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CATWOMAN Carlotta Liverani nata a Motta di Livenza il 16/08/1947 e residente a Milano aveva appena terminato di declinare le proprie generalit

e stava per entrare nel merito della denuncia. Cristina , dall'altra parte della scrivania, stava facendo ricorso a tutta la sua professionalit per celare il suo disgusto. Carlotta Liverani puzzava di un odore intenso e animale. Pip di gatto probabilmente. Anni prima un dolce micetto aveva espletato la sua minzione sul cofano della sua Y10 appena comprata proprio laddove stanno le prese d'aria ed il risultato fu terribile. Le ci vollero parecchi giorni di costante applicazione di detergenti e deodoranti per togliere quella puzza dall'abitacolo, giorni in cui, incurante dei rigori dell'inverno, dovette viaggiare coi finestrini spalancati ed evitare di invitare chicchessia a bordo della propria vettura. Giorni che le tornarono alla mente durante la verbalizzazione della denuncia della Liverani. Fu un vero sollievo quando finalmente appose la sua firma sulle tre copie di prassi e usc dall'ufficio. Il termine del supplizio coincise anche con la fine del suo turno. L'afrore di minzione felina dalla porta delle narici era penetrato nel suo cervello e, guidando verso casa non fece che agognare una doccia riparatrice . Rientrata a casa represse la sua indole di donna rigorosa e ordinata e si spogli lungo il corridoio lasciando cadere gli abiti a terra per affrettare il suo rendez vous con lo scroscio di acqua calda purificatrice. E fu solo grazie a quella fretta irrazionale che pot salvare la serata. Se avesse aperto il computer con quel dannato odore ancora saldamente impresso nella sua coscienza ben difficilmente avrebbe potuto trattenere il vomito alla vista della foto che il Figa le aveva mandato. Il Figa in quel periodo era in cassa, per tre mesi, da quando un incendio aveva distrutto il capannone dell'azienda dove lavorava. Uomo pieno di risorse e con molteplici interessi non rischiava certo di annoiarsi. Infatti aveva appena concretizzato un progetto a cui stava lavorando gi da alcuni giorni. La mattina di buon ora si era recato da un macellaio che gli era stato raccomandato da amici fidati e si era procurato gli ultimi ingredienti: le orecchie ed il piedino. Durante il giorno si dedic a realizzare una Cassoeula di quelle con la C maiuscola completa di tutti i cazzi e controcazzi che la tradizione prescrive. Una volta terminata l'opera le scatt un primo piano col suo nuovo Smart Phone e sped l'immagine a Cristina per invogliarla ad essere sua ospite per la cena. Fortunatamente, dopo la doccia calda, l'olio al sandalo spalmato sul corpo ed una gigante sigaretta aromatica che il suo ruolo di tutore dell'ordine non le avrebbe dovuto permettere, Cristina si era riappacificata col mondo. Vide la foto di tutti quei pezzetti dell'animale per eccellenza affrontare la catarsi lasciandosi lievemente affogare in un mare di verza e pens che aveva fame. Pens inoltre che amava il Figa e solo allora cap che aveva caricato un po troppo la sua sigaretta. Il processo di digestione dei cibi comporta un notevole richiamo di sangue da parte dello stomaco . La quantit di sangue necessaria varia a seconda della quantit e della qualit e della quantit del cibo ingerito. Ne consegue che l'assunzione di Cassoeula pu generare come effetto collaterale una temporanea disfunzione erettile. Entrambi erano coscienti di questa eventualit. Permeati di razionalismo realizzarono che la

compatibilit tra sesso e cassoeula poteva essere garantita se il sesso precedeva la cassoeula, invertendo l'ordine dei fattori il risultato sarebbe drasticamente cambiato. Iniziarono a desinare a ora tarda. Prima di essere inondate dalla verza le loro papille gustative avevano loro donato il sapore dei rispettivi corpi e dei nettari che secernettero nel momento del piacere. Non soddisfatti misero a dura prova le doghe del divano. Il desiderio e l'energia non gli manc, si ebbero a lungo, spesso cambiando la posizione ed infine anche il percorso. Esausti e soddisfatti pensarono poi a riempire i loro stomaci del pregiato intruglio dedicandosi nel frattempo a svuotare un paio di bottiglie di bonarda. Il grappino se lo gustarono stravaccati su quello stesso divano che poco tempo prima aveva conosciuto il loro dinamismo. Accesero la televisione giusto perch non avevano un caminetto. Ad un certo punto il video si riemp di gatti inconsapevoli attori di una pubblicit di cibo in scatola. Cristina memore dell'esperienza del pomeriggio si lasci scappare un commento :no, basta gattti!