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numero 17 anno IV - 9 maggio 2012

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L.B.G. ELEZIONI: CE N PER TUTTI Emilio Battisti EXPO 2015: FUORI EXPO FINALMENTE! Walter Marossi RISULTATI ELETTORALI: CHIARO E SEMPLICE Carlo Alberto Rinolfi NUTRIZIONE: FERMARE LA FOLLIA METROPOLITANA Federico Robbiati
CITTADINI E COMUNE: LINGREDIENTE CHE MANCA(VA) IN SANIT

Raffaello Morelli GOVERNO MONTI: IL DOPO CHE NON ARRIVA Giovanni Cominelli CL. UNA PRESENZA INGOMBRANTE Angelo Gaccione VIAGGIO NELLITALIA DELLAMIANTO Paola Bocci BIBLIOTECHE: GRATIS MA VALE MOLTO Ileana Alesso LE DONNE CACCIANO FORMIGONI VIDEO CLAUDIO DE ALBERTIS: LA TRIENNALE, LARCHITETTURA, LEXPO

COLONNA SONORA Sondre Lerche NIGHT AND DAY

Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org

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ELEZIONI: CE N PER TUTTI Luca Beltrami Gadola


Siamo contenti? S. Le elezioni sono andate bene, non possiamo lamentarci: si aprono nuovi scenari, pi o meno tranquillizzanti ma la societ in movimento e questo, in fin dei conti, quasi sempre un bene. Walter Marossi su queste pagine, guardando i risultati elettorali, ci da un suo commento a caldo, lo fa da analista osservando i numeri e traendone le sue conclusioni, convincenti. Nei prossimi giorni non saranno le analisi a mancarci ma quelle che bisogna tenere sottocchio vengono e verranno dallinterno dei partiti perch ci diranno due o tre cose interessanti e utili, per capire se loro per primi hanno capito qualcosa o se continueranno imperterriti a vivere guardandosi lombelico in quel curioso mondo a parte che sono i palazzi della politica e del potere, tutti intenti a celebrare la vittoria o a negare la sconfitta e dediti al gioco di tavola a mulino delle alleanze. La palma delle contraddizioni, per il momento, va ad Angelino Alfano: Abbiamo pagato lappoggio dato al governo Monti!. Gi, perch che alternativa avevano, visto che il loro governo ci menava dritti alla bancarotta e al discredito internazionale? Se avevano una pur vaga idea di come venir fuori dal pantano e magari riportare il Pese sulla via della crescita, perch non lhanno fatto? Misteri. Adesso aspettiamo con ansia la loro cosa nuova. Un secondo meritato posto va al nostro ottimo Bersani: Adesso contiamo di pi. Di pi di chi andato a ramengo? Meglio dire unaltra cosa. Per esempio: adesso, finalmente non siamo pi costretti a giocare di rimessa, nessuno ci detter pi lagenda politica, non dovremo pi inseguire il partito dellex premier nella sua foga di distruzione delle istituzioni per tenerlo fuori dai guai giudiziari.. Io avrei preferito sentirgli dire Adesso abbiamo finalmente tempo per dirvi cosa vogliamo fare.. Arriver quel momento? Lagenda del futuro sembra, come il solito, interessare poco e questo vale per tutte le forze politiche, perch la vecchia regola non compromettersi con dichiarazioni che potrebbero far capire con quale pezzo del Paese realmente stai, cosa rischiosa di fronte a unaffluenza alle urne in continuo calo e sapendo che la vittoria la si acchiapper proprio pescando in questo mare di gente che ha rinunciato a esprimere un voto, forse anche perch non riesce a capire chi realmente potrebbe dare una risposta alle proprie aspettative. E non hanno tutti i torti. Devo dire che da questo punto di vista ho sempre avuto una certa invidia per gli elettori svizzeri che al momento di andare alle urne ricevono a casa dei piccoli opuscoli, tutti uguali per veste tipografica e numero di pagine (poche), a spese della Confederazione o del Cantone o del Comune, nei quali ogni contendente annuncia il suo programma o presenta le proprie posizioni. Non che questo, come sappiamo, garantisca un maggio afflusso alle urne ma costringe i politici a condensare il proprio pensiero, a trasmetterlo in un linguaggio comprensibile e offre, a chi ha un reale interesse, lopportunit di riflessioni e confronti. gi qualcosa. Detto tra di noi anche un modo molto democratico di offrire un uguale strumento dinformazione di l dalle capacit economiche dei partiti o dei candidati. E questo a futura memoria per il finanziamento dei partiti. Noi invece nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovremo decrittare difficili messaggi, leggere tra le righe, dedicarci alla dietrologia, armati di santa pazienza. Ce n per tutti ma quanta pazienza avr la trib di Facebook, di Twitter e degli altri social network le cui fila, anche solo per ragioni anagrafiche, si ingrosseranno? Oltre i Grillini avremo anche noi i Pirates? Chi altro si stufer?

EXPO 2015: FUORI EXPO FINALMENTE! Emilio Battisti


Finalmente i cittadini milanesi di ogni componente sociale, razza e cultura sono stati fattivamente coinvolti nella realizzazione di Expo 2015. Expo Days - Il Mondo a Tavola, la manifestazione organizzata da Stefano Boeri con il suo assessorato alla cultura e da lui stesso definita come linizio del Fuori-Expo, ci ha impegnato per unintera settimana a riflettere sulle problematiche del cibo nelle sue svariate implicazioni e ha dato la dimostrazione di quanto possa essere importante, per il successo di Expo la partecipazione attiva della citt e del territorio. Le questioni affrontate non hanno riguardato soltanto la nutrizione e il cibo, ma anche la fondamentale e primaria tematica della sua produzione in un rapporto non pi scisso dalla citt. Tema trattato nei due convegni Terra Ri-Genera Citt sul ruolo strutturale della neoagricoltura per la rigenerazione della citt e del territorio e Lagricoltura salute, lagricoltura arte per la rivalutazione dellagricoltura come disciplina che oggi richiede conoscenze, creativit e risorse per formare figure professionali adeguate alle sfide del presente. anche utile segnalare il numero di Lotus in the fields che ha documentato come levoluzione della relazione tra citt e campagna presenti fenomeni inediti nelle sue implicazioni paesaggistiche, favorendo questultima come lambito nel quale mettere finalmente in pratica quegli ideali che il prevalere di un approccio essenzialmente percettivo ha in passato rimosso. La manifestazione avviata fin dallo scorso novembre con la convocazione delle comunit straniere ha visto il Comune svolgere essenzialmente un ruolo di sensibilizzazione, accompagnamento, organizzazione e comunicazione. Uniniziativa che ha consentito di valorizzare componenti sociali e culturali presenti tra noi, ma misconosciute o rimosse, ponendole invece al centro dellattenzione e conferendo loro a pieno titolo cittadinanza, significato e valore. Milano ha dato dunque lesempio di cosa potrebbero fare molte altre realt territoriali interessate a Expo 2015 mettendo in rapporto soggetti pubblici e privati, favorendo sinergie, evitando sprechi e sovrapposizioni, creando un enorme spazio di partecipazione per tutti quei soggetti che non potendo esse-

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re ospitati nel sito ufficiale sarebbero esclusi dalla possibilit di contribuire al successo della manifestazione e da ogni conseguente vantaggio in termini di immagine ed economico. Tutti ormai si sono espressi a favore di un Fuori Expo: il sindaco Pisapia che laveva espressamente previsto come Expo Diffusa e Sostenibile al punto 8) del proprio programma elettorale; Giuseppe Sala che si pronunci nel luglio 2010 in occasione della sua nomina a capo di Expo Spa dichiarando che Milano nei sei mesi di durata dellExpo, deve diventare una specie di enorme Fuori Salone prendendo spunto da ci che accade ogni anno in occasione del Salone del Mobile in alcune zone della citt; Roberto Formigoni che lo scorso agosto segnal tale esigenza richiamando anchegli i successi del Fuori Salone e buon ultimo il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli che nei giorni scorsi ha anche lui aderito allidea del Fuori-Expo. Lanalogia con il Fuori Salone pu tuttavia servire solo far comprendere a tutti il senso generale della proposta e a indicare che il Fuori-Expo dovrebbe essere un insieme di iniziative autonome rispetto allExpo ufficiale che si terr nel sito in prossimit della Fiera di Rho-Pero, cos come il Fuori Salone del tutto autonomo rispetto al Salone del Mobile. Oltretutto, mentre il Fuori Salone dura solo una settimana e Milano in quei sette giorni cambia dabito e alla fine tutto pu facilmente tornare come prima, nel caso di Expo, per la sua durata e per limpegno organizzativo ed economico che comporta, indispensabile che il FuoriExpo lasci dopo la manifestazione uneredit positiva ai territori in termini di maggiore efficienza, qualit ambientale e sostenibilit. Regioni, province e comuni dovrebbero quindi soprattutto favorire le iniziative agevolando le procedure nel rispetto delle tutele di carattere ambientale e svolgendo una semplice ma essenziale opera di accompagnamento, favorendo la costituzione di tavoli attorno ai quali

far sedere privati, associazioni, universit, istituti di ricerca e tutti i soggetti che sono insediati nei vari contesti territoriali che nella generalit dei casi dispongono di eccellenze monumentali, paesaggistiche e agroalimentari di grande qualit ma spesso poco conosciute e valorizzate. Per portare avanti il Fuori-Expo non si tratta quindi di rivendicare la disponibilit di finanziamenti pubblici, che del resto gi sappiamo non essere disponibili, ma di mobilitare tutte le risorse latenti in molte situazioni territoriali: volontariato, organizzazioni imprenditoriali, Camere di Commercio e i moltissimi comitati che si impegnano su varie tematiche, anche per favorire il superamento della dimensione spesso troppo localistica delle loro rivendicazioni. Altro aspetto determinante per la qualit del Fuori-Expo riguarda il fatto che il proliferare delle iniziative sul territorio potrebbe causare ingovernabilit, inaccessibilit, congestione, sovrapposizione di iniziative e conseguenti sprechi di risorse. Il proposito pi volte manifestato in tutte le sedi di fare rete tra i soggetti e le iniziative, facile a dirsi, nei fatti serve a ben poco se non si mette a disposizione un reale strumento di partecipazione; una piattaforma di e-collaboration che consenta a tutti i soggetti di interagire nello spazio e nel tempo. Nello spazio, registrando lubicazione territoriale delle varie iniziative attraverso la loro georeferenziazione nel momento della registrazione e schedatura sulla piattaforma. Nel tempo, consentendo a ogni iniziativa di documentare la propria evoluzione in modo che tutti siano in grado di valutarne le fasi di sviluppo, i progressi, il rispetto dei tempi e il raggiungimento degli obiettivi. Esattamente il tipo di strumentazione di cui si dotato il progetto Expo Diffusa e Sostenibile gi on line (www.eds.dpa.polimi.it) a cui chiunque pu liberamente accedere anche semplicemente per constatare quale sia lo scenario territoriale che si formato a seguito del lavoro eseguito e tuttora in progress. Oltre

alla possibilit di interpretare la distribuzione territoriale delle opportunit e dei progetti e assecondarne il coordinamento a scala ampia, regionale e nazionale, individuare anche circoscritti contesti contraddistinti da specifiche caratteristiche come ad esempio quelli del Parco Sud, dei Navigli e della Villa Reale di Monza con il suo splendido parco. Ma anche attestandosi sulle direttrici che da Milano si proiettano nel territorio con infrastrutture ferroviarie che in occasione dellExpo potrebbero offrire ai visitatori un servizio di maggiore efficienza, dando al contempo pi adeguata risposta alla domanda di mobilit regionale per dare accessibilit allarea metropolitana di sette milioni di abitanti della Grande Milano. Per fare tutto ci serve un soggetto qualificato che sappia interpretare le potenzialit del Fuori-Expo, utilizzando la metodologia e la strumentazione del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico di Milano, e prefigurarne lo sviluppo e la realizzazione anche in termini imprenditoriali, analogamente a quanto si verificato per il Fuori Salone. I titolati a svolgere questo compito naturalmente non mancano: dalla Camera di Commercio, ad Assolombarda e Confindustria, a Confcommercio che proprio il mese scorso, insieme a Expo 2015 Spa, hanno firmato una convenzione per dotarsi di un unico spazio virtuale, un Fuori-Expo digitale, dove le imprese possano presentare e promuovere la propria offerta ai visitatori e fare di Milano una moderna smart city. Integrare questo importante strumento di comunicazione e accesso alle informazioni con la piattaforma di e-collaboration del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico, porrebbe tutti i soggetti imprenditoriali in condizione di interagire e potrebbe costituire un importante passo avanti per consentire ai territori, in occasione di Expo 2015, di organizzarsi e attrezzarsi nel modo pi adeguato, con importanti ritorni in termini di sviluppo economico e sociale.

