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L.B.G. GUIDO MARTINOTTI Guido Martinotti OBAMA C'EST MOI! Basilio Rizzo PUNTARE TUTTO SU UMBERTO AMBROSOLI Michela Locarno IO STO CON ALESSANDRA KUSTERMANN Carlo Monguzzi ANDREA DI STEFANO CONTRO LA SFINGE REGIONE Patricio Eduardo Enriquez COL PGT UN DIVERSO PROGETTO PER MILANO POSSIBILE Giuseppe Natale CITT METROPOLITANA E RIFORMA DELLE AUTONOMIE LOCALI Giovanna Franco Repellini LA CITT, IL GRATTACIELO E LA NUOVA PIAZZA Vittorio Gregotti LAPIET RONDANINI: UNA RISPOSTA NON FACILE Antonio Piva PER PIET LASCIATE DOVE LA PIET RONDANINI Franco DAlfonso UNINCOMPRENSIBILE SINISTRA-SINISTRA Marco Ponti SEA: CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA VIDEO 1 UMBERTO AMBROSOLI: LA MIA REGIONE VIDEO 2 ALESSANDRA KUSTERMANN: QUEL CHE NON HO POTUTO FARE, QUEL CHE FAR SUGGERIMENTI MUSICALI PAPER AIRPLANE canta Alison Krauss & Union Station Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani
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Peccato che questa interpretazione tralascia alcuni importanti dati di fatto. Obama ha fatto man bassa non di voti di centro, ma di minoranze (13% neri e ispanici passati dal 6 al 10%) conquistate con il porta a porta e soprattutto con la grande passione dei volontari. Ma per i terzini questa roba non esiste: Realpolitik e Zweckrationalitaet, tutto il resto non esiste. E quella lacrima? Roba da sissies. I veri politici non piangono, la politica solo sudore e merda, e corsa al centro. Inutile dire che Obama una persona decente che crede in quello che fa, ma non un nincompoop, sa il fatto suo e, come la volta scorsa aveva sorpreso con luso straordinariamente abile della rete, questa volta ha sorpreso tutti, a partire dal suo avversario Romney, con luso sistematico delle scienze sociali: un team delluniversit di Chicago ha messo in piedi uno straordinario sistema di informazioni (chiamatelo pure database, ma riduttivo) che ha permesso ai volontari di individuare, sezione elettorale per sezione elettorale, chi non aveva votato in precedenza in modo sistematico e puntuale (attenzione, sono dati pubblici, non c nessuna violazione della privacy). Ovviamente senza il lavoro volontario di decine di migliaia di volontari queste informazioni non sarebbero servite. questa la grande lezione di Obama: che si possono portare avanti anche politiche impopolari se si pronti a investire molto e se si riesce a comunicare con le persone tanto ai margini della societ, da non essere nemmeno in grado di esprimere il proprio voto. Altro che centro! Obama ha vinto nelle periferie, ma i supermaghi della analisi politica italiana, come Polito, queste cose non le possono vedere, contrariamente alla interpretazione materialista che sia leconomia a motivare le persone (andatelo a raccontare ai volontari della campagna di Obama) proprio nei periodi di crisi che si liberano molte risorse personali e molti elettori dai loro legami tradizionali e che la proposizione seria di progetti difendibili, ancorch non perbenisti, pu motivare azioni innovative. Piero Ostellino non ha problemi, Obama non gli piace e, in aperta contraddizione con Polito, sposa la propaganda di Romney senza alcuna riserva e crede che Obama abbia vinto, non perch sostenuto dal centro, ma perch rappresentativo della way of life pauperista e assistenzialista. Cosa sia questa way of life pauperista non mi chiaro, n. 43 IV 12 dicembre 2012
ma era chiarissimo a un Romney sempre vestito e pettinato come un signore da country club diretto al bar. la vecchia storia che Obama un socialista e Ostellino non fa che riprendere in tono pi soffice lo spot politico di Perteffy, che mi ha ossessionato durante le ultime due settimane di campagna. Cerco di controllare la mia Schadenfreude, ma non posso che rallegrarmi per tutti i milioni di dollari che Perteffy ha speso per la campagna contro Obama e che, lo giurerei, sono in buona parte finiti nelle tasche di creativi che poi per Obama avranno probabilmente votato. Anche il WSJ se la ride un po sotto i baffi After Warning of Slide Into Socialism, Billionaire Peterffy Disappointed by Election.. Lad di Peterffy era un esempio vergognoso di propaganda stalinista, forse lunica che limmigrato ungherese conosce, e non ha avuto successo anche perch finalmente, come per il comunismo di Berlusconi, si sono affacciati nuovi elettori, giovani, immigrati da paesi non europei, che non comprendono questi codici obsoleti. Ostellino si produce nella improbabile tesi che se gli Usa fossero ancora un Paese conservatore nellaccezione americana di liberale anche sotto il profilo socio-economico avrebbe vinto Romney. N lalternanza elettorale fra democratici e repubblicani ne fa un Paese di centro. Gli Stati Uniti sono, ormai e a modo loro, un paese tendenzialmente statalista. A dare la definitiva spallata al sogno individualista stata la mutazione antropologica prodotta dalla massiccia immigrazione latinoamericana. Gli Ostellino sono terrorizzati dagli ispano-americani, come generazioni di conservatori in passato hanno avuto paura degli irlandesi, degli italiani degli ebrei e via dicendo e non si rende conto del ridicolo che pu suscitare una affermazione come questa: forse, la prossima tappa sar la scomparsa dellinglese, come lingua ufficiale, sostituito dallo spagnolo (perbacco in molte citt lo spagnolo gi la seconda lingua). E questo terrore ha portato il proprietario di un McDonalds in West Virginia a esporre la bandiera americana al contrario o gli studenti della Universit del Mississippi (altro stato con forte assistenzialismo) a inscenare un riot razziale contro Obama. Il rispetto dei fatti non il punto forte di chi, come Ostellino, ha opinioni tanto granitiche e ho limpressione che Ostellino faccia qualche confusione di date. C. Wright Mills che