- - Figa!... cazzo t'hanno fatto sti gatti?- si inform il Figa no, non i gatti... che oggi al commissariato venuta una signora per una denuncia che puzzava di piscio di gatto e mi toccato sorbirmela in ufficio per mezz'ora buona... tra l'altro sta nella via dei tuoi ...- - ah ah ah, figa, hai conosciuto catwoman! Quando eravamo sgarzi la chiamavamo cos una gattara veramente hard core di quelle che girano tutta la notte a portare sacchi di cibo. Da quando si separata e i figli se ne sono andati ha la casa libera e quando trova dei cuccioli o dei gatti malati se li porta a casa per curarli meglio. Arriva anche ad averne una ventina contemporaneamente..Fece una pausa, prese un sorso dal suo bicchiere di grappa, accese un joint che teneva gi pronto sul tavolino, tir ancora due o tre volte e lo pass. Poi, ormai incuriosito, prosegu cosa aveva da denunciare catwoman?- - niente.. dice che qualcuno sta avvelenando i gatti- - S figa! proprio niente non direi - - si ma, quando le ho chiesto dove aveva ritrovato i corpi e se aveva avvertito l'ufficio d'igiene, questa tutta serafica mi fa ma non mica sono morti, che si comportano in modo strano come se li avessero drogati e la luce dei loro occhi non pi gialla, azzurra mi sa tanto che questa ha dato fuori di matto- -proprio proprio giusta magari non la ma se catwoman dice che i gatti hanno qualcosa di strano vuol dire che figa.... i gatti hanno qualcosa di strano sentenzi il Figa .

LA NONNA PRUDENTE La sera successiva il Figa cen dai suoi genitori, ormai gli unici che lo chiamavano ancora Paolo. Per tutti gli altri era ormai da anni il Figa. Cristina anche nell'intimit lo chiamava Figa, il che suonava in qualche modo equivoco. Era come se il suo vero nome fosse rimasto dietro il cancello che si era chiuso alle sue spalle. L avrebbe atteso la sua prossima visita per poter essere nuovamente pronunciato. Accompagnato dal suo soprannome si incammin verso casa che il pieno dell'auto in tempi di cassa integrazione era un tesoro da spendere con assoluta parsimonia. Qualche decina di metri davanti a lui c'era il camion della pulizia delle strade non pi foriero di multe come ai suoi tempi grazie alla tecnica dei getti d'acqua. Il lampeggiante giallo sul tetto del mezzo illuminava la via in modo intermittente con un effetto un po' da discoteca di periferia dei primi anni ottanta, effetto che pareva avere degli estimatori. Una pattuglia di gatti randagi stava seguendo l'autobotte mantenendo un comportamento che avrebbe stupito uno studioso di etologia. Era come se si stessero addestrando per un numero da circo tali erano i salti e le piroette in cui si esibivano. Un paio si drizzarono sulle zampe posteriori e per almeno dieci metri si mossero da perfetti bipedi. - Catwoman aveva ragione, i gatti erano strani!pens il figa e si avvicino per osservare meglio e vide gli occhi dei felini e non rilucevano della loro normale luce gialla ma di una strana tonalit di azzurro. Prese il telefonino e cerc di riprendere qualche particolare della scena ma la luce era troppo scarsa perch il filmato rendesse pienamente l'idea della situazione. Poco dopo si sent chiamare. Erano Geppo e Nunzio, due storici sconvoltoni del quartiere, il Figa non li vedeva da anni e non cap l'entusiasmo con cui lo stavano salutando finch quando non fu loro appresso cap che erano sotto di qualcosa, qualcosa di strano che non voleva neppure sapere cosa fosse. Sembravano contenti ed erano estremamente loquaci, al limite della logorrea. Nel giro di pochi secondi fu erudito sulla loro vita negli ultimi dieci anni, seppe ad esempio che Nunzio era andato a vivere ad Amsterdam e si trovava a Milano solo per una settimana, ad un certo punto smise di cercare di dare un senso alle loro parole limitandosi ad ascoltarle come una musica di sottofondo e si accorse dei loro occhi. Avevano un alone leggermente luminoso che fuoriusciva dalle loro pupille, un alone azzurro, della stessa tonalit degli occhi dei gatti. Pens a sua nonna, donna saggia e prudente, che, quando cucinava piatti a base di funghi ne faceva sempre assaggiare al gatto prima di servire in tavola. Geppo di colpo prosciug il suo fiume di parole e guard il Figa fisso negli occhi per mezzo minuto poi, come se ne avesse letto i pensieri gli disse di non preoccuparsi che i gatti stanno tutti bene. Si era convinto; non sapeva che tipo di cazzata quei due avessero combinato ma capiva che non erano cazzi suoi e, casomai Cristina avesse voluto indagare sul caso dei gatti strani l'avrebbe fatto senza la sua consulenza