RISULTATI ELETTORALI: CHIARO E SEMPLICE Walter Marossi


Una volta tanto commentare i risultati elettorali in Lombardia semplicissimo, non serve neppure andare nel dettaglio: 1) il centro destra perde ovunque, in alcuni comuni evapora, dappertutto si frammenta ed evidenzia una totale mancanza di leadership del dopo Berlusconi che a tutti gli effetti da oggi un ex leader. 2) il Pdl perde mediamente un terzo dei voti e si frammenta a sua volta. 3) la Lega perde anch'essa mediamente un terzo dei voti. L'andata in solitaria la rende marginale, non vi stato alcun scatto di orgoglio padano degli amministratori, tuttavia no-

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nostante diamanti e lauree albanesi non sparisce. 4) l'Udc irrilevante, non approfitta della crisi del Pdl e della Lega, nei ballottaggi non pesa. 5) l'Api semplicemente non esiste. 6) in nessun comune il centro destra ha creato degli amministratori / personaggi forti di consenso popolare che da soli invertono la tendenza. Specularmente: 1) il centro sinistra quasi ovunque va al ballottaggio in posizione di favorito, con coalizioni in genere simili a quelle di Milano dello scorso anno. 2) il Pd diventa il primo partito, pur senza incrementi straordinari ed il perno di ogni alleanza; sar in crisi come dicono alcuni ma torna a governare molti municipi. Al suo interno i fautori della grande coalizione o dell'alleanza con l'Udc ammutoliscono. La sua leadership regionale si rafforza. 3) in generale le sinistre pi radicali si consolidano. 4) le liste civiche di sinistra, diciamo cos gli arancioni, si moltiplicano e sono spesso determinanti. A tutto ci va aggiunto un successo semplicemente clamoroso dei grillini che triplicano nelle citt le percentuali delle regionali e che chiamandosi fuori dal gioco delle alleanze attirano voti da entrambi gli schieramenti. Nei prossimi giorni si sprecheranno analisi psicosociopolitologiche su chi sono e perch li votano, immaginiamo che si torner a parlare di Giannini e del qualunquismo antipartito, pi o meno quel che si diceva della lega agli esordi: dura minga dura no. Si visto! La percentuale dei votanti stata ovunque al di sotto delle precedenti comunali che a loro volta registravano un calo. una tendenza consolidata e difficilmente reversibile forse non positiva per la democrazia ma irrilevante per il governo delle citt dove contano i voti espressi. L'astensione crea un bacino di ex elettori potenzialmente redimibili dove in futuro si giocheranno le campagne elettorali. Sar interessante vedere se nei ballottaggi vi saranno modifiche parziali del quadro. Con questi risultati a eventuali elezioni regionali il centro sinistra vincerebbe e vincerebbe anche alle elezioni politiche. Con la vigente legge elettorale nazionale il Pd potrebbe fare il pieno dei parlamentari (praticamente eleggerebbe anche il mio gatto). quindi prevedibile che Formigoni (amenoch non lo blindi-

no) e i suoi amici cerchino di spostare il pi in la possibile le elezioni regionali, magari rinunciando alla beneamata Roma. Cos come probabile che di riforma della legge elettorale nazionale si parler sempre di pi per poter alfine dichiarare che si far nella prossima legislatura, perch non vi pi tempo. Vediamo il dettaglio per quanto riguarda la regione. Alle ultime elezioni regionali la lista di centro destra era risultata vincente con il 56,11% dei voti, pari a 2.703.255 voti, la Lega nel voto di lista pesava circa il 45% del centro destra. La coalizione di centro sinistra, aveva ottenuto il 33,27% dei voti pari a 1.603.047 voti. Le altre quattro liste regionali avevano: Udc 4,70% 226.313; Movimento 5 stelle 3,00% 144.578; Rifondazione comunista / Sinistra Europea / Comunisti Italiani 2,36% 113.744; Forza Nuova 0,56% 26.890. Se avessimo parametrato il voto regionale secondo le alleanze milanesi di un anno fa avremmo avuto il 56,11% del centro destra contro il 35,60% del centro sinistra. La differenza in valori assoluti tra le due ipotetiche coalizioni era di 987.000 voti: unenormit, cos suddivisa per provincia: Bergamo 185 mila, Brescia 172 mila, Como 100 mila, Cremona 31, Lecco 40, Lodi 19, Mantova 18, Milano 115, Monza 85, Pavia 60, Sondrio 37, Varese 125 mila. Nella citt di Milano alle regionali la differenza era stata di soli 29.000 voti, Penati era andato peggio di Sarfatti che aveva un distacco di 12.000 voti. La differenza tra Pisapia e Moratti al primo turno stata di 42.000 voti a favore di Pisapia. Lincidenza della vittoria milanese in voti quindi ridottissima. In pratica anche considerando consolidato il dato milanese in termini di valori assoluti e di aumento dei votanti (improbabile) fino a oggi mancavano allappello per vincere in regione circa 945.000 voti. Il recupero di Pisapia vale un 25% della differenza a favore del centro destra nel 2010 della sola provincia di Brescia. Per questo queste elezioni sono un terremoto maggiore di quello di un anno fa: Milano sempre stata contendibile la Lombardia mai. In sintesi in regione: 1) il centro sinistra inteso come coalizione attorno Pd sicuramente vincente con il Pdl e Lega separati, anche se certo che la frammentazione in mille rivoli del Pdl di questo turno non si ripeter fosse solo per il diverso sistema elettorale

2) se il centro destra tornasse unito la partita incerta ma per la prima volta il centro sinistra favorito. Probabilmente il Pdl scomparir per lasciare posto a unaltra aggregazione dei moderati, mica sono fessi. 3) l'Udc gioca un ruolo solo nel centro destra, Se lUdc si allea con il centro sinistra questo perde le sinistre radicali e il saldo negativo. 4) lalleanza elettoralmente indicata da questa tornata per il centro sinistra quella di Vasto. Gli alleati del Pd hanno oggi tutto l'interesse a non modificare la legge elettorale regionale e a tener vivo il listino. 5) lo spazio per una sinistra arancione secondo lo schema Pisapia probabilmente in regione pi ampio che a Milano, basta guardare il peso delle civiche anche se alcune sono le liste dei partiti travestite. 6) il Movimento 5 stelle pur avendo un peso elettorale maggiore di molti partiti tradizionali, non giocher un ruolo determinante in elezioni a turno unico come quelle regionali amenoch non trovi un candidato presidente significativo. Il suo elettorato non pu essere potenzialmente ascritto n al centro sinistra n al centro destra. Unico dettaglio mancante per entrambi gli schieramenti: il candidato, che pu cambiare il quadro. Per il centro sinistra nessun potenziale candidato cos forte da essere automaticamente investito; faranno le primarie, con il rischio del noto piatto ricco mi ci ficco e del proliferare di candidati. In senso geografico avere un milanese abbastanza indifferente anzi meglio un provinciale se pu spostare voti magari a Bergamo e Brescia. Certo che con il Pdl in declino, la Lega in analisi, l'Udc al lumicino, l'utilit di Tabacci come candidato appare molto ridotta. Addirittura potrebbe essere controproducente facendo perdere voti a sinistra e non influenzando passaggi dal centro destra, che nella ben nota tradizione delle correnti Dc diffidano pi degli amici che degli avversari. Dovessi scommettere, oggi punterei su Martina. Per il centro destra buio fitto, a meno che non arrivi un papa straniero. Sembrerebbe tutto chiaro ma vale la pena ricordare che purtroppo erano elezioni amministrative, che non era in campo il giudizio sulle politiche del governo, che non si discuteva delle ricette anticrisi, insomma per quanto importanti siano le indicazioni la partita vera non appena cominciata.

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NUTRIZIONE: FERMARE LA FOLLIA METROPOLITANA Carlo Alberto Rinolfi*


Gruppi di bambini si fermano stupiti a guardare gli animali preistorici mentre nellAula Magna del museo di Storia naturale di Milano si cerca di capire come si possono nutrire le popolazioni del mondo. Questa volta la nutrizione affrontata nella sua interezza. Col coordinamento del professor Francesco Silva, un gruppo di esperti in varie discipline mette sotto esame i significati pi arcaici dei processi di nutrizione nei quali si radica lidentit dei popoli e quelli pi attuali che affidano i prezzi dei prodotti alimentari nelle mani della speculazione finanziaria. Che cosa collega mondi apparentemente cos differenti? Le risposte vengono dagli esperti dellAssociazione Mondohonline nata per creare network professionali specializzati nella soluzione di handicap sociali. I problemi della malnutrizione sono visti come le logiche conseguenze di un profondo squilibrio ecologico del pianeta. Fame e patologie da sovra alimentazione emergono come i frutti amari di un sistema costretto a produrre in continuazione carestie, inquinamenti e conflitti. Sono gli effetti collaterali dellazione di quattro formidabili fonti di squilibrio che si auto esaltano tra loro e che sono: una crescita demografica senza limiti; una cultura convinta di poter dominare la natura; una tecnologia potente e il prevalere di una logica economica orientata al massimo guadagno immediato. Per bloccare carestie e patologie nutrizionali occorre quindi porre mano con decisione alle regole che squilibrano il sistema. Come intervenire senza cadere nelle trappole delle inutili esortazioni? Lattenzione si concentra sullo sviluppo demografico che risulta sempre pi urbano e che genera le megalopoli. Enormi agglomerati umani difficili da governare e assetati di risorse ambientali. Sembra quasi di trovarsi a un nuovo punto di svolta nella storia evolutiva del pianeta. La sopravvivenza della specie questa volta appare legata alle sorti di mastodontici organismi che modificano gli ambienti e pongono richieste estreme ai sistemi agroalimentari. Stiamo correndo verso i dieci miliardi di persone di cui il 70% si trover probabilmente a vivere in ambienti urbani. In che misura e con quale grado di qualit i sistemi agroalimentari saranno ancora in grado di soddisfare la richiesta crescente di alimenti? La relazione della professoressa Claudia Sorlini fa il punto sulle condizioni della ricerca ed evidenzia quanto sia delicato il momento attuale. Dopo un cinquantennio in cui ha sfamato il pianeta, si ritrova adesso nella fase terminale di un processo guidato dalla fede incondizionata nei poteri delle tecnologie esasperate. Le previsioni per il futuro non sono affatto positive, ci aspettano periodi caratterizzati da unofferta inferiore alla domanda. La spesa pubblica in ricerca ovunque in diminuzione cos come lo sono gli incrementi di produzione nonostante i prodotti geneticamente modificati. Appare sempre pi chiaro che non sono le tecnologie a risolvere problemi ma i modelli di sviluppo. I modelli prevalenti sono ancora basati sullindustria, lurbanizzazione incontrollata e i consumi, mentre lagricoltura relegata ancora a un ruolo secondario. Da tutto ci deriva un enorme handicap nutrizionale destinato ad aggravarsi nei prossimi anni, le cifre sono impressionanti. Un miliardo di persone soffre la fame, altri due sono malnutriti e un altro miliardo soffre di obesit. Il totale supera il 50% della popolazione mondiale. Per il futuro occorre quindi produrre di pi, con maggiore qualit e sicurezza e occorre farlo in un modo sostenibile che conservi la biodiversit risparmiando energia e risorse naturali. La ricerca pu ancora intervenire con nuove tecniche colturali, biofertilizzanti e interventi di selezione e dingegneria genetica ma c bisogno di un nuovo tipo di agricoltura. Bisogna produrre tenendo sotto controllo linquinamento, risparmiando energie, riducendo luso dei prodotti agrochimici e delle risorse idriche, ma soprattutto, conservando lagro biodiversit. La ricerca offre soluzioni, ma la loro applicazione dipender dalla capacit delle societ di adottare comportamenti di consumo alimentare nelle citt meno compulsivi e pi sensibili ai costi energetici richiesti dalla produzione degli alimenti. Con produzioni a Km zero, sviluppo di orti urbani e periurbani, diversificazione delle vendite dirette, filiere corte. quindi cruciale fermare lespansione incontrollata delle megalopoli e impedire che le citt continuino a divorare le risorse e il territorio. Gli urbanisti non hanno dubbi. Per Alain Tusseau si tratta di valorizzare la cultura alimentare delle popolazioni locali e rafforzane lidentit con i luoghi. Per Giuseppe Longhi si tratta di gestire il metabolismo urbano per rigenerare le risorse e lambiente. Sono molte le citt che hanno iniziato a riprogettarsi per gestire i propri processi metabolici. Linnovazione consiste nel governare il ciclo chiuso dei processi naturali senza scaricare allesterno le negativit costituite da rifiuti e dagli inquinamenti. Anche il ciclo alimentare urbano oggetto di consistenti investimenti da parte di importanti municipalit metropolitane. Sono le farmers cities che aggregano i cittadini nelle produzioni urbane e arrivano a sperimentare sistemi di produzione in verticale. Emerge un modo nuovo di gestire le citt. Le esperienze innovative si diffondono, ma continua lo spreco alimentare e i dati che riporta la professoressa Ferretto sono meritevoli di attenta riflessione. Infatti, circa un terzo del cibo prodotto a uso umano, va perduto o sprecato. Nei paesi in via di sviluppo la perdita si concentra nella prima parte della filiera alimentare, nelle fasi di produzione, conservazione e distribuzione, mentre nei paesi sviluppati lo spreco si concentra nella distribuzione finale e nel consumo superando i 100 kg procapite. Tutto ci avviene mentre nuovi poveri si orientano a consumi di trash food e i consumatori pi evoluti creano nuove modalit di acquisto dirette con i produttori. Molte citt si stanno muovendo in questa direzione. Le ricerche etnografiche internazionali di Francesco Morace ci dicono che nel mondo si va affermando un nuovo paradigma di qualit che, unendosi al criterio della sostenibilit diventa fonte di scelte individuali sensibili ai bisogni della comunit. Un nuovo rapporto dinterazione con la natura e con le nuove generazioni del resto o alla base del manifesto per la nutrizione consapevole con il quale Mondohonline impegnato a costruire una Piattaforma Nutrizionale per offrire servizi alle metropoli dellExpo 2015. Larchitetto Stefano Boeri, intervenuto nella discussione ha condiviso lapproccio olistico adottato dal Comitato Scientifico coordinato dal professor Luciano Segre e la concretezza di proposte pratiche che i Milanesi pi sensibili al futuro del pianeta e della loro citt stanno contribuendo a realizzare. *Presidente Mondohonline