scrive nel 1951 e 1956 quando londata ispanoamericana era appena uno sciaguatto nel West Side, ha come riferimento Behemoth del 1942 e teme una evoluzione interna alla struttura organizzativa capitalista. Non centrano per nulla gli ispanici, cos come non centrano con il New Deal e la Tennessee Valley Authority, il pi celebrato degli interventi statali (dello stato federale) a sostegno delleconomia. La concentrazione di potere nello stato federale , se vogliamo, una conseguenza inevitabile di Yalta e del proseguimento a livello mondiale delle teorie per cos dire genetiche della cultura americana: quelle che Hector de Crevecoeur, duecento anni prima, aveva chiamato love of newness e senso di manifest destiny della cultura americana, poi riprese da Sullivan. evidente che se lAmerica crede, come ha creduto, finora al suo ruolo di leader mondiale, come hanno ben spiegato C. W. Mills e decine di altri autori era inevitabile una concentrazione di potere nelle mani dello stato (federale) Che piaccia o no, lAmerica di Tocqueville che la vecchia Europa ammirava e della quale, contemporaneamente, diffidava non c pi. Alla buonora! Ma sono passati quasi due secoli (1835, 1840)! Tocqueville uno dei fondatori della mia disciplina, e il suo testo importante e attuale per i problemi teorici che lucidamente pone, prenderlo come riferimento di tipo descrittivo o storiografico per la comprensione della societ americana contemporanea sarebbe un po come intervistare Rip Van Winkle alluscita dalla grotta. Lipset in America the First New Nation sottolinea limportanza dei coloni e degli immigrati, lAmerica senza immigrati non sarebbe America e Rudy Giuliani, il sindaco idolatrato dai conservatori milanese, sugli immigrati ha parole da vero liberale If we remain united and focus on our mission we will do justice to the great legacy of immigrants and we will protect the rights of immigrants, both those who are in the country already and those who plan to come here in the future. Then we will be advancing the principles of America which are also the founding principles of this organization. Forse Ostellino non lo sa o forse non lo vuole dire, ma gli stati con la maggior proporzione di assistiti da welfare sono proprio gli stati della Red America, quella che vota Romney. E poi chi lassistito? Romney che paga sui suoi miliardi di dollari il 14% o la sua donna di
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servizio che sulle sudate migliaia paga il 30%? Non si potrebbe una buona volta smetterla con questa propaganda? Obama sar probabilmente uno dei grandi presidenti della storia americana, ma non lo possiamo dire ora con certezza perch la storia anche capace di giocare brutti scherzi e ci troviamo tutti su una pericolosa rocky road. Possiamo dire per che lo gi stato in buona misura: la sua dirittura e la sua ragionevolezza (che gli viene spesso rimproverata dai suoi sostenitori) hanno gi ampiamente dato ragione a chi gli ha assegnato il Nobel. Il suo comportamento durante luragano stato quello di un uomo di stato (e vengono i morsi alle budella se lo si confronta con le volgari buffonerie di Berlusconi allAquila) e la sua sincerit ha bucato lo schermo tanto da attrarre anche il plauso degli avversari. Ostellino non si pu trattenere dallusare il populismo di bassa lega tipico dei conservatori italiani (che stanno sempre dalla parte di chi ha i soldi, ma poi se uno che non povero fa discorsi di sinistra gli saltano alla gola), e stigmatizza i modi propri del ricco establishment cui appartiene. Cerca poi di fare un improprio confronto con Kennedy, un
altro che la destra italiana non ha mai digerito, rivelandoci che il vero grande presidente stato Johnson. Vero verissimo e ho ribadito proprio questo punto il 30 ottobre scorso in un post agli amici del Circolo Rosselli. Vero anche che, allora, Johnson venne attaccato dai democratici pi liberal, ma cera la guerra in Vietnam che appariva stolta e crudele, come poi si rivel. Proprio un paio di anni fa visitando il ranch di LBJ (con molta commozione) con un mio coetaneo, Michael Gagarin, professore a Utexas, commentavamo la poca saggezza delle grida degli studenti di allora: Hey Hey, Lbj, how many kids did yo kill today. Ma la consapevolezza che Johnson stato un grande presidente era gi ben solida in chi aveva seguito la legislazione della Great Society e della lotta alla povert (che per il suo assistenzialismo dovrebbe fare inorridire lOstellino, che ora lo elogia in funzione antikennedyana: infatti contemplava anche il cosiddetto salario negativo). La revisione della figura di Kennedy non proprio fresca di giornata: il libro di Seymour Hersh, The Dark Side of Camelot del 1997 e la versione fictional noir, American Tabloid di Ellroy era gi uscita nel
1995, per citare solo due lavori come segnalibro in una lunga lista. Ma nel 1962-1963, allapice del periodo kennedyano io ero l e posso dire senza timore di essere smentito che, senza la spallata di JFK, difficilmente si sarebbe potuti arrivare alla Great Society di Johnson, cosicch oggi questo discorso appare un po stantio. Lassimilazione tra Obama e Kennedy poi del tutto fuori fuoco, sia come origine sociale, sia come stile personale e politico: forse lunica cosa che li accomuna la circostanza che Kennedy fu il primo cattolico alla presidenza degli Stati Uniti e Obama il primo presidente minority, perdipi confermato. Difficile trovare una testimonianza allAmerican Dream, pi indiscutibile e significativa. Forse i soloni italiani, invece di proiettare su Obama i pi triti luoghi comuni della nostra cultura, fondamentalmente incapace di percepire e amare il nuovo e, anzi, profondamente misoneista, come avrebbe detto Pareto, dovrebbero fare uno sforzo per conoscerlo meglio e capirlo davvero, questo Obama e la cultura che egli rappresenta.
