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ANELLI DA FAR GIRARE LA TESTA!

CIO' CHE SI NASCONDE DIETRO AL FASCINO DI SATURNO E DEI SUOI ANELLI INTRODUZIONE (INSERIRE FRAMMENTO DI HOLST NELLA PRESENTAZIONE) Premetto che ho pi ansia che sanit mentale ma, dal momento che, la prossima settimana, sar possibile (sempre se la pioggia non ci mette lo zampino) l'osservazione di Saturno all'opposizione, ho pensato che trattare un argomento del genere potesse risultare interessante - spero di non far addormentare nessuno, in tal caso mi scuso anche alla luce dell'iniziativa Occhi su Saturno a livello nazionale in programma il prossimo mese. Saturno forse il pianeta pi celebre tra quelli che compongono il nostro Sistema Solare, ha influenzato in vari modi l'immaginario collettivo per la presenza dei suoi anelli e, ad oggi, un interessante soggetto di studio. Dal 1610, anno in cui gli anelli vennero scoperti e osservati dal solito noto Galileo, al 1656, quando Huygens li studi approfonditamente, fino alle ricerche cassiniane sui satelliti, le informazioni su questo pianeta sono state lentamente svelate e raccolta, dandoci a fatica un quadro dettagliato della situazione. Ad oggi, anche grazie al progetto Cassini-Huygens (intitolato ai due astronomi), disponiamo di immagini e informazioni senza dubbio pi dettagliate e interessanti: certo che, dal rudimentale cannocchiale di Galileo con cui sono stati osservati per la prima volta gli anelli, a una sonda in orbita dotata di un dispositivo fotografico ad alta qualit, , l'evoluzione delle attrezzature, in tal senso, di importanza fondamentale. LA CARTA DI IDENTITA' DI SATURNO: CHI E' SATURNO? (MITOLOGICAMENTE E ASTRONOMICAMENTE PARLANDO) Come quasi tutti i suoi fratelli, il nome di Saturno deriva da un Dio della Mitologia romana (corrispettivo del Crono greco da cui deriva anche il suo simbolo astronomico) e padre degli Dei maggiori Cerere, Giove, Nettuno e Plutone. Noto a livello mitologico come Dio dell'agricoltura e del trascorrere del tempo, si mangi i propri figli per timore di una profezia secondo cui sarebbe stato spodestato dal suo trono proprio da uno di loro. Quando poi, infine, Giove (salvato dalla madre) comp la profezia, lo esili e ne prese il posto a capo del Pantheon. Dopo questa breve parentesi, diamo qualche dato pi scientifico. E' innanzitutto il sesto pianeta del Sistema a partire dal Sole ed il secondo in ordine di grandezza dopo Giove: con quest'ultimo, Nettuno e Urano, forma il gruppo dei giganti gassosi (altrimenti detti pianeti gioviani) , cos denominati da James Blish (che non sapevo fosse lui l'artefice di tale titolo) che vuole indicare con tale denominazione pur se imperfetta in molti casi quei pianeti che non sono composti in prevalenza da formazioni rocciose e la cui massa presente in percentuale maggiore sottoforma di gas. Nel dettaglio, composto tra il 90% e il 95% di idrogeno (di questo, il 75% la percentuale in massa) e tra il 3 e 10% di elio mentre il restante viene spartito tra altri elementi, tra cui principalmente il metano; il nucleo,

particolarmente denso, vede la presenza di idrogeno metallico il quale, data la sua ottima conduttivit, genera un campo magnetico incredibilmente intenso che causa di una velocit di rotazione elevata. Ci ha come risultato un tempo di rotazione notevolmente inferiore a quello terrestre, meno di 11 ore e, come conseguenza, uno schiacciamento piuttosto elevato ai poli che gli conferisce una forma non perfettamente circolare ma tendente all'ovale. DISTANZA DAL SOLE (in 106 km) PERIELIO (in 106 km) AFELIO (in 106 km) 1'427 = 9,54 UA 1'349 = 9,01 UA 1'508 = 10,07 UA

