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El Salvador

Viaggio in America Centrale (3)


La guerra civile in El Salvador ha provocato milioni di profughi. I governi neoliberisti che da una quindicina di anni guidano il paese non hanno portato alcun beneficio alle popolazioni rurali, che si sono riversate nella capitale, vivendo nella povert ed emarginazione. Dalla citt lemigrazione continua verso gli Stati Uniti: un quarto della popolazione salvadoregna vive negli Usa. Il fenomeno dellemigrazione continua, tra indicibili umiliazioni, anche se varie associazioni cercano di frenare tale esodo, con progetti di sviluppo solidale.

IL MIRAGGIO DELLEMIGRAZIONE
di Jos Carlos Bonino

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on larrivo della globalizzazione, San Salvador, la capitale, riunisce in s tutta la ricchezza e la miseria del paese. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i tipici mali dei moderni agglomerati urbani: mancanza dacqua, povert, ghettizzazione, violenza e inquinamento. Lesodo dei contadini, in fuga dalla miseria rurale e dalla guerra, ha invaso la citt e di conseguenza lha fatta crescere a dismisura. Dalla capitale, poi, quasi tutti gli uomini, tranne vecchi e bambini, sono emigrati verso gli Stati Uniti, dove vivono 2 milioni di salvadoregni. Le donne pi giovani, invece, sono rimaste a San Salvador per spendere la loro giovinezza nelle maquilas dove vengono pagate molto poco, giusto quanto serve perch non muoia il lavoratore, perch non muoia lo sfruttato si dice nel paese. Il resto, donne e uomini contadini - una buona parte della popolazione economicamente attiva - lavorano nel settore informale, o sono andati a ingrossare lesercito dei venditori ambulanti oppure girano per le strade del centro della citt. Durante il giorno li si vede trafficare tra le bidonvilles e i nuovi centri commerciali, copia identica di quelli degli Stati Uniti; tuttavia i margini di consumo e il modello di progresso di questo ingombrante vicino (il Nord America), trasferiti in un paese povero, rappresentano solamente un miraggio in termini

to giudicato scomodo, al punto da avere causato la perdita di 7 attivisti, assassinati o fatti sparire dalle forze militari. Tra loro Marianela Garca, che stata la principale fondatrice di questa organizzazione, insieme al presidente Herber Anaya e altri cinque colleghi che hanno creduto in questo impegno di giustizia. Lattuale direttore della Cdhes, Miguel Montenegro, oltre a parlarci del lavoro odierno della Commissione, ci ha raccontato un po della storia travagliata del paese: El Salvador misura 21.000 kmq, con unalta densit demografica: attualmente conta pi di 6 milioni di abitanti residenti, oltre 2 milioni di emigrati negli Stati Uniti e altre migliaia in vari paesi del mondo. La storia contemporanea del pae-

Dallalto, Miguel Montenegro e Cesar Villalona. Accanto: alcuni contadini riparano la strada.
di stabilit macroeconomica. Infatti questi nuovi centri commerciali sono stati costruiti e, soprattutto, progettati per assorbire i 2.200 milioni di dollari che i 2 milioni di emigrati salvadoregni presenti in Usa mandano ogni anno alle proprie famiglie rimaste in patria. Tale flusso di denaro supera di 20 volte le esportazioni di caff, che a loro volta rappresentano il 70% del totale delle esportazioni di El Salvador.

SCHEDA EL SALVADOR
Superficie: 21.041 Kmq Popolazione: 6.520.000 (stima) Gruppi etnici: meticci (88,3%), amerindi (9,1%), creoli (1,6%), altri (1%) Capitale: San Salvador Religione: cattolici (78,3%), protestanti (17,1%), altri (4,6%) Lingua: spagnolo Ordinamento politico: repubblica presidenziale Presidente: Elas Antonio Saca Economia: come per tutti i paesi dellarea, si fonda sul settore agricolo per la sussistenza (mais, riso, fagioli); lagricoltura da esportazione (caff e canna da zucchero); allevamento di bovini; le foreste forniscono essenze pregiate Indice di sviluppo umano: 0,19 (105 posto)