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fossati tra cittadini e chi chiamato ad amministrare la cosa pubblica. In questa fase di sconcerto di molti di fronte a troppi cattivi amministratori abbiamo bisogno di persone come lui. Mi auguro dunque che le primarie assicurino ad Umberto Ambrosoli un significativo successo. Gli altri due validissimi candidati (cos come altri che hanno fatto ancor prima un passo indietro), con il loro valore danno il senso della ricchezza e della qualit che il centro-sinistra pu mettere a disposizione. Mi pare tut-
tavia che sia obiettivo che nessuno pi di Ambrosoli abbia la possibilit di raccogliere consensi ad ampio spettro, diventare baricentro di uno schieramento largo in cui diverse sensibilit possono sentirsi rappresentate, rispettate e considerate. E senza schieramento ampio in cui tutti possano sentirsi a casa propria non c speranza di una vittoria che possibile, ma che tutta da conquistare. Ambrosoli, per quel che io conosco, persona che sa ascoltare e dunque, come ha detto fin dallinizio,
non apparterr mai alla categoria delluomo solo al comando ma valorizzer contributi ed esperienze disponibili. Spero che dal 15 dicembre esca con una dote di consensi vasta, che ne accresca credibilit e autorevolezza. Avere un candidato forte e condiviso dar quella fiducia indispensabile perch il popolo del cambiamento sia in grado di certificare a febbraio o marzo prossimo la fine dellera formigoniana, del centro-destra e della Lega al governo della Lombardia.
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terminazione. Anche gli altri contendenti mi paiono proprio persone per bene, competenti e capaci, ma mi sembra che per abbattere quella enorme sfinge dormiente, prigioniera di potentati com la Regione Lombardia, ci voglia un ariete come sappiamo che il professore sa essere. C molto da fare in Lombardia. C da cambiare una macchina amministrativa che non funziona proprio al servizio dei cittadini ma che riperpetua meccanismi di potere e di spartizione divenuti inamovibili dallineffabile connubio tra i vertici di Comunione e Liberazione e della Lega. Come? Sostituendo merito e competenza allappartenenza politica e confessionale. La Regione Lombardia deve essere il territorio di una nuova economia. Efficiente, etica e responsabile dove lavoro, salute, ambiente, territorio siano i fattori privilegiati. Dobbiamo pensare a una sanit con pi prevenzione, ambulatori e assistenza domiciliare. Cos come rivedere il sistema degli accreditamenti, eliminare le posizioni di rendita della sanit privata e garantire controlli efficaci che scoperchino quella coltre di imbrogli, venuta alla luce solo grazie allintervento della magistratura.
Anche la scuola pubblica va difesa, resa efficiente e di eccellenza per tutti. Bisogna investire nel diritto allo studio. In Lombardia non si pu continuare a destinare l80% delle risorse alla scuola privata. La competizione tra pubblico e privato deve essere alla pari, trasparente e soprattutto nellinteresse dei cittadini, degli studenti e dei pazienti. Non di chi vuole speculare. Su tutto questo Andrea Di Stefano ha le idee ben chiare. Cos come le ha sullacqua pubblica, lacqua del Sindaco, lacqua dei cittadini che pu essere meglio dellacqua in bottiglia. Unificando le aziende pubbliche lombarde e portandole a essere un forte operatore economico al servizio dei cittadini, possiamo costruire un unico ambito di governo del settore idrico, con funzioni di indirizzo e di controllo, volto ad ammodernare e rendere efficiente il servizio. In Lombardia, servono politiche industriali a sostegno del lavoro e dellinnovazione, garantendo al mercato la massima libert ma riservando al pubblico il fondamentale ruolo di indirizzo. La green economy di cui tanto si parla e non molto si fa, deve avere un ruolo centrale nel rilancio del lavoro. I dati di Confindustria ci dicono
che sono 1.600.000 i posti di lavoro che si possono creare solo investendo nel settore dellefficienza energetica: pi artigiani, muratori, falegnami, idraulici, elettricisti significa investire nella spina dorsale della nostra economia. Bisogna avere il coraggio di favorire limprenditoria over 50 e under 30, prevedere premi per le imprese che certificano il rispetto dellambiente e dei diritti, contrastare il consumo di suolo, oggetto di molti convegni e di cui tutti ne condividono la filosofia . Ora basta solo parlarne bisogna metterlo in pratica. E poi ci sono i disperati che aumentano di giorno di giorno. A loro, vittime della crisi, deve essere garantito un reddito minimo che restituisca dignit al loro vivere quotidiano. Prerequisito a tutto ci il valore etico e morale delluomo Di Stefano che io conosco. Un ricordo. Insieme, quando non era una moda ma solo una pesante e rischiosa responsabilit, abbiamo condiviso la battaglia contro i corrotti nella prima e nella seconda Repubblica. Andrea poi una persona ragionevole, attenta che affronta e risolve i problemi e i conflitti, ma anche uno incazzato e questa una garanzia.
