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Maurizio Bonanni GIULIANO DIXIT

Roma 7 Maggio 2012

Lavreste mai creduto? Per Il Foglio di Giuliano Ferrara, le tasse sono cosa buona e giusta. Come i rimborsi elettorali ai Partiti, presumo. Nel mirino del quotidiano, trasmissioni del tipo "Disperati Mai" di radio 24 che vengono anonimamente cumulate in "una certa montante retorica, che specula sulle difficolt o la disperazione dei cittadini". Morale ferrariana: invece di amplificare gli allarmismi realizziamo la rivoluzione antropologica di convincere gli italiani a pagare le tasse.. Con chi ce l'ha il Giuliano nazionale? Non certo con quelli dallo stipendio fisso, tassati fino all'osso. E nemmeno con coloro che sovrafatturano e lavorano in nero, visto che sul sommerso si fondato sia il Boom economico degli anni 60, sia la sopravvivenza e la crescita successive del sistema economico Italia. Allora, chi sarebbero i colpevoli? Gli imprenditori disperati che contattano Radio24, o quei cittadini esasperati che si vedranno, con ogni probabilit, falcidiati dallImu? Piuttosto, non stato Tremonti, nel 2005, a creare il monstrum di Equitalia, dandole un potere micidiale di fuoco (ganasce alle auto; ipoteche agli immobili; sequestri sui cc., etc.) da cui nessuno sfugge, pena il moltiplicarsi del debito originario, fino alla concreta rovina del debitore? Non una parola de Il Foglio sulla disumanizzazione del rapporto Stato-cittadino e sulla mancanza di reti pubbliche di Solidariet, che sostengano i contribuenti onesti in difficolt. Nulla nemmeno sui meccanismi compatibili di compensazione tra crediti e debiti del cittadino verso lo Stato. C' voluta l'ecatombe dei suicidi per convincere il Governo a mettere mano al portafoglio, restituendo qualche briciolo di Iva, nel mare di bisogni delle imprese in difficolt!! Ferrara, piuttosto, dovrebbe commentare con la stessa intensit la proposta di Alfano, relativa alla compensazione automatica tra crediti e debiti del contribuente verso lo Stato. chiaro che, messa cos, la misura terremoterebbe la stabilit dei conti pubblici, perch andrebbe a modificare negativamente i parametri del contenimento della spesa pubblica e del debito correlato. Cos facendo, infatti, lo Stato si troverebbe praticamente a fine anno le casse vuote, a causa delle mancate entrate fiscali, mettendosi automaticamente fuori dal rispetto dei Trattati europei e del Fiscal Compact. Diversamente, per, si potrebbe fare un altro tipo di ragionamento con i nostri controllori -germanici?- in Europa (basta ricordarsi che noi demmo l'assenso a Germania e Francia per lo sforamento del tetto del 3% sulla spesa previsto da Maastricht): autorizzateci a far partire gli effetti del fiscal compact a "bocce ferme", tenendo fuori i debiti dello Stato verso le imprese e le spese per i grandi investimenti strutturali, da concordare preventivamente con Bruxelles, per una misura concreta di rilancio della crescita economica italiana. Dopo di che, per, le pubbliche amministrazioni devono essere obbligate con legge a saldare i propri fornitori privati entro 30 giorni dalla consegna dei lavori e/o delle forniture di beni e servizi, pagando gli eventuali interessi, a prezzo di mercato e proporzionalmente al ritardo sui pagamenti dovuti oltre il suddetto termine perentorio di legge. Ci significa che, per l'aggiudicazione di un qualunque appalto le pubbliche amministrazioni debbono, tra l'altro, avere in cassa i soldi e non spenderli se non per il pagamento a saldo della fornitura o dei lavori stessi. Guardando, poi, allimmediato futuro, sarebbe bene dare assoluta priorit a quegli aspetti del federalismo fiscale che riguardano la fissazione degli standard delle prestazioni, soprattutto in materia di acquisti e di funzionamento della sanit regionale. Grida vendetta, infatti, il fatto incontestabile per cui grandi aziende farmaceutiche e/o produttrici di prodotti sanitari operano prezzi fortemente differenziati su base

Maurizio Bonanni

Roma 7 Maggio 2012

geografica. Esempio pratico: una siringa che ha un prezzo unitario di una frazione di euro per una Asl del Nord, moltiplica sensibilmente il suo prezzo iniziale quando si scende al Sud. Perch? Che cosa occorre remunerare di pi -come livelli di intermediazione- nel Meridione, rispetto al Settentrione? Non sarebbe pi semplice stabilire sistematicamente, per grandi comparti merceologici, una centrale unica di acquisti? E quando inizieremo a organizzare la P.A. come un call center, eliminando gli immensi sprechi dovuti alla duplicazione di funzioni, rispetto ad attivit amministrative omogenee che possono essere unitariamente gestite con il lavoro a distanza? Non c che da augurarsi un sussulto di dignit della politica, per una riforma innanzitutto dei costumi pubblici e dellassunzione di vere responsabilit individuali, da parte di tutto il personale della PA.

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