PSICONAUTICA CASERECCIA Nunzio rivedeva Milano dopo quasi un anno di un assenza che non gli era affatto pesata. Certamente era contento di rivedere i suoi e qualche vecchio amico ma, dopo qualche giorno, questa citt cos grigia e conformista ricominciava a stargli stretta come dieci anni prima quando era partito alla volta del Nord Europa. Questo giro offriva Geppo,il suo vecchio socio di sconvolture. Pochi giorni prima gli aveva spedito una mail intitolata EUREKA!!!. Il testo era piuttosto sconclusionato: la pi grande scoperta dell'umanit dai tempi della penicillina!! e senza il tuo aiuto non ci sarei mai riuscito!!! vieni devi provare tu stesso!!! seguiva in allegato un biglietto per Milano a suo nome. Nell'ultimo anno era riuscito a spedirgli con ingegnosi espedienti una quantit di organismi micotici che andavano dallo psylocybe cubensis messicano a quel parassita dei cereali che prende il nome di segale cornuta; gli aveva anche procurato alcuni peyote gi in et per essere raccolti. Forse il suo vecchio compare era riuscito a combinare qualcosa di buono con tutte quelle leccornie o forse era completamente uscito di testa, forse la seconda ipotesi era pi plausibile della prima. Lo venne a prendere all'aeroporto, Si vedeva che era inquieto, che aveva un grosso rospo incastrato nella gola. Si trattenne finquando non furono all'interno della sua Panda vecchio modello quindi scaten le cataratte della sua logorrea. Cominci con una sua teoria sulla complementariet degli effetti psicoattivi di diverse categorie di sostanze allucinogene. Dopo una serie di esperimenti si era convinto di poter combinare diversi principi attivi per ottenere una gamma pi ampia di effetti. Us l'espressione spalancare le porte della percezione. Quindi cominci a disquisire sulla necessit che le sostanza complementari fossero accompagnate da una serie di sostanze antagoniste che le rendessero compatibili con le necessit della vita corporea. Per esempio il tarassaco ed il cardo mariano potevano essere combinati con gli estratti di funghi allucinogeni per le loro propriet epatoprotettrici. Mentre per ridurre i rischi di paranoia pensava che le molecole psicoattive dovessero nuotare in acque rese placide dall'oppio. Nunzio stava affogando in quel mare di parole e cerc di cambiare discorso. - Geppo, ma tu che cazzo fai nella vita? Cio nel senso, ti ho mandato pi di duemila euro di belle cose solo quest'anno e mi mandi anche il biglietto, insomma te la passi bene o hai un buon lavoro o fai movimenti- - no, ne l'uno ne l'altro, avevo un lavoro, mica tanto buono ti devo dire, ma mi sono licenziato tre anni fa dopo che i miei se ne sono andati. Ho investito i soldi della loro casa e della mia liquidazione nelle mie ricerche. Ho preso in affitto uno scantinato dove c'era la carrozzeria del signor Bruno e ho allestito un laboratorio. Pensavo di arrivare prima a ricavare qualcosa di commerciabile ma non puoi capire le difficolt. Ogni cazzo di molecola si estrae in un modo diverso, ci sono quelle che si sciolgono in alcool e quelle che si attaccano ai grassi, quelle che si estraggono a freddo, a caldo e a caldissimo. Poi devi sempre tener conto di non mescolare sostanze acide e alcaline.....- Geppo parl ancora ed ancora ma Nunzio non fu pi in grado di ascoltare, limitandosi a starlo a sentire come se fosse musica dall'autoradio. Uscito dall'autostrada prese direttamente per il laboratorio. In un angolo dello scantinato aveva portato qualche vecchio mobile e aveva creato un angolo soggiorno, fece

accomodare l'amico e mise sul fornello l'acqua per il t. A fianco del soggiorno il laboratorio vero e proprio cio un banco da lavoro ingombro di alambicchi, fornelli bunsen e altri oggetti a cui Nunzio non sarebbe stato in grado di dare un nome. Il resto dello scantinato era occupato da grosse casse di legno. Dei fili di luce ne uscivano laddove le assi non erano sufficientemente chiuse le une alle altre. Geppo aveva creato all'interno di ognuna di queste casse un microclima ottimale per le specie vegetali che conteneva. Geppo riusc a frenare la sua eccitazione fino a che il t non fosse pronto quindi apr un cassetto e ne estrasse due boccette. - Eccolo! Disse con aria trionfante il soma del ventunesimo secolo, l'allucinogeno pi straordinario che l'umanit abbia mai conosciuto!