Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
edizione stampabile
L.B.G. ELEZIONI: CE N PER TUTTI Emilio Battisti EXPO 2015: FUORI EXPO FINALMENTE! Walter Marossi RISULTATI ELETTORALI: CHIARO E SEMPLICE Carlo Alberto Rinolfi NUTRIZIONE: FERMARE LA FOLLIA METROPOLITANA Federico Robbiati
CITTADINI E COMUNE: LINGREDIENTE CHE MANCA(VA) IN SANIT
Raffaello Morelli GOVERNO MONTI: IL DOPO CHE NON ARRIVA Giovanni Cominelli CL. UNA PRESENZA INGOMBRANTE Angelo Gaccione VIAGGIO NELLITALIA DELLAMIANTO Paola Bocci BIBLIOTECHE: GRATIS MA VALE MOLTO Ileana Alesso LE DONNE CACCIANO FORMIGONI VIDEO CLAUDIO DE ALBERTIS: LA TRIENNALE, LARCHITETTURA, LEXPO
Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
www.arcipelagomilano.org
www.arcipelagomilano.org
re ospitati nel sito ufficiale sarebbero esclusi dalla possibilit di contribuire al successo della manifestazione e da ogni conseguente vantaggio in termini di immagine ed economico. Tutti ormai si sono espressi a favore di un Fuori Expo: il sindaco Pisapia che laveva espressamente previsto come Expo Diffusa e Sostenibile al punto 8) del proprio programma elettorale; Giuseppe Sala che si pronunci nel luglio 2010 in occasione della sua nomina a capo di Expo Spa dichiarando che Milano nei sei mesi di durata dellExpo, deve diventare una specie di enorme Fuori Salone prendendo spunto da ci che accade ogni anno in occasione del Salone del Mobile in alcune zone della citt; Roberto Formigoni che lo scorso agosto segnal tale esigenza richiamando anchegli i successi del Fuori Salone e buon ultimo il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli che nei giorni scorsi ha anche lui aderito allidea del Fuori-Expo. Lanalogia con il Fuori Salone pu tuttavia servire solo far comprendere a tutti il senso generale della proposta e a indicare che il Fuori-Expo dovrebbe essere un insieme di iniziative autonome rispetto allExpo ufficiale che si terr nel sito in prossimit della Fiera di Rho-Pero, cos come il Fuori Salone del tutto autonomo rispetto al Salone del Mobile. Oltretutto, mentre il Fuori Salone dura solo una settimana e Milano in quei sette giorni cambia dabito e alla fine tutto pu facilmente tornare come prima, nel caso di Expo, per la sua durata e per limpegno organizzativo ed economico che comporta, indispensabile che il FuoriExpo lasci dopo la manifestazione uneredit positiva ai territori in termini di maggiore efficienza, qualit ambientale e sostenibilit. Regioni, province e comuni dovrebbero quindi soprattutto favorire le iniziative agevolando le procedure nel rispetto delle tutele di carattere ambientale e svolgendo una semplice ma essenziale opera di accompagnamento, favorendo la costituzione di tavoli attorno ai quali
far sedere privati, associazioni, universit, istituti di ricerca e tutti i soggetti che sono insediati nei vari contesti territoriali che nella generalit dei casi dispongono di eccellenze monumentali, paesaggistiche e agroalimentari di grande qualit ma spesso poco conosciute e valorizzate. Per portare avanti il Fuori-Expo non si tratta quindi di rivendicare la disponibilit di finanziamenti pubblici, che del resto gi sappiamo non essere disponibili, ma di mobilitare tutte le risorse latenti in molte situazioni territoriali: volontariato, organizzazioni imprenditoriali, Camere di Commercio e i moltissimi comitati che si impegnano su varie tematiche, anche per favorire il superamento della dimensione spesso troppo localistica delle loro rivendicazioni. Altro aspetto determinante per la qualit del Fuori-Expo riguarda il fatto che il proliferare delle iniziative sul territorio potrebbe causare ingovernabilit, inaccessibilit, congestione, sovrapposizione di iniziative e conseguenti sprechi di risorse. Il proposito pi volte manifestato in tutte le sedi di fare rete tra i soggetti e le iniziative, facile a dirsi, nei fatti serve a ben poco se non si mette a disposizione un reale strumento di partecipazione; una piattaforma di e-collaboration che consenta a tutti i soggetti di interagire nello spazio e nel tempo. Nello spazio, registrando lubicazione territoriale delle varie iniziative attraverso la loro georeferenziazione nel momento della registrazione e schedatura sulla piattaforma. Nel tempo, consentendo a ogni iniziativa di documentare la propria evoluzione in modo che tutti siano in grado di valutarne le fasi di sviluppo, i progressi, il rispetto dei tempi e il raggiungimento degli obiettivi. Esattamente il tipo di strumentazione di cui si dotato il progetto Expo Diffusa e Sostenibile gi on line (www.eds.dpa.polimi.it) a cui chiunque pu liberamente accedere anche semplicemente per constatare quale sia lo scenario territoriale che si formato a seguito del lavoro eseguito e tuttora in progress. Oltre
alla possibilit di interpretare la distribuzione territoriale delle opportunit e dei progetti e assecondarne il coordinamento a scala ampia, regionale e nazionale, individuare anche circoscritti contesti contraddistinti da specifiche caratteristiche come ad esempio quelli del Parco Sud, dei Navigli e della Villa Reale di Monza con il suo splendido parco. Ma anche attestandosi sulle direttrici che da Milano si proiettano nel territorio con infrastrutture ferroviarie che in occasione dellExpo potrebbero offrire ai visitatori un servizio di maggiore efficienza, dando al contempo pi adeguata risposta alla domanda di mobilit regionale per dare accessibilit allarea metropolitana di sette milioni di abitanti della Grande Milano. Per fare tutto ci serve un soggetto qualificato che sappia interpretare le potenzialit del Fuori-Expo, utilizzando la metodologia e la strumentazione del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico di Milano, e prefigurarne lo sviluppo e la realizzazione anche in termini imprenditoriali, analogamente a quanto si verificato per il Fuori Salone. I titolati a svolgere questo compito naturalmente non mancano: dalla Camera di Commercio, ad Assolombarda e Confindustria, a Confcommercio che proprio il mese scorso, insieme a Expo 2015 Spa, hanno firmato una convenzione per dotarsi di un unico spazio virtuale, un Fuori-Expo digitale, dove le imprese possano presentare e promuovere la propria offerta ai visitatori e fare di Milano una moderna smart city. Integrare questo importante strumento di comunicazione e accesso alle informazioni con la piattaforma di e-collaboration del progetto Expo Diffusa e Sostenibile del Politecnico, porrebbe tutti i soggetti imprenditoriali in condizione di interagire e potrebbe costituire un importante passo avanti per consentire ai territori, in occasione di Expo 2015, di organizzarsi e attrezzarsi nel modo pi adeguato, con importanti ritorni in termini di sviluppo economico e sociale.