DIRITTI CALPESTATI
In queste circostanze iniziato il nostro viaggio per San Salvador, con lintenzione di capire pi a fondo tale situazione, cercando, soprattutto, di ascoltare i leaders della societ civile del paese. Abbiamo visitato la Commissione per i diritti umani di El Salvador (Cdhes). Tale Commissione, non governativa, fu fondata nel 1978 e da allora impegnata nella difesa dei diritti umani del popolo salvadoregno, denunciando i soprusi a livello nazionale e internazionale. Evidentemente, il lavoro di 26 anni nellimpegno per la giustizia sta-

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se segnata da diverse tappe. In un primo periodo sono stati violentati prevalentemente i diritti umani nella campagna. Verso gli anni 20 El Salvador era praticamente un paese esportatore solamente di caff, finch nel 1929, in conseguenza della crisi economica mondiale, il caff rest senza mercato: la raccolta non si effettu e migliaia di braccianti e contadini poveri soffrirono la fame. A causa di questa situazione, lo scontento popolare crebbe fino a scoppiare in rivolta, nel 1932, guidata da Farabundo Mart. La ribellione fu soffocata nel sangue, con massacri perpetrati dalle truppe del generale Maximiliano Hernndez. La repressione fece 12 mila morti. Inizi cos una serie di regimi militari che dur per mezzo secolo.

Tra gli anni 60 e 70 - continua Miguel Montenegro - i diritti umani vengono calpestati prevalentemente in citt. In questi anni, infatti, la gente inizia a emigrare verso le aree urbane, per lavvento dellindustrializzazione nellambito del Mercato comune centroamericano. Gli alti indici di crescita raggiunti, non furono sufficienti per abbattere la disoccupazione e lo scontento per le ingiustizie si trasfer in citt. Segu un altro periodo di violenta repressione, portata avanti da differenti corpi di sicurezza e dalle forze armate. in questo momento che iniziano lorganizzazione e la denuncia da parte nostra. Nel 1977, infatti, la contestazione civile era scesa per le strade e la repressione era stata dura e indiscriminata, cau-

sando oltre 7 mila morti. Limpotenza e la mancanza di alternativa politica fecero esplodere il conflitto armato. Scoppiata nel 1980, la guerra civile dur per 12 anni, con un conto salatissimo: 80 mila persone assassinate, pi di 7 mila desaparecidos e circa un milione di profughi. Dopo questo periodo estremamente difficile per El Salvador, nel 1992 furono firmati gli accordi di pace tra il movimento guerrigliero Farabundo Mart para la Liberacin Nacional (Fmln) e il governo ed esercito, soggetti che in quel momento si equivalevano totalmente. Attualmente stiamo vivendo in tempo di post-guerra - conclude Miguel Montenegro -. Continuiamo a difendere i diritti economici, so-

