di essere l' unico al mondo a vivere quella condizione. La sentiva forte e persistente come poche volte nella sua vita. Un giorno seduto al parco, allung le gambe e si mise con il viso verso il sole, quel calore lo faceva sentire d incanto. Chiudendo gli occhi, il buio era scalfito da piccole luci intermittenti che variavano dal giallo chiaro all ocra arancio. Se stringeva pi forte quelle luci sembravano infrangersi contro il buio, in un gioco che emanava una sensazione di armonia musicale. Era come essere sospeso nello spazio, senza peso. Il tempo in quel momento, gli sembr davvero una questione interessante. Ad occhi chiusi poteva essere un vecchio, un bambino, o un ragazzo di vent anni con tutta la vita davanti, talmente lunga da provare la vertigine della morte. A volte difronte ad un eccesso, si verifica una reazione opposta, riapr gli occhi e si guard intorno. Chiuse lo zaino, senza controllare il suo bagaglio improvvisato. Apr il suo telefonino, era molto in ritardo, digit dei numeri alla rinfusa e chiam un taxi. Arriv poco dopo, non prese neppure un ombrello, si copr con la giacca la testa e scese gi.

Completamente bagnato, mont su la macchina balbettando alla rinfusa un indirizzo. Il povero tassista non cap bene, sbagli traiettoria portandolo dall altra parte della citt. Confuso e agitato si mise a urlare parole sconnesse. Il tassista si spavent, fece una frenata e lo moll in mezzo alla strada nella notte. Cap di essere arrivato ad un punto estremo, doveva calmarsi un attimo e ragionare. Rimase fermo con il bagaglio in mano, completamente bagnato. In quella strada lontana dalla citt lo sfioravano una dopo l altra le macchine, lasciando una scia di acqua sporca sul suo viso. Gli pneumatici a contatto con l' asfalto bagnato provocavano un suono stridente insopportabile. Al loro passaggio si formava come un' eco, un boato simile al grido degli elefanti africani. Questo le venne in mente, dopo che un autotreno era passato poco lontano da lui a tutta velocit. Luci intermittenti artificiali gli accecavano gli occhi, si sent a due passi dal baratro. La sua mente ubriaca era talmente piena da non ricordare pi niente. Quello squarcio di luce che gli aveva dato speranza pochi giorni prima, era di nuovo scomparso. Da ragazzo, in quel periodo dell' esistenza in cui tutto sembra ancora da vivere, spesso rideva e scherzava con gli amici. Viveva alla giornata.

Studiava architettura all Universit, abitava ancora con i suoi genitori che avevano una piccola casa al mare. Si era appassionato all' architettura, proprio in quei momenti d' estate in cui aveva avuto il tempo di osservare la natura, guardando gli alberi, l estensione dei loro rami, la loro linearit, solidit e armonia . Appena finito il primo esame, l' idea fu quello di andare al mare per divertirsi e niente pi. La sua vita era quella di un ragazzo benestante e con pochi pensieri. Uno di quei giorni appartenenti ad un passato relativamente lontano, corse con i suoi amici a perdifiato verso la riva. I loro sogni erano quelli illusori della giovinezza: vivere senza un domani. La curiosit per la conoscenza, era stata una scoperta meravigliosa fatta solo all Universit. Fecero una lunga nuotata, Mark alz gli occhi e vide un leggero bagliore nel cielo, qualcosa di impercettibile e fulmineo e poi pi niente. Ma soprattutto prov qualcosa di completamente nuovo, somigliante al desiderio di consapevolezza. Da quel momento in poi si era formato uno spazio vuoto nella sua mente, dove avrebbe potuto comporre cose nuove. L uomo camminando lungo il deserto a piedi scalzi alz lo sguardo e vide delle piccole luci che passarono furtivamente nel cielo.

Mark scrivendo si era accorto di aver prodotto nella sua mente un immagine conforme a quella sensazione provata vent' anni prima. Cos l aveva descritta, nel seguito del suo libro, poco prima di decidere di partire. Qualcosa aveva ricollegato le due parti a quell istante. Questo pensiero attravers la sua mente, mentre la pioggia continuava a scorrere senza sosta lungo il suo corpo. Il libro sembr procedere con il pensiero anche nel corso della giornata. Quando si inizia a scrivere una storia, si forma un legame parallelo con la propria vita, finch non si arriva a mettere l' ultimo punto. In quel giorno d estate di venti anni prima,uscendo dall acqua del mare prima dei suoi amici, si sent pervaso da una sensazione nuova, intuiva dentro di s il potere del senso. Si guard intorno stupefatto e quasi costretto a pensare a quale significato avrebbe potuto avere. Poco dopo, non abituato a questi pensieri, si sent ridicolo e mise da parte quell emozione ambigua. S' incammin di nuovo verso il mare da solo. Quella sera decisero di non trattenersi a lungo e di tornare a casa. Cos Mark propose una cena arrangiata, sarebbero stati ancora assieme. Nel corso della serata, di tanto in tanto guardando il cielo ebbe quasi timore, aveva la netta sensazione che le mancava una parte della sua vita. Quel senso di vuoto torn a prendere

forma, sentiva di avere dimenticato qualcosa ma non ricordava cosa. Sent soprattutto che quella parte mancante era legata alla fine di qualcosa e all inizio di un altra. Tutto si stava giocando sul piano delle sensazioni. Poi si guard attorno e il senso di normalit gli fece pensare di essere solo uno sciocco. Talvolta era capitato che fra amici si erano passati del fumo,un abitudine che si era pallidamente trasmessa dagli anni 60, l epoca della giovinezza dei suoi genitori,agli anni 80di cui faceva parte. Quella leggera alterazione provocata dal fumo non le aveva fatto provare lo stesso effetto di quel pomeriggio d estate. Era stato come un richiamo ancestrale. Come un canto di sirene, di una lontananza incalcolabile, si era insinuato nella sua mente, facendo spazio. L alterazione del fumo e dell alcool era pi legata ad un senso di ebrezza, da associare al bisogno di energia positiva. Aveva percepito un black- out, qualcosa di piacevole e di inquietante nello stesso tempo. Un senso di sincronicit interessante, una sensazione nuova, totalmente astratta. Quella sera di vent anni prima, dopo quella lunga nuotata, si sent stanco. Gli amici rimasti con lui, avevano mangiato e conversato allegramente.Non era bravo a cucinare ma qualcosa sapeva fare. Isuoi genitori

gli avevano lasciato campo libero, erano usciti e sarebbero tornati tardi. A loro piaceva discutere e bere tanta birra, riunirsi seduti nel grande tappeto come degli apache a scherzare e anche a filosofeggiare. Qualcuno suon alla porta. scusate, disse Mark, apr ma non sal nessuno. Ritorn verso il soggiorno, dopo pochi passi sent suonare di nuovo. Apr la finestra. Vide nella penombra una figura girare velocemente l angolo, rimase l per un po', la richiuse e torn dagli amici . L architettura mi fa pensare alla vastit delluniverso, esclam Mark improvvisamente, guardando attraverso il vetro della finestra tutto cos complesso e armonico. La natura esprime la struttura portante del nostro mondo, gli alberi hanno forme diverse, le loro radici sono ben radicate a terra e poi si slanciano verso l alto per trovare un contatto con il cielo. Pensate le sequoie sono le pi alte, oltre quel cielo c l universo e poi oltre ancora, concluse stirandosi un po', ma io penso aggiunse un po timoroso che non sia la vicinanza fisica che pu permettere un contatto con qualcosa di diverso dal nostro mondo, ma quella mentaleconcluse. Non avrei mai pensatoaggiunse Miriam, Cosa ? le chiese Mark che uno come te potesse riflettere su queste cose, non ti credevo cos filosofo, cos profondo. infatti non lo sonoaggiunse Mark ma stasera non so

successo qualcosa, Cosa intendi? no niente ..andiamo a letto disse Mark alzandosi in piedi e guardando l ora che segnava le 2.15, non credevo che fosse cos tardi, i miei non sono ancora tornati aggiunse accompagnandoli verso la porta . Gli amici lo salutarono, la serata era stata piacevole ma anche terribilmente scontata, perch lui si era sentito diverso. Un senso di solitudine lo pervase, i suoi genitori non erano ancora tornati. Dovevano ripartire poco dopo di loro e non si erano fatti sentire. Quell' uomo a piedi scalzi in quella terra deserta e arida, cerc affannosamente il suo telefonino ma si accorse che una delle tasche dei pantaloni era bucata, realizz di averlo perso e che ormai anche lui si era perso. La paura sinsinu lentamente, tanto da cercare di controllarsi il pi possibile, non capiva bene dove si potesse trovare. Avrebbe dovuto scoprirlo con tutta la calma possibile. La cosa importante che si ricord chi fosse, il suo nome e la sua provenienza. Subito dopo prov terrore nell' accorgersi che il suo nome gli sembr qualcosa di insignificante. Mark prima di partire, non aveva dato ancora un identit a quell uomo che aveva descritto nel suo libro. Le bast solo un po' di buona fede ripensandoci per capire che si stava raccontando. Rimasto fermo sotto la pioggia, non gli rest che cercare di attraversare quello stradone di raccordo con l' autostrada.

Fece attenzione a non farsi ammazzare dalle macchine. A piccoli passi raggiunse un locale malmesso, l odore del fritto gli dette un senso di nausea improvvisa. Si sedette ad un tavolo chiedendo del brodo caldo. Alcuni camionisti l di passaggio lo guardarono e risero un po', perch era totalmente zuppo di pioggia. Cerc nervosamente il suo cellulare, chiam svariate volte ma non riusciva a prendere la linea, poi percep un leggero fruscio. Doveva assolutamente chiamare il suo amico che l aspettava per andare all aeroporto. Dopo aver bevuto il brodo caldo e dopo essersi riassestato un po', riprov ancora. Voleva assolutamente partire con quello aereo, Jacob l aspettava da ore e aveva gi i due biglietti pagati.Riprov di nuovo ma proprio la linea non prendeva, pens che fosse andato in tilt per via della pioggia. Continuava a piovere forte e lui era per fortuna al riparo in quel locale un po' maleodorante. Riprov a fare il numero di Jacob, ma niente. Riprese il suo bagaglio e and a pagare il suo brodo caldo, abbastanza disgustoso, lasciato a met. Usc fuori dal locale ignorando la pioggia. Si mise sotto una tettoia e riprov e poi riprov ancora, poi prese il suo telefonino e lo gett via urlando come un dannato . E suo ? l ho trovato vicino ai miei piedi, tenga c qualcuno in linea, lei forse si chiama Mark?. La figura di una ragazza poco lontano

allung il suo braccio che lasciava intravedere dalla manica del trench, una mano lunga e affusolata. Il cappuccio che aveva in testa le ricadde su le spalle, lasciando scoperto un volto dalle fattezze delicate e gli occhi brillanti. I capelli rosso-marroni completamente bagnati, evidenziavano di pi i suoi occhi grigi tendenti al verde e un po' dispersi. Mark senza dir niente continuando a guardarla, prese il telefono Ciao Jacob un ora che provo a chiamarti ..sono rimasto bloccato in mezzo al traffico, anzi peggio un tassista mi ha mollato in mezzo alla strada e sotto la pioggia, ho rischiato di essere investito, e forse era meglio Ma che stai dicendo!.. comunque non ti preoccupare, l aereo l abbiamo perso. Io forse partir domani, ancora non so, ma tu come stai ? lo puoi immaginare peggio di cos non si pu, aggiunse con un leggera ironia, Se vuoidisse Jacob puoi venire da me, no non preoccuparti meglio che me ne torni a casa, ne ho combinate abbastanza per oggi rispose Mark riattaccando il telefono . Lo chiuse guardando i rivoli di pioggia scivolare a terra, poi strusci il telefono sul giubbotto bagnato, bagnandolo ancora di pi. Mise la mano in tasca e sollev la testa, sofferm il suon sguardo su qualcosa di molto luminoso, incontr gli occhi di Isabelle.

Graziedisse Mark timidamente Niente rispose lei, scostandosi da lui per proseguire lungo la strada. E che non so dove andare disse Mark spontaneamente, facendola indietreggiare anch'iorispose lei, accennando un sorriso. Lui era certo di non volere rimanere solo in quella serata cos triste. Si ritrovarono dentro lo squallore accattivante di quel locale, uno difronte all altra. Si sistemarono i capelli bagnati e si tolsero i rispettivi giubbotto e impermiabile zuppi di pioggia. I camionisti sorrisero di nuovo e fecero qualche commento, tanto che uno di loro si alz, appoggi un ombrello al loro tavolo, strizzando locchio. Al diavolo il brodo caldo. disse Mark, lasciando intravedere una leggera soddisfazione e un po' di imbarazzo. Per me una birra e delle patatine belle calde ordin, per me solo una birra e delle olive chiese lei. Poi una musica di sottofondo rasseren l ambiente, facendo dimenticare loro il forte odore di fritto. Era la preferita di Mark: Every time we say goodbay, era abbastanza raro sentire quel pezzo, quindi la ritenne una vera fortuna. Il mio nome Isabelle, disse lei dopo poco anchio non volevo rimanere sola, ho vagato per ore sotto la pioggia. Perch ? , le chiese

lui, un po' stupito dal suo atteggiamento dolce e distratto . Perch perch non so...non so cosa mi sia successo, il problema che non ricordo quasi niente della mia vita, rispose passando la sua mano fra i capelli e bevendo ancora un sorso di birra. Mark sbianc, sent un leggero tremore alle gambe, un po' per tutto l umido preso, un po' per quell incontro che gli ricord quel senso di vuoto avvertito in passato. Lasci cadere il bicchiere a terra, and in mille pezzi. Una scheggia salt un po' pi in alto ferendolo alla mano sinistra, da cui sgorg un rivolo di sangue. Alla vista del sangue, la ragazza rimase impietrita, poi fece un balzo indietro con la sedia, Mark cerc di fermare il sangue che usciva dalla mano. Venga con me signore, non si preoccupi per il bicchiere, non nulla disse gentilmente un po' agitata una cameriera dall' accento slavo, arrivata l immediatamente Scusami le disse lui con lo sguardo perso, seguendo velocemente la donna. Da lontano si sent un urlo davvero esagerato: lo stavano disinfettando. Aveva sempre odiato l alcol, ma l avevano solo quel disinfettante a disposizione. Gli misero una fascia stretta alla meglio, torn verso il tavolo.Trov una sedia vuota, del sangue a terra, dei vetri rotti e della birra che sgocciolava. Pag il conto velocemente, usc dal locale scusandosi.

Aveva smesso di piovere, si guard intorno cercandola. Cominci a camminare velocemente mettendo da parte la disperazione. Riusc a prendere un taxi al volo. Dopo un bel tratto di strada, chiese di scendere per continuare a fare ancora quattro passi fino a casa, ormai il viaggio era perso. Arrivato a destinazione, appoggi casualmente la mano sui campanelli ne suon almeno dieci. Dalle finestre arrivarono delle imprecazioni e commenti sconvenienti, tanto che si mise a ridere di s stesso e di tutto il casino che aveva combinato. La sua disperazione aveva preso il senso del ridicolo. La birra gli aveva tolto un po' di ansia, tutto le sembr incredibilmente assurdo. Entr nel portone, sal le scale ridendo e piangendo. Cerc le chiavi, naturalmente non le trov. Poi frug nella tasca esterna della suo zaino, tir un sospiro di sollievo e apr la porta. Entr in casa, gett le chiavi sul tavolo, butt tutto a terra, compreso il giubbotto ancora zuppo di pioggia. Fece pochi passi e arrivato in camera si tuff sul letto, con il desiderio di riposare dimenticando se stesso. Infatti si addorment di sasso. Un suono gli fece aprire gli occhi all improvviso. Si alz respirando affannosamente, allung la mano verso il comodino prese la sveglia erano gi le 2.15. Aveva dormito solo trenta minuti, a lui sembrava una notte intera. Poi di nuovo un

suono, si alz scuotento la testa per riprendersi e tornare nel mondo. Si precipit verso la porta, guard dallo spioncino ma non c era nessuno. Poi apr la finestra e si affacci guardandosi intorno. Improvvisamente vide la sagoma di qualcuno che stava girando l angolo. Non si lasci neppure il tempo per pensare,percep solamente un deja vu mprovviso. Prese alla rinfusa la sua giacca e si precipit per le scale, rischiando di cadere. Usc fuori dal portone. Si mise a correre come un matto cercando di raggiungere la persona che aveva appena intravisto. Non sapeva bene perch, aveva la sensazione forte di doverlo fare. Mark doveva partire per il suo viaggio e invece tutto sembrava andato in fumo, anche quell incontro piacevole, non aveva avuto un senso apparente. Quella figura evanescente che aveva girato langolo, non poteva farla franca, doveva capire chi fosse. Si precipit per le scale di casa sua, guard l orologio erano gi le tre. Prosegu la sua corsa rischiando di scivolare nella strada bagnata, quasi nessuno era in giro, agli occhi degli altri faceva lo strano effetto di unanima in pena. Correva affannosamente, con una energia che mai avrebbe pensato di avere. Dietro l angolo di casa non c era anima viva, eppure lui aveva visto chiaramente la sagoma di una persona aggirare l angolo velocemente. Corse ancora un po', poi sfinito scivol verso terra

appisolandosi a terra come un barbone. Pass del tempo, tanto era sfinito. Il cellulare era rimasto in tasca e stavolta squill a lungo, con un gesto automatico lo apr Sono Jacob, ho provato a chiamarti a casa, ma dove sei !?chiese preoccupato, non ci crederai adesso sono steso in terra come un idiota, stai male? no no me la cavo, rispose. Senti volevo dirti che sto per partire, se vuoi sei sempre in tempo, posso aspettarti. Ho avuto modo di cambiare i biglietti, il volo e alle cinque, concluse sperando in una risposta positiva. Tenendo conto che non ho dormito tutta la notte, che ho rischiato di andare sotto un camion, che mi sono ferito ad una mano, che ho inseguito inutilmente una persona e che sono finito a dormire per terra come un disperato, potrebbe essere la conclusione pi accettabile, non credevo fosse cos difficile prendere un aereo!! tra cinque minuti ti chiamo. Richiuse il cellulare accucciandosi al muro per pensare. Pronto Jacob arrivo, aspettami, ho ancora un po' di soldi, prendo il primo taxigli disse deciso. La partenza fu la prima possibilit messa in atto dagli elementi strutturali della storia appartenenti all' elemento terra. Finalmente arrivato in Messico si sent meglio. Era successo tutto velocemente, l arrivo e la decisione di volare per inoltrarsi verso l interno. Il desiderio di vedere finalmente l architettura

di quel mondo antico, li aveva entusiasmati da sentire di avere di nuovo vent' anni. Tutte queste cose gli avevano fatto dimenticare i suoi affanni, poteva intravedere la possibilit di ricostruire la propria vita interiore. Uno spiraglio di cambiamento aveva illuminato tutto. Non vedeva l ora di ammirare La citt degli Dei nello Teotihuacan, la Cittadella dove si trova la mitica piramide del Sole e della Luna. Mark concepiva il senso del mistero come i meccanismi che portano alla progettualit nell arte e nell architettura. Ebbe la sensazione piacevole di vivere dentro il libro che aveva iniziato a scrivere, come da piccolo quando ascoltando una favola s' inoltrava dentro quella realt. Nella creazione di qualcosa, secondo lui, c era l imperscrutabile. Un elemento che sfuggiva al pensiero razionale ma che doveva essere cercato. Credeva anche alla conoscenza profonda, l intuizione pensava fosse la struttura portante di tutto il processo creativo, qualcosa che porta alla fioritura della ispirazione. Questo aspetto astratto era il suo modo di concepire il mistero. Pi si spingevano in alto con il velivolo, guidato da Jacob, pi gli sembrava di non avere affanni. Ebbe una sensazione di una tale leggerezza tanto da non accorgersi subito che stavano perderdendo quota, precipitando.

Dal buio riemerse piano piano, come a pelo d' acqua. Apr prima un occhio poi l' altro, senza che nessun pensiero avesse modo di transitare verso la coscienza. Percep un' immagine dallo specchietto retrovisore della sua mente: Il suo corpo nell istante in cui comprese che stavano precipitando e il conseguente senso di vertigine che lo trascinava verso il basso. In quei brevi istanti prov subito il dispiacere per non poter proseguire il viaggio, dispiacere pi forte della consapevolezza di poter morire. Si accorse di essersi fatto poco o niente, rimase stupefatto, si guard intorno muovendosi pianissimo, ogni tanto sentiva dei dolori forti alla schiena e alle gambe. Non sapeva dove si trovasse e sopratutto non c' era anima viva. Si alz in piedi, tenendosi a stento in equilibrio, poi si rese conto di essere ancora vivo. Intorno a s c'era solo polvere e un paesaggio desertico, arido, quasi lunare . Si guard di nuovo intorno, dall' alto tutto faceva un altro effetto: totale solitudine, non c' era nessun appiglio con la realt. Cerc istintivamente Jacob, senza pensare se fosse ancora vivo o morto, non c'era la bench minima traccia. Non sapeva se essere disperato, perch ci che lo circondava non gli suggeriva nessuna risposta. Quel luogo era intriso di un' atmosfera surreale. Per un attimo gli sembro di essere all' interno di un' opera di Dal, un artista che non

aveva mai amato ma che aveva espresso in pieno il suo tema pi caro: il tempo. Pochi istanti dopo subentr un senso di sopravvivenza. Cominci a camminare tanto, nella speranza di incontrare qualcuno. L cera l' essenza della solitudine allo stato puro. Quello stato sembrava togliere ritmo al tempo, tutto appariva estremamente rallentato. Anche il movimento di un unico filo d' erba appena mosso da un leggerissimo soffio di vento, data l' aridit del luogo, appariva pi lento e ogni minimo particolare sembrava amplificato e significativo. Cerc di sfruttare la poca energia mentale che le era rimasta, osserv tutto senza tralasciare il bench minimo particolare. Con lo sguardo componeva movimenti circolari, gli occhi sporchi di terra lo facevano assomigliare ad un animale in cerca di un riparo, in tensione per non essere soprafatto. Quel silenzio incuteva timore ma anche una strana reverenza, ispirava rispetto e ascolto. Appariva come un luogo di passaggio, una specie di sala d' attesa prima che qualcosa si compia. Il timore nasceva dalla sensazione che da quel silenzio, un frastuono, qualcosa di terribile potesse sorprenderlo, come dal buio una luce troppo forte difficile da sostenere. Non aveva mai avuto un buon rapporto con le cose elettroniche, anzi le odiava. In quel momento il suo cellulare gli sembr la cosa pi preziosa. Voleva tornare alla realt.

Dopo tanta strada sotto il sole, si butt in terra affranto e sent sotto di se la forma di quell' oggetto, cos insensibile e a volte poco efficiente. Pass la sua mano dietro la schiena e lo afferr tenendolo ben stretto. Cerc di ripulirlo. Strusciandosi le mani su i pantaloni sporchi, si avvent su la tastiera componendo un numero a caso, imponendosi di stare calmo, compose il numero di Jacob. Non c era nessun segnale, non percepiva il bench minimo rumore. Guard l orologio segnava le 2.15, avvicin l orologio all orecchio non sent il bench minimo ticchettio. Si butt in terra e rimase in ginocchio, un urlo risuon in quello spazio desertico: il suo. Prese di nuovo il suo cellulare e lo lanci con una forza incontenibile, cos lontano da non vederlo pi . Si distese e si rotol lungo il percorso. Di strada ne aveva fatta tanta, si sentiva come il primo uomo su una terra sconosciuta. Cos si lasci andare al sonno, sfinito e arreso. Era coperto di strani sassolini attaccati in uno strato di polvere, il suo corpo giaceva addormentato. Il vuoto aveva trovato spazio in quella dimensione. Dopo un tempo indefinibile, un filo di luce lo risvegli. Realizz di essere ancora in vita. Si spavent, ricomponendo nella sua mente ci che aveva scritto poco prima di partire. Quell' uomo che camminava in quella terra deserta e arida era proprio lui. Anche la

sensazione che aveva provato scrivendo, corrisponeva perfettamente a ci che gli stava accadendo. Per due lunghi giorni continu a camminare cercando un riparo per la notte, come un animale spaventato sopraffatto dal buio. Si rannicchiava stringendosi fra le braccia e le gambe, dietro qualche raro cespuglio. I rumori della notte incutevano un terrore cos amplificato, da fargli dimenticare ogni preoccupazione e insoddisfazione. Ascoltava anche quelli provenienti dal suo stomaco, profondamente vuoto. Somigliavano ad un grido che proveniente dalle profondit delle sue viscere, reclamava ci che gli spettava per abitudine. A tratti gli dava un senso di euforia simile ad una ubriacatura. La prima notte pass nel terrore e del desiderio che la luce del giorno tornasse al pi presto, anche se la luna in alto davanti ai suoi occhi, gli trasmetteva un senso di protezione materna. Per la prima volta questo pensiero aveva attraversato la sua mente. Al mattino il sole sostituiva quella luce protettiva con un calore leggero che gli riattivava l' energia e la speranza. Dopo la prima notte il risveglio al mattino gli sembr un miracolo inaspettato. Improvvisamente quella natura reattiva, gli sembr qualcosa di incredibilmente vivo in connessione con la sua vita, cos unica e scombinata. L'istinto di sopravvivenza ma anche l'ascolto del s, presero il sopravvento su

le altre emozioni, provocando dopo la seconda lunga notte l apertura immediata e dolorosa di tutte e due gli occhi al mattino. Dolorosa anche perch erano tutti pieni di polvere arrossati e stanchi. Guard verso l' alto e si chiese per un attimo se fosse vivo o morto, parallelamente transit la sensazione che fra le due condizioni non ci fosse poi una gran differenza. Quando sent accanto a lui bisbigliare delle parole in lingua messicana,si sent ancora su la terra. Alz la testa, sent i battiti del suo cuore andare ad un ritmo accellerato: vide un uomo alto e grosso. Aveva una camicia sgargiante, degli imperiosi baffi bianchi e un cappellaccio vecchio in testa calato su gli occhi. Da dove venite ? ei.. rispondete, disse l' uomo pi volte, scuotendolo e togliendogli delicatamente, con le sue dita grosse, la polvere dagli occhi. Come un animale Mark indietreggi con la schiena, Dove sono ?chiese al limite della sopravvivenza, Siete nei pressi di Durango, vi aiuter ad alzarvi, siete proprio malconcio disse serio. Dopo un istante fece una risata che sembr risuonare come un' eco. Reggendosi all uomo, Mark si alz in piedi.Tutto gli girava attorno come un vortice. Piano piano riprese a vedere l immagine pi stabile, togliendosi ancora un po' di polvere dagli occhi. Questo il vostro, l ho trovato a pochi passi dai miei piedi gli disse il

grosso contadino, porgendogli con la mano rugosa il suo maledetto cellulare, Si mio, ve lo potete tenere, odio questi cellulari disse lui sforzando un sorriso. Avete provato a telefonare, a chiedere aiutovero ? in questa zona un po' difficile! disse l omone con ironia, per me ultimamente tutto difficile, non solo per te, da qui non si pu comunicare nulla, siamo nella zona o terra del silenzio. Detto questo rimasero in silenzio, in atteggiamento conforme a quello strano luogo. L omone prese Mark reggendolo bene per la vita Siete stato fortunato ad aver trovato me, un altra ora cos sotto il sole ed eravate spacciato , disse reggendolo con forza. Cos questa...come avete detto ?..La terra del silenzio ?, chiese Mark avvertendo un forte dolore alla schiena, Si chiamata cos, perch chiunque capita in questo posto anche se possiede una bussola, non gli serve assolutamente a niente. Ogni contatto impossibile, tantomeno con un cellulare, concluse masticando un tabacco che emanava un profumo delicato e piacevole. Poi tir fuori da una borsa di tela del pane, un pezzo di formaggio e una bottiglia d' acqua. Quando vi siete tolta un po' di sporco di dosso, potete mangiare qualcosa con me, penso che dovete avere una gran fame !. Mark guard quel cibo come un miraggio, poi allung una mano tremando. Afferr improvvisamente quel pane e

ci si avvent, proprio come un animale stremato. Mentre masticava chiudeva gli occhi di tanto in tanto, dopo il primo impatto con il sapore, non ebbe neppure il tempo di provare il senso del gusto, poi cominci ad affiorare un senso di piacere sottilissimo che mai aveva percepito mangiando. Mastico pi lentamente e ringrazi l' uomo sorridendo appena, bevve a lungo fino a mezza bottiglia. E voi cosa ci fate qui ? domand Mark, con il resto del fiato che gli era rimasto, pulendosi la bocca con la manica della camicia ancora polverosa. Stringeva gli occhi per mettere l' immagine pi a fuoco, cercando di sgranchire le gambe quasi atrofizzate. Ve l ho gi detto rispose leggermente seccato, sputando a terra il tabacco. Sto nei pressi di Durango, al confine con questa terra. E va bene...se volete proprio farvi gli affari miei, ogni tanto mi piace venire qui e guardare il cielo e stare in silenzio. Io l' orientamento non lo perdo, sono nato in questi luoghi. Tante cose strane o meglio particolari sono successe in questa terra, contrariamente a quello che dicono. Che dicono ? incalz Mark, Che fretta.. ve lo sto raccontando,vi siete proprio ripreso ! buon per lei, aggiunse dandogli una pacca su la spalla e ridendo di gusto per sdrammatizzare il senso mistero. Anche lei, per caso e fra quelli che credono ad apparizioni misteriose?, intendo extraterrestri

con occhi enormi e antenne, astronavi simili a scodelle che volano nel cieloPerch lo sa c gente che ci crede. Oppure c' chi crede a spiriti che si aggirano in questi luoghi. Almeno questa credenza pi legata alle tradizioni arcaiche del luogo, quindi anche pi accettabile. Questa sembra una terra fuori del tempo ma vicino abbiamo terre che ci raccontano una lunga lunga storia. Antiche credenze immerse nel gioco della dualit. Ha sentito parlare dello specchio fumante? Di Tezcatlipoca e Quetzalcoalt il serpente Piumato? sono figli di Ometeotl detto il dio due, signore e signora della dualit. Queste sono le divinit del nostro mondo antico, una cultura che cerca un punto di unione tra natura e cosmo, gli spiriti disincarnati lo visitano e lo guidano. Non sono queste le cose strane, secondo me c molto molto di pi.. Cosa intende? chiese Mark reggendosi meglio nelle sue gambe, facendo un notevole sforzo. C qualcosa che va oltre tutte le nostre supposizioni scontate, c un campo di energia che non conosciamo che contrasta con ogni altro altro tipo di energia, questo un dato di fatto. Forse un giorno sar possibile trovare una spiegazione scientifica. L altro dato che mai stato realmente avvistato qualcosa, forse qualche piccola luce qua e l, qualcosa che lascia il dubbio del visto e non visto. Quello che

accade qui che questo silenzio assoluto, fa riflettere su la propria esistenza e sopravvivenza. Quello che conta sentire, ascoltare quello che suggerisce la mente a contatto di questa energia. Sembra che in questo posto tutte le nostre comodit tecnologiche vadano in tilt, non ti vengono in soccorso, sembrano solo vecchi giocattoli inutili. Roba che non serve pi. Qui ci vuole ben altro, l unica cosa che serve questa ! disse facendo un gesto un po' maldestro, dandosi una piccola botta in testa. Far funzionare la testa ribad il vecchio contadino, Cosa intendi?chiese Mark, facendosi sfuggire il tu, mentre cominciava a rallegrarsi per non essere pi solo e per aver messo qualcosa su lo stomaco. Mi sembra che non sfruttiamo abbastanza le nostre potenzialit innate, Sei anche un filosofo!? , aggiunse Mark sorridendo appena parlo cos gli rispose, perch mi viene da ridere!... c un sacco di gente che viene fin qui, per vedere oggetti volanti o cose strane, ma c molto di pi c molto di pi insistette ancora scuotendo la testa. Questo silenzio aggiunse con un tono sommesso se si ascolta a lungo talmente assordante che ti fa perdere il senso del tempo e l' orientamento, in cambio ridimensiona i problemi, concluse con discrezione. Mark camminava reggendosi a lui, guardava quel cielo che le sembr

assolutamente neutro. Da quel silenzio cos totale gli sembr di percepire un senso di armonia. Creava una musicalit di sottofondo delicata e perfetta. Sembrava provenire dalla profondit del suo stomaco, tornato in sintonia con il resto del corpo, dopo tutti quei suoni baritonali, prodotti dal primo impatto con il vuoto totale. Scosse la testa per riprendersi, continu a camminare. Era contento di essersi messo in salvo grazie a quel bizzarro omone con i baffi, contadino e filosofo, che le avrebbe indicato la strada per Durango. L avrebbe cercato il suo amico. In quel momento era felice e grato per quello incontro, quindi di conseguenza immagin Jacob ancora vivo. Pens alla sottile crudelt che risveglia l'istinto di sopravvivenza e a come potesse far dimenticare ogni altra cosa. Solo allora era riuscito a ripensare concretamente, a ci che gli era capitato. Camminava con fatica, il cielo si stava oscurando. Ogni tanto rumori di sottofondo violavano con leggerezza, lievemente quellatmosfera ovattata. Poi tutto prese un ritmo lentissimo, ebbe la strana sensazione di camminare allindietro, fino ad essere cos leggero da sentirsi quasi sollevato da terra, elastico come una molla. Si gir di scatto, l omone non c era pi, poco lontano vide con gioia difronte a s la citt al tramonto. Poi l' oscurit si apr come un sipario.