COL PGT UN DIVERSO PROGETTO PER MILANO POSSIBILE Patricio Eduardo Enriquez
vero che da un certo momento storico in poi Milano diventato il modello da seguire nella deregolamentazione del piano urbanistico con lesteso impiego dei Piani Integrati di Recupero (PIR), Programmi di Recupero Urbano (PRU), Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territori (PRUSST), Programmi Integrati dIntervento (PII), Accordi di Programma (AdP), ecc., approvati sul principio dellinadeguatezza delle previsioni urbanistiche esistenti; della quantificazione artificiosa degli spazi da destinare a servizi pubblici; del valore giuridico del piano e conseguente rigidit nellorganizzazione razionale del suolo. Questa pratica di sviluppo territoriale milanese ha fatto scuola ed stata locomotiva di un nuovo metodo di trasformazione e gestione del territorio in tutta Italia, piuttosto che di esempio verso un autentico rinnovamento capace di sancire la prevalenza dellinteresse pubblico sullinteresse privato, prassi coniata come rito ambrosiano secondo la definizione di Pietro Bucalossi. (1) n. 43 IV 12 dicembre 2012 altrettanto vero che il nuovo e reale fabbisogno abitativo richiede una risposta di alloggi orientati verso laffitto calmierato, ledilizia agevolata e ledilizia sociale, soprattutto di fronte alla perdurante crisi economica, dove i nuclei familiari (nella loro variegata composizione) non riescono pi far fronte alla solvibilit dei crediti ottenuti. Al riguardo, la citt Milano nellapprovazione del proprio Piano di Governo del Territorio (Pgt), di recente pubblicazione, si fatta carico innanzitutto di superare quel rito e procedere nellaffermazione di un nuovo modello milanese, che possa valere come esempio. In altri termini, la riforma di quellerrato modo di costruzione della citt stato intrapreso su un progetto di piano ereditato, che rappresentava per lappunto laffermazione e la totale conferma della validit del rito ambrosiano. Ora il Pgt non solo prevede una forte rimodulazione dellintera capacit edificatoria, portando le precedenti previsioni edificatorie da 8.6 mln di mq a 2.4 mln di mq di slp nel solo Documento di Piano, ma anche attraverso linserimento di un tetto massimo nella riconversione e riassetto della citt esistente, prima non previsto e considerato infinito, soprattutto nei tessuti pi esterni negli ambiti di riqualificazione urbana (ARU), dove non solo vi una presenza diffusa di funzioni residenziali storicamente consolidate e stabili, ma di una dilatata preesistenza di funzioni in attesa di riconversione funzionale che ammontano a circa 7.5 mln di mq di slp. Ma laspetto pi innovativo, al di l della matematica numerica del piano, risiede nellaver fissato obiettivi sociali a una struttura spaziale definita da aspetti come le qualit edilizie e urbanistiche, il tipo di godimento degli alloggi da destinare ai ceti sociali pi deboli, il contesto ambientale generale. Sta, ancora, nellaver inserito principi che non restino a galleggiare nellaria, ma si traducano in tempi certi e tangibili, secondo un programma che metta in primo piano le necessit pi urgenti come ad esempio il fabbisogno abitativo di alloggi sociali, indi6
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viduando conseguentemente in modo equilibrato sia le risorse pubbliche che private in termini economici, progettuali, di ricerca. Linnovazione e rinnovamento culturale nella progettazione della citt sta nel costruire un tessuto urbano non ghettizzato, sia sul versante funzionale che su quello sociale, inteso dal punto di vista del reddito, delle fasce di et, della condizione professionale e culturale, mediante la fissazione al 50% di qualunque
intervento di trasformazione edilizia la quota delle abitazioni economiche sociali, in netta controtendenza rispetto alle classiche politiche abitative incentrate sulla sola edilizia convenzionata ordinaria. Intervenire sulla casa non significa solo costruire abitazioni, e farlo con lidea di una societ composita ed equilibrata, ma anche di rispondere alle richieste sociali collettive della societ insediata al fine di costruire le basi di una citt sostenibile.
(1) Vezio De Lucia nella sua illustrazione sulla formazione del nuovo piano regolatore di Roma, rileva diverse analogie con le vicende urbanistiche milanesi definite rito ambrosiano, come le defin Pietro Bucalossi, indicando particolarmente come la pi clamorosa di tale rito quella di CityLife sulle aree dellex Fiera.
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www.arcipelagomilano.org regione, la proposta del CAL non viene discussa in Consiglio bloccato dal sistema formigoniano in putrefazione. E proprio Formigoni e la sua giunta approvano il 22 ottobre scorso una delibera che chiede al governo di non modificare lassetto attuale di 12 province!?! In altre faccende affaccendate, le forze politiche hanno taciuto. Comprese quelle di opposizione. Spettacolo avvilente e deplorevole! Il governo, da parte sua, con il decreto attuativo, si orienta a non accogliere listanza formigoniana di lasciare le cose come stanno. Riduce il numero delle province lombarde da 12 a 7. Rimangono Bergamo, Brescia, Mantova, Pavia, Sondrio. Si accorpano le province di Lecco e Como con Varese; di Lodi con Cremona. Monza ritorna a Milano per formare la Citt metropolitana: decisione razionale e positiva, che costituisce di fatto una critica pratica alle scelte fatte dalle forze politiche della destra leghista e berlusconianformigoniana, con la corresponsabilit - occorre ricordarlo - dei partiti del centro-sinistra. Si poteva certo procedere in modo lungimirante e soprattutto nel rispetto della Costituzione: - abolire le province istituite nellultimo trentennio e quella/quelle delle aree metropolitane; - ridisegnare lente sovracomunale necessario nella geografia costituzionale delle autonomie locali e territoriali (art.5 Cost.), allinterno di un riassetto istituzionale e democratico in cui le regioni devono cedere funzioni e poteri alle province e citt metropolitane e ai comuni, nella logica del decentramento reale e della partecipazione democratica alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art.3 Cost.). La battaglia per una riforma delle autonomie locali aperta. Decisiva quella nellarea metropolitana milanese. Per togliere la questione dellistituzione della Citt metropolitana e quella del superamento del comune unico di Milano dalle mani predatrici di gruppi di potere e di forze politiche grette chiuse e autoreferenziali, occorre creare un movimento di cittadinanza attiva di livello metropolitano che sappia rivendicare democrazia partecipata. E mettere al primo posto i diritti di cittadinanza metropolitana. Quelli civili (voto e strumenti di partecipazione proposta e controllo) e quelli sociali ed economici nel quadro costituzionale di etica pubblica trasparente e di salvaguardia dei beni comuni. *Forum Civico Metropolitano
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to milanese.