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Stop allesodo
onostante le rimesse in dollari che gli emigrati inviano al paese di origiN ne, lemigrazione costituisce un forte impoverimento per la nazione. In El Salvador la gravit doppia, poich provoca lo spopolamento della campagna, primo anello della catena del depauperamento demografico e delle forze produttive del paese. Come frenare tale esodo? Hugo Flores, direttore dellAssociazione per la cooperazione e lo sviluppo comunitario di El Salvador (Cordes) racconta unesperienza significativa e innovativa realizzata nel municipio di Tecoluca, con cui la sua organizzazione riuscita a frenare tale emorragia migratoria dalla campagna alla citt. Un anno fa, abbiamo fatto uno studio per scoprire le cause e lintensit dei flussi di emigrazione dalle zone rurali di El Salvador. La conclusione stata che, nel nord del paese, nel municipio di Tecoluca, i flussi di emigrazione verso le citt e poi verso lestero, comparati con altri municipi, sono relativamente pi bassi. In questo municipio avevamo lavorato in stretta collaborazione con lamministrazione comunale e altre istituzioni, promuovendo una serie di iniziative economiche e produttive di ampio respiro, come il miglioramento delle infrastrutture, introduzione dellacqua potabile e dellenergia elettrica. Queste iniziative, che includevano la partecipazione popolare, hanno cominciato subito a dare frutti: la popolazione di questo municipio non desidera pi emigrare. evidente che la gente emigra solo se vi costretta dalla povert; ma rimane nella propria terra se viene offerta la possibilit di lavoro e di guadagno per sopravvivere dignitosamente. Abbiamo quindi formulato una proposta incentrata sullincremento dello sviluppo nel settore rurale dellagricoltura e allevamento. Prima, per, abbiamo dovuto garantire le risorse necessarie, garanzie minime che negli ultimi 10 anni erano venute meno, a causa del modello neoliberale imposto dal governo. In tale processo, infatti, sono state soppresse e smantellate le strutture statali che sostenevano il settore agricolo e di allevamento: la banca agraria stata privatizzata; il Ministero dagricoltura e allevamento depotenziato; listituto per la creazione e mantenimento dei canali di commercializzazione stato ridotto allimpotenza. Banche, ministeri e istituzioni varie sono rimaste senza risorse e nellincapacit di promuovere sviluppo nel settore rurale; in questo modo la povert si generalizzata, fino a travolgere il 97% della gente che ancora abita in campagna. Nellimplementare i sistemi di produzione cerchiamo di coinvolgere la gente e sviluppare il concetto di sostenibilit. Questa viene declinata attraverso progetti che rispettino lambiente, con iniziative che generino impiego, garantiscano la sicurezza alimentare e assicurino un guadagno alle famiglie coinvolte nei progetti. Questo modello partecipativo contribuisce a fermare la povert nella campagna e quindi lemigrazione e tutti i mali ad essa collegati; inoltre preserva e conserva le risorse naturali, che in questo paese sono state depredate negli ultimi anni proprio a causa della diffusione della povert. Ma tale modello di sviluppo sostenibile deve essere implementato a livello statale, perch i cambiamenti siano concreti e a lungo termine. Nel nostro paese, purtroppo, lo stato si disimpegna completamente e lascia che la situazione degeneri, mentre si impegnato a firmare un trattato di libero commercio con gli Stati Uniti, che produrr benefici solo per questi ultimi e aggraver la situazione della campagna di El Salvador. J. C. Bonino

camente a garantire la sicurezza di quei settori della societ economicamente benestanti, che hanno in mano il potere e che lo utilizzano contro i poveri.

PER QUALCHE DOLLARO IN PI


Uno dei fenomeni sociali pi importanti e drammatici di El Salvador quello dellemigrazione. Il problema investe la storia contemporanea di tutta lAmerica Latina in generale, ma riguarda in modo particolare i paesi del Centro America. Il grande flusso migratorio dallAmerica Centrale verso gli Stati Uniti si spiega, da un lato, per la vicinanza geografica e, dallaltro, per il fatto che tutti i paesi centroamericani, tranne il Costa Rica e in parte il Panama, appartengono ormai al quarto mondo, secondo la definizione del sociologo francese Serge Latouche. Tra i paesi dellAmerica Centrale, El Salvador lunico ad avere un quarto della sua popolazione residente negli Stati Uniti, prevalentemente concentrata a Los Angeles e New York, dove abita pi di un milione, met dei salvadoregni che vivono negli Usa. In questo flusso migratorio verso gli Stati Uniti, i pi vulnerabili sono i salvadoregni che emigrano per via terra e in maniera illegale. Essi sono costretti a emigrare perch divenuti oggetto dellingiustizia sociale nel loro paese. Nellultimo decennio, infatti, in El Salvador il divario tra ricchi e poveri aumentato di ben 24 volte. Ci significa che il 20% delle famiglie pi povere di questo paese partecipa alla ricchezza nazionale per un misero 2,4% (famiglie intere che vivono con meno di un dollaro al giorno); mentre il 20% delle famiglie pi ricche si appropria del 58,3% della ricchezza nazionale. questa ingiustizia a spingere i salvadoregni a imboccare la strada dellemigrazione, un autentico calvario, in cui devono subire maltrattamenti, da parte delle autorit migratorie nei paesi di transito, e i continui inganni dei coyotes, come vengono chiamati gli individui che trasportano illegalmente le persone attraversando Guatemala e Messico e le frontiere degli Stati Uniti. Soprusi e angherie non finiscono

ciali e culturali, che sono quelli pi calpestati. Certo, rispetto al periodo del conflitto armato e immediatamente dopo la firma degli accordi di pace, i diritti umani vengono violati in minore misura, ma continuano a essere ancora a rischio. La PoliMC / luglio-agosto 2005 pagina 60

zia nazionale civile, per esempio, sorta dagli accordi di pace, defrauda le aspettative e speranze dei salvadoregni, commettendo abusi, torture, minacce di morte ai civili. Un comportamento che ubbidisce a una politica di stato: serve strategi-