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CITTADINI E COMUNE: LINGREDIENTE CHE MANCA(VA) IN SANIT Federico Robbiati*


Crisi e invecchiamento impediranno a breve il mantenimento degli attuali livelli di welfare sanitario, ma la risposta che garantisce la sostenibilit gi nota e passa attraverso la migliore prevenzione e gestione delle cronicit che le Case Mediche possono assicurare. Le prime esperienze milanesi lo dimostrano. Tuttavia, causa la visione ospedalecentrica di Regione Lombardia, le Case Mediche non potranno decollare su larga scala senza lintervento del Comune e il coinvolgimento dei Cittadini sul doppio binario della co-progettazione e della comunicazione. Questo quanto emerso nel convegno Case Mediche: ancora utopia o realt percorribile? organizzato dai Comitati x Milano in collaborazione con il gruppo consigliare di SEL. Negli USA questa soluzione si chiama Casa Medica: 5-10 medici di famiglia sotto lo stesso tetto che con un team a 360 (segreteria, infermeria, medici e altri operatori) attuano programmi di vera prevenzione e di efficace gestione delle cronicit, operano con orari prolungati (riducendo anche gli accessi al Pronto Soccorso), utilizzano supporti informatici intelligenti che permettono il lavoro coordinato del team. Il paziente al centro dei percorsi di cura, non pi pallina del flipper che rimbalza tra operatori diversi e isolati tra loro. Da un decennio Governi e Amministrazioni si sono concentrati pi sul nome che sulla realizzazione. Parafrasando il titolo di un film contemporaneo alla nascita del concetto, spesso sotto i nomi (Case della Salute, UTAP, UCCP, AFT, UCP) cera il niente. Amelia Compagni di Cergas-Bocconi ha descritto i pochi esperimenti realizzati e gli ancor meno riusciti, spiegando come non basti mettere i medici di famiglia sotto lo stesso tetto per migliorare la qualit della salute. Dopo dieci anni di tentativi stentati, per i Comitati x Milano la via duscita sta nel coinvolgere i cittadini su due binari paralleli: la coprogettazione delle Case Mediche e la comunicazione rivolta ad Amministratori e medici di famiglia. Coinvolgere i cittadini nella co-progettazione consente di realizzare servizi migliori, pi razionali e quindi meno costosi: lutente esclude ci che non ritiene essenziale. In questa fase servir formare i non addetti ai lavori per garantire una partecipazione efficace. Ma i cittadini apporteranno quelle professionalit abituate a lavorare per progetti e processi che forse fino a oggi sono mancate. Se da un lato ci sono gli esempi portati da Remo Bernieri (Cremona) e Davide Lauri (Milano) dallaltro limpegno a realizzarle raro. Le dispute sul nome anzich sulla sostanza ne sono esempio. Inoltre, come ha sottolineato Vito Pappalepore (segretario provinciale di FIMMG, il sindacato pi grande dei medici di famiglia) tra gli stessi medici le resistenze non mancano, in parte derivanti dallet media elevata. La comunicazione indispensabile sia per far crescere la volont politica nelle amministrazioni, sia la consapevolezza nei medici di famiglia che stata trovata la soluzione su come abbattere la barriera pi importante: il costo degli spazi. Il beneficio apportabile dalle Case Mediche enorme: lIstituto di Ricerca della Regione (IReR) ha dimostrato che i medici che hanno adottato questo modello hanno abbattuto i ricoveri ospedalieri del 6% e le prestazioni ambulatoriali del 7%, in linea con le esperienze USA. Sui 17 miliardi di euro del budget sanitario lombardo ridurre i costi del 6% (perch le persone si ammalano meno e si curano meglio) libera un miliardo di euro ogni anno, oltre 100 milioni solo a Milano. Inoltre Marco Maiello, direttore Sviluppo e Innovazione di Welfare Italia, ha riportato come queste strutture concilino qualit dellassistenza ed esperienza positiva del paziente: oggi in Italia la qualit della sanit mediamente buona ma distonica rispetto allesperienza del paziente, spesso frustrante. Ma perch oltre ai cittadini necessario coinvolgere il Comune di Milano? LIReR ha identificato cinque tipologie di Case Mediche in funzione del contesto geografico, di cui due specifiche per le grandi citt (zone pi centrali o zone pi periferiche). Come IReR anche i Comitati x Milano, nel corso di incontri esplorativi avviati durante le primarie 2010, hanno identificato nellalto costo degli spazi necessari (3400mq) la barriera principale che a Milano si interpone alla nascita delle Case Mediche. Da questa osservazione nasce la proposta inserita nel documento alla base del programma dellattuale Sindaco, di rendere fruibile il patrimonio edilizio non utilizzato del Comune. I Comitati x Milano suggeriscono che gli spazi siano resi disponibili allinterno di un accordo quinquennale tra medici di famiglia e amministrazione comunale, accordo che recepisca i livelli di servizio, i programmi di prevenzione e cura delle cronicit, gli indicatori di qualit e di processo concordati tra Comune, medici di famiglia e cittadini in fase di progettazione. La concessione degli spazi subordinata alla presenza sin dallinizio di alcuni di questi requisiti. Un punto di forza della proposta il carattere di aggregazione volontaria tra Comune, medici e cittadini. Fuori dalla prospettiva gerarchica e omologante di ASL e Regione, gli accordi per le singole Case Mediche potranno, entro una cornice comune, individuare diverse modalit realizzative. E, si sa, in natura la diversit che permette levoluzione. *Comitati x Milano

GOVERNO MONTI: IL DOPO CHE NON ARRIVA Raffaello Morelli


Sono passati gi cinque mesi. Pochi per i bilanci, abbastanza per i primi rilievi. Il governo Monti ha dato quanto chiesto a un esecutivo di tecnici di livello: interventi chirurgici, pi prestigio internazionale. Ma non poteva dare unalternativa non preparata. Cos, quando sarebbe dovuto passare dal solito mettere nuove tasse al favorire lavvio della crescita (attraverso la drastica riduzione delle spese della pubblica amministrazione, laffidamento delle scelte economiche al rapporto tra imprese e lavoratori nel quadro di ammortizzatori sociali e non di valutazioni dei giudici, il passaggio dalla politica dei sussidi a quella della minor pressione fiscale), allora si visto che il governo non aveva la bussola delle scelte politiche. Nulla di sorprenden-

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te. Lo avevo scritto allora su ArcipelagoMilano. Oggi per un dato di fatto, confermato dal florilegio di esternazioni della settimana scorsa. Lanimo profondo del governo ormai quello dei grandi apparati burocratici, disattenti alla convivenza libera di persone in carne e ossa. Il vuoto di progetto politico stato riempito dai consigli delle strutture ministeriali. Che non concepiscono una dinamica operativa fondata sulle regole aperte; confondono linteresse della struttura con quello dello Stato e trattano i cittadini come sudditi riottosi, cominciando dal campo fiscale, ritenuto una riserva privilegiata extra costituzionale (tipo metodologie di riscossione della Agenzia delle Entrate). Quindi i consigli al Presidente non potevano che restare estranei al dialogo con i cittadini. Parlo di consigli non potendo immaginare che comportamenti e dichiarazioni del Presidente Monti, dal 30 aprile in poi, siano pura farina del suo sacco. Qualche cenno. Sdegnarsi perch si reclamano arbitrarie compensazioni tra crediti e debiti con lo Stato, un paradigma burocratico. Si pretende una dissimetria nei versamenti, tra quelli dello Stato (dilazionati quasi gratis) e quelli del cittadino (immediati a pena di sanzioni gravose); il che una robusta molla di potere per chi gestisce la cassa. Quanto alle tasse, non le ritiene una liberale conquista del contratto civile per i servizi forniti dallo Stato a tutti bens un obbligo morale per i cittadini, da adempiere ossequiosi subito, nella misura richiesta e senza discutere; il che di nuovo una robusta molla di potere per chi esercita limposizione. Del resto impone tasse non seguendo criteri di equit (evocata solo a parole) bens di gettito, per cui le strutture ministeriali sono fantasiose nellinventare balzelli (ospizi divenuti dimora abi-

tuale fiscale degli anziani) e vampiresche nel risucchiare imposte municipali. E infine, dovendo rivedere la spesa pubblica, enfatizza una riduzione di 4,2 miliardi, che autorevoli economisti hanno definito un timido topolino imbarazzante per il governo, pari ad appena lo 0,25 % del PIL. Non un caso. Le strutture burocratiche hanno un mantra. I conti si pareggiano mettendo le tasse a rincorrere le spese. A far crescere il prodotto, ci si penser dopo. Per questo dopo non arriva mai. Invece, indispensabile farlo arrivare subito. Occorre ritornare al fare politica come discussione di idee e di progetti, non scontro di contenitori riverniciati fuori e immobili dentro. Meglio se lEuropa aiuter (non col trasferire il debito). Per bisogna dire noi cosa fare, quando e come. Dal punto di vista liberale, per crescere sono necessarie due cose congiunte. Aliquote fiscali pi basse e meno spesa corrente del settore pubblico. Vale a dire due cose contro strutture irrigidite, che sguazzano nelle inefficienze passatiste e amicali riducendo il grave malessere sociale a dati statistici. Solo che labbassare le aliquote fiscali impedito dalle pessime condizioni economiche. Per poterle abbassare, occorre un drastico taglio del debito intorno a un quinto, che liberi per mesi il Paese dallassillo di rifinanziare le scadenze. Il che significa riconoscere che il debito abnorme (e in aumento) responsabilit di tutti (anche se non in misura uguale), di chi lo ha fatto e di chi ne ha goduto. E che tutti devono contribuire a ridurlo. Quindi tutti, istituzioni pubbliche in testa, devono contribuire con ogni cespite patrimoniale disponibile (non solo quello immobiliare), tassi crescenti e diversificati vista lampiezza della platea coinvolta.

