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BASILEA 2: CRITICHE E IMPATTI

Prof. Marco Di Antonio Febbraio 2008

Percorso Formativo:

Le critiche
Aumento dei fabbisogni di capitale con conseguente aggravio delle condizioni del credito Razionamento/peggioramento delle condizioni del credito per le PMI Peggioramento della qualit della valutazione del credito; adozione di procedure automatiche e basate solo su dati quantitativi (scoring) Prociciclicit Dopo la crisi: - Eccessiva dipendenza dai giudizi della agenzie di rating - Eccessiva fiducia nei modelli interni di misurazione del rischio - Assenza di requisito patrimoniale a fronte del rischio di liquidit - Assenza di limite di leva - Livello minimo e qualit del PNV da innalzare

Le critiche: i fabbisogni di capitale


Con riguardo al rischio di credito, tutti gli approcci proposti generano un risparmio di capitale rispetto allAccordo del 1988 Gli approcci IRBA consentono risparmi ulteriori di capitale, sia rispetto allAccordo del 1988 sia rispetto al metodo standard Lattivit sui segmenti retail e SME genera un consistente risparmio di capitale in ogni approccio regolamentare Variazione attesa del PNV obbligatorio a fronte del rischio di credito a seconda del metodo presumibilmente utilizzato dalle diverse categorie di banche: standard: - 1,9%; IRB base: - 6,86%; IRB avanzato: - 8,74% (Fonte: European Commission, 2003) Con riferimento al requisito totale (inclusivo del rischio operativo) le banche che adottano un approccio standard subiscono un lieve peggioramento (+ 1%), che diventa elevato (+ 6%) se si tratta di grandi banche (Fonte: risultati dei Quantitative Impact Studies)

I FABBISOGNI DI CAPITALE
QIS 2 Rischio credito Totale Campione banche +14% +24% 55 QIS 2,5 -8% +2% 38 QIS 3 -7% +3% 109

Variazione del capitale richiesto rispetto a Basilea 1


4

QIS3 maggio 2003

nuovo approccio STD

FIRBA

AIRBA

G1 Corporate Retail SME Totale rischio credito


Totale con rischio operativo

G2 -1 -7 -2 -11 1

G2 -5 -9 -3 -13 -4

G1 -5 -18 -5 -27 -20

G1 -4 -9 -4 -15 -6

-1 -5 -2 -3 6

Variazione del capitale richiesto per le banche europee, con mezzi propri > 3md (G1), < 3md (G2)
5

Le critiche: la penalizzazione delle PMI


La critica non fondata: alle PMI viene al contrario riservato un trattamento di favore a fronte della maggiore diversificazione di un portafoglio di prestiti erogati alle PMI (sconti sul requisito patrimoniale) resta naturalmente vero che, se a parit di rischiosit i requisiti per le PMI sono inferiori, leffettiva maggiore rischiosit di tali imprese le assoggetta invece a coefficienti patrimoniali pi severi

Novit della terza bozza (aprile 2003): pmi


24%

Basilea 1 Capitale su un euro prestato

Grandi imprese*
16%

8%

Medie imprese**

0% 0% 2% 4% 6% 8% 10% PD - probabilit di default

Piccole imprese***

* Fatturato sopra i 50 mln di euro; ** fatturato sotto i 5 mln di euro; *** esposizione col singolo gruppo bancario inferiore a 1 mln di euro. Nota: LGD = 45%, EAD = 1, maturity = 2,5 7

Le critiche: i criteri di valutazione


I modelli di credit scoring e le altre procedure meccaniche sono consentite come base primaria o parziale per lassegnazione del rating...generalmente usano un sottoinsieme delle informazioni disponibili...sebbene talvolta evitino errori su singoli casi...luso meccanico di limitate informazioni a sua volta fonte di errori nella assegnazione dei rating... ... cio, i modelli statistici e meccanici NON SONO VIETATI !!! (Paragrafo 379, versione aprile 2003)

Le critiche: i criteri di valutazione (2)


Lo scoring una tecnica automatica per la determinazione di una misura quantitativa di affidabilit, determinata sulla base di variabili di input e di relazioni, individuate e stimate a partire da un campione di debitori Il rating finalizzato ad assegnare un debitore o ad una operazione di finanziamento a una tra pi classi, ognuna caratterizzata da un livello di rischio (sintetizzabile nella PD; per raggiungere tale scopo esistono diverse metodologie, da quelle di natura soggettiva la tradizionale valutazione di fido bancario) a quelle automatiche (lo scoring)

