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Revenge

144 Quando Gianni si rec nella cittadina di Nazareth, invitato dal suo amico Shmuel, non immaginava che una semplice visita di cortesia avrebbe seppur indirettamente, cambiato il corso della sua vita. La graziosa cittadina, situata sul finire degli ultimi contrafforti dei monti della Galilea, che qui iniziano a digradare verso la fertilissima piana di Esdrelon, conta poco meno di 50.000 abitanti, in parte cristiani e musulmani che risiedono nella parte bassa della citt, amministrata da un loro proprio sindaco. Gli ebrei vivono invece nella "Nazareth Illit" (Nazareth Alta), situata nella parte pi elevata della citt e retta da un'amministrazione ebraica. Nazareth infatti una delle poche citt al mondo che possono vantare ben due sindaci con relative giunte. La citt bassa dominata dalla possente mole a pianta rettangolare, sormontata da una cupola conica, della basilica detta "dell'Annunciazione", perch fin dai tempi antichi, ritenuta il luogo dove l'arcangelo Gabriele apparve alla Madonna per annunciarle che avrebbe partorito il figlio di Dio. Gianni scese dall'autobus e s'incammin lungo la Casanova St. Percorse un centinaio di metri, s'infil in un bar e chiese di poter telefonare.

145 telefonare. La voce nasale di Shmuel gli giunse all'orecchio dall'altro capo del filo. Nessuno, senza conoscerlo personalmente, avrebbe mai potuto immaginare quale razza di simpatico volpone si celava dietro quella voce cos poco musicale. Shmuel aveva le mani in pasta in pressoch tutti i generi di traffici che attraversavano il Medio Oriente. Persino il Mossad s'era servito in almeno un paio di occasioni dei suoi servizi, in qualit di "free lance", pagandolo profumatamente e cercando poi di eliminarlo fisicamente. Il solo fatto che Shmuel godesse ancora di ottima salute, la diceva lunga sulle sue capacit di sopravvivenza e sulle potenti amicizie delle quali poteva godere l'appoggio. Il piccolo Shmuel, non solo aveva qualche santo protettore in Paradiso, ma anche qualche robusta leva di potere all'interno della stessa Knesset (sede del governo israeliano). Gianni temin la telefonata e solo allora s'avvide della barista che gli aveva indicato l'apparecchio telefonico: era bellissima! Gianni prese inconsciamente a fissarla come se avesse avuto una apparizione della Madonna; rapito, con la bocca leggermente socchiusa per la sottile emozione che si stava impadronendo di lui. Un viso angelico, d'incarnato olivastro ma di sicura origine europea, era incorniciato da una massa di capelli nerissimi,

146 leggermente ondulati che mandavano bagliori metallici. Gli occhi, anch'essi neri, brillavano come due pezzettini di carbone, colpiti da una forte luce radente. Un naso piccolo e leggermente aquilino sormontava due labbra tumide e ben disegnate che lasciavano intravvedere al loro interno una chiostra di denti bianchissimi che risplendevano come tante piccole perle. Gianni pur cosciente del tempo che passava, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura che stava ritta di fronte a lui. Dal collo esile ed armonico, il suo sguardo scese e si ferm sull'incavo di pelle ambrata che la scollatura di una maglia di cachemire bianco lasciava intravvedere. La ragazza nel frattempo lo stava osservando con un sorriso malizioso, ben conscia dell'effetto che stava suscitando in quello che subito immagin dovesse essere un italiano o uno spagnolo. Una voce armoniosa con un accento inconfondibile risvegli Gianni dalla sua estasi: -May J serve you anything or you've just came in to watch the landscape?- Gianni pur colto in flagrante rapimento estatico, non si fece sorprendere linguisticamente impreparato: -Oh! Mademoiselle, excusez moi, je voudrai un th, s'il vous plait. Mais vous devez en quelque faon condescendre que pour moi le panorama est simplement fantastique!!-. Una risata argentina che Gianni percep come la musica prodotta