Quella citt al tramonto dal suo punto di vista, sembrava un miraggio, rappresentava la speranza di un altra vita. Dietro di s cera unaltra dimensione, quella terra sembrava davvero la terra di nessuno. Poco importava se si trattava di un sogno, del seguito del suo libro o della realt: Era nella terra del silenzio, Il luogo pi profondo in cui la paura e la creativit si stavano rimettendo in gioco. Cos si chiamava, come quel vecchio contadino gli aveva detto prima di dileguarsi nel nulla. In luoghi simili tutti le emozioni di concentrano e si annientano in un silenzio atemporale. Mancava ancora molto per arrivare, quindi prosegu il suo cammino, senza domandarsi perch quellomone un po' singolare, troppo massiccio per essere un' apparizione, fosse sparito. Gli aveva lasciato delle cose da mangiare e lo aveva rassicurato che non sarebbe morto, indicandogli la strada per uscire da l. Gli aveva anche ricordato che giorno era, erano passati quasi tre giorni da quando si era risvegliato in quel luogo infausto, affascinante, solitario e dimensionale. Faceva veramente parte del gioco della dualit, tutto quello che stava vivendo. I suoi racconti gli avevano fatto ripensare ai progetti che aveva fatto insieme a Jacob, al desiderio di vedere quegli edifici cos maestosi e straordinari. Ripens anche al suo racconto appena iniziato e a come lo aveva portato fin l. Il suo viaggio il suo racconto

iniziato e iniziatico...sent un brivido di freddo lungo il corpo. Non riusc a capire se era per il fresco o per quel senso di paura che viaggiava ancora nel profondo e di nuovo riaffiorava come a pelo d' acqua. Trov singolare l' idea dello specchio fumante di cui gli aveva parlato l' uomo, una divinit che poteva essere intesa come una Schermo Magico. Le due divinit gemelle, pens....S' immagin lo specchio fumante come un' entit su cui si riflettevano le immagini di vita vissuta, tutte le sofferenze, tutti gli aspetti positivi e negativi e l' altra divinit come la sua risoluzione nel bene, corrispondente alle occasioni alle possibilit. Si ricord di aver immaginato qualcosa di simile nel suo sistema specchiante, in quel multiuniverso immaginato e lontanissimo. Pens anche, ripescando un residuo di ironia e una visione simbolica, che si era spinto troppo in alto a cercare. Quel esser precipitato, forse gli dava l' occasione di rivedere la sua vita dal basso, per poi andare gradatamente verso una dimensione pi elevata. Ricostruiva punto per punto ci che stava accadendo ma si sentiva ancora lontano dalla sua risoluzione. Riprov di nuovo a mettere in azione il suo cellulare, che l' uomo gli aveva rimesso nel taschino della camicia, prima di sparire. Davvero si rese conto che ogni contatto era totalmente interrotto. Lo

guard rassegnato e un po' disgustato, gli appariva come un giocattolo rotto. La sua utilit, se avesse funzionato, avrebbe significato la sicura salvezza, ma avrebbe avuto anche la sensazione spiacevole di ritornare indietro. Lui voleva andare avanti, con o senza cellulare. Una parte della sua mente, sembrava elaborare pensieri quasi indipendentemente da l' altra, che espandeva dentro di s un senso di lentezza e vuoto. Una vera e propria danza della dualit. Intorno a s cerano piante particolari, grasse e piene di spine, qua e l sassi dalle dimensioni diverse, di un grigio scuro un po' metallico. Il contadino gli aveva detto che in quella terra erano stati ritrovati anche resti di animali preistorici e di altri animali che andavano a morire l. Camminando cerc di meditare, passo dopo passo lasci scorrere tutta la sua vita, senza legarsi a nessun pensiero. Lasci andare ogni preoccupazione, ogni pregiudizio, ogni sofferenza. Andando avanti gli sembr di non temere pi niente. Era una sensazione illusoria, perch dettata dal dato di fatto che non mancava molto per arrivare a Durango, avendo seguito le indicazioni dell' uomo. Improvvisamente pens di fermarsi. Quella pace raggiunta, illusoria o meno, voleva tenersela cara ancora per un po'. Si sedette per terra, si tolse la giacca tutta stropicciata e

sporca, la rivolt e ne fece un piccolo cuscino per appoggiare la testa. Continu a guardare il tramonto, cosciente che sarebbe passato poco tempo e tutto si sarebbe oscurato. La paura era un sentimento lontano, se lui avesse continuato ad essere libero, pens, anche il buio non avrebbe potuto fargli nulla di male. Forse qualche strano animale si sarebbe avvicinato, poi sarebbe scappato via, spaventato a morte dalla sua presenza. Ripiegando la giacca si accorse che dentro la tasca c era qualcosa: era il suo orologio, si era fermato alle ore 2.15. Prov a ricaricarlo ma non ci fu niente da fare. Lo prese e lo gett lontano, ritenendolo ormai un oggetto inutile. Si stese in terra e guard il cielo con una malinconia che andava oltre il tempo, equivalente a quella che era stata la sua sofferenza. Aveva aspetti di dolcezza infinita e di empatia con qualcosa di infinitamente lontano. Si gustava quel silenzio come un dono, ogni minimo movimento o fruscio era solo una compagnia non pi una minaccia. Si accorse di aver trasformato la sua paura in un gioco, in un confronto con s stesso ritmico e compulsivo e poi lineare, semplice e geometricamente perfetto, in armonia costante. Una sensazione che spaziava nell' universo, attraverso una musica assolutamente muta, solo mentale. Ogni suono toccava un punto dei suoi pensieri e

si dissolveva per riprendere un movimento dalle varianti barocche. Questa visione estetica, era composta da una rotazione decorativa che rappresentava la complessit dell' universo, la sentiva vicina e rassicurante. Riapparvero le nuvole screziate di rosso e arancio, il fuoco della sua vita. I ricordi erano il presente con cui giocare. Comprese immediatamente che la realt potesse essere solo un punto di vista della mente. Anche quando disegnava, la struttura che stava progettando sembrava subire dei cambiamenti sostanziali, a secondo la scelta del punto di vista. Si accomod meglio che poteva, perch la terra era dura per la sua schiena e qualche sassolino pungeva un po'. Sent di nuovo un rumore profondo proveniente dalla caverna del suo stomaco, sembrava quasi una voce. Nellaccomodare alla meglio il suo cuscino improvvisato si accorse che c era qualcosa che fuoriusciva della tasca: era un foglietto stropicciato. Lo prese fra le mani, la scrittura era molto leggera e confusa, prov a leggere. C'era scritto il nome dei suoi genitori e l indirizzo di casa sua. Con la mano lo pass sul viso, lasciandolo sopra i suoi occhi socchiusi. Tutto si oscur. Lentamente il suo respiro prese un ritmo tranquillo e il sonno arriv molto prima

di quanto pensasse. Aver visto quel biglietto gli dette un senso di pace, anche se non comprendeva chi potesse averlo scritto. Quello era un nuovo indizio per la prosecuzione della sua storia e del suo libro che aveva lasciato a sostare nella sua mente, lontana da ogni affanno terreno. Dopo qualche ora si svegli riposato. Si sedette, accese una fiammifero che aveva nelle tasche dei pantaloni e cominci a rileggerlo lentamente.Voleva riuscire a carpire la sensazione sottile che provava toccandolo e guardandolo. Gli ricordava qualcosa di profondo e di vissuto ancora pi forte di un dejavu. Ebbe un gesto di rabbia. S' innervos, proprio come succede quando si desidera ricordare il nome di una persona o qualcosa di importante ma la mente dispettosa mantiene il segreto. La scrittura non era la sua, era di fattura delicata e non era molto marcata. Ogni volta che scorreva il suo sguardo su quella scrittura, era come se intuisse un elemento in pi che poi rimaneva nellombra. Quel silenzio era il luogo della narrazione, della negazione del tempo, poco dopo si riaddorment. In un sogno lucido vide se stesso alsarsi da terra, il fiammifero era arrivato al limite. Si bruci appena i polpastrelli, cos lo gett in terra assicurandosi che fosse spento. Non rimase completamente al buio, perch c era una bella luna piena che illuminava la terra

del silenzio. Cominci a camminare e a ripetere l indirizzo di casa sua, come qualcosa di rassicurante. Ebbe la sensazione di essere il primo uomo su una terra straniera, quel luogo gli sembr anche un paesaggio lunare. Ogni tanto sentiva dei movimenti improvvisi, suoni e rumori indefinibili che si avvertono solo nel silenzio della notte . Cammin ancora e loscurit divent un vortice che rote intorno a lui velocissimo. Infondo a quella terra oscurata dalla notte fonda, sembr avvicinarsi sempre di pi un punto di luce leggerissimo. Si avvicinava e si allontanava allunisono, come un miraggio. Era intermittente simile alla luce di una lucciola. Il suo corpo era in perfetto equilibrio con i suoi passi e la mente era concentrata solo verso quella piccola luce. Quel foglietto lo accompagnava, era come una calamita che provocava un attrazione irresistibile. Si svegli improvvisamente. I suoi occhi appena aperti, si rifletterono in quelli metallici e poco espressivi di un animale: una specie di grossa lucertola, dalle fattezze preistoriche. Un caldo torrido lo avvolgeva, senza lasciare respirare il suo corpo avvolto dalla polvere e dalla terra. La sua bocca era impastata e arsa, la schiena dolorante ma tutto sommato aveva dormito tutta la notte. Il silenzio era totale. C'era una luce accecante compatta e uniforme,il muso dell animale

lasciava scorgere una fissit impenetrabile. Mark fece uno scatto improvviso e un grido risuon, il suo. Ebbe un fremito, una scossa dalla testa ai piedi sembr riportarlo prepotentemente alla vita. Il suo corpo somigliava ormai a quello dell animale. Impolverato e con la pelle mangiata dal sole, a tratti ustionata. Indietreggi realizzando che il grido proveniva proprio dalla sua voce. Si accorse un attimo dopo che l animale era davvero terrorizzato dalla sua presenza. Prov di nuovo un forte senso di sopravvivenza di natura istintiva, indietreggi ancora alzando ancora polvere, strisci indietro come un animale, poi sent un dolore acuto alla mano destra, guard la sua mano che sanguinava. Cera dietro di lui una piccola pianta spinosa, il sangue scorreva e piccole gocce cadevano a terra una dopo l' altra. Spost il suo sguardo dallanimale verso quel rivolo rosso rubino, quel colore lo riport ad un senso di vita doloroso ma prorompente. L animale gir lievemente la testa in un gesto meccanico, senza sfumature. Mark ebbe paura di essere attaccato e l animale pens la stessa cosa. Strisci ancora indietro, tenendosi la mano che sanguinava. L animale indietreggi, spar poco lontano addentrandosi in un cespuglio spinoso. Pens che avesse davvero una pelle molto dura e resistente, per trovare rifugio fra rami secchi e

spine. Si tolse la camicia e cerc di strapparne un lembo, poi la prese fra i denti e ne stacc disperatamente un pezzo. Cerc di arrotolarlo ben stretto attorno alla sua mano, per fermare il sangue, si alz in piedi provocando una pioggia di polvere e piccoli detriti a terra. Vide ad un passo da lui il foglietto, coperto di polvere giacere a terra. Si ricord del suo sogno. Sorrise sentendosi orgoglioso di averlo guidato, dominato, senza timore fino a casa sua. Poi aggiunse al sogno altri frammenti che si ricomposero in un ordine ben strutturato. L architettura l aveva sempre aiutato a ricostruire i suoi pensieri e l amore per l arte, a comprenderne l estetica in relazione al contenuto. Guardandosi intorno, le immagini ancora fresche del sogno, scorrevano parallelamente alla realt circostante. Erano due piani ben distinti: realt visiva e visibile e il ricordo: realt mentale immaginazione. Vide se stesso salire le scale di casa, quell emozione era ancora carica di energia, vivida come un ricordo fresco e immediato di qualcosa appena vissuto. Nel montaggio del suo sogno lucido, comparve un immagine scomposta in mille frammenti, si ricomposero fino a che pot individuare la figura di Isabelle. Port le mani al viso per ritrovare un po' di oscurit, protezione e concentrazione. Archeologo di se stesso si mise a scavare nella profondit della sua anima e poi s'incammin lungo quella strada cos

arida. Quel volto sognato lo conosceva gi, ma non riusciva a ricordare come e dove l aveva gi incontrato. Ebbe paura di aver perso la ragione . Decise di proseguire verso la citt pi vicina: Coahuila. Gli venne in mente quello che gli aveva raccontato il grosso contadino riguardo gli animali. Quelli vecchi o malandati venivano dalle zone circostanti per morire in quella terra. Questo pensiero gli provoc malinconia e infinita compassione. L aveva sostato anche lui, aveva percorso un sentiero costeggiato da precipizi immaginari ma altrettanto paurosi e terribilmente profondi. Tutti i sentimenti si erano rivelati senza piet, ma l nel silenzio aveva ritrovato a poco a poco tracce disperse della sua vita, le aveva ricomposte riviste dalla giusta distanza. L architettura si era scomposta in strutture libere e si stava ricomponendo una nuova rappresentazione, in un altro processo possibile e concepibile. Il suo percorso si ergeva creativo intorno a lui, come una grande opera informale. Propagava una sua armonia costante e contrastante, era una monade di fattura pi evoluta e complessa. La sospensione del tempo lasciava espandere lo spazio mentale nella dimensione del silenzio. Quel biglietto ritrovato dentro la tasca della giacca, lo aveva riportato al ricordo dei suoi genitori scomparsi, a un dolore mai affrontato,

risolto, rielaborato. Quel volto femminile cos familiare, divent la rappresentazione simbolica di una possibile inattendibilit, di un unico tempo razionale e costante. Da studente oltre a studiare, d estate durante i suoi viaggi andava con gli amici per musei. Rimase colpito da unopera di Magritte intitolata:La condizione umana . Era stato a lungo a meditare difronte a quell opera di una bellezza inquietante, incredibilmente provocatoria per il suo spirito. Quella sera di venti anni prima era stato bene con gli amici, quella giornata era iniziata all insegna della normalit, poi si era aggiunta una sensazione nella sua mente e nel suo cuore completamente nuova. Era un pomeriggio soleggiato di inizio estate. Era il tempo delle vacanze e a vent anni si fanno mille progetti. Con i suoi genitori aveva sempre avuto un rapporto positivo e affettuoso, ma poco approfondito. Questo pensiero gli era balenato in testa, solo dopo quel bagno in mare, un pensiero fuggevole come quelle piccole luci intraviste ad una velocit non quantificabile. Un silenzio improvviso e inquietante in quella casa, gli fece percepire la solitudine e il terrore di stare con se stesso. In casa non c' era nessuno, eppure la presenza dei suoi pensieri era pi forte che mai. Si precipit verso in

soggiorno per mettere un po' di musica, adorava la buona musica, gli addolciva qualsiasi pensiero contrario. Accese tutte le luci, quella casa era davvero accogliente, era curata in ogni dettaglio, ma anche molto semplice e calda. Ogni oggetto parlava di voce propria era legato ad una storia ad un viaggio, ad un evento. Lo stile della casa era vagamente etnico, con risonanze che riportavano agli anni 60 -70 vissuti dalla giovinezza dei suoi genitori. Guard una foto di loro insieme, in una piccola cornice di legno chiaro. Pens con stupore che anche loro erano stati giovani, una cosa incredibilmente scontata che prima di quel momento non aveva realizzato . Uno squillo del telefono lo fece sobbalzare, dato che si era appisolato sul tappeto. Si guard intorno ma non os rispondere, di nuovo uno squillo, gli fece abbassare la musica, un terzo squillo gli fece alzare la cornetta. Quella notte d estate di venti anni prima, dopo un temporale estivo che aveva rinfrescato l aria, gli amici se ne erano andati. Alz la cornetta . E lei Mark Woss?, mi dispiace c stato un incidente...si tratta dei suoi genitori, venga subito. La voce aveva un toco secco e deciso, gli indic con esattezza la strada e alcuni punti di riferimento per poterla trovare. Riattacc lentamente. Per un po' la sofferenza non

transit subito al cuore, non era ancora decollata neppure nella sua mente. Rimase attonito a guardare fuori. Il suo sguardo si spost leggermente verso quella foto vista un momento prima e realizz laccaduto, poi di nuovo guard il cielo notturno sfiorato per un secondo da piccole luci. Rimase immobile in silenzio. La seconda possibilit poteva attuarsi, parallela alla prima. Non doveva andare sprecata. L'effetto era corrispondente all' elemento aria ,la dualit: il maschile e il femminile. Mark continu a correre, non si era tolto dalla testa la certezza di voler sapere chi fosse colui o colei che aveva suonato alla porta, gli sembrava una vera e propria provocazione. Jacob gli aveva appena telefonato per avvisarlo che il volo era stato spostato alle cinque e che se avesse voluto sarebbe potuto partire con lui. La sua risposta fu negativa e aggiunse che l' avrebbe raggiunto in seguito al pi presto. Poi ebbe la sensazione di vivere una specie di de Ja vu, sent di avere due vite. Corse talmente tanto che scivol a terra, rimase l per un po' per riprendere fiato. Un passante gli gett una moneta. Pens davvero di aver toccato il fondo. Tutto sommato quella sensazione non le dispiacque affatto. Quella moneta lo fece ridere improvvisa mente, quasi da non riuscire a smettere. La prese e la guard, era bella rotonda scintillante e unica, avrebbe potuto prendere sicuramente qualcosa

di pi di un caff. In quel momento si sarebbe fatto di nuovo una birra. Gi ..la birrapens, improvvisamente la sua mente cominci a ricordare in immagini scomposte, si susseguirono dentro di s convulse, alla velocit della luce. Lampi intermittenti, ritmici e definiti in armonie scomposte. Riprese a pensare al suo percorso all indietro, ad una velocit tale da provocargli un senso di vertigine. Ricord il momento in cui si affacci dalla finestra e vide scomparire la figura dietro l angolo di casa sua. Poi l immagine sbiad, non era facile identificarne le sembianze in cos poco tempo, l' immagine doveva essere vista in tempi pi dilatati. Mark riport il pensiero verso la finestra. Si affacci e vide la sagoma di un figura che si allontanava girando l angolo di casa sua. Come in un ingrandimento fotografico la figura si evidenzi sempre di pi. Risalt un cappuccio appoggiato su le spalle. Mark senti un vuoto allo stomaco che oscur la sua mente.Teneva la moneta fra il pollice e l indice davanti l occhio sinistro, come una lente. L altro occhio intravide un'immagine per strada davanti a s che si avvicinava sempre di pi. Incontr di nuovo qualcosa di molto luminoso: gli occhi di Isabelle.

Si alz in piedi, aveva le pupille dilatate come un gufo nella notte. La moneta cadde a terra provocando un leggero tintinnio. Nel silenzio di casa sua, suon ripetutamente il cellulare. Lo aveva lasciato inavvertitamente su un mobile, nessuno rispose. Era Jacob che voleva salutarlo. Mark era per strada a guardare Isabelle come un'apparizione; mai aveva provato un' emozione cos forte. Non si tratt di un colpo di fulmine ma di una fulminante consapevolezza. Osservando Isabelle non disse nulla. Dopo poco disse Ti stavo cercando. Scoppi improvvisamente a piangere, non l aveva fatto neppure alla notizia della scomparsa dei suoi genitori. Si avvicin a lei, si abbracciarono senza un motivo apparente. Camminarono a lungo nella notte ancora profonda, senza dire una parola. Il tempo aveva preso un aspetto lentissimo e pacifico. Riuscivano ad intendersi nel silenzio in una situazione di empatia molto particolare, tanto da prendersi la mano e continuare a camminare senza una meta. Stava ormai albeggiando e tutto sembrava riprendere vita. Raggiunsero un parco poco lontano dalla citt. L autunno era appena cominciato e la bellezza di tutti quei colori rasserenava e frenava ogni dubbio e la frenesia delle parole. Rimasero per un po' ad osservare la natura.

Adesso ricordo qualcosa... disse Isabelle, lui la guard con timore, immerso in una dimensione ovattata, non avvert pi nessuna stanchezza, tanto era sfinito . Quella sera sono stata io a suonare il campanello di casa tuadisse molto lentamente. Di quale sera parli...di ieri sera vuoi dire ?come sapevi il mio indirizzo? chiese lui ansioso, cercando ancora uno spiraglio di certezza nella realt apparente. Non parlo proprio soltanto di ieri sera , aggiunse confusa, portando le mani al viso. Mi riferisco a vent' anni fa, quando successo l' incidenteaggiunse con un filo di voce. Mark si avvicin a lei guardandola, come se avesse voluto scrutare dentro i suoi occhi e oltre, prima di impazzire. Non so come spiegartelodisse lei, guardandolo con un' intensit ipnotica. Mentre parlava, scivolavano le sue lacrime, attraversavano veloci in rivoli sottili, il suo viso. Qualcosa di simile, quando piove, all' acqua su i vetri. Piangeva senza singhiozzi, esprimeva un dolore muto, indipendente dal suo modo di guardare presente e assente nello stesso tempo. Mark pens in quel momento di essere ubriaco. Credette, per una frazione di secondo, di trovarsi a dover risolvere un enigma nella forma e nella sostanza a dir poco surreale. Poi pens, rassicuradosi, alla possibilit di una grande beffa. Questa ultima ipotesi, lo proteggeva da

una situazione troppo forte da contenere, che in cambio toglieva senso alla sua vita. Quando eravamo nel locale e ti sei ferito, ho ricordato quasi tutto, per questo sono scappata disse Isabelle, passando la mano sul viso. Ho ripensato a quello che era avvenuto prima del nostro incontro. Non so perch li ho cercati disse Isabelle, facendogli intuire che stava parlando dei suoi genitori, si sentiva dispersa e confusa esattamente come lui, il mio passato offuscato; non esiste. Probabilmente sono vittima di un' amnesia, aggiunse cercando un appiglio con la realt. Fece alcuni passi avanti e cominci a raccontare, guardandolo fisso negli occhi. Ricordo solo che ero seduta nella poltrona di vimini, quella grande nel salotto di casa tua al mare. Mi guardavo intorno, anche in quel momento cercavo di capire il motivo per cui mi trovassi l. Poi ho provato una sensazione rassicurante che mi ha incoraggiata, senza comunque dare una risposta alle mie domande. Ero stanca come dopo un lungo viaggio. Quando ho visto i tuoi genitori entrare, mi sono voltata provando una forte emozione e un po' di imbarazzo. Non sapevo cosa dire, cos mi sono messa a guardare soffitto. Si sono avvicinati delicatamente, tuo padre era cos gentile..mi ha

ringraziato, non so neppure perch...Siamo rimasti in silenzio per un po'. Abbiamo provato un' empatia immediata, ogni timore da parte mia si dissolto. Io ho percepito una sensazione di affetto immediato come se li avessi riconosciuti, ma non riuscivo a collegarli ad un momento di vita vissuto insieme. Mi sono alzata in piedi e senza paura ho confessato il mio stato. Ero come sotto choc, un po' come ora, adesso per sto cominciando a capire, almeno credo...Volevano portarmi da un medico, ma poi tua madre stata molto amorevole mi ha consolata e tranquillizzata. Insomma ci siamo messi a parlare, non ricordo bene di cosa..abbiamo fatto molto tardi. Ho provato affetto per loro, almeno questo che ricordo, Mark fece qualche passo indietro, mise la testa fra le mani come per proteggersi. Ti rendi conto che stai parlando di venti anni fa ?....come possibile! saresti pi vecchia, adesso avresti la mia et, invece sei ancora giovane. Lo so, ma questi sono i miei ricordi. Rispose seccata con insofferenza, abbottonandosi tutto l' impermeanile, per un brivido di freddo che le aveva percorso tutto il corpo. Fece il gesto di andarsene. Mark la trattenne per un braccio aumentando la presa. Ti prego, non sparire ancoraaggiunse con uno sguardo di sincera supplica.Quella sera come se fossi rinataprosegu calmandosi ho riempito in poco tempo il vuoto che ho provato

cos forte dentro di me. Avevo trovato un luogo di appartenenza, la possibilit di avere dei ricordi, c'era un' essenza e un livello di emozione, dentro di me, tale da farmi capire che ero tornata a casa. Mi hanno parlato di te, ero curiosa di conoscerti. Era tardi, ho scritto il tuo indirizzo e ho preso la mia macchina. Loro mi hanno preceduta, sarebbe stata la giusta occasione per vederti. Ecco perch si sono trattenuti cos a lungo, erano rimasti con te, disse Mark, mentre stava cadendo una foglia a terra, lievemente. Dal momento in cui li ho incontrati, ho la sensazione di aver cominciato a vivere, disse Isabelle guardandosi intorno con un ammirazione particolare per la natura circostante. Mark avvertiva nei suoi occhi: stupore, dispersione e meraviglia, una gioia sottile velata di solitudine e mistero. La questione pi ingarbugliata, era quella di poter mettere su un piano razionale, la storia raccontata da lei. Si sent costretto a utilizzare nuove strategie, la razionalit non era certo corrispondente a quella situazione che determinava un ragionamento, una ricostruzione. Avrebbe dovuto superare una barriera. Questa era l' unica soluzione che focalizz dopo una lunga pausa meditativa. Doveva strutturare la situazione, poteva utilizzare la sua esperienza di lunghi anni di

progettazione. Pens di portare il piano razionale al confine del tempo e osservare l' evento in una prospettiva rovesciata. Dopo sarebbe potuto entrare delicatamente, quasi in punta di piedi nella dimensione sconosciuta. Era l' unita metafisica soluzione possibile.Trov bizzaro dover progettare qualcosa di razionale, per poter comprendere l' irrazionale. In seguito, la vera intuizione, fu quella di capire che avrebbe dovuto aggiungere creativit, improvvisazione, immaginazione. Doveva riordinare tutte le cose messe da parte dal suo inconscio, che reclamavano di essere considerate e liberate. La soluzione era collocata alle radici, prendendo ad esempio ci che amava di pi: gli alberi. Pens che sarebbe emersa a poco a poco, fino al punto di rivelarsi come un ramo dal tronco, per raggiungere la complessit composta da foglie diversificate per forma e colore. Una funzione pi legata pi al sentire che vedere. Da quando aveva cominciato a scrivere, aveva rimesso in gioco questi aspetti. Quel mondo parallelo che aveva intuito, gli aveva aperto una strada completamente nuova: quella delle Possibilit. Isabelle aveva un volto di una di bellezza davvero diversa, lui provava piacere a guardarla mentre parlava, sentiva lo stesso stupore, curiosit e inquietudine che si percepisce al cospetto del nuovo. Il senso di femminilit sembrava sfuggirgli ad ogni

sguardo, era poco definibile, tanto che in dei momenti gli sembrava un ragazzo. I suoi lineamenti gli ricordavano o meglio evocavano, nella sua immaginazione, la figura di un attore all' epoca di Shakespeare. Un ragazzo che doveva interpretare la parte di una fanciulla misteriosa, desiderosa di comprendere la vita e l' amore. Quest' ambiguit la rendeva completa e affascinante . Quando presi fra le mani quella fotografia erano gi le tre cos Mark raccont pi tranquillo. Realizzai che ero completamente solo e sopratutto che dovevo farmi forza e uscire per andare ad identificarli. Essere solo con me stesso, mi fece leffetto di essere in bilico su un precipizio. Cercai di dominare i miei pensieri, se avessi realizzato subito ci che era accaduto, non sarei riuscito neppure ad alzarmi per aprire la porta e uscire. Il silenzio occupava tutto lo spazio che mi circondava, dovevo solo agire e fare quello che dovevo fare. Quella voce al telefono era stata come una lama che affonda piano, non mi aveva lasciato neanche un filo di speranza. Chiusi gli occhi e portai al cuore quella foto, poi la riposi sul mobile facendola cadere a terra. Presi la macchina e andai nella direzione che sapevo, facendo finta con me stesso che stavo accompagnando qualcun'altro. Non avevo mai affrontato il problema della morte. Come succede a tutti mi sembrava una questione

riservata agli altri, non a me. Pensai che fosse la cosa pi ingiusta di questa vita. Non avevo mai osato andare infondo alle domande che inevitabilmente mi ero posto nel corso del tempo. Quello che mi stava succedendo non era cos eccezionale, la normalit prevedeva l' accettazione di un cambiamento imprevisto e crudele. Mentre guidavo, tante altre persone si dirigevano in mille altre strade diverse. Ho percepito un senso di indifferenza, molto pi forte del dolore che provavo. Avevo passato con loro vent anni e in un attimo tutto era cambiato, senza nessun avviso, cos senza motivo. Cercai istintivamente qualcosa o qualcuno con cui prendermela ma trovai solo me stesso. Mi accorsi di non aver messo in atto niente, di ci che aveva imparato. Anche gli studi fatti mi sembrarono improvvisamente senza senso. L' interesse per l' architettura che in maniera singolare aveva preso origine dalla passione per gli alberi, mi sembr improvvisamente qualcosa di effimero e di poco approfondito. Pensai che ogni desiderio, ogni concetto ogni pensiero avrebbero dovuto trasformarsi in azione per avere un senso. Provai un senso di disprezzo per la mia vita o meglio mi sono sentito in debito con essa. Cos mi sono messo in cammino. In quel momento ho immaginato di avere lo zaino in spalla, pronto ad intraprendere un viaggio. Rimasi sconvolto da quell' idea

perch quel viaggio, presentava simbolicamente lo sforzo di affrontare e di rielaborare ci che mi era successo. Dimenticai tutto e dopo ho continuato a vivere cercando solo di sopravvivere e in seguito di stare bene. Mi sembr l unico omaggio possibile da fare a coloro che mi avevano messo al mondo. Anche il tempo aveva preso un aspetto grottesco. Ero cos scosso che in quel momento, prese il sopravvento la sensazione di essere in un altra dimensione. Arrivato a destinazione, scendere da quella macchina stata l azione pi difficile che abbia mai affrontato. Sono venuta a cercarti ricord Isabelle incamminandosi lungo il viale coperto interamente di foglie ocra-bord. Quella sera pioveva molto, la pioggia offuscava tutto intorno a noi, poco distante stava guidando tuo padre, io non vedevo l ora di conoscerti. Mark camminava nervosamente, lascoltava con attenzione, senza trascurare il bench minimo particolare. Ogni sfumatura del suo sguardo, ogni dettaglio gli sembrava significativo per sbrogliare il nodo che si era formato e nella sua mente. Isabelle cammin in silenzio dieci passi pi avanti di Mark e si volt appena. Ascoltavo il rumore ritmico dei tergicristalli che toglievano tutta l'acqua che scendeva a pi non posso. Mi sembrava non vedere pi niente intorno. Sapevo di averli poco distanti da me, era una

sensazione piacevole...La macchina ondeggiava tranquillamente sembrava proprio di essere in mezzo al mare. Dopo la parola mare, il suo sguard si adombr inspiegabilmente. Poi ho visto poco lontano un forte bagliore e ho sentito un gran botto e tutto si oscurato. Poco dopo ho sentito il boato assordante della ambulanza, ho capito che era successo qualcosa di grave. Quella notte ho vissuto la mia prima gioia e il mio primo dolore. Ma poi cosa successo?chiese Mark come se vedesse quella situazione nel presente. Non ho avuto il coraggio di chiedere, di raggiungerli, ho pensato a te. Mark la prese di nuovo per mano, condividendo concretamente un tempo che apparteneva a tutti e due . Mi sono messa a correre sotto la pioggia, ho vagato provando un dolore fisico corrispondente perfettamente al mio stato psicologico, non comprendendo pienamente la natura di tanto dolore. Ho preso il foglietto che avevo in tasca dove c era scritto l' indirizzo di casa tua, mi riparai sotto una tettoia per leggerlo. Continuai a camminare chiedendo disperatamente a chiunque, la direzione da prendere. Ero esausta, ho rallentato la mia corsa, fino ad arrivare a destinazione. Il mio cuore batteva forte, tirai su il mio cappuccio e mi soffermai davanti al tuo portone. Feci scorrere il mio sguardo cercando il nome giusto. La mia mano tremava facendo

resistenza, poi ho suonato, ho alzato la testa e ho visto la finestra illuminata. Ho provato un senso di panico che sembrava insuperabile, ho suonato di nuovo ma niente, ha preso il sopravvento la mia paura e sono scappata via. Si avviarono senza parlare attraverso il parco, stava albeggiando, l' atmosfera era rasserenante. Anche se Mark aveva fatto un tuffo nel passato, gli sembr inevitabilmente presente. Aveva compreso, in quel momento, la relativit del tempo. Oggi ho conosciuto molto meglio i miei genitori disse Mark sicuro di s. E'come se fossero stati con noi, mentre eravamo li a parlare, aggiunse con tranquillit. Un leggero sorriso di Isabelle, accompagn quella frase. Aveva realizzato che levento tragico di vent anni prima, si era riproposto in una luce completamente diversa, attraverso il racconto di Isabelle. Si rese conto di avere incontrato la donna che aveva sempre desiderato, era come se avesse preso forma dalla sua immaginazione e corrispondeva al suo desiderio di capire e di creare. Rimase sbalordito, trovandosi difronte alla realizzazione di un desiderio. Aveva riaperto una ferita rimarginata solo esteriormente, un dolore non rielaborato. Era avvenuto un evento eccezionale, qualcosa che risultava nei canoni dell impossibile ma ancora pi eccezionale era il risveglio della sua identit, il desiderio di creare e di riemergere dal buio.