www.arcipelagomilano.org
nostante diamanti e lauree albanesi non sparisce. 4) l'Udc irrilevante, non approfitta della crisi del Pdl e della Lega, nei ballottaggi non pesa. 5) l'Api semplicemente non esiste. 6) in nessun comune il centro destra ha creato degli amministratori / personaggi forti di consenso popolare che da soli invertono la tendenza. Specularmente: 1) il centro sinistra quasi ovunque va al ballottaggio in posizione di favorito, con coalizioni in genere simili a quelle di Milano dello scorso anno. 2) il Pd diventa il primo partito, pur senza incrementi straordinari ed il perno di ogni alleanza; sar in crisi come dicono alcuni ma torna a governare molti municipi. Al suo interno i fautori della grande coalizione o dell'alleanza con l'Udc ammutoliscono. La sua leadership regionale si rafforza. 3) in generale le sinistre pi radicali si consolidano. 4) le liste civiche di sinistra, diciamo cos gli arancioni, si moltiplicano e sono spesso determinanti. A tutto ci va aggiunto un successo semplicemente clamoroso dei grillini che triplicano nelle citt le percentuali delle regionali e che chiamandosi fuori dal gioco delle alleanze attirano voti da entrambi gli schieramenti. Nei prossimi giorni si sprecheranno analisi psicosociopolitologiche su chi sono e perch li votano, immaginiamo che si torner a parlare di Giannini e del qualunquismo antipartito, pi o meno quel che si diceva della lega agli esordi: dura minga dura no. Si visto! La percentuale dei votanti stata ovunque al di sotto delle precedenti comunali che a loro volta registravano un calo. una tendenza consolidata e difficilmente reversibile forse non positiva per la democrazia ma irrilevante per il governo delle citt dove contano i voti espressi. L'astensione crea un bacino di ex elettori potenzialmente redimibili dove in futuro si giocheranno le campagne elettorali. Sar interessante vedere se nei ballottaggi vi saranno modifiche parziali del quadro. Con questi risultati a eventuali elezioni regionali il centro sinistra vincerebbe e vincerebbe anche alle elezioni politiche. Con la vigente legge elettorale nazionale il Pd potrebbe fare il pieno dei parlamentari (praticamente eleggerebbe anche il mio gatto). quindi prevedibile che Formigoni (amenoch non lo blindi-
no) e i suoi amici cerchino di spostare il pi in la possibile le elezioni regionali, magari rinunciando alla beneamata Roma. Cos come probabile che di riforma della legge elettorale nazionale si parler sempre di pi per poter alfine dichiarare che si far nella prossima legislatura, perch non vi pi tempo. Vediamo il dettaglio per quanto riguarda la regione. Alle ultime elezioni regionali la lista di centro destra era risultata vincente con il 56,11% dei voti, pari a 2.703.255 voti, la Lega nel voto di lista pesava circa il 45% del centro destra. La coalizione di centro sinistra, aveva ottenuto il 33,27% dei voti pari a 1.603.047 voti. Le altre quattro liste regionali avevano: Udc 4,70% 226.313; Movimento 5 stelle 3,00% 144.578; Rifondazione comunista / Sinistra Europea / Comunisti Italiani 2,36% 113.744; Forza Nuova 0,56% 26.890. Se avessimo parametrato il voto regionale secondo le alleanze milanesi di un anno fa avremmo avuto il 56,11% del centro destra contro il 35,60% del centro sinistra. La differenza in valori assoluti tra le due ipotetiche coalizioni era di 987.000 voti: unenormit, cos suddivisa per provincia: Bergamo 185 mila, Brescia 172 mila, Como 100 mila, Cremona 31, Lecco 40, Lodi 19, Mantova 18, Milano 115, Monza 85, Pavia 60, Sondrio 37, Varese 125 mila. Nella citt di Milano alle regionali la differenza era stata di soli 29.000 voti, Penati era andato peggio di Sarfatti che aveva un distacco di 12.000 voti. La differenza tra Pisapia e Moratti al primo turno stata di 42.000 voti a favore di Pisapia. Lincidenza della vittoria milanese in voti quindi ridottissima. In pratica anche considerando consolidato il dato milanese in termini di valori assoluti e di aumento dei votanti (improbabile) fino a oggi mancavano allappello per vincere in regione circa 945.000 voti. Il recupero di Pisapia vale un 25% della differenza a favore del centro destra nel 2010 della sola provincia di Brescia. Per questo queste elezioni sono un terremoto maggiore di quello di un anno fa: Milano sempre stata contendibile la Lombardia mai. In sintesi in regione: 1) il centro sinistra inteso come coalizione attorno Pd sicuramente vincente con il Pdl e Lega separati, anche se certo che la frammentazione in mille rivoli del Pdl di questo turno non si ripeter fosse solo per il diverso sistema elettorale
2) se il centro destra tornasse unito la partita incerta ma per la prima volta il centro sinistra favorito. Probabilmente il Pdl scomparir per lasciare posto a unaltra aggregazione dei moderati, mica sono fessi. 3) l'Udc gioca un ruolo solo nel centro destra, Se lUdc si allea con il centro sinistra questo perde le sinistre radicali e il saldo negativo. 4) lalleanza elettoralmente indicata da questa tornata per il centro sinistra quella di Vasto. Gli alleati del Pd hanno oggi tutto l'interesse a non modificare la legge elettorale regionale e a tener vivo il listino. 5) lo spazio per una sinistra arancione secondo lo schema Pisapia probabilmente in regione pi ampio che a Milano, basta guardare il peso delle civiche anche se alcune sono le liste dei partiti travestite. 6) il Movimento 5 stelle pur avendo un peso elettorale maggiore di molti partiti tradizionali, non giocher un ruolo determinante in elezioni a turno unico come quelle regionali amenoch non trovi un candidato presidente significativo. Il suo elettorato non pu essere potenzialmente ascritto n al centro sinistra n al centro destra. Unico dettaglio mancante per entrambi gli schieramenti: il candidato, che pu cambiare il quadro. Per il centro sinistra nessun potenziale candidato cos forte da essere automaticamente investito; faranno le primarie, con il rischio del noto piatto ricco mi ci ficco e del proliferare di candidati. In senso geografico avere un milanese abbastanza indifferente anzi meglio un provinciale se pu spostare voti magari a Bergamo e Brescia. Certo che con il Pdl in declino, la Lega in analisi, l'Udc al lumicino, l'utilit di Tabacci come candidato appare molto ridotta. Addirittura potrebbe essere controproducente facendo perdere voti a sinistra e non influenzando passaggi dal centro destra, che nella ben nota tradizione delle correnti Dc diffidano pi degli amici che degli avversari. Dovessi scommettere, oggi punterei su Martina. Per il centro destra buio fitto, a meno che non arrivi un papa straniero. Sembrerebbe tutto chiaro ma vale la pena ricordare che purtroppo erano elezioni amministrative, che non era in campo il giudizio sulle politiche del governo, che non si discuteva delle ricette anticrisi, insomma per quanto importanti siano le indicazioni la partita vera non appena cominciata.