TUTTAVIA
Le informazioni di natura qualitativa solitamente sono raccolte dai funzionari preposti alla gestione della relazione con limpresa affidata in occasione dellattribuzione del rating. Limpatto di questo tipo di informazione nella determinazione dei punteggi contenuto: di norma essa non sposta il rating per pi di una classe in positivo o in negativo. Lo scarso peso attribuito ai dati qualitativi riflette difficolt oggettive nel loro trattamento statistico, come ad esempio lassenza di serie storiche che consentano il computo di indici di correlazione tra caratteristiche organizzative o assetti di governance delle imprese e probabilit di defaultLesame delle difficolt e dei ritardi con cui vengono raccolte ed elaborate le informazioni qualitative pone il problema del rapporto tra efficienza operativa ed efficienza allocativa vi il rischio che gli strumenti statistico-quantitativi siano interpretati non come un ausilio allattivit di erogazione del credito, ma come un meccanismo di ingegnerizzazione dei processi produttivi che, introducendo elementi di automatismo, si traduca soltanto in un contenimento dei costi. In questo caso si indebolirebbe la capacit di valutare progetti di investimento innovativi 10 (S. Mieli, Banca dItalia, Bancaria 3/2010)

UN PARERE AUTOREVOLE
Le grandi banche si giudicano anche da come organizzano lattivit sul territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con leconomia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso di anni, ben pi accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere limpresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore; significa saper fare il banchiere. La risposta delle grandi banche alle esigenze locali, coerente con la sana e prudente gestione, deve conciliarsi con strategie e visioni globali M. Draghi, Considerazioni Finali, Banca dItalia Assemblea 2009
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Le critiche: la prociclicit
E la sola critica veramente fondata La rilevanza del fenomeno dipende dai criteri di valutazione e rating assignment (through the cycle vs point in time) Il fenomeno reso pi accentuato dai criteri di valutazione IAS (valutare i prestiti al presumibile valore di realizzo e considerare solo le incurred losses) Possibile soluzione: dinamic provisioning

Il problema della prociclicit


Un sistema di requisiti patrimoniali legati al rating tende ad accentuare i cicli economici Deterioramento congiuntura aumento PD peggioramento rating aumento requisito patrimoniale contrazione credito aggravio congiuntura In realt:
un sistema di capital ratios per definizione prociclico dipende in parte da come le banche attribuiscono i rating (visione di breve-lungo termine) dipende anche da accantonamenti a riserva davvero un problema della vigilanza smussare il ciclo?

IMPATTI/EFFETTI (sia aziendali sia di sistema)


Spinta alla concentrazione del sistema Redistribuzione delle quote di mercato Pricing Fissazione dei limiti di autonomia Capital allocation e capital management Valutazione della performance Strategia di portafoglio

Gli effetti: concentrazione


alcune banche (specie quelle che usano metodologie pi avanzate) possono beneficiare di un risparmio di capitale e trovarsi in situazione di excess capital i rilevanti costi fissi per limplementazione della regolamentazione, specie nelle sue versioni pi avanzate, spinge ad accrescere le dimensioni per sfruttare le economie di scala le banche pi rapide ed efficienti nel realizzare gli approcci avanzati sono in grado di estrarre valore dalle banche pi lente

Gli effetti: impatti sulle quote e i posizionamenti di mercato


Fonte: A.Resti, I modelli di rating Operativo interno: le conseguenz e sulle politiche di Retail credito, Assbank 2003
SME Piccole banche, approccio standard
Grandi banche, rating interni
Alcune grandi banche, rating avanzati

15%

10%

11%

-10%

-9%

-9%

-2%

-2%

-3%

Corporate

-1%

-2%

-4%

-20%

-10%

0%

10% -10%20%0%

10%

20%

-10%

0%

10%

20%

Impatti sulle quote e i posizionamenti di mercato (II)