Quello che gli faceva pi paura era capire dove l avrebbe portato. Isabelle sal le scale di casa molto lentamente con discrezione e reverenza, davanti alla porta era cos tesa come difronte alla soglia di un luogo sacro. Entr e si guard intorno, si tolse il trench con delicatezza e continu a guardare ogni cosa senza dire una parola. Scorreva il suo sguardo in ogni piccolo dettaglio con una voracit sottile e impenetrabile. Sembrava amare gli oggetti che vedeva, erano novit affascinanti. Alcuni li sfiorava con attenzione, sembrava che dal tatto potesse carpirne il significato, il linguaggio e la funzione. Mark osservava quell insolito modo di guardare le cose, perch aveva l atteggiamento di un bambino che vede tutto per la prima volta. Ebbe la sensazione di qualcosa che si stava compiendo, non credeva nel destino, credeva nel Karma. La sera pass tranquilla e armonica, ogni sofferenza, la fretta, la paura, erano scomparsi. Erano stati sostituiti dal desiderio di conoscere, di scoprire e di riscoprire ci che sembrava gi conosciuto. Si stesero sopra i cuscini, si addormentarono, lasciandosi andare ai sogni. Un raggio di luce lo svegli di prima mattina. Mark si guard intorno, per un momento ebbe quella sensazione che lascia per una frazione di secondo disorientati: non sapeva dove fosse. Poi immediatamente realizz di essere a casa

sua, accanto a s c era lei che dormiva ancora, il suo viso era disteso senza alcuna tensione. Ebbe la sensazione di essere libero, si stir a lungo e poi cerc di alzarsi, fece tutto lentamente per non svegliarla, prese una coperta leggera e la pose su le sue gambe. And verso camera sua apr l armadio e si guard allo specchio, era in una condizione tale che si mise a ridere cos tanto da finire per terra. Cerc di ricomporre tutto quello che aveva vissuto. Gli sembr un puzzle davvero molto complicato, cos lasci perdere. I suoi capelli avevano una forma indefinita, il suo vestito era quasi sbiadiato da tutta la pioggia che aveva preso. Non si era neppure tolto le scarpe per andare a dormire e questo le era sembrato molto divertente. Poi guard in basso c era un po' di polvere sparsa ovunque, si tolse le scarpe e caddero dei piccoli sassolini, si abbass fino a terra e li prese in mano, le sembrarono alquanto strani. Ne prese uno in mano e lo guard attentamente, era piccolo e luminoso, di fattura particolare. Lo pos su un tavolino della camera poi and a prendere una scopa per ripulire. Guardandosi attorno pens che quella stanza era un vero disastro e che aveva camminato parecchio. Si sent alleggerito di un peso, tanto da spazzare canterellando la sua canzone preferita, il sole entr ancora in maniera insistente dalla finestra, il movimento fatto con la scopa divent una danza. Si senti

cos ridicolo da essere felice, dalla porta aperta che dava sul soggiorno poteva vedere lei che dormiva ancora. Si chiese chi fosse veramente quella creatura, di seguito cosa stava accadendo nella sua vita. Questo ribaltamento degli eventi, la partenza annullata, l incontro con Isabelle, il suo racconto surreale e fuori del tempo, erano segni che determinavano un cambiamento liberato da ogni pregiudizio. Poi c' era il suo libro in attesa di un seguito, aperto, come gli occhi al risveglio. Una luce improvvisa entr dalla finestra in maniera cos forte, da precipitarsi a tirare la tenda. Cos velocemente che inciamp sul tappeto e cadde, si riprese con le mani, cos evit di battere la faccia terra. Pens nell immediato che se avesse battuto la testa, forse avrebbe compreso prima quello che gli stava accadendo. Si accorse improvvisamente che Isabelle non c era pi. Dove sei?!grid,non sparire ancora!, disse non sentendo neanche un piccolo rumore che riconfermasse la sua presenza. Era gi certo di essere stato di nuovo abbandonato, credeva che si fosse riproposto lo schema costante nella sua vita. Calmadisse lei venendogli incontro ero in bagno a guardarmi allo specchio, bello esistere! sorrise richiudendo piano la porta. Erano gi le 12, si erano addormentati verso le sette del mattino, anche se avevano dormito

solo cinque ore si sentivano riposati come dopo un lungo riposo. Se al momento di prender sonno siamo sereni o un po' soddisfatti della giornata, il corpo si lascia andare senza ostacoli. Sai, io sto pensando alla nascita e alla morte, a volte mi sembrano la stessa cosa, il confine cos sottile... aggiunse dopo un po' addentando una mela. Il mio passato come sospeso nel vuoto. I ricordi mi sembrano come delle sovrapposizioni di altri ricordi, non c' nessuna consequenzialit, un ordine rassicurante. La prima sensazione d' amore avvenuta incontrando i tuoi genitori. E' stata un' emozione cos forte da superare qualsiasi concetto, la prima e la sola che ricordo Mark apr tutte le finestre per far circolare l aria e far entrare almeno in parte tutta quella bella luce trasparente, il giorno prima aveva piovuto cos tanto pens fra s. And in cucina e appoggi nel tavolino del soggiorno il caff caldo e alcuni biscotti al cioccolato, rimasti sul fondo di una scatola di latta un' po retr. Avvert un suono, ne proseguirono altri incessanti e delicati, si sent libero da ogni vincolo, libero di spaziare a pieno ritmo senza paura. Non disse niente a Isabelle, si sedette di nuovo per terra sul tappeto e lei poco distante. Prese la tazza di caff americano fra le mani e sorseggi lentamente, continuando ad ascoltarla. Era per lui come scivolare in un

piano infinito senza pi paura, il risultato positivo di tutte quelle sensazioni forti vissute il giorno prima.Ma quale giorno prima? si domand di nuovo. Al cospetto di quella domanda il primo punto si stabil su quel piano. Un punto di connessione che defin il vertice di un triangolo immaginario. Continu ad osservare Isabelle mentre allungava la mano delicata verso un biscotto, lo guardava come qualcosa di veramente speciale. Quale giorno prima? ripet di nuovo a voce bassa. Adesso ci possiamo aiutaredisse lei prendendo un altro biscotto, affascinata dal sapore del cioccolato. Hai dellacqua ?. Mark and in cucina a prendere l unica bottiglia che era rimasta, allung una mano per prendere due bicchieri e il suo sguardo and verso terra: vide altri sassolini grigiastri. Erano particolarmente brillanti, il materiale era flessibile e si sbriciolava fra le mani, si chin per prenderli in mano e osservarli di nuovo poi se li mise in tasca. Torn verso il soggiorno, vers l acqua nel bicchiere, si accorse che andava molto lentamente. Formava un movimento cos fluido e rallentato, da poterne ammirare tutte le sfumature azzurro-verde. Pi prendeva la distanza dal bicchiere e pi si accorgeva della perfezione di quellelemento che andava ad un ritmo insolito. Come un immagine al rallentatore fluttuava verso il fondo del bicchiere, per poi prendere in modo bizzarro il

suo viaggio verso l alto. Si librava con un livello di armonia corrispondente ai suoni lontani, che si snodavano delicati, ognuno si univa all altro formando un' unit molecolare interessante. Avvicinarono tutti e due il viso al vetro del bicchiere che appariva cristallino. Si guardarono attraverso quella trasparenza, il loro cuore batteva il ritmo di un tempo che sembrava allontanarsi sempre di pi. Quel movimento cos fluido e uniforme, evocava la compattezza e lo scorrere lento di un fiume. Trascinava i pensieri in un continuo divenire che vivevano di luce propria, come gocce d acqua, poi sparivano trascinati dalla corrente e si ricomponevano. Mark prov la sensazione sempre pi costante, di continuare a varcare il confine di ci che viene definita realt. Improvvisamente ogni fenomeno poteva essere concepibile. Tutto era incredibilmente naturale, anche se ancora lo stupore transitava nella profondit della coscienza. Alcune immagini come riflessi di cose intuibili si formarono nel fluire dell'acqua. Si specchiavano scomponendosi, poi si univano di nuovo in armonia costante. Trasmettevano un senso di leggerezza indescrivibile, ondeggiavano senza sosta. Erano come immagini fotografiche un po' sbiadite, era possibile scorgere qualche dettaglio interessante.

Ogni oggetto ogni azione riflessa, sembrava acquisire un significato libero da ogni pregiudizio. Alcune immagini si ripetevano come avviene durante la lavorazione di un film, quando si prova e si riprova la stessa scena, per realizzare quella definitiva. Lo stupore era sostituito dalla creativit e dalla libert del concepirla. Piano piano l acqua riprese il suo viaggio nel tempo e ritorn dentro se stessa.Tutto sembr ai loro occhi, pi chiaro e accettabile. Come appena risvegliati da un' ipnosi gradevole, si riempirono il bicchiere a vicenda e sorridendo sorseggiarono quell' acqua con gusto. L accettazione di quell'evento, non cancellava la certezza del divenire, che si fa regola e processo alchemico di trasformazione nella realt. Si guardarono a lungo senza parlare, poi lei si alz da terra. Prese le poche cose dal tavolo e le riport in cucina normalmente. Le cose vengono prima dello spazio, o meglio lo spazio nasce in relazione alle cose. Cos diceva Leibniz, esord Mark sottovoce, dopo quel piccolo viaggio all' interno della materia e dello spirito. Non aggiunse altro, ripet solamente quello che gli sugger il Maestro, che aveva risvegliato in lui la curiosit di capire, di rivedere la sua vita. Mark si avvicin a lei Quella sera tu sei passata da medisse facendo una lunga pausa di silenzio la stessa

sera si riproposta ieri, poi ci siamo incontrati sotto la pioggia...Questo evento ha riportato il passato nel presente Il tono della sua voce cercava forza e sicurezza, doveva concepire definitivamente l' impossibile. I due tempi si sono collegati e quindi ne formeranno un terzo. Ora vedo tutto pi chiaro, dal momento in cui ho fatto quel bagno in mare, una lunga storiale disse Mark, con un tono pacato. Quel giorno pass velocemente, quasi come una vacanza, facendo lunghe camminate per mano. Ho fatto un sogno stanotte disse Mark il giorno dopo, con una voce squillante, guardando gli occhi profondi di Isabelle si..adesso ricordo, un sogno davvero vivido: ho sognato il mio viaggio in Messico. Vedi ci volevi proprio andare! disse Isabelle sbadigliando un po'. Per colpa mia non sei partito e mi dispiace e mi fa piacere... aggiunse con ironia. Vieni usciamo, mangiamo qualcosa fuori e andiamo a passeggiare, Isabelle illumin il suo sguardo infantile. Raccolse le sue cose e guardandosi di nuovo allo specchio del bagno si accomod i capelli. Fece un leggero sorriso un po' compiaciuto della sua bellezza, andiamo disse a Mark contraccambiando il suo sorriso. La felicit prese il sopravvento, avevano tutti e due la forte sensazione di essere tornati a casa e oltre. Scesero velocemente per le scale e

uscirono fuori dal portone respirando l aria frizzantina di quella giornata appena iniziata. Del resto lui non aveva pi orari, era in vacanza e sarebbe dovuto essere in Messico con il suo amico Jacob e lei sapeva di essere solo nella dimensione del presente. Camminarono per la grande metropoli, lui le fece da guida, lei si guardava intorno con stupore e meraviglia. La luce sembrava abbagliare i suoi occhi chiari, camminare le piaceva molto, lo faceva in maniera flessuosa e molto velocemente. La pesantezza provata la prima sera, si era stemperata a poco a poco, proprio come un colore diluito con acqua e reso fluido prima di dipingere il mondo. Entrarono dentro un vecchio bar, molto simile a un bistr parigino. Si sedettero in un tavolino di legno scuro, ordinarono del vino e qualcos' altro. Stanotte ho dormito bene, perch con te non mi sono sentito pi solo disse Mark soddisfatto. Ero in Messico, non ricordo in una terra solitaria e arida, per la verit mi faceva un po' pauraho sognato la terra del silenzio...cos la chiamavo aggiunse con sicurezza, dopo aver ricomposto le immagini del sogno. Davvero lontano da qui disse lei sorridendo. Era tutto cos strano ma incredibilmente realecontinu Mark, so soltanto che poi ho guidato io il sogno. Mi ero addormentato senza pi nessun timore, nel cuore della notte poi mi sono svegliato. Ho

fatto un sogno nel sogno, mi sembra di ricordare che ...ho trovato il tuo biglietto, quello con l indirizzo di casa mia. Forse qui la chiave di tutto. Non credo e spero di non soffrire di una forma di schizzofrenia ma comincio a pensare di esserci stato davvero in Messico, o peggio ancora...aggiunse timoroso magari ci sono in questo preciso momento e il sogno mi ha collegato a questa realt parallela. E' ridicolo e paradossale lo so, ma quello che avvenuto a noi non mi sembra certo nei canoni della normalit. Forse un giorno potremo dare una spiegazione a tutto questo. Nel seguito del sogno dopo che ho letto il biglietto, ho cominciato a camminare e ho fatto cos tanta strada, da arrivare diritto fino a casa!disse con un tono ironico ridendo di s. Mark, disse improvvisamente Isabelle, come risvegliata da un sogno, noi dovevamo incontrarci, dobbiamo ricostruire le nostre vite. Quel paradosso di cui hai parlato possibile, stai parlando di una situazione parallela, quale delle due sia la principale, non lo sappiamo.. Cosa vuoi dire?, chiese Mark un po' affranto. Voglio dire che una delle due il punto di partenza. Solo in una delle due ne sei consapevole: in questa. Rimasero in silenzio, guardandosi le mani, poi si avvvicinarono a poco a poco intrecciandole. L' unione dei palmi delle mani, cre una forte energia, qualcosa che completava un quadro molto complesso,

assolutamente mentale. Quell' empatia divent attrazione, cominci a farsi strada. Presero atto di essere uno complemento dell' altro, fino a quel momento un altro tipo di fascinazione li aveva fatti ritrovare. Qualcosa di pi complesso di un semplice innamoramento. Sono qui per te aggiunse Isabelle piena di una nuova consapevolezza, 'E dal momento che ho cominciato a scrivere il mio libro che tutto cominciato, disse lui, guardandola negli occhi. Isabelle contraccambi il suo sguardo in silenzio.Allora forse proprio da l che dobbiamo cercare disse lei dopo un po',hai permesso alla tua creativit di entrare in sintonia con il tuo inconscio, con l' universo intero, ti sei concesso l'opportunit di capire. Quando ho cominciato a scrivere, mi sono sentito trascinato da una necessit. L' insoddisfazione di me stesso era arrivata al limite. E' incredibile, mi si aperto un mondo quando ho riaperto un vecchio libro di Leibniz, il grande filosofo del seicento. E' un gioco di parole ma cos ! Ho ripensato al concetto di monade da lui espresso. Il suo pensiero mi ha sempre incuriosito fin dai tempi del liceo. Quella sera sono riaffiorati ricordi frammentari, problemi irrisolti. Il mio viso riflesso per met su un bicchiere di techila, mi ha fatto pensare ad una parte mancante di me stesso e a l' esigenza di recuperarla. Si alzarono, lasciarono degli spiccioli e s' incamminarono tranquilli.

Dopo i passi sbrogliarono i pensieri, dando spazio alla riflessione e all' accettazione di una realt parallela. Rileggi le pagine...disse improvvisamente Isabelle, quelle che hai scritto per il tuo libro, fissa dei punti. Fatti aiutare dalla tua creativit, le possibilit cercale dentro di te, del resto cos che hai cominciato. Nell estate del 1987, Mark dopo aver superato il primo periodo pi duro a seguito della morte dei suoi genitori, cominci ad adattarsi a continuare a vivere in quella casa. La sera era difficile addormentarsi, perch i pensieri si affollavano nella sua mente senza lasciare tregua. Il buio amplificava la sofferenza, lui faceva resistenza cercando solo di dimenticare. Gli amici stavano sempre con lui fino a tarda notte, ascoltavano musica, fumavano, alcuni finivano di studiare. Era diventato un punto di ritrovo dove tutti potevano uscire ed entrare liberamente. Quest aspetto lo aveva fatto rinascere ma quando tutti se ne andavano rimaneva lui da solo con le sue domande, ombre sospese nel soffitto di camera sua. Aveva avuto delle storie d amore, le ragazze in fin dei conti lo consideravano solo un caro amico da consolare, perch lasciava trapelare un atteggiamento pi amichevole che passionale. Jacob lo esortava a cambiare casa, a chiudere un capitolo ma lui trovava sempre una scusa. Lui amava quella casa, ogni angolo

rappresentava un momento di vita gi vissuta e sopratutto l' incognita di ci che avrebbe voluto ancora vivere. Decise di andare con gli amici a fare un viaggio in Olanda e di proseguire in Belgio. Erano gi in sei, poi si aggiunse il settimo pochi giorni prima di partire. La permanenza ad Amsterdam fu entusiasmante, ripens ai racconti dei suoi genitori. L Olanda era una meta molto di moda negli anni sessanta, anche se allora la parola moda non piaceva affatto. Bruxelles gli sembr meno interessante, dopo il primo giorno cercarono subito il museo Magritte. La cosa singolare che quel museo era stata l'abitazione dell' artista, la casa dove aveva vissuto ventiquattro anni con sua moglie. Niente di meglio, pens, che esporre le opere di un artista all' interno del luogo dove forse in parte erano state concepite, dove aveva vissuto. Anche per questo si sent comprensibilmente in sintonia. Si sofferm a lungo difronte all' opera la Condizione Umana. L' immagine rappresentava una grande finestra aperta su una natura serena, da cui non era possibile individuare l' aspetto temporale. I colori delicati, brillanti e ben definiti lasciavano ampio spazio per riflettere. Osservandola con precisione, colp la sua attenzione lo stile dell' artista che tendeva ad essere descrittivo e particolarmente dettagliato. Difronte alla finestra un quadro posto sopra ad

un cavalletto, rappresentava la parte perfettamente coincidente di quella realt, nascosta dal quadro stesso. Una sovrapposizione provocatoria e inquietante. Rimase coinvolto, colpito da quella rappresentazione che sembrava descrivere se stesso e tutte le sue domande. La bellezza per lui, consisteva in quella tecnica raffinata, che definiva ogni singola cosa, complessa e in sintonia con il resto della composizione. Percepiva una visione estetica, legata ad una dimensione di realt presistente, nella parte pi profonda del suo inconscio. Poteva apparire anch' essa illusoria ma anche rasserenante, perch corrispondente ai canoni di un' apparente verit, pi accettabile e creativa . L'immagine emanava una discrezione e una delicatezza cos definita e provocatoria, da farlo sentire parte dell' opera stessa. Quel senso di empatia diventava inquietante, nel momento stesso in cui ne percepiva l' aspetto sfuggente e illusorio. Deviava il suo sguardo interiore verso un modo di vedere dalle varianti consapevoli ed esteticamente composite. La rappresentazione mostrava una parte della realt perfettamente riprodotta, parallela all' enigma stesso che gli suscitava: L' arte poteva riprodurre la realt? Era pi illusoria la sua rappresentazione o la realt stessa? o lo erano entrambe?Le due rappresentazioni erano identiche, una era sovrapposta all' altra, vivevano di vita propria e

non si sarebbero mai incontrate. Due dimensioni parallele. Rimaneva, in conclusione nell' osservarla, un piacere e un disagio che lo spingeva a rimanere fermo per non cadere o ad andare oltre. Scelse in quel momento, di rimanere fermo e guardare ancora. Osservandola, ogni tanto si distanziava per creare pi spazio e ordine nella sua mente. L' ultimo pensiero fu quello di concepire l' esperienza del mondo, come completamente soggettiva. Mark andiamo un ora che sei li davanti, s' fatto tardi sta per chiudere il museo disse Jacob, appoggiando la sua mano su la spalla. Si certo andiamogli rispose, lanciando, come un saluto, un ultimo sguardo a l'opera, nella sua complessit. Ti ricordi al liceo quando abbiamo studiato il filosofo tedesco...Liebniz?, descriveva l' universo come un sistema specchiante in singole monadi, ognuna con il suo punto di vista, disse Mark. Non mi ricordo molto di quello che abbiamo studiato al liceo e poi non capisco il collegamento dell' opera con l' universo...Forse l' arte solo un 'imitazione della realt, oppure solo realt soggettiva,vedi dipende dai punti di vista!vieni andiamo a fare qualcosa di pi leggero..per esempio mangiareaggiunse Mark sorridendo.

La terra del silenzio..ne ho sentito parlare, esiste veramente, chiamata zona del silenziodisse Isabelle. Si raccontano tante belle e brutte storie su quel luogo, anche sciocchezze e cose poco considerate. Nel sogno mi ricordo, che non potevo comunicare con nessuno, questo mi ha fatto pensare e riflettere su la mia misera condizione. C era davvero un silenzio incredibile che si protratto fino all' immagine della porta di casa mia. Sono salito, come un flash improvviso ho visto per un attimo mio padre e mia madre ma poi subito sparito tutto e mi sono svegliato .Cosa mi sta succedendo?, disse Mark, preso da un nuovo momento di sconforto. Dopo aver raccontato quel sogno cos vivido, si era aperto un varco nella profondit del suo inconscio, si era creata la consapevolezza di aver superato definitivamente una soglia. Era arrivato aldil di quel ponte che lo portava dal possibile alla realizzazione di un' ipotesi. Vieni andiamo a casa insist Isabelle dobbiamo rileggere quelle pagine, da l possiamo capire, devi continuare a scrivere, la soluzione arriver. Si avviarono verso casa in silenzio, camminando, la sensazione era ancora troppo forte da poter essere pienamente accettata. La presenza di Isabelle, era stata come un' apparizione, la fine della solitudine. Sentiva di aver ricomposto parte della sua famiglia che aveva perso in cos giovane et.

La notte appena passata era stata la pi tranquilla degli ultimi sei mesi, tanto da mettere in secondo piano la certezza di essere con un piede fuori dalla realt. Isabelle vide nella sua mente, l' immagine di lui camminare in quella terra arida, come un ricordo ancestrale riaffiorato da lontananze inimmaginabili. Questa visione, provocava in lei la sensazione di planare dall' alto vorticosamente verso terra, era come passare dal buio ad una luce accecante. Si sentiva guidata da un' attrazione irresistibile, qualcosa di simile alla forza di una calamita. Come nel montaggio di un film, le immagini mentali scomposte, ritrovarono un ordine. Intuitivamente e con l' ausilio dell' immaginazione, compose l' immagine di lui perso in quella natura selvatica. In quel momento il i due sguardi si congiunsero nello stesso istante. La sensazione fu cos forte da superare per passionalit e sentimento un naturale rapporto fisico. Stavano ricostruendo all unisono le loro strane vite, questo comportava da parte di tutti e due una grande forza d animo. Si abbracciarono e proseguirono a camminare. Dovevano ripartire da zero, cercare di capire insieme cosa stava avvenendo ma soprattutto cosa sarebbe dovuto avvenire. Quello che provoc panico nella mente di Mark, era proprio l aver compreso che da l in poi ci sarebbe stato un seguito. Quell incognita corrispondeva a quel silenzio a quel vuoto che

aveva percepito pi di una volta nella sua vita, che non aveva mai tentato di affrontare. Era arrivato il momento cruciale, stava vivendo l'effetto di una causa messa in atto nel passato. Sono quei segnali a volte apparentemente discutibili, che ci richiamano all attenzione verso noi stessi e gli altri. Li aveva sempre avvertiti con chiarezza ma aveva cercato di dimenticarli, per non confrontarsi con la propria anima e con il proprio vissuto. Quel sogno fatto solo poche ore prima, sembrava ancora vivere di vita propria. Avere accanto Isabelle, gli dava la sensazione di essere in cammino verso la luce di una nuova vita. Arrivati a casa, si sedettero sul tappeto una difronte all' altro. Si guardarono negli occhi cos intensamente da non riuscire a dire una parola. Avevano da sbrogliare una situazione complicata, da non sapere da che parte cominciare. Il silenzio li fece avvicinare sempre di pi, un colpo di tosse da parte di Mark, tolse quella tensione. Si ritrovarono uno fra le fraccia dell' altro. Gli indumenti saltarono qua e l trovando una collocazione in ordine sparso nello spazio. Mark la prese fra e braccia avvolgendola delicatamente come nell' opera omonima di Canova Amore e Psiche. S'inoltrarono dentro un abbraccio avvolgente, come all' interno di un bosco protettivo. Era delicato e passionale e ogni gesto era immerso

in una sensualit naturale. La emozioni attraversavano i loro corpi fino a toccare gli aspetti pi profondi della mente. L' oscurit entrava in connessione con la luminosit di un piacere mai provato prima per tutti e due. Si ritrovarono distesi a terra, uno accanto all' altro, una luce proveniente dalla finestra creava un chiaro-scuro interessante nei loro corpi. La carnagione di Isabelle era particolarmente chiara, contrastava intensamente con quella pi ambrato di lui. Torn sopra di lei scivolando sopra al suo corpo come l'acqua. Fluiva attraversandola, provocando brividi di freddo e di caldo su la sua pelle. Il respiro prese un ritmo incessante. Accese sempre di pi l'eccitazione in piena connessione con le immagini che si accendevano come luci intermittenti nella sfera del pensiero. Quella sensualit fu l' inizio della loro ricerca, senza parole, guidata solo da un piacere indescrivibile. La luce solare continu a scivolare attraverso quei movimenti simili ad una danza, a volte un po' goffa a volte pi fluida e ritmica fino a trasformarsi in luce lunare. Si erano addormentati, rimanedo l fino alla sera. Esprimevano l' abbandono di qualsiasi conflitto, totalit e distacco, la stanza era pervasa da un respiro ampio e totale, senza affanno. Quello spazio era equivalente all' infinito. Come un' immensa bolla di sapone trasparente fluttuava un senso di contenimento, in un equilibrio sospeso e costante.

Un bagaglio frammentario di ricordi si ricompose nell' unit di misura del tempo. Poi tutto si spense. Ci che appariva divent solo atmosfera d' amore, simile ad un grido lunghissimo e onnipervasivo che comprendeva un solo attimo. Era stato cos bello che quando riaprirono gli occhi al mattino, si guardarono rimanendo per un attimo a bocca aperta. Avevano un senso di stupore come difronte ad una felicit improvvisa. Non dissero una parola, si sorrisero e ricercarono i vestiti che sembravano ritornati a terra dopo un lungo viaggio. Come per gioco, se li scambiarono ridendo e scherzando in modo infantile, poi di nuovo si spogliarono, si abbracciarono e si vestirono di nuovo. Si sentirono amati da tutto l' universo e oltre. Da tutta quella sofferenza non era nato solo un amore, ma qualcosa che sentivano interiormente permanente, aldil di ogni accadimento. Non era pervaso dalla paura, ma dalla leggerezza senza aspettative. L' amore avr il potere di costruire la nostra storia, pens Mark, concedendosi la sensazione di essere felice. Apr la finestra di primo mattino, si affacciarono guardando fuori tutta la citt che riprendeva vita. Il pomeriggio trascorse lieto e senza pensieri. E' il momento di leggere le pagine che hai scrittodisse Isabelle, sorridendo.

Le leggerai da solarispose dolcemente Mark, sicuro di s. Si avvi verso il suo tavolino e apr il suo computer vieni, siediti, ora tocca a te. Mark and in cucina per preparare del caff. Due vite parallele, le nostre, adesso non lo sono pi perch ci siamo incontrati.., disse lei poco dopo sottovoce, camminando. Quando ho conosciuto i tuoi genitori mi sembrato un caso. E' vero li avevo cercati a lungo ma come sai, non mi ricordo il motivo e il mio passato. Forse la mia esistenza iniziata nel momento in cui ho preso coscienza del tuo cammino. Leggendo le prime pagine, tutto abbastanza chiaro aggiunse lei un' po seria. Non voglio vederti triste disse Mark abbracciandola, adesso siamo felici. Dove hai messo il libro di Leibniz?...chiese Isabellementre leggevo mi sembrato di ricordare qualcosa, un po' come succede al mattino appena svegli, rimane la sensazione di un sogno appena fatto. Qualcosa ha provocato questo incontro, tanto da aver provocato una bizzarra rotta di collisione con il tempo!!! aggiunse un tono divertito per sdrammatizzare. Adesso il momento di capire a fondo e accettare tutta questa situazione, eccolo il libro, Mark allung la mano per prenderlo dalla sua libreria disordinata. Quella sera che ci siamo incontrati sotto la pioggia si riproposto il nostro incontro, la possibilit..., ripet lei guardandolo con attenzione.