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www.arcipelagomilano.org che costa ai contribuenti un milione al giorno in sussidi. Tutte queste cose, fin troppo ovvie, si chiamano tecnicamente fenomeni di cattura, e uno studioso americano (il professor Buchanan) ci ha anche preso un Nobel. Ma vediamo ora le condizioni del contesto nelle quali questa vicenda si dipanata, per capirne forse qualcosa di pi. Loperazione hub Malpensa, come molti studiosi del settore prevedevano, si rilevata un tragico flop: un hub, cio un aeroporto capace di concentrare voli di corto raggio per smistarli poi su voli intercontinentali, necessita di almeno una di due condizioni: o una compagnia aerea di riferimento molto forte, possibilmente di scala almeno nazionale, o un mercato molto concentrato, per esempio una grandissima metropoli capace di generare molta domanda business (quella pi redditizia). Ora, Alitalia, gi di per s debole, aveva il suo hub naturale a Roma, e certo non poteva sostenerne un secondo. La domanda business della pianura padana dispersa, e di conseguenza servita da molti aeroporti, in quanto tecnicamente impossibile concentrarla in uno solo. Questi due fattori hanno reso da sempre il ruolo di Malpensa come hub intercontinentale molto incerto, nonostante le promesse di Formigoni e i tentativi di Bersani di limitare il ruolo di Linate. Un secondo aspetto la passione della sfera politica italiana per le societ miste: si spera di avere sia i vantaggi del voto di scambio ecc. (visti sopra), che lefficienza che pu garantire il privato libero da condizionamenti elettorali. La realt lesatto opposto: il privato, per poter fare profitti nonostante le pressioni pubbliche contro lefficienza, cerca di aumentare le rendite di monopolio in modo da goderne di una qualche quota (per esempio, evitando gare future). Il pubblico a sua volta ben felice di farsi corrompere del privato, in modo diretto o pi spesso indiretto. Da qui lavversione anglosassone per le societ miste (ognuno, Stato e privati, faccia al meglio il proprio ruolo). La soluzione ovvia solo una privatizzazione reale, con un forte soggetto regolatore (lAutorit indipendente invisa a politici e monopolisti), che difenda gli utenti sia da rendite private che da inefficienze pubbliche. Ma nessuno la vuole, naturalmente, e nemmeno il liberale Monti sembra esserci riuscito. Peccato che la giunta Pisapia, su cui tante speranze di rinnovamento per i servizi pubblici erano state riposte, non sembra riuscire a differenziarsi molto in questo campo dallamministrazione precedente.
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www.arcipelagomilano.org sapere che nel testo originale essa si svolge nel X secolo, se non si letto il libretto con le ricche e circostanziate note di ambientazione e di rega dellautore, se non si in grado di leggere la complessa sovrapposizione e lintreccio creato dal regista fra il mito e la sua decrittazione in chiave psicanalitica? Ci piacerebbe, infine, che alla dittatura mutiana non seguisse una dittatura barenboimiana, specialmente ora con un sovrintendente dimezzato di cui abbiamo sempre detto tutto il bene possibile per le novit e la qualit che ha riportato al nostro Teatro ma che oggi, avendo gi deciso di andare allOpra di Parigi (e, detto fra noi, sarebbe bene lasciargli seguire il suo destino, sostituendolo immediatamente), ha perso molto della sua credibilit e autorevolezza e ci sembra lasci troppi spazi al dinamismo del suo direttore musicale.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Amore e Psiche a Palazzo Marino
Torna anche questanno lappuntamento firmato ENI e Comune di Milano, che per Natale presentano unaccoppiata deccezione: Canova e Grard. Direttamente dal museo del Louvre di Parigi, ai milanesi saranno presentate due opere molto significative per i due artisti, il dipinto "Psych et lAmour" di Franois Grard e "Amore e Psiche stanti" di Antonio Canova. Il soggetto il medesimo, rappresentato per in due modi distinti. La favola quella di Amore e Psiche, narrata nelle Metamorfosi di Apuleio, che racconta la storia di una giovane, Psiche, che diventer dopo mille prove, la sposa del dio Amore. Tutto inizi con Canova, che nel 1797 cre la terza versione scultorea di questo famoso soggetto, da lui gi rappresentato. Ugualmente importanti e struggenti sono anche le prime due, e pi famose, versioni del gruppo, conservate rispettivamente al Louvre e allHermitage di Pietroburgo. Nella versione qui esposta i due amanti, al loro primo contatto, sono rappresentati in piedi, con Amore che cinge con il braccio il corpo di Psiche, mentre la fanciulla, che poggia il capo sulla testa dellamato, gli dona una farfalla, poggiandola sulla sua mano. Questo gesto cos delicato, la rappresentazione della purezza e dellofferta dellanima psyk in greco - (nellantichit rappresentata dalla farfalla) di Psiche nei confronti del dio Amore. Prendendo spunto dai capolavori di Canova, il francese Franois Grard presenta al Salon parigino del 1798 un dipinto dello stesso soggetto, ma nel quale trasforma radicalmente il clima della storia. Se in Canova tutto era struggente e delicato e i due amanti erano colti in un momento molto privato della loro vicenda, in Gerard tutto si cristallizza in una perfezione che sfiora la rigidit del ritratto in posa. In questa versione i due giovani sono rappresentati in uno spazio aperto, una collina fiorita, in cui Psiche seduta e si protegge il grembo con le mani, mentre guarda lontano, lo sguardo assorto e un poco stupito. Amore si china su di lei e mentre la cinge con le braccia, avvicina il volto alla sua fronte. La farfalla volteggia sopra di loro. Una composizione differente, che mostra non solo gli idilli e le promesse amorose, come in Canova, ma anche le paure e i pensieri irrequieti. Una prova importante per il pittore francese di origini romane, e che mostra tutta la sua abilit e precisione nella morbidezza dei veli di Psiche, nelle bellissime ali di Amore e nella stupefacente farfalla. Ancora una volta unoccasione preziosa per vedere, gratuitamente, nel salotto di casa, due capolavori parigini, allestiti come se si trovassero in un giardino neoclassico. "Amore e Psiche a Milano" Palazzo Marino - Sala Alessi Fino al 13 gennaio. Ingresso gratuito Aperto tutti i giorni. Orari 9.30 - 20 (ultimo ingresso ore 19.30) Gioved 9.20 - 22.30 (ultimo ingresso ore 22) Aperto anche: 8 e 25 dicembre e il 1 gennaio. Chiusure anticipate: 7 dicembre ore 12. Il 24 e 31 dicembre ore 18.