www.arcipelagomilano.org
www.arcipelagomilano.org
www.arcipelagomilano.org
te. Lo avevo scritto allora su ArcipelagoMilano. Oggi per un dato di fatto, confermato dal florilegio di esternazioni della settimana scorsa. Lanimo profondo del governo ormai quello dei grandi apparati burocratici, disattenti alla convivenza libera di persone in carne e ossa. Il vuoto di progetto politico stato riempito dai consigli delle strutture ministeriali. Che non concepiscono una dinamica operativa fondata sulle regole aperte; confondono linteresse della struttura con quello dello Stato e trattano i cittadini come sudditi riottosi, cominciando dal campo fiscale, ritenuto una riserva privilegiata extra costituzionale (tipo metodologie di riscossione della Agenzia delle Entrate). Quindi i consigli al Presidente non potevano che restare estranei al dialogo con i cittadini. Parlo di consigli non potendo immaginare che comportamenti e dichiarazioni del Presidente Monti, dal 30 aprile in poi, siano pura farina del suo sacco. Qualche cenno. Sdegnarsi perch si reclamano arbitrarie compensazioni tra crediti e debiti con lo Stato, un paradigma burocratico. Si pretende una dissimetria nei versamenti, tra quelli dello Stato (dilazionati quasi gratis) e quelli del cittadino (immediati a pena di sanzioni gravose); il che una robusta molla di potere per chi gestisce la cassa. Quanto alle tasse, non le ritiene una liberale conquista del contratto civile per i servizi forniti dallo Stato a tutti bens un obbligo morale per i cittadini, da adempiere ossequiosi subito, nella misura richiesta e senza discutere; il che di nuovo una robusta molla di potere per chi esercita limposizione. Del resto impone tasse non seguendo criteri di equit (evocata solo a parole) bens di gettito, per cui le strutture ministeriali sono fantasiose nellinventare balzelli (ospizi divenuti dimora abi-
tuale fiscale degli anziani) e vampiresche nel risucchiare imposte municipali. E infine, dovendo rivedere la spesa pubblica, enfatizza una riduzione di 4,2 miliardi, che autorevoli economisti hanno definito un timido topolino imbarazzante per il governo, pari ad appena lo 0,25 % del PIL. Non un caso. Le strutture burocratiche hanno un mantra. I conti si pareggiano mettendo le tasse a rincorrere le spese. A far crescere il prodotto, ci si penser dopo. Per questo dopo non arriva mai. Invece, indispensabile farlo arrivare subito. Occorre ritornare al fare politica come discussione di idee e di progetti, non scontro di contenitori riverniciati fuori e immobili dentro. Meglio se lEuropa aiuter (non col trasferire il debito). Per bisogna dire noi cosa fare, quando e come. Dal punto di vista liberale, per crescere sono necessarie due cose congiunte. Aliquote fiscali pi basse e meno spesa corrente del settore pubblico. Vale a dire due cose contro strutture irrigidite, che sguazzano nelle inefficienze passatiste e amicali riducendo il grave malessere sociale a dati statistici. Solo che labbassare le aliquote fiscali impedito dalle pessime condizioni economiche. Per poterle abbassare, occorre un drastico taglio del debito intorno a un quinto, che liberi per mesi il Paese dallassillo di rifinanziare le scadenze. Il che significa riconoscere che il debito abnorme (e in aumento) responsabilit di tutti (anche se non in misura uguale), di chi lo ha fatto e di chi ne ha goduto. E che tutti devono contribuire a ridurlo. Quindi tutti, istituzioni pubbliche in testa, devono contribuire con ogni cespite patrimoniale disponibile (non solo quello immobiliare), tassi crescenti e diversificati vista lampiezza della platea coinvolta.
Senza toccare redditi ed esigenze base di vita, perch solo laccantonato si pu sacrificare. essenziale per affidare il ricavato non ai canali burocratici che lo usano per gli affari correnti. Il ricavato va affidato alla gestione di un Comitato nominato da Napolitano, che non mischi la riduzione del debito con le spese abituali, sfuggendo ancora il ridurle. Contestualmente al drastico taglio, si abbassano le aliquote fiscali per innescare la crescita produttiva (che migliora le condizioni di vita dei pi deboli). Insomma, una politica tutta differente da quella pauperistica dellinvidia sociale che, volendo far pagare solo ai ricchi colpe che non sono solo loro, impoverisce tutti. O da quella del vacuo moderatismo che, volendo portare al governo i bolsi benpensanti come tali, celebra il conformismo dellantipolitica tecnica. O quella dei conservatori dissimulati, che, gabellando il liberalismo keynesiano per dirigismo, ostacolano il continuo evolversi produttivo. La rigenerazione della politica richiede questi confronti. Naturalmente, un simile bagno liberale di realismo nellanalisi e di concretezza nel progetto, non riguarda solo lordine del giorno nazionale. Vi sono anche occasioni straordinarie, come lExpo 2015, che esigono analogo atteggiamento. Nel caso, una valutazione tempestiva dello stato dellarte di infrastrutture di rilievo. A tre anni dallinizio e in mezzo a una crisi battente, Milano non pu permettersi di sbagliare i tempi preparatori di questo evento propulsivo. A chi avanza lipotesi di una dilazione, cos come per lExpo dei primi 900, non pu essere data una risposta frettolosa da un malriposto spirito di grandezza. Anche qui lo spirito migliore stare ai fatti per realizzare davvero il nuovo.
www.arcipelagomilano.org potere e egemonia sia stata il logico sviluppo di quella posizione o piuttosto il suo tradimento. Certo che don Julian Carron invita fermamente i suoi seguaci a riconoscere che presenza non sinonimo di potere o di egemonia, ma di testimonianza. Testimonianza significa riprendere la tradizione rosminiana dellOttocento e quella di Charles De Foucauld dei primi del 900. Il cristiano testimonia con la propria vita quotidiana, quale che sia il mondo vitale in cui si muove, la vicinanza alluomo e la diversit di cui portatore. La quale consiste nel credere e praticare che quello che cambia la storia quello che cambia il cuore delluomo. Una testimonianza e una diversit, affermate senza arroganza, senza lillusione che possano rendersi pi efficaci, incarnandosi in quelle strutture di potere, che gi il Cardinal Martini definiva strutture di peccato. Gi, perch lIncarnazione che essenza del Cristianesimo - sempre stata richiamata in questi decenni a giustificazione di quella costruzione del sistema di potere che, passando da Sbardella a Andreotti a Berlusconi a Formigoni in Lombardia, era ritenuto lunico in grado di difendere la presenza della Chiesa in Italia.