Quella sera di venti anni fa volevo avvisarti della morte dei tuoi genitori. Camminarono cos piano, da sembrare tutto incredibilmente lento. Uno strano imbarazzo li sorprese, ripensando immediatamente con gioia, a ci che era avvenuto la sera prima. Isabelle non prosegu con le sue ipotesi, si lasciarono del tempo per meditarci sopra . Il giorno dopo si misero subito al lavoro. Quindi...prosegu Isabelle, la mattina davanti ad una tazza di caff. Ci siamo incontrati venti anni dopo, forse per cambiare o capire ci che appare gi avvenuto, per mettere in atto un' altra possibilit, per scoprirla. Hai ragione, dobbiamo seguire l' intuito ma su i parametri di una ragione non corrispondente ai canoni della cosidetta normalit disse lei sorridendo sfogliando il libro del filosofo, appoggiato sul tavolo.Devi continuare a scrivere, ogni giorno aggingerai qualcosa al tuo viaggio, attingerai dal tuo inconscio, dalla tua immaginazione e io ti aiuter. Isabelle sfogli attentamente il libro, era un saggio breve, conteneva gli aspetti fondamentali del suo pensiero. Si sofferm su un punto:Il tempo non ha una realt oggettiva indipendente dal soggetto una nostra prospettiva, il nostro modo di vedere l' ordine dei successivi. Abbiamo ancora tre giorni, due sono gi passati, disse Mark guardando fuori della finestra con un senso di malinconia molto sottile, con il desiderio e la sensazione tangibile

di rallentare il tempo pi possibile . Rimasero a guardare il cielo aperto, ornato da nuvole dalle forme bizzarre screziate di arancio. La giornata pass velocemente, il buio fece di nuovo seguito, come uno scrigno si chiuse, sembrava contenere piccoli indizzi, sogni e intuizioni di matrice creativa. Un preparato alchemico, pronto per il nuovo giorno in formazione. Mark si mise a scrivere di prima mattina per non perdere i ricordi dei sogni che aveva fatto la notte precedente. Perch cinque giorni?, gli chiese Isabelle, alzandosi da un cuscino appoggiato in terra sul grande tappeto, abbracciandolo di spalle. A questo punto si mise in atto la terza possibilit. La misura dello spazio e del tempo, la dinamica della vita corrispondente all' elemento Acqua. Era trascorso un altro giorno. Si era cibato delle poche cose che gli erano rimaste, aveva bevuto le ultime gocce d' acqua dalla bottiglia, come un elisir molto prezioso. Quell' incontro inaspettato, gli aveva salvato la vita ma lui si era voluto trattenere ancora,voleva proseguire lentamente. Ormai si sentiva fuori pericolo. Cammin ancora a lungo, ridotto come un barbone si trascin pi possibile verso la piccola cittadina, gli appariva sempre di pi come un miraggio. Quando vide l indicazione: Coahiula, gi si sent arrivato, una strada lunga, battuta e definita si presentava davanti ai suoi occhi. Si volt indietro verso la Terra del Silenzio. Respirava affannosamente e le forze erano ormai alla fine. Prov una

sensazione struggente, sent di essere tornato nel tempo e di dover percorrere ancora un bel pezzo di strada. Cos prosegu. Camminando pens ancora al volto di Isabelle, che aveva conosciuto attraverso il sogno. La condizione umana, pens, era davvero troppo ristretta, incatenata da una semilibert provvisoria insopportabile. Sentiva che la necessit di andare oltre, era una richiesta da poter fare solo a se stessi. Forse la verit non si sarebbe mai rivelata, ma lentamente si sarebbe ridestata, nella consapevolezza di poter chiedere qualcosa di pi alla propria esistenza. Aveva imparato l umilt e l' orgoglio di concepire altre dimensione, non per rifugiarvisi come un animale impaurito ma per avere il gusto della scoperta, della ricerca, riservandosi la verit come ultima meta. Il suo cellulare aveva ripreso vita, cerc affannosamente dentro le tasche dei pantaloni, lev un po' di polvere e vide segnalati un infinit di messaggi. Il suo cuore riprese un battito uniforme e poi un po' alterato, listinto di sopravvivenza gli provoc un energia inaspettata.Dove sei Mark? Rispondimi, appena puoi dammi un segno che sei ancora vivo, spero., gli bast ascoltare il primo messaggio di Jacob, per digitare subito frettolosamente il suo numero. La mano tremava per l emozione di saperlo ancora in vita, gli sembrava anche incredibile aver ritrovato la strada ed essere riuscito a sopravvivere. Non sapeva quanto tempo fosse trascorso, dal momento in cui si erano lasciati. Dopo poco sent la voce di Jacob. Sono Markdisse tremante, poi scoppi a piangere. Era un pianto liberatorio, ogni parola abbracciava le richieste che venivano formulate dall altra parte. Jacob rideva,

gridava, esultava, per aver ritrovato l amico di una vita. Provarono quello che nella vita di tutti i giorni appare scontato: limportanza dei legami, dell' amicizia e dell' amore, qualcosa che unisce la solitudine esistenziale degli esseri alla totalit. Quella felicit combaciava con la sofferenza inevitabile della condizione umana. Era possibile , pens, un incontro gentile fra le due parti, senza nessuna prevaricazione. Quella sofferenza aveva attraversato il suo corpo come una lama, per andare nel profondo e far riemergere qualcosa di leggero, delicato, una combinazione alchemica importante. Mark arriv finalmente in quella piccola cittadina, dove avrebbe finalmente rincontrato Jacob. Il tempo aveva ripreso a battere come le pulsazioni del suo cuore. L atmosfera era elettrizzante. Ovunque si espandeva una musica ritmica e rasserenante, molto simile ai colori che la gente mostrava indossando vestiti variopinti. Quel viavai incessante, dopo tanta solitudine, si trasform in un vortice che accelerava sempre pi il suo percorso. Il caldo, i colori, la musica diventarono un unica energia che lo trascin come dentro ad un pozzo senza fondo . Fu cos che svenne, cos il suo corpo inerme si mostr alle persone che passavano di l. Precipit cos velocemente come un oggetto lanciato nel vuoto, poi quel viaggio prese degli aspetti pi lenti e pi dolci. Tanta era la velocit che divenne quasi una danza, disegnava uno spazio che prendeva forme diverse. Aveva fatto il pieno di troppe emozioni, era stremato e la sua mente era troppo felice. Tutto si era riattivato, aveva ripreso vita in maniera totale. Era svenuto senza opporre resistenza. Quella nuova energia cercava un ordine, lo

stava portando verso qualcosa che stava accettando lentamente. Difficile saperlo, del resto la condizione umana a volte sembra solo una sovrapposizione casuale di eventi, apparentemente incomprensibili. La consequenzialit mette ordine nella nostra mente ma anche deforma e limita il pensiero. Prima del viaggio, con Jacob aveva parlato spesso del Messico, era un viaggio che prima o poi avrebbero deciso di fare insieme. Il suo amico aveva un carattere pi estroverso, aveva sempre vissuto il presente, amava anche l' improvvisazione. A volte le discussioni nascevano, perch con lui non riusciva a realizzare progetti a lungo termine. Non c era mai sicurezza, questo infastidiva Mark che cercava sempre di organizzare strutturando tutto, un modo troppo prevedibile per un temperamento come quello di Jacob. Era comunque un' amicizia ben salda che si basava sul principio compensatorio dei contrari, avevano interessi in comune ma un modo diverso di viverli. Solo quel viaggio sembrava davvero una cosa sicura e irrevocabile, ma senza una data di partenza. Ne avevano parlato, discusso allegramente nei lunghi pomeriggi d' inverno, sapendo infondo che si trattava di un gioco a lunga scadenza. Ne avevano parlato a volte seduti nel grande letto di Jacob, cos da poter aprire meglio la cartina e cercare un percorso che accontentasse tutti e due. Ogni volta cambiavano itinerario creando continuamente un nuovo viaggio nell'immaginazione. Viaggiavano insieme anche nella realt. Erano proprio come due monadi di fattura opposta ma compatibile. Dopo Citt del Messico disse un giorno Jacob, se sei daccordo ci sposteremo verso Teotihuacan, dove gli uomini diventavano dei! cos si racconta e cos fu

nominata dagli Aztechi... b anche se non sei daccordo una tappa obbligata. A proposito di architettura vedremo la Cittadella dove fu costruita la Piramide del Sole, interessantedisse Mark, l architettura descrive l anima di un popolo, ogni forma geometrica contiene un aspetto simbolico spesso ignorato, quando ho scoperto questo ho amato davvero l architettura . Ho capito che qualunque segno, qualunque struttura ha una storia da raccontare, pi importante di quanto appare. Si racconta, disse Jacob, con un tono che faceva pensare alla narrazione di una favola, che gli dei si riunirono per progettare la creazione dell uomo, la piramide fu costruita nel 150 A. C.Progettare la creazione, allora quella piramide da chi stata costruita?, aggiunse Mark con ironia, non lo sappiamo..ma gli uomini naturalmente, con qualche aiuto dall' alto!, aggiunse Mark proseguendo sul filo di quel gioco. Fece un lungo volo con la mano destra, planando con il dito indice verso quella zona segnalata nella cartina.Tutta questa storia appartiene al mito, qualcosa che fa parte del nostro mondo ancestrale disse con distacco. Il mito ' un 'eredit molto simile al dna. Il tempo solo un veicolo di trasmissione, si nasce e tutte questi archetipi fanno gi parte della storia di tutti. Non l' ho detto io naturalmente..., disse Jacob, un concetto del grande Carl Gustav Jung. Secondo me, aggiunse con aria sognante, la struttura del tempo in questo nostro mondo malleabile e adattabile alle circostanze, la mente che decide e questo forse gli antichi l'avevano capito. Mark lo guardava con aria scettica e con una curiosit che a tratti lo infastidiva. Poi una sensazione di apertura mentale lo fece sentire bene.

Larchitettura nel mondo antico ha voluto sempre rappresentare edifici che mettessero in contatto l essere umano con i principi dell universo. Avevano una visione molto ampia riguardo la spiritualit, perch veniva rappresentata attraverso la bellezza e i grandi spazi. Cercavano la loro essenza primordiale, non c era separazione fra il mondo fenomenico e spirituale, disse Mark riflettendo. Mi stupisci, disse Jacob, sei andato molto oltre le tue intuizioni geometrico matematiche! Ascoltami, prosegu indicando il percorso del suo ipotetico viaggio. C un ampio viale centrale, viene nominato il Viale dei morti e li si trova anche la Piramide della Luna, sempre lungo il viale c' il Tempio del Serpente Piumato. Il Sole e la Luna, aggiunse Mark alzandosi da quel letto ampio, per andare verso la finestra e guardare fuori, i due aspetti della condizione umana, maschio e femmina .concluse ridendo, prendendo una gomma da masticare dentro una piccola scatola appena aperta. Non si era ancora ripreso da quello svenimento, percepiva ancora quel movimento circolare molto simile ad una vertigine, stemperato da un suono di sottofondo, addolcito dalla caduta libera nell oblio, poi divenne concitato, uniforme, simile al battito del suo cuore. Cominci a riaffiorare piano piano in superficie. Ritorn a galla spinto da quel vortice formato da venti trasparenti a tratti offuscati, una specie di tornado. Jacob un pomeriggio d' autunno al calduccio, sopra al suo lettone insieme a Mark continu a segnare nella cartina con i pennarelli, tutti i luoghi che aveva nominato. Ognuno con un colore diverso, ogni percorso si legava allaltro formando delle geometrie quadratiche interessanti. Vedi,

qui ci sono sono le tre famose cittadine che si trovano vicino a quella che stata denominata la zona del silenzio o terra del silenzio. E' una zona molto arida e desertica, si trova nei pressi di Durango. Ne circolano tante di storie su questa terra, i soliti avvistamenti disse Jacob con aria divertita. Quello che mi fa riflettere la necessit che abbiamo tutti, di cercare qualcosa che trascenda l' apparenza, la realt delle cose. A volte ne abbiamo parlato fra amici e sono sempre venuti fuori discorsi banali e poco convincenti, non si riesce mai ad andare a fondo. Noi andremo a vedere la Cittadella, prosegu Jacob con un tono un po' infantile. Nel mondo antico gli edifici venivano innalzati verso il cielo ed erano orientati sapientemente verso le geometrie dell universo. Era necessario sempre e comunque un sapiente progetto geometrico matematico! vieni andiamo a mangiaredisse Mark, il vuoto allo stomaco ti da a la testa! aggiunse, tentando di piegare sapientemente quella cartina. Dalla terra al cielo, dallo stomaco alla mente!Jacob lo prese a braccetto e uscirono per mangiare un panino e una bella birra frizzante con tante piccole bollicine, come le stelle e i pianeti nell universo . Mark dalla Terra del Silenzio aveva davvero fatto un lungo viaggio, aveva transitato lungo un percorso parallelo all intenzione di Isabelle di ritrovare le sue radici, la sua umana natura. Era un tragitto misterioso che univa le intenzioni, la necessit di un collegamento che si realizzava. Il suo desiderio era stato cos forte da interferire con la natura del suo essere, una specie di salto quantico. Una reazione ad una sofferenza che si era cristallizzata nel tempo, gli aveva permesso di fare un balzo nel tempo e fuori

di esso, nella profondit delle sue regioni inesplorate. Isabelle ricordava la sua provenienza solo a livello inconscio. Sentiva a livello sottile, limprinting di un cammino che lei avrebbe dovuto percorrere insieme a lui. L' unico che aveva percepito come fratello, amico, anima gemella, per cui aveva provato empatia e condivisione. La sua solitudine, come un richiamo, lo aveva osservato dall' alto e inseguito come una farfalla aveva mutato il corso degli eventi. Nel momento in cui lui continuava a fluttuare aldil del tempo, nello spazio di quello svenimento, tutto cominciava a riflettersi e a modificarsi. La presenza di Isabelle era l' elemento determinante per rivederere gli aspetti insoluti della sua essenza. Lopera di Magritte aveva rappresentato per lui davvero la Condizione umana. Lillusoriet gli era sembrata speculare alla verit e anche modificabile in qualcosa di reale. Questo aspetto si stava consolidando nella sua mente, mentre precipitava nell oblio. Gli esseri umani avevano seguito un misterioso quanto complesso processo di evoluzione, dando cos un segno del loro aspetto divino, questa era stata, a volte, la conclusione di tante discussioni con il suo amico. Quelle antiche civilt avevano lasciato con quelle immense piramidi tronche, ben strutturate e armoniche l omaggio al Sole e alla Luna, le supreme forme viventi che segnano il ciclo del tempo umano. La natura era forse, l' unico veicolo per comprendere gli accadimenti. Contemporaneamente avevano voluto restituire la possibilit a tutti gli esseri, la possibilit di poter concepire anche un tempo plasmabile, in accordo con tutto l universo, dove fosse possibile cambiare il corso degli eventi. Ad una distanza di migliaia anni, si era messa in atto quella possibilit, non intuibile da

tutti, ma percepibile attraverso i messaggi degli elementi: la luce, l' acqua che rifletteva come uno specchio quel bagliore e il desiderio di creativit e conoscenza. Mark pens che la natura del dolore e questo lo pens anche Isabelle all unisono, fosse dovuta dalla limitazione che proprio il tempo consequenziale pone. Tutto, nella natura dei fenomeni orientato verso la fine di ogni cosa. Si erano incontrati spinti dal desiderio di mettere in atto questa possibilit, cos poco attendibile nella banalit del quotidiano:cambiare l' ordine consequenziale del tempo, per inoltrarsi in una visione metafisica. Il divenire temporale come processo in evoluzione, forse avrebbe potuto, guidato da una consapevolezza pi ampia, ritrovare una sua dimensione nel passato rimanendo immobile nella percezione del presente. Questo era il gioco, da sempre era considerato come fantascientifico, che si apprestavano ad affrontare. Questo termine sembrava togliere il senso di naturalit e di semplicit e grandiosit di quel processo, che poteva far percepire in una nuova luce il concetto di tempo soggettivo, questo era il nuovo pensiero di Mark. Alcuni scienziati e astrofisici hanno ipotizzato l' esistenza di universi paralleli. Con la susseguente ipotesi di un pianeta indentico alla terra, abitata da copie esattamente uguali a noi. Questa cosa aveva incuriosito Mark, ma nella sua immaginazione gli sembrava pi attendibile l' idea di un' emanazione dell' essere stesso. L' idea metafisica della possibilit di essere in due posti diversi, una specie di obiquit. Gli era capitato in passato di leggere saggi rigurdanti la vita di certi santi indiani, era attratto da questo aspetto che non gli sembrava affatto di natura supertiziosa ma filosofica. Anche se il

pensiero che poi ne seguiva era la non attendibilit, la non corrispondenza con la realt, con una visione razionale. Erano concetti che aveva ritirato fuori in relazione a quello che stava vivendo. Pensava che la natura telepatica di ogni essere fosse una specie di punto di partenza, qualcosa da comprendere pi a fondo. Cercarono di prenderlo a schiaffi, poi gli gettarono dell acqua addosso. Cos Mark fu risvegliato dopo quell inevitabile svenimento, appena arrivato a Coahula. Apr gli occhi e tutto sembrava girarle attorno in tanti colori sfumati, poi tutto a poco a poco riprese una forma definita. Realizz che aveva tante persone attorno che parlavano, ridevano, lo osservavano con curiosit e rispetto. Quando vide nitidamente, si sent meglio, forse lo avevano scambiato per un ubriaco. Una donna gli offr un bicchiere d acqua e un sorriso . Lo butt gi tutto, richiedendone immediatamente un altro e ricambiando con un sorriso sofferto. Si alz in piedi faticando, ringrazi quelle persone e cerc di nuovo il suo cellulare. Un messaggio di Jacob diceva di aspettarlo nella piazzetta di Coahula, di non muoversi dal caff all' angolo della strada. Camminando fra la gente, impolverato, confuso, sfinito, vide poco lontano la piazza. Sarebbero bastati pochi passi per raggiungerla. Cammin pi lentamente, gli sembr una cosa straordinaria l' idea di rivedere Jacob, questo pensiero gli restitu un po' di energia. Cera una confusione incredibile ma l atmosfera era piacevole, la gente aveva fattezze contadine e la loro pelle scura rifletteva quel sole caldo. Cera musica diffusa di sottofondo, poco lontano un miraggio si present davanti ai suoi occhi, diventando a poco a poco qualcosa di

reale:seduto ad un tavolino di un caff c' era il suo amico. Stava disteso con il viso verso il sole ad occhi chiusi, le gambe allungate e le braccia intrecciate alla vita. Sembrava in attesa di un ciao sussurrato all' orecchio che lo risvegliasse da un sogno. Mark cammin pi velocemente, provando inconsciamente la paura di perdere quell' immagine che era ormai una certezza. Jacob apr gli occhi completamente alz lo sguardo e sorrise, un forte riflesso del sole gli illumin gli occhi. Dopo un minuto di silenzio lunghissimo, lo sguardo dell' uno si specchi in quello dell' altro, creando in un bizzarro gioco di specchi, uno scambio d' identit. Si abbracciarono talmente forte senza avvertire tutte quelle persone che li spingevano da ogni parte. I due amici si trascinarono fino al centro della piazza, caddero a terra, creando ilarit, applausi e danze improvvisate, accompagnate da un uomo con un cappello di paglia e la chitarra che si mise a suonare allegramente. Tutti a poco a poco si misero a saltellare e a danzare, i due al centro si rotolarono liberamente avendo terminato il lunghissimo abbraccio. Mark, poco dopo si lav il viso, recuperando i suoi lineamenti di sempre, un po' modificati dalla gioia di essere ancora in vita e dalla sofferenza di quello che aveva vissuto. Si ritrovarono insieme davanti ad una tortillas e chili. Bevendo una buona birra, si raccontarono tutto ci che era accaduto in quello spazio di tempo indefinibile. Te la sei cavata disse Jacob a voce bassa sorridendo leggermente, bevendo la seconda birra, ti ho chiamato ogni minuto, ho provato un' infinit di volte, aggiunse provando ancora un po' di quella disperazione.Non sapevo cosa fare, quando ho sentito di nuovo la tua voce

stata una sensazione straordinaria, la mia piccola speranza ha fatto gioco !aggiunse ridendo. E adesso?, chiese Mark, adesso proseguiremo insieme, il nostro viaggio. Il fatto che sei ancora in vita davvero una cosa fantastica... Continueremo insieme, anche tu sei salvo, grazie al cielo! ma come hai fatto a sparire cos?aggiunse Mark con un' aria sconvolta, Anch'io non mi ricordo quasi niente, ho sentito un gran botto e poi mi sono risvegliato all' ospedale, mi sentivo tutto rotto ma ho ammortizzato bene. Per fortuna non eravamo in alto, stavamo per atterrare. La cosa incredibile che non so chi mi ha soccorso, dopo poco ho chiesto di te ma nessuno sapeva niente. Ho instito perch qualcuno andasse nella zona dove siamo caduti, evidentemente non sono stato ascoltato. Prima o poi sarei venuto io a cercarti. So soltanto che forse dovrei prendere qualche lezione di volo in pi!Jacob lo guard sgranando gli occhi incredulo e scoppi in una gran risata liberatoria piena di commozione. Mark lo guard sconvolto e bevve ancora un sorso di birra. Mi ricordo vagamente che abbiamo perso quota e siamo caduti in picchiata, poi pi niente, non so quanto tempo mi sono svegliato e da quel momento cominciata la mia avventura. Sentivo un gran dolore dappertutto, provai a muovere il mio corpo piano piano. Quando ho ripreso conoscenza ho pensato a te, ho provato un senso di panico cos forte che ho cominciato a urlare il tuo nome. Ero con fatica riuscito ad uscire dalle lamiere, sentivo dei forti dolori dappertutto ma ero incredibilmente incolume. Ti ho cercato come un pazzo, come sai, ti ho lasciato dei messaggi ma niente non c' era nessuna possibilit di comunicare. Ero completamente solo, quindi dopo ho pensato solo alla mia sopravvivenza. Dopo

lultimo sorso di birra Mark, prese un aspetto preoccupato e distante,non c era nessuna traccia della tua presenza, ho cominciato a vagare. Questa zona desertica chiamata zona o terra del silenzio, cos mi ha detto un vecchio contadino incontrato tempo dopo che mi ha salvato la vita, arrivato nel momento in cui ero proprio arrivato al limite . Mentre Mark scriveva, dopo lei rileggeva il pezzo ed elaborava quello che la intuizione le suggeriva. Era un' esperienza molto intensa per tutti e due. Lui non avrebbe mai pensato di condividere una pratica cos personale e solitaria. Si era rivelata improvvisamente come una specie di scrittura automatica, qualcosa che aveva il sapore di un rito iniziatico. La creativit mostrava il suo aspetto rivelatore e si esplicava liberandosi da un peso. Dietro la sua intenzione c' era solo un maestro: se stesso. Per Isabelle significava la crescente convinzione che era pi importante aiutare lui che recuperare il suo passato, sempre pi convinta di non averlo. In dei momenti invece, credeva alla possibilit di ricostruire anche la sua storia. Mark dopo aver ribadito a Isabelle che si erano incontrati ben 20 anni dopo quell' accadimento drammatico, cercarono una leggerezza attraverso un po' di ironia. Lui le disse, che non era valsa la pena, vagare per ben venti anni alla ricerca di un disperato come lui e che comunque si era mantenuta proprio bene ! Ridevano e scherzavano, per poi tornare a

ragionare su i dettagli della loro storia. Quella fatidica notte di vent' anni fa ti ho vista girare l angolo dalla finestra e venti anni dopo successa la stessa cosa. Bene questo un dato sicuro, va bene che arrivo sempre in ritardo ma stavolta ho davvero superato il limite aggiunse Mark un po' nervoso ma allegro e leggero. Pioveva e me ne sono successe di tutti i colori, dovevo partire e improvvisamente ho incontrato te sotto la pioggia incessante, tu eri proprio l dallaltra parte della citt perch? le chiese con unaria assorta, Non lo so, quando ho girato l angolo di casa tua ero disperata, sono andata molto pi avanti e poi ...disse lei lasciando il discorso in sospeso, poi cosa?cerca di ricordare, le chiese lui con un po' di insistenza , prendendola affettuosamente per le spalle. Lei si stacc e prese le distanze, il suo sguardo in quell' istante riprese i toni della dispersione e dell' ansia . Allora sono andata avanti e poi sono tornata indietro. Ti ho visto uscire di casa, mi sono nascosta e poi ti ho inseguito correndo ma tu eri gi lontano. Ho preso la mia macchina e ti ho ancora seguito. Non mi rendevo conto della velocit, il mio cuore batteva all impazzata, in realt sfrecciavo cercando di non perderti.Tu avevi preso quel taxi che poi ti ha portato dove non dovevi. Ho frenato di colpo, ho parcheggiato, sono uscita e di nuovo la mia corsa ha proseguito. La pioggia scorreva sul mio corpo,

mi guardavo intorno come un animale accecato da i fari delle macchine. Una luce troppo forte mi ha fatto chiudere gli occhi e poi all improvviso... ho visto te. Stavi fermo in mezzo alla strada, grondante di pioggia, proprio come me. Ti ho raggiunto a distanza come un fantasma, ho percepito di nuovo la sofferenza per l incidente avvenuto venti anni fa. Era come se fosse appena accaduto, ho provato la stessa intensit, era la sensazione di qualcosa che era rimasta in attesa, immutata e fuori del tempo. Sentivo come un grido proveniente da molto lontano, un eco, un suono di rimbalzo da un passato poco identificabile. Qualcosa che mi univa a te. Ripresi fiato, ti avevo raggiunto.Ieri mi hai detto che abbiamo solo cinque giorni perch?gli chiese improvvisamente Isabelle. Mark si guard intorno confuso, si alz in piedi per sgranchirsi un po' le gambe. Forse...perch sono finite le mie vacanze! mi rendo conto che dopo..., aggiunse timoroso,che dopo... disse, prendendo la testa fra le mani, dopo cosa ?insist lei, non mi sembra possibile che ci sar un seguito, mi spiego, dopo sar tutto diverso, ho paura.Infondo nessuno sa come sar domani, aggiunse Isabelle. Si avvicinarono e si abbracciarono. Mark sent improvvisamente suonare il cellulare, Ciao sono Jacob, sono arrivato, si sta bene qui. Ho fatto un buon

viaggio stato un po' pi lungo dato il maltempo, peccato che non sei venuto sarebbe stato bello, lo so ma sono accadute tante cose ne parleremoconcluse Mark malinconico. Va bene, abbi cura di te. Sto leggendo molte cose interessanti su questa cultura, gi due giorni che sono qui, a volte ho la sensazione che tu compaia da un momento all' altro. Ormai passatadisse Mark, ti saluto, prossimamente ti richiamer da uno dei posti che avevamo progettato di vedere insieme. Ho letto che per soli cinque giorni nel calendario Maya, non venivano fatti rituali, erano considerati cinque giorni pericolosi, erano denominati: i giorni del nulla, cinque giorni che transitano fra il vecchio e nuovo anno, allora forse meglio che ti chiamo prima ! Oggi sedendomi in un posto per mangiare una tortillas, ho trovato un bigliettino nella mia tasca, cera l indirizzo di casa tua, ma soprattutto c erano i nomi dei tuoi, a volte la vita strana...concluse Jacob, si salutarono e all unisono chiusero il cellulare, guardando verso terra. I cinque giorni del nullaripet Mark. Si precipit verso il computer, lo apr digitando trov una informazione interessante: I sacerdoti attendono un segno della natura, quando le Pleiadi appaiono all' orizzonte, pu iniziare l' anno sacro. Quello che stiamo scrivendo riguarda i cinque giorni trascorsi nella

Terra del Silenzio. Cinque giorni determinanti, pericolosi, potevo anche morire....e allora cosa sarebbe accaduto ?, ma non accadutorispose Isabelle. Da quello che hai scritto ne sei gi uscito, non siamo pazzi, aggiunse guardando il suo sguardo perso. Cerchiamo di capire.E' come se davvero la mia esistenza fosse trascorsa anche l, un luogo di passaggio, o meglio di sosta, ci che ha preceduto una nuova collocazione spaziotemporale. Del resto sono le monadi che determinano lo spazio su cui collocarsi. Ma come possibile? mi sto perdendo..., esord buttandosi su un cuscino a terra. Nel tuo racconto c' un punto ...aspetta, Isabelle si sedette al computer per cercarlo. C era stato un evento particolare nella terra il 17 maggio del 150 D. C.:le Pleiadi erano salite nel cielo prima dellalba, questa sincronizzazione conosciuta come levata eliaca delle Pleiadi, durata 100 anni. Le Pleiadi o sette sorelle, sono un agglomerato di sette stelle. Erano molto importanti nell antichit, soprattutto nei riti religiosi, essendo state linizio galattico. Questo evento sembra sia stato all origine dell antichissimo sito archeologico di Teotiuachan in Messico. L allineamento delle Pleiadi con il sole poteva essere collegato Quetzalcoatl:il tempio del serpente piumato. Adesso puoi continuare a scrivere, abbiamo ancora due giorni per capire, il nostro tempo va pi lentamente. Da quello che hai gi scritto, nel tuo viaggio sei uscito dai fatidici cinque

giorni del nulla, in cui tutto si ferma e i sacerdoti aspettano un segno dalla natura fino a quando le Pleiadi sono all' arizzonte.., ormai siamo in gioco, esord Isabelle, infondo hai scelto te di rivedere e riscrivere la tua vita, anche se non sappiamo come sia potuto succedere tutto questo, disse con un leggero sgomento, superato in un battito di ciglia. Si collegato un momento della tua vita pieno di sofferenza inespressa con la mia vita, con la mia ipotetica amnesia riguardante il mio passato, ed questo l' enigma pi grande..ma non importa capir. Poi c' stato il desiderio del tuo viaggio e la sua realizzazione parallela attraverso la creativit. Mark stava pensando a lei e man mano il tempo passava, si avvicinava nel suo pensiero, la minaccia dell' ignoto. Sentiva gi dentro di s che quell' incontro, sarebbe forse svanito alla fine di quei giorni, come tutto, era comunque e sempre una questione di tempo. Quel forsegli lasciava solo uno spiraglio, era un appiglio che non aveva ancora voglia di eliminare. Quella era la dimensione ideale per assaporare l' amore?, si domand, la risposta fu quella che corrispondeva all' idea di trovarsi sull' orlo di un precipizio. Quelle domande si aggiunsero alle altre, a cui avrebbe voluto dare subito una risposta. Quando pensava al dopo, assaporava la dolcezza e l' insopportabile gusto amaro e affascinante del vuoto che gi aveva provato

nella Terra del Silenzio, nella dimensione parallela in cui tutto si deveva ancora compiere. I due compagni di viaggio finite le tortillas e le birre, si alzarono un po' ubriachi, contenti di essersi ritrovati e increduli per ci che si erano raccontati. Dopo rinunciarono al desiderio di trovare una spiegazione plausibile a ci che era accaduto, per stare insieme con leggerezza, camminare in quella citt cos vitale e colorata. Pag Jacob, perch Mark era rimasto senza un soldo.Tieni Mark, questo deve essere tuo, gli disse Jacob allungandogli un piccolo foglietto rimasto sopra il tavolino. Lui lo prese lo ripieg con attenzione e se lo rimise in tasca. Quanti progetti avevamo fatto su questo viaggio e poi tutto ha preso un altro corso, stata dura. Questo biglietto che mi sono ritrovato in tasca, forse non caso..aggiunse serio, cosa vuoi dire?, gli chiese Jacob con un aria un po' confusa. Voglio dire che il caso non esiste, ormai l' abbiamo capito. Sono stati cinque lunghi giorni nella Terra del Silenzio, come si fosse azzerato il tempo, adesso il momento di vivere insieme questa esperienzaaggiunse Mark, con un leggero sorriso.L'architettura creativit, tutto nasce da l' idea di una struttura portante solida, qualcosa che abbia una funzione immediata, l arte funzionale per la mente. Se entri in connessione con un' opera, questa dischiude i suoi messaggi e ti offre altre dimensionidisse Mark, dopo un ampio respiro.Ho messo sempre un po' in secondo piano tutto ci che non fosse architettura ed un grave errore, anche la funzionalit intrinseca di un opera dipinta, di tutto ci che riguarda l' illusoriet visibile, ti aiuta ad intravedere la possibilit di altri mondi dimensionali. La pittura filosofia che si