Senza toccare redditi ed esigenze base di vita, perch solo laccantonato si pu sacrificare. essenziale per affidare il ricavato non ai canali burocratici che lo usano per gli affari correnti. Il ricavato va affidato alla gestione di un Comitato nominato da Napolitano, che non mischi la riduzione del debito con le spese abituali, sfuggendo ancora il ridurle. Contestualmente al drastico taglio, si abbassano le aliquote fiscali per innescare la crescita produttiva (che migliora le condizioni di vita dei pi deboli). Insomma, una politica tutta differente da quella pauperistica dellinvidia sociale che, volendo far pagare solo ai ricchi colpe che non sono solo loro, impoverisce tutti. O da quella del vacuo moderatismo che, volendo portare al governo i bolsi benpensanti come tali, celebra il conformismo dellantipolitica tecnica. O quella dei conservatori dissimulati, che, gabellando il liberalismo keynesiano per dirigismo, ostacolano il continuo evolversi produttivo. La rigenerazione della politica richiede questi confronti. Naturalmente, un simile bagno liberale di realismo nellanalisi e di concretezza nel progetto, non riguarda solo lordine del giorno nazionale. Vi sono anche occasioni straordinarie, come lExpo 2015, che esigono analogo atteggiamento. Nel caso, una valutazione tempestiva dello stato dellarte di infrastrutture di rilievo. A tre anni dallinizio e in mezzo a una crisi battente, Milano non pu permettersi di sbagliare i tempi preparatori di questo evento propulsivo. A chi avanza lipotesi di una dilazione, cos come per lExpo dei primi 900, non pu essere data una risposta frettolosa da un malriposto spirito di grandezza. Anche qui lo spirito migliore stare ai fatti per realizzare davvero il nuovo.

CL. UNA PRESENZA INGOMBRANTE Giovanni Cominelli


La Lettera che Julian Carron, presidente della Fraternit di Comunione e Liberazione, ha inviato a La Repubblica avr conseguenze culturali e politiche, che si dispiegheranno nel futuro prossimo. Ma proprio per questa sua cogenza immediata, opportuno utilizzare il metodo di lettura gi consigliato da Spinoza: nec ridere, nec lugere, sed intelligere. Laffermazione che Cristo non sconfitto dalle nostre sconfitte pu certo suonare autoconsolatoria allorecchio di un non credente e poca udienza pu trovare presso il suddetto la richiesta di perdono, se abbiamo recato danno alla memoria di Don Giussani. E pu rimanere indifferente sbagliando, temo - al potente richiamo alla purificazione e alla conversione, che i fatti imporrebbero. certamente poco convincente laffermazione di Carron che CL non abbia mai dato vita a un sistema di potere. Perch , invece, esattamente questa la causa dei fatti denunciati. E appare pertanto timida lassunzione di responsabilit, ridotta allammissione della nostra debolezza per non essere stati abbastanza testimoni nei confronti di coloro che sono alla ribalta nei media. Tuttavia, alcuni dati appaiono nuovi. Intanto, la conferma che lintervista rilasciata da Carron al Corriere della Sera il 16 gennaio 2012 era il segnale di una discussione interna al popolo ciellino tuttaltro che superfi-

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www.arcipelagomilano.org potere e egemonia sia stata il logico sviluppo di quella posizione o piuttosto il suo tradimento. Certo che don Julian Carron invita fermamente i suoi seguaci a riconoscere che presenza non sinonimo di potere o di egemonia, ma di testimonianza. Testimonianza significa riprendere la tradizione rosminiana dellOttocento e quella di Charles De Foucauld dei primi del 900. Il cristiano testimonia con la propria vita quotidiana, quale che sia il mondo vitale in cui si muove, la vicinanza alluomo e la diversit di cui portatore. La quale consiste nel credere e praticare che quello che cambia la storia quello che cambia il cuore delluomo. Una testimonianza e una diversit, affermate senza arroganza, senza lillusione che possano rendersi pi efficaci, incarnandosi in quelle strutture di potere, che gi il Cardinal Martini definiva strutture di peccato. Gi, perch lIncarnazione che essenza del Cristianesimo - sempre stata richiamata in questi decenni a giustificazione di quella costruzione del sistema di potere che, passando da Sbardella a Andreotti a Berlusconi a Formigoni in Lombardia, era ritenuto lunico in grado di difendere la presenza della Chiesa in Italia.

ciale, nonostante il linguaggio felpato. La Lettera segna un passo in avanti pi drammatico. Ma, e mi pare il fatto pi importante, c il tentativo, che Julian Carron e Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, stanno perseguendo da qualche anno a questa parte, non di rivedere il pensiero di don Giussani che daltronde consegnato a un sacco di scritti e si presta a interpretazioni le pi varie ma di correggere linterpretazione di esso che si affermata come ideologia portante nelluniverso ciellino: la questione della presenza. In polemica con la Fuci, lAzione cattolica, la Dc, don Giussani afferm con forza irruente che il credente si doveva vedere in azione nella societ e nella politica. Contro il maritainismo - il cui grande sponsor era stato fin dagli anni 30 Monsignor Giovanni Battista Montini, poi cardinale di Milano e papa, con il nome di Paolo VI - che sembrava separare in modo schizofrenico lazione del cristiano in quanto membro della Chiesa e in quanto attore sociale e politico, don Giussani invit i credenti alla presenza, a farsi vedere nellazione civile, culturale, economica e politica. Non c qui lo spazio per costruire esegesi raffinate per capire se la trasformazione della presenza in

davvero difficile prevedere se questo messaggio di Carron sia destinato a scivolare sul corpo ciellino in Italia come acqua sul marmo come finora accaduto - o se invece possa rappresentare una scossa e una rivoluzione culturale per CL. Lo si capir, per esempio, se finir la polemica teorica contro il concetto stesso di etica pubblica che la CEI ha rivalutato - e contro il cosiddetto moralismo di chi cerca di farla valere. Se sar spezzato quel cortocircuito, per cui automaticamente ci che fa bene a CL e alle sue articolazioni associative fa bene al Paese, non importa se il bene e il vantaggio siano ottenuti anche violando spregiudicatamente appunto i postulati fondamentali delletica pubblica. Si vedr. Ma se il declino del Paese dovuto, in primo luogo, a una crisi di libert e di responsabilit delle singole persone, e perci a un fallimento etico; se vero che il deficit di etica pubblica il mal du sicle (o des sicles) della societ civile italiana, e perci della politica, allora una presenza cristiana, rigorosa nellesempio e nella testimonianza, pu essere uno dei motori della rigenerazione del Paese. Ecco perch la Lettera di Carron interroga CL, i credenti e i laici.

VIAGGIO NELLITALIA DELLAMIANTO Angelo Gaccione


Visto cos tutto insieme impressionante. Una bomba ambientale di proporzioni immane. Unemergenza sanitaria spaventosa di cui non si fino in fondo consapevoli; una ragnatela tumorale silente e discreta, insidiosa e paziente che non ha fretta; che si prende tutto il tempo necessario che gli concediamo, come si prende le vite. Un polipo tentacolare con cui conviviamo pacificamente, come fosse un elemento intrinseco del paesaggio che ha finito per diventare, ai nostri occhi, fin troppo familiare. Un mostro che accerchia il bel paese dal sud pi estremo al nord che pi nord non si pu. Una distesa che accompagna il paesaggio e non risparmia coste, colline, paesi montani, pianure e fertili campagne dove cresce di tutto: cereali e verdura, vite e frutta, insalata e olivo. Premetto subito che la traversata dellItalia che ho intrapreso, da un capo allaltro della penisola, avvenuta in treno. avvenuta in treno la traversata, dunque documenta solo in minima parte la gravit del fenomeno, anche se riguarda la pi visibile. Non ha toccato le due isole maggiori e dunque il resto lo possiamo solo immaginare. In ogni caso il bilancio sconfortante: una delle nazioni pi belle del mondo assediata dallamianto. Una delle nazioni pi belle e visitate al mondo non mette in sicurezza il suo territorio e la salute dei suoi abitanti. Una delle nazioni pi ricche al mondo per patrimonio architettonico, quantit di opere darte e variet di paesaggio, non muove un dito per liberarli dallamianto. Una delle nazioni pi invidiate al mondo per qualit di prodotti alimentari e tradizioni culinarie che affondano le radici nella storia pi lontana, non si cura di bonificarli dallamianto. Quel che certo che il mio e il vostro paese non possiede unanagrafe nazionale dellamianto; che non sono censiti n i siti n i luoghi. Non bonifica scuole, asili nido, uffici pubblici, treni abbandonati su binari morti, capannoni, tetti, tubature, conduttori e ignora dove va a finire tutto quello che viene rimosso dalle ristrutturazioni di appartamenti individuali. Questa ignavia istituzionale fa il paio con la solerzia di ndranghitisti, mafiosi e delinquenti di ogni risma, che smaltiscono a modo loro per conto di farabutti del Nord e del Sud, sostanze pericolose. Un vuoto decisionale, una colpevole inerzia che lascia avvelenare il territorio e fa prosperare e arricchire le cosche criminali, sulla pelle di un intero popolo. Quel che certo che il mio e il vostro paese non ha un piano per lo smaltimento dellamianto. Non lha predisposto. Non se ne cura. Sindaci, Asl e figure di controllo ignorano quanto amianto c nei loro singoli comuni, i luoghi dov presente, come rimuoverlo e dove stoccarlo per impedire che si trasformi in killer. Per evitare che finisca nella falda acquifera, in discariche indiscriminate, in campi coltivati, in sottosuolo dove poi si edificano pezzi di citt come il quartiere di Santa

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www.arcipelagomilano.org Giulia a Rogoredo, a pochi chilometri dal cuore di Milano. Il mio e il vostro paese ignora tutto questo e serve in tavola frutta e fibre di amianto; latte, formaggio, grano, verdure, vino, farina, pane e fibre di amianto. Lo lascia disperdere nellambiente cittadino e su rigogliosi campi coltivati; prosperare in quartieri densamente abitati come in ubertose campagne. Corrodere dallacqua piovana e dalle intemperie. Il mio e il vostro paese ignora tutto questo perch ne ho le prove: ogni volta che indicavo un casolare contadino, una cascina dai tetti ricoperti di eternit, una vasca per raccogliere acqua piovana e irrigare un orto o abbeverare una mucca; ogni volta che segnalavo i tetti di una distesa di garage a ridosso di case, oratori e graziose villette; ogni volta che richiamavo lattenzione sulle coperture di decine e decine di stazioni ferroviarie da nord a sud, di capannoni industriali, fabbriche dismesse, silos, caseifici e quantaltro, ai miei compagni di viaggio, la risposta su quei materiali era invariabilmente errata. Desolatamente ignota. Ma non crediate che lamianto riguardi arie marginali e depresse: non ne immune larmonioso territorio della Francia Corta con le sue bellissime distese di vitigni pregiati, e non ne immune il ricco lodigiano o la benestante Brianza; non ne immune Domodossola, posta ai confini elvetici, e non ne immune Reggio Calabria che guarda sullo stretto. Ne trovate a Pesaro, a Casale Monferrato, a Sesto San Giovanni come a Battipaglia. In Liguria come in Emilia; nellagro campano come lungo il tavoliere; nella piana di Sibari come nella pianura padana. Ma ho fatto la prova anche nei centri urbani: nelle cittadine di provincia e nelle citt di grandi dimensioni dove mi capitato di sostare; nei paesini e nei piccoli borghi. Ho fatto infine la mappatura di Milano e dintorni: sono salito su terrazzi e mi sono infilato dentro cortili; ho potuto spaziare su tetti e penetrare dentro grandi e piccole strutture; in zone centrali e semicentrali, in periferia e fuori porta. Il risultato stupefacente: nellindifferenza generale, lamianto staziona visibile a occhi nudi sui capannoni del mercato del pesce tra via Lombroso e lultratrafficata via Molise, a ridosso del deposito dellAzienda Trasporti Milanese (ATM) e accanto allAsl di zona; dentro allasilo e accanto alla scuola elementare. Sui tetti del mercato comunale di piazza XXIV Maggio, sui garage interni di un popoloso condominio nei pressi di piazza Salgari, sul tetto dellexcinema Maestoso in piazzale Lodi, come su quello dellalbergo Major nello stesso sito, alla stazione Centrale o attorno alla mia amata Abbazia di Chiaravalle. E potrei continuare con una noiosa campionatura da una zona allaltra della citt. Non bisogna perdere altro tempo; ne va della salute di tutti. Quella che viene definita societ civile non pu delegare il bene primario della sua salute. Deve farsi forza di pressione e pretendere il varo di un grande piano nazionale per la bonifica e lo smaltimento dellamianto controllato (*) e sicuro. Odissea sta facendo la sua parte.