PERIODO SIDERALE DI RIVOLUZIONE 29.46 (IN ANNI TERRESTRI) PERIODO DI ROTAZIONE (IN ORE 10h 39min SOLARI) DIAMETRO VELOCITA' ORBITALE MEDIA MASSA (TERRA=1) VOLUME (TERRA=1) DENSITA' MEDIA (ACQUA=1) TEMPERATURA SUPERFICIE SATELLITI MEDIA Equatoriale: 107.700 km 9,6 km/s 95.17 744 0,71 g/cm ALLA - 185 C Tra i 18 e i 23 principali e altri minori. 119.300 km. Polare:

Dal momento che risulta estremamente difficoltoso dire dove sia la base atmosferica del pianeta pressione e temperatura variano con la profondit al punto da non permettere l'esistenza di una netta separazione tra regioni allo stato gassoso e quelle allo stato liquido, si soliti partire, nelle misurazioni, dal punto in cui la temperatura inverte il proprio andamento, definito punto 0. Si osservato che, mentre al di sotto di tale punto 0 fissato fino a 300 km, si hanno temperature che vanno da 180 C a circa 27 C, se si misura la temperatura ad altitudini superiori a questo punto fino a 200 km, invece, la temperatura si attesta sui 123 C. Perci, in un modo del tutto analogo a quello che avviene sulla Terra nel momento in cui, a circa 30 km d'altitudine nella stratosfera, si entra in contatto con lo strato di ozono, anche nell'atmosfera saturnina avviene lo stesso processo ma il gas presente qui invece il metano. Cosa comporta ci? Incapace di condensarsi per la temperatura non sufficientemente bassa, il metano funge quindi da carta assorbente per la luce solare e permette l'alzarsi della temperatura nell'atmosfera mentre sulla superficie ad agire sono le fonti interne del pianeta, in particolare frutto della separazione di elio e idrogeno che producono calore come conseguenza di tale

separazione. Tale calore, incapace di restare a terra, salirebbe fino all'altezza zero di riferimento per poi disperdersi liberamente nello spazio. Date le basse temperature, non presente nell'atmosfera un grande numero di nubi, che si formano prevalentemente ad una maggiore profondit e sono velate dagli idrocarburi che sono i responsabili per le tinte sfumate pastello delle fasce del pianeta. LA STORIA DI SATURNO, L'ESPLORAZIONE E GLI STUDI E' piuttosto probabile che Saturno si sia formato dal disco di polvere e gas che, circa 4,6 miliardi di anni fa, ruotava attorno al Sole. Da questo disco, si ipotizza che si fossero formati ammassi protoplanetari e che proprio da uno di questi, a seguito dell'attrazione nel suo campo magnetico, di idrogeno depositatosi attorno al nucleo, si fosse formato quello che poi effettivamente Saturno stesso. Pur essendo stato osservato e conosciuto sin dall'antichit, fu appunto Galileo, nel Luglio 1610, a osservarlo pi o meno accuratamente per la prima volta. All'epoca, era ritenuto il pi esterno dei mondi conosciuti e osservarlo doveva essere senza dubbio un'esperienza senza precedenti. Da queste osservazioni, egli not un disco completo di due appendici che, con l'andare avanti nel tempo, scomparivano e riapparivano sottoforma di anse. Noi oggi sappiamo che sono anelli ma Galileo, con il suo cannocchiale, non aveva i mezzi per poterlo intuire e, nei suoi appunti, ben chiara questa incertezza. Tra il 1655 e il 1656, il mistero venne in parte chiarito da Christian Huygens che, dopo averli osservati, individu un'ombra dalla forma anellide e, dopo averli identificati per quello che sono, ne compil pure una sorta di manuale sulle loro fasi sulla base dell'inclinazione del pianeta. Fu anche il primo a identificare e osservare Titano, la Luna principale. Con il perfezionamento dei telescopi, si infine arrivati ad individuare tre bande distinte nel sistema degli anelli che portano il nome di A, B e C (oggi si giunti fino all'anello F) Gian Domenico Cassini, che osserv a Parigi, assieme a Huygens, il pianeta nel 1675, intu grazie a una divisione tra gli anelli A e B che questi non fossero un corpo rigido ma bens un insieme indistinto di particelle e pulviscolo (tale divisione porta ancora oggi il suo nome) e scopr quattro delle lune del pianeta tra il 1671 e il 1684: Giapeto, Rea, Dione e Teti, che prendono il nome dai Titani, fratelli di Saturno nella mitologia. Wilhem Herschel fu il primo a stimare, sulla base di calcoli effettuati a seguito di alcune irregolarit osservate sulle bande, che la sua rotazione fosse di 10h e 16, Johann Franz Encke studi una nuova divisione degli anelli nel 1838 mentre l'ultimo anello visibile fu infine scoperto nel 1850. Negli anni Quaranta, venne notato un alone attorno a Titano, segno tangibile della presenza di atmosfera ma con i Programmi Pioneer e Voyager tra il 1979 e il 1981 che si giunge infine ad avere le prime immagini ravvicinate del pianeta, dei suoi anelli e dei satelliti. Pioneer 11 e le due Voyager hanno infatti scoperto che su Titano sono presenti condizioni simili a quelle presenti sulla Terra primordiale e quindi la