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Accanto: guerriglieri del Fmln. Sotto: voglia di dignit nella periferia di San Salvador.
smistare droga; oppure, in attesa di continuare il loro viaggio, questi minori vengono usati per vendere cocaina e marijuana a Guatemala City e a Citt del Messico e finiscono per chiedere lelemosina quando vengono scartati dai pusher. (Il viaggio della droga inizia in Colombia, passa per lAmerica Centrale e arriva negli Stati Uniti; da qui riparte per Spagna e Portogallo ed smistata in tutta lEuropa). Miguel Montenegro della Cdhes illustra ulteriormente la situazione degli emigranti: Ai 2 milioni di salvadoregni emigrati negli Usa, molti altri se ne aggiungono ogni giorno; il fenomeno continuer a lungo anche in futuro, perch la situazione economica di questo paese non sembra affatto migliorare. Inoltre, bisogna ricordare che, oggi, El Salvador sopravvive grazie alle rimesse degli emigrati; tali rimesse sono la voce pi importante per quanto riguarda lingresso di dollari nel paese, valuta indispensabile per leconomia salvadoregna, soprattutto da quando in vigore la dollarizzazione. Se pessimo il trattamento riservato ai salvadoregni durante il viaggio verso gli Stati Uniti - conclude Miguel Montenegro - ci che gli emigranti centroamericani incontra-

con il viaggio, ma continuano nel paese darrivo, senza parlare del fatto che soltanto l1% dei salvadoregni che intraprende la strada dellemigrazione verso gli Stati Uniti, riesce ad arrivare alla meta. Le donne emigranti sono la categoria pi vulnerabile dopo i bambini. Queste donne, di solito sopra i 30 anni, si vedono obbligate a emigrare sia per il salario da fame che

offre la maquila, sia per le difficili condizioni di lavoro a cui sono sottoposte: la vita lavorativa nelle maquilas finisce a 30 anni. La sorte delle donne emigranti drammatica: non avendo soldi per sopravvivere e per continuare il viaggio, si vedono loro malgrado coinvolte nella prostituzione. Altre decidono di consegnarsi alle autorit migratorie e sono costrette a rientrare a El Salvador come deportate. A partire dal 2000, iniziata anche lemigrazione dei bambini, chiamati coyotitos: partono da soli da El Salvador per ricongiungersi ai genitori negli Stati Uniti. In alcuni casi, bambini e ragazzi tra i 10 e i 15 anni sono stati utilizzati alle frontiere per trasportare e

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no nel nuovo paese non certo migliore. Le politiche migratorie del governo degli Stati Uniti e lapplicazione di leggi sempre pi restrittive sfociano spesso in atti di violenza che attentano alla vita dei migranti. Le autorit frontaliere sono arrivate a utilizzare armi con proiettili di gomma e bombe lacrimogene per disperdere i migranti che si avvicinano alla frontiera Usa. Inoltre, la legislazione in vigore tratta i migranti come delinquenti, quando in realt sono solamente persone che cercano un lavoro pi remunerativo, per soddisfare alle necessit elementari dei familiari rimasti nei rispettivi paesi.

DALLA CAMPAGNA ALLA CITT


Di fronte a tale fenomeno, viene spontaneo domandarsi: dove inizia tale esodo, che negli ultimi 10 anni ha coinvolto il 20% della popolazione salvadoregna? Oggi, il 60% della popolazione del paese abita in citt, mentre un decennio fa era il 40%. Molte delle famiglie che emigrano nella capitale, San Salvador, e verso altri centri urbani, svolgono attivit di commercio informale e finiscono praticamente per riprodurre la si-

tuazione di miseria che avevano in precedenza, senza ottenere nel medio e lungo termine un miglioramento delle loro condizioni di vita. A San Salvador abbiamo incontrato Hugo Flores, direttore dellAssociazione per la cooperazione e lo sviluppo comunitario di El Salvador (Cordes). Da pi di 15 anni questa associazione tenta di fermare lesodo rurale e ha aiutato i profughi, alla fine della guerra, a ritornare nelle proprie comunit e a ricostruire la loro vita, utilizzando come strategia un nuovo modello di sviluppo associativo e sostenibile: creare, cio, opportunit che non siano in contrasto con lambiente naturale circostante. Cordes sorta nel 1988 - spiega Hugo Flores -, durante il processo di rimpatrio di migliaia di famiglie che allinizio degli anni 80, per fuggire al conflitto armato, si erano rifugiate in diversi paesi dellAmerica Centrale e nelle zone pi interne di El Salvador. In tale contesto la nostra associazione ha accompagnato queste famiglie nella situazione di emergenza e reinserimento, aiutandole a risolvere le necessit pi urgenti, come alloggio, scuola, sicurezza ali-