147 da una decina di campanellini, dolcemente scossi, riemp l'aria. Gianni cominci a sperare che Shmuel ritardasse, che si slogasse una caviglia venendo all'appuntamento, che fosse colto da subitanea amnesia e dimenticasse ch'era atteso in un bar situato sulla Casanova St. di Nazareth. Il suo cuore prese a battere al ritmo d'una corsa campestre, la bocca gli si secc e mai come allora sper che il mondo si fermasse ed il tempo cessasse di scorrere. Quella donna l'aveva folgorato! Si rese conto di quanto, nel suo caso, fosse attinente alla realt il detto - stato un colpo di fulmine!-. Marie, cos si chiamava la ragazza, si avvicin al tavolo di Gianni e dato che lui era l'unico cliente, presente in quel momento nel locale, con la grazia di una farfalla, si sedette al suo tavolo, di fronte a lui. Era nata in Libano da madre francese che poco meno di trent'anni prima, vi si era recata con una borsa di studio della Sorbona di Parigi, per terminare i suoi studi sugli antichi Fenici. Il Libano era in quegli anni uno dei paesi pi affascinanti che si affacciavano sul Mar Mediterraneo. La classe politica che lo governava, ne aveva fatto una nazione tra le pi libere e gaudenti non solo del Medio Oriente ma fors'anche dell'intera Europa. Le banche internazionali ed il mondo finanziario che vi prosperavano, lo facevano sovente indicare come "la Svizzera del

148 Medio Oriente". Le case da gioco brulicavano come in una Las Vegas mediterranea e la vita rutilante che vi si svolgeva era di sicura attrazione nei confronti di chi lasciava un'Europa alle prese con le prime contraddizioni del sistema che sarebbero sfociate di l a poco nel "maggio francese" e nella nascita dei primi movimenti terroristici europei. Contrapposti ai cosiddetti "anni di piombo" europei, il Libano viveva i suoi "anni d'oro", la sua cucina raffinata, la mentalit aperta e cosmopolita dei suoi abitanti e l'aver pure conosciuto l'uomo della sua vita, avevano spinto la giovane laureata francese a decidere di fermarvisi definitivamente. Gianni ascoltava affascinato la bella Marie che gli raccontava come dopo la morte del padre, patita quand'era adolescente, aveva deciso che avrebbe studiato la storia di quel popolo affascinante e dopo non poche fatiche, dati gli eventi bellici che nel frattempo avevano iniziato a sconquassare il Libano, aveva conseguito una laurea in Storia ed era emigrata in Israele, grazie al suo passaporto francese. Durante l'anno accademico insegnava Storia presso una scuola media della citt, nelle vacanze estive e nel suo tempo libero, non disdegnava di lavorare come barista. Gianni era piacevolmente lusingato per la calda e spontanea

149 confidenza che Marie gli dimostrava, senza che lui, a parte un sorriso ed alcune battute, l'avesse minimamente stimolata. Oltre ad una indubbia attrazione fisica, una vocina, dal profondo del suo animo, gli diceva che quell'incontro sarebbe stato importante per la sua vita... e non sbagliava, maledetta vocina. Quando Shmuel arriv, il cuore e la fantasia di Gianni veleggiavano alti ed il suo umore euforico non sfugg all'acuto osservatore israeliano che ne individu subito la causa nei sorrisi teneri che questi scambiava di tanto in tanto con la barista, mentre i loro sguardi giocavano a nascondino. Shmuel assisteva con sguardo benevolo alla rappresentazione che vedeva il suo amico e la barista in veste di attori, diretti da un regista di sicure origini divine. Cupido infatti, continuava instancabile ad incoccare ed a scagliare i suoi strali che non fermano i cuori, ma anzi, li fanno accelerare. Molto finemente, non comment apertamente la cosa, si limit a sussurrare che aveva il presentimento che in futuro si sarebbero incontrati molto pi frequentemente che in passato e ci non avrebbe sicuramente guastato il buon andamento dei loro affari. Gianni sorrise e ringrazi il fato in cuor suo per avergli fatto conoscere una persona tanto discreta, poi, di scatto, si alz e senza ulteriori parole usc in strada. Marie rest per alcuni istanti a fissare la porta dalla quale era uscito, mentre un'espressione