rappresenta. La caratteristica della percezione visiva quella di permettere alla mente di entrare in connessione con l' opera stessa, a volte di farne parte. La pittura da sempre immersione totale nellimmaginazione, anche quella che sembra imitare in pieno la nostra realt. E' interprete del mondo dei fenomeni. La cosa bizzarra, continu rilassato da quelle riflessioni, che pi passa il tempo e pi ti accorgi che non bisogna cercare di capire gli altri ma per prima cosa noi stessi. Questo biglietto mi ha riportato ad una vecchia storia, che adesso sento incredibilmente presente, devo dare una forma comprensibile al mio passato. L' intuizione, l' ispirazione porta alla realizzazione di qualcosa di importante, che somiglia proprio ad un' opera d' arte. Credo di intuire cosa vuoi dire.. la scomparsa improvvisa dei tuoi genitori non l'hai mai rielaborata, stata troppo forte. E' sempre l nella tua mente. Adesso come se tu volessi rivivere, rivedere, modificare egli aspetti in ombra della tua esistenza. Qualcosa rimasto fermo, stagnante senza una spiegazione. C' qualcosa che non ha avuto un seguito, una rielaborazione, hai ragione, disse Mark lentamente. Hai bisogno di riposare, sei sfinito, ora ti stai rilassando e affiorano nella tua mente tutti i pensieri possibili.Non so neppure come faccio a stare in piedi, aggiunse Mark, domani ne riparliamo con calma, devo chiederti molte cose. Jacob port l amico in un alberghetto poco lontano dalla piazza. La stanza non era molto grande, ma aveva un atmosfera calda. L arredamento era essenziale, composto da colori contrastanti. C era un letto grande in legno e il muro era dipinto con un rosa -arancio scuro, c erano qua e

l delle piccole mattonelle di ceramica dipinte con decorazioni interessanti. Alla finestra una grande tenda di cotone marrone consumata e sfumata, copriva la luce che filtrava appena dalle maglie pi larghe della tela, sembrava pronta per un grande dipinto informale. Lidea di dormire su un letto gli sembr una cosa straordinaria, per gli ricordava vagamente la quotidianit. Al muro c' erano appese delle stampe interessanti, molto colorate anch'esse, rappresentavano delle divinit Atzeche. La sua attenzione si focalizz in particolare su un immagine, dove c' era scrittoTlaloc Dio della Pioggia. Jacob si accorse che la stava osservando.Quella la divinit della pioggia e della fertilit. Le divinit della cultura Atzeca sono immagini molto potenti ma portano in s tutta la sofferenza che esseri umani hanno inflitto ad altri esseri, nella speranza di fare un omaggio al Dio. Il mito racconta che viveva in luoghi sotterranei, dove si trovavano persone uccise da fulmini o per annegamento e che spos la signora dalla veste verde. Mark guardandola ebbe infatti una sensazione di forza, di buon auspicio e nello stesso tempo un senso di sofferenza inimmaginabile. Comunque la pensasse non vedeva l ora di sentire qualcosa di morbido dietro la sua schiena. Mark ci si tuff rimbalzando, era un materasso estremamente morbido. Gli fece un effetto di estrema morbidezza, perch per alcuni giorni si era gi abituato alla terra dura. Si tolse solo le scarpe e si addorment guardando quell' immagine. Accanto aveva di nuovo il suo compagno di viaggio. Nel primo sonno limmagine di Isabelle comparve poco definita. Era come l' archetipo della bellezza ideale, come una dea madre, una musa, una guida fino a diventare

improvvisamente estremamente luminosa e reale. Evoc nel profondo del suo cuore proprio l' idea di una divinit ancestrale, una dea madre e una fanciulla in fiore Devi tornare Mark, devi ritornare a casa tua, ci dobbiamo parlare, Chi sei ?le chiese lui nel sogno, so che il mio nome Isabelle, ti sto cercando. Poi improvvisamente una pioggia incessante scivol lungo i loro corpi nudi, allungarono le braccia per prendersi per mano ma non riuscivano ad afferrarsi, una sensazione di struggente sensualit pervase l' atmosfera. Nel piano del sogno, l' immagine di lei prese campo, sotto la pioggia suonava il campanello di casa sua, lui si affacciava poco dopo...pioveva tanto da poter pi distinguere niente. Poi il vuoto, il nulla, di seguito vide l' immagine di se stesso vagare nella Terra del Silenzio. Urla e gridi si susseguirono, tutta la sua sofferenza sembr espandersi ma anche liberarsi in quel luogo, dove nessuno avrebbe potuto sentirlo. Il sogno si concluse con un grido cos forte che form l' immagine di Tlaloc, la divinit della pioggia. Un essere pieno forza creatrice e un mostro dall' aspetto terrifico. Quell' immagine esprimeva tutto l'orrore e l' incredulit che Mark aveva interiorizzato pensando ai sacrifici che gli atzechi praticavano, proprio nella terra dove gli uomini diventavano dei. Si presentava in forma allegorica, evocava la grande domanda, quella che riguarda l' impossibilit di comprendere la realt della sofferenza. E di seguito l'enigma della dualit, la natura divina dell' essere e il suo contrario. La mattina arriv presto. Mark si svegli di colpo, i suoi occhi sbarrati fissavano quelli di Tlaloc. Si tocc la fronte era imperlata di sudore. Jacob non c' era, probabilmente

era uscito, lui non dormiva mai pi di sei ore, pens fra se. Non ricord il volto intenso di Isabelle. Gli venne in mente il muso di quello strano animale visto solo il giorno prima, che sembr trasformarsi nell' immagine di Tlaloc. Con la sua anima aveva sostato ancora nella terra del silenzio, la sua essenza era ancora afferrata da quellatmosfera e la cosa incredibile che ne era fortemente attratto. Ancora qualche giorno e l sarebbe morto, sent che non si sarebbe pi liberato cos facilmente di quel silenzio totale, insidioso e affascinante. Quello era stato un vero viaggio, aveva imparato l' inutilit del superfluo, la sensazione di sentirsi vivo al contatto della probabilit della fine. Gli venne in mente un' immagine leggera e bizzarra: quella di un cane che appena uscito dal mare, con movimenti lenti e rotatori, schizza ovunque tutta lacqua in eccesso. La sua caratteristica era stata sempre quella di superare qualsiasi angoscia, ma di non elaborarla per poi lasciarla andare. Mark e Jacob camminarono allegramente per la citt di prima mattina, gesticolavano e cantavano, mangiarono strani dolci un po' stucchevoli, bevvero del caff lungo lungo. La vita era di nuovo unesperienza interessante, erano tutti e due reduci, se lerano riconquistata con fatica, ne erano improvvisamente di nuovo innamorati. Quella sensazione di innamoramento per la vita, riattiv precipitosamente quella energia che rende lucidi, pieni di aspettative astratte e curiosi, proprio come capita a volte a vent anni. La felicit improvvisamente apparve loro senza passato e senza futuro, era una bella faccenda che riguardava solo il presente. Dove andiamo ?chiese Mark,se sei daccordo andiamo oggi a Teotihuacan, prendiamo un treno, poi facciamo un giro alla Cittadella, ti

ricordi era nei nostri progetti ?, si certo, mi ricordo, rispose sorridendo Mark, mi sembra sia passato un secolo. Il caldo si faceva sempre pi forte, si procurarono delle bottiglie di acqua. Continuarono a camminare e di tanto in tanto si schizzavano, un po' per gioco e un po' per riprendere fiato, non abbiamo pi vent anni! il colmo aver realizzato questo viaggio venti anni dopodisse Jacob versando dell' acqua nella testa di Mark. Si divertirono rincorrendosi, schizzandosi acqua addosso, dimenticando l' et. Non una festa di fine scuola, disse Mark ridendo, dovremmo comprarne dell altra, se non vogliamo morire di sete. Superato il centro citt, si avventurarono in un ampia strada assolata, il caldo trasmetteva un senso di ebrezza tanto era forte che dava alla testa. Lungo la strada c erano piccoli negozietti arrangiati, con insegne dipinte che lasciavano intravedere alcune parti sgargianti, tanto erano corrose. Sembravano degli assemblaggi interessanti, qualcosa di simile alla pop art italiana. Una musica di sottofondo si diffondeva evaporando insieme al caldo, alcuni indios passavano parlando ad alta voce e in modo concitato. Jacob conosceva un po' di spagnolo, chiese la strada per la stazione. Camminarono ancora tanto, poi una ferrovia un po' scalcinata degna di un film western, si present davanti ai loro occhi. Presero un treno al volo nella direzione desiderata . Tutti e due con la testa fuori del finestrino gridavano ed esultavano, prendendo tutto il vento caldo dal treno in corsa. Un paesaggio arido, affascinante, si mostrava difronte ai loro occhi a cielo aperto. Trasmetteva un senso di spazio infinito da creare la percezione del vuoto, una vertigine simile ad un ipotetico viaggio nello spazio e oltre.

Mark aveva sempre amato il treno, perch da quel luogo protetto in movimento verso una meta, le immagini si mostravano sfrecciando e formavano un assemblaggio di colori fantastico. Le varianti sostavano solo pochi secondi nell' iride per passare ad un' elaborazione pi concettuale, assolutamente occulta. Le forme sembravano perdersi in quella corsa che portava all' agognata destinazione. Una corsa da osservare stando seduti, come durante la visione di un film, questa era la prima cosa che pensava quando montava in un treno. Solo che si trattava di una proiezione ben elaborata dal proprio modo di vedere e percepire, lontana dalla pura verit, pens fra s. La velocit modificava come per incanto il paesaggio, era una strana alchimia del tutto naturale, spiegabile con le leggi della fisica. Sembrava che le immagini ricercassero in quella folle corsa, l' unit del visibile. Era un treno di fattura vecchia, con i sedili di legno sporchi e consumati, scomodo al punto giusto tanto da essere anche divertente. C erano poche persone che parlavano ad alta voce e ridevano. La sensazione inivoca che ne segu, fu quella di percepire l' archetipo di un mondo passato pi umano, pi leggero, fatto di cose povere e colorate. Quando arriveremo non sparire!..disse Jacob aggiungendo un po' di ironia e alleggerire una questione che non aveva risolto.Spero che non ci siano troppi turisti, me lo voglio godere in pace, Siamo anche noi turisti, o per caso qualcosa di diverso? Ci siamo riusciti finalmente ad arrivare qui !disse Mark sospirando un po' e ansimante per il caldo, erano appena rientrati nello scompartimeno che si chiudeva a malapena. Quello che mi interessa veramente capire gli aspetti simbolici di questa

architettura cos lontana dal nostro tempo. Vorrei carpirne gli aspetti ancestrali, i meccanismi che hanno messo in atto la realizzazione di un'architettura cos grandiosa.I miti le storie tramandate nel tempo, fanno parte della storia del nostro inconscio collettivo, citando il caro G. Jung aggiunse Jacob,ho capito anche tu hai voglia di scavare dentro di te. Si tratta di una archeologia abbastanza complessa, quella che riguarda i meandri della mente. Concluse Mark sorridendo. Jacob si alz improvvisamente un po' agitato, per sgranchirsi le gambe, prese dal suo zaino del di tabacco e cominci a masticarlo, ultimamente mi sono interessato molto al pensiero di Jung, giro sempre per le vecchie librerie come facevamo da giovani ...ho messo l occhio su alcuni saggi. Mi aveva sempre incuriosito, per la faccenda della creativit e dei mandala. Credo anch'io che l aspetto creativo di ogni essere quello che deve essere riattivato per compiere un processo di individuazione, per la guarigione personale. Siamo tutti un po' malati, disse Mark guardando il paesaggio attraverso il vetro del finestrino, notando in quel momento solo i graffi e lo sporco depositato negli angoli.Il tempo una questione che mi interessa molto ultimamente. Quando ho rispolverato Liebniz, nel vero senso della parola...perch ho ritrovato un libro pieno di polvere, due giorni prima di partire, cos ho cominciato a scrivere. L' ho pensato e poi ritrovato quasi subito, da una parte ad aspettarmi. Sono riaffiorati improvvisamente nella mia mente dei concetti che sembravano sepolti da tempo e invece bastato un sorso di techila!!! per risvegliarli e riscrivere la mia vita, a proposito di techila, esord Jacob forse pensavi di essere gi in Messico, appena

possibile andiamo a berla insieme!. Sono solo all' inizio del mio racconto, il resto sembra andare avanti da s..., disse Mark quasi credendoci. Ho letto un piccolo saggio di G. Jung che tratta il tema della sincronicit. Chiss forse non un caso che ti sei trovato in quella zona, dove non potevi avere nessun contatto, disse Jacob sorridendo, sedendosi e guardando negli occhi l' amico. Apr lo zaino e lo cerc velocemente e alla rinfusa, lo porto con me, ogni tanto rileggo qualche passaggio, ogni volta mi sembra di intuire qualcosa di nuovo sulla faccenda degli archetipi e degli episodi sincronici privi di causa. Einevitabile c sempre qualcosa che sfugge. A volte anche quando guardiamo un film la seconda volta, si osservano delle cose che precedentemente non avevamo notato minimamente. I dettagli a volte danno una chiave di lettura per tutto l insieme e poi forse bisogna cercare di capire oltre i concetti, con il beneficio dell' intuizione. Non una lettura facile, ma molto interessante . Jacob prese il piccolo libro un po' spiegazzato, ci pass sopra la mano per togliere le pieghe. Un gesto simile ad una carezza, inconscio, simbolico e inconsapevole, per trasmettere l' idea di qualcosa di prezioso. Ripescato infondo allo zaino, lo apr e si mise a leggere :Il concetto pi generale cos recita, sincronicit:accezione speciale di coincidenza temporale di due o pi eventi non legati da un rapporto causale che hanno uno stesso e un analogo contenuto significativo, a differenza di sincronismo che rappresenta la contemporaneit di due eventi. E' una specie di intuizione psichica, capace di relativizzare lo spazio e il tempo fino quasi ad annullarli, come una forma di conoscenza interiore coincidente allaffiorare delle

immagini a distanza, concluse richiudendo amorevolmente il libro. Rileggi l ultima frase perfavorechiese Mark dopo aver ascoltato con particolare attenzione, accompagnato da quel suo bisogno di razionalizzare ed analizzare, Si certo: una specie di intuizione psichica,no l ultima lo interruppe,una forma di conoscenza interiore, coincidente all affiorare delle immagini a distanza...ripet con attenzione Jacob. Il treno fren piano stridendo, immersi nella conversazione non si erano accorti che erano quasi arrivati, presero in tutta fretta le loro cose. Cercarono di scendere ma una quantit di gente era stipata e pronta a prendere d' assalto il treno, con qualche spinta fecero un balzo a terra. Mentre camminavano velocemente, nella mente di Mark persistevano in modo ossessivo, le ultime parole ascoltate con un apprenzione particolare. Prese in mano il suo biglietto ripiegato infondo alla tasca, come un appunto prezioso, una protezione. Guard parola per parola, gli sembr quasi un reperto archeologico. Apparteneva ad una fase della sua vita lontanissima che sembrava riavvicinarsi a piccoli passi. A volte un piccolo dettaglio ci pu raccontare molte cose...ripet dentro di s, ripensando alle parole di Jacob. Camminava, si guardava intorno e rileggeva il suo biglietto. La finezza di quella grafia, lo riport per un attimo al volto delicato e distante di Isabelle, conosciuto in sogno. Il suo viso: un disegno a linea unica. Poi la sua immaginazione, intuizione, gli fece pensare a qualcosa di pi consistente di un sogno passeggero, Una conoscenza interiore e profonda coincidente allaffiorare delle immagini a distanza. Quella frase aveva permesso

alla sua coscienza di concepire quella figura femminile apparsa in sogno, come reale, appartenente al suo mondo anche se non sapeva in quale dimensione collocarla. Sai Jacob, in quel luogo ero in balia di una natura particolare che incuteva timore, forza e solitudine. Mi sono sentito come in un punto intermedio, fra la vita e la morte. Era tutto nelle mie mani, dovevo cavarmela, solo il vecchio contadino che ho incontrato dopo tre giorni,in un modo semplice mi ha fatto capire che la mente determinante in ogni situazione. Oltre all' aiuto che ci possono offrire gli altri, come ha fatto lui del resto. Fino a quel momento per sono riuscito a mantenermi vivo, ho rivisto la mia vita ad una distanza incredibile, con distacco, anche la sofferenza ad un certo punto mi sembrata un modo di sentire limitato e illusorio.Un semplice contadino, pu essere un grande maestro !disse Jacob con un filo di ironia. Mark prese sotto braccio il suo amico, Sei sempre un idealista..hai ragione. Devi aiutarmi, non sto scherzando, devi aiutarmi a capire, aggiunse dopo una piccola pausa di silenzio. Stanotte ho sognato il viso di una ragazza e in questo non c niente di speciale solo che era un volto speciale. Aveva gli occhi particolarmente chiari molto espressivi sopratutto vividi ma anche distanti, io l ho gi visti.. Ho ripensato a lungo alla sua immagine, e ho ricollegato il suo volto antico con l' aspetto della ragazza, quella che ho conosciuto proprio la sera della partenza. Sono sicuro che lei. Siamo andati a mangiare qualcosa insieme, poi successo che mi sono fatto male, mi sono tagliato con il vetro di un bicchiere, non mi ricordo perch... insomma mi uscito il sangue dalla mano e subito

dopo lei scomparsa. E' bastato un attimo, mi sono allontanato solo un momento... stata come una meteora. Poi non ricordo bene, so che sono partito, ecco tutto. La sensazione che ho provato era quella che mi volesse comunicare qualcosa, qualcosa di importante. Jacob lo guard con attenzione,il massimo della seduzione, l' adolescente richiamo dell' irraggiungibilit e del mistero, aggiunse con un po' di ironia. Siamo quasi arrivati, disse continuando a pensare alle parole dette dall amico. Mark si sentiva stanco e voleva sostare da qualche parte per riflettere e rinfrescarsi un po'. Poco lontano c era una strada costeggiata da alberi di noce. Mark si mise a sedere in terra, sotto uno di questi alberi belli e possenti. Assetato e sudato bevv tanta acqua e se la vers di nuovo, scroll la testa schizzando le gocce qua e l, come fanno i cani appena usciti dall acqua. Ora si!, vedo tutto pi chiaro. Com esattamente il volto della ragazza?, Mark si mise a ridere e scosse la testa per la domanda dai toni infantili di Jacob, facendo cadere le ultime goccioline. Non mi prenderai mica sul serio?, gli rispose, deciso ad alleggerire la situazione,ha un viso con una carnagione chiara, gli occhi un po' allungati di un grigio tendente al verde, un' espressione interessante, lineamenti sottili e poi il resto mi sfugge.sai com i sogni non sono mai cos chiari. Jacob si guard intorno e poi verso terra, Ha capelli castano chiari, una figura abbastanza alta e sottile?, Per caso l' hai sognata anche te ?, aggiunse Mark con ironia. Hai detto che si chiama Isabelle ?...Jacob si alz di scatto, forse il sole mi sta dando alla testa, incredibile..sai Mark non te l ho mai raccontato, ma ora ricordo.. Purtroppo quella sera, la sera che hai perso i tuoi

genitori, sono sceso prima degli altri per tornare a casa, ancora noi non sapevamo niente. Ho visto da lontano una ragazza che piangeva sotto la pioggia, aveva un cappuccio appoggiato su le spalle e un viso particolare , molto simile alla tua descrizione. Le sono andato dietro e le ho chiesto se potevo aiutarla, lei si scostata, poi mi ha guardato fisso negli occhi e mi ha chiesto se ti conoscevo. Cos mi ha comunicato la notizia, sono rimasto di sasso e...mi dispiace confessartelo ma non ho avuto il coraggio di tornare indietro per dirtelo. Abbiamo fatto due passi insieme, mi disse che era venuta per conoscerti e successivamente comunicarti la notizia. Mi raccontasti infatti, dopo qualche giorno dall' accaduto, che qualcuno aveva suonato il , ti ricordi? si aggiunse perentorio Mark, ho aspettato fino al terzo suono, poi mi sono affacciato alla finestra e ho visto una figura.. mi ricordo una figura femminile che girava velocemente l angolo. E poi?chiese Jacob, E poi cosa?, incalz Mark con uno sguardo disorientato, cercando di rimettere insieme il puzzle della sua storia. Tu mi stai parlando di una persona che hai incontrato quasi 20 anni fa e che io avrei conosciuto per caso prima di partire con te!! totalmente improponibile. E' successo che l' ho incontrata e basta, non possibile che sia la stessa persona dopo vent' anni si cambia!lei giovane!..disse con un tono risentito e divertito, con il timore che il sole avesse fatto loro un brutto scherzo. Ebbene cosa ti ha detto ?continu Mark confuso e turbato, mi ha detto rispose Jacob, che sarebbe venuta da te per conoscerti, insieme ai tuoi genitori, loro guidavano poco lontano da lei e che poi successo l' incidente, concluse Jacob mettendo la testa fra le mani. Guarda da un sogno dove siamo

arrivatidisse Mark confuso e ottenebrato dal caldo, non mi hai mai detto niente in tutti questi anni di questo incontro, perch ?, lei stessa mi disse di non dirti niente e che ormai non avrebbe avuto senso e che poiJacob non riusc quasi a concludere il discorso per lemozione,che poi sarebbe venuta lei a trovarti, al momento giusto,Incredibile, potrebbe essere la trama del mio libro ma troppo inverosimile. Perch scrivi? gli chiese Jacob, per stemperare tutta la questione, te l' ho gi detto prima, da quel bicchiere di techila, rispose sorridendo, non me lo sarei mai immaginato, il tuo animo razionale si sciolto. Si misero a ridere tutti e due, svelati i loro piccoli segreti. In quel momento Mark prov un senso di armonia, nel ricongiungere alcuni frammenti della sua vita, fra fantasia e realt. Il momento giusto..gli torn in mente questa frase, Mark si chiese a quale momento giusto si riferiva Isabelle, questo pensiero transitava nella sua mente, spariva e poi ritornava continuamente. Riguard di nuovo il foglietto. Quel foglietto aveva transitato nel tempo, era il punto di ricongiungimento della sua vita, della memoria. L' aveva portato a svelare piccoli segreti, dettagli che raccontavano percorsi oscuri e creativi, indicazioni di piccole o grandi verit. Eppure c'era scritto solamente un semplice indirizzo. Scrivo perch, rispose Mark,in quel momento posso meditare su me stesso, cosa che in passato non ho mai fatto, attraverso il viaggio dell immaginazione, attraverso me stesso. Mark si stava raccontando con una lucidit che poche volte aveva avuto,inventare per me come far affiorare contemporaneamente due immagini che hanno un contenuto profondo e univoco, direi psichico, evidente.

Perch due immagini ?, perch c quella apparente e il suo contenuto, la sua essenza. Concluse Mark pensando gi a quale aggancio ci potesse essere fra la sua vita e quel racconto appena iniziato . Cosa dobbiamo fare ancora ? chiese Isabelle dopo la telefonata di Jacob, gi.... penso che abbiamo chiarito molte cose ma sono stanco di scrivere. Prima di iniziare in genere lui le raccontava i suoi sogni, le intuizioni e le sensazioni percepite che lo accompagnavano durante la giornata. Da quel momento cominciarono a parlre intensamente, sempre e comunque del presente. Ci che lui descriveva, dietro l' ausilio della creativit, riguardava un ipotetico presente parallelo. Nella sua mente, aveva lo spessore inconsistente di un ologramma, profondamente realistico e sensibilmente reale. Non si trattava di un' allucinazione ma di un riflesso cos persistente da permettere l' attivazione definitiva, impercettibile e costante di una dimensione che si era risvegliata da profondit inimmaginabili. Il passato era come collocato nei piani alti della sua mente, incombeva come un ricordo, una guida per la sua revisione esistenziale. La sua esistenza stava prendendo un significato, attraverso quell' incontro che superava le barriere del tempo e del pregiudizio. Lui cominci a vedere in lei un' ombra di felicit. Aveva voglia di scherzare,

quindi era felice, pens fra s. Usciamo!esord Mark di buon umore. Camminiamo ancora, ho pensato che la fatidica domanda: da dove veniamo? non poi cos scontata. Il mio problema la memoria, forse ho vissuto tante vite ma non ne ricordo nemmeno una.. disse lei con piacere, mi sembra di ricordare me stessa solo in funzione di ci che riguarda la tua vita. Aggiunse Isabelle ridendo, e adombrandosi poco dopo.Ogni monade un centro di forza, ha una sua rappresentazione del mondo, un sua percezione e si collega con altre. Abbiamo avuto l' opportunit di essere consapevoli di ci che sta accadendo, e forse di ci che accadr. La nostra mente dovr collocare le cose nello spazio e nel tempo. Abbiamo questa forza creatrice e questo il nostro progetto. Girarono per la citt allegramente, cercando di prendere il presente con gioia e leggerezza. La realt era qualcosa da modellare con delicatezza e immaginazione. Un grande supporto dove poter esprimere un aspetto compositivo e un nuovo metodo rappresentativo del tempo e dei fenomeni. Era la possibile realizzazione di un' opera d' arte. Un principio che determinava anche la possibilit di un rischio, quello di lasciare andare l' inconscio troppo velocemente e liberamente. Ogni tanto entravano in qualche negozio, lei era molto presa da tutto ci che vedeva, toccava, sfiorava

le cose osservandole con curiosa attenzione, come fa un bambino alla scoperta del mondo. Non compravano niente, perch di soldi non ne avevano e poi non c era niente da comprare ma tutto da guardare. A lui piaceva girare per quelle strade un po' periferiche, dove c erano dei piccoli negozietti di roba vecchia. L era possibile prendere ispirazione, ritrovare cose evocative di un passato ormai scomparso. Si potevano cercare vecchi dischi di musica, libri impolverati, giornalini e souvenir inutili. Il superfluo di cui si sarebbe dovuto liberare, poteva concederselo solo per giocare con le cose, ricollocandole con l' immaginazione, nelle stanze del suo passato con spirito ludico, infantile. Qualcosa di molto utile per l' immaginazione, sopratutto in quel momento. Lo sai che anche Einstein si interessato a Leibniz, l' ho letto tanto tempo fa in una vecchia rivista. Diceva pi o meno che per raggiungere attraverso semplici deduzioni l' immagine del mondo, l' intuizione uno dei mezzi pi efficaci disse Mark con un tono autorevole. Adesso ho l' ituizione di entrare in questa vecchia libreria! disse scherzando Isabelle. Entrarono e videro dietro un banco un po' malmesso una vecchia signora di colore che fumava la pipa. Il profumo del tabacco si diffondeva nel piccolo ambiente, creando un atmosfera calda e accogliente. La signora

aveva degli occhiali calati sul naso, i libri erano collocati dappertutto. L' insieme mostrava comunque una struttura interessante, costituita da torri di libri accatastati, dalle dimensioni diverse. Tutto era funzionale alle sue esigenze. Mark e Isabelle erano entrati, richiudendo la porta dietro di loro al suono di un campanellino simile ad un trillo. Qui c di tutto, disse la signora soddisfatta strusciandosi le mani, perch un po' di fresco era entrato aprendo la porta. L insegna del negozio aveva colpito l attenzione di tutti e due, c era scritto: Old Colours Books, probabilmente i colori erano riferiti alle variet degli argomenti trattati e alle copertine variopinte e un po' sfumate, consumate dal tempo. Si guardarono intorno, non sapevano da che parte cominciare, non c' era neppure uno spazio vuoto. Togliere un libro, avrebbe provocato una valanga improvvisa a terra. L aria era satura di fumo, creava un' atmosfera un po' misteriosa. Una vecchia radio trasmetteva della musica blues, quel suono un po' graffiato per niente limpido, sembrava trascinare il cuore altrove. Tutto appariva loro in buona sintonia, la signora era l' archetipo perfetto del vecchio saggio, lontano dal mondo e all' interno di esso. Quel blues scioglieva i nodi dell' anima al punto giusto, trasmettendo un senso di lontananza, di malinconia soffusa, fluida e

contenuta. Scorreva piano, in equilibrio con l' energia invisibile emessa dai libri contenenti concetti e idee. Sembravano brulicare all' interno di quelle pagine infinite, farsi parola, vivere di vita propria. Un pensiero surreale attravers la mente di Mark: l' idea bizzarra che se la musica avesse aumentato la sua intensit, tutti quei pensieri, tutte quelle storie, sarebbero esplose all' esterno, provocando una seria conflittualit, oppure nella migliore delle ipotesi, un delizioso scambio di idee. Vi occorre un aiuto ? chiese la signora con una voce profonda da fumatrice, un tono sopra il sottofondo blues, non saprei, disse Mark disorientato. Allora, esclam la vecchia signora, prendendo un aspetto molto serio e convincente, da padrona di casa, alla vostra sinistra ci sono racconti e romanzi, qualche classico, anche vecchi libri di fiabe, aggiunse lentamente, cercando di sbirciare nello sguardo di Mark un residuo di curiosit che andava oltre il tempo. Quando volete qualcosa ve lo trovo subito io, in questo disordine mi oriento molto bene. Poi prosegu con un' aria molto professionale, fra la vecchia bibliotecaria e la nonna di cappuccetto rosso, vedete sopra quel mobile ci sono i saggi psicologia, filosofia, anche qualche libro scolastico..non so se avete qualche figlio o nipote, poi anche astronomia e storie di narrativa, qui dentro c il mondo e le molte visioni di esso , disse facendo trapelare

una luce dal suo sguardo, continuando a fumare la sua pipa. Questo negozio sembra quasi casa suadisse Mark con discrezione, casa mia replic lei ricambiando il sorriso, in questo buco tengo tutti i miei libri, qui ho portato alcuni mobili della mia vecchia casa e da questa porta.., disse indicandola, quasi nascosta vicino ad un un mobile alto, si entra in una piccola stanza dove vado a dormire, ormai sono vecchia e mi va bene cos, questo il mio regno. E' come se questi libri fossero diventati la mia protezione, l' essenza di qualcosa che mi fa vivere ancora, non ho pi un passato. Mark and verso il mobile, perch l era possibile consultarli meglio, senza far cadere niente. Maneggiateli con cura, ognuno ha una sua storia, alcuni sono molto vecchi, altri antichi. In realt non hanno prezzo ma io devo sopravvivere. Mark fu attratto da un libro un po' rovinato e senz altro molto vecchio, lo prese e cominci a sfogliarlo con timore. La vecchia signora lo osservava, seguendo ogni suo gesto, come una madre guarda un figlio. In questo caso i figli gli sembravano due, lui che per et poteva esserlo e quel libro un po' spiegazzato dal titolo: Naturalia di Avicenna. Mark cominci a scorrere la mano su una pagina, poi si sofferm su una frase: E insito nell animo umano una certa propriet (virtus)

di cambiare le cose e che le altre cose le sono soggette, precisamente quando essa trascinata da un grande eccesso di amore o di odio. Poi and ancora avanti e si ferm ad un passo che a lui sembr davvero illuminante. Chiam Isabelle per continuare a leggerlo insieme, cos recitava: Chiunque pu influenzare ogni cosa, se cade preda di un grande eccesso. Infatti l anima allora cos bramosa della cosa che vuole causare, che afferra anche da s lora pi importante e migliore che comanda anche alle cose, che pi convengono a quell effetto. L 'ora pi importante e migliore che comanda alle cose, che pi convengono a quell' effetto, ripet Mark dentro di s. Dobbiamo intuire quando sar il momento, disse con decisione, devi intuire cos' che desideri veramente aggiunse Isabelle. Vedo che avete gi trovato qualcosa che vi interessa molto!disse la vecchia con soddisfazione. Sono qui anche per venderli..non campo d aria ! Mi dispiace un po' ma bisogna anche imparare a fare a meno delle cose! comunque ve lo faccio ad un buon prezzo. Questo un vecchio libro. Avicenna era un medico filosofo del medioevo, il nome stato tradotto perch lui era orientale. Se vi interessano questi argomenti ho anche autori moderni, il grande Goethe e G. Jung lo psicologo tedesco. Sono grandi autori europei, anche noi occidentali non ci possiamo lamentare.