mentare e sanitaria. Inoltre, Cordes si prefisse il compito di accompagnare queste famiglie nella lotta per il rispetto dei diritti umani che in quegli anni erano costantemente violati dalla dittatura militare. Nel 1992, con la firma degli accordi di pace, abbiamo iniziato un processo di riorganizzazione strategica, che ci ha portato a specializzarci sul tema dello sviluppo rurale sostenibile. In questo modo, da una parte ci proponiamo di risolvere il problema della sicurezza alimentare e dallaltro di generare reddito e lavoro a circa 5 mila famiglie, promuovendo 5 programmi nella campagna salvadoregna. Il primo riguarda progetti agricoli e di allevamento nellambito della sicurezza alimentare, indispensabile per contenere limpoverimento della campagna salvadoregna; il secondo un programma finanziario che promuove la creazione di cooperative di risparmio e credito, come enti al servizio di queste famiglie. Attualmente in tutte le cooperative funzionanti si hanno complessivamente 5 mila soci. Il terzo progetto riguarda lo sviluppo imprenditoriale, che ha creato finora tre piccole imprese agroindustriali, per la trasformazione dei prodotti contadini e per la commercializzazione allinterno di El Salvador e per lesportazione. Un quarto programma si occupa di gestione dei rischi: lavoriamo con le comunit e le famiglie, aiutandole e insegnando loro a reagire a situazioni di emergenza, come uragani e alluvioni, fenomeni frequenti nel paese. Un quinto programma ha come oggetto il rafforzamento istituzionale: cio accompagnare e sostenere lorganizzazione sociale perch sia capace non solo di realizzare con successo i loro progetti, ma abbiano pure capacit e forza per incidere nella politica, per negoziare con il governo e organismi internazionali. Attualmente stiamo lavorando in 300 comunit contadine e 17 mila famiglie; abbiamo creato 5 uffici dipartimentali in tutto il paese; continuiamo ad accompagnare lo sviluppo rurale sostenibile con la convinzione che questa la chiave per

Venditore di pane nella periferia di San Salvador.


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Resistenza civile contro Alcala e Ppp

onostante i mutamenti politici raggiunti per via violenta, nei paesi dellAmerica Centrale la situazione rimane intollerante. Unica via duscita per generare un cambiamento sociale e politico senza dubbio la resistenza popolare, legata alla disobbedienza civile non violenta. In El Salvador, dopo 30 anni di violenza e centinaia di migliaia di morti sono stati firmati gli accordi di pace nel 1992. A 13 anni da quella data, il paese si trova di fronte allimposizione di una serie di megaprogetti, dannosi per la maggioranza delle popolazioni. A opporsi o limitare i danni di questi megaprogetti ci sono varie organizzazioni come il Cripdes (Comunit rurali per lo sviluppo di El Salvador) e Compa (Convergenza di movimenti dei popoli delle Americhe). Marta Lorena Araujo Martines una delle responsabili della Compa, coordinamento di 75 organizzazioni della societ civile di tutta lAmerica Centrale. Inoltre essa coordinatrice del Cripdes, che raggruppa 42 organizzazioni sociali e contadine di El Salvador. Il coordinamento della Compa spiega Marta Araujo - ci permette di essere in contatto con tutte le organizzazioni affiliate in America Latina e molte altre associazioni che condividono i nostri stessi obiettivi: organizzazione, mobilitazione, lotta e ricerca di alternative ai grandi problemi che vivono i nostri paesi. Inoltre rappresento il Cripdes, che unorganizzazione salvadoregna, nata nel 1984 per far fronte allemergenza dei profughi causata dal conflitto armato. In quel frangente ci impegnammo soprattutto per far s che la popolazione civile fosse considerata come popolazione non combattente e non come obiettivo militare da parte dellesercito e della polizia militare. Abbiamo lavorato con le comunit contadine perch venissero rispettati i diritti umani, economici, sociali e culturali. Fu un periodo molto duro e difficile per il paese. Attualmente continuiamo a cercare alternative alla situazione attuale; per questo facciamo parte della Compa, cio dei vari movimenti sociali dellAmerica Latina, che vogliono crescere dal basso e diventare forti per affrontare le politiche nefaste dei trattati liberisti che irrompono nella vita dei nostri popoli.

