Sei sulla pagina 1di 20

58

Mauro Perra

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

59

VITE E IL VINO
LA

AL TEMPO DEI NURAGHI

LA VITE E IL VINO al tempo dei nuraghi


Mauro Perra

ere il vino nellantichit era un qualcosa di pi che un atto quotidiano e banale compiuto per dissetarsi o per inebriarsi. Il banchetto e il consumo del vino era un atto conviviale fra pari degno di essere rappresentato nella tomba. Il rituale dellaccoglienza dellospite Odisseo nella reggia di Alcinoo prevede il pasto a base di carne e la mescita del vino (Odissea VII, 167 e ss.). La ricetta omerica descrive latto della mescita del vino con il miele dentro un cratere, cospargendovi sopra il formaggio di capra e la bianca farina (Iliade XI, 628 e ss.); ricetta che pensiamo codicata e che documentata in una tomba di Lefkandi, nellisola Eubea, del IX sec. a.C. nella quale sono stati rinvenuti il cratere e la grattugia in bronzo come materiale di corredo. Simili oggetti sono presenti anche nelle tombe etrusche. I Fenici invece consumavano il vino allorientale, mescolandovi erbe aromatiche. Nei secoli VIII e VII a.C. in eetti vi fu una internazionalizzazione del consumo del vino in ambito mediterraneo secondo usi e rituali di autorappresentazione delle lites detentrici del potere economico e politico nelle varie realt geopolitiche del tempo: da quelle greca e etrusca no ai centri urbani fenici e ai principati vicino-orientali. Ma cosa accadeva prima di allora nel mondo mediterraneo e orientale? Contrariamente a quanto si vericato per la domesticazione dellolivo, lorigine della viticoltura ancora poco conosciuta. Si accetta oramai generalmente che la domesticazione della vite abbia avuto origine con la

62

Mauro Perra

manipolazione delle sottospecie selvatiche (Vitis vinifera L. ssp. sylvestris) e che, almeno in base alle conoscenze attuali, la regione del Caucaso (Georgia e Azerbaijan) sia la culla di questa rivoluzione culturale. In questa regione, dove abbonda ancora oggi la vite selvatica, nei siti di Shulaveri e Kramis Didi Gora in particolare, sono stati rinvenuti vinaccioli carbonizzati in strati datati intorno al 5000 a. C., che sono stati riconosciuti appartenere alla sottospecie coltivata. Un altro centro forse indipendente di domesticazione della vite stato individuato in diverse regioni del Mediterraneo orientale ed asiatiche come la Palestina (Gerico), Israele (Tell esh-Shuma) ma anche in Iraq, Libano e Siria, e sono datati alla met/seconda met del IV millennio a. C.. Le pi antiche attestazioni del consumo del vino sono state rinvenute nei monti Zagros iraniani, nel sito neolitico di Hajji Firuz Tepe. Risalgono alla seconda met del VI millennio a. C. e sono state evidenziate in un tell pluristraticato, allinterno della cucina di una casa costruita in mattoni di fango. Un dolio interrato nel pavimento della cucina conservava ancora un deposito giallastro che, analizzato con la spettrometria allinfrarosso e la cromatograa liquida, ha rivelato contenere sali di calcio, acido tartarico ed una resina oleosa di terebinto (Pistacia terebinthus). Lacido tartarico una delle componenti principali del vino e la resina di terebinto potrebbe essere stata utilizzata per dare un gusto resinoso alla bevanda (come nei vini greci) e soprattutto in funzione battericida in quanto impedisce lo sviluppo dei batteri che trasformano il vino in aceto (Acetobacter). Il dolio, provvisto di coperchio per la sigillatura del contenuto, poteva contenere circa 54 litri di vino e si suppone che tale quantit indichi una produzione su larga scala oltre le necessit di consumo della singola famiglia. Unaltra recentissima scoperta ci riporta ancora in Caucaso, precisamente in Armenia, dove nella grotta Areni 1 stato rinvenuto un atelier per la vinicazione datato al 4000 a.C., in una regione ancora rinomata per la produzione vitivinicola. Si tratta di un pressoio e di un bacino di fermentazione in argilla, profondo 60 cm, che poteva contenere dai 52 ai 54 litri

A anco: Dorgali (NU). Tomba dei Giganti di Sa ena e Thomes a struttura dolmenica risalente al periodo nuragico del Bronzo Medio-Antico (XV sec. a.C.)