Isabelle prese il libro e continu a sfogliarlo piena di curiosit, Mark continu a parlare piacevolmente con la signora. Questo estratto che abbiamo letto, parla di eventi che possono mutare, spiega che possibile far deviare dal loro corso. E cos, noi siamo condizionati dal concetto del tempo che noi stessi abbiamo creato, a volte continuiamo ad ignorare la sua valenza relativa. La nostra mente non pu concepire, ad esempio che due eventi possano avvenire nello stesso spazio, nello stesso tempo. Come diceva Einstein...?, mi ricordo pi o meno cos : Quando si corteggia una bella ragazza, il tempo passa in un istante, quando si sta su i carboni ardenti, un minuto diventa lunghissimo !, concluse con una risata ampia che lasci scorgere ancora dei bellissimi denti bianchi. Detto questo prese un libro di Goethe lo sfogli, sforzandosi di leggere, si mise a posto i capelli e il vestito, come un' attrice prima di una performance,questi occhiali non mi bastano pi, disse un po' seccata. C un punto interessante aggiunse richiamando attenzione, prima di leggere con gusto, Noi tutti abbiamo in noi un che di forze elettriche e magnetiche. Come il magnete esercitiamo un potere di attrazione e di repulsione a seconda che veniamo in contatto con qualcosa di uguale o disuguale, la signora aveva letto con una voce

suadente, trasmetteva il suo mondo i suoi pensieri. Richiuse il libro di Goethe e lo pass a Mark, con un atteggiamento di condivisione che univa geometricamente gli aspetti della sua vita con quelli dei giovani visitatori. Ne indic successivamente un altro, con un tono di voce recitante il gioco del mistero. Poi richiuse delicatamente il libro. La scienza tante cose non le pu spiegare ma la ricerca determinante, quando si integra con gli aspetti esoterici. Gli antichi filosofi hanno iniziato questo processo, avevano la capacit di vedere oltre la singola disciplina. Prese un panchetto e con un po' di fatica sal tre scalini, sollevando un sedere ancora prominente e rotondo, poi torn a terra aggiustandosi il vestito, con un piccolo libro impolverato. Questo di G.Jung, disse con un sorrisetto soddisfatto, per essere riuscita a prenderlo senza far crollare tutto. Nel novecento abbiamo avuto dei grandi pensatori, anche lui attraverso i suoi studi ha saputo integrare il senso del mistero con la creativit e il pensiero scientifico, un vero genio del nostro tempo. E' incredibile, io non ho studiato ma poi quando ho scoperto i libri, non ho pi smesso di amarli. Di che si tratta?, chiese Isabelle, mentre Mark continuare a curiosare nella vecchia piccola biblioteca. E un saggio che s intitola: La Sincronicit, rispose gentilmente la

signora. L ho letto ma non l ho finito. E' un termine che definisce i moti della psiche inconscia, insomma per semplificare, della parte pi profonda del nostro essere. Lui riteneva che in questo spazio cos occulto, spazio e tempo sono relativi, un po' come nell universo, aggiunse con un sorriso ironico. E come se la conoscenza si trovasse in un continuum spazio-temporale, in cui lo spazio non pi spazio e il tempo non pi tempo. Apr il piccolo saggio e cerc attentamente un punto. Ho trovato: se l inconscio sviluppa o alimenta una quantit di questo potenziale alla coscienza, nasce una possibilit... Mark e Isabelle si guardarono all unisono, con i loro sguardi si comunicarono passione e profondit d' intenti. Provavano un tipo di amore un po' diverso da quello naturale fra un uomo e una donna, sembrava davvero superare il senso del tempo. Era qualcosa di pi sottile e complesso, prodotto da un' energia nata da un senso di rivelazione e dall' intuito, fino a confluire al desiderio di unione, una specie d' alchimia che crea armonia e totalit. Un fluire di emozioni e concetti, un crescendo simile a quel blues, Sentite questa, ma non vorrei essere noiosa. I fenomeni sincronistici avvengono quando vicende come sogni, visioni, presentimenti, trovano corrispondenza nella realt, dimostrandosi veri. In quel momento, mentre lei

leggeva, rivolsero all' unisono lo sguardo verso l' alto. Sopra l'ultimo scaffale c' era un bel libro un po' sporgente. Senza dire una parola di troppo, la signora aggiunse un terzo punto ai loro sguardi e il risultato ottenuto dopo una somma istantanea, fu quello di decidere di risalire di nuovo sul panchetto per prenderlo. Allung una mano, l' aveva quasi afferrato quando il libro cadde a terra, provocando un botto importante. Era di fattura piuttosto grossa, si apr sull' immagine variopinta di un grande serpente. Il serpente Piumato, disse guardando dall' alto verso il basso. Riscese gi lentamente e lo raccolse con delicatezza assicurandosi che non si fosse sciupato. Lasci comunque il libro aperto in quel punto, il disegno era di fattura un po' naif, o meglio il segno riconduceva ad uno stile etnico. Che bella!dissero insieme, come due bambini alla vista di un' immagine fantastica mai vista prima. Il Serpente piumato, disse con orgoglio la signora.Un' immagine mitologica dell' antico Messico, risale alla civilt Atzeca...e poi considerato l' inventore dei libri! simbolo di conoscenza. E' la divinit della morte e della rinascita, il mio protettore, aggiunse tenendolo con cura tra le mani. Scommetto che anche lei vorrebbe fare un bel viaggio in Messico !, le disse Mark sorridendo su tutte quelle fantastiche coincidenze. Certo,

mi piacerebbe tornarci, sono nata l. Conosco quasi tutto di quelle zone ...e poi il serpente piumato che mi ha convinto a spingermi verso il desiderio di conoscenza! la mia memoria ancestrale la mia cultura. Aggiunse una risata, facendo risaltare di nuovo i suoi denti grandi e bianchi. Li compro tutti !disse Mark con entusiasmo infantile, per creare leggerezza e ilarit. Ei ragazzo vacci piano! Questo certo non lo vendo di famiglia, poi non avresti neppure i soldi sufficienti disse la vecchia simpaticamente infastidita. E poi c il supplemento della lezione, sto scherzando! A che ti servono tutti questi libri, devi fare un viaggio nel tempo?, possibile, le rispose ridendo e cercando il suo borsello in tasca. Aspetta, disse Isabelle, curiosando ancora fra i libri con un' aria golosa vorrei prendere questo, disse indicandone uno. Lei sal di nuovo e lo tir gi. Bene Leibniz! questo pu conpletare la vostra ricerca sul tempo... ma non spendete troppo?,cos non avrai pi solo l'edizione economica, aggiunse Isabelle rivolgendosi a Mark con un sorriso. Allora facciamo un po' i conti, i libri in realt sono solo tre, li prese in mano uno per uno, rispolverandoli un po', si rimise i suoi occhiali stile anni cinquanta sul naso, poi prese un foglietto e una biro, merda questa non scrive,

esord, non si aspettavano quella parola, dopo tanta filosofica gentilezza. Mark mise insieme i soldi che aveva, io ho questi le disse mettendo una bella manciata di spiccioli sonanti sul tavolo. Ok il prezzo proprio approssimativo ma sono gi abbastanza. La ringraziarono con la promessa che sarebbero tornati a farle visita. La vecchia signora li salut preparandosi di nuovo la sua pipa per un' altra fumatina con un' aria sorniona e soddisfatta . Si avviarono verso l uscita.Ragazzo, scusa questo il tuo, disse la donna richiamando Mark, gi uscito tutto contento insieme a Isabelle. Si volt, torn indietro, insieme a quegli spiccioli c era rimasto un foglietto ripiegato. Lo prese e lo guard, sorrise leggendo il suo indirizzo, non doveva proprio perdere la strada di casa ! pens fra s. Abbiatene cura di quei libri e leggeteli con attenzione aggiunse lei prima di rimettersi nel suo angolo a leggere e a fumare la sua pipa. Piccole nuvole di fumo dalle forme leggiadre e dall' aroma dolce si espandevano nell' aria con sfumature un po' oscure, proprio come quel blues di sottofondo. Com' bello vivere, disse di lei camminando. Dipende dai punti di vista...vero ? aggiunse Mark allegramente, gratificato da quell incontro. La signora aveva aggiunto un tassello in pi alla sua ricerca, aveva ancora alimentato la sua voglia di leggere e di capire.

Quei temi lo riguardavano in prima persona nel presente ed erano nutrimento per le sue percezioni, sopratutto risvegliavano quella gioia di vivere persa da tempo. In questo momento sto bene, disse lei illuminando i suoi occhi grigi. Dobbiamo godere delloggi, infondo non poi cos male non avere un passato e rendere il futuro solo un' ipotesi fantasiosa!. Concluse scorrendo appena le pagine di quei libri, per non guastarsi l' appetito con un assaggio frettoloso, li avevano presi infondo con pochi spiccioli. Domani far sempre parte del presente, disse lui con nostalgia, nascondendo il suo timore di perderla. Quando disegno, o meglio quando devo progettare qualcosa, quel foglio bianco mi attira perch so che dopo pochi attimi sar strutturato da una mia idea. Inizialmente confusa, poi in un secondo tempo comincio a mettere ogni cosa al suo posto. Sono io che decido l ordine di ogni elemento, in relazione allo spazio, alle necessit e a ci che mi viene richiesto. E' la mia creativit che entra in azione, anche se non sempre possibile realizzare ci che voglio veramente. Andarono velocemente a casa, Mark si accert di aver riposto in tasca il suo biglietto, teneva quei libri ben stretti come un bagaglio prezioso. Io forse non dovrei essere quidisse Mark sospirando, con un aria persa, vorrei conoscere Isabelle.Chiss se veramente lei la ragazza che hai sognato , abbiamo un po'

farneticato, fa molto caldo. Fra poco vedremo uno dei posti fra i pi belli al mondo, a volte la bellezza pu dare un' ispirazione un suggerimento. Sono riuscito a mettermi in contatto con un importante archeologo Sergio Gomez Chavez, ho il suo numero di telefono. Ti rivelo un altro piccolo segreto. Mark lo guard preoccupato, bevvero all inisono ancora acqua. Faccio parte di un gruppo di ricerca, composto da persone provenienti da paesi diversi. Il mio molto pi di un viaggio, un sogno che si realizza, oggi ci dobbiamo incontrareaggiunse osservando lo sguardo dell amico. Mark rimase per un attimo attonito a guardarlo, tutto organizzato, comunque non mi dispiace, qui la cosa si fa seria! Siamo una coppia attempata e un po' scoppiata ma abbiamo ancora voglia di crescere, se sei qui, vuol dire che c una ragione, ma il motivo principale che voglio condividere con te questa mia esperienzarispose con molta chiarezza. Poi Jacob chiese un informazione ad un vecchio, cercando di praticare un po' di spagnolo. Si fermarono in un locale malmesso, dove mangiarono del maiale con peperoncino e cumino e bevvero birra nera. Se sopravvivo con tutto quello che ho mangiato e quello che mi successo, vuol dire che ho una bella fibra. Mi rifaccio di tutto il tempo in cui sono stato a digiuno, disse Mark affascinato dallaroma e dal sapore vagamente un po' antico del cumino, quando ero nella terra del silenzio, non ho mangiato per due giorni, mi ero quasi dimenticato del cibo, mi trascinavo a stento, in dei momenti un energia improvvisa forse provocata da quel vuoto assoluto. L archeologia molto di pi di una passione, disse Jacob bevendo l ultimo sorso di birra, all inizio ci sono

andato piano, non ti ho raccontato tutto perch era il mio piccolo segreto. In questo viaggio si sono concentrati tutti i sentimenti: sofferenza, paura, allegria, desiderio e..... il sogno. Il sogno mette in discussione la realt ma se poi si realizza la realt pi bella. Il vecchio aveva indicato loro la strada il cosidetto Viale dei mortinon molto lontano da l. Era cos chiamato, perch gli Atzechi pensavano che la piramide del Sole e della Luna fossero tombe, poco lontano avrebbero trovato la loro Cittadella. Guardarono da lontano in silenzio e all ombra quel panorama, che testimoniava i resti di un antico mondo, uno dei tanti. Camminarono ancora in silenzio e con fatica ma desiderosi di raggiungere la meta. Quando si desidera qualcosa, qualunque fatica sopportabile, cosa speri di trovare?chiese Mark, girando una domanda che per primo aveva fatto a se stesso. Aveva un aria distaccata, come se una parte di se si trovasse da un' altra parte. Voleva curiosare nella mente della sua anima gemella, deciso a carpire qualche elemento in pi per comprendere se stesso. Era la prima volta che faceva un viaggio di quelli che portano molto lontano. Quel silenzio che aveva vissuto, aveva liberato i suoi sentimenti come coriandoli nell' aria, l' aveva riportato ad affrontare di nuovo la vita, con un nuovo intento:quello di ricostruire l' immagine del s. Voglio capire cosa realmente rimasto di queste antiche civilt...vorrei tanto vedere con gli occhi di chi ci ha preceduto, carpire ci che abbiamo perso, sentire,ascoltare se ancora hanno qualcosa da raccontare, disse Jacob con sentimento.Nel 2003 stata fatta una scoperta straordinaria, l archeologo Gomez Chavez ha individuato un condotto sigillato 1800 anni fa dagli abitanti

del Teotihuacan. In quel momento Mark interpret quella scoperta come una grande rivelazione, qualcosa che lo riguardava direttamente. Il tunnel passa sotto il tempio del Serpente Piumato, l entrata si trova pochi metri sotto la piramide, in realt non la prima volta che faccio questo viaggio...Aggiunse timidamente, dopo una pausa. Mark era stupito e l' ascoltava con attenzione, poi il suo sguardo attonito si trasform e scoppi in una risata senza riserve. La base di queste piramidi quadrangolare, il serpente rappresenta quattro funzioni complementari dell io totale: pensiero, sentimento, sensazione, intuizione. Vedi, io penso che sia possibile capire la realt e oltre.Gli strumenti sono gli elementi della conoscenza: la fisica, la filosofia la scienza e l' espressione artistica, non saggio creare dei confini, tutto si integra. Larchitettura non altro che la sintesi di un pensiero, di una elaborazione inconscia, creativa e funzionale che si fa oggetto. Queste edifici cos immensi mi fanno pensare a dei contenitori di qualcosa che imita o meglio che si collega alla grandezza dell' infinito. Mi sembrano dei laboratori ideati per creare, per realizzare un processo alchemico di unificazione. A volte guardare in silenzioprosegu Jacob, pi tranquillo,toccare o sfiorare delle pietre cos antiche, ti smuove qualcosa. E come specchiarsi,osservare se stessi. Come toccare il tronco di un albero, o addirittura abbracciarlo, come facevano gli hyppies! esord Mark. Quella corteccia qualcosa di ruvido di consistente, sembra la pelle spessa di un elefante!. Si tratta solo della parte esterna, se si ascolta bene si pu percepire che dall' interno ogni stratificazione emana energia e contiene una storia. E' come se ogni anello concentrasse dentro di s l' esperienza vissuta che ha

prodotto l' altro anello, in un gioco di causa ed effetto. Quell'albero vivo, il suo concetto di tempo sta nella presenza di quei cerchi in successione che compongono un unico elemento. E' come ascoltare un mondo che stato assimilato dal tempo, ma ancora vivente, presente e percepibile, carico di informazioni pronte per essere comprese da una mente disponibile che non crea ostacoli. Vedersi in uno specchioMark rifletteva l' immagine di se stesso in quelle parole e si sentiva in completa sintonia con tutto. Il serpente piumato anche chiamato il prezioso gemello, rappresenta la dualit, intesa come un aspetto che si compensa in presenza dell' altro. Tu sei il mio prezioso gemello!, esord Jacob con un tono di voce un' po pi alto. Quando ho iniziato a scrivere, mi sono divertito ad immaginare proprio un ipotetico universo parallelo, una specie di sistema specchiante lontano, in un multiuniverso, dove le azioni degli esseri possono essere modificate. Pura immaginazione, ma io credo nell immaginazione. Sono arrivato ad un punto della vita che tutto mi apparso privo di significato. Ho avuto l' urgenza di esprimere qualcosa che da tempo sostava nella profondit del mio inconscio, una sensazione molto sottile, nata dalla mia profonda sofferenza . Ho cercato una risposta astratta a tutte le mie domande, fuori dall' apparente realt. L' hai trovata questa risposta?, chiese subito Jacob, senza lasciargli il tempo di riflettere. Lo so che assurdo...no non l' ho trovata, ma adesso credo nelle Possibilit, come diceva Leibniz, rispose quasi timidamente. Ho tradotto questa sensazione in un racconto, ipotizzando la possibilit di un universo parallelo concepito con un diverso concetto

di tempo. Avevo bisogno di un atto creativo. La scrittura adesso il mio veicolo per capire ci che provo a livello sottile. Adesso dopo la paura, il silenzio, ci rincontriamo qui io e te. I nostri sogni segreti sembrano confluire come due fiumi alla foce, anchessi sigillati per anni, come il tunnel sotto il tempio. Provarono una grande emozione sentendo di essere in completa sintonia. Erano come due gemelli con delle caratteristiche profondamente diverse, ma uniti dalla necessit di compensare un vuoto. I loro passi erano coordinati e complessi, a volte pi veloci, altre pi leggeri. Erano flessibili come delle molle, ondeggiavano sopra quella terra che tanto avevano desiderato visitare. I piedi si alzavano con armonia ed elasticit senza scatti fuori ritmo, controllavano il desiderio di arrivare prima possibile. Si gustarano tutto, senza voracit ma assaporando lentamente quel percorso. Potevano gi scorgere la meta in lontananza, si avviarono condividento interamente un desiderio, un viaggio iniziato molto tempo prima con l' immaginazione. La prima sensazione fu quella di sentirsi accolti e protetti, non sapevano perch e da chi, anche questo faceva parte di un segreto. Man mano si avvicinavano, un crescendo di emozioni alimentava le loro mente. In Jakob prevaleva la gioia di condividere un sogno, per Mark la soddisfazione di essere finalmente andato infondo alle sue percezioni. Quel percorso gli ricordava vagamente la sensazione di un ritorno e di una scoperta. A tutto questo non c' era una spiegazione, erano guidati da un polo di attrazione che li riportava ad unorigine, sommersa da stratificazioni, incrostazioni, riemerse dalla profondit dell oblio.

L illusoriet del tempo si fece sempre pi forte, ad ogni passo ogni attimo precedeva il successivo, tutto prendeva laspetto della flessibilit e dell' unicit. Quei passi cos ritmici in fine si trasformarono in una corsa liberatoria a perdifiato verso la meta. Arrivati a destinazione, respirando con affanno e il cuore a mille, si apr difronte a loro un panorama molto ampio, uno spazio aperto da cui apparve un ampio viale centrale: Il viale dei Morti. Si chiamava cos, perch si credeva che quegli edifici cerimoniali fossero delle tombe. Invece in quel luogo la vita sembrava la sensazione pi forte ed evidente. Camminarono lungo la via sacra. C'erano pochissime persone, lateralmente videro i piccoli edifici a forma di piramide tronca, al centro e molto pi avanti si ergevano la Piramide della Luna e pi indietro la Piramide del Sole. Un vento leggero accompagnava il loro percorso appena iniziato e iniziatico. Apparvero maestose, la loro geometrica linearit era in perfetta sintonia con gli elementi essenziali di un inconscio primordiale e collettivo, erano testimonianze concrete di un tempo difficile da definire. Non erano state fatte ipotesi precise riguardo l epoca in cui erano state progettate e costruite. Gli archeologi supponevano che quella citt fosse stata edificata da un insieme di etnie, poco identificabili. Pi si avvicinavano e pi l energia fisica e mentale sembrava aumentare notevolmente. Sentivano il corpo pieno di energia elettromagnetica, la mente aperta e curiosa, toccata da naturalit e misticismo. L architettura delle loro vite riprendeva forma, si ricomponeva insieme a quelle strutture cos perfette e creative.

Quelle architetture erano determinate da una geometria perfetta, contenuta, corrispondente all' universo in armonia ascendente, esistenti e concrete in comunione con le energie della totalit del cielo e oltre. Proseguiva fra loro, quella sintonia iniziale che si completava in ogni sguardo, in ogni pensiero con una corrispondenza d' intenti. Sembravano rappresentare il tempo immobile e in divenire, imitavano l universo e lo celebravano come grandiosi archetipi. Si trovarono cos difronte al Tempio del Serpente Piumato. Un senso di lieve vertigine, dovuto all emozione e al caldo, li fece sedere in terra. Tutto sembrava girare intorno ai loro corpi un vortice dolce che innalzava la mente verso l alto, come l' effetto provocato da un buon bicchiere di vino un po' troppo forte. I loro sguardi s inoltravano, attraversavano quelle pietre che costituivano una piramide tronca con sette piattaforme ben modulate. Il motivo della testa del Serpente si riproponeva ovunque, un serpente acquatico con il collare piumato. Rimasero seduti in terra stremati, senza parlare, solo per ammirare. Jacob osservava il suo sogno e Mark contemplava il mistero della sua vita. Non cerc pi delle risposte, era pronto a lasciarsi andare. Pass un po' di tempo prima che Jacob si decidesse a parlare e a dire all amico le sue intenzioni. Quetzalcoatl lincarnazione del serpente piumato, era colui che portava la conoscenza, l inventore dei libri !, potresti chiedere a lui unulteriore ispirazione. E' il creatore del quinto sole, colui che ridona il tempo!, aggiunse guardando nei suoi suoi occhi luminosi e meravigliati.Fra poco arriveranno anche gli altri e tu verrai con noi.

Mark lo guard senza dire una parola, convinto di percorrere la strada giusta. Arrivati a casa, posarono accuratamente i libri sul tavolo del soggiorno. Ho una sorpresa per te, disse Mark oggi il nostro quarto giorno, non dobbiamo essere tristi aggiunse per niente convinto, dobbiamo brindare!Prese una bottiglia di techila e ne vers un po' in due bicchieri, si accomodarono sul tappeto e guardandosi a lungo avvicinarono i bicchieri e bevvero il primo sorso. Poco dopo un bacio, fece assaporare meglio quel liquido ad alta gradazione alcolica. Fu un bacio molto lungo che continu alternato da altri sorsi. Posarono i bicchieri lasciando il quantitativo di un sorso sul fondo. Posero le mani su quei libri, che poco prima Isabelle aveva riordinato uno in fila all' altro, con un senso di rispetto e delicatezza che aveva un senso di ritualit iniziatica. Le loro mani scorrevano sopra le copertine, sembravano sfiorare simbolicamente con sensualit e gratitudine, quei concetti contenuti all' interno di ciascun libro. Erano frutto di una ricerca incessante che aveva penetrato il mistero della vita, proprio come monadi, atomi spirituali, finestre aperte sul mondo. Isabelle apr quello che aveva regalato a Mark, si sofferm su un commento riguardante la visione metafisica del filosofo Leibniz: Il suono dell'onda marina che s' infrange su la riva o del

mare in lontananza, fornisce un' immagine spesso ripetuta in Leibniz, per intendere le piccole percezioni. Giusto adesso dobbiamo definire meglio queste percezioni e prepararci a ci che pu mutare domani, a volte sono le percezioni pi sottili che ci indicano quelle pi grandi. Ti ricordi quando abbiamo detto che ci siamo rincontrati venti anni dopo...penso che devi preparare la tua coscienza di nuovo a quest' incontro. Mi spiego, aggiunse Isabelle cercando di essere semplice e chiara sopratutto con se stessa. Non so come questo potr accadere, so solo che dovrai aprire subito quella finestra, star a significare che sei pronto ad affrontare un cambiamento, un ribaltamento degli eventi. Mark la guard cercando di fermare qualsiasi emozione, seguendo solamente il filo metafisico del discorso. Ti leggo un altro passo, disse Isabelle, legando quei concetti come piccole parti di una guida da interpretare passo dopo passo: La curva il movimento dello spirito. La materia si ricorda cosa accaduto nell' ultimo istante...l' ultimo istante, ripet.Cosa hai provato l' ultimo istante, prima che la mia immagine sparisse dietro l' angolo? forse non volevi sapere, perch gi avvertivi qualcosa, ma non era ancora il momento di aprire quella finestra, di affrontare la vita per quella che . E tu domani che farai ?, chiese Mark molto serio,

convinto ormai che l' unica cosa che desiderava era Isabelle. Porter con me quest' esperienza, la prima la pi bella. Se tu riuscirai a cambiare il tuo corso, io sar felice e poi chiss.. ci rincontreremo, dipende da noi gli rispose seguendo la parte pi profonda della sua coscienza. Adesso tu vuoi cambiare ci che gi avvenuto, se no non ci troveremmo in questa situazione, perch di questo si tratta, aggiunse guardandolo a lungo negli occhi. Devi fare tuo questo concetto, ricordare con forza quello che hai provato e andare in senso inverso disse Isabelle certa della sua intuizione. Anche tu hai fatto molto per me, non sapevo chi ero e adesso comincio a conoscere parte del mio essere umano. Aggiunse lentamente. Mark percep dopo quest' ultima parola un senso di turbamento intenso. Si era svelato un aspetto sottilmente evidente e presistente, che nessuno dei due aveva avuto il coraggio di approfondire o confessare. Un silenzio perfetto interruppe quel dialogo cos determinante, frutto di un processo evolutivo del loro incontro, velocissimo . Comincio a conoscere parte del mio essere umano... Questa frase riecheggiava nella mente di Mark, un' affermazione che sembrava esprimere il suo contrario. Si era formata come una biforcazione, le ipotesi erano due: Isabelle aveva perso la memoria ed era come lui,

coinvolta in una dimensione spazio-temporale eccezionale, manifesta e cosciente, oppure non era un essere umano, cercava di esserlo. La questione era abbastanza complicata. Appoggi le mani a terra come per reggersi. Poi continu a pensare l' irrazionale con il beneficio della sua razionalit innata. Aggiunse alla sua ipotesi la certezza che a lui sembrava proprio un essere umano a tutti gli effetti, ma forse era una condizione nata solo da poco tempo. Guardandola intensamente, le sembr cos semplice e naturale che questa supposizione un po' paranoica, gli apparve assolutamente accettabile. Un sorriso di lei, gli comunic la richiesta di un' accettazione, un segno d' amore aldil di ogni ipotesi, di ogni accadimento. E' solo la profonda connessione e la compassione che apre alla conoscenza del s, aggiunse tranquilla con tenerezza. Quella frase serv a rompere l' atmosfera, l' imbarazzo e la meraviglia di quel momento, per rimandare ancora l' approfondimento di quell' ipotesi cos sconvolgente e interessante. L' ultimo istante, ripet Mark, dopo un battito di ciglia, cercando interiormente con fatica, di affrontare una cosa alla volta . Cosa ho provato...? ho provato un senso di panico indefinito, corrispondente a un disagio fisico, come mancanza di forza di energia, che non mi ha permesso di affrontare una situazione che

avvertivo. Ho allontanato anche l' intuizione di un risveglio, ma ignorarlo non mi ha risparmiato dalla sofferenza. E' stato quando in passato, ho visto quelle piccole luci nel cielo e mi sono allontanato verso il mare.. Il mare aggiunse lei sospirando,anche in quel momento volevi scappare, un' onda contiene un' immensit di piccole onde... Poi in seguito, prosegu Mark, ho continuato a vivere cercando solo di dimenticare. Si abbracciarono lasciandosi alle spalle ogni affanno, l' amore fluiva attraversando i loro corpi oltre il tempo. Mark ebbe la sensazione di fluttuare con leggerezza nella profondit del mare e di riemergere a tratti per riprendere respiro. Si addorment di sasso. Sospeso su una lama tra l' ordine e il disordine, disse Jacob, al termine della lezione di fisica.Questa frase descrive perfettamente il tuo stato, aggiunse scherzando, prima di uscire da scuola. L' ultima ora di fisica ci mette davvero in uno stato critico ! come ha detto il professore:sospesi tra ordine e disordine..Quella giornata di sole improvvisamente si adombr, prese un' atmosfera sospesa, in quel sogno vivido comparve nell'oscurit la figura del professore. Rispondi a questa domanda, gli chiese con un tono poco rassicurante, che cosa definisce il processo denominato emersione? La voce

provoc un' eco insostenibile nella mente di Mark. Si guard intorno cercando di ricordare uno stato critico non sempre si mantiene entro un confine di stabilit, in questo caso ci che accade nel futuro dipende dall' accumulo di ci che accaduto nel passato e dagli eventi che si evolvono nel presente...nei processi asimmetrici, in questi casi avviene un ribaltamento, una biforcazione il sistema subisce un cambiamento.., Pu involvere in un vortice di caos, oppure irrompere in un ordine superiore, in un cambiamento macroscopico, questo il processo denominato emersione. aggiunse il professore, chiudendo un libro. Era arrivato il quinto giorno ed erano felici. Mark si alz dal letto ancora stordito da quel sogno, era quasi un ricordo rielaborato dall' inconscio, cos vivido da sembrare reale. La osserv mentre dormiva. Stava con le braccia aperte in una posizione completamente rilassata, bella come un angelo. Subito dopo gli sembr un pensiero troppo romantico, ma accett questa sua impressione. Pens che potesse prendere il volo, se solo si fosse allontanato. Era quello il giorno in cui tutto sarebbe stato un' incognita, nonostante questo cerc di non pensare. Si accorse per la prima volta che poteva difendersi da quella sensazione sospesa con la sua volont, voleva stare a vedere, per quanto possibile senza

angoscia. Prevalse un senso di gratitudine che gli permise di non chiedere a lei di restare. Quei giorni erano stati lunghissimi, da farlo pensare alla bellezza della relativit del tempo, a come la creativit aveva il potere di cambiare le cose. Si allontan e and nel soggiorno, in terra erano ancora rimasti quei libri che avevano guardato insieme fino a notte tarda. Si sent in compagnia, erano inspiegabilmente vivi e protettivi. Aveva memorizzato quella frase che aveva ispirato Isabelle, La materia si ricorda cosa accaduto l' ultimo istante... cerc di interiorizzarla. Sapeva che quelle parole lo stavano accompagnando verso qualcosa. Si distese a terra per sfogliarli ancora una volta, l' odore della carta era qualcosa che a lui piaceva molto. Il libro in questione era rimasto sul tavolo vicino ad un bicchiere. Allung una mano per prenderlo ma cadde in terra insieme al bicchiere che and in mille pezzi, nell' atto di raccoglierlo si fer appena. Il sangue cadde a piccole gocce sul pavimento. Corse in bagno per lavarsi le mani e medicarsi, poi immediatamente si precipit verso la camera, spint da un senazione di angoscia improvvisa. Isabelle era gi svanita nel nulla. Sul letto era rimasto solo il segno della sua presenza, sent il profumo del suo corpo, dandogli la certezza che non aveva sognato. Si sdrai in terra, lasciandosi andare ad un pianto accompagnato da singhiozzi ininterrotti. Erano simili a quelli di

un bambino che per la prima volta vede perduto l' oggetto dei suoi desideri. Il pianto divent come acqua che scorre per una strada indifferente e senza vita, come una pioggia fitta e sottile, proprio come la sera del loro incontro. Poi si apr uno squarcio di luce nel suo cuore, perch era solo all' altezza del cuore il suo dolore. Di seguito prov un senso di dolcezza cos forte da far dimenticare quello sconforto. Completamente disorientato, torn nel soggiorno. Una solitudine totale aveva invaso improvvisamente quell' ambiente. Era una sensazione talmente forte da avvertirla anche fisicamente. Anche il tempo era in completa sintonia con ci che provava. Apr il suo computer, aveva scritto tanto insieme a lei. Le parole scorrevano dolcemente, insieme alle immagini della sua vita. La sua attenzione si sofferm nella parte che riguardava: La Terra del Silenzio. L' atmosfera che aveva descritto, era assolutamente identica a quella che stava provando in quell' istante della sua vita. Intorno a lui non c' era una terra arida, non c' erano animali strani, ma nella sua mente c' era la stessa forte emozione, dispersione e paura. Sapeva di non essere andato avanti, continu a leggere. Le parole improvvisamente, cominciarono a formarsi autonomamente e a scorrere sempre pi velocemente, affiorarono una dopo l' altra come per incanto. Lo chiuse,

terrorizzato si copr gli occhi come fanno i bambini quando non vogliono vedere una scena di un film troppo forte. Sconvolto si guard intorno, scese in strada. Era difficile stare in equilibrio fra la sensazione di un tempo che lo spingeva in avanti e poi lo riportava indietro. Grid il nome di lei girandosi da ogni parte, le macchine sfrecciavano, tutto improvvisamente sembrava di nuovo una girandola assurda. Sent un energia fortissima che partiva dal diaframma e si diffondeva fino alla testa, grid ancora il suo nome e poi ancora. Si fece sera dopo poco. Senza pensare cominci a camminare velocemente fra la gente che si voltava, guardava attonita o indifferente quell uomo disperato sfrecciare lungo i marciapiedi affollati. Si ferm un attimo per riprendere fiato e poi rallent il suo cammino. Un senso di totale solitudine lo pervase cos tanto da portare le mani alle orecchie, per proteggersi da un silenzio che era diventato assordante. Stremato decise di sedersi in una panchina, convincendosi di voler guardare la gente passare. Osservava gli altri per dimenticare se stesso. Tir fuori uno dei libri, il pi piccolo era rimasto in tasca. Sorrise con una disperazione che affiorava dal suo sguardo lucido, ripensando al pomeriggio che aveva passato insieme a lei, in quella libreria cos evanescente e contemporaneamente cos reale. Lo sfogli lentamente, poi focalizz la sua

attenzione in un punto che parlava dell assioma di Maria la Copta. Cos recitava: dal pensiero segue la sensazione, dalla sensazione l intuizione e da questi tre il sentimento, che si mette a capo degli altri, come guida della vera conoscenza. Gli sembr una sequenza logicomatematica tradotta in una deduzione filosofica finale. Si alz lentamente, quelle parole piano piano si disposero in un ordine geometrico nella sua mente, formando un punto di partenza. Ricominci a camminare un po' pi forte e poi pi lentamente. Ogni tanto nell' oscurit gli sembrava di vederla, con la conseguente delusione di essersi sbagliato. Ogni donna da lontano o in penombra sembrava assomigliarle, ma si trattava solo di una copia sbiadita. Si fece notte e una fitta pioggia ricominci a cadere, continu a camminare senza meta. Era immerso in quella pioggia che formava quasi una nebbiolina, rendeva poco definita ed evanescente quella citt cos dispersiva. Le tornarono in mente frammenti di frasi che si ricomponevano, trovando significati diversi, come in un gioco simile ad un puzzle. Poi con forza sradic dalla sua mente, quella convinzione che si portava dietro come un peso: l abbandono come costante della vita. I visi della gente apparivano come deformati e con espressioni distanti da un minimo barlume di umanit.