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www.arcipelagomilano.org ciclo New Picturesque, utilizza vecchie cartoline con immagini di antiche ville e castelli, che per copre parzialmente con dei fogli bianchi, impedendoci la vista e inducendo un senso di soffocamento. Una operazione iconoclasta che fa riflettere su quanto il monumento sia sempre meno arte e sempre pi luogo di ricreazione di massa. Il percorso continua poi con video di edifici distrutti, simbolo eloquente dellusa e getta tipico della nostra epoca e di una umanit che non sa pi curarsi dei propri monumenti. Millions into darkness sono invece installazioni composte da foto darchivio in bianco e nero, che ricostruiscono una mini storia dei conflitti politici e razziali dellAmerica di qualche decennio fa, mischiate a pezzi di meteoriti comprati su internet, facendo diventare linsieme una sorta di metafora delle lotte e dei disastri naturali dei nostri tempi. Colpiscono pi di tutti i Geographical Analogies, un atlante del mondo fatto di analogie e contrasti di luoghi accomunati dal senso del sublime: una serie infinita di polaroids che lartista ha scattato nei suoi viaggi per il mondo e che, accostate per temi e assonanze, danno al lavoro unaria poetica e lirica, accostando graffiti, alberi, le rovine di Petra, edifici modernissimi, sculture e palazzi di vetro. Chiude la mostra un video altrettanto poetico, girato in 35 mm, che mostra un atto puramente vandalico: lartista fa esplodere estintori industriali attorno a un albero secolare, mentre la telecamera riprende lazione senza mai staccare. Un vandalismo reversibile che non modifica totalmente il paesaggio ma lo fa tornare, con una nuova luce, alla compostezza dellinizio. Cyprien Gaillard. Rubble and Revelation - Rivelazioni e Rovine Caserma XXIV Maggio, via Vincenzo Monti 59 Milano, 13 novembre 16 dicembre 2012 h 10-20, Ingresso libero
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www.arcipelagomilano.org dom 9.30 19.30 giov e sab 9.30 22.30 Ingresso intero 5 euro
Costantino 313 d.C. Palazzo Reale, fino al 17 marzo 2013 orari: lun 14.30 19.30 mar, mer, ven, dom: 9.30 19.30 giov, sab: 9.30 22.30 ingresso: intero euro 9,00 ridotto euro 7,50
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www.arcipelagomilano.org ne davvero una piena comprensione. La domanda sorge spontanea. Chi sono-erano queste persone che oggi, alla Fabbrica del Vapore, ritroviamo letteralmente a pezzi dentro delle vetrine o impiegate in strane pose plastiche? Le tante mostre che Body Worlds ha creato dagli anni 80 a oggi sono state possibili grazie a specifici programmi di donazione del corpo, nel quale i donatori dispongono esplicitamente che i loro corpi possano essere esposti a Body Worlds dopo il decesso. A oggi i registri dellistituzione contano pi di 13.000 donatori registrati, tra viventi e deceduti. Oltre a vedere nel dettaglio organi, in salute e affetti da patologie, ossa, sezioni di tessuto ecc, c anche spazio per lestetica. In mostra infatti sono presenti corpi posizionati in atteggiamenti e pose varie, per mostrarne a pieno il funzionamento dei muscoli, dei nervi ecc. Tra gli altri ricordiamo una toccante coppia di ballerini, un giocatore di basket, uno sciatore, tre ironici giocatori di poker e addirittura un cavaliere su cavallo. Tutti, ovviamente, fatti di scheletro e tessuti muscolari ben in vista. Ma non c niente di macabro o di cattivo gusto, come spiega lideatore, Gunther von Hagens: "L'esposizione Body Worlds un luogo destinato alla divulgazione e alla riflessione intima, un luogo dedicato all'autoconsapevolezza filosofica e religiosa. Non un cimitero illegale, n un salone di bellezza postmortem. Mostra il corpo quale miglior rappresentante dell'anima, che si porge al visitatore di mentalit aperta". Una mostra per stomaci forti. Gunther von Hagens Body Worlds Milano, Fabbrica del Vapore via Procaccini 4 fino 17 febbraio 2013 biglietti: intero 15,00 euro, ridotto over 62, studenti, 14 euro La mostra aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con orario continuato. Il gioved e il sabato lorario dalle 10.00 alle 23.00 con orario continuato.