ciale, nonostante il linguaggio felpato. La Lettera segna un passo in avanti pi drammatico. Ma, e mi pare il fatto pi importante, c il tentativo, che Julian Carron e Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, stanno perseguendo da qualche anno a questa parte, non di rivedere il pensiero di don Giussani che daltronde consegnato a un sacco di scritti e si presta a interpretazioni le pi varie ma di correggere linterpretazione di esso che si affermata come ideologia portante nelluniverso ciellino: la questione della presenza. In polemica con la Fuci, lAzione cattolica, la Dc, don Giussani afferm con forza irruente che il credente si doveva vedere in azione nella societ e nella politica. Contro il maritainismo - il cui grande sponsor era stato fin dagli anni 30 Monsignor Giovanni Battista Montini, poi cardinale di Milano e papa, con il nome di Paolo VI - che sembrava separare in modo schizofrenico lazione del cristiano in quanto membro della Chiesa e in quanto attore sociale e politico, don Giussani invit i credenti alla presenza, a farsi vedere nellazione civile, culturale, economica e politica. Non c qui lo spazio per costruire esegesi raffinate per capire se la trasformazione della presenza in
davvero difficile prevedere se questo messaggio di Carron sia destinato a scivolare sul corpo ciellino in Italia come acqua sul marmo come finora accaduto - o se invece possa rappresentare una scossa e una rivoluzione culturale per CL. Lo si capir, per esempio, se finir la polemica teorica contro il concetto stesso di etica pubblica che la CEI ha rivalutato - e contro il cosiddetto moralismo di chi cerca di farla valere. Se sar spezzato quel cortocircuito, per cui automaticamente ci che fa bene a CL e alle sue articolazioni associative fa bene al Paese, non importa se il bene e il vantaggio siano ottenuti anche violando spregiudicatamente appunto i postulati fondamentali delletica pubblica. Si vedr. Ma se il declino del Paese dovuto, in primo luogo, a una crisi di libert e di responsabilit delle singole persone, e perci a un fallimento etico; se vero che il deficit di etica pubblica il mal du sicle (o des sicles) della societ civile italiana, e perci della politica, allora una presenza cristiana, rigorosa nellesempio e nella testimonianza, pu essere uno dei motori della rigenerazione del Paese. Ecco perch la Lettera di Carron interroga CL, i credenti e i laici.
www.arcipelagomilano.org Giulia a Rogoredo, a pochi chilometri dal cuore di Milano. Il mio e il vostro paese ignora tutto questo e serve in tavola frutta e fibre di amianto; latte, formaggio, grano, verdure, vino, farina, pane e fibre di amianto. Lo lascia disperdere nellambiente cittadino e su rigogliosi campi coltivati; prosperare in quartieri densamente abitati come in ubertose campagne. Corrodere dallacqua piovana e dalle intemperie. Il mio e il vostro paese ignora tutto questo perch ne ho le prove: ogni volta che indicavo un casolare contadino, una cascina dai tetti ricoperti di eternit, una vasca per raccogliere acqua piovana e irrigare un orto o abbeverare una mucca; ogni volta che segnalavo i tetti di una distesa di garage a ridosso di case, oratori e graziose villette; ogni volta che richiamavo lattenzione sulle coperture di decine e decine di stazioni ferroviarie da nord a sud, di capannoni industriali, fabbriche dismesse, silos, caseifici e quantaltro, ai miei compagni di viaggio, la risposta su quei materiali era invariabilmente errata. Desolatamente ignota. Ma non crediate che lamianto riguardi arie marginali e depresse: non ne immune larmonioso territorio della Francia Corta con le sue bellissime distese di vitigni pregiati, e non ne immune il ricco lodigiano o la benestante Brianza; non ne immune Domodossola, posta ai confini elvetici, e non ne immune Reggio Calabria che guarda sullo stretto. Ne trovate a Pesaro, a Casale Monferrato, a Sesto San Giovanni come a Battipaglia. In Liguria come in Emilia; nellagro campano come lungo il tavoliere; nella piana di Sibari come nella pianura padana. Ma ho fatto la prova anche nei centri urbani: nelle cittadine di provincia e nelle citt di grandi dimensioni dove mi capitato di sostare; nei paesini e nei piccoli borghi. Ho fatto infine la mappatura di Milano e dintorni: sono salito su terrazzi e mi sono infilato dentro cortili; ho potuto spaziare su tetti e penetrare dentro grandi e piccole strutture; in zone centrali e semicentrali, in periferia e fuori porta. Il risultato stupefacente: nellindifferenza generale, lamianto staziona visibile a occhi nudi sui capannoni del mercato del pesce tra via Lombroso e lultratrafficata via Molise, a ridosso del deposito dellAzienda Trasporti Milanese (ATM) e accanto allAsl di zona; dentro allasilo e accanto alla scuola elementare. Sui tetti del mercato comunale di piazza XXIV Maggio, sui garage interni di un popoloso condominio nei pressi di piazza Salgari, sul tetto dellexcinema Maestoso in piazzale Lodi, come su quello dellalbergo Major nello stesso sito, alla stazione Centrale o attorno alla mia amata Abbazia di Chiaravalle. E potrei continuare con una noiosa campionatura da una zona allaltra della citt. Non bisogna perdere altro tempo; ne va della salute di tutti. Quella che viene definita societ civile non pu delegare il bene primario della sua salute. Deve farsi forza di pressione e pretendere il varo di un grande piano nazionale per la bonifica e lo smaltimento dellamianto controllato (*) e sicuro. Odissea sta facendo la sua parte.
www.arcipelagomilano.org strazioni decentrate, cittadini e bibliotecari, e sviluppando la capacit di fare rete con altri servizi culturali e sociali sul territorio. I progetti promossi e attivati con il contributo di Fondazione Cariplo in dieci biblioteche pubbliche cittadine, segnano la strada, promuovendo iniziative che coinvolgono fasce di cittadinanza differenti dagli adolescenti, agli anziani, alle comunit migranti, con offerte di servizi che vanno dallalfabetizzazione informatica, al contatto con i familiari nei luoghi dorigine (www.tuttiinbiblioteca.it). Il progetto Senior Civico per gli over 60 messo in atto a Torino pu diventare un modello per governare la grande richiesta di partecipazione attiva, da replicare anche a Milano, magari strutturando anche un analogo modello junior riservato a quella larga fascia di utenza costituita dagli studenti, dalle scuole superiori alle Universit. Come ha detto meglio di me Antonella Agnoli le biblioteche non moriranno se sapranno mantenere uno sguardo ampio, dai libri alle persone che le frequentano, o meglio che le frequenteranno, ponendosi lobiettivo di coinvolgere pi cittadini possibili, non solo i lettori attuali. Ci vorranno tempo e risorse, ma le premesse ci sono gi.