possibilit che vi si possa sviluppare la vita non sono particolarmente remote. Ma nel 1997 che le cose cominciano a cambiare, quando la NASA in collaborazione con la ESA e la ASI - ha infine lanciato la sonda CassiniHuygens diretta verso Saturno. Questa collaborazione ha dato il via ad uno studio e a un progetto particolarmente ambizioso, pur se non ai livelli dei progetti marziani, nell'ambito dell'esplorazione di altri pianeti. Dal 2004, anno del suo arrivo nell'orbita saturnina, ad oggi, la Cassini ancora in orbita e manda a intervalli regolari foto e dati mentre il suo lander, Hyugens, pur atterrato con successo, entrato in funzione solo per poche ore prima di disattivarsi. ANELLI E SATELLITI: Visti dalla Terra, gli anelli di Saturno hanno contorni netti e ordinati ma, come gi esplicato sopra, sono sciami di detriti ghiacciati la cui origine non ancora del tutto chiara: alcune ipotesi li vedono come resti di un piccolo corpo celeste, forse una cometa o un satellite ghiacchiato, che l'influenza gravitazionale di Saturno ha distrutto. La loro colorazione particolarmente chiara, per, li colloca in un'epoca di formazione relativamente recente: sono perci pi giovani del Sistema Solare stesso. Quello di Saturno sembra quasi un sistema a s stante: bench la presenza di satelliti all'interno della fascia di anelli sia, gravitazionalmente parlando, trascurabile, questa per li mantiene in equilibrio, impedendo alle particelle di abbandonare l'orbita. Ma se gli anelli stessi sono giovani ed probabile che i satelliti siano nati dalla medesima nube di gas, polvere e roccia che diede origine al pianeta, vi un'eccezione. Uno dei pi piccoli, Febe, infatti possibile che sia un oggetto appartenente alla Fascia di Kuiper, attratto e rimasto intrappolato dall'orbita di Saturno come una mosca nella ragnatela dal momento che, soprattutto la sua composizione ma anche la sua orbita marcatamente retrograda, dimostrano quanto sia differente rispetto ai suoi fratelli. Osservando ipoteticamente il sistema Saturno sospesi sopra il polo nord, ci si rende conto dell'estrema somiglianza che ha con il fratello pi grande che fa capo al Sole. Con gli anelli che si estendono per circa 265.500 km e i satelliti osservabili, si ha tutta l'impressione di avere davanti proprio il Sole e la sua corte di pianeti. Dei 56 osservati e scoperti, per, solo 35 hanno un nome. Il pi grande e famoso Titano

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