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www.arcipelagomilano.org di 5.000 opere, donate in vari nuclei da Picasso stesso e in seguito, direttamente dagli eredi. Ieri come oggi le opere di Picasso potranno ancora insegnarci qualcosa, monito e delizia dei tempi moderni. Picasso. capolavori dal Museo Picasso di Parigi Palazzo Reale, fino al 6 gennaio 2013, orari: luned, marted e mercoled: 8.30-19.30 gioved, venerd, sabato e domenica: 9.30-23.30; biglietti: 9,00 intero, 7,50 ridotto
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Ars Culinaria
Dal Piemonte alla Sicilia, i piatti degli antichi Romani sulle loro (e le nostre) tavole Antonietta Dosi Giuseppina Pisani Sartorio Donzelli Editore, luglio 2012 pp.441, euro 24
Mercoled 12 dicembre, ore 18, il libro verr presentato presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, Milano con Anna Pesenti Erminia Dell'Oro, Eva Cantarella Nihil sub sole novi: stupiremo nello scoprire che Artolaganaus si chiamava l'attuale focaccia, ai tempi dei Romani e pulmentarium ad ventrem corrispondeva alla nostra tisana digestiva, cos come il porcellum vitellianum alla porchetta di Ariccia. Per non parlare del ficatum, alias fois gras e relativo pat, che non francese, perci, bens romano. Queste e altre insospettabili curiosit, conosceremo nel sapiente e divertente libro, unico nel suo genere, della filologa Antonietta Dosi, gi docente di Lingua italiana presso l'Universit di Atene e direttore dell'Istituto italiano di Cultura ad Alessandria di Egitto e da Giuseppina Pisani Sartorio, archeologa e gi direttrice alla Soprintendenza ai Beni culturali del Comune di Roma Il testo, dallo stile accattivante e scorrevole, una carrellata di 450 pagine nella storia, e nella cultura materiale di Roma antica, corredato da splendide illustrazioni di dipinti e mosaici antichi, ove il cibo un formidabile indice antropologico, dello stile e dei cambiamenti sociali di una Roma sempre pi cosmopolita. Per cercare di ricostruire gli usi alimentari di quei tempi, le autrici si sono avvalse, sia dei reperti archeologici, delle pitture e dei mosaici provenienti dalle abitazioni di Pompei, Ercolano, dalla tomba etrusca Golini I di Orvieto e da altri antichi siti; sia della consultazione delle rare fonti scritte sul tema, in maniera organica, in primis il De Coquinaria di Apicio, vissuto sotto Tiberio nel I sec. d. C., del quale resta un'edizione abbreviata del IV sec. d.C., riscoperta nell'Umanesimo. n. 43 IV 12 dicembre 2012 Gi Catone nel II sec. a.C., nel De agri culinaria, aveva illustrato varie tradizioni della cucina povera dei primi secoli della vita di Roma, come minestre, intingoli e pietanze frugali. In seguito Cicerone, Orazio, Virgilio, Plinio il Vecchio e il Giovane, Seneca, Petronio, Giovenale faranno brevi accenni ai ricchi banchetti della classe dominante, detti convivia, che sotto l'impero vedranno inviti estesi anche a seicento ospiti. Il nostro vademecum culinario riuscito a individuare ben 130 ricette antiche e 140 ricette rivisitate, anche se stato difficile realizzarle nella pratica, perch mai sono indicati nei testi antichi i dosaggi dei singoli componenti, n si conoscono i sapori dei vini, se non di quelli resinati greci, e non si ha pi a disposizione il vasellame adeguato e il sistema di cottura coerente all'antico. All'uso di frutta ed erbe selvatiche dei tempi pi antichi, si passa a coltivazioni di cereali quali il farro, l'orzo, il miglio, e solo dal V sec. a.C. far capolino nell'alimentazione il grano. Il termine frugale, proprio di quella tradizione culinaria, deriva da fruges, frutti della terra. La base dell'alimentazione era la puls, di farina di farro o orzo, arricchita da semi di lino, antefatto dell'attuale polenta, alla quale si aggiungevano a volte latticini, verdure, legumi, uova, queste come antipasto. E aglio e cipolla, cavolo, un centinaio di erbe conosciute, tra le quali l'ortica, i ricercati funghi, le rape, la carota. Certo solo dopo la scoperta dell'America arriveranno in Europa pomodoro, patata, barbabietola. I romani dunque in origine erano vegetariani e solo raramente mangiavano carne, (di porco in primis, pecore, capre, pollame, ghiro, cinghiale, selvaggina) utilizzata anche per i sacrifici rituali. Raramente si cibavano di carne di bue, che non allevavano per la macellazione, perch era adibito all'agricoltura, tenuta in grande considerazione. La carne veniva bollita due o pi volte nell'acqua o nel latte, perch dura e fibrosa, in quanto conservata sotto sale. Per lo stesso motivo, non si usava arrostirla nei primi tempi della Repubblica. Di certo la carne era cibo per classi elevate, che nel periodo dell'Impero giunsero a farne uso smodato. Per monitorare i costumi sfrenati, in origine di influenza greca, sin dal II sec. a.C. furono introdotte le leggi suntuarie, spesso eluse in seguito, come nei banchetti sfrenati del liberto arricchito Trimalcione, descritti da Petronio. Con l'espandersi della potenza romana e contatti con altre civilt, inizi l'importazione di nuovi prodotti. Ecco l'importanza delle spezie provenienti dall'Asia e dall'Africa, per insaporire i cibi, specie le carni bollite, prive in s di alcun gusto. Per conservare gli alimenti, utile era il pepe, di cui i romani erano ghiotti. E lo zenzero dall'India, i semi di papavero, il laser, resina aromatica dalla Persia, e la cannella e il cumino dall'Asia orientale, il prezioso zafferano dal Kurdistan: occorrevano pi di 100 fiori per un etto di prodotto. I pesci in origine non facevano parte della dieta dei Romani, in quanto terricoli, e solo verso la fine della Repubblica, si afferm ovunque l'uso del garum, un condimento universale, proveniente dall'Indonesia, noto in Grecia sin dal V sec. a.C., ottenuto facendo macerare vari strati di pesce, sale, e spezie per alcuni giorni, dando vita a un alimento simile alla salsa di acciughe, a volte maleodorante. In seguito pesci e crostacei vennero allevati anche nelle piscine private dei ricchi e comparvero allevamenti di ostriche e mitili, insieme a vere industrie di conservazione del tonno, sgombri,