10
www.arcipelagomilano.org
Grazie dellarticolo. LItalia laica e liberale, i milanesi offesi dalla realt che stiamo da pi decenni vivendo in Lombardia, non possono che es-
sere riconoscente alle tue parole Speriamo che i Lombardi possano trovare le energie per reagire e cambiare registro e ritrovare la forza
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Britten e Bruckner
Accostare due opere sinfoniche tanto diverse, si direbbe contrastanti, come la Sinfonia da Requiem opera 20 di Benjamin Britten alla Sinfonia numero 9 in re minore di Anton Bruckner, come ha fatto Claus Peter Flor la scorsa settimana allAuditorium, ci parso geniale; un confronto diretto fra due modi opposti di intendere la musica, e in particolare la sinfonia, negli anni immediatamente precedenti e seguenti la produzione dellimponente corpo sinfonico di Mahler che siamo abituati a pensare come unico legittimo epigono del genere frequentato dai grandi compositori classici e romantici. Intanto le opere: brevissimo il Requiem di Britten (20 minuti), lunghissima la Nona di Bruckner (60 minuti, nonostante sia limitata ai soli primi tre tempi). Musica a programma la prima, musica pura la seconda. Opera giovanile (nel 1939, quando la scrisse, Britten aveva ventisei anni e scarsissima esperienza come compositore) luna, opera senile e conclusiva laltra (la Nona lultima, scritta nel 1889 e rimasta incompiuta, da un Bruckner gi arrivato ai sessantacinque anni). Ancor pi significativa la differenza fra il tempo di guerra - peggio, fra due guerre! - e di grandi tensioni politiche e sociali che fa da sfondo allopera dellinglese, e quello dellAustria Felix che trasuda dai temi e dalle armonie della sinfonia bruckneriana. I cinquantanni esatti che dividono le due opere sono quelli che hanno letteralmente cambiato lEuropa e il mondo. Poi i due autori: un giovane anticonformista Britten, che in quegli anni viveva con lamico tenore Peter Pears negli Stati Uniti (sia per godere liberamente la propria omosessualit che per stare vicino al venerato poeta W. H. Auden), e devoto uomo di chiesa Bruckner (organista e autore di tanta musica sacra) che proprio al buon Dio dedica la sua ultima Sinfonia. Dunque un confronto pieno di interesse e anche di intrighi, musicali e umani. Venendo allesecuzione e dunque allinterpretazione che Flor ha offerto delle due opere, siamo rimasti molto sorpresi, diciamolo subito, da un altro tipo di contrapposizione: da una parte la raffinatezza della lettura di Britten e dallaltra la ruvidezza con la quale ha affrontato Bruckner. Nella Sinfonia da Requiem si sentiva, insieme alla mestizia per la recente scomparsa dei genitori, langoscia del compositore inglese di fronte alla guerra e alla violenza che stavano per abbattersi sullEuropa: con una direzione partecipe e fortemente concentrata, Flor ha saputo far nascere dal dramma e dallorrore della tragedia il sentimento pudico e sereno della morte e della pace con cui si chiude la Sinfonia. Eseguendola senza pause, tutta dun fiato, con il sostanziale apporto di inappuntabili e coinvolgenti percussioni e ottoni, questo direttore nato e cresciuto nella Germania orientale, nei luoghi in cui la musica e la guerra hanno lasciato i segni pi forti - la Turingia e la Sassonia (Lipsia, Weimar, Dresda) e la Berlino ancora dietro al muro - deve aver capito profondamente il sentire di Britten e ha saputo rendercene partecipi con grande ed encomiabile empatia. Al contrario, nella seconda parte del concerto, Flor si come smarrito: la mano meno sicura (aveva diretto Britten senza bacchetta, lha ripresa in mano per dirigere Bruckner), alla ricerca di un bandolo che non riu-
11
www.arcipelagomilano.org scito a trovare, con una orchestra conseguentemente meno disciplinata, il direttore tedesco sembrava essere idealmente distante dallautore austriaco e come inadatto a restituircene la poetica. La Nona unopera-testamento, i due temi del primo tempo sembrano contenere presagi di morte, ma ha anche momenti di ribellione, come nello Scherzo con Trio (del quale Giacomo Manzoni dice addirittura che si libra in una danza variopinta ricca di accenti umoristici e quasi mai sardonici) mentre nellAdagio si apre un canto luminoso e pieno di fiducia e di serenit. Eppure di tutto ci non vi era traccia nel fraseggio di Flor che invece era frammentario e metteva in evidenza, forzandoli, i chiaroscuri e le asperit, come per annullare il lirismo di cui la Sinfonia intessuta. Bruckner nasce quando Schubert ha gi ventisette anni (morir solo quattro anni dopo) e Wagner appena undici (ma morir dieci anni prima della nascita di questa Sinfonia); bench Schubert e Wagner non abbiano nulla in comune fra loro, Bruckner sembra percorrere la strada che va dalluno allaltro, tanto che alla fine risulta essere vicino a entrambi. Ed cos che proprio da loro - assorbe quel meraviglioso lirismo che Flor ha voluto in qualche modo negare. Chiss perch. Musica per una settimana *mercoled 9 al Conservatorio (Societ dei Concerti) il pianista Radu Lupu esegue Preludio, Corale e Fuga di Csar Franck seguiti dagli Improvvisi opera 142 (postuma) e dalla Sonata in la minore D. 845 di Schubert *mercoled 9 allAuditorium, la Verdi Barocca diretta da Ruben Jais esegue di Vivaldi il Concerto per violino archi e continuo in re maggiore e il Concerto per due violini e due violoncelli in sol maggiore, seguiti dalla cantata Ich habe genug (Ho abbastanza) per basso solo (baritono Christian Senn) *gioved 10, venerd 11 e domenica 13, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta Zhang Xian esegue la Sinfonia n. 2 in do minore di ajkowskij e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore di Beethoven *gioved 10 e sabato 12 al Teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Jean Deroyer in un programma che prevede La cration du monde e Le boeuf sur le toit di Milhaud, il Concertino da camera per sassofono (Marco Albonetti) e orchestra di Ibert e la Petite suite di Roussel *venerd 11 al Conservatorio (Serate Musicali) il violinista Gil Shaham e il pianista Akira Eguchi eseguono la Sonatina n. 2 in la minore di Schubert, la Sonata n. 3 in do maggiore di Bach, la Suite n. 3 di Dorman (prima esecuzione in Italia) la Sonata In the country of lost things di Milone e la Fantasia sulla Carmen di De Sarasate *domenica 13 alle ore 11 alla Palazzina Liberty lOrchestra da camera Milano Classica esegue la Serenata in mi minore di Elgar, il Contrafactus per flauto ed archi di Sollima, la Saint Pauls suite di Holst e la Simple Synphony opera 4 di Britten *domenica 13 alla Scala concerto della Schsische Staatskapelle di Dresda diretta da Sir Colin Davis che eseguir la Serenata notturna n. 6 K. 239, il Concerto per violino e orchestra in re maggiore K. 218 (violinista Nikolaj Znaider) e la Sinfonia in sol minore K. 550 di Mozart *luned 14 alla Scala recital della soprano Edita Gruberova che, accompagnata al pianoforte da Alexander Schmalcz, canter lieder di Franz Schubert, di Hugo Wolf e di Richard Strauss *luned 14 al Conservatorio (Serate Musicali) il pianista Olli Mustonen esegue la Partita n. 5 in sol maggiore di Bach, la Sonata n. 2 in si minore di ostakovi e i 13 Preludi opera 32 di Rachmaninov *marted 15 al Conservatorio (Societ del Quartetto) la pianista ventenne Yuja Wang esegue un programma che mette insieme Rachmaninov, Faur, Skrjabin, Brahms, Albeniz, Debussy e Bizet (la locandina dice che il prodigioso talento tecnico e musicale di Yuja Wang riesce a tenere insieme elementi cos diversi offrendo al pubblico un viaggio molto suggestivo attraverso territori musicali sempre nuovi e cangianti Mah )