150 leggermente preoccupata andava disegnandosi sul suo volto. Shmuel non si scompose minimamente, pressoch nulla aveva il potere di preoccuparlo, neppure quell'italiano, al quale riconosceva comunque, una certa dose d'imprevedibilit, che nel suo lavoro stava a significare possibili pericoli. -Dovr tenerlo presente, qualora i nostri rapporti dovessero guastarsi.- pens, mentre con una mano si grattava la fronte abbronzata. Gianni rientr nel bar come una folata di vento, sul volto aveva un'espressione radiosa e tra le mani reggeva un mazzo di rose rosse che con un gesto volutamente teatrale, depose con un inchino tra le mani stupite di Marie, mentre con un tono di voce che lasciava trasparire la massima importanza che dava alla sua domanda, le chiese quale fosse il ristorante di Nazareth, nel quale si era trovata meglio. Marie ci pens alcuni secondi e poi rispose con un lampo malizioso nel sorriso che conosceva un piccolo ristorante libanese che amava molto. Gianni si sporse leggermente verso di lei, attraverso il banco del bar e sfoderato il suo sorriso pi accattivante, le disse che sarebbe stato onorato ed oltremodo felice di averla ospite a cena la sera del giorno dopo. Marie sorrise e disse a Gianni di passare dal bar verso le 20,00, lei sarebbe stata pronta. Gianni salut ed usc in strada seguito da Shmuel che ridacchiava sotto i baffi.

151 I due amici si recarono a cena, senza commentare ulteriormente il pomeriggio appena trascorso ma Gianni si scoperse, suo malgrado, a dover domandare a Shmuel frequenti spiegazioni su quanto stava dicendo, il suo cervello era ormai troppo preso nel fantasticare circa la cena ed il dopo cena che aveva in programma per il giorno dopo. La sveglia suon alle 07,00 in casa di Shmuel e da quel momento in poi Gianni cominci ad annoiarsi ed a fremere; a nulla valsero gli sforzi di Shmuel nel cercare di coinvolgerlo, prima in alcune partite di back-gammon e poi in una lunga passeggiata fin sulla sommit del Giabal el Qafze, la biblica altura, chiamata anche "Salto del Signore", poich secondo le antiche scritture, qui il demonio sfid il Signore a saltare nel vuoto, se veramente era Dio. Gianni si sentiva agitato ed un solo pensiero gli occupava il cervello, mentre una silouette gli ballonzolava davanti agli occhi ed una voce flautata gli risuonava nelle orecchie. La giornata trascorreva interminabile, almeno secondo i sensi di Gianni che viveva i fin troppo noti sintomi che provava ogni volta che si accingeva ad intraprendere qualcosa di veramente importante. La sera, in un ristorante appena pi che decente, ma che a

152 Gianni parve degno di figurare ai primi posti della guida "Michelin" o in uno dei racconti di "Mille e una notte", mentre ne varcava le porte a fianco di Marie che lo teneva "a braccetto" con la leggerezza di una farfalla, l'intera cena fu a base di carne, pollo, agnello, capretto, spiedini, shawarma, il tutto venne servito accompagnato da diversi piattini che contenevano salsine di vario tipo ma che avevano tutte un denominatore comune: il piccante. Gianni, particolarmente amante dei cibi saporiti, "spazzol" il suo piatto con gusto, innaffiandolo abbondantemente col vinello rosso e generoso che il cameriere aveva stappato di fronte a lui. Anche Marie dimostr di avere buon appetito ed accett di buon grado di bere ogni qualvolta Gianni le riemp il bicchiere. Senza avvedersene Gianni spost la gamba destra che venne cos a contatto con una gamba di Marie, questa alz gli occhi e prese a fissarlo dritto nei suoi con uno sguardo di fuoco, smise di mangiare, pos la forchetta che teneva in mano, mentre facendo leva con un piede si sfil una delle comode scarpette che calzava. Un piedino morbido e caldo risal lentamente lungo la gamba di Gianni, arriv alla coscia e cominci un angelico massaggio circolare, causando per un effetto diabolico. Gianni rimase per alcuni secondi allibito, poi per alcuni secondi stupefatto, nel frattempo la scarica ormonale che gli si era riversata nel circolo