E tutto avviene con il consenso dei governi neoliberali che, pi che rispondere alle aspettative della propria gente, obbediscono alle politiche degli Stati Uniti, il cui governo sta forzando in tutti i modi il trattato del libero commercio. Le infrastrutture e megaprogetti del Ppp rendono sempre pi vulnerabile la situazione della popolazione delle aree rurali - continua ancora Marta Araujo -. Non assolutamente vero che tali infrastrutture porteranno sviluppo, come viene detto dalle pubblicit che ci fanno vedere e ascoltare. Nel caso di El Salvador, oltre alla ristrutturazione di porto Cutucu e a nuove strade, il Ppp costruir due dighe. Entrambe sono progettate con una precisa strategia che prevede lespulsione dalle aree rurali di oltre 55 mila famiglie indigene e contadine, spingendole a emigrare verso le aree urbane perch diventino operai nelle zone franche o maquilas. In questo modo verr distrutta ogni organizzazione e unit comunitaria; saranno consegnati titoli di propriet individuali, smembrando cos leconomia collettiva; saranno introdotti i semi geneticamente modificati (Ogm), con effetti devastanti sullagricoltura locale e sicurezza alimentare: essi fanno sparire il seme autoctono, pazientemente addomesticato dai nostri antenati per millenni. I progetti del Ppp non riguardano solo El Salvador, ma anche Guatemala e Messico. Nella regione nicaraguense di El Petn e nel sud del Messico, si vogliono costruire 30 dighe, che spingeranno 10 milioni di indigeni a diventare operai nelle maquilas, oltre a porre fine in questo modo alla resistenza indigena del Chiapas. Il processo di attuazione non tiene in nessuna considerazione la cultura ancestrale dei popoli indigeni che vivono in quelle zone del Messico da pi di 5 mila anni. Il Ppp una minaccia per tutti e non pu che generare pi povert, pi instabilit sociale e pi disperazione nei popoli centroamericani. i fronte alla pressione Usa per implementare lAlca, cresce la resistenza non solo da parte dei movimenti della societ civile latinoamericana, ma anche da parte di vari governi, come Costa Rica, Brasile, Argentina e Venezuela. LAlca avrebbe potuto funzionare se ci fosse stato un processo democratico di consultazione tra tutti i settori sociali dellAmerica Latina - afferma Marta Araujo -, ma cos non stato. Al contrario, si trattato di un processo favorito dai politicanti di una ristretta lite al potere in alcuni paesi. chiaro che quanti hanno intenzione di imporre lAlca vogliono garantire soltanto il proprio benessere, a scapito della stragrande maggioranza della popolazione, condannata allestrema povert. Ma a farne le spese sono soprattutto i popoli dellAmerica Centrale, che sono i pi vulnerabili. Per questo ci opponiamo energicamente ai trattati liberisti come quello dellAlca e del Ppp, perch siamo convinti che questi progetti ostacoleranno lo sviluppo umano di tutte le popolazioni dellAmerica Centrale.

e politiche che investono i paesi centroamericani si chiamano: Piano Puebla Panama (Ppp) e Area di libero commercio delle americhe (Alcala). I due organismi sono strettamente legati. Affinch lAlcala, il trattato di libero commercio, possa funzionare con efficienza, il Ppp deve provvedere le infrastrutture necessarie: fare strade, ristrutturare porti, costruire zone franche o maquilas lungo tutta lAmerica Centrale. Nella realizzazione di tali strutture, per, occorre il capitale umano. Per questo il Ppp impegnato a spostare migliaia di persone dalle zone rurali verso i grandi centri urbani, senza nessun rispetto per le popolazioni indigene e contadine, costrette ad abbandonare la propria terra e le tradizioni millenarie, per diventare operai di maquilas, mano dopera addomesticata dalla povert.

