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Maurizio Bonanni

Roma, Gennaio 2012

UN BEL PEZZO DI.. FIOM!

Lo credereste? Eppure Maurizio Landini, il Segretario Generale della Fiom, dice di provare per la Fiat sentimenti veri! Nel senso di affettivit (molto poco ricambiata!) verso quella grigia fabbrica torinese, madre/matrigna, che gli dato i natali, prima come lavoratore e poi di sindacalista. Lui, venuto dalla ridente Romagna, si trovato a ragionare a proposito di catene di montaggio, ritmi di lavoro, diritti degli operai e lotte per i rinnovi contrattuali: contro lo strapotere dellAzienda pi grande dItalia, sempre a sinistra del sindacato confederale di sinistra. E la svolta Marchionne, con il ritorno al passato, fuori da Confindustria e dal contratto nazionale di lavoro, lo ha trovato isolato gladiatore al centro dellarena, fino a portare la Fiom fuori dagli accordi aziendali, per combattere un modello fondato sullassolutismo della centralit dellimpresa. In un bel libro-intervista (Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo-La Fiat, il Sindacato la Sinistra Assente; Edizioni Grandi PasSaggi Bompiani), curato da Giancarlo Feliziani, Landini descrive a fondo questa rivoluzione a rovescio, con il ritorno ai contratti individuali, sotto il ricatto di un accordo sottoscritto da tutti i sindacati, in cambio di investimenti (che, poi, significano il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e degli impianti in Italia). Landini il solo a dire No, a capire che la trappola di Pomigliano si sarebbe estesa a macchia dolio anche in altri stabilimenti, perfino nella roccaforte torinese di Mirafiori. La vicenda nota: le trattative tra Azienda e sindacati su Pomigliano rappresentano per la Fiat solo un pro-forma. Un semplice prendere o lasciare, rivolto ai sindacati: o si firma laccordo senza discutere, o noi ce ne andiamo altrove a investire sulla nuova Panda. La Fiom si rifiuta, ma gli altri sindacati confederali accettano, di fatto, mascherando il diktat con la foglia di fico di un referendum tra i lavoratori, per lapprovazione della proposta aziendale. Landini, con la consumata abilit dello stratega, invita tutti a votare, senza dare indicazioni di merito, ma riservandosi di impugnare laccordo, in caso di approvazione, in tutte le sedi competenti (compreso il Tribunale del lavoro). Morale: a Pomigliano vota no il 40% degli aventi diritto, esattamente il doppio degli iscritti alla Fiom! La profezia di Landini, di l a poco, si avverer anche per Mirafiori, dove il referendum passer con un margine assai ridotto del 54,1%. Il libro, in fondo la storia di due mondi molto distanti tra di loro (il Global e il Glocal), impersonati da due uomini, opposti tra loro: Marchionne e Landini. Il primo, lAd Fiat, fautore della delocalizzazione pi spinta (si produce dove pi conviene, per aumentare i margini di profitto dellAzienda), mentre il secondo, giovane Segretario della Fiom, dice che le stesse cose, con migliori risultati, le si pu raggiungere mantenendo le produzioni in Italia, purch si abbiano chiari alcuni fondamentali concetti, che vale la pena di enumerare qui di seguito, per far capire quanto impropria sia letichetta di stalinista affibbiata un po sbrigativamente a

Landini. Il primo principio basilare da rispettare, a suo giudizio, quello di collegare i territori alle produzioni, precisando, nel caso specifico, che i prodotti non sono i veicoli (automobili, camion, treni..) ma la mobilit, ovvero il come si trasportano le persone. Allinterno di questo concetto vi la sostenibilit ambientale delle produzioni stesse di beni concreti, che riguarda la progettazione urbana. Il secondo fondamentale principio quello che recita: Il lavoro senza diritti n dignit non un lavoro!. E la strategia inaugurata dalla Fiat, il salto allindietro dal Contratto nazionale a quello individuale, molto meno garantista, punta alla frammentazione del lavoro e dei diritti e favorisce lavvento di nuove, discriminanti forme di disuguaglianza. Perch, giustamente, Chi produce la ricchezza del Paese il Lavoro!. Facendo il paragone con le case europee di maggior successo (proprio in tempi di crisi), come Bmw, Volkswagen e Audi, Landini sostiene che la partita della globalizzazione si vince anche puntando a modelli fortemente innovativi, ben fatti (a casa nostra!) e tecnologicamente avanzati, impegnando nella ricerca avanzata le risorse che Fiat ha nel suo portafoglio. Ultimo, ma altrettanto nevralgico concetto quello della metrica, ovvero il sistema di lavoro (tempi di lavorazione, strutturazione della catena di montaggio, operazioni individuali, pause, etc.) che, allinterno del vecchio contratto nazionale, poteva formare oggetto di discussione con il sindacato, mentre oggi alla stregua di un atto imperativo dellAzienda, senza nessuna capacit di messa in discussione della metrica da parte dei lavoratori. Certo, Landini si batte soprattutto per la sua sopravvivenza, visto che -in base metodo Marchionne-, chi non firma laccordo con lAzienda non elegge delegati! In fondo, che simpatico quel Landini!

Landini parla di s

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