153 sanguigno fece effetto. Si alz in piedi, le pupille dilatate gli sfocavano l'immagine di fronte a s ma non manc il bersaglio, gir attorno al tavolo, giungendo alle spalle di Marie che volse lentamente il viso verso di lui. Le sue labbra erano morbide. Le assaggi un paio di volte, staccandosi ogni volta per fissarla in viso, i suoi occhi fiammeggiavano. Marie si alz dalla sedia, gli allacci le braccia intorno al collo e si mosse lentamente contro il suo corpo. Gianni era in preda ad un "arrazzamento" disumano. La sua bocca era calda mentre la lingua si avviluppava alla sua con un movimento sinuoso. Marie, sempre baciandolo, cominci a sbottonargli la camicia ma Gianni la ferm: -Stiamo per passare il punto di "non ritorno".- disse con voce bassa e roca, -Non siamo a Stoccolma, n a Bangkok e non credo che qui siano molto tollerate le coppie che fanno l'amore sui tavoli dei ristoranti-. Gianni not subito, dalla sua espressione un po' delusa, che lei avrebbe anche corso quel rischio. Ambedue rinunciarono di buon grado a caff e digestivo. Gianni si rec a pagare al banco, nella stanza accanto al saloncino dove avevano mangiato, mentre Marie si riassettava i vestiti con mani tremanti. Camminarono a passo spedito, quasi

154 correndo, (per la sottile pioggerellina che aveva iniziato a cadere?), per i trecento metri che li separavano dalla casa di Marie. Le scale per raggiungere il piccolo appartamento contavano s e n venti gradini, ma richiesero ben tre tappe. Dopo i primi dieci, Marie che era davanti, si ferm di colpo, ridiscese tre scalini verso di lui, gli si avvinghi contro e cominci a baciargli i capelli, Gianni che si trovava un gradino pi in basso, si ritrov davanti agli occhi il suo seno, infil una mano sotto la sua maglia e fece saltare la chiusura del reggiseno, poi infil la testa sotto la maglia, cominci a baciarla. Marie gemeva piano, mentre ansimando, con una mano tra i suoi capelli gli premeva il volto contro il seno. Due capezzoli si ersero presentandosi alla bocca di Gianni e reclamando la loro necessit di baci lenitivi. Salendo le scale, Marie a ritroso e Gianni piacevolmente occupato ma al buio, tentoni, arrivarono alla porta di casa, Marie la aperse con mano tremante come se avesse dovuto rifugiarvisi, perch inseguita da mille demoni. L'appartamento era buio ma Marie non accese alcuna luce, si avvi a passo spedito verso la camera da letto, Gianni, pur non vedendo alcunch in quell'ambiente sconosciuto, la segu fidando solo del suo naso, e del profumo di sesso che Marie lasciava dietro di s. Dei cinque sensi che normalmente compongono la

155 dotazione di un uomo, in quel momento, solo l'olfatto di Gianni funzionava a pieno ritmo, con qualche, per lui oscura, reazione fisiologica, il suo cervello pi primitivo ed animale, aveva stornato le energie necessarie al funzionamento degli altri quattro sensi e le aveva canalizzate a favore dell'olfatto. Il buon naso di Gianni non lo trad, dopo aver investito e travolto una sola sedia, pochi secondi dopo lo port a contatto col centro dell'universo. Marie, seduta sul letto, inarc la schiena spingendo avanti il bacino, mentre Gianni, inginocchiato di fronte a lei, come un cane assetato lappava il suo miele. Alcune spasmodiche strette delle cosce di Marie, sulle sue orecchie, lo indussero a sollevare il viso da quella fonte paradisiaca, pot cos udire il rantolo sommesso e gorgogliante che usciva dalle sue labbra. Si sdrai al suo fianco, baciandole con tenerezza una spalla ma Marie, altruista, pens a lui, (lui, il poveretto ch'era rimasto l ad un metro di distanza, solo ed al freddo!). Scivol verso di lui, lentamente, mentre con leggeri ma brucianti colpetti di lingua, disegnava "ghirigori" sul suo petto, attorno al suo ombelico e poi pi gi, fino a raggiungere il poveretto che venne dapprima colpito lungo l'asta da mille lingue che lo "tamburellavano", poi finalmente, venne accolto al caldo tra le sue labbra. Nonostante il fiatone che gli squassava il petto, Gianni riusc a tirare un sospiro