- Prese una zolletta di zucchero di canna grezzo e le fece cadere sopra tre gocce dalla prima boccetta quella formata da una miscela di oli essenziali, quindi due gocce dalla seconda, la soluzione idroalcolica. Ripet l'operazione su una seconda zolletta.- Ecco, prendine una, una dose leggera ma sufficiente per rendere l'idea-. Nunzio prese la sua zolletta e la accompagn bevendo il suo t. Dapprima non ci fece caso ma dopo qualche sorso si rese conto che era un t buonissimo, forse il migliore che avesse mai bevuto. Una bont che non si limitava al gusto ma che portava piacere anche durante la sua corsa all'interno del suo corpo. Poteva seguirlo, poteva sentirlo anzi, poteva sentirsi lui all'interno del suo stomaco. Forse con un poco di zucchero in pi sarebbe stato ancora meglio, prese il cucchiaino e si ferm un attimo a osservarlo, non aveva notato che fosse cos lucente, come una stella che, stanca di peregrinare per lo spazio, fosse venuta a cercare ricovero nel laboratorio di Geppo. Cominci a sentire le onde infrangersi nel suo ventre e portare la loro schiuma di follia sempre pi in alto fino a riempirgli la testa in un orgia di spruzzi. Per poi rilasciarla nella risacca rioccupandola con l'onda successiva. Cap che quella roba stava gi cominciando a fare effetto . Si rivolse verso Geppo per ragguagliarlo sulle sue sensazioni e fu allora che vide i suoi occhi luccicare di una strana luminescenza azzurra. Ed erano solo i primi effetti. Uscirono, Il quartiere sembrava pi bello, era come se tutto, case, auto, alberi e strade fosse stato ridipinto da poco. I lampioni erano straordinariamente luminosi, come se un dio bizzarro e fantasioso avesse attaccato dei piccoli soli infuocati ai pali di sostegno. Dopo pochi passi incontrarono il Figa e lo salutarono come se fossero anni che non lo vedevano, in effetti erano passati anni dall'ultima volta che si erano incontrati. Scambiarono quattro chiacchiere, ovvero Nunzio e Geppo sfogarono la loro logorrea allucinata mentre il Figa riusc a intercalare giusto qualche monosillabo. Ad un certo punto Geppo visualizz un lampo nero attraversare l'aura del Figa, cap che centravano i gatti, quei simpatici micetti a cui Geppo aveva fatto assaggiare i suoi intrugli prima di assumerli personalmente. Lo guard negli occhi e gli disse con la voce pi rassicurante che era in grado di emettere di non preoccuparsi che i gatti stavano tutti bene. Ebbe anche un'altra immagine, la nonna del Figa, ovvero un'anziana signora che una voce captata dalla sua mente definiva la nonna del Figa ma quello non cap proprio che cazzo volesse dire. Proseguirono poi in direzione della montagna di birra dove lavorava Gianna con cui Geppo da anni viveva una relazione profonda anche se non esclusiva. L Nunzio rivide facce che gli furono amiche negli anni della sua vita milanese e si tuff nella compagnia con tutta l'energia della sua euforia psicotropa. Alla chiusura Geppo torn a casa con Gianna

mentre Nunzio accett il passaggio offertogli da Marica. Con la c in quanto crasi di Maria Carmela i due nomi che riportava sulla carta d'identit. Il mattino Nunzio dovette svegliarsi presto, Marica doveva andare a lavorare. La luce del sole penetr nel suo cranio una volta distaccate le palpebre accendendo il suo cervello per una nuova giornata. Fu cos che , privo dello scudo della lisergia, accus il colpo. La straordinaria luce che rendeva magnetico lo sguardo e magico il corpo della donna che aveva amato nella notte era svanita con l'effetto dell'intruglio. Nella mera realt Marica era una donna simpatica, amicona, con modi bonari forse un poco rustici, nascosta in un corpo tendente all'obesit. Nunzio la vide per la prima volta senza le lenti pscicotrope, ancora nuda, not i rotoli di pinguedine che ne fasciavano il corpo e la sua mente ridest il coatto vagamente maschilista che era stato in giovent formulando un estemporaneo pensiero minchia! Mi son trombato l'omino michelin!. Il lato positivo era che quella roba di Geppo funzionava davvero e ci si potevano ricavare un sacco di soldi! Gerber! Doveva portare Geppo da Gerber, un vero guru degli allucinogeni per cui aveva lavorato qualche anno prima ad Amsterdam. Il problema erano i reumatismi, il motivo per cui Gerber aveva lasciato la fredda Olanda e trasferito la sua attivit nel sud dell' India in un piccolo villaggio dello stato di Goa.