*)Rivista di cultura http://www.odisseaweb.com

BIBLIOTECHE: GRATIS MA VALE MOLTO Paola Bocci*


Credo che il senso dellincontro Biblioteche Bene in Comune, del 2 maggio in Sala Alessi, possa essere felicemente riassunto dal contenuto di un post-it lasciato da un cittadino in Sala Borsa, straordinaria biblioteca di pubblica lettura nel centro di Bologna: Mi piace frequentare Sala Borsa perch gratis ma vale molto. Se per pi di due ore bibliotecari, lettori, cittadini, rappresentanti delle Istituzioni, hanno ascoltato con attenzione gli interventi dei relatori che illustravano buone pratiche di partecipazione e progetti attivati in alcune biblioteche, perch le biblioteche di pubblica lettura sempre pi acquistano valore, rappresentando un elemento strategico per la vita sociale e culturale collettiva della nostra citt. Da Aldo Pirola, Chiara Bartolazzi, e Cinzia Rossi, che hanno presentato i progetti realizzati con il contributo di Fondazione Cariplo sul territorio milanese attraverso il bando Biblioteche e Coesione Sociale, a Cecilia Cognigni del Servizio Biblioteche del Comune di Torino che ha illustrato liniziativa sui Senior Civici, fino allintervento di Antonella Agnoli autrice del libro Caro sindaco parliamo di biblioteche, sono arrivati pi spunti di riflessione e strumenti concreti per rispondere alla richiesta di coinvolgimento e di partecipazione attiva. Come Amministratori dobbiamo essere consapevoli della necessit di costruire ampie alleanze per valorizzare questi importanti servizi culturali pubblici, incoraggiando la loro capacit di sviluppare relazioni forti con i territori dove sono inserite e di coinvolgere attivamente la cittadinanza. Le nostre biblioteche hanno gi un ruolo sociale, e lo avranno sempre di pi in futuro, quanto pi noi saremo capaci di supportare il loro buon funzionamento e la loro capacit di evolversi da luoghi dove i libri si conservano a dove i libri vivono e si rinforza la coesione sociale, grazie allattivazione di processi di partecipazione attiva che vedono coinvolti i bibliotecari, lente pubblico, i privati e i cittadini. Il titolo scelto per lincontro, Biblioteche bene in Comune che diventer una sorta di marchio anche per i prossimi incontri - non casuale: ritengo le biblioteche di pubblica lettura un bene, una risorsa, che richiede un investimento costante non solo finanziario, economico, gestionale, ma anche affettivo ed emotivo, di adesione e interesse. Un bene in Comune perch - oltre al facile gioco di parole connesso al luogo dellincontro- le biblioteche di pubblica lettura, soprattutto in questo tempo di crisi, sono servizi essenziali e non accessori, di e per tutti: perch sono luoghi di democrazia culturale e di uguaglianza sociale, luoghi di condivisione di esperienze, con una vocazione ben pi ampia della semplice custodia, conservazione, distribuzione dei libri e promozione della lettura. Sono spazio comune dove ritrovarsi, e possono per questo diventare precisi indicatori della qualit della vita sociale della citt. Lattenzione trasversale, dimostrata dagli Assessori Boeri, Benelli e Bisconti, che hanno partecipato allincontro insieme al sindaco Pisapia, verso questo bene in Comune, capace di rinnovarsi e di ripensare il proprio ruolo, un segnale importante. I possibili sviluppi? Accettare la sfida del rinnovamento, e potenziare la funzione di presidio del welfare culturale e sociale delle biblioteche, individuando insieme agli operatori forme complementari di cooperazione tra pubblico, privato, e associazioni, promuovendo un dialogo sempre pi intenso e frequente tra amministrazione centrale, ammini-

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www.arcipelagomilano.org strazioni decentrate, cittadini e bibliotecari, e sviluppando la capacit di fare rete con altri servizi culturali e sociali sul territorio. I progetti promossi e attivati con il contributo di Fondazione Cariplo in dieci biblioteche pubbliche cittadine, segnano la strada, promuovendo iniziative che coinvolgono fasce di cittadinanza differenti dagli adolescenti, agli anziani, alle comunit migranti, con offerte di servizi che vanno dallalfabetizzazione informatica, al contatto con i familiari nei luoghi dorigine (www.tuttiinbiblioteca.it). Il progetto Senior Civico per gli over 60 messo in atto a Torino pu diventare un modello per governare la grande richiesta di partecipazione attiva, da replicare anche a Milano, magari strutturando anche un analogo modello junior riservato a quella larga fascia di utenza costituita dagli studenti, dalle scuole superiori alle Universit. Come ha detto meglio di me Antonella Agnoli le biblioteche non moriranno se sapranno mantenere uno sguardo ampio, dai libri alle persone che le frequentano, o meglio che le frequenteranno, ponendosi lobiettivo di coinvolgere pi cittadini possibili, non solo i lettori attuali. Ci vorranno tempo e risorse, ma le premesse ci sono gi.

*presidente Commissione Consiliare Cultura, Moda e Design

LE DONNE CACCIANO FORMIGONI Ileana Alesso


Milano, sabato 14 aprile. Pioggerellina sottile e fastidiosa, molto british. Sulla pavimentazione regale che porta a Palazzo Reale e li accanto allAssessorato alla Cultura si avvicendano via via passi, donne e ragazze che giungono dalla Sardegna, dalla Calabria, dal Friuli Venezia Giulia, dal Piemonte, insomma da quasi tutta Italia. Sullascensore che porta alla sala del convegno nazionale organizzato da Se non ora quando? di Milano, detto confidenzialmente Snoq Mi, si sentono accenti diversi ma una domanda costantemente rivolta a noi milanesi: a quale piano si va? Solo che noi milanesi non sappiamo rispondere perch in quella bella sala, ampia, luminosa e comoda, resa ora disponibile dal Sindaco Pisapia, le associazioni e i movimenti delle donne di Milano non sono mai entrati. A memoria di quattro o cinque lustri della maggior parte di noi nessuna ricorda di aver mai avuto accesso a quel luogo dove ora il Comune di Milano e Snoq Mi hanno insieme organizzato un appuntamento nazionale, dal seguente e significativo titolo Politica: Sostantivo Femminile? sulla base del comune interesse, pubblico, di riflettere su rappresentanza e sottorappresentanza delle donne in politica come nelleconomia o nelle professioni. Dopo i saluti di Francesca Zajczyk, delegata dal Sindaco per le pari opportunit, apre lincontro Elena del Giorgio e mette in luce il senso dellappuntamento nazionale sottolineando i paradossi della crescita di democrazia nei paesi delle primavere arabe mentre da noi la democrazia, rappresentativa, diretta e paritaria soggetta a continua erosione e dove la nostra classe dirigente una delle pi vecchie dEuropa, per et, pensiero e anzianit di carriera. Conclude la giornata Elena Lattuada, con la sala ancora attenta e strapiena, dopo aver illustrato i prossimi passi e il senso di un progetto e di un documento, in working progress da concludersi con lapporto di tutte, by mail, qualche giorno dopo lincontro. Mai pi senza di noi. Rappresentanza, Democrazia paritaria, Buona Politica la conclusione. Oggi pi che mai importante che a questa politica, ancora una volta travolta dagli scandali e segnata dalla propria incapacit di dare una prospettiva al Paese, le donne chiedano pulizia, onest, dignit, trasparenza ... Vogliamo essere protagoniste della nuova stagione politica che si sta aprendo assumendo responsabilit dirette, insieme agli uomini nella ridefinizione di un quadro di regole e prassi che appare sempre pi inadeguato. Quel che interessante che la giornata, le conclusioni e il documento-progetto scaturito dallincontro non hanno tratti di rivendicazione ma di assunzione di responsabilit. Tra lavvio dellincontro e le conclusioni si sentono tante voci e tonalit diverse, dalle donne degli Snoq di altre citt e da assessore e consigliere comunali che portano le loro esperienze e le loro differenze perch se la parit di trattamento tra uomini e donne un diritto lo nella sintesi tra il valore della differenza di genere e il dovere della garanzia di parit di chances. E in fondo anche questo il senso della felice formula del 50e50ovunque si decide lanciata dallUDI nel 2007. E in questo senso una citazione di civilt, di quelle che in una giornata di pioggerellina insistente e dispettosa scaldano il cuore per la limpidezza dellorizzonte e la voglia di risultati positivi per la comunit, la dona alle donne riunite in convegno un giudice. Un giudice autorevole, il Consiglio di Stato, che con una sentenza del 27 luglio dello scorso anno, ci ha fatto partire per le vacanze di ottimo umore. La citazione, pi graffiante delle canzoni di Bruce Springsteen, dice in poche e sintetici parole che va posto fine al perpetuarsi del costume, improponibile prima sul piano culturale e civile che su quello giuridico di affermare grandi e importanti principi di civilt avanzata per poi disattenderli puntualmente in fase applicativa. E tenendo conto che quel giudice con quelle parole ha dichiarato la illegittimit della Giunta della Regione Campania composta da una donna e undici uomini, il pensiero delle donne di Milano corre subito alla Giunta regionale lombarda e alla imminente sentenza che come pool di avvocate e cittadine lombarde stiamo aspettando dal medesimo giudice. un pensiero stupendo e in fondo quando se non ora?

Scrive Cesare Prevedini a Luca Beltrami Gadola


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Grazie dellarticolo. LItalia laica e liberale, i milanesi offesi dalla realt che stiamo da pi decenni vivendo in Lombardia, non possono che es-

sere riconoscente alle tue parole Speriamo che i Lombardi possano trovare le energie per reagire e cambiare registro e ritrovare la forza

per un nuovo, giusto, sistema meritocratico.

Scrive Maria Grazia Campari a Luca Beltrami Gadola


Le considerazioni svolte mi sembrano ineccepibili. La presa di distanza di CL, come stato osservato, tale non perch ripetutamente considera i comportamenti immorali (forse illegali) del presidente della regione Lombardia e dei suoi sodali come qualcosa che va mantenuto in unico corpo e sostanzialmente perdonato in nome del grande insegnamento del fondatore del movimento Don Giussani. Concetti che nulla hanno a che vedere con la gestione corretta della cosa pubblica, unico argomento di cui un pubblico amministratore deve rispondere. Vorrei, per, aggiungere una considerazione sui "poteri deboli": sarebbe interessante incominciare a interrogarsi sul come codesti poteri, che sono piuttosto numerosi e non del tutto sforniti di capacit proprie, intendano e possano contrastare il sistema clientelare che sta inesorabilmente trascinando al disastro tutti noi. Per iniziare: siamo governati da una maggioranza che, stando a notizie di stampa sulle iniziative giudiziarie, avrebbe prevalso grazie a un falso in atto pubblico, possibile che non si trovino strumenti istituzionali per contrastarla e boicottarne l'operato? Non sarebbe questo il compito di una opposizione degna di questo nome? Se manca questa possibilit (o volont) sarebbe bene cercare le modalit per attivarsi come cittadini per conseguire qualche risultato concreto che superi la pur necessaria denuncia delle malefatte.

Scrive Paolo Nodari a Jacopo Gardella e Gianni Beltrame


Mi sono molto piaciute la vostra conversazione finale e le conclusioni, che dovrebbero essere condivise da tutti coloro che amano Milano. Grazie per il vostro sforzo. Mi chiedo come si potrebbe pubblicizzarlo.

RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Britten e Bruckner
Accostare due opere sinfoniche tanto diverse, si direbbe contrastanti, come la Sinfonia da Requiem opera 20 di Benjamin Britten alla Sinfonia numero 9 in re minore di Anton Bruckner, come ha fatto Claus Peter Flor la scorsa settimana allAuditorium, ci parso geniale; un confronto diretto fra due modi opposti di intendere la musica, e in particolare la sinfonia, negli anni immediatamente precedenti e seguenti la produzione dellimponente corpo sinfonico di Mahler che siamo abituati a pensare come unico legittimo epigono del genere frequentato dai grandi compositori classici e romantici. Intanto le opere: brevissimo il Requiem di Britten (20 minuti), lunghissima la Nona di Bruckner (60 minuti, nonostante sia limitata ai soli primi tre tempi). Musica a programma la prima, musica pura la seconda. Opera giovanile (nel 1939, quando la scrisse, Britten aveva ventisei anni e scarsissima esperienza come compositore) luna, opera senile e conclusiva laltra (la Nona lultima, scritta nel 1889 e rimasta incompiuta, da un Bruckner gi arrivato ai sessantacinque anni). Ancor pi significativa la differenza fra il tempo di guerra - peggio, fra due guerre! - e di grandi tensioni politiche e sociali che fa da sfondo allopera dellinglese, e quello dellAustria Felix che trasuda dai temi e dalle armonie della sinfonia bruckneriana. I cinquantanni esatti che dividono le due opere sono quelli che hanno letteralmente cambiato lEuropa e il mondo. Poi i due autori: un giovane anticonformista Britten, che in quegli anni viveva con lamico tenore Peter Pears negli Stati Uniti (sia per godere liberamente la propria omosessualit che per stare vicino al venerato poeta W. H. Auden), e devoto uomo di chiesa Bruckner (organista e autore di tanta musica sacra) che proprio al buon Dio dedica la sua ultima Sinfonia. Dunque un confronto pieno di interesse e anche di intrighi, musicali e umani. Venendo allesecuzione e dunque allinterpretazione che Flor ha offerto delle due opere, siamo rimasti molto sorpresi, diciamolo subito, da un altro tipo di contrapposizione: da una parte la raffinatezza della lettura di Britten e dallaltra la ruvidezza con la quale ha affrontato Bruckner. Nella Sinfonia da Requiem si sentiva, insieme alla mestizia per la recente scomparsa dei genitori, langoscia del compositore inglese di fronte alla guerra e alla violenza che stavano per abbattersi sullEuropa: con una direzione partecipe e fortemente concentrata, Flor ha saputo far nascere dal dramma e dallorrore della tragedia il sentimento pudico e sereno della morte e della pace con cui si chiude la Sinfonia. Eseguendola senza pause, tutta dun fiato, con il sostanziale apporto di inappuntabili e coinvolgenti percussioni e ottoni, questo direttore nato e cresciuto nella Germania orientale, nei luoghi in cui la musica e la guerra hanno lasciato i segni pi forti - la Turingia e la Sassonia (Lipsia, Weimar, Dresda) e la Berlino ancora dietro al muro - deve aver capito profondamente il sentire di Britten e ha saputo rendercene partecipi con grande ed encomiabile empatia. Al contrario, nella seconda parte del concerto, Flor si come smarrito: la mano meno sicura (aveva diretto Britten senza bacchetta, lha ripresa in mano per dirigere Bruckner), alla ricerca di un bandolo che non riu-