156 di sollievo, mentre pose le sue mani sulla nuca di Marie per "darle il tempo". Pochi minuti dopo, tra un caleidoscopio di stelle, scintille, fuochi artificiali e brividi che gl'invadevano il cervello, Gianni moll tutti i freni e Marie, gocciolandogli opali sulla faccia, prese a baciarlo sulla bocca, sugli occhi sul naso, mentre con voce dolce e roca al tempo stesso, gli sussurrava che lo amava che mai nessuno l'aveva fatta sentire cos donna, -So horny.aggiunse. Il mattino dopo, la pioggia cadeva ancora, scrosci violenti e raffiche di vento scompigliavano i capelli di Marie mentre si teneva stretta a Gianni, al riparo dell'ombrello che questi reggeva. Fulmini venavano il cielo plumbeo ed illuminavano verso oriente le brulle colline che avevano visto, 2000 anni prima, le corse di un ragazzino che ancora non sospettava l'immane peso che suo Padre gli aveva posto sulle spalle. Arrivati di fronte al bar, Gianni baci teneramente Marie, le promise di tornare a trovarla entro una decina di giorni, poi guardandola fisso negli occhi le sussurr: -You know, our story will be a serious one! (Sai, la nostra sar una relazione importante!)-, Marie avvert nel petto, prima ancora che con le orecchie, le profonde vibrazioni che le suscitarono le parole di Gianni e con un sorriso angelico gli rispose che anche lei aveva

157 quella certezza. Gianni sal sul bus mandandole un bacio in punta di dita, poi continu a guardarla mentre il bus si allontanava, era ancora ferma al bus stop e guardava nella sua direzione, un vento dispettoso tentava di strapparle l'ombrello dalle mani, lei tenne l'impazzito riparo con una sola mano ed alz la destra per un ultimo saluto, poi il bus svolt e Gianni non la vide pi. Marie si volt e s'incammin per la strada che portava alla sua scuola, era tardi ed avrebbe dovuto presentarsi al lavoro gi da mezz'ora. Si sentiva strana, il suo cuore era caldo d'amore ma al tempo stesso una strana apprensione si stava impadronendo di lei. Un sottile, indefinibile senso di pericolo la distoglieva dal piacevole ricordo delle ore passate con Gianni. L'inverno si stava avvicinando, presto ci sarebbe stata la festa di "Hannukah" (vittoria dei Maccabei nel 164 A.C.) e Marie pens che avrebbe potuto passare tale festa a Tel Aviv con Gianni. L'ambiente caldo della scuola ed il fantasticare sulla prossima festa che avrebbe passato con Gianni, tramutarono il suo leggero malessere e la malinconia spar dal suo cuore, trasformata in un senso di eccitata attesa. Gianni arriv a Tel Aviv verso le due del pomeriggio e riprese a lavorare la sera stessa con spirito allegro. Alcuni giorni dopo, Abhram not qualcosa di diverso nel