12
www.arcipelagomilano.org ne cinese legata allimitazione delle forme naturali. Anche Oil Spill (2006), attraverso luso di una lucidissima ceramica nera, riproduce familiari ma allo stesso tempo minacciose pozzanghere di petrolio greggio, disseminate sul pavimento bianco della galleria. L'opera Bubble (2008), presentata in mostra in una versione minore rispetto a quella gi esposta a Miami, composta da sei sfere di porcellana blu lavorate a mano. A Miami le sfere erano ben cento. Un filone simile lo segue Pillar (2006), una sorta di monumentale forma geometrica blu che si staglia nel cortile interno della galleria. Ultime opere in ceramica sono i Ghost Gu (2007), in cui Weiwei rif un particolare vaso della dinastia Yuan e che porta lattenzione sulla tematica del falso fatto ad arte. Infine, Marble Plate (2010) rappresenta un grande piatto di marmo bianco, altro materiale sperimentato nella produzione degli ultimi anni di Ai Weiwei. Ultimo e importante lavoro dellartista la realizzazione, insieme a Herzog & de Meuron, del Padiglione 2012 della Serpentine Gallery di Londra, altra istituzione iconica e fondamentale dellarte contemporanea europea.
Ai Weiwei fino 25 maggio 2012, Lisson Gallery via Zenale 3 - Orari: da Luned a Venerd: 9.30 13.00 e 15.00 18.00 Ingresso gratuito
Marlene Dumas fino al 17 giugno 2012, Fondazione Stelline corso Magenta Milano orari: marted domenica, 10 20, biglietti: intero 8; ridotto 6; scuole 3.
13
www.arcipelagomilano.org un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perch larte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bens sia promossa, conservata e tutelata. Questo il proposito di Gemma de Angelis Testa, presidente e fondatrice di ACACIA. Una sorta di mecenatismo collettivo dunque, tutto a favore della citt, che permette da una parte di comprare arte per il futuro museo, e dallaltra la conoscenza e la promozione dellarte e degli artisti pi importanti del panorama contemporaneo, con lobiettivo di essere capace di rispecchiare la contemporaneit e le sue dinamiche, un polo divulgativo in grado di trasmettere al suo pubblico formato da vari livelli culturali, la conoscenza dellarte, conclude De Angelis Testa. La mostra presenta anche per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio ACACIA 2012: Theory in order to Shed Light. I suoi lavori, definiti sculture filmiche, sono il mezzo con cui lartista ama esprimersi, attraverso luso del video che viene smembrato nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola la parte che pi interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica, utilizzando vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia. In attesa dei grandi lavori, anche museali, per lExpo 2015, accontentiamoci per ora di avere un assaggio darte di quello che vedremo in pi adeguata sede.
Gli artisti italiani della Collezione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Palazzo Reale fino al 24 giugno. Ingresso gratuito Luned: 14.30_19.30 Marted, Mercoled, Venerd e Domenica: 9.30_19.30 Gioved e Sabato: 9.30_22.30
Dario Fo a Milano. Lazzi, sberleffi, dipinti. Fino al 3 giugno Orari: Luned 14.30 - 19.30. Marted, mercoled, venerd, domenica 09.30 19.30. Gioved e sabato 09.30 22.30 Costi: 9 intero 7,50 ridotto
Marina is present
Questa settimana il mondo dellarte milanese ha mormorato sempre e solo un nome: Marina. E la signora in questione riconosciuta internazionalmente come la regina delle performer, Leone dOro alla Biennale di Venezia del 1997, creatrice di performance scandalose e provocatorie. Va in scena Marina Abramovi. Si aperta con grande eco internazionale The Abramovi Method, un evento a met tra la retrospettiva e la presentazione di un grande, impegnativo nuovo lavoro dellartista serba. Questo nuova opera nasce da una riflessione che Marina Abramovi ha sviluppato partendo dalle sue ultime tre performance: The House With the Ocean View (2002), Seven Easy Pieces (2005) e The Artist is Present (2010), esperienze che hanno segnato profondamente il suo modo di percepire il proprio lavoro in rapporto al pubblico. Nella mia esperienza, maturata in quaranta anni di carriera, sono arrivata alla conclusione che il pubblico gioca un ruolo molto importante, direi cruciale, nella performance, dichiara la Abramovi. Senza il pubblico, la performance non ha alcun senso perch, come sosteneva Duchamp, il pubblico a completare lopera darte. Nel caso della performance, direi che pubblico e performer non sono solo complementari, ma quasi inseparabili. E allora ecco che questa volta il pubblico diventa totalmente protagonista e attore. Una ventina di vo-
14
www.arcipelagomilano.org lontari, guidati dalle indicazioni della Abramovi e dei suoi assistenti, prendono posto in installazioni che ricordano le tre principali posizioni usate dalluomo: lo stare in piedi, sdraiati o seduti. Seguendo le indicazioni dellartista, vestiti di camici bianchi e di cuffie insonorizzanti, i protagonisti dellAbramovi Method sono tenuti a stare 30 minuti in ogni posizione, in un percorso fisico e mentale il cui scopo quello di espandere i propri sensi, osservare, imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi. Ma anche il pubblico protagonista. Per enfatizzare il ruolo ambivalente di osservatore e osservato, di attore e spettatore, centrale ai fini del concetto stesso di performance, Marina Abramovi mette alla prova il pubblico anche nellatto apparentemente semplice dellosservazione: una serie di telescopi permettono infatti ai visitatori di osservare dallalto della balconata del PAC i protagonisti dellevento, concentrandosi su alcuni particolari. Una scelta non facile quella di partecipare alla performance, che richiede grande forza di volont e anche un pizzico di resistenza fisica, oltre che la consapevolezza di donare un paio dore del proprio tempo