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Maurizio Bonanni

UE: LA NUOVA WATERLOO

Roma, 28 giugno 2007

Il passo del gambero dellUe! A guardarli bene, quei 27, assomigliavano come gocce dacqua ai loro antenati che combatterono a Waterloo! La Polonia dei gemelli Kaczynski (luno Presidente della Repubblica, laltro Primo Ministro), in particolare, ha messo in scena lOpera da Tre Soldi della rivalsa e del riscatto, nei confronti di quella Germania che, pi di 60 anni fa, laveva invasa, dilaniata e ceduta in pasto ai bolscevici per quattro lunghi, drammatici decenni di stenti e privazioni. Il ragionamento usato lascia veramente di stucco, e suona pressappoco cos: nel sistema a maggioranza, dovete far pesare di pi il voto della Polonia (ricordiamo che la riforma del sistema attuale di voto, in seno al Consiglio dei Capi di Stato e di Governo della Ue, prevede che il peso di ciascun Paese membro sia parametrato in base alla popolazione residente, mentre oggi i Trattati esistenti assicurano alla Polonia quasi lo stesso numero di voti della Germania), perch, tenuto in debito conto il numero dei caduti e delle vittime polacche della II.a Guerra Mondiale, la Polonia di oggi ha molta meno popolazione di quanta ne avrebbe avuta, in assenza dellinvasione nazista. Ma cera anche unaltra strana coppia che remava contro un qualsiasi straccio di autentico federalismo: il duo dei fratelli-coltelli Brown-Blair che, invece, preferivano commemorare a modo loro, per loccasione, la battaglia di Maastrict, dove lInghilterra approfitt di un bel fascio di opt-out (opzione a chiamarsi fuori), tipo il mantenimento della propria valuta nazionale, scegliendo di non entrare nelleuro. Ed anche oggi, i due semi-premier (infatti, non ho ben capito se la somma facesse uno o due!) alzano le barricate, per impedire qualsiasi cambiamento sostanziale ai precedenti Trattati, facendo lo sgambetto alla tanto agognata figura unica di un Ministro comune degli Esteri ed al recepimento della Carta dei Diritti Fondamentali nel Nuovo Trattato. Tuttavia, se la posizione ostruzionistica della Polonia potrebbe avere vagamente senso, quella dellInghilterra, invece, appare inspiegabile, in quanto avrebbe tutto da guadagnare dal voto a maggioranza, essendo, nellordine, il secondo pi grande Paese europeo dopo la Germania. Davvero lInghilterra non ha interesse a rafforzare le politiche liberiste dellUnione ed il libero scambio? E, poi, sullo sfondo, svettava Napoleone-Sarkozy (la statura fisica dellattuale Presidente ricorda quella dellImperatore sconfitto a Waterloo: il nuovo padrone dellEliseo aveva, quindi, qualche buona ragione per vendicare i torti subiti dal suo antenato!), fiero antagonista del liberismo thatcheriano. Proprio Sark, che ha vinto le presidenziali come paladino dei conservatori francesi, mentre in lui batte un cuore antico di protezionista ante litteram. Grazie al suo grazioso colpo di mano, dalla bozza del Trattato scomparsa la frase magica (lUe) dove la competizione libera e non distorta (il che, avrebbe precluso politiche protezionistiche nazionali nei mercati dei servizi pubblici, dellenergia e del lavoro, tanto care alla Francia, quanto a noi italiani!). Malgrado che abbia vinto le elezioni con il motto lavorare di pi per guadagnare di pi, il buon Sark, come tutti i suoi predecessori, del resto, deve mantenere la sua promessa elettorale di far uscire la Francia dalla sua crisi nazionale di identit, dopo le vicissitudini della bocciatura del Trattato costituzionale e della stagnazione economica dellultimo decennio. Stando ai risultati del recente vertice europeo, in Europa si sta riaffaciando prepotente la questione dellidentit nazionale, a discapito del liberalismo economico.

Chiari riflessi si colgono, in tal senso, per quanto riguarda le misure restrittive sullimmigrazione e la polemica nei confronti di strumenti di finanza avanzata, come gli hedge funds (Fondi comuni di investimento allamericana) in Germania e le private equity (particolare strumento finanziario, mediante il quale un investitore apporta nuovi capitali all'interno di una societ target), in Inghilterra. Quando dalle parole occorre passare ai fatti, anche linossidabile Sarkozy mette il piombo nelle ali dei Trattati comuni: una cosa rastrellare voti presentandosi agli elettori conservatori francesi come un campione del liberalismo, predicando in campagna elettorale il taglio delle tasse per rilanciare leconomia, un altro rivendicare al tavolo dellEuropa maggiore protezione per i lavoratori e lindustria francesi. Per cui: qual la vera natura (politica) di Sark: un protezionista o un liberista allamericana? E fosse solo lui il problema! -fine prima parte-

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