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

63

64

Mauro Perra

della preziosa bevanda. Il pressoio, un bacino dargilla di 1 metro quadrato e 15 cm di profondit, possiede una canaletta che consentiva al succo duva di raggiungere il bacino di fermentazione. Oltre a ci sono stati rinvenuti dei vinaccioli di vite coltivata, dei grappoli pressati, dei tralci di vite essiccati, una tazza ottenuta da un corno e una ciotola cilindrica utilizzate per bere il vino. Nel sito si registra anche la presenza della malvidina, un pigmento naturale che poteva essere utilizzato per dare il colore rosso al vino. Gli studiosi che hanno scavato la grotta sono concordi nel ritenere che la vite venisse pressata con i piedi come si usava fare no a poco tempo fa nella regione.

In Sardegna, mentre non abbiamo ancora testimonianze di coltivazione della vite per i periodi del Neolitico (VI-IV mill. a. C.) e Calcolitico (III mill. a. C.), sono oramai di una certa consistenza quelle relative al periodo nuragico. La storia della vite e del vino si accompagna alla storia del popolo che costru i nuraghi e, pi in generale, alla storia dei popoli mediterranei che con essi ebbero documentati contatti. utile precisare che coltivazione della vite non signica immediatamente che essa fosse utilizzata per il consumo del vino, pertanto lelaborazione dei dati archeologici richiede un livello approfondito delle indagini e delle successive analisi ed interpretazioni. In particolare, lutilizzo della ottazione dei depositi straticati,

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

65

cio della vagliatura della terra degli strati in acqua e con utilizzo di setacci a maglia nissima, consente ai reperti archeobotanici di rimanere in sospensione in modo tale da essere recuperati e poi analizzati e determinati al microscopio. questo il lavoro dei carpologi, coloro che studiano i semi e i frutti fossili, e degli antracologi, i quali analizzano i resti vegetali carbonizzati di arbusti ed alberi della preistoria. Le testimonianze pi antiche della coltivazione della vite sono state trovate negli strati di base di uno dei due nuraghi di Duos Nuraghes di Borore (senza ulteriori specicazioni da parte dellautrice dello studio) e risalgono

Brocchette nuragiche di varie epoche e stile per contenere vino.

al XV-XIV sec. a.C. (Bronzo Medio tardo). I vinaccioli carbonizzati ivi recuperati sono stati analizzati e determinati come appartenenti alla sottospecie selvatica ma, ad una attenta analisi del carpologo francese Philippe Marinval, essi sono stati di recente ritenuti la testimonianza di una fase di avanzata domesticazione. Sono relativi ad un momento pi recente (Bronzo Recente avanzato, XIII sec. a.C.) i vinaccioli non carbonizzati rinvenuti dentro uno dei pozzi dellabitato nuragico di Sa Osa di Cabras. Le indagini preliminari hanno consentito di identicare come appartenenti alla sottospecie coltivata di Vitis vinifera tutti gli esemplari analizzati che con tutta probabilit sono riferibili a diverse variet di vitigni. Lo stato

Luras 66 (OT), Dolmen di Ciuledda.

Mauro Perra

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

67

68

Mauro Perra

eccellente di conservazione in ambiente umido ha consentito inoltre di riconoscere la presenza di endosperma utile per le analisi di biologia molecolare (DNA). Oltre ai vinaccioli e in solidariet stratigraca con essi sono stati rinvenuti anche altri semi riferibili a chi, al melone, a semi di lentisco, a frammenti di legno di co, a rari resti di faune terrestri e marine. Non solo vinaccioli ma acini carbonizzati provengono dalla capanna 5 dellinsediamento circostante il nuraghe Adoni di Villanovatulo, datata alle fasi iniziali del Bronzo Finale, intorno al XII secolo a.C. Vinaccioli ancora pi recenti, inquadrabili nella prima fase della prima et del ferro (IX sec. a.C.), sono stati recuperati in diversi ambienti del villaggio nuragico di Genna Maria di Villanovaforru: in particolare dal vano 12, una sorta di magazzino dal quale provengono semi di grano tenero e duro, orzo, e anche i minuti frammenti carbonizzati di un preparato alimentare tipo pane. Nel villaggio di Genna Maria stato scavato anche

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

69

un particolare ambiente, il vano 12, nel quale si trovano un focolare strutturato e un settore separato sulla destra dellingresso, delimitato da lastre disposte a coltello, circondato da un sedile, al centro del quale si trova un bacile in arenaria di grandi dimensioni posto al di sopra di un lastricato in pendenza verso una vasca in marna munita di versatoio e infossata sul pavimento. Latelier di Villanovaforru, simile ad altri ad esso vicini, potrebbe essere stato utilizzato per la pigiatura delluva e il succo ottenuto probabilmente veniva raccolto nella vasca. Allinterno del vano stata infatti rinvenuta una brocchetta decorata (askos) che, come vedremo pi avanti, era probabilmente utilizzata per la mescita del vino. Allo stesso orizzonte cronologico stato riferito il contesto delledicio 46 del villaggio nuragico di Monte Zara di Monastir per il quale lautore dello scavo propone un utilizzo come laboratorio enologico. Si tratta di unampia capanna circolare fornita

