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Il realismo?

Lantiabitudine
Walter Siti, riflessioni sulla letteratura
Il mini-pamphlet edito da Nottetempo una dichiarazione sincera di poetica e una fotografia della narrativa contemporanea
GIANCARLO LIVIANO DARCANGELO

DICEVA NABOKOVNELLESUESPLENDIDE LEZIONIDILETTERATURA, CHE AI GRANDI SCRITTORI, O AGLI SCRITTORI DEGNI DI ESSERE CHIAMATI COS, affidato il compito

di reinventareilmondo, e che a tutti gli altri, gli scrittori normali, non resta che accontentarsi di poter ornare i luoghi comuni. Senzaltro una buona intuizione. E dallidentica riflessione non sembra cos lontano Walter Siti, che altrettanto certamente grande scrittore lo , e che nel mini-pamphlet Il realismolimpossibile pubblicato da Nottetempo tra i piccoli gioiellini che spesso trovano posto nella collana Gransassi, regala ai lettori una lunga, lampeggiante e colta riflessione su cosa sia il realismo in letteratura. Ma il testo di Siti non solo un testo di teoria letteraria ricco di riferimenti mai fini a se stessi, o solo una bella digressione su un tema di centrale importanza per gli scrittori contemporanei: anzi, nonostante le poche pagine, ha la forza per essere molto altro: una dichiarazione sincera di poetica (sono molti i momenti in cui Siti si rif alla sua esperienza privata di scrittore o ai momenti specifici del suo processo creativo), e una fotografia acuta e necessaria di quello che il pi grande problema della stragrande maggioranza della narrativa contemporanea, ovvero il riprodursi perpetuo di un immaginario di seconda mano aggrappato a un' idea semplificata di realismo inteso come mera riproduzione o copia del reale, attraverso cui si finisce per raccontare una realt cristallizzata, finta, convenzionale. Cos, dunque, il realismo per Walter Siti? La risposta immediata, e si trova gi a incipit inoltrato. Il realismo per come la vedo io lantiabitudi-

Walter Siti

LIBRI COME

La festa della lettura al Parco della Musica


Il realismo limpossibile di Walter Siti sar presentato a Libri Come. Festa del Libro e della Lettura (che prende il via gioved), domenica alle 12.00, nel Teatro Studio dellAuditorium Parco della Musica di Roma: Come il realismo, Walter Siti dialoga con Alessandro Piperno. Tra gli ospiti di Libri Come Petros Markaris, Serge Latouche, Javier Maras, Sylvie Goulard, Wilbur Smith, David Grossman.

ne: il leggero strappo, il particolare inaspettato che apre uno squarcio nella nostra stereotipia mentale, mette in dubbio quel che Nabokov chiama il rozzo compromesso dei sensi e sembra che ci lasci intravedere la cosa stessa, la realt infinita, informe e impredicibile. Ma il sottotesto di una definizione cos ricca di sfumature lampante, ed , anche per lo scrittore pi grande, una sottile dichiarazione di fallimento anticipato: la realt nella sua trama complessa, nel suo furoreggiante divenire, non si pu mai bloccare e possedere in toto; si pu solo inseguire allo scopo di afferrarne qualche frammento, meglio se uno cos significativo da suggerire ci che di metafisico lo avvolge, un frammento insomma, in grado di rimandare la nostra percezione proprio a quel senso di infinito a cui ci espone, ad esempio, linnamoramento. Limpresa complessa: con un mezzo di fortuna come il linguaggio, cio una mediazione semiologica, la scommessa di rappresentare e rivivere nientemeno che la vita, cio un'immediatezza non semiologica. E come fare dunque, nellatto di ricreare la vita con i segni, a riprodurre lo stesso grado di densit di significazioni in sovrapposizione che operano nella realt? Con lo stile, che per Walter Siti deve essere una trappola liscia ma inflessibile, composto di ritmo ambiguo, meccanismi di contenuto e di contesto, di incroci, conferme interne ed esterne, giochi col paratesto, ridondanze che abbiano il sapore della naturalezza. Ovvero tutti gli effetti di realt che anche per Bachtin debbono essere messi a servizi armoniosamente alloggetto estetico di un romanzo serio. Per cogliere quel leggero strappo, quel particolare inaspettato in grado di lasciarci intravedere il disegno divino, le strade possono essere molteplici. Lo scrittore, per mettere in scena una narrazione, deve necessariamente selezionare: pu mentire, dichiarare che quella da lui raccontata una storia vera come Defoe per Robinson Crusoe, pu usare particolari precisi per richiamare il mito come fa Dante quando descrive il suo incontro con il gigante Anteo, paragonato alle nuvole che a Bologna aveva visto correre incontro alla Garisenda. Pu erompere in minuziosissimi sfoggi di dettagli fino a imitare Velasquez, che nelle Meninas arriva a dipingere il pulviscolo in sospensione nell'aria e mettere in opposizione dialettica il verosimile con l'inverosimile, pu affidarsi a un montaggio di esperienze a loro inflitte dal caso, come diceva Stendhal, che non voleva spendersi in ricerche approfondite, o alla maniera di Flaubert pu raccogliere informazioni qui e l per poi annetterle e farle proprie alla stregua dei malati di criptomnesia. Tutto lecito purch quell'attimo d'impossibile sia colto e registrato, e che intervenga al momento giusto a distruggere l'immagine stereotipa che sempre in agguato. Perch i grandi scrittori realisti temono e al tempo stesso amano la realt smisuratamente, sembrano avere con lei un conto aperto, dice Siti, e molto spesso nemmeno loro riescono a sapere come riescono a cogliere quei particolari illustrativi degli strati profondi della realt, cos come accade in Balzac, che nel restituire la luccicanza dell'attimo un vero maestro. Eppure, quello che un grande scrittore realista sa perfettamente, che bisogna rifuggire sempre e comunque l'immagine mediatica, precostituita. Sono rarissime ormai le opere che esulano dal restituire un'immagine di realt differente da quella piatta imposta dai media, e il rischio che uno scrittore realista corre paradossale. Scrive Siti dobbiamo prendere in considerazione unipotesi ben pi terribile, forse limmagine mediatica e spettacolare ha ormai talmente preso possesso del nostro cervello che chi vuole apparire credibile deve imitare quella e non la realt sottostante. Questo tipo di realt semplificata, per ogni vero scrittore innamorato di tutto ci che poliforme, rischioso e sfuggente, ha un linguaggio e delle forme insopportabili. Come diceva Nabokov ornamento di luoghi comuni. Sporgersi il verbo che per Siti riassume la sua idea di realismo, sporgersi verso ci che si muove e non fermo, verso la vita piena, lontana dal suo modello reificato, sporgersi verso limpossibile. Non abbiate paura di sporgervi la sua preghiera, sottintesa, a tutti i lettori.

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