Qualcuno si avvicinava timidamente, ma dopo poco l' indifferenza riprendeva il suo corso e si distanziavano velocemente. Nella sua mente scorrevano dei flash-back di una solitudine inebriante, immagini intermittenti di una terra solitaria arsa dal sole, sensazioni di terrore che si alternavano con la dolcezza dei ricordi recenti, nel buio della notte. Sfinito da quella corsa incessante svivol nell' ombra, ritrovandosi a terra con il viso graffiato da cui usc un rivolo di sangue. Le poche persone che passavano lo scambiavano per un barbone, poteva essere ancora vivo, oppure morto, era qualcosa che capitava di vedere spesso. Rimase ad occhi chiusi pi morto che vivo. Poi la mente si ricompose, ritrovando una progettualit razionale in una totale paranoia atemporale, cos riapr gli occhi all' improvviso e tent di sedersi. Li richiuse dopo poco sopraffatto dal suo corpo stremato, cos si addorment a testa in gi. Ei ragazzo, questo il mio posto, non tentare di fregarmi, svegliati, un vecchio barbone con un calcio lo fece spostare. Si svegli di soprassalto, con gli occhi sbarrati vide il vuoto della notte intorno a s. Si alz da terra grondante di acqua, non sapeva quanto aveva dormito. Si trascin lungo la strada, poi in un gesto istintivo, il suo sguardo si rivolse verso il polso, con l altra mano cerc a fatica di tirar su la manica per guardare lora.

I secondi scandivano ancora il loro tempo, con una precisione degna di un buon orologio. Nel giro di poco, percep una sensazione di silenzio ovattato. La sua mente non era proprio precisa come un orologio ma avvertiva che la costante temporale si stava disperdendo, in un immaginario ticchettio impazzito. Cominci a ripetere ossessivamente tante parole sconnesse, alla ricerca di una collocazione: paradosso, situazione critica...biforcazione..la lama di una rasoio tra l' ordine e il caos.. memorizzare...memorizzare.. Queste voci lo inseguivano durante il cammino, in uno stato ipnotico intermedio. Affior nel pensiero la figura della vecchia donna, come un' immagine salvifica, il ricordo del pomeriggio appena passato, con la sensazione susseguente di un sogno. Perch Isabelle era di nuovo scomparsa? si domand, anche se sapeva bene che sarebbe stato da solo ad affrontare l' ignoto di un' esperienza, di cui poteva solo supporre qualche pallida ipotesi, niente di pi. Si mise a ridere e piangere pensando all' incontro eccezionale con lei e a tutto quello che aveva vissuto in cos intensamente pochi giorni. Si rese conto, anche in quella sensazione di stordimento, che sempre e comunque sarebbe stato lui l artefice di ogni azione. Avrebbe potuto cogliere quelloccasione di cambiamento da lei preannunciata, o lasciarla

andare per sempre, intrappolato dalla paura. Aveva bisogno di un consiglio, doveva parlare con qualcuno. Senza pensare apr il libro che si era portato dietro, nell' interno c' era un timbro geometrico molto carino, del negozio della signora. Gli tornarono in mente per un attimo, i colori vivaci di quel serpente piumato e il suo significato di morte e rinascita. A quell' ora era impensabile ricercare il negozio, Era piccolo e nascosto nei meandri di un periferia immensa, anche se si ricord che in linea d' aria, non era distante dal centro. Avrebbe avuto bisogno di un padre, di suo padre. Pensando a questo non ebbe pi dubbi, tutto sembr ricollegarsi a quella pioggia, identica alla prima notte che aveva ricercato disperatamente Isabelle. Doveva accettare quell avventura e seguire le orme di un altro tempo. Avrebbe dovuto abbandonare la paura, doveva perdere ogni attaccamento, per ritrovare ci che pi desiderava. Questi pensieri avano recuperato un ordine consequenziale, in grado di riportarlo dentro se stesso. Si ritrov davanti casa sua. Mentre si avvicinava al portone le venne in mente la porta della signora, il suo rifugio segreto, la sua casa. Quella porta si collegava mentalmente alla porta di casa sua. Pens che nessun istante della sua vita era stato casuale. Avvert come un suono soffuso e profondo, da l a poco avrebbe dovuto dimenticare. Pens per un

attimo, che la morte non fosse altro che staccarsi da uno stato per affrontarne un altro. Aperta quella porta entr dentro e tutto si sfum improvvisamente, prese un aspetto di liquidit, si lasci alle spalle quel vorticare oscuro della metropoli in cui si era inoltrato, per ritornare di nuovo fin l.

Sal le scale, ogni scalino corrispondeva ad un ricordo, ad una sensazione forte ed evocativa, ad un momento gi vissuto di un colore sbiadito, che riprendeva la sua tonalit originaria. Ogni scalino era un nuova intuizione, pi saliva e pi forte era il richiamo verso una vita senza la limitazione del tempo . Voltandosi appena vide che lo seguivano molto lentamente uno dopo l altro delle persone, guard meglio poco distanti da lui c' erano i suoi vecchi amici. Per un istante lunghissimo prov quello che si definisce: terror -panico. Poi l' oscurit mise fine a quella sensazione estrema. Avevano la casa tutta per loro, ma lui quella sera si sentiva strano, diverso anche se era pienamente felice . Dopo poco Mark e Jacob videro comparire in lontananza uno dopo l' altro, diversi uomini di statura diversa. Man mano si avvicinavano, facevano un cenno di saluto a Jacob. Il primo era un po scuro di pelle e aveva i lineamenti

tipicamente indio, fece un sorriso aperto e si present,sono Gomez Chavezdisse allungando la mano verso Mark che si guardava intorno un po sospettoso e un po stupito. Dopo i primi saluti si sciolse l atmosfera in qualcosa di pi conviviale. C erano due inglesi dalla pelle chiarissima un po' trasandati e un canadese altissimo e dinoccolato con un cappello calato fin sopra agli occhi. Parlavano continuamente presi da una eccitazione incredibile, anche Jacob era entusiasta, si guardavano intorno pieni di curiosit e di stupore. Raccontarono del tunnel scoperto pochi anni prima e del robot che avevano fatto scendere per poter registrare alcune immagini, uno scanner - laser che aveva prodotto molte foto. Quel tunnel era stato chiuso per ben1800 anni, era stata davvero una scoperta straordinaria . Teotiuachan era sorta nel duecento Avanti Cristo e riscoperta dalla civilt Atzeca un millennio dopo. La civilt che aveva eretto quella citt era ancora sconosciuta, era scomparsa nel nulla. Si avviarono sotto il sole verso il tempio, Mark conosceva un po' di spagnolo, perch stato chiuso il tunnel?, chiese incuriosito. Gomez sorrise, sarebbe bello saperlo, forse per depositare qualcosa aggiunse, oggi siamo qui per osservare di nuovo questo luogo che ci pone ancora tante domande. Si voltarono, dietro di loro si estendeva il grande viale che una volta portava gli adepti in cammino verso la piramide del Sole, luogo di iniziazioni. Il cammino che veniva percorso rappresentava l ascesa del serpente Piumato da oriente fino al sole. Dagli inferi era risalito per ricongiungersi all universo, disse Gomez a Mark, avendo compreso la sua curiosit.

Ricongiungersi all universo, questa frase si ripet molte volte nella sua mente. Questi basamenti cos quadrati devono avere un significato, chiese a Gomez a bassa voce .

I basamenti delle piramidi corrispondono alle orbite di Mercurio e Venere e la Terra, esternamente al perimetro della Cittadella, aggiunse completando sempre con un sorriso solare, gli occhi gli brillavano, come spesso avviene alle persone soddisfatte e curiose della vita. Quegli occhi leggermente allungati da indio, aggiungevano un senso di appartenenza e di mistero. La mente di Mark era entrata completamente in quella atmosfera. Aveva la sensazione di essere alla fine e all inizio di un tempo pi flessibile e intenso, non pi tiranno ma liberamente creativo . Il suo libro lasciato a riposare, per intraprendere quel viaggio desiderato, sembrava trovare il suo seguito nella realt di quel momento. Si trattava di una sensazione molto simile a qualcosa di astratto, che dal piano dell'immaginazione si concretizza in qualcosa di tangibile. Nel livello superiore della piramide del sole c un tempio, detto della Mica, non visitabile, disse Gomez, due pesanti lamiere ne chiudono laccesso, aggiunse,

mentre Jacob era preso dal suo sogno e discuteva con gli altri animatamente. I fogli di Mica, continu sono come lamine che risultano trasparenti e in grado di riflettere la luce del sole, non si riesce a capire come questa antica civilt abbia potuto portare dal Brasile questo materiale. Un materiale troppo lontano da qui, qualcosa di eccezionale per il suo potere specchiante, riflette il sole con elevata intensit, concluse soddisfatto l' archeologo.Davvero la massima intensit,disse un vecchio poco lontano da loro appena arrivato, probabilmente per aggiungersi al gruppo. Era un vecchio indio, i suoi capelli bianchi contrastavano con la pelle leggermente scura, solcata graficamente da rughe sovrapposte compositivamente interessanti. Aveva una camicia a quadri bord-ocra rattoppata ed era basso di statura. L' insieme dei colori infondeva armonia in quella persona semplice. Questo venne in mente a Mark guardandolo, allung la mano e si presentarono. Sono Don Juan Flores disse con un sorriso che mostrava dei denti rotti. Mi chiamo come il fiume di questo luogo, che fu fatto deviare per creare questa meraviglia. Questo posto la nostra memoria, qui ci sono le nostre radici, una memoria ancestrale aggiunse Mark. Percepiva la figura di quell' uomo come l' ultimo tassello mancante, arrivato per completare quell' esperienza.Ci venivo anche da piccolo con tutta la mia famiglia spieg l' uomo desideroso di raccontarsi. Provavo un emozione forte, un senso di meraviglia che mi rimasto per tutta la vita, completato da quel timore reverenziale che si prova al cospetto di qualcosa di grande e di terribile.Camminavamo lungo il

viale, come in un pellegrinaggio, io e miei fratelli ci guardavamo intorno, trascinati da un'euforia particolare. Avevamo anche un senso di rispetto e di gratitudine verso ci che rappresentava le nostre origini. Attraversare quel viale era come una omaggio, una preghiera e un gioco. Potevamo immaginare i nostri demoni, incontrare le nostre paure e i nostri sogni pi strani, ogni tipo di gioco era possibile. Parlavamo ad alta voce e loro ci sentivano! poi ridevamo, ci rincorrevamo per la paura e il desiderio di sfuggirli. Era un modo per prendere contatto con il senso del mistero, catturati magari per gioco,chiss da quale divinit terrifica, avremmo trovato almeno una risposta alle nostre domande. Sentivamo dentro di noi tutta l' appartenenza a questi luoghi e sembrava che tutto ci che era accaduto, stava ancora accadendo. Era come andare a trovare dei nonni molto anziani....i nostri antenati.Giocavamo provando felicit, spenzieratezza e a volte ci inventavamo la paura, quella paura che produce la bellezza del coraggio, era come tornare a casa e oltre. In questo posto sembra che l energia dell universo trovi una collocazione stabile, c sintonia e la creativit si mette in azione. Ora che sono vecchio vengo qui quando voglio ritrovare e riabbracciare i miei cari, li ritrovo con i miei pensieri disse sospirando,metto insieme i frammenti del passato, qui c' un'energia rassicurante e al contempo un senso di oscurit si nasconde dietro ogni dettaglio, mi fa pensare che niente perduto e che c ancora tanto da capire. Esolo il corpo che mi ricorda che sono vecchio. Il tempio di Mica, mi ha sempre incuriosito, questo materiale qualcosa di specialeaggiunse piano. Si

avvicin ancora a Mark, come se avesse sentito verso di lui una particolare sintonia e la possibilit di confidarsi. Questo materiale ha dei poteri, lo immaginavo disse subito Mark, assorbe l energia del sole, lo riflette con elevata intensit, e non solo questo....Il tempio stato chiuso per tanto tempo perch stanno facendo degli studi su gli effetti che provoca a livello fisico e telepatico, come sai, non si capisce come questo materiale sia pervenuto fin qui. Continuarono a camminare in silenzio. Una volta da piccolo mi allontanai dai miei, raccont il vecchio con un tono pacato e discreto, dopo un po' preso da curiosit, vidi che fra le lamiere c' era una fessura. Cercai di entrare dentro, allora ero piccolo e molto magro, le spostai con fatica e cos riusc a sgattaiolare dentro. Mi ritrovai in un luogo abbagliante di luce cos forte che persi conoscenza. Mi rimasto il dubbio se in quella situazione ho visto davvero tutta la mia vita, anche se in maniera frammentaria, una specie di film non ancora montato. Vidi come in una proiezione tutte le fasi, ma non in successione: la mia immagine da ragazzo, da adulto e .., anche da vecchio ? Aggiunse Mark con delicatezza. Si, rispose dopo un po' di silenzio, anche come sono adesso, aggiunse portando le mani al viso e poi guardando Mark con molta attenzione. Quando ho riaperto gli occhi, mi sono ritrovato in una terra desolata e arida, abbastanza lontana da qui ma sempre in zona comunque...poi non ricordo pi nulla, la terra del silenzio, un passaggio obbligato, o all' andata o al ritorno ! aggiunse Mark con un po' di ironia, per niente stupito dal suo racconto. Era ormai consapevole che stava

ricostruendo una storia, che in qualche modo avrebbe coinvolto anche lui. La conosci?!.. esclam l' uomo sorridendo, qualcuno mi ha riportato a casa. I miei mi hanno detto che erano passati diversi giorni e che erano stati molto in pensiero. Non sono mai riuscito a dare una spiegazione plausibile a ci che mi accaduto. Successivamente sono accadute delle cose che mi hanno riportato a quel ricordo. Le ho vissute in sincronia a quel momento di perdita di conoscenza, sentivo di avere la certezza che avrei potuto modificarle . Mark, vieni andiamo, disse Jacob da lontano.E il tunnel?, chiese Mark al vecchio, come se neppure avesse sentito il richiamo dell amico. Don Juan fece un largo sorriso, ebbene io penso che stato costruito, anche per veicolare le immagini specchiosi perch di questo si tratta, disse l uomo emozionato a voce bassa. Ogni diffidenza era svanita, ormai certo di potersi confidare completamente . Afferr Mark per un braccio trascinandolo pi avanti, allontanandolo ancora di pi dal gruppo. E l che vengono riflessi e assorbiti i nostri ricordidisse con un tono deciso, sicuro di aver incontrato la persona giusta. Vengono registrati attraverso la concentrazione di una forte energia telepatica i nostri momenti di vita, per essere veicolati in un mondo dove forse possibile modificarli e riviverli. Ecome se quella luce fosse di una natura non tollerabile allocchio umano, per qualcosa che pu assorbire i pensieri captare e rielaborare immagini perdute. Una specie di flash-back all ennesima potenza, un meccanismo in grado di fotografare una vita intera, frammentata in mille pezzi, un grande laboratorio di montaggio. E' come se la nostra vita fosse composta da

pezzi girati da ricomporre, accorciare, mettere insieme nei giusti tempi..appunto. Qualcosa di consistente e di incredibilmente effimero, passeggero, mutevole, le immagini del passato possono anche appartenere al presente e viceversa, dipende da come vengono montate!.

Un montaggio a regola d' arte!disse ridendo Mark, prendendo quel momento con un senso di leggerezza, forse ispirato da quell' accento particolare. Era amplificato dalle inflessioni dialettali e del modo di parlare del vecchio. Penso che l' energia propulsiva, quella che realmente spinge verso il cambiamento di una situazione, provenga in gran parte da noi stessi, aggiunse Juan. Teotiuachan la citt dove gli uomini diventano dei, non dimenticarlo!, aggiunse con un tono un po' ironico e credibile. A proposito di immagini fotografiche.., disse Mark frugando nel suo zaino,ho portato una piccola macchina fotografica, ti va se facciamo qualche foto ?, la fotografia davvero come fermare il tempo, l' immagine di un istante irripetibile viene colto di sorpresa e rimane l per sempre.Ogni istante l' inizio e la fine, questa frase me la ricordo a memoria, disse prima di scattare, del grande filosofo Liebniz, il mio preferito.Non lo conosco,

rispose, accompagnando la frase, con un gesto della testa un po' infantile. Si mise in posa e fece un largo sorriso che illumin i suoi occhi, dietro di lui si ergeva il tempio, sembrava rappresentare tutto il suo passato. Mark fece un paio di scatti, il primo gli sembr il migliore.L'antica civilt dei Toltechi, prosegu il vecchio subito dopo, era a conoscenza di molte cose che riguardano l' universo, poi sono scomparsi, sono state fatte delle ricerche degli studi, ma nessuno ha scoperto come sia andata. Questa zona sotto sorveglianza da tempo. Vedi, intorno al tempio aggiunse, sfiorando con delicatezza quella pietra cos antica, il serpente si alterna con la testa di una divinit atzeca che rappresenta la pioggia, quindi l' elemento acqua,Tlaloc, l' ho appena conosciuto! c'era un' immagine in un quadretto appeso nella parete proprio davanti ai miei occhi, nella stanza dell' alberghetto dove abbiamo dormito, non mi ha fatto fare sonni tranquilli, disse Mark, aggiungendo qualcosa che lo faceva entrare ancora pi in confidenza con quel luogo.Lo credo!, la sua immagine emana un' energia positiva e negativa molto forte. Acqua e Fuoco, insomma: l' elemento primario brucia le radici dell' ego e fa risorgere alla vita. Mark ascoltava Juan, e osservava con attenzione quelle forme ben definite e simboliche.Una dimensione parallela..disse piano, guardando verso terra, ripensando a ci che aveva immaginato, scrivendo il suo libro. Il primo pensiero si sofferm sul biglietto, poi di nuovo su quello che aveva vissuto nella terra del silenzio, tutto sembrava ricomporsi nella giusta collocazione. Immagin la sua musa a cui

aveva dato il nome Aryan, proprio come quella ragazza incontrata in quella sera cos piovosa e grigia. Colpa di Tlaloc! pens sorridendo, quella pioggia sembrava non avere mai fine, ma gli aveva portato anche qualcosa di speciale. Si mostravano tutti come aspetti evanescenti nella sua immaginazione, incredibilmente reali nella loro estrema leggerezza. Poi in una frazione di secondo, un pensiero fulmineo attravers la sua mente, accompagnato da un rumore sordo di lamiere. Gli ramment il racconto del vecchio e trov una bizzarra connessione con il ricordo di quel rumore prodotto dal velivolo dove viaggiava, nel momento in cui cadde a terra. Anche lui si era risvegliato nella cosidetta zona del silencio, cos veniva chiamata. Ci che sembrava appartenere ormai ad un passato recente, forse poteva o doveva ancora produrre delle conseguenze. Il fatto di aver perso conoscenza e di non avere avuto da l nessun contatto, pens che fosse stato il segno che in quel momento qualcosa si stava modificando. Non gli tornava l' idea che chiunque era capitato l avesse avuto quell' opportunit. Si sent solo un povero egocentrico. Pens ad una bussola che perso l' orientamento nello spazio, conseguentemente modifica l' ordine del tempo. Erano solo supposizioni in sintonia con il concetto di follia. Mettendoci di nuovo un po' di tolleranza e per giustificarsi, si concesse i termini concettuali di: irrazionalit, metafisica. Attraverso la scrittura aveva avuto queste intuizioni, poi come un poeta del tempo antico aveva seguito la sua musa, la sua guida: Isabelle, colei che era entrata nella sua vita, come il volo leggero di una farfalla: Aryan. Si erano avvicinate, in situazioni diverse, tutte quelle

divinit, pens sorridendo per la sua vivida immaginazione. Tlaloc il dio della pioggia lo aveva spinto con la sua forza terrifica ad uscire di casa, ad inseguire un sogno: riesaminare la sua vita. Il serpente piumato a riprendere il gusto della conoscenza, a riavvicinarsi ai libri, al desiderio di verificare, comprendere. Poi c' era Isabelle che come Aryan era venuta a cercarlo. Come una farfalla venuta dal cielo, aveva volato basso, bagnandosi un po' troppo le ali. A lei era stato anche dedicato un tempio, pens, portando all' estremo la sua immaginazione. Juan l' aveva portato a vedere: Quetzal, poco distante da tempio della luna, dedicato ad una entit mitologica con leggere ali di farfalla. A Isabelle erano servite le ali, leggere e invisibili, per arrivare da cos lontano ! Lelicottero era realmente caduto nella terra del silenzio, aveva interrotto un equilibrio spazio- temporale, dandogli la possibilit di concepire situazioni parallele. Una situazione imprevista lo aveva legato a Juan che l' aveva aiutato a credere di pi in se stesso. L'abbracci improvvisamente come un padre, camminarono velocemente per disperdere il gruppo.Vieni andiamo disse Mark con decisione, prima di partire per questo viaggio ho cominciato a scrivere qualcosa, un racconto in cui descrivo un pianeta specchio, prosegu concitato Mark. Poche pagine, poi da allora cominciato tutto, stavo per perdere l aereo, dopo per sono riuscito a partire con Jacob. C stato un incidente durante un volo in elicottero, ho perso conoscenza e mi sono trovato anch'io nella stessa zona che tu conosci bene: nella terra del silenzio. Sono stato del tempo che non saprei quantificare, ho vissuto la solitudine e la paura. Ho potuto riesaminare la mia vita istante dopo istante. In seguito ho ritrovato in

tasca un biglietto tutto ripiegato con l indirizzo di casa mia e i nomi dei miei genitori. Sono riuscito a uscire da quel luogo solitario, mi sono salvato, ho ritrovato Jacob, anche lui miracolosamente salvo e poi eccomi qua. Ma non solo, aggiunse, dopo un attimo di pausa, poco prima di partire per il Messico ho incontrato una persona solo per poco tempo, il suo nome Isabelle. I suoi occhi ancora li vedo cos nitidamente..l ho sognata qualche giorno fa, mi diceva che mi stava aspettando. E stato un sogno molto vivido. Si avviarono insieme senza neppure aver deciso, verso la Piramide del sole, come trascinati da un automatismo prodotto da quella sintonia inevitabile. Camminavano ad un ritmo cadenzato, Juan sorrideva compiaciuto di aver trovato qualcuno con cui condividere senza riserve, ci che aveva tenuto segreto per tanto tempo. Quella confidenza era avvenuta spontaneamente per una sotterranea affinit elettiva. A volte le persone si riconoscono al primo sguardo, una sensazione immediata, qualcosa che noi identifichiamo con l amore e con l amicizia. Il nostro tempo ci fa girare in tondo, disse Juan facendo un gesto con la mano, un po' grossa e rugosa, continuando a sorridere, ci si ritrova! Quetzalcoalt il serpente piumato ha bruciato le acque, per ritrovare ci che scaturisce da questi due elementi:la vita. Questo forse avviene anche con le persone che se ne sono andate da questo mondo. Ci si perde e poi ci si ritrova ancora, si insegue un senso che troppo legato ad un ragionamento logico razionale, l intuito pu spaziare nell universo e oltre. Forse Isabelle la tua anima gemella, la tua parte femminile. E' la guida che appartiene all' intuito, alla sensibilit, alla salvezza, la dea madre che si lega alla

trasparenza senza forma dell' acqua. Arrivati alla piramide del sole salirono lungo lampia scalinata, tutto era eccezionalmente grande. Ogni gradino corrispondeva ad un ricordo senza immagini a un intuizione, un desiderio, era sostanza senza forma. Ogni scalino per Mark era un passo in avanti verso se stesso.

Si guard intorno. Un vuoto, una distanza si form tra lui e le immagini sfuocate dei suoi amici che parlavano fra di loro, in quel soggiorno illuminato. Non percepiva neppure il suono delle parole. Un senso di vertigine lo fece precipitare verso il telefono, pens di aver bevuto troppo. Si sent trascinato dentro la dimensione di un de Ja vou fortissimo. Si volt verso la finestra e delle piccole luci abbaglianti, gli fecero chiudere gli occhi per pochi secondi. Si sent solo senza un motivo, anche se gli amici erano ancora l a pochi passi. Sent suonare il campanello. Quel suono sembr particolarmente forte, quasi da creare un eco. Una vibrazione lenta e lunghissima.

Esit guardando verso terra, poi fece qualche passo avanti e chiuse per un attimo gli occhi, la materia si ricorda l' ultimo istante... Sent ripetere questa frase nella sua mente, senza comprenderne il senso, cogliendone solo l' essenza e la percezione di una memoria sensa ricordo. Si precipit verso la finestra spinto da una forza propulsiva, paragonabile allo slancio necessario per affrontare di corsa una strada in salita. Sent un senso di panico, seguito subito dopo dal desiderio di superarlo. Allung la sua mano tremando e apr la finestra senza esitare. Prima di aprire la porta, voleva vedere chi fosse che suonava il campanello ad un' ora cos tarda. Questo pensiero concreto lo riport ad un piano di realt, tranquillizzandolo. Affacciandosi un forte vento spettin i suoi capelli: vide la figura di una ragazza con un trench verde-ocra e un largo cappuccio appoggiato su le spalle. Lo guardava dal basso intensamente, sgranando gli occhi. Gli apparvero come due luci molto calde ma anche artificiali, che illuminavano il buio della notte. Gli fece segno di scendere e di seguirla, scomparendo all' istante. Apr la porta e si precipit per le scale, come forse aveva fatto altre volte, pens fra s. Sent un senso di follia pervadere i suoi pensieri confusi ma anche la protezione del suo istinto. Cominci a correre, la pioggia cadeva fitta. Il bagliore artificiale delle macchine sconvolgeva la sua corsa, non sapeva quale direzione prendere.

Si ferm per riprendere fiato, mise istintivamente la sua mano in tasca, trov un biglietto stropicciato, lo guard con fatica perch la scrittura era molto leggera. Lo rimise in tasca disorientato, non aveva senso in quel momento, pens, non gli serviva l' indirizzo di casa sua. Guard istintivamente lorologio era l una di notte, un tempo giusto, pens, per rallentare la sua corsa e riflettere. Si mise in un angolo per ripararsi dalla pioggia, guard di nuovo con attenzione quel biglietto, senza riuscire a portare a coscienza un motivo che andasse oltre quell' indicazione. Scivol lungo il muro preso da sgomento. Ci che stava vivendo era molto pi di un ricordo o di un de ja vou, non era facile accettare una sensazione cos forte. Il biglietto cadde a terra, fece per raccoglierlo e si accorse che la pioggia stava sciogliendo la scrittura, lo prese, lo ripieg con cura. Si riprese improvvisamente, riaffior lentamente dentro di s un po' di speranza e intuizione. Qualcuno gli gett una moneta, sorrise amaramente e poi se la mise in tasca. Avvicin di nuovo i suoi occhi arrossati e stanchi al foglietto stropicciato, c era segnato l' indirizzo di casa sua, non riusciva a capire di chi fosse la calligrafia. Pens che forse sarebbe dovuto ritornare inspiegabilmente a casa, il motivo era nel profondo del suo inconscio.

Nel momento in cui si alz da terra, dal buio apparve un forte bagliore artificiale da una macchina che pass davanti a lui lasci un'evanescente scia di luce.Tante piccole gocce d acqua fluttuarono nel buio ad un tempo pi rallentato. Dall altra parte della strada, intravide finalmente l immagine della ragazza avvolta da luce e ombra, con il trench zuppo di pioggia. Si trascin lungo il percorso, accellerando il passo, doveva raggiungerla. Era di nuovo scomparsa, pens di tornare a casa. Vide un taxi poco lontano, fece un cenno e la macchina rallent, sal su. Ebbe modo di vedere il sorriso del tassista dallo specchietto retrovisore, aveva la carnagione abbastanza scura, gli occhi profondi e allungati da indio, i capelli bianchi. Mark disse lindirizzo al vecchio, che gli rispose con un bueno senior. Gli indic la strada, vedendolo disorientato. La pioggia scivolava su i finestrini senza sosta e rendeva le immagini liquide e rarefatte, senza consistenza. Le gocce si alternavano ad una velocit incomprensibile, diventavano rivoli di pioggia che si inseguivano senza tregua, riflettendo le luci della strada. Ogni goccia sembrava contenere un mondo diverso dall' altro. Erano conposizioni astratte, come acquarelli colorati su uno sfondo blu- nero, andavano cos velocemente da sembrare illusorie e impermanenti. Si sent solo al mondo, in un viaggio verso l' ignoto.