Le banche regionali, per via della maggiore quota di prestiti a PMI, sono avvantaggiate rispetto alle grandi, a parit di approccio (ma incontrano costi e difficolt relativamente maggiori nellapplicare approcci avanzati) vantaggio competitivo implicito accordato a banche regionali Rispetto a Basel I, le banche grandi risparmiano capitale in proporzione al grado di avanzamento dellapproccio, mentre le piccole ottengono i maggiori benefici gi con lapproccio base incentivo alle grandi banche a usare metodi avanzati; proporzionalit di Basel II Le banche che applicano il metodo standard (medio-piccole) rispetto a quelle che applicano i metodi avanzati (grandi) sono soggette a requisiti di capitale pi elevati per classi di rating migliori e pi bassi per classi peggiori conseguenti rischi di selezione avversa Lo sconto di capitale accordato alle PMI e ai privati pu incentivare le grandi banche a entrare pi decisamente in tale mercato (soprattutto sulle classi di rating migliori, dove il risparmio di capitale ancora maggiore); a loro volta, le piccole banche sono stimolate ad applicare approcci avanzati, anzich standard, per reagire a tale attacco e non subire la selezione avversa cambiamento di mix di business, attacco competitivo a banche locali Le PMI hanno interesse a mantenere lesposizione verso singoli gruppi bancari sotto il milione di euro, per godere degli sconti accordati da Basel II 17 incentivo alla prassi dei fidi multipli

Gli effetti: politiche di prestito


Maggiore qualit nella valutazione del rischio e quindi maggiore efficienza nellallocazione del credito (logica meritocratica di Basilea 2: vengono premiati clienti e banche migliori) Fine delle politiche di sussidio incrociato tra clienti (le imprese pi meritevoli che sussidiavano quelle meno meritevoli) Operare di meccanismi di adverse selection che tendono a penalizzare le banche che seguono gli approcci meno avanzati (standard), favorendo quindi la diffusione di quelli pi sofisticati

Gli effetti: il pricing

TIT PD LGD VaR % (ke TIT ) ri 1 PD LGD


Tasso al cliente Costo dei fondi Perdite attese (date da probabilt di default e loss given default) Costo del capitale

IL PRICING A 2 ANNI
(1 + ri) (1 pd,2) + (1 LGD) (1 + tit) p,1 + (1 LGD) (p,2 p,1) = (1 + tit) + var % [ (1 + ke) - (1 + tit) ] + 2 c % Dove: pd, 1 = pd a 1 anno; pd, 2 = pd cumulata a 2 anni R= C = costi operativi

POLITICHE DI PRICING
Ladozione dei metodi avanzati porter a una omogeneizzazione delle condizioni praticate alla clientela ? Certamente NO ! Sono infatti diversi da banca a banca gli input che entrano nella formula di definizione del prezzo: VAR (si pensi a una banca che usa i credit risk model e calcola il VAR marginale anzich quello stand alone) ELR (diversit nellarchitettura dei sistemi di rating, sia del debitore sia della LGD; diversit nelle capacit di recupero delle garanzie) TIT e k (meno rilevanti) efficienza e costi obiettivo della banca (redditivit delloperazione o redditivit della relazione; diversit delle relazioni intrattenute da diverse banche con il medesimo cliente)
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Gli effetti: limiti di autonomia decisionale: importi


Poteri di delibera dei fidi basati non pi sul valore nominale delle esposizioni, ma: sul tasso di perdita atteso dato: EL = EAD x PD x LGD definito il limite di perdita attesa (EL*) consegue lammontare concedibile: EAD = EL* / (PD x LGD) sul VAR dato: VAR = EAD x LRwc (dove LRwc il massimo tasso di perdita ad un dato livello di confidenza in un certo intervallo temporale), e definito il massimo valore a rischio assumibile (comprensivo di perdite attese e inattese: VAR*), consegue: EAD = VAR* / LRwc

Gli effetti: limiti di autonomia decisionale: tassi


Limiti di autonomia di tasso non pi uniformi e basati su TIT o TIT + spread, ma basati su tasso di equilibrio calcolato secondo le logiche di pricing del risk management. Si aprono tuttavia due scelte: A) Considerare tali limiti come inderogabili B) Considerare tali limiti come indicazioni non vincolanti. La prima scelta presuppone una elevata qualit del sistema di rating e dei dati (anche quelli relativi ai costi operativi !). La seconda lascia maggiore autonomia ai manager periferici e consente operazioni di cross subsidization tra prodotti, clienti, periodi temporali

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