allarte e alla riflessione sulle nostre percezioni. Ma dinteressante c anche il lavoro The artist is present, video e riproduzioni della monumentale performance del 2010 che la Abramovi fece al MoMA di New York. Per tre mesi, sette ore al giorno, la Abramovi stata immobile e in silenzio davanti a oltre 1400 persone che, una alla volta, hanno avuto loccasione di sedersi davanti a lei, seduta in assoluto silenzio a un tavolo nellatrio del museo. I visitatori potevano sedersi di fronte a lei per tutto il tempo desiderato, e mentre lartista non aveva alcuna reazione di fronte ai partecipanti, la loro reazione era invece il completamento dellopera, permettendo ai visitatori di vivere unesperienza intima con lartista. Immagini emozionanti, che mostrano come ogni essere umano reagisca in modi assolutamente diversi: chi rideva, chi stava serio, chi aveva una faccia dubbiosa e coloro che invece, molti, si lasciavano andare alle emozioni, piangendo silenziosamente davanti allartista. Concludono il percorso una selezione di video con le performance pi famose della Abramovi, come Dozing Consciousness, 1997, Nude with Skeleton, 2002, Cleaning the Mirror I e II, 1995, The Kitchen. Homage To Saint Therese, 2010 e tanti altri. La scoperta di Marina Abramovic continua poi presso la galleria Lia Rumma, con la personale With eyes closed I see Happyness, fino al 5 maggio. Marina Abramovi - The Abramovi Method - fino al 10 giugno orari: luned 14.30 19.30, da marted a domenica 9.30 19.30, gioved 9.30 22.30; orari turni performance: luned 15.00/ 17.30, dal marted alla domenica 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30; gioved 10.00/ 12.30/ 15.00/ 17.30/ 20.00;costi: biglietto unico performance + mostra dal 25 marzo: 12 Biglietto mostra: 8 intero, 6 ridotto
15
www.arcipelagomilano.org ticolare da Tiziano pu dirsi completamente conclusa, lasciando alle generazioni a venire questa straordinaria e rivoluzionaria eredit. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30 - costi: Intero 9,00. Ridotto 7,50
Tiziano e la nascita del paesaggio moderno - Palazzo Reale fino al 20 maggio - orari: 9.30-19.30; lun.
LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Esercizi superficiali
Nuotando in superficie Raffaele La Capria Libellule, Mondadori 2012 pp.162, euro 10
LUNED 14 MAGGIO, ore 18, il libro verr presentato con l'Autore, a cura di Unione Lettori Italiani,presso Palazzo Sormani, sala del Grechetto, via F. Sforza 7, con A. Franchini e E. Dell'oro Tra i pi significativi scrittori del '900, Raffaele La Capria, con il suo Esercizi superficiali. Nuotando in superficie il padrino della nuova collana Libellule, della Mondadori, dedicata ai testi brevi, il tempo di un volo, veloce e sorprendente. La Capria, napoletano, cittadino del mondo, avendo soggiornato in Francia, Inghilterra, Usa. Animatore a Napoli della Rivista Sud, che raccoglieva l'intellighenzia meridionale, si stabilisce a Roma nel '50, entra in Rai, frequenta la dolce vita romana e sperimenta come un elisir la felicit dell'incontrarsi al Rosati o al Canova con scrittori, poeti, attori, architetti, pittori, politici, registi. E per Rosi curer alcune sceneggiature di suoi film come Le mani sulla citt. Amico di Peppino Patroni Griffi, lega la sua vita al teatro, sposando Ilaria Occhini. Nel 1961 vince per un punto il Premio Strega con il romanzo Ferito a morte, al quale seguiranno Racconti come La lezione del canarino e Saggi, quali False partenze. Nel 2001 vince il Premio Campiello e nel 2002 il Premio Chiara, entrambi alla carriera. Nel 2002 un Meridiano stato dedicato alla sua opera dalla Mondadori. Attualmente condirettore della rivista Nuovi Argomenti e collabora alle pagine culturali del Corriere della Sera Ed proprio una raccolta di articoli, apparsi sul Corriere della Sera tra il 2009 e il 2010, questo nuovo libro, che assurge, per la scansione dei capitoli e la stessa scelta degli scritti, a una summa del pensiero dell'autore, una sorta di sua visione del mondo, raggiunta dall'alto della saggezza dei suoi novanta anni, all'insegna dell'inno del senso comune, come nel suo scritto del '72 La mosca nella bottiglia. Elogio del senso comune. Illuminante la metafora iniziale, nel titolo stesso, che accomuna la pesca subacquea, sua passione come in Ferito a morte, alla scrittura, per quell'osservare dalla superficie la profondit del mare con stupefatta attrazione, sentendo un'emozione sublime, come su un precipizio, come lo scrittore dinnanzi al pensiero che muove le parole. La presenza dei pesci ravviva la profondit cos come le idee ravvivano la scrittura. E con Hoffmansthal afferma che la profondit va nascosta, dove? Alla superficie. Esalta la Capria la valenza della brevit propria del Racconto, che come la poesia sa esprimere l'essenziale. E tesse un peana alle bellezze della sua Italia, contro l'incultura attuale, e difende l'italianit pur nei suoi difetti, per la musicalit della lingua italiana, per la grandezza dei suoi artisti nei secoli, per i suoi uomini di scienza. E critica l'incapacit oggi di dialogare civilmente in una societ dell'apparire in TV, fatta di battibecchi come i polli di Renzo. E difende la sua Napoli accusata senza appello da un'Italia per bene e pi agiata di lei. E parla delle tre infelicit di cui preda l'Italia, quella oggettiva, italiana, personale, dalle quali si potr forse uscire solo in una solitudine e intransigenza morale proprie degli spiriti eroici. E accusa la mala informacion, dove si allude sempre senza mai riuscire a conoscere la verit. Auspica una maggiore spregiudicatezza nella satira troppo conformista, e una pi incisiva dissenting opinion nel conformismo intruppato degli intellettuali impegnati, e suggerisce una distrazione vigilante che tenga in un continuo stato di perplessit. Disquisisce La Capria anche sul conflitto di civilt, che non si pu pronunciare perch infrange un tab, nonostante l'evidente infrazione del principio di reciprocit da parte di un certo mondo islamico. E rivendica il principio di ragione e il valore della Modernit, considerata una minaccia dal mondo islamico, e denuncia infine il circolo vizioso dello scambio petrolio-armi. Rifiuta il nucleare perch infrange l'insondabilit della materia, provocando il terrore dell'imprevedibile. Rimpiange l'ingannevole giovinezza. Si rivolge infine a Dio con senso di poesia e stupore del mistero, davanti al quale bisogna fermarsi, perch il mistero che d la forza di sentire tutta la meraviglia della vita. Come dicevamo all'inizio, ci troviamo di fronte a una filosofia totale dell'esistenza, pur se a volte opinabile, espressa con leggerezza consapevole e senso di responsabilit, proprie dei grandi animi, con una scrittura lucida e armoniosa.