70

Mauro Perra

di una banchina, di un forno e di un singolare torcular in roccia arenacea composto da due parti sovrapposte: il pressoio a tronco di cono fornito di versatoio ed un bacino trapezoidale al cui interno sono state rinvenute una brocchetta ed una scodellina. I laboratori di Villanovaforru e Monastir, bene precisarlo, potrebbero essere stati utilizzati anche per la spremitura delle olive e quindi per ottenerne dellolio. Un altro indizio dellavvenuta domesticazione della vite in funzione della consumazione del vino data dalla comparsa di una nuova forma vascolare, la brocchetta in ceramica grigia nuragica, in un periodo di grande sviluppo economico e incremento demograco nellambito del percorso storico della civilt nuragica: il Bronzo Recente e Finale fra XIII e XII sec. a.C. Le brocchette in ceramica grigia sono state rinvenute in diversi siti nuragici: nel nuraghe Antigori di Sarroch, nel Santu Pauli di Villamassargia, nella grotta-santuario di Su Benatzu di Santadi e nel cortile B del complesso dellArrubiu di Orroli. Un fondo di brocchetta nuragica, fatta con argille provenienti dalla Sardegna meridionale, stato rinvenuto in un ambiente dellemporio minoico di Kommos, nella Creta meridionale. Diverse brocchette pi tarde, relative a fasi comprese fra il Bronzo Finale e la prima et del ferro (XI-IX sec. a.C.), sono state sottoposte ad analisi gascromatograche nalizzate allindividuazione del loro contenuto. Una brocchetta dalla capanna 7 del villaggio di Bau Nuraxi di Triei e una dal nuraghe Funtana di Ittireddu, entrambe da datare fra il X ed il IX secolo a.C., sono risultate contenere acido tartarico e quindi, con tutta probabilit, vino. Dallo strato di provenienza della brocchetta di Triei, datato al C14 intorno al 1000 a.C., sono stati analizzati alcuni campioni pollinici che hanno accertato la presenza della vite. In questo periodo la marineria nuragica attiva in tutti gli empori pi importanti del Mediterraneo da Vetulonia, nella costa tirrenica (nelle tombe villanoviane), a Huelva e Gadir sulla costa atlantica della penisola

Pagine precedenti: Arzachena (OT), Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu. A anco: Orgosolo (NU). Nuraghe Mereu. Pagine successive: Orgosolo (NU). Nuraghe Donanigoro o Nuragheddu a 884 m. s.l.m.

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

71

72

Mauro Perra

iberica, da Cartagine e dalla Sicilia allisola di Creta, e non a caso in tutte queste localit sono stati rinvenuti degli askoi di fattura nuragica chiaramente collegati al commercio del vino. Di grande interesse sono da questo punto di vista gli scavi nellemporio indigeno di SantImbenia nella Nurra di Alghero, al centro della baia di Porto Conte. In un insediamento chiaramente nuragico del IX sec. a.C. disposto attorno ad un nuraghe complesso, sono state rinvenute le prove del contatto fra indigeni, Greci e Fenici: fra queste si evidenziano delle anfore dette tipo S. Imbenia, fatte a mano su imitazione di tipi fenici, che circolarono nel Mediterraneo dallarea etrusca alla penisola iberica, al nord Africa ecc. possibile che questo tipo di contenitore servisse per trasportare vino della Nurra nei commerci a lunga distanza. Nonostante il repentino sviluppo delle ricerche sul tema della vite e del vino nella preistoria e protostoria della Sardegna, rimangono aperti una serie di problemi di non facile soluzione che saranno oggetto dello sviluppo delle indagini negli anni futuri, come per esempio quelli relativi alle origini della domesticazione. La morfometria dei vinaccioli fossili di et nuragica infatti lascia il sospetto che essa abbia avuto origine nelle culture prenuragiche. Un altro tema di grande interesse inerente le modalit della domesticazione, se frutto di contatti esterni o fenomeno indipendente e me-