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www.arcipelagomilano.org scito a trovare, con una orchestra conseguentemente meno disciplinata, il direttore tedesco sembrava essere idealmente distante dallautore austriaco e come inadatto a restituircene la poetica. La Nona unopera-testamento, i due temi del primo tempo sembrano contenere presagi di morte, ma ha anche momenti di ribellione, come nello Scherzo con Trio (del quale Giacomo Manzoni dice addirittura che si libra in una danza variopinta ricca di accenti umoristici e quasi mai sardonici) mentre nellAdagio si apre un canto luminoso e pieno di fiducia e di serenit. Eppure di tutto ci non vi era traccia nel fraseggio di Flor che invece era frammentario e metteva in evidenza, forzandoli, i chiaroscuri e le asperit, come per annullare il lirismo di cui la Sinfonia intessuta. Bruckner nasce quando Schubert ha gi ventisette anni (morir solo quattro anni dopo) e Wagner appena undici (ma morir dieci anni prima della nascita di questa Sinfonia); bench Schubert e Wagner non abbiano nulla in comune fra loro, Bruckner sembra percorrere la strada che va dalluno allaltro, tanto che alla fine risulta essere vicino a entrambi. Ed cos che proprio da loro - assorbe quel meraviglioso lirismo che Flor ha voluto in qualche modo negare. Chiss perch. Musica per una settimana *mercoled 9 al Conservatorio (Societ dei Concerti) il pianista Radu Lupu esegue Preludio, Corale e Fuga di Csar Franck seguiti dagli Improvvisi opera 142 (postuma) e dalla Sonata in la minore D. 845 di Schubert *mercoled 9 allAuditorium, la Verdi Barocca diretta da Ruben Jais esegue di Vivaldi il Concerto per violino archi e continuo in re maggiore e il Concerto per due violini e due violoncelli in sol maggiore, seguiti dalla cantata Ich habe genug (Ho abbastanza) per basso solo (baritono Christian Senn) *gioved 10, venerd 11 e domenica 13, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta Zhang Xian esegue la Sinfonia n. 2 in do minore di ajkowskij e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore di Beethoven *gioved 10 e sabato 12 al Teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Jean Deroyer in un programma che prevede La cration du monde e Le boeuf sur le toit di Milhaud, il Concertino da camera per sassofono (Marco Albonetti) e orchestra di Ibert e la Petite suite di Roussel *venerd 11 al Conservatorio (Serate Musicali) il violinista Gil Shaham e il pianista Akira Eguchi eseguono la Sonatina n. 2 in la minore di Schubert, la Sonata n. 3 in do maggiore di Bach, la Suite n. 3 di Dorman (prima esecuzione in Italia) la Sonata In the country of lost things di Milone e la Fantasia sulla Carmen di De Sarasate *domenica 13 alle ore 11 alla Palazzina Liberty lOrchestra da camera Milano Classica esegue la Serenata in mi minore di Elgar, il Contrafactus per flauto ed archi di Sollima, la Saint Pauls suite di Holst e la Simple Synphony opera 4 di Britten *domenica 13 alla Scala concerto della Schsische Staatskapelle di Dresda diretta da Sir Colin Davis che eseguir la Serenata notturna n. 6 K. 239, il Concerto per violino e orchestra in re maggiore K. 218 (violinista Nikolaj Znaider) e la Sinfonia in sol minore K. 550 di Mozart *luned 14 alla Scala recital della soprano Edita Gruberova che, accompagnata al pianoforte da Alexander Schmalcz, canter lieder di Franz Schubert, di Hugo Wolf e di Richard Strauss *luned 14 al Conservatorio (Serate Musicali) il pianista Olli Mustonen esegue la Partita n. 5 in sol maggiore di Bach, la Sonata n. 2 in si minore di ostakovi e i 13 Preludi opera 32 di Rachmaninov *marted 15 al Conservatorio (Societ del Quartetto) la pianista ventenne Yuja Wang esegue un programma che mette insieme Rachmaninov, Faur, Skrjabin, Brahms, Albeniz, Debussy e Bizet (la locandina dice che il prodigioso talento tecnico e musicale di Yuja Wang riesce a tenere insieme elementi cos diversi offrendo al pubblico un viaggio molto suggestivo attraverso territori musicali sempre nuovi e cangianti Mah )

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Le ceramiche di Ai Weiwei


Lisson Gallery, storica galleria londinese, ha aperto i battenti a Milano nel settembre 2011. Un evento che ha creato scompiglio e meraviglia, in tempi di crisi globale. Diretta da Annette Hofmann, la nuova filiale Lisson situata in via Zenale 3, in un bel palazzo vicino a Santa Maria delle Grazie, in uno spazio bianchissimo circondato da un bel parco privato. Dopo le mostre dedicate a Julian Opie e John Latham, fino al 25 maggio sar possibile visitare la nuova esposizione della galleria, dedicata allartista cinese Ai Weiwei, personaggio noto non solo per i suoi lavori, ma anche per delle tristi vicende politiche. Weiwei fu infatti imprigionato dalla polizia cinese, nel 2011, ufficialmente per motivi fiscali, ufficiosamente per il suo lavoro sovversivo e critico verso la Repubblica popolare cinese. La mostra milanese dedicata per lo pi alle opere realizzate in ceramica nel 2006, tecnica questa che Ai Weiwei studia e conosce grazie a un lungo e inteso periodo di lavoro a Jingdezhen, citt cuore della produzione cinese di ceramiche. Grazie alla riflessione su questo materiale nata anche lopera Sunflower Seeds, installazione realizzata dallartista per la prestigiosa Tate Modern di Londra. Weiwei non nuovo alluso di materiali come la ceramica. Molte sue opere sono state realizzate adattando, dipingendo e distruggendo antichi vasi e urne, in una sorta di modernissimo ready-made. Non questo per il caso, visto che in mostra ci sono pezzi unici, fatti a mano, che non mistificano ma anzi rendono onore a una delle pi importanti e antiche tecniche cinesi. Il valore storico e culturale delle tecniche e dei materiali utilizzati un elemento essenziale nel lavoro dellartista, che li rielabora poi nella sua personale visione. E allora ecco gli affascinanti Watermelons (2006), rappresentazioni realistiche di due angurie tonde e monumentali, realizzate a mano in ceramica e dipinte. Esattamente come Sunflower Seeds (semi di girasole) della Tate, la creazione di queste opere risponde alla tradizio-

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www.arcipelagomilano.org ne cinese legata allimitazione delle forme naturali. Anche Oil Spill (2006), attraverso luso di una lucidissima ceramica nera, riproduce familiari ma allo stesso tempo minacciose pozzanghere di petrolio greggio, disseminate sul pavimento bianco della galleria. L'opera Bubble (2008), presentata in mostra in una versione minore rispetto a quella gi esposta a Miami, composta da sei sfere di porcellana blu lavorate a mano. A Miami le sfere erano ben cento. Un filone simile lo segue Pillar (2006), una sorta di monumentale forma geometrica blu che si staglia nel cortile interno della galleria. Ultime opere in ceramica sono i Ghost Gu (2007), in cui Weiwei rif un particolare vaso della dinastia Yuan e che porta lattenzione sulla tematica del falso fatto ad arte. Infine, Marble Plate (2010) rappresenta un grande piatto di marmo bianco, altro materiale sperimentato nella produzione degli ultimi anni di Ai Weiwei. Ultimo e importante lavoro dellartista la realizzazione, insieme a Herzog & de Meuron, del Padiglione 2012 della Serpentine Gallery di Londra, altra istituzione iconica e fondamentale dellarte contemporanea europea.

Ai Weiwei fino 25 maggio 2012, Lisson Gallery via Zenale 3 - Orari: da Luned a Venerd: 9.30 13.00 e 15.00 18.00 Ingresso gratuito

Marlene Dumas tra Stelline e Pasolini


Sorte una parola triste. Destino un po meglio. La Libert incastrata tra le due. Pi invecchi, pi ti muovi verso le ultime possibilit. Cos Marlene Dumas racconta la sua ultima fatica, Sorte, la mostra creata per la Fondazione Stelline di Milano. Quindici le opere nuove e inedite che lartista sudafricana, olandese di adozione, ha creato o scelto appositamente per adattarle al luogo dellesposizione. Pasolini, Cristo in croce, Amy Winehouse e le piccole ospiti dellantico orfanotrofio sono alcuni dei soggetti scelti dalla Dumas per raccontare le vite e i destini interrotti, ma non dimenticati, dei suoi protagonisti. Un intreccio indissolubile tra lantico ex convento, diventato ricovero per bambine abbandonate, e i dipinti dellartista. Invitata dalla Fondazione Stelline, Marlene Dumas ha consultato il vasto archivio fotografico della Fondazione e ha scelto tre immagini risalenti agli inizi del Novecento per trarne altrettanti dipinti. Nel primo una classe di ragazzine riunita intorno alla loro insegnante: vestite coi grembiuli chiari, sedute o in piedi, attorniano la maestra in abito scuro e guardano verso di noi, i volti quasi cancellati dal tempo ed evanescenti. Le altre due immagini, intitolate Stellina e Destino, ritraggono invece due bambine, le stelline appunto, come erano chiamate le ospiti dellorfanotrofio, con la divisa usata nelle uscite ufficiali. Stellina e Destino mi ricordano una fotografia di mia madre da bambina. Vecchie immagini di giovani ragazze, che oggi non fanno pi parte di questo mondo, ma che allora avevano ancora il futuro e la fortuna intatti davanti a loro, spiega la Dumas stessa. Il passato non si pu distruggere, sempre presente, come sempre sar, in questi luoghi, lo spirito di tutte le stelline che ci hanno abitato. Altro filone tematico dellesposizione Pier Paolo Pasolini, al quale la Dumas aveva gi dedicato fra il 1989 e il 1990 la Pasolini Series. Un confronto/scontro tra i crocifissi della serie Forsaken (con riferimento alle parole che Cristo in croce rivolge al Dio padre: Perch mi hai abbandonato?) e i ritratti del grande regista scrittore: come il crocifisso mostra labbandono del Figlio da parte del Padre e quindi il senso di solitudine e vuoto, Pasolini, figura tragica a causa della sua morte violenta, tuttavia ritratto accanto alla madre Susanna, in una contrapposizione tra il rapporto paterno, legato alla morte, e quello materno legato alla vita. Ma c anche unopera che combina e riunisce insieme questi rapporti: la Piet Rondanini di Michelangelo, con una madre straziata dal dolore che tenta di sostenere il peso, troppo grande, del corpo morto del figlio, quasi per inglobarlo di nuovo in s. Nella visione laica di Marlene Dumas per il crocifisso e la Piet non sono simboli religiosi ma segni universali in cui la fede si unisce alla tragedia, e lamore interagisce con il dolore, spiega il curatore Giorgio Verzotti. A questi personaggi storici si aggiunge anche la cantante da poco scomparsa Amy Winehouse, morta quando la Dumas stava portando a completamento la serie dei Forsaken. Una ragazza troppo fragile, nonostante gli eccessi, e che diventa simbolo e immagine di un dolore e una sofferenza portati allesasperazione. Conclude lesposizione il film Miss Interpreted (Marlene Dumas) (1997), realizzato e diretto da Rudolf Evenhuis e Joost Verhey, in una versione postprodotta in italiano appositamente per la mostra.