Aveva perso tutta la sua razionalit, le sue emozioni mutavano ogni secondo, come quelle gocce di pioggia. Sentiva di essere in un luogo di confine, in una dimensione delicata e pericolosa ma una forte curiosit lo spingeva a resistere. Qualcosa gli trasmetteva fiducia, doveva affidarsi, lasciarsi andare, scivolare incessantemente come quelle gocce di pioggia. Una frenata improvvisa lo avvis che era quasi arrivato a destinazione. Si risvegli di soprassalto, essendosi appena appisolato. Si frug in tasca e tir fuori i pochi spiccioli rimasti. Quella moneta che gli avevano dato scambiandolo per un barbone, gli era servita proprio, pens. Doveva fare ancora un po' di strada a piedi, quei soldi gli erano bastati appena. Mark mise le monete nella mano grande del vecchio, che si volt appena e lo salut con un buon viaggioe un sorriso rassicurante. Scese con calma e rimase fermo per un po'. Si guard attorno era quasi dall altra parte della citt, era notte e c era poca gente in giro. Ebbe paura. Pens di nuovo alla solitudine di quella metropoli, alla moltitudine di tutti quegli esseri che sembravano immagini evanescenti, intraviste velocemente dal finestrino, mentre la macchina sfrecciava. In quella strada bagnata, sparivano nel bagliore di un momento. C era un silenzio incredibile, cominci a camminare cercando casa sua, era ancora abbastanza

lontana da l. Molto lentamente riport dal suo inconscio la sensazione di vivere un evento particolare, ripens a ci che aveva letto poco tempo prima su un libro di G. Jung. Alla comparsa di quel ricordo ne fluirono altri, che non gli sembravano corrispondenti ad eventi che aveva realmente vissuto. Soprattutto dal profondo riaffior come un sogno, l immagine di una vecchia signora di colore che gli aveva venduto il libro. Di nuovo cap che si trattava di qualcosa molto pi forte di un ricordo, prov un senso di fastidio e di paura. Di seguito, accanto a s nel pensiero, lo accompagnava la sensazione di qualcosa di piacevole e rassicurante. Poco dopo l' immagine sfuggente della ragazza comparsa come una stella nella notte. Accadde tutto in un secondo, fu preso alle spalle. Con la coda dell occhio non riusc a vedere chi fosse, si accorse che si trattava di due persone che urlavano, uno lo teneva stretto per le braccia e l' altro gli mise un coltello alla gola. Era ubriaco e molto aggressivo, frugava nelle tasche dei suoi pantaloni per trovare un po' di soldi che non aveva. Il terrore fu una sensazione immediata e fredda come la lama di quel coltello che gli sfiorava, premendo leggermente, il collo. Dopo un po' si mise a urlare, in quel momento alcuni spiccioli rimasti caddero a terra, da un buco della fodera dei pantaloni. Con il poco fiato che gli rimaneva in

gola, disse di non avere altro. Fu trascinato per un pezzo di strada. Prov a gridare aiuto ma niente e nessuno sembrava sentire le sue grida, si sent affondare in un abisso molto simile alla sensazione di affogare. Pens che sarebbe morto, in quel caso, la vita vissuta fino a quel momento gli sembr non avere alcun senso. Queso pensiero gli apparve pi feroce di quel coltello alla gola. Per un attimo percep la sensazione, che quell' agguato rappresentava solo la sua paura di affrontare qualcosa di totalmente nuovo e diverso.

Si divincol con tutte le sua forze, riusc a liberarsi. Due calci lo fecero andare di nuovo a terra, la lama di quel coltello gli fer la mano sinistra. Nel momento in cui si accorse del sangue, i due se ne erano gi andati. Si guard intorno come un animale terrorizzato. Quando fu certo di essere in salvo, strapp un lembo della sua camicia e si fasci la mano sanguinante. Si alz in piedi, bastarono pochi passi per vedere nella penombra una giovane donna:era lei che cercava. Non curante dello spavento che aveva avuto, della mano ferita e della pioggia, cerc di raggiungerla. La giovane

donna si stava dirigendo verso una macchina, lui rallent la sua corsa. Trovandosi a pochi metri, la guard di spalle camminare ad un ritmo cadenzato. Allung lentamente il braccio tremando per lemozione, le sfior la spalla destra. Passarono alcuni secondi, poi con un gesto lentissimo lei si volt. In quella frazione di secondo, i due sguardi si incontrarono con una sintonia geometricamente perfetta, da non lasciare spazio a enigmi da risolvere. In quegli sguardi c erano tutte le parole, il passato e il futuro ma soprattutto il presente.Vieni andiamo disse Isabelle, c eravamo persi ci siamo ritrovati, venuto il momento. Mark la prese per mano, senza aggiungere altro e senza chiedere niente. Montarono in macchina, guido io, tu sei ferito disse Isabelle. La macchina correva lungo la strada, scansava le altre macchine, fino a raggiungerne una poco lontano. Sei pronto? disse lei, rivolgendogli un altro sguardo amorevole, adesso far cenno di fermarsi a quella macchina che vedi davanti a te. Quando potrai intuire chi sono le persone che intravedi, per qualche minuto proverai un grande turbamento, un' emozione cos forte da dimenticare tutto dopo poco tempo. Avrai l opportunit di vivere consapevolmente l' evento che hai desiderato pi di ogni altra cosa. Non avere paura, dopo i primi momenti non

ricorderai pi nulla e neanche io. Sarai solo felice. Potrai vivere il preludio, l' imitazione di ci che definiamo come rivelazione del tempo, della verit che tutto possibile. Mark aveva di nuovo vent' anni e affidava la sua vita a quella giovane donna . Si lasci andare dimenticando se stesso e il tempo. Lauto continu a sfrecciare con un ritmo cadenzato, Isabelle mise la sua musica preferita: Raindel grande musicista giapponese R. Sakamoto. Poi rallent e si accost finalmente ad una macchina, lampeggiando appena . Mark con gli occhi sgranati guard attraverso il vetro, l immagine appariva sfuocata e liquida. Luci e ombre si alternavano come in un gioco di specchi. Le figure che intravide gli sembravano trasparenti e inconsistenti. Cercava di mettere a fuoco quelle immagini celate dall'oscurit. Fino a che la luce un po' pi forte di un lampione, illumin la macchina. Lo sguardo di Mark deline le figure di due persone che si voltarono all' unisono: suo padre e sua madre. Parlavano, gesticolavano, ridevano. L emozione fu cos forte, pens per un attimo che stava sognando. In pochi secondi questa sensazione si stemper, fino a scomparire. Il buio lo avvolse, precipit in una situazione di oblio che aveva un aspetto rotatorio interminabile, fino a riportarlo a quella realt.

La macchina si accost, poco lontana anche l altra parcheggi accanto. I genitori di Mark scesero, anche i due giovani non si fecero attendere.Si avvicinarono lentamente gli uni agli altri, si abbracciarono e si salutarono. Prendiamo una macchina sola, andiamo i vostri amici vi stanno aspettando, dobbiamo festeggiare, disse il padre di Mark. Guard a lungo suo figlio con un' espressione di gioia straordinaria, festeggiare cosa ?, chiese Mark, contenendo un tremito improvviso. Non avvert nessuna risposta, continuarono solo a guardarsi con amore. 4)livello di Dio :regione del possibile L'ultima possibilit tendeva contemporaneamente e naturalmente al compimento, verso la Totalit, corrispondente all' elemento Fuoco. Arrivati sopra la piramide del Sole, dallalto tutto sembrava incredibilmente interminabile, infinito. Un senso di libert girava intorno a loro, come un vortice di luce . Si guardarono, s intesero senza parlare, un intensa sensazione di tempo ritrovato nel presente, pervase le loro menti. Juan ruppe il silenzio dicendo, Sembra che la parola Mica provenga dal latino micare che vuol dire brillare. Si guardava attorno sbattendo leggermente gli occhi, come si fa quando si abbagliati dalla luce. Vedi, prosegu lentamente, questo un minerale prezioso. Ne aveva raccolto un piccolo frammento che lo sfarinava con piacere, facendo cadere a terra i pulviscoli brillanti, ha come delle sfaldature e la sua caratteristica quella di

avere una disposizione laminare come quella degli atomi, simile a fogli esagonali. Mark lo guardava e sentiva interiormente che poteva fidarsi di lui. Contemplarono dall' alto quel panorama straordinario, Juan fece un gesto con la mano indicando il Viale dei Morti. Probabilmente potrebbe corrispondere alla via lattea, queste costruzioni grandiose, sono state fatte per trovare sulla Terra dei punti di collegamento con la disposizione dei pianeti nell' universo. Mark si lasciava andare a quelle semplici spiegazioni. Scendendo le scale pi velocemente e guardandosi intorno, Juan disse: Le piramidi potevano essere in origine ricoperte di Mica . Nel pensiero di Mark, sembrava riflettersi invece il principio della dualit. Nella sua mente vedeva una luce accecante e un buio profondissimo, ricordandosi dei sacrifici umani che le caste sacerdotali praticavano. Ripens che nella storia, anche sotto il principio della spiritualit e della luce, si erano verificate le pi atroci e inutili brutalit. Una follia, una costante di questo tempo illusorio, pi ci pensava e pi non riusciva a dare una spiegazione. Questa si suppone fosse una lunga via d' acqua che rifletteva la luce di questo mineraleprosegu Juan, riferendosi al Viale dei Morti. Vieni a un kilometro da qui, disse prendendolo sotto braccio, cercando di affrettarsi, esiste un cartello con la scritta Mica che indica dove si trova la piramide, da l parte un sotteraneo che si collega alla piramide del Sole. Camminarono velocemente sicuri di non essere visti, gi complici di ci che ritenevano sottinteso:l' intenzione di vivere di nuovo l' esperienza raccontata da Juan. Le motivazioni erano differenti ma erano uniti dal desiderio di risolvere un'enigma, un'

occasione proposta da un ordine superiore, un' esigenza riaffiorata dall' inconscio. Il caldo era forte come il desiderio di arrivare. Arrivati a destinazione, si guardarono negli occhi, in quel momento non c era nessuno. Dovevamo incontrarci, l'ho visto nei miei pensieri questo momento tanti anni fa. Troveremo un passaggio, non avere paura, concluse paternamente. Mark si guard intorno preda di una tensione ipnotica non indifferente. Questo stato, non gli avrebbe permesso comunque di tornare indietro. In realt, prosegu Juan, questo posto stato chiuso, perch alcuni si sono avventurati e poi sono misteriosamente scomparsi, altri hanno trafugato questo materiale cos utile anche con la speranza di acquisire dei poteri, oppure il solito motivo:guadagnare soldi. Tu perch ci vuoi tornare...dopo tanto tempo?, Juan si guard intorno malinconico, non sai che quando siamo vecchi si ricercano i luoghi della propria infanzia ?!e poi se dovessi perdermi non avrei rimpianti, la mia intenzione di essere libero, anche da questo timore. Ma tu vuoi vivere ancora la tua vita, ma in modo diverso e non un caso se sei arrivato fin qui, questo l' epilogo, mio caro,concluse trionfante.Cosa troveremo dall' altra parte?, una bella domanda, gli rispose, Non ci dato sapere, dipende da quello che si sta cercando, ma il desiderio senza attaccamento da buoni risultati, rispose Juan in veste di vecchio saggio. Un silenzio interminabile li circondava e un timore sordo avvolgeva la mente provata di Mark, ebbe la sensazione di un ultimo atto prima di una grande rivelazione, gi presente nel suo inconscio.

L' entrata sembrava inaccessibile. Poi intravidero una luce sottile che indic loro il passaggio. Sei pronto? arrivato il momento, disse Juan lentamente, Non avere paura, dopo un po' dimenticherai tutto, farai parte di una totale consapevolezza. Mark socchiuse gli occhi, si concentr cercando solo di lasciarsi guidare, affidandosi a quella figura paterna. Gli veniva offerta l' opportunit di dimenticare se stesso, per affrontare la sua nuova vita. La gratitudine, gli dette la spinta necessaria per passare da quel passaggio stretto che si allarg come un elastico. Come un neonato dovette spingere non per uscire ma per entrare in un' altra dimensione. Un fragore di lamiere accompagn quel passaggio. Pens che avrebbe dovuto dimenticare se stesso e cos fu. Cap improvvisamente che lasciare andare la sua identit, bruciare il suo ego, avrebbe reso tutto pi accessibile. Avrebbe incontrato i suoi desideri e li avrebbe dissolti, cosicch si sarebbero forse esauditi spontaneamente, nell' aspetto sottile della luce. Questo era il terzo punto che si stabiliva nella geometria quadratica, corrispondente al mutamento di un evento . L' uomo vecchio e il giovane erano entrati con reverenza e silenzio. La luce s' impadron dei loro nomi, li framment in atomi infiniti. Proprio come monadi, contenevano l'universo intero. La leggerezza senza identit arriv immediatamente, pervase quel luogo dove mille luci riflettevano ogni dettaglio di vita, il microcosmo era l' incanto di quel macrocosmo di cui faceva parte. Tale emersione evolutiva

portava, dai pi piccoli frattali dell' esistenza, verso la totalit dell' universo. Si alternavano creando delle vibrazioni armoniche sempre pi evidenti. Erano luci simili a raggi laser, si dividevano in due, uno rimaneva puro, l' altro rifletteva le particelle, proprio come avviene nella formazione complessa di un ologramma. Ogni livello olografico diventava totalit di se stesso e ci che precedeva quello successivo di livello superiore, come in un gioco di specchi. Leibniz aveva intuito questo meccanismo, ripreso due secoli pi tardi dallo scopritore dell' ologramma. E' un sistema che permette dalla piccola particella di un' immagine, di ricostruire l' intero. La luce come nella realt di ogni giorno, incorporava l' informazione attraverso il misterioso fenomeno del tempo. In quella dimensione l' entropia intrinseca del tempo, non andava verso un ordine costiuito da passato presente e futuro, si formava in relazione al vuoto alla sofferenza che ogni particella manifestava, in un ordine inverso, ricostruendo un' identit di tempo plasmabile. Ogni particella appariva in modo intrinseco nella coscienza di Mark, nella sua interezza, niente era pi separato. Come due sassi buttati in uno stagno, le particelle formavano una struttura chiamata schema d' interferenza, grazie alla purezza della luce. Quella struttura olografica rifletteva anche la realt, composta dalla stessa natura illusoria, ordinata da un tempo consequenziale, contenuto, che rimaneva impresso nella memoria. Una memoria incancellabile, proiettata in quel caso, in una dimensione plasmabile e parallela. Si formava una tessitura subatomica, visibili in accostamenti cromatici. Coesisteva con il livello ancora illusorio della separazione, ma veniva

percepita la possibilit dell' unione, della mutazione di uno o pi eventi. Ogni colore tendeva a formarne altri creando strutture e ulteriori sfumature, fino a che era possibile intuire la forma come qualcosa di sfuggente e in continua mutazione. Era una grande istallazione cromatica degna di un' esposizione, molto simile a una performance espositiva di cristalli. A poco a poco da quella luce cominciarono a formarsi frammenti di immagini lungo le pareti, rese indefinite dall indivisibile aura di ogni essere rappresentato. Si susseguirono momenti di vita, scomposti e velocissimi come luci intermittenti. Era come un grande laboratorio dove la creativit superava la rigidit del tempo. Si creavano spirali, suoni delicati e terrificanti che si fondevano gradualmente nel tentativo di qualcosa di armonico e modulare. Il vortice lucente avvolgeva immateriale una spirale centrale, fatta di luci flessibili, un eco di voci, come suoni ancestrali si espandeva. Il vecchio e il giovane, si presentarono solo come coscienza al cospetto di quell' incandescente ologramma. Immagini e suoni, salivano e scendevano creando infine una cassa di risonanza, una armonia compatta e fluida. Quello era il luogo dove gli uomini diventavano Dei. Chi poteva accedere all interno di quel tempio, dimenticando se stesso, bruciando le acque, come gli aveva detto Juan, avrebbe visto l illusoriet della vita ma anche le infinite possibilit di trasformazione. La possibilit di affinare le percezioni tanto da ritrovarne l essenza fondante:la ricerca della felicit, la trasformazione del tempo, come qualcosa di naturale. Mica era l'elemento concreto, simbolico e misterioso che era arrivato fin li senza nessuna spiegazione plausibile. Il

tramite prezioso per esprimere tutto quel mondo interminabile di opportunit infinite, di vita vissuta nel movimento presente senza essere soggiogate dal tempo. L architettura si modellava in geometrie gotiche di entusiasmante sensibilit . Guglie svettanti come architetture di Gaud, si dilatavano senza limite verso l alto fino a scomparire. Il vecchio e il giovane, percepivano la consistenza dei loro corpi cos leggera, fino a diventare proiezione di immagini riflesse. Erano pi vivi che mai, liberi nella pura creativit. Poi quella struttura specchiante, sembr invertire il percorso ascendente precipit verso terra, la luce s inoltr attraversando quel tunnel riaperto dopo 1800 lunghi anni terreni. La velocit era forte ma ancora percepibile, tanto da rendere i corpi un tutt'uno con quell' energia. Era l il passaggio che si collegava quella terra intermedia, dove il tempo si dilatava, perdeva consistenza. Prima e dopo erano due processi controvertibili ma presenti in un unico tempo. Gli uomini diventavano dei attraverso l' esperienza del confronto con se stessi. Quel luogo terreno aveva un' energia slegata dal passato e dal futuro, mantenuta stabile grazie al collegamento con quel materiale prezioso e sconosciuto. Proveniva da un mondo antico, era stato forse prodotto da un processo alchemico che tendeva verso la totalit, all' unione degli elementi con le forze cosmiche della coscienza. Non tutti gli esseri potevano percepirla, l il tempo aveva una' altra ragion d' essere. Quella terra era come un ologramma separato dal mondo e all' interno di esso, non c' erano interferenze. Una terra dove era possibile comprendere l'essenza, la condizione di ogni essere: la

solitudine, essenziale, per intraprendere il viaggio desiderato. Quel tunnel era il passaggio obbligato. Dall' esperienza del silenzio e della luce, riportava alla dimensione temporale anelata, all' espansione della coscienza, in relazione al livello evolutivo raggiunto. Un passaggio che permetteva a quell'aspetto dimensionale denominato: de ja vous, di essere spiraglio intuitivo di un mondo parallelo esistente. Il cerchio si chiuse ma il suo movimento era infinito: l origine poteva ritrovare il suo inizio, questo pensiero s integr con la bellezza di quel piano consapevole. Quel materiale poteva in origine essere arrivato fin l, attraverso l espansione dell universo. Non erano servite navicelle spaziali, macchine luminose e roteanti, partorite da un' immaginazione relativa alle modalit della mente umana, ma solo un pensiero superiore, qualcosa che doveva rimanere un mistero. Il principio olografico era ipotizzabile. In quel luogo il tempo non aveva mai preso campo ed era rimasto inalterato, pronto per essere riutilizzato da chi avesse percepito una Possibilit. Anche la materia era segno di un aspetto divino che anelava la conoscenza, che voleva progredire, morire e rivivere, creare e ricrearsi con gli esseri.

Era ipotizzabile che gli antichi, potessero supporre di essere puri recettori, ma con una potenziale sensibilit aperta all' esperienza della conoscenza e dell' amore . Il mistero della morte ha prodotto da sempre, una ricerca incessante. L architettura di alcune antiche civilt, era manifesta espressione di un desiderio di contatto, di elevazione, esprimeva un' ascendente percorso verso la conoscenza di aspetti insoluti dell' esistenza. La possibilit di cambiare l' ordine consequenziale del tempo, poteva tramutare la morte in un ritorno, ma non eliminarla . In quei riflessi incandescenti e trasparenti, Mark proiett il suo minuscolo desiderio d incontro, rispetto alla grandiosit degli eventi dell' universo. Una piccola cosa che prendeva una dimensionalit importante: vide di nuovo lo sguardo giovanile dei suoi genitori. Fu tutto cos fulmineo e leggero proprio come un battito d' ali di farfalla.Il battito d' ali di una farfalla pu cambiare il corso degli eventi .questo schema chiamato farfalla di Lorenz, questa frase riecheggi come un ricordo in transito nella sua mente. Rivelazione e promessa. Accanto sentiva una presenza una protezione costante, volt il suo sguardo e vide in quel bagliore gli occhi di Isabelle. Affior nei suoi occhi, fatti di un' immagine trasparente, una commozione che li rese liquidi. Le lacrime servirono per stemperare il colore di un' emozione troppo forte, per renderne possibile l' accettazione, la elaborazione. Rivoli sottili attraversarono il suo viso, come un fiumiciattolo attraverso la montagna. La moltitudine delle immagini

avevano viaggiato lungo cunicoli sotterranei profondissimi, cosicch fosse possibile poi ricongiungere i punti di quel viaggio, in naturale sintonia con l' universo. Il cerchio infinito, contiene l' inizio e la fine. Tutto flu senza pi interruzioni per cercare di pacificare la sua piccola grande vita. Quello spazio come altri su la terra, accoglieva lenergia rigeneratrice, attraverso l armonia naturale del sole. Gli antichi adoravano il sole perch la luce ridona ci che il buio toglie, ma amavano anche il buio perch rende possibile la luce. Juan gli aveva raccontato che gli antichi Maya durante i riti, strappavano il cuore di esseri umani, per ridonare a l'eterno quella scintilla divina che ogni essere contiene nel cuore. Una brutalit che in altre forme si era sempre riproposta nel corso della storia. Cos gli aveva raccontato, esprimendo aldil del bene e del male, un amore profondo per la sua terra, per le sue radici e un forte desiderio di conoscenza. Quella tradizione poteva appartenere a ci che trasforma il senso del sacro nel suo opposto:la supertizione strettamente legata al potere. L' eliminazione della sofferenza era il grande scopo dell' energia dell' universo. Anche una piccola storia aveva il potere di rimettere in atto la speranza di un cambiamento, la possibilit di realizzare una libera scelta aldil del tempo e dello spazio . Jacob avrebbe voluto riscoprire con lui, il tunnel che era stato riaperto dopo 1800 lunghi anni. Aveva portato il suo amico verso un viaggio che era paradossalmente iniziato con la scomparsa dei suoi genitori. Aveva, forse inconsapevolmente, contribuito a rimuovere un dolore mai rielaborato.

Quel tunnel per Mark, solcava le viscere della terra ed era il simbolo della conclusione di un processo: il cambiamento della sua piccola grande vita. Quella civilt cos antica aveva davvero conosciuto dimensioni diverse, lontane ed evolute ed aveva creato un ponte fra gli universi, era come una stazione di collegamento. Quel popolo che aveva preceduto gli Atzechi e i Maya era scomparso inspiegabilmente, lasciando per un minerale prezioso denominato: Mica. Nessuno era riuscito ad ipotizzare in quale luogo si fossero spostati, forse si erano estinti, o si erano stabiliti n altro luogo. Gli uomini che diventano dei erano coloro che prendono coscienza. Avevano la possibilit di vivere in contatto con l intero universo, conoscendo il modo di togliere al tempo rigidit e renderlo flessibile con l' illusoriet a questo connessa.

L' ultima possibilit era l' epilogo, l' effetto di un lungo cammino, l'inaspettato, la rivelazione, il risveglio. Mark apr gli occhi improvvisamente. La prima sensazione che percep fu quella di sentirsi tutto bagnato, il suo corpo era pesante come un macigno.Una grande quantit d' acqua usc dalla sua bocca. Si era sentito riemergere da profondit indefinibili, come da un sonno molto profondo. Percep la sensazione di una immersione ed emersione avvenuta all' unisono come un rituale che lo riportava a nuova vita. Il

tempo che era intercorso fra il momento in cui si era perso nell' oblio e il ritorno alla vita, non era quantificabile. Per qualche istante, ebbe una strana e impercettibile nostalgia del futuro. In quell' istante vide nella sua mente se stesso gi come un uomo adulto, o meglio un ragazzo invecchiato. Era quasi un sogno, vide se stesso nell' atto di riscrivere la sua vita attraverso un racconto. Fu una visione momentanea molto potente che dimentic quasi subito, lasciando una scia emotiva, una struttura solida e positiva. Il presente era l' unica dimensione determinata e determinate. Muovendo leggermente le mani sent che stava toccando la sabbia, cap subito di essere al mare. Percep in lontananza un gran rumore proveniente dal mare mosso e un profumo di acqua e salmastro. Distingueva acusticamente, i movimenti particolari di ciascuna onda che ne componeva l' insieme, sembrava espandersi nello spazio della sua mente ancora assopita. Dal basso, aprendo con fatica gli occhi, vide attorno a lui tante persone che lo accudivano e che gioivano nel vederlo ancora in vita. Aveva ripreso il respiro improvvisamente, qualcosa che somigliava alla reazione ad un improvviso spavento. Una carezza gli fece muovere la testa, i suoi occhi incontrarono i volti di suo padre e di sua madre, che lo guardarono con

un' espressione cos commossa da emanare luce . Stai bene ? gli chiese lei, dopo essersi asciugata il viso con la manica della camicia. Mark rispose con un gesto affermativo e un sorriso, adesso riposati, stasera verrai via con noi, non ti devi stancareaggiunse lei sorridendo. Si sedette con fatica e si guard intorno. Continu a sputare acqua, talmente salata che un senso di disgusto gli provoc una forte nausea. Il panorama gli sembr completamente nuovo anche se sapeva bene dove fosse : era vicino alla sua casa al mare, aveva vent'anni ed era ancora vivo. Questi furono i primi dati certi che arrivarono alla sua coscienza dopo essere riemerso dal profondo del mare. Intorno a lui tutto sembrava prendere vita in modo sorprendente. La luce amplificava ogni minimo particolare, ogni oggetto era cos ben definito da apparire pi reale del solito. Si alz reggendosi a stento su le gambe, gli girava la testa ma la sua giovane et gli permise di ricaricare subito le forze, si aggrapp alle spalle dei suoi genitori. Siamo ancora insieme, ti vogliamo bene. Vieni andiamo, il tempo di cambiarti e torniamo a casa tutti assieme, dobbiamo anche festeggiare! devo presentarti una persona..disse il padre sorridendo, tenendo fra i denti un piccolo sigaro.

Gli amici lo seguirono, arrivati alla macchina vide avvicinare una ragazza all' apparenza timida e riservata. Questa Isabelle, lei che ci ha avvisatoaggiunse il padre commosso, ha sentito le tue grida, mentre stavi affogando. Stava facendo il bagno lei che ti ha salvato, ti ha riportato a nuoto verso la riva, deve essere stato molto faticoso... concluse, dopo un colpo di tosse. Mark allung la mano, guardandola a lungo. I suoi occhi la fissarono talmente tanto che lei sorrise senza riserve, rivelando un' immagine meno distante. Poi avvicinandosi le sussurr, Noi ci conosciamo?, volando in picchiata nella profondit dei suoi occhi, fino a toccarne il fondo. Non credo, rispose lei con un tono sicuro, distaccato e dolce. Grazie di tutto le disse molto lentamente, un grazie cos perfetto sussurrato con dedizione e gratitudine, non l' aveva mai detto cos in vita sua. Anche tu avresti fatto lo stesso....io ho la mia macchina, aggiunse Isabelle, vi seguir, per ogni eventualit scrivo l' indirizzo. Si frug in tasca, prese la sua borsa di tela e l' apr, tir fuori un piccolo quadernetto. Strapp un foglietto e con un lapis ridotto al limite scrisse, sotto la dettatura del padre, l' indirizzo. Quella casa in citt, era rimasta immobile nel corso del tempo, teatro stabile delle possibilit. Arrivati tutti insieme a casa, festeggiarono Mark

che si sent di nuovo bene. Guard fuori dalla finestra aveva smesso di piovere. Ascoltarono musica e brindarono con della birra e quello che trovarono nel frigo. Nel corso della serata dopo un' po si guard intorno, gli mancavano gli occhi di Isabelle. Avete visto Isabelle?, chiese facendosi spazio fra gli amici, che arrivavavano sempre pi numerosi, non ci fu nessuna risposta. Una leggera malinconia attravers la mente stanca di Mark, allontanadolo per pochi momenti da quella lieta compagnia. Era gi molto tardi, qualcuno suon alla porta.Si precipit al primo suono, istintivamente apr la finestra completamente. Nella penombra la figura di Isabelle apparve difronte ai sui occhi, fece un passo avanti e gli sorrise. Con la mano accenn un saluto, poi la penombra divenne buio. Immagin nella sua mente, se stesso di spalle allontanarsi lungo una strada che appariva desertica, sotto un cielo al tramonto che prometteva una giornata buona. Gli torn in mente la materia si ricorda cosa avvenuto l' ultimo istante, non riusci a comprenderne il significato, ma subito dopo prov un senso di felicit e la sensazione di aver superato quell' istante. Sorrise pensando al concetto di bellezza che sfugge, la sensazione di qualcosa di inarrivabile che comincia a farsi strada nel corso dell'

adolescenza. Ma lui non era pi un adolescente era giovane e con tanta strada da fare ancora. La bellezza gioca con il tempo e non si trattiene a lungo, lascia un' impronta, come un richiamo... pens fra s. Si addorment quasi subito, quella giornata era stata davvero molto molto lunga. La mattina dopo il sole lo dest abbastanza presto, si alz facendo un lungo sbadiglio. Apr la finestra, entr un'aria fresca e rasserenante. La stessa aria che a volte si sente dopo una tempesta estiva. Si guard intorno e ripens per un attimo a cosa gli era successo. Un senso di sollievo e di forte melanconia si sovrapposero, creando uno strano effetto un risultato positivo, la sensazione di una vita nuova. Osserv il soggiorno di casa sua con attenzione, come di ritorno da un lungo viaggio. Not appoggiato in un angolo della stanza un quadro. Si trattava di una bella riproduzione dell' opera La Condizione Umanadi Ren Magritte. La sistem in alto vicino alla finestra era da tempo che voleva appendere quel quadro, il suo preferito, ma non sapeva dove collocarlo. Come tutte le cose lasciate in un angolo, era arrivato il momento di trovarle la giusta collocazione, anche se da l a poco sarebbe andato a vivere da solo. Si allontan dalla finestra guardando fuori, il sole illuminava all' unisono le due

rappresentazioni, che apparivano nella giusta sintonia e armonia. Si sent pronto a ricominciare. Poi si guard intorno, sent di nuovo che gli mancava qualcosa o qualcuno: gli occhi di Isabelle. Rimase per un attimo senza fiato, poi una leggera brezza estiva, come un respiro gli fece chiudere gli occhi. Per un' istante comparve nella sua mente l' immagine di Amore e Psiche nell' atto si sfiorarsi le labbra. Sembrava un saluto rassicurante, un pensiero di una sensualit cos forte da sentire in s le due parti, quella maschile e quella femminile, unite completamente . Riapr gli occhi sicuro che ci sarebbe stata un' altra occasione. Guard fuori della finestra era una giornata limpida, il cielo era un piano completamente celeste, compatto e senza sfumature. Come un preludio di primavera si aggiunse all' immagine, il movimento leggero di una piccola farfalla che senza peso, poco lontano si librava nell' aria. A poco a poco si allontan fino a diventare un puntino colorato e sparire in quel piano. Mark prov un' emozione tale che trov spazio nel desiderio creativo di scrivere qualcosa, aveva gi incontrato la sua musa ispiratrice, pens. Un solo battito d' ali insieme a mille altri, avrebbero potuto cambiare, mutare in pochi istanti le sorti metereologiche del tempo. Il significato simbolico intrinseco che percepiva a livello

sottile, era comunque un altro. Piccole variazioni contengono grandi variazioni, cos diceva la teoria di Lorenz. Le torn in mente, ancora fresco di studi. Lasci la finestra aperta per far entrare ancora aria e luce. Aveva ancora bisogno di riprendere fiato, di ritrovare il ritmo giusto del suo cuore. Sentiva a livello sottile una sensazione che lasciava intravedere appena, la percezione di aver intrapreso un lungo viaggio verso il futuro. Mettendo a posto i suoi libri, ce n'era uno del filosofo Leibniz, non ricordava di averlo comprato. Era il filosofo che lo aveva pi interessato al liceo. Lo apr incuriosito,nella prima pagina c' era una dedica scritta a lapis: la curva il movimento dello spirito, la materia si ricorda cosa avvenuto nell' ultimo istante e sotto una nome di Isabelle, scritto con il lapis. Prov una scossa improvvisa lungo il corpo come provocata da un ricordo ancestrale, accompagnata da un senso di vertigine piacevole. Era come se avesse letto una frase d' amore. Il senso di presenza e assenza erano ormai un' unica emozione. Si stup un po' ma non si domand niente, planando con la mente verso la sua nuova realt. Di seguito dalla finestra, come per incant riapparve la farfalla. Aveva proprio fatto un lungo giro ed era tornata inaspettatamente. Si

pos proprio come su un fiore sopra ad un libro aperto, lasciato su la soglia della finestra. Percorse con estrema leggerezza l'ultima frase scritta a fondo pagina: Ogni istante insieme l' inizio e la fine. Leibniz .

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