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

73

ramente locale. Al momento non vi sono risposte sicure a questi quesiti fondamentali. Certo che lo sviluppo della viticultura e la diusione in Sardegna delle nuove forme vascolari, le brocchette, avviene in un periodo in cui intensi sono i contatti con il mondo egeo in genere e miceneo in particolare. Altrettanto certo che a San Lorenzo a Greve, nella periferia SO di Firenze, in un abitato del XV sec. a. C., sono stati rinvenuti un migliaio di vinaccioli di cui un terzo di vite coltivata, un altro terzo in fase di domesticazione ed ancora un terzo selvatici, in un contesto nel quale non vi sono contatti con il Mediterraneo orientale. Pertanto almeno nel caso della Toscana, in una fase storica cos antica si deve pensare ad un centro indipendente della domesticazione della vite. Fino a pochi decenni fa si pensava che la coltivazione della vite ed il consumo del vino fossero stati introdotti nella Sardegna dai Fenici: oggi, grazie a nuove metodiche di scavo si denitivamente stabilito che tali innovazioni sono pi antiche, almeno di sei secoli, dei primi fenomeni di urbanizzazione delle coste sarde. Probabilmente il vino dei Nuragici non era il woinos miceneo e forse da quel mondo lontano arriv nellisola sarda solo unidea legata al rituale della convivialit e del banchetto fra uguali nel quale il consumo del vino, come ancora ai nostri giorni, era legato al piacere di stare in compagnia.

74

Mauro Perra

BIBLIOGRAFIA
Bakels 2002 = C. Bakels, Plant remains from Sardinia, with notes on barley and grape, Vegetation History and Archeobotany 11, pp. 3-8., 2002. Barnard ET AL. 2011 = H. Barnard, A. N. Dooley, G. Areshian, B. Gasparyan, K. F. Faull, Chemical evidence for wine production around 4000 BCE in the Late Chalcolithic Near Eastern highlands. Journal of Archaeological Science, 38 (5) : 977-984., 2011. Bellini ET AL. 2007 = C. Bellini, C. Capretti, G. Giachi, T. Gonnelli, N. Macchioni, M. Mariotti Lippi, M. Mori Secci, Indagini archeobotaniche nella struttura ipogeica della media et del bronzo di San Lorenzo a Greve a Firenze, Rivista di Scienze Prestoriche LVII, pp. 255-262., 2007. Bernardini 2005 = P. Bernardini, Bere vino in Sardegna: il vino dei Fenici, il vino dei Greci, in Bond S., Vallozza M. (a cura di), Greci, Fenici, Romani: interazioni culturali nel Mediterraneo antico, Atti delle Giornate di Studio (Viterbo 28-29 maggio 2004), Daidalos 7, Viterbo, pp. 1-15., 2007. Delpino 2000 = F. Delpino, Il principe e la cerimonia del banchetto, in Principi Etruschi tra Mediterraneo ed Europa, Vicenza-Venezia, pp. 191-195., 2000. Longo, Scarpi (a cura di) 1989 = O. Longo, P. Scarpi, Homo Edens: regimi, miti e pratiche dellalimentazione nella civilt del Mediterraneo, Ente Autonomo Fiere di Verona., 1989. Lovicu ET AL. 2010 = G. Lovicu, M. Labra, F. De Mattia, M. Farci, G. Bacchetta, M. Orr, Prime osservazioni sui vinaccioli rinvenuti negli scavi di Sa Osa, Tharros Felix 4, Roma, pp. 249-255. Marinval 2001 = P. Marinval, Les ppins de raisin des paves puniques de Nora Pula (Sardaigne) et les dbuts dela viti-viniculture en Mditerrane occidentale, in Marinval P. (a cura di) Histoire dhommes Histoire de plantes : Hommages au Professeur Jean Erroux, Mmoire de plantes I, Centre dAnthropologie, Montagnac, pp. 121-130., 2010. McGovern 2003 = P. E. McGovern, Ancient Wine: The Search for the Origins of Viniculture, Princeton University Press, Princeton., 2003.

A anco: Fonni (NU). Tomba dei Giganti di Madau. Le sepolture sorgono al centro della vallata del Riu Madau.

La vite e il vino al tempo dei nuraghi

75

Perra 2010 = M. Perra, Nuraghi per mangiare, nuraghi per bere: lalimentazione in et nuragica, in Archeologia e territorio, Atti della tavola rotonda La vita quotidiana attraverso i materiali archeologici in et nuragica (Loceri 26-27 settembre 2009), Cagliari, pp. 57-69., 2003. Sanges 2010 = M. Sanges, La vite e il vino in Sardegna dalla preistoria alla ne del mondo antico, in Il vino in Sardegna, 3000 anni di storia, cultura, tradizione e innovazione, Nuoro, pp. 13-19., 2010. Ugas 2001 = G. Ugas, Torchio nuragico per il vino delledicio-laboratorio n. 46 di Monte Zara in Monastir, in Architettura, arte e artigianato nel Mediterraneo dalla Preistoria allAlto Medioevo, Studi in onore di G. Tore, Oristano, pp. 77-112., 2001.

Potrebbero piacerti anche