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sardine, soprattutto in Sicilia . noto che i romani apprezzavano anche le murene. Era abitudine diffusa mescolare il dolce, derivante dal miele, e il salato, e si conservavano in salamoia persino le pesche e le albicocche e le ciliege di origine asiatica. E abbondavano nei banchetti frutta come l'uva, i prelibati fichi, le variegate mele, frutta secca e castagne e melograni. Molto in uso era il rito della trasformazione per imitazione del cibo,
una sorta di creazione culturale, per fare apparire ricercati, gli ingredienti pi poveri, come l'uso poliedrico della zucca. E i cuochi romani, come gli antichi magheroi di origine greca, si sbizzarrivano rielaborando i menu pi strani atti a stupire, come la porchetta cotta, riempita nella pancia di volatili vivi. Un capitolo a parte merita l'uso dell'olio e delle olive, e la storia della produzione del vino, utile sia per le varie necessit rituali, sia per la tavola. Curioso che le donne non po-
tessero di regola accostarsi a quella bevanda.Anche la birra era apprezzata, di provenienza dalla Gallia e dalla Spagna, ma gi conosciuta dagli Egizi. Nell'impossibilit da dare conto delle centinaia di pagine del libro, non resta che sperimentare sulle nostre tavole questo antico Artusi, le cui ricette provengono dalle varie Regioni italiane, grazie alla competenza e alla curiosit delle due autrici.
TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Questi amati orrori
di Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani testo di Renato Gabrielli In scena Massimiliano Speziani Spazio scenico e luci Luigi Mattiazzi Prodotto da BIBOteatro In un luogo inusuale e poco frequentato dal grande pubblico (inteso come numeroso) come lo Spazio Van gh, Gabrielli e Speziani hanno ripresentato un lavoro di due anni fa e una trentina di spettatori a sera hanno avuto la fortuna di assistere a una chicca di teatro dattore e dautore. Massimiliano Speziani parte da se stesso e presta il suo corpo a quattro coppie di personaggi: un cane e il suo padrone, una madre e il figlio, due innamorati e un dottore con uno dei suoi pazienti. Le coppie, in una sorta di tesi-antitesi-sintesi hegeliana si creano, con uno dei due personaggi che esce, seguito subito dopo dallaltro, interagiscono e poi scompaiono andando a confluire e ri-fondersi nellattore che, subito intervallando con qualche canzone che per non sembra mai una divagazione, ma piuttosto parte di un flusso inizia a dar vita alla coppia successiva. Il tema del doppio affrontato dal punto di vista fisico-espressivo, pi che da quello concettuale, e la fluidit delle immagini e dei rapporti fra i personaggi che Speziani interpreta, suscitano la fantasia dello spettatore che tentando di ricostruire il filo di una storia che non c segue e interpreta in una sorta di stream of consciousness. Lassenza di una trama vera e propria rischierebbe di far perdere lattenzione in certi punti, ma la concretezza delle immagini e il costante rapporto con il pubblico al quale come in Thom Pain di Will Eno si dichiara fin da subito di non avere nulla da raccontare, riescono a coinvolgere per tutta la durata dello spettacolo. Lo spazio adattissimo al tipo di lavoro, che perderebbe molto se schiacciato su un palco frontale, e che ha la sua forza proprio nel rapporto diretto dellattore/personaggio con gli spettatori che, dopo essere stati prelevati dal piccolo foyer e portati ai loro posti dal personaggio stesso, vengono disposti su tre lati e sono parte dellazione scenica. La scrittura di Gabrielli, cucita addosso a Speziani, semplice e brillante, ricca di giochi di parole non fini a loro stessi e tesa verso unessenzialit in perfetto equilibrio fra il colloquiale e levocativo. Spazio Van gh, dal 1 al 3 dicembre In scena Al Teatro Elfo Puccini dal 4 al 16 dicembre Un marito ideale di Oscar Wilde, regia di Roberto Valerio.
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www.arcipelagomilano.org Tutto comincia con la tradizionale cena di famiglia, preludio di unimplosione che non tarda ad arrivare. La cena mostra allo spettatore, quasi come uno studio sociologico, gli usi e le abitudini di una famiglia francese media, ridicolizzando le pi banali aspirazioni borghesi. La casa, i soldi e l'educazione dei propri figli fungono cos da miccia all'inevitabile disgregazione familiare. I personaggi di Troppo Amici vengono separati in singole storie, spesso fantasiose e lontane dalla realt. Sono tutti fragili e insicuri, devono sopportare il peso del fallimento delle proprie ambizioni o la frustrazione di pregiudizi razziali ormai desueti. La loro goffaggine nell'affrontare le difficolt quotidiane ci che dovrebbe suscitare ilarit ma che, pi banalmente, li conduce alla tanto temuta unit familiare.
Marco Santarpia In sala a Milano: The Space Cinema Odeon, Colosseo, UCI Cinemas Bicocca.
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ALESSANDRA KUSTERMANN: QUEL CHE NON HO POTUTO FARE, QUEL CHE FAR http://www.youtube.com/watch?v=_QBHfbZJihs
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