16
www.arcipelagomilano.org
con Stefano Cordella, Daniele Crasti, Massimiliano Mastroeni, Dario Merlini, Dario Sansalone, Fabio Zulli co-produzione Teatro Filodrammatici e yes. Progetto vincitore Premio Giovani Realt del teatro 2010, Testo finalista al Premio Riccione-Tondelli 2011
Negli anni settanta allUniversit di Stanford il professor Zimbardo sottopone alcuni studenti a un esperimento: li suddivide in modo arbitrario in guardie e carcerati e fa loro simulare la vita carceraria per due settimane. In pochissimo tempo, i ragazzi, senza nessuna precedente predisposizione alla violenza, assumono cos seriamente i loro ruoli da costringere il professore a interrompere lesperimento per salvaguardare la loro incolumit fisica. Da questa ricerca di Zimbardo sullorigine della violenza, che porter il professore a teorizzare lapproccio situazionale, prende le mosse il lavoro coordinato drammaturgicamente da Dario Merlini, il quale ha tirato le fila di due anni di studi e improvvisazioni del gruppo yes, scrivendo un testo che stato anche finalista al Premio Riccione. Sei uomini trovano rifugio in unabitazione isolata. I padroni di casa, che non si vedono mai, mettono loro a disposizione sei tute, tre marroni e tre blu. In quelle marroni c una chiave per aprire una cassetta con dentro le indicazioni per governare la casa fino al ritorno dei proprietari, in quelle blu invece no. Questa differenza arbitraria genera fin da subito conflitti che si ripetono ogni volta che i padroni danno nuove disposizioni o gli uomini in blu cercano di opporsi allordine delle cose che va via via costruendosi. Lambientazione in un luogo non definito e quasi post-nucleare, tipica e un po abusata negli ultimi cinquantanni di teatro post-beckettiano, estrapola la vicenda da un contesto realistico e permette di concentrarsi sulle dinamiche interne. I rapporti fra i personaggi sono molto interessanti e ben costruiti, cos come emergono bene le dinamiche della violenza, del sospetto e della paura, senza indugiare troppo nella psicologia, che rimane il punto di partenza e di arrivo del lavoro, ma non inquina la vita scenica dei personaggi che non vengono schiacciati dal peso simbolico di ci che rappresentano. Quel che manca, forse, un po di sviluppo interno, perch i sei vengono presentati gi nella prima scena come inclini alla violenza e in leggero conflitto fra di loro e quello che fanno le tute soltanto creare le squadre. Sarebbe stato ancora pi forte, forse, iniziare con rapporti amichevoli e concilianti, per far vivere meglio il processo che porta alla violenza. Limpressione che, forse anche per il tipo di lavoro che parte dalle improvvisazioni degli attori, si siano costruite variazioni sul tema che, seppur molto interessanti e ben fatte, avrebbero bisogno di un arco di sviluppo pi definito per portare lo spettatore dentro alla vicenda. Daltro canto il pregio di un lavoro di questo tipo che gli attori, che hanno contribuito alla creazione del loro personaggio, sono tutti estremamente credibili e riescono a mettere in mostra le loro qualit singole senza andare a discapito di un progetto che condividono, difendono e di cui si sentono parte. Un testo ben scritto, con un linguaggio scarno, efficace e con spunti ironici, una messa in scena movimentata e con buone trovate e una recitazione convincente danno vita uno spettacolo di sicuro impatto sul pubblico. Teatro Filodrammatici dal 2 al 13 maggio. In scena Al Teatro Out Off dal 10 maggio al 3 giugno LAdalgisa di Carlo Emilio Gadda, regia di Lorenzo Loris. AllElfo Puccini dall8 maggio al 3 giugno Rosso, di John Logan, regia di Francesco Frongia. Al Piccolo Teatro Grassi fino al 27 maggio Pro patria di Ascanio Celestini. Al Teatro I fino al 14 maggio Incendi di Wajdi Mouawad, regia di Renzo Martinelli.
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org The Rum Diary- Cronache di una passione
di Bruce Robinson [The Rum Diary, Usa, 2011, 120] con Johnny Depp, Amber Heard, Giovanni Ribisi, Aaron Eckhart
Johnny Depp, co-produttore di The Rum Diary, sognava da tempo di adattare cinematograficamente il romanzo del suo compianto amico Hunter S. Thompson. Il libro, scritto agli inizi degli anni '60, si ispira ai metodi di indagine dello stesso Thompson che riusciva a combinare alcool e droga alle indagini sul campo, senza dimenticare l'impegno politico. Verso la fine degli 50, stanco della sua vita a New York, Paul Kamp (Johnny Depp), giornalista amante della bottiglia, arriva a Porto Rico per lavorare in un giornale locale. Qui cade ai piedi di Chenault (Amber Heard), la fidanzata di Sanderson (Aaron Eckhart), un uomo d'affari americano intenzionato a costruire un resort di lusso su una piccola isola vicina. Kemp si trova cos di fronte a un bivio pericoloso: mettere la sua penna al servizio di quest'uomo d'affari corrotto o denunciare pubblicamente i suoi loschi traffici. Il risultato un film dalla trama un po sconnessa, che diluisce forse eccessivamente la carica del romanzo di Thompson. Lo spettatore si ritrova spesso a cercare l'anima del reporter nell'intrigo immobiliare. Chi conosce Thompson lo sa. Trasporre sullo schermo il suo stile sfavillante e allucinato un esercizio pericoloso. Terry Gilliam aveva gi riscontrato questo problema con Paura e delirio a Las Vegas. Bruce Robinson (Shakespeare a colazione), lontano dalla macchina da presa ormai da ventanni, soffre linevitabile confronto avendo scelto lo stesso interprete per il ruolo di alter ego di Thompson. In ogni caso, difficile immagine qualcuno di diverso da Johnny Depp per il ruolo di questo anti-eroe avvolto costantemente nei fiumi dellalcool. La sua capacit di mescolare perfettamente lucidit e u-
17
www.arcipelagomilano.org briachezza ci che rimarr di questo diario del Rum. Marco Santarpia
In sala a Milano: The Space Cinema Odeon, Plinius, UCI Cinemas Bicocca, UCI Cinemas Certosa
GALLERY
18