158 comportamento del suo amico italiano, da quando era tornato da Nazareth, lavorava pi di buona lena, canticchiando allegramente, era gentilissimo anche con le due cameriere che solitamente trattava con sufficienza, lanciando loro battutine sarcastiche. Stupito per questo cambiamento di umore, si avvicin a Gianni e con fare paterno gli domand se tutto era ok. Gianni lo abbracci commosso e ringraziandolo per il suo interessamento, gli comunic che era semplicemente FELICE; gli piaceva il suo lavoro, gli piaceva lavorare con lui e con Jean Paul, poi alzando la voce in modo da essere chiaramente udito dalle interessate, aggiunse che gli piaceva lavorare con Shoshi e con Berta, -Due eccellenti professioniste del servizio ai tavoli!- Il tempo a Tel Aviv era ancora stranamente caldo e poi.... era innamorato come mai lo era stato in vita sua! -Ahh! ecco il motivo!- esclam Abhram, -Come ho fatto a non pensarci prima!?- aggiunse mentre lo abbracciava con affetto. Il buon Abhram, come un vecchio padre, aveva capito che non il tempo soleggiato, non il lavoro, soddisfacente e ben pagato e neppure la sua pur ottima e stimolante direzione dei lavori, erano le ragioni della buona forma di Gianni. Mosh ed Avi erano due amici, se cos si pu dire, i due teppisti dividevano insieme il tempo in cui si procuravano con ogni

159 mezzo i soldi necessari per soddisfare il loro vizio derelitto. Dopo aver rubato, mendicato oppure spacciato o rapinato, appena in possesso della somma necessaria, si recavano ad acquistare un paio di "man" (circa 25 cgr.) di "coke pars" (coca di Persia = eroina). Poi nell'angolo pi buio e nascosto della casa di Mosh, curavano il loro malessere, fumando su di un pezzo di carta stagnola, quanto avevano poc'anzi acquistato. Nel giro di pochi minuti, cominciavano a "carburare" ed erano nuovamente pronti a dedicarsi a qualche nuovo o vecchio espediente che consentisse loro di procurarsi una nuova dose. Mosh si alz barcollando dalla vecchia brandina da campo che usava come letto, si avvicin ad Avi che sostava pensieroso di fronte alla sudicia finestra che dava sulla strada ed appoggiandosi alla sua spalla, gli comunic, biascicando le parole che lui aveva la soluzione al loro problema. Certo che avrebbero dovuto rischiare un po' di pi che per "sfilare" un portafogli sull'autobus, nell'ora di punta. Avi gli prest subito attenzione, guardandolo apprensivo coi suoi occhi lucidi. -Ok, io mi sono procurato una pistola, una vecchia Astra cal. 38 con 5 colpi nel tamburo, per te ho trovato questo, disse sollevando una pila di coperte e mostrandogli un coltellaccio da caccia. -Domani, verso le 13,00, quando sar ora di chiusura, saremo fuori del negozio del vecchio

160 Itzhak, quando uscir con la sua borsa di pelle nella quale mette l'incasso della mattinata, io lo affronter con la pistola, sicuramente non opporr resistenza, ci tiene troppo alla sua vecchia pellaccia! Prendiamo la borsa e ci buttiamo di corsa gi per Rehov Mendelson, alla seconda, svoltiamo a sinistra e ci infiliamo qui dentro. Aspettiamo qualche ora che si calmi l'ambiente, intanto dividiamo e poi, separatamente, ognuno per la propria strada, ok?!- Avi annu ma il suo cervello gli stava proiettando davanti agli occhi solo scene cruente, di fughe e sparatorie e poi sangue, tanto sangue. Non disse nulla per non fare arrabbiare il suo socio e scatenare cos una delle sue scenate violente che tanto temeva, ma non si sentiva poi cos convinto, n tantomeno sicuro che sarebbe andato tutto bene. Era stata una mattinata stranamente calda, data la stagione e la altitudine di Nazareth, il vecchio Itzhak era contento, la sua artrosi aveva smesso, almeno per il momento, di tormentarlo; guard il vecchio orologio a pendolo appeso al muro di fronte a lui e decise che avrebbe chiuso il negozio qualche minuto prima. Diede una ultima spolverata al banco di vendita, s'infil il vecchio pastrano che aveva accuratamente ripiegato sullo schienale di una sedia, si pose sulla nuca la chippah e dato un ultimo sguardo attorno per sincerarsi che ogni cosa fosse al suo posto, si mise una logora