INCONTRARE DIO AL TRAMONTO Dopo un mese di duro lavoro Nunzio e Geppo si presero in affitto una casetta vicino al mare per godersi una meritata vacanza. Gerber aveva provato l'intruglio creato da Geppo. Riconobbe l'effetto di un particolare fungo allucinogeno delle foreste dello Yucatan comunemente venduto in tutti gli smart shop olandesi, tutto il resto era semplice ridondanza, frutto degli onanismi intellettivi di Geppo che solo la sua condizione di allucinato abituale aveva trasformato in oggettivit scientifiche. Riconoscendo per a Geppo una notevole esperienza nell' estrazione e distillazione dei principi attivi offr ai due di lavorare nel suo laboratorio. Non sarebbero diventati ricchi come pensavano comunque riuscirono a tirarci fuori un buon mazzo di quattrini. Avevano conosciuto due viaggiatrici russe Olga e Svetlana e le avevano invitate da loro. Era mercoled e ci sarebbe stato un party decisero di prepararsi con qualcosa di buono proveniente dal laboratorio di Gerber. Sal prima ad Olga che corse alla spiaggia per godersi i nuovi colori del tramonto. Sal un po troppo forte tanto che presto url, prima in russo, poi in inglese came here!! there's god over the sea! And he's gonna speak to us!- Nel frattempo Sal anche agli altri tre che corsero a raggiungere Olga per non perdere nemmeno una congiunzione del discorso con cui dio gli avrebbe chiarito tutti i misteri dell'esistenza. Una mucca che placidamente ruminava qualche erba rinsecchita entr dalla porta di casa frettolosamente lasciata aperta in cerca di qualche leccornia. Primo Zanotti a poce centinaia di metri di distanza aveva appena finito di armeggiare col motorino arrivando alla definitiva conclusione che, malgrado la lancetta dell'indicatore segnalasse ancora almeno mezzo serbatoio, la benzina era finita. Leg il mezzo e si incammin lungo la strada nella speranza di poter trovare al pi presto uno shop che gli vendesse una bottiglia di carburate. Il sole stava tramontando e il crepuscolo tropicale non dura che pochi attimi, avrebbe portato a termine la sua missione al buio. Cerc di affrettare il passo finch una scena alquanto bizzarra non accese la sua curiosit : quattro personaggi, due uomini e due donne, stavano schiamazzando sulla spiaggia, tenevano lo sguardo rivolto al cielo e alzavano le braccia facendo vibrare le mani aperte come fossero impegnati in uno scatenato coro gospel. Infatti qualcosa cantavano o meglio urlavano, perlopi frasi sconclusionate, strane invocazioni a dio o al divino in inglese e in italiano pi alcune in russo che Primo non aveva possibilit di capire. Qualcosa di davvero forte doveva averli presi tutti quanti piuttosto male, comunque sembravano contenti come contenta sembrava quella mucca che usciva dalla porta di una casa masticando fogli di carta. la magna carta pens Primo e mentalmente sorrise alla sua stessa battuta. Una volta che fu pi vicino l'ultimo raggio di sole del giorno gli permise di distinguere nel pasto del bovino i colori ed i disegni di una mazzetta di banconote. Chiss, pens, se quei quattro sarebbero stati ancora cos contenti una volta realizzato che tutti i loro soldi erano finiti in vacca.

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