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Il centro e la periferia di San Salvador: specchio della situazione di tutto il paese.

fermare il depauperamento che colpisce soprattutto la campagna in El Salvador.

nelle citt; ma i loro sforzi sono inutili, perch la spinta a tale esodo viene dalla stessa politica economica di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni. Una politica che ha danneggiato non solo le regioni rurali, ma anche le aree urbane, provocando concentrazione demografica e ghettizzazione nelle baraccopoli, come nella periferia di San Salvador. In uno dei quartieri periferici della capitale abbiamo incontrato Csar Villalona, economista e consulente di un progetto di educazione popolare: ci ha spiegato le strategie fallimentari di sviluppo attuate dai governi neoliberali del paese. Negli ultimi due decenni abbiamo assistito a iniziative di decentramento del potere e a numerosi progetti di sviluppo locale promossi prevalentemente dalle Ong. Progetti in cui sono state combinate la partecipazione e lorganizzazione popolare, la riattivazione economica e la generazione di nuove fonti di lavoro. Tutti questi sforzi, per, si scontrano con una realt ben chiara: El Salvador sta sostituendo la sua produzione agricola con importazioni. Negli ultimi 14 anni sono crollate sia la produzione contadina, soprattutto di verdure e grano (elemento base per lalimentazione) sia lallevamento. Attualmente, buona parte del cibo importato dallestero. In questo contesto, quindi, molto difficile pensare a uno sviluppo locale concreto. Gli sforzi fatti fino a ora non sono stati risolutivi; la situazione aggravata dal sistema finanziario, che non d appoggio allagricoltura. Le Ong, da parte loro, fanno quel che possono, poich dispongono di risorse molto limitate. Siamo in un circolo vizioso: da una parte la mancanza di sviluppo causa il fenomeno migratorio; dallaltra la fuga delle persone pi valide allinterno delle comunit mette in crisi lo sviluppo locale.

DIPENDENZA POLITICA
La modernizzazione imposta dalla globalizzazione ha segnato la fine della sovranit economica del paese e linizio dellingerenza politica statunitense. Inoltre, lintroduzione di strumenti economici, come il Tratta-

ALLO STATO CONVIENE....


Cordes e altre associazioni e organizzazioni non governative sono impegnate a contenere la povert e lemigrazione sia nella campagna che
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to di libero commercio (Tlc) recentemente siglato tra i due stati, ha aumentato la dipendenza di El Salvador dagli Usa, fino a diventare totale. Tale situazione degenerata solo negli ultimi 15 anni. Prima, infatti, El Salvador aveva poco capitale straniero e la sua economia si sostentava con lesportazione di caff e cotone. Cera pi autonomia anche a livello politico. Ma in questi ultimi 15 anni, la classe imprenditoriale salvadoregna ha concluso che, nel mondo globalizzato, pu sopravvivere solamente se totalmente vincolata al capitale nordamericano. Il Tlc rinforza questa dipendenza. Il 65% delle esportazioni di El Salvador va negli Usa; dagli Usa importa il 55% di beni e servizi; tutta lindustria delle maquilas, dove lavorano 90 mila persone, vincolata al capitale nordamericano; da questo paese arrivano 2.200 milioni di dollari in rimesse; il debito estero principalmente con gli Stati Uniti e con organismi multilaterali dipendenti dal governo degli Stati Uniti. Si tratta, quindi, di una dipendenza economica totale, che ha un riflesso immediato a livello politico. El Salvador, per esempio, stato lultimo dei paesi latinoamericani a decidere di ritirare le truppe dallIraq. Il governo non ha nessuna possibilit di prendere decisioni che riguardino le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. Governanti e classe dirigente di questo paese sono cos legati al carro americano, da rendere El Salvador la nazione pi dipendente dellAmerica Centrale e praticamente dellAmerica Latina. Gli Usa hanno ingerenza totale nella politica interna ed estera del paese. Un esempio eclatante lo si avuto nelle ultime elezioni politiche: il governo statunitense intervenuto direttamente nella campagna elettorale, inviando alti funzionari che dicessero al popolo per chi votare. Il tutto accompagnato dalle dichiarazioni ufficiali dellambasciatore degli USA in El Salvador. Il risultato che il governo in debito con gli Stati Uniti: per ricambiare diventato talmente compiacente verso il potente vicino, da dimenticare da chi stato eletto.

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