161 cartella di pelle sotto il braccio ed usc in strada. Chiuse a chiave le due serrature della porta e si volt dirigendosi verso casa. Stava assaporando il pallido calore del sole che gli riscaldava il viso, quando not i due giovani poco davanti a lui che sicuramente dovevano avere la bronchite o quantomeno una forte tosse. I due, infatti, avevano estratto dalle tasche due flaconi di "Tussosedan" e li avevano bevuti in un sol fiato. Mosh si pul la bocca col dorso della mano, quanto odiava il sapore amaro ed al tempo stesso dolciastro dello sciroppo di codeina, maled la sua condizione, si volt e si mise alle costole del vecchio commerciante, mentre Avi estraeva il suo coltellaccio. Mosh sorpass il vecchio, si volt e gli punt contro la pistola. Immediatamente questi si strinse al petto la vecchia cartella che portava ed inizi ad urlare con quanto fiato aveva in gola. Avi era gi teso e nervoso, quando lo sent gridare, cadde preda del panico, non sapendo che fare per farlo tacere, premette il grosso coltello contro il suo fianco, ma calcol male la forza che mise nel suo gesto. Un gemito soffocato usc dalle labbra del vecchio ed Avi avvert un calore vischioso che gli inondava la mano. Ithzak si afflosci al suolo lamentandosi flebilmente, Avi lanci un urlo inorridito mentre Mosh raccolse la cartella, lo afferr per un braccio e cominci a correre, tirandoselo dietro.

162 Dietro di loro una voce di donna cominci ad urlare, a questa si aggiunsero subito altre voci concitate. Avi e Mosh correvano a rotta di collo gi per la stradina; Avi gi non ce la faceva pi, l'aria che gli entrava nei polmoni, attraverso la bocca spalancata, gli sembrava rovente e pi ne inspirava, pi si sentiva soffocare. L'urlo lamentoso di una sirena si stava avvicinando. Marie stava tornando a casa, teneva per mano due dei suoi alunni che abitavano poco lontano da lei e stava spiegando loro il significato storico della prossima festa di Hannukah. Ud il suono allarmante della sirena che si stava avvicinando ed istintivamente strinse pi forte le mani dei due bambini. La jeep militare pattugliava lentamente la via, il caporale che la guidava, vide i due individui che correvano a rotta di collo, uno dei quali stringeva una cartella di pelle. Il tenente che sedeva al suo fianco, insospettito, gli ordin di intercettarli. La jeep svolt a destra lungo una stretta via e spunt una decina di metri pi a valle dei due fuggitivi. Un silenzio irreale permeava l'aria quando Marie che teneva per mano i suoi due alunni, svolt a sinistra, due uomini, una decina di metri davanti a lei, stavano correndo ma improvvisamente si fermarono. Uno dei due si ferm di colpo, si inginocchi e levato un braccio armato, in direzione di una jeep militare, cominci a sparare.

163 I muri delle case che costeggiavano la stretta via ingigantirono le esplosioni: uno, due, tre, quattro colpi rimbombarono tra le pareti. Il tempo si ferm... ...La voce possente della M 60, montata sull'affusto della jeep, tuon in rapida successione una breve raffica. Poi, nuovamente tutto tacque. Una voce infantile, acuta e disperata, fu la prima a farsi sentire: -Jossi! Jossi!! Looo!! Lo! Loo!!- il ragazzino si gett sul compagno di scuola che giaceva riverso in un lago di sangue; lentamente cominciava a crearsi un rivoletto che scendeva ad unirsi, un metro pi in basso, ad un'altra pozza. Al centro di questa, Marie respirava affannosamente, mentre da due buchi, grandi quanto un pollice che aveva sul petto, il sangue rosso gorgogliava schiumoso. Non riusciva a parlare, ma i suoi occhi esprimevano meglio di ogni possibile parola il suo terrore, il suo dolore ed il profondo rammarico che provava per i suoi alunni e per s stessa.....

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