Marlene Dumas fino al 17 giugno 2012, Fondazione Stelline corso Magenta Milano orari: marted domenica, 10 20, biglietti: intero 8; ridotto 6; scuole 3.

Aspettando il museo: gli artisti di ACACIA


ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea, unassociazione privata che riunisce al suo interno collezionisti e amanti darte, e che, nel suo insieme, incarna una sorta di super collezionista, attivo e attento alle tendenze artistiche. La promozione e il sostegno dellarte e del lavoro di giovani artisti italiani tra gli scopi principali dellassociazione, ed per questo motivo che, fin dalle sue origini, nove anni fa, il nucleo di opere comprate dai singoli collezionisti e messo a disposizione dellassociazione ha un grande e mirabile scopo: la creazione di una collezione di opere darte contemporanea da esporre a Milano nel futuro e presto auspicabile museo di arte contemporanea. Ecco dunque nascere la seconda edizione della mostra, esposta a Palazzo Reale, comprendente circa trenta opere di artisti internazionali e di primissimo piano: Mario Air (vincitore della prima edizione del Premio ACACIA), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Opere darte che esplorano, com tipico dellarte contemporanea, tutti i medium e i supporti possibili: dalla fotografia ai video, dalla pittura alla scultura fino allinstallazione. Aprendo al pubblico la nostra raccolta vogliamo certamente proporre

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www.arcipelagomilano.org un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perch larte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bens sia promossa, conservata e tutelata. Questo il proposito di Gemma de Angelis Testa, presidente e fondatrice di ACACIA. Una sorta di mecenatismo collettivo dunque, tutto a favore della citt, che permette da una parte di comprare arte per il futuro museo, e dallaltra la conoscenza e la promozione dellarte e degli artisti pi importanti del panorama contemporaneo, con lobiettivo di essere capace di rispecchiare la contemporaneit e le sue dinamiche, un polo divulgativo in grado di trasmettere al suo pubblico formato da vari livelli culturali, la conoscenza dellarte, conclude De Angelis Testa. La mostra presenta anche per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio ACACIA 2012: Theory in order to Shed Light. I suoi lavori, definiti sculture filmiche, sono il mezzo con cui lartista ama esprimersi, attraverso luso del video che viene smembrato nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola la parte che pi interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica, utilizzando vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia. In attesa dei grandi lavori, anche museali, per lExpo 2015, accontentiamoci per ora di avere un assaggio darte di quello che vedremo in pi adeguata sede.

Gli artisti italiani della Collezione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Palazzo Reale fino al 24 giugno. Ingresso gratuito Luned: 14.30_19.30 Marted, Mercoled, Venerd e Domenica: 9.30_19.30 Gioved e Sabato: 9.30_22.30

Lazzi e sberleffi dipinti


Dario Fo un personaggio da tutti conosciuto. Uomo di teatro, Nobel per la letteratura, critico ironico sulla societ e i suoi vizi. Non tutti sanno, per, che Dario Fo anche pittore. Un amore di lunga data, quello con la pittura, iniziato da giovane durante i suoi anni passati allAccademia di Brera. Milano, sua citt di adozione, gli dedica una grande retrospettiva artistica, in cui sono presentate ben 400 opere create dallartista durante la sua lunga vita. I lavori di Fo sono tutti caratterizzati da una grande variet di stili e tecniche: le pitture dei primi anni, i collages, gli arazzi, fino ai monumentali acrilici pi recenti. In mostra anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame. Nutrita la presenza di disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che hanno caratterizzato la vita teatrale della coppia Fo-Rame. Invenzioni personalissime, come i dipinti in cui compare Roberto Saviano e i dipinti a tema politico e satirico, ma anche opere che sono un omaggio e una rilettura della storia dellarte e dei suoi maestri. Si parte dalle vere origini, la preistoria, con i lavori ispirati alle incisioni rupestri ma ai giorni nostri, attraversando i linguaggi della classicit greca e romana sino alla preziosit dei mosaici ravennati e bizantini. Linteresse di Dario Fo per larte del Medioevo e del Rinascimento testimoniato dai lavori che celebrano i rilievi scultorei del Duomo di Modena e di Parma, insieme agli studi e alle lezioni-spettacolo su Giotto e Pietro Cavallini, Mantegna, Giulio Romano, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Correggio e Caravaggio. Si arriva fino a Tiepolo e la storia dellarte si interrompe per far posto allopera teatrale di Rossini e al teatro di Molire. La mostra si conclude poi con una sezione dedicata alla formazione artistica di Fo, dai primi studi sul lago Maggiore fino al trasferimento a Milano, con la frequentazione dellAccademia di Brera, dove incontr maestri fondamentali come Achille Funi, Carlo Carr e Aldo Carpi. Durante il percorso venti schermi documentano sala per sala la mostra, attraverso le lezioni spettacolo tenute da Fo e Franca Rame, con anche una sala di proiezione, dove saranno visibili le rappresentazioni teatrali e i film creati dal duo di vita e darte. Grande successo ha riscosso nelle scorse settimane anche liniziativa Bottega dartista, un vero e proprio spazio in cui si ricreato, allinterno della mostra, il laboratorio creativo in cui lavora Fo, e che ha portato quasi duemila persone a contatto con lartista e i suoi collaboratori, per mostrare dal vero come nascono i disegni e i dipinti che porteranno poi ai canovacci rappresentati in scena. La Bottega dartista far parte del percorso espositivo fisso, mostrando strumenti e trucchi usati nella realt da Fo per creare i suoi dipinti.

Dario Fo a Milano. Lazzi, sberleffi, dipinti. Fino al 3 giugno Orari: Luned 14.30 - 19.30. Marted, mercoled, venerd, domenica 09.30 19.30. Gioved e sabato 09.30 22.30 Costi: 9 intero 7,50 ridotto

Marina is present
Questa settimana il mondo dellarte milanese ha mormorato sempre e solo un nome: Marina. E la signora in questione riconosciuta internazionalmente come la regina delle performer, Leone dOro alla Biennale di Venezia del 1997, creatrice di performance scandalose e provocatorie. Va in scena Marina Abramovi. Si aperta con grande eco internazionale The Abramovi Method, un evento a met tra la retrospettiva e la presentazione di un grande, impegnativo nuovo lavoro dellartista serba. Questo nuova opera nasce da una riflessione che Marina Abramovi ha sviluppato partendo dalle sue ultime tre performance: The House With the Ocean View (2002), Seven Easy Pieces (2005) e The Artist is Present (2010), esperienze che hanno segnato profondamente il suo modo di percepire il proprio lavoro in rapporto al pubblico. Nella mia esperienza, maturata in quaranta anni di carriera, sono arrivata alla conclusione che il pubblico gioca un ruolo molto importante, direi cruciale, nella performance, dichiara la Abramovi. Senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perch, come sosteneva Duchamp, il pubblico a completare lopera darte. Nel caso della performance, direi che pubblico e performer non sono solo complementari, ma quasi inseparabili. E allora ecco che questa volta il pubblico diventa totalmente protagonista e attore. Una ventina di vo-

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www.arcipelagomilano.org lontari, guidati dalle indicazioni della Abramovi e dei suoi assistenti, prendono posto in installazioni che ricordano le tre principali posizioni usate dalluomo: lo stare in piedi, sdraiati o seduti. Seguendo le indicazioni dellartista, vestiti di camici bianchi e di cuffie insonorizzanti, i protagonisti dellAbramovi Method sono tenuti a stare 30 minuti in ogni posizione, in un percorso fisico e mentale il cui scopo quello di espandere i propri sensi, osservare, imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi. Ma anche il pubblico protagonista. Per enfatizzare il ruolo ambivalente di osservatore e osservato, di attore e spettatore, centrale ai fini del concetto stesso di performance, Marina Abramovi mette alla prova il pubblico anche nellatto apparentemente semplice dellosservazione: una serie di telescopi permettono infatti ai visitatori di osservare dallalto della balconata del PAC i protagonisti dellevento, concentrandosi su alcuni particolari. Una scelta non facile quella di partecipare alla performance, che richiede grande forza di volont e anche un pizzico di resistenza fisica, oltre che la consapevolezza di donare un paio dore del proprio tempo allarte e alla riflessione sulle nostre percezioni. Ma dinteressante c anche il lavoro The artist is present, video e riproduzioni della monumentale performance del 2010 che la Abramovi fece al MoMA di New York. Per tre mesi, sette ore al giorno, la Abramovi stata immobile e in silenzio davanti a oltre 1400 persone che, una alla volta, hanno avuto loccasione di sedersi davanti a lei, seduta in assoluto silenzio a un tavolo nellatrio del museo. I visitatori potevano sedersi di fronte a lei per tutto il tempo desiderato, e mentre lartista non aveva alcuna reazione di fronte ai partecipanti, la loro reazione era invece il completamento dellopera, permettendo ai visitatori di vivere unesperienza intima con lartista. Immagini emozionanti, che mostrano come ogni essere umano reagisca in modi assolutamente diversi: chi rideva, chi stava serio, chi aveva una faccia dubbiosa e coloro che invece, molti, si lasciavano andare alle emozioni, piangendo silenziosamente davanti allartista. Concludono il percorso una selezione di video con le performance pi famose della Abramovi, come Dozing Consciousness, 1997, Nude with Skeleton, 2002, Cleaning the Mirror I e II, 1995, The Kitchen. Homage To Saint Therese, 2010 e tanti altri. La scoperta di Marina Abramovic continua poi presso la galleria Lia Rumma, con la personale With eyes closed I see Happyness, fino al 5 maggio. Marina Abramovi - The Abramovi Method - fino al 10 giugno orari: luned 14.30 19.30, da marted a domenica 9.30 19.30, gioved 9.30 22.30; orari turni performance: luned 15.00/ 17.30, dal marted alla domenica 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30; gioved 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30/ 20.00;costi: biglietto unico performance + mostra dal 25 marzo: 12 Biglietto mostra: 8 intero, 6 ridotto

Da Bellini a Tiziano. Nascita ed evoluzione del paesaggio


Si aperta la nuova stagione delle mostre a Palazzo Reale, e a inaugurarla niente meno che una mostra su Tiziano e il suo secolo. Il Cinquecento veneto stato dominato in pittura proprio da Tiziano, un artista che a partire dalla lezione di Giovanni Bellini e di Giorgione ebbe il merito di aver portato la natura e il paesaggio sullo stesso piano dei soggetti allora ritenuti pi importanti (scene storiche, nudi, racconti sacri), aggiungendo quindi un elemento di grande modernit allinterno dei suoi dipinti. Suo fu infatti luso nellaccezione moderna, del termine paesaggio, parola che compare per la prima volta nel 1552, in una celebre lettera dello stesso Tiziano allimperatore Filippo II. Linvenzione del paesaggio in pittura, come realt a se stante, fu una vera a propria rivoluzione. Dallo sfondo quasi riempitivo dei dipinti degli artisti delle generazioni precedenti, visto a volte come secondo piano su cui relegare episodi secondari e piccoli dettagli, pass a essere un vero e proprio piano autonomo. Paesaggi fantasiosi, spesso inventati, ma che permisero agli artisti, Tiziano in primis, di sperimentare un nuovo rapporto tra i soggetti rappresentati e la natura, di farli interagire e di renderli complementari. Fino alla prima met del Quattrocento, nel Veneto, quasi non esistono aperture paesistiche nei dipinti, che non siano generici fondali di verzura, o stilizzate convenzioni, come le onde a ricciolo dei mari in burrasca. Prima del nuovo termine tizianesco, lambiente naturale era paese e gli artisti dipingevano quadri di paesi, cio degli spazi, dei luoghi, considerati sotto il profilo delle loro caratteristiche fisiche e ambientali, spiega il curatore della mostra Mauro Lucco. Ecco perch il cammino iniziato da Bellini e concluso da Tiziano e seguaci cos importante, tanto da aver fatto arrivare a Milano una cinquantina di dipinti e disegni provenienti da alcuni dei maggiori musei americani - il Museum of Fine Arts di Houston, lInstitute of Arts di Minneapolis - ed europei - la National Gallery di Londra, la Gemldegalerie Alte Meister di Dresda, le Gallerie dellAccademia di Venezia, gli Uffizi di Firenze. La mostra aperta da due capolavori, la Crocifissione nel paesaggio di Giovanni Bellini e La prova del fuoco di Giorgione, che accompagnano un celebre dipinto giovanile di Tiziano, La sacra conversazione. Fu proprio Bellini il primo a inserire nei suoi dipinti sacri il paesaggio sullo sfondo, distinto per dal soggetto principale, e ben delimitato da drappi, cortine o invisibili valli spaziali. Seguendo il modificarsi della funzione del paesaggio, il percorso si sviluppa poi attraverso le sale, in cui le opere di Palma il Vecchio, Cima da Conegliano, Veronese e Jacopo da Bassano, arrivando alla chiusura con il Narciso di Tintoretto, sono accostate ad altri dipinti di Tiziano, interpreti di questa novit: L'Orfeo e Euridice, La Nascita di Adone, Tobiolo e l'angelo, Ladorazione dei pastori. Un paesaggio che ha avuto anche una sua declinazione letteraria, grazie a Jacopo Sannazzaro, che in quegli anni compose e pubblic lArcadia (la cui prima edizione del 1504 esposta in a Palazzo Reale), in cui la natura e la campagna sono descritte come luoghi ameni di delizia e gioia, popolate da pastori e contadini lieti. Italiani ma non solo. Importante dal punto di vista artistico fu anche larrivo a Venezia di artisti e opere del Nord Europa, con una diversa sensibilit per il paesaggio: una natura pi selvaggia e dura, a volte addirittura malinconica o iperdettagliata, come nel caso del disegno di Bregel dellAmbrosiana. E allora ecco concludere con lultimo Tiziano, in cui la materia e il mondo stesso sono fervore e movimento. Linvenzione del paesaggio, inaugurata da Giovanni Bellini e Giorgione e sviluppato in modo par-

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www.arcipelagomilano.org ticolare da Tiziano pu dirsi completamente conclusa, lasciando alle generazioni a venire questa straordinaria e rivoluzionaria eredit. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30 - costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50

Tiziano e la nascita del paesaggio moderno - Palazzo Reale fino al 20 maggio - orari: 9.30-19.30; lun.

LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Esercizi superficiali
Nuotando in superficie Raffaele La Capria Libellule, Mondadori 2012 pp.162, euro 10
LUNED 14 MAGGIO, ore 18, il libro verr presentato con l'Autore, a cura di Unione Lettori Italiani,presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, con A. Franchini e E. Dell'oro Tra i pi significativi scrittori del '900, Raffaele La Capria, con il suo Esercizi superficiali. Nuotando in superficie il padrino della nuova collana Libellule, della Mondadori, dedicata ai testi brevi, il tempo di un volo, veloce e sorprendente. La Capria, napoletano, cittadino del mondo, avendo soggiornato in Francia, Inghilterra, Usa. Animatore a Napoli della Rivista Sud, che raccoglieva l'intellighenzia meridionale, si stabilisce a Roma nel '50, entra in Rai, frequenta la dolce vita romana e sperimenta come un elisir la felicit dell'incontrarsi al Rosati o al Canova con scrittori, poeti, attori, architetti, pittori, politici, registi. E per Rosi curer alcune sceneggiature di suoi film come Le mani sulla citt. Amico di Peppino Patroni Griffi, lega la sua vita al teatro, sposando Ilaria Occhini. Nel 1961 vince per un punto il Premio Strega con il romanzo Ferito a morte, al quale seguiranno Racconti come La lezione del canarino e Saggi, quali False partenze. Nel 2001 vince il Premio Campiello e nel 2002 il Premio Chiara, entrambi alla carriera. Nel 2002 un Meridiano stato dedicato alla sua opera dalla Mondadori. Attualmente condirettore della rivista Nuovi Argomenti e collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera Ed proprio una raccolta di articoli, apparsi sul Corriere della Sera tra il 2009 e il 2010, questo nuovo libro, che assurge, per la scansione dei capitoli e la stessa scelta degli scritti, a una summa del pensiero dell'autore, una sorta di sua visione del mondo, raggiunta dall'alto della saggezza dei suoi novanta anni, all'insegna dell'inno del senso comune, come nel suo scritto del '72 La mosca nella bottiglia. Elogio del senso comune. Illuminante la metafora iniziale, nel titolo stesso, che accomuna la pesca subacquea, sua passione come in Ferito a morte, alla scrittura, per quell'osservare dalla superficie la profondit del mare con stupefatta attrazione, sentendo un'emozione sublime, come su un precipizio, come lo scrittore dinnanzi al pensiero che muove le parole. La presenza dei pesci ravviva la profondit cos come le idee ravvivano la scrittura. E con Hoffmansthal afferma che la profondit va nascosta, dove? Alla superficie. Esalta la Capria la valenza della brevit propria del Racconto, che come la poesia sa esprimere l'essenziale. E tesse un peana alle bellezze della sua Italia, contro l'incultura attuale, e difende l'italianit pur nei suoi difetti, per la musicalit della lingua italiana, per la grandezza dei suoi artisti nei secoli, per i suoi uomini di scienza. E critica l'incapacit oggi di dialogare civilmente in una societ dell'apparire in TV, fatta di battibecchi come i polli di Renzo. E difende la sua Napoli accusata senza appello da un'Italia per bene e pi agiata di lei. E parla delle tre infelicit di cui preda l'Italia, quella oggettiva, italiana, personale, dalle quali si potr forse uscire solo in una solitudine e intransigenza morale proprie degli spiriti eroici. E accusa la mala informacion, dove si allude sempre senza mai riuscire a conoscere la verit. Auspica una maggiore spregiudicatezza nella satira troppo conformista, e una pi incisiva dissenting opinion nel conformismo intruppato degli intellettuali impegnati, e suggerisce una distrazione vigilante che tenga in un continuo stato di perplessit. Disquisisce La Capria anche sul conflitto di civilt, che non si pu pronunciare perch infrange un tab, nonostante l'evidente infrazione del principio di reciprocit da parte di un certo mondo islamico. E rivendica il principio di ragione e il valore della Modernit, considerata una minaccia dal mondo islamico, e denuncia infine il circolo vizioso dello scambio petrolio-armi. Rifiuta il nucleare perch infrange l'insondabilit della materia, provocando il terrore dell'imprevedibile. Rimpiange l'ingannevole giovinezza. Si rivolge infine a Dio con senso di poesia e stupore del mistero, davanti al quale bisogna fermarsi, perch il mistero che d la forza di sentire tutta la meraviglia della vita. Come dicevamo all'inizio, ci troviamo di fronte a una filosofia totale dell'esistenza, pur se a volte opinabile, espressa con leggerezza consapevole e senso di responsabilit, proprie dei grandi animi, con una scrittura lucida e armoniosa.

TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Effetto Lucifero


drammaturgia Dario Merlini - regia Andrea Lapi, Dario Merlini, Umberto Terruso

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con Stefano Cordella, Daniele Crasti, Massimiliano Mastroeni, Dario Merlini, Dario Sansalone, Fabio Zulli co-produzione Teatro Filodrammatici e yes. Progetto vincitore Premio Giovani Realt del teatro 2010, Testo finalista al Premio Riccione-Tondelli 2011
Negli anni settanta allUniversit di Stanford il professor Zimbardo sottopone alcuni studenti a un esperimento: li suddivide in modo arbitrario in guardie e carcerati e fa loro simulare la vita carceraria per due settimane. In pochissimo tempo, i ragazzi, senza nessuna precedente predisposizione alla violenza, assumono cos seriamente i loro ruoli da costringere il professore a interrompere lesperimento per salvaguardare la loro incolumit fisica. Da questa ricerca di Zimbardo sullorigine della violenza, che porter il professore a teorizzare lapproccio situazionale, prende le mosse il lavoro coordinato drammaturgicamente da Dario Merlini, il quale ha tirato le fila di due anni di studi e improvvisazioni del gruppo yes, scrivendo un testo che stato anche finalista al Premio Riccione. Sei uomini trovano rifugio in unabitazione isolata. I padroni di casa, che non si vedono mai, mettono loro a disposizione sei tute, tre marroni e tre blu. In quelle marroni c una chiave per aprire una cassetta con dentro le indicazioni per governare la casa fino al ritorno dei proprietari, in quelle blu invece no. Questa differenza arbitraria genera fin da subito conflitti che si ripetono ogni volta che i padroni danno nuove disposizioni o gli uomini in blu cercano di opporsi allordine delle cose che va via via costruendosi. Lambientazione in un luogo non definito e quasi post-nucleare, tipica e un po abusata negli ultimi cinquantanni di teatro post-beckettiano, estrapola la vicenda da un contesto realistico e permette di concentrarsi sulle dinamiche interne. I rapporti fra i personaggi sono molto interessanti e ben costruiti, cos come emergono bene le dinamiche della violenza, del sospetto e della paura, senza indugiare troppo nella psicologia, che rimane il punto di partenza e di arrivo del lavoro, ma non inquina la vita scenica dei personaggi che non vengono schiacciati dal peso simbolico di ci che rappresentano. Quel che manca, forse, un po di sviluppo interno, perch i sei vengono presentati gi nella prima scena come inclini alla violenza e in leggero conflitto fra di loro e quello che fanno le tute soltanto creare le squadre. Sarebbe stato ancora pi forte, forse, iniziare con rapporti amichevoli e concilianti, per far vivere meglio il processo che porta alla violenza. Limpressione che, forse anche per il tipo di lavoro che parte dalle improvvisazioni degli attori, si siano costruite variazioni sul tema che, seppur molto interessanti e ben fatte, avrebbero bisogno di un arco di sviluppo pi definito per portare lo spettatore dentro alla vicenda. Daltro canto il pregio di un lavoro di questo tipo che gli attori, che hanno contribuito alla creazione del loro personaggio, sono tutti estremamente credibili e riescono a mettere in mostra le loro qualit singole senza andare a discapito di un progetto che condividono, difendono e di cui si sentono parte. Un testo ben scritto, con un linguaggio scarno, efficace e con spunti ironici, una messa in scena movimentata e con buone trovate e una recitazione convincente danno vita uno spettacolo di sicuro impatto sul pubblico. Teatro Filodrammatici dal 2 al 13 maggio. In scena Al Teatro Out Off dal 10 maggio al 3 giugno LAdalgisa di Carlo Emilio Gadda, regia di Lorenzo Loris. AllElfo Puccini dall8 maggio al 3 giugno Rosso, di John Logan, regia di Francesco Frongia. Al Piccolo Teatro Grassi fino al 27 maggio Pro patria di Ascanio Celestini. Al Teatro I fino al 14 maggio Incendi di Wajdi Mouawad, regia di Renzo Martinelli.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org The Rum Diary- Cronache di una passione
di Bruce Robinson [The Rum Diary, Usa, 2011, 120] con Johnny Depp, Amber Heard, Giovanni Ribisi, Aaron Eckhart
Johnny Depp, co-produttore di The Rum Diary, sognava da tempo di adattare cinematograficamente il romanzo del suo compianto amico Hunter S. Thompson. Il libro, scritto agli inizi degli anni '60, si ispira ai metodi di indagine dello stesso Thompson che riusciva a combinare alcool e droga alle indagini sul campo, senza dimenticare l'impegno politico. Verso la fine degli 50, stanco della sua vita a New York, Paul Kamp (Johnny Depp), giornalista amante della bottiglia, arriva a Porto Rico per lavorare in un giornale locale. Qui cade ai piedi di Chenault (Amber Heard), la fidanzata di Sanderson (Aaron Eckhart), un uomo d'affari americano intenzionato a costruire un resort di lusso su una piccola isola vicina. Kemp si trova cos di fronte a un bivio pericoloso: mettere la sua penna al servizio di quest'uomo d'affari corrotto o denunciare pubblicamente i suoi loschi traffici. Il risultato un film dalla trama un po sconnessa, che diluisce forse eccessivamente la carica del romanzo di Thompson. Lo spettatore si ritrova spesso a cercare l'anima del reporter nell'intrigo immobiliare. Chi conosce Thompson lo sa. Trasporre sullo schermo il suo stile sfavillante e allucinato un esercizio pericoloso. Terry Gilliam aveva gi riscontrato questo problema con Paura e delirio a Las Vegas. Bruce Robinson (Shakespeare a colazione), lontano dalla macchina da presa ormai da ventanni, soffre linevitabile confronto avendo scelto lo stesso interprete per il ruolo di alter ego di Thompson. In ogni caso, difficile immagine qualcuno di diverso da Johnny Depp per il ruolo di questo anti-eroe avvolto costantemente nei fiumi dellalcool. La sua capacit di mescolare perfettamente lucidit e u-

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In sala a Milano: The Space Cinema Odeon, Plinius, UCI Cinemas Bicocca, UCI Cinemas Certosa

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VIDEO CLAUDIO DE ALBERTIS: LA TRIENNALE, LARCHITETTURA, LEXPO http://www.youtube.com/watch?v=IIGQGsoTIIo

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